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Appunti Economia Politica V AFM

Marco Santangeli

Indice generale
1. L’attività finanziaria: definizione e caratteristiche.......................................................................................2
2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla Finanza Funzionale...............................3
2.1 Finanza Neutrale.....................................................................................................................................4
2.2 Finanza Funzionale.................................................................................................................................5
2.2.1 Fase di recessione – Politica Fiscale espansiva.............................................................................6
2.2.2 Fase di eccessiva espansione – Politica Fiscale restrittiva.............................................................7
2.2.3 Il nuovo ruolo interventista dello Stato – Sistema ad Economia Mista.........................................8
2.2.4 Obbiettivi dell’Attività Finanziaria nella Finanza Funzionale.......................................................9
2.2.5 Teorie di Bilancio nella Finanza Funzionale................................................................................10
2.2.5.1 Nuove Teorie di Bilancio e il problema del pareggio...........................................................11
2.2.6 La Politica Monetaria...................................................................................................................12
2.2.6.1 Gli strumenti della Politica Monetaria.................................................................................13
2.2.6.2 Confronto tra Politica Monetaria e Politica Fiscale.............................................................14
2.2.6.3 I difetti della Politica Monetaria..........................................................................................14
3. I soggetti dell’attività finanziaria...............................................................................................................15
3.1 Imprese Pubbliche: motivazione..........................................................................................................17
3.2 Imprese Pubbliche: Forme Giuridiche..................................................................................................18
3.3 Imprese pubbliche: crisi e privatizzazioni............................................................................................18
4. Strumenti dell’attività finanziaria: la spesa pubblica.................................................................................20
4.1 Classificazioni della spesa pubblica.....................................................................................................21
4.2 Effetti positivi della spesa pubblica......................................................................................................22
4.3 Effetti negativi della spesa pubblica.....................................................................................................22
4.4 Entrate pubbliche in generale...............................................................................................................23
5. Documenti dell'attività finanziaria.............................................................................................................24
5.1 Procedura dell’approvazione del bilancio............................................................................................25

I
Appunti Economia Politica V AFM - 1. L’attività finanziaria: definizione e caratteristiche

1. L’attività finanziaria: definizione e caratteristiche


Tra i vari operatori economici un ruolo particolare spetta allo Stato, il quale si trova a dover risolvere
anch’esso il problema economico dovuto alla necessità di soddisfare una pluralità di bisogni con scarsi
mezzi a disposizione. Anche lo Stato è dunque costretto ad effettuare delle scelte razionali e al pari degli altri
operatori economici si ispira al principio economico del massimo risultato con il minimo impiego di mezzi
(principio edonistico o del tornaconto).
L’attività finanziaria pubblica è l’attività con la quale lo Stato e gli enti pubblici si procurano le entrate per
coprire le spese necessarie a soddisfare gli interessi della collettività.
L’attività finanziaria pubblica ha le seguenti caratteristiche:
• è un’attività economica: lo stato come ogni altro operatore economico si trova di fronte al problema
economico (molti bisogni da soddisfare con scarsi mezzi a disposizione); per risolvere questo
problema, anche lo stato deve applicare il principio economico, cioè deve ottimizzare le risorse
disponibili, in modo da raggiungere il massimo risultato con il minimo mezzo;
• è un’attività politica: anche lo stato, come tutti gli operatori economici, è obbligato a fare delle
scelte su come impiegare le risorse che ha a disposizione;
• è un’attività giuridica: il nostro stato democratico è uno stato di diritto, basato sul principio di
legalità, il che significa che ogni organo dello Stato deve agire nel rispetto delle norme giuridiche.

Schema 1: L'attività Finanziaria Pubblica

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza


Neutrale alla Finanza Funzionale
L’attività finanziaria pubblica ha subito nel tempo una profonda evoluzione passando dalla Finanza
Neutrale a quella Funzionale perché, al mutare della situazione economica, sono cambiate radicalmente le
teorie economiche e ciò ha comportato un mutamento nel ruolo dello stato, negli obbiettivi da realizzare e
nelle Teorie di Bilancio.

Situazione Teoria economica Ruolo dello Stato Obbiettivi dello Teorie di bilancio
economica Stato
1700-1800 Teoria Liberista di Ruolo neutrale: Obbiettivi istituzio- Pareggio annuale.
un forte sviluppo Adam Smith e di non doveva interve- nali:
economico. Jean-Baptiste Say: nire nel sistema • ordine.
• Mano invisibile. • giustizia.
• Teorema della • difesa.
ragnatela. Stato guardiano.
• Egoismo beni- Stato di polizia.
gno. Stato minimale
• Legge degli
sbocchi “l’offerta
crea la doman-
da”.
1929 La Grande Teoria di John M. Interventista • Stabilizzazione • Bilancio funzio-
Crisi (crisi da so- Keynes. • Sistema ad eco- del ciclo econo- nale.
vrapproduzione) • Fluttuazioni ci- nomia mista (art. mico. • Bilancio ciclico.
Crollo della borsa di cliche. 41 cost.). • Sviluppo econo- • Doppio bilan-
Wall Street. • Politica fiscale. Lo stato deve inter- mico. cio.
• Deficit spend- venire in maniera • Ridistribuzione • Teorema di
ing. anticongiunturale della ricchezza. Haavelmo.
attraverso la politica • Benessere della • Pareggio di bi-
fiscale. collettività lancio (modifiche
all’ART. 81.
COST.1).
Tabella 1: Evoluzione dell’attività finanziaria: dalla finanza neutrale alla finanza funzionale.

1 ART. 81. — Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi
favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata
a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.
L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la
sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei
componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale.
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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.1 Finanza Neutrale


Nel corso del ‘700 e dell’800 il progresso economico sembrava in progressivo aumento per la spinta a
seguito delle invenzioni e della Rivoluzione Industriale.
Di conseguenza, la Teoria Economica Classica, elaborata da Adam Smith e Jean-Baptiste Say, era basata
sulla piena fiducia nella capacità del sistema economico di raggiungere sempre l’equilibrio di piena
occupazione per effetto delle oscillazioni dei prezzi (Teorema della Ragnatela).
Si riteneva, dunque, che tutto ciò che veniva prodotto (offerta globale) sarebbe stato domandato (domanda
globale): legge degli sbocchi, cioè l’offerta crea la domanda.
Era necessario, però, che gli operatori economici venissero lasciati liberi di prendere le loro decisioni
perché, così facendo, avrebbero realizzato il proprio interesse ma, al tempo stesso anche l’interesse della
collettività (Egoismo Benigno). Il sistema economico lasciato libero, era comunque in grado di
autoregolarsi (Mano Invisibile).
Secondo la Teoria Classica lo Staro doveva avere un ruolo neutrale perché non doveva intervenire nel
sistema economico e doveva lasciare gli operatori economici completamente liberi nel prendere le loro
decisioni (Laissez faire).
In tale situazione lo Stato doveva occuparsi solo dei suoi compiti istituzionali, cioè ordine, giustizia e difesa.
Veniva, pertanto, chiamato anche come Stato Minimale, Stato Guardiano e Stato di Polizia.

Figura 1: Teoria Economica Classica

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2 Finanza Funzionale


La situazione economica che si viene a verificare nel 1929 con la Grande Crisi (o Grande Depressione),
innescata dal crollo della borsa di Wall Street e poi estesa a tutti gli altri Paesi smentì clamorosamente la
Teoria Classica sulla fiducia dell’automatismo del mercato. Venne, di conseguenza, elaborata una nuova
teoria che ribaltò completamente quella precedente, tanto da essere chiamata, Rivoluzione Copernicana in
Economia.
Venne elaborata da John M. Keynes nel 1932 e prevedeva l’intervento dello stato nell’economia, il modo
da attenuare le fluttuazioni cicliche, cioè l’alternarsi di fasi di recessione economica e di eccessiva
espansione economica.
Lo Stato doveva stabilizzare il ciclo economico attraverso la politica fiscale, cioè manovrando le entrate
pubbliche e la spesa pubblica.

Figura 2: Nuova Teoria Economica

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.1 Fase di recessione – Politica Fiscale espansiva


In una fase di recessione economica la domanda globale è debole e lo Stato deve intervenire in modo
anticongiunturale attraverso una politica fiscale espansiva: deve ridurre le entrate pubbliche (−E) e deve
aumentare la spesa pubblica (+G) anche se cioè determina un deficit di bilancio (così detto “Deficit
Spending”).

Figura 3: Fase di recessione (domanda debole)

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.2 Fase di eccessiva espansione – Politica Fiscale restrittiva


In una fase di eccessiva espansione con una domanda esuberante rispetto all’offerta che non riesce a
crescere in tempi brevi e in modo adeguato (strozzatura del sistema economico): in questa situazione il
divario che si crea tra la domanda e l’offerta determina inflazione (Gap Inflazionistico). Per evitare questo
pericolo bisogna raffreddare la domanda con una manovra anticongiunturale restrittiva. È necessario cioè
aumentare le entrate (+E) e diminuire la spesa pubblica (−G). In questo modo nel bilancio si crea un avanzo
da poter utilizzare per poter coprire i disavanzi delle fasi negative precedenti.

Figura 4: Fase eccessiva espansione (domanda esuberante)

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.3 Il nuovo ruolo interventista dello Stato – Sistema ad Economia Mista


Secondo Keynes, di conseguenza, lo Stato deve avere un ruolo interventista perché deve occuparsi degli
aspetti economici e sociali e deve guidare gli operatori economici verso il benessere collettivo, rimuovendo
gli eventuali squilibri che possono venirsi a creare. Questo sistema economico si chiama Sistema ad
Economia Mista, e lo Stato prende il nome di Stato Sociale, Stato del Benessere, oppure Welfare State.
Questo sistema è ben delineato nella nostra costituzione, in particolare negli articoli:
• ART. 3 COST.2:
Nel primo comma di questo articolo si parla dell’eguaglianza formale (a parole), cioè si enuncia il
principio di eguaglianza (già elaborato nello Stato Liberale – Rivoluzione Francese) che non
ammette nessuna forma di discriminazione.
Nel secondo comma si enuncia il principio dell’eguaglianza sostanziale, cioè il fatto che
l’uguaglianza deve essere realizzata in concreto, eliminando gli ostacoli che impediscono ai cittadini
di realizzare in modo pieno i loro diritti e creando per tutti le pari opportunità.
• ART. 24. COST. COMMA 3.3 stabilisce che hai non abbienti che siano sprovvisti di mezzi adeguati
deve essere garantito il gratuito patrocinio, cioè la possibilità di avvalersi di un avvocato di ufficio.
• ART. 41 COST.4:
In questo articolo si vede chiaramente che il nostro è uno Stato ad economia mista, dove c’è la libertà
dei privati, ma lo Stato interviene per indirizzare e correggere i principali squilibri.

2 ART. 3. COST. — Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
3 ART. 24. COST. COMMA 3. — Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad
ogni giurisdizione.
4 ART. 41. COST. — L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e
coordinata a fini sociali.
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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.4 Obbiettivi dell’Attività Finanziaria nella Finanza Funzionale


Quando lo Stato era neutrale doveva occuparsi solo dei propri compiti istituzionali (difesa, ordine pubblico,
giustizia) e quindi aveva obiettivi minimi: veniva chiamato anche Stato minimale, Stato guardiano, Stato di
polizia. Con la nuova Teoria Keynesiana e il nuovo ruolo interventista dello Stato cambiano anche gli
obbiettivi che si ampliano notevolmente:
• Stabilizzazione del ciclo economico, nel senso che lo Stato deve attenuare le fluttuazioni cicliche
dato che non sempre il Sistema Economico raggiunge l’equilibrio di piena occupazione ma possono
verificarsi situazioni di:
◦ Recessione Economica (la domanda globale è troppo debole);
◦ Inflazione (la domanda globale è esuberante);
• Redistribuzione della ricchezza, nel senso che si devono rimuovere gli squilibri tra persone, tra
settori economici, e tra territori diversi del Paese;
• Sviluppo economico, nel senso che lo Stato deve fare in modo che l’economia del Paese si mantenga
al passo dell’evoluzione scientifica e tecnologica (spese in conto capitale);
• Benessere della collettività, nel senso che lo Stato Sociale si impegna negli ambiti più diversi per
garantire condizioni di benessere per la collettività (Welfare State).
L’ampliamento degli obbiettivi dello Stato ha, però, comportato un notevole aumento della spesa pubblica.
Tutto ciò ha comportato un notevole cambiamento nelle Teorie di Bilancio.

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.5 Teorie di Bilancio nella Finanza Funzionale


Con il passaggio dalla Finanza Neutrale alla Finanza Funzionale si affermano nuove Teorie di Bilancio.
Mentre nella Finanza Neutrale il Bilancio doveva essere in pareggio ogni anno, con la Finanza Funzionale il
problema del Pareggio in Bilancio diventa secondario rispetto alle esigenze del Problema Economico.
• Teoria del Bilancio Funzionale: lo Stato deve utilizzare il proprio bilancio in funzione
dell’economia, per cui il bilancio diventa uno strumento da utilizzare tramite le manovre di Politica
Fiscale senza preoccuparsi di avanzi e disavanzi.
• Teoria del Bilancio Ciclico: è una teoria più moderata rispetto a quella precedente perché, anche se
non prevede un pareggio annuale, si propone comunque il pareggio alla fine del ciclo economico.
Secondo questa teoria nelle fasi di:
◦ Recessione economica: il bilancio dello Stato registra continui deficit per sostenere la domanda
globale con una politica espansiva, con il pareggio alla fine del ciclo economico (+G, −E);
◦ Espansione economica: i deficit vanno compensati con gli avanzi di bilancio ottenuti attraverso
una manovra restrittiva (+E, −G). L’importante è che il bilancio torni in pareggio alla fine del
ciclo economico.
• Doppio Bilancio: secondo questa teoria si devono distinguere due tipi di bilancio:
◦ Bilancio Corrente: riguarda i consumi pubblici cioè le spese ricorrenti che lo Stato deve
sostenere per il suo ordinario funzionamento. Per questo tipo di spese lo Stato deve sempre avere
le entrate necessarie e, di conseguenza, questo bilancio deve essere sempre in pareggio.
◦ Bilancio in Conto Capitale: riguarda gli investimenti pubblici e per i quali è possibile fare una
spesa in deficit perché gli investimenti porteranno un aumento di reddito in futuro e sarà
possibile recuperare i deficit.
• Teorema di Bilancio di Haavelmo: secondo questo economista è possibile fare aumentare la
domanda globale anche mantenendo il bilancio in pareggio ed aumentando di pari importo sia le
entrate sia la spesa pubblica.
L’aumento della spesa pubblica (G) determina un aumento della domanda globale di pari importo;
l’aumento delle entrate (E) determina una riduzione dei consumi (C), ma di importo inferiore
perché non tutto il reddito sottratto dallo Stato con i tributi sarebbe stato consumato, in quanto una
parte viene comunque risparmiata.
−80 +100
C + I + G → DomandaGlobale=+20
+100 +100
E G → Pareggio di bilancio

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.5.1 Nuove Teorie di Bilancio e il problema del pareggio


L’evoluzione delle teorie di bilancio ha portato di nuovo al problema del pareggio che si rende sempre più
necessario, considerato il debito pubblico accumulato da vari paesi tra cui l’Italia.

Figura 5: Paesi P.I.G.S.

Nel 2012 la situazione dei mercati finanziari era talmente grave che venne stipulato un nuovo patto fiscale
(Fiscal Compact) con cui i Paesi più gravemente compromessi (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) si
impegnavano a non effettuare più deficit di bilancio per il futuro.
Per l’Italia questo impegno è stato inserito addirittura nella Costituzione, attraverso una modifica dell’ART.
81. COST. che:
• al primo comma, stabilisce “Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio
bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.”;
• nel secondo comma “Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti
del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei
rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.”.
In sostanza sembrerebbe che l’ART. 81. segua la Teoria del Bilancio Ciclico.

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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.6 La Politica Monetaria


Secondo il pensiero della Scuola Monetarista (o Neo-Monetarista), lo Stato per intervenire nel sistema
economico, deve utilizzare non la Politica Fiscale, bensì la Politica Monetaria, consistente nel manovrare la
quantità di moneta in circolazione. La Politica Monetaria decisa dalla B.C.E.5 ed attuata all’interno del
S.E.B.C.i dalle Banche Centrali Nazionali dei Paesi dell’Unione Europea e si articola in tre manovre:
• manovra del Tasso Unico di Riferimento (T.U.R.);
• manovra del Coefficiente di Riserva;
• manovra delle Operazioni sul Mercato Aperto (compravendita di titoli).

Figura 6: S.E.B.C.

La teoria Keynesiana considera molto importante la politica fiscale, come strumento necessario a
stabilizzare il ciclo economico.

5 Banca Centrale Europea


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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.6.1 Gli strumenti della Politica Monetaria


Un importante strumento di Politica Economica è la Politica Monetaria consistente nel regolare la quantità
di moneta in circolazione attraverso le seguenti manovre:
• Manovra del T.U.R.6: è il tasso applicato dalla B.C.E. alle banche di credito ordinario e influenza il
Tasso Libero di Sconto, cioè il costo del denaro per i clienti.
◦ Manovra Monetaria Espansiva: se si riduce il T.U.R. il denaro costa meno per la clientela e ciò
determina un aumento degli investimenti e dell’occupazione;
◦ Manovra Monetaria Restrittiva: se si aumenta il T.U.R. si avrà una manovra restrittiva dovuta
all’aumento del costo del denaro.
• Manovra del Coefficiente di Riserva: viene deciso dalla B.C.E. ed è la percentuale dei depositi
che le banche non possono dare in prestito e che devono tenere come riserva obbligatoria.
◦ Manovra Monetaria Espansiva: se la B.C.E. diminuisce il Coefficiente di Riserva, si tratta di
una manovra espansiva, perché immette moneta;
◦ Manovra Monetaria Restrittiva: se la B.C.E. aumenta il Coefficiente di Riserva, si tratta di una
manovra restrittiva, perché circola meno moneta.
• Manovra delle Operazioni sul Mercato Aperto (compravendita di titoli): la B.C.E. può comprare o
vendere titoli del debito pubblico degli Stati membri o delle Banche.
◦ Manovra Monetaria Espansiva: se compra i titoli, immette moneta in circolazione;
◦ Manovra Monetaria Restrittiva: se vende i titoli, ritirando moneta in circolazione.

Figura 7: Gli strumenti della Politica Monetaria

6 Tasso Unico di Riferimento


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Appunti Economia Politica V AFM - 2. Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla Finanza Neutrale alla
Finanza Funzionale

2.2.6.2 Confronto tra Politica Monetaria e Politica Fiscale


Sia la Politica Fiscale sia la Politica Monetaria sono forme di Politica Economica perché servono per
correggere gli squilibri del Sistema Economico, facendo un confronto tra Politica Fiscale e Politica
Monetaria si può affermare che:
• La Politica Monetaria è più tempestiva di quella Fiscale perché viene decisa dalla B.C.E. in maniera
immediata e puntuale; invece la politica fiscale richiede tempi lunghi perché viene decisa nella
sessione di bilancio che si apre ad ottobre e si conclude entro il 31 dicembre.
• La Politica Monetaria è più dosabile di quella Fiscale perché si presta a piccoli interventi sul costo
del denaro; invece, la politica fiscale è più massiccia, comprende molte misure di intervento e rischia
di essere troppo energica o troppo debole rispetto alle esigenze del sistema economico che si
presenteranno nel corso dell’anno.
• La Politica Monetaria non è soggetta a condizionamenti politici. La politica monetaria è decisa
dalla B.C.E. in modo del tutto autonomo rispetto alle decisioni dei Paesi Membri; la politica fiscale,
invece, viene decisa dal Governo con l’approvazione da parte del parlamento della legge di bilancio
e, di conseguenza, risente dei condizionamenti politici ed è difficile attuare manovre restrittive
perché impopolari.

Politica Monetaria Politica Fiscale


Tempestiva Lenta
Dosabile Massiccia
Non condizionata dalla politica Condizionata dalla politica
Tabella 2: Confronto Politica Monetaria e Politica Fiscale

2.2.6.3 I difetti della Politica Monetaria


Anche se sembra preferibile la Politica Monetaria rispetto a quella Fiscale bisogna però dire che anche la
Politica Monetaria ha dei difetti:
• una Politica Monetaria espansiva potrebbe non essere efficace perché, anche se il costo del denaro è
basso gli imprenditori potrebbero non avere convenienza ad investire (“il cavallo non beve”);
• la Politica Monetaria restrittiva determina l’aumento del costo del denaro e, anche se è utile per
combattere l’inflazione, può scoraggiare gli investimenti e portare alla recessione.
In sostanza sia la Politica Fiscale che la Politica Monetaria hanno vantaggi e svantaggi e devono essere usate
entrambe con manovre di di stop&go. Da ricordare, comunque, che ormai la Politica Economica viene
decisa a livello di U.E. perché l’Italia, a parità con gli altri Stati ha acconsentito a limitare la propria
sovranità in ambito fiscale e monetario (ART. 11. COST.7).

7 ART. 11. — L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la
pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
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Appunti Economia Politica V AFM - 3. I soggetti dell’attività finanziaria

3. I soggetti dell’attività finanziaria


Gli organi dello Stato che provvedono ad erogare servizi pubblici (generali e speciali) attraverso un'attività
di tipo coattivo, finanziandola attraverso i tributi (imposta oppure imposta e tassa, prendono il nome di
Pubblica Amministrazione diretta e costituiscono il Settore Statale.
Gli Enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Comuni) e istituzionali (cioè istituiti per uno scopo
preciso, come l'INPS, il CNR, l'ENEA e molti altri) sono enti che collaborano con lo Stato nell'erogare i
servizi pubblici generali e misti in modo coattivo. Il loro insieme prende il nome di Pubblica
Amministrazione indiretta e, uniti agli organi dello Stato, prendono il nome di Settore pubblico.
Il settore pubblico comprende, dunque, l'insieme della P.A. diretta e della P.A. indiretta, cioè tutti i
soggetti pubblici che fanno uso del potere coattivo.
Se, oltre a questi soggetti, vogliamo comprendere anche le aziende autonome e gli enti pubblici economici, i
quali sono soggetti pubblici ma non fanno uso del potere coattivo perché agiscono di un piano privatistico,
dobbiamo usare il termine "Settore pubblico allargato".
Se poi vogliamo indicare tutti i soggetti che erogano servizi pubblici, comprendendovi anche quei soggetti
che non possono essere considerati pubblici perché non fanno uso di coattività ed hanno una forma giuridica
di tipo privatistico (sono società per azioni), dobbiamo usa un termine ancora più ampio, ed è quello di Area
pubblica.

Figura 8: I soggetti dell'attività finanziaria.


Uno dei principali obiettivi dell’attività finanziaria è quello di soddisfare i bisogni della collettività. Tali
bisogni si chiamano collettivi perché sono avvertiti dal singolo in quanto membro di una collettività: se
vengono soddisfatti da un soggetto privato, si chiamano bisogni collettivi privati; se vengono soddisfatti
dallo Stato o da un ente pubblico si chiamano bisogni collettivi pubblici. Per soddisfare tali bisogni lo Stato
e gli enti pubblici producono beni ed erogano servizi. Si possono distinguere vari tipi di servizi pubblici:
• Servizi Generali
Sono quelli che vengono messi a disposizione di tutta la collettività, senza che sia possibile
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Appunti Economia Politica V AFM - 3. I soggetti dell’attività finanziaria

distinguere chi utilizza e chi non utilizza il servizio e senza che sia possibile accertare la quantità
goduta da ciascuno, per esempio: le strade aperte al pubblico transito, l’illuminazione pubblica, il
servizio di ordine pubblico.
Questi servizi non rispondono alla logica del mercato e si dice che c’è il così detto “fallimento del
mercato”. Essi, infatti, sono indivisibili perché non si può escludere chi non ha fatto richiesta del
servizio; sono anche servizi a domanda non individualizzatile perché non si può accertare la
quantità goduta da ciascuno. Per questi motivi i servizi generali vengono erogati in modo coattivo e
devono essere finanziati da tutti attraverso il pagamento delle imposte, cioè il tributo più coattivo
che si paga, appunto, anche quando il servizio non è richiesto ed anche quando il servizio non da al
contribuente un vantaggio particolare.
• Servizi Misti
Sono dei servizi vendibili sul mercato; essi sono divisibili perché possono essere forniti a chi li
richiede e si può escludere chi non li richiede; sono servizi a domanda individualizzabile perché è
possibile conosce la quantità goduta da ciascuno. Tuttavia questi servizi, oltre a dare vantaggio a chi
li richiede e li paga, danno vantaggio anche all’intera collettività (così detto effetto di esternalità).
Per questo motivo non è giusto che sia soltanto l’utente a pagare il servizio, perché una parte del
costo deve essere addebitata anche alla collettività che comunque se ne avvantaggia. Ecco perché lo
stato e gli enti pubblici devono usare il potere coattivo per erogare anche questo tipo di servizi:
◦ faranno pagare all’utente che richiede il servizio e se ne avvantaggia un tributo che si chiama
tassa (che non copre l’intero costo);
◦ faranno pagare alla collettività, attraverso le imposte, la restante parte del costo.
• Servizi Speciali
Sono servizi divisibili e a domanda individualizzabile, per cui sono vendibili, non hanno effetto
di esternalità.
Di conseguenza non è necessario che lo Stato faccia uso del potere coattivo e può comportarsi in
maniera paritaria rispetto ai soggetti privati, come un qualsiasi altro imprenditore e copra il costo di
tali servizi tramite i prezzi. Allora perché lo Stato non lascia questi servizi al privato? [vedi pag. 17 ,”
3.1 Imprese Pubbliche: motivazione”]
Lo Stato comunque sia applica diversi tipi di prezzi a diversi seconda dei soggetti:
◦ prezzo privato: si forma liberamente sul mercato dall’incontro tra domanda e offerta;
◦ prezzo quasi privato: si forma sul mercato dall’incontro tra domanda e offerta, ma l’offerta non
è completamente libera perché è fatta dallo Stato e deve tener conto dell’interesse pubblico. Ad
esempio ciò accade per il legname delle foreste demaniali, in quanto lo Stato nel tagliare il
legname non si basa sul prezzo di mercato e sulla conseguente convenienza o meno, ma si basa
soltanto sulla necessità della collettività;
◦ prezzo pubblico o tariffa: si ha quando lo Stato oppure un ente pubblico tende a coprire i costi
del servizio con i ricavi e non si pone l’obiettivo del profitto.
Per erogare il servizio alle categorie meno abbienti si possono applicare dei prezzi inferiori del
costo, ma è necessario applicare dei prezzi superiori al costo nei confronti di altri soggetti (più
abbienti), al fine di pareggiare costi e ricavi totali: si parla in tal caso di tariffe differenziate;
◦ prezzo politico: è un prezzo inferiore al costo in quanto il soggetto è disposto anche a subire
delle perdite per erogare il servizio a prezzi vantaggiosi per alcune categorie di utenti. È molto
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Appunti Economia Politica V AFM - 3. I soggetti dell’attività finanziaria

simile alla tassa ma se ne distingue perché la richiesta del servizio da parte dell’utente è del tutto
libera, mentre per i servizi finanziari con le tasse la domanda da parte dell’utente è in molti casi
obbligata.

3.1 Imprese Pubbliche: motivazione


Per quanto riguarda i servizi vendibili viene spontaneo domandarsi quali sono i motivi che hanno spinto lo
Stato a diventare imprenditore, creando delle imprese pubbliche affianco delle imprese private. Alcuni
motivi si possono ricavare dall’ART. 43 COST.8. Dall’Articolo si desumono i motivi per i quali lo Stato ha
creato delle imprese pubbliche e cioè principalmente quello di evitare che i servizi pubblici essenziali, fonti
di energia o situazioni di monopolio naturale (es. servizio ferroviario) vengano lasciati in mano ad
imprenditori privati i quali, ispirati dalla logica del profitto individuale, non potrebbero tener conto degli
interessi di consumatori ed utenti, soprattutto nel caso che venisse a mancare la convenienza economica (es.
servizio di trasporto in località remote e con pochi utenti).
Altre motivazioni che hanno determinato la nascita delle imprese pubbliche sono:
• redistribuzione territoriale: lo Stato ha creato imprese pubbliche nel mezzogiorno d’Italia allo
scopo di favorire lo sviluppo industriale delle regioni meridionali ed insulari;
• salvaguardia dei livelli occupazionali: lo Stato ha acquistato le partecipazioni nazionali di società
in crisi per salvare i posti di lavoro con l’obiettivo di risanare tali società per poi restituirle al
mercato9;
• controllo da parte dello Stato dei settori strategici dell’economia: lo Stato deve mantenere il
controllo di alcuni settori quali il settore chimico, i settori meccanico e siderurgico ed il settore
petrolifero10.

8 A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente (fin dall’inizio) o trasferire, mediante espropriazione e salvo
indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si
riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente
interesse generale (ART. 43 COST. https://www.brocardi.it/costituzione/parte-i/titolo-iii/art43.html)
9 Ciò è avvenuto principalmente con l’I.R.I. (Istituto per la Ricostruzione Industriale) ente creato nel 1932, dopo la grande crisi
del 1929 allo scopo di acquistare azioni delle società che rischiavano di fallire a seguito della recessione economica. L’I.R.I. è
notevolmente cresciuta nel tempo, acquistando partecipazioni di società in diversi settori economici ed operando come una
holding cioè come una società di gestione delle partecipazioni statali, per organizzare tali partecipazioni, vennero create delle
sub-holding, ciascuna con il compito di gestire le partecipazioni statali di determinati settori (es. Finsider (settore siderurgico),
Fincantieri (settore cantieristico), Finmeccanica (settore meccanica, ecc…).
10 Per questo ultimo settore è stato istituito l’E.N.I. (Ente Nazionale Idrocarburi) che è stato attualmente privatizzato.
16
Appunti Economia Politica V AFM - 3. I soggetti dell’attività finanziaria

3.2 Imprese Pubbliche: Forme Giuridiche


Le imprese create dallo Stato hanno assunto nel tempo diverse tipologie:
• aziende autonome: sono soggetti pubblici dotati di autonomia di gestione, ma legate all’ente che le
ha costituite per cui non hanno proprio personale, né un proprio patrimonio ma il loro bilancio viene
allegato all’ente da cui dipendono. Tutte le aziende autonome sono state privatizzate con eccezione
dell’azienda autonoma per i monopoli di Stato;
• enti pubblici economici: a differenza delle aziende autonome, essi hanno personalità giuridica e
sono per davvero del tutto autonomi; hanno, quindi, un proprio patrimonio, un proprio personale e un
proprio bilanci11;
• esercizio in concessione: si verifica tale ipotesi quando lo Stato o un altro ente pubblico intende
mantenere la titolarità del servizio ma lo affida in concessione ad un soggetto privato
(concessionario) il quale si impegna ad agire secondo le indicazioni dell’ente pubblico che sono
sancite nel capitolato;
• società per azioni: è la forma giuridica attualmente utilizzata per l’impresa pubblica; si tratta di un
soggetto privato, regolato dal Codice Civile, ma i soci possono essere anche soggetti pubblici, anzi
quando gli azionisti pubblici hanno la maggioranza delle azioni oppure quando possono prendere le
decisioni sociali, pur non disponendo della maggioranza (come avviene nel caso del cosiddetto
“azionariato diffuso”) si parla di società in mano pubblica.

3.3 Imprese pubbliche: crisi e privatizzazioni


L’impresa pubblica ha mostrato nel tempo innumerevoli difetti; anche a causa dell’eccessivo intervento dello
Stato nell’economia:
• eccessiva politicizzazione dell’impresa pubblica: manager e dipendenti dell’impresa sono stati
scelti per lo più in base a meccanismi clientelari e sono risultati spesso in eccesso rispetto alle reali
necessità;
• effetto di spiazzamento: l’impresa pubblica ha tolto occasioni e risorse all’imprenditore privato
(crowding out);
• distorsione della concorrenza: l’impresa pubblica può rimanere sul mercato anche quando realizza
delle perdite economiche, perché queste sono ripianate dallo Stato, invece l’impresa privata è
stimolata ad avere i costi minori dei ricavi ed quindi più efficiente.
Per tutti questi motivi l’impresa pubblica invece di produrre profitto, ha finito per aggravare il debito
pubblico dello Stato e dagli anni ‘90 è iniziato il cosiddetto processo di privatizzazione: lo Stato ha cercato
di diminuire il proprio intervento nell’economia, mantenendo il controllo solo delle imprese con reali finalità
pubbliche ed ha restituito al mercato tutte le altre imprese: dalla vendita di tali imprese sono state ottenute
delle entrate con cui lo Stato ha cercato di ridurre il debito pubblico (entrate in conto capitale).
La privatizzazione si è svolta in due fasi:

11 Un esempio di ente pubblico economico erano l'Ente Ferrovie dello Stato, l' ENEL, l'Ente Poste Italiane, l'IRI, l'ENI prima
della loro trasformazione in SPA.
17
Appunti Economia Politica V AFM - 3. I soggetti dell’attività finanziaria

Prima fase: l’impresa è stata trasformata da azienda autonoma o ente pubblico economico in società
per azioni ed il fondo di dotazione (patrimonio della società) si è trasformato in capitale sociale.
Seconda fase: le imprese vengono cedute con varie modalità: integralmente se lo Stato non è più
interessato all’impresa; in parte se vuole continuare a controllare la società, ed in tal caso, può
vendere solo una quota di minoranza a grossi gruppi finanziari e industriali (a volte si riserva anche
la possibilità di veto su questioni strategiche, cioè la “quota d’oro” o “golden share”); oppure al
contrario, può riservarsi una quota di minoranza ma vendendo piccoli pacchetti azionari a tanti
piccoli risparmiatori che non sono interessati alla gestione ma solo agli utili (azionariato diffuso).

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Appunti Economia Politica V AFM - 4. Strumenti dell’attività finanziaria: la spesa pubblica

4. Strumenti dell’attività finanziaria: la spesa pubblica


Gli strumenti dell’attività finanziaria sono costituiti dall’entrate che lo Stato deve procurarsi per far fronte
alle spese pubbliche.
Mentre per i privati le spese vengono decise in base alle entrate che hanno a disposizione, per lo Stato e gli
enti pubblici funziona al contrario:
1. si decidono prima di tutto gli obbiettivi da realizzare (funzione di indirizzo politico12);
2. si quantifica il fabbisogno della spesa;
3. attraverso il potere coattivo lo Stato si procura le entrate.
Riguardo la spesa pubblica fin 1800 si è notato un costante aumento, evidenziato dall’Economista Wagner
nella così detta, legge di Wagner: l’aumento della spesa pubblica è più che proporzionale rispetto
all’aumento della popolazione.
Tale aumento della spesa pubblica dipende da molti fattori [vedi “Evoluzione dell’Attività Finanziaria: dalla
Finanza Neutrale alla Finanza Funzionale”, pag. 3], come:
• Aumento qualitativo: i compiti istituzionali, cioè quelli che lo stato ha sempre avuto, sono diventati
sempre più complessi e richiedono l’impiego di risorse di gran lunga superiori rispetto al passato (es.
l’ordine pubblico una volta e l’ordine pubblico oggi).
• Aumento quantitativo: con il passaggio da Stato neutrale Stato Sociale i compiti dello Stato si sono
notevolmente ampliati.
Ciò è dipeso da una serie di fattori:
◦ le teorie Keynesiane che hanno richiesto l’intervento dello Stato in campo economico e sociale.
Quando lo Stato era neutrale si occupava solo dei fini istituzionali (ordine pubblico, difesa,
giustizia) lo Stato sociale si occupa invece di assicurare il benessere della collettività e quindi
deve realizzare compiti innumerevoli con conseguente aumento della spesa pubblica;
◦ il passaggio allo Stato democratico e con il voto esteso a tutti lo Stato si è dovuto fare carico
anche dei problemi e delle esigenze delle persone meno abbienti. Quando il voto era limitato per
censo per cultura (Stato liberale), il Parlamento frenava le spese del sovrano;
◦ il principio di uguaglianza sostanziale: lo stato deve intervenire economicamente per realizzare
le pari opportunità.
◦ con l’industrializzazione è cambiato il modo di vivere e sono nate esigenze nuove (es. i
parcheggi, la tutela dell’ambiente, ecc.) alle quali lo Stato deve provvedere.

12 Funzione di Indirizzo Politico: consiste nella scelta degli obiettivi che lo Stato intende raggiungere. Tale funzione spetta al
Governo, il quale definisce gli obiettivi del proprio programma. È necessario, però, anche l’intervento del Parlamento che
deve dare la fiducia al programma, altrimenti il Governo deve dimettersi (Sistema Parlamentare).
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Appunti Economia Politica V AFM - 4. Strumenti dell’attività finanziaria: la spesa pubblica

4.1 Classificazioni della spesa pubblica


Si possono distinguere diverse tipologie di spesa pubblica:
• Spese correnti: sono quelle che lo Stato e gli • Spese in conto capitale: sono le spese di
enti pubblici devono sostenere in modo investimento cioè, quelle che creano beni e
regolare per soddisfare i consumi pubblici: servizi durevoli;
◦ hanno carattere ripetitivo;
◦ sono incomprimibili (stipendi, pensioni
e interessi);
• Spese di trasferimento (o spese sussidio): • Spese di produzione: consistono nel
consistono nell’erogare sussidi a single, produrre beni e servizi;
famiglie o imprese, senza chiedere una
◦ se questi beni e servizi vengono dati
controprestazione;
gratuitamente ad alcune categorie di
◦ possono però diventare spese di soggetti, si trasformano in spese
produzione, perché generano un sussidio;
aumento dei consumi e, di conseguenza,
una aumento della produzione.
• Spese di governo: sono le spese che lo stato • Spese di esercizio sono quelle che servono
e gli enti pubblici devono sostenere per per procurarsi le entrate e dovrebbero essere
realizzare tutti i loro compiti; ridotte al minimo per assicurare entrate
soddisfacenti;
• Spese ordinarie: sono quelle che ricorrono • Spese straordinarie: vengono previste per
sempre nel bilancio; far fronte ad esigenze eccezionali;

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Appunti Economia Politica V AFM - 4. Strumenti dell’attività finanziaria: la spesa pubblica

4.2 Effetti positivi della spesa pubblica


La spesa pubblica è uno strumento di politica fiscale. Essa è una delle tre componenti della domanda
globale13.
La spesa pubblica ha una serie di vantaggi:
• È uno strumento di politica economica:
◦ Serve a stabilizzare il ciclo economico (anticongiunturale) e per manipolare la domanda globale.
La spesa pubblica (G) può essere:
▪ aumentata (+ G) per risollevare la domanda globale in fase di recessione;
▪ ridotta (- G) per raffreddare la domanda globale in caso di inflazione;
• può essere utilizzata per la redistribuzione della ricchezza: consente di rimuovere o attenuare le
diseguaglianze a livello territoriale, a livello settoriale e a livello personale; a tal fine sono molto utili
le spese di trasferimento o sussidio;
• serve per consentire lo sviluppo economico del paese; in particolare a tale scopo sono indispensabili
in particolare le spese in conto capitale (di investimento);
• moltiplicatore degli investimenti: ogni investimento pubblico o privato determina un aumento del
reddito nazionale in misura più che proporzionale rispetto all’investimento iniziale, grazie ad un
1
meccanismo moltiplicativo legato ai consumi ( M = , il moltiplicatore, è il reciproco (inverso)
S
della propensione al risparmio);

4.3 Effetti negativi della spesa pubblica


La spesa pubblica presenta anche degli svantaggi:
• indebitamento: la manovra espansiva della spesa pubblica (+ G) rischia di creare un deficit nel
bilancio statale; difficilmente la spesa pubblica può essere coperta da entrate corrispondenti;
• I tagli alla spesa pubblica sono impopolari e possono portare anche a crisi di Governo.
• effetto di spiazzamento: l’eccessivo intervento dello stato con la spesa pubblica toglie opportunità
agli imprenditori privati;
• rigidità di alcuni tipi di spesa: le spese correnti hanno carattere di rigidità perché non si possono
ridurre o tagliare in quanto hanno carattere ricorrente (pensioni, interessi, etc.);
• riduzione della spesa pubblica con effetto negativo sulla situazione economica: a volte il taglio
della spesa pubblica può generare un effetto moltiplicato di recessione economica (effetto negativo
del moltiplicatore degli investimenti).

13 Componenti della domanda globale: consumi delle famiglie (C), spesa pubblica (G) e investimenti delle imprese (I).
21
Appunti Economia Politica V AFM - 4. Strumenti dell’attività finanziaria: la spesa pubblica

4.4 Entrate pubbliche in generale


Per coprire la spesa pubblica lo Stato e gli enti pubblici devono procurarsi le entrate necessarie. Le entrate si
possono così classificare:
• tributi: sono entrate coattive, regolate dal diritto pubblico e derivate perché vengono ottenute dalla
ricchezza prelevata ai contribuenti. Si distinguono a loro volta in:
1. Imposta: è il tributo più coattivo perché viene fatto pagare al contribuente anche se non ha
c richiesto il servizio ed anche nel caso in cui non ottenga dal servizio un vantaggio particolare;
o
a 2. contributo: è un tributo meno coattivo dell’imposta perché viene fatto pagar al contribuente che,
t
t pur non avendo richiesto il servizio, ottiene da questo un vantaggio particolare (esempio:
i contributo di bonifica, contributo per le opere di urbanizzazione, previsto dalla così detta legge
v Bucalossi);
i
t 3. tassa: è il tributo meno coattivo perché si paga quando si richiede un servizio e da questo si
à
ottiene un vantaggio particolare.
• entrate extra-tributarie: sono entrate di tipo privatistico, regolate dal diritto privato che lo Stato e
gli enti pubblici si procurano senza far uso del potere coattivo. Si tratta inoltre di entrate originarie,
in quanto lo Stato e gli enti pubblici percepiscono i prezzi quando utilizzano i propri beni o vendono
servizi prodotti dalle proprie imprese. Si distinguono in:
1. prezzi: sono entrate originarie perché lo stato e gli enti pubblici le ottengono dalla vendita dei
loro beni o servizi. I prezzi si classificano in:
▪ prezzi privati; ▪ prezzi pubblici;
▪ quasi privati; ▪ prezzi politici.
2. prestiti: sono entrate derivate a carattere privatistico perché lo Stato e gli enti pubblici si
procurano denaro dai risparmiatori senza far uso di potere coattivo e promettendo loro in cambio
il rimborso del prestito alla scadenza con il pagamento di un interesse.
Si tratta infine di entrate derivate perché lo Stato e gli enti pubblici utilizzano la ricchezza
prodotta dai soggetti privati.
Se si misura l’incidenza dei tributi sulla ricchezza La pressione fiscale globale invece rappresenta
prodotta nel Paese, si parla di pressione l’incidenza non solo dei tributi T , ma anche dei
contributi previdenziali e assistenziali C , sulla
tributaria. Essa è il rapporto tra i tributi T
ricchezza prodotta nel Paese PIL :
(imposte dirette e indirette ) e il PIL :
T +C
T Pressione Fiscale Globale=
Pressione Tributaria= PIL
PIL

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Appunti Economia Politica V AFM - 5. Documenti dell'attività finanziaria

5. Documenti dell'attività finanziaria


I documenti dell’attività finanziaria sono stati cambiati con la Legge n. 39 del 2011 per adeguarli alle nuove
regole adottate dall’Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati
membri.
I principali documenti dell’attività finanziaria sono i seguenti:
1. DEF14:
◦ predisposto dal Governo;
◦ contiene gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e finanziarie
almeno per il triennio successivo;
◦ contiene l’aggiornamento delle previsioni per l’anno in corso, evidenziando gli eventuali
scostamenti rispetto al precedente Programma di stabilità;
◦ da presentare alle Camere entro il 10 aprile di ogni anno.
2. Disegno di legge di stabilità:
◦ da presentare alle Camere entro il 15 ottobre di ogni anno;
◦ ha sostituito la “legge finanziaria”;
◦ deve essere presentato dal Governo al Parlamento insieme al disegno di legge di bilancio ed apre
la sessione di bilancio.
3. Bilancio annuale di previsione:
◦ da presentare alle Camere entro il 15 ottobre di ogni anno;
◦ è un documento di previsione che espone le entrate e le spese che lo Stato prevede di sostenere
per il successivo anno finanziario, che va dal 1 gennaio al 31 dicembre (e quindi coincide con
l’anno solare).
◦ Il Bilancio annuale di previsione ha molte funzioni:
▪ Contabile: consente di programmare una ordinata gestione delle entrate e delle spese;
▪ Giuridica: è un documento con il quale il Parlamento autorizza il Governo a riscuotere le
entrate e a pagare le spese che in esso sono previste;
▪ Politica: le cifre stanziate nel bilancio indicano gli obiettivi e le scelte politiche del Governo;
▪ Economica: manovrando le entrate e le spese del bilancio (Politica Fiscale) è possibile
incidere sulla domanda globale e sul sistema economico.
4. Rendiconto o Conto consuntivo: si riferisce all’esercizio ormai trascorso e deve essere presentato
dal Governo alla Corte dei Conti per un controllo contabile, chiamato “giudizio di parificazione”,
perché deve accertare il rispetto delle previsioni di bilancio. Successivamente, entro il 30 giugno, il
rendiconto deve essere presentato al Parlamento, il quale approvandolo esercita un controllo politico
sull’operato del Governo.

14 DEF: Documento di economia e finanza.


23
Appunti Economia Politica V AFM - 5. Documenti dell'attività finanziaria

5.1 Procedura dell’approvazione del bilancio


La procedura per l’approvazione del bilancio è tipica del nostro sistema parlamentare ed è descritta
nell’ART. 81 della Costituzione:
“[…] Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. […]”
Testo 1: Quarto comma ART. 81 COST.

1. Il Governo presenta questi documenti come disegni di legge che vengono poi discussi ed approvati
dal Parlamento;
2. Il disegno di legge di bilancio viene presentato dal Governo al Parlamento entro il 15 ottobre
dell’anno precedente a quello cui si riferisce, insieme alla legge di stabilità;
3. In Parlamento si apre la cosiddetta “sessione di bilancio” per dare priorità alla discussione ed
approvazione dei provvedimenti economico-finanziari:
• l’approvazione di essi deve avvenire entro il 31 dicembre al fine di autorizzare il Governo a
gestire le entrate e le spese secondo quanto previsto nel bilancio;
▪ se l’approvazione non dovesse avvenire entro il 31 dicembre, per evitare che l’attività del
Governo rimanga bloccata, si ricorre all’esercizio provvisorio che il Parlamento può
concedere per legge e per un periodo massimo di quattro mesi, come prevede l’ART. 81
COST..

[…] L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per
periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. [...]”
Testo 2: Quinto comma ART. 81 COST.

▪ Durante l’esercizio provvisorio il Governo può gestire le entrate e le spese del bilancio, anche
1
se non ancora approvato, nei limiti di per ogni mese di esercizio provvisorio autorizzato.
12
Per quanto riguarda il bilancio dello Stato c’è stata una recente modifica dell’ART. 81 della Costituzione
attuata con la legge costituzionale 20 aprile 2012, n.1: Introduzione del principio del pareggio di bilancio
nella Carta Costituzionale.
Il primo comma stabilisce:

Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi
avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. [...]
Testo 3: Testo 2: Primo comma ART. 81 COST.

Il secondo comma stabilisce:

[…] Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e,
previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al
verificarsi di eventi eccezionali. […]
Testo 4: Secondso comma ART. 81 COST.

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Appunti Economia Politica V AFM - 5. Documenti dell'attività finanziaria

Questa modifica della Costituzione è stata approvata da entrambe le Camere nella seconda votazione con
maggioranza qualificata (⅔ dei componenti) tale da escludere il ricorso al referendum confermativo, come
prevede l’ART. 138 COST. e quindi non è stato possibile, come invece sarebbe stato auspicabile,
l’intervento del popolo su un tema così delicato.
Questa modifica della Costituzione dimostra come sia limitata oggi la sovranità dello Stato per effetto
dell’adesione dell’Italia ai trattati internazionali. Infatti la modifica si è resa necessaria in seguito
all’impegno che il nostro Paese ha assunto in sede europea con il Trattato di stabilità, coordinamento e
governance nell’Unione economica e monetaria del 30 gennaio 2012.
Nell’ambito di tale accordo è stato approvato uno specifico Patto fiscale, più noto come Fiscal compact che
prevede un inasprimento delle misure di contenimento del disavanzo (che d’ ora in poi dovrà mantenersi
entro lo 0,5% del PIL) con deviazioni possibili solo in circostanze eccezionali.
Per rendere vincolante tale impegno il Fiscal compact impone agli Stati che le regole del pareggio di
bilancio abbiano “effetto nelle legislazione nazionali delle Parti contraenti al massimo entro un anno
dall’entrata in vigore del Trattato attraverso previsioni con forza vincolante e di carattere permanente,
preferibilmente costituzionale”.
L’Italia, trovandosi in una difficile situazione economico-finanziaria, per dimostrare all’Europa la propria
volontà di risanamento dei conti pubblici ha aderito immediatamente all’impegno approvando a larga
maggioranza la “costituzionalizzazione del pareggio di bilancio”.
Si tratta comunque di una scelta molto criticata, anche da economisti e da alcuni premi Nobel
dell’Economia. In realtà sembrerebbe sfumare la possibilità di una qualsiasi politica economica basata
sull’indebitamento (il deficit spending Keynesiano). Ma l’ attuale situazione di emergenza sanitaria dovuta
alla pandemia da coronavirus ha dimostrato che eventi eccezionali possono sempre accadere e vanificare
tutti gli impegni di risanamento dei debiti da parte degli Stati.

25
i Link S.E.B.C.:
Borsa Italiana - Glossario finanziario - Sistema Europeo delle Banche Centrali:
https://www.borsaitaliana.it/borsa/glossario/sistema-europeo-delle-banche-centrali.html

Treccani - Sistema Europeo di Banche Centrali (S.E.B.C.):


https://www.treccani.it/enciclopedia/sistema-europeo-di-banche-centrali_%28Dizionario-di-Economia-e-Finanza%29/

Banca d’Italia – Euro-sistema:


https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/eurosistema/index.html

Università Kore - Le funzioni della Banca d’Italia:


https://unikore.it/phocadownload/userupload/b22a1347ce/Politica%20monetaria%20per%20seminario
%20Kore_PP.pdf

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