Abbiamo visto obiettivi e strumenti di politica fiscale, effetti in generale, distinto tra obbiettivi generali e specifici e gli strumenti
nell'ambito della progr.economica, accennato ai vincoli europei
Il moltiplicatore della spesa pubblica. dobbiamo a Keynes i concetti chiave della macroeconomia.
-imposizione fiscale, agisce su redditi e su spesa privata, avendo quindi conseguenze su investimenti e su produzione potenziali
-spesa pubblica (politiche tributarie, politiche regionali, politiche del welfare verso cat.svantaggiate, politiche industriali, politiche
della concorrenza, politiche dei settori da regolare in modo diverso come i monopoli naturali)
IL DEF: non è una legge ma vincola l'operato del governo. Va presentato entro il 30 giugno di ogni anno dal governo al
parlamento, che in questo modo conosce le politiche e le strategie finanziarie ed economiche del governo.
Entro il 15 ottobre si presenta invece la Legge di stabilità, che fissa il tetto di indebitamento e introduce le normative in materia di
entrate e di spese.
La programmazione economica consiste nella modifiche di elementi direttamente controllabili dagli operatori: quantità di
moneta, spesa pubblica ecc). I vantaggi sono indipendenza, efficacia e controllabilità.
SEMESTRE EUROPEO:
Il semestre europeo è stato istituito nel 2010 come un ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell'ambito
dell'UE. Rientra nel quadro della governance economica dell'Unione europea.
La base giuridica è il c.d."six-pack"-sei atti legislativi che hanno riformato il patto di stabilità e crescita. Il primo ciclo del semestre
europeo si è svolto nel 2011.
Si concentra sul periodo di sei mesi dall'inizio di ogni anno: serve ad allineare le rispettive politiche economiche e di bilancio agli
obiettivi e alle norme convenuti a livello dell'UE
Il semestre europeo si articola intorno a tre nuclei di coordinamento della politica economica:
•riforme strutturali, con un accento sulla promozione della crescita e dell'occupazione in linea con la strategia Europa 2020
•politiche di bilancio, con l'obiettivo di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche in linea con il patto di stabilità e crescita
•prevenzione degli squilibri macroeconomici eccessivi
Un euro di spesa pubblica risulta essere pari a più di un euro. Perché la spesa pubblica ha effetti moltiplicativi nel sistema.
Questo dipende dal fatto che questa spesa aggiuntiva va a incrementare il livello del reddito dei vari soggetti e tale incremento
determina una reazione a catena e processo moltiplicativo maggiore rispetto alla miccia iniziale.
Y=a+cY+I+(G-T)+X-(d-mY)
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Raggruppo tutti gli elementi indipendenti:
Esso ha un impatto minore rispetto allo stesso moltiplicatore in un economia chiusa, perché grazie all'economia aperta questo
Moltiplicatore va a incrementare la ricchezza di altri paesi.
In caso di variazione delle imposte data la spesa ottengo sempre un effetto moltiplicativo, ma inferiore a quello che ottengo
intervenendo sulla spesa, perché questo viene mediato.
Se io aumento la spesa e finanzio la spesa con un pari aumento delle imposte l'effetto c'è comunque, ma è proporzionale.
Per capirlo io sostituisco DeltaT con DeltaG. Infatti a quel punto le due variazioni arrivano a coincidere. In ogni caso l'effetto
moltiplicativo c'è comunque! Molto interessante
Il caso più comune è fare spesa pubblica senza aumentare le imposte, perché è così che ho i maggiori effetti moltiplicativi. Però
qui si apre un problema rilevante. Se non aumento le imposte dove trovo i soldi per aumentare la spesa pubblica?
Chiedo a prestito. Questo presuppone che dopo aver fatto la spesa io sia in grado di pagare gli interessi. Questo funziona solo se
le mie previsioni di rendimento sono superiori al tasso di interesse. Per farmi prestare soldi emetto titoli di debito pubblico.
Questi fondi li trovo sul mercato del risparmio. I cittadini utilizzano questi risparmi per fare investimenti. Col mercato del
risparmio a causa della maggiore domanda di investimenti pubblici diminuiscono però gli investimenti privati.
Esiste un altro modo: il signoraggio. Io impongo una tassa ai cittadini, una tassa da inflazione. Faccio aumentare l'inflazione nel
sistema e in questo modo finanzio il disavanzo. Se faccio aumentare l'inflazione questo ha un effetto anche sul valore reale della
spesa. Meccanismo perverso: l'inflazione deve aumentare molto se voglio avere un certo vantaggio dal signoraggio.
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Nell'analisi keynesiana l'effetto spiazzamento è quindi poco presente.
All'aumentare del reddito aumenta, nell'analisi keynesiana, aumenta il risparmio. Per stare in equilibrio deve
aumentare gli investimenti.
Ipotesi neoclassica: la domanda di moneta dipende esclusivamente dal tasso di interesse e non dipende dal reddito
(verticalizzazione di LM). Le famiglie cioè agiscono sugli investimenti semplicemente facendo conti matematici su
convenienza o meno, senza badare al loro reddito. Keynes sostiene tutto il contrario (ipotesi LM totalmente
dipendente dal reddito, linea orizzontale).
Se LM è verticale l'effetto spiazzamento è completo e la PF inefficace.
Se LM è orizzontale (Keynes) non c'è effetto spiazzamento e la PF è alla massima efficacia.
È un'ipotesi estrema che una spesa in disavanzo determini un aumento estremo del reddito, perché c'è comunque un
effetto spiazzamento, che probabilmente non sarà completo, ma un maggiore aumento del tasso di interesse si viene
comunque a creare. Alla fine l'effetto complessivo dell'aumento del reddito sarà comunque minore dell'ipotesi
keynesiana.
Ricardo è noto perché si occupava di commercio internazionale ed introduce l'elemento chiave per i mercati
comparati. Cosa c'entra? Qui lo citiamo per un altro motivo. Ricardo sosteneva che l'equivalenza tra variazione delle
imposte e variazione dell'indebitamento non esistesse. Detta meglio: secondo Ricardo era opportuno che gli stati
non aumentassero le imposte per finanziare guerre e che lo facessero invece aumentando l'indebitamento. Questo
perché la collettività non avrebbe considerato equivalenti i due percorsi.
Nel 1970 Roberto Barro dimostra, al contrario, che i concittadini interpretano la spesa pubblica in disavanzo come
imposte future, quindi non è tanto meglio. Alla fine sono considerate equivalenti. In questo modo quel maggior
reddito che ottengo dal disavanzo verrà messo da parte in preparazione al futuro aumento delle imposte.
Aspettative razionali! Il pubblico sa fare i calcoli e capisce che il mancato aumento di imposte attuali si tramuterà in
aumento delle imposte nel futuro. Gli agenti non fanno calcoli sul reddito corrente come pensava Keynes, ma li
fanno sul reddito permanente, o sul reddito che possono ottenere nell'arco di tutta la vita lavorativa. La fluttuazione
del consumo non è strettamente proporzionale alla fluttuazione del reddito, ma le mie decisioni sono ponderate sulla
base del livello medio del reddito nell'arco di tutta la vita. Bisogna fare calcoli. Solo quando il reddito aumenta in
modo permanente c'è un aumento permanente del consumo. Il consumo tende ad essere più stabile nel tempo.
80 euro di Renzi. Ottengo 80 in più in busta paga. Vado subito a spenderli al mercato oppure in base al reddito
permanente faccio un ragionamento di quanto dureranno, di quanto dovrò pagare per l'aumento delle imposte ecc.
Magari 10€ in più li spendo al mercato e gli altri no. Cosa che è avvenuta. Le persone fanno consumi in base al reddito
permanente.
La politica fiscale espansiva è inefficace perché le aspettative razionali sanno che l'aumento delle imposte o della
spesa pubblica viene comunque ripagata in futuro, non fa variare Yp e quindi non fa variare i consumi. La PF è
irrilevante: serve solo a spostare le imposte dal presente al futuro, senza modificare il comportamento delle
famiglie.
L'equivalenza ricardiana sostiene che il tasso d'interesse futuro pagato dallo stato sarà uguale al tasso di interesse
futuro pagato dal privato. In realtà l'equivalenza ricardiana ha come limite il considerare equivalente gli interessi
privati e quelli pubblici. Il settore privato, tramite lo stato, potrebbe prendere a prestito con tassi d'interesse minori.
Per le famiglie potrebbe essere conveniente fare investimenti collettivi invece di investimenti singoli.
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Per le famiglie potrebbe essere conveniente fare investimenti collettivi invece di investimenti singoli.
Le imposte a differenza del debito pubblico hanno effetti distorsivi nel sistema economico.
Nel momento in cui decidiamo di dar vita ad un'unione economica e monetaria i paesi membri devono evitare di
subire shock asimmetrici. I paesi UEM conservano la podestà sulle loro singole politiche di bilancio, che potrebbero
quindi essere anche eterogenee.
PSC (Patto stabilità e crescita) della UEM. Si dice entra in vigore nel 99.
Marzo 2011 patto Euro + per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche.
Gennaio 2012: nuovo rafforzamento del PSC con rafforzamento del Fiscal Compact:
- vincoli alla crescita della spesa che non può essere superiore al pil potenziale, per i paesi indebitati c'è bisogno della
golden rule per il rientro del debito.
- sanzioni più severe per incoraggiare gli stati membri a rispettare il PSC (costituzione di un deposito infruttifero pari
allo 0.2% del pil).
- monitoraggio più attento
Disavanzo strutturale= disavanzo corretto per il ciclo, è il disavanzo che si avrebbe se la produzione fosse al suo livello naturale. È
solo una stima! (Padoan fece battaglia per rivedere i parametri)
Più alto è il prodotto potenziale rispetto a quello effettivamente realizzato (output gap), maggiore è l'impatto della recessione
sull'economia e, quindi, minore la componente strutturale del disavanzo
Per valutare la sostenibilità del debito pubblico si affronta analiticamente l'andamento nel tempo del rapporto debito/pil.
La capacità produttiva indica l'abilità dello stato nel ripagare il debito (il patrimonio pubblico netto è generalmente prossimo a
zero)
La variazione dello stock del debito = spesa per interessi + disavanzo primario
Riordinando:
Il debito all’anno t è pari al debito dell’anno precedente, comprensivo della spesa per interessi in termini
reali, più il disavanzo primario al medesimo anno t.
PIU'
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- Il rapporto tra disavanzo/avanzo primario e Pil
Caso standard:
tasso crescita PIL < tasso di interesse reale.
Il paese ha bisogno di avanzi primari, altrimenti il paese deve pagare gli interessi sul debito emettendo
nuovo debito. In presenza di disavanzi primari il rapporto
Sapere il meccanismo e variabili. Riguardare tutto, avanzi e disavanzi primari, spread, ecc.
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Esiste un altro meccanismo per finanziare il disavanzo, il signoraggio. Io sono lo stato e batto moneta,
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Esiste un altro meccanismo per finanziare il disavanzo, il signoraggio. Io sono lo stato e batto moneta,
quindi se voglio spendere più di quanto incasso io la moneta me la posso stampare. Però perde di
valore. Però se perde valore meglio! Il mio debito perde di valore!
Supponiamo per assurdo che non ci fosse la banca centrale europea e che io possa stampare moneta.
Funzionerebbe? No, perché questo attiverà un meccanismo di crescita esponenziale dell'inflazione tale
da rendere insostenibile questo processo. Per mantenere questo beneficio nel tempo dovrà aumentare
sempre di più l'inflazione. Un meccanismo molto negativo che mi fa scivolare velocemente verso
l'iperinflazione.
La politica fiscale cerca di stimolare investimenti pubblici, la politica monetaria vuole solo perseguire
la stabilità dei prezzi astenendosi da qualunque altra politica incompatibile con essa. Il signoraggio è il
ricavo che lo stato ottiene dal creare maggiore base monetaria per finanziare i propri deficit di bilancio.
POLITICA MONETARIA
Gestione della moneta e del credito. Come la politica fiscale essa influenza direttamente numerose
variabili del sistema economico (prezzi, tassi di cambio, tassi di interesse ecc.).
L'Autorità di Politica Monetaria è più o meno indipendente dal governo, ha la funzione di istituto di
emissione della moneta e di prestatore di ultima istanza, occupandosi anche di vigilanza bancaria.
(La variabile strumento della politica monetaria è la moneta. La variabile obiettivo, cioè quelle che
vengono modificate dalle variabili strumento, sono i prezzi, tasso di interesse e tasso di cambio)
Il resto della moneta sono le passività che le banche ordinarie hanno. Appena consideriamo anche il
bilancio delle banche ordinarie vediamo che queste estendono il valore della moneta complessiva. La
Banca centrale, agendo sullo stock direttamente a disposizione, indirettamente agisce sulla circolazione
monetaria complessiva.
Aggregati monetari utili per misurare lo stock di moneta in circolazione. Non basta far riferimento solo
alla quantità circolante!
M1: la moneta più liquida in assoluto (depositi a vista e circolante)
M2: M1 + depositi a scadenza fino a 2 anni. Un po'meno liquida.
M3: M2 + titoli obbligazionari con scadenza fino a due anni, quote di fondi di investimento. Molto meno
liquida.
La banca centrale crea moneta addizionale facendo aumentare la base monetaria. E per far aumentare la base monetaria può
semplicemente far aumentare le passività. Unico vincolo: che siano coperte da attività. Es. Se la banca centrale compra titoli di
stato e stampa nuova moneta per pagarli sta aumentando la passività coperta dai titoli di stato.
Gli stati emettono titoli in base alla loro politica economica. La banca centrale guarda solo la stabilità di prezzi e sul mercato
secondario dei titoli compra o vende titoli con questo scopo (operazioni di mercato aperto).
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BP: rigidità dei prezzi
LP: situazione di equilibrio
Effetti nel BP
Il ragionamento è "quanto io preferisco tenere moneta in forma liquida e quanto preferisco vincolarla". Questa curva esprime la
moneta liquida. Se io vincolando la moneta ottengo un tasso di interesse molto alto sarei più interessato a vincolarla. Se il tasso di
interesse è alto la preferenza per la liquidità diminuisce, quindi. Se il tasso di interesse è molto basso avrò preferenza per la
liquidità.
Se varia M i prezzi variano proporzionalmente. Affinché questo sia verificato, partendo da questa equazione devo assumere che Y sia
dato e che V sia dato.
La teoria quantitativa della moneta presuppone un'ipotesi forte, e cioè che V non varia. Se V non varia allora all'aumentare di M
aumenta anche P.
Dunque se la banca centrale fa aumentare la quantità di moneta in circolazione l'inflazione sale. Se la quantità di moneta viene
diminuita allora l'inflazione diminuisce.
Nel lungo periodo c'è un effetto anche sul tasso di interesse (Eq. Fisher). Bis ogna distinguere tra tasso di interesse reale e tasso di
interesse nominale.
r= i - π (pigreco = inflazione)
I = r + π (eq. Fisher)
Io so che la politica monetaria ha effetti su π. Quindi la banca centrale fa una politica monetaria per es. espansiva e va a incidere
anche sul tasso di interesse nominale. Nel lungo periodo basta anche un semplice annuncio di politica economica per far aumentare
il tasso di interesse nominale. Perché gli operatori sanno che basta un annuncio per incorporare le aspettative e far aumentare il
tasso di interesse.
Il livello dei prezzi dipende anche dalle aspettative del futuro da parte degli operatori.
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Il livello dei prezzi dipende anche dalle aspettative del futuro da parte degli operatori.
Signoraggio
Il signoraggio è il ricavo che il governo può ottenere finanziando il debito. Una tassa di inflazione, sul possesso di moneta.
Più ho moneta in forma liquida, più sono affetto da questa tassa. La base imponibile di questa tassa è la liquidità del sistema. Per
calcolarlo devo moltiplicare la crescita dell'offerta di moneta (la tassa di inflazione) per la domanda reale di moneta (base
imponibile). Per ottenere un certo provento da signoraggio c'è quindi bisogno di aumentare l'aliquota, ma anche di avere sufficiente
base imponibile. Però quando aumenta l'offerta di moneta la base imponibile si riduce.
Più aumenta l'aliquota, minore è la base imponibile.
Signoraggio = crescita offerta moneta * domanda reale di moneta.
Se aumenta l'una diminuisce l'altra. Quindi l'unico modo per mantenere costante il rapporto è aumentare costantemente il tasso di
inflazione.
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La UEM
Unione Economica Monetaria. Non è la moneta unica ma è un'integrazione monetaria con tassi di cambio fissi. Dal 1999. La moneta
unica arriva nel 2002.
Intendiamo una politica monetaria centralizzata, ma con politiche fiscali nazionali.
Il trattato di Lisbona esprime il divieto della politica monetaria di finanziare il debito pubblico degli stati membri. Deve guardare
solo alla stabilità dei prezzi.
Il Consiglio direttivo (comprende i 6 membri del Comitato esecutivo e i governatori delle banche centrali dei 19 paesi dell'area euro)
si prefigge di mantenere il tasso di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% sul medio periodo.
Il patto di stabilità e crescita controlla i deficit. Durante la crisi sono stati fatti ulteriori interventi, come il cd. Fiscal compact, che ha
ulteriormente incremento la gestione dei deficit strutturali, e una chiara regola di riduzione dell'indebitamento nel corso del tempo.
E poi il semestre europeo, il procedimento presso il quale i paesi europei dell'area integrata controllano che ci siano politiche di
bilancio divergenti. Se la Bce non si preoccupasse soltanto dei prezzi la Bce potrebbe monetizzare il debito dei paesi. Il trattato di
Lisbona per questo lo vieta.
Corridoio dei tassi di interesse interbancario. Da una parte il tasso d'interesse sulle operazioni mercato aperto, che segnalano le
condizioni alle quali la BCE è disposta a effettuare transazioni col mercato (solitamente bassi)
Dall'altra il tasso overnight più alto nel momento in cui le banche prestano denaro (operazioni di rifinanziamento principali (medi) e
marginali (tassi più alti)
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Dato che la linee gialla è negativa significa che la Bce vuole scoraggiare il deposito e far muovere il denaro, con tanta moneta in
circolazione. Con questa si vuole combattere il pericolo della deflazione.
La Bce agisce dando per buona la Teoria quantitativa della moneta vista prima.
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l'inflazione su livelli prossimi al 2%, dopo che a seguito della crisi erano scesi moltissimo.
Nel gennaio 2015 la BCE ha deliberato un Programma Ampliato di acquisto di attività
La BCE acquisisce tutta una serie di strumenti finanziari come titoli di stato, obbligazioni garantite, ecc.
Il programma prevede un impiego di 80 miliardi al mese, dal gennaio 2018 diventati 30 miliardi. La scadenza iniziale del 2016 è stata
prorogata.
Gli acquisti vengono effettuati quasi interamente dalle singole BCN, così che in caso di default dello stato membro le perdite saranno
concentrate tutte sulle relative banche nazionali e non sul bilancio comune.
Vengono comunque comprati bond già scambiati sul mercato. Ma non si possono acquistare obbligazioni di paesi sottoposti
all'assistenza finanziaria delle istituzioni europee.
Tre effetti:
1 - Trasmissione diretta
a. l'acquisto di attività del settore privato è connesso ai prestiti erogati dalle banche all'economia reale, facendone
aumentare la domanda e spingendone in alto i prezzi.
b. Le banche sono incentivate a concedere più prestiti, e l'incremento dell'offerta di credito fa diminuire i tassi bancari sui
prestiti, migliorando in generale le condizioni di finanziamento.
3 - Effetto di segnalazione
a. Acquistare le attività segnala al mercato che la BCE manterrà i suoi tassi ad un livello contenuto ancora per un po'
b. Questo riduce l'incertezza dei mercati sul futuro, orientando le varie decisioni di investimento.
PROBLEMA DELL'ASSEGNAZIONE
Numero di strumenti pari a numero di obiettivi
Strumenti indipendenti rispetto agli obiettivi da realizzare (principio di Tinbergen). Ma l'indipendenza tra obiettivi e strumenti non
è di questo mondo.
Importanza di un criterio decisionale circa gli obiettivi di equilibrio interno e esterno
Mundell --> principio di effettiva classificazione dei mercato: ogni politica è attribuita all'obiettivo in cui essa ha maggiore efficacia.
Spesso e volentieri gli strumenti sono meno degli obiettivi. In quel caso devo accettare il fatto che quella soluzione sarà di
compromesso, in cui dovrò trovare l'ottimo vincolato, cioè il massimo risultato raggiungibile in termini di obiettivi dal vincolo.
Quindi i policymaker dovranno tenere conto del vincolo accettando l'impossibilità di poter ottenere entrambi gli obiettivi,
riformulando gli obiettivi in base al trade off che si viene a creare. Tutte le questioni di pe vanno ripensate in termini di trade-off,
affrontando un problema di ottimizzazione vincolata.
Come si risolve? Raggiungendo la situazione migliore possibile dato il vincolo del fatto che utilizzando una sola politica/strumento
devo tener conto del trade-off. Devo capire qual è il massimo valore raggiungibile dato il vincolo (il tradeoff). Il metodo c'è.
Si definisce anzitutto una funzione in grado di misurare la distanza dall'ottimo.
Funzione di perdita sociale, che devo minimizzare.
Le star sono le cifre a cui ambisco (Bliss point) ma che non potrò raggiungere. (L=Loss). Il parametro alfa attribuisce pesi diversi ai
due pesi in oggetto.
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Il Bliss point è A mentre il vincolo è nella retta tangente T. Il punto
E è quindi la soluzione di compromesso più vicina al bliss point tra
gli obiettivi compatibili.
IMPORTANTE RIEPILOGO!
Ci sono tre equilibri possibili dopo che la banca centrale ha annunciato un inflation targeting pari a 0
- La banca centrale mantiene le promesse, l'inflazione effettiva e quella attesa saranno pari a 0 (se punta a zero ovviamente) e
la produzione pari al livello naturale. (second best)
- La banca centrale decide di sfruttare il trade-off, producendo un po'di inflazione facendo crescere il livello di produzione, deve
minimizzare la sua funzione di perdita per produrre lo scostamento migliore dal valore ottimale.
○ Gli operatori hanno ritenuto credibile l'annuncio dell'inflation targeting, e il sistema raggiungerebbe il first-best
○ Gli operatori non hanno ritenuto credibile l'annuncio, formulando aspettative di inflazione positiva e facendo
raggiungere al sistema l'equilibrio di third best (scenario più svantaggioso). Questo perché l'inflazione più elevata non si
accompagnerebbe ad un guadagno in termini di produzione.
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Modello Mundell-Fleming
Interdipendenza monetaria
Per essere in equilibrio di portafoglio, gli investitori devono essere soddisfatti del rendimento che possono ottenere da investimenti
fatti su piazze diverse, in mercati diversi, in valute diverse. Io non ho interesse a spostare i miei investimenti se ottengo un
rendimento uguale.
Se il tasso di interesse domestico è denominato in valuta nazionale e il tasso di interesse estero in valuta estera, l'equilibrio di
portafoglio dipende dalla remunerazione dell'investimento, che dipende anche dal tasso di cambio che intercorre tra le due valute.
In particolare dipenderà dall'andamento del tasso di cambio nel tempo che intercorre tra investimento iniziale e la sua conclusione.
Es. Voglio fare un investimento a tre mesi all'estero, dovrò acquistare titoli esteri determinati in valuta estera. Supponiamo che il
rendimento estero è del 10% e quello nazionale dell'8. Gli investitori nazionali sono quindi invogliati a completare maggiori
investimenti all'estero per guadagnare. Devo cambiare valuta nazionale e acquistare valuta estera col tasso di cambio corrente. Alla
fine dei tre mesi ottengo il mio dieci percento. Per capire quanto ho ottenuto in valuta nazionale devo cambiare di nuovo valuta e
scopro che la valuta nel frattempo si è deprezzata del 3%. Alla fine ho guadagnato il 7%, ci ho rimesso rispetto all'investimento
nazionale.
La condizionale di arbitraggio non riguarda soltanto la differenza dei tassi di interesse nominali, ma deve tener conto anche della
differenza tra il tasso di cambio atteso e il tasso di cambio effettivo. Se il tasso di interesse domestico e il tasso di interesse estero
meno il tasso di interesse atteso coincidono allora tutti gli operatori sono soddisfatti e non si muovono dai loro investimento. Se
viceversa c'è un differenziale, allora ci sarà un movimento di capitale. <-- condizione di arbitraggio o di Parità scoperta dei tassi di
interesse.
Esiste una relazione diretta tra tasso di cambio corrente e tasso di interesse domestico. Se aumenta il tasso di interesse allora il tasso
di cambio si apprezza. Se aumenta il tasso di interesse ESTERO allora il tasso di cambio si deprezza. Direttamente proporzionali.
Si tratta di un'ipotesi di BP perché noi abbiamo già date le aspettative e i prezzi sono fissi (il tasso di cambio nominale e quello reale
coincidono).
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coincidono).
l'aumento della spesa pubblica procura anche l'Effetto spiazzamento finanziario. Un aumento della spesa pubblica finanziata in
disavanzo c'è una maggior domanda di risparmio e quindi il prezzo del risparmio tende ad aumentare (aumento del tasso di
interesse). Questo aumento del tasso di interesse avrà ripercussioni internazionali anche sul tasso di cambio. L'effetto spiazzamento
scopriamo determinare anche un aumento del tasso di cambio. Le nostre esportazioni diventano più care, quindi ci sarà meno
domanda e produzione.
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Questo avviene col tasso di cambio variabile. Ma cosa succede con tassi di cambio fissi? Non si potrà mantenere nessun differenziale
sui tassi d interesse, perché ogni differenziale comporterebbe una pressione sui tassi di cambio. Quindi la mia politica monetaria è
legata al tasso di interesse estero. Che significa? In un sistema a cambi fissi la banca centrale rinuncia alla politica monetaria come
strumento di politica economica, perché se voglio mantenere fisso il tasso di cambio giocoforza il tasso di interesse interno deve
essere sempre uguale al tasso di interesse esterno, e la politica monetaria deve essere sempre aggiustata per questo scopo.
PF nell'UEM
Io faccio politica fiscale espansiva in un paese A. Sposto IS verso destra, effetto spiazzamento elevato quindi aumento t.interesse.
Nel paese B c'è un differenziale di tassi di interesse. In più dato il fatto di far parte dello stesso mercato integrato, tutti gli investitori
del paese b si sposteranno prontamente verso il paese A. In assenza di tassi di cambio ci sarà comunque una tendenza a far variare
la massa monetaria che si trova nel paese A incrementandosi. Mentre nel paese b questa diminuisce.
L'unico modo per cui io posso mantenere una politica espansiva essendo in equilibrio tra i due paesi è che ci sia una politica
monetaria accomodante. La banca centrale deve essere accomodante verso alcune scelte di politica fiscale di alcuni paesi.
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Persiste il problema degli shock asimmetrici: se tutti gli stati avessero bisogno di una politica espansiva sarebbe più facile per la
banca centrale adottare una misura accomodante, ma se abbiamo situazioni asimmetriche all'interno di un'area integrata, in cui
alcuni paesi hanno bisogno di una cosa e altri di un'altra, a quel punto la politica accomodante quale sarebbe? Ecco il senso dei
parametri di convergenza, Il pericolo maggiore è che in un'area integrata le economie divergano in quanto a necessità.
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Chi ha esigenza di acquistare valuta estera sul mercato nazionale? Chi esporta, chi commercia. Se c'è un equilibrio tra domanda e
offerta (Punto E) significa che c'è equilibrio tra importazioni e esportazioni, che si traduce in equilibrio monetario. Supponiamo che
c'è una contrazione delle nostre esportazioni. Che succede sul mercato delle divise estere nazionali? Si riduce l'offerta, perché la
moneta estera arriva da fuori. E se questi non offrono più non c'è più la moneta. Se la contrazione è da S a S' con la stessa domanda
notiamo come il $ si apprezzi e l'€ si deprezzi. Questo perché c'è tanta domanda di valuta estera e poca offerta. Il nuovo punto di
equilibrio diventa E''
La componente estera della base monetaria è formata da riserve valutarie. Essendo obbligato a non far variare il tasso di cambio,
vende le riserve che ha a disposizione. Offre sul mercato tutta l'offerta che manca per riportare l'equilibrio in E. Questo ovviamente
comporta una riduzione netta di riserve valutarie, e questa politica non può essere di certo perseguita all'infinito. Ovviamente, se le
riserve estere erano parte della base monetaria e io le vendo, questa diminuisce. Siccome la quantità di moneta in circolazione è un
multiplo della base monetaria, questa diminuisce. Si tratta in qualche modo di una politica monetaria restrittiva.
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Il caso più frequente, intermedio. In questo caso la banca centrale cercherà di evitare situazioni estreme. Quindi inizialmente lascia
che il tasso di cambio si deprezzi, e solo successivamente, per evitare il nuovo punto di equilibrio E'', inserirà un po'di risorse
valutarie e creerà un punto amministrato di equilibrio E' (politiche di sterilizzazione).
Saldo positivo bilancia dei pagamenti --> ingresso di oro nel paese --> aumento quantità di moneta (c'è un legame rigido) -->
aumento dei prezzi (per la teoria quantitativa della moneta).
Quindi il paese che esporta di più è il paese che vede aumentare i suoi prezzi.
Conseguenza: riduzione esportazioni (perché diventano più cari) MA aumentano importazioni (perché i beni esteri convengono di
più). Quindi la bilancia dei pagamenti tende a tornare in pari.
I consumatori americani chiedono più yuan di quanti ce ne siano. La FED accetta un deprezzamento parziale del $
I consumatori cinesi hanno un eccesso di offerta $ rispetto alla domanda. La banca centrale cinese acquista i $ ed in cambio stampa
yuan, evitando l'apprezzamento della valuta nazionale.
Molti stati sono soggetti ad una dollarizzazione della propria politica monetaria perché i paesi deboli pensano di poter essere più
credibili nella loro politica fiscale e perché agganciandosi ad un tasso di cambio stabile risultano più credibili. Ora c'è anche una
Eurizzazione. Il CFA è di fatto agganciare all'euro per garantire la credibilità della credibilità monetaria.
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Frankel (2012) classifica le opzioni possibili nelle seguenti tre categorie principali:
- regimi flessibili: fluttuazione libera e fluttuazione controllata con ricorso al mercato dei cambi per diminuire eccessiva volatilità
valuta;
- regimi intermedi: fluttuazione all’interno di una banda rispetto ad una parità centrale prefissata (Target Zone, Basket Peg, Crawling
Peg, Other Conventional Fixed Peg Arrangement);
- regimi fissi: intervento BC per mantenere costante il TC valuta nazionale (Dollarizzazione; Unione Monetaria;Currency Board ).
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Crawling peg: il tasso di cambio è ancorato ad un paniere di valute ma con dei margini di fluttuazione (e.g., yuan cinese).
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Nel 71 Nixon spezza la convertibilità del dollaro in oro. Finisce un'era dei cambi fissi o gold exchange standard ed inizia l'epoca dei
cambi amministrati, tutt'ora vigente.
Vantaggi:
- No ruolo privilegiato di nessuna moneta
Svantaggi:
- Tutto automatizzato, perdita di Politica monetaria
- Politica economica subordinata all'equilibrio esterno
- Rischio di ampie variazioni dei prezzi dovute alle variazioni del prezzo dell'oro (c'entrano anche le intenzioni dei paesi con
produzione aurifera)
Il Gold standard viene abbandonato durante le guerre mondiali perché gli stati avevano bisogno di fare politica monetaria per
finanziare le imprese militari (vedi iperinflazione tedesca). USA e UK provarono a tornarci negli anni 20 ma i paesi più deboli si
accordarono per un Gold Exchange Standard, che dopo la grande depressione del 1929 prese definitivamente piede.
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funzionamento dell'intero sistema.
Il declino di Bretton Woods si spiega con la necessita del $ di esercitare il doppio ruolo sia di principale moneta di riserva delle BC
sia come mezzo di pagamento internazionale. Con la richiesta sempre maggiore di liquidità internazionale gli USA tendono ad
attuale politiche in deficit e supportare (Piano Marshall) questo bisogno di liquidità, che però porta in costante deficit la BP Usa
indebolendo il dollaro e portando sfiducia nei mercati.
Le speculazioni effettuate per aumentare il prezzo dell'oro in dollari portano ad un doppio mercato dell'oro, in cui nel privato veniva
scambiato a prezzi più elevati, mentre in quello ufficiale rimaneva fisso a 35$ per oncia.
L'elevatissima inflazione e la rottura del legame dollaro/oro fece ritenere plausibile la svalutazione del dollaro. Nel 1971
Inconvertibilità dollari-oro. Fine Bretton Woods.
Sistema attuale
- Sistema fiduciario: oro+principali valute convertibili
- Cambi amministrati
- Possibilità per i paesi di intraprendere politiche fiscali e monetarie con più libertà
- Coordinamento informale tra i paesi del G20
I prestiti: ognuno può prendere il 125% di quanto ha versato. In base però al principio del Bailout: io cedo al fondo la gestione della
politica economica.
Ovviamente nel tempo i paesi più a basso reddito hanno via via dato al fondo la gestione della loro politica economica.
G20 Nasce a Berlino nel 1999, composto da 19 paesi + UE (90% Pil mondiale e 80% commercio mondiale). Troika. Principale forum di
coordinamento per politiche macroeconomiche.
Soluzioni possibili:
- Adottare regolamenti condivisi anche su scala nazionale
- Avviamento di riforme strutturali da parte di paesi in debito
- Rafforzamento politiche di sorveglianza sui governi nazionali
- Riforma di WTO, Banca Mondiale e FMI dando più peso ai paesi emergenti
- Maggior coordinamento in generale nel Sistema monetario internazionale, con più disciplina.
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Coordinamento internazionale
Modificare le politiche economiche nazionali in considerazione dell'interdipendenza economica internazionale.
La politica economica internazionale si pone l'obiettivo di andare oltre l'ottica nazionale, andando ad ambire alla modifica di obiettivi
globali. Distingueremo col termine Politica economica internazionale la situazione in cui ogni paese manovra gli strumenti di cui
dispone per conseguire non solo i suoi obiettivi, ma anche quelli del resto del mondo.
L'interesse per questi campi è sempre crescente, ed alcuni esempi della sua applicazione sono Il sistema monetario internazionale, il
GATT, le Politiche ambientali.
Il problema del coordinamento assume un'importanza centrale.
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Il problema del coordinamento assume un'importanza centrale.
Il modo più semplice per ragionare sulla bontà e le difficoltà della cooperazione è il famoso "dilemma del prigioniero".
Il protezionismo sarà sempre la strategia dominante, perché se un paese decide di fare politiche protezionistiche scaricando sugli
altri i costi del suo benessere potrebbe ottenere maggior vantaggio rispetto al libero scambio. Chi subisce il protezionismo senza fare
altrettanto ci perde. La situazione più equilibrata e migliore è quella del libero scambio, ma richiede cooperazione.
Modello Hamada
Nel caso in cui si avessero più obiettivi e un solo strumento abbiamo detto che ci si allontana dai Bliss point. Quello che dobbiamo
fare è capire come in un mondo in cui la politica economica ha meno strumenti che obiettivi (Obiettivi flessibili), e in cui gli strumenti
non sono indipendenti, sia conveniente in ottica di politica economica di coordinamento rispetto a quella di non coordinamento.
Il benessere di questi paesi è dato dal reddito Y e la quantità di riserve, collegato alla massa monetaria e quindi all'inflazione. L'idea è
che questi paesi vogliano utilizzare la politica monetaria per aumentare Y e aumentare le proprie riserve. Questo modello è
semplicemente un modello della teoria dei giochi, che va a studiare la politica economica come incontro tra agenti con obiettivi
diversi.
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Definiamo liberalizzazione commerciale quell'insieme di azioni volte a rendere il regime commerciale di uno o più paesi più neutrale,
cioè con un'assenza di interventi da parte delle autorità, questo perché il mantenimento di frizioni a livello nazionale determinerà
un'alterazione degli equilibri interni rispetto all'equilibrio internazionale.
Come si verifica? Il metodo più semplice è verificare il rapporto tra commercio internazionale (import+export) e pil. Scopriamo che
USA e Brasile hanno questo rapporto molto basso.
I paesi con il tasso più alto di commercio sul pil tendono ad essere più piccoli a livello economico (come Hong Kong, Singapore e
Malesia).
Ecco l'inganno! Non bisogna confondersi tra apertura commerciale (legato a componenti intrinseche come dimensione geografica
ecc.) e liberalizzazione commerciale (legato a fattori esogeni come il tipo di politica commerciale adottata).
Un buon modo per avere un'idea sulla policy è vedere come si comportano i prezzi domestici rispetto ai prezzi internazionali.
L'assenza di equilibrio è dovuta alla presenza di qualche distorsione. Oggi si guarda con favore a indici di prezzo per identificare
eventuali distorsioni, pur non identificando esattamente il tipo della stessa, ma badando solo all'effetto.
Questa alterazione dei prezzi non sarà dovuta solo a politiche commerciali tariffarie, ma ogni forma di frizione anche normativa o di
standard tecnici può delimitare una barriera nel commercio (Non Tariffs Barriers).
Primo atto di liberalizzazione unilaterale: abolizione delle Corn Laws nel 1846 nel regno unito.
Il protezionismo aumenta moltissimo durante la presidenza Hoover del 1930, gli USA incrementano il dazio delle importazioni usa
del 60% (Smoot-Hawley Tariff Act). Altri paesi ricambiarono, il dazio medio mondiale aumenta al 25% nel 1933. Si introduce tra
l'altro anche un contingentamento alle importazioni, limiti alle importazioni --> drastica riduzione del commercio mondiale.
Seconda età dell'ora del commercio dal 1950 in poi. La fine della guerra, la riduzione dei dazi da parte del Gatt e il miglioramento
dei trasporti fecero aumentare il commercio.
Il Gatt fece rimuovere i dazi (negoziati internazionali): è più facile ridurli su scala cooperativa che unilateralmente perché i negoziati
stimolano una coalizione di interessi che converge contro coloro favoriti dal protezionismo (i produttori in concorrenza con le
importazioni).
Negoziare aiuta a prevenire il rischio di pericolose guerre commerciali.
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Possibili barriere:
- Linguistiche
- Fisiche, naturali
- Politiche
- Pratiche anticoncorrenziali di imprese dello stato
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○ Restrizione quantitativa
○ Controllo sui pagamenti
Teoria del second best: non è ottimale astenersi dalla politica commerciale in presenza di fallimenti nel mercato interno
Limiti della politica commerciale: premio per imprese inefficienti, effetti distorsivi e tensione multilaterale con ritorsioni da paesi
partner per paesi protezionisti
Dazi:
- Ad valorem: percentuale fissa di imposta
- Specifico: somma fissa di imposta per unità
- Misto
Il TRI (Trade Restrictiveness Index)è una misura adeguata a valutare gli effetti complessivi di una struttura tariffaria sul benessere del
sistema economico considerato.
Le liberalizzazioni che si sono susseguite in molti Pvs dagli anni 80 si sono rivelate molto disomogenee: alcuni paesi come India e Cina
hanno sfruttato al massimo la cosa, altri no. Da che dipende? Non abbiamo a disposizione il controfattuale, ma alcuni studi
evidenziano come i paesi che hanno liberalizzato con successo hanno apportato politiche commerciali più selettive, specie nei
settori chiave.
I nuovi approcci delle liberalizzazioni sono multidisciplinari e meno ortodossi, promuovono un certo grado di protezionismo nei
settori meno competitivi, applicando rigidi controlli.
Le politiche complementari sono quelle da accompagnare alla liberazione commerciali. Si teorizzò la "shock therapy", una serie di
riforme rapidissime per minimizzare i costi di transizione. Risultati alterni hanno suggerito che fosse meglio una Soft therapy.
GATT Beni
GATS Servizi
TRIPS Proprietà intellettuale
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- GATT provvisorio, OMC no
- Numero dei membri quintuplicato7
- OMC include anche servizi e proprietà intellettuale
- OMC ha uno spettro di competenze più ampio
Regionalismo: Integrazione economica regionale, abbattimento barriere tariffarie per vicinanza geografica).
Tutti i paesi membri dell'OMC fanno parte di almeno un accordo regionale. Gli accordi sono oltre 400. Media 13 accordi per paese
membri (2/3 tra paesi in via di sviluppo). Soprattutto Asia Orientale.
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Assistenza ufficiale allo sviluppo --> fondi destinati allo sviluppo economico che contengano un elemento di dono al 25%.
I neoclassici si sono sempre concentrati su come trovare l'equilibrio economico anziché su come far accrescere determinate risorse
di un sistema economico molto diverso per caratteristiche da quello dell'analisi classica.
Modello Lewis: ipotizza disponibilità di manodopera infinita (più nati che morti), capitale e risorse naturali come unici vincoli.
Divide settore capitalista da settore di sussistenza (solitamente quello agricolo).
Dagli anni 60 c'è una forte riflessione sui fattori che sono alla base di sviluppo. Alla crescita economica si sostituisce un concetto più
ampio che comprende eliminazione della povertà e soddisfacimento dei bisogni di base, una visione economica non incentrata
sulla massimizzazione dell'utilità individuale. Il benessere non dipende dal reddito ma dalle capacità effettive di cui dispongono
(development is freedom) Amartya Sen --> ricongiungere economia ed etica
Sempre più attenzione viene date alle risorse endogene dei pvs, anche perché le difficoltà di bilancio dei paesi donatori impongono
la ricerca di soluzioni alternative.
Nel 2014 l'80% dell'aiuto allo sviluppo è costituito da capitali privati/filantropici e da rimesse degli immigrati.
La Banca Mondiale conta 189 paesi membri e gli USA hanno il 17% dei voti complessivi. Col tempo hanno offerto prestiti a tassi
sempre più contenuti verso i pvs e si è adoperata per misure ed investimenti contro la povertà estrema.
Purtroppo certe azioni di liberalizzazione e privatizzazione sono avvenuti in paesi con mercati ancora troppo poco sviluppati, con
costi di aggiustamento molto elevati.
Si vorrebbe garantire alla Banca Mondiale la possibilità di manovre più indipendenti dagli interessi dei suoi principali azionisti,
aumentando la trasparenza e il potere dei pvs.
L'Onu nasce nel 1945, promuove la cooperazione internazionale, pace e relazioni amichevoli.
Molte organizzazioni, ognuna con specifiche competenze, agiscono sotto essa.
Il bilancio di 30 miliardi di $ è modesto se si considera tutto ciò che viene fatto. Il 60% è destinato ad attività umanitarie.
Viene criticata una mancanza di democrazia e trasparenza nelle decisioni, e malagestione di alcune iniziative. Si propone di
modernizzare la struttura, riorganizzandola.
Negli ultimi 15 anni 400 milioni di persone sono uscite dalla povertà estrema. In Africa il 76% dei bambini va a scuola. Sono crollati i
decessi al di sotto dei 5 anni di età. 1,8 miliardi di persone in più hanno acqua potabile.
Però c'è ancora troppa burocrazia, e mancano studi per valutare efficacia di interventi. Inoltre è difficile tenere traccia degli aiuti e
delle azioni degli aiuti filantropici e privati, sempre in crescita. Ci sono troppi operatori nella cooperazione, si crea una eccessiva
frammentazione.
Inoltre spesso manca l'approccio multidisciplinare nel valutare i benefici degli aiuti allo sviluppo.
I pvs devono diventare sempre più protagonisti delle vicende, aumentando competenze e autonomie. Inoltre devono coinvolgere le
popolazioni locali. Il rischio è una sorta di anarchia degli aiuti fuori da ogni linea guida (il modello cinese non è da imitare).
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