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Scienza delle Finanze

Dott.ssa Carla Guerriero

a.a. 2019-2020
Riferimenti Bibliografici

➢ P. Bosi, “Corso di Scienze delle Finanze”, (Capitolo 1, Le Ragioni


dell’Intervento Pubblico) sesta edizione.
➢ Joseph E. Stiglitz, Jay K. Rosengard, “Economia del Settore
Pubblico”, Cap.3, Terza Edizione
Le Ragioni dell’Intervento Pubblico
Oggetto della scienza delle finanze

La scienza delle finanze ha come oggetto il finanziamento delle attività


dello Stato nell’economia di mercato.

La produzione di beni è effettuata da produttori (ricerca del profitto) che


con l’ausilio di fattori produttivi, producono e offrono beni e servizi, a
prezzi che dovrebbero riflettere i costi di produzione.
Al mercato partecipano individui, consumatori e produttori, che
prendono libere decisioni di acquistare o non acquistare i beni offerti. I
prezzi che emergono dalle attività di scambio costituiscono la guida
principale delle decisioni economiche di consumatori e produttori.

Il mercato non può esistere in assenza di altre istituzioni, senza le quali


non potrebbe esprimere il meglio della sua funzione. Tra queste
istituzioni, un ruolo fondamentale lo ha lo Stato che manifesta la sua
presenza in molteplici campi…e a molti livelli…
Allocazione, Redistribuzione,
Stabilizzazione
Affrontando lo studio della scienza delle finanze è
naturale cercare di ordinare e classificare le funzioni
che lo Stato deve assolvere attraverso lo strumento
del bilancio e della regolamentazione.

Nell’opera “The Theory of the Public Finance” del 1959, R.


Musgrave propone di articolare l’attività finanziaria dello Stato in tre
fondamentali funzioni:

➢ Allocazione;

➢ Redistribuzioni;

➢ Stabilizzazione.
1) Allocazione

L’allocazione cerca di capire in che modo lo Stato influenza


l’efficienza economica.

Il paradigma dominante della teoria economica, il modello


dell’equilibrio economico generale (si vedano Walras, Pareto, Arrow)
tenta di fornire una spiegazione di come si formano i prezzi e le
quantità prodotte in un’economia di mercato, sulla base del
presupposto che gli attori economici agiscano secondo razionalità
economica massimizzando l’utilità, se consumatori, il profitto, se
produttori.

I risultati di questi comportamenti razionali sono efficienti.


1) Allocazione

Tuttavia, esiste una particolare categoria di beni, i beni pubblici (di


cui parleremo in seguito), che possiede delle caratteristiche che
mettono in crisi alcune proprietà dell’economia di mercato: alcuni
servizi come la difesa, la giustizia, la sicurezza pubblica che
un’impresa non ha incentivo a produrre, perché se lo facesse, non
potrebbe costringere gli acquirenti a pagare il prezzo del servizio.

I potenziali acquirenti, a loro volta, non hanno incentivo a rivelare la


loro disponibilità a pagare per tali beni.

Ciò produce il fallimento del mercato e per tale motivo i beni


pubblici sono forniti dalla Stato.
Il Fallimento del Mercato

Il fallimento del mercato, che ne emerge, è caratterizzato dalla


presenza di:

1. insufficiente concorrenza;
2. esternalità;
3. beni pubblici;
4. informazione asimmetrica (assenza di informazione perfetta).

Prima di esaminare ciascuno dei casi sopra elencati in maniera


approfondita, riprendiamo le altre funzioni fondamentali dello
Stato e alcuni concetti di economia del benessere e di come la
teoria neoclassica definisca l’ottimo.
2) Redistribuzione
La redistribuzione è la seconda funzione svolta dallo Stato e
realizzata attraverso il bilancio pubblico. L’introduzione di correttivi
per migliorare le funzioni allocative svolte dal mercato è solo uno dei
ruoli dello Stato. In assenza di tali politiche (di redistribuzione del
reddito e del patrimonio), la distribuzione del reddito sarebbe
fortemente legata alla distribuzione delle dotazioni iniziali.

La redistribuzione delle risorse implica dei trasferimenti (positivi o


negativi) tra i soggetti: es. sussidi, pensioni sociali, trasferimenti alle
famiglie povere ecc. (ma anche negativi es. imposte).

L’intervento dello Stato è, in questo caso, guidato da ragioni di


equità. La redistribuzione attraverso le imposte (che normalmente
sono imposte sui consumi, sulla produzione, sul capitale, sul lavoro)
come vedremo hanno effetti distorsivi: modificano le scelte degli
agenti economici per via dell’effetto di sostituzione e gli effetti
distorsivi saranno tanto maggiori quanto maggiore è il grado di
redistribuzione.
2) Redistribuzione

Esistono anche delle imposte dette “in somma fissa” o “lump sum”
che non hanno effetto di sostituzione, ma solo effetto di reddito e
quindi non modificano, o meglio, non distorcono le scelte degli
agenti economici, tuttavia è difficile pensare a trasferimenti di questo
genere.

Per questa ragione di un trade-off tra equità ed efficienza:

➢ spesso per raggiungere allocazioni caratterizzate da un maggior


livello di efficienza, i mercati dovrebbero essere lasciati liberi di
operare, ma così facendo si otterrebbe una distribuzione iniqua;
➢ perseguire una maggiore equità implica l’utilizzo di imposte
distorsive che riducono il grado di efficienza dell’allocazione ottenuta
3) Stabilizzazione

Consiste nel garantire un livello di produzione più vicino possibile a


quello di massimo impiego.

Il modello neoclassico di equilibrio economico generale ha come


esito il pieno impiego dei fattori produttivi, tra cui riveste un
particolare interesse il lavoro. Tuttavia, il modello neoclassico non
rispecchia completamente la realtà: esiste la disoccupazione e le
economie hanno attraversato e attraversano, anche oggi, fasi di
recessione.

Il compito dello Stato è quello di gestire la finanza pubblica per


promuovere la crescita dell’economia.
La Teoria Positiva e la Teoria Normativa
L'analisi normativa studia l'economia e i fenomeni economici come
dovrebbero essere. Sulla base di un obiettivo, di una situazione desiderata,
l'analisi normativa individua le possibili scelte del policy maker per
raggiungerlo. Viceversa, l'analisi positiva studia i fenomeni economici così
come si presentano, senza alcun intervento del policy maker, per fornire una
spiegazione degli stessi e una previsione sul loro andamento futuro.
La teoria normativa presuppone la teoria positiva…

• è bene o no introdurre ticket sanitari? • Perché un chilo di mele costa meno di


• È meglio il sistema pensionistico pubblico un’automobile?
a ripartizione o quello privato a • Perché esiste la disoccupazione?
capitalizzazione? • Perché la difesa è sempre gestita dallo stato
• Come ridurre la disoccupazione? e mai da imprese private?
• Perché la sanità è quasi sempre gestita dallo
stato?
Economia del benessere • Perché in autostrada si paga un pedaggio e
(Welfare Economics) nelle strade normali no?

La scienza delle finanze si occupa sia dell’aspetto positivo sia di quello normativo
Principio dell’efficienza ed
Equilibro Economico Generale
La teoria normativa, o anche detta economia del benessere, si affianca
e si distingue dalla teoria dell’equilibrio economico generale. Entrambe
definiscono l’ottimo sociale (la quantità di beni da produrre e la
distribuzione degli stessi che massimizza il benessere collettivo)

Con riferimento all’ottimo sociale, l’economia del benessere


attribuisce particolare valore al principio dell’efficienza, noto anche
come principio di Pareto.

Quando non è possibile modificare una data allocazione


delle risorse tra gli individui in modo tale da migliorare la
situazione di qualcuno senza peggiorare allo stesso tempo
quella di qualcun altro
Principio dell’efficienza ed
Equilibro Economico Generale

Vi sono 3 diversi aspetti dell’efficienza


(tutti necessari affinché vi sia efficienza paretiana):

1. Efficienza nello Scambio → i beni prodotti devono essere destinati


ai consumatori che attribuiscono ai beni il valore più elevato

2. Efficienza nella Produzione → date le risorse di cui dispone una


collettività, la produzione di un bene non deve poter essere
aumentata se non diminuendo quella di un altro bene

3. Condizione di compatibilità tra produzione e consumo → i diversi


beni prodotti devono corrispondere effettivamente a quelli
desiderati dai consumatori
1) Economia di Puro Scambio

Consideriamo un sistema economico di puro scambio in cui non


esiste produzione, composto da due soli individui e due soli beni.

La scatola di Edgeworth ci consente di rappresentare al tempo


stesso:

– le preferenze dei due individui per i due beni;

– la dotazione iniziale dei beni;

– tutte le possibili allocazioni finali dei beni.


1) Economia di Puro Scambio

Concetti fondamentali:

• Saggio marginale di sostituzione → è la quantità di bene a cui si è


disposti a rinunciare per ottenere una unità aggiuntiva di un altro
bene mantenendo costante l'utilità

• Curve di indifferenza → individuano le combinazioni di beni rispetto


alle quali l’individuo è indifferente (o le combinazioni che
garantiscono al consumatore lo stesso livello di utilità)

• Vincolo di bilancio → ammontare di reddito che un individuo può


spendere per l’acquisto di vari beni
1) Economia di Puro Scambio

Perché lo scambio abbia luogo occorre che vi sia un miglioramento


paretiano in termini di utilità rispetto alla dotazione iniziale a. Questo
miglioramento avviene solo nel punto in cui le curve di indifferenza di A
e di B sono tangenti. In tale punto sarà possibile migliorare la situazione
di A senza peggiorare quella di B e viceversa.
1) Economia di Puro Scambio
L’allocazione b costituisce un ottimo paretiano: non è possibile
aumentare la soddisfazione di uno scambista senza diminuire quella
di un altro. In un ottimo paretiano non sono più possibili scambi
vantaggiosi. La retta che passa attraverso il punto b è il vincolo di
bilancio. Nel punto b SMSa= SMSb. E inoltre, SMSa=
SMSb=P1/P2.
La condizione SMSa= SMSb=P1/P2 è definita di equilibrio nello
scambio.
1) Equilibrio nello Scambio

Generalizzando ad N individui e M beni:

Tutte le combinazioni Pareto-Efficienti generano la Curva dei


Contratti, che non ha una forma definita.
2) Efficienza nella Produzione
Come avevamo detto…

Efficienza nella Produzione → date le risorse di cui dispone una


collettività, la produzione di un bene non deve poter essere aumentata
se non diminuendo quella di un altro bene

E’ possibile utilizzare lo stesso strumento (scatola di Edgeworth) per


mostrare come si raggiunge l’efficienza nella produzione che altro non
è che un ulteriore dimensione dello scambio.

Diciamo infatti che una allocazione dei fattori nella produzione di M


beni è Pareto efficiente, se non è possibile, riallocando i fattori,
aumentare la produzione di un bene senza diminuire la produzione di
almeno un altro bene.

Anche questa proposizione può essere illustrata mediante la scatola di


Edgeworth, nella quale le curve di indifferenza sono sostituite dagli
isoquanti della produzione.
2) Efficienza nella Produzione

Concetti fondamentali:

• Saggio marginale di sostituzione tecnica → è la quantità di


un’unità di capitale necessario per compensare la riduzione di
un’unità di lavoro impiegata, in modo da mantenere costante il livello
di produzione

• Curve di isoquanto → individuano le diverse combinazioni degli


input che consentono di produrre la stessa quantità di output

• Retta di isocosto→ rappresenta le diverse combinazioni dei fattori


produttivi (input) che costano all’impresa lo stesso ammontare
2) Efficienza nella Produzione

Supponiamo che vengano prodotti due beni, da due imprese


diverse. Analogamente a quanto risultava dall’analisi dell’allocazione
di due beni di consumo fra due consumatori, l’allocazione ottimale di
due prodotti fra due imprese, date le loro dotazioni iniziali di fattori di
produzione (capitale K e lavoro L), corrispondenti al punto a, sarà il
punto di tangenza tra i due isoquanti ossia b:
2) Efficienza nella Produzione

Efficienza nella produzione si


ottiene nel punto b dove le
curve di isoquanto sono
tangenti. La linea tratteggiata
rappresenta l’isocosto. Nel
punto b i saggi marginali di
sostituzione tecnica (MRST)
si eguagliano e vale la
condizione riportata qui a
fianco: condizione di
efficienza nella produzione.
3) Condizione di Compatibilità tra
Produzione e Consumo
Come avevamo detto…
Condizione di compatibilità tra produzione e consumo → i diversi
beni prodotti devono corrispondere effettivamente a quelli desiderati
dai consumatori

Per scegliere la migliore combinazione del bene a e del bene b da


produrre, è necessario considerare sia le possibilità della tecnologia
sia le preferenze dei consumatori.

Date le tecniche di produzione, si può determinare, per ogni livello di


output del bene a, la quantità massima del bene b che è possibile
produrre. Ciò da luogo alla curva delle possibilità di produzione.

Data questa curva, si vuole raggiungere il livello di utilità più elevato


possibile.
3) Condizione di Compatibilità tra
Produzione e Consumo
Il grafico mostra la frontiera delle
opportunità produttive ossia tutte le
combinazioni di bene 1 e bene 2
che si possono ottenere data una
determinata tecnologia e
determinate risorse. E’ inclinata
negativamente poiché non è
possibile aumentare la quantità del
bene 1 senza ridurre quella del
bene 2 e viceversa.

L’inclinazione della frontiera è Il


saggio marginale di
trasformazione: il costo
opportunità di un aumento della
quantità prodotta del bene 2 in
termini della diminuzione della
quantità prodotta del bene 1.
3) Condizione di Compatibilità tra
Produzione e Consumo

La frontiera delle opportunità produttive rappresenta le combinazioni


dei due beni che possono essere prodotte allocando in modo
efficiente il capitale ed il lavoro.

Ogni punto della frontiera delle possibilità produttive corrisponde ad un


punto della curva dei contratti della scatola di Edgeworth.

Ricordiamo che l’origine a sinistra della scatola di Edgeworth (punto A)


corrisponde ad una produzione nulla del bene 1 e ad una produzione
massima del bene 2 e che la quantità prodotta del bene 1 è tanto più
elevata, mentre la quantità prodotta del bene 2 è tanto più bassa,
quanto più lontano dall’origine a sinistra è il punto corrispondente sulla
linea dei contratti.
3) Condizione di Compatibilità tra
Produzione e Consumo

In equilibrio:

Perché si verifichi la condizione di compatibilità tra produzione e


consumo i beni devono essere prodotti in proporzioni tali da
assicurare l’uguaglianza fra i loro prezzi relativi ed il saggio
marginale di sostituzione di tutti i consumatori. Come avviene
nel punto g del grafico.
Teoremi di Economia del Benessere

L’impianto analitico sopra descritto è utile a dimostrare due


importanti teoremi:

➢Il primo teorema afferma che:

ogni sistema economico di concorrenza è efficiente in senso paretiano.

➢Il secondo teorema afferma che:

qualsiasi allocazione delle risorse Pareto-efficiente può essere


ottenuta tramite il meccanismo di concorrenza perfetta, purchè
vengano redistribuite adeguatamente le risorse iniziali
Backup
La Teoria Tradizionale

La teoria tradizionale di Scienza delle Finanze ricorda, come


evidenziato sopra, che il mercato da solo, non può produrre
un’allocazione efficiente.

La concezione del mercato nel modello neoclassico è “ottimistica”:


occorre l’intervento dello Stato poiché le ipotesi su cui si basa la
teoria neoclassica spesso non si verificano e inoltre è “insufficiente”
poiché :
➢ non considera individui altruisti;
➢ non spiega fenomeni di disequilibrio (es. disoccupazione);
➢ presuppone che non vi sia redistribuzione dei redditi rispetto alla
distribuzione esistente.

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