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AMPIEZZA DEL SETTORE PUBBLICO E BILANCIO

DELLO STATO
BILANCIO IN TERMINI DI FLUSSI

Il concetto più semplice è SALDO DI BILANCIO inteso come ENTRATE – SPESE


 ATTENZIONE: se il SALDO è NEGATIVO si parla di DEFICIT PUBBLICO (o indebitamento netto)

SPESA e ENTRATE sono gli indicatori più utilizzati per capire il grado di intervento pubblico in un’economia.
 per permettere confronti, queste grandezze vengono considerate in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL) del
paese

Insieme a questi due indicatori è spesso analizzato anche il DEBITO PUBBLICO (che non è un flusso!)
SPESA
PUBBLICA
(% PIL)
SPESA PUBBLICA (% PIL)

Fonte:
Stiglitz e Rosengard.
Economia del settore
pubblico.

(dati riferiti al 2016)


LA SPESA PUBBLICA IN ITALIA

Fonte:
Stiglitz e Rosengard.
Economia del settore
pubblico.

(dati riferiti al 2016)


DEBITO
PUBBLICO
(% PIL)
DEBITO PUBBLICO (% PIL)
ENTRATE
(% PIL)
ENTRATE E USCITE
 CORRENTI: funzionamento ordinario degli enti

SPESE ENTRATE
Redditi da lavoro dipendente Imposte dirette
Consumi intermedi Imposte indirette
Prestazioni sociali in denaro Contributi Sociali
Interessi passivi
Entrate Residuali (interessi attivi, dividendi, multe,
Spese residuali (trasferimenti) vendite residuali)

 CONTO CAPITALE: spesa per investimenti o entrate di tipo straordinario

SPESE ENTRATE
Investimenti Trasferimenti
Contributi agli investimenti Altre Imposte
DELLE «SPESE IMPORTANTI»

𝐷𝑒𝑓𝑖𝑐𝑖𝑡 𝑃𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑜 = 𝑆𝑝𝑒𝑠𝑒 − 𝐸𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒


tra le spese assume particolare rilevanza la differenza tra quelle per interessi sul debito pubblico

𝐷𝑒𝑓𝑖𝑐𝑖𝑡 𝑃𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑜 = 𝑆𝑝𝑒𝑠𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖 + 𝑆𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 − 𝐸𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒


𝐷𝑒𝑓𝑖𝑐𝑖𝑡 𝑃𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑜 = 𝑆𝑝𝑒𝑠𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖 + 𝐷𝑒𝑓𝑖𝑐𝑖𝑡 𝑃𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑜

DEFICIT (SALDO) PRIMARIO: particolarmente importante perché si tratta della parte del bilancio che il
governo può controllare in maniera più diretta
SPESE PER INTERESSI: dipende infatti dalla consistenza del debito pubblico e dai tassi di interesse a cui il debito
è stato emesso
ALTRA TASSONOMIA PER TIPOLOGIA DI ENTRATE

1. Entrate originarie: sfera d’azione «privatistica» dello Stato


 Prezzi privati
 Prezzi quasi privati
 Prezzi pubblici (tariffe)

2. Entrate derivate: sfera d’azione «pubblicistica» dello Stato


 Tasse
 Contributi speciali
 Imposte
ENTRATE ORIGINARIE

1. PREZZI PRIVATI
Ottenuti dallo Stato quando opera come un produttore privato. Bene/servizi sono escludibile e rivale.
Lo Stato in questo caso può massimizzare il profitto.
𝐶 =𝑅
2. PREZZI PUBBLICI (TARIFFE)
Ottenuti dallo Stato quando questo non guarda alla logica del profitto.
In un’ottica di copertura dei costi di produzione:
𝑃=𝐶
3. PREZZI QUASI PRIVATI
Ottenuti dallo Stato quando il prezzo è quello di mercato, ma regola l’offerta ad un livello di produzione diverso da quello che avrebbe
fissato un privato
ENTRATE DERIVATE

1. TASSA
Ha natura di corrispettivo: c’è la presenza di domanda del consumatore. Tuttavia l’interesse pubblico giustifica un prezzo inferiore al costo medio di
produzione
𝑇<𝐶
Le perdite sono generalmente ripianate dalla fiscalità generale (imposte)

2. CONTRIBUTO SPECIALE
Ottenuto indipendentemente dalla domanda dei cittadini, ma è possibile individuare facilmente chi può beneficiare del bene/servizio pubblico
offerto. Lo Stato decide la quantità di offerta e impone coattivamente il costo sul gruppo che ne trae vantaggio

3. IMPOSTA
Ottenuta indipendentemente dalla domanda dei cittadini quando derivano esternalità i cui vantaggi sono indivisibili. Forma più importante di
entrata pubblica
IMPOSTE

 Contributi sociali vengono fatti rientrare tra le imposte. Pesano


per circa il 30% del prelievo totale

 Le imposte in senso stretto si dividono in


 DIRETTE
NON TRASFERIBILI, colpiscono una manifestazione immediata della capacità
contributiva
 INDIRETTE
TRASFERIBILI, colpiscono una manifestazione NON immediata della capacità
contributiva

 PRESSIONE TRIBUTARIA:
IMPOSTE DIRETTE + IMPOSTE INDIRETTE
 PRESSIONE FISCALE
Fonte: Stiglitz e Rosengard. IMPOSTE DIRETTE + IMPOSTE INDIRETTE + CONTRIBUTI SOCIALI

Economia del settore pubblico. (dati riferiti al 2016)


COME SI FINANZIA IN PRATICA UNO STATO

Il caso più comune è quello in cui le spese eccedano le entrate.


Cosa può fare lo Stato per reperire risorse?
1. RIDURRE LA SPESA
 Cercando di ridurre quindi il deficit primario
2. AUMENTARE LE ENTRATE
 Di fatto aumentare le imposte
3. DIMINUIRE L’ATTIVO IN BILANCIO
 Vendere una parte di patrimonio mobiliare oppure dismettere immobili
4. INDEBITARSI
BILANCIO DELLO STATO: FUNZIONI

1. Funzione autorizzativa
Strumento con il quale il parlamento autorizza il governo ad intervenire in materia economica (incassare entrate, sostenere
spese)
2. Funzione allocativa
Strumento di programmazione economica (destinazione delle risorse collettive)
3. Funzione informativa
Permette ai cittadini di conoscere come verranno ripartite le spese
4. Funzione di garanzia
L’organo maggiormente rappresentativo (parlamento) autorizzando il bilancio, vincola il governo e garantisce che i limiti di
manovra della pubblica amministrazione non vengano superati
BILANCIO DELLO STATO:VINCOLI

1. VINCOLI DI CARATTERE INTERNO: stabiliti dalla costituzione italiana

Art. 23: una prestazione può essere imposta (coattivamente) solo per legge
Art. 53: il sistema tributario deve essere costruito sui principi della capacità contributiva e sulla progressività
Art. 81: principio del pareggio di bilancio.
Le norme che regolano l’equilibrio tra entrate e uscite, la sostenibilità del debito devono essere contenute in leggi approvate a
maggioranza assoluta dalle Camere
Ogni legge che comporti nuove spese o oneri deve provvedere anche ai mezzi per farvi fronte
BILANCIO DELLO STATO:VINCOLI

2. VINCOLI DI CARATTERE ESTERNO: derivano dall’adesione all’UE


 Trattato di Maastricht (1992)
o tasso d'inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi.
o tasso d'interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi tre
Paesi.
o
o

DISAVANZO PUBBLICO (Deficit): grandezza di flusso. Differenza tra entrate e spese


DEBITO PUBBLICO: grandezza di stock. Debito dello stato nei confronti dei creditori
BILANCIO DELLO STATO:VINCOLI

2. VINCOLI DI CARATTERE ESTERNO: derivano dall’adesione all’UE

 Patto di Stabilità e Crescita (1997)


Integra Maastricht, prevedendo l’obiettivo di medio termine di avere un saldo vicino al
pareggio.
Introduce:
BRACCIO PREVENTIVO: gli Stati membri devono predisporre dei documenti (Programmi di
stabilità e Programmi di convergenza) valutati dalla Commissione Europea. Il Consiglio Europeo, visti
i lavori della Commissione, esprime valutazioni (early warnings) o raccomandazioni (consigli di
policy)

BRACCIO CORRETTIVO (procedura per deficit eccessivi): qualora siano violati i parametri di
Maastricht, lo Stato può essere obbligato ad accantonare risorse in depositi infruttiferi. Se non
avvengono nei due anni successivi miglioramenti, possono essere riscossi come sanzioni
 Emendamenti al PSC (1999, 2005)
Correttivi al PSC al fine di allentare la rigidità della procedura per deficit eccessivi
BILANCIO DELLO STATO:VINCOLI
2. VINCOLI DI CARATTERE ESTERNO: derivano dall’adesione all’UE

 Six Pack (2011)


Ritorno al rigore iniziale.
INTRODUCE IL SEMESTRE EUROPEO strumento di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio dell’Unione Europea, durante il
quale gli Stati membri allineano le proprie politiche economiche e di bilancio agli obiettivi e alle norme convenuti a livello europeo
Tra febbraio e marzo: la Commissione pubblica il Rapporto-Paese sugli sviluppi economici e sociali in ciascuno Stato membro. I Rapporti-Paese
individuano le priorità d'azione per le politiche di riforma strutturale.
Tra marzo e aprile: gli Stati membri presentano alla Commissione i loro Programmi Nazionali di Riforma (PNR) e i programmi di stabilità o convergenza, per
rispondere alle priorità individuate dalla Commissione, descrivendo in dettaglio le politiche specifiche che adotteranno per prevenire o correggere gli squilibri
evidenziati. La Commissione, dopo aver valutato i PNR, presenta delle Raccomandazioni Specifiche per Paese

 Fiscal Compact (2013)


Vincola gli stati membri al pareggio di bilancio
CICLO DI BILANCIO

Quattro momenti fondamentali (su un arco temporale di tre anni)

 FASE 1 (t) : Programmazione  FASE 3 (t+1): Gestione


o Entro 10 aprile  Documento di Economia e Finanza o Entro giugno  legge di bilancio di assestamento
o Entro 25 settembre  Nota di aggiornamento DEF  FASE 4 (t+2): Rendicontazione
o Entro 15 ottobre  Legge di bilancio o Entro 31 maggio  invio rendiconto alla Corte dei
o 15-30 ottobre  documento programmatico di Conti che lo parifica
bilancio o Entro 30 giugno  approvazione in Parlamento del
rendiconto parificato
 FASE 2 (t): Autorizzazione
o Entro 31 dicembre:  approvazione legge di bilancio
DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA (DEF)

Articolato in 3 parti:
1. Programma di Stabilità
obiettivi di politica economica, quadro delle previsioni economiche, aggiornamento delle previsioni per l’anno in corso, revisioni
macroeconomiche per ciascun anno, gli obiettivi programmatici per l’indebitamento netto
2. Analisi conti pubblici
l’analisi del conto economico e del conto di cassa nell’anno precedente, eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi
programmatici indicati nel DEF, le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa,
almeno per il triennio successivo.
3. Programma Nazionale di Riforme
lo stato di avanzamento delle riforme avviate; le priorità le principali riforme da attuare, le tempistiche
DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI BILANCIO (DPB)

 Riassunto dei contenuti della manovra predisposta con il disegno di Legge di Bilancio,
 Fa particolare attenzione a:
1. saldi di bilancio per le amministrazioni pubbliche, alle proiezioni e agli obiettivi di entrate e spesa,
2. principali previsioni macroeconomiche e
3. modalità con cui le riforme incidono sulle finanze pubbliche.
 Questo documento viene valutato dalla Commissione Europea e dall’Eurogruppo per il rispetto delle regole
europee.
LEGGE DI BILANCIO

 Presentata dal Governo al Parlamento su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze
 Contiene le misure necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici del DEF
 Contiene i saldi di bilancio
 Contiene lo stato di previsione di entrata (unico) e previsioni di spesa per tutti i ministeri con portafoglio

 Una volta approvata, si entra nella fase di gestione dove si realizzano le entrate previste e si effettuano le spese
autorizzate. È prevista la possibilità di assestamento entro giugno
SALDI DI BILANCIO

 RISPARMIO PUBBLICO
Entrate tributarie e extratributarie – Spese correnti

 INDEBITAMENTO (ACCRESCIMENTO) NETTO detto anche disavanzo (avanzo)


Entrate nette – Spese nette

 SALDO NETTO DA FINANZIARE detto anche fabbisogno complessivo


Entrate finali – Spese finali

 RICORSO AL MERCATO
Accensione prestiti – rimborso prestiti
SALDI DI BILANCIO

ENTRATE SPESE SALDI


1. Entrate tributarie e extra tributarie 2. Spese correnti 3. RISPARMIO PUBBLICO (1-2)
4. Alienazione beni patrimoniali 5. Spese in c/capitale
6. Entrate nette (1+4) 7. Spese nette (2+5) 8. INDEBITAMENTO NETTO (6-7)
11. Operazioni finanziarie nette (9-
9. Rimborso crediti 10. Acquisizione attività finanziarie
10)
14. SALDO NETTO DA
12. Entrate finali (6+9) 13. Spese finali (7+10)
FINANZIARE (12-13)
17. RICORSO AL MERCATO (15-
15. Accensione Prestiti 16. Rimborso Prestiti
16)
18. Entrate complessive (12+15) 19. Spese complessive (13+16) (18-19=0)

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