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Il mondo dei servizi è in forte espansione. La banca guarda a questo mondo con interesse.
Questo genera una serie di fonti di guadagno per la banca, rappresentate da commissioni (ricavi).
Tra questi servizi, ad esempio, si considerano carte di pagamento, operazioni online, trasferire
somme di denaro da un conto all’altro, investimenti e ettuati su indicazione del cliente, ecc.
Il margine da interessi è il margine tipico di guadagno di una banca che è rappresentato dalla
di erenza tra tassi attivi e tassi passivi. Questo è il risultato tipico dell’attività di intermediazione.
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Operazioni di raccolta bancaria
Si distingue fra:
- operazioni di raccolta diretta —> la banca entra in possesso di risorse nanziarie. Sono
operazioni di raccolta diretta tutte le operazioni tramite le quali la banca raccoglie risparmio.
Questo può avvenire attraverso una serie di strumenti: conto corrente, deposito a risparmio,
operazioni di pronto contro termine, certi cati di deposito. Attraverso le operazioni di raccolta
diretta, la banca recupera risorse nanziarie e diventa debitrice nei confronti del cliente, si
alimenta la componente passiva dello stato patrimoniale.
- operazioni di raccolta indiretta —> la banca si comporta da soggetto che si pone tra il cliente e
il mondo nanziario. Per cui svolge servizio di intermediazione mobiliare (acquistando o
vendendo titoli per conto del cliente sui mercati). La banca è un semplice mediatore in questa
circostanza, per questo tipo di servizio otterrà commissioni a suo favore. Operazioni di raccolta
indiretta non impatteranno nello stato patrimoniale della banca ma genereranno ricavi da
commissioni che si troveranno direttamente nel conto economico.
Conto corrente
È lo strumento più di uso fra la collettività. È la forma tecnica di raccolta più di usa. È una forma
tecnica che vede la banca impegnata secondo le regole del mandato.
Quando si è titolari di un conto corrente, la banca esegue per conto del cliente tutte le operazioni
che generano entrate o uscite dal conto corrente stesso che sono state indicate dal cliente alla
banca stessa.
Tutte le operazioni vanno tenute sotto controllo. La banca genera documenti che servono per
controllare l’andamento del conto e vedere quelle che sono le competenze a favore del cliente o a
favore della banca legate alla gestione del conto. Questi documenti sono: estratto conto, conto
scalare e il prospetto delle competenze e delle spese.
Si tratta di documenti che la banca genera almeno una volta all’anno (in genere al 31/12). Nulla
vieta ad un cliente (correntista) di tenere sotto controllo e monitorare l’estratto conto in ogni
momento della giornata (possibile da online banking o dagli sportelli bancari).
L’estratto conto si può presentare con modalità di erenti. Si è di fronte a un documento che
potrebbe avere diverso layout in base alla banca. Le informazioni sono comunque sempre
presenti in ogni estratto conto indipendentemente dalla banca. Un estratto conto è un documento
che riporta tutte le operazioni (in addebito o in accredito) che transitano (vengono e ettuate) sul
conto corrente. Vengono riportate in ordine di data di esecuzione. Le informazioni possono essere
presentate in modo diverso ma ogni banca sul proprio estratto conto prevede una colonna
dedicata alla data dell’operazione, una breve descrizione dell’operazione e la movimentazione (in
entrata o in uscita) del conto.
Tutte le volte in cui l’operazione compiuta ha creato una riduzione della disponibilità sul conto, si è
di fronte ad un addebito, cioè a un movimento in dare. Un conto corrente verrà movimentato in
dare (darà origine ad un addebito) ognivolta che un’oprazione determina una riduzione della
disponibilità.
Se l’operazione accresce la disponibilità sul conto, si è di fronte ad un accredito e quindi a un
movimento in avere.
C’è poi la colonna della valuta e il saldo che rappresenta l’evolversi della situazione sull’estratto
conto.
Esempi di operazioni che possono trovarsi sull’estratto conto che generano addebiti sono
emissioni di assegni circolari o bancari, la disposizione di boni ci (pagamenti e ettuati a favore di
terzi), i pagamenti e ettuati con carte di credito, abncomat, ecc.
Originano accrediti lo stipendio o eventuali interessi attivi che la banca accredita.
La valuta è la data a partire dalla quale l’importo dell’operazione inizia o cessa a produrre interessi
attivi o passivi relativi all’operazione stessa. Attraverso le operazioni di raccolta diretta, la banca
entra in possesso di risorse nanziarie, da quel momento in poi la banca diventa debitrice nei
confronti del cliente. Da quel momento, la somma depositata sul conto comincia a generare
interessi a favore del cliente. Il momento esatto a partire dal quale la cifra comincia a fruttare
interessi a favore del cliente è la valuta. La valuta è quindi la data a partire dalla quale l’oprazione
che è stata accreditata sul conto inizia a produrre interessi o l’importo cessa di produrre interessi
in caso di addebito.
La valuta non necessariamente coincide con la data in cui l’operazione è eseguita. Le banche
devono attenersi a una serie di rigide norme per l’applicazione delle valute. Hanno anche un certo
margine di discrezionalità al punto che le valute applicate sulle diverse operazioni spesso sono
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diverse tra banche (analizzare documento di sintesi su cui sono sintetizzate tutte le condizioni che
regolano il rapporto di conto corrente con la banca).
In generale tutte le movimentazioni a debito del cliente presentano una valuta che è uguale alla
data in cui l’operazione è e ettuata o anteriore. Le operazioni che comportano un accredito a
favore del cliente hanno una valuta o uguale alla data dell’operazione o posteriore.
es. versamento di assegno bancario di un altro istituto in data lunedì 10/1. Valuta applicata è 3
giorni lavorativi
Nell’estratto conto si vedrà la data dell’operazione 10/1 e la valuta sarà 13/1.
Solo a partire dal 13/1 quell’importo versato inizierà a generare interessi a favore del cliente.
Ogni banca ha un suo elenco di valute, applicherà condizioni diverse. VEDI SLIDE
La disponibilità è una data a partire dalla quale la somma di denaro che è stata accreditata sul
conto corrente risulta e ettivamente a disposizione del correntista.
es. in data lunedì 20/3 si versa un assegno bancario di 1000 euro. La banca applica 3 giorni di
valuta e 4 giorni di disponibilità —> il 20/3 costituisce la data dell’operazione, il 23/3 costituisce il
momento da cui i 1000 euro generano interessi a favore del cliente (è la valuta dell’operazione), a
partire dal 24/3 il cliente avrà e ettivamente a disposizione i 1000 euro.
La disponibilità che la banca applica sulle operazioni si vede sul documento di sintesi.
Associati all’estratto conto, ci sono tre momenti importanti: data valuta e disponibilità.
Il fatto che ci siano questi tre momenti signi cativi per la vita di un conto corrente determina
anche la presenza di diversi saldi del conto corrente.
Il saldo contabile è de nito tale perché è quello che risulta in un preciso momento in base a tutte
le operazioni registrate sul conto corrente e che risultano a debito o a credito del correntista (il
saldo contabile è il saldo che si muove in ordine di data dell’operazione).
Dal saldo contabile va distinto il saldo liquido che riporta in un preciso momento tutte le
operazioni a debito o a credito per le quali è già maturata la valuta. Esclude tutte le operazioni per
cui la valuta è futura.
Saldo disponibile è quello che risulta in un preciso momento in base alle operazioni di addebito e
accredito di cui la banca conosce l’esito. Per cui è maturata anche la disponibilità. È il saldo più
interessante per il cliente perché è quello che dice la somma a disposizione.
es. correntista versa un assegno bancario che la banca accredita assegnando una valuta
successiva di 3 giorni, mentre riceve dalla banca comunicazione dell’avvenuto buon ne dopo 4
giorni (disponibilità), l’operazione concorre subito a determinare il saldo contabile. Dopo 3 giorni il
saldo tiene conto dell’importo (saldo liquido). Il saldo disponibile sarà aggiornato dopo 4 giorni
con l’importo stabilito.
Lo scalare per valuta è un documento che riporta in ordine di valuta tutte le operazioni registrate
nell’estratto conto. Partendo dalle operazioni registrate nell’estratto conto (ragionando in termini
di data di registrazione), si dovrà riprendere operazione per operazione in ordine di valuta.
Il documento si presenta sempre con lo stesso schema di informazioni.
Nello scalare per valuta si possono avere gra che e layout di pagine diverse rispetto alla banca.
Ma all’interno dello scalare per valuta ci devono essere queste informazioni: i movimenti che
verranno ripresi in ordine di valuta con i rispettivi segni dare o avere, il saldo per valuta che si
andrà a formare in funzione dei movimenti, la valuta indicata nell’estratto conto, i giorni che
intercorrono fra una valuta e l’altra (si immagina di avere una serie di operazioni indicate, ciascuna
avrà una precisa valuta e nella colonna giorni si indicheranno i giorni che intercorrono fra una
valuta e la successiva), i numeri (è la colonna in cui si vede che la banca sta preparando i lavori
per la determinazione delle competenze a favore o a debito del cliente perché si considera il fatto
che nella colonna numeri si mette il risultato di un prodotto dato dalla moltiplicazione del saldo
per valuta moltiplicato per i giorni. Si indica nella colonna numeri il risultato del prodotto tra saldo
per valuta e i giorni, se all’origine del calcolo c’è un saldo dare, il numero corrispondente sarà un
numero dare, se il saldo che origina è un saldo avere, il numero corrispondente sarà un numero
avere).
È un documento che prepara i lavori che serviranno alla banca per determinare gli interessi che
risulteranno a ne periodo a credito del correntista o a debito del cliente. È un documento che
prepara i lavori per il calcolo delle competenze a favore o a debito del cliente.
Le operazioni vengono riprese in ordine di valuta, il saldo ragiona per valuta (è il saldo liquido).
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Sul saldo dare maturano interessi attivi per la banca. Sul saldo avere maturano interessi attivi per
il cliente.
Il prospetto delle competenze e delle spese è l’ultimo dei documenti associati alla tenuta di un
conto corrente. È il prospetto in cui vengono riepilogate tutte le competenze a favore o a debito
del cliente stesso e tutte le spese legate alla gestione del conto. Il documento è stato oggetto di
un aggiornamento dal punto di vista normativo (2016), dopo questo la periodicità con cui viene
realizzato il prospetto delle competenze e delle spese è annuale e normalmente coincidente con il
31/12.
In esso si trovano le competenze a favore del correntista (tipicamente gli interessi creditori, a suo
favore sulle somme depositate) sulle quali deve essere applicata la ritenuta scale (26%). Ci sono
poi le competenze a favore della banca (es. spese di tenuta conto, commissioni su do
accordato, ecc.).
Il prospetto competenze e spese si presenta con alcune informazioni:
- interessi creditori —> nello scalare per valuta, si calcolano i numeri dare o avere e nel prospetto
si preparano i lavori per l’applicazione della formula per il calcolo degli interessi, qui si vede il
risultato del lavoro. Il totale dei numeri avere (creditori) calcolati nello scalare per valuta servirà
per il calcolo degli interessi a favore del cliente. Il numero avere sono il risultato del prodotto
capitale per tempo che fa parte della formula del calcolo degli interessi e dividere per 36500.
Quando si e ettua il calcolo dei numeri nello scalare per valuta si sta lavorando sulla formula
(C*t), l’unico elemento da prendere in considerazione è il tasso di interesse applicato. Sui
numeri avere si applicherà il tasso creditore perché i numeri avere sono quelli generati da un
saldo avere (saldo positivo a favore del cliente), su queste (somme depositate sul conto)
maturano interessi a favore del cliente, sono interessi creditori per il cliente. Prima si calcolano
gli interessi creditori lordi e poi quelli netti
- interessi debitori —> calcolati partendo dai numeri dare (originati da un saldo dare, negativo, a
debito del cliente), è la banca che sta nanziando il cliente. Sugli importi maturano interessi a
favore della banca e a debito del cliente.
- spese —> sono quelle riportate normalmente in un esercizio fra le condizioni che regolano il
rapporto di conto corrente. es. spese di tenuta conto (importi rapportati al numero delle
registrazioni di estratto conto che la banca ha dovuto compilare), spese di invio di
documentazione. C’è poi un ulteriore spesa rappresentata dalla commissioni.
È una questione nuova rispetto alla gestione del rapporto di conto corrente. Al 31/12 quando si
vanno a contabilizzare gli interessi (creditori o debitori) bisogna muoversi con diversa modalità a
seconda che gli interessi considerati sono creditori o debitori.
Gli interessi creditori si calcolano il 3112 di ogni anno e si contabilizzano con valuta 3112. Si
riconoscono al cliente a partire dal 3112. Per il concetto di valuta signi ca che dal 3112 in poi gli
interessi creditori andranno a costituire un capitale sul quale matureranno ulteriori interessi.
Gli interessi debitori si calcolano il 3112 e vengono contabilizzate (e ettivamente addebitate sul
conto) l’0103 dell’anno successivo. Questo per evitare che gli interessi debitori costituiscano a
loro volta ulteriore indebitamento da parte del cliente e su questi maturino ulteriori interessi. Si dà
respiro al cliente: gli interessi sono a suo carico ma costituiranno elemento incidente sul conto
corrente solo a partire dal 0103 dell’anno successivo.
Sul conto corrente gli interessi vengono calcolati con periodicità annuale. Le commissioni
sull’accordato e di istruttoria urgente e i bolli vengono calcolate con periodicità trimestrale. Nel
momento in cui si calcolano le commissioni si deve tener conto che si sta ragionando che si
tratta di commissioni che ogni tre mesi devono essere applicate sul conto.
La commissione sul do accordato è una commissione che viene applicata su tutti i conti correnti
a dati, cioè un conto corrente su cui è stato riconosciuto un do (linea di credito, uno scoperto di
conto), quindi il conto può andare in rosso no a un certo importo stabilito, è su questo importo
( do) che verrà applicata la commissione.
In passato era prevista una commissione di massimo scoperto (commissione aggiuntiva alla
gestione del conto corrente) poi vietata per legge. Questa commissione si è riproposta poi in due
commissioni diverse: commissione su do accordato e commissione di istruttoria veloce.
La commissione sul do accordato è una commissione che viene applicata su tutti i conti correnti
rispetto ai quali è stata concessa una linea di do, cioè la possibilità di andare in rosso no a un
certo importo.
La commissione sul do accordato è una commissione trimestrale. Viene applicata come
percentuale del lo accordato uno 0.5% trimestrale indipdendentemente dall’e ettivo utilizzo del
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do. Se si è titolare di un conto corrente a dato, ma non si utilizza minimamente il do, bisognerà
pagare comunque la commissione trimestralmente. L’importo viene proporzionato ai giorni del
trimestre.
Il conto corrente non a dato, cioè che non può andare in rosso. Qualora si dovessero veri care
episodi eccezionali in cui anche i conti correnti di questo tipo dovessero andare in rosso, se
l’episodio è eccezionale, la banca va incontro al cliente, fa pagare gli interessi a suo favore e
chiede l’applicazione di istruttoria veloce. Questa commissione è trimestrale, non viene calcolata
in misura percentuale, l’entità dipende dall’importo del rosso (scon namento).
Lo scon namento non autorizzato può avere entità diverse e a seconda delle entità la banca
applica importi diversi di commissione. Si procede per scaglioni.
Il concetto di do è relativo ad altri aspetti legati al fatto che un’azienda richiedente non può
stabilire ex ante autonomamente il volume di credito che può utilizzare perché la valutazione è
sempre determinata dalla banca, c’è un percorso che porta alla valutazione del credito erogabile
da parte della banca nei confronti del cliente. Il cliente espone la sua esigenza nanziaria e la
banca decide se a dare un determinato cliente e per quanto.
Caratteristica dei di come le altre forme tecniche è che l’importo massimo è utilizzato in modi
diversi: in un’unica volta (tiraggio immediato, la banca concede un determinato importo e questo
viene utilizzato immediatamente tutto dal cliente, es. mutuo per acquisto della casa). Ci sono altre
forme tecniche diverse, come l’apertura di credito, dove il cliente una volta che la banca ha
deciso l’ammontare complessivo dell’a damento concesso, può utilizzare in una o più volte la
somma o ripristinare la disponibilità con i versamenti successivi.
Il do assume forma di una promessa in base al quale la banca si impegna ad erogare un certo
credito al cliente. È un impegno contrattuale sottoscritto dalle parti, ognuna svolge ex ante il
proprio compito (cliente fornisce la documentazione richiesta, la banca valuta per l’a damento).
C’è separazione temporale tra processo creditizio (valutazione dell’a dabilità) e la concessione
del credito. La dilatazione temporale dipende dalle varie caratteristiche o dalla di coltà
dell’operazione.
Le conseguenze economiche nell’ambito del percorso creditizio e del do sono legate agli
obblighi che un determinato cliente si assume nei confronti della banca concedente. La banca a
proprio giudizio decide se e per quanto a dare il cliente e questi contrattualmente si impegna ad
onorare il credito concesso attraverso il pagamento di interessi sulle somme utilizzate ad un tasso
stabilito a seconda delle forme tecniche.
Nel caso di crediti per cassa, le conseguenze economiche sono relative ad interessi (si utilizza per
tot tempo la somma messa a disposizione, per quel tot tempo e la somma utilizzata, si paga alla
banca un determinato interesse).
Nel caso di crediti di rma, non essendoci in una fase iniziale un esborso di denaro della banca,
ma solo una garanzia. Si parla di commissioni spettanti alla banca e il cliente che ha ricevuto a
proprio favore una linea di credito per rma si impegna ad onorare.
I di concessi da una banca non sono una fonte stabile e perpetua di nanziamento in un’azienda,
quindi il cliente si impegna a restituire secondo le modalità contrattuali stabilite le somme che
saranno erogate a suo favore dalla banca. Tutto ciò dipende poi dalle forme tecniche.
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I di possono essere classi cati anche in base alle garanzie:
- do in bianco —> non presentano garanzia nell’ambito dell’a damento concesso. La banca
decide di a dare un determinato cliente sulla base della richiesta del cliente stesso e della
“bontà” dei numeri che il soggetto esprime (capacità di reddito, consistenza patrimoniale)
- do assistito da garanzie personali —> la deiussione è un impegno personale nel quale un
determinato soggetto si obbliga ad adempiere le obbligazioni del soggetto garantito nel caso in
cui egli non le assolvi. È una garanzia personale perché nel rapporto creditizio tra banca e
soggetto cliente si interpone un terzo soggetto che si impegna ad onorare alla banca nel caso
in cui il debitore principale non sia riuscito a farlo.
- do assistito da garanzie reali —> pegno ed ipoteca. L’ipoteca è un diritto reale di garanzia che
si iscrive sui beni immobili o sui beni mobili registrati, è la garanzia principale nelle operazioni di
mutuo per l’acquisto della prima casa ad esempio; la banca concede un credito che deve
essere rimborsato gradualmente, ma come garanzia ha un’ipoteca sull’immobile acquistato; nel
momento in cui il soggetto debitore non sia in grado di pagare il debito, interviene l’escussione
della garanzia (la banca si può rivalere in via privilegiata sulla vendita forzosa del bene posto a
garanzia). Il pegno si caratterizza perché è un diritto reale di garanzia per i beni mobili, può
essere dato a pegno qualsiasi bene mobile in grado di avere un valore e di mantenerlo nel
tempo. Il pegno funziona attraverso la consegna al soggetto concedente il credito del bene
mobile che lo custodisce a garanzia del proprio credito. Il pegno ha la caratteristica di dover
essere restituito nel momento in cui il soggetto debitore assolve il proprio debito.
La gran parte delle banche valuta il rischio e la capacità di credito dei propri clienti attraverso
modelli interni di rating, attraverso un processo che determini una valutazione di un rischio cliente
(probabilità di default) e una valutazione di rischio banca (determinata da altri elementi: prodotto
tra probabilità di default, perdita in caso di default e l’esposizione al momento del default). Dal
punto di vista del rischio banca, è più complesso rispetto alla singola probabilità di default di un
cliente.
Dipende dal fatto che si manifesti l’insolvenza e quanto è l’esposizione del cliente nel preciso
momento e qual è la capacità della banca rispetto all’esposizione di riuscire a recuperare una
parte del proprio credito.
L’obiettivo principale di un modello di valutazione è distinguere clienti “buoni” dai clienti “cattivi”,
distinguere i clienti che saranno in grado di restituire agevolmente il proprio credito e di rispettare
gli aspetti contrattuali dai clienti che non saranno in grado di onorare il proprio impegno.
Un buon modello di valutazione del credito minimizza gli errori di decisione sul cliente, in
particolare l’errore di accettazione dei clienti "cattivi”.
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Il processo di valutazione del credito è un processo complesso. La valutazione del modello è
relativa al fatto che è necessario minimizzare gli errori di accettazione dei clienti che non siano in
grado di onorare i propri debiti nel tempo.
Nella costruzione del modello, si deve cercare di accettare il cliente buono. Si può correre il
rischio di ri utare un cliente buono, per cui si perde un’opportunità commerciale (potenziale
guadagno). Il modello funziona bene se si ri utano i clienti cattivi, ma se i clienti cattivi risultano
a dabili ex ante, si cade in errore (perdita netta, rischio economico e nanziario).
Le componenti del modello di valutazione creditizio si basano su:
- elementi di natura statistica —> valutazione basata sull’analisi degli eventi di insolvenza
riscontrati all’interno della banca. La capacità della banca di avere un importante set
informativo in termini di conoscenza del territorio e dei clienti. Una banca che ha un basso
livello di insolvenza generale è una banca che funziona. Se statisticamente risulta che i propri
crediti hanno una buona qualità, il modello di valutazione funziona. La componente statistica
viene aggiornato tempo per tempo
- componente quantitativa —> capacità di interpretare correttamente i dati quantitativi dei clienti
richiedenti credito. L’analisi dei bilanci, dei business plan, la rielaborazione in termini di indici e
ussi, la capacità di riuscire ad intercettare potenziali deviazioni.
- componente qualitativa —> basata su tecniche di valutazione razionalizzate ed automatizzate
ma che non prescindono da un rapporto continuo con il richiedente do, entra in gioco la
componente umana: il soggetto che al di là di un processo automatizzato di valutazione del
credito prende l’ultima decisione in base all’aggiunta di una valutazione qualitativa rispetto
all’analisi quantitativa del modello. Si deve valutare la capacità dell’azienda di resistere ad
eventi straordinari (passaggio generazionale, cessione di azienda, modi ca della governance,
aspetti congiunturali).
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consentono ad un soggetto deliberante di valutare se e come concedere credito all’impresa o
al soggetto richiedente. La relazione di do diventa fondamentale perché è la sintesi di tutto il
lavoro fatto nei mesi precedenti in termini di istruttoria di do. Costituisce il supporto sintetico
preliminare che un addetto ai di presenta ai superiori a nceh il credito venga deliberato dagli
organi competenti della banca. Da un lato, questa fase è quella che porta alla quanti cazione di
un importo di a damento concesso, ma è importante che in questa fase ci sia l’inizio di una
veri ca, di una fase di controllo relativamente all’a damento concesso. Nel momento in cui si
termina l’istruttoria intesa come percorso che porti alla valutazione di a damento, inizia una
fase di istruttoria continua (gestione quotidiana del rapporto coi clienti e della veri ca
dell’andamento e utilizzo e del comportamento di un determinato cliente nel tempo).
In questa fase nale, oltre alla concessione del credito e all’inizio della fase di monitoraggio, c’è
la scelta della struttura tecnica del prestito accordato. A damento complessivo viene declinato
in forme tecniche diverse che il cliente può utilizzare a seconda delle esigenze. Si devono
considerare alcune variabili legate alle esigenze di gestione dell’impresa a data, i ri essi della
struttura tecnica sulla gestione della banca (scadenza, variabilità dei tassi di interesse), la banca
cerca di concedere crediti in una forma più diversi cata possibile per evitare la concentrazione
di determinate forme tecniche con pricing adeguati e diversi cati. Questa fase viene a data
alle singole unità operative periferiche, dato che queste sono quelle che gestiscono il rapporto
quotidiano tra banca e cliente.
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scadenza è d’obbligo per il soggetto debitore di ripristinare il saldo del conto corrente se il do
fosse utilizzato.
- A tempo indeterminato —> non è stabilita ex ante una scadenza precisa della linea di credito
salvo il fatto che la banca ha giudizio rispetto a situazioni come ad esempio peggioramento
degli aspetti commerciali di un cliente, una situazione congiunturale sfavorevole, segnali di tipo
patologico presenti nella centrale dei rischi possono determinare la revoca dell’a damento da
parte della banca con un preavviso. Non signi ca che la banca nel momento in cui concede
credito non è reinteressata ad un esame periodico, comunque svolge un’attività di
monitoraggio relativamente alla qualità del credito concesso e del debitore.
Smobilizzo crediti
Le operazioni di smobilizzo di crediti commerciali si caratterizzano per essere operazioni di
copertura di fabbisogno nanziario che operano come trasformazione tecnica di poste del
circolante in disponibilità monetarie. È data la possibilità ad un’azienda di trasformare una posta
immobilizzata per un certo periodo di tempo in denaro contante che consente all’azienda di
proseguire nel progetto industriale dal punto di vista dell’equilibrio nanziario ed economico.
Il fatto di poter smobilizzare poste dell’attivo temporaneamente immobilizzate e che possono
diventare disponibilità liquide danno un indubbio vantaggio nanziario e commerciale ad una
azineda.
Esaminando un bilancio aziendale ideale, nell’attivo circolante esistono poste liquide relative alla
cassa e alla disponibilità di liquidità monetaria che un’impresa ha a disposizione e ha una serie di
altre poste dell’attivo più immobilizzate e che si smobilizzano nel tempo. I crediti si trasformano in
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denaro contante nel momento in cui il debitore dell’azienda pagherà il proprio debito nei confronti
del creditore. Le rimanenze sono immobilizzate no al momento in cui vengono vendute. Le poste
del bilancio come immobilizzazioni non diventeranno necessariamente poste liquide.
Lo smobilizzo crediti, cioè la parte di operazioni bancarie che hanno l’obiettivo di sostenere il
fabbisogno nanziario di un’impresa di breve periodo agiscono nella logica di smobilizzare,
trasformare la voce dei crediti che un’azienda ha in disponibilità liquide.
Un credito commerciale di un’azienda nasce nel momento in cui un’azienda fornisce ad un
determinato soggetto un bene e in contropartita non viene pagata immediatamente ma concede
al proprio cliente una dilazione di pagamento. I crediti devono essere rappresentati, bisogna
fornire dei documenti che rappresentano i crediti stessi. Nella prassi operativa bancaria i
documenti che rappresentano crediti e che possono essere trasformati in denaro prima della
scadenza (smobilizzati) sono: cambiali, ricevute bancarie e fatture emesse.
La cambiale è un documento, che giuridicamente è de nito titolo di credito, esecutivo (con forza
giuridica) e all’ordine (è intestato ad un determinato soggetto bene ciario. La cambiale
(documento cartaceo soggetto ad un’imposta di bollo del 12 per mille) si compone di alcuni
elementi essenziali che ne denotano la struttura obbligatoria:
- luogo e data di emissione
- importo del debito che un soggetto sottoscrive
- scadenza
- promessa di pagamento —> la cambiale di fatto è una promessa incondizionata di pagamento
che un certo soggetto debitore sottoscrive e consegna al soggetto creditore
- denominazione del soggetto creditore
- somma scritta in lettere
- banca di appoggio del soggetto debitore
- dati anagra ci del soggetto debitore
- rma (sottoscrizione autentica) del soggetto debitore
La cambiale racchiude all’interno del documento una promessa incondizionata di pagare un
determinato importo ad una determinata scadenza ad un determinato soggetto identi cato.
Nel momento in cui un determinato soggetto si trova in possesso di diverse cambiali sottoscritte
dai propri clienti, potranno portare, dopo che la banca avrà istruito una pratica di do (castelletto
di sconto), la banca concederà un a damento per sconto cambiario, cioè dà la possibilità ad un
determinato soggetto portatore di un certo importo di cambiali, di vedere anticipato un
controvalore rispetto al valore delle cambiali portate alla banca.
Lo sconto cambiario è un’operazione di crediti commerciali che si e ettua tramite cessione
(passaggio) di cambiali, dal soggetto creditore alla banca. L’opreazione tecnica è un’operazione di
sconto. Lo sconto viene calcolato secondo la classica formula dell’interesse:
Sconto = capitale * tempo * giorni a scadenza // 36500
L’importo di interessi viene detratto dal valore nominale a scadenza della cambiale e viene
accreditato al cliente presentatore. Così dal punto di vista contabile diminuisce a livello di stato
patrimoniale dell’impresa il valore dei crediti per e etto della cessione alla banca e aumenta la
disponibilità liquida.
I crediti ceduti alla banca non sono ceduti a titolo de nitivo ma salvo il buon ne, cioè nel Moment
oin cui l’operazione si chiude con il pagamento della cambiale da parte del debitore, la partita
contabilmente si esaurisce. Nel caso in cui la cambiale non venisse onorata, la banca che ha
scontato (anticipato) la cambiale al cliente cedente, riadddebiterà al cliente cedente l’importo
della cambiale perché in queste operazioni il rischio di credito resta in capo al soggetto cedente e
quindi in caso di mancato pagamento della cambiale, sarà il soggetto cedente di doversi
occupare del recupero crediti.
Lo sconto cambiario ha conseguenze economiche relative a:
- interessi che il soggetto cedente deve pagare alla banca per vedere anticipati i propri crediti
- Altre commissioni che la banca recupera pre il servizio che viene svolto
Operazione di sconto è un’operazione ritornata frequente nell’ambito dei servizi bancari in virtù
della forza giuridica che i titoli di credito hanno, il fatto di poter vedere accelerato il processo di
recupero credito nel caso di insolvenza. L’operazione di sconto sta tornando, ma più onerosa
(sconta un importo di imposta di bollo del 12 per mille), in situazioni più sfavorevoli in cui il livello
duciario tra i soggetti è basso. La cambiale è diventata uno strumento idoneo per gestire in
maniera e ciente i crediti.
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Ricevuta bancaria
Altra operazione di smobilizzo di credito è l’anticipazione di ricevute bancarie. Le ricevute
bancarie assomigliano alla cambiale per il fatto che qualora siano rappresentate in forma cartacea
le assomigliano.
Non sono soggette ad imposta di bollo, ma rappresentano un promemoria che viene inviato al
soggetto debitore e che ad una certa scadenza deve onorare rispetto a un determinato credito.
La ricevuta bancaria non è un titolo astratto come la cambiale. Nella cambiale non è riportata una
causale di pagamento ma solo una promessa incondizionata di pagamento a un determinato
soggetto. Nella ricevuta bancaria c’è un riferimento ad una determinata fornitura.
Le ricevute bancarie vengono emesse dalle imprese creditrici nei confronti di tutti i clienti con cui
sono concordate dilazioni di pagamento e con cui è concordata la ricevuta bancaria come mezzo
di apgamento. La ricevuta bancaria è funzionale rispetto ad un rapporto esistente tra banca e
cliente. La parte relativa al pagamento della ricevuta bancaria avviene sulla banca del debitore e
su quella del creditore. Essendo un usso tracciato nel sistema bancario, può essere idoneo per
essere oggetto di un’attività creditizia.
Attraverso la linea di a damento, il soggetto creditore può presentare alla propria banca una serie
di ricevute bancarie per avere la trasformazione di un credito in una posta liquida.
Gli anticipi salvo buon ne (rischio di credito nale in capo al soggetto cedente) sulle ricevute
bancarie sono operazioni di smobilizzo di crediti commerciali rappresentati da ricevute bancarie.
Possono essere anticipate integralmente o in parte attraverso diversi meccanismi contabili.
All’inizio le ricevute bancarie erano prevalentemente cartacee adesso sono stati trasformati in titoli
immateriali e vengono gestiti tra banca ed azienda in via informatiac. Non c’è cessione cartacea di
documenti portati in banca perché siano anticipati, ma viene spedita alla banca una distinta di
tipo informatico e la banca procede all’anticipazione del credito occupandosi di contabilizzare
l’incasso alla scadenza naturale quando tutti i debitori provvederanno al pagamento della ricevuta
bancaria.
I costi legati alla ricevuta bancaria per il soggetto cedente sono:
- gli interessi —> vengono calcolati periodicamente ma in forma posticipata
- Altre commissioni che la banca recupera per l’e ettuazione del servizio
Ultima forma di anticipazione laddove non siano presenti documenti rappresentativi di credito
come le cambiali o le ricevute bancarie, altra forma di anticipazione è l’anticipo su fatture.
Anche questa operazione ha l’obiettivo di trasformare crediti, non rappresentati né da cambiali né
da ricevute bancarie ma alla banca, dopo aver rispettato un’istruttoria di a damento per
anticipazione su fatture, è su ciente che sia presentata la copia conforme di una serie di fatture
sulla quale è riportata la scadenza in termini di pagamento e la canalizzazione bancaria sulla
banca anticipante (credito deve essere pagato via boni co sulla banca che concede l’anticipo).
Sulla base di presentazione di fattura che presenti questi elementi, la banca anticipa un
determinato importo (di norma no all’80% del credito riportato sulla fattura).
Possono essere anticipati una per una o in monte, cioè a seconda del tipo di fatturazione tipica di
un’azienda piuttosto che un’altra, la forma tecnica può essere di anticipo per singola fattura nel
caso di fatture di importo rilevante oppure nel caso di soggetti che decidono di anticipare una
serie di fatture più piccole, possono essere anticipate in monte (sulla totalità indistinta di una serie
di fatture che un’azienda presenta all’anticipazione). È un’operazione semplice che agisce
attraverso due partite: iscrizione dell’anticipo sul conto corrente e l’addebito di una posta di
anticpo riportata sul conto anticipi e su cui vengono calcolati gli interessi relativi all’operazione di
anticipazione.
È un’operazione semplice ma ha comunque conseguenze economiche (costi per l’azienda
presentatrice):
- Interessi recuperati in forma posticipata
- Commissione ssa per anticipo (per lo svolgimento del servizio)
Anche le fatture vengono anticipate salvo buon ne a signi care che il rischio di credito è sempre
in capo al soggetto cedente per cui nel caso pagamento di una fattura a scadenza pattuita, la
banca si riserva di addebitare l’importo anticipato al soggetto cedente e poi il soggetto cedente
deve svolgere un’attività giudiziale di recupero crediti per via ordinaria.
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monitoraggio delle presentazioni la banca è in grado di capire molto meglio le dinamiche
commerciali di un’impresa. Arriva a de nire un set informativo che cresce al crescere delle partite
di crediti ceduti per e etto della conoscenza delle partite cedute stesse. Altro vantaggio è che le
anticipazioni si liquidano automaticamente alla scadenza naturale, una volta che la banca ha
attuato l’attività di anticipazione nella migliore delle ipotesi bisogna soltanto attendere che il
soggetto debitore onori il proprio debito e l’operazione è contabilmente chiusa. La banca può
garantirsi un monitoraggio costante delle dinamiche commerciali dei propri clienti.
Altro vantaggio è de nito in base alla dimensione della banca con la quale si è in relazione. Più è
grande la banca e maggiori sono le probabilità di anticipare clienti che sono conosciuti. Una
grande banca italiana di usa su tutto il territorio nazionale può poter capitare che un soggetto
creditore di una certa zona geogra ca chieda di anticipare il credito che vanta nei confronti di un
soggetto che è in un’altra zona geogra ca ma è cliente della stessa banca, così si matchano le
informazioni e si controllano più e cientemente i ussi.
Gli svantaggi per la banca sono tipici dell’attività creditizia: la possibile cessione multipla di
crediti, il pericolo che in situazioni patologiche possano essere cedute più copie della stessa
fattura a più interlocutori bancari diversi. Uno dei principi dell’attività creditizia è la
diversi cazione, in questo caso la banca deve prestare attenzione a non concentrare i rischi sullo
stesso nominativo per cui la banca ha già un rischio di credito che corre nel momento in cui a da
un cliente, non è opportuno che corra un ulteriore rischio anche sul cliente ceduto. È de nito nella
fase di istruttoria di di anche la percentuale massima di concentrazione rispetto ai singoli clienti
ceduti. Per la banca è meglio che una partita di cambiali o una partita di ricevute bancarie sia
molto frazionata su molti clienti perché si riduce il rischio per tutti gli attori.
Dal punto di vista dell’impresa ci sono principalmente vantaggi: trasforma un asset
temporaneamente non liquido in un asset liquido, ha minori costi in termini di tasso di interesse
rispetto alle aperture di credito. Può gestire l’a damento in linea con le dinamiche commerciali
dell’azienda: in momenti di grande fabbisogno nanziario, si può ricorrere in maniera più
importante allo smobilizzo e utilizzarlo meno in fasi in cui l’azienda è più liquida.
Svantaggio rispetto alle aperture di credito è che non aggiunge risorse di impresa.
Il factoring
Contesto relativo allo smobilizzo dei crediti di impresa ma in senso più ampio.
Le imprese possono cedere temporaneamente alle banche i propri crediti attraverso la
presentazione di documenti rappresentativi di un determinato credito per poter ottenre in cambio
una anticipazione, una monetizzazione di queste poste temporaneamente immobilizzate e
trasformate così in un asset liquido.
Il factoring opera nello stesso contesto ma attraverso un servizio più articolato e complesso.
Infatti il presupposto del factoring è la cessione del credito, ma secondo una disciplina più
puntuale relativa alla cessione dei crediti. Il factoring rispetto alle operazioni sopracitate è un
servizio più articolato perché consiste in un rapporto di carattere continuativo con l’impresa per
cui tra banca e impresa si costituisce un rapporto che ha a che fare non solo con gli aspetti
strettamente nanziari (solo trasformazione di asset) ma nel senso di un rapporto continuativo
de nito dal factoring si ha una connotazione diversa perché non si tratta solo di curare gli aspetti
nanziari ma si entra in un ambito dove la componente gestionale dei crediti e la componente
assicurativa sono accompagnate alla componente nanziaria.
Si può de nire come un rapporto di carattere continuativo in base al quale un’impresa e ettua la
cessione dei crediti ad una determinata banca o ad un operatore specializzato ma sottoforma di
outsourcing di tutta l’attività gestionale che riguarda i crediti di impresa. Il factoring più che una
mera operazione banca è un servizio che si compone di una componente tecnico operativa di
natura nanziaria e una componente tecnica di carattere gestionale e dove previsto anche di una
componente assicurativa.
La banca può svolgere attività di factoring (gestione dei crediti) ma questa attività può essere
svolta anche da imprese nanziarie specializzate. La gran parte delle società di factoring viene
svolto da imprese nanziarie che appartengono a gruppi bancari. Factoring è generalmente
riconducibile al mondo delle banche.
La società di factoring presta tre servizi fondamentalmente:
- gestione dei crediti di impresa (outsourcing dell’attività di gestione dei crediti dell’azienda)
- Eventuale garanzia contro l’insolvenza —> nello smobilizzo crediti (sconto cambiario, anticipo
ricevute e anticipo fatture) il rischio di credito resta in capo all’azienda cedente; nel factoring
può essere prevista la cessione del credito a titolo de nitivo e quindi con il passaggio del
rischio di credito dal soggetto cedente alla banca o società di factoring
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- Finanziamento
Il factoring è uno strumento che può presentare una componente nanziaria che è sempre
rilevante ma mai disgiunta dal pro lo gestionale del credito. Ci deve essere la cessione e gestione
di una parte rilevante dei crediti di impresa ad un soggetto specializzato.
I soggetti coinvolti nel rapporto sono il Factor cessionario (società di factoring, banca), l’impresa
cedente e il debitore ceduto.
Dal punto di vista commerciale, l’impresa cedente vende/fornisce un bene ad un soggetto cliente
(soggetto debitore). Nel momento in cui l’impresa cedente fornisce la merce e c’è una dilazione di
pagamento, si ha la nascita di un credito. Il credito viene ceduto immediatamente al Factor
cessionario. L’impresa cedente cede immediatamente il proprio credito al Factor cessioanrio. Da
questo momento il factor si occupa di tutta la parte gestionale del credito. Il presupposto giuridico
del factoring e della cessione dei crediti è che il factor cessionario nel momento in cui riceve il
credito ceduto da parte delle impresa noti ca immediatamente al debitore ceduto che non dovrà
pagare all’impresa ma sarà il factor a dover incassare il credito. Il debitore ceduto sarà tenuto a
pagare esclusivamente al factor cessionario.
Nel rapporto tra impresa cedente e factor cessionario ci può essere l’anticipo. Nel momento in cui
l’impresa cedente cede al factor cessionario credito entra in gioco la componente nanziaria, può
essere anticipato il credito se l’impresa cedente ha bisogno.
Alla scadenza naturale della dilazione di pagamento il debitore ceduto pagherà al factor
cessionario quanto è dovuto e in questa maniera si chiude il cerchio.
Il factoring è un servizio completo per cui il factor cessionario ha comunque gestito tutta la parte
relativa alla fatturazione, agli aspetti gestionali del credito e si incarica di ottenere il pagamento nei
termini.
Relativamente alla parte nanziaria c’è l’anticipazione, relativamente alla gestione agisce il factor,
riguardo alla copertura assicurativa, questa interviene quando il rischio di credito trasla
dall’impresa cedente al factor in via de nitiva: è necessario sapere se il credito è ceduto salvo
buon ne o a titolo de nitivo. Dipende dai rapporti di tipo contrattuale. Nel caso in cui non ci sia la
copertura assicurativa, se il debitore ceduto non paga il factor cessionario riaddebiterà all’impresa
cedente l’importo anticipato e l’impresa cedente dovrà cercare di recuperare il credito vantato nei
confronti del debitore ceduto. Se si trattasse di cessione a titolo de nitivo (passaggio del rischio
di credito sul factor cessionario), nel caso di mancato pagamento da parte del debitore ceduto, il
factor non ri-addebiterà l’impresa cedente ma sarà lui a doversi occupare di recuperare il credito
dal debitore ceduto.
Il factoring si suddivide così in alcune tipologie (presupposto fondamentale è parte nanziaria e
gestionale):
- cessione pro soluto —> se è presente l’assicurazione per cui la garanzia di solvenza del
debitore. È la cessione di credito a titolo de nitivo con il rischio di credito che passa in capo
alla società di factoring o alla banca che esercita servizio di factoring;
- Cessione pro-solvendo —> è il factoring simile alle altre anticipazioni. Presente la componente
gestionale e nanziaria, ma non esiste la garanzia di solvenza del debitore (copertura
assicurativa nell’eventuale caso di mancato pagamento del debitore ceduto);
Con riferimento invece alla presenza o meno di nanziamento:
- conventional factoring (full factoring) —> factoring che presenta tutte le caratteristiche
complete del servizio
- Maturity factoring —> factoring dove la componente gestionale è prevalente rispetto alla
componente nanziaria o di anticipazione (sono crediti che vengono incassati regolarmente a
scadenza e non è presente anticipatamente)
- Invoice factoring —> forma di factoring in cui componente gestionale è presente ma meno
rilevante rispetto alla componente nanziaria
Con riferimento all’area geogra ca:
- domestic factoring —> tutte le controparti siano controparti domestiche
- Internatinoal factoring —> dove le controparti (debitore ceduto e impresa cedente) siano di due
paesi diversi. Un factoring più complesso che può essere di tipo export o di tipo import rispetto
alle parti prese in considerazione. Le parti presenti in gioco non sono più tre ma entra in gioco
un soggetto nanziario estero per poter quadrare i ussi nanziari perché la società di factoring
italiana nel caso di un debitore ceduto straniero si rivolge ad un’impresa nanziaria del paese
del debitore ceduto per gestire in maniera e ciente il credito
Esistono poi tipi minori di factoring.
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Prestiti per cassa a medio lungo termine —> credito con scadenza oltre 18 mesi
Mutuo
Il mutuo è un contratto con il quale una parte consegna all’altra una determinata quantità di
denaro o di altre cose fungibili e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e
qualità.
La banca eroga una somma di denaro a favore del bene ciario (mutuatario), la cui restituzione
dovrà avvenire secondo un piano di rimborso de nito al momento della stipula, su cui si basa la
periodicità e l’ammontare delle rate.
Tipicamente la durata del contratto di mutuo va dai 5 ai 30 anni (può arrivare no a 40).
Il mutuatario si rivolge alla banca, che gli accorderà un mutuo a 30 anni e se il bene ciario del
mutuo si dimostra un buon pagatore allora potrà accordare una scadenza più lunga (massimo 40).
Per la sua natura di prestito a medio lungo termine il mutuo risulta un impiego rischioso per la
banca, che cerca di tutelarsi dal rischio che il cliente sia insolvente e non riesca a rimborsare le
rate del mutuo. Per questo motivo, la banca richiede una garanzia reale al bene ciario, che per i
beni immobili è costituita da un’ipoteca di primo grado sul bene oggetto di mutuo.
Per lo stesso motivo, la percentuale di mutui erogata è massimo pari all’80% del valore del bene
ipotecato che viene esteso al 100% in presenza di ulteriori garanzie.
È possibile distinguere varie tipologie del mutuo. In base al tasso di interesse (al modo diverso di
calcolare la rata che il mutuarlo dovrà pagare per rimborsare il suo debito):
- mutuo a tasso sso —> il tasso di interesse rimane invariato per tutta la durata del
nanziamento, il cliente ha la certezza della rata che andrà a pagare;
- mutuo a tasso variabile —> il tasso applicato varia al passare del tempo ed è legato
tipicamente ai tassi di mercato, ai quali si aggiunge uno spread (es. si avrà il tasso Euribor più
uno spread del 1,5%). Nel caso di mutuo a tasso variabile la rata pagata sarà variabile
all’interno del periodo di durata del nanziamento
- mutuo a tasso variabile con cap —> il tasso di interesse è variabile ma se durante la vita del
nanziamento supera una determinata soglia (prede nita al momento della stipula del
contratto), il cliente si limiterà a pagare il “tetto” massimo di tasso che gli può essere applicato.
- mutuo a tasso variabile con rata costante —> la rata rimarrà costante per tutta la durata del
nanziamento, ma il mutamento del tasso di interesse porterà ad una variazione del periodo
(durata) del mutuo. Quindi in caso di una riduzione del tasso di interesse il periodo di
pagamento si accorcerà, nel momento in cui i tassi di interesse si alzano, il periodo di
pagamento si allungherà.
- mutuo o set —> l’importo della rata che il mutuarlo deve pagare varia al variare del denaro
detenuto in giacenza sul conto corrente. Gli interessi vengono calcolati sulla di erenza tra
l’ammontare del nanziamento e l’ammontare dei depositi presenti sul conto corrente del
mutuatario. Maggiore è la giacenza in conto corrente, meno saranno elevati gli interessi da
pagare sul mutuo.
- mutuo a tasso misto —> è prevista l’applicazione in determinati periodi successivi sia del tasso
variabile sia del tasso sso. Si alterneranno periodi in cui si pagherà il tasso variabile e periodi
in cui si pagherà il tasso sso.
- mutuo con tasso di ingresso —> questa tipologia di mutuo viene fatta per favorire il mutuatario
che vuole essere facilitato per rimborsare il mutuo all’inizio. Per un periodo iniziale del mutuo
viene applicato un tasso ridotto, alla scadenza di tale periodo è prevista l’applicazione del tasso
variabile sso in base alle preferenze del bene ciario del mutuo.
La stipula del mutuo presenta numerosi costi:
- spese notarili
- spese di istruttoria
- spese di perizia per la valutazione della garanzia reale che assiste il prestito
- imposta sostitutiva dell’imposta di registro, ipotecaria, catastale e bollo
- costo relativo al premio di assicurazione —> spesso alla stipula del mutuo, viene stipulata
anche un’assicurazione (furto/incendio o polizza sulla vita) perché il mutuatario si vuole coprire
da questi rischi (se la compra la prima casa e questa viene devastata da un incendio, sarebbe
di coltoso pagare il mutuo).
Tutti i costi del mutuo vengono riassunti all’interno dell’indicatore sintetico di costo (ISC) che
riassume l’onerosità globale del nanziamento.
Il mutuatario ha la facoltà di procedere all’estinzione anticipata totale o parziale del nanziamento
senza incorrere in penali. Se un soggetto ha stipulato un mutuo a 30 anni, ma dopo 20 anni
volesse estinguerlo può farlo senza in correre in penali.
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Il momento di pagamento della rata è importante: il mutuatario deve essere puntuale nel
pagamento delle rate perché il ritardato pagamento della rata fa scattare l’applicazione degli
interessi di mora sulle rate arretrate e se si è veri cato per almeno 7 volte oppure se l’importo
dovuto a seguito del ritardo equivale ad almeno 18 mensilità, può essere causa di risoluzione del
contratto e la banca potrà procedere alla vendita forzata del bene oggetto di garanzia reale.
Nel caso di beni immobili, l’ipoteca costituita sul bene oggetto dell’operazione, la banca potrà
vendere il bene immobile forzatamente per rientrare nel debito che il mutuatario non è riuscito a
rimborsare.
Una volta stipulato il mutuo, al mutuatario si presentano tre possibilità (se dopo un periodo di
tempo si rivela un buon pagatore —> potrà accedere ad una serie di condizioni del nanziamento
più favorevoli):
- surroga del contratto di mutuo —> una nuova banca subentra nella garanzia ipotecaria già
iscritta dal creditore originario. La banca subentrante provvederà a saldare il debito residuo
contratto dal mutuatario e si sostituisce al creditore originario nel rapporto con il bene ciario
del mutuo che dovrà provvedere al rimborso delle rate verso il nuovo istituto di credito alle
condizioni concordate con quest’ultima
- sostituzione del contratto di mutuo —> l’estinzione del vecchio nanziamento avviene
contestualmente con la stipula di un nuovo contratto di mutuo presso il nuovo intermediario
prescelto dal mutuatario. Si provvederà alla cancellazione della vecchia ipoteca e all’iscrizione
di una nuova garanzia a favore del soggetto erogante
- rinegoziazione del contatto di mutuo —> il mutuatario ha la possibilità di rinegoziare il mutuo
con l’istituto nanziatore originario (non cambiano gli attori coinvolti ma vengono ride nite le
condizioni economiche e nanziarie del contratto).
In tutti e tre i casi il mutuatario si avvarrà di queste possibilità solo nel caso in cui riesca ad
ottenere condizioni migliorative.
Leasing
È una forma di nanziamento in cui in cambio di un canone periodico il cliente ottiene la
disponibilità di un bene strumentale alla propria attività, potendone acquisire la proprietà al
termine del contratto dietro pagamento di un importo pre ssato, inferiore al valore di mercato del
bene (prezzo di riscatto).
In generale, il contratto di leasing viene stipulato tra il locatore (colui che concede in uso il bene
oggetto dell’operazione) e il bene utilizzatore del bene (locatario). Il locatario nella maggior parte
dei casi è un’impresa.
Al momento della stipula del contratto, il locatario deve versare un primo maxi-canone, di norma
superiore all’importo del canone periodico, il cui ammontare oscilla tra il 10 e il 20% del valore del
bene nanziato. Lungo la vita del leasing, il locatario dovrà versare un canone periodico
solitamente mensile o trimestrale che comprende una quota derivante dalla ripartizione del costo
sostenuto per l’investimento e ettuato con l’acquisto del bene a cui si devono aggiungere gli
interessi sul capitale investito, gli oneri amministrativi, il premio per l’assicurazione del bene
contro furto e incendio.
Alla scadenza del contratto, il locatario potrà pagare il prezzo di riscatto nel caso in cui intenda
acquisire il bene alla scadenza del contratto. L’ammontare del prezzo di riscatto oscilla tra l’1 e il
2% del costo originario del bene e viene de nito al momento della stipula del contratto.
Le tre principali fattispecie di leasing sono:
- leasing nanziario
- Leasing operativo
- Lease back
Il leasing nanziario è un contratto attraverso il quale una banca o una società nanziaria acquista
da fornitori terzi beni di qualsiasi natura (mobili o immobili) per concederli in uso ad un altro
soggetto per un periodo di tempo pre ssato e mediante il pagamento di un canone periodico di
leasing. Tale fattispecie implica un rapporto trilaterale tra il concedente del bene, il fornitore del
bene e l’utilizzatore. I vantaggi che derivano dall’utilizzo del leasing nanziario sono
principalmente due: è un’opportunità per le piccole medio imprese che hanno di coltà nel
reperire risorse nanziarie di poter costruire o rinnovare i propri impianti e di investire in tecnologie
più moderne e consente di evitare ingenti immobilizzazioni dando la possibilità di utilizzare il bene
oggetto del contratto nei processi produttivi e di diventare proprietari del bene al termine del
periodo contrattuale.
Al momento della scadenza del contratto di leasing nanziario si hanno delle opportunità: il
locatario può decidere se restituire il bene, se rinnovare il contratto di leasing in cambio di un
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ulteriore canone di leasing inferiore rispetto a quello precedentemente pattuito, o acquistare il
bene pagando il prezzo di riscatto de nito alla stipula del contratto.
Il leasing operativo è un contratto attraverso il quale il produttore del bene oggetto dell’operazione
concede tale ben in uso al cliente utilizzatore per un periodo di tempo pre ssato e mediante il
pagamento di un canone periodico di leasing. Questa operazione implica un rapporto bilaterale
tra il produttore del bene (concedente) e il cliente utilizzatore del bene.
Tipicamente il locatario si avvale di questa tipologia di leasing per ottenere la disponibilità di un
bene strumentale utile per la sua attività per un periodo limitato. Il riscatto del bene rappresenta
una conclusione poco frequente in questi contratti). Il bene oggetto del leasing è tipicamente
altamente standardizzato, in questo modo il locatore non ha di coltà a venderlo o a concederlo
nuovamente in locazione ad un altro soggetto. Alla scadenza del contratto, il locatario potrà
restituire il bene, riscattare il bene o rinnovare il contratto.
Il lease back è un’operazione di sale and lesse back, cioè il cliente si presenta nella veste di
fornitore ed utilizzatore del bene concesso in leasing. Il cliente vende ad una società nanziaria il
bene oggetto dell’operazione che gli verrà contestualmente concesso in leasing secondo le
consuete modalità con il diritto di tornare in possesso del bene una volta terminato il periodo di
locazione.
Per il locatario si tratta di un’operazione di auto nanziamento dalla quale ricava la liquidità
necessaria per realizzare un progetto senza perdere l’utilizzo di un bene strumentale al sostegno
del proprio business. Aziende che si avvalgono di questa opportunità si trovano in una forte crisi
di liquidità e cercano in questo modo di sostenere la propria impresa in un momento di di coltà.
Quando ci si riferisce ai beni strumentali per l’attività di impresa oggetto dei diversi contratti di
leasing, si parla di leasing strumentale. Le principali fattispecie sono:
- leasing immobiliare —> ha per oggetto beni immobili e una durata piuttosto lunga (tipicamente
ventennale). Prevede il pagamento di canoni legati a parametri di carattere reale come il costo
medio di costruzione di un immobile o l’indice generale dei prezzi. Il calcolo del prezzo di
riscatto risulta molto complesso: considera anche il potenziale incremento di valore
dell’immobile
- leasing agevolato —> è riconducibile alla tipologia tradizionale del leasing nanziario mobiliare
volta ad agevolare imprese operanti in zone geogra che depresse o operanti in determinati
settori (es. artigianato).
- leasing automobilistico —> tipologia di leasing che ha per oggetto autovetture e autocarri. È
possibile distinguere il single leasing (ha ad oggetto la locazione di una sola automobile) e il
eet leasing (ha per oggetto intero parco di automezzi). Si parla di full leasing nel caso in cui il
canone tipicamente elevato comprenda una serie di servizi legati all’automobile (es. copertura
assicurativa, manutenzione, riparazione).
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I SERVIZI DI INVESTIMENTO E LA GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO
I servizi o erti alla clientela dalla banca comprendono la raccolta del risparmio e l’attività
creditizia.
La raccolta del risparmio ha a che fare con la nascita di un rapporto diretto di credito debito tra
depositante e banca perché gli strumenti di raccolta diretta hanno come obiettivo contabile
l’accensione di una partita nel passivo della banca in quanto debito nei confronti del cliente. La
sommatoria dei depositi iscritti nel passivo dello stato patrimoniale della banca hanno come
contropartita (nell’attivo) le attività, tra cui la principale è l’attività creditizia (prestiti). I prestiti
utilizzano la raccolta diretta per essere concessi. Nel mondo del risparmio non esistono solo gli
strumenti della raccolta diretta, ma anche altri che possono essere sottoscritti da risparmiatori o
investitori che non entrano direttamente in un rapporto di debito credito con la banca perché il
soggetto emittente questi strumenti non è la banca ma un soggetto terzo. Se la banca colloca
questi strumenti per soddisfare le esigenze di risparmio dei propri clienti. Si parla di raccolta
indiretta. Cioè tutti gli strumenti nanziari che non sono di matrice strettamente bancaria (non
sono emessi da banche) ma da soggetti terzi e che possono trovarsi negoziati in mercati mobiliari.
Le fonti normative nei servizi di investimento sono diverse. La principale fonte normativa è il TUF,
tale decreto ha recepito eventi normativi, ultimo tra questi è la direttiva europea MIFID II che ha
modi cato il rapporto esistente tra banche ed investitori (risparmiatori).
Nei servizi di investimento le fonti normative sono di vario livello: direttive europee, leggi nazionali
(recepiscono le direttive europee), i regolamenti emessi dagli organismi di vigilanza del mercato e
della borsa (consob) che vanno a regolare il comportamento che gli attori del sistema nanziario
devono tenere.
La MIFID II introduce in una logica di ricerca di un aumento della trasparenza e dell’e cienza,
introduce regole di condotta rigide e rigorose rivolte a tutti quei soggetti che prestano servizi di
investimento.
La MIFID II introduce diversi nuovi elementi di valutazione rispetto al funzionamento del mercato e
degli attori che su tali mercati operano. Le banche non sono gli unici attori che operano all’interno
del mercato nanziario ma sono gli intermediari che sviluppano la maggior parte delle masse
trattate quotidianamente sui mercati mobilairi.
MIFID II si pone in mezzo tra risparmiatore (soggetto da tutelare) ed il mondo degli itnermediari
(che hanno interesse economico allo svolgimento delle attività di investimento). MIFID II si è
occupata di innalzare il livello di informazioni da fornire ai clienti attraverso un processo graduale
sistematico e continuo di educazione nanziaria. Un aumento della trasparenza sulle
caratteristiche di prodotti e servizi e sui costi applicati ai servizi. Qualsiasi tipo di attività deve
essere fatto vedere in modo puntuale e trasparente l’ammontare complessivo dei costi applicati
alla clientela con il divieto di non evidenziare costi o di imputare costi sommersi che rendono il
mercato poco trasparente e non concorrenziale.
Altra previsione di MIFID II è quella di processi di product governance, cioè una ricerca di un
e cientemento da parte delle fabbriche prodotto, cioè di tutti quei soggetti che costruiscono
prodotti nanziari dettagliati. Soprattutto in una logica di clusterizzazione della clientela ovvero
costruire prodotti nanziari che abbiano come obiettivo la chiara ricerca di un preciso target di
cleintela. Cioè evitare che strumenti complessi siano rilasciati o collocati o venduti dal sistema
bancario a soggetti con scarsa educazione nanziaria.
MIFID II ha introdotto un concetto importante relativo ai requisiti di professionalità, conoscenza e
competenza di tutto il personale dedicato all’attività di collocamento degli strumenti nanziari e di
proposizione commerciale alla clientela. Rivolta a tutti i soggetti che si occupano di incontrare il
cliente risparmiatore e di costruire con lui un’ipotesi di investimento.
Ultima novità che si pone MIFID è aumentare la trasparenza ed e cienza dei mercati nanziari.
Attraverso tutte le attività sopracitate si arriva alla de nizione prospettica di un mercato
trasparente ed e ciente in grado di contenere al minimo le distorsioni ed evitare i fallimenti del
mercato (arbitraggio, prezzi non trasparenti, informazioni non di use in modo ampio ed immediato
tra il pubblico).
La raccolta indiretta ha come oggetto gli strumenti nanziari (che non fanno parte degli strumenti
tipici della raccolta bancaria). Es. un’obbligazione emessa da banca (strumento di raccolta
diretta), obbligazione emessa da altra impresa tramite la banca (raccolta indiretta).
Gli strumenti nanziari costituiscono l’oggetto dell’attività concernente i servizi di investimento.
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Gli strumenti nanziari si distinguono in due macro aree (sempli cato):
- valori mobiliari (quotati o non quotati sui mercati regolamentati) —> se questi strumenti non
sono di emissione bancaria (raccolta diretta), sono riconducibili alla raccolta bancaria indiretta.
La raccolta bancaria indiretta è così de nita (“o balance sheets”), cioè fuori dal bilancio della
banca, tutti questi strumenti restano di proprietà dei clienti per i quali la banca svolge attività di
negoziazione e collocamento o trasmissione di ordine. Non entrano nel bilancio della banca ma
sono riportati fuori bilancio. Tra tutte queste attività, mentre la raccolta diretta per la banca è un
costo (paga un saggio di interesse per catturare la raccolta dal pubblcio), nell’ambito degli
strumenti nanziari (sebbene la maggior parte soprattutto quelli obbligazionari abbiano come
remunerazione un saggio di interesse), questo saggio non è pagato dalla banca ma da un
soggetto emittente. La banca da questa attività recupera una marginalità di tipo
commissionale, si generano ricavi da commissioni che alimentano il margine di intermediazione
della banca
• Azioni e titoli rappresentativi di capitale di rischio —> quote di capitale sociale delle imprese
(quotate sul mercato)
• Titoli di stato (titoli del debito pubblico)
• Obbligazioni e altri titoli di debito emessi da emittenti privati —> che la banca si occupa di
distribuire nella logica dei servizi di investimento che possono essere negoziati sul mercato del
capitale
• Obbligazioni di emittenti sovranazionali
• Titoli normalmente negoziati nel mercato monetario
• Quote dei fondi comuni di investimento
• Titoli negoziati che consentono di acquisire titoli elencati e i relativi indici —> sono strutture
sintetiche, titoli costruiti attraverso meccanismi nanziari che consentono di sottoscrivere
attraverso l’emissione di determinati titoli certi cati che rappresentano indici o altri elementi
del mercato nanziario
- strumenti nanziari derivati —>
- Contratti futures —> standardizzati che hanno come obiettivo attività di natura speculativa su
sutrmenti nanziari tassi di interesse valute merci o indici
- Contratti di scambio a pronti e a termine su tassi di interesse, valute, merci e indici azionari
—> contratti swap, sono contratti con cui è possibile coprirsi da rischio di oscillazione dei
tassi di interesse o delle valute e che vengono costruiti sul mercato nanziario
- Contratti forward —> contratti a termine collegati a strumenti nanziari (tassi valute merci e
indici)
- Contratti di opzione —> possibilità data a soggetti di sottoscrivere attraverso il pagamento di
un premio una determinata quantità di strumenti nanziari per poter lucrare su crescite o
riduzioni di valore di determinati strumenti
- Combinazione di contratti o titoli precedentemente menzionati —> è possibile costruire
strumenti nanziari che sono combinazione di quelli visti precendemtnete
- Contratti con obiettivo di copertura e trasferimento del rischio di credito
Per i valori mobiliari la banca riceve commissioni. Per i derivati la banca deve prezzarli per coprire
o soddisfare le esigenze più disparate di copertura o speculazione che i clienti della banca
manifestano.
Il comma 5 dell’articolo 1 del TUF de nisce servizi ed attività di investimento. Per tutti questi
servizi la MIFID ha fatto introdurre una de nizione puntuale dei singoli servizi.
L’esecuzione di ordini per conto dei clienti: è uno dei servizi di investimento che la banca si
impegna a fare per conto dei clienti. Laddove il cliente abbia la necessità di concludere un
contratto di acquisto o di vendita di strumenti nanziari. La banca si occupa di cercare una
controparte per cui se si ha bisogno di acquistare un certo ammontare di azioni generali, la banca
svolge esclusivamente un servizio di brokeraggio: si occupa dietro pagamento di commissione di
eserguire l’ordine che il cliente ha impartito.
L’attività di esecuzione di ordini non deve svolgersi necessariamente su mercati regolamentati. In
una logica di best execution la banca va a cercare la miglior contropartita al miglior prezzo.
Questa intermediazione non impegna una posizione propria. Non c’è un acquisto o vendita diretta
di titoli che la banca ha in portafoglio per soddisfare il cliente ma è una mera attività di
brokeraggio.
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La negoziazione per conto proprio è altro servizio di investimento. Qui la banca si pone rispetto al
cliente in contropartita diretta: la banca si pone come soggetto fornitore di un determinato
strumento nanziario perché lo strumento nanziario ce l’ha nel proprio portafoglio titoli.
Oppure all’interno di questa l’attività di market making: la banca si occupa di garantire un certo
quantitativo di titoli negoziabili e di prezzi e di quantità per far sì che un titolo sia e cientemente
negoziabile sul mercato. Ciò che caratterizza la negoziazione per conto proprio rispetto all’altra è
che la banca è contropartita diretta: gli strumenti nanziari acquistati o venduti dal cliente sono
venduti o acquistati come controparte dalla banca.
La banca negozia per conto proprio per alimentare il proprio attivo.
Ricezione e trasmissione ordini —> la banca si occupa solo di ricevere e passare ordine di un
determinato cliente ad altri intermediari specializzati
Attività di internalizzazione sistematica —> ha a che fare con la possibilità data alle banche di
gestire in modo frequente e sistematico un ambito, uno spazio economico simile ad un mercato
regolamentato. La banca che è anche internalizzatore sistematico costruisce un mercato
all’interno della propria attività in cui con uiscono ordini di compravendita da parte di soggetti
clienti della banca. Mercato parallelo e concorrenziale al mercato regolamentare.
I servizi accessori non sono solo quelli relativi alla gestione di strumenti nanziari ma sono
importanti perché generano per le banche importanti entrate commissionarie che aiutano insieme
alle altre commissioni relative all’attività di investimento ad aumentare la massa dei ricavi.
- locazione di cassette di sicurezza —> attività volta a clienti che utilizzano forzieri della banca
dietro pagamento di canoni per depositare oggetti preziosi
- Consulenza alle imprese in materia di strategie industriali —> attività che la banca conosce
bene perché ha esperienza in ambito creditizio (M&A, ecc.)
- Ricerca in materia di investimenti, analisi nanziaria, raccomandazioni generali
La consulenza in materia di investimenti è un’attività di investimento recente introdotta nel nostro
ordinamento nel 2007 con il recepimento della prima direttiva MIFID. È un servizio che ha
cambiato il rapporto tra il mondo delle banche e il mondo degli investitori e risparmiatori perché
con l’introduzione di questo servizio di investimento la banca si rende più responsabile delle
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scelte di allocazione del risparmio dei propri clienti in quanto prima del MIFID il rapporto cliente
banca era un rapporto basato esclusivamente sullo svolgimento di un servizio di brokeraggio o di
necessità di negoziazione di determinati titoli o strumenti nanziari. Con l’introduzione di MIFID la
consulenza in materia di investimenti è diventata rilevante perché occupa la banca nella
prestazione di raccomandazioni personalizzate ad un cliente dedicate ad un determinato soggetto
riguarda ad una o più operazioni nanziarie relative ad uno strumento nanziario. Con questo
servizio di investimento è stato introdotto un concetto che impegna la banca ad intraprendere un
percorso conoscitivo degli aspetti che hanno a che fare con il comportamento del cliente: obbligo
di conoscere il cliente, studiare gli obiettivi di investimento, le conoscenze che il cliente ha del
mondo nanziario e degli strumenti per far sì che il rapporto banca cliente non sia una mera
esecuzione di ordini ma un rapporto che arriva alla costruzione di una serie di raccomdanzioni
personalizzate che consentano di costruire portafogli non standardizzati ma che dovrebbero
essere diverse da cliente a cliente perché ognuno ha bisogni diversi ha una diversa percezione del
rischio ed ha diversi obiettivi rispetto al mantenimento degli investimenti. Il rapporto con questo
servizio diventa più professionale.
Il rapporto di consulenza consente alle banche di trovare pro tto dall’attività di consulenza: è
stato introdotto il concetto della consulenza a pagamento per cui un rapporto che si insatura con
la banca di tipo professionale, è come rivolgersi ad un professionista.
Nel mondo dei titoli e degli investimenti si generano situazioni per cui i tratti distintivi di queste
attività sono rappresentati da personalizzazione: rapporto non standardizzato e dalla natura
determinata per cui con la focalizzazione degli obiettivi che la banca attraverso la propria
esperienza e consigli aiuta a raggiungere in base alle esigenze del cliente. Il servizio di consulenza
si di erenzia dalle altre attività che assumono carattere generale (legati a tecnicità e disponibilità
di strumenti tecnologici). La consulenza è un ambito in cui l’attività della banca è volta a costruire
servizi di investimento che tengano conto delle esigenze speci che dei clienti (ricerca di rapporto
di delizzazione).
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garantiscano commissioni continuative che la banca recepisce per e etto del collocamento degli
strumenti.
La gestione collettiva del risparmio è sotto riserva di attività: la banca non è autorizzata a svolgere
direttamente la gestione collettiva del risparmio, ma è riservata esclusivamente alle SGR e alle
SICAV autorizzate dalla banca d’italia con il parere positivo della consob. Le banche sebbene non
costruiscano direttamente gli strumenti della gestione collettiva del risparmio, li dettagliano, cioè li
collocano sul mercato dei risparmiatori e per e etto del collocamento ottengono commissioni
attive continuative importanti.
Gestione collettiva del risparmio è servizio che si realizza attraverso promozione istituzione ed
organizzazione di fondi comuni di invesitmento e l’amministrazione dei rapporti con i partecipanti.
La gestione collettiva del risparmio si realizza attraverso gestione del patrimonio di OICR
(organismi di investimento collettivo del risparmio) di propria o altrui costituzione. Questi strumenti
sono SGR e SICAV.
La loso a di fondo della gestione collettiva del risparmio (su quella individuale il rapporto è
personalizzato sulla base di un mandato di un cliente): nella gestione collettiva, si è di fronte alla
gestione di un compendio patrimoniale molto grande costruito attraverso il versamento di somme
di denaro da parte dei sottoscrittori. Il soggetto che istituisce un fondo comune di investimento
(es. una SGR) raccoglie per il tramite delle banche le manifestazioni di interesse da parte di una
serie indistinta di clienti sottoscrittori che versano al fondo i loro risparmi. Attraverso il contributo
delle banche, la SGR è in grado di raccogliere fondi per costruire un compendio patrimoniale da
gestire con denaro dei sottoscrittori.
Il fondo comune di investimento gestito dalla SGR in base ad un regolamento predeterminato che
ne caratterizza gli obiettivi in termini di rischio rendimento costruisce un portafoglio che non può
essere modi cato dalla volontà del sottoscrittore sulla base della sua volontà ma è
predeterminato, sarà il gestore a darsi un regolamento e degli obiettivi di ischio rendimento e in
base a quegli obiettivi perseguirà la propria strada e costruirà il portafoglio di investimenti.
I clienti sottoscrittori sono soggetti passivi rispetto alla gestione, decidono di allocare il proprio
risparmio in un fondo comune di investimento per il tramite della banca, gestito da una SGR che
spesso appartengono ai gruppi bancari. Il sottoscrittore ha atteggiamento passivo perché
sottoscrive ed ottiene risultati determinati dal rendimento del portafoglio che il gestore si occupa
di costruire ma non potrà intervenire nella gestione se non osservarne le dinamiche. Ogni cliente
sottoscrittore può scegliere il fondo comune di investimento che più gli aggrada in termini di
obiettivi di rendimento, di rischio, ecc.
Di erenza sostanziale tra gestione collettiva del risparmio e gestione su base individuale è in
questo ambito. Il rapporto personalizzato che si ha nell’ambito della gestione su base individuale
non esiste nell’ambito della gestione collettiva.
Se si prende la costruzione di una gestione collettiva è e ciente perché il gestore lo fa con un
obiettivo di massimizzazione del rendimento rispetto al rischio che il fondo ha deciso di percorrere
e che è accettato dai clienti sottoscrittori.
Il fondo comune di investimento è lo strumento principale della gestione collettiva del risparmio. È
il prodotto tipico della società di gestione del risparmio (SGR). È un compendio patrimoniale
autonomo che si costruisce attraverso il contributo di un certa quantità di clienti individuali che
depositano le proprie risorse e ne condividono gli obiettivi di investimento. È suddiviso in quote
unitarie: non si parla di partecipazione in termini di società ma di partecipazione ad un compendio
patrimoniale.
La partecipazione del risparmiatore si realizza attraverso la sottoscrizione di quote del fondo
stesso.
Il patrimonio del fondo costituisce patrimonio autonomo e separato da quello della SGR e dal
patrimonio dei singoli partecipanti —> se la SGR fallisce per motivi esogeni, tutto il compendio
patrimoniale investito nel fondo comune è segregato: ogni risparmiatore che partecipasse al
fondo comune di investimento partecipa al compendio patrimoniale (investimenti che vengono
fatti) ma nulla ha a che fare con le vicende societarie della SGR (segregazione patrimoniale).
Ogni partecipante al fondo comune detiene un certo numero di quote proporzionali all’importo
versato in sede di sottoscrizione.
Relativamente all’investimento esiste una trasparenza ampia nei fondi comuni di investimento.
Sono strumenti vigilati dalle autorità di vigilanza e quotati: ogni giorno il soggetto sottoscrittore
veri ca la quotazione del fondo.
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La sottoscrizione del fondo comune di investimento: un soggetto risparmiatore partecipa insieme
ad altri a degli obiettivi di investimento ottenuti attraverso un processo di gestione professionale e
ne controlla le dinamiche quotidianamente attraverso la quotazione.
Le quote di ogni sottoscrittore sono trasparenti e pubblicate.
I fondi comuni di investimento si distinguono in diverse tipologie:
- fondi aperti —> si caratterizzano per il fatto che sono sottoscrivibili in ogni momento della loro
vita: ci sono fondi comuni operativi dall’entrata in vigore dei fondi comuni di investimento
(1984). Il compendio patrimoniale è suddiviso in quote. Il fondo comune di investimento resta in
vista perché nel caso di disinvestimento di un sottoscrittore arriva contestualmente la
sottoscrizione di un altro. Il compendio patrimoniale resta ampio e garantito. Fondo aperto è
caratterizzato dalla possibilità di entrata (invesimtento) e uscita (disinvesimtento) senza limite.
- Fondi chiusi —> sono compendi patrimoniali costruiti in un periodo di collocamento. La SGR
nel periodo cerca di ottenere un certo numero di sottoscrittori che generino un compendio
patrimoniale e al raggiungimento di una certa soglia di patrimonio non è più possibile far
sottoscrivere nuovi sottoscrittori. Può essere di natura mobiliare o immobiliare.
Il funzionamento del fondo comune di investimento, dal punto di vista della sottoscrizione,
esistono due macro categorie:
- fondi comuni sottoscrivibili in un’unica soluzione (PIC)
- Fondi comuni sottoscrivibili in rate
Tutti i fondi comuni prevedono la possibilità di sottoscriverli sia in un’unica soluzione che
attraverso una sottoscrizione rateale/periodica
Sono strumenti eccezionali: consentono di costruire un patrimonio anche con piccole cifre
mensili.
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