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Imperfezioni del mercato del

lavoro e disoccupazione
Lezione 4
Background
• Il modello del mercato del lavoro studiato finora implica che la
popolazione sia composta da occupati (scelgono di lavorare al
salario di equilibrio) e inattivi (scelgono di non partecipare al
mercato del lavoro)
• Tuttavia, le indagini statistiche registrano atteggiamenti diversi nei
confronti dell’occupazione tra i non occupati
Definizioni
• Definiamo Disoccupato (involontariamente non occupato) chi cerca
attivamente un lavoro ed è immediatamente disponibile a lavorare
• Ricordiamo che:
– Forze di lavoro: 𝐹 = 𝑂 + 𝐷
– Tasso di partecipazione: 𝐴 = 𝐹/𝑃
– Tasso di occupazione: E = 𝑂/𝑃
– Tasso di disoccupazione: 𝑈 = 𝐷/𝐹
• Quali sono le possibili cause della disoccupazione?
– Asimmetrie informative
– Regolamentazioni del mercato del lavoro
Evoluzione del tasso di disoccupazione
Asimmetrie informative
1. Il lavoratore ha maggiori informazioni rispetto all’impresa
riguardo alla prestazione di lavoro erogata
• questo induce l’impresa a offrire un salario più elevato di quello in concorrenza
perfetta (salario di efficienza)
• vi saranno persone disposte a lavorare che tuttavia non trovano lavoro
• per l’impresa non è ottimale né assumerle poiché realizzerebbe una perdita
(salario > produttività marginale) né ridurre il salario poiché il meccanismo
degli incentivi cesserebbe di funzionare
2. L’incontro tra domanda e offerta di lavoro non è istantaneo
per via di frizioni del mercato del lavoro
• trovare un lavoro (addetto) per il lavoratore (datore di lavoro) richiede tempo e
risorse (search and matching)
• vi saranno lavoratori disposti a lavorare che non trovano posti di lavoro vacanti
e posizioni di lavoro che non verranno riempite
Teorie del salario di efficienza
• Le imprese scelgono la propria politica salariale
• L’idea è che una politica di alti salari aumenti la produttività
• La disoccupazione involontaria di equilibrio dipende dal fatto
che il salario deve assolvere:
• sia la funzione incentivante all’interno dell’impresa
• che la funzione allocativa nel mercato del lavoro
• non è possibile perseguire al meglio due obiettivi alternativi
(efficienza e incentivazione) con un solo strumento (il salario)
Evidenza empirica sul salario di efficienza
• Akerlof (1982) mostra gli effetti che salari elevati esercitano
sulla motivazione dei lavoratori, i quali riconoscendo un senso
di giustizia (fairness) nel rapporto di lavoro, ricambiano il
regalo ricevuto dall’impresa (un salario superiore a quello di
mercato) con una maggiore produttività (gift exchange)
• Shapiro e Stiglitz (1984) analogamente mostrano come
elevati livelli salariali fungano da strumento di incentivazione
dell’impegno dei lavoratori
Il modello di Shapiro e Stiglitz
• Assumiamo che la produttività del rapporto di lavoro dipenda
dalla funzione di produzione dell’impresa e dall’impegno dei
lavoratori
• L’impegno è sotto il controllo dei lavoratori i quali possono
impegnarsi (l’output generato dal rapporto di lavoro è
positivo) oppure oziare (l’output generato dal rapporto di
lavoro è nullo)
• L’impegno è un male per il lavoratore, ovvero riduce l’utilità
Il modello di Shapiro e Stiglitz
• Assumiamo inoltre che il salario sia fissato unilateralmente
dalle imprese con l’obiettivo di massimizzare i profitti
• Nota che la massimizzazione dei profitti presuppone impegno da parte del
lavoratore poiché in caso di ozio i ricavi sarebbero pari a zero e l’impresa
andrebbe in perdita (i costi sono comunque positivi)
• L’impresa non può osservare l’impegno del lavoratore ma può
solo osservare ex post il livello di produzione (moral hazard)
• Essendo l’impegno non osservabile dall’impresa e nel
contempo faticoso per il lavoratore, quest’ultimo ha incentivo
ad oziare,  quindi i profitti dell’impresa (conflitto di interessi)
Il modello di Shapiro e Stiglitz
• Metodi per mitigare l’effetto dell’asimmetria informativa:
• sistemi di monitoraggio che, con una certa probabilità, consentono di cogliere
sul fatto il lavoratore che ozia.
• contratti di lavoro con clausola di licenziamento (licenziamento per giusta
causa) da applicare al lavoratore scoperto a oziare
• oziare diventa dunque costoso per il lavoratore e tale costo sarà tanto più alto
quanto maggiore è il salario corrisposto
• La combinazione monitoraggio/licenziamento/alti salari
risolve il problema di asimmetria informativa a livello del
singolo rapporto di lavoro ma non a livello aggregato
• tutte le imprese (identiche) fisseranno salari di equilibrio superiori al livello di
concorrenza perfetta, generando disoccupazione involontaria
• La combinazione alti salari/disoccupazione funge da
strumento di disciplina dei lavoratori
• salari, disoccupazione, Pr. di rimanere disoccupato se licenziato
Il problema del lavoratore
• Consideriamo un’economia con G imprese identiche
e F lavoratori identici
• Imprese e lavoratori sono neutrali al rischio.
• Ciascun lavoratore offre anelasticamente una unità di lavoro
• L’economia produce un unico bene il cui prezzo è per
semplicità normalizzato a 1
• L’utilità del lavoratore dipende positivamente dal salario e
negativamente dal livello di impegno (effort):
𝑢 𝑤, 𝑒 = 𝑤 − 𝑒
Il problema del lavoratore
• L’impegno è una variabile dicotomica e può essere pari a 0 (se
non si impegna non perde benessere) oppure pari a 𝑒ҧ > 0
• Il lavoratore sa che l’impresa non può osservare il suo
impegno, ma che dispone di un sistema di monitoraggio tale
per cui con probabilità q chi ozia (shirk) viene colto sul fatto
• U è il livello del tasso di disoccupazione e rappresenta anche
la probabilità che chi viene licenziato rimanga disoccupato
• b è il sussidio di disoccupazione, ovvero il reddito dei
disoccupati
Il problema del lavoratore
Il lavoratore deve decidere se:
a. accettare o meno il contratto offerto dall’impresa
• accetta qualunque contratto tale per cui: 𝑤 > 𝑏 + 𝑒ҧ
b. impegnarsi o meno sul posto di lavoro
• pay-off atteso se ozia: 𝑉 𝑆 = 1 − 𝑞 𝑤 + 𝑞[𝑈𝑏 + 1 − 𝑈 𝑤]
• se non viene scoperto percepisce il salario e non sostiene alcuno
sforzo; se invece viene scoperto, con probabilità pari al tasso di
disoccupazione rimane disoccupato e percepisce il sussidio, mentre
con probabilità complementare trova un nuovo impiego al salario 𝑤
• pay-off atteso se non ozia: 𝑉 𝑁 = 𝑤 − 𝑒ҧ
• se si impegna non sarà licenziato ma sosterrà il costo dell’impegno
Il problema del lavoratore
• Il lavoratore sceglie dunque di non oziare se: 𝑉 𝑁 > 𝑉 𝑆
• Il livello minimo di salario che rende il lavoratore indifferente
tra impegnarsi e non impegnarsi (No-Shirking Condition) è:
𝑒ҧ
𝑤 𝑁𝑆𝐶 = +𝑏
𝑞𝑈
• Nota che 𝑤 𝑁𝑆𝐶 è tanto minore quanto:
• minore è il costo individuale dello sforzo 𝑒ҧ
• minore è il sussidio di disoccupazione 𝑏
• maggiore è il tasso di disoccupazione 𝑈 (strumento di disciplina dei lavoratori)
• maggiore è l’efficienza dei sistemi di monitoraggio 𝑞
• Nota che il salario di efficienza tende a infinito quando la
disoccupazione o la probabilità di scoprire chi ozia tende a zero
• Nota che 𝑤 𝑁𝑆𝐶 > 𝑏 + 𝑒ҧ (sia 𝑈 che 𝑞 sono al massimo pari a 1)
Il problema dell’impresa
• La funzione di produzione per l’impresa è: 𝑦 = 𝑓(𝑛)
• 𝑛 indica il numero di lavoratori che si impegnano (la quantità
di lavoro efficiente)
• Il numero di occupati nella generica impresa è: 𝑜 = 𝑛 + 𝑠
• L’impresa sceglie il livello di salario e la quantità di lavoro
efficiente che consentono di massimizzare il profitto:
max 𝜋 = 𝑓 𝑛 − 𝑤(𝑛 + 𝑠)
𝑤,𝑛
• Nota che tutti gli occupati contribuiscono ai costi di produzione a prescindere dal
loro impegno, mentre solo il lavoro efficiente contribuisce ai ricavi
• Per massimizzare il profitto è necessario indurre tutti i
lavoratori a impegnarsi mediante un'opportuna scelta salariale
Il problema dell’impresa
Possiamo dividere il problema dell’impresa in due parti:
1. La scelta del salario, tenendo conto della condizione NSC
• l’impresa sceglierà il livello di salario più basso tra quelli compatibili
con l’incentivazione dei lavoratori: 𝑤 = 𝑤 𝑁𝑆𝐶
2. La scelta della domanda di lavoro, considerando i salari come
dati e tenendo conto che in equilibrio o = 𝑛 (ovvero 𝑠 = 0)
max 𝜋 = 𝑓 𝑜 − 𝑤𝑜
𝑜
Equilibrio di mercato
• In equilibrio, ciascuna impresa pagherà i salari più bassi
compatibili con il vincolo NSC, e sceglierà il livello
occupazionale usando la propria curva di domanda di lavoro
• Il mercato è in equilibrio quando entrambe sono verificate
• La domanda di lavoro di mercato è inclinata negativamente
• L’offerta di lavoro di mercato è anelastica al livello F ed è pari a
zero quando 𝑤 < 𝑏 + 𝑒ҧ
• Il tasso di disoccupazione è dato da 𝑈 = 𝐹−𝑂 𝐹
, pari a 1 in
corrispondenza dell’origine degli assi, e pari a 0 quando 𝑂 = 𝐹
• 𝑤 𝑁𝑆𝐶 = 𝑏 + 𝑒ҧΤ𝑞 se 𝑈 = 1 e tende a infinito se 𝑈 tende a 0
• L’equilibrio di mercato è identificato dall’intersezione tra curva
di domanda di lavoro e vincolo NSC
Equilibrio di mercato
Equilibrio di mercato
• Rispetto alla concorrenza perfetta, la presenza di asimmetria
informativa fa aumentare il livello di equilibrio dei salari:
• ciascun lavoratore occupato pertanto gode di una rendita pari a 𝑤 ∗ − 𝑤 𝐶𝑃
• maggiore l’asimmetria informativa (minore è q), maggiore la rendita per il
lavoratore occupato
• Diversamente dalla concorrenza perfetta, non tutti gli individui
sono occupati:
∗ 𝐹−𝑂∗
• in equilibrio si ha disoccupazione in misura pari a 𝑈 =
𝐹
• questa cresce al crescere dell’asimmetria informativa
• Nota che si tratta di disoccupazione involontaria...
• i disoccupati sarebbero disposti a lavorare a salari inferiori a quelli pagati dal
mercato ma non ricevono offerte di lavoro
• ...e di equilibrio
• le imprese non hanno interesse ad assumere i disoccupati a salari inferiori a 𝑤 ∗
Effetti di uno shock di domanda con
salari di efficienza
Effetti di uno shock di domanda con
salari di efficienza
• Consideriamo una maggiore difficoltà nell’accesso al credito per
le imprese in periodi di recessione
• Più difficile far fronte all’obsolescenza dei macchinari per cui si riduce l’output per
unità di lavoro (shock negativo alla produttività del lavoro)
• In CP lo shock verrebbe assorbito da una  del salario senza
variazione dell’occupazione (l’offerta è anelastica)
• In presenza di salari di efficienza, invece, i salari reali sono rigidi
e si  in misura minore facendo  la disoccupazione
• L’incremento di disoccupazione è necessario per mantenere inalterati gli incentivi
all’impegno visto che i salari di equilibrio sono diminuiti
• l’aggiustamento salariale avverrà con una certa vischiosità (le riduzioni di salario
avvengono solo a fronte degli aumenti di disoccupazione necessari per mantenere
intatti gli incentivi all’impegno)
Limiti del modello con salari di
efficienza
• Tale modello fornisce una microfondazione alla rigidità dei
salari reali e alla conseguente disoccupazione involontaria
d’equilibrio
• La principale critica riguarda il fatto che lo strumento ottimale
per incentivare i lavoratori sia il livello del salario.
• Nella realtà, l’impresa ha a disposizione molti altri strumenti
come promozioni, progressioni salariali legate
all’anzianità, tornei, ecc.
Limiti del modello con salari di
efficienza
• Critica del deposito (bonding critique): l’impresa potrebbe  il
profitto utilizzando, al posto del salario di efficienza, un sistema
di incentivazione che preveda il deposito di una somma di
denaro da restituire se il lavoratore lascia di sua iniziativa
l’impresa e da trattenere se licenziato per mancato impegno
• In realtà, gli effetti di incentivo del deposito possono essere
ottenuti attraverso un sistema di mercati interni del
lavoro fondati sulla possibilità di carriere salariali all’interno
dell’impresa - mobilità interna fra mansioni (orizzontale) e fra
livelli gerarchici (verticale)
Evidenza empirica
• Il modello di Shapiro e Stiglitz predice una relazione negativa
tra efficienza dei sistemi di monitoraggio e salari in quanto
quest’ultimi sono un sostituto del monitoraggio
• Krueger (1991) analizza empiricamente tale relazione per il
settore fast-food confrontando ristoranti in franchising con
ristoranti gestiti dalla casa madre e trova che quest’ultimi
pagano salari maggiori (in linea col fatto che hanno maggiori
problemi di monitoraggio) e offrono anche carriere salariali più
veloci (compatibile con la bonding critique)
Evidenza empirica
• Cappelli e Chauvin (1991) testano l’ipotesi base delle teorie del
salario di efficienza, ovvero che i salari aumentino la
produttività e, utilizzando dati di una grande impresa operante
in vari stabilimenti su tutto il territorio USA e caratterizzata da
contratti aziendali validi in maniera uniforme in tutti gli
stabilimenti, mostrano che negli impianti in cui il differenziale
tra salario aziendale e salario locale (l’outside option) è
maggiore l’incidenza di licenziamenti di carattere disciplinare è
più bassa (in linea col modello di Shapiro e Stiglitz)
Il modello di search and matching
• Finora abbiamo analizzato un mercato del lavoro statico in cui
le rigidità reali che mantengono il salario di equilibrio al di sopra
di quello concorrenziale comportano una carenza di posti di
lavoro rispetto al numero di persone disposte a lavorare
(ovvero disoccupazione involontaria)
• Nella realtà coesistono disoccupati e posti di lavoro vacanti;
inoltre la disoccupazione non è un fenomeno statico perché i
flussi da e verso l’occupazione o l’inattività cambiano
incessantemente
Il modello di search and matching
• Il modello di search and matching ipotizza un mercato del
lavoro dinamico dove trovare un lavoro o un dipendente adatti
alle proprie esigenze richiede tempo e risorse
• La disoccupazione deriva pertanto dalla presenza di ostacoli
all’incontro istantaneo tra domanda e offerta (per questo
definita frizionale)
• Permette inoltre di determinare una misura del grado
di tensione del mercato del lavoro (tightness), ovvero dello
squilibrio tra domanda e offerta dovuto alle frizioni del mercato
del lavoro
Il modello di search and matching
• Assumiamo che lavoratori e datori di lavoro si incontrino
casualmente e debbano decidere se dare vita a un rapporto di
lavoro o continuare a cercare opportunità migliori
• Il processo che governa l’incontro tra imprese e lavoratori è
sinteticamente descritto dalla matching function
• una funzione che restituisce il numero di posti di lavoro creati in funzione del
numero di persone che cercano un impiego, del numero di posti di lavoro vacanti
e di eventuali altri fattori
• La matching function sintetizza pertanto le frizioni insite nel
processo di incontro tra domanda e offerta di lavoro
• Assumiamo che:
a. solo i disoccupati cerchino un posto di lavoro (gli occupati non cercano un
lavoro migliore o diverso)
b. ogni impresa dispone di un unico posto di lavoro che può essere occupato o per
cui si è alla ricerca di un lavoratore
Il modello di search and matching
• Il numero di incontri in un dato istante è pari a: 𝑀
෩ = 𝑚(𝐷, 𝑍)

• La matching function 𝑚(. , . ) è 1) crescente e 2) concava in
entrambi gli argomenti e 3) con rendimenti di scala costanti
1) ↑ di un input a parità dell’altro → ↑ numero di incontri
2) tale effetto è minore per livelli più elevati dell’input
3) ↑ nella stessa proporzione del numero di disoccupati e di posti vacanti → ↑
proporzionale del numero di incontri (questo implica che la dimensione assoluta
del mercato del lavoro non ha effetti sull’equilibrio)
• Il rapporto tra l’eccesso di domanda e di offerta di lavoro
misura la tightness del mercato del lavoro: 𝜃 = 𝑍Τ𝑈
• ↑ tightness significa che l’eccesso di domanda (i posti vacanti)
è relativamente > dell’eccesso di offerta (i disoccupati)
• ovvero, ↓ probabilità per un’impresa di incontrare un disoccupato e ↑
probabilità per quest’ultimo di incontrare un’impresa
Il modello di search and matching
• Probabilità per un’impresa di incontrare un disoccupato:
𝑚 𝑈, 𝑍 𝑈 1
𝑀Τ𝑍 = =𝑚 ,1 = 𝑚 , 1 = 𝑞(𝜃)
𝑍 𝑍 𝜃
• Probabilità per il lavoratore di incontrare un’impresa:
𝑀 Τ𝑈 = 𝑀Τ𝑍 𝑍Τ𝑈 = 𝑞(𝜃)𝜃
• Mentre la prima si riduce all’aumentare della tightness, la
seconda aumenta all’aumentare della tightness
• Un  delle frizioni implica che a parità di posti vacanti e di
disoccupati si verificano meno incontri, pertanto la probabilità
di un incontro  sia per le imprese sia per i disoccupati
• Ipotizziamo che all’inizio di ogni periodo 𝑡 alcuni disoccupati
trovino lavoro e alcuni occupati diventino disoccupati
• La matching function implica che in ogni periodo il numero di
disoccupati diminuisce di 𝜃𝑞 𝜃 𝑈, ovvero di coloro che vengono
assunti a fronte dei nuovi posti di lavoro creati
Il modello di search and matching
• Ipotizziamo che in ogni periodo alcuni dei rapporti di lavoro
esistenti possano interrompersi con una probabilità 𝑥 esogena
• Possibilità che l’attività produttiva sia colpita da eventi avversi
(es. un calo della domanda per i propri prodotti, danni agli
impianti produttivi, inadeguatezza del lavoratore)
• Tali eventi generano un flusso verso la disoccupazione pari
a 𝑥(1 − 𝑈), dove (1 − 𝑈) è la quota di posti di lavoro attivi
• L’evoluzione nel tempo del tasso di disoccupazione dipende dai
due flussi di segno opposto, ovvero:
𝑈𝑡+1 = 𝑈𝑡 + 𝑥 1 − 𝑈𝑡 − 𝑞(𝜃𝑡 )𝜃𝑡 𝑈𝑡
• In equilibrio di stato stazionario tutte le variabili endogene
sono costanti nel tempo, ovvero i flussi in entrata e uscita dalla
disoccupazione si bilanciano perfettamente
Il modello di search and matching
• Pertanto, il tasso di disoccupazione di stato stazionario, il cui
valore verrà determinato in equilibrio, è: 𝑈 ∗ = 𝑥/(𝜃 ∗ 𝑞 𝜃 ∗ + 𝑥)
• Questa equazione definisce, per un dato tasso di separazione
𝑥, una relazione negativa tra tasso di disoccupazione
e tightness di stato stazionario, che può essere espressa anche
come relazione negativa tra il tasso di posti vacanti e quello di
disoccupazione, la cosiddetta curva di Beveridge (BC)
• Nota che un mercato del lavoro meno efficiente nel far
incontrare domanda e offerta di lavoro è caratterizzato da una
maggiore disoccupazione di stato stazionario per ogni livello
di tightness o, in alternativa, richiede un maggior numero di
posti vacanti per sostenere un dato livello di disoccupazione
Le imprese e la creazione dei posti di
lavoro
• Ipotizziamo che ogni impresa abbia un unico posto che si
distrugge con probabilità 𝑥 in ogni periodo; quando è attivo
produce una quantità di output pari a 𝑦
• Assumiamo che la ricerca di personale abbia un costo µ di
reclutamento in ogni periodo in cui il posto rimane vacante
• In ogni periodo un posto vacante può essere riempito e quindi
iniziare a generare l’output 𝑦 con probabilità 𝑞(𝜃)
Le imprese e la creazione dei posti di
lavoro
• Dunque il valore di un posto vacante è dato da:
𝑉 𝑍 = −𝜇 + [𝑞 𝜃 𝑉 𝐽 + (1 − 𝑞 𝜃 )𝑉 𝑍 ]/(1 + 𝑟)
• Questo dipende dal costo 𝜇 che l’impresa paga in ogni periodo,
a fronte del quale recluterà un lavoratore con probabilità 𝑞 𝜃 ;
• in tal caso nel periodo successivo il posto di lavoro sarà riempito e varrà 𝑉𝐽
altrimenti con probabilità (1 − 𝑞 𝜃 ) varrà ancora 𝑉 𝑍
• poiché i due eventi si verificano nel periodo successivo, il valore atteso del posto
di lavoro è scontato al tasso 𝑟
• Analogamente il valore di un posto occupato è dato da:
𝑉 𝐽 = 𝑦 − 𝑤 + [(1 − 𝑥)𝑉 𝐽 + 𝑥𝑉 𝑍 ]/(1 + 𝑟)
• Se vi è piena libertà d’ingresso nel mercato dei beni finali, le
(potenziali) imprese apriranno posti vacanti fino a che 𝑉 𝑍 = 0
Le imprese e la creazione dei posti di
lavoro
• In equilibrio vale che:
𝑉 𝐽 = (1 + 𝑟) 𝑦 − 𝑤 /(𝑟 + 𝑥)
𝑉 𝐽 = 1 + 𝑟 𝜇/𝑞 𝜃
• 𝑉𝐽= valore attuale del flusso di profitti che genera, che a sua
volta = costo atteso di reclutamento [costo di reclutamento
𝜇 per ogni periodo X durata media della ricerca 1Τ𝑞(𝜃)]
• 𝑉 𝐽 > 0: i profitti non possono essere azzerati perché derivano
da una rendita di posizione (pari al costo che un potenziale
concorrente deve sostenere prima di iniziare a produrre)
Le imprese e la creazione dei posti di
lavoro
• In equilibrio vale che: 𝑉 𝑍 = 0
• Se 𝑉𝐽 > 1 + 𝑟 𝜇/𝑞 𝜃 → guadagno certo dall’aprire un posto vacante
• ↑ posti vacanti → ↓ probabilità di riempirli in ogni periodo (↑ costi attesi di
reclutamento) → ↓ guadagno certo (che viene gradualmente azzerato)
• Combinando le due equazioni precedenti ricaviamo l’equazione
di Job Creation (JC) che esprime la relazione di equilibrio tra
salario e tightness del mercato del lavoro:
𝑤 = 𝑦 − (𝑟 + 𝑥)𝜇/𝑞(𝜃)
• Analogamente alla domanda di lavoro in concorrenza perfetta
(𝑤 = 𝑀𝑃), la JC stabilisce una relazione inversa tra il salario (𝑤 <
𝑀𝑃) che l’impresa è disposta a pagare per un posto di lavoro e
la tightness
• ↑ tightness → ↑ costi attesi di reclutamento → ↓ salario
I lavoratori e la determinazione del
salario
• Analogamente a quanto fatto per le imprese, interpretiamo lo
stato di disoccupazione e di occupazione come due attività
finanziarie rischiose i cui valori sono rispettivamente:
𝑉 𝐷 = 𝑏 + 𝜃𝑞 𝜃 𝑉 𝑂 + 1 − 𝜃𝑞 𝜃 𝑉 𝐷 /(1 + 𝑟)

𝑉 𝑂 = 𝑤 + (1 − 𝑥)𝑉 𝑂 + 𝑥 𝑉 𝐷 /(1 + 𝑟)
• 𝑏 è un reddito da disoccupazione esogeno
• 𝑏 < 𝑦: un lavoratore occupato è più produttivo di un lavoratore
disoccupato
I lavoratori e la determinazione del
salario
• L’incontro tra un disoccupato e un posto vacante genera un
surplus S poiché i due agenti possono avviare la produzione ma
nessuno dei due può strumentalmente usare la minaccia di
rivolgersi ad altri
• La suddivisione del surplus deve garantire a entrambi un valore
≥ a quello della loro opzione alternativa (la disoccupazione per
il lavoratore e il posto vacante per l’impresa)
I lavoratori e la determinazione del
salario
• Assumendo che il lavoratore ottenga una quota 𝛾 del surplus 𝑆
(il suo potere contrattuale relativo) si ottiene che:
𝑉 𝑂 = 𝑉 𝐷 + 𝛾𝑆

𝑉𝐽 = 𝑉 𝑍 + 1 − 𝛾 𝑆 = 1 − 𝛾 𝑆
• In equilibrio la differenza tra il valore complessivo di un posto
occupato (𝑉 𝑂 + 𝑉𝐽 ) e quello della condizione alternativa per
entrambi gli agenti (𝑉 𝐷 + 𝑉 𝑍 ) deve essere positiva
• Risolvendo l’equazione 𝑉 𝑂 = 𝑤 + (1 − 𝑥)𝑉 𝑂 + 𝑥 𝑉 𝐷 /(1 + 𝑟) per
𝑉 𝑂 ed esprimendola in funzione del salario 𝑤 otteniamo la
curva di determinazione dei salari (Wage Setting (WS) curve),
l’analogo della curva di offerta in concorrenza perfetta, che
esprime la relazione positiva tra salario e tightness di equilibrio
I lavoratori e la determinazione del
salario
𝑉 𝑂 = ( 1 + 𝑟 𝑤 + 𝑥𝑉 𝐷 )/(𝑟 + 𝑥)

𝑉 𝐽 = (1 − 𝛾)𝑆 ⇒ 𝑆 = 𝑉 𝐽 /(1 − 𝛾)

𝑉 𝑂 = 𝑉 𝐷 + 𝛾𝑆 ⇒ 𝑉 𝑂 − 𝑉 𝐷 = 𝛾𝑆 = 𝑉 𝐽 𝛾/(1 − 𝛾)
• Ricordando che in equilibrio:
𝑉 𝐽 = (1 + 𝑟) 𝑦 − 𝑤 /(𝑟 + 𝑥)
• Ricaviamo il salario in funzione della disoccupazione:
𝑤 = 𝛾𝑦 + 1 − 𝛾 𝑟𝑉 𝐷 /(1 + 𝑟)
• Per ricavare il valore di 𝑉 𝐷 ricordiamo che:
𝑉 𝑂 − 𝑉 𝐷 = 𝑉 𝐽 𝛾/(1 − 𝛾); 𝑉 𝐽 = 1 + 𝑟 𝜇/𝑞 𝜃
• Sostituendo il valore di 𝑉 𝐷 ottenuto nell’equazione del salario si
ottiene la curva di determinazione dei salari (WS):
𝑤 = 𝑏 + 𝛾(𝑦 + 𝜃𝜇 − 𝑏)
• ↑ tightness → ↑ salario (i lavoratori sono relativamente meno dei posti vacanti e
godono di maggiore potere contrattuale)
L’equilibrio
• Possiamo ricavare i valori di equilibrio di stato stazionario delle
tre variabili endogene del modello, la tightness del mercato
(𝜃), la retribuzione (𝑤) e il tasso di disoccupazione (𝑈), a
partire dalle tre equazioni principali, la Job Creation (JC),
la Wage Setting (WS) e la curva di Beveridge (BC)
• L’intersezione tra JC e WS determina i livelli di equilibrio
della tightness e del salario
• L’intersezione tra BC e il rapporto tra tasso di posti vacanti e
tasso di disoccupazione derivante dall’intersezione della JC e
della WS (rappresentato con una retta 𝑍 = 𝜃𝑈) determina i
livelli di equilibrio dei due tassi
L’equilibrio graficamente

𝑍
L’equilibrio
• Una produttività maggiore, a parità di tightness, consente alle
imprese di restare profittevoli pagando salari maggiori (la JC si
sposta verso l’alto) e ai disoccupati di ottenere salari più elevati
perché il surplus complessivo creato dall’occupazione è
maggiore (la WS si sposta verso l’alto)
• in equilibrio ↑ sia i salari sia la tightness e quindi i posti vacanti a fronte di una ↓
della disoccupazione
• Un maggior reddito da disoccupazione, a parità di produttività,
migliora la posizione contrattuale dei lavoratori: per ogni livello
di tightness, la suddivisione del surplus derivante dalla
creazione di un posto di lavoro gli sarà più favorevole
• la WS si sposta verso l’alto, ovvero ↑ salari e ↓ tightness e, in ultima analisi, ↑
disoccupazione e ↓ posti vacanti
L’equilibrio
• La forza contrattuale dei lavoratori dipende anche dalla misura
in cui partecipano alla divisione del surplus (𝛾)
• Una migliore posizione contrattuale (↑ 𝛾) consente al lavoratore
di ottenere una maggiore fetta di surplus per ogni livello
di tightness
• la WS si sposta verso l’alto, ovvero ↑ salario, ↓ posti vacanti, ↓ tightness e ↑
disoccupazione
• I disoccupati si appropriano anche di una parte del costo di
reclutamento risparmiato dalle imprese quando assumono:
• ↑ 𝜇 ha quindi effetti analoghi a un maggior potere contrattuale sulla WS, che si
sposta verso l’alto
• Tuttavia, ↑ 𝜇 (a parità di produttività) implica che l’impresa, a parità di tightness, è
profittevole solo pagando salari minori (la JC si sposta verso il basso)
• l’effetto complessivo sul salario è pertanto ambiguo mentre ↑ tasso di
disoccupazione (dato che ↓ posti vacanti)

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