Sei sulla pagina 1di 16

18/09/2023

Economia politica
Microeconomia e Macroeconomia
Studia il comportamento del singolo operatore economico (produttore o consumatore)
In quanto, dal loro comportamento egoistico dipende il funzionamento del mercato:
- Mercatore che si regola e autoregola tramite la legge della domanda e della offerta, e oscillazione dei
prezzi, assicurando la massima produzione possibile e piena occupazione dei fattori produttivi. (teoria della
mano invisibile) gli economisti classici che hanno utilizzato la microeconomia ritengono che lo stato non
debba intervenire nel sistema economico interferendo con l’azione del mercato.
- Con la crisi del 1929 alcune teorie liberali microeconomiche furono aspramente criticate, in quanto
non riuscivano a risolvere la grave crisi economica sviluppatasi, prima negli USA e poi in Europa. In particolare,
visti i milioni di disoccupati e fallimenti delle imprese, fu messa in dubbio la capacità del mercato di sapersi
sempre autoregolare e di assicurare la piena occupazione dei fattori produttivi.
- In particolare, economista inglese John Maynard Keynes teorizzò che nei momenti di crisi o
l’incapacità del mercato di combattere la disoccupazione la recessione dovesse intervenire lo stato con le
politiche del bilancio (spesa pubblica e politica fiscale) nacque così la teoria macroeconomica.
- La macroeconomia rendeva e prende in considerazione le grandezze economiche aggregate, affinché
lo stato potesse attuare le proprie politiche conoscendo le grandezze complessive del sistema economico
19/09/2023

Grandezze macroeconomiche
il PIL, Prodotto interno lordo è dato dal valore dei beni finali prodotti in un anno all’interno del paese.
il PNL, Prodotto nazionale lordo, è dato dal valore dei beni finali prodotti in un anno solare d fattori produttivi nazionali
sia in Italia che all’estero.
PIL e PNL rappresentano la ricchezza creata all’interno del paese o dai fattori produttivi nazionali. Questa ricchezza si
distribuisce sottoforma di reddito. A livello macroeconomiche, quindi, esiste l’uguaglianza fra la ricchezza creata (PIL
o PNL) e la ricchezza distribuita (reddito nazionale).
RNL: esiste uguaglianza tra PNL e RNL in quanto la ricchezza creata con la produzione si distribuisce sotto forma di
reddito, tra colo che hanno partecipato alla produzione

La domanda aggregata
La domanda aggregata è data dalla somma dei consumi privati, investimenti privati, consumi e investimenti pubblici.
I consumi privati sono dati dal totale dei beni di consumo acquistati dalle famiglie:
- Investimenti privati sono dati dagli acquisti dei beni strumentali effettuati dalle imprese;
- I consumo e gli investimenti pubblici sono dagli acquisti effettuati dallo stato.
Domanda Aggregata = C + I + G (C = Consumo) (I = Investimento) (G = spesa pubblica)
DOMANDA AGGREGATA = OFFERTA AGGREGATA
Il sistema economico è in equilibrio se l’offerta cioè la produzione può trovare nel mercato una domanda
corrispondente che gli permetta di vendere i beni a prezzi remunerativi mantenendo adeguati i livelli di produzione
e di occupazione
20/09/2023

Consumi, Risparmi e Investimenti:


I consumi sono dati dalla somma dei consumi privati effettuati dalle famiglie o dallo stato
Gli investimenti sono dati investimenti dalle imprese o stato che acquistano beni e servizi per la produzione
I risparmi sono la parte di reddito che non viene consumata e non investito dalle imprese
Contabilità nazionale:
Detta anche macroeconomica ha lo scopo di rappresentare determinando valori aggregati l’attività economica di un
paese. Spetta alla contabilità nazionale la determinazione delle grandezze aggregate macroeconomiche.

Teoria Keynesiana:
come già accennato in precedenza, con la crisi del 1929, alcune teorie classiche che prevedevano l'assenza dello stato
nel sistema economico ed il mercato come strumento di regolazione del sistema, furono messe in discussione poiché
non riuscivano a spiegare né a risolvere la grave depressione economica che sembrava non avere mai fine. In
particolare, economista inglese John Maynard Keynes, ebbe modo di criticare in particolare la teoria della mano
invisibile di Adam Smith e la legge sbocchi di Jean Baptist Say.
Critiche alla mano invisibile di Keynes:
Keynes criticò la capacità del mercato di autoregolarsi e di assicurare la piena occupazione e massima produzione
possibile. In particolare, riteneva che i meccanismi di mercato in certe situazioni si inceppassero e che occorresse
interventi dello stato per far ripartire il sistema economico. Criticò altresì la legge degli sbocchi in cui Say teorizzava
che tutta l’offerta si trasformasse in domanda e che quindi l’offerta generasse la domanda. Secondo Say tutto il reddito
veniva consumato e investito e non esisteva il risparmio.
Secondo Keynes invece, non era l’offerta che generava la domanda, ma la domanda che generava l’offerta e parte del
reddito veniva risparmiato, per cui la domanda era strutturalmente inferiore all’offerta. Ciò generava la crisi di
sovrapproduzione.
Analisi della crisi del 1929 da parte di Keynes:
Secondo Keynes la crisi del 1929 nasceva dalla domanda insufficiente ed in particolare dai consumi insufficienti. Ciò
creava una crisi di sovrapproduzione, commerci invendute e fallimenti delle imprese che creavano disoccupazione.
Inoltre, strutturalmente per la presenza del risparmio la domanda aggregata era inferiore all’offerta. Keynes riteneva
che fosse un ulteriore motivo per cui i consumi erano bassi e ciò risiedeva nell’ineguale distribuzione del reddito.
Poche persone possedevano una grande percentuale di reddito. Secondo Keynes nell’aumentare del reddito
diminuiva la propensione al consumo ed in particolare, la propensione marginale al consumo. Ciò comportava che
gran parte del reddito non veniva consumato ma risparmiato.
Propensione media al consumo:

𝐶
(C)=Consumo / (Y)=Reddito - Il risultato è la propensione media al consumo
𝑌

Propensione marginale al consumo:

∆𝐶
Si mette in relazione l’incremento del reddito
∆𝑌

La Propensione marginale al consumo misura come incrementano i consumi a fronte dell’ultimo incremento del
reddito. Secondo Keynes la Propensione marginale al consumo diminuisce all’aumentare del reddito, aumentando
invece, la Propensione marginale al risparmio.

Per sostenere la domanda Keynes riteneva che lo stato dovesse intervenire:


1 – con la spesa pubblica
2 – con una politica di redistribuzione del reddito

1: Tramite la spesa pubblica dello stato veniva sostenuto la domanda aggregata innestandosi un meccanismo virtuoso
dato dal moltiplicatore del reddito. L’incremento della domanda aggregata per effetto della spesa pubblica aveva un
effetto positivo però solo in una situazione di sotto occupazione dei fattori produttivi. L’aumento della spesa pubblica
in una situazione di piena occupazione invece secondo Keynes, generava solo inflazione. (vuoto inflazionistico)
Moltiplicatore del reddito dato da:
1
∆Y=∆G∙
1−𝐶
𝟏
l’incremento iniziale della spesa pubblica (∆ G) genera un incremento più che proporzionale del reddito pari a
𝟏−𝑪
dove (C) è la propensione al consumo

Esempio:

∆ 𝐺 = 5000 ∆ 𝐶 = 0,80 (80%)


1 1
∆ 𝑌 = 5000 ∙ = 5000 ∙ = 2500
1−0,80 0,20

Nel caso in cui l’aumento della spesa pubblica venga effettuata in una situazione di piena occupazione, secondo
Keynes si genera solo un aumento dei prezzi
Funzionamento del moltiplicatore del reddito:
un incremento iniziale della spesa pubblica fa aumentare la domanda aggregata;
se il sistema economico in una situazione di sotto occupazione l'aumento della domanda può essere soddisfatta dagli
imprenditori con l'aumento dell’offerta cioè aumentando la produzione;
la maggior produzione che è la maggior ricchezza creata dal sistema economico si distribuisce tra i soggetti sotto
forma di reddito;
il maggior reddito viene risparmiato o consumato;
la variazione dei consumi fa ri-aumentare la domanda aggregata dando luogo a un nuovo ciclo come sopra descritto.
IL CICLO virtuoso sopra descritto può verificarsi solo in una situazione di sotto occupazione dei fattori produttivi.

Vuoto inflazionistico:
27/09/2023
La redistribuzione del reddito:
secondo Keynes la causa della grave crisi del 1929 derivava in gran parte dai bassi consumi delle famiglie. In
particolare, Keynes riteneva che negli stati uniti vi fosse una pessima distribuzione del reddito con poche famiglie
ricchissime e tante famiglie non abbienti. In particolare, riteneva che la propensione marginale al consumo diminuisse
all’aumentare del reddito aumentando invece quella al risparmio. La propensione marginale al consumo misura la
variazione dei consumi a fronte dell'incremento di unità di reddito. Per aumentare i consumi totali Keynes riteneva
opportuno applicarne un’imposizione fiscale progressiva che colpisse maggiormente i redditi più alti ed una
redistribuzione delle risorse prelevate ai ceti abbienti a favore delle famiglie meno abbienti con assegni ed indennità.
Questo non solo per ragioni di equità sociale ma anche perché le famiglie meno abbienti avevano secondo Keynes
una propensione marginale al consumo maggiore. La politica redistribuzione del reddito sosteneva i consumi e quindi
la domanda aggregata. Le politiche Keynesiane sono teorie di breve periodo per sostenere il sistema economico nella
situazione di crisi.

Ciclo economico:
il ciclo economico è dato dall'oscillazione del PIL se il PIL aumenta il ciclo economico in espansione se il PIL diminuisce
il sistema economico è in recessione le politiche keynesiane possono essere applicare per combattere la
disoccupazione. Queste politiche che agiscono nel breve periodo sono chiamate anticongiunturali e lo stato
interviene per sostenere una tendenza continuo di crescita del PIL. La politica di bilancio Keynesiana può anche essere
usata per combattere l’inflazione nelle fasi di crescita del PIL e riportare il PIL alla tendenza desiderata.

LA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO:


il reddito prodotto in un paese si distribuisce secondo le seguenti modalità:
1) PERSONALE
2) SETTORIALE
3) TERRITORIALE
4) FUNZIONALE

1. La distribuzione Personale:

studia come il reddito si distribuisce tra le famiglie. A questo fine può essere molto utile la curva di Lorenz
1: La curva di Lorenz

Equidistribuzione, perché il 5% delle famiglie percepisce il 5% del reddito, ma non è possibile, è solo teoria;
La curva di Lorenz mette in relazione % di famiglie con la % del reddito e l’80% percepisce il 30%, quindi il 20%
percepisce il 70%, e non è equilibrato.
La curva di Lorenz esprime il modo in cui il reddito si distribuisce tra le famiglie. L’area compresa tra la retta di
equidistribuzione e la curva di Lorenz è detta AREA DI DISUGUAGLIANZA. Quanto più grande è l’area quanto è
maggiore la disuguaglianza. Quanto più grande è l’area quanto è maggiore la disuguaglianza nella distribuzione del
reddito tra le famiglie. La situazione ideale di massima equità nella dsitribuzione del reddito tra le famiglie è data dai
punti della retta Bisettrice detta di EQUIDISTRIBUZIONE.

Esiste un indice detto indice di GINI che misura come il reddito è distribuito tra le famiglie tale indice dato da:
𝐴𝑅𝐸𝐴 𝐷𝐼 𝐷𝐼𝑆𝑈𝐺𝑈𝐴𝐺𝐿𝐼𝐴𝑁𝑍𝐴
𝐴𝑅𝐸𝐴 𝑇𝑅𝐼𝐴𝑁𝐺𝑂𝐿𝑂 𝑂𝐴𝐵
È compresa tra 0 e 1, se si avvicina a 0 c’è più equità nella distribuzione del reddito. Se si avvicina a 1 l’area di
disuguaglianza è maggiore e c’è meno equità.
in realtà negli ultimi anni la distribuzione personale del reddito a livello globale è progressivamente peggiorata
aumentando le disuguaglianze e la concentrazione della ricchezza.
l'indice Gini varia tra 0’24 e 0’63

2. Distribuzione settoriale:
studia come reddito viene creato e distribuito all'interno dei settori economici:

SETTORE PRIMARIO; il settore primario è costituito dalle attività agricole estrattive;

SETTORE SECONDARIO; il settore secondario è costituito dalle attività industriali che consiste nel trasformare le
materie prime in prodotti finiti tramite l’utilizzo di fattori produttivi;

SETTORE TERZIARIO; il settore terziario è costituito dal commercio e dai servizi;

TERZIARIO AVANZATO; il terziario avanzato è formato da servizi innovativi, informativi finanziari;

Le economie sottosviluppate vedono la creazione del reddito in attività agricole estrattive (sett. Primario)

Le economie in via di sviluppo vedono la predominanza del settore secondario (industriali)

I paesi sviluppati vedono la predominanza del settore terziario;

I paesi a capitalismo avanzato vedono la predominanza del terziario avanzato


09/10/2023

3. Distribuzione Territoriale
studia come il reddito si distribuisce nel territorio del paese. In Italia esiste una grande differenza fra il nord,
centro e il sud.

4. Distribuzione funzionale:
la distribuzione funzionale studia come il reddito si distribuisce tra i fattori produttivi:
Attività dell’imprenditore
Lavoro: Il lavoro viene remunerato con il salario
Risorse naturali: Le risorse naturali vengono remunerate con la rendita;
Capitale: il capitale viene remunerato con l'interesse
Attività dell’imprenditore: L’attività dell’imprenditori viene remunerato con il profitto

Salario e profitto:
gli economisti classici ritenevano che il salario fosse destinato nel lungo periodo a divenire di sussistenza e che tutto
ciò che residuava dopo aver remunerato i fattori produttivi dovesse essere attribuito all’imprenditore sotto forma di
profitto questo provocò una feroce critica da parte di Karl Max. Max criticò il sistema capitalistico ritenendo che
esistesse uno sfruttamento nei confronti dei lavoratori. In particolare riteneva che i lavoratori non venissero pagati
per tutte le ore svolte e che il profitto fosse il salario non pagato (la teoria del plusvalore). Quindi il plus valore è lavoro
che l'operaio presta il lavoratore al capitalista. Quindi Max ritiene che il profitto sia esclusivamente il lavoro non pagato
ciò deriva anche dalla considerazione che secondo Max il valore di un bene dipendeva dal lavoro occorso per produrre
(teoria del valore lavoro). Come dicevano anche gli economisti classici. Gli economisti neo classici, ritenevano invece
che non vi fosse ingiustizia nella distribuzione del reddito in quanto tutti i fattori produttivi ricevevano un compenso
proporzionato al contributo dato alla produzione. I neo classici quindi cercarono di superare il dualismo tra loro e
Max.

Il salario:
il salario come abbiamo detto è il compenso del fattore produttivo-lavoro per l'opera manuale prestata da chi svolge
un’attività direttamente sul prodotto. La remunerazione è il compenso che i lavorati a mansione amministrativa
commerciale si dice stipendio.

Salario reale e Salario nominale:


il salario nominale è l'importo in moneta percepito dal soggetto. Il salario reale esprime la quantità di beni che è
possibile acquistare con il salario nominale, che viene detto anche il potere d'acquisto del reddito percepito.

Salario e inflazione:
l'inflazione è l’aumento dei prezzi che ha come conseguenza la diminuzione del potere d'acquisto della moneta e
quindi del reddito
18/10/2023

Domanda e offerta di lavoro:


Nel sistema economico le imprese domandano lavoro e gli individui offrono lavoro. La domanda e l’offerta di lavoro
costituiscono il mercato del lavoro. Per Gli economisti classici il lavoro è considerato un bene come gli altri e il mercato
funziona come quello di qualsiasi altro bene. La domanda è quindi inversamente proporzionale al prezzo (salario);
mentre l'offerta è direttamente proporzionale al salario

ESERCIZIO:
Determinare il salario che si forma sul mercato del lavoro
Domanda: salario 1.000 n. lavoratori 1.000, salario 2.000 n. lavoratori 500
Offerta: salario 500 lavoratori 500, salario 1.500 lavoratori 1.500

1. il moltiplicatore del reddito è direttamente proporzionale alla propensione al consumo; V


2. la propensione al consumo è c fratto y; V
3. il PNL è il valore della produzione dei beni finiti prodotti in un paese in un anno; F
4. l'inflazione colpisce il salario nominale; F
5. la rendita remunera il capitale; F
6. secondo Keynes l'inflazione si genera in caso di piena occupazione; V
23/10/2023

LE POLITICHE ECONOMICHE:
abbiamo visto come lo stato intervenga nel sistema economico con la politica di bilancio a seguito della teoria
Keynesiana. Lo stato può intervenire anche con altre politiche che vengono dette, insieme a quella di bilancio,
politiche economiche:
Queste sono:
1. Politica monetaria (attuata dalle banche centrali)
2. Politica dei redditi
3. Politica industriale

Politica monetaria: la politica monetaria viene attuata dalla banca centrale e consiste nelle variazioni di moneta in
circolazione. Nella zona Euro, la politica monetaria gestita da BCE che ha sede in Francoforte. Le politiche monetarie
possono essere espansive o restrittive.

Politica monetaria espansiva: consiste nell'aumento della moneta in circolazione. La politica monetaria espansiva
ha come obiettivi quello di far aumentare investimenti, la produzione, l’occupazione e il reddito. Il rischio di una
politica espansiva è una svalutazione del potere di acquisto della moneta e quindi un aumento dei prezzi (l’inflazione)
Nella politica espansiva la maggior moneta a disposizione a un costo inferiore per le imprese porta queste ad
effettuare maggior investimenti, aumenta la produzione l’occupazione ed il reddito

La politica monetaria restrittiva: ha invece come obiettivo la lotta all'inflazione, comportando però una diminuzione
degli investimenti, della produzione, dell’occupazione e del reddito. Nella politica restrittiva la minor moneta a
disposizione ad un costo più alto porta le imprese a diminuire gli investimenti e quindi diminuisce anche la
produzione, l'occupazione ed il reddito.

Strumenti della politica monetaria: gli strumenti fondamentali nella politica monetaria sono:
1. Il tasso ufficiale di riferimento (TUR)
2. La manovra della riserva obbligatoria
3. Le manovre sul mercato aperto

1. IL TUR: è il tasso di interesse che la banca centrale applica alle banche che gli richiedono
finanziamenti. È un tasso di riferimento per tutti i tassi applicati a catena dal sistema bancario. Se il tasso di
interesse diminuisce le banche chiederanno maggiori finanziamenti alla BCE, ci sarà più moneta in
circolazione a tassi di interessi più bassi. Le imprese richiederanno quindi, maggiori finanziamenti ed
effettueranno maggiori investimenti aumentando così la produzione, l'occupazione ed il reddito. La
diminuzione del tasso di interesse e l’aumento della moneta in circolazione però, possono provocare i rischi
inflazionistici. Se il tasso di interesse aumenta invece, le banche prenderanno meno finanziamenti e vi sarà
meno moneta in circolazione a cosi più alti. Le imprese quindi, prenderanno meno finanziamenti ed
effettueranno quindi, meno investimenti diminuendo la produzione, l’occupazione ed il reddito. La maggior
tasso di interesse può risultare utile per cercare di diminuire l’inflazione.

2. MANOVRA DELLA RISERVA OBBLIGATORIA: riserva obbligatoria è la quantità di moneta che le


banche trattengono presso la BCE e presso di sé a tutela dei depositanti. Se la riserva obbligatoria aumenta
vi saranno meno prestiti alle imprese, quindi vi saranno meno investimenti, meno produzione, meno
occupazione e meno reddito (MANOVRA RESTRITTIVA) se riserva obbligatoria diminuisce vi saranno maggiori
prestiti alle imprese che aumentare anno gli investimento quindi la produzione, l’occupazione ed il reddito
(MANOVRA ESPANSIVA). La riserva obbligatoria è importante anche per determinare il funzionamento del
moltiplicatore dei depositi. il moltiplicatore dei depositi è un meccanismo che mediante il quale un
incremento inziale dei depositi genera un incremento più che proporzionale dei depositi stessi pari 1 fratto
la riserva obbligatoria
3. Le manovre sul mercato aperto: Operazioni di mercato aperto: la banca centrale per aumentare o
diminuire la moneta in circolazione, può compiere operazioni di compravendita di titoli sul mercato mobiliare.
Se vuole ampliare la moneta in circolazione acquisterà i titoli (ad es. Obbligazioni). In questo modo emetterà
nuova moneta con cui pagare i titoli (manovra espansiva). Se invece la banca centrale volesse attuare una
politica monetaria restrittiva potrà vendere i titoli. In questo modo drenerà dal mercato liquidità, quando
incassa dalla vendita dei titoli (manovra restrittiva).

25/10/2023

Equazione degli scambi di Fisher:


𝑀𝑉 = 𝑃 × 𝑄
ASPETTO MONETARIO ⇔ ASPETTO REALE

(M=moneta, V=volte che viene scambiata per effetto di compravendita,


P=prezzo, Q=quantità di beni prodotti)

Secondo Fisher nel breve periodo, V e Q sono costanti.

V è costante in quanto nel breve periodo le abitudini dei consumatori non


cambiano e quindi neanche il n. di volte in cui acquistano i beni

Q è constante nel breve periodo in quanto non ci sono fattori produttivi da


utilizzare, poiché il sistema economico in piena occupazione

Essendo V e Q costanti esiste una relazione diretta tra moneta e prezzi, se


aumenta la moneta in circolazione aumentano i prezzi, cioè l’inflazione.
06/11/2023

LA MONETA:
è una terza merce intermediaria negli scambi. La moneta assorbe la funzione di istrumento di pagamento, nonché di
istrumento di misurazione del valore dei beni e di valutazione di ricchezza. Anteriormente alla moneta gli avvenivano
tramite il baratto, vale a dire bene contro bene. Per agevolare gli scambi fu già dall’antichità inventato un terzo bene,
che fosse accettato da tutti come pagamento. La prima moneta era metallica e valeva per il valore del metallo di cui
era composta (valore intrinseco). Successivamente la moneta metallica fu soppiantata dalla moneta cartacea per
motivi di praticità e per l'ampliarsi degli scambi commerciali. La carta moneta era inizialmente convertibile in oro
(corso aureo o convertibile); ciò permetteva al possessore di richiedere alla banca di emissione il controvalore in oro.
Successivamente la carta moneta è diventata inconvertibile e quindi senza un valore intrinseco. Ciò che dà valore alla
carta moneta inconvertibile è lo stato che, per legge, prevede che tale moneta debba essere accettata da tutti
(moneta legale) a corso forzoso. Vi sono varie forme di moneta:

1. Moneta legale;
2. Moneta bancaria;
3. Moneta commerciale;
4. Moneta virtuale;

1) La moneta legale: è composta da banco ore e monete metalliche emesse dall'istituto di emissione.
In Europa la banca di emissione, formalmente, è la BCE. Come sopra addetto la moneta legale deve essere
accettata in pagamento per legge.
2) La moneta bancaria: la banca oltre che svolgere la funzione di intermediazione creditizia svolge
anche la funzione monetaria, in quanto può emettere strumenti di pagamento, quali ad esempio assegni
bancari o circolari. L'assegno bancario è assimilabile ad una cambiale tratta e consiste in un ordine che il
correntista dà alla banca di pagare il beneficiario; l'assegno bancario viene chiamato anche moneta fiduciaria,
in quanto può essere accettato solo se il soggetto ha fiducia nei confronti di chi lo ha emesso. Se chi ha
emesso l'assegno non ha la provvista verso la banca, la banca non pagherà. In questo caso si parla di assegno
a vuoto o scoperto.
3) La moneta commerciale: è composta da cambiale tratta e cambiale pagherò. Nella cambiale tratta
un soggetto detto Traente ordina ad un altro soggetto Trattario di pagare un terzo soggetto detto Beneficiario.
Il Trattario è debitore nei confronti del traente che è debitore nei confronti del Beneficiario. Nella cambiale
Pagherò invece, esistono solo due soggetti, vale a dire, colui che promette di pagare ed il beneficiario.
ACCELERATORE DEGLI INVESTIMENTI:
Oltre al moltiplicatore del reddito, la teoria Keynesiana, prevede un altro meccanismo chiamato acceleratore degli
investimenti. Questo meccanismo si unisce al meccanismo al moltiplicatore del reddito per aumentare il circolo
virtuoso di aumento della produzione, occupazione e reddito. Possiamo spiegare il meccanismo dell'acceleratore
degli investimenti con un esempio:
a fronte di un aumento della domanda dei beni di consumo per 1 gli imprenditori vorranno soddisfare questa maggior
domanda aumentando la produzione ad. Es. 4. Per aumentare la produzione, dovranno effettuare degli investimenti
che empiricamente rappresentano un multiplo dei consumi es. 4. Per effetto dell’acceleratore degli investimenti la
domanda aggregata quindi aumenta di 1+4, e poi dà luogo al ciclo virtuoso del moltiplicatore del reddito.

DOMADA E OFFERTA DI MONETA:


la domanda di moneta è la quantità di moneta che gli operatori economici che trattengono presso di sé in forma
liquida per le loro necessità. Secondo Keynes la domanda di moneta dipende da tre motivazioni:

1. Motivazione transazionale
2. Motivazione precauzionale
3. Motivazione speculativa

1) Motivazione Transazionale: i soggetti economici (le famiglie) trattengono presso di sé la


moneta per effettuare le spese correnti, vale a dire l'acquisto di beni di consumo
2) Motivazione Precauzionale: i soggetti economici trattengono la moneta presso di sé per
far fronte ad eventuali eventi futuri ed incerti.
3) Motivazione Speculativa: i soggetti economici trattengono o meno la moneta presso di sé
per l'acquisto di titoli di credito (Obbligazioni)

Le prime due motivazioni dipendono dal reddito; la terza dal tasso di interesse.

1. La domanda di moneta per transazioni e direttamente proporzionale al reddito;


2. La domanda di moneta precauzionale è direttamente proporzionale al reddito;
3. La domanda di speculativa è inversamente proporzionale al tasso di interesse;
Quindi più alto è il reddito, per i punti 1 e 2 e maggiore sarà la domanda di moneta. La domanda speculativa è
inversamente proporzionale al tasso di interesse, in quanto i soggetti economici acquisteranno i titoli se il tasso di
interesse che precideranno è alto, altrimenti tratterranno la moneta presso di sé.
Per tassi di interesse molto bassi secondo Keynes le famiglie tratterranno presso di sé la moneta. Keynes chiamava
questa situazione trappola della liquidità, per cui la domanda tenderebbe all'infinito.

L'OFFERTA DI MONETA:
l'offerta di moneta è decisa autonomamente dalle autorità monetarie e quindi un dipendente dal tasso di
interesse. È una retta perpendicolare all'asse del X, nel punto di incontro tra la domanda e l'offerta di
moneta si determina il tasso di interesse del mercato monetario. Se le autorità monetarie aumentano
l'offerta di moneta diminuisce il tasso di interesse nel mercato. Se le autorità monetarie abbassano l'offerta
di moneta aumentano il tasso di interesse.
Esercizio:
determinare il tasso di interesse nel mercato monetario rappresentando la domanda e l'offerta di moneta
domanda qt. 100 tasso di int. 10; qt. 300 tasso di int. 4; qt. 600 tasso di int. 2; offerta 400
AGGREGATI MONETARI:
Il sistema monetario è formato da moneta in circolazione ed in genere dagli strumenti di pagamento nonché dalle
istituzioni preposte all'emissione e al controllo. La massa monetaria in circolazione può dar luogo a diversi aggregati.
Gli aggregati monetari presi in considerazione sono:
M0 è composta dalla moneta legale in circolazione (moneta cartacea e le monete)
M1 e M0 si sommano i depositi in conto corrente che possono essere usati per effettuare i pagamenti.

Esercizio:
1. Se il TUR aumenta diminuiscono gli investimenti; V
2. Se la riserva obbligatoria diminuisce aumenta il rischio di inflazione; V
3. Gli acquisti di titoli da parte di BCE fanno aumentare la moneta in circolazione; V
4. l'assegno circolare è assimilabile alla cambiale pagherò; V
5. l'assegno bancario considerato moneta fiduciaria; V
6. la domanda di moneta speculativa è proporzionale al tasso di interesse; F

1. la politica monetaria espansiva prevede una riduzione del TUR, l'acquisto dei titoli e diminuzione della riserva
obbligatoria; V
2. una politica restrittiva prevede un aumento del TUR, della riserva obbligatoria e acquisto di titoli; F
3. l'equazione degli scambi un aumento di M provoca un aumento dell'inflazione; V
4. la domanda precauzionale di moneta è inversamente proporzionale al reddito; F

1. la curva di Lorenz esprime come il reddito in percentuale si distribuisce tra le famiglie in percentuale; V
2. l'indice di GINI varia da 0 e 2; F
3. la moneta a corso aureo non esiste dal 1971; V
4. l'aggregato M 1 comprende oltre a M 0 i depositi a vista in conto correnti; V

M2 dato da M1 + i depositi vincolati con durata massima 2 anni


M3 si somma a M2 + BOT a 1 anno
I BOT sono titoli di credito con scadenza a 1anno emessi dallo stato.

L’INFLAZIONE
È l'aumento generalizzato dei prezzi che si traduce in una diminuzione del potere di acquisto della moneta. Il potere
di acquisto detto anche valore della moneta è inversamente proporzionale al prezzo
VM = 1/𝑝

Le cause principali dell'inflazione sono:

1. Eccesso di domanda: l'eccesso di domanda in una situazione di pinea occupazione dei fattori produttivi genera
un aumento dei prezzi, situazione che Keynes che definiva VUOTO INFLAZIONISTICO
2. Eccesso di moneta: l’eccesso di moneta in una situazione di piena occupazione genera un aumento dei prezzi.
l'aumento dei prezzi a seguito dell'aumento di moneta in circolazione è rinvenibile nell'equazione degli scambi.
MxV=PxQ
3. Aumento dei costi di produzione: Un’altra causa importante dell’inflazione è l’aumento dei costi di produzione.
L’imprenditore, in presenza di un aumento di costi di produzione per mantenere inalterati i livelli di profitto
aumentano i prezzi.
4. Aumenti di costi di produzione relativi alle materie prime: una causa classica di aumento dei costi di produzione
è legata al costo delle materie prime (esempio petrolio o gas) nel caso in cui le materie prime provengono dai
paesi esteri e vengono importate a prezzi più alti, l’inflazione si dice “importata”.
5. L’aumento del costo del personale: negli anni ’70 e ’80 esisteva in Italia la cosiddetta scala mobile. Tale
meccanismo era stato istituito per difendere il potere di acquisto dei salari. In pratica i salari venivano aumentati
in base al tasso d’inflazione rilevato dell’ultimo periodo. Ciò comportava quindi, un aumento automatico dei
salari, senza un aumento della produttività. Rimanendo la produzione invariata l’imprenditore per mantenere
gli stessi utili, all’aumento dei salari, aumentavano i prezzi. Questo meccanismo era noto come spirale salari-
prezzi-salari. A decorre dal 1992 non esiste più tale meccanismo e l'aumento dei salari viene considerato
percorribile se connaturato ad un aumento della produzione. (in questo caso non si genera inflazione).
Un ulteriore causa di inflazione è quella da aspettative. La sola aspettativa che aumentino i prezzi genera un effettivo
aumento dei prezzi (es. poniamo che i sindacati ritenendo che l’anno prossimo ci sia inflazione, ritengano e ottengano
un aumento dei salari. In mancanza di un aumento di produzione gli imprenditori aumenteranno per l’aumento dei
costi del personale.

Stagflazione:

la stagflazione mette la contemporanea presenza di inflazione disoccupazione. Questo fenomeno ha avuto luogo per
la prima volta negli anni ’70 e provocò una serie di critiche da Keynes, che riteneva l’inflazione un fenomeno possibile
solo in una situazione piena occupazione. I monetaristi in fatti, tra cui Milton Friedman attaccarono le teorie
Keynesiane affermando che fosse necessario il ritorno alle politiche liberiste con l’assenza dell’intervento statale in
economie. La stagflazione pone numerosi problemi nella sua risoluzione, in quanto le politiche applicabili confliggono
nel combattere la disoccupazione e l'inflazione.

Politiche anti inflazionistiche:

Se l'inflazione deriva da un eccesso di domanda, potrà essere combattuta diminuendo la spesa pubblica o
aumentando le imposte per ridurre i consumi; se l'inflazione deriva dall'eccesso di moneta, dovrà essere attuata una
politica monetaria restrittiva o altrimenti per i monetaristi si può combattere programmando un tasso di crescita
dell'offerta di moneta, collegato al ritmo di crescita del reddito reale. Se l'inflazione deriva da un aumento del costo
del lavoro, può essere attuata una politica di reddito per ancorare i salari alla produttività, con un accordo tra i
sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro.

Misura dell'inflazione:

il processo inflazionistico può avere intensità diverse. Si parla di inflazione strisciante fino al tasso di inflazione del 5%
annuo. Se si supera questo valore fino al 20% annuo si parla di inflazione galoppante; oltre il 20% annuo si parla di
iper-inflazione. Inflazione può essere calcolata con diverse modalità. Uno dei indici più usati è l'indice del prezzi al
consumo per le famiglie, gli operai e gli impiegati. Tale indice, come gli altri, e determinato dall'ISTAT che misura le
variazioni dei prezzi prendendo in considerazione alcuni beni e servizi che compongono il cosiddetto paniere.

La deflazione:

la deflazione è un fenomeno molto negativo che si è verificato a seguito delle crisi economiche che si sono avute dal
2007 in poi. La deflazione è la diminuzione dei prezzi. I consumatori, visto che i prezzi continuano a calare, sono
portati a rimandare i propri acquisti, provocando ulteriore diminuzione dei consumi. Le imprese, vista domanda di
consumo bassa, saranno portate a investire di meno e produrre di meno, licenziando parte del personale. Ciò porta
ad un aumento della disoccupazione e ad una diminuzione ulteriore della domanda. Questo circolo vizioso porta
quindi a una diminuzione del PIL, della produzione e dell'occupazione. Nella zona Euro la BCE ha attuato una politica
monetaria espansiva, per combattere la deflazione e riportare l'inflazione al livello ritenuto ottimale del 2%. La BCE
ha attuato “Quantitative Easing” che consiste nell'acquisto di titoli da parte della BCE, in particolar modo dei titoli
detenuti dalle banche, lo scopo è stato quello di immettere denaro nel sistema economico, dotando le banche di
maggiore liquidità, confidando che esse erogassero maggiori prestiti alle imprese (per investimenti) e alle famiglie
(per i consumi), incentivando la produzione e l'occupazione. Tale misura è stata da alcune parti criticata in quanto a
rischio di generare l'inflazione alta e anche perché per alcuni è servita solo a finanziare le banche e i loro investimenti
speculativi.
Esercizi:

1. L’inflazione galoppante è oltre 20% annuo. F


2. l'inflazione avvantaggia l'importatore. V
3. la stagflazione è stata prevista da Keynes. F
4. l'aumento dei salari provoca l'inflazione importata. F
5. l'inflazione da eccesso di domanda, si può combattere con una diminuzione delle spese pubbliche. V

Potrebbero piacerti anche