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LA SUPERVISIONE BANCARIA

In ambito bancario ormai le norme sono comunitarie, l’Unione Europea attraverso direttive e regolamenti
comunitari (Fonti primarie rinforzate) stabiliscono la regolamentazione dei paesi EU i quali, attraverso leggi
ordinarie, decreti legge, legislativi… recepiscono le direttive e regolamenti. La norma quadro del sistema
bancario è il Testo Unico Bancario (Normativa nazionale) mentre la Banca d’Italia sviluppa il T.U.

Di fondamentale importanza sono anche gli Accordi di Basilea (Normativa internazionale) che hanno
stabilito alcuni pilastri:

1. Capitale minimo
2. Supervisione (anche della Governance)
3. Mettere in bilancio le informazioni più importanti per comprendere l’andamento

Governance  Stabilire una corretta Governance e quindi separare i poteri garantisce il rispetto della
legalità limitando gli abusi di potere. Abbiamo tre sistemi:

1. Sistema monistico: tipico della tradizione anglosassone, la gestione è demandata ad un organo


unitario (CdA) e al suo interno è designato un comitato di controllo (Banca Intesa)
2. Sistema dualistico: tipico della tradizione tedesca ma recepito anche in altri paesi europei,
l’amministrazione in questo caso si divide in due diversi organi:
a. Consiglio di gestione
b. Consiglio di sorveglianza
3. Sistema tradizionale: tipico della tradizione italiana e prevede la presenza di:
a. Organo di amministrazione
b. Organo di controllo --> Collegio sindacale

I membri devono comunque rispettare i requisiti di:

 Onorabilità
 Professionalità
 Dedizione

Qualora mancassero dei controlli e una buona Governance, il rischio più probabile è il fallimento della banca
stessa con ripercussioni importanti (esternalità negative) --> Maggiore è il rischio per le attività a bilancio e
maggiore deve essere il capitale di vigilanza da mattere da parte. Bisogna anche tener presente che
subentrano una serie di costi da considerare quali:

- Costo della raccolta


- Costo della struttura
- Costo del rischio di credito
- Costo del capitale (il più importante – Tasso di remunerazione/tasso di interesse)

Perché molte imprese non sono vigilate come le banche?


Quando sottoscrivo le azioni di un’impresa sono “consapevole” del rischio del mio investimento, il problema
nasce quando mi affido ad una banca per effettuare degli investimenti (deposito soldi in banca, acquisto
btp...). Se prendiamo il caso del deposito in banca, l’intermediario creditizio presterà successivamente i miei
soldi ad altri soggetti (finanziamenti a termine ad imprese e famiglie) per poter sostenere l’intera struttura
degli investimenti, io che ho depositato i miei soldi in banca non conosco, però, a chi la banca li presta ed
anche le banche possono fallire.
Tale rapporto tra chi deposita e la banca, si basa su un bene immateriale di grande valore da tutelare: la
fiducia. Se si perde la fiducia in una banca i depositanti correrebbero agli sportelli provocando un effetto
domino (contagio), sfiducia a catena che porterebbe al blocco dei prelievi, fallimenti, disoccupazione e
tumulti (vedi gli scontri avvenuti in Grecia).
Chi vigila sulle banche italiane?
Per quanto riguarda i gruppi bancari europei significativi, che possiedono un attivo superiore a 30 mld
(Unicredit, Intesa, Bper Banca, Deutsche Bank...) è la SSM e BCE (insieme alle autorità nazionali di vigilanza)
che si occupano della vigilanza; altrimenti per quelle non significative (Banco Desio, Banca Generali)
interviene la Banca d’Italia (insieme anche ad un controllo quando si ritiene opportuno dell’SSM-BCE).

L’Unione Bancaria si compone di un Single Supervisory Mechanism (SSM) con l’obiettivo di una comune
supervisione sulle banche significative, Single Resolution Mechanism (SRM) con l’obiettivo di regole comuni
per la risoluzione delle crisi bancarie, European Deposit Insurance Scheme (EDIS), un fondo comune per
tutelare i depositi. Il tutto all’interno di un singolo libro di regole (Single Rulebook).

I team che vigilano sui gruppi bancari significativi sono composti per un 60% da personale BCE, per un 40%
da personale della Banca d’Italia e i capi team che conducono ispezioni presso le banche italiane
significative sono spesso ispettori della Banca d’Italia.

Tali banche sono vigilate attraverso analisi a distanza dei dati che vengono trasmessi
mensilmente/semestralmente dalle banche, oppure che vengono acquisiti durante gli incontri; altrimenti
mediante ispezioni condotte presso le banche (quindi in itinere). Ispezioni che possono essere di carattere
generale oppure mirate (creditizie per esempio)  Il problema di quest’ultima modalità è che le ispezioni
possono durare anche diversi mesi e nel mentre la banca con i suoi servizi risulterebbero essere paralizzati.

I supervisori non possiedono poteri di polizia giudiziaria, pertanto non possono prelevare documenti che
non vengono dati spontaneamente, possono al massimo informare l’autorità giudiziaria se ravvisano un
fumus di reato.
I supervisori si occupano di una determinata banca, acquisiscono i dati necessari e formulano soluzioni che
potrebbero essere efficaci. Passato del tempo si visionano i risultati che portano a scenari differenti:

- La banca si riprende
- Se non si guarisce dalla fase di crisi si potrebbe tentare un matrimonio con un’altra banca
- Altrimenti si salva il possibile e si liquida la parte restante

Il “quando” si effettuano questi controlli dipende dal voto che viene assegnato a tali banche: al crescere del
risultato negativo cresce anche la supervisione:

- A inizio anno  Pianificazione dell’attività di vigilanza “a distanza” e “ispettiva” da condurre durante


l’intero anno a seconda del voto che viene assegnato a ciascuna banca alla fine del precedente
anno.
- VOTO 1-2  Attività costante e intensiva durante tutto l’anno come da programmazione
- VOTO 3  Attività di vigilanza maggiormente intensiva durante tutto l’anno come da
programmazione o in deroga
- VOTO 4  Attività di vigilanza estremamente intensiva, anche giornaliera e in deroga a quella
annuale

Bisogna anche tener presente che la vigilanza minimizza ma non azzera il rischio di crisi delle banche
quando derivano da:

1. Crisi economica-finanziaria di devastanti proporzioni


2. Criminalità economica
Le banche
La banca è l’unico intermediario che, all’interno del sistema finanziario, può al tempo stesso, raccogliere
denaro ed erogare prestiti (attività di concessione del credito). L’esercizio congiunto di queste due attività
costituisce la condizione necessaria affinché un’impresa possa essere definita “banca”.

Le due principali tipologie di operazioni svolte da una banca sono:

- Le operazioni di raccolta, attraverso le quali la banca acquisisce risorse finanziarie dai risparmiatori,
riconoscendo agli stessi una remunerazione espressa da un tasso di interesse che costituisce il costo
di raccolta;
- Le operazioni di impiego, mediante le quali la banca concede finanziamenti a imprese, famiglie ed
altri enti, sui quali ottiene una remunerazione rappresentata da un tasso di interesse che
rappresenta il ricavo derivante dagli impieghi creditizi.

Le banche possono esercitare oltre all'attività bancaria ogni altra attività finanziaria come:

1) raccolta di depositi o di altri fondi con obbligo di restituzione

2) operazioni di prestito (compreso in particolare il credito al consumo, il credito con garanzia ipotecaria, il
factoring, le cessioni di credito pro soluto e pro solvendo, il credito commerciale incluso il “forfaiting”)

3) leasing finanziario

4) prestazione di servizi di pagamento

5) emissione e gestione di mezzi di pagamento («travellers cheques», lettere di credito), nella misura in cui
quest’attività non rientra nel punto 4

6) rilascio di garanzie e di impegni di firma

7) operazioni per conto proprio o per conto della clientela in: strumenti di mercato monetario (assegni,
cambiali, certificati di deposito, ecc.), cambi, strumenti finanziari a termine e opzioni, contratti su tasso di
cambio e tassi di interesse, valori mobiliari

8) partecipazione alle emissioni di titoli e prestazione dei servizi connessi

9) consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, di strategia, industriale e di questioni


connesse, nonché consulenza e servizi nel campo delle concentrazioni e del rilievo di imprese

10) servizi di intermediazione finanziaria del tipo “money broking”

11) gestione o consulenza nella gestione dei patrimoni

12) custodia e amministrazione di valori mobiliari

13) servizi di informazione commerciale

14) locazione di cassette di sicurezza


Affinché un’impresa possa esercitare attività bancaria, è necessario che la stessa ottenga una preventiva
autorizzazione da parte della Banca d’Italia, la cui concessione avviene previa verifica dell’esistenza di
specifiche condizioni:

- L’esercizio dell’attività bancaria deve avvenire in forma di società per azioni (spa) o società
cooperativa per azioni a responsabilità limitata (scarl);
- Una sede legale ed una sede amministrativa della banca devono essere situate sul territorio
italiano; - È necessario un capitale minimo versato corrispondente a limiti fissati da Banca d’Italia;
- L’impresa che richiede l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività bancaria deve presentare un
programma di attività insieme allo statuto e all’atto costitutivo;
- La presenza di specifici requisiti di onorabilità, in capo agli azionisti che possiedono partecipazioni
rilevanti, nonché di requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza in capo a coloro che
esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo.

Cosa differenzia una banca dagli altri intermediari finanziari?

La natura particolare delle loro passività (ossia dei fondi che devono rimborsare a coloro che li hanno
depositati):
i clienti possono utilizzare le somme depositate sotto forma di conto corrente per effettuare "transazioni"
attraverso strumenti di pagamento quali l'assegno, il bonifico o l'utilizzo di carte di debito.

Le banche svolgono anche un ruolo fondamentale nella trasmissione della politica monetaria dalla banca
centrale all'intera economia.

Raccolgono fondi attraverso i depositi ed emettendo obbligazioni; mantengono una quota dei fondi raccolti
in forma di cassa, per poter soddisfare le richieste di contante dei clienti, e investono concedendo prestiti e
acquistando titoli.

FUNZIONI BANCARIE

L’attività bancaria è riconducibile essenzialmente all’esercizio di queste tre funzioni:

 Funzione monetaria: grazie alle banche, i privati, le imprese e la P.A. possono utilizzare un’ampia
gamma di strumenti di pagamento che facilitano la circolazione delle risorse finanziarie. Il sistema
bancario fornisce mezzi di pagamento quali assegni, bonifici, giroconti, cambiali, carte di credito e di
debito. Quando si parla di “moneta bancaria” si fa riferimento a questi strumenti, accettati dal
pubblico come mezzi di pagamento in virtù della fiducia riposta nella stabilità dell’intero sistema
bancario e delle procedure di controllo dallo stesso attivate al fine di rendere efficiente e sicuro
l’utilizzo di questa tipologia di moneta.
 Funzione creditizia: costituisce la tipica attività di intermediazione delle risorse finanziarie svolta
dalle banche, cioè l’attività di prestito delle risorse raccolte dai risparmiatori. Si tratta di un’attività
che può avere ripercussioni significative sull’intera situazione economica di un Paese. Le banche
devono possedere un’adeguata capacità di analisi dei progetti che vanno a finanziare così da ridurre
il più possibile le perdite derivanti da inadempimenti dei clienti affidati, perseguendo strategie di
finanziamento coerenti con gli obiettivi di controllo e frazionamento del rischio di credito.
La banca, in qualità di intermediario finanziario, si sostituisce a ciascun risparmiatore consentendo
una riduzione dei costi di raccolta di informazioni, di valutazione e controllo.
L'attività di intermediazione svolta dalle banche avviene tramite la trasformazione delle scadenze.
La banca raccoglie risorse in forma di depositi presso il pubblico, tipicamente rimborsabili "a vista",
e li trasforma in attività finanziarie solitamente meno liquide, come i prestiti, che di solito hanno
durata superiore all'anno. Poiché non tutti i depositanti prelevano contemporaneamente i loro
fondi (se questo accade a una singola banca, il resto del sistema può fornire la liquidità necessaria;
se vengono invece coinvolte più banche, la crisi potrebbe divenire sistemica), la banca è in grado di
utilizzare parte della raccolta per finanziare attività anche a più lunga durata, come i prestiti alle
imprese e i mutui alle famiglie, e consente ai risparmiatori di effettuare pagamenti o prelevamenti
di risorse in qualsiasi momento.
Inoltre, rispetto ai singoli risparmiatori, la banca ha il vantaggio di poter diversificare maggiormente
i rischi. Molti risparmiatori che dispongono di fondi limitati non vorrebbero investire tutti i propri
risparmi in un prestito a una sola impresa. Le banche possono, invece, effettuare prestiti a molte
imprese in modo da limitare la probabilità che tutte quante possano trovarsi contemporaneamente
in difficoltà.
 Funzione di offerta di servizi: le banche offrono alla propria clientela diverse tipologie di servizi, tra
cui è possibile innanzitutto distinguere i servizi di gestione di pagamenti, di investimento e di
gestione del risparmio per conto della clientela, i servizi di consulenza alle imprese e ai privati in
tema di investimenti finanziari e di operazioni di finanza straordinaria.

AREE DI BUSINESS DELLE BANCHE

Osservando la tipologia di clientela servita e concentrandosi sulla numerosità dei clienti, sull’importo medio
delle operazioni, distinguiamo:

 Retail banking: identifica l’insieme delle attività svolte nei confronti dei segmenti di clientela
minori non distinti per funzione economica (famiglia, impresa o altro). Tale area si caratterizza
per
o l’elevata numerosità dei clienti serviti
o basso importo medio delle operazioni
o bassa personalizzazione dei prodotti e servizi

Al concetto di retail banking si contrappone quello di wholesale banking: fa riferimento sia


all’attività di produzione-distribuzione all’ingrosso (es. per altri intermediari) sia all’utilizzo di
grandi quantità di prodotti da parte di singoli clienti (generalmente di grandi dimensioni).

 Private banking: identifica l’insieme delle attività svolte nei confronti del segmento di clientela
“privati” (singoli o a gruppi), appartenenti a categorie di reddito e/o ricchezza finanziaria
superiore alla media. Rispetto al retail banking, tale area si caratterizza per
o più bassa numerosità dei clienti serviti,
o più elevato importo medio delle operazioni
o un più alto grado di personalizzazione dei prodotti e servizi.
 Corporate banking: identifica l’insieme delle attività svolte nei confronti delle imprese di non
piccole dimensioni e dotate di forma societaria (corporate, per l’appunto). Tale area si
caratterizza per
o elevato importo medio delle operazioni
o alta personalizzazione dei prodotti e servizi.

Il rapporto banca-impresa in questo caso può essere di due tipi:

 Nel caso del transaction banking, il rapporto è discontinuo, parziale e/o si basa su
singole operazioni per le quali l'impresa ricerca soprattutto il minor costo possibile.
 Nel caso del relationship banking, il rapporto è di più lunga durata e si caratterizza
per l’elevato interscambio informativo grazie al quale la banca può conoscere in
maniera più approfondita l'impresa (con particolare riferimento ai bisogni finanziari
e al profilo di rischio)

Il modello societario fa riferimento

i) alla forma societaria prescelta:


a. Società per azioni;
b. Società cooperativa per azioni a responsabilità limitata (è il caso delle Banche di Credito
Cooperativo e delle Banche Popolari).
ii) alla struttura complessiva del gruppo in termini di governance, organi e responsabilità. Si
distinguono due modelli per l’esercizio dell’attività bancaria, scelta che deve essere fatta in
coerenza con il rispetto del principio della sana e prudente gestione:
a. Banca universale: svolge direttamente tutta la gamma di operazioni in essere.
Aspetti positivi: assenza di duplicazioni nei costi di struttura e di produzione, le economie di
scopo e di governo dei rischi, l’efficace coordinamento delle attività e l’unitarietà di
controllo e di indirizzo.
Aspetti negativi: bassa specializzazione e il rischio di conflitti di interesse fra le aree di
intermediazione creditizia e mobiliare.
b. Gruppo bancario polifunzionale: è un sistema di aziende specializzate in attività
d'intermediazione e servizi, governato da una Capogruppo la cui funzione è la pianificazione
strategica e il coordinamento e controllo delle attività svolte all’interno del gruppo e le altre
funzioni di supporto (organizzazione, sistemi informativi, ecc.). In questo caso, tra gli
elementi positivi vi è la specializzazione (per segmenti di attività, per segmenti di clienti e/o
per aree geografiche) delle società che fanno parte del gruppo. Tra i problemi si riscontrano
la complessità organizzativa e di controllo, il rischio di divergenza di indirizzi (con il pericolo
di concorrenza tra le unità operative) e la sovrapposizione dei costi di struttura e di
produzione.

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