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IL FENOMENO DELLA SPESA PUBBLICA

La Spesa pubblica è costituita dall’insieme dei mezzi finanziari impiegati


dallo Stato e dagli enti pubblici per il raggiungimento dei fini collettivi.
L’ammontare complessivo della spesa rappresenta il fabbisogno
finanziario ossia la quantità di moneta che si rende necessaria alla
pubblica amministrazione in un determinato periodo di tempo per la
realizzazione di tutti gli interventi prefissati.
Il rapporto fra l’ammontare della spesa pubblica e quello del prodotto
interno lordo (S/PIL) rappresenta la pressione della spesa pubblica e
indica quanta parte del reddito nazionale è gestita ogni anno dalla
pubblica amministrazione destinata a fini di interesse collettivo.
Tuttavia il dato della pressione della spesa pubblica presenta
inconvenienti:
1) può capitare che il valore della pressione fiscale tende a crescere
anche senza spese aggiuntive ma perché diminuisce il valore PIL;
2) non tiene conto dell’incidenza dell’economia sommersa (ricchezza
prodotta in un paese ma non registrata e quindi non contabilizzata)
→ evasione fiscale. Ebbene la presenza dell’economia sommersa
comporta un minor valore denominatore della pressione della
spesa, così che l’incidenza della spesa risulta maggiore rispetto a
quella effettiva.
3) non tiene conto della popolazione che usufruisce dei beni e dei
servizi finanziati con la spesa pubblica

LA CLASSIFICAZIONE DELLA SPESA PUBBLICA


Si divide su tre fronti: difesa dalle agressioni esterne e
a) spesa pubblica istituzionale amministrare la giustizia
b) spesa pubblica sociale Benessere dei cittadini e equità sociale

c) spesa pubblica per attività economica favorire un efficiente impiego


delle risorse e corregere gli
squilibri del mercato
Le spese pubbliche possono essere distinte in diversi modi:

1. Secondo il regime giuridico:


o Spese obbligatorie: sono imposte dalla legge anche nel
loro ammontare, la P.A. non può ridurle o non eseguirle ( es.
pensioni, stipendi dipendenti statali…);
o Spese facoltative: sono somme che possono essere
eseguite a discrezione della P.A. (es. acquisto di beni,
esecuzione di opere…)

2. Secondo i loro effetti sull’economia:


o Spese di produzione: sono le spese sostenute per
l’acquisto di beni e servizi da impiegare nel settore pubblico
(es. spese per appalto a impresa privata di opere di
costruzione di immobile pubblico…);
o Spese di trasferimento: sono somme che la P.A. eroga a
favore di determinate categorie di soggetti senza ricevere in
cambio alcuna controprestazione (indennità di
disoccupazione, assegni familiari…).

3. Secondo l’incidenza economica:


o Spese correnti: sono spese di “breve periodo” che fanno
riferimento all’organizzazione e alla gestione dei servizi
pubblici; si tratta cioè di spese di funzionamento della P.A
(stipendi pubblici);
o Spese in conto capitale: sono spese di “medio - lungo
periodo” che si riferiscono all’attività produttiva della P.A.;
sono spese di finanziamento cioè per incrementare le risorse
produttive (costruzione di un porto o di una strada…).

4. Secondo il loro scopo:


o Spese di governo: sono le spese per soddisfare fini di
interesse pubblico (stipendi dipendenti pubblici, spese per
interventi di protezione sociale..);
o Spese di esercizio: spese sostenute per procurarsi le
entrate (spese di accertamento e riscossione dei tributi).

5. Secondo la frequenza con cui si realizzano(tempo):


o Spese ordinarie: sono le spese a carattere continuativo
(stipendi dipendenti pubblici e pensioni);
o Spese straordinarie: sono le spese sostenute per necessità di
carattere eccezionale (ripristino di una strada distrutta da una
frana…)

6. Secondo il soggetto erogatore:


o Spese statali: sono le spese erogate dallo Stato (stipendi
docenti di ruolo delle scuole statali);
o Spese locali: sono le spese sostenute dagli enti locali (stipendi
impiegati comunali)
o Spese previdenziali: sono le spese erogate dagli istituti
previdenziali (pensioni, indennità di disoccupazione).

ESPANSIONE DELLA SPESA PUBBLICA

Nel corso del tempo, a partire dalla fine dell'Ottocento, c'è stato
un progressivo aumento della spesa pubblica. Dal 1861, con
l'Unità d'Italia, al fine di colmare l'arretratezza del nostro paese,
l'Italia decise di spendere e si posizionò così al primo posto tra
gli altri paesi sulla spesa pubblica. Al finire della seconda
guerra mondiale la spesa scese un po' per arrivare ad avere un
processo di sola crescita dagli anni 70' ad oggi.

Questo fenomeno di aumento progressivo della spesa pubblica


è spiegato da Adolf Wagner con la legge di Wagner. Chiamata
anche "legge storica di aumento delle spese pubbliche",
esplica:

L'aumento della ricchezza di una comunità, cioè del reddito


nazionale disponibile, porta all'incremento della spesa pubblica
in quanto i cittadini chiedono allo Stato servizi più complessi e
costosi, coerenti con le loro esigenze.
Secondo Wagner l'incremento è progressivo e cresce ad un tasso
superiore rispetto all'aumento della popolazione e al reddito nazionale.

Le cause dell'eccessiva crescita della spesa pubblica sono di diverso


tipo:

● Sociale: A causa dell'urbanizzazione, dell'industrializzazione


e quindi di una crescita economica ed uno sviluppo sociale,
lo Stato dovette investire su/per:
○ Infrastrutture e strumenti di controllo più costosi;
○ Offrire servizi maggiori che fino a poco tempo prima
venivano svolti privatamente;
○ Combattere le esternalità negative.
● Politico: Con l'introduzione del suffragio elettorale universale,
lo Stato investì per:
○ I servizi richiesti dal popolo che, in Parlamento,
poteva denunciare tutti gli svantaggi e tutte le
problematiche presenti;
○ Garantire il consenso elettorale promettendo beni e
servizi al proprio elettorato;
○ Favorire le richieste delle Lobbies, organizzazioni di
cittadini con interessi omogenei che ripagano
l'influenza parlamentare con i voti.
● Giuridico: La nostra Costituzione, che ha portato l'Italia a
diventare uno Stato sociale, obbliga lo stato a:
○ Perseguire il benessere collettivo, a tutela dei
principi di solidarietà e di uguaglianza sostanziale.
● Economico: Le teorie economiche, soprattutto quella
Keynesiana, hanno spinto lo Stato ad:
○ Aumentare la spesa pubblica nei periodi di
depressione del ciclo economico attuando così il
deficit spending e la teoria del bilancio funzionale;

La spesa pubblica ha portato, con il tempo, all'aumento del debito


pubblico. Siamo così arrivati ad avere una spesa pubblica molto elevata
(tra le più alte) che però è destinata maggiormente a risarcire il debito
pubblico mettendo da parte così quei settori, come la sanità, che
dovrebbero essere sviluppati e tutelati.

Con il trattato di Maastricht del '92, il Patto di stabilità e crescita del '97 e
il Fiscal compact del 2012, sono iniziate diverse riforme strutturali che
hanno lo scopo di limitare la spesa pubblica.

Limitare la spesa pubblica è così difficile a causa di varie ragioni:

● La spesa pubblica è rigida, ovvero non varia facilmente, per


natura, al variare delle condizioni che la determinano.
○ Esempio --> In ambito sanitario o scolastico (pubblico),
licenziare significherebbe solamente ricollocare il
personale in un altro settore o con altre mansioni.
● La prestazione di servizi non è facile da automatizzare, tenendo
conto anche della scarsa efficienza dello Stato sul mercato;
● Diminuire la spesa pubblica, sarebbe, per ragioni politiche, un atto
antipopolare.

Se limitare la spesa pubblica risultasse così difficile, si potrebbe perfezionare


l'efficienza della spesa pubblica attuale. Questo scopo è raggiungibile
mediante due metodi:

● Attraverso la Spending Review, una politica di contenimento della


spesa degli Stati dell'Unione Europea;
● Attraverso il Project financing o finanza di progetto. Si tratta di una
modalità che vede gli operatori privati operare ad interesse
pubblico. In questo modo, lo Stato può sfruttare la maggiore
efficienza dell'impresa pubblica e tutelare l'interesse pubblico.
Dall'altro lato, le imprese che sostengono pienamente tutti i costi,
potranno coprire le spese e ottenere un profitto nel periodo di
tempo stabilito con lo Stato, utilizzando economicamente il
prodotto ottenuto.
LA POLITICA DELLA SPESA PUBBLICA

Per politica della spesa pubblica si fa riferimento a quell’attività volta a


determinare il tipo e la quantità di spesa pubblica necessaria per il
raggiungimento di obiettivi di carattere generale (economici e sociali)

E’ necessario analizzare l’equazione del reddito nazionale

Y= C+I+G

C= consumi privati

I= investimenti

G= spesa pubblica

Sarebbe auspicabile che il reddito nazionale si possa avvicinare al reddito


potenziale. Ciò è difficile perchè ci dovrebbe essere la piena occupazione di
tutti i fattori produttivi . Ciò non è fattibile e quindi è fondamentale l’intervento
dello Stato tramite la spesa pubblica.

Reddito nazionale = Spesa totale (spesa dei privati + spesa pubblica)

Esistono 2 tipi di spesa e non hanno entrambe lo stesso effetto espansivo

Spesa pubblica sostitutiva → questa spesa viene finanziata tramite prelievo ai


privati e realizza effetti redistributivi
Spesa pubblica aggiuntiva → è la spesa che consente di accrescere la
ricchezza (effetto espansivo), questo tipo di spesa è finanziato con i prestiti.

Tale effetto espansivo si ottiene grazie al moltiplicatore dei redditi che è in


rapporto di diretta proporzionalità con il consumo (c)

Variazione del reddito nazionale = 1/1-c *spesa aggiuntiva

Y = 1/1-c * I (dove I rappresenta la spesa aggiuntiva)

L’effetto espansivo della spesa pubblica in base al tipo di spesa che lo


Stato effettua.

Questo effetto varia in base agli effetti sull’equazione del reddito


nazionale

Y= C+I+G

Spese di produzione → acquisto di beni e servizi che serviranno alla


collettività → questo tipo di spesa influenza G

Trasferimenti → consistono nel trasferimento di denaro a quei soggetti


che non ne hanno senza alcun corrispettivo → questo tipo di spesa
influenza C

Spese correnti → spese sostenute dalla P.A. per il funzionamento della


stessa → questo tipo di spesa influenza non solo G ma anche C
Spese in conto capitale → spese per realizzare investimenti pubblici→
questo tipo di spese accresce la grandezza G ma anche la I
(INVESTIMENTI PRIVATI).

La spesa pubblica realizza importanti effetti redistributivi non solo


relativamente ai privati ma anche in riferimento alle imprese. Infatti lo
Stato attraverso la spesa pubblica interviene in favore delle imprese che
sono in difficoltà e non solo in riferimento al settore economico ma
anche all’ambito territoriale.

Infine attraverso la politica della spesa pubblica lo Stato interviene per


correggere le diverse fasi cicliche dell’economia : corregge gli squilibri
provocati dai momenti di espansione e di recessione.

EFFETTI NEGATIVI DI UN’ECCESSIVA ESPANSIONE DELLA SPESA


PUBBLICA

- SPINTE INFLAZIONISTICHE → L’AUMENTO DELLA SPESA


PUBBLICA AUMENTA LA QUANTITA’ DI MONETA IN
CIRCOLAZIONE (AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA PROVOCA
UN AUMENTO DELLA DOMANDA)
- PEGGIORAMENTO DELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI → A CAUSA
DELL’INFLAZIONE SI VERIFICA UN AUMENTO DEL PREZZO DEI
BENI E DEI SERVIZI, DI CONSEGUENZA SI RIDURRANNO LE
ESPORTAZIONI MENTRE AUMENTERANNO LE IMPORTAZIONI
- EFFETTO DI SPIAZZAMENTO → PER COPRIRE LA SPESA
PUBBLICA LO STATO VENDE TITOLI DI STATO. I PRIVATI
PREFERIRANNO ACQUISTARE I TITOLI DI STATO PIUTTOSTO CHE
INVESTIRE I LORO RISPARMI ACQUISTANDO AZIONI O
OBBLIGAZIONI DI IMPRESE PRIVATE. QUESTA SITUAZIONE
PORTERA’ GLI IMPRENDITORI A NON INVESTIRE
- SFIDUCIA DEGLI OPERATORI PRIVATI → L’INTERVENTO
MASSICCIO DELLO STATO NELL’ECONOMIA PORTA UNA
PROFONDA SFIDUCIA DEGLI OPERATORI PRIVATI CHE
FINIRANNO CON NON INVESTIRE SAPENDO CHE NON AVRANNO
MARGINI DI PROFITTO
- DEFICIT CRONICO DEL BILANCIO PUBBLICO
- DIFFICOLTà DI RIDURRE LA SPESA PUBBLICA
- EFFETTI NEGATIVI DELLA SPESA REDISTRIBUTIVA

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