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La scienza delle finanze ha come oggetto il finanziamento delle attività dello Stato nell’economia
di mercato.
In un’economia di mercato, la produzione è effettuata da produttori che offrono beni e servizi a
prezzi che dovrebbero riflettere i costi di produzione. Il funzionamento dell’economia richiede
però regole e vincoli. Un ruolo importante è rappresentato dallo Stato che manifesta la presenza
in vari campi (sicurezza, giustizia, etc.) e a molti livelli (nazionale e locale).
Il ruolo dello Stato si traduce in attività che hanno una rilevanza finanziaria, ma non solo. Si
manifesta anche attraverso l’attività con cui definisce le regole del gioco che tutti i membri devono
rispettare.
Secondo Musgrave, l’attività dello Stato si può classificare in tre funzioni fondamentali:
• Allocazione, cerca di capire in che modo lo Stato influenza l’efficienza economica. Il
modello dell’equilibrio economico generale tenta di fornire una spiegazione su come si
formano i prezzi e le quantità prodotte in un’economia di mercato. Il contributo che
l’economia pubblica ha dato a questo impianto teorico è iniziato con l’osservazione che
esiste un particolare tipo di beni (BENI PUBBLICI) che possiede caratteristiche intrinseche.
Un’impresa privata non ha incentivo a produrre tali beni perché non potrebbe costringere
gli acquirenti a pagare il prezzo del servizio da essi richiesto. Inoltre, gli acquirenti non
hanno incentivo a pagare per tali beni à FALLIMENTO DEL MERCATO
• Redistribuzione, spesso gli interventi dello Stato mirano a intervenire sulla distribuzione
dei redditi e dei patrimoni. In assenza di tali politiche, la distribuzione sarebbe determinata
dalla distribuzione delle dotazioni iniziali dei soggetti che compongono una società. Infatti,
anche se il mercato operasse in maniera efficiente, la distribuzione del reddito e della
ricchezza prodotta non corrisponderebbe a criteri di equità.
Lo Stato ha il potere di modificare la distribuzione, e può svolgere questa funzione in vari
modi:
- Trasferimenti monetari a favore di particolari gruppi di cittadini
- Intervenendo sui prezzi dei beni (agevolazioni concesse à servizi di asilo nido,
etc.)
- Fornitura diretta di servizi ai cittadini in funzione dei loro bisogni e non della
capacità che essi hanno di pagare i servizi offerti
• Stabilizzazione, compito di garantire un livello di produzione il più vicino possibile a quello
di pieno impiego
Una società composta da due soli individui, può essere scritta come:
𝑊 = 𝑊(𝑈!, 𝑈# )
Questa formula misura il benessere collettivo, e la sua forma dipende dalle nozioni di equità. Una
volta assunta una data funzione W, si possiede la chiave per valutare in termini normativi qualsiasi
problema di politica economica.
Implica che il benessere sociale dipende esclusivamente dall’utilità dei soggetti che appartengono
alla società. Si assume un punto di vista individualista.
Il benessere degli individui è rappresentato dai beni e servizi di cui gli individui dispongono e
possono godere
𝑈$ = 𝑈$ (𝑋$! , 𝑋$# ) 𝑐𝑜𝑛 𝑖 = 1,2
In definitiva, il primo teorema consente di ottenere un ottimo sociale, ma non viene presa
in considerazione la giustizia sociale à interviene il secondo teorema
• 2° Teorema
Lo Stato deve intervenire per un’adeguata ridistribuzione delle dotazioni iniziali. Può farlo
introducendo delle imposte lump-sum, ovvero si tratta di trasferimenti monetari
obbligatori. Sono neutrali e non distorsivi perché non alterano il rapporto fra i prezzi.
In realtà il valore di questo teorema è prevalentemente di tipo negativo
Nella realtà in cui viviamo ci troveremo quasi sempre in situazioni di Second Best, dovute o
all’assenza delle condizioni di concorrenza perfetta o all’uso di strumenti non neutrali messi in
atto per realizzare equilibri distributivi coerenti con la funzione del benessere sociale
La domanda D è il risultato dell’aggregazione domandate da tutti i consumatori. Per ogni livello di
prezzo, il consumatore domanderà il bene sino al punto in cui il prezzo è uguale alla valutazione
dell’utilità marginale data al bene
L’offerta S è il risultato dell’aggregazione delle curve dei costi marginali dei produttori. In
concorrenza, essendo price-takers, essi fissano l’offerta al punto in cui il costo marginale è uguale
al prezzo
LA CURVA DEI CONTRATTI
In un’economia di puro scambio abbiamo 2 soggetti e 2 beni. Ogni soggetto avrà una dotazione
iniziale dei due beni e ne riceverà una determinata curva di utilità.
Questa situazione può essere rappresentata nella Scatola di Edgeworth, dove base e altezza
sono date dalla disponibilità del bene e dalle quantità totale dei beni.
Tutti i punti all’interno della scatola rappresentano dei punti di possibile scambio, ma non tutti
sono efficienti. Gli scambi efficienti si trovano sulla curva dei contratti, ovvero l’insieme di quei
punti in cui le curve di utilità sono tangenti tra loro e quindi hanno lo stesso Saggio Marginale di
Sostituzione
La curva di trasformazione rappresenta l’insieme di tutte le combinazioni dei due beni che
possono essere prodotte con un’allocazione efficient4e dei fattori produttivi ed equivale alla
curva dei contratti.
I punti che si trovano all’interno della curva non sono efficienti perché esisterà un punto nella
frontiera che a parità di quantità di un bene, si può ottenere più quantità dell’altro.
È concava e inclinata negativamente, e la sua inclinazione è data da:
𝐶𝑀)
𝑆𝑀𝑇)* =
𝐶𝑀*
Bisogna quindi trovare il mix efficiente nella produzione dei beni
𝑆𝑀𝑇)* = 𝑆𝑀𝑆% = 𝑆𝑀𝑆&
LA FUNZIONE DEL BENESSERE SOCIALE
La funzione del benessere sociale è uno strumento che consente di ordinare in termini di
benessere diversi possibili stati sociali. Questa funzione deve rispettare delle proprietà:
- Welfarismo, vengono esclusi atteggiamenti paternalistici. I soggetti sono sovrani
dello loro scelte
- Individualismo, vengono esclusi atteggiamenti altruistici o di invidia, cioè il
livello di utilità non vengono influenzati dagli altri
- Principio di Pareto, deve essere crescente in tutti i suoi argomenti
- Avversione alla disuguaglianza, le curve di indifferenza devono essere convesse
• FUNZIONE EGUALITARIA
Secondo questa teoria, ogni individuo deve raggiungere lo stesso livello di benessere
𝑈% = 𝑈&
Le curve di indifferenza possono essere rappresentate da punti, situate sulla semiretta che
interseca il piano a 45°
• FUNZIONE RAWLSIANA
Questa teoria si focalizza sull’uguaglianza e resta neutrale per l’efficienza. Inoltre, si ritiene
che l’utilità non sia un buon indicatore del benessere e propone di usare i beni primari.
Gli economisti ne applicarono una versione più ortodossa in cui l’utilità è anche
importante.
Per misurare il livello di benessere, si usa il livello del soggetto che sta peggio
𝑊 = min [𝑈% , 𝑈& ]
Le curve di indifferenza possono essere rappresentate da curve di indifferenza ad angolo
retto, il cui angolo si situa sulla semiretta che interseca il piano a 45°
Per ottenere un ottimo sociale, che sia anche un ottimo paretiano, bisogna trovare il profilo che
massimizza la funzione del benessere sociale sotto al vincolo delle utilità possibili
Quando la frontiera della possibilità di utilità è simmetrica, l’ottimo utilitaristico e l’ottimo
rawlsiano coincidono
In presenza di esternalità, la valutazione dei costi e dei benefici del singolo differisce
dalla valutazione sociale, generando così inefficienze allocative. Anche se il singolo
farà una scelta ottimale, a livello sociale non sarà così
BMP rappresenta la curva dei benefici marginali privati, cioè il beneficio marginale
corrispondente a ciascun livello di quantità prodotta
CMP rappresenta la funzione di costo delle imprese
DM rappresenta il danno marginale causato dalle imprese
CMS rappresenta la curva del costo marginale sociale
ESEMPIO
Un’acciaieria scarica scorie in un corso d’acqua che viene usato da un
agricoltore per irrigare i campi.
In assenza di un diritto di proprietà, l’utilizzo della risorsa non ha prezzo e
l’impresa può abusarne.
Se il corso d’acqua fosse di proprietà dell’acciaieria, sarebbe disposta a
ridurre la produzione a cui massimizza i profitti in cambio di una
compensazione pari al profitto che avrebbe ottenuto producendo delle
quantità (BMP-CMP)
L’agricoltore sarà disposto a pagare una somma inferiore al danno marginale
[DM > (BMP-CMP)]
Sarà disposto a pagare solo fino a Q*, oltre questo punto il costo marginale
sarà maggiore del beneficio
Ø Asimmetrie informative
L’informazione è asimmetrica quando i soggetti che partecipano allo scambio non hanno lo
stesso set di informazioni
Una delle due parti (agente) dispone di maggiori informazioni rispetto alla controparte
(principale) à SELEZIONE AVVERSA (asimmetria ex-ante)
Oppure gode di un vantaggio informativo sulle azioni intraprese che si manifesta
successivamente alla stipulazione del contratto à AZZARDO MORALE (asimmetria ex-post)
SELEZIONE AVVERSA – Si ha un problema di selezione avversa quando l’agente ha migliori
informazioni sulle caratteristiche prima del contratto. In questo caso, i motivi del
fallimento sono:
- Il prezzo di scambio influenza la qualità degli agenti che partecipano allo
scambio. Possono condurre all’uscita dal mercato dei prodotti/servizi di qualità
migliore
- Può esiste un prezzo al quale l’offerta del bene eguagli la quantità domandata
Il problema di selezione avversa può nascere ad esempio nel mercato delle auto usate (i
venditori di auto usate conoscono la quantità, mentre i compratori no. I consumatori
saranno disposti a pagare un prezzo medio, ma i venditori non sono disposti a cedere le
auto di buona qualità a un prezzo medio e quindi scambieranno solo le auto in cattivo
stato), nel mercato del lavoro e nel mercato delle assicurazioni
AZZARDO MORALE – Si ha un problema di azzardo morale quando c’è la tendenza di un
individuo non perfettamente controllato a tenere un comportamento disonesto o
indesiderabile. Prevede che le parti interessate abbiano ex ante informazioni eguali, e che
l’asimmetria si manifesta successivamente alla definizione del contratto. La parte che deve
agire in esecuzione del contratto è in grado di compiere azioni non osservabili o dispone di
informazioni a cui l’altra parte non può accedere.
Il fallimento di mercato si concretizza sia in costi sociali legati all’esasperazione di situazioni
di rischio o all’assunzione di comportamenti opportunistici individuali
BENI PUBBLICI
Le analisi condotte nello studio della microeconomia considerano una particolare tipologia di beni,
quelli privati. I beni pubblici sono caratterizzati da:
- Rivalità nel consumo, ovvero, se il bene è consumato da un individuo non può
essere consumato contestualmente anche da altri individui
- Escludibilità dal beneficio di soggetti terzi, ovvero, una volta che il diritto di
proprietà sia stato affermato da un soggetto, è fattibile escludere gli altri
individui dal suo consumo
Sono ad esempio, l’illuminazione pubblica, lo spettacolo pirotecnico, etc.
Per valutare la quantità efficiente di offerta occorre tenere in considerazione che una
specifica quantità può essere consumata contestualmente in ugual misura da tutti i
consumatori.
Dati due beni, G puro e X privato, in un contesto di equilibrio economico generale, la
frontiera delle possibilità produttive identifica la quantità massima dei due beni e la loro
combinazione qualora i fattori produttivi siano allocati in modo efficiente.
La quantità del bene X per il soggetto A è pari alla quantità massima di un bene X
producibile meno la quantità desiderata dal soggetto B per questa specifica curva di
indifferenza (curva indifferenza B). Ripetendo il ragionamento per ogni livello di bene
pubblico si otterrà la curva residuale (quantità di cui può beneficiare A in un contesto di
pura efficienza)
Data la curva di indifferenza del soggetto A e quella del soggetto B, si può determinare il
paniere per il quale le due sono tangenti. Per una specifica quantità di bene pubblico G, si
trova la quantità del bene privato che garantisce la massima utilità per A.
La frontiera delle possibilità produttive ha inclinazione pari al SMT
& %
𝑆𝑀𝑇-) = 𝑆𝑀𝑆-) + 𝑆𝑀𝑆-)
CONDIZIONE DI SAMUELSON
Esempio. Dati due soggetti che condividono casa e hanno una connessione internet di
2MB. L’uso di internet di un soggetto non preclude l’uso dell’altro à bene pubblico puro
I due soggetti vorrebbero passare ad una connessione più veloce, e il cambio ha un prezzo
di 10€. Il soggetto A è disposto a pagare 6, invece B 5
È efficiente cambiare velocità?
- Se la connessione fosse un bene privato, la risposta sarebbe no perché nessuno
dei due è disposto a pagare l’intera somma
- Trattandosi invece di un bene pubblico, la fornitura è efficiente se si verifica
l’uguaglianza tra CM e somma delle disponibilità a pagare di tutti gli individui
coinvolti
Se dovesse essere offerto un bene pubblico puro, lo Stato dovrebbe limitarsi ad individuare
la quota del costo totale di produzione del bene in capo a ciascun cittadino. L’equilibrio
deve garantire che la quantità domandata del bene pubblico sia la stessa per ogni
cittadino, con prezzo differente sulla base della sua disponibilità a pagare. Questa
condizione si verifica solo se tutti consumatori rivelano in modo veritiero le loro
disponibilità a pagare per il bene pubblico, ed è possibile individuare per ogni individuo un
prezzo personalizzato necessario per consentire l’offerta del bene pubblico puro.
Ma, uno dei problemi nell’individuare la fornitura ottimo è il fatto che i membri di una
collettività potrebbero non essere incentivati a rivelare in modo veritiero le loro preferenze
per il bene pubblico e potrebbero mettere in atto dei comportamenti opportunistici al fine
di beneficiare del bene contribuendo il meno possibile à PROBLEMA DEL FREE-RIDING
I comportamenti di free-riding sono chiamati CONGETTURA DI WICKSELL-SAMUELSON
Se questo comportamento si verifica, la somma delle disponibilità a pagare non copre più i
costi, rendendolo economicamente non conveniente per un’impresa privata.
In caso di fornitura privata quindi, le problematiche della congettura di Wicksell-Samuelson
diventano rilevanti.
𝑈% = 𝑈% (𝑋% , 𝐺) 𝑐𝑜𝑛 𝐺 = 𝑔% + 𝑔&
𝑈& = 𝑈& (𝑋& , 𝐺) 𝑐𝑜𝑛 𝐺 = 𝑔% + 𝑔&
Avremo che
𝑈% = 𝑈% (𝑊% − 𝑔% , 𝑔% + 𝑔& )
𝑈& = 𝑈& (𝑊& − 𝑔& , 𝑔% + 𝑔& )
Da queste funzioni di utilità comprendiamo che per ogni consumatore, l’acquisto di una
certa quantità di bene arreca beneficio a sé e all’altro soggetto.
Entra in campo la teoria dei giochi che consente di analizzare il comportamento di un
soggetto assumendo che l’altro abbia già scelto. Questa ipotesi è chiamata Congettura di
Cournot-Nash, e fa si che il soggetto A massimizzi la sua utilità prendendo 𝑔& come dato e
lo stesso varrà per il soggetto B. Quando le scelte dei due soggetti saranno mutualmente
compatibili, si sarà raggiunto l’equilibrio à EQUILIBRIO DI NASH
Al variare di 𝑔& il soggetto A troverà la miglior risposta, detta anche funzione di reazione
𝑅% [e viceversa]
EQUILIBRIO DI LINDAHL
In presenza di beni pubblici, un sistema concorrenziale non condurrà ad un’allocazione
Pareto-efficiente perché i consumatori possono avere valutazioni diverse sulla fornitura dei
beni e se gli agenti dovessero pagare un prezzo uguale, potrebbe creare delle inefficienze.
Sarebbe possibile un’allocazione Pareto-efficiente con un sistema di prezzi personalizzabili.
In presenza di beni pubblici e privati, i consumatori basano le lore scelte sul reddito e sulla
quota del costo della produzione dei beni pubblici
Esempio. Dati due soggetti con un reddito fisso (𝑊% , 𝑊& ), e che nel mercato ci siano un
bene privato X e un bene pubblico G
𝑈% → 𝑊% = 𝜌) 𝑋% + 𝜌- 𝐺𝜏%
𝑈& → 𝑊& = 𝜌) 𝑋& + 𝜌- 𝐺𝜏&
L’equilibrio di Lindahl è caratterizzato da due importanti proprietà:
- La quantità di un bene pubblico domandata dai due individui è pari a G*
- Le quote di costo a carico dei due soggetti sono pari a 1 à 𝜏% + 𝜏& = 1
Nel punto di equilibrio le quote di contribuzione dei due soggetti coprono i costi
di produzione, e in tale punto è soddisfatta la condizione di Samuelson
Le caratteristiche di non rivalità e non escludibilità possono essere presenti con diverse sfumature
• Beni tariffabili o congestionabili, ad esempio le trasmissioni televisive, le autostrade, le
mostre dei musei, un film al cinema, l’ingresso in discoteca, etc.
• Beni comuni
n DOMANDA DI ASSICURAZIONE
Se consideriamo un individuo avverso al rischio, dovendo scegliere tra un reddito certo e
una prospettiva reddituale che garantisca un reddito inferiore con probabilità o un
reddito superiore con probabilità (1-p), sceglierà il reddito certo.
EX
Un individuo percepisce un reddito di 1k se sano e 250 se malato. La probabilità di
ammalarsi (p) è pari a un terzo.
Il valore atteso della sua prospettiva di reddito è pari:
1 2
𝑤 = ∗ 250 + ∗ 1.000 = 750
3 3
𝑓𝑢𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖𝑡à → 𝑼 = 𝐥𝐧 (𝑹 + 𝟏)
n OFFERTA ASSICURAZIONE
Se consideriamo 2 individui con la stessa situazione futura rischiosa. Se si verifica
l’evento rischioso, la perdita sarà di 100, altrimenti sarà nulla. La probabilità che si
verifichi l’evento dannoso è pari al 50%
𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑠𝑜 𝑤 = 50% ∗ (−100) + (1 − 50%) ∗ 0 = −50
La varianza invece sarà:
𝑣𝑎𝑟(𝑤) = [0 − (−50)]# ∗ 50% + [−100 − (−50)]# ∗ 50% = 2.500
La varianza si dimezzerà
Quindi al crescere degli individui (n), la varianza si riduce. Se n tende a infinito, la
varianza tende a 0, questo permette di trasformare una situazione rischiosa in una
situazione certa.
Se il premio per un rischio alto fosse 2k, e 1k per i rischi bassi (P=20%), il prezzo cui
l’assicuratore sarà disposto ad offrire la polizza sarà
𝑃 = 0,2 ∗ (1.000) + 0.8 ∗ (2.000) = 1.800
Ma a questo prezzo, solo gli individui ad alto rischio chiederanno di essere assicurati e di
conseguenza nessun assicuratore sarà disposto ad offrire polizze. Non esiste alcun
contratto pooling
POSSIBILI SOLUZIONI
Ø Pubbliche – copertura di alcuni rischi
Ø Private – segnalazione o clausole contrattuali particolari per auto-selezionare i tipi
FOCUS MONOPOLIO
In concorrenza perfetta
Prezzo = costo marginale
Prezzo = minimo costo medio (equilibrio di lungo periodo)
Il ricavo marginale è l’incremento di ricavo totale derivante dalla vendita di un’unità addizionale
di prodotto, considerando anche il fatto che un aumento della quantità venduta determina una
variazione del prezzo di vendita che si ripercuote su tutte le unità vendute
La curva di domanda rappresenta il ricavo medio:
𝑅𝑇 𝑝𝑞
𝑅𝑀𝑒 = = =𝑝
𝑞 𝑞
Se un monopolista vuole aumentare la quantità venduta, dovrà ridurre i prezzi su tutte le unità.
Anche in questo caso, l’impresa in monopolio sceglie di produrre la quantità che massimizza i
profitti. La regola generale che massimizza i profitti è in corrispondenza dell’uguaglianza tra
ricavo marginale e costo marginale (Q*)
RENDIMENTI DI SCALA
n Quando la variazione dell’output è proporzionale, si avranno dei rendimenti di scala
costanti
Le economie di scala nascono in seguito alla presenza dell’esistenza di costi fissi elevati (costi
che non variano rispetto alla quantità prodotta)
SOLUZIONI POSSIBILI
a. Creazione di un’impresa pubblica
Si tratta di un’impresa con obiettivi diversi, ovvero la massimizzazione del benessere
collettivo. Sceglierà quindi di produrre una quantità in corrispondenza della quale il
prezzo è uguale al costo marginale
c. Alte soluzioni
In alternativa all’applicazione del prezzo politico o first best (erogazione sussidi) e al
prezzo pubblico o second best (riduzione quantità prodotta)
• Tariffe discriminate – alcuni consumatori potrebbero essere disposti a pagare di più
per ottenere il bene. Esistono due tipi di tariffe
P = CMeT à per coprire i costi fissi da applicare ai consumatori con valutazione più
elevata
P = CM à per coprire solo i costi variabili da applicare ai consumatori con
valutazione più bassa
• Tariffe non lineari – tutti i consumatori partecipano al finanziamento dei costi fissi.
La tariffa sarà pari alla somma tra onere fisso (per finanziare i costi fissi) e una parte
variabile sulla base dei consumi
• Tariffe peak-load – esistono servizi per i quali la domanda varia molto nel corso di
una giornata (es. energia elettrica, telefonia, etc.)
Dato che non è possibile creare un magazzino accumulando scorte nei periodi di
domanda bassa e utilizzandole nei periodi di domanda alta, è necessario avere una
capacità produttiva sufficiente a soddisfare i picchi
UN QUADRO GENERALE SULLA FINANZA PUBBLICA IN ITALIA
Per aggregare gli enti del Settore Pubblico possiamo usare diversi criteri
n Criterio funzionale – raggruppa gli enti in base alle funzioni che essi svolgono
Rientrano nelle PA tutti i soggetti le cui funzioni principali sono
o Produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita
o Redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese
n Criterio istituzionale – raggruppa gli enti che rientrano nella proprietà pubblica,
indipendentemente dalla natura pubblica o privata delle attività che essi svolgono
o Settore Statale
Il settore statale evidenzia all’interno dei propri conti un saldo definito come:
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE per il cui calcolo è applicato il criterio di cassa
𝑭𝒂𝒃𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒔𝒕𝒂𝒕𝒂𝒍𝒆 = 𝒕𝒐𝒕. 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒔𝒔𝒊 − 𝒕𝒐𝒕. 𝒑𝒂𝒈𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊
o Settore Pubblico
I conti del settore pubblico e delle PA evidenziano un saldo definito FABBISOGNO
DEL SETTORE PUBBLICO e FABBISOGNO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE e
anche per questi è usato il criterio di cassa
𝑭𝒂𝒃𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝒑𝒖𝒃𝒃𝒍𝒊𝒄𝒐 = 𝒕𝒐𝒕. 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒔𝒔𝒊 − 𝒕𝒐𝒕. 𝒑𝒂𝒈𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊
𝑭𝒂𝒃𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑷𝑨 = 𝒕𝒐𝒕. 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒔𝒔𝒊 − 𝒕𝒐𝒕. 𝒑𝒂𝒈𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊
Il fabbisogno complessivo della PA è un indicatore molto importante perché spiega
quasi totalmente la variazione annua dello stock nominale del debito pubblico
Il Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni evidenzia tre saldi principali:
- Saldo operazioni complessive, non deve essere confuso con il fabbisogno complessivo, in
quanto questo è misurato in termini di competenza, invece il fabbisogno secondo termini
di cassa
𝒔𝒂𝒍𝒅𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒔𝒔𝒊𝒗𝒐 = 𝒖𝒔𝒄𝒊𝒕𝒆 𝒕𝒐𝒕𝒂𝒍𝒊 − 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒕𝒐𝒕𝒂𝒍𝒊
=> 𝑖𝑛𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑜 𝑎𝑐𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜
- Saldo operazioni complessive al netto della spesa per interessi, può presentare un avanzo
primario se la spesa totale al netto degli interessi è minore delle entrate totali, viceversa, si
avrà un disavanzo primario
- Saldo di parte corrente
𝑠𝑎𝑙𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 = 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒 − 𝑢𝑠𝑐𝑖𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑖
Si avrà un risparmio creato quando le entrate sono maggiori alle uscite, viceversa, si avrà
un risparmio assorbito
𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 (𝑆) = 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙. 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 (𝐺) + 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙. 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖 (𝐼)
𝑆 = 𝐺 + 𝐼 = 𝐶 + 𝐶𝐶
𝐺 = 𝑆 − 𝐼 = 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙. 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 (𝐶 − 𝐼) + 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑎 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙 𝑖𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 (𝐶𝐶)
Le entrate correnti comprendo le imposte dirette 𝐼./0 e indirette 𝐼/1. , i contributi sociali (CS) e le
altre entrate correnti (AEC)
𝐸𝐶 = 𝐼./0 + 𝐼/1. + 𝐶𝑆 + 𝐴𝐸𝐶
Le entrate in conto capitale comprendono invece le imposte in conto capitale 𝐼22%3 e le altre
entrate in conto capitale (AECC)
𝐸𝐶𝐶 = 𝐼22%3 + 𝐴𝐸𝐶𝐶
La pressione tributaria (PT) indica l’ammontare di risorse che la PA preleva ogni anno sotto forma
di imposte, rispetto al PIL
𝐼./0 + 𝐼/1. + 𝐼22%3
𝑃𝑇 =
𝑃𝐼𝐿
La pressione fiscale (PF) indica l’ammontare di risorse che la PA preleva ogni anno sotto forma di
imposte e contributi, rispetto al PI
𝐼./0 + 𝐼/1. + 𝐼22%3 + 𝐶𝑆
𝑃𝑇 =
𝑃𝐼𝐿
Per coprire le esigenze di finanziamento, il governo emette titoli del debito pubblico per un
ammontare pari al divanzo 𝐷7
Se nel corso dell’anno 1 l’attività di governo comporta ancora un bilancio in disavanzo primario
𝐺! > 𝑇! , oltre al disavanza primario, il governo deve corrispondere gli interessi per i titoli emessi
nel corso dell’anno 0
𝑫𝟏 = 𝒓𝑩𝟎 + (𝑮𝟏 − 𝑻𝟏 ) = ∆𝑩𝟏
𝑩𝟏 = 𝑩𝟎 + ∆𝑩𝟏
𝑩𝟏 = 𝑩𝟎 + 𝒓𝑩𝟎 + (𝑮𝟏 − 𝑻𝟏 )
𝑩𝟏 = (𝟏 + 𝒓)𝑩𝟎 + (𝑮𝟏 − 𝑻𝟏 )
Se si vuole lasciare immutato il valore assoluto del debito pubblico 𝐵4 − 𝐵49! , l’avanzo primario
𝐺4 − 𝑇4 deve essere sufficiente a coprire la spesa per interessi
𝑩𝒕 = (𝟏 + 𝒕)𝑩𝒕9𝟏
Da questa equazione capiamo che il valore nominale del debito pubblico cresce ogni anno ad un
tasso pari a r
𝑎 𝑔
𝑔= → 𝑎 = 𝑏
𝑏−𝑎 1+𝑔
Non è altro che il disavanzo rapportato al PIL
LO STATO
Lo Stato ha bisogno di entrate per finanziare la propria attività. Possono essere pensate come
contropartita dell’offerta di beni e servizi pubblici. Potremmo quindi ritenerle il prezzo.
La fissazione del prezzo non è però generalmente coerente con le regole seguite dagli operatori
privati. Questo è imputabile alle caratteristiche nei beni e dei servizi e alle finalità per le quali
tali beni e servizi vengono offerti.
Certi beni e servizi vengono offerti dallo Stato perché presentano in misura più o meno intensa
le caratteristiche di non rivalità e di non escludibilità. Uno stesso concetto è rappresentato
dall’’indivisibilità dei vantaggi; infatti, non si appropriano dei vantaggi solo coloro che ne hanno
fatto domanda, ma anche altri membri della collettività.
Da questo contesto possiamo quindi trovare varie tipologie di calcolo del prezzo:
• PREZZO PRIVATO
Lo stato produce beni e servizi con la stessa ottica di un’impresa privata, e quindi il
prezzo sarà individuato nel punto in cui il costo e il ricavo marginale siano eguali
• PREZZO QUASI-PRIVATO
Lo stato segue un comportamento di regolazione del flusso di offerta, che nasconde
in realtà una finalità pubblica, che l’imprenditore privato non avrebbe realizzato
• PREZZO PUBBLICO O TARIFFA
Il costo complessivo del servizio trova copertura nella somma complessiva delle
entrate. I caratteri essenziali del prezzo pubblico sono:
presenza della libera domanda da parte del cittadino
complesso dei vantaggi coperto dalle entrate
In questo caso il prezzo è posto pari al costo medio
• TASSA
L’interesse pubblico diviene più intenso nel caso in cui il consumo del servizio arreca
benefici anche alla collettività (es. istruzione universitaria). Si tratta di un servizio
offerto dallo stato di cui si può usufruire solo se vi è domanda volontaria da parte di
un cittadini interessati, ,a i cui vantaggi si riflettono sull’intera collettività
• CONTRIBUTO SPECIALE
Viene offerto un servizio indipendentemente dalla domanda dei cittadini. I vantaggi
sono indivisibili
• IMPOSTA
Il vantaggio è indivisibile e corrisponde a un interesse generale. Si tratta di un
prelievo coattivo che non ha corrispondenza diretta con la prestazione di un servizio
Tutte le entrate dello stato assolvono anche ad altre funzioni importanti, ad esempio:
n Regolare la distribuzione del reddito
n Stabilizzazione economica
n Incentivazione economica
n Correzione di distorsioni o inefficienze nel sistema economico
L’imposta riduce sempre il benessere di chi deve pagarla, che dovrà rinunciare a una parte delle
proprie risorse che affluiscono coattivamente allo stato. Gli effetti delle imposte producono sia
un effetto reddito, sia un effetto allocativo.
All’effetto reddito non si associa nessuna perdita di efficienza perché non distorce le scelte del
contribuente. Quando invece i prezzi si modificano e si origina un effetto sostituzione, l’imposta
inserisce un cuneo fra prezzo lordo e netto. Questo comporta una perdita di benessere per il
contribuente, ma anche una perdita di efficienza del sistema à eccesso di pressione
I TRIBUTI
Per finanziare la spesa pubblica, la PA necessita di entrate, e quest’ultime devono essere pari alle
spese complessive.
Le entrate possono essere:
• Tributarie
• Extratributarie
• In conto capitale
• Derivati dalla riscossione dei crediti e dall’accensione di prestiti
Le prime tre categorie sono considerate all’interno del conto economico della PA
𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒕𝒓𝒊𝒃𝒖𝒕𝒂𝒓𝒊𝒆 + 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒕𝒓𝒊𝒃𝒖𝒕𝒂𝒓𝒊𝒆 = 𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒕𝒊
𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒕𝒊 − 𝒔𝒑𝒆𝒔𝒆 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒕𝒊 = 𝒔𝒂𝒍𝒅𝒐 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒕𝒆
Accanto al conto economico delle PA, devono essere considerate il conto delle partite finanziarie e
il conto finanziario che vengono redatti in termini di cassa
ENTRATE CORRENTI – comprendono le imposte dirette, le imposte indirette, i contributi sociali
e altre entrate correnti
Nel 2018 la pressione fiscale media dei 28 paesi appartenenti all’UE è pari al 39,2% del PIL. (2018:
Italia = 41,8 à superiore alla media europea di 2,6 punti percentuali)
In Europa, la pressione fiscale ha seguito un trend decrescente nel periodo 2007-09, crescente nel
periodo 2010-13 e nuovamente decrescente nel periodo 2013-15.
La pressione fiscale italiana è sempre stata maggiore di quella europea, con un maggior divario nel
periodo 2012-15
Nell’ultimo triennio, come si può vedere dal secondo grafico, si è verificato un cambiamento della
composizione della pressione fiscale. Prima del 1977 l’imposizione diretta aveva un peso
preponderante rispetto alla pressione fiscale complessiva, seguita dai contributi sociali e
dall’imposizione indiretta. Nel periodo 1998-2003 l’imposizione diretta e indiretta rispetto al PIL
hanno assunto valori e andamenti simili. Successivamente, tra il 2006-09 l’imposizione indiretta è
diminuita, per poi aumentare in modo altalenante fino al 2014. Negli ultimi anni invece, ha
diminuito il suo peso rispetto al PIL
L’aliquota implicita media europea è pari al 36,3%, di cui il 12,5% relativa all’IRPEF e per il 23,8%
relativa ai contributi sociali.
È possibile riclassificare la pressione fiscale, rispetto al PIL, valutando il peso delle imposte che
gravano su lavoro, consumo e capitale.
• Il gettito derivante dal fattore lavoro in Italia è più elevato di quello registrato
dall’Europa (19,6), collocandola al settimo posto
• Il gettito derivante dal fattore consumo, presenta un valore prossimo alla media
europea, ponendola al ventunesimo posto
• Il gettito derivante dal fattore capitale presenta un valore superiore alla media europea
(8,5) ponendola al quinto posto
IMPOSTE DIRETTE – rientrano i tributi che colpiscono manifestazioni dirette della capacità
contributiva, quali il reddito o il patrimonio
Le più importanti imposte sul reddito sono l’IRPEF (quota di gettito sul totale delle entrate pari al
37,5%), l’IRES (quota di gettito sul totale delle entrate pari al 6,3%) e l’imposta sostitutiva sugli
interessi e sui redditi da capitale (quota pari al 1,5%)
IL REDDITO
Non esiste una nozione oggettiva di reddito, ma si possono individuare almeno tre definizioni
possibili:
• REDDITO-PRODOTTO
Assume come base imponibile il valore aggiunto definito come prodotto, cioè come
somma di tutti i redditi prodotti dai diversi fattori produttivi in un dato arco di tempo.
La base imponibile è data dalla somma delle remunerazioni dei salari, degli stipendi, dei
proventi professionali, dei profitti e delle rendite finanziarie.
NON tiene però conto delle plusvalenze e delle entrate straordinarie
DIFFICOLTA’ DI APPLICARE IN MODO CORRETTOIL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA E IL
PRINCIPIO DI EQUITA’, E SORGONO DIFFICOLTA’ NELLA DETERMINAZIONE DELLE
MODALITA’ DI PASSAGGIO DAL REDDITO LORDO A QUELLO NETTO
• REDDITO-ENTRATA
La base imponibile è composta dall’ammontare massimo di risorse potenzialmente
consumabili in un certo periodo di tempo senza provocare in decremento del
patrimonio esistente all’inizio del periodo considerato. Sono incluse quindi le
plusvalenze e le entrate occasionali
DIFFICILE APPLICABILITA’, SOPRATTUTTO IN MERITO ALLE PLUSVALENZE, LE QUALI
POSSONO ESSERE TASSATE SEPARATAMENTE O INSERITE ALL’INTERNO DEL REDDITO
COMPLESSIVO. QUEST’ULTIMO CASO RISPETTA LA NOZIONE DI ONNICOMPRENSIVITA’
DEL TRIBUTO PERSONALE. È QUINDI LA FORMA PIU’ CORRETTA SOTTO IL PROFILO
DELL’EFFICIENZA E DELLA NEUTRALITA’. MA SI PREFERISCE USARE IL PRIMO METODO
PERCHE’ È PIU’ FACILE DA ACCERTARE
• REDDITO-CONSUMO
Determinato dalla somma di tutte le risorse effettivamente consumate da un individuo
nel periodo d’imposta. La base imponibile equivale a quella del reddito-entrata al netto
delle forme di risparmio.
ENFATIZZA GLI EFFETTI DI DISINCENTIVO CHE LA TASSAZIONE SUL REDDITO ESERCITA
SULLA FORMAZIONE DEL RISPARMIO.
NEL CASO DI APPLICAZIONE PURA, L’IMPOSTA SULLA SPESA FAVORIREBBE LE CLASSI
PIU’ ABBIENTI E SOTTOPORREBBE A TASSAZIONE SOLO IL REDDITO DA LAVORO,
ESENTANDO I REDDITI DA CAPITALE
Queste tre definizioni difficilmente trovano una completa applicazione nelle normative tributarie.
Spesso si possono riscontrare elementi che avvicinano parti della normativa tributaria ad uno dei
modelli descritti.
L’IRPEF è di fatto un’imposta che sottopone ad imposizione progressiva quasi esclusivamente il
reddito da lavoro, in particolare quello da lavoro dipendente e pensione.
ESEMPIO
IMPOSIZIONE PERSONALE
𝑀𝐴𝐷𝑅𝐸 → 10.000 ∗ 10% = 1.000
𝑃𝐴𝐷𝑅𝐸 → 15.000 ∗ 10% + 10.000 ∗ 20% = 3.500
𝐼𝑀𝑃𝑂𝑆𝐼𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 = 1.000 + 3.500 = 4.500
IMPOSIZIONE FAMILIARE
𝐼𝑀𝑃𝑂𝑆𝐼𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸 𝑇𝑂𝑇𝐴𝐿𝐸 = 15.000 ∗ 10% + 20.000 ∗ 20% = 5.500
La scelta della famiglia risulta non neutrale sulla decisione di contrarre un matrimonio. La
progressività dell’imposta determina un onere maggiore sul reddito cumulato dei due coniugi
rispetto a quello che ognuno dei due sopporterebbe se l’unità impositiva fosse l’individuo.
Scegliendo l’individuo come unità impositiva si provoca un’altra distorsione: due famiglie con
stesso reddito cumulato, ma diversa distribuzione tra i coniugi, subiscono un trattamento fiscale
diverso. Sfavorisce le famiglie monoreddito
Due contribuenti con lo stesso reddito, ma diverso patrimonio, sono caratterizzati da diversa
capacità contributiva, in quanto il patrimonio conferisce un maggior potere economico
Possiamo individuare due tipologie di imposte patrimoniali:
• Imposte sul possesso
Non sono ricompresse nei moderni sistemi fiscali, poiché vengono privilegiate
imposizioni specifiche su alcuni beni immobiliari (es. IMU)
• Imposte sul trasferimento del patrimonio
Hanno trovato un successo maggiore. Si tratta di un’imposta di successione, è
distorsiva e insufficiente perché nel tempo dipende dal numero di passaggi di proprietà
avvenuti e non considera esclusivamente il valore dei beni per il proprietario
In Italia molto contestata perché ostacolo ai passaggi generazionali poiché colpiva di
fatto i patrimoni dei nuclei familiari medio-ricchi a fronte di costi amministrativi elevati
IMPOSTE INDIRETTE à si tratta di imposte sui prodotti, che colpiscono le vendite di beni o servizi,
possono appartenere a due gruppi:
- Imposte specifiche sulla quantità
𝒑𝟏 = 𝒑𝟎 + 𝝉
Dove:
𝑝7 rappresenta il prezzo dell’unità del bene prima dell’introduzione dell’accisa
𝑝! rappresenta il prezzo al lordo dell’accisa
𝜏 rappresenta l’ammontare dell’accisa
L’IVA ha una struttura simile alle imposte dirette ad valorem, ma si applica al solo valore aggiunto
in ogni fase del processo produttivo e distributivo.
Il prezzo di vendita è dato dal prezzo per il venditore maggiorato dell’imposta
𝑻𝒊 = 𝝉𝒊 𝑽𝒊 − 𝝉𝒊9𝟏 𝑨𝒊
Dove:
T rappresenta l’ammontare di imposta che il venditore deve versare all’Erario
𝜏 rappresenta l’aliquota IVA
V rappresenta il valore del bene venduto al netto dell’imposta sul valore aggiunto
A rappresenta il valore del bene acquistato al netto dell’imposta sul valore aggiunto
i rappresenta una specifica fase del processo produttivo
ESEMPIO
La classificazione delle imposte tra erariali o locali non dipende dal livello di governo destinatario
del gettito. Un’imposta è definita locale se il governo locale ha la facoltà di determinare gli
elementi costitutivi dell’imposta
Lo studio della banca d’Italia propone 3 riforme a parità di gettito, in cui le maggiori entrate
derivanti dall’IVA finanziano una riduzione dei contributi sociali, delle aliquote o un aumento
della detrazione da lavoro.
Il risultato meno regressivo è ottenuto con l’aumento della detrazione da lavoro à
concentrando lo sgravio sui contribuenti a basso reddito caratterizzati da una maggiore
propensione marginale al consumo, mitigando l’impatto dovuto all’aumento dell’IVA a parità di
gettito.
A seconda di come viene rimodulata la decrescenza della detrazione, si ha un diverso impatto
sull’efficienza. La riforma genera molti perdenti nella fascia più bassa della distribuzione, che
non beneficia delle detrazioni da lavoro o non è interessa alla detrazione da lavoro.
L’unica via sarebbe aumentare l’aliquota ordinaria, ma siamo già a livelli molto elevati (22%),
introducendo anche un minimo vitale strutturale per bilanciare il saldo netto per i meno
abbienti. Questo ha però ha delle conseguenze politiche rilevanti
Oggi sembra difficile pensare di applicare in misura consistente un diverso mix fiscale tale da
essere sufficientemente
Kakwani e Lambert hanno individuo tre assiomi che un’imposta progressiva deve rispettare:
1. Un contribuente più ricco di un altro deve essere caratterizzato da un’imposta netta
maggiore di quella di un contribuente più povero
2. Un contribuente più ricco di un altro deve essere caratterizzato da un’aliquota media
maggiore di quella di un contribuente più povero
3. L’imposta non determini re-ranking nel passaggio dal reddito ante imposta al reddito netto
L’imposta è progressiva se e solo se l’aliquota media è una funzione decrescente rispetto alla base
imponibile. Se la funzione del debito d’imposta è lineare a tratti e convessa, allora l’imposta è
progressiva
ESEMPIO
25% fino a 50k - 75% fino a 100k - 50% oltre
Abbiamo analizzato i cinque strumenti separatamente, ma nei sistemi tributari reali sono applicati
dei sistemi misti di progressività. Il caso più frequente è una progressività per scaglioni
accompagnata da un sistema di deduzioni/detrazioni, che possono dipendere dalla base
imponibile del contribuente
L’aliquota marginale effettiva è definita come:
𝑑𝑇
𝑡̅ =
𝑑𝑥
ESEMPIO
Si ipotizzino tre scaglioni:
1. Fino a 10k con aliquota pari al 10%
2. Fino a 30k con aliquota pari al 30%
3. Oltre con aliquota pari al 50%
Contribuente con reddito pari a 10k à imposta netta = 10k * 10% = 1.000
Se il reddito aumenta a di 100€, quest’aumento fa salire al secondo scaglione e
quindi l’imposta netta diventa = 10k * 10% + 100 * 30% = 1.030
ESEMPIO
Si ipotizzi una detrazione pari a 500€
Consideriamo un contribuente con un reddito pari a 4k, la sua imposta lorda = 4k *
10% = 400
Invece, l’imposta netta sarà nulla in quanto la detrazione (500) è superiore
all’imposta lorda
IMPOSTA MARGINALE EFFETTIVA È NULLA, NONOSTANTE L’ALIQUOTA LEGALE SIA
POSITIVA
Se invece abbiamo un contribuente con un reddito pari a 40k, la sua imposta lorda
sarà pari a: 40k * 30% = 12k
Invece l’imposta netta sarà pari a: 12k – 500 = 11.500
ESEMPIO
Ipotizziamo una detrazione pari a:
50.000 − 𝑥
𝐶 = ¨900 ( 50.000 ) 𝑠𝑒 0 < 𝑥 ≤ 50.000
0 𝑠𝑒 𝑥 > 50.000
Come osservato, le imposte sul reddito non utilizzano alcuna versione pura, ma una progressività
per scaglioni accompagnata da deduzioni/detrazioni, per modulare l’onere d’imposta rispetto alle
condizioni socioeconomiche del contribuente.
Questo sistema, presenta però un inconveniente notevole, in quanto consente un vantaggio
fiscale al contribuente nel limite dell’imposta lorda, ma nel caso di deduzioni o detrazioni superiori
rispettivamente alla base imponibile o all’imposta lora, il contribuente è incapace e non paga le
imposte (indipendentemente dalla sua situazione personale)
Per ovviare a tale inconveniente sarebbe necessario garantire ai contribuenti un sussidio pari alla
differenza tra imposta lorda e detrazioni. Questa versione dell’imposta è nota come IMPOSTA
NEGATIVA SUL REDDITO e consente di integrare imposta personale e programmi universali di
contrasto della povertà
n Sfilata di Pen
È interessante anche analizzare l’inverso della funzione di densità cumulata P(x)
LA CURVA DI LORENZ
Vengono considerati n contribuenti omogenei e riordinati i redditi o i debiti d’imposta in ordine
crescente, da qui è possibile individuare una funzione che associa la quota cumulata dei
redditi/imposte alla quota cumulata dei contribuenti
[rappresentata in verde nel grafico]
Se tutti i redditi/imposte dono uguali, la curva di Lorenz coincide con la retta blu con inclinazione a
45° à RETTA DI EQUIDISTRIBUZIONE
Se solo un contribuente presenta un reddito/imposta positiva, la curva di Lorenz coincide con la
retta rossa spezzata.
Calcoliamo adesso le coordinate della curva di Lorenz, come rapporto tra i singoli redditi e il
reddito/imposte/reddito massimo
10 3 7
= = 0,03125
320 96 224
E così via
Le curve coincidono
ESEMPIO
Si ipotizza che alcuni contribuenti possano beneficiare anche di detrazioni d’imposta, mentre i
rimanenti vedano dipendere il debito dall’applicazione della scala delle imposte
INDICE DI GINI E DI CONCENTRAZIONE
L’indice di Gini misura la disuguaglianza di una data distribuzione dei redditi o dei debiti d’imposta.
L’indice è compreso tra 0 e 1.
G = 0 in caso di equidistribuzione
G = 1 nel caso in cui il reddito sia in mano ad un unico contribuente
𝐴
𝐺= = 2𝐴 = 1 − 2𝐵
𝐴+𝐵
2 𝑐𝑜𝑣[𝜀, 𝐹(𝜀)]
𝐺C =
𝜇C
Dove:
𝜀 rappresenta l’ordinamento di cui si vuole calcolare l’indice di Gini
𝜇C rappresenta il corrispondente valore medio
ESEMPIO
Riprendendo i seguenti dati
10 + 30 + 50 + 80 + 150
𝜇D = = 64
5
Lo stresso procedimento può essere replicato per i debiti d’imposta e il reddito netto
o RESIDUAL PROGRESSION
È definita come l’elasticità del reddito netto rispetto al reddito lordo
𝒅[𝒙 − 𝒕(𝒙)] 𝒙 [𝟏 − 𝒕′] 𝟏 − 𝒕′
𝑹𝑷 = ∗ =𝒙 = <𝟏
𝒅𝒙 [𝒙 − 𝒕(𝒙)] 𝒙 − 𝒕(𝒙) 𝟏 ººººººº
−𝒕
Dove:
RE rappresenta l’effetto redistributivo complessivo
𝑅 %3( rappresenta l’indice di Atkinson-Plotnick-Kakwani che quantifica l’estensione
del re-ranking misurando l’area compresa tra curva di concentrazione dei redditi
netti e la curva di Lorenz dei redditi netti
FISCAL DRAG
Se l’imposta è progressiva e si è in presenza di inflazione, diventa importante scegliere tra
imponibile reale o nominale.
La crescita dei valori nominali delle basi imponibili dei contribuenti determina un aumento
automatico dell’incidenza dell’imposta (con struttura progressiva delle aliquote) anche se il
reddito lordo non aumenta in termini reali à FISCAL DRAG
Attualmente tale fenomeno è meno pronunciato a causa del basso tasso di inflazione
ESEMPIO
Contribuente con reddito 1200 10% fino a 1k - 20% oltre 1k
𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑑′𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑇 = 1.000 ∗ 10% + 200 ∗ 20% = 140
𝑇7 140 ∗ 100
𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑡̅ = = = 11,67
𝑥7 1.200
al tempo 1, il tasso di inflazione è pari al 10% e la struttura impositiva non subisce alcuna
modifica
𝑟𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑥 = 1.200 ∗ (1 + 10%) = 1320
𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑑′𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎 𝑇 = 1.000 ∗ 10% + 320 ∗ 20% = 164
𝑇7 164 ∗ 100
𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑜 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑜 𝑡̅ = = = 12,42
𝑥7 1.320
L’incidenza media del contribuente è aumentata, senza che si assista ad un aumento della sua
capacità contributiva in termini reali
PER OVVIARE A QUESTA DISTORSIONE, CU SONO DUE TIPOLOGIE DI CORRETTIVI CHE POSSONO
ESSERE USATI
1. Mantenere invariata la struttura dell’imposta e agire solo sull’ammontare di base
imponibile che è soggetta all’imposta progressiva
2. Applicare alla base imponibile una scala delle aliquote che annualmente viene
aggiornata moltiplicando gli estremi di ciascun scaglio per il tasso di inflazione
Applicando il primo tipo, ad esempio, al tempo 1
1320
𝑟𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑥 = = 1200 − −> 𝑠𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑒𝑓𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑛𝑑𝑜
1,1
debito d’imposta = 140
questo valore deve essere rivalutato per l’inflazione
𝑇 = 140 ∗ 1,1 = 154
𝑇7 154 ∗ 100
𝑡̅ = = = 11,67
𝑥7 1.320
𝑇7 154 ∗ 100
𝑡̅ = = = 11,67
𝑥7 1.320
n EFFETTO SOSTITUZIONE
Quando il prezzo di uno o più beni si modifica, si modifica di conseguenza il loro prezzo
relativo. Acquisterà una quantità maggiore del bene se il prezzo diminuisce, e viceversa.
Prima dell’incremento del prezzo del bene 𝑥! , il consumatore sceglie il paniere A
[caratterizzato da una quantità di bene 𝑥! pari a A’]
A seguito dell’incremento del prezzo del bene 𝑥! , il paniere ottimo scelto diviene il paniere B
[caratterizzato da una quantità di bene 𝑥! pari a B’]
ESEMPIO
Si ipotizzi una funzione di utilità Cobb-Douglas
𝑈(𝑥! , 𝑥# ) = 𝑥! ∗ 𝑥# = 25
E 𝑝! = 𝑝# = 10 R = 100
𝑈(𝑥! , 𝑥# ) = 𝑥! ∗ 𝑥# = 50
Secondo l’approccio di Hicks, occorre individuare un nuovo valor di R’ necessario per mantenere
il consumatore sulla stessa curva di indifferenza finale, considerando un vincolo parallelo a
quello iniziale
𝑈(𝑥! , 𝑥# ) = 𝑥! ∗ 𝑥# = 50
Le scelte ottime sono
𝑎 𝑅′
𝑥!∗ =
𝑎 + 𝑏 𝑝!
𝑎 𝑅′
𝑥#∗ =
𝑎 + 𝑏 𝑝#
Da cui otteniamo
𝑎 𝑅′ 𝑎 𝑅′
∗ = 50 − −> 𝑅′ = 141,42136
𝑎 + 𝑏 𝑝! 𝑎 + 𝑏 𝑝#
L’effetto sostituzione si produce perché le imposte modificano i prezzi relativi, tra i beni tassati con
aliquote maggiori e i beni tassati con aliquote minori.
In questo caso, appunto, i prezzi relativi si modificano e si genera una perdita di efficienza a causa
dell’eccesso di pressione
TEOREMA DI BARONE
Permette di verificare il diverso impatto di:
- Imposte proporzionali sul reddito
- Imposte indirette selettive sul consumo
- Imposte indirette universali sul consumo
Viene considerato un contribuente che deve decidere come allocare il suo consumo tra due beni
supposti superiori e normali, dopo che ha deciso la parte del suo reddito totale da destinare al
consumo
𝑅
= 𝑅(1 − 𝑡)
(1 + 𝜏)
𝜏
−−> 𝑡 =
(1 + 𝜏)
Introduciamo dunque un’imposta diretta proporzionale che causi un sacrificio identico all’imposta
selettiva sul consumo
A parità di sacrificio per il contribuente, un’imposta indiretta selettiva sul consumo produce un
gettito minore rispetto ad un’imposta generale sul consumo.
A parità di gettito, un’imposta indiretta selettiva sul consumo causa al contribuente un sacrificio
maggiore di un’imposta indiretta generale sul consumo
ESEMPIO
Si ipotizzi una funzione di utilità Cobb-Douglas
𝑈(𝑥! , 𝑥# ) = 𝑥! ∗ 𝑥# = 50
E 𝑝! = 5 𝑝# = 10 R = 100
Anche in questo caso, seguiamo lo stesso ragionamento per il calcolo del paniere ottimo
OFFERTA DI LAVORO
Le imposte possono provocare una distorsione sull’allocazione del tempo tra lavoro e tempo libero
L’analisi teorica sostiene che sia utilizzata un’imposta proporzionale sul reddito da lavoro e viene
ipotizzato che tutti i contribuenti possano variare l’offerta di lavoro al variare dell’imposta e che
l’offerta di lavoro sia particolarmente sensibile all’elevatezza dell’aliquota marginale
In realtà, il primo limite vale per i lavoratori indipendenti e per la parte di lavoro straordinario dei
lavori dipendenti
Consideriamo un contribuente che deve decidere tra quanto tempo destinare al tempo libero TL e
quanto tempo dedicare al lavoro L.
La remunerazione oraria del lavoro è pari a w, che indica il costo opportunità del tempo libero
REDDITO LORDO RL = wL
Secondo alcuni economisti una riduzione delle aliquote dell’imposta sul reddito può provocare un
aumento del gettito, non una riduzione
Effetto dell’introduzione di un’accisa sui produttori in concorrenza perfetta
ELASTICITA’ DOMANDA
∆𝑄. 𝑃
𝐸3. = <0
∆𝑃 𝑄.
ELASTICITA’ OFFERTA
∆𝑄M 𝑃
𝐸3M = >0
∆𝑃 𝑄M
∆𝑄. 𝑃
𝐸3. = <0
∆𝑃 𝑄.
Pertanto:
𝑄. 𝑄.
∆𝑄. = 𝐸3. ∆𝑃 = 𝐸3. 𝜏
𝑃 𝑃
Il gettito T è pari a:
𝑇 = 15 ∗ 5 = 75
Applicando la scala delle aliquote marginali legali erariali [𝜓(y)] alla base imponibile (y), si ottiene
l’imposta lorda (𝜆)
Sottraendo dall’imposta lorda le detrazioni, si determina l’imposta netta di competenza 𝜏
A questo schema principale sono previste due eccezioni:
• Detrazione per il canone di locazione
• Detrazione per figli a carico qualora i figli siano almeno 4
𝝀 − 𝒄𝟏 − 𝒄𝟐 − 𝒄𝟑 − 𝒄𝑼 𝒔𝒆 𝝀 > 𝒄𝟏 + 𝒄𝟐 + 𝒄𝟑 + 𝒄𝑼
𝝉 = -
𝟎 𝒔𝒆 𝝀 ≤ 𝒄𝟏 + 𝒄𝟐 + 𝒄𝟑 + 𝒄𝑼
Dove:
𝑐! rappresenta la detrazione per carichi di lavoro
𝑐# rappresenta la detrazione per carichi di famiglia
𝑐P rappresenta la detrazione per oneri
𝑐Q rappresenta la detrazione per i redditi da lavoro dipendente
𝒙 − 𝒅𝟏 + 𝜸 𝒔𝒆 𝑰𝑴𝑼 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒐𝒗𝒖𝒕𝒂
𝒙𝒅 = -
𝒙 + 𝜸 𝒔𝒆 𝑰𝑴𝑼 𝒅𝒐𝒗𝒖𝒕𝒂
Dove:
𝛾 rappresenta il 100% dei canoni di locazione tassati separatamente con la cedolare secca
𝒄𝟐 = 𝒄𝑯 𝑯𝑭 𝑺 𝑶
𝟐 + 𝒄𝟐 + 𝒄𝟐 + 𝒄𝟐
ESEMPIO
Lavorato dipendente single, che non possa beneficiare di deduzioni dal reddito complessivo,
quindi x=y o di detrazioni dall’imposta lorda per oneri, quindi c3=0.
Essendo single c2=0
Dal reddito andrà sottratta solo la detrazione per lavoro
Se invece consideriamo un lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico di età maggiore
a 3 anni
Gli scaglioni vengono ridotti da 5 a 4. I primi due non subiscono modifiche, il terzo si riduce
d’ampiezza. In merito alle aliquote la prima e l’ultima non subiscono modifiche, la seconda e la
terza si riducono.
ESEMPIO
R = 40k C forfettari = 22% R Q = 25% x flat tax = 15% y
Come possiamo notare, per i primi 4 livelli sarebbe preferibile scegliere il regime ordinario IRPEF;
invece, per valori più alti conviene il regime sostitutivo
ASSEGNO UNICO FAMILIARE (AUF)
Dal 2002 l’assegno unico familiare è stato esteso anche ai lavoratori autonomi e ai contribuenti
incapienti in sede IRPEF
Tali valori, oltre alle soglie ISEE che determinano la loro decrescenza, vengono adeguati
annualmente alle variazioni dell’indice del costo della vita
Per i lavoratori dipendenti, gli importi dell’AUF sono più generosi rispetto agli attuali
La linea nera evidenzia la perdita dovuta all’eliminazione della detrazione per il figlio a carico. Si
nota soprattutto un andamento irregolare tra i 10k e i 20k dovuto all’eliminazione della
detrazione, che da una parte modifica l’imposta netta per i contribuenti capienti, e rende capienti
anche contribuenti che sarebbero risultati incapienti a seguito della detrazione per figli a carico
CONCLUSIONI
Le modifiche all’IRPEF hanno ripulito la struttura delle aliquote marginali effettive, inglobando i
benefici del Bonus nella struttura della detrazione per lavoro dipendente partire da 15k