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CAPITOLO 17 

  La variazione del reddito e del tasso d’interesse a seguito di una politica monetaria
1. Mostrate, spiegandone I motivi, come la politica fiscale ha la massima efficacia sul reddito di   espansiva, dipende dal  comportamento degli operatori sul mercato dei beni. 
equilibrio quando l’economia si trova nella regione della trappola della liquidità. Inoltre, Per dimostrate quali sono gli effetti che una politica monetaria ha sul reddito consideriamo due
mostrate  come l’efficacia della politica fiscale è influenzata dalla determinante della economie, A e B. L’economia A ha una curva IS più piatta rispetto all’economia B, e quindi l’effetto
moneta.  sul reddito sarà tanto maggiore  quanto più la curva è piatta.  
Considerando un punto di equilibrio sul mercato dei beni e della moneta E 0.  Le due diverse economie sono inoltre caratterizzate da una diversa propensione marginale al consumo,
Supponiamo che venga attuata una politica fiscale espansiva, aumentando una delle componenti di  conseguenza un medesima politica monetaria espansiva avrà maggiore impatto sull’economia A, se
autonome della  domanda la IS si sposterà verso destra e avremo un nuovo punto di equilibrio he e assumiamo che  il moltiplicatore keynesiano sarà maggiore rispetto all’economia B. 
caratterizzato da un maggiore  livello di reddito e un maggior livello di tasso di interesse.  Tutto ciò determinerà una crescita del reddito di equilibrio maggiore in A rispetto in B. 
Questa politica espansiva spinge le imprese ad aumentare la produzione per cui ci 6. Principio del moltiplicatore keynesiano:  
saranno più assunti e di  conseguenza più reddito.   Chiediamoci come varia il livello di reddito di equilibrio al
Mentre se si immagina che il tasso di interesse rimanga costante, non si avrebbe subito l’equilibrio ma ci variare della domanda autonoma:  ΔYeq= ΔD0 /[1-c(1-t)
si  troverebbe in un punto intermedio (punto H). Un questo punto si ha una parità del tasso di interesse +m].  
e un reddito  maggiore, ci si trova sulla nuova IS quindi il mercato dei beni e in equilibrio; ma non ci si Dato che 1/[1-c(1-t)+m] > 1, un aumento della domanda autonoma determina un maggiore incremento
trova sulla curva LM e ciò  significa che il mercato della moneta non è in equilibrio.   del reddito  di equilibrio. Questo principio è noto come moltiplicatore keynesiano che è rappresentato
Nel mercato della moneta, essendo aumentato il reddito, aumenta la domanda di moneta a scopo dalla frazione 1/[1-c(1- t)+m]. 
transattivo.  Si avrà quindi un eccesso di domanda a scopo transattivo a parità di offerta di moneta; ciò Andiamo a comprendere le ragioni economiche del moltiplicatore keynesiano. Ipotizziamo che
significa che la domanda  a scopo speculativo è molto bassa.  un'economia si trovi  in condizioni di equilibrio E₁, e ad esempio, aumenti la spesa pubblica da G o a G'o. La
Per portare il sistema in equilibrio si deve stimolare la domanda a scopo speculativo, e domanda aumenta del  medesimo ammontare quindi da E₁ a 1.  
quindi attraverso una  aumento del tasso di interesse.  Le imprese quindi aumentano la produzione dello stesso quantitativo della spesa pubblica: dal punto 1 al
Un aumento del tasso di interesse fa si che gli investitori, attratti da un maggior tasso di rendimento punto 2 per  adeguarsi alla nuova domanda.  
dei titoli,  acquistino titoli e quindi domandino moneta a scopo speculativo facendo rientrare L'aumento di produzione delle imprese si traduce in un aumento del reddito Y distribuito e quindi
l’eccesso di domanda a scopo  transattivo; aumenta così il tasso di interesse.   della domanda,  ovvero dei consumi famiglie: quindi dal punto 2 al punto 3.  
L’aumento del tasso di interesse però arriva fino al punto H dove si andrà ad intersecare il punto H in cui si Il punto 3 rappresenta una situazione in cui la domanda è in eccesso rispetto la produzione, quindi le
interseca  la curva LM.   imprese  saranno portate ad adeguarsi nuovamente al nuovo livello di produzione, quindi aumento di Y
Qui però accade che il reddito di equilibrio nel punto E F è minore rispetto al punto H.  ecc.  Il processo continua fino a che non si raggiunga il nuovo equilibrio EF. Se ne conclude, quindi, che il
Questa riduzione del reddito di equilibrio è dovuta all’aumento del tasso di interesse he ha un effetto moltiplicatore è  un processo dinamico che fa sì che, a fronte di un aumento iniziale della domanda
negativo sugli  investimenti e ciò comporta una riduzione del reddito di equilibrio.  autonoma, si metta in moto un  processo in cui il reddito risulterà incrementato in misura maggiore
2. Si illustri l’effetto spiazzamento (meccanismo e conseguenze):   rispetto all'iniziale incremento della domanda. Il 
Lo spiazzamento è un fenomeno economico in base al quale il soddisfacimento della domanda fattore moltiplicativo deriva dal fatto che la produzione (e quindi il reddito) incrementa non solo per far
pubblica implica la  riduzione del soddisfacimento della domanda privata.  fronte  all'iniziale incremento di domanda autonoma, ma anche per sostenere l'incremento dei consumi
Ad esempio, l'aumento della spesa pubblica provoca la riduzione della spesa privata, ciò accade in indotti. Il  moltiplicatore sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la propensione marginale al
particolar modo  in una situazione di piena utilizzazione delle risorse. Può comunque presentarsi anche consumo, quanto minore sarà  l'aliquota d'imposizione, quanto minore la propensione all'importazione. 
in un equilibrio di non piena  occupazione.  CAPITOLO 18  
Ricordiamo che un aumento della spesa pubblica genera un aumento di reddito (politica fiscale 7. Si dimostri che la politica economica assume come obiettivo di sostenibilità del debito pubblico il
espansiva) dovuto  all’aumento della spesa autonoma. In particolare, questo fatto può essere rilevato seguente: ottenere che il rapporto tra stock del debito e PIL sia non crescente nel tempo. Si  discutano
in termini di curva IS: la spesa  pubblica, come appena detto, costituisce una componente autonoma le diverse politiche del rientro del debito pubblico attuabili dal policy maker.  
della domanda, e una sua variazione, a parità  di tasso di interesse nominale è rappresentata con uno La politica economica considera un obiettivo principale in merito alla sostenibilità del debito pubblico, cioè
spostamento verso destra della curva. In questa analisi non consideriamo le interazioni fra il mercato ottenere  che il rapporto tra stock del debito e PIL sia non crescente nel tempo. Il finanziamento del deficit
dei beni e quello della moneta, infatti non si può  ignorare il fatto che un aumento del reddito fa pubblico avviene  tramite emissione di titoli di debito pubblico; questo crea però un accumulo di stock di
aumentare anche la domanda di moneta.  Dunque, a parità di offerta di moneta, il tasso di interesse debito pubblico. L’esistenza di  quest’ultimo implica la necessità di impiegare risorse per pagare gli interessi
deve aumentare affinché il mercato della moneta torni in  equilibrio.   che si accumulano su tale debito. Indichiamo con Bt lo stock di debito pubblico esistente al tempo t in un
L’aumento del tasso di interesse, però, fa diminuire gli investimenti; quindi la domanda aggregata di dato paese e con Yt il PIL di quest’ultimo  nello stesso periodo; il loro rapporto si indica con σt= Bt / Yt
beni si riduce, e  altrettanto fa il reddito. Ecco allora che l’iniziale aumento della spesa pubblica ha (indicatore di sostenibilità del debito pubblico). Uno  degli obiettivi della politica economica è quello di
provocato una riduzione di quella  privata, appunto l’effetto spiazzamento. valutare il tasso di variazione percentuale di tale rapporto; dal  punto di vista analitico avremo: σt = x/B + r –
3. Illustrate come è possibile ottenere la funzione di offerta aggregata considerando gli effetti che su y.  
essa hanno le variazioni dell’indice generale dei prezzi. Inoltre discutete le diverse configurazione Tale formula ci dice che la variazione percentuale del rapporto tra debito pubblico e PIL è pari al deficit
e  forme della curva di offerta aggregata.   primario (  x/B) più il tasso di interesse reale (r) meno il tasso percentuale di crescita del PIL reale (y).  Per
La curva di offerta aggregata è la funzione in cui sono sommate tutte le quantità prodotte e offerte dalle ridurre la crescita del rapporto tra debito pubblico e PIL, i policy maker attuano le cosiddette politiche del
imprese in  un determinato settore economico, per ogni livello possibile di prezzo. A partire da un dato rientro  dal debito pubblico; che possono essere classificate in quattro categorie: 
livello di prezzo, la  funzione somma le quantità offerte sul mercato dalle singole imprese (quantità • le politiche di contenimento del deficit pubblico primario: hanno come obiettivo la riduzione del
aggregata). Variano il prezzo è  possibile ottenere la quantità complessiva di unità del prodotto offerte valore del deficit primario (G-T) ottenendo così un saldo primario positivo. Tuttavia, la
sul mercato costruendo in tal modo la curva  di offerta aggregata di breve periodo.  riduzione del deficit primario, non sempre tiene sotto controllo il rapporto debito pubblico
È possibile osservare diverse configurazioni e forme della curva di OA:  /PIL.  
1. se i prezzi attesi dai lavoratori non variano al variare del livello generale dei prezzi, aumenta il • le politiche monetarie accomodanti: consentono di finanziare il deficit attraverso
numero di occupati e aumenta anche la produzione. L’aumento di produzione deriva dal l’emissione di base  monetaria. Un esempio di tali politiche è la monetizzazione del
fatto che i lavoratori aumentano il lavoro offerto pensando che siano aumentati i salari debito pubblico: il governo finanzia con moneta, non solo il deficit primario, ma anche
reali; le imprese invece aumentano l’ammontare di lavoro domandato perché ritengono il rimborso dei titoli del debito pubblico esistenti. Questa misura è considerata
che sia diminuito il salario reale. In questo caso i lavoratori soffrono di totale illusione improponibile poiché potrebbe generare inflazione o addirittura iperinflazione. 
monetaria, dato che non riescono a distinguere correttamente tra salari nominali e salari • le politiche di controllo dei tassi di interesse: i policy maker difficilmente riescono a controllare il
reali. Per tanto la curva di offerta presenterà un’inclinazione positiva.  tasso di interesse reale. Nonostante ciò, qualora le condizioni lo permettano, l’onere del
2. se i prezzi attesi dai lavoratori variano esattamente nella stessa misura in cui sono variati i debito pubblico può essere fortemente alleviato da tassi reali di interesse in calo. 
prezzi, i lavoratori non soffrono di illusione monetaria. I prezzi sono aumentati; i prezzi • le politiche di crescita del reddito: hanno come obiettivo quello di sostenere la crescita
attesi dei lavoratori sono aumentati nella stessa misura; il salario nominale risulta economica, contribuiscono inevitabilmente anche a perseguire l’obiettivo della riduzione
aumentato nella stessa misura. Ciò implica che il salario reale non si modificherà e quindi del rapporto tra debito pubblico e PIL. 
l’offerta aggregata non si modifica e risulterà verticale.   8. Illustrate gli effetti delle diverse modalità di finanziamento della spesa pubblica e le loro implicazioni  per
3. se i prezzi attesi dai lavoratori variano ma in misura meno che proporzionale rispetto all’aumento dei la politica economica.  
prezzi avremo una parziale illusione monetaria dei lavoratori. Il salario nominale aumenta ed La tradizione economica keynesiana sostiene che gli effetti macroeconomici della spesa pubblica dipendano 
aumentano ma  in maniera limitata l’occupazione di equilibrio e il corrispondente volume di particolarmente dal modo in cui essa è finanziata. Per tanto possiamo considerare due casi: Il primo è il caso
produzione. Di conseguenza la  curva di offerta aggregata avrà inclinazione positiva ma sarà più in cui sia finanziata con aumento delle imposte: in uno schema di ragionamento keynesiano,   l’aumento
rigida rispetto al caso di totale illusione monetaria.  della spesa pubblica determina un aumento del reddito di equilibrio e quindi un aumento dell’imposizione  
fiscale quindi l’incremento endogeno del gettito fiscale non può mai essere sufficiente a coprire l’iniziale
4. Si confronti il moltiplicatore Keynesiano nel caso in cui sia dovuto ad una aumento della spesa  pubblica con il spesa  pubblica. Considerando il caso che la spesa pubblica sia finanziata con un pari aumento
caso in cui sia dovuto ad un aumento dei trasferimenti alle famiglie. Si spieghino le  cause delle eventuali dell’imposizione e, in  particolare della componente autonoma dell’imposizione. Tale caso è noto come
differenze riscontrate.   “caso di spesa pubblica con  bilancio in pareggio”. Stiamo quindi esaminando in caso in cui l’economia,
Il moltiplicatore keynesiano è un processo dinamico che parte da un iniziale aumento della domanda nell’iniziale posizione di equilibrio, è  soggetta a uno shock con ΔG=Δt0>0. Nel caso particolare che t=0 e
autonoma e  termina con un incremento del reddito di equilibrio in misura maggiora rispetto all’incremento m=0, vale un risultato noto come Teorema di  Haavelmo; in un’economia chiusa e con un’aliquota marginale
iniziale della domanda  autonoma. All’aumentare di una componente della domanda autonoma, in d’imposizione nulla, un aumento della spesa pubblica  interamente finanziato con un pari aumento
particolare la spesa pubblica, la domanda  aggregata aumenta del medesimo ammontare. Le imprese dell’imposizione fiscale autonoma, determina un aumento esattamente  uguale al reddito di equilibrio. Il
incrementeranno la loro produzione esattamente  dell’ammontare di cui è aumentata la spesa pubblica. teorema stabilisce che se aumenta di un qualsivoglia ammontare la spesa pubblica, e  di un pari ammontare
L’aumento di produzione delle imprese porta ad un aumento  del reddito che a sua volta incrementa la l’imposizione, allora aumenta anche il reddito d’equilibrio. L’azione del governo è in grado di   far aumentare,
domanda: in particolare aumentano i consumi alle famiglie e tutti gli  aggregati legati in modo positivo al mantenendo il bilancio pubblico in pareggio: per far questo è sufficiente aumentare la spesa pubblica e  
reddito. Il fattore moltiplicativo deriva dal fatto che la produzione incrementa sia   per far fronte all’iniziale della stessa misura l’imposizione fiscale. Questo aumento di spesa pubblica e di imposizione, comporta che
incremento della domanda autonoma, sia per sostenere l’incremento dei consumi.  la  domanda aggregata sarà via via composta da una quota crescente di consumo pubblico, cioè la struttura
- Ricordiamo che i trasferimenti sono erogazioni di denaro che l’operatore pubblico fa nei economica  sarà caratterizzata da una presenza via via preponderante dello stato. Il teorema di Haavelmo
confronti degli  operatori eco omicidio ed è una componente esogena.  cessa di essere valido  nel momento in cui si raggiunge il reddito di pieno impiego. 
Per spiegare il perché ci dovrebbe essere una differenza tra i due strumenti bisogna innanzitutto Il secondo è il caso in cui la spesa pubblica è finanziata solo in parte da una nuova imposizione fiscale
ricordare che le due  componenti si presentano nella funzione di domanda:  autonoma:  cioè il caso in cui la variazione di spesa pubblica ΔG0>0 sia finanziata da nuove imposte
Spesa pubblica: ΔYeq = ΔG0 / [1-c (1-t) +m]  soltanto per la parte μ; vale  cioè ΔT0 = μΔG0. In tal caso di verrà a determinare un fabbisogno pari a ΔG0–
La variazione della spesa pubblica viene moltiplicata per il moltiplicatore [1-c (1-t) +m] e abbiamo così la ΔT0. Il moltiplicatore della spesa  pubblica finanziata con imposizione sarà tanto maggiore quanto minore
variazione  del reddito di equilibrio; mentre nel caso dei trasferimenti si ha: ΔYeq =(c* ΔTR0) / [1-c (1-t) +m]. è la parte finanziata con imposte. Quando 
Si può quindi affermare che la variazione del reddito di equilibrio a seguito dell’utilizzo dei trasferimenti μ=0 si registra il massimo valore del moltiplicatore che vale 1/(1-c); quando μ =1 si registra il minimo
sarà inferiore  rispetto al caso della spesa pubblica poiché vi è un parametro compreso tra 0 e 1, è minore valore del  moltiplicatore che risulta pari a 1, come previsto dal teorema di Haavelmo; quando invece
di 1.  Se si moltiplicano i trasferimenti per c si otterrà un numero più basso di ΔT0.   0<μ<1 il valore del  moltiplicatore sarà tanto più elevato quanto più l’incremento di imposte è
Quindi a parità di aumento, ΔG aumenta di 100, ΔT0 aumenta di 100, l’effetto sul reddito di ridotto. Quanto detto dimostra  l’argomentazione keynesiana secondo cui la modalità di
equilibrio è diverso  perché il termine dei trasferimenti è moltiplicato per c.  finanziamento della spesa pubblica rileva sul risultato che  l’incremento di spesa pubblica esercita sul
Dato che c<1 si ha 1/[1-c (1-t) +m] > c > c/ [1-c (1-t) +m] cioè l’effetto moltiplicativo della spesa reddito. Però tale risultato vale soltanto nel caso in cui il reddito di   equilibrio sia inferiore a quello di
pubblica è  maggiore dell’effetto dei trasferimenti. Per cui l’impatto di un aumento dei trasferimenti pieno impiego. Se il reddito è pari a quello di pieno impiego, anche secondo i  keynesiani, un
di paro entità sarà in parte  depotenziato dalla propensione marginale al consumo.   aumento di spesa pubblica, comunque sia finanziato, è destinato a tradursi in un aumento di prezzi, 
5. Confrontate l’efficacia di una medesima politica monetaria espansiva in due diverse senza effetto sul livello del reddito. 
economie  caratterizzata da una diversa propensione marginale al consumo. In quale delle 9. Enunciate e dimostrate il Teorema di Haavelmo del moltiplicatore con bilancio in pareggio
due economie la  politica monetaria ha gli effetti più significativi sul reddito? Perché? e  spiegate le implicazioni per la politica economica. 
Interpretazione grafica.   Il teorema di Haavelmo o teorema del bilancio in pareggio vale come risultato in un caso in cui
t= 0 e m=0. Tale teorema enuncia come in un’economia chiusa e con aliquota d’imposizione
Una politica monetaria espansiva determina uno spostamento verso destra della curva nulla, un aumento della spesa  pubblica interamente finanziato con un pari aumento
LM, comportando di  conseguenza un aumento del reddito e un abbassamento del tasso dell'imposizione fiscale autonoma, determina un aumento  esattamente uguale al reddito di
di interesse.  equilibrio. 
L’offerta di moneta spinge gli operatori a domandare titoli finanziari per liberarsi di moneta; questo genera In altre parole se aumenta la spesa pubblica, e di un pari ammontare l’imposizione, allora aumenta (della
eccesso di  domanda dei titoli finanziari cui segue un abbassamento del tasso di interesse. Tutto ciò si stessa  misura) anche il reddito di equilibrio. In questo modo il governo e in grado di far aumentare il
ripercuote nel mercato dei  beni poiché un abbassamento del tasso di interesse incrementa la domanda di reddito, mantenendo il  bilancio pubblico in pareggio: per fare questo è sufficiente aumentare la spesa
investimenti; ciò significa un aumento  della domanda che spinge le imprese ad incrementare la produzione pubblica e la componente autonoma di  imposizione fiscale. Tale teorema non vale più quando si arriva in
e quindi il reddito.  pieno impiego poiché non sara più possibile  assistere ad aumenti del reddito di equilibrio. 
• Consideriamo il caso in cui l'aumento di spesa pubblica sin finanziato soltanto in parte tramite stabilisce che in un  arco di tempo, il valore degli acquisti è pari al valore delle vendite e che entrambi sono
nuova  imposizione fiscale autonoma, cioè li caso in cui la variazione di spesa pubblica ΔG>0 pari al valore degli scambi.  L’equazione che rappresenta il cuore della teoria quantitativa della moneta è P
sia finanziata per la  parte μ e vale ΔT0 =μ ΔG0. In questo modo si determinerà un fabbisogno = M-y, in tale formula si afferma che  il tasso d’inflazione è necessariamente pari alla differenza tra il tasso
pari a ΔG0 – ΔT0 ossia (1- μ) ΔG0.  Dunque l'aumento di reddito di equilibrio sarà:   di crescita della moneta e il tasso di crescita  della produzione reale. Tutto ciò però ha due implicazioni
eq
ΔY = 1/1-c [ΔG – c ΔT0]= 1/1-c [ΔG0 – cm ΔG0]= 1-cm/1-c (ΔG0).  rilevanti, una si riferisce al breve periodo e l’altra invece al  lungo periodo. Quando l’economia è in
L'equazione mostra che il moltiplicatore della spesa pubblica finanziata con imposizione sarà tanto condizioni di pieno impiego di breve periodo e perciò y=0, allora risulterà P  = M; vi può essere inflazione
maggiore quanto  minore è la parte finanziata con imposte. Infatti - imposte + forza espansiva.  se vi è un aumento della quantità di moneta M e perciò il tasso d’inflazione è  esattamente uguale al tasso
• quando μ = 0 (cioè quando l'incremento di spesa pubblica non è accompagnata da alcun percentuale di espansione monetaria. Nel caso in cui ci si collochi in una prospettiva di   lungo periodo,
incremento di  imposizione), si registra il massimo valore del moltiplicatore [1/(1-c)] allora l’aumento della quantità di moneta M, può essere compatibile con l’assenza di inflazione, se  
(tutto deficit);  avviene allo stesso tasso in cui aumenta la produzione reale. Quindi potremmo affermare che la teoria
• se μ = 1 (quando l’incremento di spesa pubblica è accompagnato da un pari incremento delle quantitativa  della moneta offre una spiegazione semplicistica dell’inflazione, affermando che è una
imposte), si  registra il minimo valore del moltiplicatore che risulta pari ad i (bilancio in crescita eccessiva della  moneta rispetto a una crescita della produzione reale a generare necessariamente
pareggio);   l’inflazione.  
13. Illustrate il conflitto teorico tra Keynesiani e monetaristi circa il fatto che la politica fiscale
• se 0< μ < 1 (quando l'incremento di spesa pubblica è parzialmente finanziato con incremento delle
o la  politica monetaria sia la vera causa dell’inflazione.  
imposte),  il valore del moltiplicatore è compreso tra 1 e 1/(1-c) e. Sara tanto più elevato, quanto più
Monetaristi e Keynesiani hanno due visioni differenti in merito alla reale causa dell’inflazione.
l’incremento di  imposte è ridotto. 
I monetaristi, il cui principale esponente è Friedman, affermano l’unica vera causa
Il fabbisogno che la spesa pubblica ha generato può essere coperto in due modi: 
dell’inflazione sia l’aumento  dell’offerta di moneta. 
1. Con emissione di debito pubblico (senza emissione di moneta): in questo caso si muove
verso destra  soltanto la curva IS;  I keynesiani, il cui principale esponente è Keynes, sostengono la teoria secondo la quale l’inflazione
2. Con l'emissione di moneta: in questo caso si muove verso destra sia la curva IS (per l'aumento della spesa si manifesti a  causa degli eccessi di domanda, qualsiasi sia la loro causa. 
pubblica) sia la curva LM (per aumento dell' offerta di moneta). Questa viere chiamata politica monetaria   I monetaristi hanno contestato l’idea che l’eccesso di domanda, quando non sia accompagnato da
accomodante e una politica di spesa pubblica accompagnata da una politica monetaria accomodante espansione  monetaria, possa causare inflazione. L’argomentazione monetarista chiama in causa il
produce effetti  espansivi sul reddito perché la politica monetaria espansiva consente di evitare l'aumento fenomeno dello spiazzamento  (crowding out). 
del tasso di interesse  associato a un aumento della spesa pubblica e limita così l'effetto di spiazzamento Dunque si immagini che abbia luogo un incremento di spesa pubblica, finanziato in deficit, senza che
della spesa pubblica ai danni della  domanda privata.  aumenti l’offerta  di moneta, tutto ciò determina un aumento del tasso di equilibrio. 
Bisogna fare attenzione a: Questo innalzamento del tasso di interesse porterà le imprese private a ridurre la domanda di investimento.
• Questo risultato vale soltanto nel caso che il reddito di equilibrio sia inferiore a quello di pieno Ecco  quindi che un aumento di una componente della domanda aggregata ( spesa pubblica ) determina una
impiego (in  caso contrario, anche secondo i keynesiani, un aumento di spesa pubblica, diminuzione di  un’altra componente di domanda aggregata (investimenti fissi delle imprese). 
comunque sia finanziata, è  destinata a tradursi in un aumento dei prezzi senza effetto sul Viceversa, se la politica fiscale espansiva è accompagnata da un aumento di offerta di moneta,
livello del reddito);  quest’ultimo  contrasterà l’iniziale tendenza all'innalzamento del tasso di interesse e perciò non
• La modalità di finanziamento della spesa pubblica è rilevante sugli effetti del reddito di equilibrio darà luogo al fenomeno dello  spiazzamento, in quanto la domanda aggregata aumenta e
di breve  periodo e non tiene in considerazione valutazioni di vincolo di bilancio inter questo provoca le tensioni inflazionistiche. Perciò il vero responsabile dell’inflazione non è
temporali.  l’aumento della spesa pubblica, bensì l’aumento dell’offerta di  moneta. 
CAPITOLO 19   14. Descrivete I benefici e i costi dell’inflazione e la spiegazione fornita dalla teoria della “scuola
10. Illustrate i canali o fonti della base monetaria. Descrivete i moltiplicatori della base della spinta da costi”.  
monetaria  fornendone anche una spiegazione economica.   L’inflazione è una situazione caratterizzata da un aumento continuo e
L’emissione della base monetaria da parte della banca centrale, configura le cosiddette fonti di generalizzato del livello dei prezzi. L’inflazione può’ generare sia dei benefici
creazione della base  monetaria. I canali utilizzabili per creare base monetaria sono:  che dei costi. 
- i finanziamenti al tesoro: questa fonte di creazione della base monetaria non è altro che la Innanzitutto, l’inflazione comporta un costo generalizzato configurandosi dunque come
monetizzazione della  spesa pubblica. Le banche centrali emettono carta moneta per coprire le un'efficienza di ordine macroeconomico.
spese dei rispettivi governi (ministeri del  tesoro).  I costi dell’inflazione sono solitamente divisi in due ordini: 
Questa fonte di creazione non è altro che la monetizzazione della spesa pubblica.  • i costi comportati da un’inflazione prevista; 
Tale aspetto è controllato dalle disposizioni che Regolano i rapporti tra autorità monetarie ed autorità di • i costi di un’inflazione non prevista. 
governo. *in Italia fino al 1981 tale potere era nelle mani del governo. Infatti la Banca d’Italia era tenuta Nel caso di un’inflazione prevista gli operatori prenderanno determinate decisioni per cui gli effetti
a finanziare con  emissione di moneta fino al 14% delle spese correnti del Tesoro ma doveva anche negativi sul benessere degli individui saranno limitati, nel caso invece di un’inflazione non prevista, gli
acquistare tutti i titoli del debito  pubblico che il tesoro non fosse riuscito a collocare sul mercato. operatori si troveranno al  di fuori della situazione per loro ottimale, ovvero si trovano ad aver fatto
L’acquisto obbligatorio dei titoli di debito da parte  della banca centrale fu abrogato con la legge scelte differenti rispetto a quelle che  avrebbero fatto se l’inflazione fosse stata prevista. 
Andretta con cui venne riconosciuta alla banca d’italia una autonomia   maggiore di quella a disposizione Per cui questi costi potranno avere ripercussioni nel modo in cui si ripartisce il reddito tra salari, profitti
della banca centrale. L’obbligo di anticipazione di emissione di BM al 14% delle  spese correnti fu e rendite, e anche nelle relazioni internazionali di un sistema economico. 
abrogato nel 1993;  Per quanto riguarda i benefici, l’inflazione consente di conseguire rilevanti redistribuzioni di
- i finanziamenti alle banche: le banche centrali emettono base monetaria per rispondere alle richieste di   reddito, in particolare risulta benefica per chi si trova in posizione debitoria, poiché quest’ultimo
finanziamento delle banche e delle aziende di credito. Tale attività è regolamentata dalle banche centrali restituirà una somma che, a causa dell’inflazione, risulterà meno onerosa. L'inflazione inoltre rende
stesse. Le  aziende di credito possono, quindi, rivolgersi alle banche centrali per ottenere liquidità, nel meno oneroso il debito pubblico. La scuola della spinta da costi parte da tre ipotesi fondamentali.  
caso ne abbiano bisogno,  cedendo eventuali titoli di credito che vantano verso terzi;  In primo luogo i mercati dei beni sono non concorrenziali quindi il prezzo viene fissato dalle
- i finanziamenti al settore estero: le banche centrali emettono base monetaria per far fronte alle richieste di imprese price maker; in secondo luogo le imprese nel fissare i prezzi dei loro prodotti seguono
cambiare  la moneta domestica contro valute estere o viceversa.  regole soddisfacenti piuttosto che criteri massimizzanti; 
-operazioni di mercato aperto: rappresentano il canale di creazione di base monetaria ed infine chi sostiene che l’inflazione sia spinta dai costi, ipotizza che le imprese nel fissare i prezzi dei loro
quantitativamente più  importante. Le banche centrali possono emettere base monetaria in prodotti,  calcolino il costo medio di produzione di ogni unità di bene aggiungendo un margine di profitto
contropartita all’acquisto di titoli finanziari  esistenti sui mercati finanziari. Se la banca centrale (regola del mark-up).  Le cause principali dell’inflazione secondo la scuola della spinta da costi sono:
acquista titoli crea base monetaria; se invece l’istituto centrale   vende sui mercati finanziari titoli l’aumento dei margini di profitto  cercati dalle imprese e l’aumento dei costi medi di produzione.  
riceve in contropartita moneta legale e quindi distrugge base monetaria. La relazione tra i diversi L’aumento del margine di profitto ha come scopo quello di accaparrarsi una maggiore quota del reddito,
aggregati monetari dà luogo al modello di moltiplicazione della base monetaria. I depositi   bancari e la mentre  l’aumento del costo medio di produzione dipende dal costo dei fattori produttivi e dalla tecnologia.
moneta risultano multipli della base monetaria; i coefficienti che legano base monetaria da un lato e   I fattori produttivi  che vengono presi in considerazione sono le materie prime e il lavoro e i loro rispettivi
depositi bancari o moneta dall’altro, prendono il nome di moltiplicatori.  costi.  CAPITOLO 21  
11. Illustrate che relazione esiste tra base monetaria e moneta; attraverso quali strumenti di 15. La curva di Phillips:  
politica  economica è possibile controllare la quantità di moneta.   Phillips osservò che la relazione tra tasso di disoccupazione e il tasso di variazione dei salari era di segni
Quando parliamo di moneta facciamo riferimento all’insieme di mezzi di pagamento a disposizione di una negativo, e  che, nel campione temporale da lui considerato, tale rapporto era stabile.  
collettività.  La moneta assolve a tre funzioni:   Essa è una curva che lega il tasso di disoccupazione e il tasso di variazione dei salari. 
• è un un’unita di conto (cioè i prezzi di tutti i beni u= tasso di disoccupazione  
vengono espressi in unità di moneta); • è mezzo di W= variazione percentuale dei salari nominali. 
pagamento (cioè viene utilizzata durante gli scambi Il legame di segno negativo fra u e W sta ad indicare che per valori di disoccupazione sempre più crescerti, 
economici);  corrispondono via via valori di W sempre più decrescenti. Inoltre si nota che la curva non è lineare, bensì
• è riserva di valore (cioè viene impiegata come strumento di investimento).   convessa: a  incrementi successivi di u corrispondono decrementi di W.  
La base monetaria è l’insieme delle banconote e delle monete metalliche stampate dagli istituti che La curva interseca l'asse orizzontale in corrispondenza di un valore del tasso di disoccupazione (u)
hanno questa  potestà.   intorno al valore  u0 = 5,5%; ciò vuol dire che per un tasso si disoccupazione intorno al 5,5%, il salario
La base monetaria viene indicata anche come moneta legale, in quanto la due emissione è regolata dalla monetario mostra un tasso di  variazione nullo, ossia i salari nominali rimangono costanti. Se u>u 0 allora
legge. Viene  invece definita moneta (M) la somma della moneta legale detenuta dal pubblico più i depositi il salario cresce, mentre je u<u0 il salario  tende a decrescere. 
dei risparmiatori. In  particolare:  u0 è il tasso di disoccupazione di equilibrio, in sua corrispondenza il salario non si muove. È possibile notare
• Con M0 si indica l’insieme delle banconote e monete in circolazione. Quest’insieme coincide con come  non si osservi mai un valore del tasso di disoccupazione inferiore allo 0,8%, in corrispondenza di tale
la base  monetaria in mano al pubblico (BPM);  valore, la curva  di Phillips tende ad avere un asintoto verticale. Inoltre, non di osserva mai un tasso di
• Con M1 si indica la somma tra M0 e l’insieme dei variazione del salario nominale  (W) inferiore a -1%; quindi un asintoto orizzontale della curva di Phillips, a
depositi bancari (o in conto corrente); • Con M2 si cui la curva tende per valori elevati di u.  Ad alti tassi o inflazione si accompagnano bassi tassi di
indica la somma tra M1 e tutti gli altri depositi bancari a disoccupazione e, al contrario, ad alti tassi di disoccupazione  si associano bassi tassi di inflazione (o
breve termine;  deflazione). 
• Con M3 si indica la somma tra M2, le quote e le partecipazioni in fondi comuni monetari e le 16. Illustrate la spiegazione teorica di Lipsey  
obbligazioni  con scadenza originaria fino a 2 anni ( anche i titoli come i BOT).  Lipsey osservò che la relazione trovata da Phillips era una relazione ovvia, poiché non faceva altro che
Pertanto, passando da M0 a M1, e poi da M2 a M3, si prendono in considerazione aggregati via via più descrivere  l’aggiustamento walrasiano del mercato del lavoro verso l’equilibrio. Se il mercato si aggiusta
ampi.  Dal punto di vista analitico, la base monetaria può essere detenuta dal pubblico (BMP) o dalle secondo il meccanismo  walrasiano vuol dire che in presenza di eccesso di domanda il prezzo del bene (in
banche (BMB) quindi  avremo BM= BMP+BMB.  questo caso il salario poiche il bene  in questione è il lavoro) cresce, mentre in presenza di eccesso di offerta
il prezzo del bene diminuisce;  Pertanto in presenza di eccesso di offerta del lavoro il salario tende a
La moneta consiste nella somma tra base monetaria in mano al pubblico e depositi quindi M= BMP +D.
diminuire, mentre in presenza di eccesso di  domanda di lavoro il salario tende ad innalzarsi. 
Tra la base monetaria e la moneta si instaura una relazione rappresentata dal moltiplicatore monetario.
Il prezzo del bene non si muove se il mercato è in equilibrio (punto E). Adesso nel punto E non vi è
Questo  moltiplicatore viene espresso come un rapporto tra l’offerta di moneta e base monetaria e, in tutte
disoccupazione,  nella curva di Phillips però nel punto dove i salari non si muovono, si osserva un tasso
le economie,  questo ha un valore superiore a 1. Ciò significa che l’offerta di moneta è maggiore della base
positivo di disoccupazione (5- 6%). L’offerta di lavoro (N S) è data dalla somma tra lavoratori occupati (N *) e disoccupati (U).
monetaria. Il motivo per cui la moneta è un multiplo della base monetaria può essere spiegato tramite un S * S D
Pertanto: N =N +V. Il punto di equilibrio del mercato del lavoro è quello nel quale vale N =N cioè U=V. 
esempio: La banca centrale stampa una banconota e la fa entrare in circolazione (crea la base monetaria).
Questa banconota  circola, fino a che non verrà depositata da un risparmiatore presso una banca. In tale Quindi nel punto di equilibrio del mercato del lavoro, non è vero che vi siano disoccupati: vi sono un
momento il risparmiatore  percepisce il suo deposito come strumento di pagamento, cioè come moneta a numero di disoccupati pari al numero di posti vacanti (disoccupazione frizionale: dovuta a frizioni sul
sua disposizione. A sua volta la banca  utilizzerà il denaro depositato per concedere crediti a qualche mercato del lavoro, ossia all’impossibilità di trovare immediatamente corrispondenza tra posti vacanti e
operatore. Una volta decisa la quantità di base  monetaria è possibile controllare la quantità di moneta lavoratori in cerca di lavoro). 
attraverso alcuni strumenti, tra cui:  Sia Lipsey che Phillips ritengono che sia legittimo assumere prezzi costanti.  
• il coefficiente di riserva obbligatoria, che determina l’entità delle riserve obbligatorie che le banche 17. Illustrate la critica di Friedman all’originaria curva di Phillips sia nel caso delle aspettative
devono  garantire alla Banca Centrale;  statiche che nel caso delle aspettative dinamiche.  
Friedman sostiene che l’errore fondamentale della curva di Phillips, risiede nel confondere il salario
• i tassi di interesse, che rappresentano i tassi d’interesse applicati dalla banca centrale a
nominale con il salario reale e nel non considerare l’effetto che l’inflazione esercita sulle aspettative
particolari operazioni. La politica monetaria ha poi dato vita ad altri strumenti, tra cui: 
d’inflazione. Secondo Friedman è ingiustificato ritenere valida l’ipotesi dei prezzi costanti e sia la domanda
• il massimale sugli impieghi; i vincoli di portafoglio; la posizione netta sull’estero.  sia l’offerta di lavoro dipendono dal salario reale; tuttavia, vi è un asimmetria tra il lato delle imprese e il lato
CAPITOLO 20   dei lavoratori: le imprese possono osservare e conoscere i prezzi dei beni meglio di quanto possano fare i
12. Illustrate la teoria quantitativa della moneta e le indicazioni di politica economica lavoratori. Pertanto, il salario rilevante per le imprese sarà W/P mentre tre per i lavoratori sarà W/ P e, dove
derivanti.  La teoria quantitativa della moneta viene utilizzata per spiegare i fenomeni Peindica il livello atteso dei prezzi Friedman accetta l’ipotesi che vi posso essere una relazione tra variazione
inflazionistici. Il punto di partenza di  questa elaborazione teorica è un’identità, nota come dei salari (w) e tasso di disoccupazione (u), ma il salario rilevante è quello   reale. Quindi la corretta
equazione degli scambi, Mv = Py.   equazione della curva di Phillips è: (W/ Pe)= f(u) + Pe  
Dove Py esprime il valore nominale della produzione, mentre Mv rappresenta il valore nominale degli
acquisti,  ovvero il prodotto tra la moneta M e la sua velocità di circolazione v. Per tanto tale equazione,
Tale curva viene chiamata curva di Phillips aumentata con le aspettative o curva di Phillips alla quindi C.  Pertanto gli effetti espansivi si impatto sul reddito esercitati da una politica fiscale espansiva con
Friedman. Non esiste un’unica curva che lega il tasso di variazione dei salari nominali (W) al tasso di cambi fissi e capitali 
disoccupazione (u), bensì  un fascio di curve (ognuna corrispondente ad un diverso livello di inflazione poco mobili vengono ridotti nel lungo periodo. 
attesa), per cui al variare di P e, varia la  relazione tra W e u. A valori via via più elevati di 22. Mostrate che con un sistema di CAMBI FISSI, una POLITICA MONETARIA RESTRITTIVA non è  in grado di
Pecorrispondevano curva più elevate.  contrarre il livello di reddito nel lungo periodo. Mostrate che questa conclusione si ha  QUALSIASI
Consideriamo differenti aspettative di inflazione.  SIA LA MOBILITÀ DEI CAPITALI FINANZIARI.  
• Aspettative statiche significa che i lavoratori si attendono per il periodo t lo stesso valore della In seguito ad una politica monetaria restrittiva: la curva LM si sposta verso sinistra (da LM a LM’) in
variabile  realizzato ed osservato nel periodo precedente,  entrambi i casi  (grafici a, b), in quanto diminuisce il reddito e aumenta il tasso d'interesse. Riguardo
• Secondo l’ipotesi di aspettative razionali il mondo è soggetto a eventi stocastici non prevedibili ma gli l'esito dei conti con l'estero: la  diminuzione del reddito porta al miglioramento delle partite correnti,
agenti  utilizzano tutte le informazioni a loro disposizione per elaborare aspettative sulle variabili l'aumento del tasso d'interesse porta al 
rilevanti. Alla luce  di ciò si può dedurre che le autorità di politica economica riusciranno a ridurre miglioramento del saldo dei movimenti di capitali finanziari, quindi l'esito della bilancia dei pagamenti
il tasso di disoccupazione  soltanto se riusciranno a cogliere di sorpresa gli agenti.  sarà positivo.  Avremo quindi un nuovo equilibrio IS-LM di breve periodo (punto b), che si trova al di sopra
L’unico strumento efficace nel ridurre il tasso di disoccupazione al di sotto del suo valore di equilibrio Della BdP (sia in caso di capitali poco mobili che molto mobili), quindi rappresenta un avanzo della BdP;
sono le  sorprese inflazionistiche. Tuttavia, l’efficacia dei provvedimenti è destinata ad avere durata tale, punto,  pero, non è la posizione finale del sistema economico, in quanto disequilibrio dei conti con
limitata perché gli agenti si renderanno subito conto di essere stati vittime di una sorpresa e rivedranno l'estero, pur essendo  sostenibile nel breve periodo, mette in atto i meccanismi di aggiustamento
le proprie aspettative, rendendo così  inefficaci le politiche economiche.  automatico; in un regime di cambi fissi, a  causa dell' avanzo, viene creata base monetaria; l'avanzo e la
CAPITOLO 23  conseguente creazione di BM fanno spostare la LM  verso destra (da LM’ a LM’’), quindi la LM inizia a
18. Illustrate cos’è la bilancia dei pagamenti e attraverso quali strumenti l’autorità di politica economica tornare indietro ferme restando la IS e la BP. Tali spostamenti  proseguiranno finchè non si raggiunge
può influenzare l’esito.   l’equilibrio dei conti con l'estero, cioe finche non si torna al punto di partenza   inziale (punto a=c, nei du4
grafici). 
La bilancia dei pagamenti è un documento contabile, redatto dalla Banca d’Italia, che registra gli scambi
economici  che intercorrono, in un certo lasso di tempo, tra i residenti in un Paese e i residenti nel resto In conclusione, l'effetto restrittivo della politica monetaria viene così annullato del lungo periodo, dalla
del mondo.  Gli elementi che caratterizzano questa regola sono:  creazione di  BM causata dall' avanzo della BdP, qualunque sia il grado di mobilità dei capitali finanziari.
La politica monetaria in  un regime di cambi fissi è totalmente inefficace nel lungo periodo e può avere
• La BdP è un conto, ciò vuol dire che viene tenuta secondo le regole della partita doppia,
effetti soltanto transitori. 
confrontando un  insieme di voci attive (vendite) con un insieme di voci passive (acquisti);
24. Mostrate gli effetti di breve e lungo periodo di una POLITICA FISCALE
• La BdP registra gli scambi economici; 
ESPANSIVA in  un’economia con un sistema di CAMBI FISSI ed ELEVATA
• La BdP va sempre riferita ad un arco temporale e quindi vengono utilizzate grandezze di flusso (un
MOBILITÀ DEI CAPITALI  FINANZIARI nella quale gli investimenti non sono
mese, tre  mesi, un anno). 
sensibili al tassi di interesse.  
Le sezioni principali della bilancia dei pagamenti sono due:  In seguito ad una politica fiscale espansiva: la curva IS si sposta verso (da IS a IS’), in quatto aumenta sia il
• La sezione delle partite correnti, che registra lo scambio di beni e servizi, nonché i trasferimenti reddito  sia il tasso di interesse. Per quanto riguarda l'esito del conti con l'estero non è scontato: l'aumento
unilaterali (es. rimesse, donazioni);  del reddito porta  al peggioramento delle partite correnti, l’aumento del tasso di interesse porta al
• La bilancia dei movimenti dei capitali finanziari, che registra lo scambio di attività e passività miglioramento del saldo del  movimenti di capitali finanziari. Ma in questo caso di capitali molto mobili
finanziarie.  Questa variabile dipende dal tasso di interesse domestico.  prevale il saldo dei momenti di capitali  finanziari. Il nuovo equilibrio di breve periodo sarà nel punto B, che si
La somma algebrica delle due sezioni corrisponde all’esito della BdP, che eguaglia, in prima trova al di sopra della BP e perciò corrisponde  ad un avanzo nella bilancia dei pagamenti. Tale punto, però,
approssimazione, anche  il complessivo afflusso di valuta dall’estero (se l’esito è di attivo), o il deflusso di non è la posizione finale del sistema economico, in  quanto il disequilibrio dei conti con l’estero, pur essendo
valuta (se l’esito è di passivo). Avremo quindi: BP = PC + SMKF.   sostenibile nel breve periodo, mente in atto i meccanismi di  aggiustamento automatico; poiché ci troviamo
BP: esito economico complessivo della BdP;  in un regime di cambi fissi, se c'è un avanzo della BdP, si genera BM (ciò equivale ad una politica monetaria
PC: esito partite correnti;  espansiva, che porta, nel lungo periodo all'alimento del reddito e alla   diminuzione del tasso d'interesse);
SMKF: esito dei movimenti dei capitali finanziari.  l'avanzo e la conseguente creazione di BM fanno spostare la LM verso destra (da  LM a LM’’); gli spostamenti
Ciò che risulta da tale somma può rappresentare un avanzo, un equilibrio o un disavanzo, a seconda continuano finché non si raggiunge l'equilibrio dei conti con l'estero (punto D, grafico b),  che rappresenta
della domma  algebrica degli esiti delle due sezioni.Se entrambe le sezioni sono in pareggio allora si l'equilibrio di lungo periodo. In conclusione, in un regime di cambi fissi, l'effetto espansivo sul reddito  di una
dice che la bilancia dei  pagamenti è in situazione di “pieno equilibrio”.  politica fiscale espansiva è esaltato nel lungo periodo se i capitali sono molto mobili.
Gli strumenti attraverso i quali l’autorità di politica 25. Analizzate un’economia, con un sistema di CAMBI FLESSIBILI ed ELEVATA MOBILITÀ DEI  CAPITALI
economica può influenzare l’esito sono: • Assenza di FINANZIARI, nella quale la domanda di moneta speculativa non è sensibile al tasso
strozzature:   d’interesse. Analizzate, sotto queste ipotesi, gli effetti di breve e lungo periodo, di una
la svalutazione della moneta riesce a migliorare le partite correnti soltanto se l’apparato produttivo POLITICA  FISCALE ESPANSIVA.  
dell’economia  domestica non è soggetto a “strozzature” tali da rendere l’economia non in grado di Data l'alta mobilità di capitali, l'equilibrio dei conti con l’estero presenta una curva BP piuttosto piatta (poù
produrre beni per soddisfare la  domanda estera;  piatta  della LM). In seguito ad una politica fiscale espansiva: la curva IS si sposta verso destra (da IS IS’ ), in
• L’effetto Pass-through:   quanto avremo  un aumento del reddito e un aumento del tasso di interesse; circa l'esito dei conti con
l'estero non è scontato:  l'aumento del reddito porta al peggioramento delle partite correnti, l'aumento del
una svalutazione della moneta domestica si deve trascrivere in una maggior competitività di
tasso di interesse porta al  miglioramento del saldo del movimenti di capitali finanziari. Ma in questo caso di
prezzo avvertita dai  consumatori finali, e non in un maggiore profitto per gli intermediari
capitali moto mobili prevale il  saldo di capitali finanziari piuttosto che quello delle partite correnti. A seguito
finanziari; 
dello spostamento della curva da IS a  IS’ ci troveremo nel pinto B, che rappresenta l'equilibrio di breve
• Le aspettative di svalutazione: 
periodo e si troverà al di sopra della BP e perciò corrisponde ad un avanzo nella BdP dovuto all' aumento del
 attese di svalutazione futura fanno sì che agli operatori nazionali convenga accelerare il più possibile i tasso d'interesse; tale avanzo mette in atto i  meccanismi di aggiustamento automatico; poiche ci troviamo
pagamenti che  devono effettuare all’estero e ritardare gli incassi che devono ricevere dall’estero, per il fatto in un regime di cambi flessibili, il tasso di cambio si  apprezza a seguito dell'avanzo della BdP. Questo
che in futuro le valute  estere valgano di più rispetto alla moneta nazionale. Questo comportamento, noto apprezzamento fa spostare verso sinistra sia la curva IS (da IS’ a  IS’’) a causa di una perdita di prezzo del
come leads and lags, porta a  peggiorare l’esito delle partite correnti, giacché vengono anticipati i pagamenti prodotto nazionale e quindi la domanda autonoma si contrae, sia la curva   BP (da BP a BP”). Gli spostamenti
verso l’estero e posticipati gli incassi  che provengono dall’estero;  delle due curve (IS e BP) verso sinistra proseguono fin a quando su tutti e 3 i   mercati non si raggiunge
• Effetto J: {prossima domanda n.19};  simultaneamente l'equilibrio (punto D); dove tale punto rappresenta l'equilibrio di lungo   periodo. L'effetto
• La condizione di Marshall-Lerner:   di impatto, ottenuto dalla politica fiscale espansiva, cioè innalzare sia il reddito sia il tasso   d'interesse, viene
questa pre-condizione richiede che le importazioni e le esportazioni siano sufficientemente attenuato i meccanismi di aggiustamento automatico che si mettono in opera a seguito dell'avanzo  
reattive al tasso di  cambio, affinché una svalutazione (o deprezzamento) del tasso di cambio registrato in BdP. 
migliori l’esito delle partite correnti. In  particolare, se si parte da una situazione di pareggio dei In un regime di cambi flessibili, gli effetti espansivi di una politica fiscale espansiva saranno esaltati nel
conti con l’estero, una svalutazione conduce a un  miglioramento dell’esito delle partite correnti lungo periodo qualora i capitali finanziari siano poco mobili, mentre saranno attenuati nel caso di elevata
se, e solo se, la somma delle elasticità in valore assoluto delle  importazioni e delle esportazioni mobilità dei capitali finanziari. 
al tasso di cambio è maggiore di uno: (| EpslonM| + | Epslon X| ) > 1.   19. Illustrate l’effetto J e le 26. Modello IS-LM-BP:  
sue implicazioni per la politica economica:  Il modello IS-LM-BP è l’evoluzione del modello IS-LM: 
L’effetto J rientra tra le cinque precondizioni necessarie affinché la manovra per la variazione del tasso di • il modello IS dimostra tutte le combinazioni fra tassi di interesse e reddito
cambio sia  efficacie. Supponiamo che al tempo t0 la moneta domestica venga svalutata (per esempio compatibili sul mercato dei beni e dei servizi e ottiene l’equilibrio in un
perché si vuole migliorare  l’esito delle partite correnti). Le quantità fisiche di beni importati ed esportati, breve periodo; 
per adeguarsi alle nuove condizioni di  prezzo, hanno bisogno di tempo (non si modificano
• il modello LM dimostra tutte le combinazioni fra tassi di interesse e reddito
istantaneamente). Al contrario, nell’immediato, il valore delle  esportazioni cala, proprio perché il tasso di
compatibili sul mercato della moneta e ottiene l’equilibrio nel breve periodo; 
cambio è diminuito a seguito della svalutazione. Pertanto, una decisione  di svalutazione riduce
• il modello BP dimostra tutte le combinazioni fra tassi di interesse e reddito
immediatamente il valore delle importazioni; questo dà luogo ad un’immediata riduzione del   valore delle
compatibili sull’equilibrio dei conti con l’estero e ammette disequilibri nel
partite correnti, che inizieranno a migliorare solo a seguito del graduale riaggiustamento delle quantità  
breve periodo, poiché ha bisogno di politiche di lungo periodo per essere
fisiche ai nuovi valori di prezzo. Se valgono le condizioni di Marshall-Lerner, alla fine si otterrà il
equilibrato. 
miglioramento delle  partite correnti. Il temporaneo peggioramento che intercorre tra t 0 e t1 prende il
nome di effetto J. Si stima che il  periodo tra t0 e t1 possa durare alcuni mesi (tra 5 e 8). Per osservare i Ogni politica economica apporta effetti diversi in base al livello di mobilità di capitali finanziari e in
risultati dell’azione della politica economica è  necessario aspettare un po' di tempo. Se per impazienza, le base al tasso di  cambio (fisso o variabile). 
autorità di politica economica, dopo aver svalutato la  moneta e osservato tra t 0 e t1 non un miglioramento ●Cambi variabili:  
bensì un peggioramento delle partite correnti, procedessero ad un ulteriore svalutazione, genererebbero  politica fiscale: una politica fiscale espansiva genera un aumento del reddito di equilibrio e del tasso di
una “rincorsa” di effetti J (secondo grafico) senza ottenere il risultato desiderato. In questo caso ci sarebbe interesse ma  nella BP la situazione non è così scontata perché si ottiene un calo delle partite correnti e un
un evidente conflitto tra obiettivo e risultato della politica economica.  aumento del saldo di  movimenti di capitali finanziari, bisogna vedere quale delle due variazioni ha la
meglio e la situazione è differente in  base alla mobilità di capitali: 
CAPITOLO 24   - capitali molto mobili (curva BP piatta): prevale l’aumento del saldo dei capitali per cui il
20. Considerate un’economie aperta con CAMBI FLESSIBILI, e caratterizzata da una BASSA  MOBILITÀ DEI saldo è della BP è in  surplus causando un apprezzamento del cambio che sposta verso
CAPITALI FINANZIARI. Analizzate avvalendosi del modello IS-LM-BP gli effetti  di impatto è gli effetti sinistra la curva BP; 
di lungo periodo, su quest’ultima economia, di una POLITICA ECONOMICA  che consiste in un - capitali poco mobili (curva BP ripida): prevale il calo delle partite correnti per cui il saldo è in
aumento delle imposte.   deficit e il tasso di  cambio si svaluta causando uno spostamento verso destra della curva BP. 
Partendo da una situazione di equilibrio nel punto A, un aumento delle imposte equivale a una politica - Nel caso limite in cui i capitali sono in perfetta mobilità la politica fiscale espansiva è inefficace.   Politica
fiscale  espansiva. Quest’ultima comporta un aumento del tasso d’interesse che determina un nuovo monetaria: una politica monetaria espansiva genera un aumento del reddito di equilibrio e un calo del
equilibrio tra il mercato  dei beni e il mercato della moneta (punto B). L’effetto d’impatto di una politica tasso  di interesse, per quanto riguarda la BP, l’esito è assicurato, peggiorano le partite correnti e anche il
fiscale espansiva è un aumento del  reddito y e del tasso d’interesse r. Nei conti con l’estero l’aumento di y saldo della  mobilità di capitali per cui si va in deficit e la moneta si svaluta, apportando dei miglioramenti
causa un peggioramento delle partite correnti,  mentre un aumento di r causa un miglioramento del saldo nelle esportazioni e  quindi la BP si sposta verso destra. 
dei movimenti dei capitali finanziari. Nel punto B non  siamo in equilibrio con i conti con l’estero perché si ●Cambi fissi: 
azionano movimenti di aggiustamento automatico; poiché siamo  in un regime di cambi flessibili il tasso di  politica fiscale: in caso di politica fiscale espansiva c’è un aumento del reddito e del tasso di interesse
cambio di deprezza a seguito di un disavanzo nella bilancia dei pagamenti. Il  deprezzamento comporta che causando un  peggioramento delle partite correnti e un miglioramento del saldo dei movimenti capitali -
la curva IS si sposta verso destra e la BP anche. Nel punto C c’è l’equilibrio di lungo  periodo caratterizzato Capitali molto mobili: prevale l’attivo di capitali per cui c’è attivo nella bilancia dei pagamenti e la curva
da un maggiore reddito e tasso di interesse.  LM si  sposta verso destra perché si crea base monetaria; 
21. Valutate gli effetti di breve e lungo periodo in un sistema di CAMBI FISSI e CAPITALI POCO - Capitali poco mobili: prevale il deficit delle partite correnti per cui la bilancia dei pagamenti
MOBILI a seguito di un aumento delle imposte.   va in passivo e si  distrugge base monetaria: la LM si sposta verso sinistra; 
Consideriamo un’economia aperta che parte da una situazione di equilibrio su tutte e tre i mercati (curva  politica monetaria: in caso di politica monetaria espansiva si ha un aumento del reddito e una diminuzione
IS-LM-BP).  Un aumento delle imposte determina una politica fiscale espansiva per cui la curva IS si sposta del tasso  di interesse per cui si peggiorano sia le partite correnti che il saldo dei capitali finanziari causando
verso destra e  l’equilibrio si troverà nel punto B, dove sono in equilibrio il mercato dei beni e quello della sempre un deficit e  quindi distruzione di base monetaria: LM si sposta verso sinistra dimostrando che
moneta. L’effetto  d’impatto è un aumento del reddito e del tasso di interesse. Per quanto riguarda i conti questa politica è inefficace nel  lungo periodo. 
con l’estero si determina un  peggioramento delle partite correnti e un miglioramento del saldo dei
CAPITOLO 25  
movimenti dei capitali finanziari. In caso di  poca mobilità dei capitali finanziari l’equilibrio di breve periodo
27. Modello di Solow:  
(punto B) si trova al di sotto della curva BP. Il punto  B non può rappresentare la posizione finale
È il più noto modello di crescita neoclassico. L’obiettivo di Solow era quello di superare l’instabilità
d’equilibrio, in quanto il disequilibrio con i conti con l’estero mette in atto   meccanismi di aggiustamento
del modello di  Harrod-Domar, inserendo l’ipotesi di sostituibilità fra i fattori produttivi (ossia capitale
automatico. In questo caso c’è un disavanzo della bilancia dei pagamenti e quindi si   distrugge base
e lavoro). In altra parole, la sostituibilità di questi ultimi fa si che il rapporto capitale-prodotto si
monetaria. Questo effetto si ripercuote sulla curva LM che si sposterà verso sinistra determinando un  
muova in maniera tale da  garantire endogeneamente l’uguaglianza tra tasso di crescita di equilibrio
abbassamento del reddito nel lungo periodo e un aumento del tasso di interesse. Gli spostamenti della LM
macroeconomico e tasso di crescita  naturale. 
continuano finché i conti con l’estero non tornano in equilibrio. Il punto di equilibrio di lungo periodo sarà
Le caratteristiche del modello sono le seguenti: 
• Mostra che esiste un sentiero di convergenza (steady state) raggiunto il quale, il reddito pro capite
cresce a  un tasso pari al tasso di crescita delle conoscenze tecniche; 
In altre parole il sentiero di crescita di equilibrio esiste, è stabile e viene raggiunto automaticamente da
forze  di mercato tipiche di perfetta concorrenza; 
• Tuttavia, se non vi fosse un aumento delle conoscenze tecniche (g=0), non ci potrebbe essere una
crescita  del reddito pro capite;  
• Quanto più alta è la propensione al risparmio, tanto maggiore sarà il livello di reddito di steady
state a cui  l’economia converge; 
• Quanto maggiore è il tasso di crescita demografica, tanto minore sarà il livello di stato stazionario
a cui il  sistema economico converge. 
A partire da queste caratteristiche si capisce che uno stimolo della propensione al risparmio e una politica
demografica volta a contenere l’aumento della popolazione hanno effetti positivi sul livello del reddito di
stato  stazionario a cui si converge. Una volta raggiunto lo stato stazionario il tasso di crescita sarà pari alla
variabile  esogena dell’aumento delle conoscenze tecniche, riguardo cui Solow non investiga le
determinanti, lasciando questo  compito ai modelli di crescita endogena. 
Secondo queste osservazioni possiamo trarre quindi risultati e limiti. 
Il principale limite di questa teoria è l’esogeneità del tasso di crescita della produttività; un altro è
l’esauribilità della  crescita, infatti, una volta raggiunto lo steady-state, non vi può essere crescita a meno
che non vi sia crescita esogena  di un aggregati esterno; 
Risultati: il saggio di risparmio di un’economia non influenza il tasso di crescita dell’economia stessa ma
solo il livello  di reddito di equilibrio; 
Una volta raggiunto l’equilibrio, il reddito pro-capite cresce ad un tasso costante pari al
tasso di crescita del progresso tecnico; 
Ne deriva che, in stato stazionario, la crescita è determinata dalla dinamica demografica e, soprattutto, dal
progresso  tecnico e non dal tasso fisso risparmio. 
28. Modello di Harrod-Domar: 
Il modello di Harrod e Domar si estende al modello keynesiano conducendo analisi riguardo il lungo
periodo. Il  punto centrale dell’impatto teorico è rappresentato dal fatto che non vi è alcun motivo per cui il
tasso di crescita che  garantisce l’equilibrio macroeconomico debba coincidere con quello che garantisce il
pieno impiego e non vi è alcun  meccanismo automatico che porti questi due tassi ad eguagliarsi.  
Questo modello può essere spiegato a partire da 3 equazioni: 
• La prima si riferisce alla tecnologia ed ipotizza che essa sia a coefficienti fissi; in particolare che
vi sia un  rapporto costante tra stock di capitale e ammontare di produzione, K t / Yt=v ,
con v=0. 
(t indica il modello temporale). Tale rapporto può essere visto come una funzione di produzione in cui
l’unico  input è il capitale: Yt =(1/v) Kt; 
• La seconda equazione descrive i comportamenti di consumo e di conseguenza anche quelli di
risparmio dell’economia. Si assume, in un'ottica keynesiana, che il risparmio sia una
frazione costante del reddito:  St=sYt , 0<s<1. Dove s rappresenta la propensione
marginale al risparmio; 
• La terza equazione impone l’equilibrio macroeconomico.In un’economia chiusa, l’uguaglianza tra domanda
e offerta aggregata equivale all’uguaglianza tra  investimenti e risparmio programmati: St=It.  
A partire da queste tre equazioni si elabora un’equazione che consente di ottenere il tasso di variazione
percentuale  del reddito, che deve essere compatibile con l’equilibrio macroeconomico e questo tasso viene
chiamato tasso di  crescita garantito (g w). Da questo tasso si può derivare un altro tasso di crescita, chiamato
tasso di crescita naturale  (gn) e dato dalla somma della crescita della produttività e crescita della forza
lavoro (gn=n+ʎ) e non è  necessariamente compatibile con l’equilibrio macroeconomico. Il problema di
questo modello è dato dal fatto che  gn=gw non si verifica spontaneamente e la disuguaglianza fra le due
genera fenomeni negativi. Il rimedio per ottenere  l’uguaglianza è stato spesso ritrovato in politiche
industriali. L’instabilità nel modello di Harrod-Domar risiede nel  fatto che l’uguaglianza tra gn e gw dà luogo a
fenomeni di divergenza poiché se si investe troppo gli agenti economici   investiranno ancora di più; se si
investe poco gli investitori investiranno ancora di meno. Per tanto è necessario un intervento esogeno che
può essere affidato alla politica economica per realizzare l’uguaglianza tra g n e gw. A tal fine n,  λ, s e v si
possono considerare come variabili piuttosto che come parametri. 
Per influenzare n ci si può avvalere di politiche demografiche o di politiche che incidano
sull’offerta di lavoro. La  variabile λ può essere influenzata tramite l’incentivazione delle attività di
ricerche e sviluppo. La variabile v invece può essere influenzata da politiche industriali selettive ed
infine si potrebbe cercare di  influenzare la variabile s tramite politiche di incentivo al risparmio o
tramite politiche sui tassi di interesse o  sull’efficienza del sistema finanziario. 
29. Modello di Lewis:  
È Un modello detto classico, perché sfrutta tutti gli ingredienti presenti nella visione classica (Smith,
Ricardo , Marx)  proponendo un’interpretazione del processo di sviluppo. 
Il modello di Lewis si fonda su quattro elementi costitutivi: 
1. L'economia è di tipo dualistico, vi sono due settori distinti nel sistema economico: un settore
“tradizionale”  nel quale non vi è accumulazione di capitale ed un settore "capitalistico" nel
quale si procede ad  accumulazione di capitale (agricoltura e industria manifatturiera); 
2. Nel settore tradizionale esiste un' offerta di lavoro illimitata in corrispondenza del salario di sussistenza
(wsuss).  La giustificazione per tale ipotesi è fondata sull'osservazione che in tali settori la produttività
marginale del  lavoro è nulla e quindi si possono allontanare dei lavoratori senza che diminuisca la
produzione. 
3. L'idea che nel settore capitalistico l'accumulazione di capitale consente di aumentare la
produttività del  lavoro. L'offerta di lavoro in tale settore è' infinitamente elastica in
corrispondenza di un livello di salario  wind= (1 + p) wsuss, ipotizzato leggermente superiore
al salario di sussistenza. 
4. La visione che la società è articolata in classi a cui corrisponde una spiegazione sociale della distribuzione
del  reddito, secondo la quale i lavoratori consumano interamente il loro reddito, mentre i capitalisti
investono  l'intero reddito per accumulare nuovo capitale. 
Secondo Lewis la produttività' marginale del lavoro in industria è decrescente per cui un' impresa
domanderà  lavoratori fin quando la produttività' marginale sarà superiore al salario che deve
corrispondere. I lavoratori che sono via via impiegati nell' industria sono sottratti all' agricoltura, senza
causarne perdite grazie alla  produttività marginale nulla: il processo potrà durare infatti fin quando non
sarà possibile trasferire forze lavoro dal  settore tradizionale a quello industriale senza generare una
decurtazione del prodotto tradizionale, dopo aver  raggiunto questo punto, secondo Lewis, ei si dovrà
servire di altri modelli. Si può notare come alla base del modello  c’è il fenomeno di industrializzazione. 
In riferimento a tale grafico, la produttività' marginale del lavoro è rappresentata dalla curva PM 1, l'impresa 
capitalistica domanderà N1 lavoratori. L'impiego di questi ultimi darà luogo a un surplus per i capitalisti pari
all'area AR. I profitti che ne deriveranno saranno tutti re-investiti, per ipotesi, al fine di acquisire nuovi
capitali; così facendo  la dotazione di capitali cresce e la produttività marginale del lavoro risultera
aumentata, ossia la curva di produttività marginale rilevante diventerà PM 2. Nella nuova situazione, la
domanda ottimale di lavoro per le imprese  capitalistiche è N₂ :così facendo vi sarà una produzione
aggiuntiva e un surplus aggiuntivo (AR’) che sarà nuovamente  investito. Come si può notare il processo si
autoalimenta. Il semplice trasferimento di forze lavoro dall' agricoltura   (dove hanno produttività marginale
nulla) all' industria (dove hanno produttività marginale positiva, anche se  decrescente) consente di
aumentare la produzione totale. Accanto all' aumento di produzione il modello prevede  altri fenomeni, il cui
insieme descrive il cosiddetto sviluppo classico.

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