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Funzioni:
Stato Patrimoniale (SP): S è il risparmio accumulato nel tempo, reddito non consumato.
Questa contabilità consente di capire come avvengono i trasferimenti tra operatori nel
sistema finanziario. Le entrate correnti (Y) sono destinate a coprire i flussi finanziari in
uscita (C). Generalmente abbiamo Y>C da cui poi otteniamo il risparmio facendo Y-C =
S.
Nel sistema finanziario semplice abbiamo una famiglia che ha pochi risparmi e pocho
capitale netto. Questa sottoscrive un’obbligazione e di conseguenza l’azienda emette
una passività. I risparmi della famiglia verranno trasformati in obbligazione e il
ricavato dall’emissione dell’obbligazione per l’azienda è contante (attività).
famiglia impresa
Il saldo finanziario è denaro residuale dopo aver speso dei soldi (S-I). Teoricamente, a
livello globale, risparmi e investimenti dovrebbero coincidere portando quindi ad avere
un saldo finanziario nullo.
Questi trasferimenti vengono anche chiamati circuiti. Non facile stabilire quale sia il
circuito più efficacie ed efficiente. Se l’impresa è piccola, poco conosciuta e poco
trasparente allora è più efficiente il circuito intermediato. Se l’impresa invece è grande
e conosciuta sarà più efficiente il circuito diretto.
Molto spesso questi due circuiti convivono anche se nel nostro paese è prevalente
quello indiretto, perché prevalgono le PMI (piccole e medie imprese).
FORESTA PIETRIFICATA
Il sistema italiano è bancocentrico, poiché formato prevalentemente da piccole e
medie imprese. In Italia la legge bancaria è del 1973 mentre quella precedente era del
1926-1936.
La legge del 1936 era nata sotto una devastante crisi che voleva rendere le banche
infallibili, per questo si cercava di evitare la concorrenza tra le banche per evitare i
problemi. Questa legge faceva specializzare le banche per mercato; questo impediva
alle banche di invadere territori che erano geograficamente lontani.
Nel 1988 Giuliano Amato ha definito il sistema italiano come una “ foresta pietrificata”.
Le banche erano sterili, inefficienti e politicamente orientate al servizio del potente.
Questa foresta doveva essere scrollata e le banche dovevano crescere per produrre
ricchezza. Il sistema bancario inizia quindi a scrollarsi con la legge Amato-Carli e la
banca inizia ad essere vista come un’impresa, con quindi finalità di lucro,
diversificazione e innovazione.
Arrivano poi gli anni 90, periodo nel quale l’Italia inizia ad investire in borsa. Dal
modello di circuito indiretto si passa ad un circuito diretto. La borsa diventa moderna,
si quotano le società e la gente comincia ad investire. Le persone svuotano i conti
corrente e investono in borsa. La banca viene quindi tagliata fuori. Questo fenomeno è
chiamato fenomeno di disintermediazione.
A questo punto nascono due scuole di pensiero. Le banche crollano per via della
tecnologia oppure il mercato sta cambiando. Molte banche falliscono mentre altre più
furbe si evolvono per continuare a sopravvivere: creano trading, canoni per i
trasferimenti, consulenze trading…
Queste banche offrono ai clienti dei nuovi servizi e tornano a guadagnare. I guadagni
delle banche sono frutto di questi nuovi servizi (circa 60%). La Borsa Italiana diventa di
proprietà delle banche.
Arbitri del sistema finanziario italiano: bankitalia, consob, agcm, inìvass, covip.
Sono previsti tre circuiti: intermediato, diretto e diretto con aiuto di soggetti.
- Banche: soggetto unico in Italia che può raccogliere denaro dal pubblico e
prestarlo
- Intermediari creditizi non bancari: società del parabancario. Sono società di
leasing che fanno prestiti finanziari. Prestano soldi ma non li raccolgono
- SPV: organizza le cartolarizzazioni. Emette delle obbligazioni, raccoglie soldi
emettendo titoli e con i soldi raccolti compra qualcosa che fa soldi (es. mutui
delle banche)
- SGR: società di gestione del risparmio. gestiscono i fondi comuni di
investimento. È un mondo molto creativo e per le banche è molto fruttifero
- SIM: società di intermediazione mobiliare. Si occupava di far scambiare valori
immobiliari. Sono quasi tutte scomparse perché ora hanno delle forme diverse.
Si sono trasformate in banche per due motivi: la SIM non ha vantaggi rispetto
alla banca e non può aprire un conto corrente.
- Assicurazioni: principali operatrici del mercato finanziario
- Presenza di regolamentazione:
o Mercato regolamentato: previsto elenco di requisiti e autorizzazioni
o Mercato otc: non hanno requisiti
- Grado di novità:
o Mercati primari: nuova emissione
o Mercati secondari: prezzo già aggiustato e si possono fare previsioni più
precise
- Durata degli strumenti finanziari:
o Mercati monetari: breve termine
o Mercati finanziari: lungo termine
- Rilevanza della forza contrattuale:
o Mercati diretti: sapere chi è il contraente ha un peso rilevante
o Mercati aperti: no discriminazione
- Tipologia di strumenti finanziari regolamentati:
o Mercati azionari, obbligazionari, dei derivati
Le attività e le passività finanziarie sono nomi diversi della stessa entità. Per esserci un
finanziamento è necessario qualcuno che investa (attività) e qualcuno che lo emetta
(passività). Ricordiamo infatti che per la banca il conto corrente è un debito.
Un’azione è quindi sia un’attività sia una passività, quello che cambia è la natura del
contratto.
1) Credito: contratto tipico per la banca e prevede il trasferimento di risorse
monetarie contro l’impegno di restituzione in una data futura. Le clausole
possono essere più o meno specificate.
2) Partecipazione al capitale di rischio: contratto che trasferisce l’entità del
socio in cambio di due agevolazioni (set di diritti amministrativi e set di diritti
pecuniari).
3) Assicurazione: contratto in cui si versano dei premi a favore dell’intermediario
e questo in cambio andrà a coprire determinati danni in alcuni casi. Oggi
l’assicurazione può contenere degli investimenti finanziari puri senza la
copertura e il risarcimento dei danni.
4) Strumenti derivati: contratto ibrido tra credito e assicurazione. Nei derivati
c’è sempre un rapporto di prestito temporaneo tra le parti. Molti di questi
contratti sono nati con finalità assicurativa.
Moneta a corso legale: la sua accettazione è imposta dalla legge e non può essere
rifiutata da nessun creditore. La moneta a corso legale estingue le obbligazioni
monetarie a carico del debitore e viene creata da un soggetto pubblico.
Se gli scambi devono avvenire tra più di due soggetti il circuito interbancario diventa
complesso. La soluzione ideale sarebbe mettere al centro di questi scambi tra banca a,
b, c una banca X.
Abbiamo poi il modello ibrido ovvero un modello che ha la natura di entrambi per
poter godere dei vantaggi di entrambi (es. sistemi a base netta con più cicli di
regolamento o sistema della code cioè sistema per il quale se non si hanno i soldi ci
si mette in coda e successivamente quando si hanno si inizia).
Senza tecnologia questi sistemi sono impossibili, per questo molte aziende che fanno
fintech fanno anche finanza.
Il tema della politica monetaria ha a che fare con la gestione del denaro nella banca;
infatti, una funzione del sistema finanziario è la trasmissione della politica monetaria.
Nel periodo di disintermediazione (foresta pietrificata) le banche avevano problemi di
raccolta.
Più la provvista di debito è stabile, più la banca è rocciosa. È una buona cosa quindi
avere un capitale di rischio alto e non avere molti conti corrente perché sono debiti.
Finali
- Stabilità dei prezzi: abbiamo un’inflazione contenuta. L’inflazione deve essere
presente ma deve essere contenuta.
- Stabilizzazione delle fluttuazioni cicliche dell’economia: il PIL deve avere un
andamento stabile.
Spesso questi due obiettivi sono in conflitto tra loro ed è molto complesso
perseguirli entrambi, infatti, si parla di dilemma del banchiere centrale. La BCE ha
solamente un obiettivo cioè la stabilità dei prezzi. Il secondo obiettivo
(stabilizzazione delle fluttuazioni) è visto come tale solamente se va ad influenzare
la stabilità dei prezzi.
Intermedi
BCE non può intervenire direttamente in quanto non può fissare i prezzi o i tassi.
Deve quindi prefissare degli obiettivi intermedi sui quali ha più controllo e che
hanno diverse relazioni con gli obiettivi finali. Può utilizzare due leve:
- Tasso di crescita della moneta: quanta moneta c’è in circolazione e BCE agisce
stampando moneta.
- Volume di credito disponibile: quanto prestito ha fatto la banca. Più le banche
prestano a costi contenuti, più imprese faranno degli investimenti.
La politica monetaria è un sistema in cascata. BCE utilizza gli strumenti che può
manipolare e dei quali può decidere il prezzo. Svolge azioni dirette di immissione e
sottrazione di liquidità che vanno ad influenzare le riserve bancarie e i tassi di
interesse.
Quando BCE muove qualcosa, si attivano dei meccanismi a cascata che vanno ad
impattare l’inflazione.
In cima allo schema abbiamo il tasso di sconto di BCE (vengono fissati da BCE). Fissati
questi tassi, dalle sue azioni si modificano le aspettative dei suoi operatori. Questi
tassi si scaricano sul mercato degli interessi a breve (effetti di credito/prestiti).
Si modificano i tassi e ciò va ad influire sui salari e sulla fissazione dei prezzi ma
influenza anche domanda e offerte sul mercato del lavoro e dei beni. Si hanno infine
delle variazioni di prezzo sul mercato dei beni e questi danno il price developments,
ovvero la variazione dei prezzi.
Attorno a questo sistema possono però esserci anche degli shock esogeni (es. covid).
L’azione di BCE che avviene nel riquadro sopra, deve andare a toccare diverse leve
per andare ad influenzare l’ultima riga. BCE nelle sue azioni ha bisogno che molte cose
vadano nella stessa direzione per poi poter giungere ai risultati. Si avranno
sicuramente delle deviazioni, saranno maggiori se ci sono shock esogeni.
L’obiettivo della BCE è quello di controllare il tasso di interesse a breve necessario per
mantenere la stabilità dei prezzi nel medio periodo. Per raggiungere questo obiettivo
fornisce liquidità alle istituzioni creditizie in quantità adeguata.
BCE decide i tassi di sconto finali perché i prezzi prendano una direzione corretta. Per
regolare l’inflazione emette liquidità. L’emissione di moneta deve essere adeguata e
serve per assecondare i bisogni dell’economia senza inondarli.
OMA
Tutte le operazioni di BCE devono quindi avere delle garanzie in contro partita. BCE fa
una lista di garanzia e preferisce che la lista di garanzia sia varia.
- Attività negoziabili
- Attività non negoziabili: sono oggetto di stima da parte di BCE
Ci sono degli scarti di garanzia sui valori di mercato per limitare il rischio.
2. Procedure bilaterali: riguardano tutte quelle operazioni per le quali non si ricorre
all’asta. Sono operazioni dove le controparti vengono contattate direttamente
dall’eurosistema e vengono realizzate dalle BCN (banche centrali nazionali).
Le procedure bilaterali sono delle alternative alle aste. In questo caso abbiamo il
contatto diretto tra due soggetti che interagiscono tra loro.
Operazioni Obiettivi
OIC
A queste operazioni sono legati due tassi di policy fondamentali della banca centrale.
Queste operazioni nascono nel momento in cui le banche osservano i propri conti e si
accorgono che c’è un avanzo o un disavanzo. La soluzione potrebbe essere quella di
andare nell’interbancario, ovvero andare a prestare soldi o chiedere prestiti.
Ci sono però casi in cui l’interbancario non offre una soluzione adeguata quindi la
banca andrà a chiedere a BCE:
I due tassi sono molto importanti perché sono costi opportunità e rendono
sconveniente prendere i soldi ad un tasso più alto, per il mercato sono quindi
benchmark. I tassi a breve tendono a rimanere vicino al range stabilito. La
regolamentazione degli scambi all’interno del mercato è influenzata dal potere di
fissare i tassi.
RISERVA OBBLIGATORIA
= L’importo che si otterrà può essere movimentato. I soldi che devono essere
tenuti a riserva possono essere utilizzati ma la cosa importante è che in media
siano presenti nel periodo di osservazione.
1. Depositi a vista con scadenza predeterminata e con preavviso sino a due anni
2. Titoli di debito con scadenza originaria sino a due anni
3. Depositi e titoli con durata superiore a due anni
4. Pronti contro termine
Il periodo di mantenimento sono intervalli che durano un paio di mesi ed entro i quali
bisogna mantenere quella determinata riserva obbligatoria.
Il quadro operativo della BCE consente una flessibilità molto ampia per far fronte a
circostanze impreviste. BCE adotta una politica flessibile sul piano operativo.
VIGILANZA
L’attività finanziaria deve essere regolamentata perché gli intermediari finanziari
hanno un ruolo importante/cruciale nell’economia e per evitare il market failures.
I settori strategici sono quello della difesa e quello finanziario. l’obiettivo finale è
evitare il più possibile i fenomeni di market feilures (dissesti).
L’obiettivo finale della regolamentazione è la tutela della fiducia del pubblico e viene
perseguito evitando situazioni di dissesto.
Il problema che ci si pone a volte è come perseguire questi obiettivi. Sono stati seguiti
diversi percorsi per cercare di evitare il market failures.
A questi stimoli sono state date diverse risposte, in particolare due passaggi che sono
molto vicini agli accordi di Basilea:
I. Safety Net: è una forma di protezione arcaica, ma ancora oggi operante, che
cerca di rafforzare la fiducia dei clienti nel sistema finanziario. Prevede due
istituti:
a. Rifinanziamento marginale: questo serve nel caso in cui una banca in
crisi, vada da BCE a chiedere un prestito emergenziale con tasso di
interesse molto alto.
b. Schema di assicurazione dei depositi: questo arriva nel caso in cui una
banca sia già fallita. Sono delle somme di denaro che hanno la funzione
di ristoro dei correntisti di una banca in caso di fallimento. È un
meccanismo per cercare di evitare la corsa agli sportelli ma ha dei vincoli.
È un meccanismo per la tutela dei correntisti, ovvero le parti deboli della banca.
vado a mantenere la fiducia dei clienti perché restituisco i soldi. Danno i soldi, i
quali senza intervento, sarebbero arrivati solamente a liquidazione terminata
della banca.
Le banche sono più pericolose degli istituti, per questo per loro si opera
attraverso dei meccanismi di ring fencing. Si cerca di circondare la crisi per
evitare che si propaghi.
È una specie di polizza assicurativa che paga la banca e i clienti non sanno di
averla. È un sistema privatistico, le banche versano i soldi in questo fondo che
serve nel caso di crisi. I versamenti saranno più alti, quando più la banca sarà in
cattiva salute.
Il fondo consortile è un fondo a adesione obbligatoria e il versamento può
essere a richiesta (intervento: si versa quando serve) oppure può essere
periodico (ogni tot si fa il versamento, ci sono sempre i soldi pronti ma questi
rimangono fermi se non salta nessuno).
Accentrato: è un modello lineare con il quale ci si può interfacciare con un’autorità per
ogni operazione. Si ha un’unica autorità di vigilanza, quindi un unico interlocutore. Ha
il pregio di essere un modello molto semplice ma allo stesso tempo deve evitare
disattenzione per non favorire alcuni soggetti. È un modello poco applicato nei paesi
moderni.
Dobbiamo ricordarci che i modelli sono due, modello accentrato e decentrato. Nei
modelli decentrati possono esserci modelli puri nei quali si utilizza una sola modalità di
vigilanza, oppure modelli ibridi nei quali si utilizzano più modi.
VIGILANZA IN ITALIA
In Italia sono presenti due modalità dei modelli decentrati. Le autorità grosse sono
organizzate per finalità, ognuno di loro ha un mandato ed è responsabile del
proseguimento di uno scopo che gli viene assegnato.
Esistono anche altri soggetti come il CICR (comitato interministeriale per il credito e
risparmio) è come una cabina di regia sopra banca d’Italia per dare linee di vigilanza.
La crisi dei mutui sub prime ha fatto accelerare verso forme di vigilanza internazionali,
ad oggi sono presenti molti soggetti di vigilanza internazionali.
Ci sono aspetti critici come la mancanza di coordinamento e i soggetti too big to fail. I
mercati integrati e i player internazionali si confrontano con una normativa e una
vigilanza strettamente nazionali.
Quando è scoppiata la crisi dei mutui sub prime ogni paese ha cercato di creare delle
proprie regole. Sono emersi problemi di coordinamento necessario invece per le
banche multinazionali. Alla fine del 2008 viene costituita una in-techc, ovvero un
gruppo di esperti, diretto da De Larosière, che devono spiegare cosa era andato male
con Lehman Brothers. Con questo rapporto si è giunti a due conclusioni:
ESRB: european system riskboard: si crea un board che a livello europeo faccia un
controllo del macrosistema. Si crea un organismo con dei soggetti riconducibili a
banche centrali e autorità di vigilanza.
ESAs: si crea un set di strutture che consentono alle autorità di vigilanza nazionale che
permettono di farle incontrare per discutere delle pratiche da mettere in atto. Le
autorità sovranazionali sono tre:
L’unione bancaria è un progetto che si basa su tre pilastri, uno però è ancora
mancante. È uno dei progetti più ambiziosi dopo lo scoppio delle grandi crisi ma è
stato molto utile perché ha migliorato l’efficienza della vigilanza.
SRM: nuove regole per risolvere le crisi bancarie. È un pilastro che è stato molto
contestato dal libero mercato.
DGS: ha l’obiettivo di creare un contenitore analogo che funzioni su tutta l’area di BCE.
Sarebbe un unico schema di depositi ma non tutti i paesi sono d’accordo poiché non
vogliono che i loro contributi vengano destinati alla salvezza di altri.
Alla base di questi tre pilastri abbiamo due gradoni, ovvero due documenti che
dovrebbero costituire e armonizzare idee e regole.
La cosa complessa era trovare un capo (BCE), dotarsi di regole in caso di crisi e
armonizzare comportamenti e regole.
Il passaggio tra prima e dopo unione bancaria non era semplice e indolore. Fino a quel
momento le banche sotto il controllo di BCE avevano seguito regole contabili diverse e
comportamenti diversi, quindi, aveva la responsabilità di rendere tutto omogeneo.
Nei mesi prima del novembre 2014, BCE chiede che le vengano traferite tutte le
informazioni delle banche dell’area e che vengano studiati i dati.
A. Asset quality review: BCE controlla gli attivi delle banche, mette regole comuni e
fa di nuovo i conti.
B. Stress testing: una volta avuti i dati si fanno simulazioni su come dovrebbe
uscire la banca dalle crisi.
C. Studi sulla leva finanziaria, struttura organizzativa e governance: rapporto
indebitamento/capitale proprio molto alto.
SSM
Da novembre 2014 BCE assume il compito di esercitare la vigilanza sui gruppi più
rilevanti dei paesi dell’area euro. Sul restante sistema bancario continuano a vigilare le
BCN (BCE può assumere la responsabilità della vigilanza in casi di necessità, in
particolare con riferimento a soggetti less significant high priority).
BCE assume il potere di vigilanza su determinati gruppi significativi, vigila quindi sui
gruppi più rilevanti dell’area. Quando BCE diventa capo, la sua azione di vigilanza si
svolge su un numero di soggetti limitato (100). I gruppi più rilevanti controllati da BCE
sono stabiliti in base a determinati requisiti:
i. Attivo superiore a 30 miliardi
ii. Almeno tre gruppi per ogni paese
iii. Altri soggetti
Sui soggetti non significati agisce la vigilanza nazionale, ma nonostante questo, BCE
ha comunque il diritto di esercitare il potere di vigilanza anche sulle più piccole.
Accanto a BCE ci sono i Joint Supervisory Teams. Sono gruppi in cui si uniscono
supervisori della BCE e supervisori delle banche nazionali. Questo risulta molto utile
nel caso in cui si debba tener conto delle caratteristiche di un determinato paese.
Per garantire una maggiore omogeneità regolamentare e di azione sono previsti due
istituti: single rulebook e single supervisory manual.
Questo secondo pilastro ha lo scopo di dare risoluzione ordinata a crisi bancarie. Sono
previsti due strumenti:
1. Fondo unico: vengono raccolte risorse destinate alla risoluzione di alcune crisi
bancarie. Inizialmente erano separati paese per paese, ora è un unico
contenitore.
2. Board: è stato creato un board che decide l’utilizzo del fondo nelle crisi. È un
comitato di esperti.
Se le banche vanno in crisi, questa si può risolvere con le buone o con le
cattive. Le cattive possono essere chiuderla oppure mettere in atto il piano di
risoluzione. Sarà il board a decidere che fare.
In virtù delle direttive, le banche sono obbligate a creare recovery plans che
contengono le soluzioni ad eventuali problemi.
Queste procedure vengono attivate quando non c’è una soluzione di mercato e
bisogna cercarla altrove. Posso operare il bail-in. Si prende parte di passività della
banca (in particolare obbligazioni) e si trasformano in rischio.
Il bail-in opera su diversi strumenti: prima vengono sacrificati i titoli deboli, fino ad
arrivare poi a quelli forti.
Le persone capirono che non era una buona cosa detenere tutta la liquidità presso
un’unica banca.
DGS
1. Sana e prudente gestione: con sana si intende una gestione mirata all’efficienza
e alla redditività. Prudente si riferisce alla consapevolezza dei rischi a cui si è
sottoposti.
2. Stabilità complessiva
3. Efficienza e competitività del sistema finanziario
4. Osservanza della normativa in materia creditizia e finanziaria
5. Approccio di vigilanza di tipo:
- consolidato: si guarda il gruppo.
- risk based: si focalizza sull’emergenza dei rischi e sul corretto funzionamento
dei rischi.
- proporzionale: la vigilanza è proporzionale alla dimensione del soggetto.
La vigilanza strutturale nel corso degli anni è diventata più blanda e rilegata a poche
operazioni ma dall’alto lato sono aumentati molto i casi di vigilanza prudenziale.
Banca: art.10 del TUB definisce la banca come attività che raccoglie risparmio presso il
pubblico e concede il credito e altre attività finanziarie (no riserve di legge).
Le condizioni che devono essere rispettate per aprire una banca sono:
ACCORDI DI BASILEA
Storia: 1974: una banca tedesca che lavorava sul valutario salta, quindi marco contro
dollaro. Si mette con banche americane, non restituisce dei soldi e si crea un
precedente in cui le banche non si coordinano e generano un disastro.
o RWA (risck weighted asked): si cerca di trasformare le attività in RWA però per
fare questo è necessario un certo capitale.
Basilea introduce una misura di patrimonializzazione delle banche. Questo vuol dire
che si riclassifica il bilancio in modo diverso e viene chiamato patrimonio di vigilanza o
fondi propri. Per la vigilanza è una lista di voci che si possono computare (riserva
sociale, patrimonio sociale, obbligazioni subordinate).
È previsto che tra le due voci esista un equilibrio, l’equilibrio è che i mezzi patrimoniali
siano almeno 8% dei WA.
BASILEA 1
1.
a. Quale rischio corre la banca? il rischio varia in base al soggetto. Chi presta a
gente sana potrebbe avere un RWA pari a zero, ma al contrario anche un RWA
pari a 100.
Più abbiamo attività rischiosa e maggiore è la probabilità che gli asset si
trasformino in RWA.
b. Basilea dà la misura di patrimonializzazione della banca. quando parliamo di
patrimonio di vigilanza, parliamo di un patrimonio diverso da quello
dell’impresa.
2. La seconda cosa che fa Basilea è quella di dare un elenco delle fonti che vanno
inserite sotto “patrimonio di vigilanza”.
Doveva esistere un equilibrio tra queste due voci. Gli attivi ponderati per il rischio
dovevano essere maggiori dell’8% delle RWA.
Queste regole inizialmente erano valide tra soggetti interni, poi diventano obbligatorie
all’interno di molti contesti economici.
Basilea 3 nasce nel 2010 ma la sua entrata in vigore è progressiva. Comporta delle
modifiche nel patrimonio di vigilanza (T1 e T2). Vengono confermati i rischi di credito e
i rischi operativi, ma a questi vengono aggiunti i rischi di liquidità.
Basilea 3 non tocca questi pilastri ma modifica alcune cose. Basilea 3 introduce:
Fondi Propri
Tier2 (capitale di classe 2): in grado di assorbire le perdite in caso di crisi 2%
Fondi propri complessivi (total capital) = minimo 8% ATT ponderate per il rischio. Vi
sono poi aggiustamenti regolamentari e possibili buffer aggiuntivi.
A valori minimi rimane a 8%, ma cambia la dinamica interna. Una banca non può
operare con 15% di classe 2, ma può operare con 15% di classe 1.
ICAAP e SREP hanno a che fare con questo. Una volta all’anno le banche devono
mandare alla vigilanza questi documenti:
ICAAP: è una verifica interna della dotazione di patrimonio. Con questo documento si
spiegano alla vigilanza le azioni che avverranno il prossimo anno e dicono come sono
previste le tenute patrimoniali previste dalla normativa. La vigilanza legge, valuta e
reagisce bene o male. Se va male la vigilanza da delle misure correttive che possono
aumentare il rischio e quindi la patrimonializzazione.
o Controlli in linea: controllo classico. Il capo turno controlla che tutti lavorino.
o Controlli sulla gestione dei rischi: a differenza del precedente è un controllo
trasversale. Ci sono operatori che lavorano nel monitoraggio e nella gestione
dei rischi. Gli organi legati a questo sono:
- compliance: deve verificare l’aderenza alle leggi
- risk management con CRO: capo che presiede i rischi
o Revisione interna: è al di sopra degli altri controlli, non segue una linea
gerarchica. È come se fosse una polizia esterna rispetto alla banca ma in realtà
è interna.
Gli accordi di Basilea comprendono tante regole che si intrecciano con altri istituti:
Non è presente solamente una regolamentazione dall’alto ma con il RAF abbiamo visto
che anche all’interno della banca è prevista una regolamentazione interna.
TASSONOMIA DEI RISCHI
Dobbiamo comprendere la natura dei rischi e come vengono gestiti all’interno della
banca.
Effetti dell’evento:
Rischio d’impresa: variabilità del valore del capitale economico o della sua redditività
La disuguaglianza di passività e attività è zero o quando la società non ha
redditività adeguata rispetto alle aspettative del mercato.
L’esposizione al rischio di un intermediario dipende da:
È il rischio di mercato che si verifica sul trading book. È quel rischio che deriva
dall’andamento degli investimenti che varia in base alla variazione del tasso di
cambio, variazione dei prezzi e variazione di cambio.
Quando le banche vanno a concedere dei prestiti hanno già un’idea della perdita
attesa. La banca ha un motivo fondato per pensare che almeno una parte del credito
non verrà rimborsato.
Perdita inattesa: livello rilevato ex post. la perdita inattesa sarebbe la volatilità delle
perdite intorno al valore medio.
Devo andare a verificare se la perdita effettiva si discosta molto dalla perdita attesa.
Oggi le banche hanno a disposizione nel calcolo dei rischi due scelte:
- LGD
- Granularity: quanto portafoglio è diversificato.
- Maturity: penalizza i contratti di lunga durata.
Le banche quando stimano i rischi di perdita utilizzano dei modelli; le banche minori
usano modelli semplificati, le banche più grandi creano algoritmi interni autorizzati da
BCE.
Il risultato che si ottiene è la perdita attesa. Questo risultato viene valorizzato per
variabilità dell’8% che serve per trasformare patrimonio in requisiti patrimoniali.
Stiamo andando quindi a calcolare i RWA. La vigilanza, negli ultimi accordi, ha visto
che tra modelli standard e modelli più specifici ci sono molte differenze. Cerca quindi
di spingere le banche ad armonizzare i due modelli.
1. Rischio di prezzo
2. Rischio di credito: viene gestito diversificando l’attività
3. Rischio di mercato: diversificandolo ma ci sono due approcci diversi possibili da
seguire
I. Approccio di negazione: ridurre il rischio di mercato annullandolo. È un
approccio sano che mira a minimizzare l’esposizione attraverso la
gestione passiva. Questo non è scelto da banche grandi perché sappiamo
che il rischio esprime il dualismo tra pericolo e opportunità. Il rischio per
la banca potrebbe essere un’opportunità.
II. Governare l’esposizione in base alle attese, per ottimizzare il livello
assoluto della rischiosità: la banca, volontariamente, si assume il rischio
speculandoci sopra. Questo processo è chiamato ALM (asset e liability
management): gestione di attivo e passivo per sfruttare le opportunità di
mercato.
Rischio di liquidità i rischi di liquidità sono funding liquidity risk e market liquidity
risk. È un rischio che per molto è stato dimenticato e ha effetti estremi come la perdita
di fiducia, la corsa agli sportelli, i “fallimenti” bancari…
È un rischio tipico del mondo bancario e non eliminabile. Hanno sempre un passivo più
a vista.
Rischio operativo: già oggetti di requisiti patrimoniali di Basilea, gli altri no.
Rischio strategico: legato a qualcosa che getta uno stigma su una società.
Negli ultimi anni si sono rafforzate le funzioni di controllo interno a causa dello stimolo
della vigilanza e della regolamentazione. I controlli interni e il risk management hanno
assunto maggior rilievo e, all’interno di questa visione, si ha una visione più ampia
della banca. È una funzione che è a stretto contatto con il consiglio di amministrazione
e consente di vedere il funzionamento di una banca.
Ex ante: le banche devono fare delle previsioni, programmare la loro assunzione del
rischio e decidere le politiche gestionali da adottare. È la stessa logica del RAF (risk
appetite framework) dove la banca dichiarava il tipo di propensione al rischio. Con il
risk appetite framework la banca guida e progetta. Questo è un processo
fondamentale, le banche devono essere consapevoli della direzione in cui vanno e
devono prendere un set di indicatori da monitorare per vedere se la direzione è
corretta.
Si chiama “banca universale” perché questa da sola svolge tutte le funzioni concesse
ad un intermediario creditizio. È:
- Multibusiness
- Multiclient
- Multiprodotto
L’unico limite a cui si va incontro sono le riserve di legge legate ad altri soggetti.
La banca universale è molto grande ed è naturale che al suo interno si creino diverse
forme di organizzazione. Uno dei metodi più classici è l’adozione di un metodo
divisionale, ad esempio modello divisionale retail banking. Il retail banking è un
modello utilizzato dai gruppi bancari perché le esigenze della clientela retail rispetto ai
clienti dell’impresa necessita di responsabili diversi.
Come limitarli:
1. Capogruppo
2. Società che svolgono attività bancaria, finanziaria
Consente di abbinare:
La capogruppo può essere una holding pura o una holding mista. La holding pura fa
solo attività di gruppo e non ha attività interattiva con il pubblico, si occupa solo di
controllare e coordinare le società sottostanti. la holding mista è una banca con delle
filiali che però è anche a capo di altri soggetti.
Il modello divisionale individua aree strategiche d’affari declina per aree geografica
oppure per prodotti, spesso segmento di clientela.
Il modello del gruppo federale: tante banche che inizialmente fanno tutto perdono i
loro compiti produttivi come la finanza che viene concentrata in alcuni luoghi che sono
delle vere e proprie fabbriche di prodotti e servizi. Mantengono solo la rete con la
clientela quindi il marchio e il contatto con i clienti.
Si beneficia delle economie di scala, ogni banca mantiene il rapporto con la clientela.
- Segmento di clientela
- Prodotto
- Area geografica
- Canale distributivo utilizzato
Può essere riferita ad uno solo di questi elementi e le scelte possono discendere dalla
normativa che disciplina gli intermediari.
Riforme BCC
Le BCC erano molte. La vigilanza su queste era complicata, quindi di è previsto che
BCC si unissero in gruppi BCC (associazioni tra loro).
Questo però non era un processo semplice e non è ancora terminato. Questo processo
consente di entrare in gruppi che curano i loro interessi, danno supporto a BCC di tipo
professionale e coprono i danni. Le BCC sono il maggior numero delle banche. I gruppi
sono formati dalle BCC e dalle società di serving.