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- Storia YOUNGS e conferenza sui Jackson Five collegati all’ispirazione he ricevetti per gli YOUNGS e al
concetto di arte per giovani al giorno d’oggi (musica: invito musicisti sia giovani che anziani per
confrontarsi con dei consigli, lo stesso per disegnatori e registi, ma anche rappresentanti sportivi
che possano insegnare sempre più come lo sport possa divenire una forma d’arte enormemente
piacevole piuttosto che rimanere confinato al ruolo di svago ed espediente di fama che comporta
talvolta comportamenti degradanti ed ingiuriosi all’interno dei propri ambienti.
- DOMANI: Contatto Eleonora e le agenzie sul mio CELL
- Mercoledì: Porto fogli a righe e dizionario italiano, astuccio
ECONOMIA
SAY VS KEYNES:
- Say sostiene che è L’OFFERTA a creare la DOMANDA, teoria accettata dal
Neoliberismo, dove:
1) Lo Stato deve intervenire il meno possibile nel mercato che è
perfettamente in grado di autogestirsi
2) Lo Stato si limiti a servizi istituzionali
3) Gli squilibri di mercato esso li risolve da solo
4) Il bilancio statale sarà in equilibrio, poiché con i pochi interventi, il prelievo
fiscale sarà sufficiente per la spesa pubblica
5) Se lo Stato interviene crea CROWDING-OUT (SPIAZZAMENTO), poiché fa
concorrenza al privato
- Keynes sostiene che è la DOMANDA a creare L’OFFERTA, egli sosteneva che in
caso di SQUILIBRIO DELLA DOMANDA lo Stato debba intervenire
anticongiuntaralmente
- Col MOLTIPLICATORE KEYNESIANO ad ogni variazione del SPESA PUBBLICA
varia conseguentemente anche il REDDITO NAZIONALE e aumenta il
MOLTIPLICATORE KEYNESIANO.
ECCESSO DI DOMANDA:
- Se DOMANDA>OFFERTA, allora si avrà inflazione e aumento dei prezzi
- Lo Stato riduce la spesa pubblica, tutto ciò si ripercuote negativamente sul
reddito pubblico e sul moltiplicatore.
CARENZA DI DOMANDA:
- Si verifica un incremento della spesa pubblica e del reddito nazionale, con
varie soluzioni:
1) Pensioni
2) Costruzione di nuove infrastrutture
- Lo Stato interviene per sostenere l’investimento privato, e per riattivare
l’economia, la spesa pubblica deve AUMENTARE o DIMINUIRE la DOMANDA di
beni e servizi.
WELFARE STATE=STATO SOCIALE:
- Esso garantisce a tutti i cittadini il diritto all’assistenza, all’istruzione, al lavoro
e alla salute con l’aumento della spesa pubblica, viene regolamentato
dall’art.3
- Garantisce la sicurezza sociale tramite:.
1) PREVIDENZA SOCIALE: lo Stato tutela i lavoratori in caso di infortunio,
malattia, vecchiaia e disoccupazione involontaria;
- Essa si basa su Assicurazioni Sociali, finanziate dai lavoratori o dagli stessi
datori di lavoro, abbiamo così:
- L’INPS (Istituto nazionale della previdenza sociale):
Assicura il lavoro anche in caso di malattia
Assicura ala lavoratore la pensione di ansietà che matura sui contributi
versati
Assicura i lavoratori involontariamente disoccupati con un’indennità
giornaliera
Da un indennizzo ai lavoratori temporaneamente sospesi in gravi
condizioni economiche
- L’INAIL (Istituto nazionale per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro):
Assicura prestazioni mediche nel caso di malattie sul luogo di lavoro
Assegna indennità temporanea/permanente a seconda della gravità
dell’infortunio
2) ASSISTENZA SOCIALE: assistenza per cittadini inabili al lavoro. Pensioni di
aiuto per coloro che non hanno mai svolto attività lavorative e non hanno i
mezzi di sostentamento necessari
NEW DEAL DI ROOSEVELT:
- Durante la Grande Depressione del ’29, Roosevelt attuò una delle prime forme
di Welfare State: il NEW DEAL, molto diffuso dopo la II° Guerra Mondiale
1) Approvato vasto programma lavori pubblici
2) Riorganizzazione del sistema bancario che versava in gravi condizioni a
causa dei cittadini, che dopo la crisi hanno cominciato a ritirare dalle
banche tutti i loro risparmi
- A causa dell’errata distribuzione del reddito da parte del mercato, il Welfare,
con un ulteriore aumento della spesa pubblica, applica una redistribuzione a
favore dei più poveri:
1) REDISTRIBUZIONE PERSONALE: sussidi ai poveri, il problema è risolto
momentaneamente
2) REDISTRIBUZIONE TERRITORIALE: X superare gli squilibri economici fra aree
sviluppate e aree depresse, il Welfare ha:
Erogato ai soggetti somme per l’incremento del settore del turismo,
agricolo e industriale
Costruito le infrastrutture mancanti
3) REDISTRUBUZIONE FISCALE: I più ricchi verseranno più contributi a favore
di servizi utilizzati dai più poveri
LA CRISI DEL WELFARE:
- Essa si è verificata dunque negli ultimi 10 anni del 20° Secolo
- Le cause furono:
1) Sprechi delle risorse distribuite senza criterio a tutti quanti
2) Aumento vertiginoso della Spesa Pubblica
3) Utilizzo del debito pubblico
IL DEBITO PUBBLICO:
- Esso risulta la somma fra DISAVANZI ANNUALI + RIMBORSO DEI PRESTITI
- Può aumentare vertiginosamente per la spesa pubblica o per i debiti
accumulati precedentemente.
All’interno del debito pubblico spendiamo in DEFICIT (spendo senza avere il denaro),
questo conduce ad un aumento della domanda con:
1) INFLAZIONE: La BANCA D’ITALIA acquista i Titoli Di Stato e li trasferisce ai
privati aumentando l’offerta monetaria
2) RIGIDITA’ DELLA SPESA PUBBLICA: I Titoli Di Stato sono il 90% del debito
3) DISINTERMEDIAZIONE BANCARIA: emettendo Titoli Pubblici danneggia gli
investimenti, togliendo denaro al sistema economico
PATTO DI STABILITA’ E DI CRESCITA:
- Venne creato nel 1997 dai paesi dell’UE:
1) 3% rapporto fra il DISAVANZO ANNUALE e il PIL MONETARIO
2) 60% rapporto fra DEBITO PUBBLICO e PIL MONETARIO
- L’Italia è in accordo col primo, ma con il secondo no (ha troppo DEBITO
PUBBLICO)
- A regolare la politica economica vi è il Governo, che sotto il controllo del
Parlamento, realizza la manovra di bilancio statale, coordinata dal CONTROLLO
DEL TASSO DI CAMBIO e dalla POLITICA MONETERIA.
SPESA PUBBLICA FINANZIATA CON…:
1) Spesa pubblica finanziata con bilancio in pareggio: compensata con
(in ordine di apparizione):
Aumento del prelievo fiscale
Diminuzione dei redditi
Aumenta la domanda della spesa pubblica, ma diminuirà
quella dell’acquisto privato
Aumento ulteriore del Reddito Nazionale.
2) Spesa pubblica finanziata in deficit spending: Va ad incidere sulla
domanda e:
L’aumento della spesa pubblica sul sistema economico risulta
maggiore perché non viene smorzato dalla diminuzione del
consumo
Non vi è una soluzione univoca, a seconda della situazione si può
attuare una politica di deficit con un alto tasso di disoccupazione
senza che l’inflazione crei problemi seri o viceversa.
MONETARISTI VS KEYNESIANI:
- Abbiamo 2 fazioni in conflitto fra loro:
1) MONETARISTI: i quali sostengono gli aspetti negativi del deficit:
Taglio spesa pubblica
+ Disoccupazione
Inflazione ecc…
2) KEYNESIANI: i quali sostengono gli aspetti positivi del deficit:
Aumento dell’occupazione
Rafforzamento dei servizi sociali
IMPRESE PUBBLICHE:
- Lo Stato può anche essere un imprenditore e produrre BENI e SERVIZI con:
1) AZIENDE AUTONOME: Gestite dallo Stato, che ne detiene il MONOPOLIO
FISCALE, e prive di personalità giuridica
2) ENTI PUBBLICI ECONOMICI: Possiedono personalità giuridica, e hanno un
patrimonio e un bilancio personali, se falliscono sono sanati con denaro
pubblico.
3) PARTECIPAZIONI STATALI: Lo Stato è azionista di imprese che concorrono
con i privati.
- Le IMPRESE PUBBLICHE devono riattivare il sistema economico, ma talvolta
con la loro assistenza danneggiano la finanza pubblica.
- E’ anche possibile che lo Stato trasferisca ai privati la proprietà di beni e servizi
pubblici, e cosa succede?:
1) FORMALE: Diventano S.p.A. ma lo Sato ne rimane il proprietario
2) SOSTANZIALE: Le imprese si privatizzano del tutto
In tutto ciò il Governo potrebbe avere il GOLDEN SHARE ( da la Governo il
potere di veto e decisionale sui più significativi cambiamenti in merito alla
gestione/proprietà aziendale). E ciò lo si fa per due motivi:
1) Per scarsa efficacia dei servizi pubblici
2) Per sanare il disavanzo/debito pubblico
TERZO SETTORE:
- E’ stato largamente riformato con il decreto legislativo n. 117 del CODICE DEL
TERZO SETTORE
- Il Terzo Settore si sviluppa inseguito alla crisi del Welfare, poiché tenta di
arrivare dove lo Stato e il mercato hanno dei limiti; e così facendo diviene un
NUOVO OPERATORE ECONOMICO fra Stato e Mercato
- I suoi enti sono:
1) Associazioni
2) Fondazioni
3) Organizzazioni di volontariato
4) Cooperative sociali
5) Enti filantropici ecc…
- Essi tentano di raggiungere, senza fine lucrativo, scopi di SOLIDARIETA’,
UTILITA’ SOCIALE con lo svolgimento di attività d’interesse generale.
- Non sono enti del Terzo Settore:
1) Amministrazioni pubbliche
2) Formazioni e associazioni politiche
3) Sindacati
4) Associazioni di datori di lavoro
- Al REGISTRO UNICO NAZIONALE DEL TERZO SETTORE, istituito presso il
ministero del lavoro e delle politiche sociali, vi si devono iscrivere tutti gli enti
via telematica.
I FONDI DEL 3° SETTORE:
- Vi sono innanzitutto le attività di interesse generale, che un ente deve
eseguire per divenire tale:
Assistenza sociale sanitaria
Beneficenza
Istruzione, formazione
Tutela di beni di interesse storico-artistico ecc...
- E poi vi sarà la RACCOLTA FONDI, ovvero un insieme di attività svolte dal terzo
settore per finanziare le proprie
- Il Terzo Settore può ottenere profitti ma non redistribuire gli utili che vanno
reinvestiti nelle attività sue; con eccezione delle imprese sociali.
GLI ENTI DEL 3° SETTORE:
1) LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO: il volontario è una persona,
che per sua scelta, mette a disposizione il proprio tempo e le proprie
capacità in modo GRATUITO, SPONTANEO e PERSONALE in favore
della comunità e senza scopo di lucro, non deve infatti esser
retribuito. Tali Organizzazione devono prevedere:
Assenza di fini lucrativi
Democraticità della struttura
Elettività e gratuità delle cariche
Gratuità per le prestazioni fornite dagli aderenti
Criteri di scelta ed esclusione degli aderenti
I volontari devono assolutamente venir tutelati X PREVIDENZA e
ASSISTENZA DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Le
Organizzazioni ricavano le quote da:
QUOTE ASSOCIATIVE
CONTRIBUTI PUBBLICI E PRIVATI
DONAZIONI E LASCITI TESTAMENTARI ecc…
2) ASSOCIAZIONI: Costituite da un insieme di persone che provano a
raggiungere una finalità comune, senza fini di lucro. Il denaro degli
associati viene investito solamente per scopi RELIGIOSI, SOCIALI e
CULTURALI. Di associazioni ve ne sono tante:
ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE: Persone giuridiche riconosciute
per la loro iscrizione al Registro unico nazionale del 3° Settore.
ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE: Non vi sono persone
giuridiche, hanno un ordinamento interno e l’amministrazione
è regolata dagli accordi fra gli associati; sono regolamentate
da ATTO COSTITUTIVO (descrive l’ente in se) e lo STATUTO
( descrive l’organizzazione dell’ente stesso).
Le associazioni dovranno contenere:
Denominazione dell’associazione
Finalità civiche
Attività di interesse generale
Durata dell’ente ecc…
- Nell’assemblea, a cui prendono parte i soci, vi è democraticità e uguaglianza,
regolate dallo Statuto e dall’Atto costitutivo.
3) FONDAZIONI: Costituite da un insieme di beni destinati ad uno scopo
socialmente rilevante. Prevale l’elemento patrimoniale che serve per
raggiungere i vari scopi.
Vi sono svariati motivazioni per le quali le fondazioni vengono
costituite: perpetuazione del proprio nome o quello della propria
famiglia, la Fondazione deve essere costituita con atto pubblico o
con testamento.
4) IMPRESE SOCIALI: Costituite da enti che senza scopo di lucro e
tramite attività d’impresa perseguono scopi d’utilità civica. Si basano
sulla solidarietà sociale che porta a produrre beni per i più poveri.
Non possono essere Imprese sociali:
Società con un solo socio
Amministrazioni pubbliche dove i servizi erogati vengono
limitati ai soli soci.
- Con il decreto legislativo n.112 venne revisionato l’ambito dell’impresa
sociale; innanzitutto:
L’attività di interesse generale deve costituire il 70% dei ricavi che non
verranno ridistribuiti fra i soci e i membri, ma bensì reimpiegati nelle
attività
Altro compito è cercare un’occupazione per i più poveri, garantendo
loro una vita dignitosa.
- Vi sono però delle eccezioni in tutto ciò:
Se l’impresa è costituita in forma di società, allora potrà destinare una
parte degli utili all’AUMENTO DEL CAPITALE oppure alla DISTRIBUZIONE
DEI DIVIDENDI FRA I SOCI
Erogazione degli utili ad altri enti del 3° settore.
- Essa è costituita con ATTO COSTITUTIVO e prevede anche che i lavoratori
interessati all’attività possano tranquillamente partecipare alle sue decisioni
(STAKEHOLDERS) purché quest’ultimi non vengano superati in numero dai
volontari.
5) COOPERATIVE SOCIALI: Fanno parte delle imprese sociali e hanno
l’obbligo di perseguire uno scopo d’interesse collettivo e non dei
singoli soci; esse possono possedere volontari ma non devono
superare il 50% del complessivo dei soci. Abbiamo:
COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO A: erogano servizi socio-sanitari
ed educativi:
Sociali: Centri di aggregazioni anziani e giovani, case
famiglie
Sanitari: Strutture sanitarie e :
assistenza domiciliare agli anziani
Educativi: Animazione di strada e ludoteche.
COOPERATIVE SOCIALI DI TIPO B: Attività lavorative per
l’inserimento di persone svantaggiate.
IL BILANCIO SOCIALE:
- Raccoglie le entrati e i costi degli enti del 3° settore
- Redatto in forma libera, ed obbligatorio per le imprese con più di 500
dipendenti
- Garantisce trasparenza ed informazione ai soci dell’ente, e questo fa si che agli
occhi della comunità l’ente del 3° Settore guadagni consenso sociale, ma serve
anche per
Consentire la comprensione dell’ente alla società civile
Dimostrare che l’obiettivo dell’impresa è aggiungere un valore
alla stessa società
Un momento di ragionamento per far si che l’impresa migliori
in tutto e per tutto la qualità del prodotto offerto.
IL CODICE ETICO:
- Carta costituzionale dei diritti/doveri morali dell’impresa che sancisce la
responsabilità etico-sociale dei membri
- Il Codice etico viene affidato al COMITATO ETICO che deve diffondere
l’informazione nell’azienda, in tal modo l’impresa potrà prevenire eventuali
comportamenti illeciti
- Ha 4 livelli:
1) Principi etici generali
2) Norme etiche che regolano i rapporti con gli Stakeholders +
3) Standard etici di comportamento: eguaglianza, equità e onestà
4) Sanzioni per qualunque violazione del codice in se