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MACROECONOMIA

2022/2023
Prof. Paolo Rosato
Giulia Ventura

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LEGGE DEGLI SBOCCHI DI SAY

1. Esiste la possibilità di separare l’economia reale da quella monetaria;

2. Ogni offerta aggiuntiva di un bene determina un aumento della domanda di altri beni

3. Tutto il reddito viene speso

4. Nell’economia nel suo complesso non vi è sovrapproduzione generale e quindi sotto impiego
delle risorse (disoccupazione)

5. In regime di libero scambio non sono possibili crisi prolungate e non serve l’intervento dello
stato

La legge degli sbocchi di Say è una teoria economica formulata dal economista francese Jean-
Baptiste Say nel XVIII secolo. Secondo questa legge, la produzione di beni e servizi genera
automaticamente una domanda per altri beni e servizi, in modo che l'economia sia in grado di
auto-regolarsi senza la necessità di interventi esterni.

In altre parole, la legge degli sbocchi di Say sostiene che l'offerta di beni e servizi sul mercato crea
automaticamente una domanda per altri beni e servizi, poiché i produttori usano i guadagni della
vendita dei propri beni per acquistare altri beni e servizi sul mercato. Ciò implica che non può
esserci una sovrapproduzione di beni e servizi in un'economia poiché la produzione stessa crea
automaticamente la domanda necessaria per assorbire tale produzione.

Tuttavia, alcuni critici (KEYNES) sostengono che questa teoria può essere valida solo in un contesto
di piena occupazione e stabilità monetaria e che potrebbero esserci situazioni in cui l'economia
non è in grado di auto-regolarsi in modo efficiente senza la necessità di interventi esterni. Ad ogni
modo, la legge degli sbocchi di Say ha avuto un impatto significativo sulla teoria economica e sulla
politica economica nel corso della storia.

LA CRITICA DI KEYNES

1. Il detentore di moneta può risparmiare invece di spendere.

2. Questa circostanza causa una domanda aggregata insufficiente.

3. Il risparmio genera la fuoriuscita di parte del reddito dal circuito economico definito dalla
circolazione monetaria.

4. L'inflazione dei prezzi si verifica quando l'economia raggiunge la sua piena capacità produttiva.

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5. Se si ha un sottoimpiego delle risorse, l'aumento della domanda stimola l’offerta.

6. Se si aumentano gli occupati per produrre quantità maggiori di ‘beni e servizi’, allora la
domanda e l'offerta cresceranno insieme.

Keynes sosteneva che l'economia non si autoregolava automaticamente come sostenuto dalla
legge degli sbocchi di Say, ma che poteva rimanere bloccata in una situazione di disoccupazione e
sottoutilizzo delle risorse a causa di problemi di domanda insufficiente. Secondo Keynes, il livello di
attività economica dipendeva dalle scelte di spesa degli individui e delle imprese e queste scelte a
loro volta potevano essere influenzate da fattori come la fiducia, le aspettative e la liquidità.

Keynes ha sostenuto che, in un'economia in cui la domanda era insufficiente, il governo poteva
svolgere un ruolo importante nella promozione dell'attività economica attraverso politiche fiscali e
monetarie espansive. In questo modo, il governo avrebbe potuto stimolare la domanda aggregata
e quindi aumentare il livello di attività economica.

In sintesi, la critica di Keynes alla legge degli sbocchi di Say riguardava la mancanza di
considerazione dell'importanza della domanda aggregata nell'economia e la necessità di
intervento governativo per garantire la piena occupazione e il benessere economico della società.

TEORIA DI SAY TEORIA DI KEYNES


Accento posto sull’offerta: è l’offerta che crea Accento posto sulla domanda
la domanda
Visione ottimistica del mercato Visione scettica del mercato
Ipotesi di mercati concorrenziali e prezzi Mercati in concorrenza imperfetta e prezzi
flessibili rigidi
Equilibrio di mercato attraverso aggiustamenti Equilibrio di mercato attraverso aggiustamento
dei prezzi delle quantità

Prodotto Interno Lordo (PIL): Valore di mercato (reddito prodotto) di tutti i beni e servizi finali
prodotti in un paese in un dato periodo di tempo che possono essere impiegati dalle famiglie e
dagli altri settori economici per soddisfare i bisogni individuali e collettivi

 I beni e servizi sono valutati a prezzi di mercato

 Non sono considerati i beni autoprodotti ed autoconsumati

 Non si considerano i beni intermedi utilizzati come fattori di produzione

 Non si considerano i beni finali venduti su mercati secondari (usato)

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 Include i beni prodotti nel paese da soggetti del paese e da soggetti esteri nel paese

PIL NOMINALE :Il valore beni e servizi finali (q ) realizzati in certo periodo (t) calcolato con i prezzi
i
(p) correnti al momento (t) :

PIL REALE: Il valore beni e servizi finali (q ) realizzati in certo periodo (t) calcolato con i prezzi (p) di
i
un certo anno base (t=0): valore relativo:

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IL DEFLATTORE DEL PIL:

Prodotto Nazionale Lordo (PNL): Valore di mercato (reddito prodotto) di tutti i beni e servizi finali
prodotti da chi risiede permanentemente (cittadino) in un paese in un dato periodo di tempo

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CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI: Il conto economico delle risorse e degli
impieghi è un documento contabile che viene utilizzato dalle imprese per registrare e analizzare i
risultati finanziari dell'azienda. Esso rappresenta il principale strumento di analisi del risultato
economico dell'azienda e viene redatto in base ai principi contabili nazionali o internazionali.

Il conto economico si divide in due parti principali: le risorse e gli impieghi. Le risorse
rappresentano l'origine dei finanziamenti dell'azienda, ovvero tutte le fonti di finanziamento, sia
interne che esterne, utilizzate per sostenere l'attività dell'impresa ( Prodotto interno lordo +
importazioni). Gli impieghi, invece, rappresentano l'utilizzo delle risorse nell'attività dell'azienda,
ovvero tutte le spese e gli investimenti effettuati per produrre beni o servizi ( Consumi finali interni
delle famiglie + consumi collettivi + investimenti lordi fissi +/- variazione delle scorte +
esportazioni).

Nella parte delle risorse del conto economico, vengono registrate le fonti di finanziamento
dell'impresa, come ad esempio i ricavi delle vendite, gli interessi attivi, le entrate da finanziamenti,
ecc.
Nella parte degli impieghi, invece, vengono registrati i costi e le spese sostenuti dall'azienda, come
ad esempio i costi dei materiali, le spese per il personale, le spese di ammortamento, le imposte,
ecc.

Il risultato economico dell'azienda viene calcolato come la differenza tra le risorse e gli impieghi,
ovvero il margine operativo lordo. Tale margine viene utilizzato per valutare la redditività
dell'attività dell'azienda e per stabilire le strategie future dell'impresa.

INFLAZIONE: L’inflazione è quel fenomeno mediante il quale i prezzi tendono ad aumentare in


modo generalizzato nel tempo, diminuendo la capacità di acquisto (reddito reale) dei consumatori.

CAUSE DELL’INFLAZIONE: L’inflazione monetaria: l’inflazione è causata dall’aumento della massa


monetaria (banconote, monete metalliche, depositi a vista, buoni del tesoro, ecc.) da parte della
banca centrale che emette banconote.

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L’inflazione da costi o importata: in questo caso l’inflazione è associata all’aumento del prezzo
delle materie prime importate, che influisce sul prezzo di vendita del prodotto finale.

L’inflazione da domanda: in questo caso l’inflazione è correlata a uno squilibrio tra l’offerta e la
domanda di un determinato prodotto.

L’inflazione causata da una mancanza di fiducia nella moneta: il valore della moneta che
utilizziamo quotidianamente dipende dalla fiducia riposta nella stessa.

L’inflazione causata dalla politica monetaria: quando la banca centrale taglia i tassi ufficiali
l’inflazione aumenta sistematicamente. Infatti, da un lato la moneta si deprezza e dall’altro le
banche commerciali prenderanno in prestito una grande quantità di denaro dalla banca centrale
(in quanto il costo del denaro è meno elevato).

DEBITO PUBBLICO: Il debito pubblico è il debito contratto da uno Stato o da un governo centrale
per finanziare le proprie attività, come ad esempio la costruzione di infrastrutture, il finanziamento
di programmi sociali, la spesa per la difesa, ecc.

Il debito pubblico può essere contratto attraverso l'emissione di titoli di stato, come ad esempio i
bond, che vengono acquistati da investitori istituzionali o privati. Tali titoli di stato sono considerati
investimenti sicuri e stabili, in quanto lo Stato ha la capacità di rimborsarli attraverso la sua
capacità fiscale e tributaria.

Il debito pubblico può avere effetti negativi sull'economia a lungo termine. Un alto livello di debito
pubblico può portare a un aumento dei tassi di interesse, in quanto i mercati finanziari potrebbero
ritenere che lo Stato abbia difficoltà a rimborsare il debito e richiedere un premio di rischio per
compensare tale rischio. Ciò potrebbe portare a un aumento dei costi di finanziamento per il
governo, il che potrebbe limitare la capacità dello Stato di investire in altre aree, come ad esempio
la spesa pubblica e la riduzione delle tasse.

Inoltre, il debito pubblico può avere effetti negativi sulla stabilità economica e politica, in quanto i
governi potrebbero essere tentati di stampare denaro per coprire il proprio debito, il che potrebbe
portare a una riduzione del valore della valuta e all'aumento dell'inflazione.

Tuttavia, alcuni economisti sostengono che il debito pubblico non sia necessariamente negativo
per l'economia, a condizione che venga gestito in modo responsabile. Ad esempio, un debito
pubblico ben strutturato potrebbe essere utilizzato per finanziare investimenti produttivi e
sostenibili, che potrebbero aumentare la produttività e la crescita economica a lungo termine.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE: Il tasso di disoccupazione è un indicatore economico che misura la


percentuale di persone che sono senza lavoro ma attivamente alla ricerca di lavoro rispetto alla

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forza lavoro totale. La forza lavoro totale comprende tutte le persone in età lavorativa che sono in
grado di lavorare, ovvero sia quelle che hanno un lavoro sia quelle che sono disoccupate ma
attivamente alla ricerca di lavoro.

Il tasso di disoccupazione è spesso utilizzato per valutare lo stato dell'economia di un paese, in


quanto una percentuale elevata di disoccupazione può essere indicativa di una debole crescita
economica o di una recessione. D'altra parte, un basso tasso di disoccupazione può essere
indicativo di una forte economia con un alto livello di occupazione.

Il tasso di disoccupazione può essere influenzato da molti fattori, tra cui la crescita economica, la
politica fiscale e monetaria, la tecnologia, la formazione della forza lavoro, ecc. Ad esempio, una
forte crescita economica può portare ad un aumento delle opportunità di lavoro e a un calo del
tasso di disoccupazione. Inoltre, politiche di stimolo fiscale e monetario possono essere utilizzate
per aumentare la domanda di lavoro e ridurre la disoccupazione.

Il tasso di disoccupazione viene calcolato dal dipartimento del lavoro di ogni paese attraverso
rilevazioni periodiche della forza lavoro, e può essere suddiviso in diverse categorie, tra cui
disoccupazione giovanile, disoccupazione di lunga durata, disoccupazione stagionale, ecc. Inoltre, il
tasso di disoccupazione può variare notevolmente da paese a paese e può essere influenzato da
fattori socio-economici e culturali specifici di ogni nazione.

CREDITO EROGATO: Il credito erogato è l'ammontare totale di denaro che una banca o un istituto
finanziario concede come prestito a un cliente. Questo denaro può essere utilizzato dal cliente per
investire in progetti o attività, o per finanziare le proprie esigenze personali, come ad esempio
l'acquisto di una casa o di un'auto.

Il credito erogato è un importante indicatore di attività economica, in quanto la concessione di


prestiti è un meccanismo essenziale per finanziare la crescita economica e l'espansione delle
attività. Tuttavia, la concessione di credito può essere anche associata a rischi, come ad esempio la
possibilità che il debitore non riesca a rimborsare il prestito, il che può comportare perdite per la
banca o l'istituto finanziario che ha erogato il credito.

La quantità di credito erogato dipende dalle politiche di prestito della banca o dell'istituto
finanziario, nonché dalla qualità del credito richiesto dal cliente. La qualità del credito può essere
valutata in base alla capacità del cliente di rimborsare il prestito, alla sua affidabilità, al suo rating
creditizio, al suo reddito, al suo patrimonio netto, ecc.

La concessione di credito può essere regolamentata dal governo e da organi di vigilanza finanziaria,
al fine di evitare situazioni di sovraindebitamento eccessivo e di proteggere i consumatori. Inoltre,
il credito erogato può essere soggetto a tassi di interesse e condizioni di rimborso, come ad
esempio il periodo di rimborso e la quota di interesse, che possono variare in base alla politica
della banca o dell'istituto finanziario e alle condizioni di mercato.

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RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO: I rendimenti dei titoli di stato rappresentano il tasso di interesse
annuale pagato dal governo per finanziare il proprio debito pubblico attraverso l'emissione di
obbligazioni di stato. Questi rendimenti vengono calcolati in base al prezzo di acquisto
dell'obbligazione e alla durata del prestito.

I titoli di stato sono considerati investimenti a basso rischio poiché il governo ha una bassa
probabilità di default sul proprio debito. Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di stato sono
generalmente più bassi rispetto ad altri investimenti a rischio, come le azioni o i titoli di debito di
società. Tuttavia, i rendimenti dei titoli di stato possono variare in base a diversi fattori, tra cui il
rating di credito del governo, il livello di inflazione, la politica monetaria, la domanda di mercato e
la percezione di rischio globale.

Ad esempio, un governo con un rating di credito più basso potrebbe dover offrire un rendimento
più elevato per attirare gli investitori, poiché i titoli di stato emessi da tale governo sono considerati
più rischiosi. Inoltre, un aumento dell'inflazione può ridurre il valore reale dei rendimenti dei titoli
di stato, poiché i tassi di interesse nominali rimangono gli stessi mentre il valore reale del denaro
diminuisce.

I rendimenti dei titoli di stato possono essere utilizzati anche come indicatore dell'andamento
dell'economia globale, in quanto i mercati finanziari tendono a reagire alle fluttuazioni dei
rendimenti dei titoli di stato. Ad esempio, un aumento dei rendimenti dei titoli di stato può essere
interpretato come un'indicazione di una maggiore domanda di prestiti e di una crescita economica
più forte, mentre un calo dei rendimenti dei titoli di stato può essere interpretato come
un'indicazione di una minore domanda di prestiti e di una crescita economica più debole.

TASSI D’INTERESSE: Costo che l’imprenditore deve sostenere per prendere a prestito il
denaro necessario ad effettuare un investimento.

I tassi d'interesse rappresentano il costo del denaro in prestito o il guadagno del denaro prestato.
In altre parole, sono il prezzo che le banche o le istituzioni finanziarie chiedono per il prestito di
denaro o il prezzo che pagano per l'ottenimento di denaro prestato.

I tassi d'interesse sono fissati dalle banche centrali, che agiscono per mantenere la stabilità dei
prezzi e favorire la crescita economica. Le banche centrali possono aumentare i tassi d'interesse
per combattere l'inflazione, ovvero la crescita dei prezzi, o abbassarli per stimolare l'attività
economica in un periodo di recessione.

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I tassi d'interesse possono influenzare l'andamento dei mercati finanziari, dell'economia e dei
consumi. Ad esempio, un aumento dei tassi d'interesse può rendere più costosi i prestiti per le
imprese e i consumatori, riducendo la domanda di prestiti e frenando la crescita economica.
Inoltre, i tassi d'interesse possono influenzare i mercati azionari e obbligazionari, in quanto un
aumento dei tassi d'interesse può rendere meno interessanti gli investimenti in azioni e
obbligazioni rispetto ai risparmi in contanti, spostando la domanda verso questi ultimi.

I tassi d'interesse possono variare anche in base al tipo di prestito o di investimento. Ad esempio, i
tassi d'interesse sui mutui immobiliari possono essere differenti dai tassi d'interesse sui prestiti
personali o sui prestiti alle imprese. Inoltre, i tassi d'interesse possono essere fissi o variabili, a
seconda delle condizioni contrattuali del prestito o dell'investimento.

IL MODELLO REDDITO-SPESA:

REDDITO: rappresenta la somma dei redditi percepiti da chi possiede i fattori di produzione (il
fattore lavoro, il fattore terra ed il fattore capitale) e ne vende i servizi.

SPESA: La spesa aggregata di un sistema economico indica la spesa, in valore, erogata dal sistema
stesso per acquistare beni finali e servizi (Un bene finale non è mai utilizzato come bene
intermedio in un ulteriore processo produttivo).

La spesa aggregata complessiva corrisponde alla somma dei consumi delle famiglie e degli
investimenti delle imprese: E=C+I

Nei modelli più aderenti alla realtà, includiamo anche spesa pubblica ed esportazioni nette: E = C +
I + G + (EXP – IMP)
È la spesa aggregata a determinare il PIL. In equilibrio, E =Y

OFFERTA AGGREGATA (Y) = DOMANDA AGGREGATA (DA)

DA = Consumi (C) + Investimenti privati (I) + Spesa pubblica (G)

MODELLO R-S A 2 SETTORI: vi sono solo due componenti della spesa aggregata: i consumi
(famiglie) e gli investimenti (imprese).

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MODELLO R-S A 3 SETTORI:

CONSUMI: I consumi, per l’analisi di impostazione keynesiana, dipendono dal reddito: C = f (Y)
In generale, si dovrebbe ipotizzare che, anche in corrispondenza di un livello di reddito pari a zero,
un certo livello di consumo debba comunque effettua Possiamo allora modificare la funzione del
consumo affinché sia tale da mostrare un valore positivo anche in corrispondenza di un livello di
reddito pari a zero.  nuova funzione di consumo: C = ā + c ·Y
Dove ā rappresenta il livello del consumo autonomo, ovvero che non dipende dal reddito: esso
verrà comunque effettuato, anche se il reddito è pari a zero.
Il parametro c indica la propensione al consumo, ovvero la parte di reddito che viene destinata al
consumo. La propensione al consumo assume un valore che va da zero ad uno.

Il risparmio aggregato è pari alla differenza tra il reddito disponibile ed i consumi: S =Y – C


Ne discende che C + S = Y: il reddito è interamente destinato all’acquisto di beni di consumo o al
risparmio. Ora, dal momento che: S = Y – C e che C = ā + c ·Y, allora: S = Y – (ā + c ·Y)

INVESTIMENTI: La teoria economica ha individuato tre legami da causazione nella determinazione


degli investimenti:

- Quello con il reddito


- Quello con il tasso di interesse
- Quello con il rendimento atteso

Gli investimenti dipendono da 2 variabili:

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1. Tasso d’interesse
2. Tasso del rendimento atteso

Per decidere se effettuare o meno un investimento, il singolo imprenditore confronta, dunque, tra
di loro queste variabili. Solamente se il tasso di rendimento atteso è maggiore del tasso di
interesse, si realizzano le condizioni minime indispensabili per fare l’investimento.

NB: Il tasso di interesse è un dato noto all’imprenditore, mentre il tasso di rendimento è un valore
atteso, ovvero un’aspettativa: e sta, infatti, per expected.

A livello aggregato, esisterà, quindi, un legame tra la quantità di investimento complessivamente


effettuata dagli imprenditori ed il livello del tasso di interesse. Possiamo affermare che, ferme
restando le aspettative di profitto, la domanda di investimento aumenta quando il tasso di
interesse diminuisce.

È necessario sviluppare l’analisi studiando come varia l’equilibrio nel settore reale quando anche
gli investimenti sono considerati variabili.

 MODELLO IS-LM (Investment/Savings – Liquidity/Money)

Modello che considera congiuntamente gli aspetti reali e quelli monetari integrando il mercato dei
beni (IS) e quello monetario (LM) e individuando le condizioni di equilibrio simultaneo del due
mercati.

LA CURVA IS: indica tutti i valori di tasso di interesse e reddito che


tengono in equilibrio il mercato reale, ovvero garantiscono
l’eguaglianza tra spesa aggregata e reddito.

LA CURVA LM: è la curva che individua tutte le possibili


combinazioni di reddito e tasso di interesse che tengono in
equilibrio il mercato della moneta, o settore monetario.

Il mercato monetario è relativo all’equilibrio tra domanda ed offerta


di moneta. Per moneta si intende qualsiasi oggetto che venga generalmente utilizzato e
generalmente accettato come mezzo di pagamento. La domanda di moneta identifica la quantità
di moneta che i soggetti desiderano tenere in forma liquida presso di sé, ovvero la preferenza per
la liquidità. Domandare moneta, quindi, significa tenerla presso di sé in forma liquida, in contanti,
invece che impiegarla per acquistare titoli.

La funzione dell’investimento è: I=Ī–b·i


Dove Ī è la quota costante di investimenti, b un fattore che esprime la funzione negativa ed i il
livello del tasso di interesse

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EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI (modello IS-LM)

Il modello IS-LM è un modello macroeconomico che descrive l'interazione tra il mercato dei beni e
il mercato monetario, fornendo una rappresentazione grafica delle relazioni tra tassi d'interesse,
investimenti e produzione nazionale.

La curva IS rappresenta la relazione tra la produzione nazionale (output) e i tassi d'interesse.


Questa curva è inclinata verso il basso, indicando che un aumento dei tassi d'interesse riduce la
spesa degli investimenti e quindi la produzione nazionale. La curva IS è basata sull'idea che la
spesa degli investimenti è una funzione decrescente dei tassi d'interesse, in quanto un aumento
dei tassi d'interesse aumenta il costo del denaro e rende meno allettante l'investimento.

La curva LM rappresenta invece la relazione tra la produzione nazionale e la liquidità (offerta di


moneta e tassi d'interesse). Questa curva è inclinata verso l'alto, indicando che un aumento della
liquidità aumenta la produzione nazionale, a parità di tassi d'interesse. La curva LM è basata
sull'idea che un aumento della liquidità (offerta di moneta) rende più facile l'accesso al denaro,
riducendo i tassi d'interesse e aumentando quindi la spesa degli investimenti.

L'intersezione tra le curve IS e LM fornisce


il punto di equilibrio del modello, ovvero
il livello di produzione nazionale e il tasso
d'interesse in cui la domanda di beni e
servizi eguaglia l'offerta di moneta. Se il
tasso d'interesse iniziale è più alto del
tasso di equilibrio, l'eccesso di offerta di
moneta porterà i tassi d'interesse a
scendere, aumentando gli investimenti e
la produzione nazionale. Viceversa, se il
tasso d'interesse iniziale è più basso del

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tasso di equilibrio, la domanda eccessiva di moneta porterà i tassi d'interesse a salire, riducendo
gli investimenti e la produzione nazionale.

CARATTERISTICHE DELL’EQUILIBRIO MACROECONOMICO:

a) Il livello di produzione dipende dalla domanda aggregata


b) Le oscillazioni della produzione dipendono da modifiche nella domanda
c) L’offerta di moneta determina il livello di equilibrio del reddito
d) Partendo da una situazione di disequilibrio sul mercato dei beni e/o della moneta il sistema
converge verso un punto di equilibrio

MODIFICHE DELL’EQUILIBRIO:
a) In funzione di una politica fiscale:

 Restrittiva: aumento della tassazione (T) o riduzione della spesa pubblica (G)

 Diminuzione tassi interesse

 Diminuzione della/produzione/reddito

 Riduzione del disavanzo pubblico

 Aumento investimenti

 Espansiva: diminuzione della tassazione (T) o aumento della spesa pubblica (G)

 Aumento tassi interesse

 Aumento della/produzione/reddito

 Aumento del disavanzo pubblico

 Riduzione investimenti

b) In funzione di politiche monetarie espansive o restrittive:

 Restrittiva: diminuzione della quantità di moneta

 Aumento tassi interesse

 Diminuzione della/produzione/reddito

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 Diminuzione inflazione

 Diminuzione investimenti

 Espansiva: aumento della quantità di moneta

 Diminuzione tassi interesse

 Aumento della/produzione/reddito

 Aumento dell’inflazione

 Aumento investimenti

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