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Appunti di Sistema finanziario

Economia Del Sistema Finanziario


Università Carlo Cattaneo (LIUC)
101 pag.

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SISTEMA FINANZIARIO
1 – INTRODUZIONE
Il sistema finanziario, inteso come insieme integrato di strumenti, istituzioni e
mercati finanziari, assolve a tre funzioni fondamentali:
• trasferire le risorse finanziarie dai soggetti risparmiatori ai soggetti investitori
(funzione creditizia o allocativa)
• garantire l'efficiente funzionamento del sistema dei pagamenti (funzione
monetaria in senso stretto)
• trasmettere gli impulsi di politica monetaria al sistema economico (funzione
monetaria in senso ampio).
Il trasferimento delle risorse finanziarie può avvenire attraverso le seguenti modalità di
trasferimento:
1 Lo scambio diretto autonomo, nel quale i soggetti di domanda (datori di fondi)
e di offerta di risorse (prenditori di fondi) si incontrano senza che alcun
intermediario assuma una propria posizione negli scambi.
2 Lo scambio diretto assistito, nel quale l'intervento dell'intermediario è
condizione necessaria affinchè lo scambio di risorse abbia luogo: esso svolge
una funzione di ricerca e selezione della controparte, al fine di rendere
compatibili le differenti esigenze dei soggetti di domanda e di offerta.
3 Lo scambio indiretto o intermediato, nel quale i soggetti di domanda e di offerta
non divengono controparti dirette dello scambio: l'intermediario si interpone tra
le due categorie di soggetti assumendo una propria posizione, a credito nei
confronti del prenditore di fondi e a debito verso il datore di fondi.

I mercati finanziari sono aggregazioni di scambi finanziari, che si realizzano con la


negoziazione di strumenti finanziari. Possono essere distinti in:
• mercati primari/mercati secondari
• mercati monetari/mercati dei capitali.

Sui mercati primari hanno luogo le nuove emissioni da parte degli utilizzatori di fondi
(es. società) di strumenti finanziari (come azioni e obbligazioni) per finanziare nuovi
progetti o per far fronte a incrementate necessità produttive quando i fondi generati
all'interno (con gli utili non distribuiti) non sono sufficienti per soddisfare tali necessità
(soggetti in deficit finanziario).
La maggior parte delle transazioni di mercato primario negli Stati Uniti è gestita da IF
denominati banche di investimento, come Morgan Stanley. La banca d'investimento
fornisce all'emittente la consulenza sull'emissione ed effettua il primo collocamento
dei titoli presso il pubblico di acquirenti.
Fra gli strumenti finanziari del mercato primario vi sono le emissioni di titoli azionari
effettuate dalle società al momento della loro prima quotazione sul mercato (negoziati
per la prima volta sui mercati azionari). Tali operazioni prendono il nome di OPS
(Offerte Pubbliche di Sottoscrizione).
Sono operazioni di mercato primario anche le emissioni di titoli azionari o di debito da
parte di società già quotate.

Una volta avvenuta l'emissione degli strumenti finanziari sui mercati primari, essi sono
negoziati, ossia acquistati e rivenduti, sui mercati secondari (MTA Mercato Telematico
Azionario).
Sui mercati secondari gli acquirenti dei titoli sono rappresentati dagli operatori
economici (consumatori, imprese e Governi) che hanno fondi in eccesso, mentre i
venditori sono rappresentati dagli operatori che hanno necessità di liquidare i loro
investimenti. Grazie a tali mercati non devono sopportare costi diversi connessi alla
ricerca diretta di acquirenti o venditori.
Quando un operatore economico acquista uno strumento finanziario su un mercato
secondario, i fondi sono trasferiti al venditore. L'emittente iniziale dello strumento

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finanziario (utilizzatore di fondi) non è per niente coinvolto in tale trasferimento.
Esempi di mercati secondari:
• MTA in Italia
• London Stock Exchange nel Regno Unito
• NYSE (New York Stock Exchange), AMEX (American stock Exchange), NASDAQ
(National Association of Securities Dealers Automated Quotation) negli Stati
Uniti.
Sui mercati secondari oltre alle azioni e alle obbligazioni, sono negoziati anche tassi di
cambio, strumenti derivati come futures e opzioni e titoli ibridi.
Dell'esistenza dei mercati secondari beneficiano sia gli investitori sia le società
emittenti. Agli investitori forniscono l'opportunità di negoziare in modo rapido i titoli al
loro valore di mercato, così come di acquistare titoli con vari profili di rischio e di
rendimento. Le società emittenti non sono direttamente coinvolte, esse hanno
comunque la possibilità di ottenere informazioni circa il valore corrente di mercato dei
loro strumenti finanziari, e quindi il valore della società percepito dagli investitori,
attraverso l'osservazione del prezzo.
Hanno anche la funzione di facilitare a emittenti e investitori la liquidabilità degli
strumenti finanziari e di fornire informazioni sui prezzi o sul valore dei loro
investimenti. Quanto più un titolo è liquido, tanto più risulterà facile il suo primo
collocamento sul mercato primario da parte degli emittenti.

Sui mercati monetari si realizzano l'emissione e lo scambio dei titoli di debito o degli
strumenti finanziari a breve scadenza, ossia con durata pari o inferiore a 12 mesi. Gli
operatori economici che hanno un surplus di fondi a breve termine possono prestarne
una parte agli operatori che ne sono in deficit. La natura a breve termine implica che
le fluttuazioni dei prezzi nei mercati secondari nei quali sono negoziati risultano di
solito piuttosto contenute.
Non hanno una sede specifica in quanto le transazioni sono effettuate per telefono, per
via telematica o in generale via computer. Molti mercati monetari sono definiti
mercati OTC (Over-The-Counte).
Per approvvigionarsi di fondi a breve termine, società e soggetti del settore pubblico
ricorrono all'emissione di una gran varietà di titoli di mercato monetario, fra cui Buoni
del Tesoro, depositi interbancari, operazioni di pronti contro termine.

Sui mercati dei capitali si realizzano l'emissione e la negoziazione dei titoli di capitale
(azioni) e di debito (obbligazioni) a medio e lungo termine, con scadenza superiore a
12 mesi.
Società ed enti statali sono i principali emittenti di titoli dei mercati finanziari, le
famiglie sono i principali acquirenti. Sono soggetti a maggiori fluttuazioni di prezzo nei
mercati secondari in cui sono negoziati.
Il valore degli strumenti finanziari in circolazione dipende da due fattori: il numero di
titoli emessi e il loro prezzo di mercato.

REGOLAMENTAZIONE DEI MERCATI FINANZIARI


Gli strumenti finanziari scambiati in Italia sono soggetti a norme e regolamenti imposti
da enti e autorità come la Banca d'Italia, la CONSOB, l'IVASS e la COVIP.

La Banca d'Italia fa parte del SEBC (Sistema Europeo di Banche Centrali) e svolge due
compiti fondamentali: funge da istituto di emissione e da autorità monetaria all'interno
del SEBC ed esercita la vigilanza sul buon funzionamento delle banche e degli altri
intermediari finanziari. Svolge anche le funzioni di autorità antitrust con esclusivo
riferimento al sistema bancario.

La CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) svolge compiti di tutela


della trasparenza e corretta erogazione dei servizi di investimento in strumenti
finanziari. Esercita il controllo sulle società che gestiscono i mercati di strumenti

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finanziari e assicura la tutela degli investitori in caso di sollecitazione al pubblico
risparmio, richiedendo la pubblicazione e la diffusione del prospetto informativo e
disciplinando l'attività di offerta fuori sede dei prodotti finanziari.

L'IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle ASSicurazioni) vigila sul comportamento delle
compagnie di assicurazione, autorizza le imprese all'esercizio dell'attività assicurativa,
emana provvedimenti a tutela delle imprese e degli utenti, compie ispezioni presso le
imprese e gli intermediari assicurativi e stabilisce regole finalizzate a garantire la
correttezza dei comportamenti degli operatori e il rispetto delle norme. Organi
dell'IVASS: Presidente (che è il direttore generale della Banca d'Italia), il consiglio e il
direttorio integrato formato dai componenti il direttorio della Banca d'Italia e dai
Consiglieri IVASS.

La COVIP (Commissione di Vigilanza sui fondi Pensione) esercita funzioni di vigilanza


con riferimento all'attività dei fondi pensione. È sottoposta alla vigilanza del Ministero
del Lavoro e della Previdenza sociale e tutela gli iscritti alle forme di previdenza
complementare, al fine di perseguire trasparenza, correttezza dei comportamenti e
sana e prudente gestione delle forme pensionistiche complementari.

MERCATI VALUTARI
È essenziale che i gestori finanziari capiscano in che modo gli eventi e i movimenti dei
mercati finanziari di altri Paesi influiscano sulla redditività e sulla performance della
loro società.
Dato che i tassi di cambio sono spesso flessibili, le banche centrali a volte
intervengono direttamente nei mercati valutari, acquistando o vendendo valuta,
oppure agiscono indirettamente sui tassi di cambio modificando i tassi di interesse
ufficiali. La sensibilità del valore dei flussi di cassa derivanti dagli investimenti
all'estero alle fluttuazioni della valuta estera è definita rischio di cambio.
Le due più importanti transazioni effettuate sui mercati valutari sono:
• Transazioni a pronti: prevedono un cambio immediato di valuta all'attuale
tasso di cambio.
• Transazioni a termine: prevedono un cambio di valuta nel futuro a una data e
a un tasso di cambio prestabiliti. I contratti per consegna differita sono di solito
stipulati a 1, 3 o 6 mesi nel futuro, ma in teoria essi possono essere stipulati su
qualsiasi periodo futuro.

EFFICIENZA DEI MERCATI E DEI SISTEMI FINANZIARI


Il grado con cui i prezzi delle attività finanziarie si adeguano alle notizie e il grado con
cui i prezzi dei titoli riflettono le informazioni attinenti all'impresa emittente sono noti
come efficienza del mercato. Tre sono le misure per il grado di efficienza, si
differenziano secondo le informazioni o notizie che sono assorbite dai prezzi dei titoli.
1 Efficienza del mercato in forma debole: i prezzi correnti dei titoli riflettono tutte
le informazioni su prezzi e quantità scambiata dei titoli riferite a un'impresa. Le
vecchie notizie sono prive di utilità ai fini della previsione del valore corrente o
futuro dei prezzi dei titoli. Gli investitori non possono realizzare
sistematicamente un rendimento maggiore di quello di equilibrio utilizzando
solo le informazioni basate sui movimenti storici dei prezzi e dei volumi
scambiati.
2 Efficienza del mercato in forma semi-forte: si focalizza sulla velocità con la quale
le informazioni si trasferiscono nei prezzi dei titoli. Non appena una nuova
informazione relativa a una società si diffonde e diviene di pubblico dominio,
questa si trasferisce immediatamente nel prezzo dei suoi titoli. Più velocemente
il mercato è capace di trasmettere le nuove informazioni nei prezzi dei titoli,
minore sarà l'entità dell'anomalia dei rendimenti conseguibili.
3 Efficienza del mercato in forma forte: i prezzi dei titoli riflettono completamente
tutte le informazioni riguardanti le imprese (pubbliche o riservate). Implica che

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non esista alcuna informazione di pubblico dominio o riservata che consenta a
un investitore (insider) di realizzare un rendimento su un titolo maggiore di
quello di equilibrio. Le informazioni private possono essere utilizzate per
conseguire un extrarendimento. La legge proibisce l'insider trading →
negoziazione di attività finanziarie sulla base di informazioni riservate da parte
di soggetti che vi hanno libero accesso, nonostante possano negoziare sul
mercato come ogni altro investitore, basandosi sulle informazioni di pubblico
dominio.

Efficienza allocativa: un mercato è efficiente allocativo quando i prezzi che esso


esprime sono adeguati per indirizzare gli impieghi delle risorse verso gli usi
maggiormente desiderabili per la collettività. Chi è disposto a pagare rendimenti più
elevati ottiene i capitali dei quali necessita. Chi desidera investire indirizza i propri
investimenti verso gli impieghi per i quali il rendimento aggiustato per il rischio è più
attraente. È necessario che le informazioni sugli impieghi alternativi delle risorse
scarse siano prontamente disponibili e che quindi il mercato sia efficiente anche dal
punto di vista informativo.

Efficienza tecnico – operativa: quando il mercato funziona al costo più basso in base
all'output prodotto. Caratterizzato da costi di funzionamento minimi. I costi transazione
sono a loro volta determinati dalla struttura del mercato, la cui performance può
essere misurata in termini di ampiezza, spessore, elasticità. Spesso se esistono molti
ordini a prezzi superiori e inferiori rispetto a quello corrente, ampio se tali ordini sono
di dimensioni cospicue, elastico se le variazioni di prezzo dovute ad asincronia nel
flusso di ordini richiamino rapidamente nuovi ordini che riportano il prezzo del titolo su
valori di equilibrio.

Eurodollar bond → obbligazioni in dollari emesse principalmente a Londra e in altri


centri europei come il Lussemburgo. In quanto emessi fuori dal territorio degli Stati
Uniti, gli eurodollar bond non sono sottoposti alla regolamentazione di trasparenza
statunitense, gestita dalla SEC. Rappresentano oltre l'80% delle nuove emissioni nel
mercato obbligazionario internazionale.

2 – ELEMENTI DI TEORIA DELL'INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA


Gli intermediari finanziari (banche, compagnie di assicurazione, SGR – società di
gestione del risparmio, SIM – società di intermediazione mobiliare, SICAV – società
d'investimento a capitale variabile) svolgono il compito principale di raccogliere e
incanalare i fondi da coloro che ne hanno in eccesso a coloro che non ne hanno
abbastanza per svolgere la loro attività economica.

Tipi di intermediari finanziari:


• Banche commerciali: istituzioni di deposito le cui principali attività sono
costituite dai prestiti e le cui principali passività sono costituite dai depositi.
• Compagnie di assicurazione: intermediari finanziari che svolgono l'attività di
proteggere gli individui e le imprese da eventuali avvenimenti sfavorevoli.
• Società di intermediazione mobiliare e banche di investimento: operano in
proprio o per conto di terzi nella compravendita di titoli mobiliari e nella vendita
e distribuzione di intere nuove emissioni.
• Società finanziarie: svolgono attività di intermediazione di credito, sia ai singoli
individui sia alle imprese. Le istituzioni finanziarie non accettano depositi, ma
svolgono principalmente la loro attività tramite l'indebitamento a breve e a
lungo termine.
• Società di gestione del risparmio: raccolgono le risorse dei singoli risparmiatori
e delle imprese per investirle in portafogli di attività diversificati attraverso la
promozione e/o la gestione di fondi comuni di investimento o SICAV.

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• Fondi pensione: offrono dei piani di risparmio che consentono ai partecipanti di
accumulare risorse durante gli anni lavorativi per riscattarle negli anni di
pensionamento. I fondi investiti inizialmente e accumulati in un fondo pensione
sono soggetti a trattamento fiscale agevolato.

CONCETTO DI SALDO FINANZIARIO


La figura degli intermediari finanziari nasce dalla necessità di trasferimento delle
risorse finanziarie, la quale a sua volta deriva dall'esistenza di una dissociazione tra
risparmio e investimento.
Categorie istituzionali: soggetti caratterizzati da una propria contabilità e da un certo
grado di autonomia decisionale nelle scelte di risparmio e investimento del reddito
prodotto.
• Le famiglie, soggetti consumatori ed enti no profit.
• Il settore pubblico, soggetti che producono beni e servizi non destinati alla
vendita.
• Le imprese non finanziarie, che producono beni e servizi a scopo di lucro.
• Le imprese finanziarie, che soddisfano i fabbisogni di pagamento/investimento/
finanziamento degli altri soggetti del sistema.
• Il resto del mondo, soggetti non residenti, con i quali i residenti effettuano
transazioni commerciali e finanziarie.
Situazione patrimoniale dei soggetti:
Dal lato degli impieghi → ciascuno di essi presenta attività finanziarie (AF) e attività
reali (AR).
Dal lato delle fonti essi presentano passività finanziarie (PF) e un certo livello di mezzi
propri (o patrimonio, PAT).
Grandezze flusso: variazioni intervenute negli impieghi e nelle fonti di risorse
finanziarie da t0 a t1. Il totale delle attività (TA) in t1 è pari a:
e il totale delle passività (TP) è:
(Guardo libro pagina 24)

I soggetti S>Iar sono i soggetti in surplus, ossia accumulatori di attività finanziarie. I


soggetti che manifestano fabbisogni di investimento S<Iar, sono soggetti in deficit.

Le scelte di un investitore razionale sono guidate soprattutto dal rendimento e dal


rischio. Il rendimento di un'attività finanziaria è espresso in termini percentuali e su
base annua, esprime la redditività dell'operazione. Gli elementi che concorrono a
formare il risultato economico dell'investimento sono: il prezzo di acquisto, i redditi
periodici che essa genera, il valore di rimborso, gli oneri fiscali, i costi di transazione.
La comparazione deve anche considerare il livello di rischio.
Il concetto di rischio fa riferimento alla possibilità che il risultato effettivo di una
determinata operazione di investimento possa discostarsi dal rendimento atteso,
stimato ex ante.
Tipi di rischio:
• Rischio di controparte, possibilità che il prenditore di fondi non sia in grado di
rimborsare puntualmente e integralmente i propri debiti.
• Rischio di interesse, può colpire le operazioni che prevedono una remunerazione
periodica nella forma del tasso variabile.
• Rischio di mercato, variazioni dei tassi di interesse con effetti sul valore di
mercato dell'attività finanziaria.
• Rischio di cambio, legato all'andamento delle valute estere.
• Rischio di inflazione, influisce sul potere di acquisto della moneta di
denominazione dell'attività finanziaria.

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• Rischio di liquidità, idoneità dell'attività finanziaria ad essere convertita in
moneta.
• Rischio di regolamento, derivante dalla possibilità che la controparte di una
transazione a termine non adempia alla prestazione pattuita.
Premio per il rischio: differenza di rendimento che contraddistingue un'attività
finanziaria rischiosa rispetto a un'attività priva di rischio. L'adeguatezza di tale premio
può essere determinata attraverso una curva di indifferenza, le curve presentano una
pendenza crescente, in quanto l'investitore mostra di norma un atteggiamento di
avversione al rischio.
Dal lato del prenditore di fondi, gli elementi principali che guidano le scelte di
finanziamento sono il costo e il rischio.
Il costo dell'operazione di finanziamento deriva dai seguenti fattori:
• importo del finanziamento;
• oneri periodici a esso legati;
• valore di rimborso;
• effetti dell'imposizione fiscale;
• costi di transazione.

Principali tipologie di rischio a cui è esposta un'operazione di finanziamento:


• rischio d'insolvenza;
• rischio d'interesse;
• rischio di instabilità delle fonti di finanziamento;
• rischio di cambio;
• rischio di condizionamento dell'attività dell'impresa da parte del finanziatore/
azionista.
La CONSOB esige e controlla che agli investitori in essere o potenziali sia assicurata
un'informazione completa e veritiera sui titoli.

A causa dei costi di controllo e transazione, dei costi di liquidità e del rischio di prezzo,
l'investitore medio tende a considerare l'investimento diretto nei titoli e nei mercati
finanziari una possibilità poco attraente e preferisce mantenere i flussi di cassa
infruttiferi.
Modo alternativo per convogliare i fondi dagli investitori verso gli utilizzatori:
trasferimento indiretto.

COSTI DI CONTROLLO (monitoring cost)


Sorgono a causa delle imperfezioni di mercato (l'informazione non è equidistribuita a
costo zero) → asimmetria informativa. Il prenditore di fondi ha maggiori informazioni
relativamente alla bontà del progetto finanziato e alle proprie caratteristiche
soggettive rispetto alle informazioni delle quali dispone il datore di fondi. Riguarda sia
la situazione precedente all'erogazione del finanziamento, sia la situazione del
prenditore una volta che i fondi sono stati erogati. La prima forma può dare luogo a
fenomeni di selezione avversa, il datore di fondi rischia di essere selezionato dai
prenditori di fondi più rischiosi che presentano probabilità di rimborso più bassa.
L'asimmetria informativa ex post può dare luogo a fenomeni di comportamento
opportunistico (moral hazard), il datore di fondi non è in grado di controllare, a
erogazione avvenuta, il grado di rischio con il quale tali fondi sono impiegati.

COSTI DI INFORMAZIONE
Il monitoraggio comporta costi di agenzia. Una soluzione efficiente può essere quella
di collocare tutti i risparmi presso un unico IF, che svolge la funzione di delegated
monitoring riuscendo a ottenere informazioni migliori e a minor costo. Contribuisce a
ridurre le asimmetrie informative tra la fonte di finanziamento e l'utilizzatore finale.

RISCHIO DI LIQUIDITA' E RISCHIO DI PREZZO

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Funzione di trasformazione delle attività: agendo come asset transformer, acquistano
i titoli emessi dagli utilizzatori di fondi finanziando tali acquisti tramite la vendita di
titoli alle famiglie e ad altri fornitori di fondi sotto forma di certificati di deposito,
polizze assicurative o altri titoli secondari. Solitamente i titoli emessi dagli IF
presentano caratteristiche di liquidità superiore e di rischio inferiore rispetto i titoli
primari.
Concetto di diversificazione: dato che i rendimenti di investimenti diversi non sono
tutti perfettamente correlati, gli IF, frazionando gli investimenti in un gran numero di
differenti attività, riescono a diversificare anche una porzione rilevante del rischio di
portafoglio: siccome i rendimenti su diversi investimenti non perfettamente e
positivamente correlati, allora è possibile per l'intermediario sfruttare l'ingente
patrimonio da investire suddividendolo in tanti investimenti singoli, in modo da ridurre
significativamente il rischio specifico derivante dalla singola azienda che emette titoli.

SERVIZI DI CUI BENEFICIANO I FORNITORI DI FONDI


• Riduzioni dei costi di controllo: le grandi dimensioni degli IF consentono che
tale raccolta di informazione sia effettuata a un costo medio inferiore.
• Riduzione dei rischi di liquidità e di prezzo: gli IF forniscono ai risparmiatori
strumenti finanziari con maggiore liquidità e minore rischio di prezzo.
• Riduzione dei costi di transazione: le grandi dimensioni degli IF generano
economie di scala nella riduzione dei costi di transazione.
• Intermediazione delle scadenze: un IF è in grado di sopportare meglio il
rischio di avere in portafoglio attività e passività di pari ammontare e nella
stessa valuta, ma con scadenze diverse.
• Intermediazione di taglio: IF come i fondi comuni di investimento consentono
ai piccoli investitori di superare il problema dei limiti all'acquisto di attività
dovuti al fatto che molti sono scambiati in lotti molto grandi.

SERVIZI DI CUI BENEFICIA L'INTERA ECONOMIA


• Trasmissione della politica monetaria: le istituzioni di deposito
rappresentano il tramite attraverso il quale le decisioni di politica monetaria
hanno un impatto sul resto del sistema finanziario e sull'economia in generale.
• Allocazione del credito: gli IF sono spesso considerati come le maggiori fonti
di finanziamento per particolari settori dell'economia.
• Trasferimento intergenerazionale della ricchezza: gli IF offrono ai
risparmiatori la possibilità di trasferire ricchezza da una generazione all'altra.
• Servizi di pagamento: l'efficienza con la quale le istituzioni di deposito
forniscono servizi di pagamento produce benefici diretti sull'economia.

RISCHI DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI


• Rischio di credito: rischio che i flussi di cassa connessi a prestiti e titoli
posseduti dagli IF non siano pagati completamente.
• Rischio di liquidità: rischio che, a causa di improvvisi e consistenti ritiri delle
passività da parte degli investitori, un IF si trovi a dover liquidare le attività in un
periodo di tempo brevissimo e a un prezzo molto basso.
• Rischio di interesse: rischio derivante dall'avere in portafoglio attività e
passività di pari ammontare e nella stessa valuta, ma con scadenze diverse.
• Rischio di mercato: effetti imprevisti sul valore di mercato di attività e
passività prodotti da variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio e di altri
prezzi delle attività.
• Rischio fuori bilancio: collegato ad attività e passività contratte a seguito di
operazioni fuori bilancio.
• Rischio di cambio: rischio che i tassi di cambio possano avere un impatto sul
valore delle attività e passività di un IF denominate in valuta estera.

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• Rischio Paese o rischio sovrano: rischio di interruzione del pagamento di
prestiti da parte di mutuatari esteri a causa dell'interferenza di un Governo
sovrano estero.
• Rischio tecnologico: rischio al quale gli IF sono sottoposti quando i loro
investimenti in tecnologia non producono risparmi sui costi anticipati.
• Rischio operativo: rischio connesso al cattivo funzionamento della tecnologia
in essere o dei sistemi di supporto.
• Rischio di insolvenza: rischio che un IF non abbia capitale sufficiente per far
fronte a un improvviso calo del valore delle sue attività.
Gli IF sono sottoposti a una penetrante regolamentazione nel tentativo di prevenire i
fallimenti del mercato. Il controllo e la regolamentazione, benchè comportino costi
aggiuntivi, sono necessari al fine di mitigare i rischi per l'economia → net regulatory
burden.
La regolamentazione degli intermediari si esercita in riferimento a seguenti problemi:
• distruzione della fiducia nella moneta;
• crisi bancarie ed esternalità negative;
• asimmetrie informative;
• mancata tutela del contraente debole;
• insufficienza della concorrenza.
Le prime due hanno a che fare con la stabilità: la fiducia nella moneta si ottiene
stabilizzando il potere d'acquisto e, nello stesso tempo, assicurando che gli
intermediari possiedano caratteristiche di liquidità e solvibilità.
Attribuzione alla regolamentazione di un obiettivo di trasparenza, inteso come
completezza dell'informazione fornita a tutti gli investitori.

3 – TASSI DI INTERESSE E VALUTAZIONE DEGLI STRUMENTI OBBLIGAZIONARI

Si definiscono tassi di interesse nominali i tassi di interesse di fatto osservati nei


mercati finanziari; essi incidono sul valore (o prezzo) della maggior parte degli
strumenti finanziari negoziati nei mercati monetari e finanziari.

VALORE TEMPORALE DEL DENARO


La teoria del valore temporale del denaro (time value of money) si basa sul principio
che una somma di denaro ricevuta nel presente valga più della stessa somma ricevuta
nel futuro. Una somma di denaro ricevuta oggi può essere investita e quindi
l'investitore domani potrà disporre di una somma più elevata.
I risparmiatori negativi saranno disposti a pagare un tasso d'interesse, in quanto essi
progettano di utilizzare in modo produttivo i fondi presi in prestito, al fine di
guadagnare una somma ancor più elevata dell'interesse promesso ai risparmiatori.
Interesse composto: interesse maturato su un investimento che è reinvestito.
Interesse semplice: interesse maturato su un investimento che non è reinvestito.
Ai fini della valutazione dei titoli, in finanza si ricorre a due tipi di calcolo del valore
temporale del denaro:
la valutazione dei flussi di cassa unici e la valutazione delle rendite.
Flusso di cassa unico: pagamento in contanti in un'unica soluzione ricevuto all'inizio
o alla fine dell'orizzonte temporale di un investimento, senza flussi di cassa di altro
tipo nel corso del periodo di investimento.
Rendita: serie di uguali flussi di cassa generati a intervalli regolari nell'intero
orizzonte temporale di un investimento.

VALUTAZIONE DEI FLUSSI DI CASSA UNICI


Valore attuale di un flusso di cassa unico : l'equazione del valore attuale permette di
convertire i flussi di cassa maturati lungo un orizzonte d'investimento futuro in un
valore equivalente (attuale) come se essi fossero ricevuti all'inizio dell'orizzonte di
investimento corrente. Operazione effettuata attualizzando i flussi di cassa futuri al
corrente tasso di interesse di mercato. (equazione pagina 43).

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Il valore attuale di una somma disponibile in futuro decresce all'aumentare dei tassi
d'interesse. All'aumentare dei tassi di interesse, per ricevere la stessa somma alla fine
del periodo di investimento, deve essere investito un quantitativo inferiore di fondi
all'inizio di esso.
All'aumentare dei tassi di interesse, i valori attuali dell'investimento diminuiscono a un
tasso decrescente.
La relazione inversa tra tassi di interesse e valore attuale non è ne lineare ne
proporzionale.
Maggiore è il numero dei periodi di capitalizzazione per anno (m), minore è il valore
attuale di un flusso di cassa futuro.

Valore futuro di un flusso di cassa unico: l'equazione consente di tradurre un flusso di


cassa disponibile all'inizio di un investimento in un valore finale (futuro) alla fine di
esso.

Il valore futuro di un flusso di cassa aumenta all'aumentare dei tassi d'interesse.


All'aumentare dei tassi di interesse, il valore futuro aumenta a un tasso crescente;
all'aumentare dei tassi d'interesse, una stessa somma di fondi investiti all'inizio
dell'orizzonte temporale di un investimento si accumula per dare un montante più
elevato alla fine dell'orizzonte temporale dell'investimento. Maggiore è il numero di
periodi di capitalizzazione per anno (m), maggiore è il valore futuro di una somma di
denaro attuale.

VALUTAZIONE DELLE RENDITE


Valore attuale di una rendita: consente di convertire una serie di uguali flussi di cassa
ricevuti a intervalli di tempo regolari nel corso dell'orizzonte temporale
dell'investimento in un valore attuale equivalente.

Valore futuro di una rendita: permette di convertire una serie di flussi di cassa uguali
ricevuti a intervalli regolari nel corso dell'investimento in un ammontare futuro
equivalente alla fine di esso.

RENDIMENTO ANNUO EQUIVALENTE: il tasso di interesse annuo, i, corrisponde al


tasso di interesse semplice sui titoli privi di rischio di insolvenza. Se l'interesse è
corrisposto o capitalizzato più di una volta all'anno il tasso annuo realmente maturato
o pagato si discosterà dal tasso annuo semplice. Il RAE (rendimento annuo
equivalente) è il rendimento maturato su un periodo annuale tenendo conto di
ciascuna capitalizzazione dell'interesse nel corso dell'anno.
Formula pagina 49

Il rendimento annuo equivalente corrisponde al rendimento maturato su un periodo di


12 mesi, tenendo conto di ciascuna capitalizzazione di interesse effettuata nel corso
dell'anno.
Titoli con scadenza inferiore a 1 anno: l'equazione (pagina 50) seguente consente
di convertire il tasso nominale annuo dei titoli con scadenza inferiore a un anno in un
rendimento annuo equivalente.
Nei mercati finanziari dell'area euro la convenzione sul calcolo dei rendimenti per gli
strumenti di mercato monetario prevede che si utilizzi l'anno commerciale. Per i BOT
e gli altri strumenti a sconto di durata inferiore a 1 anno, la convenzione utilizzata è:
Il rendimento effettivo annuo sui titoli non a sconto (BTP) è spesso definito
rendimento obbligazionario equivalente (bond quivalent yield). Il rendimento
obbligazionario equivalente può essere così calcolato:

RENDIMENTI DI STRUMENTI CON PAGAMENTI DI INTERESSI SINGOLI

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Alcuni strumenti del mercato monetario pagano gli interessi in un'unica soluzione al
termine della vita dell'investimento (a scadenza): il possessore riceve un pagamento
finale costituito dall'interesse più il rimborso del valore nominale dello strumento. Tali
titoli costituiscono casi particolari dei titoli a sconto puri, che invece alla scadenza
pagano soltanto il valore nominale. Di solito presuppongono un anno di 360 giorni. Al
fine di confrontare i tassi di interesse di questo titolo con altri che pagano gli interessi
sulla base di un anno di 365 giorni, è necessario convertire il tasso di interesse
nominale in un rendimento equivalente obbligazionario:
Per calcolare il RAE dei titoli con pagamento singolo:

DIFFERENTI MISURE DI RENDIMENTO


• Tasso di interesse nominale: tasso di interesse di uno strumento obbligazionario
utilizzato per calcolare i flussi di cassa annui che l'emittente promette di pagare
al possessore.
• Tasso di rendimento atteso: tasso di interesse che un investitore maturerebbe
su un titolo se lo acquistasse al prezzo attuale di mercato, ricevesse tutti i
pagamenti attesi e lo rivendesse alla fine dell'orizzonte temporale
dell'investimento.
• Tasso di rendimento realizzato (ex post): tasso di interesse di fatto maturato
sull'investimento in un titolo; è una misura storica del tasso di rendimento.

VALUTAZIONE DELLE OBBLIGAZIONI


Il tasso di rendimento atteso è il tasso di interesse che uguaglia il prezzo attuale di
mercato dell'obbligazione al valore attuale di tutti i flussi di cassa promessi, corrisposti
durante la vita dell'obbligazione. Il tasso di rendimento realizzato di un'obbligazione è
dato dal rendimento effettivo maturato sull'investimento, quando esso è già stato
concluso.
I flussi di cassa promessi sulle obbligazioni provengono da due fonti:
• il pagamento degli interessi corrisposti nel corso della vita dell'obbligazione;
• un pagamento finale del valore nominale a scadenza.
Obbligazioni con cedola (coupon bond) → obbligazioni che pagano gli interessi in
base a un tasso di interesse nominale prestabilito. Generalmente, danno diritto a un
interesse annuo costante nel corso dell'investimento.
Obbligazioni zero – coupon (zero – coupon bond) → obbligazioni prive di cedola, il
cui rendimento è dato dalla differenza fra il prezzo di sottoscrizione e quello di
rimborso.
Il valore attuale dell'obbligazione sarà: (pagina 55)

Obbligazioni sopra la pari (oppure a premio): il tasso di interesse nominale è


maggiore del tasso di rendimento richiesto; il valore attuale teorico è maggiore del
valore nominale. Il tasso di interesse nominale è maggiore del rendimento alla
scadenza; il prezzo attuale di mercato è maggiore del valore nominale.
Obbligazione sotto la pari (oppure a sconto): il tasso di interesse nominale è
minore del tasso di rendimento richiesto; il valore attuale teorico è minore del valore

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nominale. Il tasso di interesse nominale è minore del rendimento alla scadenza. Il
prezzo attuale di mercato è minore del valore nominale.
Obbligazioni alla pari: il tasso di interesse nominale è uguale al tasso di rendimento
richiesto; il valore attuale teorico è uguale al valore nominale. Il tasso di interesse
nominale è uguale al rendimento alla scadenza; il prezzo attuale di mercato è uguale
al valore nominale.

Fattori che incidono sui prezzi dei titoli e sulla volatilità dei prezzi al variare dei tassi di
interesse:
• Tasso di interesse: fra oscillazioni dei tassi di interesse e oscillazioni del valore
attuale sussiste una relazione inversa: all'aumentare dei tassi di interesse, i
prezzi dei titoli diminuiscono a un tasso decrescente.
• Vita residua: più breve è la scadenza di un titolo, più il prezzo si avvicina al
valore nominale. Più lunga è la scadenza di un titolo, maggiore è la variazione
del prezzo a fronte di una data variazione del tasso di interesse.
• Tasso di interesse nominale: maggiore è il tasso di interesse nominale di un
titolo, minore è la variazione del prezzo a fronte di una data variazione dei tassi
di interesse.
All'aumentare del tasso di interesse, il valore attuale delle obbligazioni diminuisce a un
tasso decrescente.
Un importante fattore che incide sul livello di variabilità del prezzo delle obbligazioni al
variare dei tassi di interesse è la vita residua del titolo. La sensibilità del prezzo di
un'obbligazione è la variazione percentuale del suo valore attuale a fronte di una data
variazione dei tassi di interesse.
Più si avvicina la scadenza, più il valore attuale teorico è prossimo al valore nominale.
Questa relazione sussiste sempre, indipendentemente dal fatto che l'obbligazione sia
quotata sopra, sotto o alla pari. I prezzi e i valori teorici dell'obbligazione si avvicinano
al loro valore nominale all'avvicinarsi della scadenza.

DURATION
La duration è la media ponderata delle scadenze di uno strumento finanziario, con pesi
basati sui valori attuali dei flussi di cassa a esse associati. Misura il tempo necessario
per recuperare l'investimento iniziale in un'obbligazione. Ciascun flusso di cassa
ricevuto nel periodo precedente alla duration dell'obbligazione riflette il recupero
dell'investimento iniziale, mentre ciascun flusso di cassa ricevuto nell'intervallo di
tempo fra duration e scadenza rappresenta il profitto o rendimento ricevuto
dall'investitore.
La duration rappresenta la sensibilità, o elasticità, del valore dell'attività o passività
a piccole variazioni dei tassi di interesse.

FORMULA GENERALE DELLA DURATION (Pagina 68)

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DURATION DI UN OBBLIGAZIONE ZERO – COUPON
Le obbligazioni zero – coupon sono vendute al valore nominale scontato (ossia sotto la
pari) e, a scadenza, dano diritto al pagamento del valore nominale. Non hanno flussi di
cassa intermedi fra emissione e scadenza. Il prezzo attuale che un investitore sarà
disposto a pagare per tali obbligazioni è pari al valore attuale di un pagamento unico,
fisso sull'obbligazione, da ricevere a scadenza.
Formula pagina 69

La duration di un'obbligazione zero – coupon corrisponde alla scadenza.

CARATTERISTICHE DELLA DURATION


Duration e tasso di interesse nominale: a parità di altre condizioni, più la cedola o
l'interesse promesso è elevato, minore è la duration. Più le cedole sono elevate, più
velocemente l'investitore recupererà l'investimento iniziale.

Duration e rendimento a scadenza: la duration diminuisce all'aumentare del


rendimento a scadenza. Maggiore è il rendimento a scadenza di un'obbligazione, più
basso è il costo in termini di valore attuale dell'attesa di ricevere il flusso di cassa
successivo.

Duration e scadenza: la duration aumenta all'aumentare della scadenza di


un'obbligazione, sebbene a tasso decrescente.

SIGNIFICATO ECONOMICO DELLA DURATION


La duration è anche una misura diretta della sensibilità, o elasticità, del valore di un
titolo obbligazionario al variare del tasso di interesse. Più il valore della duration (D) è
elevato, più il prezzo dell'obbligazione è sensibile a variazioni dei tassi di interesse. In
caso di capitalizzazione composta:

Per ampie variazioni dei tassi di interesse, la duration è una stima per eccesso della
diminuzione del prezzo del titolo; per ampie diminuzioni dei tassi di interesse, essa è
una stima per difetto dell'aumento del prezzo del titolo. Quando si verifica un'ampia
variazione dei tassi di interesse, la duration fornisce una stima inesatta del valore
finale del titolo. Questo scaturisce da una particolare relazione fra prezzo di
un'obbligazione e tasso di interesse, ovvero una relazione di convessità → grado di
curvatura della curva prezzo – tasso di interesse a un dato livello di rendimento.

FATTORI CHE INCIDONO SUI TASSI DI INTERESSE NOMINALI


• INFLAZIONE: aumento percentuale del prezzo di un paniere standard di beni e
servizi in un dato periodo di tempo. Si misura ricorrendo a degli indici, come
l'indice dei prezzi al consumo (CPI) e l'indice dei prezzi alla produzione (PPI).

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• TASSI DI INTERESSE REALI: è il tasso che matura su un titolo nel periodo di
un investimento nell'ipotesi di inflazione nulla. Esprime la percezione del valore
temporale del denaro da parte della società. La relazione fra i tassi di interesse
nominali, i tassi di interesse reali e l'inflazione attesa è definita effetto Fisher
→ i tassi di interesse nominali devono compensare gli investitori per qualsiasi
riduzione del potere d'acquisto dei fondi dati in prestito e in conseguenza di
variazioni dei prezzi (inflazione) e consentire un premio addizionale sul tasso di
inflazione per la rinuncia a consumare oggi.
• RISCHIO DI INSOLVENZA O RISCHIO DI CREDITO: rischio che l'emittente di
un titolo non adempia ai suoi obblighi di pagamento di interessi e rimborso del
capitale. La differenza fra il tasso di interesse quotato di un titolo e quello di un
titolo del Tesoro con caratteristiche analoghe di scadenza, liquidità, imposizione
fiscale, convertibilità ecc.. è detta premio per il rischio di credito del titolo
(PRC).
• RISCHIO DI LIQUIDITA': un titolo si definisce liquido quando può essere
scambiato a un prezzo prevedibile con bassi costi di transazione e può quindi
essere convertito nel suo valore di mercato pieno in brevissimo tempo. Se un
titolo è illiquido, gli investitori pretendono un premio per il rischio di liquidità in
aggiunta al rendimento del titolo.
• SPECIALI CLAUSOLE CONTRATTUALI: numerose clausole speciali (covenant)
possono essere inserite nei contratti di emissione di un'obbligazione. Esse
incidono sui tassi di interesse di diversi titoli.
• VITA RESIDUA: periodo restante perchè un titolo giunga a scadenza. Relazione
fra rendimento e vita residua di un titolo → struttura per scadenza dei tassi
di interesse o curva dei rendimenti. La variazione dei rendimenti richiesti al
variare della scadenza dei titoli è definita PS, premio per la scadenza.

STRUTTURA PER SCADENZA DEI TASSI DI INTERESSE


La curva dei rendimenti, relazione fra il rendimento a scadenza di un titolo e la sua vita
residua, può assumere diverse forme spiegate attraverso tre teorie: la teoria delle
aspettative, la teoria del premio per la liquidità e la teoria della segmentazione di
mercato.

TEORIA DELLE ASPETTATIVE


In un dato istante nel tempo, la curva dei rendimenti riflette le aspettative attuali del
mercato sui tassi a breve termine. La teoria delle aspettative presuppone che i tassi di
interesse correnti a lungo termine siano le medie geometriche dei tassi di interesse a
breve correnti e futuri attesi. Equazione pagina 85

TEORIA DEL PREMIO PER LA LIQUIDITA'


Si basa sull'idea che gli investitori saranno disposti a investire in titoli a lungo termine
soltanto se su di essi sarà offerto un premio, come compenso per l'incertezza del
valore futuro di un titolo, che risulterà tanto maggiore quanto più distante si troverà la
scadenza. I tassi a lungo termine sono dati dalla somma delle medie geometriche dei
tassi a breve termine correnti e attesi e dei premi per la liquidità, che aumentano
all'aumentare della scadenza del titolo. Equazione pagina 86

TEORIA DELLA SEGMENTAZIONE DEL MERCATO


Dato che sia gli investitori individuali sia gli IF e le imprese hanno specifiche
preferenze di scadenza, per spronare gli investitori a investire in titoli con scadenze
diverse da quelle da essi preferite, è necessario offrire loro un tasso di interesse

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maggiore. I tassi di interesse sono determinati da diverse condizioni di domanda e
offerta all'interno di un particolare segmento di scadenza.

4 – BANCA CENTRALE EUROPEA, POLITICA MONETARIA E TASSI D'INTERESSE

La BCE ha sede a Francoforte in Germania e è nata nel 1998. I suoi compiti principali
sono la gestione della politica monetaria e garantire la stabilità dei prezzi. In tempi più
recenti le è stato attribuito anche il compito di vigilare sul sistema bancario europeo.
La BCE opera all'interno del SEBC (sistema europeo delle banche centrali). È composto
da tutte le banche centrali nazionali dei Paesi che hanno aderito all'Unione Europea.
All'interno del SEBC esiste l'Eurosistema, al quale hanno accesso la BCE e le BCN dei
Paesi che hanno adottato l'euro.
Il termine area euro identifica lo spazio economico costituito dai Paesi che hanno
adottato l'euro.
La BCE agisce attraverso tre organi decisionali:
• il Comitato Esecutivo, che ha compiti quali preparare le riunioni del Consiglio
Direttivo e attuare la politica monetaria nell'area euro impartendo le istruzioni
necessarie alle BCN dei Paesi appartenenti all'euro. È composto da sei persone
che rimangono in carica 8 anni e non sono rieleggibili → presidente della BCE,
vicepresidente e quattro membri nominati di comune accordo dai Governi dei
Paesi aderenti all'euro.
• Il Consiglio Direttivo, organo decisionale più importante, composto dai 6
membri del comitato esecutivo e tutti i governatori dell'area euro.
Responsabilità:
• adozione delle linee guida e delle decisioni necessarie ad assicurare
l'efficace svolgimento dei compiti assegnati all'Eurosistema;
• formulazione della politica monetaria dell'area euro → assunzione di decisioni
su obiettivi monetari intermedi, tassi d'interesse chiave e offerta di riserve
nell'ambito dell'eurosistema. Inoltre stabilisce le linee guida necessarie
all'implementazione di tali decisioni.
• Il Consiglio Generale della BCE, composto dal presidente e dal
vicepresidente della BCE e dai governatori di tutti i paesi membri dell'UE.
Compiti: redazione della Relazione Annuale della BCE e raccolta di dati statistici.
Non ha alcuna responsabilità in materia di politica monetaria.

Il quadro istituzionale dell'Eurosistema si fonda sul principio dell'indipendenza della


politica monetaria da ogni influenza politica per favorire il mantenimento della stabilità
dei prezzi. Tale indipendenza consiste nel divieto, per la BCE e le BCN, di richiedere o
ricevere istruzioni inerenti alla politica monetaria e agli altri compiti di pertinenza
dell'Eurosistema da qualsiasi organismo comunitario o Governo nazionale.
La BCE è dotata di un proprio bilancio indipendente e di un capitale sociale sottoscritto
e versato da parte delle BCN. Divieto per ogni BCN di concedere linee di credito al
settore pubblico.

COMPITI FONDAMENTALI DELL'EUROSISTEMA


I compiti fondamentali sono quattro:
1 definizione e implementazione della politica monetaria unica per l'rea euro;
2 condotta delle operazioni in cambi;
3 custodia e gestione delle riserve ufficiali di valuta estera degli Stati membri;
4 promozione e gestione del sistema dei pagamenti.

Il trattato prevede che le decisioni fondamentali relative alla politica del tasso di
cambio debbano essere prese congiuntamente dalla BCE e dall'ECOFIN senza
pregiudicare l'obiettivo della stabilità dei prezzi.
Per gestire in modo rapido ed efficace i pagamenti interbancari nell'area euro è entrato
in funzione il sistema TRGET2, sistema transeuropeo automatizzato di trasferimento

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espresso con regolamento lordo in tempo reale, si avvale di un'unica piattaforma
condivisa, rende possibile il trasferimento di denaro da un Paese all'altro oltre che
all'interno dello stesso Paese.
Si è cercato di creare l'area unica dei pagamenti in euro: SEPA, per offrire ai privati
cittadini e alle imprese un'area in cui siano in grado di effettuare pagamenti non in
contante in tutta l'area euro utilizzando un'unica serie di strumenti con la stessa
facilità, efficienza e sicurezza su cui possono contare nel contesto nazionale.

La BCE basa le proprie decisioni di politica monetaria su due approcci analitici


complementari: l'analisi economica e quella monetaria.
L'analisi economica approfondisce le determinanti di breve – medio periodo
dell'inflazione, concentrandosi sulle variabili reali e tenendo conto che la dinamica dei
prezzi è influenzata dall'interazione fra la domanda e l'offerta di beni, servizi e fattori
di produzione.
L'analisi monetaria fornisce principalmente un riscontro di medio – lungo termine
delle indicazioni di breve – medio periodo provenienti dall'analisi economica.

Attuazione della politica monetaria: una volta raccolte le informazioni provenienti


dai due pilastri, il Consiglio Direttivo della BCE procede a una loro valutazione
comparata formulando le proprie decisioni di politica monetaria → integrare l'approccio
monetario e l'approccio economico.
La strategia dei due pilastri non fornisce solamente un modo di organizzare la raccolta
delle informazioni utili a valutare i rischi d'inflazione all'interno dell'area euro, ma
garantisce anche la possibilità di considerare interpretazioni diverse delle stesse
informazioni.

QUADRO OPERATIVO DELL'EUROSISTEMA


La strategia determina il livello dei tassi d'interesse richiesto per mantenere la stabilità
dei prezzi nel medio periodo.
Il quadro operativo determina in quale modo realizzare tale livello dei tassi d'interesse
utilizzando i vari strumenti a disposizione della BCE. L'Eurosistema agirà in accordo
con i principi di un'economia di mercato aperta e caratterizzata da libera competizione
e dall'allocazione efficiente delle risorse. Si ispira al principio dell'efficienza operativa,
capacità del quadro operativo di assicurare che le decisioni di politica monetaria si
ripercuotano il più rapidamente ed efficacemente possibile sul livello dei tassi
d'interesse a breve del mercato monetario.
Possiamo distinguere tre strumenti di politica monetaria:
• operazioni di mercato aperto
• operazioni attivabili su iniziativa delle controparti
• riserva obbligatoria.

OPERAZIONI DI MERCATO APERTO


Operazioni che sono eseguite per iniziativa della BCE nell'ambito del mercato
monetario, operazioni con scadenza inferiore a 1 anno. Lo scopo è quello di fornire
fondi liquidi alle controparti di tali operazioni, generalmente banche attive all'interno
dell'area euro. Il prestito avviene sempre contro l'offerta di una garanzia collaterale. La
Banca centrale acquista attività finanziarie da una controparte in cambio di base
monetaria. La controparte si impegna a riacquistare tali attività dopo un certo periodo
di tempo. Quando il riacquisto ha luogo, la base monetaria viene ritirata dalla
circolazione.
Le operazioni di mercato aperto possono essere suddivise in:
• operazioni di rifinanziamento principale
• operazioni di rifinanziamento a lungo termine
• operazioni di fine tuning
• operazioni strutturali

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Operazioni di rifinanziamento principale sono le operazioni di mercato aperto più
importanti. Ruolo fondamentale nell'orientare i tassi d'interesse, nella gestione della
liquidità da parte delle banche e nel segnalare la posizione di politica monetaria della
BCE. Forniscono l'ammontare principale della liquidità che affluisce dalla Banca
centrale al sistema bancario. A fronte della liquidità ottenuta dalla BCE le banche
devono corrispondere un tasso d'interesse e fornire adeguate attività finanziarie come
garanzia. Alla scadenza del prestito, le banche restituiscono i fondi e la BCE restituisce
loro le garanzie prestate.

Altre tipologie di operazioni di mercato aperto: operazioni di rifinanziamento a


lungo termine con cadenza mensile e trimestrale. Fornire liquidità al sistema bancario
per un periodo di tempo più lungo rispetto alle operazioni di rifinanziamento
principale. L'Eurosistema opera come price taker.
Operazioni di fine tuning (pronti contro termine, a titolo definitivo ecc..) possono
immettere o assorbire liquidità nel sistema. Utilizzate per attenuare le fluttuazioni dei
tassi d'interesse a breve termine determinate da variazioni inattese nella domanda o
nell'offerta di liquidità all'interno del mercato interbancario.
Operazioni di mercato aperto di carattere strutturale finalizzate a modificare la
posizione di lungo periodo dell'Eurosistema nei confronti del sistema bancario
europeo, rispetto all'ammontare di liquidità in circolazione.
Pronti contro termine → operazioni di mercato aperto in base alle quali la BCE
acquista titoli si Stato con il contestuale impegno da parte del venditore di riacquistare
dalla BCE stessa il medesimo ammontare di titoli dopo un certo lasso di tempo.

OPERAZIONI ATTUABILI SU INIZIATIVA DELLE CONTROPARTI (standing facility)


Rifinanziamento marginale e deposito di riserve sono attivati per volontà delle
controparti.
Il rifinanziamento marginale, le istituzioni monetarie possono prendere a prestito in
ogni momento riserve liquide dalla BCE, dietro la prestazione di garanzie collaterali
adeguate. Il tasso d'interesse applicato è più elevato rispetto alle operazioni ordinarie.
L'ammontare è limitato unicamente dall'ammontare collaterale che sono in grado di
fornire come garanzia del prestito.
Il deposito di riserve, le banche possono decidere di depositare una parte delle
proprie riserve liquide presso la BCE. Ne ricavano un tasso d'interesse inferiore a
quello sulle operazioni di rifinanziamento principale a fronte della certezza di rientrare
in possesso di tali riserve immediatamente e senza costi.
Questo tipo di prestiti ha durata molto breve overnight. Il tasso di interesse applicato
prende il nome di tasso overnight, che in euro si chiama EONIA. Non può superare il
tasso sul rifinanziamento marginale, né cadere al di sotto di quello sul deposito di
riserve presso la BCE.

MISURE NON CONVENZIONALI


La BCE può intervenire qualora il meccanismo sia ostacolato da disfunzioni in alcuni
segmenti di mercato e il segnale insito nei tassi della BCE non si trasmetta in modo
uniforme a tutta l'area.
Erogazione di liquidità a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi
richiesti: l'Eurosistema può eseguire anche aste a tasso fisso, determinato
preventivamente. In circostanze straordinarie, quali la crisi finanziaria e quella del
debito sovrano, la BCE può decidere anticipatamente di assegnare l'importo
complessivo di liquidità che le banche desiderano ottenere, vale a dire accogliere tutte
le richieste a un tasso d'interesse fisso.

Ampliamento dell'elenco delle attività stanziabili in garanzia: modificare i


requisiti minimi applicabili alle garanzie che richiede alla banche per i prestiti loro
concessi.

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Erogazione di liquidità a più lungo termine: in via eccezionale, può intensificare
la frequenza ed estendere la scadenza di queste operazioni.

Erogazione di liquidità in valuta estera: se le banche hanno un accesso limitato


alla liquidità in valuta estera, l'Eurosistema può offrirla in collaborazione con altre
banche centrali.

Variazione del coefficiente di riserva obbligatoria: può stabilire di modificare il


coefficiente di riserva che le banche devono detenere.

Acquisti definitivi di determinati titoli di debito: può intervenire sui mercati dei
titoli di debito di emittenti pubblici e privati dell'area dell'euro, effettuando acquisti
definitivi di determinate attività.

REGIME DELLA RISERVA OBBLIGATORIA


La BCE richiede che le istituzioni di credito che operano all'interno dell'area euro
mantengano una quota obbligatoria di riserve liquide depositate in appositi conti
presso la BCN di riferimento → riserve obbligatorie. L'ammontare è determinato in
relazione alla composizione delle passività della banca. Tali passività si dividono in
due categorie:
• passività alle quali si applica un coefficiente di riserva positivo: depositi con
scadenza contrattuale iniziale fino a due anni, depositi liquidabili con un
preavviso massimo di due anni, titoli di debito con scadenza all'emissione
inferiore due anni, compresa la carta commerciale.
• Passività alle quali non si applica alcun coefficiente di riserva: depositi con
scadenza contrattuale iniziale superiore a due anni, depositi liquidabili con un
preavviso superiore a due anni, titoli di debito con scadenza all'emissione
superiore due anni, operazioni pronto contro termine.
Le banche possono dedurre una quota fissa rispetto all'ammontare → sconto, per
attenuare i costi associati al regime di riserva, a vantaggio delle banche più piccole.
Le banche non sono tenute a rispettare giornalmente i vincoli di riserva obbligatoria
ma devono farlo, in media, nel corso del periodo di mantenimento → ha inizio nel
giorno in cui è effettuata un'operazione di rifinanziamento principale, a seguito delle
decisioni prese dal Consiglio Direttivo, e termina un mese dopo.
Funzione fondamentale del regime di riserva obbligatoria è quella di stabilizzare i tassi
d'interesse del mercato monetario, funzione svolta attraverso la possibilità di attingere
alla propria posizione di riserva nel corso del periodo di mantenimento, salvo poi
reintegrarla prima che tale periodo abbia termine.
Seconda funzione fondamentale è garantire che il sistema bancario nel suo complesso
si trovi in una posizione di carenza strutturale di liquidità.

MECCANISMO DI TRASMISSIONE
Processo attraverso il quale le decisioni di politica monetaria influenzano l'economia in
generale e il livello dei prezzi in particolare. Quando eroga fondi al sistema bancario, la
Banca Centrale applica un interesse. Può guidare l'andamento dei tassi di interesse a
breve termine. Le variazioni dei tassi di interessi ufficiali:
• si ripercuotono direttamente sulle banche e sui tassi di interesse del mercato
monetario e indirettamente sui tassi attivi e passivi offerti dalle banche alla
clientela;
• influenzano le aspettative e l'attesa di future variazioni dei tassi ufficiali incide
sui tassi di interesse a medio e lungo termine;
• influiscono sui prezzi delle attività e sul tasso di cambio; le variazioni del cambio
possono avere effetti diretti sull'inflazione;
• influenzano le decisioni di risparmio e investimento di famiglie e imprese;
• incidono sull'offerta di credito;

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• determinano oscillazioni della domanda aggregata e dei prezzi;
• incidono sull'offerta di prestiti bancari.
La Banca Centrale può scegliere una variabile, obiettivo intermedio, da cui trarre
indicazioni circa il grado di avanzamento del processo di trasmissione e l'efficacia della
manovra in atto. Gli obiettivi intermedi devono godere di tre requisiti:
1 devono reagire in maniera prevedibile agli strumenti di politica monetaria;
2 devono influenzare in modo prevedibile gli obiettivi finali di politica monetaria;
3 la Banca Centrale deve poterli osservare facilmente e con tempestività.
Gli obiettivi intermedi scelti tradizionalmente ricadono su tre categorie: tassi
d'interesse di mercato, aggregati monetari, tasso di cambio.

DIFFERENZE TRA FEDERAL RESERVE E BCE


La principale differenza è lo scopo. L'obiettivo della BCE è il controllo dell'inflazione.
Occorre tenere d'occhio la quantità di denaro in circolazione nell'economia reale. La
quantità di liquidi presente in un sistema è direttamente proporzionale all'inflazione. Il
core business della BCE coincide con il monitoraggio della quantità di denaro presente
nel sistema economico.
L'obiettivo della Federal Reserve è di raggiungere la piena occupazione, supportare il
Governo nel perseguimento del benessere economico della popolazione. Gli strumenti
principali a disposizione della FED sono le operazioni di mercato aperto permanenti.
Acquistare o vendere titoli di stato e strumenti con merito creditizio inferiore.
La BCE non può mettere in campo misure estreme di politica monetaria espansiva,
ossia strumenti che provochino l'immissione diretta di denaro nell'economia reale. Non
può stampare moneta perchè vorrebbe dire creare inflazione. Può favorirne
l'immissione in maniera indiretta abbassando i tassi di riferimento.
La Federal Reserve può adottare misure di politica monetaria espansiva e può
stampare moneta.

GLI AGGREGATI MONETARI DELL'AREA EURO


Le Banche Centrali definiscono e monitorano una serie di aggregati monetari, definiti
come insieme di strumenti finanziari in grado di assolvere a una parte o a tutte e tre le
funzioni fondamentali della moneta (mezzo di pagamento e intermediario degli
scambi, numerario, riserva di valore).
L'Eurosistema definisce tre aggregati monetari: una aggregato ristretto M1, un
aggregato intermedio M2 e un aggregato ampio M3, costruiti secondo il metodo delle
scatole cinesi (gli aggregati più grandi contengono quelli più piccoli), differiscono per il
grado diverso di liquidità (misurata in base ai criteri di trasferibilità, convertibilità,
certezza del prezzo e negoziabilità) delle attività che li compongono.

5 – MERCATI MONETARI

Mercati in cui si realizzano l'emissione e la negoziazione dei titoli di debito o degli


strumenti finanziari a breve scadenza, ossia di durata pari o inferiore a 12 mesi. Gli
strumenti di debito a breve termine sono emessi dagli operatori economici che
necessitano di fondi a breve scadenza e acquistati da quelli che ne hanno in eccesso.
Una volta emessi possono essere negoziati sul mercato secondario. Si investe anche
per far fronte alle necessità di impiego di liquidità nel breve termine.
I mercati secondari degli strumenti monetari servono per riallocare la quantità fissa di
fondi liquidi disponibili sul mercato in un particolare periodo.

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Detenzioni eccessive di disponibilità liquide implicano un costo derivante dagli
interessi ai quali si rinuncia – costo opportunità, costo in termini di interessi ai quali
si rinuncia detenendo i saldi di cassa invece che investirli in strumenti finanziari – di
solito gli agenti economici mantengono tali disponibilità al minimo necessario per far
fronte alle transazioni quotidiane.
Tre caratteristiche fondamentali:
• Gli strumenti di mercato monetario sono di solito negoziati in grossi tagli
cosicchè i costi di transazione risultano relativamente contenuti rispetto agli
interessi pagati; non consente ala maggioranza degli investitori al dettaglio di
investire direttamente nei titoli di mercato monetario → investimento indiretto.
• Presentano un basso rischio di insolvenza, è piuttosto ridotta la probabilità
che l'emittente ritardi o non faccia fronte al pagamento di interessi e/o al
rimborso del capitale alla scadenza.
• Possiedono una scadenza all'emissione pari o inferiore a 12 mesi. Più
lunga è la scadenza di un titolo di debito, più elevati sono il rischio di interesse
e il tasso di rendimento richiesto. La scadenza breve degli strumenti di mercato
monetario contribuisce ad abbassare il rischio che le oscillazioni dei tassi di
interesse possano incidere in modo rilevante sul valore e sul prezzo del mercato
dei titoli.

STRUMENTI DEI MERCATI MONETARI


• BOT (Buoni Ordinari del Tesoro): obbligazioni a breve termine (3,6,12 mesi)
emesse dal Governo italiano.
• Depositi interbancari: fondi a breve termine oggetto di prestiti fra istituzioni
bancarie e finanziarie.
• Pronti contro termine: strumenti finanziari rappresentativi di un accordo con
il quale un operatore si impegna a vendere una determinata quantità di titoli a
un altro operatore, con la promessa di riacquistarli a un prezzo e a una data
futura prestabiliti.
• Cambiali finanziarie: pagherò cambiari a breve termine, non garantiti, emessi
dalle imprese per ottenere finanziamenti a breve scadenza.
• CD (Certificati di Deposito): depositi a tempo emessi dalle banche, con tasso
di interesse e scadenza predeterminati e non negoziabili sui mercati secondari.
• Accettazioni bancarie: cambiali tratte pagabili a un venditore di beni, il
pagamento delle quali è garantito da una banca.

BUONI ORDINARI DEL TESORO


I BOT sono obbligazioni senza cedola (zero-coupon) a breve termine emesse dal
Governo italiano per coprire i disavanzi di cassa (deficit) e per rifinanziare il debito che
sta per giungere a scadenza. Sono anche utilizzati dalla BCE come strumento per
condurre la politica monetaria, attraverso le operazioni di mercato aperto.
Sono emessi con un meccanismo di asta. La scadenza originaria è espressa in giorni
ed è pari a 3, 6, 12 mesi. Il taglio minimo di emissione è 1000 o multipli. Il taglio
minimo per la negoziazione sul mercato secondario è 1000 per il MOT (Mercato
telematico delle Obbligazioni e di Titoli di stato, gestito da Borsa Italiana SpA) e a 2,5
milioni per l'MTS (Mercato telematico all'ingrosso dei Titoli di Stato, gestito da MTS
SpA). Sono titoli dematerializzati. Poiché i BOT sono garantiti dal Governo italiano,
sono praticamente privi di rischio di insolvenza. Inoltre, a causa dell'assenza di cedole,
non pongono il problema del loro reinvestimento e quindi, se detenuti fino alla
scadenza, non presentano rischio di interesse.

Tecniche di emissione e modalità di negoziazione sul mercato secondario: per


l'emissione viene utilizzato un procedimento formale e pubblico, l'asta dei BOT.
Occorre prenotare la quantità desiderata presso un intermediario autorizzato entro il
giorno precedente l'asta. Ciascun intermediario autorizzato può presentare fino a tre
richieste (ciascuna di importo non inferiore a 1,5 milioni) nelle quali deve indicare

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l'ammontare nominale che intende sottoscrivere e il relativo prezzo. Le aste dei BOT
trimestrali e annuali si tengono a metà mese, mentre quelle dei titoli semestrali si
tengono a fine mese.
Il principio fondamentale dell'asta competitiva senza prezzo base è che a ogni
richiesta di sottoscrizione, se risulta aggiudicataria, è applicato il prezzo proposto.
Precedenza nell'assegnazione le domande espresse a prezzi più alti e poi via via le
altre, fino a che la quantità offerta non sia esaurita.
Per evitare richieste eccessivamente speculative, durante l'asta sono calcolati un
prezzo massimo accoglibile e un prezzo di esclusione. Esempio pagina 136

La negoziazione dei BOT successiva al collocamento avviene su due principali mercati:


MOT, per gli scambi al dettaglio, e l'MTS per gli scambi all'ingrosso.
La banca può operare in due modi diversi:
• ponendosi come controparte diretta del cliente. La banca o il broker che non sia
ammesso al circuito Express II dovrà contattare uno degli operatori ammessi per
portare a compimento la transazione. L'intermediario darà quindi istruzione a
Monte Titoli di accreditare il suo conto dei BOT. Questi titoli sono
successivamente trasferiti in carico all'investitore.
• La banca può agire come mediatore e inviare l'ordine del cliente al MOT.
L'investitore che desidera acquistare o vendere BOT darà ordine alla propria
banca di effettuare la transazione direttamente sul mercato. La banca rende
disponibili oppure preleva i titoli sul deposito titoli del proprio cliente ordinante.

Rendimento dei BOT


I BOT sono venduti sotto la pari (a sconto): anziché pagare direttamente gli interessi, il
Tesoro emette i titoli sotto la pari rispetto al loro valore nominale. Il rendimento è
calcolato in base alla differenza fra il prezzo di acquisto e il valore nominale
corrisposto a scadenza.
Formula pagina 141

DEPOSITI INTERBANCARI
I depositi interbancari sono prestiti a brevissimo e breve termine fra intermediari
finanziari. L'istituzione mutuataria avrà una passività nel bilancio (debiti verso
banche), mentre quella mutuante avrà un'attività (crediti verso banche). Possono
essere di tipo:
• overnight: scambio di fondi effettuato nella giornata di negoziazione con rientro
nella giornata lavorativa successiva;
• tomorrow – next: scambio di fondi effettuati nel giorno lavorativo successivo alla
giornata di negoziazione con rientro nella giornata lavorativa successiva;
• spot – next: scambio di fondi effettuato nel secondo giorno lavorativo successivo
alla giornata di negoziazione con rientro nella giornata lavorativa successiva;
• call – money: deposito a vista rimborsabile con preavviso di 48 ore;
• depositi a tempo: scambio di fondi effettuati nel secondo giorno lavorativo
successivo alla giornata di negoziazione con rientro a scadenze fisse;
• depositi vincolati a giorni: scambio di fondi effettuato nella stessa giornata di
negoziazione con rientro in una giornata lavorativa prefissata nel tempo
massimo di 14 giorni di calendario.
Rendimento dei depositi interbancari
Prestiti nei quali gli interessi sono pagati una sola volta, alla scadenza. Assumono la
forma di prestiti non garantiti a breve scadenza. I tassi di interesse sono quotati sulla

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base di un anno di 360 giorni. Per confrontare il tasso di interesse sui depositi
interbancari con i tassi di interesse di altri titoli, è necessario convertire tale tasso in
un tasso espresso su base 365.
il mercato interbancario dei depositi è gestito dalla società e-MID SIM SpA che gestisce
anche il mercato degli overnight index swap.
Quando una banca invia un messaggio di pagamento, il suo conto presso la banca
centrale è addebitato; successivamente, è accreditato il conto che la banca ricevente
ha preso la banca centrale: la banca beneficiaria riceve un pagamento definitivo.
TARGET è il sistema dei pagamenti che fornisce servizi per il trattamento dei
pagamenti internazionali di importo rilevante, sia domestici si cross-border.

PRONTI CONTRO TERMINE


Nelle operazioni di pronto contro termine un soggetto si impegna a vendere una
determinata quantità di titoli a un altro soggetto, con la promessa di riacquistarli a un
prezzo e una data futura prestabiliti. Si tratta di un prestito di depositi interbancari con
garanzia, nel quale la garanzia è rappresentata da titoli. I titoli più frequentemente
utilizzati nelle operazioni di pronti contro termine sono i Titoli di Stato (es. BOT).
I pronti contro termine inversi consistono nell'impegno di un soggetto ad
acquistare una determinata quantità di titoli da un altro soggetto, con la promessa di
rivenderglieli a una data futura prestabilita.
La maggior parte delle operazioni di pronto contro termine è a breve scadenza (da 1 a
14 giorni). Le operazioni con durata inferiore a 1 settimana hanno come oggetto tagli
da 25 milioni o superiori, quelle con scadenza più lunga hanno tagli da 10 milioni.
Obiettivo: ottenere un piccolo rendimento fino a quando non necessitano di questi
fondi.
La maggior parte delle operazioni a pronti contro termine è costituita da transazioni di
depositi interbancari con garanzia collaterale fra le banche. La banca con surplus di
riserve cede depositi interbancari per breve tempo alla banca acquirente. Il giorno
successivo, la banca acquirente restituisce i depositi interbancari più interesse,
corrispondente al tasso sui depositi interbancari.

Meccanismo di negoziazione dei pronti contro termine


Sono effettuate o direttamente fra le due parti, o con l'aiuto di intermediari
specializzati. Sono utilizzate dalla BCE come supporto per condurre le operazioni di
mercato aperto, raramente eccedono i 15 giorni.

Rendimento dei pronti contro termine


Essi costituiscono investimenti a basso rischio di credito e corrispondo tassi di
interesse più bassi rispetto ai depositi interbancari non garantiti. Il rendimento è
calcolato utilizzando la stessa formula per i BOT.

CAMBIALI FINANZIARIE
Corrispondo alle commercial paper statunitensi, sono costituite da pagherò cambiari
a breve termine non garantiti mediante i quali le imprese ottengono finanziamenti a
breve termine. Introdotte nel 1994, in Italia sono autorizzate a emettere cambiali
finanziarie le società le cui azioni e/o obbligazioni sono già quotate in un mercato
regolamentato, altre società per azioni e le società finanziarie vigilate iscritte in un
apposito albo tenuto dalla Banca d'Italia. Vantaggio: le società con standing creditizio
elevato possono in genere prendere in prestito denaro a tassi di interesse più bassi
emettendo commercial paper piuttosto che mediante prestiti bancari.
Deve avere una durata compresa tra i 3 e i 12 mesi e il taglio minimo di 51.645,69.
L'importo complessivo non può eccedere il capitale versato e le riserve risultanti
dall'ultimo bilancio approvato.
I proventi realizzati con un investimento in cambiali finanziarie sono assoggettati a una
ritenuta del 12,50% che si applica a condizione che al momento dell'emissione il tasso

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di rendimento effettivo non sia superiore al TUR aumentato di 1/3. Se questa
condizione non viene rispettata si applica l'aliquota del 27%.

CERTIFICATI DI DEPOSITO
I CD sono titoli nominativi ovvero strumenti al portatore, a tasso fisso o variabile,
rappresentativi di depositi, presso una banca, a scadenza vincolata; possono essere
emessi da tutte le banche. I CD a breve termine hanno scadenza che varia dai 3 ai 18
mesi. Quelli a medio termine dai 28 ai 60 mesi.
Possono essere sia a taglio fisso che a taglio aperto; i primi sono emessi per importi
generalmente pari a 2500, 5000, 25000, 50000 ed 250000, sono collocati a sconto e
rimborsati al valore nominale. Quelli a taglio aperto non prevedono un ammontare
predeterminato e possono anche staccare alcune cedole periodiche.

Negoziazione dei CD
Sono emessi dalle banche mediante un meccanismo detto a rubinetto: la banca li
emette su richiesta della clientela calcolando di volta in volta, in base alle condizioni
dei mercati, il tasso di interesse che verrà riconosciuto al possessore del titolo.

Rendimento dei CD negoziabili


Sono negoziati tra le banche e gli acquirenti. I tassi di interesse dei CD negoziabili
sono di solito quotati in base alla convenzione dell'anno civile.

ACCETTAZIONI BANCARIE
Sono cambiali tratte con le quali un'impresa (traente) ordina a una banca di pagare
per suo conto una certa somma a una scadenza prestabilita. La banca in forza di un
accordo preliminare, appone la propria firma sui titoli per accettazione, assumendo la
veste di obbligato principale.

Processo di negoziazione delle accettazioni bancarie


La banca assicura la transazione internazionale timbrando accettato su una tratta
scritta contro la lettera di credito fra l'esportatore e l'importatore, che sta ad indicare il
suo obbligo a pagare l'esportatore estero (o la sua banca) a una data stabilita.gli
esportatori esteri possono mantenere l'accettazione bancaria fino alla data indicata
sulla lettera di credito. Le accettazioni bancarie sono a 30, 60 e 90 giorni. Per le
imprese esse rappresentano un mezzo di raccolta fondi a breve termine.

OPERATORI DEI MERCATI MONETARI


I più importanti operatori dei mercati monetari sono il Tesoro, la banca centrale, le
banche commerciali, i broker e dealer dei mercati monetari, le imprese e altri
intermediari finanziari come i fondi comuni di investimento e le SICAV.
• Tesoro: ottiene buona parte del finanziamento tramite l'emissione dei BOT che
sono quelli con negoziazione più attiva.
• Banche centrali: acquistano Titoli di Stato quando vogliono aumentare l'offerta
di moneta, mentre li cedono al mercato quando la vogliono diminuire. Ricorrono
spesso ai pronti contro termine per correggere temporaneamente i tassi di
interesse a breve e l'offerta di moneta.
• Banche: sono il gruppo più eterogeneo di operatori dei mercati monetari.
Emittenti e/o investitori di quasi tutti gli strumenti di mercato monetario. La loro
presenza è data dalla loro necessità di mantenere le riserve liquide imposte
dalla regolamentazione.
• Intermediari negoziatori: importanti per il corretto funzionamento dei mercati
monetari.
• Imprese: ottengono grossi finanziamenti nei mercati monetari facendo ricorso
a vari strumenti. Per ottimizzare la gestione della liquidità e della tesoreria, le

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imprese spesso investono i fondi in eccesso mediante titoli dei mercati
monetari.
• Altri intermediari finanziari: compagnie di assicurazione contro i danni e
assicurazioni sulla vita devono mantenere ingenti riserve di attività liquide per
far fronte ai danni provocati da eventuali sinistri. Investono una parte
importante del loro patrimonio in titoli di mercato monetario molto liquidi.
Società finanziarie e SIM raccolgono risorse sui mercati monetari utilizzando
diverse forme tecniche. Fondi comuni di investimento monetario investono il
loro patrimonio anche in titoli dei mercati monetari consentendo ai piccoli
risparmiatori di investire negli strumenti di mercato monetario e di ottenere
rendimenti maggiori rispetto ai depositi bancari.
MERCATI MONETARI INTERNAZIONALI
Per l'importanza del dollaro rispetto alle altre valute, molti contratti sono ancora
denominati in dollari. I Governi e le imprese detengono sempre una certa quantità di
fondi in dollari. Tali depositi denominati in dollari e detenuti all'estero nelle filiali di
banche statunitensi e di altre banche sono i depositi in eurodollari e il mercato nel
quale sono negoziati è definito mercato degli eurodollari.
Possono essere detenuti dal Governo, dalle imprese e dagli individui di tutto il mondo
e non devono sottostare direttamente alle regolamentazioni delle banche statunitensi.
Il LIBOR (London InterBank Offered Rate) è il tasso relativo a questo mercato ed è
calcolato come media dei migliori tassi d'interesse ai quali le banche primarie offrono
depositi in eurodollari a 3 e a 6 mesi ad altre banche primarie presenti sulla piazza di
Londra. Rilevato ogni mattina alle ore 11 sul mercato londinese. Dal 1999 è calcolato
l'EURIBOR (EURo InterBank Offered Rate) che rappresenta il tasso praticato nei Paesi
dell'area euro per le operazioni, con durata da 1 a 12 mesi, tra le banche primarie.

CD in eurodollari
Certificati di deposito denominati in dollari statunitensi emessi da banche al di fuori
dei confini degli Stati Uniti. Le scadenze sono inferiori ai 12 mesi.

Euronote
Sono dei titoli a breve termine negoziabili emessi nell'ambito di una NIF. Le NIF sono
operazioni di finanziamento a medio termine nelle quali il prenditore avvia un
programma di emissioni ripetute di titoli (note) a breve termine; queste facility
garantiscono la disponibilità di fondi al prenditore attraverso l'acquisto delle note
rimaste invendute da parte di un gruppo di banche.

6 – MERCATI OBBLIGAZIONARI

I mercati obbligazionari sono costituiti dall'insieme di operazioni di scambio aventi


come oggetto titoli di debito a medio – lungo termine. Insieme ai mercati azionari (in
cui si scambiano azioni, ovvero titoli rappresentativi di capitale di rischio) costituiscono
il mercato dei capitali. Il mercato dei capitali insieme a quello monetario costituisce
il mercato mobiliare.
Le obbligazioni sono titoli di debito a medio – lungo termine emessi dalle imprese e
dallo Stato. A fronte della prestazione monetaria dell'investitore, l'emittente
dell'obbligazione promette di corrispondere a scadenza una somma prestabilita
(valore nominale) più la cedola maturata sui fondi presi in prestito (il tasso di
interesse nominale moltiplicato per il valore nominale dell'obbligazione). Qualora
l'emittente non tenga fede ai termini di pagamento, l'obbligazionista ha diritto di
rivalersi sulle attività dell'emittente.
Le obbligazioni sono emesse e negoziate sui mercati obbligazionari.

TITOLI OBBLIGAZIONARI
TITOLI DI STATO

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I titoli di Stato sono titoli emessi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per
finanziare il debito interno e le altre spese dello Stato. Il debito interno è dato dalla
differenza fra l'accumulo storico del deficit o delle spese annue dello Stato e le
imposte. Formula pagina 163
I titoli del debito pubblico sono privi di rischio di insolvenza. A essi sono associati tassi
di interesse relativamente bassi. Tuttavia, in virtù della scadenza (e di conseguenza
della duration) relativamente lunga, al variare dei tassi di interesse essi sono esposti a
fluttuazioni di prezzo maggiori rispetto agli strumenti di mercato monetario: sono
soggetti quindi al rischio di interesse.

Tipi di titoli di Stato:


CTZ (certificati del tesoro zero-coupon) → i CTZ sono titoli a tasso fisso con durata
all'emissione di 24 mesi, soggetti a riaperture (vedi libro pagina 163) che possono
ridurne la durata originaria. Sono titoli emessi a sconto che non producono cedole nel
corso della loro vita (zero-coupon); il rendimento è dato dallo scarto di emissione pari
alla differenza tra il valore di rimborso (valore nominale) e il prezzo di emissione. Sono
soggetti a una ritenuta fiscale del 12,50% sullo scarto di emissione. I CTZ sono
negoziati al prezzo tel quel. Sono collocati attraverso un'asta marginale sul prezzo, cui
partecipano le banche e gli altri operatori autorizzati. Possono essere sottoscritti per
un importo minimo di 1000 o multiplo di tale cifra.
CCT (certificati di credito del tesoro) → sono titoli a tasso variabile con la durata di
7 anni. Fatta eccezione per la prima cedola (l'importo della quale è fissato al momento
dell'emissione), gli interessi sono corrisposti con cedole posticipate semestrali
indicizzate al rendimento lordo all'emissione dei BOT a 6 mesi relativo all'asta
precedente la data di godimento della cedola, maggiorato di uno spread. Sono emessi
alla pari o sotto la pari, con quotazione a corso secco, rimborsati in un'unica soluzione,
alla pari. Sulla remunerazione incide anche lo scarto d'emissione, differenza tra il
valore nominale e il prezzo pagato. Gli interessi sono soggetti ad aliquota del 12,5%
applicata al momento del rimborso. Emessi con frequenza mensile tramite un'asta
marginale sul prezzo. L'operazione di collocamento è affidata alla Banca d'Italia.
Possono essere sottoscritti per un importo minimo di 1000 o multipli.

BTP (Buoni del tesoro Poliennali) → titoli a tasso fisso con cedola semestrale
prestabilita al momento dell'emissione e durata pari a 3, 5, 10, 15, 30 anni. Possono
essere collocati alla pari, sotto la pari o sopra la pari e sono negoziati sul mercato
secondario a corso secco. Il rimborso avviene in un'unica soluzione alla scadenza. Gli
interessi e lo scarto di emissione sono soggetti a un'aliquota fiscale del 12,5%. I BTP
possono essere sottoscritti per un valore minimo di 1000 o un multiplo si tale cifra.

BTP€i (BTP indicizzati all'inflazione europea) → sono titoli di Stato indicizzati


all'inflazione: sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate
semestralmente sono rivalutati sulla base dell'inflazione dell'area euro. Titoli che
consentono all'investitore il recupero della perdita del potere di acquisto realizzatosi
nel corso della vita dei BTP€i stessi. Garantiscono la restituzione del valore nominale
sottoscritto: l'ammontare rimborsato non sarà mai inferiore al valore nominale. Hanno
durata all'emissione pari a 5, 10 e 30 anni e sono collocati mediante asta marginale
oppure mediante sindacato di collocamento.
BTP Italia sono gli unici titoli di Stato indicizzati al tasso d'inflazione italiana. Hanno
durata di 4 anni dall'emissione e pagano cedole semestrali. Sono i primi titoli di Stato
che il Tesoro ha emesso utilizzando la piattaforma MOT di Borsa Italiana-London Stock
Exchange Group.

I titoli di Stato una volta emessi sono negoziati sul MOT per quantitativi limitati e
sull'MTS per scambi non inferiori a 2,5 milioni.
Il MOT nasce nel 1994 come mercato al dettaglio. Si tratta di un mercato ad asta, nel
quale il sistema di negoziazione accoppia gli ordini in base al prezzo (price priority) e

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a parità di prezzo, in base alle priorità temporale di immissione dell'ordine (time
priority). La liquidazione dei contratti viene effettuata il terzo giorno di Borsa aperta
successivo alla stipulazione. Il MOT funziona secondo due diverse modalità: asta di
apertura (a sua volta articolata in pre-asta preventiva, asta preventiva, pre-asta
definitiva e asta definitiva) e negoziazione continua.
Coupon stripping: operazione di separazione delle componenti cedolari dal valore di
rimborso di un titolo. Si creano due gruppi di titoli: uno costituito dal valore di rimborso
del titolo al netto delle cedole (mantello), l'altro rappresentato dalle varie componenti
cedolari (strip, separate trading of registered interest and principal).
Si trasforma un titolo sul quale maturano periodicamente cedole di interessi in tanti
titoli zero-coupon. Vantaggi:
• Certezza dei rendimenti: essendo a tutti gli effetti zero-coupon, presentano un
rendimento a scadenza dell'investimento predeterminabile con assoluta
certezza.
• Maggiore flessibilità: si può creare un più ampio ventaglio di scadenze.
• Semplicità: le operazioni collegate all'investimento saranno solo due: l'acquisto
e il rimborso a scadenza del capitale.
Svantaggi:
• Maggior rischio: un titolo zero-coupon ha una più elevata duration di un titolo
con cedola ed è quindi maggiormente sensibile alle variazioni dei tassi di
interesse.
• Minore liquidità: mercato non ancora molto sviluppato e presenta un basso
volume di negoziazioni.
Le operazioni di stripping possono essere richieste a Monte Titoli SpA da tutti i soggetti
che hanno un conto presso la gestione centralizzata dei titoli di Stato. Ciascun titolo
risultante dalle operazioni di stripping rappresenta un titolo autonomo e può circolare
solo all'interno del sistema di gestione centralizzata dei titoli di Stato. Ciascuna
operazione di coupon stripping e di ricostituzione è ammessa per un importo pari o
multiplo di 1000. Il taglio minimo e valore nominale unitario delle singole componenti
è pari a € 0,01.

Rendimento dei titoli di Stato


Si concretizza nel calcolo del valore attuale di tutti i flussi di cassa generati dallo
strumento finanziario. Formula pagina 170

Rateo di interesse maturato


Quando un investitore acquista BTP o CCT, fra uno stacco di cedola e l'altro , deve
corrispondere al venditore la quota di interessi maturati fra l'ultimo stacco di cedola e
il giorno di valuta dell'operazione. Questo ammontare rappresenta il rateo di
interesse maturato. L'acquirente deve pagare al venditore il prezzo di acquisto del
titolo quotato sul mercato più il rateo di interesse maturato. La somma di queste due
componenti costituisce il prezzo pieno o corso tel quel del titolo. Il prezzo non
comprensivo del rateo di interesse maturato è il corso secco.

Aste dei BTP, dei CCT e dei CTZ


A eccezione dei BOT, il collocamento dei quali avviene tramite asta competitiva, gli
altri titoli di Stato sono emessi tramite asta marginale. I soggetti richiedenti
rimangono aggiudicatari allo stesso prezzo, detto prezzo marginale. Da parte di ogni
operatore possono essere effettuate tre richieste differenziate nel prezzo di almeno 1
centesimo di punto. La richiesta minima è di € 500000, mentre l'importo massimo è
pari al quantitativo offerto dal Tesoro in asta.

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Il prezzo marginale è individuato partendo dal prezzo più alto fino a quando la quantità
richiesta non è pari a quella offerta. Il prezzo dell'ultima domanda aggiudicataria
determina il prezzo marginale.
È calcolato un prezzo di esclusione, al di sotto del quale le richieste non sono prese in
considerazione. È calcolato sottraendo 200 punti base al prezzo medio ponderato. Nel
prezzo medio ponderato non sono prese in considerazione le offerte presentate a
prezzi superiori al PMA (prezzo massimo accoglibile), determinato così:
• qualora la domanda superi l'offerta, si determina il PMP delle richieste che,
ordinate a partire dal prezzo più elevato, costituiscono la seconda metà
dell'importo nominale in emissione;
• qualora la domanda risulti inferiore all'offerta, si determina il prezzo medio
ponderato delle richieste che, sempre ordinate a partire dal prezzo più elevato,
costituiscono la seconda metà dell'importo domandato.
Si calcola il PMA aggiungendo due punti percentuali al prezzo medio ponderato.

OBBLIGAZIONI SOCIETARIE
Le obbligazioni societarie (corporate bond) sono titoli di credito rappresentativi di
prestiti a medio – lungo termine emessi da società per azioni o da società in
accomandita per azioni. Sono costituite da un certificato che rappresenta una frazione
di un'operazione di finanziamento. Chi sottoscrive un'obbligazione diventa creditore
della società emittente e ha diritto alla riscossione di un interesse e al rimborso del
capitale a scadenza.
Le obbligazioni al portatore non risultano intestate ad alcun soggetto. La proprietà
del titolo e il diritto alla riscossione e al rimborso del capitale investito sono garantiti
esclusivamente dal loro possesso. Il trasferimento avviene tramite la consegna del
titolo.
Le obbligazioni nominative le informazione relative all'obbligazionista sono
registrate sul titolo e in un apposito registro tenuto dalla società emittente.
Il trasferimento avviene in due modi:
transfer: il nominativo dell'acquirente è iscritto sul titolo e nel libro societario delle
obbligazioni, l'iscrizione è a carico dell'emittente;
girata: il nome dell'acquirente è iscritto, a carico dell'alienante, sul titolo. Il nuovo
proprietario dovrà farsi carico di chiedere l'iscrizione del proprio nominativo nel libro
delle obbligazioni.

Il prospetto informativo è il documento pubblico che definisce le condizioni


dell'emissione delle obbligazioni e le modalità di svolgimento del rapporto tra
l'emittente e gli investitori in caso di offerta delle obbligazioni al pubblico.
L'obbligazionista non partecipa all'attività gestionale dell'emittente, non avendo diritto
di voto nelle assemblee dei soci.
Le obbligazioni societarie hanno diverse caratteristiche:
• modalità dei pagamenti periodici;
• prezzo di emissione;
• valore di rimborso;
• metodo di ammortamento;
• presenza di facoltà a favore dell'obbligazionista;
• garanzie collaterali e subordinate.

Modalità dei pagamenti periodici


Queste obbligazioni sono dette a tasso fisso o straight bond. Il tasso prefissato può
essere lo stesso per tutta la durata dl prestito oppure può essere di diverso livello per
le varie cedole. Si parla di obbligazioni step – up qualora sia prevista l'adozione di
tassi crescenti nel tempo, step – down quelle che prevedono tassi decrescenti. I tassi
sono noti a priori.
Obbligazioni indicizzate, il cui rendimento è legato a un parametro che può essere
finanziario, reale o valutario. L'indicizzazione finanziaria è prevalentemente usata al

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fine di evitare un disallineamento troppo marcato tra le condizioni del prestito
obbligazionario e l'andamento dei tassi di interesse in una data economia.
L'indicizzazione reale è ottenuta collegando l'entità dei pagamenti cedolari
all'evoluzione di un indice generale dei prezzi o del prezzo di un determinato bene.
L'indicizzazione valutaria associa l'entità dei pagamenti cedolari all'andamento del
rapporto di cambio tra due valute. L'investitore può proteggersi da eventuali
svalutazioni della propria moneta nazionale.

Prezzo di emissione
Ammontare pagato dal primo obbligazionista all'emittente per acquistare i titoli e
viene di solito espresso in percentuale rispetto al valore nominale. Può essere alla pari
(coincidente al 100% del valore nominale del titolo), sotto la pari o sopra la pari. Tre
situazioni:
• lo scarto è molto ridotto;
• lo scarto è rilevante;
• lo scarto è l'unica componente della remunerazione (zero-coupon bond).

Prezzo di rimborso
Consegna di un numero predefinito di azioni specificate nel regolamento del prestito
(obbligazioni reverse convertible), obbligazioni il cui rimborso è collegato
all'andamento del prezzo di un titolo azionario. Strike price: se al momento del
rimborso il prezzo delle azioni è superiore a tale soglia, l'emittente rimborsa il prestito
in forma monetaria; in caso contrario l'emittente consegna le azioni in luogo del
rimborso del prestito.

Metodo di ammortamento
L'emittente si impegna a rimborsare il prestito ottenuto dagli obbligazionisti. Varianti:
• unica soluzione: rimborsato in un'unica soluzione a scadenza (bullet bond);
• piano di rimborso: distribuzione graduale del rimborso attraverso una serie di
rate. Possono avvenire pro quota, ossia a date prestabilite e in una percentuale
prefissata; tramite estrazione a sorte, in cui alle date di rimborso parziale del
prestito si procede a estrarre a sorte un numero di titoli che vengono rimborsati
integralmente; ricorrendo al mercato secondario, sul quale l'emittente acquista,
alle date previste, un certo numero di obbligazioni;
• facoltà di rimborso anticipato dell'emittente: rimborsare anticipatamente il
prestito prima della scadenza prefissata. Obbligazioni callable: obbligazioni a
tasso fisso nelle quali l'emittente si riserva la facoltà di rimborsare in anticipo il
capitale.
• Offerta pubblica di acquisto da parte dell'emittente: l'emittente può decidere di
lanciare un'offerta pubblica di acquisto delle proprie obbligazioni (buy-back).
Deve indicare il quantitativo di obbligazioni da ritirare, il prezzo di riacquisto e la
durata dell'offerta.

Presenza di facoltà a favore dell'obbligazionista


I casi più importanti sono tre:
• Obbligazioni puttable: sono obbligazioni rimborsabili anticipatamente su
iniziativa dell'investitore.
• Obbligazioni convertibili: l'investitore può decidere di ottenere un numenro
prefissato di determinate azioni in cambio dei titoli di debito acquistati.
All'emissione, le obbligazioni convertibili devono essere offerte in opzione agli
azionisti e ai possessori di obbligazioni convertibili precedentemente emesse,
proporzionalmente alla corrispondente partecipazione al capitale, al fine di
mantenere inalterata la propria posizione all'interno della compagine azionaria.
Il prezzo di emissione non può essere inferiore al valore nominale. I principali
elementi che connotano un prestito obbligazionario convertibile sono:

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• metodo di conversione: diretto o indiretto. Se le azioni sono della stessa
società emittente le obbligazioni è diretta. Se le azioni di compendio sono
emesse da altra società è indiretto;
• rapporto o prezzo di conversione: numero di obbligazioni che devono essere
convertite per avere diritto a un'azione di compendio;
• periodo di conversione: conversione ammessa in un periodo continuo o a
scadenze prefissate.
Le obbligazioni convertibili conferiscono al possessore un'opportunità di
investimento (opzione) supplementare. Il rendimento è di solito inferiore a
quello delle obbligazioni tradizionali di identica durata.
• Obbligazioni cum warrant: alle normali obbligazioni è connesso un buono
(warrant) che consente all'obbligazionista di acquistare un certo numero di
azioni a condizioni di prezzo prefissate ed entro una certa data. Il warrant può
essere anche scisso dal titolo e ceduto separatamente a un altro investitore.

Garanzie collaterali e subordinazione


Qualora l'emittente risultasse insolvente, la presenza di garanzie collaterali e il ranking
rappresentano una modalità di tutela dell'obbligazionista. Le principali categorie sono:
• Obbligazioni garantite (secured bond): questi prestiti obbligazionari godono di
un diritto di prelazione su una determinata quota delle attività del bilancio
dell'emittente. In caso di fallimento dell'emittente, gli obbligazionisti vengono
soddisfatti prioritariamente e collettivamente attraverso la liquidazione di questi
crediti destinati alla loro copertura.
• Obbligazioni di tipo ABS (Asset-Backed Security) e MBS (Mortage-Backed
Security). Rientrano nella securitisation o cartolarizzazione, con la quale gli
intermediari finanziari cercano si smobilizzare attività illiquide attraverso la
creazione di un titolo negoziabile sul mercato. L'emittente utilizza una società
terza alla quale assegna i crediti di qualità omogenea. La SPV, per acquistare
questi crediti, emette un prestito obbligazionario garantito di tipo ABS o MBS, a
garanzia del quale sono posti i flussi di cassa generati dalle attività coinvolte
nell'operazione di cessione.
• Obbligazioni subordinate: i titolari di obbligazioni subordinate vedono i loro
diritti soddisfatti in maniera residuale in caso di fallimento dell'emittente.

RATING DELLE OBBLIGAZIONI


Grandi obbligazionisti, trader e gestori di portafoglio spesso valutano in proprio il
rischio di insolvenza dei titoli, assumendosi essi stessi l'onere di indagare sul grado di
solvibilità dell'emittente, controllarne gli indici finanziari e i prezzi dei titoli. I piccoli
investitori ricorrono ai rating obbligazionari forniti dalle agenzie. Le due più grandi
agenzie di rating sono Moody's e Standard & Poor's. Entrambe classificano le
obbligazioni in base alla loro valutazione del rischio di credito della società emittente
e assegnano un rating espresso da una sigla convenzionale. Giudizio sintetico sulla
capacità dell'emittente di assolvere agli impegni di pagamento assunti nei confronti
degli obbligazionisti.
Le sigle che le agenzie di rating assegnano alle emissioni con credit standing più
elevato (e quindi minore rischio di insolvenza) sono Aaa per Moody's e AAA per S&P.
All'aumentare del rischio di insolvenza stimato, scende il livello di rating assegnato
all'emissione obbligazionaria, mentre il margine di interesse rispetto ai titoli si Stato
con scadenza simile corrisposto agli obbligazionisti in genere aumenta.
Le obbligazioni con rating Baa o superiore, sono considerate investment grade bond,
ossia a basso rischio.
Le obbligazioni con rating inferiore a Baa e BBB, sono considerate obbligazioni di
grado speculativo e sono chiamate obbligazioni spazzatura (jink bond), od
obbligazioni ad alto rendimento (high yield bond).

EUROBOND

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Sono obbligazioni internazionali a lungo termine emesse nel mercato finanziario di uno
Stato diverso dal Paese d'origine dell'emittente, in una valuta differente da quella di
tale piazza.
Sono emessi anche in Paesi al di fuori dell'Europa e in valute diverse dall'euro. La
maggior parte delle emissioni è denominata in dollari statunitensi e può essere
effettuata in tutti gli Stati del mondo.
La prima emissione avvenne nel 1963 come espediente per aggirare il regime fiscale
e la regolamentazione. Gli eurobond sono in genere emessi in tagli da 5000 e 10.000
dollari; pagano gli interessi su base annuale, considerando un anno di 360 giorni. Sono
usualmente obbligazioni al portatore, negoziate sui mercati over-the-counter,
principalmente a Londra e in Lussemburgo.
Il collocamento degli eurobond sui mercati primari avviene tramite le banche di
investimento e spesso tramite i sindacati di garanzia e collocamento titoli. Emessi
tramite offerte di impegno di assunzione a fermo.
I sottoscrittori si assumono il rischio associato all'offerta iniziale delle obbligazioni. È
l'emittente che sceglie la valuta nella quale l'emissione di eurobond sarà denominata.
La conseguenza più immediata è che gli eurobond denominati nelle singole valute
europee sono stati soppiantati da eurobond denominati in una valuta unica, l'euro.

OBBLIGAZIONI ESTERE
Foreign bond. Sono obbligazioni a lungo termine emesse da imprese e Stati al di fuori
del Paese dell'emittente, di solito denominate nella valuta del Paese nel quale sono
emesse piuttosto che nella valuta nazionale. Sono chiamate obbligazioni internazionali
tradizionali.

7 – MERCATI AZIONARI

I mercati azionari consentono ai soggetti in surplus finanziario di offrire in modo


efficiente ed economico risorse finanziarie a titolo di capitale di rischio alle società. I
titoli di capitale o azioni rappresentano una fonte di finanziamento per le imprese, in
aggiunta ai finanziamenti a titolo di debito e al finanziamento interno derivante dagli
utili non distribuiti. Gli azionisti di una società hanno diritto a una percentuale dei
profitti realizzati dall'impresa, sotto forma di dividendi e in proporzione alla quota di
partecipazione posseduta. Essi hanno inoltre il diritto di partecipare alla ripartizione
delle attività dell'impresa.
Gli obbligazionisti sono invece creditori nei confronti dell'impresa emittente. In caso di
fallimento, i creditori hanno il diritto di essere soddisfatti prima degli azionisti, sia sui
ricavi realizzati sia sul capitale dell'impresa.
Il mercato secondario delle azioni è uno dei mercati più regolati e vigilati; è anche
quello sul quale si riscontra la maggiore disponibilità e circolazione di informazioni.
L'importanza attribuita ai movimenti del mercato deriva dal valore predittivo a essi
associato nei confronti dell'attività economica in generale. La maggior parte delle
persone detiene azioni direttamente o indirettamente attraverso il possesso di quote
nei fondi comuni di investimento o nei fondi pensione.

TIPOLOGIE DI AZIONI
Le azioni ricadono principalmente all'interno di due categorie: le azioni ordinarie e le
azioni speciali. Entrambe le tipologie offrono un rendimento che trae origine da due
componenti. La prima è costituita dal guadagno in conto capitale (capital gain), che si
origina per effetto dell'incremento del valore dell'azione nel tempo. La seconda
componente è costituita dal periodico (generalmente annuale) pagamento dei
dividendi agli azionisti.
I dividendi delle azioni variano nel tempo e il relativo tasso di rendimento è quindi
incerto.

AZIONI ORDINARIE

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L'azione ordinaria rappresenta l'unità minima di partecipazione al capitale di una
società. Ogni azione ha identico valore nominale o esprime un'identica frazione del
capitale sociale. Tali diritti possono distinguersi in diritti amministrativi, che riguardano
la voice all'interno della società, diritti patrimoniali, con riferimento all'utile e alla
quota di liquidazione in caso di scioglimento, e infine diritti misti, che hanno una
doppia componente, amministrativa e patrimoniale.

Dividendi
La decisione in ordine al pagamento e all'ammontare dei dividendi è assunta su
proposta dell'organo amministrativo della società emittente e deliberata
dall'assemblea ordinaria. Gli azionisti ordinari non hanno un diritto al dividendo. Il
mancato pagamento di dividendi agli azionisti non costituisce un inadempimento.

Diritti residuali
Nel caso dello scioglimento della società, gli azionisti ordinari si posizionano all'ultimo
posto nel concorso sul patrimonio sociale: essi hanno un diritto residuale. Solo dopo
che siano state soddisfatte tutte le pretese di grado superiore gli azionisti ordinari
avranno il diritto di partecipare alla ripartizione del patrimonio della società
eventualmente rimasto. Le azioni ordinarie sono maggiormente rischiose rispetto ai
titoli di debito.

Responsabilità limitata
Stabilisce che i creditori sociali non possano chiedere e ottenere dagli azionisti il
soddisfacimento dei loro crediti. Ciò implica che le perdite imputabili alla società siano
riferibili agli azionisti solo nei limiti dell'ammontare dei conferimenti inizialmente
apportati a titolo di capitale. Il patrimonio personale dell'azionista resta estraneo alle
pretese vantate dai creditori della società, persino se le perdite dell'impresa eccedono
il valore del capitale apportato.

Diritto di voto
Una caratteristica fondamentale delle azioni ordinarie è rappresentata dall'attribuzione
del diritto di voto nell'assemblea generale degli azionisti. Sebbene quest'ultimi non
esercitino alcun controllo sulla gestione operativa, essi mantengono comunque un
controllo indiretto sulle attività dell'impresa attraverso la nomina dei membri
dell'organo amministrativo.
Attribuiscono un voto per ciascuna azione in cui è diviso il capitale della società. Esiste
il divieto di emettere azioni a voto plurimo ma è possibile emettere delle categorie
speciali di azioni. Es: tutte le società possono emettere azioni che prevedono
l'esclusione del diritto di voto. È possibile inoltre emettere azioni con diritto di voto
limitato a particolari argomenti (azioni a voto condizionato).
Allo scopo di evitare un'eccessiva concentrazione di potere nelle mani degli azionisti
titolari di pieno diritto di voto, la percentuale delle azioni prive del diritto di voto, a
voto limitato o condizionato può rappresentare, al massimo, la metà del capitale della
società.
Gli azionisti eleggono l'organo amministrativo. I primi amministratori di una società
sono nominati nell'atto costitutivo. Il sistema di votazione più ricorrente è il voto di
lista, sistema di votazione nel quale i candidati si presentano attraverso delle liste.
Ogni azionista vota una lista. L'assegnazione dei posti ai candidati avviene in base ai
voti ricevuti da ciascuna lista, tenendo conto dell'ordine di preferenza dei candidati
presenti nella lista di appartenenza.
Voto per delega, sistema di votazione nel quale gli azionisti hanno la facoltà di farsi
rappresentare in sede assembleare per l'esercizio del diritto di voto, delegando un
altro soggetto secondo le modalità previste dalle norme vigenti.

AZIONI DI RISPARMIO E STRUMENTI FINANZIARI PARTECIPATIVI

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Possono emettere azioni di risparmio solo le società quotate in mercati
regolamentati, italiani o europei. È una particolare categoria di azioni che, a fronte
della totale assenza del diritto di voto, offre vantaggi sul piano patrimoniale.
La riforma del 2003 ha introdotto gli strumenti finanziari partecipativi, emessi
qualora la società intenda dare la possibilità a soci o a terzi di effettuare apporti che,
per loro natura, non possono costituire conferimenti a titolo di capitale sociale, come le
prestazioni d'opera o di servizi.
Non concorrono alla formazione del capitale sociale, non attribuiscono lo status di
azionista, né il diritto di voto nell'assemblea generale degli azionisti.
Azioni correlate, azioni fornite di diritti patrimoniali correlati ai risultati dell'attività in
un determinato settore o ramo d'azienda. Le azioni rappresentano comunque una
quota di partecipazione alla società nel suo complesso.
Azioni a favore dei prestatori di lavoro, i soci assegnano gli utili o parte di essi ai
dipendenti della società o di società controllate mediante l'emissione di nuove azioni
a favore dei dipendenti. Particolare forma di aumento di capitale nominale per un
ammontare corrispondente agli utili perseguiti dalla società e distribuiti con norme e
diritti particolari.

MERCATO MOBILIARE PRIMARIO


Il mercato primario è il mercato nel quale le imprese raccolgono risorse finanziarie
attraverso l'emissione di nuovi titoli. Le transazioni del mercato primario avvengono
attraverso intermediari che si frappongono tra l'impresa emittente e l'investitore
finale.
Un'offerta di azioni di nuova emissione nel mercato primario può configurare il caso
dell'emissione di titoli da parte di una società privata che intende quotarsi per la prima
volta.
Le emissioni di azioni appena richiamate sono denominate “offerte pubbliche iniziali”
IPO, finalizzate a creare il flottante necessario per ottenere la quotazione in un
mercato regolamentato.
L'offerta pubblica iniziale è denominata OPS (offerta pubblica di sottoscrizione) quando
riguarda titoli di nuova emissione e OPV (offerta pubblica di vendita) quando riguarda
titoli già esistenti.
Diritto di opzione, diritto degli azionisti secondo il quale le azioni di nuova emissione
devono essere preventivamente offerte agli azionisti preesistenti, conferendo loro
l'opportunità di mantenere invariata la percentuale di partecipazione al capitale della
società. In caso di OPS il diritto di opzione è escluso.

MERCATO SECONDARIO
Il mercato secondario è il mercato nel quale i titoli una volta emessi sono negoziati.
MTA (mercato telematico azionario), gestito da Borsa Italiana SpA. Esso è definito
mercato a contante e ciò in quanto l'oggetto di negoziazione è costituito da strumenti
finanziari primari.

Regolamentazione
Il funzionamento e l'articolazione dei mercati secondari sono influenzati dalla norma
vigente: in Europa conosciuta come MIFID che ha abolito l'obbligo di concentrazione
degli scambi sui mercati regolamentati, aprendo la strada alla nascita di due nuove
categorie di mercati alternativi: i sistemi multilaterali di negoziazione MTF e gli IS.

I MERCATI SECONDARI IN ITALIA


Mercati di Borsa
Dal 1996 è entrata in funzione la completa telematizzazione di tutti gli strumenti
finanziari quotati. Nel sistema telematico di Borsa possono operare solo soggetti
autorizzati e gli investitori privati devono quindi rivolgersi a tali soggetti autorizzati per
accedere al mercato.

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MTA (mercato telematico azionario)
L'MTA è gestito da Borsa Italiana SpA e in esso sono negoziati azioni, obbligazioni
convertibili, diritti di opzione, warrant e quote OICR. Le azioni devono essere emesse
nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e di ogni altra disposizione applicabile. Le
azioni devono essere emesse da emittenti che abbiano pubblicato e depositato i
bilanci anche consolidati degli ultimi tre esercizi annuali. L'emittente deve in
autonomia gestionale esercitare un'attività capace di generare ricavi.
Processo di negoziazione: si può svolgere secondo le modalità di asta a chiamata
oppure asta continua. Nel primo caso, le transazioni avvengono solo durante la fase di
chiamata, effettuata in intervalli di tempo prestabiliti, dando luogo a un solo prezzo
per titolo (fixing), mentre nel secondo caso gli scambi avvengono continuamente per
tutta la durata di apertura del mercato, generando per contro una pluralità di prezzi,
ciascuno relativo alle diverse negoziazioni avvenute.
Le transazioni sono eseguite dando la precedenza alle offerte di prezzo più elevate per
le proposte di acquisto e soddisfacendo per prime le offerte di prezzo più basse per le
proposte di vendita. In caso di uguaglianza, priorità temporale.
L'MTA è organizzato in fasi di negoziazione distinte. La prima è rappresentata dall'asta
di apertura, a sua volta articolata in preasta o preapertura, validazione e apertura.
Seguono poi la negoziazione continua e , per ultima, l'asta di chiusura a sua volta
articolata nelle fasi di determinazione del prezzo teorico d'asta di chiusura, validazione
del prezzo teorico d'asta di chiusura e conclusione dei contratti.
In un ordine a prezzo limitato è l'investitore che stabilisce il prezzo massimo o
minimo al quale è disposto a scambiare, mentre nelle proposte senza limite di prezzo il
contratto è concluso al prezzo di apertura, ovvero alle migliori condizioni presenti nel
mercato al momento in cui la proposta giunge sul mercato.
Tutte le proposte di negoziazione sono esposte nel book di negoziazione che
rappresenta in una visione d'insieme la sintesi di tutte le proposte di negoziazione
giunte al sistema in un determinato momento.
Esistono diverse regole per la determinazione del prezzo teorico d'asta:
• è il prezzo al quale è negoziabile il maggiore quantitativo di strumenti finanziari.
• Si tratta del prezzo che favorisce la minore differenza tra i volumi degli acquisti
e delle vendite.
• Coincide con il prezzo più alto se la maggiore pressione è sul lato degli acquisti,
o con il prezzo più basso se la maggiore pressione è sul lato delle vendite.
• Qualora vi sia la medesima pressione, è quello che risulta più prossimo al prezzo
di riferimento precedente.
• Qualora non esista un prezzo di riferimento, è quello pari al prezzo più basso tra
quelli risultanti dai punti precedenti.
La fase di validazione ha inizio una volta chiusa la fase di preapertura. Verifica della
validità del prezzo teorico d'asta precedentemente determinato. Viene assunto come
prezzo d'asta per la conclusione dei contratti se lo scarto dal prezzo di controllo non
supera la percentuale di variazione minima stabilita da Borsa Italiana.
Tutti i contratti il cui prezzo di apertura è stato convalidato sono conclusi, fino a
esaurimento delle quantità disponibili. Le proposte rimaste ineseguite sono
automaticamente trasferite alla successiva fase di negoziazione continua. La
conclusione dei contratti avviene mediante l'abbinamento automatico con le proposte
di segno contrario presenti nel mercato.
Una volta giunta al termine la negoziazione continua, si passa alla fase finale: la
chiusura. Qualora non sia stato determinato un prezzo teorico d'asta, le proposte
presenti nel sistema sono cancellate. Non vi è la possibilità di prorogare la fase di
peasta in chiusura.

Il prezzo di riferimento è pari alla media ponderata dell'ultimo 10% delle quantità
negoziate. Il prezzo ufficiale è dato dal prezzo medio ponderato dell'intera quantità
dello strumento medesimo negoziata nel mercato durante la seduta.

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Proposte di negoziazione. Gli operatori ammessi all'MTA interagiscono attraverso delle
proposte di negoziazione (Pdn) che costituiscono il veicolo di trasmissione delle
intenzioni negoziali degli operatori nel sistema e rappresentano lo strumento di
interazione con le potenziali controparti, originando l'insieme delle transazioni che
costituiscono il mercato.
Con riferimento alla quantità da eseguire si possono avere proposte:
• tutto o niente;
• esegui e cancella;
• esegui quantità minima.
Con riferimento al periodo di validità temporale proposte:
• valide sino a cancellazione;
• valide sino alla data specificata;
• valide sino all'orario specificato.
Con riferimento ai prezzi di esecuzione, proposte:
• esponi al raggiungimento del prezzo specificato.

Mercato AIM
L'AIM è un MTF, cioè un mercato multilaterale gestito e organizzato da Borsa Italiana
ma non sottoposto alla vigilanza CONSOB. È dedicato alle piccole e medie imprese
italiane ad alto potenziale di crescita. In fase di ammissione non è richiesta la
pubblicazione di un prospetto informativo e successivamente non è richiesta la
pubblicazione dei resoconti trimestrali di gestione.

Mercato TAH mercato telematico azionario.

MIV (mercato degli investment vehicles)


Obiettivo di offrire capitali, liquidità e visibilità ai veicoli di investimento con una chiara
visione strategica. Ospita numerose tipologie di veicoli:
• investment companies e real estate investment companies;
• fondi di private equity;
• fondi chiusi immobiliari;
• special purpose acquisition companies;
• fondi specializzati, fondi multy-strategy, fondi di fondi.
Gli scambi avvengono in modalità di negoziazione continua. La maggior parte dei
membri dell'MTA è anche connessa al MIV.

INDICI DEI MERCATI AZIONARI


Un indice di mercato è il valore composto di un gruppo di titoli negoziati in un mercato
secondario. Le fluttuazioni offrono agli investitori informazioni sull'andamento di
prezzo dei titoli quotati nel mercato secondario. Differenti metodologie di calcolo:
• equally-weighted: i fattori di ponderazione per tutti i titoli che compongono
l'indice sono uguali;
• price-weighted: il peso associato di ogni titolo è funzione del suo prezzo;
• value-weighted: il peso di ciascun titolo è proporzionale alla sua capitalizzazione
di Borsa.
Rappresentano la base sulla quale poi vengono costruiti ETF e derivati come futures e
opzioni. Le azioni di società estere possono essere incluse solo in FTSE MIB e in FTSE
Italia All-Share.
Gli indici azionari italiani:
• FTSE MIB: è composto dai 40 titoli più liquidi e capitalizzati sul listino della
Borsa Italiana. È anche il sottostante di Futures, miniFutures ed opzioni, quotati
sul mercato IDEM di Borsa Italiana. Le società che rientrano nei panieri
dell'indice FTSE MIB vengono negoziate anche nel comparto After Hours.
• FTSE Italia Mid Cap: è composto dalle prime 60 azioni per capitalizzazione e
liquidità successive alle società che compongono l'indice FTSE MIB.

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• FTSE Italia Small Cap: è composto da tutte le altre azioni, al di fuori dell'indice
FTSE MIB e di quello FTSE Italia Mid Cap.
• FTSE Italia Micro Cap: è composto da tutte le azioni la cui capitalizzazione di
mercato è minore del valore più piccolo dei costituenti FTS MIB, che non sono
nell'indice FTSE Italia All-Share.
• FTSE Italia All-Share: comprende tutti gli elementi costituenti degli indici FTSE
MIB, FTSE Italia Mid Cap ed FTSE Italia Small Cap.
• FTSE Italia Star: comprende le azioni delle società appartenenti nel segmento
STAR dell'MTA.

10 – LE BANCHE

L'attività bancaria è definita come raccolta del risparmio tra il pubblico ed esercizio del
credito. Tale attività ha carattere d'impresa e può essere esercitata solo dalle banche.

ATTIVITA'
Per le banche, i prestiti sono le principali attività generatrici di reddito, mentre gli
investimenti in titoli possono essere impiegati, oltre che per la generazione di reddito,
come serbatoio di liquidità da smobilizzare in caso di necessità. Le banche devono
mantenere ingenti quantitativi di liquidità e di titoli per essere certe di poter far fronte
alla domanda di rimborso da parte dei possessori delle loro passività.
I rischi principali a cui devono far fronte i moderni manager delle banche sono il rischio
di credito o di insolvenza e il rischio di liquidità.

Prestiti commerciali e industriali sono utilizzati per il finanziamento delle necessità


di capitale di un'impresa, per l'acquisto delle attrezzature e l'ampliamento degli
impianti. Possono avere tasso di interesse fisso o variabile. Il tasso di interesse di un
prestito a tasso fisso è stabilito all'inizio del periodo di validità del contratto e rimane
invariato per tutta la durata del contratto di prestito. A tasso variabile può essere
modificato periodicamente. I contratti a tsso variabile sono stipulati con maggiore
probabilità per i prestiti a lungo termine.
I prestiti commerciali possono essere garantiti o non garantiti: un prestito garantito è
coperto da una specifica attività del mutuatario, in caso di inadempimento da parte
del mutuatario, la banca finanziatrice ha diritto di far porre l'attività in vendita e di
soddisfare i suoi crediti sul ricavato della vendita. Un prestito non garantito conferisce
al mutuante soltanto dei diritti generici sulle attività del mutuatario, in concorso con gli
altri creditori in caso quest'ultimo vada incontro a insolvenza.

Prestiti immobiliari sono principalmente prestiti ipotecari. Per le banche, i prestiti


all'edilizia residenziale costituiscono la componente maggiore del portafoglio prestiti
immobiliari. Sono prestiti a lungo termine con scadenza media di circa 10 anni. Le
caratteristiche distintive includono le dimensioni del prestito, il rapporto percentuale
fra prestito ipotecario e valore dell'immobile e la scadenza. Altre caratteristiche
importanti sono il tasso di interesse e addebiti vari sul prestito. I tassi sui prestiti
ipotecari sono diversi a seconda che il prestito ipotecario sia a tasso fisso o variabile.

Prestiti al consumo come prestiti personali o il finanziamento dell'acquisto di beni


durevoli. Le banche erogano anche finanziamenti di prestito al consumo tramite carte
di credito come Visa, MasterCard e proprietary credit card emesse da società
commerciali.

Altri prestiti, gran varietà di mutuatari e di tipologie di prestito, come quello agli
intermediari finanziari non bancari, ai Governi statali e locali, alle banche estere e ai
Governi sovrani.

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Titoli di investimento hanno elevate caratteristiche di liquidità, basso rischio di
insolvenza e possono essere negoziati sui mercati secondari. Le banche mantengono
quantità rilevanti di questi titoli per essere sicure di poter facilmente far fronte a
eventuali necessità di liquidità impreviste. Poiché i ricavi generati dai titoli di
investimento sono esigui rispetto a quelli generati da prestiti, molte banche tentano di
mantenere al minimo l'ammontare di titoli di investimento in loro possesso.
Fra gli investimenti a breve scadenza ci sono i depositi presso altri intermediari
finanziari, i pronti contro termine e i titoli del Tesoro a breve termine. I rendimenti di
questi investimenti dipendono direttamente dalle oscillazioni dei tassi di interesse di
mercato.
Il mercato interbancario delle riserve eccedenti è il “mercato dei fondi interbancari”. I
pronti contro termine possono essere considerati come transazioni in fondi
interbancari con garanzia costituita da titoli. La banca con riserve eccedenti cede i
fondi per breve periodo alla banca acquirente. Poiché la banca che si espone al rischio
di credito richiede una garanzia collaterale per il prestito dei fondi riceve dalla banca
acquirente dei titoli di Stato come garanzia collaterale.
Il giorno successivo, la transazione si inverte, la banca acquirente restituisce i fondi
che ha preso a prestito più gli interessi; in cambio riceve i suoi titoli utilizzati come
garanzia collaterale nella transazione.

PASSIVITA'
Le banche commerciali hanno due fonti di finanziamento (a parte il capitale netto
fornito dagli azionisti):
• i depositi da clientela ordinari
• i fondi presi a prestito da altre banche e le altre passività.
Fra i depositi da clientela, spiccano i conti correnti di corrispondenza, depositi a vista
con riferimento ai quali le somme depositate possono essere movimentate dai
correntisti attraverso l'uso di servizi di pagamento messi a disposizione dalla banca.
Il secondo segmento maggiore dei depositi è costituito dai depositi a risparmio, liberi
o vincolati in termine di durata contrattuale. Rilascio da parte della banca di un libretto
di deposito sul quale sono annotate le operazioni di versamento e di prelievo, che
possono essere effettuate dal depositante solo presso lo sportello bancario che lo ha
emesso. La banca calcola gli interessi da riconoscere al risparmiatore e li accredita sul
libretto. Il prelevamento anticipato è concesso con il pagamento di una penale.
Il terzo grande segmento di raccolta è costituito dai certificati di deposito (CD). Titoli
trasferibili rilasciati a fronte di una somma di denaro depositata con un certo vincolo di
scadenza, con una durata compresa fra 3 mesi e 5 anni ed emessi a rubinetto.

CAPITALE NETTO
È costituito principalmente da azioni ordinarie, privilegiate e di risparmio,
sovrapprezzo di azioni e utili non distribuiti. La regolamentazione impone alle banche il
mantenimento di un livello minimo di capitale netto, al fine di ammortizzare le perdite.
Le banche tendono a mantenere il capitale netto ai livelli minimi stabiliti dalla
regolamentazione.

OPERAZIONI FUORI BILANCIO


Rientra l'emissione di diversi tipi di garanzie prestate dalle banche quali fideiussioni,
avalli, accettazioni bancarie e lettere di credito. Apportano un reddito extra da
commissioni. Comportano anche transazioni in strumenti derivati come futures,
forward, option e swap.
Una voce o operazione è un'attività fuori bilancio se essa si sposta sul lato delle
attività dello stato patrimoniale o causa l'iscrizione di una voce di ricavo nel conto
profitti e perdite.
Presentano caratteristiche sia di riduzione sia di incremento del rischio e, se usati in
modo appropriato, sono in grado di diminuire o eliminare il rischio di interesse, di
credito e di cambio di un intermediario finanziario. Fra i principali tipi vi sono:

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• Le fideiussioni, crediti non monetari concessi da una banca a favore di un
proprio cliente per garantire l'esecuzione di un'obbligazione da questi assunta.
• L'avallo, obbligazione cambiaria mediante la quale la banca garantisce il
pagamento di un titolo di credito.
• L'accettazione bancaria, cambiale tratta con la quale un'impresa ordina a una
banca, che accetta, di pagare una determinata somma a una data scadenza.
• Le lettere di credito, garanzie cedute dagli intermediari finanziari per
sottoscrivere la prestazione futura dell'acquirente della garanzia. Sono
utilizzate come strumento di assistenza di un'azienda nelle operazioni di
compravendita internazionali.

ECONOMIE DI SCALA E DI DIVERSIFICAZIONE


Le fusioni tra banche sono spesso indotte dal desiderio dei manager di ottenere
maggiori economie o risparmi su costi e vantaggi in termini di ricavi. Le economie sul
lato dei costi possono scaturire dalle economie di scala, dalle economie di
diversificazione o da efficienze X.

Economie di scala, misura in cui i costi unitari medi di erogazione di servizi finanziari
scendono all'aumentare della quantità di servizi erogati. L'internet banking → la rete
offre agli IF un canale attraverso il quale soddisfare in maniera veloce la necessità
della clientela, portare rapidamente i prodotti sul mercato e rispondere in modo più
efficiente alle condizioni variabili del commercio. Implica anche un costo per gli IF,
derivante dall'investimento nella tecnologia necessaria.
Il costo unitario o medio per l'erogazione dei servizi in aggregato da parte degli
intermediari finanziari diminuisce man mano che l'intermediario finanziario si espande.
Formula pagina 240.

Diseconomie di scala → caso in cui i costi della produzione combinata dei servizi
offerti da un IF risultano maggiori di quelli della produzione singola di essi.

Economie di diversificazione dei costi, l'investimento in un'area di servizi


finanziari può comportare benefici sinergici in termini di abbassamento dei costi per la
produzione di servizi finanziari relativi ad altre aree.
La capacità degli intermediari di produrre risparmi sinergici sui costi tramite l'utilizzo
combinato degli input nell'erogazione di prodotti multipli sono chiamate economie di
diversificazione. Un'altra linea di diversificazione è quella di tipo geografico.

Economie di diversificazione dei ricavi, le sinergie dei ricavi sono importanti per
tre motivi. L'acquisizione di un IF in fase di crescita può produrre nuovi ricavi. Il flusso
di ricavi della banca acquirente può diventare più stabile se il portafoglio delle attività
e delle passività dell'istituzione in oggetto di acquisizione presenta caratteristiche
diverse in termini di prodotti, credito, tassi di interesse e rischio di liquidità rispetto
all'acquirente.

DIMENSIONI E ATTIVITA' DELLE BANCHE


Le piccole banche si concentrano sulle operazioni al dettaglio del settore, concedendo
prestiti ed emettendo depositi ai consumatori e alle piccole imprese.
Le grandi banche effettuano sia attività al dettaglio sia all'ingrosso, e spesso si
concentrano sulle operazioni all'ingrosso.
Le piccole banche hanno usualmente una minore quantità di attività e passività fuori
bilancio rispetto alle grandi banche.
Le grandi banche tendono ad utilizzare una quantità maggiore di fondi acquisiti sul
mercato interbancario e una minore di depositi retail (a vista o a risparmio) rispetto
alle banche più piccole. Grandi banche: il loro differenziale dei tassi di interesse
(differenza fra i loro tassi di prestito e tassi di deposito) e il loro margine di interesse
netto (differenza fra reddito da interessi e spesa per interessi divisa per le attività

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produttrici del reddito) sono di solito più contenuti rispetto a quelli delle banche
regionali di dimensione minori, maggiormente protette dalla concorrenza in mercati
altamente localizzati e prestatrici di fondi a clienti più piccoli e meno evoluti
finanziariamente.

SERVIZI BANCARI ALL'INGROSSO


Per le grandi imprese, la necessità di servizi di gestione della liquidità è scaturita in
larga misura dalla consapevolezza che saldi monetari liquidi in eccesso comportano
costi opportunità considerevoli in termini di interesse perduto e dal bisogno di
conoscere la propria posizione in liquidità o in capitale circolante in tempo reale.
Servizi erogati dalle banche moderne:
• Conti di esborso controllati: consente che quasi tutti i pagamenti da effettuare
a una data siano conosciuti in mattinata.
• Spunta contabile: consente di registrare quali assegni della società sono stati
pagati dalla banca.
• Servizi di raccolta dei pagamenti: servizio di raccolta centralizzato dei
pagamenti delle società volto a ridurre l'intervallo di tempo dovuto per l'incasso
dei pagamenti, ovvero i titoli in corso di compensazione.
• Lockbox elettronico: il cliente riceve dei pagamenti on-line per conto di imprese
pubbliche e clienti societari simili.
• Concentrazione dei fondi: servizio tramite il quale i fondi sono reindirizzati dai
conti di un gran numero di banche diverse o filiali a pochi conti centralizzati
presso una sola banca.
• Trasferimento elettronico di fondi: comprende la trasmissione automatizzata di
messaggi di pagamento tramite SWIFT.
• Servizi di trattamento dei titoli di pagamento.
• Software di gestione della tesoreria: gestione efficiente di portafogli in valute e
titoli diversi ai fini della negoziazione e degli investimenti.
• Scambio di dati a mezzo elettronico: applicazione di posta elettronica per
trasferire e trattare fatture, ordini di acquisto e avvisi di spedizione in materia
automatizzata, utilizzando le banche come stanza di compensazione.
• Agevolazioni di commercio elettronico business-to-business: le banche rendono
automatico l'intero flusso informativo connesso all'approvvigionamento e alla
distribuzione di beni e servizi fra le imprese.
• Fatturazione a mezzo elettronico: le banche combinano la possibilità offerta da
Internet di inviare fatture via e-mail con i loro servizi di pagamento automatico,
tramite le reti di pagamento interbancarie.
• Verifica delle identità.
• Assistenza all'entrata delle piccole imprese nel commercio elettronico.

RID (rapporti interbancari diretti), procedura interbancaria che gestisce in modo


automatico l'incasso dei crediti delle aziende a fronte dell'esecuzione di addebiti in
conto corrente preventivamente autorizzati dalla propria clientela debitrice. Le
imprese creditrici possono: evitare la predisposizione della documentazione
tradizionale; conoscere quasi in tempo reale le ricevute pagate e quelle insolute;
disporre di informazioni elettroniche di ritorno per le proprie elaborazioni a fini di
controllo, analisi e statistiche.

Ri.Ba. (ricevuta bancaria) elettronica, servizio di incasso elettronico che prevede


la presentazione alla banca, da parte del cedente azienda, delle partite da incassare.
La banca successivamente stampa le ricevute pagabili presso i propri sportelli e inoltra
alla Rete Nazionale Interbancaria i dati relativi alle partite pagabili presso sportelli di
altre banche.

MAV (pagamento mediante avviso), procedura che prevede la gestione degli


incassi non domiciliati in base alla quale la banca predispone i bollettini di versamento

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e li invia al debitore, che può quindi effettuare il pagamento presso qualsiasi sportello
bancario o postale esibendo il documento ricevuto.

SERVIZI BANCARI AL DETTAGLIO


I clienti al dettaglio ricercano efficienza e flessibilità nelle operazioni finanziarie.
Prodotti di pagamento:
• Bancomat (ATM, Automated Teller Machine), permette ai clienti l'accesso
ventiquattro ore su ventiquattro al proprio conto corrente.
• Carta di debito POS (point of sale debit card), consente di pagare utilizzando dei
terminali di carta di addebito/POS. Implica il trasferimento immediato di fondi
dal conto del cliente al conto del commerciante. Il cliente non accumula mai
debiti nei confronti dell'emittente della carta.
• Servizio bancario a domicilio (home banking), collegamento diretto dei clienti
con i propri conti di deposito e di brokeraggio, che consente di usufruire di
servizi come il trading online dei titoli e il pagamento di bollette a mezzo
informatico.
• Addebiti/accrediti autorizzati, deposito diretto degli stipendi in conti bancari e i
pagamenti diretti delle ipoteche e delle bollette emesse dalle imprese di
pubblici servizi.
• Pagamento di bollette via telefono, trasferimento diretto di fondi dal conto in
banca del cliente agli esterni tramite comando vocale o tastiera telefonica.
• Fatturazione tramite e-mail, consente ai clienti di ricevere e pagare le bollette
tramite Internet, e quindi di risparmiare sulle spese postali.
• Banking online, i clienti possono utilizzare i servizi bancari al dettaglio e di
investimento offerti da Internet.
• Servizio di smart card (stored-value card), depositare e utilizzare denaro per
svariate operazioni di piccolo importo, tramite una carta di plastica che contiene
un microchip ed è accettata in un vasto numero di punti vendita al dettaglio.

PRO E CONTRO DELL'ESPANSIONE INTERNAZIONALE


L'espansione internazionale presenta sei grandi vantaggi.

Diversificazione del rischio, le attività di un intermediario finanziario a livello


internazionale aumentano l'opportunità di diversificare il rischio dei suoi flussi di ricavi.
Meno le economie mondiali sono integrate, maggiore è il potenziale di diversificazione
dei profitti attraverso l'espansione internazionale.

Economie di scala, un IF può potenzialmente contenere i costi operativi medi


espandendo le proprie attività al di fuori dei confini nazionali.

Innovazioni, un IF può ottenere degli extra-rendimenti dalle innovazioni di nuovi


prodotti se riesce a vendere tali servizi a livello internazionale invece che soltanto sul
mercato nazionale.

Fonti di finanziamento, consente a un IF di cercare le fonti di finanziamento


disponibili in misura maggiore e a costi ridotti.

Rapporto con i clienti, consente alle banche di mantenere i contatti con le società
multinazionali locali e di fornire loro servizi, seguendone l'espansione all'estero.

Elusione della regolamentazione, la ricerca di Paesi con regolamentazione meno


limitante e imposizione fiscale meno onerosa può consentire all'intermediario
finanziario di abbassare il gravame della regolamentazione e di aumentare il suo
potenziale di redditività netta.

Tre grossi svantaggi:

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Costi di informazione e di controllo, il livello assoluto di esposizione in alcune
aree può essere elevato, soprattutto se l'IF non raggiunge un livello di diversificazione
ottimale. Spesso i costi di controllo e di raccolta delle informazioni nei mercati esteri
risultano maggiori.
Problemi di carattere linguistico, legale e culturale possono imporre dei costi di
transizione supplementari sulle attività internazionali. Un IF veramente globale deve
padroneggiare le varie leggi e regolamentazioni di ciascun mercato.

Nazionalizzazione ed espropriazione, rischio politico che cambiamenti nel Governo


possano portare a fenomeni di nazionalizzazione di tali attività fisse. Se i depositanti
presso un IF estero registrano perdite a seguito della nazionalizzazione, possono
richiedere un'azione legale contro l'intermediario finanziario nei tribunali del Paese di
origine dell'intermediario piuttosto che del Governo nazionalizzante.

Costi fissi, possono risultare davvero considerevoli. Tali considerazioni sui costi
assumono rilevanza ancora maggiore qualora il volume atteso delle attività e i flussi di
reddito connessi all'entrata nel mercato estero siano incerti.

11 – REGOLAMENTAZIONE DELLE BANCHE

Il settore finanziario è oggetto di una regolamentazione dettagliata che persegue


obiettivi di:
• stabilità delle istituzioni e del sistema nel suo complesso;
• efficienza allocativa e operativa degli intermediari e concorrenza all'interno dei
mercati nei quali essi operano;
• trasparenza e correttezza dei comportamenti degli intermediari per la tutela dei
risparmiatori.
L'obiettivo della stabilità è posto a tutela dei soggetti che entrano in contatto cn gli
intermediari, evitare fenomeni di crisi e di dissesto, che possono estendersi con un
processo di contagio alle altre banche e alle imprese con esse collegate.
Si impone un'attività di vigilanza a livello di ogni singolo operatore, tesa a verificare e
garantire adeguate condizioni di liquidità e solvibilità, nonché a limitare i rischi assunti
dagli intermediari.
Anche la finalità dell'efficienza è perseguita sia a livello micro di impresa bancaria, sia
a livello macro di sistema nel suo complesso. Due profili:
• efficienza allocativa, capacità dell'intermediario di selezionare e finanziare i
progetti di investimento in modo ottimale secondo una scala di priorità definita
dal rendimento e dal livello di rischio a essi associato;
• efficienza operativa, capacità dell'intermediario di individuare la migliore
combinazione dei fattori di produzione disponibili, raggiungendo il più elevato
livello di output.
L'imposizione di regole di trasparenza e correttezza a carico degli intermediari
costituisce un presidio fondamentale a salvaguardia degli interessi dei clienti.

AUTORITA' CREDITIZIE
Autorità nazionali con compiti di vigilanza nel settore bancario sono: il CICR, il
Ministero dell'Economia e delle Finanze, la Banca d'Italia e l'Autorità Garante per la
Concorrenza e il Mercato.
Il CICR è composto dal Ministro dell'Economia e delle Finanze, dal Ministro del
Commercio Internazionale, dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali,
dal Ministro dello Sviluppo Economico, dal Ministro delle Infrastrutture, dal Ministro dei
trasporti e dal Ministro per le Politiche Comunitarie. Alle sedute partecipa il
Governatore della Banca d'Italia. Al CICR è affidata l'alta vigilanza, cioè la competenza
a dettare norme generali riguardanti aspetti nevralgici dell'attività bancaria.
Al MEF è attribuita la competenza a dettare norme su alcuni limitati temi.

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Tra le autorità nazionali la Banca d'Italia è la più importante. Ha compiti regolamentari
su quasi tutte le materie, compiti di controllo in senso stretto: autorizzare l'attività
bancaria, informazione, ispezione, comminare sanzioni. Rende pubblici i criteri
attraverso i quali uniformerà la propria attività di vigilanza.
Il Governatore e gli altri membri del Direttorio restano in carica sei anni e l'incarico può
essere rinnovato una sola volta. La nomina del Governatore è disposta con decreto del
Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri,
sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia.

VIGILANZA SULLE BANCHE


La vigilanza consiste in vari poteri: potere regolamentare e poteri di vigilanza in senso
stretto.
Quanto alla potestà regolamentare, il TUB stabilisce che la Banca d'Italia emana
disposizioni di carattere generale in tema di adeguatezza patrimoniale, contenimento
del rischio, partecipazioni detenibili, governo societario, organizzazione amministrativa
e contabile, controlli interni, sistemi di remunerazione e incentivazione, informativa da
rendere al pubblico sui detti temi.
La vigilanza in senso stretto comprende: il potere di concedere/revocare
l'autorizzazione all'attività bancaria, il potere di ottenere informazioni dalle banche
sullo svolgimento della propria attività, il potere di svolgere ispezioni nei locali della
banca per acquisire direttamente informazioni e svolgere verifiche, il potere di
emanare provvedimenti particolari nei confronti della singola banca e di irrogare
sanzioni.
Riguardo la vigilanza informativa, le banche devono comunicare alla Banca d'Italia i
propri bilanci nei modi e nei termini da questa previsti. Devono informarla delle
vicende attinenti all'incarico di revisione legale dei conti.
La differenza tra i benefici a capo dei soggetti privati e i costi che indirettamente
gravano sulla collettività si definisce onere netto della regolamentazione.
Maggiore è l'onere netto della regolamentazione, minori sono i benefici derivanti dalla
regolamentazione se comparati con i costi che derivano dal medesimo sistema di
regole nella mera prospettiva del gestore di un ente creditizio.

ACCESSO AL MERCATO
per attività bancaria si intende l'esercizio congiunto della raccolta del risparmio tra il
pubblico e dell'erogazione del credito, riservata esclusivamente alle banche.
Rimangono precluse l'attività assicurativa e la gestione diretta dei fondi comuni. Non
è immediato l'accesso al mercato una volta che la banca è stata costituita, è prevista
la preventiva autorizzazione di Banca d'Italia fino al 2014, poi BCE, autorizzazione
condizionata al possesso di requisiti oggettivi.
Requisiti:
• quando ricorre la forma societaria del tipo società per azioni o società
cooperativa per azioni a responsabilità limitata
• quando il capitale minimo versato corrisponde a quanto fissato dall'organo di
vigilanza
• quando viene presentato un programma di attività insieme allo statuto e all'atto
costitutivo
• quando sussistono requisiti di onorabilità da parte degli azionisti e requisiti di
professionalità a capo dei soggetti preposti allo svolgimento di funzioni di
amministrazione, direzione e controllo.
Ulteriore requisito indispensabile è l'obbligo di coincidenza tra la sede legale e la sede
amministrativa della banca interessata, al fine di evitare arbitraggi regolamentari.

ADEGUATEZZA PATRIMONIALE E ACCORDI DI BASILEA


L'introduzione dei coefficienti patrimoniali costituisce il principale strumento della
vigilanza prudenziale per garantire l'adeguatezza dei mezzi patrimoniali delle banche
a fronte dei rischi assunti nello svolgimento dell'attività di intermediazione.

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L'Italia aderisce all'impianto regolamentare in materia di adeguatezza patrimoniale
delle banche previsto dagli Accordi di Basilea, accordi che hanno introdotto requisiti
specifici in termini di dotazione patrimoniale sulle banche attraverso coefficienti
patrimoniali. Favorire la convergenza delle regolamentazioni dei vari Paesi aderenti, al
fine di armonizzare e standardizzare i sistemi finanziari e bancari internazionali.
A una maggiore esposizione ai rischi deve corrispondere una più elevata dotazione di
capitale proprio. Si introduce un coefficiente di solvibilità, secondo il quale il rapporto
tra il patrimonio di vigilanza di una banca e le attività ponderate per il rischio (cioè
il rischio di perdita per inadempimento dei debitori) non deve scendere sotto l'8%
Formula pagina 272

Patrimonio di vigilanza, aggregato patrimoniale che comprende tutte le poste


contabili pienamente disponibili da parte della banca per essere utilizzate senza
limitazioni ai fini della copertura dei rischi e delle perdite aziendali. Tale aggregato è
composto da tutte le poste del patrimonio di base e di quello supplementare.

Le raccomandazioni di Basilea 2 si articolano in tre pillar. Il primo pilastro si occupa dei


requisiti patrimoniali minimi che le banche devono osservare; il secondo pilastro
prevede controlli, sia interni sia esterni alla singola banca, per assicurare che questa
abbia livelli patrimoniali anche superiori al minimo; il terzo pilastro raccomanda
un'informazione al pubblico da parte di ciascuna banca sulla propria struttura
patrimoniale.

Primo pilastro, tratta di ulteriori rischi rispetto al rischio di credito considerato dal
primo Accordo di Basilea: si prevedono coefficienti patrimoniali appositi anche per il
rischio di mercato, per quello di controparte e per quello operativo. Alle banche è
consentita l'adozione di un metodo standard di misurazione del rischio o di metodi
personalizzati, secondo modelli sviluppati internamente dalle stesse istituzioni
finanziarie. Il Comitato di Basilea ha distinto un approccio IRB di base e uno avanzato.
La differenza risiede nella fonte delle stime delle variabili. L'approccio IRB di base
prevede che le banche forniscano una propria stima della sola probabilità di
inadempienza dei debitori, utilizzando per le altre componenti parametri forniti dalle
autorità di vigilanza.
IRB avanzato lascia alle banche la stima di tutte le variabili necessarie per valutare il
rischio di credito e per il calcolo della dotazione patrimoniale minima da mantenere.

Secondo pilastro, ruolo del controllo da parte delle autorità di vigilanza


dell'adeguatezza patrimoniale, quale complemento indispensabile ai requisiti minimi di
capitale.

Terzo pilastro, disciplina del mercato. Integrare i requisiti patrimoniali minimi e il


processo di controllo prudenziale. Obblighi di informativa verso il pubblico.

CONTENIMENTO DEL RISCHIO


Al fine di evitare che la banca si esponga in maniera eccessiva nei confronti di un
unico soggetto prenditore di fondi, vengono stabiliti dei limiti agli affidamenti che le
banche possono effettuare verso un unico cliente o un gruppo di clienti connessi, se di
valore nominale superiore al 10% del patrimonio di vigilanza della banca. Nessuna
banca può concedere a un singolo cliente o a un gruppo di clienti collegati fidi il cui
valore superi il 25% del patrimonio di vigilanza della banca stessa. Un ente creditizio
non può concedere grandi fidi per un valore cumulativo che superi di 8 volte il
patrimonio di vigilanza.

PARTECIPAZIONI DETENIBILI
Per le partecipazioni in banche non sono previsti limiti, ma solo la necessità di
preventiva autorizzazione qualora la partecipazione comporti l'influenza dominante

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nella società; quando la partecipazione sia superiore al 10% del patrimonio di vigilanza
della partecipante.
Per le imprese non finanziarie sono previsti limiti più stringenti. Fino al 2008 era
vietato alla banca di detenere più del 15% del capitale della società non finanziaria.
Era vietato a un impresa non finanziaria di detenere più del 15% del capitale di una
banca. Nel 2008 questo limite è stato abrogato.
La banca non può possedere in una società non finanziaria una partecipazione
superiore al 15% del proprio patrimonio di vigilanza, né un complesso di partecipazioni
nel settore industriale superiore al 60% del patrimonio di vigilanza.

BANCHE E POLITICA MONETARIA


Dal 1999 la responsabilità della politica monetaria è affidata alla SEBC e alla BCE.
Banca d'Italia persegue gli obiettivi assegnati al SEBC e agisce secondo gli indirizzi e le
istruzioni della BCE. Tra gli strumenti di politica monetaria figura la riserva
obbligatoria, vincolo alla libertà operativa di ogni banca interessata. Sono soggetti
alla riserva obbligatoria nella misura del 2% i depositi e le emissioni di titoli di debito
di mercato monetario.
Le riserve così individuate devono essere versate alla Banca d'Italia e la
remunerazione prevista è pari al tasso medio, calcolato durante il periodo di
mantenimento, delle operazioni di rifinanziamento poste in essere dal SEBC.

Moral Hazard. In presenza di un sistema si tutela dei depositi, una banca altamente
indebitata, ha un forte incentivo ad assumere posizioni eccessivamente rischiose.
Sono stati introdotti meccanismi nei sistemi di garanzia tali da legare il contributo al
fondo al grado di rischio delle posizioni assunte da parte di ogni banca. Premio di
assicurazione proporzionato a diversi fattori che contribuiscono a identificare il livello
di rischio delle attività della medesima banca.

13 – COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE E FONDI PENSIONE

La funzione principale delle compagnie di assicurazione è quella di risarcire singoli


individui e società al verificarsi di un evento negativo prestabilito, a fronte del
pagamento di un premio da parte dell'assicurato. Le tipologie di rischio oggetto di
copertura sono raggruppate in classi: rami assicurativi, distinti in due macro-categorie:
• ramo vita, le assicurazioni sulla vita forniscono protezione, in forma di capitale
o di rendita, al verificarsi di un evento attinente alla vita umana: morte, malattia
e ritiro dall'attività lavorativa;
• ramo danni, le assicurazioni contro i danni hanno funzione di reintegrazione del
patrimonio per danni subiti o dei quali si è responsabili e per le perdite derivanti
da infortuni, furti, incendi e altre catastrofi.

COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE DEL RAMO VITA


Ramo I: assicurazioni sulla durata della vita umana:
• polizze tradizionali di assicurazione ordinaria sulla vita
• assicurazioni collettive sulla vita
• assicurazioni vita a copertura di un credito.
Polizze tradizionali di assicurazione ordinaria sulla vita, a seconda del rischio
assicurato, possono essere distinte in:
• Assicurazione per il caso morte, corrisponde al beneficiario una prestazione,
sotto forma di capitale, in caso di morte dell'assicurato. Può essere polizza
temporanea caso morte e polizza a vita intera.
• La polizza temporanea caso morte non presenta componenti di risparmio.
Nell'ipotesi che l'assicurato continui a effettuare i versamenti dei premi, il
beneficiario da lui individuato riceve un indennizzo assicurativo nel caso in
cui il decesso dell'assicurato avvenga entro una determinata data. Se alla

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scadenza della polizza l'assicurato è ancora in vita, la compagnia non dovrà
erogare nessuna prestazione. Il termine varia da 1 a 40 anni e oltre.
• La polizza a vita intera protegge l'individuo durante tutta la vita. A fronte del
versamento di premi periodici da parte dell'assicurato, i beneficiari ricevono,
in caso di morte dell'assicurato, il valore nominale dell'assicurazione sulla
vita. L'erogazione dell'indennizzo da parte della compagnia di assicurazione
è certa. Nei primi anni di sottoscrizione i premi sono più elevati rispetto a
quelli di assicurazione temporale, negli ultimi anni sono più contenuti.
• Assicurazione caso vita paga una prestazione qualora l'assicurato sia in vita a
una data prestabilita. Tale prestazione può assumere la forma di capitale
differito o di rendita. Il capitale differito comporta la corresponsione di un
indennizzo in un'unica soluzione a una certa data, nell'eventualità in cui
l'assicurato sia ancora in vita. La rendita comporta diverse metodologie per la
liquidazione di un fondo per un lungo periodo di tempo, con l'erogazione al
beneficiario dei ricavi derivanti da tale fondo.
• Assicurazione mista include un elemento di assicurazione pura e un elemento di
risparmio, garantendo un indennizzo ai beneficiari della polizza nel caso in cui il
decesso dell'assicurato si verifichi entro una data prestabilita. L'assicurato che
risulti ancora in vita alla data prestabilita riceve il valore nominale della polizza.

Assicurazioni collettive sulla vita, copre una pluralità di individui. Sono rivolte ai
dipendenti delle società, possono essere contributive. Il vantaggio principale si
individua nelle economie di costo, dovute all'amministrazione in massa dei piani, ai
costi inferiori per l'accertamento delle condizioni di salute degli assicurati tramite
esami medici e altri sistemi di valutazione e ai costi ridotti di vendita e di
commissione.

Assicurazioni vita a copertura di un credito, protegge i mutuanti in caso di decesso del


mutuatario prima del rimborso di un debito contratto per l'acquisto dell'abitazione o di
un autoveicolo.

Ramo II: assicurazioni di nuzialità e natalità


Le polizze relative prevedevano prestazioni legato agli eventi matrimonio e nascita;
ramo non più utilizzato.

Ramo III: polizze unit linked e index lindek


Assicurazioni di cui ai rami I e II, qualora le prestazioni principali siano direttamente
legate al valore di quote di organismi di investimento collettivo del risparmio o di fondi
interni all'impresa di assicurazione (unit linked), oppure a indici, ovvero ad altri valori
di riferimento (index linked). Il rischio di investimento è a carico dell'assicurato.

Ramo IV: assicurazioni malattia e contro il rischio di non autosufficienza


Polizze che garantiscono una prestazione mediante contratti di lunga durata, non
rescindibili, per il rischio di invalidità grave dovuta a malattia o a infortunio o a
longevità.
Include polizze dread disease, che tutelano dal rischio di malattie particolarmente
gravi, e le polizze long term care, relative al rischio di perdita dell'autosufficienza.

Ramo V: polizze di capitalizzazione


Polizze rivalutabili, che prevedono la partecipazione dei soggetti assicurati ai risultati
prodotti dall'impresa di assicurazione, attraverso la gestione finanziaria dei premi
incassati. Si assicura un capitale.

Ramo VI: operazioni di gestione di fondi collettivi, costituiti per l'erogazione


di prestazioni in caso di morte, in caso di vita, oppure in caso di cessazione
o riduzione dell'attività lavorativa

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L'assicuratore garantisce non soltanto il tasso di interesse accreditato a un piano di
pensionamento per un dato periodo ma anche i tassi delle rendite sui contratti
stipulati dai beneficiari.
Il piano di pensionamento è un documento che programma il funzionamento di un
fondo pensione. Altri piani comportano la partecipazione immediata a piani di
contabilità separata che prevedono l'investimento dei premi in fondi comuni di
investimento azionari con scopo specifico. I piani a contabilità separati sono
programmi di rendite promossi dalla compagine di assicurazione del ramo vita in base
ai quali il risarcimento della polizza è legato alle attività nelle quali sono investiti i
premi delle polizze.

I prodotti del ramo I rappresentano il core business delle imprese di assicurazione,


73,4%, i prodotti di ramo III, unit e index incidono per il 19,8%.

Attività: le compagnie di assicurazione sulla vita, per la natura a lungo termine delle
loro passività e per la necessità di generare rendimenti concorrenziali sulle componenti
di risparmio dei prodotti offerti, concentrano i propri investimenti nelle attività che
figurano nella parte più lunga dello spettro delle scadenze (obbligazioni societarie,
azioni, titoli di Stato).
Passività: riserve tecniche, voci di passività nello stato patrimoniale delle compagnie
di assicurazione che riflettono gli obblighi di pagamento attesi sui contratti di polizza
in essere.
COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE DEL RAMO DANNI
Si procede a una distinzione tra assicurazioni sulla proprietà e assicurazioni contro gli
incidenti. Le assicurazioni sulla proprietà coprono l'assicurato contro il rischio di
perdita di un bene mobile o immobile di sua proprietà. Le assicurazioni contro gli
incidenti offrono protezione per i danni dei quali si è civilmente responsabili.
• Rami auto
• RCA (responsabilità civile auto), finalizzata a reintegrare il patrimonio
dell'assicurato a seguito del pagamento a terzi dei danni da lui cagionati con
il proprio autoveicolo. Assicurazione obbligatoria. In capo alle imprese di
assicurazione vige l'obbligo a contrarre: esse sono tenute ad accettare tutte
le proposte di assicurazione loro sottoposte, nonché a stabilire
preventivamente tariffe per ogni rischio derivante dalla circolazione dei
veicoli a motore;
• CVT (corpi veicoli terrestri), copre l'assicurato dai danni subiti da veicoli
terrestri, esclusi quelli ferroviari.
• Rami non auto
• Infortuni, rifonde l'assicurato i danni a lui derivanti da infortuni sul lavoro e
da malattie professionali.
• Malattia, risarcisce all'assicurato le spese di tipo sanitario da lui sostenute.
Le tariffe sono basate sui dati di sinistrosità.
• Corpi di veicoli ferroviari.
• Corpi di veicoli aerei.
• Corpi di veicoli marittimi, lacustri e fluviali.
• Merci trasportate, rifonde l'assicurato i danni subiti dalle merci trasportate o
dai bagagli, indipendentemente dal veicolo di trasporto.
• Incendio ed elementi naturali, risarcisce l'assicurato dei danni causati a beni
da incendio, esplosione, tempesta o altri elementi naturali, energia nucleare,
cedimento del terreno.
• Altri danni ai beni, tutela l'assicurato dai danni subiti da beni cagionati da
grandine o gelo, nonché da qualsiasi altro evento, quale furto, non coperto
dalle polizze del ramo incendio.
• Responsabilità civile aeromobili, reintegrare il patrimonio dell'assicurato a
seguito del pagamento a terzi dei danni da lui cagionati con il proprio
aeromobile.

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• Responsabilità civile veicoli marittimi, lacustri e fluviali, reintegra il
patrimonio dell'assicurato a seguito del pagamento a terzi dei danni da lui
cagionati con i veicoli suddetti.
• Responsabilità civile generale, tutela l'assicurato a fronte di ogni
responsabilità diversa da quelle sopra menzionate.
• Credito, copertura delle perdite patrimoniali derivanti da insolvenze,
nell'ambito del credito all'esportazione, della vendita a rate, del credito
ipotecario e del credito agricolo.
• Cauzione, strumento a protezione del patrimonio aziendale.
• Perdite pecuniarie di vario genere, tutela l'assicurato da rischi relativi
all'occupazione, insufficienza di entrate, intemperie, perdite di utili,
persistenza di spese generali, spese commerciali impreviste, perdita di
valore venale, perdita di fitti o di redditi, perdite pecuniarie diverse.
• Tutela legale.
• Assistenza, che tutela le persone in situazione di difficoltà.

Rischio dei sinistri


La caratteristica fondamentale è la prevedibilità attuariale dei sinistri rispetto ai premi
ottenuti, la quale dipende da:
• Proprietà vs responsabilità, i livelli massimi dei sinistri sono più facilmente
prevedibili per linee di assicurazione di proprietà che non per quelle di
responsabilità.
• Dimensione vs frequenza, i tassi dei sinistri sono più prevedibili sulle linee a
bassa gravità ed elevata frequenza che non sulle linee a elevata gravità e bassa
frequenza.
• Rischio a lunga o a breve scadenza, rende difficile la stima dei sinistri attesi. I
sinistri long tail si producono nelle polizze per le quali l'evento assicurato si
verifica durante un periodo di copertura, ma la richiesta di risarcimento è
effettuata soltanto molti anni dopo.
• Inflazione del prodotto vs inflazione sociale, i tassi di sinistri su tutte le polizze di
assicurazione danni sono influenzati in modo negativo dagli aumenti inattesi
dell'inflazione. Esistono anche rischi di inflazione specifici della singola linea. Le
linee di responsabilità possono essere soggette all'inflazione sociale.

Il coefficiente di perdita misura le perdite effettive maturate su una particolare linea


di polizza, ed è dato dal rapporto fra le perdite e i premi guadagnati. Un coefficiente
di perdita inferiore a 100 indica che i premi maturati sono stati sufficienti a coprire le
perdite registrate sulla linea in questione.

Rischio di spesa
Le due fonti principali del rischio di spesa sono le spese di perizia di danno e le
commissioni e spese varie.
Le spese di perizia di danno si riferiscono ai costi del processo di definizione dei danni.
L'altra grande spesa è rappresentata dai costi di commissione pagati agli intermediari
assicurativi e agli agenti di vendita e dalle altre spese di esercizio legate
all'acquisizione delle attività.
Combined ratio: somma di due coefficienti: un coefficiente di sinistralità, che pone in
rapporto gli oneri per sinistri e i premi di competenza, e un coefficiente di efficienza,
che rapporta le spese di gestione ai premi emessi.

Rischio del rendimento da investimento


Le compagnie di assicurazione contro i danni, nel periodo che intercorre fra il
momento in cui esse incassano i premi e il momento in cui effettuano il risarcimento
delle polizze, investono i premi in attività. La redditività media generale (coefficiente di
gestione) è misurata dalla differenza fra il combined ratio al netto dei dividendi e il
rendimento da investimento.

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AUTORITA' DI VIGILANZA SUL SETTORE ASSICURATIVO
L'organismo di controllo p l'IVASS che esercita un controllo sulla gestione delle
compagnie di assicurazione, sotto molteplici profili: gestione tecnica, finanziaria,
patrimoniale e contabile, al fine di vagliare disposizioni legislative, regolamentari e
amministrative vigenti.
Compito dell'IVASS è anche quello di varare direttive che prevedano l'introduzione e il
rispetto di regole di comportamento. L'attività di vigilanza dell'IVASS è volta anche a
garantire il rispetto delle regole di correttezza e di trasparenza a salvaguardia degli
stessi assicurato-consumatori.
L'IVASS è incaricato:
• Del rilascio dell'autorizzazione allo svolgimento dell'attività assicurativa, nonché
all'estensione della stessa ad altri rami.
• Del controllo sui gruppi assicurativi tenuto conto della necessità di controllare i
rapporti instaurati tra compagnie dello stesso gruppo, di regolamentare
l'acquisizione di partecipazioni qualificate e di controllo, di definire le regole per
la redazione del bilancio consolidato.
Infine, si richiamano i poteri sanzionatori in capo all'IVASS attraverso i quali può
imporre l'adozione di misure correttive o repressive nel caso in cui un'impresa
assicurativa violi la normativa o attui comportamenti che possano determinare
pregiudizio alle sue condizioni di stabilità.

MARGINE DI SOLVIBILITA' DELLE IMPRESE DI ASSICURAZIONE


Le imprese di assicurazione devono disporre costantemente di un margine di solvibilità
adeguato allo svolgimento della complessiva attività. È rappresentato dal patrimonio
netto dell'impresa sottraendovi gli elementi immateriali e comprende:
• il capitale sociale versato;
• le riserve legali, statuarie e facoltative, non destinate a copertura di specifici
impegni o a rettifica di voci dell'attivo;
• gli utili dell'esercizio e degli esercizi precedenti portati a nuovo, al netto dei
dividendi da corrispondere;
• le perdite dell'esercizio e degli esercizi passati portate a nuovo.
L'attuale vigilanza prudenziale prevede che il margine di solvibilità sia determinato in
base alle seguenti componenti:
• Una quota fissa (quota di garanzia), un terzo del margine richiesto, livello
minimo differente a seconda dei rami.
• Una quota variabile, determinata tramite aliquote forfettarie applicate al volume
di affari, corretto in base al rischio sottostante.
Le imprese di assicurazione sono tenute a dimostrare all'IVASS il rispetto del margine
di solvibilità, mediante la redazione di un prospetto da presentare all'autorità di
vigilanza con periodicità annua.

FONDI PENSIONE
Il decreto disciplina le forme di previdenza finalizzate all'erogazione di trattamenti
pensionistici complementari a quelli del sistema obbligatorio di base, volti a garantire
livelli di copertura previdenziale più elevati. I principi fondamentali sono:
• Volontarietà all'adesione, l'adesione alle forme pensionistiche complementari è
libera e volontaria.
• Equiparazione delle forme pensionistiche complementari, comprende i fondi di
origine contrattuale o negoziale, i fondi aperti, i fondi preesistenti e i PIP.
• Attuazione delle forme pensionistiche complementari attraverso la costituzione
di fondi pensione, i contributi versati dai singoli iscritti e dai datori di lavoro,
nonché quote del TFR, confluiscono in un grande patrimonio, fondo, e sono
investiti sui mercati finanziari.
I soggetti che possono usufruire della previdenza complementare sono:

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• lavoratori dipendenti pubblici e privati, la possibilità di adesione è stata estesa
anche ai lavoratori a tempo determinato, part-time, collaboratori a progetto o
coordinati e continuativi, associati in partecipazione, lavoratori interinali e
occasionali;
• lavoratori autonomi e liberi professionisti;
• lavoratori soci di qualsiasi tipo di società cooperativa;
• persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità
familiari.
Le diverse categorie di lavoratori possono aderire a due differenti regimi gestionali:
• Regime a prestazione definita, previsto esclusivamente per i lavoratori
autonomi e liberi professionisti. Prevede che le prestazioni siano predeterminate
e legate a parametri specifici, le prestazioni non risultano fisse, ma variabili.
• Regime a contribuzione definita, obbligatorio per i lavoratori dipendenti
pubblici e privati, per i soci di cooperative e per i soggetti destinatari del
decreto. Sono versati nel fondo somme di denaro durante gli anni di servizio del
lavoratore e la prestazione finale di pensionamento si basa sulle contribuzioni
totali del datore di lavoro, sulle eventuali contribuzioni supplementari da parte
del dipendente e su eventuali profitti o perdite, connessi agli investimenti
effettuati dal fondo per mezzo di tali contribuzioni.

DIMENSIONI, STRUTTURA E COMPOSIZIONE DEL SETTORE


• Fondi negoziali o chiusi. Si tratta di una forma pensionistica collettiva, istituita in
base a contratti o accordi collettivi anche aziendali stipulati tra le
rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro. I contratti individuano i
soggetti ai quali i fondi si rivolgono. L'attività del fondo pensione negoziale
consiste essenzialmente nella raccolta delle adesioni e dei contributi,
nell'individuazione della politica di investimento delle risorse e nell'erogazione
delle prestazioni. È un soggetto giuridico autonomo dotato di organi propri:
l'assemblea, gli organi di amministrazione e controllo e il responsabile del fondo
che coincide con il direttore generale. Le pensioni sono generalmente erogate
da una compagnia di assicurazione.
• Fondi aperti. Istituiti direttamente da banche, società di intermediazione
mobiliare, compagnie di assicurazione e società di gestione del risparmio.
Possono essere ad adesione collettiva o individuale. Costituiscono un patrimonio
separato e autonomo finalizzato esclusivamente all'erogazione delle prestazioni
previdenziali. La banca depositaria deve essere un soggetto esterno.
• Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo. Forme pensionistiche
individuali realizzate attraverso la sottoscrizione di contratti di assicurazione
sulla vita con finalità previdenziale. Le risorse finanziarie accumulate mediante
tali contratti costituiscono patrimonio autonomo e separato. È prevista la figura
del responsabile della forma pensionistica.
• Fondi preesistenti. Forme pensionistiche complementari già istituite alla data
del 15 novembre 1992 che presentano caratteristiche peculiari rispetto ai fondi
istituiti successivamente. L'adesione avviene su base collettiva.
Tali tipologie sono sottoposte alla vigilanza della COVIP.

COVIP (COMMISSIONE DI VIGILANZA SUI FONDI PENSIONE)


Alla commissione è demandato il compito di definire le condizioni che le forme
pensionistiche complementari devono soddisfare per poter essere ricondotte
nell'ambito di applicazione del decreto ed essere iscritte all'albo.
L'intera attività è volta a perseguire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti
e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche, con la finalità ultima di
assicurare la tutela degli iscritti e dei beneficiari e il buon funzionamento del sistema
di previdenza complementare.
Detta disposizioni finalizzate ad assicurare la trasparenza delle condizioni contrattuali
e di vigilare sulle modalità di offerta al pubblico.

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Sono attribuite alla COVIP le competenze in materia di modalità di offerta al pubblico,
e quindi in materia di regolamentazione e vigilanza nella fase sia di raccolta delle
adesioni, sia di informativa nel corso del rapporto di partecipazione.
Verifica del rispetto dei criteri di individuazione e ripartizione del rischio nella scelta
degli investimenti.

REGIME FISCALE DEI FONDI PENSIONE


I fondi pensione sono soggetti a imposta sostitutiva delle imposte sui redditi nella
misura dell'11,05%, applicato al risultato netto maturato in ciascun periodo d'imposta.
Per i fondi a contribuzione definita, tale risultato netto si determina a partire dal valore
del patrimonio netto finale, aumentato delle erogazioni effettuate per il pagamento dei
riscatti, delle prestazioni previdenziali e delle somme trasferite ad altre forme
pensionistiche e diminuito di una serie di componenti:
• i contributi versati;
• le somme ricevute da altre forme pensionistiche;
• i redditi soggetti a ritenuta;
• i redditi esenti da imposta;
• il valore del patrimonio netto a inizio anno.
Per i fondi a prestazione definita il risultato netto è determinato dalla differenza tra il
valore attuale a fine anno della rendita in via di costituzione, diminuito dei contributi
versati nell'anno, e il valore attuale iniziale della rendita stessa.

14 – SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO E FONDI COMUNI DI


INVESTIMENTO

Le società di gestione del risparmio (SGR) sono intermediari specializzati che


esercitano professionalmente e istituzionalmente un'attività di gestione del risparmio.
Il TUF attribuisce alle SGR una riserva di attività per la prestazione di servizi di
gestione collettiva e consente loro di prestare servizi di gestione individuale, di istituire
e gestire fondi pensioni, e svolgere altre attività connesse e strumentali.
Nel caso della gestione collettiva, le risorse raccolte dai singoli risparmiatori
confluiscono in un unico patrimonio, gestito in modo unitario.
È possibile distinguere tra fondi contrattuali e fondi statutari. Nel primo caso si utilizza
lo schema del contratto di trust, che prevede l'instaurarsi di un rapporto tra tre parti: i
partecipanti, la società di gestione e l'intermediario finanziario. Il patrimonio gestito,
privo di personalità giuridica e suddiviso in quote, è autonomo. I risparmiatori non
sono titolari del fondo e vantano esclusivamente un diritto di credito verso la società di
gestione.
Il fondo statutario è costituito nella forma giuridica di società per azioni e le singole
quote sono rappresentate dalle azioni sottoscritte dai partecipanti.
Una SGR può operare come società promotrice, può assumere il ruolo di società
gestore, effettuando la gestione di patrimoni OICR, ossia fondi comuni di investimento
e SICAV.
L'autorizzazione all'esercizio dell'attività di gestione collettiva e individuale del
risparmio, da parte della Banca d'Italia, sentita la CONSOB, è subordinata al rispetto
delle seguenti condizioni:
• sia adottata la forma giuridica di società per azioni;
• la denominazione sociale contenga le parole società di gestione del risparmio;
• la sede legale e la direzione generale della società siano situate nel territorio
della Repubblica italiana;
• il capitale sociale versato non sia inferiore a 1 milione e il patrimonio di vigilanza
non sia inferiore a quanto stabilito dalla Banca d'Italia;
• i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo
abbiano specifici requisiti di professionalità, indipendenza e onorabilità;
• i titolari di partecipazioni al capitale della SGR soddisfino specifici requisiti di
onorabilità;

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• sia presentato, unitamente all'atto costitutivo e allo statuto, un programma
concernente l'attività iniziale, le sue linee di sviluppo con gli obiettivi da
perseguire e le strategie imprenditoriali, nonché una relazione sulla struttura
organizzativa;
• la struttura del gruppo a cui appartiene la SGR non sia tale da recare pregiudizio
all'effettivo esercizio della vigilanza sulla società stessa.
Le SGR sono tese a massimizzare la differenza positiva tra i ricavi per commissioni su
servizi e i costi operativi.
I ricavi sono rappresentati in prevalenza dalle provvigioni che il fondo retrocede alla
società di gestione e delle commissioni attive per l'emissione e il rimborso delle quote.
I ricavi includono gli eventuali proventi finanziari relativi all'investimento di parte del
capitale sociale della SGR.
I costi sono costituiti dalle commissioni di intermediazione conseguite dai soggetti
collocatori, dalla remunerazione del personale, dagli ammortamenti delle strutture, dai
costi di tipo informatico e dalle spese amministrative e promozionali.

FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO


I fondi comuni di investimento sono investitori istituzionali che raccolgono le risorse
finanziarie dei risparmiatori per investirle in portafogli diversificati di attività. I fondi
comuni di investimento aperti emettono nuove quote nei confronti degli investitori
e riscattano su richiesta di questi le quote in circolazione al valore di mercato. Fondi
per i quali il numero di quote non è fisso, ma può variare giorno per giorno in base
all'entrata e all'uscita dei partecipanti.
Fra i servizi offerti ai sottoscrittori di quote di fondi comuni di investimento vi è la
possibilità di spostare (switch), a volte gratuitamente, i propri risparmi tra i diversi
fondi gestiti da una stessa SGR, oltre ai piani di accumulo e al reinvestimento
automatico dei proventi. È possibile sottoscrivere quote di fondi in soluzione unica
oppure mediante PAC (Piano di accumulo di capitale), contratto che prevede
versamenti periodici costanti che vanno ad alimentare l'investimento nel fondo.
La situazione reddituale e patrimoniale del fondo è illustrata in un rendiconto annuale
che si compone di:
• un prospetto di sintesi del patrimonio;
• i ricavi della gestione che comprendono cedole, dividendi e plusvalenze. I costi
invece sono costituiti da minusvalenze, oneri fiscali e oneri di gestione;
• un prospetto di composizione del portafoglio;
• un elenco dei primi 50 titoli posseduti che superano ciascuno lo 0,5% del valore
netto complessivo del fondo.
I medesimi contenuti sono riportati nella relazione semestrale per adempiere agli
obblighi di trasparenza e informativa.

Benchmark, parametro di riferimento; portafoglio di titoli rappresentativo di un


determinato comparto del mercato mobiliare. Il ruolo del benchmark è triplice. Ha
ruolo segnaletico, fornisce agli investitori finali e ai gestori un'indicazione generale
sulla profittabilità e sulla rischiosità di determinati comparti, nonché sul grado di
correlazione che caratterizza storicamente i mercati stessi.
Il benchmark viene utilizzato per porre in essere uno stile di gestione passivo, ossia
mirante alla replica dell'indicatore stesso.
Infine, svolge un ruolo valutativo nell'ambito di na gestione attiva, ossia quando il
gestore si prefigge di superare la performance del benchmark. Rappresenta una delle
modalità principali per valutare l'operato del gestore.
I requisiti fondamentali sono la rappresentatività, la replicabilità, la trasparenza e la
hedgeability.
Affinché il benchmark sia replicabile, non deve includere titoli poco liquidi, ossia
difficilmente negoziabili. Affinché sia trasparente, devono essere resi noti i suoi criteri
di composizione, nonché le modalità di calcolo. Infine, è preferibile che gli indici siano

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anche sottostanti di contratti derivati così da permettere una copertura tempestiva dei
portafogli e l'abbassamento dei costi di transizione.
La costruzione del benchmark si basa su tre scelte fondamentali:
• la sua composizione, ossia quali titoli includere nel paniere;
• la ponderazione dei titoli, ossia quale peso assegnare a ognuno di essi;
• le modalità di calcolo della sua performance.
Nel caso di fondi comuni si parla di benchmark portfolio, poiché si utilizza un
parametro di riferimento degli investimenti di quel fondo e non uno standard unico di
mercato.
Il benchmark per i fondi azionari italiani è il FTSE oppure l'MSCI Italia.

Fondi comuni di investimento chiusi, fondo comune di investimento nel quale il


diritto al rimborso delle quote è riconosciuto ai partecipanti solo a scadenze
predeterminate. Per tutta la durata dell'investimento il numero di quote in circolazione
rimane fisso.
Fondi comuni di investimento immobiliari, obiettivo instaurare un vanale di
collegamento tra l'investimento immobiliare e l'investimento finanziario, aumentando
la gamma di strumenti a disposizione del pubblico.
È possibile distinguere tra fondi armonizzati, organismi costituiti nei Paesi dell'UE che
investono prevalentemente in strumenti finanziari quotati che seguono regole e criteri
comuni, previsti a livello comunitario; i fondi non armonizzati non sono soggetti ai
vincoli dei fondi armonizzati. Si dividono in fondi speculativi e in fondi di fondi.
I fondi speculativi (hedge fund) dispongono di piena libertà di investimento e di
strategie di gestione, inoltre non devono rispettare obblighi informativi e di pubblicità
del rendiconto di gestione e della relazione semestrale e possono regolare liberamente
le modalità di sottoscrizione e rimborso.

TIPOLOGIE DI FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO


I fondi comuni di investimento di solito si dividono in due categorie:
• fondi a breve termine
• fondi a lungo termine.
Nei fondi comuni di investimento a breve termine rientrano i fondi monetari o di
liquidità, che contengono in varie percentuali titoli del mercato monetario. Nella
categoria dei fondi comuni di investimento a lungo termine rientrano i fondi
azionari, costituiti da titoli azionari ordinari e privilegiati, i fondi obbligazionari,
costituiti da titoli di debito a reddito fisso, i fondi bilanciati, costituiti da titoli azionari
e obbligazionari, e i fondi flessibili, per i quali non è prevista una composizione
predeterminata delle categorie di strumenti finanziari detenuti.
Ogni macro-categoria si distingue per la percentuale minima e massima di
investimento azionario e obbligazionario, e può essere ulteriormente suddivisa al suo
interno in altre sotto-categorie che variano in funzione dello specifico oggetto di
investimento e dello specifico fattore di rischio.

RENDIMENTO DELLA PARTECIPAZIONE AD UN FONDO COMUNE DI


INVESTIMENTO
La partecipazione a un fondo comune di investimento è possibile mediante la
sottoscrizione di quote rappresentate da appositi certificati emessi dal fondo stesso. Le
quote incorporano uguali diritti e sono di uguale valore. Il fondo comune si configura
come un patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una pluralità di
partecipanti e gestito in monte.
Le quote possono essere nominative oppure al portatore. Le quote nominative sono
provviste di una intestazione personale e soltanto l'intestatario potrà esercitarne i
diritti, mentre le quote al portatore conferiscono tali diritti a un qualunque soggetto
che le possieda.
Il rendimento riflette tre aspetti del portafoglio:
• il portafoglio ha profitti e dividendi su quelle attività;

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• il portafoglio riporta dei guadagni in conto capitale quando il fondo comune di
investimento vende un'attività a un prezzo superiore a quello originale di
acquisto dell'attività;
• l'apprezzamento dei valori delle attività presenti nel patrimonio va a
incrementare il valore delle quote nei fondi comuni di investimento.
Marking to market, meccanismo di valorizzazione giornaliera delle attività che
compongono il patrimonio del fondo. Il valore che ne risulta rappresenta il valore
attivo netto pro quota, quoziente fra la somma dei valori di mercato delle attività
del portafoglio del fondo comune di investimento e il numero di quote in circolazione.
Fondo negoziato a premio, a un valore superiore al valore di mercato dei titoli del
portafoglio; quando la domanda di quote è bassa, il valore delle quote del fondo chiuso
può scendere al di sotto del NAV e si dice che le quote sono negoziate a sconto, ossia
a un valore inferiore al valore di mercato dei titoli del portafoglio.

15 – LA MONETA E I BISOGNI DI PAGAMENTO

Il sistema dei pagamenti supporta la funzionalità e l'efficienza degli scambi di beni, di


servizi e di attività finanziarie. Il complesso apparato istituzionale di norme, di controlli,
di intermediari produttori di generi monetari e di servizi finanziari che supportano il
trasferimento della moneta per l'assolvimento delle obbligazioni assunte dagli
operatori economici quando essi acquisiscono diritti su risorse reali e finanziarie. Gli
strumenti di pagamento possono consistere in servizi erogati tramite procedure
interne ai circuiti bancari e postali (del tipo pagante-banca-banca-pagato); oppure
possono essere basati sulla circolazione materiale di supporti cartacei o di plastic
cards che vengono trasferiti tra gli operatori dello scambio monetario (banca-pagante-
pagato-banca). L'efficienza e l'efficacia dell'industria dei pagamenti sono fattori di
competitività di un sistema economico e si misurano in riferimento alla capacità di
soddisfare i bisogni di regolamento contenendo i costi di transazione. Obiettivo
primario dell'organo di vigilanza è di evitare che lo squilibrio gestionale di un singolo
intermediario possa tradurre una singola una singola situazione di insolvenza in crisi
sistemica.
La banca centrale, oltre a svolgere funzioni di politica economica, di regolamentazione
e di controllo, è produttore di moneta ed è anche produttore di servizi a supporto della
circolazione monetaria.

LA MONETA
La funzione dell'industria dei pagamenti consiste nell'erogazione dei servizi di
pagamento che si sostanziano nella produzione della moneta e degli strumenti di
trasferimento della stessa. Nella letteratura economica si definisce moneta ciò che
funge da mezzo di scambio, unità di conto e riserva di valore. Costituisce mezzo di
scambio tutto ciò che viene generalmente accettato nel circuito economico in cambio
di qualsiasi altro bene a estinzione dell'obbligazione assunta dall'acquirente-debitore
nei confronti del venditore-creditore.
I generi monetari possono essere ricondotti a due categorie: la moneta-merce e la
moneta-segno. La moneta-merce è costituita da un bene cui è attribuito, in uno
specifico contesto storico e geografico, un valore intrinseco legato alle sue
caratteristiche fisiche e/o funzionali.
La moneta-segno ha costituito un genere monetario più evoluto, caratterizzato
dell'assenza di uno specifico valore intrinseco. Essa rappresenta una passività
patrimoniale (un debito) dell'emittente ed è accettata in pagamento e circola in
funzione di alcuni possibili presupposti alternativi:
• la convertibilità in un genere monetario dotato di valore intrinseco (oro);
• il potere liberatorio conferito da norma di legge (moneta legale);
• l'impegno assunto dal debitore-emittente a convertire le proprie passività in
moneta legale.

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Attualmente circola moneta-segno nelle ultime due fattispecie: moneta legale e
moneta scritturale.
La prima è costituita dalle banconote e dalle monete metalliche emesse dalla banca
centrale, il Codice Civile le attribuisce la proprietà di estinguere i debiti pecuniari e
stabilisce che la stessa non può essere rifiutata in pagamento dal creditore. La moneta
scritturale è costituita da debiti a vista delle aziende di credito sostanziati dalle
scritture contabili conseguenti alla movimentazione dei depositi in conto corrente.
Sprovvista di potere liberatorio e circola su base fiduciaria. Il pagamento con questo
genere monetario è subordinato al consenso del prenditore. Il trasferimento è
agevolato da servizi di pagamento e dai corrispondenti strumenti di erogazione dei
servizi di pagamento che danno disposizione alla banca depositaria di trasferire la
titolarità della disponibilità in conto dal soggetto debitore dello scambio al soggetto
creditore.
La moneta svolge anche le funzioni di unità di conto e di riserva di valore. Unità di
misura del valore dei beni e dei servizi oggetto di compravendita. Consente di
misurare e comparare i valori dei beni esprimendoli in termini assoluti.
La moneta, infine, costituisce uno dei modi in cui i soggetti economici possono
conservare la propria ricchezza in alternativa alla detenzione di risorse reali.

LE ESIGENZE DEI SOGGETTI COINVOLTI NEL PAGAMENTO


Il pagamento è l'azione mediante la quale un soggetto si libera dell'obbligazione
monetaria sorta come corrispettivo dell'acquisizione di un bene, di uno strumento
finanziario o della fruizione di un servizio. Trasferimento di una disponibilità di moneta
da un soggetto pagante a un soggetto pagato.
La prima tipologia di costi investe il soggetto pagante ed è costituita dai costi di
mantenimento della liquidità. Costi legati alla detenzione di scorte monetarie in vista
del trasferimento alla controparte. Oltre ai costi di custodia e di trasporto, rientrano in
questa categoria i costi di transizione sostenuti per la conversione in moneta di attività
finanziarie non liquide e i costi opportunità commisurati al rendimento cui si rinuncia a
seguito della conversione in moneta.
Questi costi misurano le conseguenze negative legate al rinvio del consumo o
dell'investimento o all'impossibilità di regolare le obbligazioni assunte.
Tra i costi rilevanti per il soggetto pagato figurano in primo luogo i osti di gestione
degli incassi, che comprendono i costi di detenzione e i costi di custodia a fronte dei
rischi di smarrimento e furto. In secondo luogo, il soggetto pagato sostiene costi di
informazione, allo scopo di contenere il rischio di frode o comunque di inadempienza
del pagante e al fine di acquisire la sicurezza di ricevere potere di acquisto
riutilizzabile in altri scambi.
Altri costi sono sostenuti da entrambe le parti: costi di trasferimento e costi float. I
primi sono oneri da sostenere per la consegna delle disponibilità monetarie da un
soggetto all'altro; oneri connessi all'esigenza di assicurare riservatezza rispetto
all'entità e alla destinazione dei pagamenti e degli incassi; e i costi legati ai rischi
relazionali tra gli scambisti, che possono insorgere a seguito di errori, perdite, disguidi.
I costi float sono legati allo sfasamento temporale, di natura tecnica tra l'effettuazione
della prestazione oggetto dello scambio e il momento del pagamento. Altra tipologia di
costi è i costi per interessi, che possono incorrere ove lo sfasamento temporale sia
deliberatamente negoziato tra le parti e sia compensato in termini di variazione del
prezzo o in termini di applicazione di un tasso di interesse.

Nel caso dei pagamenti con moneta scritturale, gli strumenti possono essere ricondotti
a due tipologie.
Contatto diretto tra pagante e pagato per la consegna materiale di strumenti che
surrogano temporaneamente o parzialmente la moneta fornendo garanzie in ordine
alla successiva fase del regolamento vero e proprio in cui il venditore-creditore
acquisisce moneta scritturale. Appartengono a questa prima tipologia di strumenti, per

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esempio, l'assegno bancario, l'assegno circolare, il traveler's check, la carta di credito,
la cambiale.
Una seconda tipologia è costituita da strumenti che non prevedono una fase
intermedia in cui avviene la consegna materiale tra i contraenti di uno strumento che
surroga temporaneamente la moneta; strumenti caratterizzati dalla contestualità della
fase di attivazione della procedura e della fase del regolamento. Per esempio, bonifico
bancario, carta di debito, versamento in conto corrente postale.
Il livello di reddito influenza in modo determinante l'ampiezza del ventaglio degli
strumenti correntemente usati. Quanto più il reddito è modesto, tanto più frequente è
il ricorso al contante. Al crescere del reddito si riscontrano abitudini di pagamento più
sofisticate e cresce l'apprezzamento per strumenti più complessi.
Il grado di istruzione determina il livello delle barriere che si oppongono
all'apprendimento delle innovazioni e agevola la corretta percezione dei rischi insiti
nell'utilizzo delle diverse modalità di pagamento favorendo la familiarizzazione con gli
strumenti più sofisticati.
L'occasione di scambio concorre a delimitare il campo di utilizzo degli strumenti in
considerazione della loro diversa attitudine a supportare scambi tra imprese (B2B) o
tra imprese e consumatori finali (B2C).
Le abitudini di spesa discriminano strumenti che si prestano a regolare piccoli importi
per spese quotidiane effettuate di persona, oppure spese settimanali nei supermercati
oppure, ancora spese a distanza tramite Internet.
Gli sviluppi del sistema delle telecomunicazioni e lo stato della tecnologia hanno
costituito il presupposto per le più significative innovazioni, consentendo di annullare i
tempi tecnici connessi alla circolazione cartacea delle informazioni, creando nuovi
canali distributivi dei servizi basati su network di terminali (ATM, POS, home banking).

16 – GLI STRUMENTI DI PAGAMENTO

SEPA Single Euro Payments Area è il progetto teso a creare un'area unica dei
pagamenti in euro, ovvero un sistema integrato di circolazione monetaria
(aggiornamenti sul foglio).

L'ASSEGNO CIRCOLARE (A/C)


L'assegno circolare è un titolo di credito che viene emesso dalle banche (emittente) e
che incorpora la promessa di pagare una determinata somma di denaro a favore di
una data persona. Ai fini della sua validità deve riportare:
• la denominazione di assegno circolare;
• la promessa incondizionata di pagamento a vista;
• l'indicazione del nome del beneficiario;
• il luogo e la data di emissione;
• l'importo in cifre e in lettere;
• la sottoscrizione della banca emittente.
Può essere emesso dalle banche a ciò specificatamente autorizzate dalla Banca
d'Italia. Anche poste Italiane offre strumenti di pagamento con funzionalità analoghe,
denominate vaglia postali e assegni postali vidimati. Un soggetto che intenda
effettuare un pagamento tramite A/C deve richiederne l'emissione presso una delle
dipendenze di una banca autorizzata, compilare l'apposito modulo di richiesta assegni
circolari e precostituire la provvista, ossia versare in contanti l'importo dell'assegno o
disporre l'addebito del proprio conto corrente se si è correntista della banca emittente.
Su esplicita richiesta scritta e a fronte del pagamento dell'imposta di bollo (1,50 euro
su ogni titolo), l'utilizzatore può farsi rilasciare assegni circolari di modesto importo
(inferiore a 1000 euro) in forma libera. Tali assegni sono trasferibili mediante girata.
Gli assegni di importo pari o superiore ai 1000 euro sono “non trasferibili”. Tale
clausola, imposta dalle norme di antiriciclaggio, limita la circolazione del titolo e ne
accresce la sicurezza, facendo sì che solo il beneficiario originario possa riscuoterlo. Il

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beneficiario può incassarlo a vista presentandolo presso tutti gli sportelli dell'emittente
entro trenta giorni dalla data di emissione.

Conseguenze economiche. Esso non comporta alcun rischio di mancato pagamento.


Anche il rischio di sottrazione o smarrimento è relativamente modesto, in tali casi il
beneficiario ha la possibilità di avviare una procedura detta di ammortamento, in
forza della quale ottiene l'annullamento dell'assegno smarrito o rubato e la sua
sostituzione con un duplicato.
Non comporta per il soggetto pagato particolari costi di informazione, né di altro tipo.
I tempi di incasso sono piuttosto brevi: la data valuta è di un giorno lavorativo, mentre
sale a 4 giorni la data disponibilità.
Nell'ottica del pagante, tale strumento è relativamente poco costoso e facilmente
accessibile.
Sul piano economico il rilascio dell'A/C è gratuito. La perdita delle disponibilità
monetarie è anticipata rispetto al momento dell'utilizzo (pay before).

Spazio economico di utilizzo


L'A/C si presta prevalentemente a regolare transazioni di importo medio-alto, non
ricorrenti, programmate, che presuppongo l'incontro tra pagante e pagato. L'uso è in
calo.

L'ASSEGNO BANCARIO A/B


Un soggetto (traente), che ha fondi disponibili presso una banca (trattaria) o Poste
Italiane, ordina a questa di pagare una certa somma di denaro all'ordine proprio o di
un terzo (beneficiario). Per ottenere il rilascio di tale strumento è necessario che il
traente: sia correntista bancario o postale; depositi presso il soggetto trattario la
propria firma e sottoscriva la convenzione di assegno, ottenendo il rilascio del libretto
di assegni; emetta assegni nei limiti della disponibilità di fondi presenti sul suo conto.
L'assegno bancario va compilato in tutte le sue parti, deve riportare la data e il luogo
di emissione, l'importo in cifre e in lettere, la firma del traente, l'indicazione del
beneficiario. Altri requisiti fondamentali sono la denominazione di assegno bancario,
l'ordine incondizionato di pagamento a vista e l'indicazione della banca trattaria.
L'assenza legittima la banca a rifiutarne il pagamento. Può essere reso più sicuro
tramite l'apposizione della clausola non trasferibile, obbligatoria per i pagamenti
superiori a 1.000 euro, che ne impedisce la girata. Su richiesta è possibile avere
blocchetti di assegni in forma libera gravati da un'imposta di bollo di 1,50 euro per
ciascun assegno utilizzabili solo per importi inferiori a 1.000 euro.
Il semplice passaggio non estingue l'obbligazione pecuniaria tra le parti. Il pagamento
si perfeziona soltanto in forza dell'interposizione del sistema bancario e il
trasferimento materiale del documento cartaceo o dei relativi flussi elettronici tra le
banche coinvolte nella transazione. Gli A/B fino a 5.000 euro, in Italia, sono soggetti
alla procedura check truncation.
Per il beneficiario l'assegno è pagabile a vista. La banca può eventualmente rifiutare di
pagare l'A/B se questo risulta emesso senza provvista, quando non riporti le
informazioni richieste dalla legge, quando presenta alterazioni o irregolarità che ne
rendono dubbia la veridicità.
Il titolo dovrebbe essere presentato in banca per l'incasso entro pochi giorni dalla data
di emissione (otto se è pagabile su piazza, 15 se è pagabile fuori piazza).
Trascorso tale termine, il traente può legittimamente ordinare alla banca di non
effettuare più il pagamento e nel frattempo il beneficiario è decaduto dal diritto di far
levare il protesto.

Conseguenze economiche. Dal punto di vista del beneficiario, l'A/B espone ad alcuni
rischi – in particolare, di mancato pagamento e di frode – e comporta alcuni costi. Esso
non dà certezza di essere sempre convertito in moneta legale. Il rischio di mancato
pagamento si traduce in possibili costi per il beneficiario: costi di informazione e costi

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connessi al recupero del credito in ipotesi di inadempimento del debitore. A questi si
aggiungono costi di utilizzo dell'assegno legati alla tempistica di perfezionamento
dell'operazione, al massimo 3 giorni per la valuta di accredito, 4 per la messa a
disposizione del denaro sul conto corrente.

Spazio economico di utilizzo


È stato prevalentemente impiegato per regolare transazioni ravvicinate, non ricorrenti,
di importo medio. Progressiva contrazione nell'utilizzo degli assegni.

LE CARTE DI PAGAMENTO
Tessere plastificate che consentono al titolare di prelevare moneta e di effettuare
acquisti presso determinati esercizi commerciali, tramite Internet e per via telefonica.
Si distinguono tra loro per il diverso momento in cui l'utilizzatore perde la disponibilità
degli importi spesi o prelevati.
Possono essere emesse sia da banche sia da alcuni altri intermediari finanziari. È
previsto che tutte le carte abbiano caratteristiche analoghe e siano provviste di
microchip conformi allo standard EMV.

CARTE DI DEBITO
Carta di pagamento emessa tipicamente dalle banche o da Poste Italiane e rilasciata
alla clientela in fase di apertura del conto corrente o anche in un momento successivo.
Ha una durata determinata; le parti possono recedere in qualsiasi momento con
preavviso da darsi con comunicazione scritta. È utilizzabile a partire dal momento della
consegna entro il limite costituito dal saldo disponibile e nel rispetto di specifici limiti
di utilizzo giornaliero e mensile indicati nel contratto. Consente al titolare, digitando il
codice numerico segreto di:
• effettuare prelievi di contante presso gli sportelli automatici (ATM);
• pagare gli acuisti nei negozi convenzionati dotati degli appositi terminali POS
evitando l'uso del contante;
• accedere a una serie di servizi aggiuntivi.
Le operazioni di prelievo e di pagamento effettuate sono addebitate sul suo conto
corrente contestualmente al momento in cui la transazione è effettuata. È utilizzabile
sia in Italia che all'estero, a patto che sia collegata a circuiti di pagamento
internazionali (Cirrus, Maestro, VISA Electron).
Conseguenze economiche. Nell'ottica del titolare (pagante) è uno strumento di
pagamento relativamente economico e abbastanza sicuro. Ha una buona versatilità
d'uso e l'uso della carta nella funzione di pagamento è generalmente esente da
commissioni.
Il cardholder sopporta una serie di oneri: canone annuo, commissioni sui prelievi di
contante oltre confine e sui prelievi effettuati da sportelli automatici non appartenenti
al circuito della banca emittente. È un servizio del tipo pay now.
Non è completamente esente da rischi, è possibile che l'emittente vari in senso a lui
sfavorevole le condizioni economiche del servizio; oppure l'ipotesi di smarrimento e
sottrazione della carta e la possibilità che terzi non legittimati ne facciano uso. È
possibile tuttavia bloccarla, trasferendo da quel momento il rischio di pagamenti illeciti
sull'emittente. Il PIN è un espediente che contrasta i tentativi di frode.
Il cardholder che faccia uso irregolare della propria carta corre l'ulteriore rischio di
subire la revoca dell'autorizzazione all'uso della stessa da parte dell'emittente.
Per gli esercenti comporta l'onere di riconoscere all'emittente una commissione
calcolata in percentuale sul valore delle singole transazioni, ma garantisce anche una
serie di vantaggi, riduce infatti il rischio di subire furti o di essere pagati con assegni o
denaro falso e abbatte i costi legati alla gestione del contante.

Spazio economico di utilizzo. Sono impiegate per regolare transazioni di medio


importo, ravvicinate, non programmate, non ricorrenti. Sono più indicate per regolare
le spese quotidiane.

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CARTE DI CREDITO
Tessera plastificata, in genere dotata di microchip, sulla quale sono riportati il nome
del titolare, la sua firma, il numero di codice che identifica la tessera e la data di
scadenza.
È rilasciata a fronte della stipula di un contratto; i cardholder devono essere persone
maggiorenni e solvibili, di norma titolari di un conto corrente bancario o postale. Si
distinguono le carte nelle varianti gold, classic, business, campus, ecc.. Esistono anche
carte aziendali, intestate a un'impresa e utilizzabili dai suoi dipendenti per motivi di
lavoro. Di solito è fissato un limite di spesa mensile.
La durata è solitamente quadriennale, ma il titolare può rinunciarvi in qualsiasi
momento e restituirlo all'emittente invalidandolo tramite un taglio apposto in senso
verticale.
Costituisce uno strumento di pagamento e di credito insieme. Consente di prelevare
contante presso gli sportelli sia di effettuare acquisti su Internet, via telefono e presso
gli esercizi convenzionati, anche all'estero se l'emittente ha aderito ai circuiti
internazionali di pagamento.
I prelievi e i pagamenti possono essere eseguiti indipendentemente dalla disponibilità
contingente di fondi sul conto corrente dell'utilizzatore. Tale corrispettivo sussiste sul
conto corrente il mese successivo, quando in genere avviene l'addebito delle somme
spese.
Lo schema di utilizzo della carta di credito: il cardholder può venire in possesso dietro
richiesta alla banca o alla società emittente, fornendo le informazioni atte a dimostrare
la capacità di restituire le somme che gli vengono anticipate. Contestualmente alla
carta riceve in una busta sigillata il proprio PIN, il codice di identificazione personale
da utilizzare sempre in occasione dei prelievi di contante. Quando si effettuano
acquisti nei negozi il PIN non è richiesto, il titolare deve semplicemente apporre la sua
firma sulla ricevuta di pagamento emessa dall'esercente e comprovante lo scambio.
La firma deve essere conforme a quella riporta sul retro della carta. Con cadenza
mensile, il cardholder riceve l'estratto conto. L'importo a debito può essere rimborsato
con distinte modalità, a seconda che la sua carta di credito rientri nella tipologia a
saldo (charge), revolving o optional revolving. Nel primo caso il rimborso avviene in
un'unica soluzione il mese successivo a quello in cui sono state effettuate le
transazioni. Nelle carte revolving al servizio di pagamento è associata un'operazione
di credito al consumo, sicché il differimento goduto è ancora maggiore e il
regolamento degli acquisti avviene in forma rateale; ciascuna rata mensile di rimborso
è comprensiva degli interessi sul finanziamento. Nelle carte optional revolving, il
rimborso può avvenire in un'unica soluzione oppure a rate.

Conseguenze economiche. La carta di credito presenta pregi di comodità, relativa


economicità e relativa sicurezza. È riservato ai soggetti dotati di reddito adeguato e
che risultino solvibili in base agli accertamenti dell'emittente. Comporta la
corresponsione all'emittente di: una quota associativa annuale, commissioni sui
prelievi di contante, eventuali interessi passivi in caso di pagamenti rateizzati, spese
relative all'estratto conto limitatamente ai mesi in cui esso è inviato.
Pay later, l'addebito delle somme spese è successivo al momento in cui l'operazione è
eseguita. Rischi:
• rischia che l'emittente aumenti nel corso del tempo i costi del servizio;
• smarrimento o furto della carta. In tal caso, il cardholder subisce le conseguenze
patrimoniali di eventuali usi illeciti solo qualora non provveda ad avvisare
tempestivamente l'emittente dell'accaduto tramite l'apposito numero verde
chiedendo il blocco della carta. A partire dal momento della segnalazione le
perdite da frodi iniziano a ricadere sull'emittente.
• Qualora il cardholder faccia un uso irregolare scatta la revoca dell'autorizzazione
all'uso della stessa. Automatica segnalazione delle generalità del cardholder e

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dei dati relativi alla carta alla CAI. Tale segnalazione rimane visibile per due anni
e ha una valenza meramente informativa.
• Per le transazioni online risulta esposto anche al rischio di subire perdite per
addebiti originati da episodi di clonazione, phishing e di attacco informatico
mirante ad acquisire dati personali sensibili. Vengono in ausilio 2 o più chiavi di
accesso, dispositivi token e password usa e getta, oltre a programmi specifici di
protezione informatica dei siti.
Nell'ottica dell'esercente il vantaggio principale è la sicurezza di tali strumenti e la
possibilità di evitare i rischi tipici insiti nell'accettazione di contante o assegni.
Sostiene dei costi, dovendo riconoscere all'emittente una commissione in percentuale
dell'importo di ogni transazione regolata con carta.

Spazio economico. Impiegate per regolare transazioni ravvicinate, non ricorrenti né


programmate, di medio importo. Comode per effettuare alcune specifiche transazioni
(noleggiare auto, prenotare alberghi, ecc..) e per usufruire di servizi a distanza del tipo
e-commerce.

CARTE PREPAGATE
Tessera di plastica che incorpora un certo ammontare di denaro. Può essere usata sia
per effettuare prelievi di contante presso gli sportelli automatici sia come strumento di
pagamento via internet o nei negozi convenzionati. I prelievi presuppongono la
digitazione di un codice segreto PIN. Esistono carte che consentono di effettuare
operazioni di pagamento e di prelievo anche all'estero.
La carta prepagata non è collegata a un conto corrente di appoggio ma incorpora un
potere d'acquisto corrisposto in via anticipata dal cardholder all'emittente, importo che
si riduce automaticamente a ogni utilizzo. La possibilità di spesa dipende dall'importo
effettivamente caricato sulla carta stessa al momento del suo acquisto o tramite le
ricariche successive.
Possono essere emesse dalle banche, da Poste Italiane e dagli Istituti di Moneta
Elettronica. Sono carte a spendibilità generalizzata o carte multiuso. Il loro rilascio non
è condizionato dal possesso in capo all'utilizzatore di specifici requisiti di solvibilità o
di età, né è richiesta la titolarità di un conto corrente bancario o postale. Sono valide
fino alla data di scadenza indicata; in alcuni casi, il titolare può chiedere il rimborso
dell'importo residuo non speso entro 12 mesi dalla scadenza o ottenere il
trasferimento.
Possono essere sia nominative sia anonime. Le prime sono ricaricabili, con limiti
massimi di caricamento. La ricarica avviene versandone l'importo alternativamente
presso l'emittente o mediante telefono. Le carte anonime possono essere sia
ricaricabili sia non ricaricabili e hanno ridotti limiti di importo.

Conseguenze economiche. Più pratico del contante. Non comporta di pagare alcun
canone annuo; alcuni emittenti applicano una commissione nelle fasi di attivazione
iniziale, ricarica e/o rimborso e anche sui prelievi di contante. Tra i costi che il
cardholder sopporta va considerato il costo-opportunità derivante dall'immobilizzo
delle somme caricate. Opera secondo il principio del pagamento anticipato pay before.
Sono minimi i tassi di frode, e nel caso avvenga è possibile bloccare la carta tutelando
le spese sostenute con la carta da quel momento in avanti.
L'esercente deve riconoscere una commissione all'emittente su ogni transazione, ma
beneficia del vantaggio della sicurezza del pagamento, della possibilità di usare la
carta per iniziative promozionali, di ridurre il maneggio di contante e il relativo costo di
handling.

Spazio economico di utilizzo. Sono percepite come strumenti particolarmente sicuri


e comode per i micro-pagamenti. Il successo maggiore si riscontra presso il pubblico
non bancarizzato. Sono diffuse per regolare transazioni di importo unitario contenuto

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e tra coloro che amano gli acquisti via internet o telefonici ma che sono restii a
comunicare il proprio numero di carta di credito in rete.
LE CARTE CONTACTLESS, MOBILE PAYMENTS E WEB PAYMENTS
Le carte contactless incorporano un particolare microchip a radiofrequenza e sfruttano
l'innovativa tecnologia RFID che consente di portare a termine una transazione
semplicemente avvicinando la carta al lettore abilitato. Il processo di prelievo o di
pagamento si velocizza. Sul fronte della sicurezza, le operazioni avvengono con le
medesime garanzie offerte dalle attuali carte EMV dotate di chip e PIN.
Un'altra soluzione assai promettente nell'area dei micro-pagamenti è rappresentata
dai mobile payments, che sono la naturale evoluzione delle carte contactless. È infatti
propedeutico all'introduzione del near field comunication (NFC), la tecnologia che
rappresenta un'estensione della RFID e della quale i telefoni cellulari devono essere
equipaggiati per accedere alla funzionalità del pagamento di prossimità di cui si sta
per discutere. I telefoni cellulari hanno il pregio di essere un dispositivo assai diffuso e
capace di integrare una pluralità di applicazioni innovative, abbinandole alla
funzionalità prepagato.
Una volta provvisti della tecnologia NFC, possono essere usati anche per ottenere
informazioni, come strumento dispositivo per effettuare operazioni bancarie,
strumento di pagamento per piccole spese, smart ticket per accedere agli stadi o a
luoghi pubblici.
Web payments, rappresentato da PayPal, azienda californiana leader mondiale nei
pagamenti online, appartenente al gruppo eBay. È sufficiente aprire il proprio conto
personale PayPal, registrandosi gratuitamente sul sito attraverso l'inserimento dei
propri dati anagrafici e dell'indirizzo e-mail. Si ha quindi la possibilità si effettuare
acquisti in internet nei siti appartenenti al circuito, di ricevere pagamenti o di trasferire
denaro in tutto il mondo utilizzando come unica chiave il proprio indirizzo di posta
elettronica. L'utente, una volta registrato, deve collegare al proprio account una carta
di credito o caricare fondi sull'e-wallet tramite bonifico bancario.

IL BONIFICO
Ordine di pagamento automatizzato impartito da un soggetto (ordinante) a un istituto
bancario o postale a favore di un terzo soggetto (beneficiario), al quale il primo
intende trasferire fondi. Esistono diverse tipologie di bonifici. In particolare, il bonifico
SEPA consente di trasferire importi in euro da un conto corrente ad altro conto aperto
presso banche ubicate in Italia o in un altro Paese SEPA e aderenti alla convenzione
SEPA Credit Transfer.
La disposizione di bonifico può essere presentata sia tramite sportello sia tramite
canali telematici e può essere regolata mediante addebito sul conto corrente o per
cassa. Per identificare il conto del beneficiario, l'ordinante deve necessariamente
indicare l'IBAN; nei bonifici SEPA diretti verso Paesi diversi dall'Italia c'è l'obbligo di
esplicitare anche il BIC (fino al 31 gennaio 2016) Bank Identifier Code, il codice
identificativo della Banca del beneficiario. La banca, una volta ricevuto l'ordine, lo
verifica. Respinge le disposizioni errate in caso di irregolarità.
Tipologie di bonifici:
• Bonifico nazionale: bonifico in euro disposto in Italia da un ordinante a favore di
un beneficiario titolare di un conto corrente presso una banca in Italia.
• Bonifico SEPA: bonifico in euro da un conto corrente a un altro aperto presso
banche che si trovino in Italia o in un altro paese SEPA e aderiscano alla
convenzione SEPA Credit transfer.
• Bonifico transfrontaliero: bonifico espresso in euro/lei romeni/corone svedesi
disposto tramite una banca insediata in uno Stato membro UE/SEE, a favore di
un beneficiario presso una banca di un altro Stato membro.
• Bonifico estero: bonifico da e verso Paesi Extra UE/SEE in Euro o in valuta
estera; bonifico in una qualsiasi divisa diversa da euro/corone svedesi/lei romeni
diretto o proveniente da Stati membri dell'UE.

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Conseguenze economiche. Per il beneficiario, il bonifico costituisce un servizio di
pagamento particolarmente sicuro. Non pone alcun rischio di credito, giacché il
debitore versa l'importo corrispondente e la procedura si esaurisce con l'invio di
informazioni nel sistema bancario tramite reti telematiche. Il pagamento è processato
in modalità completamente automatizzata. L'importo originale viene sempre
accreditato interamente e senza deduzioni sul conto del beneficiario. Egli può subire
dei ritardi nell'accreditamento o incorrere nella mancata esecuzione per cause non
imputabili alla banca (scioperi, disordini civili) o quando le disposizioni impartite
dall'ordinante risultino non complete o non corrette. È un servizio economico per il
beneficiario. I tempi di esecuzione sono piuttosto brevi: le somme sono rese disponibili
il giorno lavorativo successivo alla data di ricezione dell'ordine nel caso di bonifici
disposti per via telematica.
Nell'ottica dell'ordinante (pagante), è un sistema di pagamento comodo e flessibile,
posto che non sono previsti particolari limiti all'importo del pagamento. Le condizioni
economiche variano da banca a banca. In generale, la valuta di addebito coincide con
la data di esecuzione richiesta dall'ordinante. Le commissioni tendono ad essere
differenziate a seconda del paese di destinazione, dalla cifra da trasferire e del canale
tramite il quale l'ordine è inoltrato.
L'ordinante può essere tenuto a riconoscere alla banca delle commissioni
supplementari nel caso di bonifici urgenti o disposti senza l'indicazione o con
indicazione errata dei codici di riferimento del beneficiario e/o della banca destinataria.

Spazio economico di utilizzo. È impiegato da privati, imprese, pubblica


amministrazione e soggetti istituzionali per regolare prevalentemente transazioni non
ricorrenti, programmabili, a distanza, di importo anche medio-alto.

I SERVIZI DI INCASSO
Esistono diverse tipologie di servizio atte a supportare le operazioni di incasso
commerciale. Sono rivolti prevalentemente al segmento delle imprese, cui consentono
una rapida esecuzione delle operazioni di incasso dei propri crediti grazie al sistema
elettronico e standardizzato su cui si fondano, ideale per riuscire a ottimizzare la
gestione della tesoreria aziendale.
Tali servizi permettono di ridurre i costi aziendali grazie all'eliminazione degli
adempimenti manuali connessi agli incassi, garantiscono una rapida esecuzione degli
ordini di pagamento e una tempestiva ricezione delle informazioni relative agli effetti
in scadenza, riducono la possibilità di disguidi e il rischio di smarrimento degli avvisi di
pagamento destinati al debitore.
Esistono sistemi di incasso semplici, il debitore deve ogni volta attivarsi per eseguire il
pagamento o dare disposizione in tal senso alla propria banca; oppure sistemi di
incasso pre-autorizzati, il creditore dispone di un'autorizzazione di addebito sul conto
corrente del debitore.

INCASSI MEDIANTE AVVISO (MAV)


Il MAV è un servizio di incasso crediti offerto dalle banche (MAV bancari) o da Poste
Italiane (MAV postali) ai propri clienti creditori. Non richiede la domiciliazione del
pagamento. La banca del creditore deve predisporre e inviare al debitore un bollettino
di versamento pagabile presso qualsiasi sportello bancario. Il debitore riceve la parte
del bollettino di sua competenza debitamente quietanzata. La notizia dell'avvenuto
pagamento è comunicata alla banca assuntrice attraverso apposita procedura
interbancaria. In caso di mancato pagamento del MAV la banca assuntrice è tenuta ad
avvisare il creditore.

Conseguenze economiche. Per il debitore-pagante il MAV ha il pregio della gratuità


del servizio e della comodità di pagamento: è pagabile presso qualsiasi sportello
bancario, online e presso alcune tabaccherie.

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Per il beneficiario, le disposizioni di incasso MAV sono soggette a commissioni e non
offrono alcuna garanzia del buon fine dell'operazione. Possibilità che i bollettini
ritornino impagati. Nel caso di buon fine, gli importi sono accreditati nella stessa
giornata lavorativa e con la stessa valuta con cui le somme pervengono alla banca
assuntrice.

Spazio economico di utilizzo. Utilizzabile per riscuotere crediti di sicura esigibilità,


caratterizzati da scadenza e importo predeterminati. In particolare a soddisfare le
esigenze di soggetti che devono incassare somme frazionate.

SERVIZIO ELETTRONICO INCASSI DI RICEVUTE BANCARIE (RIBA)


La ricevuta bancaria è una quietanza di pagamento, documento che certifica che il
creditore ha ricevuto un pagamento a saldo di una determinata fattura. Il servizio RIBA
è una procedura interbancaria di incasso nell'ambito della quale il tradizionale
trasferimento cartaceo delle ricevute bancarie tra banche è sostituito dalla
trasmissione dei flussi elettronici a esse relativi. Rientra tra i sistemi di addebito non
preautorizzato. Il creditore, circa 15 giorni prima della scadenza del credito, deve
inviare alla propria banca gli estremi della ricevuta da incassare attraverso un
supporto cartaceo, magnetico o telematico. La banca assuntrice invia poi alla banca
domiciliataria i corrispondenti flussi elettronici tramite la rete interbancaria.
È compito del debitore, una volta ricevuto l'avviso di pagamento da parte della propria
banca, saldare il proprio debito entro la data di scadenza ottenendo in cambio il
rilascio di una ricevuta cartacea.

Conseguenze economiche. Nell'ottica del creditore-pagato, il ricorso alle RIBA


presenta pregi in termini di velocità nei tempi di esecuzione, tempestività nella
segnalazione degli eventuali insoluti e di relativa economicità, sebbene siano
comunque previste delle commissioni per l'incasso di ciascun effetto presentato alla
banca.
Nell'ottica del debitore-pagante, il servizio risulta apprezzato in quanto le ricevute non
hanno natura esecutiva e risultano decisamente più economiche sotto il profilo fiscale.

Spazio economico di utilizzo. Soluzione invalsa nella prassi per il regolamento delle
transazioni commerciali tra aziende.

ADDEBITO DIRETTO SEPA


La procedura SEPA direct debit serve per disporre incassi all'interno dei paesi SEPA e
rientra tra i servizi di addebito diretto pre-autorizzato. Ha sostituito la domiciliazione
RID bancaria o postale. Presuppone la preventiva sottoscrizione di un accordo tra
debitore e creditore, in forza del quale il primo autorizza l'addebito automatico del
proprio conto corrente per regolare transazioni ricorrenti o occasionali.
L'autorizzazione è valida salvo revoca e nei limiti della disponibilità del conto.
Esiste nella versione business e in quella ordinaria.

Conseguenze economiche. Nell'ottica del debitore-pagante, il maggiore pregio è la


sua comodità, consente di pagare disponendo l'addebito diretto e automatico del
proprio conto. La perdita della disponibilità della somma convenuta avviene alla
scadenza concordata tramite l'addebito del conto e il costo del servizio grava
essenzialmente sul soggetto ricevente. Qualche giorno prima della scadenza il
debitore riceve un avviso che riepiloga gli estremi dell'operazione e indica la data di
regolamento e l'importo a suo debito. Egli può opporsi nel caso gli venga addebitato
un importo errato e può altresì chiedere lo storno di eventuali operazioni non
autorizzate.
Nell'ottica del beneficiario, semplifica l'incasso dei crediti. Nel caso di buon fine, la
disponibilità delle somme incassate coincide con la giornata di scadenza delle
disposizioni. La fruizione del servizio comporta il pagamento di commissioni di incasso

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su ciascun documento presentato. Tale procedura risulta abbastanza sicura: il buon
fine è favorito dall'esistenza della delega conferita volontariamente dal debitore.
Possibilità di ritardi o di errata o mancata esecuzione dell'ordine di pagamento.

Spazio economico di utilizzo. È particolarmente indicato per l'incasso di crediti


verso controparti abituali con cadenza predeterminata derivanti da attività
commerciali e di servizi. Pagamenti di natura ricorrente. Utilizzato anche per regolare
transazioni una tantum.

17 – GLI STRUMENTI DI PAGAMENTO NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

Nelle operazioni commerciali di maggiori dimensioni, pagamento e commercio spesso


i due momenti non sono simultanei, generando un rischio a carico della controparte
che esegue la prestazione anticipata. Il problema della mancata simultaneità impatta
sia sugli scambi del mercato domestico, sia su quelli internazionali, con l'aggravante
dell'aumento della lontananza fisica ed economica tra le controparti. Si ha lontananza
economica quando due operatori non appartengono al medesimo ambito commerciale
e non sono limitati nella loro condotta da meccanismi informali volti ad aumentare le
conseguenze negative di un eventuale comportamento opportunistico. La distanza
fisica tra luogo di invio della merce e destinazione determina l'incremento dei costi
legati all'esecuzione dello scambio. È necessario ridurre l'incidenza di tali spese sulla
singola unità di bene scambiato, aumentando le dimensioni della fornitura. Questo
determina l'aumento del rischio di insolvenza.

Rischio nel trasferimento dei fondi. Necessità di conferire maggior sicurezza allo
spostamento dei fondi. La rete interbancaria costituisce la base del sistema
internazionale dei pagamenti e contribuisce a eliminare elementi di inefficienza
presenti in pagamenti di tipo tradizionale.

La diversa unità monetaria di conto. Il prezzo consente alle controparti di valutare


la convenienza economica dello scambio, attraverso il raffronto con i costi da
sostenere o con i ricavi ottenibili. In capo alla controparte che non impiega la propria
valuta emerge un duplice problema:
• incertezza sull'effettivo cambio al momento dell'incasso o del pagamento. Nel
periodo che intercorre tra la fissazione del prezzo e l'effettivo pagamento, il
cambio può essere variato sfavorevolmente nei confronti di chi esegue la
prestazione in valuta estera, cambiamento che può compromettere
l'economicità dell'intera operazione;
• costi relativi alla conversione nella propria unità di conto di un incasso oppure
all'acquisto di valuta in caso di esecuzione di un pagamento.

Il rischio paese. Insieme di fattori politici, giuridici, economici e sociali che possono
influenzare la volontà e la capacità di imprese ed enti pubblici di un certo Stato ad
adempiere alle obbligazioni assunte con altri operatori, pubblici e privati, di paesi
esteri. Con il termine obbligazione si fa riferimento sia a impegni di tipo finanziario, sia
a impegni reali, come la consegna della merce. Il rischio dipende da eventi esterni
quali embarghi commerciali, guerre, nazionalizzazioni, regolamenti restrittivi di governi
locali.

C'è incertezza negli operatori in merito a quale ordinamento effettivamente disciplini


la transizione, ostacolando la redazione del contratto e la ripartizione dei rischi e degli
oneri di trasporto.

IL PROCESSO DI ARMONIZZAZIONE GIURIDICA INTERNAZIONALE


Il processo di armonizzazione giuridica internazionale si svolge su differenti livelli:

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• Da un lato sono presenti organismi internazionali privati, come la Camera di
Commercio Internazionale, che si occupano della standardizzazione di modelli,
contratti, documenti di trasporto e di pagamento.
• Dall'altro lato, è da rilevare l'opera di organismi sovranazionali, come l'Uncitral,
e degli stessi governi nazionali, che si concretizza in una serie di Convenzioni
volte a disciplinare i contratti nei quali intervengono soggetti appartenenti a
Stati diversi.
L'Italia ha adottato la Convenzione di Roma del 1980, concede autonomia alle parti
sulla scelta dell'ordinamento giuridico che deve disciplinare l'operazione commerciale
provvedendo a integrare la volontà delle parti indicando in quella del paese del
venditore la disciplina applicabile.

I termini di consegna internazionali. Esistono 13 termini contrattuali relativi ai


trasporti, raggruppati in quattro categorie, in funzione della lettera iniziale della
clausola stessa: E, F, C, D.
Al gruppo E appartiene una sola clausola, EXW, prevede a carico del compratore tutti
i rischi e le spese di trasporto.
Gruppo F, le clausole prevedono a carico del venditore i rischi e le spese per far
giungere la merce al vettore principale. Da quel momento, i rischi e le spese sono a
carico del compratore. Molto utilizzata è la clausola FOB che prevede, a carico del
venditore, i rischi e le spese necessarie per far giungere e imbarcare le merci sulla
nave.
Gruppo C, le clausole prevedono una scissione tra costi e rischi di trasporto: i primi
gravano sul venditore, mentre i secondi permangono in capo al compratore. Le
clausole più utilizzate sono:
• CFR: perdita del carico durante il trasporto grava sul compratore, a carico del
venditore è previsto il nolo del vettore principale;
• CIF: è a carico del venditore anche il costo per l'assicurazione della merce,
mentre il rischio di perdita della stessa permane in capo al compratore.
Gruppo D, la maggior parte dei costi e dei rischi di trasporto sono a carico del
venditore. Distinzione tra:
• DDU: le spese e i costi di trasporto sono interamente a carico del venditore, a
eccezione di quelle per lo sdoganamento della merce;
• DDP: è a carico del venditore anche l'onere di provvedere allo sdoganamento
della merce.

La vendita contro documenti. Il Codice Civile dispone che il venditore si libera


dell'obbligo di consegna della merce rimettendo al compratore il titolo
rappresentativo della stessa e gli altri documenti stabiliti dal contratto, prevedendo
che il pagamento del prezzo debba avvenire nel momento e nel luogo in cui avviene la
consegna dei documenti. Quando i documenti sono regolari, il compratore non può
rifiutare il pagamento del prezzo adducendo eccezioni relative alla qualità e allo stato
delle cose.
I titoli di credito rappresentativi della merce attribuiscono al possessore il diritto
alla consegna delle merci in essi specificate, il possesso delle medesime e il potere di
disporne mediante trasferimento del titolo. Con questo istituto giuridico la
contestualità delle due prestazioni può essere surrogata attraverso la pattuizione del
pagamento alla consegna dei documenti rappresentatitivi della fornitura, piuttosto che
alla consegna della merce stessa.
La Convenzione di Vienna prevede che il pagamento, salvo diverso accordo
contrattuale, debba avvenire nel momento e nel luogo in cui il venditore consegna la
merce, o i documenti rappresentativi della stessa, al compratore.

I documenti utilizzati nel commercio internazionale. È possibile distinguere le tre


seguenti categorie di documenti:

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• Documenti di trasporto: nel trasporto marittimo si utilizza la polizza di carico.
Titolo di credito causale, la cui esistenza è legata al rapporto sottostante che ne
ha originato l'emissione e attribuisce il diritto, al titolare, di ricevere le merci in
essa indicate. Può essere nominativa, all'ordine o al portatore. Solitamente è
emessa in due esemplari: una al vettore, l'originale all'esportatore che la inoltra
all'importatore per consentire il ritiro della merce.
• Documenti identificativi della merce: principale documento di questa categoria
è la fattura commerciale. È emessa dal venditore e riporta i principali dati del
contratto: descrizione della merce, prezzo unitario, importo complessivo, termini
di consegna e di pagamento. Per transazioni con operatori di paesi non
appartenenti all'UE sono necessari altri documenti, il certificato d'origine e la
fattura consolare.
• Documenti assicurativi: contratto di assicurazione a copertura dei rischi gravanti
sulla merce durante il trasporto. Il documento è la polizza, il cui passaggio di
titolarità, con girata o con la semplice consegna, comporta il trasferimento del
credito vantato nei confronti dell'assicuratore. Di solito si utilizza la clausola all
risks, che copre molti rischi derivanti dalla perdita fisica o per danno della
merce, ma non i danni economici. Alcuni rischi sono coperti da clausole ad hoc.

I CAMBI A PRONTI
L'esecuzione di una transazione internazionale determina la necessità di convertire
quanto incassato in valuta estera nella propria unità di conto, oppure di acquistare
valuta per effettuare il pagamento. È possibile rivolgersi al mercato dei cambi,
definibile come l'insieme delle negoziazioni finalizzate allo scambio di disponibilità
monetarie denominate in valute diverse. Tre categorie:
• compravendite di valute a pronti (spot);
• compravendite di valute a termine (forward);
• compravendite di strumenti derivati in valuta (riporti in valuta, future valutari,
opzioni valutarie, currency swap).
La compravendita di valuta a pronti è il contratto attraverso cui due controparti si
scambiano, fissandone il prezzo (cambio), due importi monetari denominati in valute
diverse. Le parti fissano il cambio al momento della stipula del contratto convenendo
una data di esecuzione delle rispettive prestazioni differita nel tempo. Il cambio è un
prezzo relativo, poiché misura la ragione di scambio tra due valute. Esistono due
modalità per indicare il medesimo prezzo relativo.
La prima è la quotazione certo per incerto, che esprime quante unità di valuta
estera è possibile acquistare cedendo un'unità di quella nazionale.
L'altra modalità è il cambio incerto per certo che esprime quante unità di moneta
nazionale è possibile ottenere cedendone una estera.
L'euro è quotato certo per incerto, riservata anche per il dollaro statunitense e la
sterlina inglese rispetto alle altre valute, a eccezione dell'euro. In Europa, il cambio
Euro/Gbp rappresenta una quotazione certo per incerto.
La prassi bancaria e commerciale ha elaborato una tecnica, il cross-rate (o cambio
incrociato), che consente di esprimere i cambi tra le diverse divise attraverso le
rispettive quotazioni contro il dollaro statunitense. Consente di ridurre il numero di
quotazioni necessarie.
Sul mercato dei cambi sono attivi i dealer, banche e altri intermediari finanziari che
operano in modo sistematico comprando e vendendo valute. Il dealer trova
remunerazione attraverso due vie:
• lucrando profitti speculativi derivanti dalla conferma delle aspettative in base
alle quali sono state assunte posizioni rischiose sulle valute. Se il mercato si
muove in modo opposto rispetto a quanto prospettato dal dealer, questi subisce
una perdita.
• Praticando un cambio diverso quando acquista valuta certa (detto denaro o
bid) rispetto a quando vende valuta certa (detto lettera o ask).
Denaro → cambio al quale il dealer compra gli euro e vende le sterline.

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Lettera → cambio al quale il dealer vende gli euro e compra le sterline.
La differenza tra il denaro e la lettera è detta spread e costituisce il margine a
disposizione del dealer per coprire i propri costi di struttura e per remunerare la
propria attività rischiosa.
La banca acquista la valuta da un dealer al cambio denaro.
La commissione riduce il cambio denaro determinando l'incremento dell'effettivo
esborso a carico dell'importatore. Se al dealer si rivolge una banca che vende, sarebbe
applicato il cambio lettera.
La differenza tra quanto incassato e quanto speso rappresenta la remunerazione per il
rischio assunto quotando i due prezzi. Il dealer che assume l'impegno di quotare
sistematicamente sia il cambio lettera, sia il denaro fornendo un'importante servizio di
liquidità al mercato, è un market maker.
Denaro → cambio al quale il dealer compra i dollari e vende franchi svizzeri.
Lettera → cambio al quale il dealer vende i dollari e compra i franchi svizzeri.
I dealer, quando non sono attivi in modo diretto su una particolare valuta, ma la
propria clientela ha la necessità di eseguire o incassare pagamenti con quella divisa,
possono ricorrere ai broker, operatori che si impegnano ad acquistare/vendere per
conto del dealer una certa quantità di valuta senza assumere una posizione
speculativa. I broker percepiscono una commissione. Il dealer applica al proprio cliente
il prezzo praticato dal broker, maggiorato da una commissione per il servizio reso.

GLI ASSEGNI E I BONIFICI INTERNAZIONALI


L'assegno, tratto dall'importatore sulla propria banca, viene inviato all'esportatore a
regolamento di una fornitura di merci o servizi. Dopo averlo ricevuto, lo consegna alla
propria banca per l'accredito. Occorre rilevare, per gli assegni tratti su banche
statunitensi, la mancanza delle caratteristiche di autonomia e di astrattezza rispetto al
contratto di compravendita che ne ha originato l'emissione. Questo determina la
legittimazione dell'importatore a ordinare lo Stop-Payment, revoca dell'ordine di
pagamento dato alla banca attraverso l'assegno stesso. Ciò avviene qualora il
compratore rilevi vizi nella prestazione eseguita dal venditore anche dopo il ritiro della
merce. L'assegno nordamericano è un semplice documento probatori, e quindi non
può essere protestato in caso di mancato pagamento.
Con il bonifico, l'importatore, dopo aver ricevuto la merce, ordina alla propria banca di
pagare un certo importo a favore dell'esportatore. La banca del compratore tramette i
fondi a quella del fornitore per farli pervenire al conto corrente di quest'ultimo. L'ordine
di pagamento è trasmesso utilizzando la rete di collegamenti telematici interbancari
che supporta il sistema dei pagamenti internazionali.
Il regolamento, sia con assegno che con bonifico, può avvenire con la valuta
dell'importatore, con quella dell'esportatore o con una terza divisa. In quest'ultimo
caso è previsto l'intervento di una terza banca corrispondente di entrambe.

Questi strumenti non consentono un'efficace ripartizione del rischio tra le parti, poiché
non risolvono il problema della mancata contestualità tra le prestazioni. Se il
pagamento è anticipato, sul compratore grava il pericolo derivante dalla mancata
altrui esecuzione, mentre se è posticipato, il rischio viene assunto dall'esportatore. La
scelta in merito al momento di pagamento dipende quindi dalla forza contrattuale
delle parti.
Gli strumenti di pagamento che prevedono l'utilizzo dei documenti consentono, al
contrario, una ripartizione del rischio insito nell'operazione commerciale su entrambe
le controparti.

L'utilizzo di bonifici e assegni è opportuno in presenza di fiducia e conoscenza


reciproca tra esportatore e importatore. È appropriato in presenza di transazioni di
importo ridotto, anche dovute a un contratto di fornitura continuativo. L'impiego di
assegni e bonifici non è opportuno per regolare transazioni nelle quali importatore e/o
esportatore percepiscano un rilevante rischio di controparte o rischio paese.

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Questi strumenti presuppongono un intervento diretto dell'importatore per
l'esecuzione del pagamento e non consentono all'esportatore di ottimizzare la gestione
di tesoreria a causa dell'impossibilità di individuare in modo preciso la tempistica dei
flussi in entrata.

LA RIMESSA DOCUMENTARIA
Con la rimessa documentaria l'esportatore conferisce alla propria banca il mandato di
consegnare all'importatore, tramite banca corrispondente, i documenti inerenti la
fornitura, a condizione che l'importatore esegua la propria prestazione di pagamento.
L'operazione è regolamentata dalla Camera di Commercio Internazionale.
Il venditore consegna i documenti alla propria banca affidandole l'incarico di inviarli a
quella dell'importatore, affinché ne curi la consegna al compratore con le clausole
“documenti contro pagamento” (D/P) o “documenti contro accettazione” (D/A).
Nel primo caso, la consegna è subordinata all'accettazione di una tratta, emessa
dall'esportatore e allegata ai documenti stessi. Con il D/P, dopo aver ottenuto il
pagamento, la banca del compratore inoltra l'importo a quella dell'esportatore che, a
sua volta, lo trasferisce al proprio cliente.
Con il D/A, la banca del compratore avvisa dell'avvenuta accettazione e trattiene
presso di sé o inoltra alla banca del venditore la tratta accettata. A scadenza,
l'importatore paga la tratta ricevendola come quietanza di pagamento. A fronte
dell'accettazione, il compratore ottiene i documenti con i quali può disporre della
merce.

Conseguenze economiche. Questa operazione è preferibile per l'esportatore poiché


il compratore non può entrare in possesso della merce senza aver accettato la tratta o
eseguito il pagamento.
Il grado di tutela però non è elevato:
• Dipende dalla clausola adottata: solo con il D/P si ottiene un pagamento
immediato, mentre con il D/A, a scadenza, la tratta potrebbe non essere
onorata.
• Il compratore potrebbe non ritirare la merce, determinando l'insorgere di una
serie di oneri in capo al venditore, pur senza essere spossessato della fornitura.
• Possibile ritiro della merce senza l'esecuzione del pagamento o l'accettazione
della tratta, dato che i documenti relativi a trasporti tramite ferrovia, posta
camion o aereo non sono titoli rappresentativi della merce, ma si limitano a
indicare il soggetto legittimato al ritiro. Al destinatario potrebbe essere
sufficiente presentarsi al luogo di consegna previsto senza ritirare dalla banca i
documenti e senza aver eseguito il pagamento.
L'entità della commissione percepita dalle banche dipende dall'importo della
transazione ed è in genere a carico del venditore, slavo diverso accordo contrattuale.

Spazio economico di utilizzo. La rimessa documentaria ha il vantaggio di consentire


la contestualità surrogata tra le prestazioni di importatore ed esportatore, riducendo la
possibilità di comportamento opportunistico delle parti. Può esserne opportuno
l'utilizzo quando il venditore, pur avendo fiducia nella controparte, vuole garantirsi un
maggior livello di sicurezza attraverso la contestualità surrogata tra le prestazioni, a
causa, per esempio, della rilevanza della partita spedita.

IL CREDITO DOCUMENTARIO
Il credito documentario fornisce le più ampie garanzie all'esportatore rispetto al rischio
di insolvenza del debitore.
Una banca (emittente) assume l'impegno di compiere una prestazione a favore
dell'esportatore (beneficiario) contro presentazione dei documenti previsti
nell'operazione di credito documentario, redatti in modo conforme alle istruzioni
impartite dall'importatore (ordinante) e a quanto stabilito dalle Norme e Usi Uniformi.

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Le espressioni credito documentario e stand by letter of credit comprendono qualsiasi
pattuizione, comunque denominata o descritta, in base alla quale una banca,
operando su richiesta e istruzioni di un cliente o per conto proprio:
• è tenuta a effettuare un pagamento a un terzo o a suo ordine, oppure ad
accettare e pagare tratte emesse dal beneficiario, oppure
• autorizza altra banca a effettuare tale pagamento, oppure ad accettare e
pagare tali tratte, oppure
• autorizza altra banca a negoziare.
Contro consegna dei documenti prescritti, e a condizione che siano osservati i termini
e le condizioni del credito. Il credito documentario è un istituto giuridico che presenta
le caratteristiche dell'autonomia, dell'astrattezza e della letteralità. L'emittente non
può opporre eccezioni derivanti da vizi giuridici legati al rapporto sottostante.
È previsto l'invio elettronico dei documenti, con diverse possibilità per sostituire la
firma chirografaria.
L'ordinante chiede all'emittente l'apertura di un credito documentario a favore del
beneficiario fornendo le istruzioni in merito alla conformità dei documenti. L'emittente
apre quindi un credito documentario domiciliato presso la notificante che, in seguito,
comunica al beneficiario l'esistenza del credito a suo favore e le modalità per
l'esecuzione dell'operazione. Ricevuta la notifica, l'esportatore consegna la merce al
vettore ottenendo i documenti che consegna alla notificante. La domiciliazione presso
la notificante consente al beneficiario di liberarsi dal rischio legato all'invio dei
documenti attraverso la consegna alla propria banca. Quest'ultima li invia all'emittente
che, dopo aver effettuato il controllo formale e di conformità rispetto alle istruzioni
impartite dall'ordinante, in forza dell'impegno assunto provvede a trasferire i fondi alla
notificante e, tramite questa, al beneficiario. L'emittente consegna i documenti
all'ordinante contro pagamento da parte di quest'ultimo, che può ottenere la merce
presentando i documenti al vettore.
Esistono altre possibilità per strutturare un'operazione di credito documentario, è
possibile distinguere tra:
• Credito domiciliato presso l'emittente o presso la notificante. Nel primo caso,
l'esportatore affida i documenti alla propria banca che li inoltra, a rischio dello
stesso venditore, all'emittente. Quest'ultima esegue il pagamento o
l'accettazione della tratta a fronte della consegna dei documenti. Nel secondo
caso, il venditore si libera dal rischio consegnando i documenti alla propria
banca che, per il pagamento, agisce per conto dell'emittente.
• Credito confermato o non confermato. Nel primo caso, la notificante assume il
ruolo di confermante. In forza della conferma, è tenuta a effettuare il
pagamento nei confronti del beneficiario dopo aver eseguito il controllo di
conformità dei documenti ricevuti. In seguito, la confermante ottiene il rimborso
di quanto pagato consegnando i documenti all'emittente. Se il credito è
confermato il rischio di mancata esecuzione da parte dell'emittente grava sulla
confermante. Nel secondo caso, l'unico obbligato è l'emittente.
• Credito non revocabile o revocabile. Nel primo caso, l'emittente assume un
impegno inderogabile nei confronti dell'esportatore. Nel secondo, può revocare
il credito senza preavviso.
• Credito frazionabile e rotativo. Il primo strumento è adottato quando un'unica
operazione prevede diverse spedizioni parziali. Il secondo prevede il ripristino
del credito iniziale quando l'operazione precedente è andata a buon fine.

Conseguenze economiche. Il credito documentario prevede la garanzia di


pagamento da parte di una o più banche: l'emittente e la confermante.
L'impegno alla prestazione è condizionato alla verifica, da parte dell'emittente, della
conformità dei documenti rispetto al contenuto della lettera di credito secondo le
disposizioni delle NUU. È necessario che i documenti siano redatti in modo conforme
alla lettera di credito. L'emittente ha il compito di analizzare il contenuto letterale dei
documenti: la presenza di difformità costituisce l'unica modalità di tutela propria e

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dell'importatore a fronte di eventuali comportamenti opportunistici da parte
dell'esportatore.
Mentre con la rimessa il compratore, a fronte di merce non conforme al contratto, ha la
possibilità di non effettuare il ritiro, con il credito documentario l'obbligo assunto
dall'emittente deve essere onorato a fronte della conformità dei documenti. Questa
causa il rischio di un comportamento opportunistico da parte dell'esportatore, con la
possibilità che la merce inviata sia di qualità e/o quantità inferiore a quella prospettata
dai documenti.
Il costo del credito documentario è più elevato di quello della rimessa. Se il credito è
confermato occorre considerare il costo della garanzia, rispetto al rischio di insolvenza
dell'emittente, fornita all'esportatore dalla confermante. Il credito revocabile ha un
costo minore di quello irrevocabile. Mentre le spese e le commissioni dell'emittente
sono a carico dell'ordinante, gravano sul beneficiario quelle relative alla notificante.

Spazio economico di utilizzo. È opportuno il suo utilizzo quando vi è un forte dubbio


sull'altrui solvibilità. È particolarmente appropriato per il regolamento di transizioni con
operatori commerciali appartenenti a paesi politicamente ed economicamente
instabili. È la forma che tutela maggiormente il venditore.

LA STAND – BY LETTER OF CREDIT


Nella lettera di credito stand-by l'emittente fornisce una garanzia sussidiaria,
intervenendo solo se il proprio cliente non provvede al pagamento. L'emittente non
interviene nello svolgimento dell'operazione, poiché l'esportatore invia i documenti
rappresentativi della merce direttamente all'importatore. Se questi, a scadenza, non
effettua il pagamento pattuito con uno strumento di rimessa diretta, l'emittente viene
chiamato in causa dall'esportatore e, a fronte della presentazione di copie dei
documenti di trasporto e di una dichiarazione di mancato pagamento, è tenuto a
effettuare la propria prestazione in forza della garanzia sussidiaria fornita con
l'emissione della lettera di credito stand-by. Questo strumento consente la
semplificazione dell'operazione.
Se l'importatore è inadempiente, la banca, in forza della garanzia offerta, ha l'obbligo
di pagare quanto dovuto all'esportatore, rivalendosi in seguito nei confronti del
debitore originario.
La lettera di credito stand-by è caratterizzata da autonomia e astrattezza come il
credito documentario.

Conseguenze economiche. La stand-by letter è una garanzia che si attiva solo


quando l'operazione originaria non va a buon fine. I documenti non transitano
attraverso il canale bancario, ma sono inviati direttamente all'importatore, che può
subito disporre della merce.
Minor costo dell'operazione rispetto al credito documentario. La stand-by letter of
credit fornisce all'esportatore una tutela di grado inferiore rispetto al credito
documentario. Può accadere che la banca, in seguito al controllo formale, contesti la
conformità dei documenti. In questo caso, la stand-by non impedisce, come invece
avviene nel credito documentario, che l'importatore possa disporre della merce.

Spazio economico di utilizzo. Semplice e rapido poiché il pagamento della fornitura


viene effettuato attraverso uno strumento di rimessa diretta come il bonifico bancario.
Il suo utilizzo può essere particolarmente opportuno quando la spedizione avviene per
via aerea.

18 – I BISOGNI DI INVESTIMENTO E GLI OBIETTIVI DELLE UNITA' IN SURPLUS


FINANZIARIO

Gli investitori sono operatori economici che hanno la necessità di trovare una corretta
allocazione del proprio patrimonio. La famiglia investitrice dispone di un patrimonio

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che deve essere gestito al fine di sostenere spese future. Il patrimonio familiare ha la
funzione di riserva di valore finalizzata a fronteggiare situazioni future. La famiglia
investitrice deve, come prima scelta generale di fondo, decidere quale quota allocare
in attività reali (immobili e oggetti d'arte) e quale quota allocare in attività finanziarie.
Le attività reali possono essere di utilizzo diretto o acquisti al fine di ottenere un
reddito. Le prime offrono un beneficio strettamente connesso al fatto che se ne
usufruisce (l'abitazione, la casa per le vacanze); le seconde vengono affittate a terzi e
se ne ricava un introito periodico. Le attività finanziarie non producono un beneficio
proprio, vengono acquistate perché offrono una certezza o una prospettiva di reddito,
o almeno di conservazione di valore.
Le attività reali sono tutelate dall'ordinamento legislativo attraverso il corpo di norme
attinenti ai diritti di proprietà. Le attività finanziarie sono invece tutelate attraverso le
norme che concernono i diritti di credito.

I CRITERI DI SCELTA
Un investitore poco accorto ritiene di dover scegliere un investimento sulla base
dell'obiettivo del rendimento offerto. Tende a informarsi, in prima battuta, proprio sul
rendimento offerto. Atteggiamento sbagliato: non è particolarmente razionale e non è
mai risolutivo. I motivi:
• Esiste una regola: se i mercati sono mediamente in equilibrio, i titoli che
rendono di più sono anche i più rischiosi. Il rendimento aggiuntivo è garantito
dal mercato proprio come controprestazione del maggior rischio che viene
assunto dall'investitore → premio per il rischio. Scegliendo i più redditizi, si
finisce per acquistare premi per il rischio relativi a situazioni pericolose. Al più
possiamo essere sicuri solo che, a parità di rischio, è certamente logico
acquistare il titolo che offre il maggiore rendimento.
• Ci sono titoli per cui è assolutamente impossibile ragionare sul rendimento
atteso; altri per i quali si possono fare delle previsioni imprecise; altri che
offrono il rendimento promesso solo in determinate condizioni.
• I parametri di rendimento disponibili sono spesso calcolati al lordo
dell'imposizione fiscale e delle commissioni di negoziazione, all'investitore
interessa invece il risultato netto.
L'esigenza primaria dell'investitore è dunque trasferire potere d'acquisto nel futuro. Lo
strumento meglio adatto alle esigenze dello specifico investitore dipende però dalle
caratteristiche dell'esigenza di trasferimento di potere d'acquisto nel futuro. I profili
che sono di maggiore rilievo sono: taglio dell'investimento, durata naturale, possibilità
di disinvestire prima della scadenza naturale.
Taglio dell'investimento. L'investitore può scegliere solo tra quelli che possono
essere acquisiti per tagli inferiori alla somma disponibile. Gli strumenti finanziari sono
estremamente frazionati e non presentano il problema del taglio minimo d'ingresso.
Spesso è previsto un taglio minimo ma si tratta quasi sempre di cifre modeste.
L'emissione in serie dei titoli mobiliari, concilia l'esigenza dell'investitore (che vuole
allocare una cifra modesta) con l'esigenza dell'emittente (che vuole realizzare una
raccolta relativa a una cifra consistente). Il taglio dell'investimento può essere sempre
ridotto da parte dell'emittente.
Durata dell'investimento. Sulla base dell'orientamento dell'investitore sono
disponibili sul mercato strumenti che è logico acquisire con una logica di breve, medio
e lungo termine. Quasi tutti gli strumenti finanziari sono disinvestibili in tempi molto
brevi. “Durata naturale dell'investimento” è l'espressione che si riferisce alla scadenza
futura in cui è previsto il rimborso. La durata effettiva può essere più breve
il profilo di maggior rilievo per la scelta di un investimento è la valutazione della
sopportabilità del rischio da parte dell'investitore.

LA PROTEZIONE DEL RISPARMIATORE


Non esiste un principio secondo il quale l'investitore debba essere rimborsato in caso
di perdita del capitale investito sui mercati finanziari. Il principio della protezione del

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risparmio non deve essere inteso nel senso di un diritto al rimborso. Il rimborso
costituirebbe infatti una collettivizzazione delle perdite, con gravissimo danno sugli
equilibri del bilancio pubblico.
La possibilità di subire delle perdite è l'incentivo che spinge gli investitori a
comportarsi con attenzione. Il principio costituzionale viene interpretato così:
• limitatamente ad alcuni prodotti, e con riferimento a un ammontare inferiore a
una certa soglia, esiste un diritto di rimborso delle perdite subite per
risparmiatori che si ritiene meritevoli di particolare tutela (risparmio
inconsapevole);
• per la generalità dei prodotti finanziari (risparmio consapevole) si ritiene
opportuno assicurare all'investitore informazioni corrette e tempestive (principio
di trasparenza) e si ritiene utile proteggere gli stessi dai più insidiosi conflitti di
interesse.

19 – I BISOGNI DI FINANZIAMENTO E LA DOMANDA DI STRUMENTI FINANZIARI


DA PARTE DELLE IMPRESE

IL FABBISOGNO FINANZIARIO GENERATO DALL'INVESTIMENTO IN CAPITALE


FISSO
Le imprese realizzano caratteristicamente progetti di investimento che comportano
uscite di cassa anticipate rispetto ai flussi monetari di rientro. In diversi casi
l'investimento è operato anche con riferimento a cespiti diversi da beni fisici. Nel
complesso, questo, denominato capitale fisso, nelle sue articolazioni materiali,
immateriali e finanziarie, richiede l'investimento di capitali che vengono immobilizzati
e che poi si ritrasformano in modo graduale in forma liquida e che generano un
temporaneo, ma non breve, fabbisogno finanziario che deve trovare idonea copertura.
L'incertezza circa l'ammontare e i tempi di tali flussi di rientro definiscono il rischio
imprenditoriale.
Il prezzo di vendita del prodotto è fissato, di norma, a livello tale da permettere il
recupero dei capitali impiegati nella fase iniziale del ciclo di investimento →
ammortamento.
Il pagamento dell'investimento avviene all'inizio del ciclo pluriennale di produzione; il
ritorno monetario dell'investimento avviene più in avanti nel tempo, solo nel corso
della vita utile dell'investimento stesso. Ciò crea uno sbilancio finanziario (fabbisogno)
che è tipico in queste situazioni e che è destinato a ridursi progressivamente nel corso
della vita economica utile del capitale fisso.
Questo fabbisogno finanziario deve essere previsto e coperto con una forma di
finanziamento che abbia caratteristiche compatibili con i tempi di rientro finanziario
dell'investimento.
Il capitale fisso deve essere finanziato con il capitale di pertinenza diretta
dell'imprenditore (capitale proprio, che non deve essere rimborsato a una scadenza
definita) o con capitali assunti a prestito ma con formula protratta di rimborso. Esiste
una regola generale che impone che una parte del fabbisogno del progetto sia coperta
da capitali di pertinenza diretta dell'imprenditore.
Il capitale fisso è iscritto nell'attivo del bilancio dell'impresa. Le forme di copertura
corrispondenti sono iscritte nel passivo. L'attivo genera fabbisogno finanziario; è un
impiego di risorse finanziarie. Il passivo indica le formule di copertura che sono state
prescelte; descrive le fonti di risorse finanziarie che sono state attivate. Se non è
possibile negoziare una forma di copertura l'investimento non può essere attuato.
L'ammortamento annuale è un costo di competenza dell'esercizio e viene imputato
pro quota a tutti gli anni corrispondenti alla vita economica utile. Il costo annuale
relativo all'ammortamento non corrisponde a un'uscita di cassa, ma corrisponde a
un'entrata. Tale cassa è a disposizione per il rimborso del prestito originariamente
assunto.

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L'utile di esercizio misura il risultato reddituale; tale risultato non corrisponde al
risultato finanziario, ossia alla cassa resa disponibile dal complesso delle operazioni
gestionali e utilizzabile per il rimborso dei prestiti in essere.
Il banchiere che supporta un piano di impresa può trovarsi in una situazione in cui è
particolarmente difficile valutare l'eventualità che i flussi di rientro dell'investimento
siano sufficienti per rimborsare i prestiti contratti. Motivi:
• il piano di impresa può essere assolutamente originale e innovativo;
• le condizioni di mercato possono essere assai incerte;
• l'imprenditore può essere assai poco pratico in questa valutazione o lo può
essere il banchiere;
• le dimensioni dell'investimento possono essere modeste e tali da non
sopportare economicamente un'accurata analisi prospettica.
L'operazione di finanziamento sarà congegnata in modo da essere rimborsata, in ogni
eventualità, con il ricavato del disinvestimento forzato del bene d'investimento
acquisito. Un'operazione di investimento che può essere supportata da un banchiere
viene detta bancabile. La bancabilità di un investimento può essere ottenuta o perché
ragionevolmente si ritiene che i flussi di cassa prospettici liberati dall'investimento
stesso siano sufficienti al rimborso, e si parlerà di finanziamento su cash flow, o
perché si ritiene che il bene d'investimento acquisito con il finanziamento sia cedibile,
in ogni futuro momento, ricavando un valore sufficiente, in ogni ipotesi, per supportare
il rimborso, e in questo caso si parla di finanziamento su garanzia.

IL FABBISOGNO FINANZIARIO GENERATO DALL'INVESTIMENTO IN CAPITALE


CIRCOLANTE
Nel momento in cui l'impresa conduce la propria attività caratteristica corrente si trova
ad attivare rapporti di credito, di debito o di investimento di corta durata ma ad alta
ripetitività. Il magazzino, ad esempio, si tratta di una posta circolante, e quindi a breve
termine sotto il punto di vista che vede le singole operazioni, ma di una posta
immobilizzata, sotto il diverso punto di vista che vede l'ammontare complessivo.
L'attività caratteristica richiede inoltre di concedere pagamenti dilazionati ai clienti.
Questi crediti sono espressivi di un rallentamento dell'introito delle vendite.
I fornitori concedono all'impresa tempi di pagamento dilazionati.
La somma del credito verso clienti, del valore del magazzino e del debito verso
fornitori viene tecnicamente indicata come capitale circolante netto, investimento
che l'imprenditore deve necessariamente operare per sostenere l'attività caratteristica
corrente → genera un fabbisogno finanziario che può essere affrontato con strumenti
particolari. I crediti per anticipo di crediti verso clienti vengono definiti
autoliquidanti, in quanto, vengono rimborsati, in misura statisticamente
sufficientemente affidabile, dai clienti stessi dell'impresa.
20 – I DEPOSITI BANCARI E POSTALI

Una delle possibili e più semplici forme di impiego del risparmio è rappresentata dai
depositi bancari e postali. Il deposito si costituisce con il versamento presso una banca
o le poste di una somma di denaro, a fronte del quale la banca o la posta assumono
posizione debitoria verso l'investitore per le somme da questi depositate.
L'investimento in depositi è sempre potenzialmente caratterizzato da una componente
di remunerazione e da una di servizio. La componente di remunerazione è costituita
dagli interessi maturati sulle somme depositate. A fronte di tale disponibilità a favore
dell'intermediario, il depositante riceve una remunerazione, sotto forma di interesse,
proporzionale al tempo di permanenza delle somme sul deposito. La componente di
servizio è l'opportunità per il depositante di utilizzare il deposito per effettuare
pagamenti e ricevere incassi. Distinzione tra depositi-tempo e depositi-moneta.
I depositi nei quali prevale la componente di remunerazione vengono definiti depositi
a risparmio o depositi-tempo. Le somme depositate sono destinate a rimanere
impiegate presso l'intermediario per un determinato periodo di tempo; esempi sono i
depositi a risparmio libero e i depositi vincolati.

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I depositi nei quali prevale la componente di servizio vengono definiti depositi a
carattere monetario o depositi-moneta. Le somme depositate sono a disposizione
del risparmiatore e formano oggetto di servizi di pagamento. Il risparmiatore può
quindi usufruire dei servizi di pagamento offerti dall'intermediario, per i quali è tenuto
a pagare un prezzo; esempi sono i conti correnti passivi per la banca e attivi per il
cliente.
Da un lato l'investitore manifesta il bisogno di ottenere una remunerazione finanziaria
dall'investimento; dall'altro lato manifesta anche un bisogno in termini di liquidità. Le
esigenze di rendimento e di liquidità devono essere soddisfatte mantenendo sotto
controllo anche il livello di rischio associato all'investimento.
Posto che in linea generale l'emittente mira a massimizzare l'ammontare delle risorse
raccolte, nel definire le politiche di raccolta vengono valutati diversi fattori, tra cui
costo e stabilità delle risorse.
L'interesse corrisposto al depositante rappresenta per l'emittente il costo della
raccolta. Le commissioni e gli altri oneri addebitati al depositante rappresentano una
fonte di ricavo.
Per l'emittente assume rilevanza il livello di stabilità delle somme raccolte. Le forme
di raccolta più stabili sono anche le più costose per l'emittente, che corrisponde al
depositante una maggiore remunerazione in termini di tasso di interesse. Il maggiore
tasso di interesse ricompensa il cliente per l'impegno a non utilizzare per un certo
periodo di tempo le somme depositate. A seconda dell'emittente, i depositi si dividono
in:
• depositi bancari, emessi da istituti bancari;
• depositi postali, emessi da Poste Italiane S.p.A.

I DEPOSITI A RISPARMIO
Il deposito a risparmio si costituisce attraverso il deposito di una somma di denaro
presso uno sportello bancario o postale, a fronte dell'emissione del libretto di
risparmio. Sul libretto vengono annotate in ordine di data tutte le operazioni di
prelevamento e di versamento effettuate sul deposito. L'emittente corrisponde al
risparmiatore un interesse proporzionale alle somme depositate e al tempo di
permanenza delle somme sul deposito. Gli interessi maturati periodicamente sono
annotati sul libretto in occasione della prima operazione successiva alla data di
calcolo. L'emittente tiene a sua volta un apposito conto, nel quale registra le
operazioni. Al libretto può essere associata una carta che consente di effettuare
prelevamenti di contanti attraverso terminali POS e/o sportelli ATM. I libretti di
deposito possono essere:
• nominativi;
• al portatore.
I libretti nominativi riportano l'indicazione di uno o più intestatari. Se sono previsti
più intestatari, si parla di libretto a firme congiunte quando il rimborso può essere
richiesto da tutti gli intestatari congiuntamente; libretto a firme disgiunte se ciascuno
degli intestatari, singolarmente, ha la facoltà di prelevare le somme depositate. Le
somme presenti sul deposito possono essere incassate solo dall'intestatario, da un suo
legittimo rappresentante o dai suoi eredi. Il libretto nominativo può accogliere depositi
potenzialmente senza limiti di importo. Al libretto possono essere associati l'addebito
di utenze e la possibilità di eseguire bonifici. Può essere ceduto rispettando le
formalità previste per la cessione del credito.
Libretti al portatore, la legittimazione a incassare le somme depositate discende dal
possesso del libretto. Il trasferimento avviene con la semplice consegna fisica del
libretto stesso. Può però essere alimentato esclusivamente da versamenti in contanti
e non può presentare un saldo superiore a 1.000 euro secondo le norme
antiriciclaggio.
Luogo in cui possono essere effettuate le operazioni, esiste una differenza tra libretti
bancari e libretti postali.

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Libretti bancari, i prelevamenti e i versamenti possono essere effettuati
esclusivamente presso lo sportello che ha emesso il libretto stesso. L'unica eccezione
sono i libretti circolari sui quali è possibile effettuare operazioni presso tutti gli
sportelli dell'ente emittente.
Libretti postali, sono di norma circolari. I versamenti e i prelevamenti possono essere
effettuati presso qualsiasi ufficio postale sul territorio nazionale.
Periodo per il quale le somme sono destinate a rimanere depositate sul libretto:
• depositi a risparmio libero
• depositi a risparmio vincolati.
Depositi a risparmio libero, i versamenti e i prelevamenti possono essere effettuati
in qualsiasi momento, senza limite di importo.
Depositi a risparmio vincolati, il risparmiatore si impegna a non eseguire
prelevamenti per un certo periodo di tempo. Il vincolo può essere a scadenza fissa,
pattuita una data prima della quale non possono essere eseguiti prelevamenti, oppure
a scadenza indeterminata. Alla scadenza del vincolo, è previsto un termine di 15 giorni
entro il quale il deposito può essere ritirato. In caso contrario il vincolo si intende
tacitamente rinnovato per una durata corrispondente a quella del vincolo scaduto.
Si sono diffusi sul mercato conti di deposito liberi e vincolati non più rappresentati
da un libretto, ma i cui movimenti sono rendicontati online.
Per il calcolo degli interessi è interessante la data valuta, vale a dire la data a
partire dalla quale le somme depositate iniziano a produrre interessi e le somme
prelevate cessano di produrre interessi.
I versamenti in contanti, ad esempio, iniziano a produrre interessi dal giorno stesso in
cui viene effettuata l'operazione; la valuta coincide con la data del versamento.
Gli interessi sono calcolati dall'emittente considerando l'ammontare del capitale, il
tempo di permanenza sul deposito e il tasso di interesse, in base alla formula
dell'interesse semplice.
A seguito della capitalizzazione, gli interessi diventano parte del capitale e sono a
loro volta fruttiferi di interessi.
A carico del depositante possono essere previste spese. È previsto anche il
pagamento dell'eventuale imposta di bollo. Gli interessi sono inoltre assoggettati a
ritenuta fiscale del 26%.

Conseguenze economiche. Il rendimento effettivo del deposito risulta inferiore


rispetto al rendimento nominale per la presenza delle spese. La capitalizzazione
infrannuale degli interessi ha un effetto positivo sul rendimento effettivo del deposito,
poiché gli interessi maturati diventano a loro volta fruttiferi di interessi.
Il rendimento previsto ex ante può non corrispondere al rendimento realizzato ex post
qualora il tasso di interesse nominale applicato sul deposito subisca variazioni lungo la
durata del contratto. Il tasso di interesse può essere modificato unilateralmente
dall'emittente, con facoltà del depositante di recedere dal contratto. L'investitore è
quindi sottoposto al rischio di riduzione generale dei tassi di mercato.
Se il rendimento non è tale da compensare la perdita di potere di acquisto del denaro
derivante dall'inflazione, esiste anche il rischio che il valore reale delle somme
depositate si riduca nel tempo (rischio monetario). Il rischio di insolvenza della
controparte è limitato dalla presenza di sistemi di assicurazione dei depositi.
La liquidità dell'investimento è garantita dalla possibilità di prelevare in qualunque
momento (depositi liberi) oppure di prelevare anticipatamente rispetto alla scadenza
del vincolo (depositi vincolati), è prevista però una penalizzazione economica che
limita la convenienza al disinvestimento anticipato.
Per l'emittente, gli interessi corrisposti sui depositi rappresentano il costo della
raccolta. Le spese addebitate al depositante rappresentano ricavi che contribuiscono
positivamente al risultato di conto economico.

Spazio economico di utilizzo. Dal punto di vista dell'investitore, i depositi a


risparmio comportano costi contenuti. Si prestano quindi ad accogliere il risparmio

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mano a mano che si forma. Tuttavia, il tasso di interesse corrisposto si mantiene su
livelli relativamente contenuti. Non sono adatti all'impiego per lungo tempo di saldi di
elevata entità. Possono essere utilizzati per accumulare risparmio necessario a
fronteggiare spese future.
I depositi a risparmio vincolato costituiscono una forma di impiego più duratura
rispetto ai depositi liberi. L'emittente generalmente riconosce al depositante un tasso
di interesse superiore rispetto ai depositi liberi.
Per l'emittente rappresentano una forma di raccolta relativamente poco costosa. I
depositi liberi sono caratterizzati da un rischio di prelievo accentuato, quelli vincolati
sono più stabili ma anche più costosi.

I CERTIFICATI DI DEPOSITO BANCARI


I certificati di deposito (CD) sono emessi dalle sole banche. Attraverso la sottoscrizione
di un certificato di deposito, l'investitore deposita presso la banca una somma sulla
quale è costituito un vincolo temporale di durata breve o media (da 3 mesi a 5 anni).
Per il periodo di durata del vincolo la somma depositata non può essere ritirata e
questo vincolo una volta accettato dal cliente, è effettivamente rispettato. A fronte del
deposito, il depositante ottiene una remunerazione sotto forma di interessi.
Il CD non prevede la possibilità per il risparmiatore di effettuare versamenti o
prelevamenti in momenti successivi alla sottoscrizione.
La banca rilascia al depositante un certificato che può essere nominativo o al
portatore. In realtà è sufficiente il rilascio da parte della banca di una ricevuta non
cedibile a terzi. Possono essere emessi anche in valuta estera.
L'emissione dei CD avviene con la modalità a rubinetto. Possono essere individuati CD
con cedola o CD zero coupon.
Nei CD con cedola l'investitore incassa periodicamente gli interessi (cedole o
coupon), e ottiene alla scadenza il rimborso del capitale investito. Le cedole possono
essere a tasso fisso o a tasso variabile. Nel primo caso il tasso i viene definito al
momento della sottoscrizione e le cedole corrisposte sono tutte di uguale ammontare.
Nel secondo caso il tasso sul deposito dipende dal tasso di interesse corrisposto su
altre attività. Le cedole periodiche sono di importo diverso. In particolare si ha:
tasso cedolare i = tasso di riferimento + spread
dove lo spread rappresenta la correzione che per contratto viene apportata al tasso
dell'attività di riferimento per giungere al tasso cedolare corrisposto sul CD.
I CD zero coupon non prevedono il pagamento di cedole. L'investitore versa una
determinata somma all'atto della sottoscrizione (prezzo di emissione) e incassa alla
scadenza una somma (prezzo di rimborso) superiore rispetto al prezzo di emissione.
Il prezzo di emissione viene calcolato applicando al valore nominale uno scarto
proporzionale al tempo e al tasso di interesse. Il prezzo di rimborso coincide con il
valore nominale.
Spese: di emissione, di custodia, per il rilascio al cliente dei documenti di sintesi
relativi al rapporto contrattuale, ritenuta fiscale sugli interessi del 26%, pagamento
dell'imposta di bollo.

Conseguenze economiche. Il rendimento dipende se si tratta di CD con cedola o


CD zero coupon. Nel primo caso, il rendimento deriva dalle cedole incassate
periodicamente, che possono essere destinate al consumo oppure reinvestite in altri
strumenti finanziari. Nel caso degli zero coupon, il rendimento deriva dalla differenza
(scarto) tra il prezzo di emissione e il prezzo di rimborso. La remunerazione
complessiva è calcolata come:
I = Prezzo di rimborso – Prezzo di emissione
In entrambi i casi, la remunerazione netta è data dagli interessi al netto di eventuali
spese, della ritenuta fiscale e dell'imposta di bollo. Il rendimento effettivo è inferiore al
rendimento nominale.
Per quanto riguarda la liquidità dello strumento, le somme non sono disponibili fino a
scadenza contrattuale. La somma presente sul certificato può essere smobilizzata

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anticipatamente attraverso la vendita del CD sul mercato secondario. In pratica è la
banca a occuparsi della ricerca di una controparte presso i propri sportelli o ad
acquistare i certificati con l'obbligo di individuare in tempi brevi altri risparmiatori
presso i quali collocarli. In caso di vendita, se i tassi di mercato aumentano, il valore
del CD tende a diminuire, poiché i potenziali acquirenti sono disposti a pagare un
prezzo inferiore per un CD con cedola inferiore rispetto ai tassi di mercato.
Anche se detenuti fino a scadenza, i certificati a tasso fisso sono comunque esposti al
rischio di variazioni in aumento dei tassi di mercato. Rinuncia a investimenti
alternativi caratterizzati da un rendimento più elevato.
I certificati a tasso variabile si avvantaggiano degli aumenti di mercato, ma risentono
anche delle riduzioni che vengon incorporate nel tasso di riferimento. In presenza di
cedole, l'investitore entra periodicamente in possesso di liquidità che, se non destinata
al consumo, viene reinvestita. I CD emessi in valuta estera sono poi sottoposti al
rischio di variazione del tasso di cambio.
In caso di CD a tasso fisso l'emittente è sottoposto al rischio che i tassi di mercato
diminuiscano, mentre per i CD a tasso variabile è sottoposto al rischio di un aumento
dei tassi di mercato che implica un aggravio del costo del deposito.

Spazio economico di utilizzo. I CD si prestano per l'impiego a breve/medio termine


di risorse precedentemente accumulate. Spesso rappresentano una forma di
trasferimento di risparmio proveniente da altre forme tecniche. Per quanto riguarda
l'utilizzo da parte del depositante delle somme investite gli svantaggi e i rischi
conseguenti a tale operazione implicano che il deposito non venga ritirato prima della
sua scadenza naturale.
Per la banca, i CD rappresentano una forma di raccolta stabile a fronte della quale i
flussi finanziari in uscita sono facilmente prevedibili. Tale vantaggio si traduce in un
incremento del costo della raccolta.

I BUONI FRUTTIFERI POSTALI


Strumento postale equivalente al certificato di deposito bancario. Attraverso la
sottoscrizione di un buono fruttifero, il risparmiatore deposita presso le Poste una
somma di denaro per un periodo di tempo corrispondente alla durata del buono.
La durata dei buoni ordinari può raggiungere i 20 anni, mentre la durata dei buoni
indicizzati solitamente è molto più breve. Il rimborso del buono può essere richiesto
anche prima della scadenza naturale, ma implica la perdita degli interessi maturati
qualora il periodo di investimento non raggiunga l'eventuale durata minima stabilita
dal contratto.
I buoni postali sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato Italiano
e distribuiti da Poste Italiane S.p.A.
I buoni sono comprovati da un certificato attestante il deposito, oppure sono sottoposti
a regime di dematerializzazione. I buoni dematerializzati possono essere acquistati da
soggetti già titolari di altri rapporti di deposito con le Poste. I buoni sono emessi in
tagli diversi, minimo di 50 massimo di 5.000 euro. Il limite massimo di buoni
sottoscrivibili da un unico soggetto nella singola giornata lavorativa è di 1.000.000 di
euro.
Due categorie: buoni a tasso fisso e buoni indicizzati.
Buoni a tasso fisso, il capitale versato frutta interessi calcolati su base bimestrale e
capitalizzati annualmente. Ogni anno, gli interessi diventano quindi a loro volta
fruttiferi di nuovi interessi e sono corrisposti interamente al momento del rimborso. In
genere il tasso di interesse non è il medesimo lungo tutta la durata del buono, ma è
crescente con il trascorrere degli anni. Negli ultimi anni di possesso, il buono frutta
interessi a un tasso annuo più elevato rispetto ai primi anni, incentivando così gli
investitori a non richiedere il rimborso anticipato e a mantenere il buono fino a
scadenza.
Buoni indicizzati, remunerazione variabile in funzione dell'andamento di un
parametro di riferimento, secondo meccanismi di calcolo specifici per ogni emissione

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e riportati nei rispettivi fogli informativi. Il rendimento per l'investitore non è
determinabile a priori.

Conseguenze economiche. La remunerazione per l'investitore deriva dalla


differenza tra il valore di rimborso e il valore di sottoscrizione. Gli interessi e il premio
di rimborso sono soggetti a ritenuta fiscale pari al 12,50%. È anche previsto il
pagamento dell'eventuale imposta di bollo.

Remunerazione = valore di rimborso netto della ritenuta fiscale e del bollo – valore di
sottoscrizione

Il rendimento del singolo buono dipende dalla serie di appartenenza. Il rendimento


effettivo è influenzato dalla presenza della ritenuta fiscale e dall'imposta di bollo. Sotto
il profilo della liquidità il risparmiatore può chiedere il rimborso anteriormente alla
data di scadenza, ottenendo il valore del capitale maggiorato degli interessi ed
eventuali premi maturati fino alla data del rimborso. Sono possibili penalizzazioni nel
rendimento che è opportuno valutare singolarmente per ogni categoria.
Poiché i tassi di interesse corrisposti sono definiti al momento dell'emissione e non
sono modificabili, e poiché non esistono rischi relativi al reinvestimento dei frutti
intermedi, per i buoni ordinari la remunerazione ex post coincide con la remunerazione
ex ante.

Spazio economico di utilizzo. I buoni postali si prestano per l'investimento di


somme anche di modesta entità, su diversi orizzonti temporali. L'esigenza di detenere
una scorta di liquidità per fronteggiare spese future impreviste può essere soddisfatta
dalle categorie di buoni che prevedono il calcolo bimestrale degli interessi e nessuna
penalizzazione in caso di rimborso anticipato. L'esigenza di ottenere una maggiore
remunerazione su somme di cui non si prevede l'utilizzo può essere soddisfatta da
buoni che comportano condizioni più onerose in caso di disinvestimento anticipato, a
fronte di un maggiore rendimento.

I PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI


Le operazioni pronti contro termine (P/T o PCT) rappresentano una particolare forma di
deposito. Il risparmiatore investe pagando alla banca una determinata somma a fronte
di un acquisto temporaneo di titoli; l'operazione opposta viene già fissata al momento
dell'investimento. Il rendimento dell'operazione sorge dal differenziale tra prezzo di
acquisto e prezzo di vendita.
Contratto attraverso il quale un soggetto vende a pronti a un altro soggetto una certa
quantità di titoli, con l'impegno di riacquistare alla scadenza concordata una
medesima quantità di titoli della stessa specie a un prezzo prestabilito.
L'investitore acquista i titoli a pronti (investimento) e li rivende a termine
(disinvestimento). La durata dell'operazione è di solito compresa tra 1 e 12 mesi.

Conseguenze economiche. Per l'investitore il rendimento dell'operazione deriva


dalla differenza tra il prezzo di vendita a termine e il prezzo di acquisto a pronti. Il
prezzo a termine è calcolato aggiungendo al prezzo a pronti gli interessi maturati per il
periodo di durata dell'operazione, al tasso di interesse concordato con la banca. Il
prezzo a termine dipende da tasso di interesse concordato.
Il rendimento netto effettivo può discostarsi per l'eventuale presenza di spese
addebitate al cliente.
Dal punto di vista della liquidità, l'investitore non può disporre delle somme investite
nell'acquisto dei titoli fino alla scadenza dell'operazione. La remunerazione ex post
coincide con la remunerazione ex ante. Questa specifica caratteristica espone
l'investitore al rischio di rinunciare ad alternative di investimento più redditizie;
espone la banca al rischio di finanziarsi a un tasso di interesse elevato.

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Spazio economico di utilizzo. Per l'investitore i P/T si prestano per l'impiego
temporaneo di liquidità in eccesso. Forma di investimento flessibile, le scadenze e
l'importo possono essere modulati sulla base delle esigenze dell'investitore. Sono
adatte all'impiego di somme per le quali non si prevede la necessità di utilizzo per
tutta la durata dell'investimento. Il rendimento è certo.
Per l'emittente le operazioni P/T garantiscono la disponibilità delle risorse fino alla
scadenza contrattuale, configurandosi quindi come forma di raccolta a rischio di
prelevamento sostanzialmente nullo. Presentano un costo superiore rispetto alle altre
forme di raccolta.

I CONTI CORRENTI DI CORRISPONDENZA PASSIVI


Per i titolari di conti correnti la funzione principale del deposito è quella di rendere
possibili operazioni di incasso e pagamento e di mantenere scorte liquide atte a
gestire la tesoreria. Il conto corrente passivo si costituisce attraverso il deposito di una
somma a fronte della quale il depositante firma con contratto, contenente le condizioni
del rapporto con l'emittente. Sulla base del contratto la banca o la posta si impegnano
a eseguire pagamenti e riscossioni per conto del cliente.
L'aggettivo passivo si riferisce al fatto che la banca o la posta si trovano in posizione
debitoria nei confronti del cliente. Può essere intestato a più persone, a firme
congiunte o disgiunte. Può essere alimentato attraverso versamenti di varia natura.
Il conto corrente si configura come strumento a vista, dal momento che il correntista
può disporre in qualsiasi momento delle somme depositate.
Home banking → il correntista può movimentare il conto in modalità online o con
modalità telefonica, senza necessità di recarsi allo sportello bancario o postale.
Sia l'emittente sia il correntista possono chiedere la chiusura del conto corrente in
qualsiasi momento.
Documentazione inviata periodicamente al correntista:
• Estratto conto: riporta le operazioni ordinate in base alla data di effettuazione,
affiancate da una breve descrizione e dalla valuta attribuita.
• Staffa: detta anche conto scalare o scalare interessi, riclassifica le
operazioni ordinandole per valuta, in base al momento a partire dal quale
iniziano a essere (o cessano di essere) fruttifere di interessi. È il documento
sulla base del quale viene effettuato il calcolo degli interessi attivi o passivi. La
formula per il calcolo degli interessi sul singolo saldo è quella dell'interesse
semplice, dove il capitale è rappresentato dal singolo saldo. La capitalizzazione
degli interessi può essere trimestrale, semestrale o annuale.
• Prospetto competenze e spese: riassume tutte le spese addebitate
dall'emittente al cliente, l'eventuale imposta di bollo sul conto corrente e gli
interessi a credito del cliente, netti della relativa ritenuta fiscale al 26%.
A fronte della componente di servizio, il depositante è tenuto a corrispondere alla
banca spese per la tenuta del conto e spese per ogni operazione effettuata. Le spese
possono consistere in un canone annuo a fronte del quale può essere effettuato un
numero illimitato di operazioni. Esistono conti correnti senza alcuna spesa, ma senza il
riconoscimento di un interesse sulle somme depositate.

Conseguenze economiche. Il rendimento ottenuto dal depositante non coincide con


il tasso di interesse nominale applicato al rapporto di conto corrente. In primo luogo,
l'applicazione dei giorni valuta ad alcune forme di versamento ritarda il calcolo degli
interessi rispetto alla data di effettuazione del deposito. Inoltre, può accadere che si
produca uno scoperto per valuta, ossia una situazione in cui il correntista figura
temporaneamente a debito della banca con un saldo dare.
Possono essere applicati, in assenza di affidamento, una commissione di istruttoria
veloce e un interesse proporzionale all'ammontare e alla durata dello sconfinamento
sugli scoperti relativi al saldo disponibile. La commissione di istruttoria veloce è dovuta
solamente se si verificano le condizioni di importo (saldo negativo superiore a 500
euro) e di durata (superiore a 7 giorni lavorativi) previste dalla legge.

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La remunerazione netta per l'investitore risente anche dell'ammontare delle spese
addebitate.
Una prima indicazione del costo del conto corrente è data dall'indicatore sintetico di
costo (ISC) che l'emittente è tenuto a riportare nel foglio informativo e nel documento
di sintesi.
Liquidità: i conti correnti sono caratterizzati dal massimo grado di disponibilità delle
somme depositate, assicurata dalla possibilità di utilizzare i diversi mezzi di
pagamento messi a disposizione dall'emittente, aggiunta alla possibilità di
prelevamento in contanti.
Rischio: il tasso di interesse corrisposto non è costante nel tempo.
Per l'emittente l'interesse corrisposto rappresenta il costo della raccolta. Il costo
effettivo della raccolta non coincide con il tasso di interesse nominale corrisposto sul
conto, ma tende a essere inferiore a causa del meccanismo delle valute. Le spese
addebitate al cliente sono fonte di ricavo.

Spazio economico di utilizzo. Il rendimento offerto generalmente si mantiene al di


sotto dei rendimenti offerti sugli strumenti di deposito a risparmio. Impiego
temporaneo di risparmio destinato a essere investito in attività maggiormente
redditizie. Viene utilizzato quando l'ammontare disponibile non è ancora tale da
consentire l'investimento definitivo desiderato o quando il depositante è incerto circa
la necessità di un rapido disinvestimento motivato da un prossimo utilizzo che si
prospetta.
Il conto corrente è lo strumento necessario per l'utilizzo dei diversi mezzi di
pagamento. Per l'emittente i conti correnti rappresentano una forma di raccolta. Si
tratta di una forma di raccolta a costo contenuto la cui disponibilità complessiva è
comunque in una certa misura prevedibile.
Vengono proposte diverse forme innovative di conto corrente, caratterizzate da
diverse componenti di servizio o di investimento e/o da pricing differenziati.
I conti di liquidità sono abbinati all'investimento in fondi comuni. Quando il saldo del
conto supera la giacenza massima, l'eccedenza rispetto alla giacenza media viene
investita nel fondo comune collegato. Quando il saldo scende al di sotto della giacenza
minima, la banca procede al disinvestimento dal fondo in modo da riportare il saldo sul
livello medio.
Possono essere previste anche particolari forme di convenzione tra un intermediario e
un ente. A tutti i titolari del conto corrente convenzionato vengono applicate le
stesse condizioni, più favorevoli rispetto alle condizioni generalmente applicate
dall'emittente sui conti correnti.

21 – GLI STRUMENTI CREDITIZI DI FINANZIAMENTO A BREVE TERMINE

Definite le caratteristiche dell'investimento che l'impresa ha intenzione d'effettuare e il


relativo fabbisogno che ne scaturisce, la ricerca dello strumento di finanziamento più
coerente per la sua copertura deve prendere in considerazione, oltre il costo, anche il
profilo dei flussi di cassa e l'aspetto fiscale. I fattori che generano un fabbisogno
finanziario di breve periodo sono fondamentalmente due:
• la lunghezza del ciclo del circolante, l'intervallo temporale intercorrente tra
il pagamento degli acquisti e la riscossione delle vendite;
• la lunghezza del ciclo operativo, l'intervallo temporale intercorrente tra
l'acquisto delle materie prime e la vendita dei prodotti finiti.
Le aziende industriali in genere vengono classificate come cash absorber, in quanto
la gestione caratteristica rinnova in maniera iterativa i fabbisogni derivanti da un
anticipo delle uscite rispetto alle entrate. Le aziende operanti nella distribuzione al
dettaglio si trovano sovente nella condizione di cash generator, dato che l'attività
industriale di trasformazione è pressochè inesistente, il regolamento degli acquisti
avviene con dilazioni di pagamenti.

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Le deficienze di breve periodo possono essere distinte secondo definiti tratti
caratteristici:
• la ciclicità, lunghezza del periodo in cui l'impresa si trova in una condizione di
deficit finanziario rispetto a periodi in cui si trova in surplus;
• l'entità, i picchi massimi che tali fabbisogni possono raggiungere;
• la prevedibilità, la dimensione dello scostamento tra un valore di fabbisogno
atteso e quello da coprire;
• la genesi, indagine delle cause che hanno portato alla manifestazione del
fabbisogno.
Prima classificazione delle forme di finanziamento delle attività correnti dell'impresa,
criterio discriminante: contenuto dell'operazione e preponderanza del servizio rispetto
al finanziamento. Due classi di operazioni:
• quelle in cui il ruolo del servizio è preponderante;
• quelle in cui il ruolo del finanziamento è prevalente.
Nelle prime, il fabbisogno manifestato dall'impresa è quello di ottenere un servizio da
parte di un intermediario. Un esempio è il factoring.
La seconda categoria di finanziamenti fronteggia un fabbisogno finanziario
dell'impresa in cui viene conferita scarsa importanza alla componente servizio e
rilevanza notevole alla componente finanziaria. Le anticipazioni a scadenza fissa ne
sono un esempio.
Suddivisione degli strumenti in tre classi fondamentali:
• le aperture di credito in conto corrente, costituiscono la forma più diffusa di
finanziamento a breve. Oltre a soddisfare le esigenze di liquidità e di elasticità di
cassa si connette a essa un servizio accessorio di gestione dei pagamenti e
della tesoreria dell'impresa;
• le operazioni di smobilizzo crediti commerciali quale fonte alternativa di
finanziamento a breve, in cui la liquidità si genera a fronte della cessione
anticipata di una posta dell'attivo circolante;
• le anticipazioni garantite, nelle quali l'impresa ottiene un finanziamento a
breve a fronte della costituzione di una garanzia reale, che può essere
rappresentata da merci o titoli finanziari.

L'APERTURA DI CREDITO IN CONTO CORRENTE


Mediante l'apertura di credito in conto corrente la banca, previa valutazione
dell'affidabilità del cliente, mette a disposizione una data somma di denaro utilizzabile
discrezionalmente, per un determinato periodo di tempo, o a tempo indeterminato.
La valutazione dell'affidabilità del cliente costituisce l'operazione preliminare.
Strutturata in maniera differente a seconda del segmento di clientela. Al termine della
procedura, l'intermediario formula un giudizio sintetico sull'affidabilità della
controparte, espresso con caratteri alfanumerici, che prende il nome di rating. In base
al rating viene successivamente deliberato l'accoglimento o il rigetto della richiesta di
finanziamento, le condizioni contrattuali e l'importo massimo dell'apertura (fido
accordato).
Lo strumento tecnico utilizzato dalla banca per mettere a disposizione la linea di
credito è rappresentato dal conto corrente. La banca gli consente di andare in rosso
per l'importo del fido accordato. La parte di linea di credito di cui si avvale il cliente
prende il nome di fido utilizzato. Gli interessi passivi sono calcolati in base
all'ammontare e alla durata del fido utilizzato. Si classificano in base a tre
caratteristiche principali:
• modalità di utilizzo;
• garanzie che le assistono;
• durata.
A seconda della modalità di utilizzo si distinguono:
• Apertura di credito semplice, il cliente può utilizzare in un'unica o in più
soluzioni la linea di credito messa a disposizione, ma non può ricostruirla
mediante successivi versamenti.

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• Apertura di credito per elasticità di cassa, il cliente può andare in rosso
per un certo ammontare e per periodi brevi.
• Apertura di credito ordinaria, il cliente movimenta il conto con completa
discrezionalità ed è caratterizzata dalla presenza quasi costante di saldi a
debito del cliente.
• Aperture con particolari finalità, consentono al cliente di spuntare
migliori condizioni in quanto, informando preventivamente la banca dei
periodi dell'anno di maggiore utilizzo della linea di credito, riducono la sfera
di discrezionalità nell'utilizzo del conto.
Qualora dall'analisi emerga un profilo di rischiosità rilevante, ma non tale da rigettare
la richiesta, viene richiesto al cliente si assistere l'operazione con delle garanzie
(collateral). Le aperture di credito sprovviste di garanzie vengono definite in bianco o
allo scoperto, per distinguerle dalle aperture di credito garantite. Le garanzie fornite
dal cliente possono essere sia reali (pegno o ipoteca), sia personali (fideiussione o
avallo). La richiesta da parte della banca di integrare il contratto di finanziamento con
delle garanzie può avvenire anche in un secondo momento, quando il merito creditizio
del cliente sia deteriorato, ma non in misura tale da richiedere il rientro della
posizione.
Nel caso di un'impresa appartenente a un gruppo piuttosto del rilascio di una garanzia
viene richiesta una lettera di patronage alla capogruppo, impegno generico della
holding affinché l'impresa controllata onori i suoi impegni.
Considerando la durata, l'apertura di credito può essere a scadenza fissa, a tempo
indeterminato o fino a revoca. Nel primo caso la banca può chiedere il rimborso
anticipato solo per giusta causa, relazione rigida. A scadenza indeterminata, entrambi
i contraenti possono recedere dal contratto dando il preavviso previsto dal contratto,
che in mancanza di alcuna previsione si presume di almeno 15 giorni. L'ultima
tipologia pone la banca in una posizione dominante, potendo la stessa richiedere il
rientro in qualunque momento e senza alcun preavviso.
Nelle aperture di credito in conto corrente si possono attuare due tipologie di
registrazioni: Dare o Avere. Un'operazione a debito si caratterizza per il fatto di ridurre
le disponibilità monetarie o aumentare l'indebitamento nei confronti della banca. A
credito, aumenta le disponibilità monetarie oppure riduce l'indebitamento del cliente.
Ogni operazione del conto corrente ha una data di registrazione, data contabile, e
una data a partire dalla quale produce i suoi effetti, data valuta. Il saldo che si
ottiene dalla differenza tra le operazioni a credito e le operazioni a debito ordinate in
base alla data contabile prende il nome di saldo contabile. Ordinando le operazioni in
base alla data in cui esse producono il loro effetto si genera un saldo liquido che sarà
impiegato per calcolare degli interessi.
Può accadere che il cliente abbia un utilizzato superiore all'accordato, prendendo in
considerazione il saldo liquido, e risultare entro i limiti dell'affidamento qualora si
consideri il saldo contabile → scoperto per valuta. Si distingue dallo scoperto per
valuta la situazione di sconfinamento, in cui il cliente utilizza la linea di credito per un
importo superiore all'accordato. Implica un ampliamento automatico del fido concesso
e sia il saldo liquido sia quello contabile eccedono l'importo accordato.
La banca predispone due documenti: l'estratto conto e la staffa. La staffa riporta la
successione delle operazioni ordinate per data valuta e i rispettivi saldi liquidi. Per
calcolare gli interessi sono presenti altre informazioni: la data valuta di ogni
operazione, i giorni che intercorrono tra una data valuta e quella successiva e i
numeri, determinati dal prodotto tra il saldo liquido e i giorni. Il metodo computistico
utilizzato per la contabilizzazione delle operazioni è definito procedimento scalare
metodo amburghese.
Conseguenze economiche. L'utilizzo di questo strumento comporta il sostenimento
di costi e di rischi da parte dell'impresa richiedente. Il costo effettivo è così composto:
• Interessi passivi: calcolati in base all'ammontare e alla durata degli utilizzi
della linea di credito e calcolati in genere con cadenza trimestrale.

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• Commissione di affidamento: calcolata sul fido accordato, non può superare
lo 0,5% trimestrale.
• Spese di tenuta conto: a seconda della banca possono essere rappresentate
da commissioni su ogni singola operazione, commissioni di apertura e chiusura
annuale, recupero imposta di bollo sull'estratto conto.
• Tasso di sconfinamento: rappresenta una maggiorazione del tasso di
interesse applicato nell'ipotesi in cui il cliente superi l'ammontare del fido
accordato.
• Commissione di istruttoria veloce: costituisce una forma di remunerazione
della banca per il sostenimento di costi correlati a una istruttoria imprevista
relativa a una improvvisa richiesta di somme eccedenti il fido accordato. È
addebitata a evento in misura fissa ed è espressa in valore assoluto.
Gli interessi passivi dell'apertura di credito in conto corrente sono fiscalmente
deducibili dal reddito d'impresa. Gli interessi periodicamente capitalizzati non possono
produrre interessi ulteriori nelle successive operazioni di capitalizzazione, i quali
saranno computati solo sulla linea capitale.
Una componente di costo non direttamente esplicitata è rappresentata
dall'applicazione dei giorni valuta. L'utilizzatore di questo strumento creditizio corre
principalmente due tipologie di rischi:
• Rischio di revoca inaspettata dell'apertura, la richiesta da parte della banca può
avvenire a seguito di circostanze indipendenti lo stato di solvibilità del cliente,
oppure a seguito di un deterioramento del suo merito creditizio. La banca
chiede il rientro dalla linea di credito. L'estinzione anticipata del rapporto di
credito presumibilmente comprometterà ulteriormente la già precaria situazione
di solvibilità dell'impresa.
• Rischio di variazione del costo del finanziamento, sussiste poiché l'apertura di
credito è una forma di finanziamento a tasso variabile.
La banca incorre in un rischio di liquidità, dato che non è in grado di stimare ex ante il
momento di utilizzo della linea di credito.
Rispetto ai prodotti creditizi a struttura chiusa (esempio mutuo), l'apertura di credito
scarica sulla banca il rischio di improvvisi fabbisogni finanziari del cliente e costringe la
stessa a detenere delle riserve di liquidità in eccesso che comportano ovviamente il
sostenimento di un onere.
L'utilizzo oltre il limite di fido accordato può essere eventualmente remunerato da un
tasso d'interesse maggiorato rispetto al normale tasso dell'apertura.

Spazio economico di utilizzo. L'apertura di credito in conto corrente è lo strumento


ideale per la copertura dei fabbisogni di tesoreria imprevedibili nell'ampiezza e nella
durata delle oscillazioni. Vantaggi: possibilità di utilizzare il finanziamento in maniera
flessibile, a seconda delle necessità, e commisurare il pagamento degli interessi a
quanto effettivamente utilizzato.
Vi è una simmetrica anelasticità del prodotto da parte dell'intermediario. La banca
fissa l'importo dell'accordo di modo tale che copra solo i fabbisogni di tesoreria di
breve periodo dell'impresa, e prezza il prodotto a un livello superiore rispetto ad altre
forme di finanziamento a breve termine.

LE OPERAZIONI DI SMOBILIZZO DEI CREDITI COMMERCIALI


I fabbisogni finanziari di breve termine possono essere coperti mediante l'utilizzo di
altri strumenti che non aggiungono risorse alle imprese, piuttosto trasformano
anticipatamente in liquidità delle poste che sarebbero rimaste immobilizzate per un
certo periodo di tempo. Il capitale circolante netto commerciale è la risultante di tre
poste fondamentali: i crediti verso la clientela, il magazzino e i debiti verso i fornitori.
I debiti verso fornitori costituiscono una forma non onerosa di copertura dell'attivo
a breve, e la gestione dei giorni di regolamento richiede lo sviluppo di un'elevata
capacità contrattuale.

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La gestione efficiente del magazzino deve contemperare l'esigenza di garantire una
rapida evasione degli ordini con il contenimento della dimensione dello stesso.
La gestione dei crediti verso i clienti deriva dall'impostazione di una specifica
politica del credito commerciale, regole afferenti gli standard di: affidamento dei
clienti, concessione dei giorni di dilazione, concessione di sconti e delle modalità di
pagamento. Esiste un'elasticità positiva della domanda rispetto ai giorni di dilazione e
all'aumentare dei giorni di dilazione si incrementano anche le vendite (effetto
economico). Sotto il profilo finanziario l'incremento dei giorni di dilazione dei crediti fa
sorgere un fabbisogno finanziario che deve essere coperto (effetto finanziario).
Cifra di castello: limite invalicabile dei crediti cedibili all'intermediario, si genera una
volta che i crediti pregressi giungono a scadenza.
La cessione dei crediti avviene di norma con la clausola pro solvendo, in caso di
insolvenza del debitore ceduto, la banca chiederà al cliente cedente la restituzione
delle somme anticipate. Tecnica meno rischiosa di altre in quanto:
• il cliente della banca delega il servizio d'incasso del credito ceduto, pertanto non
gli è possibile utilizzare i fondi incassati per scopi diversi dal rimborso del
finanziamento;
• i giorni di dilazione concessi alla clientela rappresentano il periodo
indispensabile per la chiusura del ciclo operativo.
Le due principali operazioni di smobilizzo dei crediti commerciali sono lo sconto
cambiario e gli anticipi salvo buon fine su ricevute bancarie o fatture.

LO SCONTO CAMBIARIO
Lo sconto è una forma di smobilizzo dei crediti commerciali utilizzato nel caso in cui
l'impresa regoli i propri scambi mediante effetti cambiari, cioè titoli di credito che
incorporano un'obbligazione di pagamento a una certa data fattura. È un contratto
tipico mediante il quale il cliente, dietro la cessione salvo buon fine a una banca di un
credito incorporato in un titolo cambiario, ne ottiene il valore attuale.
La banca stabilisce l'ammontare massimo di effetti che il cliente può portare allo
sconto e questa cifra prende il nome di castelletto di sconto. Una volta che gli effetti
scontati sono giunti alla scadenza naturale, può riutilizzare la stessa forma tecnica fino
alla saturazione della cifra di castelletto.
I requisiti minimi che le cambiali devono avere sono: devono essere titoli originati da
una transazione commerciale e devono avere una scadenza non superiore a quattro
mesi.

Conseguenze economiche. Il costo complessivo dell'operazione di sconto è


rappresentato dalla somma delle seguenti componenti:
• Lo sconto, la sua incidenza è tanto maggiore quanto più la scadenza è protratta
nel tempo. Formula da applicare (pagina 499).

• Le commissioni d'incasso della cambiale.


• I diritti di brevità nel caso in cui gli effetti siano brucianti, ossia siano
presentati allo sconto quando mancano meno di 12 giorni alla scadenza, se
pagabili su piazza, o meno di 20 giorni se pagabili fuori piazza.
• Altre eventuali commissioni applicate dalla banca.
• I giorni banca che costituiscono una componente non esplicita di costo ma che
deve comunque essere considerata per calcolare l'onerosità complessiva dello
strumento.
Il principale rischio che corre l'utilizzatore è di dover restituire le somme che gli sono
state anticipate dalla banca a causa dell'insolvenza del debitore ceduto. Il cliente
dovrà anticipare le spese di protesto cambiario, delle quali richiederà la restituzione al
debitore insolvente.

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Il tasso di interesse applicato per lo sconto è un tasso di mercato monetario, esso si
adeguerà prontamente alle variazioni dei tassi di mercato. Dato che i requisiti di
bancalità richiesti agli effetti da scontare presuppongono una durata residua non
superiore ai quattro mesi, il rischio di tasso d'interesse sopportato dalla banca è
abbastanza contenuto.

Spazio economico di utilizzo. L'onerosità fiscale, congiuntamente alla riluttanza da


parte delle imprese clienti ad adottare la cambiale come strumento di regolamento
delle transazioni commerciali, in quanto spesso associata a una mancanza di fiducia
della controparte, ha favorito l'estinzione del titolo cambiario. I conseguenza, anche
l'operazione di smobilizzo dei crediti commerciali incassati mediante titoli cambiari
(sconto cambiario) è caduta in disuso.
Lo sconto di effetti copre i fabbisogni di cassa di breve termine originati da vendite
dilazionate comprovate dall'emissione di effetti cambiari.
Nel caso di sconto di effetti il cliente riceve il valore attuale dei crediti non ancora
scaduti e quindi paga anticipatamente l'onere del finanziamento indipendentemente
dal fatto che tali somme saranno effettivamente utilizzate o meno.

GLI ANTICIPI SALVO BUON FINE SU FATTURE E RICEVUTE BANCARIE


Per il regolamento delle transazioni commerciali le aziende dispongono di diversi
strumenti di pagamento. Le ricevute bancarie (Ri.Ba). Le Ri.Ba non sono titoli di
credito, bensì delle semplici quietanze di pagamento. Un'impresa deve attivare una
procedura che prevede:
• l'affidamento d'incarico alla propria banca, dietro compilazione di una distinta di
presentazione di Ri.Ba, d'incassare per proprio conto i crediti commerciali;
• l'invio da parte della banca incaricata, direttamente o attraverso altre banche
incaricate, definite domiciliatarie, di un avviso di scadenza presso il domicilio del
debitore, cioè un invito a saldare entro una certa data il proprio debito;
• il pagamento a scadenza della Ri.Ba da parte del debitore e il contestuale
accredito dell'importo incassato sul conto corrente dell'impresa creditrice.
Per la copertura di fabbisogni finanziari di breve periodo un'impresa può procedere al
loro smobilizzo mediante un'operazione di anticipazioni su Ri.Ba.
Un'impresa può invece essere propensa a regolare le proprie transazioni chiedendo al
debitore di effettuare un bonifico bancario o giroconto basandosi sull'importo esposto
in fattura. Adottando questo sistema di regolamento degli scambi, l'impresa soddisfa
due differenti tipologie di fabbisogni:
• delega alla banca il servizio di riscossione e pagamenti utilizzando in misura
crescente il conto corrente di corrispondenza ed esternalizzando parte del
servizio di tesoreria;
• evita l'uso di titoli di credito esecutivi o di semplici quietanze di pagamento
risparmiando l'onere del bollo.
Alla base delle operazioni di anticipazione vi è sempre l'ottenimento di una linea di
credito che, nel caso di anticipi salvo buon fine, prende il nome di castelletto salvo
buon fine. È possibile realizzare l'operazione di anticipazione su Ri.Ba o fatture con
due modalità differenti:
• mediante l'accredito diretto in c/c, nel qual caso la banca terrà un conto
evidenza infruttifero;
• mediante l'utilizzo di un conto transitorio fruttifero s.b.f.
Il meccanismo tecnico che consente la produzione degli interessi passivi si basa su
logiche differenti nelle due metodologie. Nel primo, la Ri.Ba viene registrata in un
conto di evidenza e simultaneamente stornata nel conto corrente del cliente con
valuta il giorno di scadenza. Solo l'utilizzo delle somme prima della scadenza della
Ri.Ba genera uno scoperto per valuta, e, quindi, la maturazione di interessi passivi.
L'utilizzo del conto transitorio fruttifero s.b.f. Prevede l'accreditamento di ogni effetto
presentato su un apposito conto separato, con valuta a scadenza. Lo stesso giorno
viene stornato l'effetto nella sezione Dare e accreditato sul conto corrente del cliente.

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Il saldo contabile del conto transitorio fruttifero è sempre nullo, invece il saldo liquido
è costantemente negativo per un importo corrispondente alle partite già girate sul
conto corrente di corrispondenza. Questa tecnica fa sempre maturare degli interessi
passivi.
La banca per semplificare le scritture in conto corrente, cerca di accorpare gli effetti
con scadenze differenti in un'unica data valuta. L'accreditamento in conto corrente
può essere convenuto:
• separatamente per ogni importo, ciascuno con la sua scadenza convenzionale
determinata aggiungendo dei giorni valuta prestabiliti alla scadenza naturale;
• riunendo tutti gli importi in un'unica scadenza, procedendo alla determinazione
della valuta adeguata che consiste in una media opportunamente ponderata
delle diverse scadenze;
• ripartendo gli importi per scadenze in base a periodi prestabiliti dalla banca e
calcolando all'interno di ogni periodo la valuta adeguata.

Conseguenze economiche. Il costo complessivo dell'operazione di anticipazione su


Ri.Ba o su fatture dipende innanzitutto dalla forma tecnica utilizzata. Il conto evidenza
ricevute infruttifero non fa maturare direttamente interessi passivi. Questi si
genereranno solo qualora si attinga sul conto corrente alla parte di scoperto
fronteggiata dall'anticipazione.
Utilizzo del conto transitorio s.b.f l'operazione di anticipazione è onerosa fin da subito,
anche qualora le somme accreditate sul conto corrente non vengano utilizzate.
Altri elementi di costo:
• commissioni d'incasso degli effetti una volta giunti alla scadenza;
• i giorni di valuta convenzionale praticati.
La cessione dei crediti avviene con clausola pro-solvendo, pertanto il cliente corre il
rischio di essere chiamato dalla banca a restituire le somme ricevute, qualora il
debitore ceduto risulti insolvente.
Per le conseguenze economiche in capo all'intermediario, le considerazioni fatte in
merito allo sconto cambiario possono essere, con i dovuti accorgimenti, trasposte
anche alle anticipazioni su Ri.Ba o fatture.

Spazio economico di utilizzo. Le aziende che concedono dei giorni di dilazione alla
propria clientela e sono in possesso di fattura o Ri.Ba possono chiedere alla banca
l'anticipazione delle somme di cui sono creditrici. All'operazione di anticipazione viene
in genere applicato un tasso d'interesse inferiore rispetto all'apertura di credito in
conto corrente.

LE ANTICIPAZIONI GARANTITE
L'anticipazione è un contratto di finanziamento tipico a breve termine, in genere a
scadenza determinata, erogato da una banca contestualmente alla costituzione, da
parte dell'affidato, di un pegno su beni mobili al cui valore risulta strettamente
proporzionale l'entità della somma prestata. La garanzia sottesa all'operazione può
avere natura sia reale sia finanziaria. L'importo del finanziamento erogato dalla banca
scaturisce dalla stima del valore del pegno decurtato di uno scarto prudenziale. La
banca si obbliga a custodire i beni ricevuti in pegno, ad assicurarli e a restituirli al
momento dell'estinzione. Vanta su di essi un diritto di ritenzione e di vendita con
privilegio sul ricavato in caso di insolvenza del debitore a scadenza. Questi si assume
invece l'obbligo, oltre che di rimborsare il prestito, di restituire le spese sostenute dalla
banca e di reintegrare la garanzia in caso di deprezzamento di una certa entità.
Possono distinguersi in base al tipo di bene dato in garanzia, oppure in base alla
modalità di utilizzo. Secondo la prima caratteristica, si è soliti distinguere le
anticipazioni su titoli, le anticipazioni su merci e le anticipazioni su titoli rappresentativi
di merci.
Normalmente i titoli rappresentano un bene maggiormente gradito alla banca, dato
che la stima del valore è immediata e la conservazione è particolarmente agevole per

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un intermediario finanziario. Le merci dovranno avere un elevato valore intrinseco, non
essere deperibili, e godere di ampio mercato di vendita.
Sulla base del modo di utilizzo, si distingue tra anticipazione a scadenza fissa e
anticipazione in conto corrente. Con la prima la banca eroga il prestito in un'unica
soluzione e il cliente paga interessi su tutto il valore del prestito e per tutta la sua
durata, che risulta prefissata. La seconda tipologia risulta simile all'apertura di credito
in conto corrente: a fronte della somma calcolata come sopra, il cliente può
avvalersene con maggiore discrezionalità, essendo prevista la possibilità di eseguire
prelevamenti e successivi rientri.

Conseguenze economiche. Analizzate nell'ottica del prenditore di fondi, le


anticipazioni sono connotate da una certa rigidità, comportano la perdita della
disponibilità del bene costituito in pegno, ottenendo un finanziamento inferiore al
valore della garanzia fornita. Ciò vale in particolare per la variante a scadenza fissa, il
soggetto affidato deve corrispondere interessi sull'intero importo ottenuto e per tutto il
periodo del finanziamento. Presenta maggiore elasticità l'anticipazione in conto
corrente in cui gli interessi, calcolati a un tasso nominale in genere più elevato rispetto
al caso precedente, risultano commisurato all'effettivo utilizzo del credito, per importo
e durata, e sono addebitati in via posticipata, con la conseguenza che tale soluzione
risulta anche più conveniente sotto il profilo economico.
Analizzate nell'ottica del datore di fondi, le anticipazioni sono operazioni relativamente
sicure, in quanto garantite, ma presentano il limite di richiedere significativi
adempimenti e di essere piuttosto rigide.
L'anticipazione in c/c presenta alcuni svantaggi gestionali per la banca, che si
ricollegano all'impossibilità di programmare agevolmente i flussi in entrata e in uscita
connessi all'operazione, sebbene abbia il pregio di consentire una gestione flessibile
del rischio di tasso di interesse sotteso all'operazione, potendo questo variare nel
corso del tempo.

Spazio economico di utilizzo. L'anticipazione su pegno di merci rappresenta uno


strumento di copertura dei fabbisogni di breve termine utilizzata da imprese che
hanno delle eccedenze di magazzino rispetto alle necessità dettate dal normale ciclo
operativo. Nel caso di pegno di titoli l'anticipazione trova spazio come forma di
smobilizzo temporaneo di tali titoli, in quanto la loro vendita sarebbe non conveniente
o strategicamente sconsigliabile.

22 – IL FACTORING

Il factoring è una tecnica finanziaria basata sulla cessione, a un intermediario, dei


crediti commerciali vantati da un'impresa. Esso consiste in un rapporto di carattere
continuativo in base al quale un'impresa effettua la cessione, secondo apposite forme
giuridiche, di una parte significativa dei propri crediti commerciali a un operatore
specializzato, la società di factoring (factor), che finanzia l'impresa, attraverso il
pagamento dei crediti stessi prima della relativa scadenza.
Il factoring è anche un servizio gestionale poiché con la cessione dei crediti l'impresa
soddisfa, delegandole all'esterno, le esigenze di gestione connesse a crediti e debiti di
fornitura. La società di factoring affianca l'azienda nelle funzioni contabili,
amministrative e finanziarie, intervenendo nell'ambito dei regolamenti delle posizioni
relative ai rapporti commerciali, fino ad assumere un ruolo di raccordo tra le parti. Il
factor può conseguire un'effettiva riduzione del rischio dell'operazione per il soggetto
cedente rispetto a strumenti finanziari apparentemente similari.
L'operazione di factoring prende avvio con la valutazione del portafoglio crediti
dell'impresa da parte del factor. Il factor risulta essere interessato ad apprezzare, in
termini quantitativi, il valore della quota dei crediti ceduti rispetto all'ammontare
complessivo di quelli detenuti dal cliente e, in termini qualitativi, la tipologia e il grado
di rischio a essi associato.

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Il cliente sottopone alla valutazione preventiva l'intero portafoglio, sarà poi il factor a
indicare i crediti accettati in cessione. L'individuazione del portafoglio avviene
seguendo un criterio di omogeneità dei crediti o selezionando i nominativi di singoli
debitori. La scelta si basa sulla valutazione dei rischi connessi al debitore o al
segmento di debitori individuato.
Durata e importo medio dei crediti commerciali rappresentano due indicatori
importanti:
• Il primo, evidenziando scadenze eccessivamente protratte, può indicare al
factor una condizione di scarsa forza contrattuale e/o difficoltà finanziaria del
cedente.
• Il secondo, segnalando importi unitari ridotti, può evidenziare il rischio che
l'operazione di cessione risulti antieconomica per le parti.
Sempre nella fase iniziale del rapporto si realizza l'accertamento della regolarità dei
crediti ceduti verificando l'effettiva esistenza del rapporto commerciale sottostante,
l'assenza di controversie in corso tra le parti e/o di provvedimenti giudiziari a carico
del debitore che ne inibiscano la capacità di pagamento.
Alla cessione dei crediti fa seguito la prestazione dei servizi da parte del factor.
L'attività di incasso vede il factor subentrare al cliente nella gestione della relazione
con il debitore, assumendo una discrezionalità sufficiente a consentirgli di accettare
sconti o abbuoni proposti dal debitore.
Quando, in caso di mancata riscossione, il recupero dei crediti spetta al creditore,
cessioni pro solvendo, su di esso ricade anche l'onere dell'azione giudiziaria.
In presenza di un contratto di cessione pro-soluto è invece di competenza del factor
procedere al recupero dei crediti, mentre la garanzia prestata lo impegna a subentrare
nel pagamento del debito al debitore ceduto.
L'indicatore del livello di attività delle società di factoring più utilizzato, anche sul
piano internazionale è rappresentato dal turnover, che equivale al flusso lordo dei
crediti ceduti dalla clientela alla società di factoring in un determinato intervallo di
tempo. Un altro aggregato spesso usato è l'outstanding, l'importo dei crediti
acquistati dal factor in essere a una determinata data.

LO SPAZIO ECONOMICO DEL FACTORING


Il factoring rappresenta uno dei possibili strumenti di copertura del fabbisogno
finanziario di breve periodo di un'impresa. Si caratterizza per la rilevante componente
di servizio presente al suo interno.
Si configura come uno smobilizzo anticipato di crediti commerciali che consente
all'impresa di accrescere il proprio livello di liquidità, a fronte del costo finanziario da
sostenersi per l'anticipo concesso.
Nel factoring pro soluto il factor assume completamente il rischio connesso
all'insolvenza del debitore. Nel factoring pro solvendo il cedente risulta coinvolto nella
sorte dell'operazione, potendo il factor rivalersi sul medesimo in caso di insolvenza del
debitore.
Il factoring è anche uno strumento di gestione del rischio di credito per le imprese. È
contemplata anche la possibilità di cedere crediti futuri. Il factoring è e deve essere
usato come uno strumento di supporto alla gestione del credito commerciale da parte
dell'impresa; può presentare una componente finanziaria anche importante, ma mai
disgiunta dal profilo gestionale del credito oggetto dell'operazione.
Il factor è tipicamente orientato a una relazione duratura nei suoi rapporti sia con il
cedente sia con i debitori ceduti. In questo modo esso è in grado di produrre
informazioni rilevanti e significative relative ai crediti oggetto dell'operazione e ai
relativi debitori. Tali informazioni contribuiscono a ridurne il rischio e possono costituire
un servizio autonomo. Il factor cioè può offrire al cliente un servizio informativo
relativo all'evoluzione dell'affidabilità dei debitori ceduti. Tipologie di imprese
considerate adatte al factoring:
• imprese di recente costituzione;
• imprese in fase di espansione e/o con componenti stagionali di attività;

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• imprese nelle quali la gestione del capitale circolante costituisce un aspetto
strategico dell'attività;
• imprese sane ma dotate di requisiti patrimoniali e finanziari inadeguati rispetto
al giro d'affari.

CICLO DI VITA DELL'IMPRESA E RUOLO DEL FACTORING


Esistono diverse tipologie di factoring.
Factoring completo (full factoring o full factoring service) prevede che il factor
acquisti, su base continuativa, i crediti commerciali del cliente, man mano che essi
sorgono in relazione all'attività di quest'ultimo. Il factor provvede ad amministrare e
controllare tali crediti fino alla scadenza, preoccupandosi altresì della relativa
riscossione presso i debitori e, se necessario, svolgendo le attività inerenti la gestione
del contenzioso e il recupero. Tale attività è accompagnata da un dettagliato reporting
periodico che informa il cliente cedente sullo stato dei crediti ceduti. Il debitore riceve
periodicamente un estratto conto di tutte le partite in essere, suddiviso per fornitore.
Il factor può assumersi il rischio di mancato pagamento del credito da parte del
debitore, rinunciando alla rivalsa nei confronti del cedente (non-recourse factoring).
Il factor può concordare con il cliente cedente i crediti e le modalità di pagamento
degli stessi in tempi anticipati rispetto alla scadenza, fornendo quindi un servizio di
smobilizzo del credito. Le anticipazioni di pagamento dei crediti ceduti bengono rese
disponibili al cliente nel conto corrente improprio acceso presso il factor che esprime
un saldo sul quale maturano eventualmente gli interessi passivi relativi agli anticipi.
Recourse factoring, mentre l'offerta di servizi risulta completa la cessione dei crediti
avviene unicamente salvo buon fine. Il factor può richiedere al soggetto cedente la
restituzione degli anticipi concessi in caso di inadempienza da parte del debitore.
Maturity factoring, mantiene inalterate le componenti gestionali e assicurative del
servizio, ma si astiene dal fornire supporto finanziario all'impresa. La disponibilità del
credito commerciale è ottenuta solo alla sua scadenza.
Invoice discount, sviluppa soprattutto la componente finanziaria legata allo
smobilizzo del credito di fatto relegando a elementi di importanza marginale, se non
assenti, gli aspetti connessi alla gestione e alla riscossione dei crediti ceduti.
International factoring, identifica contratti nei quali creditore cedente e debitore
ceduto appartengono a paesi diversi. Il factoring internazionale si distingue tra
factoring all'esportazione, che ha luogo quando il factor acquista i crediti dei fornitori
nazionali verso gli acquirenti esteri, e factoring all'importazione, che si realizza quando
il factor acquista i crediti dei fornitori esteri verso i debitori nazionali. Il factoring
internazionale prevede la presenza di quattro soggetti: due controparti commerciali,
factor interno e quello esterno. I due factor in questione hanno ruoli diversi. Nel
factoring all'esportazione, il factor interno (export factor) si fa cedere dal fornitore i
crediti che questi vanta nei confronti dei clienti esteri e li cede al factor estero
(import factor). L'export factor conclude il contratto di factoring con il fornitore e può
concedere anticipazioni sui crediti così acquistati. L'import factor approva i crediti
assumendo di fatto la garanzia di buon esito, li gestisce fino all'avvenuto incasso, dopo
il quale provvede a trasferire la relativa disponibilità all'export factor.
L'operazione di factoring internazionale viene dunque sdoppiata in due operazioni di
factoring domestico e poi ricondotta a unità attraverso i rapporti reciproci tra i factor
(reciprocal factoring).

LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DEL FACTORING


Per il cliente, il ricorso al factoring comporta il sostenimento di due ordini di costo: il
costo finanziario, relativo al finanziamento implicito nel pagamento del credito prima
della scadenza, e il costo amministrativo (commissione di factoring) relativo alla
gestione e all'assicurazione dei crediti. La valutazione di un'operazione di factoring e
dei suoi risvolti economici dipende da:
• il confronto tra oneri tradizionali e oneri di factoring;
• la destinazione dei flussi finanziari liberati attraverso lo smobilizzo dei crediti.

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Solo con un uso permanente e/o allargato del factoring si può realizzare un'effettiva
sostituzione di costi fissi con costi variabili, con implicazioni sulla leva operativa
aziendale. Il mero affiancamento degli oneri di gestione tradizionali con gli oneri di
factoring è invece più probabile in un uso temporaneo e/o ristretto del factoring; esso
pone in evidenza un costo reale del factoring vicino a quello apparente, non
permettendo lo sfruttamento di economie di costo.
L'area di effettiva convenienza del factoring è disegnata dalle caratteristiche della
specifica azienda e dalla situazione di riferimento.
L'effettivo costo del factoring non può essere determinato semplicemente sommando
le voci di spesa connesse alle prestazioni che cliente e factor hanno concordato in
sede contrattuale. Questo rappresenta solo il costo esplicito (apparente) sostenuto dal
cliente; l'onere effettivo (implicito) può essere colto solo dopo aver considerato anche
le componenti implicite dell'operazione.
I costi connessi alla componente finanziaria del contratto di factoring sono
rappresentate dagli interessi maturati sugli anticipi, calcolati sul periodo che va dal
momento della concessione fino all'effettivo incasso del credito. Il tasso di interesse
viene addebitato con capitalizzazione mensile o trimestrale degli interessi.
I servizi di assicurazione e di gestione dei crediti trovano corrispettivo nell'applicazione
da parte del factor di una commissione. Per cessioni di tipo pro-solvendo il valore della
commissione varia tra 0,2 e 1% del valore ceduto; nel caso pro-soluto le percentuali si
collocano tra il 2 e il 4%.
Tra i costi rientrano quelli relativi alle spese di istruttoria sostenute dal factor per la
valutazione sia del portafoglio crediti sia dello stesso cliente cedente. Solitamente
regolate in quota fissa all'inizio del rapporto. Le spese connesse alla gestione delle
fatture hanno invece natura variabile essendo definito un costo unitario da applicarsi
sul numero complessivo di documenti ceduti.
Esemplificazione numerica pagina 521.

23 – I CREDITI DI FIRMA E GLI STRUMENTI DIRETTI D'INDEBITAMENTO A


BREVE DA PARTE DELLE IMPRESE

Le forme di prestito analizzate nel capitolo precedente sono accomunate da una


caratteristica: implicano dei movimenti monetari per la banca in uscita e in entrata,
prestito per cassa e soddisfa i fabbisogni finanziari dell'impresa originati dalla
necessità di trovare copertura ai fabbisogni finanziari dell'impresa originati dalla
necessità di trovare copertura ai fabbisogni di breve o di lungo periodo attraverso
l'intervento diretto di un intermediario creditizio.
Un'altra tipologia di prodotti, nei quali il ruolo svolto dalla banca è fondamentalmente
di fornitura di un servizio di advisoring e di concessione di una garanzia. Operazioni
classificate come prestiti di firma, in quanto l'essenza del prodotto non implica un
movimento di cassa, bensì la concessione di una garanzia da parte della banca che
assicura il buon esito dell'obbligazione contratta dal cliente.
Un primo tipo di fabbisogno che i prestiti di firma sono in grado di soddisfare consiste
nella possibilità di ridurre il costo delle risorse acquisite da parte dell'impresa
ricorrendo direttamente ai mercati monetari.
Il costo del funding è calcolabile come somma di due fattori: il tasso di mercato privo
di rischio (risk free rate) e una componente legata alla rischiosità specifica
dell'impresa (credit spread). Questo spread dovrebbe garantire una congrua
remunerazione per il rischio sopportato dall'investitore che sceglie d'investire in
attività finanziarie rischiose. Il rischio d'insolvenza non sempre è di facile
determinazione a causa dell'asimmetria informativa e della razionalità limitata.
Questi elementi inducono i due scambisti a evitare la transazione, oppure ad attuare lo
scambio a condizioni più gravose per il prenditore di fondi per ricompensare
l'investitore di un rischio residuale non stimabile.

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In Italia, data la carenza d'informazioni, o la difficoltà interpretativa delle stesse, un
sistema di concessione di garanzie da parte di un intermediario, in qualche modo,
limita il rischio percepito dall'investitore per diverse ragioni:
• Gli intermediari finanziari hanno come mission la creazione di valore per gli
stakeholder e questo obiettivo è perseguibile solo se si esercita un'attività
creditizia selettiva.
• Il default di un'operazione avallata da un intermediario finanziario provoca due
tipologie di danni: un danno diretto, derivante dal fatto di venire chiamati in
causa per rispondere di un'obbligazione del proprio cliente; un danno indiretto
di natura reputazionale di difficile quantificazione.
Queste due motivazioni dovrebbero spingere una banca a evitare di concedere la
propria firma per operazioni poco affidabili. I fabbisogni soddisfatti attraverso i crediti
di firma non si limitano alla sola riduzione del costo del funding da parte dell'impresa,
ma sono ascrivibili anche alla facilitazione nello svolgimento di determinate transazioni
commerciali quando tra i due contraenti non esiste ancora una relazione di lungo
periodo. I fabbisogni soddisfatti dai crediti di firma possono consistere in:
• riduzione del costo del funding da parte dell'impresa, nel caso in cui si rivolga
direttamente al mercato;
• spuntare delle condizioni di credito per cassa presso altri istituti più convenienti;
• evitare l'immediata uscita di denaro;
• rendere più agevole la conclusione di determinate negoziazioni commerciali.
Tre tipologie differenti di strumenti di copertura dei fabbisogni di breve che fanno
riferimento alla raccolta diretta presso il mercato monetario:
• le accettazioni bancarie;
• le polizze di credito commerciale;
• le cambiali finanziarie.

LE ACCETTAZIONI BANCARIE
L'accettazione bancaria è una tratta spiccata da un soggetto, definito traente, su una
banca, definita accettante, mediante la quale viene ordinato all'istituto di credito di
pagare una certa somma di denaro a una scadenza predeterminata. Apponendo la
propria firma, la banca si riconosce obbligata principale, rendendo il titolo
particolarmente garantito e collocabile sul mercato monetario da parte di un
intermediario finanziario. Il traente s'impegna alla scadenza della tratta a fornire alla
banca accettante quanto necessario per onorare i suoi impegni.
Prevede la presenza di quattro soggetti. La banca accettante struttura il prestito
mediante la forma tecnica dell'accettazione bancaria. L'impresa traente spicca la
tratta sulla banca accettante la quale, apponendo la firma, si dichiara obbligata
principale. L'impresa traente negozia l'accettazione sul mercato monetario ottenendo
un valore nominale dell'accettazione che dovrà essere rimborsato all'ultimo portatore
del titolo.
Lo strumento tecnico utilizzato per trasferire il titolo da un possessore all'altro è la
girata. Di norma viene effettuata con la clausola senza garanzie. Il taglio è libero, la
durata risulta compresa tra i 3 e i 6 mesi anche se non sono rare emissioni con
scadenze a 30 o 60 giorni. L'accettazione è quotata tel quel, ossia comprensiva del
rateo d'interessi maturati.
Per facilitare il calcolo del rateo d'interesse maturato, sul retro dell'accettazione
vengono specificate ulteriori caratteristiche del titolo quali il prezzo di prima
negoziazione, il rateo giornaliero maturato, la ritenuta fiscale.

Conseguenze economiche. L'accettazione bancaria è uno strumento di


finanziamento diretto dell'impresa che comporta il sostenimento di una serie di costi
così declinabili:
• la commissione di accettazione da riconoscere alla banca accettante, compresa
di norma tra lo 0,25 e l'1,50%;

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• la commissione di intermediazione da corrispondersi all'intermediario che si
occupa del collocamento e della negoziazione, variabile tra lo 0,25 e lo 0,50%;
• il tasso d'interesse impiegato per attualizzare il valore nominale
dell'accettazione. Talvolta la banca applica un tasso del tipo all inclusive,
accorpando la commissione d'accettazione nel tasso di interesse;
• il bollo cambiario, previsto nella misura dello 0,01%.
Gli interessi passivi maturati sull'accettazione sono deducibili da parte dell'impresa. I
proventi dell'accettazione sono soggetti a una ritenuta fiscale del 26%. Per la banca
l'apposizione della firma d'accettazione comporta l'assunzione di un rischio di liquidità.
La banca non potrà opporsi al pagamento né proporre eccezioni circa l'intempestiva
precostituzione dei fondi da parte dell'impresa beneficiaria dell'accettazione. Per
l'investitore, l'accettazione si configura come un titolo privo di cedola il cui rendimento
è in funzione:
• della differenza tra il prezzo di acquisto e quello di rimborso;
• dell'holding period. In genere offre un tasso d'interesse superiore rispetto ai
titoli di Stato di uguale scadenza, controbilanciato anche dalla maggiore
rischiosità del titolo.

Spazio economico di utilizzo. L'accettazione bancaria è uno strumento che integra


e diversifica le fonti di finanziamento tradizionali erogate dagli istituti di credito. È
idonea alla copertura di fabbisogni di breve periodo di carattere certo e costante.
Indicato per le aziende con spiccata stagionalità della produzione che alla data di
scadenza dell'accettazione avranno concluso il ciclo finanziario.
L'emittente riesce a spuntare delle condizioni migliori rispetto alle forme tradizionali di
finanziamento, ottiene un buon vantaggio di marketing mediante la circolazione del
nome aziendale tra gli investitori.

LA POLIZZA DI CREDITO COMMERCIALE


La polizza di credito commerciale è uno strumento di mercato monetario mediante il
quale una società emittente si riconosce debitrice per un certo ammontare nei
confronti di un'altra impresa definita finanziatrice. Il debitore chiederà a una banca il
rilascio di una fideiussione, in modo da rendere questo documento altamente garantito
e negoziabile. L'impresa finanziatrice monetizza questa promessa di pagamento
cedendola sul mercato monetario congiuntamente alla fideiussione. La cessione
avviene con la clausola pro-soluto, cioè senza garanzie, a un prezzo inferiore rispetto
al valore nominale. Alla scadenza della polizza, l'ultimo portatore del documento si
presenterà presso la banca garante dove l'impresa emittente avrà già provveduto a
versare i fondi necessari per estinguere la polizza.
Nella maggior parte dei casi la relazione che sussiste tra azienda emittente e azienda
finanziatrice è di tipo commerciale. Un'altra differenza sostanziale tra la polizza di
credito commerciale e gli altri strumenti: la polizza è un semplice documento di
riconoscimento di un debito, privo delle caratteristiche di esecutività e per la sua
cessione occorre predisporre un apposito atto di cessione del credito. Sulla polizza di
credito non viene apposta alcuna bollatura. Durata variabile dai 3 ai 12 mesi e un
taglio mediamente elevato, per circolare richiede la consegna di tre documenti:
• la polizza di credito commerciale vera e propria;
• la lettera di fideiussione bancaria;
• la lettera di cessione.
La struttura dell'operazione si compone di diverse fasi. L'impresa emittente a fronte di
una transazione commerciale contrae un debito con la società finanziatrice e
predispone un documento in cui si riconosce debitrice della società finanziatrice.
Successivamente, l'impresa emittente si rivolge a una banca per ottenere un'apertura
di credito di firma attraverso una fideiussione la quale, congiuntamente al documento
di riconoscimento del debito, viene consegnata all'impresa finanziatrice.
La società finanziatrice monetizza questa promessa di pagamento cedendola a un
intermediario, il quale, a sua volta, ne cura il collocamento sul mercato monetario. Alla

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scadenza l'ultimo portatore si rivolgerà alla banca garante per il rimborso della polizza
e nel frattempo la società emittente avrà trasferito la disponibilità necessaria per
estinguere l'obbligazione. I soggetti coinvolti nell'operazione sono:
• la società emittente;
• la società finanziatrice;
• la banca garante;
• i cessionari che acquistano il credito come investimento.

Conseguenze economiche. Il ricorso alla polizza di credito commerciale implica il


sostenimento di una serie di costi da parte dell'impresa utilizzatrice, in particolare:
• il tasso d'interesse da riconoscere alla società finanziatrice;
• la commissione per il rilascio della fideiussione da parte della banca variabile tra
lo 0,15% e lo 0,40% a seconda del merito creditizio del richiedente;
• la commissione di negoziazione per l0intermediario che si occupa del
collocamento e della negoziazione, che di norma si aggira sullo 0,50%.
Il netto ricavo della società emittente viene così calcolato: (formula pagina 533)

La polizza di credito commerciale consente alla banca di incassare la commissione di


garanzia dietro la concessione della propria firma e comporta il rischio di dover
sostenere un'inaspettata uscita di cassa, allorché il cliente garantito si riveli
inadempiente.

Spazio economico di utilizzo. I vantaggi per l'emittente sono rappresentati dalla


possibilità di ottenere un finanziamento in tempi rapidi e a un tasso inferiore rispetto
a quelli praticati dalle banche. La banca, tramite la concessione della garanzia, riesce
ad ampliare la gamma dei servizi offerti alla clientela e ad accrescere il margine
d'intermediazione.

LA CAMBIALE FINANZIARIA
La cambiale finanziaria è uno strumento finanziario assimilabile a una cambiale
pagherò e rappresenta l'equivalente italiano delle commercial paper anglosassoni. Il
titolo incorpora la promessa di pagamento da parte dell'emittente di una certa somma
a una data scadenza a favore dell'ultimo portatore del titolo.
Si configura come un titolo di credito all'ordine con le caratteristiche di esecutività
tipiche della cambiale. È emesso in serie con durata compresa tra i 3 e i 12 mesi e un
taglio minimo di 50.000 euro e massimo di 500.000 euro, questo rende lo strumento
idoneo a soddisfare i fabbisogni finanziari di breve periodo dell'impresa senza la
necessità di rivolgersi direttamente al sistema creditizio.
L'ammontare massimo della raccolta presso il mercato finanziario mediante
obbligazioni, certificati d'investimento e cambiali finanziarie non può superare
l'ammontare del capitale versato aumentato delle riserve desumibili dall'ultimo
bilancio. Evitare un eccessivo indebitamento delle imprese verso il mercato finanziario
(crisi sistematiche).
La cambiale finanziaria chiama in causa la banca in due differenti vesti, a seconda
delle caratteristiche della società emittente. Può essere emessa da:
• imprese o enti con titoli quotati sui mercati regolamentati senza bisogno di
garanzie;
• imprese non quotate, purché i bilanci degli ultimi tre esercizi siano in utile e sia
corredata da garanzia sottoscritta da un intermediario sottoposto a vigilanza.
Il ruolo esercitato dall'intermediario finanziario è di puro advisoring per le società
quotate, è anche di erogazione di un credito di firma attraverso il rilascio di una
garanzia in merito al buon esito dell'operazione, per le società non quotate.

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La cambiale finanziaria non è un titolo individuale e può essere collocata presso il
pubblico mediante un'offerta pubblica di sottoscrizione regolamentata dalla Consob. È
prevista l'esenzione dell'imposta di bollo e amplia la soglia di deducibilità fiscale degli
oneri finanziari per gli emittenti. Le condizioni per tale esenzione sono riferibili alla
dimensione dell'impresa e la presenza di uno sponsor bancario che sottoscriva una
quota dell'emissione.

Conseguenze economiche. Il costo per l'impresa debitrice è costituito da:


• il tasso d'interesse da riconoscere agli investitori;
• l'imposta di bollo nella misura dello 0,1 per mille, qualora prevista dalla legge,
altrimenti esente da bollo per le società non micro e non finanziarie. Nel caso in
cui il titolo sia negoziato è prevista l'imposta di registro;
• la commissione da corrispondere alla banca per la predisposizione
dell'eventuale prospetto informativo, nonché, la commissione per la garanzia
del titolo, compresa in un range variabile dallo 0,1 allo 0,5%;
• la commissione da corrispondere all'intermediario finanziario che tratta il
collocamento della cambiale sul mercato monetario, in genere oscillante tra lo
0,1 e lo 0,3%.
L'investitore può cedere la cambiale finanziaria prima della naturale scadenza
attraverso la girata attuata senza garanzie, in maniera tale che l'unico garante del
titolo rimanga solo la banca che si è impegnata. Formula del rendimento
dell'investitore pagina 535

I proventi percepiti sono sottoposti a una tassazione del 20% a titolo d'imposta per le
persone fisiche e a titolo di ritenuta d'acconto per le persone giuridiche.

Spazio economico di utilizzo. Il suo utilizzo è circoscritto in prevalenza alle aziende


di grandi dimensioni, in grado di tollerare i consistenti costi fissi di strutturazione
dell'operazione e poterli spalmare su una grande massa di risorse intermediate. Si
colloca come strumento idoneo alla copertura di fabbisogni caratterizzati da una
periodicità di manifestazione fissa, di cui si conosce sia la dimensione sia il tempo di
accadimento.
L'investitore, mediante l'acquisto di una cambiale finanziaria, ha la possibilità di
diversificare il proprio portafoglio e di ottenere un rendimento netto superiore ad altre
forme di investimento di mercato monetario.

24 – IL FINANZIAMENTO DEI FABBISOGNI A MEDIO-LUNGO TERMINE

IL MUTUO
Il Codice Civile definisce il mutuo come il contratto col quale una parte consegna
all'altra una determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l'altra si obbliga
a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità. Con il termine mutuo
s'intende fare riferimento a un contratto di finanziamento a medio-lungo termine di
carattere monetario in cui è previsto che il rimborso del prestito non avvenga in
un'unica soluzione, al termine del periodo concordato, ma gradualmente nel tempo
mediante un rimborso a rate.
Il finanziamento può essere in euro o in altra valuta e è erogato in un'unica soluzione.
L'importo convenuto dovrebbe essere la risultante dell'incontro tra le esigenze
manifestate dal prenditore di fondi e la valutazione della banca circa le capacità di
credito e di rimborso del cliente. Operazione destinata a soddisfare fabbisogni
finanziari di medio-lungo periodo che i prenditori di fondi possono manifestare in
particolari fasi del loro ciclo di vita e/o in corrispondenza dell'effettuazione di
determinati investimenti.

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Il contratto di mutuo interessa quindi generalmente un orizzonte temporale piuttosto
ampio, che si è soliti indicare in circa 3-5 anni, quando il mutuo sia utilizzato per
soddisfare esigenze di natura industriale, e in circa 10-15 o 20 anni, quando il mutuo
finalizzato al credito fondiario.
Il mutuo, salvo diversa indicazione, si presume a titolo oneroso, pertanto qualora sia
concesso gratuitamente occorre che questo venga esplicitamente indicato per iscritto
nel contratto. Il costo è solitamente individuato da un tasso di interesse, espresso in
forma percentuale per poterlo rendere direttamente proporzionale al tempo e al
capitale, di libera determinazione fra le parti. Questo può essere:
• fisso: quando, indipendentemente dalle condizioni di mercato e/o dalle
esigenze di una o di entrambe le parti, il tasso applicato rimarrà costante per
tutta la durata del contratto e pari al valore concordato inizialmente fra le parti;
• variabile: quando è previsto che il tasso di interesse si adegui al mutamento
delle condizioni di mercato. Il tasso applicato verrà solitamente esplicitato come
somma di due parti: un tasso di mercato e uno spread fisso. Uno dei tassi di
riferimento più noti è l'Euribor che è una media dei tassi ai quali le banche
dell'Unione Monetaria Europea si concedono prestiti.
L'indicizzazione alle condizioni di mercato può essere più o meno intensa. Si deve
considerare che:
• in alcuni casi può essere fissato un tetto massimo oltre il quale il tasso di
interesse applicato non possa salire (tasso variabile con CAP);
• l'adeguamento alle condizioni di mercato dipende necessariamente anche dalla
frequenza/periodicità con la quale sono previsti effettuarsi tali adeguamenti;
• non è detto che l'indicizzazione riguardi solo gli interessi ma potrebbe anche
prevedersi l'adeguamento dell'importo del capitale preso a prestito e quindi da
restituire (oltre agli interessi).
Può poi anche essere previsto un contratto a tasso misto. Il cliente avrà la facoltà di
mutare il tasso da fisso a variabile e viceversa a seconda delle sue esigenze, previsioni
e/o situazioni di mercato. Esistono soluzioni di finanziamento che prevedono
l'applicazione durante il periodo iniziale del contratto di un tasso, cosiddetto
“d'ingresso”, generalmente più basso di quello previsto successivamente con
l'operazione a regime.
È definito mutuo con tasso bilanciato quello in cui si prevede che a una parte del
finanziamento venga applicato un tasso fisso e alla parte residua un tasso variabile.
Un ulteriore elemento che può caratterizzare la concessione del prestito riguarda la
richiesta effettuata al prenditore di fondi di fornire adeguate garanzie, di tipo reale o
personale, o il diritto di rivalsa sul bene acquistato con il finanziamento.
Uno dei principali profili sui quali è poi possibile intervenire per caratterizzare
un'operazione di mutuo è quello del piano di rimborso che può essere articolato con
diverse modalità. Una prima soluzione, onerosa e poco utilizzata, è quella che prevede
la facoltà del cliente di rimborsare in qualsiasi momento, all'interno di un certo
orizzonte temporale, il finanziamento concesso.
Una seconda soluzione è quella del rimborso graduale del prestito a scadenze
prestabilite mediante il pagamento di rate periodiche. Questo richiede la redazione
di un prospetto di riepilogo, detto piano di ammortamento, utile a mettere in
evidenza in corrispondenza di ogni scadenza convenuta:
• i flussi per il cliente: si tratta sia di flussi in entrata, come l'importo del
finanziamento ricevuto, sia di flussi in uscita, come le rate periodiche. Ciascuna
di queste è composta da 2 componenti: una quota capitale e una quota
interessi.
• Il debito estinto fino a tale data: si tratta della parte di debito già rimborsata,
ovvero la somma delle quote capitale contenute nelle rate già pagate.
• Il debito residuo a tale data: si tratta della parte di debito ancora da
rimborsare, ovvero la somma delle quote capitale contenute nelle rate ancora
da corrispondere.

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È possibile identificare le principali articolazioni di un piano di ammortamento. Si parla
di piano di ammortamento italiano (PAI) quando è previsto che la quota capitale
sia mantenuta costante nel tempo. Oltre a tale componente la rata da corrispondere
comprende anche il pagamento degli interessi sul capitale preso a prestito. Essendo
questi calcolati di volta in volta sulla somma effettivamente a disposizione l'importo
dovuto a tale titolo presenta un andamento decrescente e questo influenza
ovviamente l'andamento delle rate. Anche le rate presenteranno un andamento
decrescente nel tempo.
La gran parte dei mutui che vengono erogati dalle banche adottano però il piano di
ammortamento francese (PAF) che prevede il pagamento di una rata sempre
costante. Soluzione molto comoda per il cliente, che ha così la possibilità di pianificare
in misura precisa l'importo, sempre uguale, dei propri esborsi. La costanza della rata è
ottenuta variando la quota capitale al variare della quota interessi al fine di mantenere
comunque fermo l'esborso a ogni scadenza. Per l'individuazione dell'importo della rata
nell'ambito di un piano di ammortamento francese occorre in particolare risolvere la
seguente formula (pagina 546)

Vi sono poi ulteriori esigenze dei clienti che possono caratterizzare il contratto. Si
tenga conto che:
• per soddisfare le esigenze di avere il più velocemente possibile a disposizione la
somma richiesta, una banca può mettere a disposizione del richiedente una
certa somma, definibile pre-finanziamento, in attesa dell'erogazione del
prestito richiesto. Tale importo, generalmente limitato rispetto alla richiesta
principale, può servire a far fronte alle necessità di avvio del progetto di
investimento che non risultano differibili. Dovrebbe però essere chiaro che si
tratta di un finanziamento:
• di breve periodo: il rimborso è infatti previsto al momento dell'erogazione del
finanziamento principale;
• non autonomo: viene infatti erogato in funzione della concessione di un
finanziamento di maggior rilievo. Questo prestito ha quindi carattere
preliminare e natura accessoria rispetto a tale finanziamento che ne
rappresenta la necessaria premessa per l'erogazione;
• per consentire al cliente di rimborsare il capitale preso a prestito solo quando
questo sia a sua volta divenuto produttivo e abbia quindi potuto dare i benefici
previsti dal prenditore di fondi, può esservi la previsione di un periodo di pre-
ammortamento. Può essere previsto un periodo di grazia in cui il
finanziamento non deve essere rimborsato e la banca ha solo il diritto di
ricevere il pagamento degli interessi convenuti alle scadenze concordate.
• Durante l'esecuzione del contratto particolari situazioni del prenditore di fondi
possono indurlo a richiedere alla banca di rinegoziare le condizioni del prestito.
La banca ha la possibilità o meno di aderire a tale proposta che potrebbe
comportare non solo la revisione del tasso di interesse applicato, ma anche una
diversa modulazione del piano di rimborso. Il mutuatario ha comunque la
possibilità, nel corso di un contratto di mutuo, di cambiare banca e di continuare
quindi il contratto con le medesime o con nuove condizioni presso una banca
diversa.

Conseguenze economiche. Il prenditore di fondi è chiamato a individuare fra le varie


alternative confrontabili quella più adatta alle sue esigenze. Si tratta in particolare di
fare valutazioni in tema di ammontare del finanziamento, garanzie richieste, flessibilità
dell'operazione ecc. particolare rilievo è assunto, soprattutto a parità di altre
condizioni, dal profilo dei costi e dei rischi. Sotto il profilo dei costi è evidente come

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l'utilizzatore punti alla minimizzazione di questo elemento. La componente di costo più
caratteristica è data dal tasso di interesse.
Prendendo a riferimento un'ipotesi di concessione di un mutuo per l'acquisto di un
immobile a fronte del quale viene rilasciata ipoteca, si dovrebbe anche tenere conto:
• Del costo per l'istruttoria: per la concessione del prestito la banca deve
impiegare tempo e risorse per compiere una preliminare istruttoria al fine di
verificare/valutare la capacità di credito e di rimborso del cliente.
• Del costo della perizia di stima: qualora per la concessione del mutuo la banca
richieda il rilascio di idonea garanzia, può rendersi necessario ricorrere a un
perito per la stima/verifica del valore relativo.
• Del costo per oneri accessori: per la stipulazione del finanziamento può essere
prevista la stipula di polizze assicurative sul bene dato a garanzia e anche sulla
persona contraente il mutuo.
• Delle spese notarili accessorie.
• Del costo per l'imposta sostitutiva.
La previsione di un determinato tasso di interesse riveste per il prenditore di fondi un
ruolo di rilievo non solo sotto il profilo del costo, ma anche con riguardo al profilo del
rischio.
Un elemento che può modificare il livello di rischio a carico del soggetto finanziato fa
riferimento alla possibilità di contrarre il finanziamento in una valuta diversa dall'euro.
Possibilità di cogliere vantaggi che derivano da condizioni economiche particolarmente
favorevoli. Occorre però sempre tener conto che in tali casi il soggetto finanziato si
espone, oltre che al rischio di variazione dei tassi di interesse, anche al rischio di
cambio.
Sotto il profilo del rendimento, l'elemento di maggiore rilievo è il tasso di interesse. Il
finanziatore deve tener conto del costo della propria raccolta, dei costi di gestione che
sopporta oltre che dell'adeguata remunerazione per rischi di cui si fa carico e che
possono essere sintetizzati nel:
• rischio di credito: ovvero il rischio che il soggetto finanziato non adempia alle
obbligazioni che si è assunto;
• rischio di variazione dei tassi: rischio che i tassi di mercato varino durante
l'operazione.
La banca può richiedere il riconoscimento di alcune garanzie. Il livello di rischio
assunto viene poi ulteriormente contenuto attraverso la disponibilità a erogare il
finanziamento per un importo inferiore al presunto valore della garanzia.

Spazio economico di utilizzo. L'operazione di mutuo è un'operazione piuttosto


frequente. Le ragioni che possono spingere i privati a ricorrere al mutuo vanno
ricercate:
• nella semplicità dell'operazione;
• nelle possibilità di pianificare i propri esborsi;
• il costo dell'operazione;
• nella possibilità di godere di benefici fiscali.
Il soggetto finanziato dovrà ricercare la combinazione che egli ritiene soddisfare al
meglio le proprie esigenze.

IL LEASING FINANZIARIO
Il leasing finanziario (o locazione finanziaria) è un contratto mediante il quale un
soggetto, locatore, a fronte del pagamento di canoni periodici, concede a un altro
soggetto, il locatario, sia l'utilizzo di un bene per un certo periodo sia la facoltà, al
termine di tale periodo, di acquistare il bene stesso a un prezzo stabilito fin
dall'origine. Non è disciplinato dalla normativa civilistica.
L'impresa utilizzatore/conduttore individua un bene di cui necessita. L'acquisto dello
stesso, e il conseguente pagamento del fornitore, avviene però a opera della società di
leasing (locatore) che diviene quindi proprietaria del bene. Questo viene però
consegnato al locatario/utilizzatore che si è impegnato a corrispondere un canone al

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proprietario/locatore del bene per tutta la durata del contratto di leasing. Al termine di
tale periodo l'utilizzatore avrà poi la facoltà di divenire proprietario del bene,
riscattandone la proprietà dalla società di leasing, pagando un prezzo solitamente
molto contenuto.
I canoni rappresentano il rimborso del capitale e la remunerazione del capitale preso a
prestito. Canoni che possono essere fissi, quando è prevista la loro costanza durante il
periodo contrattuale, oppure variabili, quando è stabilita una loro indicizzazione a
determinati parametri.
Per quanto riguarda il profilo delle garanzie, è rintracciabile nella proprietà del bene
acquistato, che rimane suo fino al momento in cui l'utilizzatore opterà per il riscatto
del bene. Occorre però rilevare che talvolta è possibile che la società di leasing chieda
ulteriori garanzie sia di tipo personale, come il rilascio di fideiussioni, sia di tipo reale,
come l'ipoteca su immobili.
Non esiste una durata predefinita, orizzonte che di solito va da 24 mesi a 20 anni. In
realtà, un ruolo di assoluto rilievo nella definizione della durata del contratto è svolto
dalla normativa fiscale. Per i beni immobili è di 12 anni, mentre per gli altri beni
occorre rifarsi al periodo di ammortamento. Il decreto stabilisce che a seconda del
settore d'attività e della tipologia di bene, la quota del costo complessivo di beni a
utilità pluriennale è da imputare a bilancio ogni anno.
Il contratto di leasing può poi essere strutturato secondo differenti modalità di
rimborso. Sappiamo che il finanziamento accordato viene rimborsato mediante il
pagamento di una serie di canoni e del prezzo di riscatto. La successione dei
pagamenti, e soprattutto la loro combinazione, determina il piano di rimborso del
leasing. Al riguardo è possibile individuare due fasi:
• fase dei canoni;
• fase del riscatto.
La fase dei canoni può essere distinta in:
• una fase iniziale;
• una fase intermedia;
• una fase finale.
Nella fase iniziale, che solitamente riguarda il primo pagamento, è abbastanza agevole
riscontrare o il pagamento cumulativo e in via anticipata di un certo numero di canoni,
o il pagamento di un maxi/macro-canone iniziale di importo differente da tutti gli altri.
La fase intermedia, che solitamente parte dalla seconda data di pagamento, è quella
più tipica in cui è previsto il pagamento in successione di canoni di uguale importo. La
fase finale, quella che interessa l'ultimo o gli ultimi pagamenti periodici, può essere
caratterizzata dal pagamento di canoni maggiorati rispetto ai precedenti. Nulla vieta di
avere una successione di canoni tutti di uguale importo.
La fase del riscatto è quella in cui può essere esercitata l'opzione e consentito al
locatario di divenire il proprietario del bene utilizzato. Il prezzo da pagare è fissato pari
a una percentuale dell'importo finanziato che può variare dall'1% al 20%.
Da non confondere con l'operazione di leasing finanziario è il leasing operativo. In
tal caso il locatario vuole infatti, e innanzitutto, utilizzare il bene per un determinato
periodo di tempo. L'operazione non è finalizzata all'acquisto di un bene, non si
configura quindi come un'operazione di finanziamento e non risulta alternativa né al
mutuo né ad altre soluzioni per l'acquisizione della proprietà di beni.
Poiché il profilo dell'acquisto è solo secondario ed eventuale, i canoni possono risultare
sensibilmente più bassi rispetto a quelli del leasing finanziario. Anche la durata è
differente, più breve di solito compresa tra i 12 e 36 mesi.
Sarà inoltre solo eventuale la previsione contrattuale di un prezzo d'opzione per
l'acquisto del bene a termine del contratto. Qualora vi sia tale opzione, il prezzo di
riscatto risulterà probabilmente in linea con il valore di mercato del bene: se il
locatario lo riterrà opportuno lo potrà riscattare, altrimenti il bene resterà nelle
disponibilità del fornitore.
Alcuni indicatori della presenza di leasing finanziario sono:
• durata contrattuale vicina alla durata economica del bene;

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• ammontare dei canoni da corrispondere che si avvicina al costo di acquisto del
bene;
• previsto passaggio di proprietà al termine del contratto;
• presenza di un prezzo di riscatto di importo talmente contenuto da rendere
certo l'esercizio dell'opzione;
• natura del bene che ne rende estremamente difficoltosa o costosa la sua
locazione/vendita a un altro utilizzatore.

Conseguenze economiche. L'operazione garantisce al locatario una certa flessibilità


attraverso la possibilità di combinare i diversi elementi nella maniera più opportuna. Il
ricorso a un leasing finanziario può consentire di dedurre velocemente il costo del
bene, e quindi massimizzare il beneficio fiscale relativo, ma può comportare di dover
far fronte a canoni di importo consistente. La previsione di importi elevati del
maxicanone invece ha il vantaggio di prevedere una minore corresponsione di
interessi, ma anche lo svantaggio di comportare l'immediata restituzione di una parte
del finanziamento.
I costi sono rappresentati principalmente dal tasso di interesse che può essere ricavato
mediante la ricerca del tasso interno di rendimento: (formula pagina 571)

Nell'esempio di una locazione finanziaria di immobili altri costi sono:


• le spese di istruttoria;
• il costo della perizia di stima circa il valore del bene oggetto del contratto;
• le spese notarili, accessorie e i costi collegati;
• le spese per l'eventuale esercizio dell'opzione di acquisto;
• le spese per l'eventuale estinzione anticipata del contratto;
• le spese di incasso, ecc...
Rischi in capo al locatario: rischio di variazione dei tassi di interesse e rischio
bene → riferimento al rischio che si assume chi, al termine del contratto, avrà la
proprietà del bene e si sostanzia nella sua perdita di valore, nella sua mancata
rispondenza alle nuove necessità, al venir meno della capacità del bene di rispondere
alle esigenze che è destinato a soddisfare, ecc...
Sebbene formalmente il locatario abbia la possibilità di non esercitare l'opzione,
risulterà però praticamente sempre economicamente conveniente farlo. È infatti molto
probabile che il prezzo di riscatto sia più basso del valore di mercato del bene. Egli si
troverebbe economicamente costretto a riscattare. Chi stipula un contratto di leasing
finanziario vuole del resto fin dall'inizio acquistare un determinato bene.
Anche la società di leasing deve ottimizzare la propria funzione obiettivo. Ne deriva
che i ricavi complessivi conseguiti devono essere adeguati sia rispetto ai costi da
sostenere sia rispetto ai rischi assunti. Ricavi che sono rappresentati, oltre che dai
canoni, anche dalle altre componenti conseguite a fronte della prestazione di taluni
servizi. Il canone deve essere determinato tenendo conto:
• degli interessi passivi che la società di leasing è a sua volta chiamata a
corrispondere ai datori di fondi;
• delle quote di ammortamento imputate a bilancio e relative ai beni locati;
• degli oneri di gestione cui si deve far fronte per lo svolgimento dell'attività;
• dell'adeguata remunerazione da richiedere tenuto conto anche dei rischi
assunti.
Rischio di credito, ovvero il rischio che il locatario non adempia alle obbligazioni
contratte. Tale rischio risulta contemperato da due elementi: la proprietà del bene e il
riconoscimento di un macrocanone iniziale. La proprietà del bene configura una
garanzia per la stessa a fronte dell'ipotesi di mancato pagamento di quanto
concordato alle scadenze convenute da parte del locatario. Il riconoscimento di un
macrocanone iniziale consente poi di ridurre l'esposizione complessiva.

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Nel caso di operazioni di leasing operativo la società di leasing si trova generalmente
ad assumere il rischio bene.

Spazio economico di utilizzo. Si tratta di un finanziamento particolare: la somma


messa a disposizione non può essere utilizzata liberamente, ma può essere utilizzata
esclusivamente per l'acquisto del bene oggetto del contratto. Il leasing finanziario
rappresenta una soluzione di finanziamento utile, e alternativa al mutuo, solo quando
l'esigenza di finanziamento dell'impresa riguarda l'acquisto di un bene o l'effettuazione
di un investimento. Operazione cui sono particolarmente interessate le imprese che
intendono acquistare la proprietà di uno specifico bene il cui costo non risulta essere
particolarmente contenuto; che vogliono/devono utilizzare lo stesso bene come
garanzia dell'operazione; che vogliono comunque riservarsi la possibilità di non
divenire proprietari del bene qualora durante il suo utilizzo si manifestino ragioni che
consiglino di rinunciarvi. Indicato per quelle imprese che:
• Richiedono tempi di erogazione del finanziamento piuttosto rapidi.
• Desiderano evitare l'esposizione diretta in bilancio del finanziamento ricevuto,
l'unico movimento finanziario che si registra è quello del pagamento del canone.
• Vogliono approfittare di un eventuale vantaggio fiscale di cui potrebbe
beneficiare l'operazione.
• Preferiscono/necessitano di pagare in via frazionata l'Imposta sul Valore
Aggiunto relativa. Possibilità di pagare l'IVA in via frazionata al momento della
corresponsione dei canoni periodici, anziché in un'unica soluzione iniziale.
Non si adatta:
• Alle imprese interessate ad avere la proprietà del bene.
• Alle imprese con bassi redditi/margini. Occorre che l'impresa abbia redditi/
margini consistenti, adeguati a sostenere i costi relativi in un minor arco
temporale.
• Ai privati: per i privati non esiste la possibilità di dedurre dal proprio reddito i
canoni di leasing e/o le quote di ammortamento relative a un bene, non esiste al
riguardo uno specifico vantaggio fiscale del leasing.
Si devono poi considerare alcuni elementi che vengono spesso presentati come
vantaggi o limiti dell'operazione, ma che non necessariamente dovrebbero essere
considerati tali. Ci si riferisce alla:
• Copertura dell'intero fabbisogno finanziario. Questo è possibile solo in presenza
di una certa combinazione contrattuale. Il contratto di leasing prevede infatti
solitamente che il locatario sia tenuto al pagamento di un maxi-canone iniziale
o al pagamento di canoni anticipati; parte di questo importo deve quindi essere
subito restituito alla stessa società, con la conseguenza che il finanziamento
vero e proprio risulta inferiore all'importo dell'oggetto del contratto.
• Tassazione della plusvalenza in ipotesi di vendita del bene. Qualora il locatario,
una volta riscattato il bene, decidesse di venderlo riscontrerebbe una
consistente differenza tra il prezzo di vendita e il costo di acquisto del bene. Tale
guadagno dovrebbe quindi essere assoggettato a imposizione fiscale.

25 – IL CREDITO AL CONSUMO

Con il termine credito al consumo si fa riferimento all'erogazione di credito da parte di


un soggetto autorizzato, a favore di una persona fisica (consumatore), per l'acquisto di
determinati beni o servizi, oppure per far fronte ad altre esigenze di natura personale.
Disciplinato nel Testo Unico Bancario, nella relativa disciplina attuativa (CICR) e nel
Codice del Consumo. Il TUB definisce il credito al consumo come la concessione di
credito, nell'esercizio di un'attività commerciale o professionale, sotto forma di

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dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a
favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale,
commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta. Costituisce forma di
credito al consumo il prestito concesso per far fronte a esigenze private. Tali strumenti
prevedono l'erogazione dell'intera somma accordata da parte dell'intermediario
finanziario e un progressivo rimborso a rate da parte del finanziato. Il credito al
consumo può essere erogato da due macrocategorie di istituti finanziari: le banche
generaliste e gli operatori specializzati. Le prime, oltre a offrire prodotti di credito al
consumo, svolgono anche la tradizionale attività di raccolta e prestiti delle banche
commerciali. Alle banche è riconducibile il 92% dei crediti al consumo erogati
dall'intero sistema finanziario italiano. Gli operatori specializzati offrono unicamente
prodotti di credito al consumo. Il credito al consumo emesso dalle banche generaliste
appare spesso più conveniente, poiché può ridurre il margine di interesse sul credito al
consumo cercando di recuperare il differenziale attraverso altri prodotti sottoscritti
dallo stesso cliente.
Il credito al consumo può essere di due tipi: finalizzato o non finalizzato. Il credito
finalizzato è una forma di finanziamento sottoscritta al fine di acquistare un
determinato bene o servizio venduto da un terzo soggetto, noto come convenzionato
o dealer. La somma erogata dallo specialista o dalla banca è versata direttamente al
rivenditore. Tra le tipologie di credito finalizzato si evidenziano: il rateale classico e le
carte revolving. Il credito non finalizzato è rappresentato da una serie di finanziamenti
senza alcun vincolo di destinazione. Il finanziato ottiene la somma richiesta senza
dover dichiarare a priori quale sarà la destinazione d'uso. Tra le principali forme di
credito non finalizzato si trovano: il prestito personale rateale, lo scoperto di conto
corrente, l'apertura di credito rotativa e il prestito contro cessione del quinto stipendio.

IL PRESTITO PERSONALE RATEALE


Attraverso la sottoscrizione di un prestito personale rateale il debitore ottiene la
disponibilità di una somma determinata per una durata stabilita prima dell'erogazione
compresa tra i 24 e i 48 mesi. Il soggetto che ottiene il finanziamento è chiamato a
rimborsarlo con rate generalmente mensili, costanti e a tasso fisso. È riconducibile al
mutuo: l'intermediario finanziario eroga l'intera somma accordata e il cliente procede
a un progressivo rimborso della stessa attraverso il versamento di rate periodiche.
Alcune volte vengono richieste garanzie personali.

Conseguenze economiche. Il prestito personale rateale può essere erogato da una


banca generalista, oppure da un operatore specializzato. Nel primo caso il cliente
dispone già di un conto corrente, e qualora non ne disponga, viene invitato ad aprirne
uno nuovo. La somma viene versata sul conto corrente, creando contestualmente una
posizione a debito e una posizione a credito di pari importo. Sulla prima matureranno
interessi passivi per il cliente, sulla seconda interessi attivi. La banca non perde subito
la liquidità erogata e può ottenere un guadagno dallo spread dei tassi. Esse possono
ridurre il guadagno diretto ottenibile dal tasso d'interesse applicato, compensando con
gli introiti di altri servizi/prodotti venduti in abbinamento al prodotto specifico di
credito al consumo.
Se il prestito viene erogato da un operatore specializzato si ravvisa una situazione
differente. L'operatore eroga totalmente la liquidità al cliente finanziato, non può avere
la possibilità di lucrare sulla differenza di tassi. Spesso alla sottoscrizione del
finanziamento si aggiunge l'offerta di una polizza assicurativa, la Credit Protection
Insurance, che consente il rimborso del credito anche in caso di decesso o invalidità
del debitore.
Il costo medio dei prestiti personali viene rilevato trimestralmente dalla Banca d'Italia
al fine di stabilire la soglia massima ai sensi della legge sull'usura.

Spazio economico di utilizzo. Il prestito personale soddisfa un bisogno di prestito


non finalizzato.

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IL RATEALE CLASSICO
A fronte della richiesta del finanziamento, viene erogata una somma che in seguito il
finanziato dovrà rimborsare con un certo numero di rate. Il rateale classico prevede
che la somma erogata non sia versata direttamente al finanziato ma sia accreditata al
venditore oppure all'esercente presso cui il finanziato deve porre in essere l'acquisto.
A fronte della richiesta di finanziamento per uno specifico acquisto, l'intermediario
provvede a versare la somma finanziata al punto vendita presso cui l'acquisto verrà
effettuato. Il cliente ottiene il bene che desidera acquistare senza dover sostenere
un'immediata uscita finanziaria. Il cliente dovrà rimborsare direttamente il
finanziamento ottenuto all'intermediario pagando delle rate periodiche.

Conseguenze economiche. Tipicamente il rateale si caratterizza per il pagamento di


rate calcolate con un tasso fisso. Oltre al tasso d'interesse, le componenti di costo per
il finanziato sono le commissioni d'istruttoria e d'apertura pratica. Siccome queste voci
sono da sostenere indipendentemente dall'importo finanziato, tenderanno a incidere
generando un maggior innalzamento del TAEG per gli importi più contenuti. Il TAN
risulta pari a zero, mentre i costi aggiuntivi presentati in precedenza rimangono a
carico del finanziato generando un valore del TAEG positivo.

Spazio economico di utilizzo. Il prestito rateale appartiene alla categoria dei prestiti
finalizzati. È tipicamente utilizzato quando al momento dell'acquisto di un bene si
decide di pagarlo a rate. Il finanziato ottiene semplicemente il bene, dopodiché deve
cominciare a effettuare i versamenti periodici. È una tipologia di prestito che risponde
a un bisogno specifico e definito prima della concessione del finanziamento. Spesso al
cliente che conclude positivamente un rapporto di finanziamento di questo tipo
vengono offerti prodotti repeater.

LO SCOPERTO DI CONTO
Lo scoperto di conto o comodo di cassa non rappresenta un vero e proprio prodotto
creato per il credito al consumo. Un soggetto che detiene un conto corrente presso una
banca ottiene il permesso, a determinate condizioni economiche, di utilizzare somme
monetarie che vanno oltre la disponibilità che egli detiene sul conto. La banca prima di
concedere tale facoltà esegue una valutazione dell'affidabilità del cliente.

Conseguenze economiche. Questo prodotto necessita della presenza di un conto


corrente. In riferimento alla struttura delle commissioni oltre ai tassi debitori
sull'ammontare effettivamente utilizzato, siano consentite esclusivamente:
• per gli affidamenti, una commissione onnicomprensiva per la messa a
disposizione dei fondi. La commissione non può eccedere lo 0,5% dell'accordato
per trimestre;
• per gli sconfinamenti, una commissione di istruttoria veloce, espressa in misura
fissa e in valore assoluto, commisurata ai costi.

Spazio economico di utilizzo. Questa forma tecnica viene utilizzata principalmente


da chi non ha acquisti programmati ma in qualche momento ha una necessità di
liquidità maggiore di quanto possieda. L'utilizzo dello scoperto di conto è da ricondursi
principalmente a esigenze sporadiche di clienti che normalmente presentano un saldo
creditore ma in particolari momenti possono avere necessità maggiore di liquidità.

IL CREDITO REVOLVING: L'APERTURA DI CREDITO ROTATIVA E LE CARTE


REVOLVIGNG
L'apertura di credito rotativa e le carte revolving appartengono alla famiglia del credito
revolving, ossia finanziamenti che non si esauriscono al primo utilizzo ma che sono resi
disponibili più volte per il cliente. Strumento di finanziamento riconducibile per
l'aspetto tecnico alle aperture di credito in conto corrente; anche se, rispetto a queste,

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tipicamente presenta una maggior rigidità nelle condizioni di rimborso definite
anticipatamente attraverso la fissazione di una rata minima, e talvolta anche
massima, mensile. Il credito revolving può essere ottenuto attraverso la sottoscrizione
di un'apertura di credito rotativa, oppure tramite l'abbinamento della linea di credito
all'uso di una credit card chiamata carta revolving.

L'APERTURA DI CREDITO ROTATIVA


Questa modalità di finanziamento utilizzata come struttura tecnica l'apertura di credito
in conto corrente. Il cliente non ottiene l'immediata disponibilità liquida dell'intera
somma accordata per poi procedere al pagamento di rate periodiche, ma la banca
mette a disposizione un certo ammontare utilizzabile discrezionalmente dal cliente per
un determinato periodo di tempo. L'apertura di credito rotativa presenta delle rigidità
e una strutturazione maggiore: vengono fornite delle indicazioni in merito
all'ammontare degli utilizzi e soprattutto in riferimento alle rate che devono essere
pagate per rimborsare il prestito.

Conseguenze economiche. Dal punto di vista del costo questo tipo di finanziamento
si colloca a un valore intermedio tra quello dei prestiti finalizzati e quello del prestito
personale. La tendenza è di una riduzione delle condizioni economiche a favore del
cliente, poiché la concorrenza tra le banche su questo tipo di prodotto è molto alta.
Qualora l'apertura di credito rotativa sia sottoscritta da un soggetto che è già cliente
della banca alcuni costi, quali le commissioni di apertura pratica, tendono a ridursi o
a scomparire.

Spazio economico di utilizzo. L'apertura di credito rotativa si colloca nel mezzo tra
il credito non finalizzato e il credito finalizzato.

LE CARTE REVOLVING
La carta revolving viene emessa da un intermediario dopo aver valutato il merito
creditizio del prenditore; consente di finanziare il cliente fino a un ammontare massimo
accordato. Le carte revolving consentono di dilazionare il pagamento dell'acquisto su
più mesi, pagando un certo tasso di interesse dal momento dell'acquisto al momento
del pagamento del saldo. Il cliente può anche decidere di versare l'intero importo in
una sola volta il mese successivo all'acquisto, ma in ogni caso pagherebbe gli interessi
dal momento dell'operazione al momento del pagamento: non esiste quel periodo di
franchigia tipico delle carte di credito bancarie in cui non sono addebitati gli interessi.

Conseguenze economiche. Le carte revolving si caratterizzano per l'applicazione di


un tasso variabile. Quando sono utilizzate per l'acquisto di uno specifico bene le
condizioni sono simili a quelle del rateale classico, quando invece si configurano
esclusivamente come un prodotto repeat le condizioni si avvicinano a quelle
dell'apertura di credito rotativa. Nel caso specifico delle carte revolving sicuramente vi
saranno da imputare dei costi commerciali e di apertura pratica più elevati di un
prestito non repeat.
Con le tradizionali carte emesse dal circuito bancario l'intermediario percepisce delle
merchand fee, mentre con le carte revolving l'unico ricavo spesso deriva
dall'applicazione degli interessi sulla rateizzazione degli importi.
Qualora la carta revolving sia inserita in un circuito VISA o MasterCard con possibilità
di utilizzo non solo negli esercizi convenzionati ma anche nei circuiti nazionali e
internazionali, al costo sulla rateizzazione si aggiungono anche le merchand fee.
La banca generalista, oltre ad applicare un tasso d'interesse per la rateizzazione del
pagamento, applica, una commissione annuale, o una tantum. Gli operatori
specializzati non possono inserire questa commissione poiché sarebbe assolutamente
in contrasto con tale politica commerciale. Questo è uno dei motivi per cui talvolta le
banche generaliste possono concedere condizioni di TAN più convenienti.

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Spazio economico di utilizzo. Questa modalità di finanziamento viene
generalmente offerta dopo che l'intermediario ha valutato l'affidabilità nel tempo del
cliente. Lo spazio di utilizzo è ampio: le carte revolving sono impiegate sia per acquisti
presso esercizi convenzionati sia per ottenere anticipi contante. Le carte revolving
nascono con il fine di rendere più agevoli gli acquisti di tipo ripetitivo e di basso
importo. Quando le carte, oltre a riportare il marchio del dealer, recano anche quello
dell'emittente sono definite cobranded card. Ha n circuito di utilizzo ben più ampio.
Un'ulteriore tipologia è rappresentata dalle affinity card, ossia carte di credito che
sono rivolte a una categoria particolare e prevedono specifiche condizioni sia
economiche sia di programmi di fidelizzazione.

LA CESSIONE DEL QUINTO STIPENDIO DI E DELLA PENSIONE


La cessione del quinto di stipendio è riservata a dipendenti delle pubbliche
amministrazioni, a dipendenti di aziende private e a lavoratori a tempo determinato.
Prevede che un lavoratore dipendente possa stipulare un contratto tramite il quale,
dietro concessione di un finanziamento, egli si impegna a effettuare il pagamento dello
stesso cedendo una quota parte del proprio stipendio, in particolar modo un valore
pari al massimo a un quinto dello stipendio ottenuto. L'operazione si sviluppa con
scrittura privata registrata. Tale operazione deve necessariamente prevedere
un'assicurazione contro il rischio di morte e di licenziamento.

Conseguenze economiche. La sua struttura è riconducibile solo in parte a quella del


mutuo, ossia erogazione di una somma iniziale e successivo pagamento delle rate di
rimborso, tipicamente calcolate con l'applicazione di un tasso fisso. Tra i costi
aggiuntivi, oltre al versamento del premio per la componente assicurativa, è previsto
anche il pagamento di una serie di commissioni bancarie e di intermediazione. Un
peso rilevante è assunto dagli adempimenti burocratici.
Questa forma di finanziamento non prevede la possibilità di estinzione anticipata e
quindi, nel caso in cui essa avvenga, gli oneri bancari e d'intermediazione non sono
recuperabili. Un aspetto particolare riguarda l'inserimento in bilancio del credito
concesso. Gli intermediari possono offrire direttamente la liquidità al cliente e quindi,
a fronte dell'uscita finanziaria, registreranno in bilancio il credito nei confronti del
cliente stesso. In altri casi, gli operatori concedono il finanziamento attingendo a un
ammontare messo a disposizione da banche e assicurazioni. In tale circostanza il
credito non compare nel bilancio di chi pone in essere l'operazione ma in quello della
banca/assicurazione che concede il plafond.

Spazio economico di utilizzo. Appartiene alla categoria del credito non finalizzato.
Per ottenere un finanziamento di questo tipo l'unico requisito è avere un lavoro o una
pensione.

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