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TECNICA DELLE ASSICURAZIONI

INTRODUZIONE: EVOLUZIONE DEL


CONCETTO DI ASSICURAZIONE
Inizialmente il contratto assicurativo non godeva di autonomia contrattuale, era infatti
legato ad altri contratti.

La prima forma di contratto assicurativo risale al periodo dell’antica Grecia e dell’antica


Roma (tracce probabili anche risalenti al 600 a.C.) sotto forma di “contratto di prestito a
cambio marittimo”. Prevedeva 2 contratti:

1. Uno di mutuo con cui il mutuatario (mercante) prendeva a prestito delle somme di
denaro che investiva nell’acquisizione delle merci e che era obbligato a restituire solo
se la merce arrivava a destinazione sana e salva;

2. l’altro di assicurazione che prevedeva l’applicazione, da parte del mutuante (chi


presta i soldi), di un tasso di interesse alla somma presa a prestito dal mercante (più o
meno alto a seconda della rischiosità della tratta che la merce avrebbe dovuto
percorrere) che può essere visto come premio assicurativo per la copertura del rischio.

In epoca romana si riscontra l’esistenza dei collegia teneiorum in cui si rinviene la prima
forma di ripartizione del rischio. Questi collegia erano gruppi di famiglie, nel caso di
condizioni sfavorevoli di una delle famiglie partecipanti (Ex. Scomparsa del capo famiglia)
le altre mettevano a disposizione mezzi economici per il sostentamento dei soggetti
svantaggiati.

In epoca medievale da notare le corporazioni di arti e mestieri.

I primi contratti scritti e definiti come contratti per attività assicurativa nascono nel 1300,
essi si sviluppano tra banchieri e mercanti. Il banchiere si assumeva i rischi derivanti dal
trasporto merci a seguito di un corrispettivo che aveva, al contrario di oggi, natura
speculativa in quanto veniva richiesta una certa somma, normalmente molto elevata, che
non era basata sul costo medio del sinistro o su dati statistici e che quindi non
rispecchiava l’entità del danno. Spesso poteva succedere che fossero anche più
banchieri a sottoscrivere tale contratto operando quindi una frammentazione del
rischio.

Le prime assicurazioni di ramo danni sorgono, come detto, nel 1300. Quelle ramo vita si
collocano nel periodo del 1600 e del 1700.

L’impresa assicurativa in quanto tale nasce nel momento in cui assume carattere
autonomo rispetto alle altre attività (in particolare si distinguono le figure di banchieri e
assicuratori che prima erano coniugate in un unico soggetto che svolgeva entrambe le
funzioni). La prima “impresa assicurativa” nasce a Genova nel 1424 con il nome di
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“Compagnia” costituita da Giuliano Dondi e soci. Non era comunque una vera e propria
impresa in quanto non aveva un’organizzazione patrimoniale.

Nel XVII secolo, a Londra, nascono i brokers assicurativi, ovvero, soggetti in contatto
con i commercianti ai quali proponevano svariate forme di assicurazioni sui trasporti
marittimi. Tali soggetti erano soliti incontrarsi nei cafè del distretto finanziario londinese,
tra i quali spiccava, per importanza e notorietà, quello di Edward Lloyd. I cafè erano
luoghi d’affari dove circolavano notizie come condizioni meteo o traffici marittimi
(informazioni legate al commercio via mare, argomento principale delle forme assicurative
del tempo, e ai possibili rischi). Data la sempre maggiore frequentazione del suo locale
Lloyd decide di stampare il suo giornale “Lloyd’s list” che raccoglie tutte le informazioni
che circolano all’interno del suo cafè. Nasce di conseguenza la Lloyd Corporation che
non è una compagnia assicurativa ma un’associazione, ovvero, tutti i brokers operano in
autonomia senza solidarietà tra loro.

Nel 1800 , in Italia, nascono le compagnie assicurative come le conosciamo oggi. Luogo
di principale sviluppo era il settentrione, in particolare Lombardia, Piemonte e Veneto.
Non erano considerati intermediari finanziari in quanto erano escluse dal circuito
finanziario ed operavano in una sorta di oligopolio protetto.

Nel 1936 c’è una prima despecializzazione del settore assicurativo

Alla fine del 900 (circa anni 90) siamo in un periodo di grande crisi per il settore bancario
che vede diminuire i suoi utili. Nell’ottica di risollevare i profitti le banche cominciano a
collaborare con le compagnie assicurative (prima in Francia e poi in Italia). Inizialmente i
rapporti sono molto labili e si limitano alla vendita da parte delle banche di prodotti
assicurativi da cui guadagnano una commissione; col passare del tempo le collaborazioni
si trasformano da soli rapporti commerciali a rapporti di natura partecipativa
(partecipazioni, joint ventures …). Inoltre si sviluppano anche collaborazioni inverse
ovvero assicurazioni che agiscono nel mondo bancario (Ex. Generali Banca, Unipol
Banca).

Capitolo 1: Profili di vigilanza dell’industria assicurativa


La vigilanza nel settore assicurativo è stata ritenuta indispensabile. La compagnia deve
essere ben controllata per far si che le obbligazioni assunte da parte della compagnia
verso gli assicurati vengano rispettate.
Gli organi di vigilanza sulle industrie assicurative sono:

1. IVASS (principale autorità)


2. Ministero dello sviluppo economico
3. COVIP

IVASS
L’IVASS è un ente di diritto pubblico con personalità giuridica sotto il controllo della

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Banca d’Italia. Svolge funzioni di controllo e di regolamentazione nei confronti di:

- imprese di assicurazione e riassicurazione, gruppi assicurativi e conglomerati finanziari


- tutti i soggetti sottoposti alla disciplina sulle assicurazioni private, tra cui agenti e
mediatori

Ha potere di vigilanza sulle imprese che hanno sede legale in Italia e nei confronti di
quelle imprese che estendono la loro attività a livello comunitario regime di stabilimento o
libera prestazione di servizi.

Nello specifico l’IVASS svolge le sue funzioni secondo le linee guide poste dal Governo:
- L’attività di controllo si svolge controllando i vari soggetti in relazione alla gestione
tecnica, finanziaria, patrimoniale e contabile ed è finalizzata per verificare che ciascuna
compagnia di assicurazione svolga la gestione secondo le disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative vigenti.
- L’attività di regolamentazione si svolge mediante la disciplina e l’indirizzamento
dell’attività assicurativa mediante l’emanazione di circolari, provvedimenti e regolamenti
che introducono regole di comportamento volte a garantire il collegamento tra
l’ordinamento normativo e il sistema assicurativo: nonostante la presenza del Codice
Civile, è necessaria una competenza assicurativa specifica non delineata dalle norme
codicistiche ma appunto dall’IVASS (struttura SP, CE, NI ecc.)

I suoi obiettivi dunque sono quelli di:


- proteggere gli assicurati, considerata come parte debole
- garantire una sana e prudente gestione delle imprese di assicurazione e
riassicurazione, trasparenza e correttezza nei confronti della clientela
- offrire stabilità del mercato e delle imprese

Ministero dello sviluppo economico


In passato aveva più competenza in termini assicurativi ma la legge 373/98 ne ha ridotto
l’ambito di competenza e ne ha disciplinato le restanti, come ad esempio:
- revoca autorizzazione all’esercizio dell’attività in caso di grandi incombenze
- concessione dell’autorizzazione alla procedura di amministrazione straordinaria e di
liquidazione coatta amministrativa
Inoltre esso vigila anche sul CONSAP (fondo garanzie vittime della strada)
N.B.questi provvedimenti vengono presi insieme all’IVASS

COVIP
E’ la commissione di vigilanza sui fondi pensione, istituita nel 1993 e attiva dal 1996. E’ un
ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica e ha un duplice ruolo di vigilanza:

1. Tenuta albo dei fondi pensione, svolgimento attività ispettiva, definizione delle regole
per la tenuta dell’informazione contabile e delle regole per la trasparenza nei confronti
dei partecipanti. Vigila dunque sulla gestione tecnica, patrimoniale e contabile relativa
ai fondi pensione.
2. Rilascio autorizzazione all’esercizio dell’attività e intervento nei casi di crisi dei fondi
pensione (ruolo complementare a quello del Ministero del Lavoro)

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N.B: La COVIP collabora con tutti gli organi di vigilanza

Fonti normative

Le direttive comunitarie hanno influenzato la normativa italiana con ad esempio


l’introduzione del principio del mutuo riconoscimento, il quale implica che ciascuno Stato
disciplina le compagnie di assicurazione che operano nel loro campo nazionale, e
l’armonizzazione delle norme sulla vigilanza prudenziale.

Il nuovo modello di vigilanza di mercati finanziari ha visto nascere, accanto alla


tradizionale vigilanza su scala nazionale, un sistema di supervisione europeo.
Infatti dal 1 gennaio del 2011, si è raggiunto un accordo per delineare un nuovo modello
di vigilanza che si fonda sull’European Systemic Risk Board (deputato alla vigilanza
macro prudenziale) e l’European System of Financial Supervisors (deputato invece alla
vigilanza micro prudenziale, composto da tre autorità di vigilanza ovvero quella del
sistema bancario, assicurativo e immobiliare).

N.B. Le autorità di livello comunitario operano in stretta relazione con le autorità di


vigilanza nazionali.

La vigilanza

L’attività di vigilanza svolta dall’IVASS può essere scomposta in:


- vigilanza strutturale
- vigilanza prudenziale
- vigilanza informativa
- vigilanza protettiva

La vigilanza strutturale

Essa riguarda norme e regolamenti attraverso i quali le autorità di vigilanza mirano a


regolare la struttura del settore finanziario (incidere sul numero degli operatori che
operano sul mercato, sulle attività che svolgono, sulle quote di mercato ecc.) con lo
scopo di giungere a una configurazione che massimizzi la dialettica competitiva
funzionale all’efficienza.

In campo assicurativo prevale il principio della specializzazione che si fonda


sull’esclusività dell’oggetto sociale (un’impresa di assicurazione può svolgere solo attività
assicurativa e operazioni connesse e non attività industriali commerciali: questo per evitare ulteriori
assunzioni di rischi) e sul divieto di esercizio congiunto dell’assicurazione danni e vita (se si
volesse costituire oggi una compagnia si dovrebbe scegliere il ramo a cui specializzarsi, le
compagnie cosiddette miste possono continuare a operare nella pluralità di rami se sono state
costitute prima del 15 marzo 1979).

Oltre al principio della specializzazione, la vigilanza strutturale del settore assicurativo


riguarda altri due aspetti fondamentali:

1. Controlli all’entrata

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La vigilanza strutturale pone dei controlli all’entrata, realizzati mediante un regime
autorizzato all’esercizio dell’attività assicurativa da parte dell’IVASS. Devono ricorrere
determinate condizioni per ricevere l’autorizzazione di esercizio:

- forma giuridica di società per azioni o cooperativa o mutua assicurativa


- capitale sociale minimo tra i 1,5 e 5 milioni a seconda del ramo per cui viene chiesta
l’autorizzazione
- deve essere presentato un valido programma di attività dei primi 3 esercizi (deve
indicare la struttura organizzativa e gestionale), una relazione tecnica e un atto
costitutivo
- requisiti di onorabilità dei soci e di professionalità dei gestori

N.B. Per quanto riguarda gli ultimi due requisiti, possono considerarsi come soggettivi in
quanto la loro ricorrenza o meno è vincolata alla discrezionalità dell’autorità di vigilanza.

Anche per quanto riguarda l’espansione tramite costituzione di sedi secondarie in un altro
stato membro, la compagnia assicurativa deve darne preventiva comunicazione
all’IVASS, fornendo anche qui un programma dell’attività della sede secondaria con i
relativi rischi e obbligazioni che verranno assunti.

L’IVASS può negare il proprio consenso qualora giudichi che la situazione finanziaria
dell’impresa non sia sufficientemente stabile o dal momento in cui non si rispettano i
requisiti sopraelencati.

2. Controlli sulle partecipazioni

• Riguardo le partecipazioni nelle imprese di assicurazione (società che vuole


acquisire partecipazioni in una compagnia assicurativa), il legislatore ha posto
l’attenzione sulla necessità di ottenere una trasparenza sui processi di acquisizione di
partecipazioni, in particolare vengono disciplinate le posizioni di controllo, cosiddette
qualificate. E’ necessaria una preventiva autorizzazione dell’IVASS per la società nel
caso di acquisizione, a qualsiasi titolo, di partecipazioni in un’impresa di assicurazione
che comportano il controllo o l’acquisizione di una partecipazione qualificata. Questa
autorizzazione può essere negata se non sussistono condizioni di sana e prudente
gestione.

• Per quanto riguarda invece le partecipazione delle imprese di assicurazione


(compagnia vuole acquisire partecipazioni in un’altra società), le imprese assicurative
possono assumere partecipazioni, con il patrimonio libero (non derivante da premi),
anche di controllo in altre società se queste esercitano un’attività diversa da quelle
consentite alle stesse imprese di assicurazione (attività connesse).
In particolare, è assoggettata all’obbligo di comunicazione preventiva l’assunzione di
partecipazioni superiori alla soglia di consistenza (sono tali le partecipazioni che sono
uguali o superano il 5% del PN della partecipante); l’assunzione di una partecipazione
inferiore a tale soglia è soggetta all’obbligo di comunicazione preventiva in caso di
controllo o forte influenza nei confronti di un’impresa assicurativa o non finanziaria.

N.B. Qualora sia compromessa la stabilità dell’impresa, a causa della detenzione di


determinate partecipazioni, l’IVASS può ordinare che la partecipazione sia alienata o
opportunamente ridotta.

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Vigilanza prudenziale

E’ volta a garantire la sana e prudente gestione attraverso il controllo costante da parte


dell’IVASS della situazione patrimoniale e finanziaria ricorrendo a 3 strumenti principali:

1. requisiti minimi patrimoniali, attivo minimo sotto il quale una compagnia di


assicurazione non può operare. Rappresentano una garanzia aggiuntiva rispetto alle
riserve tecniche.
2. riserve tecniche sufficienti, è necessaria una garanzia nei confronti degli assicurati.
Rappresentano la fonte primaria di garanzia. Nel caso non siano sufficienti
intervengono le dotazioni patrimoniali.
3. attivi congrui alla copertura delle riserve tecniche, nel senso che il valore degli
attivi deve sempre essere mantenuto in relazione all’impegno rappresentato dalle
riserve tecniche.

Le imprese sono inoltre obbligate a dotarsi di adeguate procedure di controllo interno, al


fine di consentire la corretta rilevazione di dati con particolare riferimento ai costi ed al
loro prevedibile andamento.

Solvency II
Nell’ambito di vigilanza prudenziale viene emanata una direttiva dell'Unione europea che
ha lo scopo di estendere la normativa di Basilea II al settore assicurativo.
La vigilanza prudenziale al livello comunitario aveva bisogno di modificazioni in quanto la
situazione mondiale stava cambiando (crisi 2008, globalizzazione ecc.), di conseguenza si
necessitava di una nuova idea di vigilanza che riuscisse ad armonizzare i modelli di
controllo dei singoli stati membri, in modo da creare un mercato europeo.

La direttiva è in vigore dall’1 gennaio 2016 ma il suo iter è stato molto lungo e molto
complesso, durato circa 10 anni.
Il tempo di gestazione della direttiva fu così lungo in quanto si riscontravano difficoltà di
vario genere:
1. La complessità dell’operazione che aveva un’estensione ampissima
2. L’approccio di vigilanza prospettico proposto, si basava sull’individuazione e
misurazione di tutti i rischi a cui poteva essere sottoposta la compagnia, un model
risk - oriented sui rischi effettivamente assunti che, però, erano di difficile
individuazione e soprattutto misurazione.

3. Altro problema sorgeva nelle modalità con cui agevolare il processo di ricezione
della normativa da parte dei paesi membri.
A questo proposito la soluzione per cui si optò fu quella di emanare altre norme a
fianco della direttiva che ne dettagliavano alcuni aspetti (normativa di primo livello)
poi altre disposizioni, così dette misure (normativa di secondo livello) e poi le vere
e proprie linee guida per l’applicazione di solvency II (normativa di terzo livello).
Tutto questo per poter favorire l’effettiva e efficace ricezione della direttiva sia dal
punto di vista applicativo che da quello ideale degli obiettivi che si preponeva
raggiungere.
Agli stati membri fu imposta una ricezione di tipo “comply or explain”, in altri
termini essi dovevano o aderire alla direttiva o, nel caso non volessero applicarla,
devono spiegare il perché di tale scelta.
4. Altro problema sorgeva dal fatto che l’accordo doveva essere raggiunto da
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esponenti di nazionalità diverse e con diverse ideologie politichesi conseguenza,
come solitamente accade, il prodotto finale non fu condiviso all’unisono ma fu un
compromesso.
Nonostante questo, comunque, i risultati furono positivi aiutati anche, nel 2014,
dall’emanazione di una ulteriore direttiva detta “Omnibus II” che modificava,
smorzando, alcuni punti di Solvency II.

CARATTERI DELLA NORMATIVA DI VIGILANZA


1. Caratteri di flessibilità (introdotti grazie alla normativa secondaria): dopo
essere stata recepita Solvency II con la normativa primaria all’interno del
codice delle assicurazioni private in ogni stato membro, si rimanda, con una
delega, alla normativa secondaria per quanto riguarda l’effettiva
applicazione tecnica delle disposizioni. Lo scopo è velocizzare i tempi di
ricezione.
2. Caratteri di compatibilità con le regole degli altri settori del mercato
finanziario: favorire il processo di globalizzazione e intersezione del mercato
finanziario.

STRUTTURA SOLVENCY II
Si chiama Solvency II ma le normative non riguardano solo la solvibilità. In particolare
abbiamo 3 pilastri:
1. Requisiti quantitativi / requisiti finanziari minimi a copertura dei rischi
E’ il nucleo centrale della direttiva. Ha lo scopo di censire e valutare il rischio.

Disciplina:
 criteri di valutazione delle attività e delle passività
 criteri di valutazione delle riserve tecniche
 criteri di determinazione dei fondi propri
 criteri di ammissibilità alla copertura dei requisiti patrimoniali
 quali sono i requisiti patrimoniali
 investimenti a copertura delle riserve tecniche
 regole in materia di gruppi.

2. Requisiti qualitativi / Governance e Risk Management


Ha l’obiettivo di monitorare il rischio.
Disciplina la “governance” della compagnia. Detta regole relative al risk
management per concretizzare una valutazione interna dei rischi e della solvibilità
aziendale anche detta “autovalutazione” con l’obiettivo di, conoscendo il rischio a
cui mi sottopongo e il mio grado di solvibilità, riuscire a adottare politiche
manageriali più sicure ed efficaci possibili.
Inoltre vengono disposte nuove regole per la vigilanza innovando le attività svolte
dai supervisori attraverso nuovi strumenti e poteri ( Ex. Coordinamento della
vigilanza in situazioni di crisi).

3. Disciplina di mercato: informativa e “disclosure”

In merito al Pilastro III, inerente alla trasparenza, la direttiva prevede due canali informativi
distinti, privato con l'authority e pubblico con il mercato.
Ciò tiene conto delle diverse esigenze informative relative ai diversi stakeholder tutelati
(da un lato i sottoscrittori di polizze, e gli azionisti dall'altro). La comunicazione di
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informazioni price - sensitive è un diritto del mercato, che viene però bilanciato tenendo
conto della possibilità di interpretazioni irrazionali ed errate dei dati tecnici.
L'informativa societaria nei confronti del mercato e delle authority tiene conto dei principi
di materialità e proporzionalità dell'informazione (rispetto alla dimensione del business e
alla complessità, data dal numero di rami assicurativi in cui l'assicurazione opera).
I dati devono essere accessibili, certi (a consuntivo e non previsionali), pubblicati nel
periodo di tempo al quale si riferisce l'informazione (non a posteriori), aggiornati con
periodicità, confrontabili nel tempo.

Vigilanza informativa (fair play regulation)

E’ volta a ridurre le asimmetrie informative nell’ambito del settore assicurativo. Si può


considerare sotto due aspetti fondamentali:

1. Tutela del contraente, vi sono diversi strumenti per attuare tale tutela:
• controllo delle condizioni generali di polizza
• raccolta dei reclami (esiste un apposito ufficio presso l’IVASS che raccoglie i
reclami in casi di inadempienza da parte della compagnia assicurativa)
• agevolazione della sollecita ed esatta esecuzione dei contratti
• richiesta di chiarimenti delle imprese,

2. Trasparenza delle gestioni, tra le compagnia di assicurazione e le autorità di


vigilanza

• obblighi di natura contabile e documentale (redazione del bilancio secondo


normative ben precise)
• obblighi di natura gestionale (vincolo delle gestioni separate fra ramo danni e ramo
vita, è necessaria una separazione a livello contabile e gestionale dei due rami. Ex:
investimenti fatti con la raccolta dei premi ramo danni, devono essere separati da
quelli del ramo vita)

L’IVASS può richiedere la comunicazione di dati, elementi e notizie; può disporre ispezioni
e indagini; può convocare i rappresentanti legali, il direttore generale e il presidente del
collegio sindacale nonché, ove occorra, i rappresentanti della società di revisione
incaricata di certificare il bilancio.
Nel caso in cui l’impresa violi le norme che è tenuta a rispettare, l’IVASS può adottare
misure correttive o repressive.

Vigilanza protettiva
E’ relativa alla tutela dei consumatori in caso di situazioni di difficoltà o di crisi
irreversibile. Al riguardo è possibile definire due ambiti di intervento:
 interventi destinati alla prevenzione, cioè a evitare che in situazioni aziendali di
temporanea difficoltà possano degenerare in uno stato di crisi grave, non
recuperabile;
 interventi attivati in caso di crisi irreversibile, con la inevitabile soluzione della
messa in liquidazione della compagnia;
La vigilanza protettiva che agisce diversamente a seconda del caso trattato:

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1. Inadeguatezza SCR (requisito della solvibilità), affrontata tramite una
presentazione e autorizzazione da parte dell’IVASS di un piano di risanamento.

2. Inadeguatezza MCR (requisito patrimoniale minimo), in tal caso l’impresa deve


provvedere a presentare all’IVASS un piano di finanziamento a breve con indicazione
dei programmi adottati per ristabilire l’equilibrio finanziario.

3. Inadeguatezza delle riserve tecniche, l’IVASS imporrà alla compagnia di


assicurazione di adeguarsi e quindi di ricalcolare le riserve tecniche. Per far ciò viene
concesso un congruo e ragionevole limite di tempo. Se la situazione è abbastanza
critica l’IVASS può vietare gli atti di disposizione dei beni presenti nel patrimonio.

Nei casi di inosservanza delle disposizioni, l’IVASS può nominare un commissario per il
compimento dei singoli atti necessari per conformare la gestione alle disposizioni di
legge. Nel caso di crisi irreversibile, le Autorità di vigilanza possono giungere alla revoca
dell’autorizzazione e alla conseguente liquidazione coatta amministrativa, che può anche
realizzarsi con il trasferimento del portafoglio ad altra compagnia assicurativa.

CAPITOLO 2: PROFILI GESTIONALI DELL’AZIENDA


DI ASSICURAZIONE
Il processo assicurativo
L’azienda di assicurazioni attua istituzionalmente la sistematica assunzione e gestione dei
rischi ad essa trasferiti dietro un corrispettivo monetario (premio), la cui entità dipende
dalla probabilità del verificarsi degli eventi ai quali i rischi si riferiscono e del loro costo
medio.

Dunque il processo assicurativo ha lo scopo di trasferire il rischio del danno stesso dai
soggetti che ne sono direttamente colpiti alla collettività esposta al medesimo rischio, in
modo che il costo possa essere ripartito dalla massa degli assicurati, incidendo su di essiin
modesta parte.

In questo processo l’assicuratore sopporta il rischio tecnico-imprenditoriale che il


costo complessivo degli eventi che colpiscono la collettività degli assicurati si discosti da
quello previsto, in relazione al quale è stato fissato il premio.

Il meccanismo assicurativo funziona mediante l’aggregazione di numerosi rischi


individuali, omogenei e indipendenti, in modo che applicando leggi statistiche sia
possibile prevedere con sufficiente approssimazione la probabilità del loro verificarsi e
quindi il costo complessivo degli accadimenti che subirà la collettività degli assicurati.

N.B. Per poter applicare il processo assicurativo occorre conoscere la probabilità f(E) di
ogni evento che si vuol coprire con l’assicurazione e disporre per ogni evento E di un
numero sufficientemente grande di contratti assicurativi (quindi di incassare molti premi)
per realizzare una frequenza relativa degli eventi assicurati prossima il più possibile per il
calcolo dei premi, riducendo al minimo lo scarto. (Legge dei grandi numeri). Estendersi
a masse numerose di rischi per aumentare i propri volumi operativi.
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Ulteriore condizione attiene all’omogeneità quantitativa e qualitativa degli elementi che
costituiscono la collettività assicurata:
- Omogeneità qualitativa: i rischi devono presentare un valore assicurato più o meno
simile.
- Omogeneità quantitativa: i valori assicurati devono essere di entità non eccessivamente
differenti. L’elevata varianza non consentirebbe di realizzare la necessaria
compensazione dei rischi; mentre l’equidistribuzione dei capitali assicurati minimizza il
rischio, infatti ogni compagnia stabilisce a priori la somma massima assicurabile in
relazione al portafoglio preesistente di ogni ramo.
Esempio: se venissero sottoscritti 10.000 contratti di assicurazione per la vita di 1 milione
di euro, la compagnia si troverebbe in una situazione di equilibrio finanziario ed
economico; ma se il 101esimo contratto stipulato fosse sulla base di 10 miliardi di euro è
evidente che il suo ingresso potrebbe far fallire la compagnia in quanto questa non
sarebbe in grado di versare il capitale di 10 miliardi utilizzando parte dei previ versati dagli
altri assicurati se l’ultima polizza si sinistrasse nel periodo iniziale del contratto.

E’ necessaria l’indipendenza dei singoli rischi assicurati: il verificarsi di un evento


coperto da assicurazione non deve influenzare la determinazione di un sinistro in altra
forma assicurativa. Se l’elevata interdipendenza realizza in minor grado la legge dei grandi
numeri e peggiora l’equilibrio dei risultati previsti, il ricercato equilibrio del portafoglio
discende dal numero dei rischi indipendenti. L’equilibrio del portafoglio assicurativo
dipende dal numero elevato dei rischi in portafoglio, ma anche dalla frequenza dei sinistri
per rischio.
Esempio: Un portafoglio composto da 100 rischi con frequenza relativa pari a due sinistri
all’anno è più equilibrato di un portafoglio con 200 rischi con una frequenza di 0,5 sinistri
all’anno secondo il principio che un rischio tanto più assicurabile quanto più è basso il
costo medio per ogni sinistro e quanto più è alta la frequenza dei sinistri.

Da quanto evidenziato risulta che non esistono criteri di assicurabilità dei rischi validi in
assoluto: uno stesso rischio può essere assunto da parte di un assicuratore in quanto
indipendente dai rischi preesistenti, mentre può risultare inassicurabile per un’altra
compagnia poiché non si omogenea ai rischi in portafoglio.

Peculiarità del passivo: debito non certo nei confronti dell’assicurato ma


certo nei confronti della massa degli assicurati

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L’intermediazione assicurativa
La natura di intermediario finanziario viene ricondotta alla funzione di investimento attuata
dalla compagnia assicurativa: nel momento in cui le unità in surplus stipulano polizze
assicurative, al fine di soddisfare bisogni di sicurezza, esse trasferiscono quote di
risparmio alle imprese di assicurazione che a loro volta cedono tali risorse alle unità in
deficit mediante l’investimento in attività reali e finanziarie stimolando lo sviluppo
dell’attività economica.
L’investimento dei mezzi finanziari (funzione di investimento patrimoniale) è necessario
al fine di garantire da un lato la capacità dell’impresa di adempiere alle obbligazioni e
dell’altro di produrre flussi reddituali capaci di ridurre i prezzi del servizio assicurativo,
nonché il potenziamento della struttura patrimoniale dell’impresa (aumentando volumi
operativi e producendo quindi utili).

La loro natura di intermediari deriva da un’impostazione dottrinale che ne giustifica la


nascita nel contesto di imperfezione del mercato finanziario caratterizzato da asimmetria
informativa riconducibile a:
- adverse selection: riferito a un periodo precedente la stipulazione del contratto
assicurativo ed è l’inesatta percezione della qualità dei rischi assicurati che può
assumere dimensioni tali da produrre il fallimento del mercato
- ex ante moral hazard: considera i casi in cui l’assicuratore non dispone di informazioni
sul comportamento tenuto dall’assicurato nel periodo di durata della polizza.
- ex post moral hazard: nasce successivamente al manifestarsi del rischio assicurato ed
è legato all’incapacità dell’assicuratore di conoscere la natura dell’evento negativo.

Le motivazioni che spingono a ricorrere all’intermediazione assicurativa, piuttosto che alla


più costosa negoziazione diretta, sono riconducibili alla capacità degli assicuratori di
gestire rischi e disponibilità monetarie da esse derivanti a condizioni migliori rispetto a
quelle che saprebbe ottenere un singolo individuo. Le compagnie sono in grado, sulla
base della propria esperienza, a prevedere la probabilità di un rischio a differenza del
singolo individuo.

Al momento della stipulazione di un contratto assicurativo e quindi dell’incasso del


rispettivo premio, nascono le riserve tecniche (nel passivo del bilancio) che
rappresentano l’obbligazione nei confronti degli assicurati. Queste trainano di fatto le
attività ossia gli impieghi effettuati con la raccolta dei premi (investimenti a copertura delle
riserve tecniche).

La funzione di intermediario dunque consiste in:


1. Trasformazione dei rischi in un costo dato dal pagamento del premio relativamente
alle probabilità di accadimento
2. Trasferimento della moneta, quindi investimenti che possano portare benefici
economico-finanziari

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Il processo produttivo dell’impresa di assicurazione
Come già detto, l’impresa di assicurazione svolge un’attività rappresentata
dall’assunzione e trasformazione dei rischi dietro un corrispettivo commisurato dalla
probabilità di accadimento degli eventi a rischio.

E’ dunque un’attività peculiare caratterizzata dall’inversione del ciclo economico-


finanziario: partendo dal conseguimento dei ricavi (ottenuti attraverso la sottoscrizione di
polizze) si passa al sostenimento dei costi, quando si verifica il rischio assicurato.
Questa inversione provoca sostanzialmente due effetti:

1. Autofinanziamento tecnico della gestione, fa riferimento al fatto che la compagnia


ha la possibilità di operare anche senza dotazioni patrimoniali (o con quote contenute
derivanti da acquisto immobili, arredi…) in quanto i ricavi derivano dalla sottoscrizione
di polizze.
2. Presenza rimanenze passive (riserve tecniche), l’incasso dei premi prima del
sostenimento dei costi, fa sì che in sede di redazione del bilancio sia necessario
accantonare la quota di premio di competenza degli esercizi futuri, cioè rinviare al
successivo esercizio il ricavo conseguito in via anticipata. (Esempio: contratto
assicurativo della durata di 3 anni con premio pari a 900 euro).

La gestione tecnico-assicurativa
Fa riferimento essenzialmente a quelle che sono le attività svolte dalla compagnia di
assicurazione le quali rappresentano il Core business. Alla gestione tecnico-assicurativa
sono riconducibili inoltre una serie di decisoni strategiche (scelte di specializzazione
tecnica, commerciali,geografiche, canali distributive, ecc…).

Le operazioni caratterizzanti questa gestione sono riconducibili essenzialmente alle


seguenti:

I. riassicurazione attiva, operazioni di assunzione dei rischi puri direttamente tramite la


rete di intermediari (agenti, banche, brokers) e indirettamente tramite l’acquisizione di
quote di rischi d altre compagnie
II. riassicurazione passiva, operazione di vendita di quote di rischi ad altre compagnie
III. costituzione e gestione del portafoglio rischi
IV. operazioni relative al risarcimento dei danni in favore degli assicurati, quali
ispezione dei sinistri, valutazione e liquidazione dei risarcimenti
V. gestione dei risarcimenti da parte delle compagnie di riassicurazione

La gestione patrimoniale-finanziaria
Riguarda tutto ciò che fa riferimento all’impiego di risorse che affluiscono alla compagnia
di assicurazione. Le operazioni di questo tipo richiedono una competenza e
professionalità di natura finanziaria.
Sono considerate dunque tutte le entrate e uscite monetarie riguardante la compagnia:

I. incasso dei premi e di eventuali ricavi (riscossione fitti passivi, cedole, dividendi)

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II. pagamento dei risarcimenti ai danneggiati (momento in cui termina il processo
liquidativo, la compagnia dovrà pagare i beneficiari della polizza)
III. investimento delle riserve tecniche (dovuto all’incasso anticipato dei premi e
ammontare sfruttato per l’investimento)
IV. amministrazione del complesso degli investimenti
V. operazione relative al disinvestimento dei precedenti investimenti patrimoniali
(possono risultare necessarie quando la compagnia si trova in una situazione
patologica di mancanza di liquidità)

Sono comunque gestioni strettamente correlate fra loro: se non esistesse la prima
tipologia di gestione, non sarebbe mai nata la seconda. Solo nel momento in cui
sottoscrivo polizze attivando il processo assicurativo io incasso i premi e si origina la
gestione patrimoniale-finanziaria. Inoltre la prima gestione dipende dalla seconda perché
la determinazione del premio tiene conto del tasso minimo garantito generato
dall’impiego delle riserve tecniche, cosi che quanto maggiori sono i proventi e quindi la
redditività della gestione patrimoniale-finanziaria tanto più ridotto può essere il premio
applicato alle polizze assicurative.

Contratto assicurativo

Art. 1882 - E’ un contratto con il quale l’assicuratore, dietro il pagamento di una somma
di denaro, si obbliga a risarcire l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso
prodotto da un sinistro ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un
evento attinente alla vita umana.

Il codice delle assicurazioni suddivide l’attività assicurativa in “rami”.


Nel mondo danni i rami assicurativi sono 18, nelle assicurazioni vita sono 6, e le
compagnie di assicurazione per poter esercitare uno dei rami assicurativi devono
chiedere autorizzazione all’IVASS.

Secondo l’art. 1882 esistono due tipi di contratti:


1. Contratto ramo danni: l’assicuratore si obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti
contenuti, dal danno ad esso prodotto da un sinistro. Il danno si risarcisce a posteriori
dopo averlo valutato, non oltre il valore del danno prodotto (assicurazione di
indennizzo).
2. Contratto ramo vita: contratto nel quale l’assicuratore si obbliga a pagare un capitale
o una rendita. Non ha definito un limite ma specifica che l’assicuratore paga se
avviene un evento attinente alla vita umana. Si sancisce in anticipo la misura della
prestazione assicurata (assicurazione forfettaria).

Funzione:
1. elimina un’alea ovvero un evento incerto mediante il trasferimento del rischio (oggetto
del contratto è il rischio)
2. reintegrare o prevenire perdite patrimoniali
3. predisporre mezzi necessari per soddisfare esigenze economiche legate all’esistenza
delle persone

Forma: Art. 1888


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Non richiede una particolare forma per la sua regolare conclusione: non rientra tra gli atti
che devono essere stipulati per iscritto sotto pena di nullità (forma ab substantiam)

N.B. ai fini della prova l’art. 1888 prescrive l’esigenza di un atto scritto (forma ad
probationem).

Efficacia della proposta: Art.1887


Una delle due parti dichiarerà la propria volontà a stipulare la polizza (solitamente è
l’assicurato che vuole trasferire un rischio).

La proposta scritta dell’assicurando non può essere revocata prima che siano trascorsi
15 giorni o 30 giorni (quando occorre la visita medica).

Il termine decorre dalla data della consegna o dalla data della spedizione (da quando
l’assicurato ha dichiarato la propria volontà di assicurarsi).

L’accettazione della proposta avviene con la sottoscrizione della polizza.

Decorrenza: Art 1889


L’assicurazione ha effetto dalle ore 24:00 del giorno della conclusione del contratto alle
ore 24:00 dell’ultimo giorno della durata stabilita nel contratto stesso. A meno che non sia
stabilito diversamente dalle parti l’orario nel contratto.

Naturalmente la garanzia è valida se si è pagato il premio:


- se l’assicurato non paga il primo premio, la polizza non viene attivata e viene sospesa
fino alle ore 24:00 del giorno dell’effettivo pagamento
- se l’assicurato non paga i premi successivi la polizza rimane sospesa per 15 giorni
quindi:
• Se l’assicurato paga entro i 15 giorni successivi alla scadenza la polizza
automaticamente riparte dalla data della scadenza.
• Se invece l’assicurato non paga entro i 15 giorni successivi alla scadenza
l’assicuratore può scegliere tra un’azione di riscossione del premio esercitabile
entro 6 mesi dalla scadenza (quindi se paga riparte la copertura assicurativa)
oppure una risoluzione di diritto del contratto (la polizza viene a decadere)

N.B. questa disciplina non si applica alle assicurazioni sulla vita.

Oggetto:

L’oggetto è il rischio (deve essere un interesse lecito, di natura patrimoniale e riferito alla
sfera giuridica dell’assicurato) ovvero la probabilità che un evento futuro e incerto relativo
alla persona o ai beni si manifesti, causando un pregiudizio patrimoniale.

Il rischio può variare durante la vita del contratto di assicurazione: cessazione,


diminuzione o aggravamento.

Cessazione del rischio: art. 1896


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- Se il rischio cessa dopo la conclusione e dopo l’inizio dell’efficacia del contratto (dopo
il pagamento del premio):
Il contratto si scioglie, l’assicuratore ha diritto all’incasso dei premi di competenza sino a
quando non gli è stata comunicata la cessazione del rischio.
Esempio: pagamento anticipato del premio annuale, il rischio cessa a metà anno:
l’assicuratore ha il diritto a trattenere metà premio, ma l’altra metà dovrà essere restituita
all’assicurato

- Se il rischio cessa dopo la conclusione ma prima dell’inizio dell’efficacia del contratto


(prima del pagamento del premio):
Il contratto non sorge, l’assicuratore ha diritto solo al rimborso di eventuali spese di
istruttoria.

Diminuzione del rischio: art. 1897

In caso di diminuzione del rischio, l’assicurato è tenuto a darne comunicazione


all’assicuratore tramite una prova (nel suo interesse per la diminuzione del premio):
- il primo ha diritto ad una riduzione del premio
- il secondo ha la facoltà però di recedere dal contratto, se non ha intenzione di diminuire
il premio, con preavviso di 1 mese

Esempio: installazione di una porta blindata in una casa assicurata per furto (l’azione di
installazione porta a una diminuzione del rischio)

Aggravamento del rischio: art. 1898

In caso di aggravamento l’assicurato ha l’obbligo di comunicarlo (ad esempio per mezzo


raccomandata) alla compagnia assicurativa:
- l’assicuratore può recedere dal contratto o richiedere un aumento del premio.
Il recesso ha effetto:
- Immediato, se l’aggravamento è tale per cui l’assicuratore non avrebbe stipulato
il contratto assicurativo. In caso del verificarsi del danno la compagnia può non
eseguire l’indennizzo.

- Dopo 15 giorni, se l’aggravamento è tale per cui l’assicuratore avrebbe chiesto


un premio maggiore (motivo: dare tempo utile all’assicurato per trovare nuova
compagnia che assicura il rischio). In caso del verificarsi del danno, la
compagnia esegue un indennizzo ridotto, tenuto conto del rapporto tra il premio
pagato e quello che si sarebbe dovuto pagare a causa dell’aggravamento.

La fase negoziale:
Corrisponde alla fase che si preoccupa di stabilire il valore del premio assicurativo. Nella
Fase Negoziale il principio base è quello dell’EQUITA’ DELLA PRESTAZIONE. Il premio
è il prezzo al quale la compagnia di assicurazione si assume un determinato rischio. Si
può parlare di condizioni EQUE se l’assicurato paga un premio che è adeguato alla
promessa di risarcimento che ha ottenuto da parte dell’assicuratore, e allo stesso tempo
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l’assicuratore ottiene una remunerazione adeguata per il rischio effettivo che ha assunto e
quindi assicurato. Non sempre questa situazione è però facile da raggiungere.

L’assicuratore ripartisce le conseguenze dannose dei sinistri su una pluralità di assicurati:


- calcola la probabilità di accadimento del sinistro
- prevede il costo medio del sinistro
- ripartisce questi costi attraverso il pagamento dei premi (puri)

Il premio può essere visto in due situazioni:


1. dal punto di vista dell’assicurato il premio assume rilevanza di un costo da sostenere
per ottenere la copertura assicurativa (premio di tariffa)
2. dal punto di vista dell’assicuratore il premio può essere scomposto in diverse parti:

premio puro + i costi di gestione e acquisizione + l’utile dell’impresa + le tasse

- premio puro= frequenza sinistri (rapporto n. sinistri e n.rischi assicurati) x valore medio
dei sinistri (rapporto ammontare complessivi sinistri e dei sinistri stessi)
- Caricamenti = Quota parte dei costi generali + provvigioni sostenute dall’assicuratore
per la raccolta dei rischi
- Tasse = Aliquota fiscale variabile in funzione del rischio e applicata al Premio Puro

Sistemi di tariffazione:

La tariffazione fa riferimento a una rischiosità media degli eventi sfavorevoli: chi ritiene di
essere sottoposto a una rischiosità minore della media non ha convenienza a stipulare un
contratto assicurativo, contrariamente a coloro che presentano una rischiosità superiore
alla media.

I sistemi prevedono delle politiche premianti, poiché si vuole portare l’assicurato a


comportamenti virtuosi:
- Clausola bonus malus: la tariffa non è unica, ma varia in relazione alla virtuosità o
meno dell’assicurato. Inizialmente si viene inseriti nella classe inferiore, man mano che
non accadono sinistri si scala nella “classifica” progredendo a pagare premi sempre
minori.
- Peius: fa riferimento a una penalizzazione (maggiorazione del premio) a seconda del
numero di sinistri che si sono verificati nell’anno: ad esempio entro 10 sinistri in un
anno si paga un premio stabilito nel contratto, se si sono verificati più di 10 sinistri sarà
obbligatorio pagare una differenza frutto della penalizzazione.

Durata e fine del contratto:

La durata di un contratto è di norma di almeno un anno ma esistono polizze di durata


inferiore (esempio polizze delle vacanze).
In caso di durata poliennale del contratto, l’assicurato ha la facoltà di recedere con
preavviso di 60 giorni senza oneri. Per contratti emessi dopo il 15 agosto 2009 è possibile
proporre una durata poliennale, a fronte di una riduzione del premio rispetto a quello
previsto per la stessa copertura dal contratto annuale.

N.B. proroga tacita del contratto non superiore a 2 anni

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La fine del contratto può essere:
1. Naturale (assenza tacita della proroga o disdetta)
2. Prematura (per norma di legge o per clausola contrattuale)

Clausole assicurative
Per quanto riguarda dei limiti contrattuali dell’indennizzo, possiamo individuare 3
categorie:
1. Franchigia
2. Scoperto
3. Somma assicurata (somma max che la compagnia paga in caso di sinistro)

Franchigia

La franchigia definisce l’importo fisso che resta a carico dell’assicurato: è la quota di


rischio che l’assicurato è disposto a correre per una riduzione del premio. E’ solitamente
definita in cifra o percentuale; è dunque un valore conosciuto a priori dall’assicurato Può
essere:

1. Franchigia assoluta: l’ammontare rimane in ogni caso a carico dell’assicurato


qualunque sia l’entità del danno
Esempio: valore assicurato 200 con applicazione di franchigia assoluta di 10. Se il
danno subito fosse di 50, il danno indennizzato sarebbe di 40

2. Franchigia relativa: l’applicazione o meno della franchigia dipende dall’entità del


danno. Se il danno è inferiore o pari all’ammontare della franchigia, l’assicuratore non
corrisponde alcun indennizzo; se invece il danno è superiore, l’assicuratore lo indennizza
senza detrarre la franchigia

Esempio: valore assicurato 200 con applicazione di franchigia relativa di 20: se il


danno subito fosse stato 15, l’ammontare indennizzato sarebbe 0. Se invece il
danno fosse di 50, allora il danno indennizzato sarebbe pari al valore subito senza
la detrazione della franchigia.

3. Franchigia aggregata: riferibile ad un valore massimo convenuto che viene calcolato


con riferimento a tutti i danni avvenuti in un determinato periodo di tempo
Esempio: valore assicurato 200 con franchigia aggregata annua pari a 30. Se la
sommatoria dei danni subiti in un anno fosse 25 il danno indennizzato sarebbe pari
a 0; se invece il danno subito fosse pari a 100, allora il danno indennizzato sarebbe
70 (al danno viene detratta la franchigia)

La franchigia consente all’assicuratore di:


- liberarlo dai sinistri di lieve entità,
- contenere l’ammontare del premio (la franchigia riduce il rischio nella fascia di
frequenza più elevata, dunque dovrà essere riconosciuto anche un premio minore)
- assicurare un rischio altrimenti non assicurabile (rischi catastrofali come terremoti o
alluvioni…)

Scoperto
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E’ molto simile alla franchigia ma la differenza sta nel fatto che lo scoperto si applica in
termini percentuali all’entità del danno; dunque non risulta essere un dato conosciuto a
priori dall’assicurato. L’obiettivo è quello di prevenire comportamenti di moral hazard.

Spesso è possibile in un contratto assicurativo che vengano utilizzati franchigia e


scoperto in concomitanza.

Esempio: valore assicurato - 40000 euro


1. franchigia assoluta 1000
2. franchigia assoluta del 10% (4000)
3. scoperto del 10% del danno
4. franchigia relativa 1000
5. franchigia relativa 1000 + scoperto 10% del danno

Supponiamo che il danno sia 400:


1) compagnia non risarcisce
2) compagnia non risarcisce
3) compagnia risarcisce 360
4) compagnia non risarcisce
5) compagnia non risarcisce

Supponiamo che il danno sia 1200


1) compagnia risarcisce 200
2) compagnia non risarcisce
3) compagnia risarcisce 1080
4) compagnia risarcisce 1200
5) compagnia risarcisce 1080 (poiché la FR viene annullata visto che il danno è 1200, si
tiene di conto solo dello scoperto)

Supponiamo che il danno sia 2000


1) compagnia risarcisce 1000
2) compagnia non risarcisce
3) compagnia risarcisce 1800
4) compagnia risarcisce 2000
5) compagnia risarcisce 1800

Principio indennitario art. 1905

Con l’espressione principio indennitario si fa riferimento a quel principio in virtù del


quale l’eventuale garanzia assicurativa sottoscritta e l’eventuale trasferimento del rischio
dal contraente (assicurato) alla compagnia non deve costituire fonte di lucro (guadagno)
per l’intestatario dell’assicurazione, in quanto l’indennizzo eventualmente corrisposto
dall’assicuratore in caso di sinistro deve svolgere unicamente la funzione di riparare e
ristorare il danno subito dall’assicurato stesso.

Pertanto in virtù di questo principio la somma che viene versata dall’assicurazione a


favore dell’assicurato non può mai superare l’entità effettiva del danno da questi subito a
seguito di sinistro o infortunio o fatto dannoso.

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N.B. art. 1908 - Non si può attribuire ai beni periti o danneggiati un valore superiore a
quello che avevano al tempo del sinistro, in rispetto del principio indennitario.
In caso di cambiamento del valore, è necessario modificare il valore della somma
assicurata rivedendo i dettagli del contratto assicurativo.
Se il valore non dovesse essere adeguato, la compagnia di assicurazione rimborserà solo
il valore dichiarato nella polizza.

Rapporto tra valore del bene e somma assicurata

L’assicuratore chiederà sempre quale sia il valore della cosa assicurata, si possono in tal
caso distinguere diversi casi:

1. la somma assicurata coincide con il valore reale del bene (assicurazione piena)

2. la somma assicurata è inferiore al valore reale del bene (sotto assicurazione). Per
l’assicurato è conveniente poiché andrà a pagare un premio più basso, allo stesso
tempo però anche l’assicuratore ha convenienza in quanto tratta di un rischio minore
(l’assicurato adotterà comportamenti di prevenzione a causa della sotto assicurazione
dalle parti applicata).
Per calcolare il risarcimento dovuto in caso di sinistro l’art.1907 specifica che
suggerisce di usare la regola proporzionale. In questo caso l’assicurato non è
indennizzato per l’intero ammontare del danno, ma riceve un indennizzo ridotto
proporzionalmente al rapporto tra il capitale assicurato ed il valore dei beni al
momento del sinistro.
Le parti possono però stabilire nel contratto di non stabilire tale regola.

Esempio: abbiamo comunicato all’assicuratore un valore pari a 500. In caso di


sinistro, il perito assicurativo nota che il valore reale risulta essere 1000, se il danno
risulta essere pari a 300, il danno indennizzabile sarà pari al rapporto tra valore
assicurato e valore reale moltiplicato per il danno: in questo caso quindi il danno
indennizzabile sarà pari a 150.

3. la somma assicurata è superiore al valore reale del bene (sovra assicurazione) art.
1909. Ciò non è permesso dalla legge per il principio indennitario, in tal caso:
- Se vi è dolo il contratto è nullo: nessun indennizzo dell’assicuratore in caso di
danno, ma il premio è ugualmente dovuto se l’assicuratore non ne è a
conoscenza in buona fede altrimenti l’assicurato dovrà essere rimborsato (se
l’assicuratore è in mala fede)
- Se vi è colpa il contratto è valido: l’indennità corrisposta sarà ridotta (fino al
valore del bene reale) e l’assicurato ha diritto alla diminuzione del premio.

4. Per il medesimo rischio l’assicurato contrae separatamente più assicurazioni in


mancanza di accordo fra i diversi assicuratori (pluriassicurazione) art.1910.
L’assicurato ha l’obbligo di comunicare ai vari assicuratori tutti i contratti stipulati,
dunque la pluriassicurazione sarà tale se i vari assicuratori accettano questa
situazione.
L’assicurato può chiedere a ciascun assicuratore l’indennità dovuta in caso di
sinistro: essi sono obbligati in solido, se una compagnia assicurativa adempie
l’obbligazione liberando tutti gli altri assicuratori, ha il diritto di regresso a chiedere
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la parte dovuta dagli altri; se un assicuratore è insolvente, la sua quota (la sua
parte di risarcimento) viene ripartita fra gli altri assicuratori, perciò è obbligatoria la
comunicazione agli altri assicuratori.

N.B. Riassicurazione: l’obiettivo è di frazionare il rischio. Mentre la pluriassicurazione si


attiva su iniziativa dell’assicurato, la riassicurazione e la coassicurazione partono dalla
volontà delle compagnie assicurative. La compagnia di assicurazione trasferisce un
rischio totalmente o parzialmente ad un’altra compagnia poiché ritiene magari che sia
troppo oneroso per la singola. L’assicurato stipula (100) con A1, questa cede totalmente
(100) o parzialmente (50) a A2: l’assicurato otterrà però totalmente il risarcimento dalla
compagnia A1 poiché ha rapporti solo con essa, il rapporto fra le due compagnie
assicurative non influiscono minimamente sul risarcimento che A1 deve all’assicurato (se
A2 fosse insolvente e non pagasse la parte che le spetta, A1 dovrà totalmente 100
all’assicurato).

Coassicurazione: l’obiettivo anche qui è di frazionare il rischio fra più compagnie di


assicurazione. In questo caso però costituiscono un pool assicurativo composto da
almeno 2 compagnie che partecipano alla copertura assicurativa di questo rischio. A1,
A2, A3 compartecipano al risarcimento dell’assicurato in proporzione della quota di
coassicurazione. Non vi è solidarietà fra le 3 compagnie, ogni compagnia ha l’obbligo di
risarcire in parte l’assicurato.

Formule assicurative
L’assicurazione può solitamente prestarsi in 3 forme differenti:
A. Assicurazione a valore intero
- assicurazione piena
- sotto assicurazione (regola art. 1907)
- sopra assicurazione colposa o dolosa
-
B. Assicurazione a primo rischio assoluto

Non si applica la regola proporzionale. L'assicurazione, pur riguardando la totalità


delle cose assicurate, non è prestata per una somma corrispondente all'intero
valore, ma per una somma pari all'ammontare del massimo danno (massimale) che
l'assicurato ritiene di poter subire in caso di sinistro. Il premio da versare alla
compagnia per questa formula è maggiore rispetto all’assicurazione a valore intero.
N.B. non vi è nessun riferimento al valore reale del bene assicurato

Esempio: assicurazione contro l’incendio del proprio mobilio per 8 mila euro a
primo rischio assoluto. In caso di sinistro, l’assicuratore verserà all’assicurato fino
a 8 mila euro, se il danno dovesse essere superiore, il massimo danno
indennizzabile sarà comunque quello stabilito dalle parti nel contratto.

C. Assicurazione a primo rischio relativo

Nel contratto devono essere specificati il valore assicurato (max risarcimento che si
può ottenere dall’assicurazione) e il valore assicurabile (valore cose assicurate).
Questa formula tiene conto della regola proporzionale, nei limiti del massimale e
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riconosciuto dalla polizza, secondo cui se al momento del sinistro il valore
assicurato risulta superiore al valore reale (assicurabile), l’indennizzo viene
proporzionalmente ridotto. E’ una formula assicurativa meno costosa di quella a
primo rischio assoluto ma non offre una copertura totale del danno.

Esempio: il cliente comunica un valore intero dei beni da assicurare pari a di 60mila
euro, e che abbia concordato con l’assicuratore un massimale di 50mila euro.
In seguito al sinistro però, in virtù alla perizia eseguita dal tecnico, risulta che il
valore dei intero dei beni da assicurare ammonta ad 80 mila euro. In questo caso il
danno verrà liquidato proporzionalmente in base al minor valore comunicato dal
cliente, e la liquidazione non potrà comunque superare i 50mila euro.

Obblighi in caso di sinistro


L’assicurato deve dare avviso, generalmente entro 3 giorni, del sinistro all’assicuratore art.
1913.
Questo deve fare quanto gli è possibile per evitare o diminuire il danno in caso di sinistro
(obbligo di salvataggio) art.1914. (ad esempio allertare i vigili del fuoco in caso di
incendio, chiamare polizia o installare porte blindate per evitare il furto).
In caso di inosservanza di questo obbligo: art.1915
- con dolo: l’assicurato non avrà diritto all’indennizzo
- con colpa: l’indennizzo sarà ridotto in ragione del pregiudizio sofferto

Categorie

1. assicurazione contro danni: l’assicurato mira a proteggere il proprio patrimonio in


previsione di danni a cosa o persone
2. assicurazione contro vita: l’assicurato predispone lo strumento per poter
soddisfare un’esigenza economica propria o di terzi al verificarsi di un evento che
riguarda la vita umana

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La Polizza

La POLIZZA è il documento rappresentativo del contratto di assicurazione.


Riporta le condizioni di funzionamento del contratto, regola le prestazioni e le
controprestazioni delle due parti, assicurato e assicuratore. I contenuti sono diversi da
polizza a polizza anche riguardo alla presentazione grafica che ciascuna compagnia di
assicurazione adotta. In ogni caso vi è una struttura generale costante, poiché vi sono
determinati contenuti che devono essere riportati.

Possono essere individuate 4 parti che riporta la polizza assicurativa:


1. CONDIZIONI GENERALI
2. CONDIZIONI PARTICOLARI
3. CONDIZIONI SPECIALI
4. DICHIARAZIONI

1. CONDIZIONI GENERALI
Le condizioni generali richiamano la normativa in vigore, fanno riferimento agli articoli del
codice civile relativi al contratto di assicurazione, alle regole che riguardano il funzionamento
e la validità del contratto, gli obblighi e i diritti delle parti (es. indicate le modalità di
pagamento del premio, ricordate le ipotesi di aggravamento del rischio, casi di
annullabilità…)

2. CONDIZIONI PARTICOLARI
Le condizioni particolari sono condizioni che fanno riferimento alla specificità del rischio che
è oggetto del contratto (es. RCA, Polizza incendio, saranno diverse)

3. CONDIZIONI SPECIALI
Le condizioni Speciali sono quelle condizioni concordate tra le parti, generalmente elaborate
dall’assicuratore e sottoposte all’assicurato e hanno validità se sono espressamente
accettate dal contraente (se le ha sottoscritte).
Tra le Condizioni Generali, Particolari e speciali vengono anche inserite le ESCLUSIONI,
eventi a fronte dei quali non vale la copertura assicurativa (es. eventi catastrofali ->
solitamente le polizze base non vanno a coprire gli eventi catastrofali). Queste esclusioni
possono essere superate ampliando la copertura assicurativa. Vi sono ESCLUSIONi che, in
ogni caso, non possono essere superate. (infermità mentale dell’assicurato..)

4. DICHIARAZIONI
Le dichiarazioni servono in quanto il problema è sempre quello delle Asimmetrie
informative che sussistono nel rapporto Assicurato-Assicuratore, l’assicurato cercherà di far
apparire la sua condizione meno rischiosa e invece la compagnia di assicurazione ha la
necessità di andare ad individuare in modo più corretto possibile quello che è il rischio
dell’assicurato.
Un modo per superare queste asimmetrie informative è far rendere all’Assicurato
determinate DICHIARAZIONI. Può essere dato un Questionario a cui risponde l’assicurato e
da questo dovrebbe trasparire il profilo di rischio dell’assicurato.
Le dichiarazioni servono perché se sono non veritiere e corrette la compagnia di
assicurazione può arrivare a negare il risarcimento.

Le dichiarazioni posso essere:


1.veritiere,
2.inesatte (dichiarazione non corrispondente alla realtà),
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3.reticenti (Volontà del Contraente di omettere un dato utile per poter conoscere il rischio o
fornire un’informazione incompleta od equivoca)

Se le dichiarazioni sono inesatte e le reticenze del contraente sono rese:

 con dolo o colpa grave l’assicuratore può annullare il contratto (non può però
annullarlo trascorsi 3 mesi dalla conoscenza delle dichiarazioni inesatte o reticenti)
Inoltre se il sinistro è accaduto prima che l’assicuratore sia venuto a conoscenza delle
dichiarazioni inesatte o reticenti, oppure prima della decorrenza di 3 mesi
dall’avvenuta conoscenza ,non è dovuto alcun indennizzo.

 con colpa l’assicuratore può recedere dal contratto (non può receder trascorsi 3 mesi
dalla conoscenza delle dichiarazioni inesatte o reticenti) Inoltre se il sinistro è
accaduto prima che l’assicuratore sia venuto a conoscenza delle dichiarazioni
inesatte o reticenti, oppure prima che questi abbia dichiarato di recedere dal contratto,
l’indennizzo è dovuto in proporzione tra il premio convenuto (quello che ha pagato in
quel momento) e quello che sarebbe stato applicato se si fosse conosciuto il vero
stato delle cose (sicuramente superiore del premio iniziale pagato)

I SOGGETTI CHE RISULTANO COINVOLTI NEL CONTRATTO ASSICURATIVO.


Possono essere individuati 4 soggetti:
• ASSICURATORE, colui che accetta il trasferimento del rischio, in genere, la compagnia di
assicurazione opera attraverso l’Agente Assicurativo oppure direttamente.
• ASSICURATO, soggetto il cui interesse è protetto con la stipulazione della polizza, ma non
è detto che sia anche il CONTRAENTE
• CONTRAENTE, soggetto che stipula il contratto, si impegna a pagare il premio.
• BENEFICIARIO, soggetto destinatario della prestazione assicurativa, Il beneficiario può
coincidere con l’Assicurato (Normalmente nelle POLIZZE DANNI l’Assicurato e il
Beneficiario coincidono).

Capitolo 3: Riserve tecniche

Ricorda : Al momento della stipulazione di un contratto assicurativo e quindi dell’incasso


del rispettivo premio, nascono le riserve tecniche (nel passivo del bilancio) che
rappresentano l’obbligazione nei confronti degli assicurati. Queste trainano di fatto le
attività ossia gli impieghi effettuati con la raccolta dei premi (investimenti a copertura delle
riserve tecniche). Presentano natura diversa.

Sotto il profilo tecnico, le riserve tecniche nascono perché, nonostante l’equivalenza


quantitativa (principio di equità), le prestazioni dell’assicurato (pagamento del premio) e
quello dell’assicuratore (eventuale indennizzo e spese) non coincidono temporalmente:
assicurato paga il premio assicurativo in un periodo precedente mentre assicuratore paga
l’eventuale indennizzo al verificarsi dell’evento assicurato (solo alla conclusione della fase
di liquidazione).

Le riserve tecniche rappresentano valori relativi a:

1. Rimanenze passive (ricavi sospesi)


23
- Premi incassati per rischi in corso a fine esercizio (riserve premi solite nel ramo danni)
- Premi incassati in anticipo in misura maggiore di quella tecnicamente dovuta (riserve
matematiche solite nel ramo vita)

2. Posizioni debitorie

- Sinistri denunciati ma non ancora liquidati a fine esercizio (riserva sinistri nel ramo
danni)

- Sinistri liquidati ma non ancora pagati a fine esercizio (riserva sinistri nel ramo danni)
Nel ramo vita c’è una voce simile alla riserva sinistri del ramo danni, ovvero la riserva per
somme da pagare che esegue la stessa funzione: va a raccogliere quelle somme che la
compagnia deve pagare agli assicurati vita ma che non lo ha ancora fatto materialmente

Riserva premi (ramo danni)


La riserva premi (indicata in SP) è costituita dalle quote dei premi contabilizzati nell’anno e
rinviati all’esercizio o agli esercizi successivi. E’ una vera e propria rimanenza passiva.
E’ costituita da due parti:

1. riserva per frazioni di premio, rappresenta la quota di ricavo che sarà rinviata
nell'esercizio successivo secondo il principio della competenza. (indicata in NI)

2. riserva per rischi in corso, implica un processo di stima attuato da parte della
compagnia di assicurazione: questa quota è l’importo da accantonare in riferimento
all’andamento tecnico del rischio. (indicata in NI)

Esempio: se la compagnia rileva che ci sono state delle modifiche strutturali nel costo dei
sinistri (es: frequenza o costo medio) e quindi non vi è più una congruità dei premi passati,
allora viene calcolata questa riserva. Serve per andare a fronteggiare le eventualimodifiche
strutturali delle basi tecniche utilizzate per calcolare il premio iniziale.

I metodi che il legislatore indica per calcolare la riserva premi:

- Metodo pro-rata temporis, è un metodo analitico e preferito dal legislatore. La


compagnia di assicurazione va a calcolare polizza per polizza quale sia la quota di
premio da inviare all’esercizio successivo. Non è sempre un metodo agevole per la
complessità del portafoglio assicurativo.

- Metodo dei ventiquattresimi, metodo forfettario in cui si applica sui premi lordi
contabilizzati di un determinato ramo una percentuale fissa. Una volta era l’autorità di
vigilanza a calcolare le aliquote da applicare, oggi però è la compagnia. Il valore di
questa riserva premi calcolata con questo metodo non deve ammontare ad un valore
superiori o pari al 2% di quello che sarebbe stato calcolandola con il metodo analitico.

Considerando la riserva premi e la sua variazione è possibile definire i premi di


competenza che scaturiscono dai premi lordi contabilizzati al netto dei premi ceduti in
riassicurazione (premio netto) a cui si va ad aggiungere o sottrarre la variazione della
riserva premi (riserva premi finale - riserva premi iniziale) e della riserva premi a carico
degli assicuratori.
24
Riserva sinistri (ramo danni)

Rappresenta l’accantonamento necessario a fronteggiare il pagamento dei sinistri


avvenuti e notificati, ma non ancora pagati.
Accantonamento di tutti gli oneri relativi al pagamento e a tutte le spese che riguardano la
determinazione del risarcimento e quindi relative alla liquidazione del sinistro (spese
mediche, di perizie, giudiziarie ecc.).

N.B. solo dei sinistri avvenuti e non ancora liquidati, dei sinistri liquidati ma non ancora
pagati e dei sinistri di competenza dell’esercizio non ancora notificati (al 31/12 non ancora
denunciati).
Di questi ultimi si fa un calcolo approssimativo basato su ipotesi statistiche degli anni
passati.
Per quanto riguarda i sinistri già liquidati ma non ancora pagati, è stato già determinato il
valore del risarcimento che andrà messo quindi nella riserva sinistri.
Per quando riguarda i sinistri notificati e non ancora liquidati , è necessario stimare il
costo ultimo che comprende oltre al risarcimento vero e proprio tutte le spese
accessorie di varia natura.

Difficoltà di stima del costo ultimo per:

- Gravità del danno (il danno per la rottura di un fanale di un’auto è più facilmente
determinabile rispetto a danni di entità notevole generati ad esempio da eventi
catastrofali)
- Tempi di liquidazione (più il tempo aumenta, più crescono i costi di liquidazione)
- Variazione dei criteri di giudizio da parte dell’autorità giudiziaria, dovuta ad esempio
all’emanazione di nuove norme che daranno ad influenzare o cambiare la valutazione
dell’autorità di vigilanza.
- Aumento di valore monetario che il danno potrà subire nell’arco tra la data di
valutazione e la data di liquidazione (non necessariamente inflazione)

E’ preferito un criterio analitico di valutazione rischio per rischio; se non facilmente


attuabile, si utilizzano metodi statistici che agevolano il calcolo della riserva.

Riserve di perequazione (ramo danni)

Sono destinate ad equilibrare nel corso degli anni i risultati della gestione dei rami
assicurativi che presentano un elevato livello di variabilità o di ciclicità, o a coprire rischi
(basso rischio, ma ingenti danni se si verificano) particolari che non sono tenuti in conto
nella determinazione delle riserve premi e sinistri né nei requisiti patrimoniali minimi
obbligatori:

- Riserva di compensazione per il ramo credito


- Riserva di equilibrio per i rami calamità naturali
- Riserve di perequazione per rischi catastrofali e ambientali

Sono valori difficilmente calcolabili in quanto è difficile da misurare la loro frequenza e


l’entità media del danno: spesso quindi si ricorre in sede di stipulazione del contratto a
25
operazioni di riassicurazione in modo da frammentare l’ingente rischio economico
eventualmente da affrontare. Condizioni e modalità di costituzione della riserva sono
stabiliti dal Ministero dello sviluppo economico in accordo con IVASS.

Riserve matematiche (ramo vita)


E’ una frazione del premio di competenza dell’esercizio rinviata al futuro per mantenere
l’equivalenza finanziaria tra impegno attivo dell’azienda (valore attuale dei premi che
l’azienda dovrà ancora riscuotere sino alla scadenza del contratto) e impegno passivo
(valore attuale delle somme che l’azienda dovrà corrispondere all’assicurato alla
scadenza del contratto).
La riserva matematica non è una riserva premi in quanto l’obiettivo è differente.
Questa riserva nasce dalla variabilità del premio naturale: nel ramo danni il premio che
l’assicurato paga può rimanere costante per tutta la vita del contratto poiché
normalmente il rischio rimane costante; nel ramo vita il rischio cresce con l’aumentare ad
esempio dell’età dell’assicurato, quindi il premio dovrebbe essere un premio crescente, in
realtà questo non avviene.

Metodi di calcolo delle riserve matematiche:

1. Metodo prospettivo, riserva matematica è calcolata come differenza tra il valore


attuale delle prestazioni future dell'assicuratore e quello delle prestazioni
dell’assicurato (preferito dal legislatore).

2. Metodo retrospettivo, valore attuale delle eccedenze dei premi commerciali sui
premi naturali nell'intervallo di tempo 0-t

3. Metodo ricorrente, valutazione riferita all'anno t+1

Riserva per somme da pagare (ramo vita)

Ha la stessa natura della riserva sinistri.


Considera tutti gli importi dei sinistri che devono essere pagati all’assicurato, in questo
caso però il suo valore in bilancio è molto contenuto a differenza della riserva sinistri che
rappresenta un valore importante del passivo perché nel ramo vita non vi è bisogno di
andare a liquidare il sinistro in quanto alla conclusione del contratto è noto a entrambe le
parti il valore da corrispondere all’assicurato. L’iter liquidativo è quindi molto più veloce nel
ramo vita che nel ramo danni

Capitolo IV: Politiche di investimento


La compagnia di assicurazione nell’effettuare le proprie politiche di investimento dovrà
considerare i criteri della redditività, sicurezza e liquidità.

Per redditività si intende capacità di produzione dei flussi reddituali soddisfacenti e


realizzare eventuali plusvalenze alla liquidazione dell’investimento.
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Sia nel ramo vita che nel ramo danni, la formazione dei premi avviene attenendo alla
redditività di un investimento: in alcune polizze si propone un tasso minimo garantito
(come nelle polizze vita); anche nel ramo danni è necessaria tale redditività perché il
premio è determinato tramite la capitalizzazione finanziaria (somme che incasso
anticipatamente).

Il rischio di variazioni di rendimento degli investimenti è meno marcato nel ramo danni
proprio perché non si riconosce un tasso minimo garantito come invece succede nel ramo
vita. Il mantenimento del valore nel tempo è garantito da flussi reddituali futuri e costanti.

Per sicurezza si intende un basso rischio di perdita del capitale investito. Un investimento
sicuro dovrebbe mantenere immutato il valore economico nel tempo.

E’ fondamentale perché gli investimenti deputati a coprire le riserve tecniche devono in


ogni momento rappresentare la garanzia dell’impegno assunto nei confronti
dell’assicurato. Ciò influenza secondariamente la reputazione della compagnia
assicurativa.

Per liquidità si intende la facile smobilizzazione di un investimento secondo condizioni di


convenienza economica (liquidare un bene dal valore di 100 a un prezzo di 20 non
soddisfa le condizioni di convenienza economica).

E’ un criterio meno importante per la compagnia assicuratici perché in virtù


dell’autofinanziamento tecnico dovrebbe avere a disposizione una liquidità derivante
dall’incasso dei premi anche se ciò non è sempre verificato

Gli investimenti che una compagnia può fare, possono essere suddivisi in:
- investimenti reali, (terreni, immobili ecc.), sono quelli che dovrebbero più facilmente
mantenere il valore nel tempo, vengono perciò considerati più sicuri. Presentano però
dei rischi che riguardano il mantenimento dell’integrità fisica, bolle speculative (crisi
2007-2008).

- investimenti creditizi (prestiti, mutui), sono soggetti al rischio di insolvenza della


controparte e ai rischi di mercato (rischio del tasso di interesse, cambio e inflazione).

Per limitare i rischi sarà necessaria una corretta ripartizione degli investimenti e quindi una
diversificazione sia per quanto riguarda la tipologia di investimenti sia per l’area
geografica.

Questi criteri si correlano al ramo vita e danni in maniera differente a causa della natura
stessa dei rami.
Il ramo vita è caratterizzato da:
- ciclo economico-finanziario di carattere pluriennale
- accumulo di notevoli e durevoli volumi di mezzi monetari grazie alle riserve
matematiche
- uscite relative al pagamento delle polizze sono prevedibili sia per l’entità (indennizzo è
già stabilito nel contratto) che per il tempo

Nell’ambito del ramo vita quindi risulta più importante il requisito della redditività

Il ramo danni è caratterizzato da:


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- ciclo economico-finanziario di breve durata
- accumulo di risorse grazie alle riserve sinistri
- uscite scarsamente prevedibili sia per entità sia per tempo

Nell’ambito del ramo danni sarà più importante il requisito della liquidità.

N.B. In entrambi i rami rimane presente un’elevata quota di mezzi permanentemente


disponibili: infatti un’adeguata diversificazione del portafoglio assicurativo permette di
compensare i rischi presenti e quindi di avere a disposizione mezzi che possono essere
impiegati per gli investimenti.

I processi di investimento non vengono mai effettuati in ragione delle caratteristiche


dinamiche dei mezzi impiegati, ma devono fare riferimento anche ad altri parametri:
- investimenti già effettuati
- grado di liquidità e disponibilità correlato alla scadenza degli investimenti
- valutazione prospettica degli impegni finanziari futuri
- mezzi finanziari acquisibili nel tempo
- propensione al rischio del soggetto economico

Tipologie di investimento delle compagnie di assicurazione italiane


- Gli investimenti più comuni sono quelli di natura mobiliare (obbligazioni e azioni). Le
obbligazioni costituiscono la quota più rilevante del bilancio perché, sotto il profilo del
rischio e dei tre criteri, vengono preferiti dalle compagnie perché rispetto alle azioni
presentano un minor rischio e una migliore prevedibilità dei flussi reddituali. Nello
specifico sono preferiti gli investimenti in titoli obbligazionari pubblici dove il rischio
dovrebbe essere molto basso. Gli investimenti azionari (partecipazioni di minoranza o di
controllo di altri IF) sarebbero adatti alle gestioni assicurative poiché la loro utilità si
riscontra nel lungo termine, ma le compagnie italiane non le trattano come le
obbligazioni (ciò però ha salvato le compagnie assicurative italiane da perdite ingenti
derivanti dalla crisi del 2008).

- Investimenti di natura immobiliare. Rispondono al requisito della sicurezza ma non


presentano una buona liquidità, presentano imposizioni fiscali ecc.

- Investimento in strumenti derivati, che possono essere trattati da compagnie


specifiche professionali e solide
- Investimento in erogazione del credito

Regolamentazione degli investimenti


Solvency II prevede che l’impresa di assicurazione investa gli attivi seguendo il principio
della prudenza, evitando di porre vincoli alle tipologia di attività ammissibili, tranne che per
le attività di finanziamento diretto. Non vengono posti dei vincoli alle varie tipologie di
investimenti (cosa che era prevista prima di solvency II), ma rimangano per le attività di
erogazione del credito svolta dalla compagnia.

Solvency II responsabilizza fortemente la compagnia ponendo dei vincoli non di tipo


quantitativo, ma di tipo qualitativo (esempio: Si possono acquisire solo con il patrimonio
libero le partecipazioni in attività che non svolgono attività assicurativa).
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N.B. Le compagnie assicurative possono specializzarsi nell’erogazione del credito. Tale
operazione può essere eseguita tramite la banca; in mancanza di essa è necessaria
l’autorizzazione da parte dell’IVASS.

Capitolo 5: IL PROBLEMA DELLA SOLVIBILITÀ’ E DELLA


DIFESA AZIENDALE
E’ un problema che riguarda tutte le categorie di IF, legato alla probabilità di fallimento:
può ritenersi solvibile quell’IF che riesce a tenere bassa questa probabilità. L’assicurato in
caso di insolvenza dell’impresa di assicurazione, perde il premio pagato e il diritto del
risarcimento, a scapito della reputazione della Compagnia di assicurazione.
Per garantire soddisfacenti condizioni di solvibilità sarà necessaria una corretta
valutazione e gestione dei rischi.

La minimizzazione della probabilità di fallimento risulta centrata nella correttezza della


gestione tecnica-assicurativa.Però ci sono ulteriori rischi che riguardano la gestione
finanziaria-patrimoniale che la Compagnia deve fronteggiare come:

- Rischio di interesse.
- Rischi di credito.
- Rischio di cambio.
- Rischio di liquidità.
- Rischio legato all’utilizzo di strumenti finanziari derivati.

L’attenzione principale viene incentrata sulla gestione tecnica per far funzionare
adeguatamente il meccanismo assicurativo, svolgendo una corretta politica assuntiva,
insieme al buon funzionamento della gestione degli investimenti che incideranno sulla
politica di prezzo e la giusta stima delle riserve tecniche che devono andare a coprire le
obbligazioni nei confronti degli assicurati. L’obiettivo è quello di dare garanzie ai clienti.
Ma è possibile che queste non siano sufficienti, quindi entra in aiuto, alla determinazione
delle riserve tecniche, la gestione del capitale rapportata ai rischi assunti.

N.B. La vigilanza infatti, pone l’attenzione, non solo sul capitale ma anche sulla struttura
societaria adeguata, su un sistema di risk management aggiornato.

- Rischi di natura qualitativa: rischio strategico e di reputazione perché non hanno


mitologia affinate e di difficoltosa applicazione.
- Rischi di natura quantitativa: rischi calcolabili con metodi oggettivi, rischio di
controparte, rischi di mercato, rischi operativi connessi alle procedure aziendali. I rischi
specifici:
- nel ramo danni: rischio di tariffazione (riguarda il non avere adeguatamente calcolato
il premio perché ad esempio è stata calcolata male la frequenza), rischio di
riservazione (che fa riferimento alla riserva sinistri che avvengono in maniera sfasata
creando incongruenze nella valutazione delle riserve sinistri).
- nel ramo vita: rischi connessi alla mortalità, come rischio di longevità, rischio
di morbilità e invalidità (anche se andrebbero bene pure in danni), rischio
di revisioni, rischio di estinzione anticipata dal contratto, rischio catastrofico
vita (es. Pandemia).

29
I rischi possono essere prevenuti con l’introduzione di norme di regolamentazione di
vigilanza con:

1. L’istituzione di riserve tecniche sufficienti.


2. Tramite investimenti che rispettano dei criteri di sicurezza, redditività e liquidità.
3. Requisiti di fit and proper posseduti dagli organi di governo e di controllo e presenza
di adeguate procedure di controllo, requisiti di professionalità che dovrebbero
garantire comportamenti che portano alla sana e prudente gestione e presenza
4. La presenza di adeguate procedure di controllo interno per la rilevazione, misurazione,
gestione e controllo dei rischi

Accanto a queste misure vanno affiancate le dotazioni patrimoniali.

In virtù dell’inversione del ciclo economico-finanziario la Compagnia può operare con


dotazioni limitate, per l’autofinanziamento tecnico. Infatti, le altre forme di indebitamento
diverse da quelle nei confronti degli assicurati sono limitate.
Quindi le dotazioni patrimoniali al capitale proprio richiedono una somma soddisfacente,
ai fini di garanzia per i propri clienti:

- Nella fase di avviamento forniscono i mezzi adeguati per la costituzione degli


investimenti tecnici di primo impianto e per l’anticipo dei costi tipici di gestione, per
costituire gli uffici, per pagare dipendenti. Forniscono inoltre i mezzi per l’avvio della
politica degli investimenti patrimoniali con funzioni di garanzia.
- Nelle fasi successive, accrescono la stabilità del passivo, volti a fronteggiare gli
eventuali scarti negativi che potrebbero manifestarsi tra frequenza prevista e frequenza
effettiva degli eventi assicurati.
- Potenziano la capacità di espansione dell’attività assicurativa.

Richieste di regolamentazione che obbligano le Compagnie di assicurazione a possedere


una certa entità patrimoniali e adeguate reserve tecniche. Inizialmente Solvecy I prevedeva
un margine di solvibilità,che veniva calcolato in percentuale dei volumi operative; per i rami
danni calcolata in percentuale rispetto ai premi annui o all’onerosità media dei sinistri.

Solvency I presentava degli elementi di cricità ad esempio applicazione di aliquote uniche e


inadeguate as approssimare I rischi, inoltre non teneva conto dei profili qualitative del
portafoglio. Tutte queste criticità vengono superate con Solvency II.

Requisito patrimoniale di solvibilità


Viene richiesto dalla Solvency II al fine di costituire una riserva complementare rispetto
alle riserve tecniche rappresentata dal patrimonio libero dell’impresa per far fronte ai
rischi dell’esercizio.
Gli scostamenti, normalmente, dovrebbero essere fronteggiati dalle riserve tecniche, nel
momento in cui si verificano rischi imprevedibili, si deve attingere ai requisiti patrimoniali.

N.B. Le dotazioni saranno chiamate a fronteggiare tutti i rischi: sia gestione tecnica
assicurativa che gestione patrimoniale finanziaria sia extra gestionale.

Può considerarsi reale garanzia proprio perché in eccedenza rispetto agli impegni
dell’impresa già manifestatisi o in corso di manifestazione.

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L’ammontare necessario del requisito patrimoniale di solvibilità varia in funzione del
volume dell’attività che l’impresa svolge e dei relativi rischi.

Riserve tecniche: vengono costituite, ed adeguate, in relazione ai premi raccolti


(rovesciamento della dinamica aziendale, quindi nell’inversione del ciclo economico
finanziario).

Requisito patrimoniale di solvibilità: cresce parallelamente all’entità delle riserve tecniche,


perché esse sono correlate all’andamento dei volumi operativi. Viene costituito anche in
relazione all’attività da svolgere, e trova alimento negli utili, ovvero in nuovi apporti di
capitale.

Obiettivi del requisito patrimoniale di solvibilità:

I. Ridurre l’effetto delle oscillazioni casuali legate alla variabilità dei rischi assicurati
rispetto alla media e servire da ammortizzatore.
II. Fungere da ammortizzatore verso risultati non positivi dell’attività di investimento.
III. Coprire rischi di natura più generale come calamità naturali, insolvenza dei
riassicuratori e comportamenti dolosi. Perché al momento in cui accadono provocano
rischi di entità ingenti per l’impresa di assicurazione.
IV. Ammortizzare perdite dovute ad errori di gestione con riferimento, per es., al controllo
dei costi operativi, all’accantonamento di riserve e a piani di sviluppo adeguati alle
potenzialità dell’impresa.

Regole per calcolare il SCR (requisito patrimoniale della solvibilità)


L’indicazione deriva da Solvency II, che nel primo pilastro, tra i requisiti quantitativi fa
riferimento al calcolo dell’SCR e al minimum capital requirment.

N.B. Il SCR deve essere riferito alla quantità di capitale necessaria per far fronte a tutti gli
impegni assunti dalla Compagnia, in un orizzonte temporale di un anno dato il livello di
confidenza del 99,5%. Si fa riferimento al VAR (valore a rischio).

Per calcolare l’SCR si fa riferimento a tutti i tipi di rischi significativi e quantificabili: rischi
assicurativi, di mercato, di credito, operativi e di liquidità.
Può essere calcolato in due modi:

1. Formula standard:

SCR (requisito patrimoniale della solvibilità) =


BSCR (requisito patrimoniale di base)
+ SCRop (requisito patrimoniale di solvibilità riferito al rischio operativo, quindi
all’inadeguatezza delle risorse umane, dei processi interni e della distribuzione dei
processi aziendali)
+ ADJ (quota di aggiustamento che è calcolata in base alla capacità di assorbimento sia
delle perdite derivanti da future partecipazione agli utili di carattere discrezionale:
significa che nelle polizze assicurative può essere inserita una clausola che fa
riferimento alla possibilità di andare a ribaltare sull’assicurato una quota di utili
conseguiti dalla gestione separata che fa riferimento a quella polizza, questo comporta
rischi perché non si sa quale sarà la quota da ribaltare, sia dovute a imposte differite).

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2. Modello interno di valutazione del rischio:

Solvency II vuole incoraggiare le Compagnia a sviluppare una cultura del rischio,


spingendo le Compagnie a non applicare la forma standard favorendo la determinazione
di un modello interno di valutazione dei rischi. Questo aiuta ad ottenere un SCR più basso
perché colgono con maggiore precisione le interdipendenze fra le categorie dei rischi.
A riguardo le Autorità di Vigilanza hanno il potere di imporre alle imprese di dotarsi di un
modello interno quando la formula standard non riflette adeguatamente il profilo di rischio
L’utilizzo di questi modelli sono subordinati al rispetto di condizioni:

- Di tipo qualitativo e quantitativo


- Deve essere subordinato al giudizio dell’IVASS.

Requisito patrimoniale di solvibilità (SCR)


Le tre componenti della formula standard non tengono conto degli effetti reciproci di
diversificazione del portafoglio assicurativo. Il SCR operativo e l’ADJ non vengono
ulteriormente scomposti, mentre il Basic Capital Requirement risulta dalla combinazione
dei requisiti patrimoniali riferiti ai 6 moduli di rischio, a loro volta segmentati in ulteriori
sotto-moduli (matrice dei rischi: tabella slide):

• SCRnon-life: requisito patrimoniale del modulo del rischio di sottoscrizione riferito


all’assicurazione danni.
• SCRlife: requisito patrimoniale del modulo del rischio di sottoscrizione riferito
all’assicurazione vita.
• SCRhealth: requisito patrimoniale del modulo del rischio di sottoscrizione riferito
all’assicurazione malattia.
• SCRmarket: requisito patrimoniale del modulo del rischio di mercato.
• SCRcounterparty: requisito patrimoniale del modulo del rischio di inadempimento della
controparte.
• SCRintangibles: requisito patrimoniale per il rischio relativo alle attività immateriali.

In conclusione si vuole ottenere una matrice che va a comprendere tutti i rischi a cui è
soggetta l’assicurazione, ovvero rischi di natura:
- Assicurativa.
- Finanziaria.

foto

Il calcolo diventa ancora più complicato perché viene inserito in una matrice che riguarda
la diversificazione di portafoglio. Quindi una Compagnia potrà diminuire il proprio SCR
modificando la propria diversificazione di portafoglio.

- SCR: deve essere calcolato annualmente, con riferimento non solo alla temporale alla
situazione aziendale esistente ma anche in chiave prospettica.

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- Minimum Capital Requirment: calcolato ogni tre mesi e rappresenta la soglia
patrimoniale minima o rete di sicurezza, al di sotto della quale la compagnia non può
svolgere l’attività, quindi se risulta troppo rischiosa.

L’ammontare dell’MRC deve attestarsi in un intervallo compreso tra il 25% e il 45%


dell’SCR. Viene calcolato in percentuale dei fondi propri dell’impresa in relazione a premi
netti e riserve tecniche, calibrati per tener conto della rischiosità.
La normativa fissa un minimo assoluto dell’MCR pari a:
- 2,5 milioni per le imprese di assicurazione danni.
- 3,7 milioni nel caso siano coperti tutti i rami quelli relativi alla responsabilità civile,
credito o cauzioni.
- 3,7 milioni per le imprese nel ramo vita.
- 6,2 milioni nel caso di esercizio congiunto di ramo danni e ramo vita.

Il mercato assicurativo in Italia


Il mercato assicurativo in Italia e nell’Unione Europea è tendenzialmente stabile, ma con
delle oscillazioni nella sua composizione:

- Per quanto riguarda il ramo vita vi è una diminuzione dell’8,5%.


- Al contrario, all’interno del ramo danni si è verificato un incremento dell’11,1%.
(dati risalenti al 2016 rispetto al 2015).

L’Italia, rispetto alla media Europea risulta un Paese sotto assicurato: infatti il totale dei
premi raccolti ammonta al 2% del PIL nazionale, con una spesa media pro capite di circa
544 euro; in particolare il settore non auto ha un peso dello 0,9% sul PIL.
Esempio: solamente l’1,9% delle case italiane sono assicurate contro il rischio terremoto,
nonostante il nostro Paese abbia un rischio sismico elevato, e nonostante il premio vari
dai 50 ai 100 euro annuali.
Dai dati raccolti si evince che il mercato non è ancora maturo e quindi con elevati margini
di crescita, anche nel breve periodo.

I canali distributivi di polizze danni.


I contratti assicurativi vengono stipulati prevalentemente da agenti, ma negli ultimi 15 anni
sono aumentati i contratti stipulati tramite canali alternativi a scapito dei cosiddetti
assicuratori.
I canali alternativi sono rappresentati da contatti via telefono, internet e uno in particolare
di questi è il canale bancario (Bancassurance), che fino al 1919 non poteva vendere
polizze.
In conclusione i canali distributivi di polizze danni sono:

▪ Agenti, broker e promotori finanziari


▪ Vendita diretta;
▪ Internet + telefono;
▪ Sportelli bancari;
▪ Promotori finanziari.

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La giurisprudenza e le pronunce degli organismi di vigilanza hanno reso legittima la
distribuzione assicurativa tramite i “canali alternativi” iscritti nel Registro. L’IVASS inoltre
ha precisato che:

1. Deve sussistere un vincolo contrattuale tra la compagnia e l’intermediario.


2. Le polizze devono avere carattere “standardizzato”.
3. Il ruolo dell’intermediario è meramente esecutivo.
4. Sussiste la diretta responsabilità della compagnia.
5. La Compagnia si deve impegnare a supportare l’ente creditizio per un’adeguata
formazione degli addetti alla distribuzione assicurativa.

Le banche, come gli altri intermediari iscritti nella sezione d) del registro, possono
distribuire solo polizze standardizzate a meno che un agente di assicurazione (iscritto
nella sezione a) provveda all’intermediazione nei locali dell’intermediario.

Il direct marketing è un altro canale di vendita aggiuntivo molto utilizzato dalle banche o
compagnie perché si crea un contatto più frequente con il cliente e perché è possibile
utilizzarlo per sondare i bisogni dei clienti.
Questo tipo di canale è utile sia ai consumatori, in quanto il pagamento del premio è
automatico tramite addebito dal c/c, è facile da comprendere e offre molte garanzie; sia ai
proponenti perché è uno strumento maneggevole e utile per indagare sui “bisogni a
sensibilità diffusa”, è semplice da proporre e non richiede alcuna formalità aggiuntiva.

Il percorso della vendita di un prodotto assicurativo tramite DM:

1) Crm lead management: definizione dei criteri per l’estrazione del target.
2) Product developement: offrire prodotti adeguati al canale di vendita e alle esigenze
dei clienti.
3) Campaign management: possibilità di tarare l’offerta per adattarla alla domanda.
4) Sales cc quality control: Controllo quotidiano sulla qualità delle vendite.
5) Custumer centric: Gestione dei clienti fedeli o tentativi di recupero per chi
abbandona.

L’evoluzione tecnologica, il caso auto.


L’insurance telematics rappresenta nel business auto la nuova area di innovazione e di
sviluppo.
Esso è composto dall’antifurto, che ha sostanzialmente aumentato la percentuale delle
auto ritrovate, dall’analisi cinematica dell’incidente attraverso dati oggettivi per capire
dinamiche di incidenti, e assistenza in caso di emergenza.
Queste funzioni non potrebbero esistere se non grazie al GPS, all’accelerometro, al GSM/
GPRS e al bottone di emergenza.

L’insurance telematics permette di definire un concetto di prodotto diverso ed un modello


di servizio innovativo grazie ai nuovi set che sono in grado di supportare e assistere il
cliente 24h su 24h e capire gli stili di guida di un conducente, tutto questo accompagnato
da una riduzione dei costi complessivi.

Il processo di vendita dell’insurace telematic

1) Puro sconto.
34
2) Pay per use: modo di pagamento di una polizza, in base ai chilometri percorsi.
3) Servizi a valore aggiunto: servizi aggiuntivi in caso di emergenza o sinistri.
4) Pricing basato sul driver style: monitoraggio dello stile di guida di un contraente.

Inoltre permette di invertire l’approccio di notifica in caso di sinistri. Non è più il cliente a
chiamare il numero verde ma è la compagnia che chiama il conducente in caso di
pericolo, la polizza auto non deve essere vista solo come una tassa da pagare ma anche
come un servizio offerto che assicura in caso di problemi di ogni tipo.
L’offerta può essere integrata con dei servizi aggiuntivi:

- Geo-fence: informazioni vi sms sull’esatta posizione dell’auto.


- Speed limit: messaggi via sms sul superamento dei limiti di velocità.
- Parental control: messaggi via sms se l’auto esce da una determinata area.
- Pollution emission: disponibilità dei dati legati alle emissioni.
- Servizi I-phone: dati assicurativi sempre presenti nel nostro smartphone.
- Manutenzione pianificata: controllo remoto del veicolo e del carburante
consumato.

Grazie a tutte queste attrezzature è possibile definire tariffe personalizzare da cliente a


cliente in base alla rischiosità di ciascuno. Ad esempio, attraverso il pay per risk, che è
un’offerta dedicata ai giovani, c’è una tariffa personalizzata in base allo stile di guida con
sconti fino al 60%, e, in caso di buona guida, la compagnia premierà il contraente al
rinnovo con dei buoni benzina.

Gli aspetti positivi della tecnologia introdotta sono svariati e riguardano:

1) La profittabilità: cioè attrarre clienti più “sicuri” riducendo la probabilità dei sinistri.
2) La crescita: creazione di nuovi mercati di servizi addizionali.
3) Custumer experience: interazione con il cliente.
4) Differenziazione nell’offerta.

Questi vantaggi sono percepiti dei “nuovi player” perché, non avendo vincoli assicurativi
tradizionali, possono riproporre, fin dall’inizio, i proprio prodotti, le modalità di vendita e il
modello di servizio, potendo generare nuovi ricavi attraverso il cross selling.
Tutto questo aumentato dal fatto che l’RC auto è obbligatoria e chiunque entri in una
filiale ha, o ha bisogno di una copertura RC. La banca, inoltre, conosce perfettamente la
propria clientela così da sapere il tipo di polizza da offrire.
La vendita di polizze in banca può essere un modo di riavvicinamento dei clienti alle filiali
che ormai sono state quasi sostituite dai servizi di home banking.

Un esempio reale
Super easy box MPS: “Scatola nera auto installante con tecnologia GSM/GPS/GPRS ed
accelerometro che registra l’attività del veicolo, permettendo di ricostruire in modo chiaro
ed oggettivo gli eventi in caso di incidente.”

- riduzione tariffaria pari al 10% del premio RCA;


- prima installazione gratuita;
- assistenza stradale sempre inclusa;
- invio di un allarme automatico in caso di crash;
- In caso di incidente geo-localizzazione ed esatta ricostruzione dello stesso.

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Soluzioni per il welfare
La spesa sanitaria pro capite in Italia è l’unica voce in crescita dal 2007 ad un CAGR del
3,1%, tuttavia oltre il 50% delle famiglie sono state costrette a rinunciare ad esami
diagnostici per problemi economici. Perdura lo scarso ricorso alle assicurazioni, per
coprire tale gap: solo il 5,7% ha una assicurazione sanitaria privata individuale.

L'assicurazione malattia

È una forma di assicurazione del ramo danni che prevede che la compagnia, dietro
pagamento di un premio, rimborsi l'assicurato dei costi da questi sostenuti per ricoveri
ospedalieri o degenze in ospedale o ambulatorio in conseguenza di infortuni, malattie o
interventi chirurgici. In genere le assicurazioni malattia coprono quindi, nei limiti del
massimale convenuto, le spese che l'assicurato deve sostenere per ricoverarsi in ospedali
o case di cura privati o pubblici a causa di malattie o infortuni, oppure le spese
riconducibili ad interventi chirurgici resi necessari da malattia o infortunio.
Ci sono dei vantaggi fiscali che consistono negli importi rimborsati che sono fiscalmente
detraibili del 19% fino a 1,291,14 euro.

Le principali forme di copertura

- Rimborso di spese mediche: prevede il rimborso da parte della Compagnia delle


spese mediche da ricovero, con o senza intervento chirurgico, e da intervento
anche ambulatoriale e in day hospital. Sono solitamente compresi gli accertamenti
diagnostici, le analisi e le visite specialistiche per un certo periodo antecedente e
successivo al ricovero/intervento (pre e post). La forma integrativa prevede il
rimborso da parte della Compagnia delle spese sostenute dall’assicurato in
eccedenza a quanto pagato direttamente dal Servizio Sanitario Pubblico come
servizio di base.

- Grandi interventi: Prevede il rimborso da parte della Compagnia delle spese


connesse a casi di intervento previsti in apposito elenco inserito in polizza e ritenuti
rilevanti.

- Indennizzo forfettario: prevede il rimborso di una cifra forfettaria da parte della


Compagnia in caso di intervento chirurgico l’indennizzo è normalmente funzione
della gravità dell’intervento, non delle spese effettivamente sostenute.

- Diaria da ricovero: prevede un’indennità giornaliera per ogni giorno in cui


l’assicurato è ricoverato in ospedale o clinica privata a seguito di malattia,
infortunio, parto cesareo… La garanzia è prestata per una durata massima che
varia da compagnia a compagnia.

- Diaria da convalescenza: solitamente pari ad una quota della diaria da ricovero a


partire dal giorno successivo a quello della dimissione. Spesso tale diaria viene
riconosciuta per un periodo uguale a quello di degenza, altre volte per un numero
di giorni già fissati, altre ancora per la metà dei giorni di ricovero.
- Diaria da gessatura: prevede una indennità giornaliera per ogni giorno in cui
l’Assicurato deve tenere il gesso o analogo apparecchio immobilizzante a seguito
di infortunio.
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Le principali forme di erogazione della prestazione

- Rimborso: Il cliente anticipa le spese, che verranno restituite dalla Compagnia a


fronte della presentazione delle ricevute/fatture relative al ricovero e/o intervento

- Pagamento diretto: Prevede il pagamento diretto alla Clinica convenzionata da


parte della Compagnia delle spese di ricovero e/o intervento.

- Indennizzo: Il cliente, se le sostiene, paga le spese inerenti un intervento


chirurgico e riceverà l’indennizzo che verrà erogato dalla Compagnia a fronte della
presentazione della sola cartella clinica.

Dalla vendita alla consulenza.


I percorsi di consulenza supportano la gestione della proposta e della vendita e guidano,
in modo semplice a:
- Individuare i bisogni del cliente.
- Consigliare al cliente i prodotti più in linea con le esigenze espresse/adeguate.
- Completare l’offerta con ulteriori prodotti suggeriti abbinabili.

II percorso di consulenza si configura come un processo guidato costituito da una


sequenza di macrofasi e fasi che permettono di eseguire l’operatività prevista nel modo
più semplice e veloce possibile.

Tutti i percorsi di consulenza condividono un comune schema di base, indipendente dalla


tipologia di prodotti, che prevede le seguenti macrofasi:

1) Questionario bisogni: La Consulenza si attiva con la compilazione, assieme al


Cliente, del Questionario Bisogni. Poche veloci e semplici domande servono a
rilevare al cliente tutti i suoi possibili bisogni di protezione specifici.
2) Rappresentazione dei bisogni con relativo grado di priorità: Il riepilogo dei
bisogni specifici viene rappresentato in un grafico di sintesi che fornisce un ordine
di priorità ai bisogni di protezione emersi a seguito delle risposte al Questionario.
La prioritizzazione dei bisogni offre valore aggiunto perché consente di focalizzare
l’attenzione del cliente sui rischi più rilevanti.
3) Proposta di prodotti/garanzie: La mappa di scelta prodotti, propone la
visualizzazione della priorità del bisogno di copertura emerso ed il diagramma
distribuzione bisogni probabilità/entità danno. I prodotti/garanzie emersi dal
percorso di consulenza possono essere modificati a scelta del cliente.
4) Calcolo del pricing e vendita: Il percorso prosegue con la funzione calcolo
prezzo. In questa fase è possibile attivare la funzionalità che permette di definire i
parametri (es. durata, assicurati) per determinare il premio della polizza. Una volta
conclusa questa operazione, si rientra nella schermata “Personalizzazione e
Riepilogo” ed è possibile proseguire nel processo.
Capitolo VII

Il processo di diffusione della Bancassurance in Italia.

37
Con il termine Bancassicurazione si intende non solo la distribuzione di prodotti
assicurativi tramite sportelli bancari ma anche il perfezionamento di attività strategiche
per incrementare le entrate.

Le prime tipologie di banca assicurazione sono nate in Germania negli anni Venti, dove
nacquero alcuni accordi per la vendita di prodotti assicurativi tramite sportelli, il fenomeno
però, non si espanse.
L’origine del termine ci fa capire come sia stata la Francia il paese dove la collaborazione
tra banche e assicurazioni abbia avuto i primi esiti, infatti dagli anni Ottanta nacque il
primo accordo di bancassurance moderno: la BNP acquistò il 10% di UAP
(assicurazione) per una collaborazione con il fine di distribuire prodotti assicurativi.
C’era un forte interesse di collaborazione da entrambi gli istituti soprattutto dal lato delle
banche che registrarono i primi fenomeni di esuberi, ovvero il surplus di personale che
creava non pochi problemi, e un modo per recuperare e aumentare la produttività, fu
trovato nella collaborazione con le compagnie di assicurazioni.

Dalla seconda metà degli anni Ottanta il fenomeno si diffuse anche in Italia e tale
processo evolutivo può essere distinto in tre fasi:

 Pionierismo (1989-1995)
 Crescita (1995-1999)
 Evoluzione (2000 in avanti)
La fase pionieristica

Il sistema bancario sembrava una foresta pietrificata: le banche erano entità ferme che
andavano avanti automaticamente senza nessuna iniziativa verso il progresso,
nonostante il mercato azionario fosse costante e i tassi d’interesse alti. Quindi la raccolta
di denaro a basso costo con elevati interessi procuravano facili guadagni alle banche
poco incentivate a “inventarsi” nuovi risorse di guadagno.

La legge Amato del 1990, autorizzò le banche a detenere quote di partecipazione


azionaria di una compagnia di assicurazione, questa legge creò i presupposti affinché le
banche e assicurazione possano collaborare anche a livello societario.

La prima banca a comprendere i business delle assicurazioni fu Banca Monte dei


Paschi, che insieme a Crédit Agricole, nel 1991, costituì Monte dei Paschi Vita.
Mps vendeva un prodotto semplice chiamato “cresco” che consentiva di investire una
somma periodica in una polizza di assicurazione che dava un rendimento minimo
garantito, generalmente 4%, e in più aveva un beneficio fiscale perché i soldi investiti
potevano essere detratti fiscalmente.

Il fenomeno si diffuse in quanto le banche potevano ampliare il proprio core business,


offrendo più servizi ai propri clienti con i quali favorivano la fidelizzazione con piani a
lungo termine. In questa fase nacquero sia società dedicate, costituite da partnership
come la San Paolo Vita, (dall’istituto San Paolo con la Milano assicurazioni) o la Carivita,
(Cariplo con CNP) ma anche accordi commerciali come fra Aviva e Banca popolare di
Lodi e Banca Marche.
Questo periodo si distingue per la distribuzione di prodotti tradizionali, ovvero quelli
relativi alla vita umana, mentre i prodotti index e unit linked (ovvero assicurazioni
complesse e poco adatte a chi è poco propenso al rischio) rappresentano una quota
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marginale.

I prodotti assicurativi tradizionali, di ramo I, garantivano:

1) tassi di rendimento stabili e con minimi garantiti di lungo periodo (oggi non più
sostenibili).
2) margini di intermediazione interessanti grazie a elevati costi.
3) fidelizzazione della clientela con piani di accumulo di lungo periodo.

Questa fase si caratterizza per una quasi totale assenza di sinergia, collaborando solo per
la vendita del prodotto.

La fase della crescita

Questa fase si caratterizza per un’evoluzione dell’offerta e per un’integrazione tra banche
e assicurazioni ancora più definita. Il miglioramento è dovuto dalla riduzione dei tassi di
interesse che spingono il sistema bancario e integrare nuovi ricavi: le banche iniziano ad
avere la prima crisi di redditività iniziando un periodo di importante cambiamento che le
vede in ricerca di nuovi fonti di ricavo. Una di queste fonti è il mondo bancassicurativo.
A differenza della fase pionieristica dove la vendita dei prodotti era vista come qualcosa
di accessorio, nella fase di crescita diventò un’attività strategica e di conseguenza tutte
le strutture della banca furono inglobate nella politica del bancassurance.

In questo modo gli istituti propongono nuovi prodotti come le polizze index linked e
successivamente le unit linked. In questa fase l’emissione dei contratti avviene in modo
automatizzato così da ridurre i tempi commerciali di vendita, e inoltre le banche iniziano a
includere prodotti assicurativi ai clienti in modo da diversificare gli investimenti.

In questa fase le banche iniziano a dare un budget di volumi di raccolta premi di vendita
alle filiali visti come obiettivi di ricavi tanto che nel 1998 le polizze Vita superarono il
volume di raccolta premi delle polizze Danni.

La fase di evoluzione

E’ molto volatile, ovvero la variazione dei prezzi è molto variabile generato dalla
digitalizzazione, dalla new economy, dallo sviluppo di internet. La raccolta di polizze
continua a crescere perché vista come un investimento sicuro in rapporto al mercato
azionario e al suo continuo aumento di volatilità/variabilità.
Ci si avvia in una sempre più commistione fra banche e assicurazioni: nascono le prime
sinergie tanto che la compagnia di assicurazioni iniziò a delegare la banca di gestire i
risparmi dei clienti
In questa fase la distribuzione di prodotti assicurativi vita registra un aumento costante, al
contrario dei prodotti danni che rimangono distribuiti dagli agenti assicurativi.

1. La dinamica delle polizze vita

In Italia la raccolta di risparmio su prodotti assicurativi inizia ad essere consistente alla


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fine degli anni Novanta, raggiungendo 50 mld di euro. La crescita è legata sia al
mutamento dei bisogni della clientela, sia all’evoluzione dell’ingegneria finanziaria/
assicurativa.

Le banche sono diventate l’intermediario di riferimento per la distribuzione di polizze vita


poiché sono state in grado di sfruttare il grande vantaggio competitivo di possedere
informazioni sulle condizioni patrimoniali dei clienti in modo da proporre l’offerta più
ragionevolmente adatta a ciascuno di essi.
I primi prodotti assicurativi distribuiti da sportelli bancari sono state le polizze rivalutabili
che prevedono un tasso minimo di rendimento garantito più un extra rendimento in base
a particolari eventi, esse infatti rispondono ai bisogni di certezza di rendimento e di
sicurezza del capitale investito.

Le compagnie di assicurazione si sono orientate verso una diversificazione finanziaria


degli investimenti, offrendo prodotti correlati ad andamenti azionari. È il caso delle index
linked e unit linked la cui dinamica è determinata rispettivamente dagli indici di borsa e
dall’andamento dei fondi d’investimento. Il peso di questi tipi di prodotti raggiunge il 65%
dei premi nel 2007 per poi stabilizzarsi intorno al 26% nel 2010 a seguito della crisi
finanziaria. Successivamente ci fu una ripresa nella stipulazione di unit linked mentre le
index linked in seguito crollarono fino ad azzerarsi intorno al 2013.
La loro scomparsa è dovuta sia dalla riduzione di tassi di interesse e quindi dalla
contrazione dei margini di guadagno, sia dall’introduzione di nuove regole per il calcolo di
requisiti patrimoniali per i prodotti con garanzia di prestazione a scadenza.
Per questi motivi sono state introdotte le polizze multiramo, ovvero prodotti che
consentono di investire una quota in una Gestione Separata e un’altra quota in fondi
d’investimento.

N.B. La Gestione Separata è un Fondo costituito da un insieme di Attività Finanziarie


gestito dalla Compagnia di Assicurazioni, in cui confluiscono i premi derivanti da contratti
di Assicurazione sulla Vita Rivalutabili. Il patrimonio della Gestione Separata viene in larga
parte investito in obbligazioni e Titoli di Stato.

Per concludere, il canale bancassicurativo ha contribuito alla crescita di premi vita grazie
alla sinergia tra compagnie di assicurazioni e banche riuscendo a soddisfare esigenze
sempre più articolate dei consumatori.

2. La dinamica delle polizze danni

In Italia nel 2003, il rapporto ramo danni su PIL era del 2,63% mentre nel 2016, tale
rapporto è tornato a decrescere fino a raggiungere l’1,91%, evidenziando come il nostro
Paese abbia una raccolta premi danni/PIL più bassa degli altri Paesi Europei.
Ad esempio in Francia e Spagna il canale bancassurance rappresenta il principale canale
di distribuzione dei prodotti vita, al contrario in Germania e UK risultano avere maggiore
importanza le reti assicurative formate da agenti.
Al contrario delle polizze vita, per i prodotti danni il sistema bancario deve evolversi sotto
due punti di vista:

I. La competenza della rete nell’assunzione del rischio;


II. L’assistenza post vendita.

40
Le polizze danni vengono abbinate ai servizi bancari, quali mutui o finanziamenti, tali
polizze si chiamano bundled, di seguito alcuni esempi:

 Credit Protection Insurance (CPI) o Payement Protection Insurance (PPI):


facoltative e sono abbinate a prestiti personali.
 Polizze incendio abbinate a mutui ipotecari: obbligatorie e solitamente a premio
unico dell’importo pari alla durata dell’ammortamento del mutuo. Queste polizze
tutelano la banca in caso di incendio dell’immobile ipotecato.
 Polizze infortuni abbinate ai c/c: facoltative e in caso di invalidità l’assicurazione
corrisponderà ai beneficiari un importo pari al saldo del c/c.

Quindi, al crescere dei prestiti erogati, crescevano anche la distribuzione di polizze danni.
Nel 2011 ci fu una diminuzione di mutui concessi e di conseguenza le banche si
attrezzarono per offrire nuovi tipi di prodotti alla clientela, in modalità stand alone
(indipendenti). Tanto che la vendita di queste ultime tipologie, nel 2015, supera la vendita
di polizze bundled.

Un classico esempio di banca assicurazione moderna è rappresentato da banca Intesa


che oggi, dal giugno 2018 si posiziona sul mercato, non come banca, ma come banca
assicurazione.

I modelli di business, caratteristiche, vantaggi e limiti.


Le motivazioni che hanno indotto a formare numerose partnership fra banche a
assicurazioni:

- Diversificazione e aumento di ricavi compensando eventuali fluttuazioni negative su


altri comparti di business;
- Riduzione del rischio d’impresa per le banche;
- Ottimizzazione dei costi bancari grazie allo sfruttamento di economie di scala;
- Fidelizzazione della clientela con iniziative di cross selling finalizzate al lungo periodo;
- Presidio della posizione competitiva.

La partnership fra banche e assicurazioni hanno dato vita a vari modelli di business, la cui
tipologia di scelta determina liveri diversi di stabilità:

➢ Accordo commerciale (molto utilizzato tra istituti di piccole/medie dimensioni)


➢ Joint venture
➢ Compagnia captive di gruppo (banche di grandi dimensioni)
➢ Conglomerato finanziario (banche di grandi dimensioni)
L’accordo commerciale
Rappresenta un accordo senza compartecipazione azionaria finalizzato alla vendita di
prodotti di un istituto attraverso i canali dell’altro. La banca, quindi, offre alle compagnie
di assicurazioni strutture, come filiali, per la vendita di polizze, ricavando provvigioni per
ogni polizza stipulata.
Le assicurazioni, d’altro canto, beneficiano di un canale alternativo di vendita mettendo a

41
disposizione la loro gamma di prodotti e assistenza post-vendita.
L’accordo inoltre può essere con esclusiva, cioè fondato sulla vendita di polizze di
un’unica compagnia, o in caso contrario senza esclusiva.

- I vantaggi di questo modello sono da ravvisarsi nella sua semplicità, nei suoi bassi
costi, in quanto non sono necessari particolari modifiche strutturali, nella sua
flessibilità di abbandonare il proprio partner quando i presupposti dell’accordo non
sono rispettati ed infine, l’accesso facilitato a nuovi mercati a bassi costi.

- Gli svantaggi riguardano l’instabilità del rapporto e quindi la pianificazione di poche


strategie di lungo periodo, il rischio dello sviluppo di conflitti d’interesse, il mancato
scambio di know how fra le parti e, derivante dell’incertezza della durata del
rapporto, vi è una gamma limitata di prodotti offerti dalla compagnia alla banca.

Il joint venture
Prevede la costituzione di una Compagnia dedicata al business bancassicurativo, con la
volontà di stipulare un rapporto di lungo periodo.
[Si ricorda il joint venture fra MPS e AXA con la formazione della compagnia Axamps].

- I vantaggi comprendono la condivisione del know how, la formazione di prodotti


esclusivi in base al tipo di clientela ed infine, le iniziative di up selling e cross
selling, sono agevolate perché le informazioni sui clienti sono condivise

- Gli svantaggi riguardano elevati costi di set up, ovvero alti costi di impianto e di
formazione del personale, l’elevato grado necessario di coordinamento a livello di
management e l’impegno assunto per il lungo periodo a rischio che i due istituti
cambino linee strategiche.

Il modello captive e il conglomerato


Rappresentano il livello massimo di integrazione fra i due istituti. Il modello captive (Intesa
che possiede Intesa assicurazione Danni e Intesa assicurazioni Vita) prevede il controllo
della società di assicurazione creata da parte della banca che ne detiene il 100% delle
partecipazioni, mentre il conglomerato prevede una Holding che detiene la proprietà di
banca e assicurazione.

- I vantaggi sono riconducibili ad una integrazione completa delle informazioni e del


know how dei due istituti, ad una strategia di lungo periodo e condivisa da
entrambi, in un elevato livello di sinergia e in una gestione completa dei bisogni del
cliente.

- Gli svantaggi si identificano in strategie difficilmente reversibili e in elevati costi.


Le prospettive della bancassurance in Italia
Il ruolo delle banche nel mondo assicurativo appare consolidato ma con ampi margini di
crescita, in particolare nel ramo Danni.

Con l’entrata in vigore della Insurance Distribution Directive, risulta più complicato saper
integrare prodotti vita all’interno dei processi di consulenza di portafoglio dei clienti.

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Importante è stata l’introduzione dei Piani Individuali di Risparmio (PIR), introdotti nel
2016 con lo scopo di favorire l’investimento nelle piccole imprese. Sono proposte di
investimento sotto forma di polizze Vita incentivate dal fatto che sono fiscalmente
detraibili.

Inoltre l’invecchiamento della popolazione costringerà i lavoratori a procurarsi forme di


risparmio previdenziale; questo ambito ancora non ha raggiunto elevati livelli di raccolta,
nonostante il fatto che le banche assicurazioni hanno tutte le conoscenze necessarie per
canalizzare i risparmi in fondi pensione.

È il mercato dei prodotti Danni che presenta le maggiori opportunità di crescita, ma le


esigenze delle famiglie italiane si concentrano maggiormente nel ramo vita. Di
conseguenza le compagnie assicurative stanno cercando di proporre servizi sanitari
alternativi al Servizio Sanitario Nazionale nelle fasi di pre-ricovero e post-ricovero senza la
necessità di anticipare i costi delle cure.

A questi tipologie di polizze si abbineranno i wearable, ossia strumenti sanitari per


monitorare costantemente la salute del cliente in tre principali tipologie, anche in modo
da accrescere la fidelizzazione con la banca:

- Sport & fitness


- Monitoraggio remoto del cliente (per prevenire tempestivamente stati patologici)
- Assistenza presso l’abitazione del paziente (per prevenire tempestivamente stati
patologici)
Uno dei risvolti più interessanti di questa tecnologia in enorme diffusione è la connessione
con il mondo assicurativo.

 Da una parte molti brand wearable stanno sviluppando business model che
coinvolgono il mondo delle aziende per raggiungere margini di profitto non solo
legati alla vendita dell’hardware.
 Dall’altra sono le stesse assicurazioni che iniziano a guardare al mondo dei
wearable per innovare la propria offerta e competere nell’affollato mercato
dell’Health Insurance.

Le tecnologie emergenti, come i dispositivi indossabili e altri dispositivi connessi,


possono aiutare le compagnie assicurative ad uscire dai propri modelli tradizionali di
business e a fornire ai propri clienti servizi efficaci.

Recentemente un assicuratore ha distribuito gratuitamente polsini da fitness e in seguito


ha premiato i propri clienti per condurre una vita sana e sportiva riducendo il costo della
polizza vita.
La dimensione ridotta degli screen, la durata limitata della batteria e la mancanza di una
“killer app” che sia in grado di trainare il livello di adozione, rappresentano i limiti maggiori
di questa industria.
Per questo, molti dei maggiori brand stanno cercando di rendere questi device sempre
più intelligenti e fruibili da qualunque tipologia di utente.

Il mercato globale della Health Insurance vale oggi $2.7 Miliardi. Nel 2014, i fondi di
venture capital hanno finanziato con $700M le iniziative di tech insurance; nei soli primi
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nove mesi del 2015, i finanziamenti sono triplicati.
E’ evidente che il mercato non solo è ampio e in espansione ma è anche affollato di
nuove imprese tech driven che hanno il potere di ristrutturare i confini di questa industry.
Non solo investimenti ma anche partnerships: è il caso di Axa che ha stipulato una
partnership con Withings connected healthcare, offrendo premi e check-in gratuiti per
tutti i clienti che acquistano la polizza e monitorano la propria attività. Se oggi le
partnership rappresentano in alcuni casi ottimi strumenti di marketing, domani potrebbero
andare ben oltre definendo in modo flessibile e customizzato il premio assicurativo.
Altro settore in evoluzione è rappresentato dai rischi legati alla proprietà immobiliare.
Nonostante il patrimonio della maggior parte delle famiglie sia rappresentato dal 80% da
un immobile, solo il 45% delle proprietà italiane è assicurata contro l’incendio, al contrario
di Germania, Francia e UK dove la percentuale è doppia.

Analizzando il livello di copertura in caso di terremoto, nonostante il nostro Paese abbia


un elevato livello di sismicità, solo l’1% delle case sono assicurate; ma grazie alla legge di
bilancio del 2018 si promuovono queste polizze con agevolazioni fiscali e esenzioni da
imposte sulle assicurazioni.

Si stanno diffondendo servizi assicurativi innovativi che, invece di liquidare con una
somma di denaro, offrono al cliente direttamente la riparazione del danno.
I vantaggi sono molti, tra cui:

1. Danno riparato da professionisti scelti dalla compagnia e in tempi brevi;


2. Controllo da parte della Compagnia del costo dei sinistri, evitando illeciti;
3. Relazione con il cliente.

Altro settore in evoluzione è la domotica, che monitora la casa durante tutta la giornata.
Le polizze sulla copertura dei danni sulla casa sono aumentate del 20% nel 2016, ma
rimangono sempre poco sviluppate nel nostro Paese.

La tecnologia sta diventando uno strumento per sostenere la crescita del mercato danni
attraverso:
- Offerta di soluzioni di protezione ad alto valore aggiunto
- Aumento della frequenza e qualità dei contatti con i clienti.
- Prevenire i sinistri per contenerne il costo medio.

I black box casa, strumenti di domotica che rilevano costantemente lo stato di salute
dell’abitazione, rappresentano una soluzione per incrementare il livello del servizio offerto,
aumentare la fidelizzazione dei clienti e il contenimento di costi medi dei sinistri attraverso
la prevenzione.
Il driver della proposta è la copertura assicurativa classica (protezione del patrimonio), cui
abbinare i devices come plus di offerta. Il valore dell’offerta risiede nei servizi messi a
disposizione del cliente, grazie alla creazione di un sistema di connessione di differenti
devices.
I devices casa sono:
- Telecamera intelligente con sensori di movimento che allertano in caso di
intrusione dei ladri e permettono di monitorare la casa, i figli, gli animali, quando
non si è presenti in casa. Riconosce le persone della famiglia.
- Sensore per il fumo: allarme in caso di incendio.
- Sensore per allagamento: allerta in caso di perdita d’acqua.

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Gli obiettivi dei devices sono:
1) Prevenire il rischio.
2) Assistenza in caso di sinistro.
3) Rendere più facile la vita di ogni giorno dei propri clienti.

I competitor italiani vendono la «Home Box» in abbinamento obbligatorio con un


pacchetto definito di garanzie. Le Home Boxes non sono mai vendute Stand Alone.
Finora abbiamo parlato del mercato delle persone fisiche con poca attenzione alle
aziende italiane.
Nel 2018 si analizza che i rischi più temuti dalle aziende sono:

- Interruzioni di attività (36%)


- Cambiamenti di mercati (30%)
- Catastrofi naturali (25%)
- Rischi informatici e cambiamenti nella politica macro-economica (23%)

Il settore delle aziende risulta sotto assicurato, alcune piccole e medie imprese risultano
non essere coperte neppure dal rischio incendio.
Le nuove aree di business con alti potenziali di estensione sono quelle relative a rischi
catastrofali, danni indiretti e rischi informatici.
I danni indiretti sono derivanti dalla forzata inattività dell’azienda, totale o parziale e si
suddividono in:

1. Danni materiali: i danni ai beni che sono immediatamente consequenziali all’evento


dannoso.
2. Danni da interruzione di esercizio: la perdita economica che deriva dall’impossibilità di
svolgere la normale attività a seguito dell’evento stesso. In Italia solamente il 10%
delle aziende hanno stipulato questo tipo di polizza, mentre la media Europea è del
90%.

Un’ultima area in evoluzione è rappresentata dal cyber risk. Le Compagnie di


assicurazioni proporranno polizze con due livelli complessi di assistenza:

1. Monitoraggio del sistema informatico mediante l’analisi della vulnerabilità del


sistema;

Supporto informatico in caso di cyber attack per il recupero di dati e ripristino deisistemi
informatici.

Assicurazione contro incendio


L'assicurazione contro l'incendio ebbe uno svolgimento iniziale diverso da quello delle
altre forme di garanzia.
Nel sec. XVI l'assicurazione incendio, in alcuni stati tedeschi, fu resa obbligatoria e dette
luogo a una imposta speciale che i cittadini pagavano per il risarcimento dei danni
prodotti dal fuoco.
Pochi documenti si hanno intorno allo sviluppo dell'assicurazione incendio in Inghilterra,
prima della metà del sec. XVII; ma il disastroso incendio del 1666, richiamò l'attenzione
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sulla gravità dell’oggetto e ben presto si organizzarono appositi uffici di assicurazione. Il
sistema mutuale fu largamente applicato e una compagnia adottò l'ipotesi tecnica che
una casa su duecento bruciasse ogni quindici anni.
In Amburgo, verso il 1670, fu fondato il primo istituto per l'assicurazione contro gli incendi
degli immobili, la Hamburger Feuerkasse e nel 1684 in Inghilterra si costituì la prima
compagnia privata, la Friendly Society Fire Office.
In Italia nel sec. XVIII esistevano numerose compagnie e si era già manifestata la rivalità
tra sistema mutuale e sistema a premio fisso.

Definizione

L’assicurazione contro l’incendio copre i danni materiali e diretti causati alle cose
assicurate da una serie di eventi tra i quali, in via principale, l’incendio.
L’incendio è definito come combustione con fiamma di beni materiali, posti al di fuori di
appropriato focolare, che può autoestendersi e propagarsi.
Sono parificati ai danni prodotti dall’incendio, i danni arrecati alle cose assicurate da:
- fulmine, esplosione e scoppio non causati da ordigni esplosivi;
- caduta di aereomobili, loro parti e cose trasportate

In aggiunta alla garanzia base segnaliamo alcune coperture, di sempre maggior


diffusione:

- Fenomeno Elettrico: danni materiali e diretti da fenomeno elettrico a macchine e


impianti elettrici, apparecchi e circuiti compresi, per effetto di correnti, scariche o altri
fenomeni elettrici da qualunque motivo occasionati;
- Acqua Condotta: riguarda la copertura del «rischio acqua» limitatamente ai danni
materiali e diretti derivanti dalla fuoriuscita di acqua a seguito di rottura accidentale di
impianti idrici, termici, igienici;
- Eventi Atmosferici: si intendono i danni materiali e diretti causati da uragano, bufera,
tempesta, tromba d’aria e grandine;
- Inondazioni, Alluvioni, Allagamenti: copertura del «rischio dell’acqua» a seguito di tali
eventi;
- Terremoto: la garanzia è rivolta alla copertura dei danni materiali e diretti subiti a causa
di terremoto.

N.B. L’assicurazione incendio è normalmente prestata nella forma a valore intero oppure
a primo rischio assoluto.
Il valore del bene può essere considerato a valore reale (quanto vale oggi) oppure a
valore a nuovo (valore di ricostruzione o di rimpiazzo a nuovo).

Valutazione del rischio

Valutare un rischio significa sostanzialmente capire quale danno si può verificare in


relazione alle garanzie prestate, attribuirgli un’equa valorizzazione.

Esistono due tipi di valutazioni:


1. Valutazione oggettiva: consiste in un apprezzamento del rischio (selezione) che
prende in esame tutti gli elementi oggettivi ovvero caratteristiche fisiche del bene al
fine di attribuire un’equa valorizzazione in termini di premio e di copertura
Esempio: caratteristiche costruttive, attività esercitata, presenza di lavorazioni
46
pericolose, mezzi di prevenzione, impianti elettrici o termici

2. Valutazione soggettiva: consiste in un’analisi degli elementi del rischio che sfuggono
ad una evidenza oggettiva ma che possono influenzarla in modo significativo, come tutti
gli aspetti riconducibili alla componente umana.
Esempio: Attività e posizione economica dell’assicurato – congiuntura economica
del settore, concorrenza, indebitamento, patrimonio personale dei titolari, livello di
professionalità, capacità gestionale ed imprenditoriale, situazione delle vendite,
obsolescenza dei macchinari
Rapporti tra assicurato e collaboratori – atmosfera aziendale, licenziamenti/cassa
integrazione, conflittualità sindacale, qualità della manodopera
Rapporti con fornitori e clienti – massa creditoria/debitoria, litigiosità frequente,
vertenze legali

Disaster Recovery

Oggi non è tanto importante ricevere l’indennizzo per il sinistro ma ripartire velocemente
dall’evento avverso. Un’azienda che subisce un incendio ha una probabilità di fallire del
40% nei primi due anni poiché non riescono a ripartire velocemente. Da questo
nascono le Disaster Recovery: squadre che supportano l’imprenditore nella gestione
dell’emergenza per ridurre i tempi di inattività della sua azienda
E’ un servizio compreso nelle assicurazioni contro l’incendio.

Assicurazione furto
Insieme all’assicurazione per responsabilità civile individua due rami assicurativi insieme
al ramo incendio che vanno a comporre 18 rami dell’assicurazione danni.

Definizione
Nell’assicurazione contro il furto, l’assicuratore si obbliga a tenere indenne l’assicurato dei
danni materiali e diretti a lui derivanti dal furto delle cose assicurate.
Il furto è l’impossessamento «della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al
fine di trarne profitto per sé o per altri» (art. 624 CP).
In questa assicurazione viene anche coperto tutto ciò che è correlato al danno o al
sinistro ricevuto (rottura della finestra o porta…)
Dal punto di vista assicurativo il rischio «furto» è caratterizzato da 2 elementi che
concorrono a determinare il premio della copertura:

1. soggettivo: rappresentato dalla persona dell’assicurato (moralità, condizioni


finanziarie, eventuali precedenti sinistri subiti, rapporto che lo lega alle cose
assicurate). Sono sempre più importanti nella valutazione del rischio.

2. oggettivo: rappresentato dalla natura delle cose assicurate, dalle caratteristiche del
fabbricato in cui sono custodite, dei mezzi di protezione presenti, dall’attività della
delinquenza e dall’efficienza degli organi di pubblica sicurezza presenti sul territorio di
riferimento (esempio: assicurare un Rolex costa più che assicurare un Casio,
assicurare un orologio sul polso è diverso che assicurarlo se si trova in una
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cassaforte)

Particolarità

Di norma le polizze di assicurazione contro il furto prevedono l’automatica riduzione delle


somme assicurate dopo un sinistro.
Si segnalano inoltre, come forme particolari di assicurazioni contro il Furto:

- Il rischio portavalori (in caso di furto connesso al trasporto di valori)


- Il rischio di infedeltà dei dipendenti, in caso di perdite derivanti all’azienda assicurata,
delle perdite derivanti, anche da furto, da parte di dipendenti della medesima.
Esempio: tutti le banche sono assicurate che i cassieri delle banche rubino dalle
casse stesse

N.B. L’assicurazione furto può prestarsi nella forma a valore intero, a primo rischio
assoluto o relativo.

Assicurazione Responsabilità civile

La responsabilità civile copre un danno che l’assicurato fa a un terzo.

La responsabilità può essere:


- Contrattuale, se vi è una lesione di un diritto relativo (inadempimento contrattuale)
• Responsabilità in capo al soggetto debitore di risarcire i danni cagionati al
creditore con la non esatta esecuzione della prestazione dovutagli in virtù del
rapporto obbligatorio tra loro sorto, avente come fonte un contratto o qualsiasi
atto o fatto (che non sia fatto illecito) idoneo a produrre un’obbligazione.
Esempio: operazione di un chirurgo al ginocchio che va male, costruzione di una
casa da parte dell’architetto che all’ultimazione crolla.
- Extracontrattuale, se vi è la lesione di un diritto assoluto (vita, salute, proprietà ecc.)
• Il codice civile stabilisce che chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto, con dolo
o colpa, è tenuto a risarcire il danneggiato (art. 2043).

N.B. Gli elementi costitutivi del fatto illecito sono l’esistenza del danno, il nesso di
causalità tra il danno e l’azione e dolo/colpa del responsabile.
Definizione

Nell’assicurazione della responsabilità civile l’assicuratore è obbligato a tenere indenne


l’assicurato di quanto questi, in conseguenza del fatto accaduto durante il tempo
dell’assicurazione, deve pagare a un terzo, in dipendenza della responsabilità dedotta nel
contratto. Sono esclusi i danni derivanti da fatti dolosi.

L’assicuratore ha facoltà, previa comunicazione all’assicurato, di pagare direttamente al


terzo danneggiato l’indennità dovuta, ed è obbligato al pagamento diretto se l’assicurato
lo richiede. (art.1917)
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Esempio: sinistro stradale

L’assicurazione di responsabilità civile ha la finalità di compensare i danni e/o il


pregiudizio subito da terzi parti a seguito di comportamenti e/o atti compiuti
dall’assicurato con negligenza, colpa (anche grave) ma senza dolo.

Nei danni contro terzi rientrano tutti i danni contro le persone, contro le cose e anche
contro gli animali. Questo tipo di danni può, a sua volta, essere causato da persone, da
cose o da animali.

Si possono stipulare polizze per i danni causati da soggetti diversi dall’assicurato


(esempio membri del nucleo familiare, dalla normale conduzione della propria abitazione
o anche da parte dei propri animali)

Esempio: Se un figlio procura un danno, o se il danno viene causato da una perdita


d'acqua, o un vicino viene morso dal cane, le polizze per danni contro terzi provvedono,
al posto dell'assicurato, al risarcimento di questi danni. Lo stesso discorso va fatto anche
per l'ambito delle persone giuridiche, vale a dire imprese o società.

Caratteristiche
Gli elementi caratteristici dell’assicurazione RC sono:

1. tutela del terzo danneggiato: accomuna tutte le assicurazioni RC


2. l’esclusione per i danni derivanti da fatti dolosi del contraente e dell’assicurato ma
non se questi sono prodotti da dolo delle persone di cui l’assicurato deve rispondere
Esempio: sono coperti i danni prodotti da comportamenti dolosi del comandante di
una nave ma non quelli eventualmente prodotti dall’armatore assicurato).
3. l’assicuratore è tenuto a rispondere per le responsabilità dell’assicurato “ai sensi di
legge” (“at Law”), ovvero l’assicuratore non risponde delle conseguenze economiche
di responsabilità che la legge attribuisce a persone diverse dall’assicurato.

Esclusioni

Le principali esclusioni generali nelle assicurazioni RC, riguardano:

1. Polizze in cui l’assicurato sia persona fisica:


• Criterio di coniugio, parentela (esclusione assoluta per coniuge, figli e genitori)
• Criterio della convivenza, parentela e affinità (esclusione relativa se parenti
diversi da quelli indicati al punto precedente ed affini conviventi con l’assicurato)
2. Polizze in cui l’assicurato non sia persona fisica:
• Criterio dello stretto legame fra ente assicurato e persona, dovuto a
rappresentanza, qualità di socio e incarico (es. legale rappresentante,
l’amministratore)

3. Polizze di qualsiasi tipo:


• Criterio del rapporto di dipendenza, l’esclusione riguarda i danni subiti dai
dipendenti in occasione di lavoro o servizio (es. i dipendenti non sono considerati
«terzi» nella copertura RC Generale). N.B. I danni subiti per infortunio dai
dipendenti sono coperti dall’assicurazione RCO del datore di lavoro

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4. Polizze riguardanti le imprese:
• Criterio della compartecipazione all’attività di impresa. Sono esclusi i coadiutori
dell’impresa principale con organizzazioni distinte, che agiscono in piena
autonomia con assunzione in proprio del rischio (es. subappaltatori che lavorano
nello stesso cantiere e sulle stesse opere dell’impresa principale appaltatrice)

Tipologie di danni

1. Danni alla persona, tutte le conseguenze giuridiche derivanti da lesioni personali e


morte attivano la copertura assicurative nel limite economico fissato dal massimale di
polizza. Rientrano in tale massimale di polizza l’indennizzo per danni emergenti (spese
di cura), lucro cessante (compromissione della capacità di guadagno futura) o danno
biologico (danno alla salute).

2. Danni a cose e animali, la garanzia ed il relativo massimale è limitata ai più immediati


effetti pregiudizievoli, quelli dei costi di riparazione o di rimpiazzo della cosa
danneggiata e per l’impossibilità di usufruire dei beni danneggiati.

3. Perdite economiche, sono le perdite economiche consequenziali e non sono


garantite nella polizza di RC (es. per danni da inquinamento)

4. Perdite patrimoniali, sono le perdite patrimoniali “pure” (pure per l’assenza di un


danno materiale di cose) sono tipiche della responsabilità professionale (es. rottura
delle dita a un medico).

Premio

1. Premio a regolazione: viene convenuto su quelle coperture dove il riferimento per la


tariffazione del rischio è «fluttuante» durante il periodo di copertura della polizza (es.
retribuzioni, fatturato ecc.) e determinabile solo alla scadenza.

Con il premio a regolazione si procede al versamento di un premio all’inizio del periodo di


polizza basata su un calcolo previsionale del riferimento preso (retribuzioni, fatturato) per
poi effettuare un versamento di premio a regolazione (conguaglio) alla scadenza del
periodo calcolato sulla base del riferimento a consuntivo.

La regolazione darà luogo ad un versamento di premio all’assicuratore (quando il dato di


previsione < consuntivo) oppure ad un rimborso proporzionale del premio versato
dall’assicurato all’inizio (quando il dato di previsione > consuntivo) fino al limite del premio
minimo, di norma convenuto in misura pari al 75% del preventivo dichiarato.

2. Premio indicizzato: viene convenuto quando si voglia mantenere inalterato nel


tempo il rapporto tra premi e prestazioni assicurative nell’eventualità di fenomeni
inflazionistici nel periodo di polizza.

L’adeguamento si effettua confrontando annualmente la variazione dell’indice rispetto


all’anno precedente e si applica solo se la differenza è pari o superiore al 10%.

Gli aumenti o le riduzioni sono applicati a decorrere dalla prima scadenza di premio
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successiva al 31 dicembre dell’anno in cui si è verificata la variazione.

Esempi RC

Esistono moltissime forme di assicurazioni RC alcune delle quali sono obbligatorie per
legge (caratterizzate da uno schema obbligatorio) mentre altre sono facoltative.

Fra quelle obbligatorie ricordiamo RC auto, RC datori di lavoro ecc.

Tra quelle facoltative troviamo invece:

1. RC capofamiglia, l’assicurazione RC del capofamiglia tiene indenne l’assicurato ed il


suo nucleo familiare dalla responsabilità derivante dall’esercizio di attività
extraprofessionali.

2. RC della proprietà, la proprietà di un immobile può causare danni a terzi,


l’assicurazione RC della proprietà tiene indenne l’assicurato dalla responsabilità
derivante. Esempio: danni derivanti dallo spargimento d'acqua se conseguenti a
rottura accidentale, anche se dovuta a gelo, di pluviali, grondaie, impianti idrici,
igienici o di riscaldamento;

3. RC professionale: garantiscono il libero professionista dalle richieste di danno per


errori, omissioni, negligenza professionale e responsabilità contrattuale causati a Terzi,
compresi i clienti.
• di mezzi: quando il debitore è obbligato a svolgere, a favore del creditore, una
determinata attività senza, tuttavia, garantire il risultato che da quest’ultima il
creditore attende. Il professionista si obbliga pertanto a prestare la propria opera con
la diligenza che la natura dell’attività esige e non a conseguire il risultato. In questo
caso il professionista risponde dei danni solo in caso di dolo o colpa grave.
• di risultato: il professionista assume un’obbligazione di risultato quando l’opera o il
servizio devono essere conformi a quanto convenuto. Nel caso di obbligazione di
risultato, pertanto ci sarà responsabilità anche in caso di colpa lieve.

4. RC Inquinamento si distingue in:


• Inquinamento accidentale – dovuto a cause improvvise e accidentali (es. guasti
improvvisi), spesso conseguenza di un danno materiale primario.
• Inquinamento non accidentale – dovuto a cause non accidentali e graduali (es.
percolamenti), senza la necessaria presenza di un danno materiale.
gli elementi per valutare il rischio da inquinamento si fondano su due gruppi di fattori:
2. fattori intrinseci all’attività come natura sostanze e materie impiegate, tacche di
lavorazione, stato di manutenzione ecc.
3. fattori estrinseci dovuti alla peculiarità del territorio circostante, ubicazione, aspetto
geologico del terreno ecc.

Esempio: Spese di Bonifica – è una speciale garanzia in polizza che permette


all’assicurato di intervenire, a fronte di un imminente pericolo o quasi certezza che una
sostanza nociva (solida, liquida o gassosa) rilasciata dal proprio impianto produttivo
possa causare danni a terzi, con mezzi anche straordinari e costosi per evitare o arrestare
tale fenomeno.
Tali spese se riconosciute necessarie ed idonee vengono prese in carico dall’assicuratore

51
(sono spese di natura analoga a quelle di “salvataggio”).

Storia polizza RC AUTO


- Nel 1969: introdotto l’obbligo della responsabilità civile.
- Nel 1994: I liberalizzazione delle tariffe.
- Nel 2005: introduzione del Codice delle Assicurazioni e della Convenzione tra
Assicuratori per il Risarcimento Diretto.
- Nel 2007: II liberalizzazione con decreto Bersani.
- Nel 2011: introduzione federalismo fiscale: ovvero una politica volta a creare una
proporzionalità tra imposte pagate da un ente territoriale e le imposte effettivamente
utilizzate dall’ente stesso.
- Nel 2012: decreto Sviluppo Bis con l’introduzione della black box auto, l’abolizione
del tacito rinnovo
- Nel 2015: disegno di legge Concorrenza: trattava di trasparenza, sconti ecc…

Il federalismo fiscale

Il Decreto Legislativo 6 maggio 2011 n. 68, prevede la facoltà per le provincie di variare, a
decorrere dal 2011 e per ogni anno successivo, l’aliquota base del 12,5% dell’imposta
gravante sui premi r.c.auto con una oscillazione massima di 3,5 punti percentuali (da un
minimo del 9% ad un massimo del 16%) in aumento o in diminuzione. Ciò può
comportare una temporanea situazione di disallineamento tra il premio comunicato al
cliente all’atto dell’emissione del Preventivo ed il momento dell’acquisto della polizza nei
periodi di transizione.

Esempio: in data 01/12/2011 emetto il preventivo di una polizza per un mio cliente, il cui
premio ammonta a 100 Euro, e l’aliquota in quel momento era del 12,5%. Nel 01/01/2012
l’aliquota passa al 15,5% e il 30/01/2012 il cliente acquista la polizza. Il cliente non
pagherà più 100 Euro, bensì 103 Euro, maggiorati della percentuale di aliquota introdotta.

Dalle disposizioni sono esclusi i ciclomotori per i quali l’aliquota fiscale applicata rimane
sempre pari al 12,5% poiché il gettito va all’Erario.

Decreto sviluppo bis

La legge da la possibilità di installare la black box auto con successiva determinazione di


uno sconto a favore di chi l’ha installata. Questo va a vantaggio sia del cliente, con il
relativo sconto, sia alla Compagnia, in quanto contribuisce ad un abbattimento dei costi
per frode riuscendo a ricostruire esattamente la dinamica di un incidente.
Furono introdotti interventi di dematerializzazione, ovvero la notevole diminuzione della
documentazione cartacea, infatti non è più obbligatorio esporre il tagliando
dell’assicurazione sul parabrezza della macchina. Questo provoca una serie di vantaggi,
tra cui l’abbattimento dei costi per frode (false assicurazioni) e i minori costi di stampa.
Fino al 2012 le polizze RC auto si rinnovavano automaticamente oggi non è più così: con
l’abolizione del tacito rinnovo la Compagnia informa che la polizza sta per scadere
dando copertura fino a 15 del giorno della scadenza, nel caso di mancato rinnovo il
cliente non sarà più aperto dei rischi.
Inoltre è stato introdotto l’obbligo di presentare al cliente altri due preventivi di
Compagnie terze oltre quello della Compagnia. Questo per aumentare la concorrenza sul
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mercato, anche se aumentava i costi e i tempi di vendita. Nel 2012 il 90% dei clienti
rimaneva con la propria compagnia mentre oggi la percentuale si è ridotta fino al 70%.
Disegno di legge concorrenza

Nel 2015 vi è un intervento legislativo volto ad aumentare la trasparenza e la


comprensibilità del contratto per il cliente, ad esempio il DIP in sole tre pagine deve
spiegare al cliente che cosa sta comprando, le garanzie associate e i sevizi offerti.
Per quanto riguarda la trasparenza, ad esempio, incrementi e decrementi di prezzo
devono essere indicati in valore assoluto e percentuale.
Per tutelare i contraenti il nominativo dei testimoni, in caso di incidente, dovrà essere
indicato entro il termine di presentazione della denuncia di sinistro e dovrà risultare nella
richiesta di risarcimento.

Se al momento della conclusione del contratto il contraente accetta:


- Di sottoporre il veicolo a ispezione.
- Il risarcimento in forma specifica.
- Installazione di meccanismi che fanno piena prova davanti al giudice se non presenti
(black box auto).
- Installazione di meccanismo che rileva un tasso alcolemico superiore alla media.
Egli vedrà applicarsi uno sconto alla propria polizza RC auto.

La polizza RC auto
La polizza RC auto è una polizza a responsabilità civile che tutela i proprietari di un
veicolo dai danni che il veicolo può fare ai terzi. L’assicurazione ha un diritto
di seguito nei confronti del veicolo e non del conducente.
Sussistono obblighi, sia a carico della popolazione sia a carico delle Compagnie:

- La polizza è divenuta obbligatoria perché tutta la popolazione possiede un veicolo e


quindi, il rischio di circolazione è molto elevato. In questo modo si trasferisce il rischio
di sinistro alle Compagnie di assicurazione. Si parla di veicoli a motore, su gomma,
rotaia, filoveicoli e rimorchi. NO biciclette.
- Per le Compagnie di assicurazione vi è l’obbligo a contrarre, ovvero se vado ad
assicurare la cosa contro l’incendio la compagnia può decidere se assicurarmi o meno
in base alle condizione del rischio. Invece, se vado ad assicurare l’auto la Compagnia
deve necessariamente stipulare la polizza.
- Obbligo di rilasciare la carta verde, il contrassegno e il certificato di
assicurazione.

BONUS/MALUS E CLASSE DI MERITO

Il bonus/malus è il sistema tariffario più utilizzato per assicurare autovetture, motocicli e


ciclomotori con l’obiettivo di incentivare una condotta virtuosa, in base alla quantità di
sinistri fatti e allo stile di guida.

Si basa sulla “classe di merito” che può aumentare o diminuire in base al verificarsi di
incidenti o meno. Il prezzo della polizza RC auto viene definito in base alla classe di
merito di appartenenza (che varia da 1 a 18).
I neopatentati entrano tutti in classe di merito 14. La classe di merito segue il proprietario
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e non il veicolo.
Nel 2007, il decreto Bersani, ha consentito di trasferire la classe di merito migliore della
famiglia al neopatentato. Il Decreto Bersani si applica fra veicoli della stessa tipologia.

La classe di merito può essere:


- Interna: utile solo per la compagnia di riferimento.
- Universale: è quella che deve essere presa come riferimento da tutte le imprese di
assicurazioni e permette all’assicurato di portare con sé la propria storia assicurativa.

Il motivo di assicurazione definisce l’origine del rischio il quale incide sull’assegnazione


della classe di merito bonus/malus in base alle norme tariffarie.

ATTESTATO DI RISCHIO

• E’ il documento che riporta la storia assicurativa del veicolo/proprietario. Serve a capire


in che classe di merito una persona appartiene.
• E’ fondamentale per l'assicurato, soprattutto nel caso in cui voglia cambiare
compagnia. Con l’attestato di rischio la nuova compagnia deve fare un prezzo in base
alla classe di merito di appartenenza, non può fare un prezzo che si basa su una classe
superiore.
• Contiene le informazioni sui sinistri degli ultimi 5 anni, sulla classe di merito interna,
attribuita dalla compagnia con criteri autonomi, e sulla Classe Universale, basata sulle
tabelle predisposte dall'ISVAP.
• Le imprese di assicurazione hanno l'obbligo di inviare l’attestato di rischio ai loro
assicurati ogni anno, almeno 30 giorni prima della scadenza del contratto.
• Il documento è firmato dal Direttore Generale della Compagnia.

L’attestato ha validità di 12 mesi, può essere prorogata per 5 anni in caso di:
- Cessazione del rischio assicurato.
- Sospensione del contratto.
- Mancato rinnovo del contratto per mancato utilizzo del veicolo.
E’ valido solo l’attestato di rischio sottoscritto dal legale rappresentante dell’impresa di
assicurazione.

Il periodo di osservazione è un lasso di tempo nel quale viene registrata tutta l’eventuale
sinistrosità causata dall’assicurato. Serve a registrare sull’attestato di rischio gli eventuali
sinistri commessi, che possono migliorare o peggiorare il bonus/malus a seconda del
grado e della percentuale attribuite.
Nel caso in cui il proprietario si assicuri per la prima volta il periodo inizia dal giorno di
emissione della polizza e scade due mesi prima della scadenza (dura 10 mesi).
I periodi successivi decorrono dalla scadenza del periodo precedente ed hanno una
durata di 12 mesi.

DURATA E RINNOVO

La durata di una polizza RC Auto è normalmente di un anno. In alcuni casi è possibile che
tale durata sia inferiore (Es.: Polizze Temporanee).

Non è più necessario inoltrare alla Compagnia di Provenienza la disdetta del contratto in
essere.
Le garanzie cessano alle ore 24 del giorno di scadenza della polizza.
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E’ previsto comunque un periodo di tolleranza di 15 giorni, durante i quali non viene meno
la copertura assicurativa. Pertanto se si verificasse un sinistro in questo periodo la
compagnia risarcirà comunque il terzo contraente.

VALUTARE UNA POLIZZA RC AUTO


Bisogna valutare:
- I massimali, ovvero il limite di copertura.
- La presenza di franchigie o limitazioni di guida.
- La presenza di clausole di esclusione o rivalsa.

IL MASSIMALE

Il Massimale di garanzia indica l'importo massimo di risarcimento che la compagnia si


impegna a pagare al danneggiato in caso di incidente.
- Superato il massimale, il proprietario del veicolo responsabile dell’incidente, dovrà
rispondere con il proprio patrimonio per la cifra eccedente. Ciò è raro ma
può accadere.
Il Massimale minimo è stabilito per legge. Attualmente è di:
- Danni alle persone: € 6.070.000,00 per sinistro, qualunque sia il numero dei
danneggiati.
- Danni alle cose: € 1.220.000,00 per sinistro, qualunque sia il numero dei danneggiati.

LA FRANCHIGIA

La franchigia prevede che, in caso di sinistro, l’assicurato partecipa al risarcimento del


danno che ha causato, restituendo alla compagnia una cifra fissa oppure una certa
percentuale di quanto questa abbia dovuto riconoscere al danneggiato.
E’ la quota di danno che rimane a carico del cliente, quindi se ci sono delle franchigie il
premio sarà minore.
Con questa formula, l’impresa non assume per intero l'onere del risarcimento.
La Franchigia può essere applicata sia sulla Responsabilità Civile Auto (RCA) che sulle
garanzie accessorie (CVT).

SCOPERTO E MINIMO

Lo scoperto è la parte del danno che rimane a carico dell’Assicurato espressa in una
percentuale dell’importo liquidato per il danno stesso.
Ha essenzialmente una funzione di prevenzione del sinistro in quanto stimola l’assicurato
ad una corretta gestione del rischio.
Lo scoperto, espresso in percentuale, si applica sul danno ed il suo ammontare, a
differenza della franchigia, non è quindi definibile a priori.
Normalmente è previsto un minimo espresso in valore assoluto.
ESCLUSIONE E RIVALSA

Le clausole contrattuali di esclusione e rivalsa, limitano, o escludono la copertura del


rischio e, quindi, il risarcimento in caso di sinistro.
Anche in presenza di tali limitazioni, la compagnia è obbligata a risarcire il terzo
danneggiato, ma ha diritto di rivalersi sul contraente, cioè di chiedergli la restituzione
totale o parziale di quanto pagato.
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I casi di esclusione della copertura assicurativa, riguardano in genere incidenti provocati
dal conducente in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti, oppure la
guida senza patente.
Alcune polizze limitano la copertura al solo caso di conducenti identificati nel contratto:
per danni causati da conducenti diversi da quelli stabiliti, la compagnia ha diritto di
rivalersi sul contraente.

L’esclusione della rivalsa, pagando 7 euro in più l’anno la compagnia rinuncia al diritto di
rivalersi su di noi in caso di quei determinati eventi.

LIMITAZIONE DI GUIDA
- Guida esclusiva: conducente dichiarato in polizza. Significa che la macchina la può
guidare solo quello che è scritto nella polizza.
- Guida esperta: conducente maggiore di 26 anni.
- Guida libera: chiunque può guidare la macchina

La guida esclusiva o esperta prevedono che in caso di sinistro qualora non ricorrano le
condizioni individuate in polizza, fermo il risarcimento del terzo danneggiato, il contraente
è potenzialmente soggetto all’esercizio della rivalsa da parte della compagnia nei limiti
previsti dal contratto.
Esempio: Se guido ad esempio una macchina assicurata con clausola guida esperta end
ho meno di 26 anni, l’impresa di assicurazione non risarcirà alcun danno.

GARANZIE ACCESSIORIE

Vanno ad assicurare direttamente il bene e non il guidatore, ad esempio polizza furto,


polizza incendio, polizza cristalli, atti vandalici ecc… Esse non sono obbligatorie.

Garanzia kasko: in caso di sinistro la compagnia paga il danno del terzo e della mia
macchina.
Garanzia collisione: funziona come la kasko ma solo per i veicoli, se si danneggia, per
esempio, un marciapiede, la compagnia non risponde dei danni causati al marciapiede.
LA DENUNCIA E RISARCIMENTO

1. Inviare richiesta di risarcimento alla propria Compagnia o a quella del responsabile del
sinistro
2. Compilare il modulo di constatazione amichevole e inviarlo alla propria Compagnia

La denuncia deve avvenire entro 3 giorni e le identità dei testimoni devono essere prese
nello stesso momento del sinistro.

Il risarcimento può essere fatto in due modi:


- Procedura ordinaria: Richiesta di risarcimento all’assicurazione da parte del
responsabile del sinistro. Al di fuori dei casi sotto elencati si applica questa procedura.

- Risarcimento diretto: Richiesta di risarcimento alla propria compagnia che dispone la


perizia sul veicolo, quantifica il danno e fa un'offerta di risarcimento all’assicurato/
danneggiato. Si applica se:
• Il sinistro ha coinvolto due veicoli entrambi identificati, assicurati ed immatricolati in
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Italia, nella repubblica di San Marino o nella Città del Vaticano.
• nessun conducente abbia subito lesioni gravi.
• In caso di urto contro un rimorchio agganciato alla motrice.
• In caso di urto contro una parte del veicolo distaccatasi dalla struttura

La richiesta di risarcimento dei danni può essere inviata al proprio assicuratore tramite:
- Raccomandata con avviso di ricevimento.
- Consegna a mano, ed in tal caso l’incaricato dell’assicuratore dovrà apporre la data di
ricevimento e la propria firma per ricevuta.
- Telegramma o fax.
- E-mail, a meno che in polizza non sia esplicitamente esclusa la possibilità di utilizzare
detto mezzo per la presentazione della richiesta.

LA TARIFFAZIONE RC IN ITALIA

Con decorrenza dal 1° Luglio 1994, per effetto dell’entrata in vigore della Terza Direttiva
Danni, le imprese possono determinare liberamente le tariffe RCA.

In precedenza, in Italia come in altri paesi comunitari, le tariffe erano amministrate. In Italia
una commissione appositamente costituita dall’allora Ministero dell’Industria (cosiddetta
Commissione Filippi) ogni anno stabiliva, dopo aver stimato il fabbisogno sufficiente a
garantire l’equilibrio tecnico della gestione, di quanto doveva essere modificata la tariffa
dell’anno precedente al fine di consentire l’equilibrio.

Per quanto riguarda i veicoli a motore le tariffe sono suddivise nei seguenti sette settori:
Settore I: Autovetture in servizio privato, autovetture da noleggio.
Settore II: Autotassametri.
Settore III: Autobus.
Settore IV: Autocarri.
Settore V: Ciclomotori e Motocicli.
Settore VI: Macchine operatrici e Carrelli.
Settore VII: Macchine agricole.

I principali dati
I prezzi RCA in Italia sono mediamente superiori agli altri Paesi (+213€ per veicolo): in
Italia prezzo medio per il cliente è di 491€, rispetto alla media di 278€ per gli altri Paesi.
N.B. I motivi per cui le polizze in Italia costa di più sono legati ai sinistri e alle tasse.
Per ridurre le polizze del costo auto le compagnie cercano di combattere le frodi che
incidono circa di 40/50 euro sul costo di una polizza.

Cause di innalzamento dei Il problema Come si risolve?


costi
Rischio stradale e - Atteggiamenti pericolosi Aumento dei controlli
comportamenti come l’uso dei cellulari stradali e sanzioni.
alla guida e la cattiva investimenti per il
condizione delle strade miglioramento della rete
italiane. stradale.

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Danni a cose - Generano alti costi. Introduzione del
risarcimento in forma
specifica, con particolare
sconto se si utilizza una
carrozzeria scelta dalla
Compagnia.
Danni a persone - genera il 45% dei sinistro, Abbassamento dei costi in
contro una media caso di morte e
europea del 15%. predisposizione di una
Provocano alti tabella nazionale di
risarcimenti in caso di riferimento.
morte, circa quattro volte
superiore rispetto agli altri
Paesi.
Frodi - Numerose forme di frodi,le 1. Creazione di un
quali hanno un impatto organismo antifrasi con
altissimo sul prezzo delle poteri investigativi.
polizze. 2. Nuove regole per
facilitare le attività di
investigazione.
3. Aumento della diffusione
della black box auto.
4. Innalzamento dei
controlli e delle sanzioni.

Per concludere la differenza di prezzo con gli altri Paesi è data dal:
- 60 % dal costo dei sinistri.
- 24 % dalle tasse.
- 16 % da costi di amministrazione, marketing.

E’ possibile incidere sulle differenze di prezzo principalmente attraverso leve di sistema,


che introducono discontinuità significative supportando la riduzione strutturale di costi e
prezzi

Assicurazione crediti

Compagnie assicurative in Italia


In Italia la gestione dei rischi legata al credito è ancora poco diffusa (intorno al 10%) al
contrario di altri Paesi come Germania e Francia dove ormai 8 aziende su 10 sono
coperte.

A livello globale, nell’ambito dell’assicurazione del credito il mercato vale circa 9 miliardi e
mezzo di euro, con tre principali operatori: Euler Hermes (Gruppo Alleanza), la Atradius e
la francese Coface che si dividono la quasi totalità del mercato italiano.

Nonostante la minore sensibilità delle imprese nazionali rispetto alle colleghe europee,
l’approccio azienda assicurata/compagnia di assicurazione è assai migliorato negli ultimi
58
anni, consentendo la crescita esponenziale del mercato assicurativo per i crediti export.

Inoltre, se in passato il segmento del breve termine era una prerogativa degli operatori
privati e, viceversa, il segmento dei crediti a medio-lungo termine nei Paesi non-OCSE
spettava unicamente alla Sace (l’agenzia pubblica italiana dei crediti all’export), negli
ultimi anni questa suddivisione si è modificata.

Rischio credito

E’ il rischio che la controparte non onori le obbligazioni derivanti da un contratto


commerciale o finanziario.

Questo rischio, noto anche come rischio di “mancato pagamento/default”, insorge


quando la controparte estera non è in grado (“ability to pay”) o non è disposta
(“willingness to pay”) a onorare le proprie obbligazioni (es. bond, crediti commerciali,
prestiti a breve o medio-lungo termine) nei tempi e modi previsti dagli accordi con
l’operatore nazionale.

Queste motivazioni possono anche alimentare il rischio, nella fase di produzione, di


revoca della commessa da parte della controparte estera.

• Nel caso della “ability to pay” l’attenzione va posta sul merito di credito della
controparte, ossia sulla sua “salute economica” e sui fattori specifici che la possono
influenzare (crisi di liquidità ecc.).

• Nel caso della “willingness to pay” il focus è sull’esperienza di pagamento della


controparte estera e quindi è utile valutare, ad esempio, il track record dei pagamenti
(se è un debitore che paga le fatture o no) oppure verificare l’esistenza di attuali o
potenziali tensioni interne o internazionali che possono ripercuotersi sugli impegni
assunti.

N.B. la polizza crediti viene prevalentemente stipulata da piccole e medie imprese. Le


grandi imprese non ricorrono a questo tipo di polizza.
In entrambe le circostanze è centrale la figura della controparte.
Sarà pertanto necessaria un’analisi basata sulla sua specifica natura, che ad esempio
discrimini tra un soggetto pubblico o privato.

• garante sovrano, occorrerà analizzare i conti dello Stato (e quindi variabili quali i conti
pubblici, la posizione con l’estero, il debito, le riserve);

• controparte bancaria privata occorrerà analizzarne i bilanci, ma anche considerare il


sistema bancario nazionale nella sua solvibilità, struttura e regolamentazione;

• controparte privata corporate occorrerà una valutazione dei bilanci, ma anche di altri
elementi tra cui il settore di attività, la struttura proprietaria, la qualità del management e
la performance dell’economia nazionale.

59
L’assicurazione dei crediti

L'assicurazione dei crediti commerciali è un servizio svolto da compagnie assicurative


specializzate, generalmente monoramo, e si basa sulla valutazione preventiva degli
acquirenti a cura dell‘Assicuratore.

Riguarda la copertura del rischio della perdita su crediti commerciali a breve termine sorti
nei confronti di operatori economici, a seguito di contratto di fornitura o prestazione di
servizi.

Il contratto è stipulato dal creditore nel proprio interesse, e prevede uno scoperto
obbligatorio (la vigente normativa non consente all'Assicuratore di concedere copertura
al 100% - generalmente si oscilla tra l'80 ed il 90%).

A differenza delle polizze assicurative di altri rami, la stipula del contratto non rende
automatica la copertura (ad esempio assicurazione contro furto macchina): è necessario
che il creditore avanzi formale richiesta di copertura per ciascun debitore (è necessario
che l’assicurato chieda se può assicurarsi con quel determinato debitore).

A tal riguardo la gestione dei rischi nel Ramo Credito (ai sensi della 474/1981) richiede la
valutazione individuale dei debitori (situazione patrimoniale del debitore, certificato che il
debitore non abbia pendenze in corso ecc.). Il settore di attività può essere uno degli
elementi valutativi ma non l'unico né il principale.

L’obiettivo dunque è quello di stimare il rischio di insolvenza (o default) da parte


dell’assicuratore.

Si tratta, pertanto di una tipologia di attività assicurativa con caratteristiche peculiari


rispetto ai “rami elementari” (si può definire come una “polizza di prevenzione a contenuto
indennitario”) e necessita di intermediari specializzati nella specifica gestione.

In sintesi, l'assicurazione del credito si compone generalmente di tre tipologie di servizio:


• la prevenzione dell'insolvenza degli acquirenti;
• la gestione delle azioni legali per il recupero dei crediti;
• l'erogazione del risarcimento in caso di insolvenza dell’acquirente
Principi generali

- La Polizza deve essere stipulata dal Creditore nel proprio interesse


- La copertura assicurativa è offerta per i rischi commerciali a breve termine
- Il rischio garantito è la perdita su crediti commerciali (certi, liquidi ed esigibili) dovuta a
insolvenza (definitiva o presunta ai sensi di polizza) di un cliente garantito.

- Principio di globalità: Principio di base della polizza che vieta all’Assicurato di


selezionare i rischi da sottoporre a copertura, obbligandolo pertanto, a richiedere
garanzia per tutti i crediti commerciali in essere (la copertura riguarda tutti i crediti
commerciali dell’Assicurato).

- Scoperto obbligatorio: la Polizza deve prevedere in ogni caso uno scoperto


60
obbligatorio a carico dell'Assicurato. Lo scoperto può essere espresso sia come
percentuale di copertura sia come franchigia, sia in abbinamento.

- Soggetto (cliente garantito): imprenditore privato, residente in uno dei Paesi previsti in
polizza, con cui l’Assicurato opera a credito e inserito in polizza mediante apposito
Limite Massimo Assicurabile (importo che l’assicuratore paga per ogni debitore
sottoposto dall’Assicurato)

- Oggetto (credito assicurato): credito derivante da forniture di beni o servizi a un Cliente


garantito e fatturato in polizza. La fattura è il documento oggetto di notifica ai fini del
pagamento del premio.

Caratteristiche principali:

1. Durata massima di copertura

Periodo di tempo, stabilito sulla base della dilazione di pagamento accordata


dall‘Assicurato ai propri Clienti garantiti, entro cui è operante la garanzia assicurativa.
Decorre dalla fine del mese di fatturazione.

2. Proroga

Possibilità di gestione autonoma del credito oltre la scadenza della singola fattura. E’
generalmente fissata in 3 mesi da fine mese scadenza originaria.
Tali proroghe sono concedibili senza pagamento di premio supplementare.

3. Premio

E’ il corrispettivo del rischio e viene calcolato in base a:

- entità del fatturato


- numero e tipologia clienti
- prodotti commercializzati
- perdite subite dall’assicurato per insolvenza dei debitori nell’esercizio passato
4. Minimo di premio

E’ l’importo minimo di premio al di sotto del quale l’Assicuratore non avrebbe stipulato la
polizza.
Viene calcolato preventivamente, per il primo periodo assicurativo, su un fatturato di
riferimento e, per i periodi successivi, sul fatturato assicurato dei 12 mesi antecedenti.

5. Esclusioni

Poiché non vi alcun rischio sono escluse dal calcolo del premio le vendite:

- Con pagamento anticipato in contanti o assegno circolare


- Con pagamento alla consegna (COD) o CAD (contro documenti a vista), in contanti o
assegno circolare;
61
- Assistite da lettera di credito irrevocabile.

Sono escluse le vendite a soggetti non assicurabili, quali:

- Aziende con cui l’assicurato abbia un rapporto di collegamento o di controllo


- Soggetti privati, non assicurabili (in quanto non imprenditori);
- Amministrazioni Pubbliche, Enti di diritto pubblico, Enti locali poiché per definizione
sono solventi
- Aziende insolventi, in stato di crisi e/o d’insolvenza;
- Aziende con LMA ZERO;
- Aziende con sede legale in un Paese non inserito in polizza.

6. Detrazioni (*)

- Non sono oggetto di assicurazione e possono essere detratte le vendite non rientranti
nell’attività di impresa. (tra cui le cessioni di beni ammortizzabili e le operazioni esenti
da IVA);

- Le note credito (è un documento emesso da un‘impresa al fine di permettere lo storno


di resi e abbuoni da parte di un'altra impresa, cliente della prima) possono essere
detratte dal premio alle condizioni delle fatture cui sono relative o a quelle concordate
in Polizza.
- I pagamenti a compensazione non generano rischio credito se sono effettuati nel corso
del medesimo mese del credito che vanno a compensare.
Limite Massimo Assicurabile (LMA)

E’ l’importo fissato per ogni debitore dell’Assicurato entro cui è operativa la copertura
assicurativa. L’Assicurato quindi deve chiedere come affidamento un importo che «copra»
la massima esposizione che ha o avrà con ciascun debitore.

E’ un plafond rotativo, per cui i pagamenti effettuati dal debitore consentono la presa in
copertura dei crediti eccedenti l’importo del LMA deciso dall’Assicuratore, per tale motivo
il premio è dovuto per l’intero importo fatturato e non limitato a quello rientrante nel LMA.

Esempio: plafond iniziale 100.000, emetto fattura di 50.000: il plafond si abbassa a


50.000, emetto altra fattura di 20.000, il plafond si abbassa a 30.000; il debitore paga la
fattura da 50.000, il plafond aumenta fino a 80.000 ecc. Si riduce o si ripristina in base
alle fatture nei confronti del debitore.

L’assicurato propone un LMA, l’assicuratore può concederlo:


- pari all’importo richiesto
- inferiore all’importo richiesto
- temporaneo, indicando la scadenza della copertura entro cui l’assicurato deve fornire
e fatturare
- pari a zero, declinazione del rischio (ogni fattura nei confronti del debitore non è
coperta)

Essendo monitorato, può essere variato dall’assicuratore in qualsiasi momento


62
(aumentato, ridotto o anche cancellato).
In tal caso le operazioni effettuate dopo la data del provvedimento cautelativo non sono
assicurate (se si ha la cancellazione dell’LMA) o sono assicurate nell’ambito dell’importo
ridotto (se si ha una riduzione del LMA)

Anche l’assicurato può intervenire sul LMA, potendone chiedere:


- revoca, se non opera più a credito con quel debitore
- riduzione, se l’esposizione con il debitore si è ridotta
- aumento se l’esposizione con il debitore è aumentata o aumenterà. A seguito di una
richiesta di aumento, l’assicuratore potrà concederlo in misura pari, inferiore,
temporanea o rifiutarlo.

Sulle posizioni rifiutate o cancellate, l’Assicurato può in qualsiasi momento richiedere un


riesame della decisione presa.

In polizza è prevista l’esclusione dal calcolo del premio del fatturato svolto con debitori
con LMA pari a zero; ma esiste l’obbligo per l’Assicurato di richiedere la revisione della
decisione all’inizio della seconda annualità assicurativa successiva a quella di rifiuto o
cancellazione.
Formule assicurative

1. tradizionale

2. top up (o di secondo rischio)

Sostanzialmente la parte dello scoperto di una assicurazione viene coperta da un’altra


assicurazione con altra compagnia.

La copertura TOP UP o di II rischio va ad affiancare la copertura della polizza credito


tradizionale. Consiste in un plafond di indennizzi supplementari da utilizzare per le
esposizioni non integralmente garantite.

La Top Up copre quindi gli importi richiesti che eccedono il fido concesso
dall’assicuratore di primo livello, rappresenta quindi un’ulteriore garanzia a copertura del
fatturato dell’impresa in caso di insolvenza di uno dei suoi debitori.

Tale copertura può essere rilasciata dallo stesso assicuratore che concede i fidi di base o
da un assicuratore diverso, ma in questo caso quest’ultimo deve essere informato della
copertura di secondo livello e accettarne le condizioni.

3. rischio singolo

Questo tipo di polizza permette di assicurare solo alcuni debitori, scelti dall’assicurato,
invece della globalità del fatturato, come invece avviene nel caso delle polizze tradizionali.

Normalmente il numero di debitori assicurati non può superare i 10.


In Italia questo tipo di polizza può essere sottoscritta solo per la copertura di vendite
all’export.

4. excess of loss

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Polizza che si affianca ad altre polizze crediti che va a coprire le punte di rischio.
Esempio: ho assicurato 100.000 euro nei confronti dei miei debitori, faccio un ulteriore
polizza che va a coprire le insolvenze superiori a 1.000.000 euro (rischi particolarmente
grossi)

Consente all’assicurato di concedere ai suoi clienti delle linee di credito conformemente


alle proprie procedure di gestione del credito (autorizzate dalla Compagnia) e sulla base
di informazioni ottenute da provider di informazioni commerciali. (Autonomia nella
gestione dei propri crediti)

L’assicurato gestisce i rischi di credito fisiologici e prevedibili che ritiene di poter


sostenere attraverso la definizione di una Franchigia Annua Globale.
La Compagnia si assume invece i rischi imprevedibili e importanti che eccedono tale
franchigia (Copertura in caso di perdite imprevedibili ed importanti)

Si distingue dalle assicurazioni crediti tradizionali poiché consente all'assicurato di


scegliere liberamente i parametri della sua polizza.
La polizza ha 4 parametri principali: il Massimale, la Franchigia Annua Globale, la
Franchigia relativa – NQL o la Franchigia assoluta (il rischio mantenuto dall’assicurato) e il
Premio (la remunerazione del Massimale scelto).
Tre dei parametri sono stabiliti dall’assicurato, il quarto viene determinato dalla
Compagnia (Personalizzazione dei parametri della polizza)

Sinistro e indennizzo

Per arrivare all’indennizzo devono essersi verificati i seguenti eventi:

1. Mancato pagamento di un credito assicurato «certo liquido ed esigibile».


2. Denuncia del mancato pagamento / sinistro.
3. Costituzione del sinistro per insolvenza accertata o presunta del Debitore.

Per attivare la copertura, bisogna avere certezza che il credito non sia oggetto di
contestazione, per cui divengono necessari un decreto ingiuntivo esecutivo e/o la notifica
dell’atto di precetto.

Denuncia mancato pagamento

Presuppone il rispetto dei termini perentori posti per la denuncia del mancato pagamento:

- di massima 15 giorni dall’avvenuta conoscenza del mancato incasso di un titolo di


credito soggetto a protesto. Poiché la velocità di aggressione del patrimonio del
debitore insolvente è fondamentale per il rimborso del credito.
- dal verificarsi dell’insolvenza del debitore
- dalla scadenza dell’eventuale proroga concessa in autonomia o previa autorizzazione.

Sintesi (*)
L’assicurazione credito è una risposta concreta alle imprese che desiderano tutelarsi dal
64
rischio di mancato pagamento dei propri clienti (attuali e potenziali) e, al tempo stesso, un
utile strumento per le aziende che ambiscono a sviluppare il proprio fatturato

Offre una sinergia di servizi:

• Trasferimento del rischio: nel caso in cui avvenga il trasferimento del rischio del
mancato pagamento assicurato secondo il contratto assicurativo, l’assicuratore
indennizza la perdita secondo la percentuale di copertura nell’ambito del limite di
credito assegnato

• Prevenzione del rischio: l’assicuratore mantiene una ampia organizzazione globale al


fine di produrre e monitorare le informazioni finanziarie; monitoraggio dei limiti di credito
per aiutare a prevenire il rischio di gravi perdite connesse ai mancati pagamenti

• Recupero crediti: il servizio recupero crediti, disponibile in tutto il mondo grazie alla sua
rete globale di esperti in-house o esterni, per ottimizzare ed accelerare il processo di
recupero del credito
Vantaggio Aziende

1. Tutela

- previene il rischio di insolvenza della propria clientela


- protegge l’impresa dalle perdite sui crediti

2. Accrescimento vendite

- Facilita l’accesso a nuovi mercati;


- incrementa la propria attività ampliando il parco clienti;

3. Miglioramento portafoglio clienti

- Attenta selezione della Clientela;


- attenta valutazione del credito da concedere;
- continuo monitoraggio di ogni singolo Cliente.

Vantaggio Banche

Un’azienda che ha una polizza crediti è un’azienda più solida e quindi meno rischiosa.

1. Aspetto finanziario

- La polizza rafforza la solidità dell’azienda cliente della banca, riducendone la probabilità


di default
- La cessione alla Banca dei diritti di polizza da parte dell'azienda cliente, consente
all'Istituto di Credito di incassare direttamente gli indennizzi relativi a mancati
pagamenti di fatture da lui stesso anticipate
- La polizza può rappresentare per la Banca un elemento di attenuazione del rischio
operativo, nell'ambito degli schemi di ponderazione previsti dall'accordo di Basilea II

2. Aspetto commerciale
65
- Allargare la gamma dei servizi offerti alla propria clientela
- Fidelizzare i propri clienti
- Sviluppare nuovi clienti e favorire il cross selling
- Contrastare la concorrenza di primari Istituti di Credito che propongono la polizza ai
propri clienti

3. Altri aspetti

- La polizza sottoscritta dall'azienda cliente fornisce alla Banca un patrimonio


informativo aggiuntivo, che gli consente di osservare il proprio cliente da "nuove
angolazioni", e ciò sia per finalità di sviluppo commerciale che di monitoraggio del
proprio rischio credito
- La valutazione effettuata dalla Compagnia di Assicurazioni sull'azienda cliente della
Banca, può rappresentare per quest'ultima un ulteriore elemento comparativo nella
valutazione dell'azienda cliente stessa

Le polizze parametriche: una delle più


importanti tendenze Insurtech
 Uno delle principali tendenze dell’innovazione del settore assicurativo.

 Un elemento importante nell’Insurtech, verso l’utilizzo dei big data e tecnologie mobili.

A differenza delle assicurazioni tradizionali, nelle quali il premio viene calcolato in base alle
caratteristiche del rischio assicurato, nelle assicurazioni parametriche il premio è calcolato
sulla base della probabilità di un evento.
In caso di sinistri ,ad esempio, nell’assicurazione tradizionale, l’indennizzo viene
calcolato in presenza dei danni effettivi, documentati da una perizia; nell’assicurazione
parametrica, l’assicurato non deve dimostrare di aver subito un danno,offer un
pagamento di un import prestabilito, basato sulla probabilità di accadimento dell’evento
predefinito.

Le aree di applicazione:
Le principali aree di applicazione dell’assicurazione parametrica ad oggi
includono

 Protezione contro i disastri naturali come terremoti, cicloni e uragani, fenomeni la


cui assicurabilità con prodotti parametrici è supportata da dati meteorologici misurati
in un periodo specifico;

 Protezione per i raccolti agricoli contro danni e perdite causati da inquinamento


atmosferico, condizioni di siccità o danni da grandine, ancora una volta supportati
da dati meteorologici misurati in un periodo specifico;

 Coperture contro le cancellazioni o ritardi di voli aerei o eventi

66
Vi sono poi altre aree in cui l’utilizzo di prodotti parametrici sta iniziando ad essere
sperimentato

 Copertura delle perdite di profitto di attività produttive ad esempio in conseguenza


di interruzione dei sistemi a seguito di attacchi informatici, maltempo, o pandemie;

 Coperture per la caduta dei tassi di occupazione di stanze di hotel o ristoranti, ad


esempio in conseguenza di condizioni meteo avverse;

 Protezione per fermo di macchinari industriali in conseguenza di attacchi


informatici, coperture spesso fornite con l’ausilio di sistemi di Industrial IoT

Le assicurazioni parametriche sono una valida offerta per quelle tipologie di


rischio per le quali le soluzioni assicurative tradizionali non sono offerte o non
sono economicamente sostenibili per gli assicuratori.
Parliamo di rischi come le alluvioni, ad esempio, per cui le coperture tradizionali
non sono sostenibili per gli assicurati, creando un problema di anti selezione e di
difficoltà di raggiungere una massa critica sufficiente.
Tramite le coperture parametriche è poi possibile sviluppare pricing più
scientifici sulla base del fatto che il prodotto parametrico è collegato ad uno
specifico parametro isolato piuttosto che ai danni diretti o indiretti subiti dal bene
assicurato i quali possono derivare da un’ampia gamma di accadimenti anche
diversi da quello assicurato.

Vantaggi e svantaggi

Le polizze parametriche stanno riscuotendo un forte interesse tra gli addetti ai


lavori derivante dal fatto che hanno la potenzialità di offrire numerosi benefit
sia agli assicuratori che agli assicurati.

Innanzitutto hanno il potenziale per contribuire alla riduzione del protection


gap fornendo un accesso al mercato assicurativo a fasce di popolazione/aziende
che diversamente non potrebbero assicurarsi
Gli agricoltori nei paesi in via di sviluppo, ad esempio, non hanno facile accesso
ai servizi assicurativi tradizionali, specialmente coloro che risiedono in aree
remote.
Coperture offerte come la svedese Bika o l’inglese Global Parametrics
consente di fornire un supporto economico di importo ridotto ma rapido
consentendo a famiglie e imprese colpite da un evento catastrofico di ripartire il
prima possibile, in attesa del risarcimento fornito dalla garanzia catastrofale della
polizza incendio della casa o dell’azienda.

Le polizze parametriche hanno una maggiore efficacia anche nella pianificazione


finanziaria le uscite derivanti dalle polizze parametriche sono legate agli eventi i
quali sono maggiormente gestibili tramite modelli di rischio adeguati e non ai danni
subiti dai beni assicurati, che dipendono da molte variabili anche al di fuori del controllo
dell’assicuratore

D'altro canto le polizze parametriche, data la loro caratteristica di rendere il


pagamento dell’indennizzo indipendente dal danno effettivamente subito
67
dall’assicurato, se non formulate e distribuite con determinate accortezze possono
incorrere in problematiche di tipo regolatorio
- Il principale punto di attenzione del regolatore è legato alla possibilità che questi
prodotti possano uscire dall’ambito dei prodotti assicurativi e funzionare come prodotti
finanziari derivati in cui il soggetto contraente può utilizzare la copertura come uno
strumento per scommettere sull’accadimento di un evento senza avere un interesse
specifico da tutelare, e incassare quindi un importo legato all’accadimento dell’evento
senza aver effettivamente subíto un danno.

- Un secondo punto di attenzione è prettamente assicurativo, ed è legato alla


prospettiva per l’assicuratore di perdere il controllo sui pagamenti dei sinistri, un
aspetto questo che viene gestito con l’individuazione di trigger adeguati e inserendo
nei prodotti più livelli di check prima del pagamento del sinistro

OPERAZIONI INTERNAZIONALI, RUOLO E FUNZIONI


DELLA “SACE”
RISCHI OPERAZIONI INTERNAZIONALI

Anni 73-74, cresceva il numero di imprese che si affacciava al mercato estero di


conseguenza era necessaria una valutazione dei rischi al livello internazionale.
Tutt’oggi la valutazione dei rischi è parte fondamentale dell’organizzazione aziendale tanto
è vero che non esiste impresa che non presenti un CRO (Chief Risk Officer) direttamente
deputato e specializzato a questa analisi.
Nell’affacciarsi a mercati internazionali sussistono 4 rischi fondamentali:

o Rischio di credito
o Rischio normative
o Rischio di violenza politica
o Rischio di mercato
1.
2. RISCHIO DI CREDITO (vedi prima)

3. RISCHIO NORMATIVO (Ex. Dazi di Trump alla Cina)

E’ il rischio di subire perdite a seguiioto di azioni discriminatorie da parte del governo


estero. Può sorgere quando il governo estero adotta misure legislative che:

• Privano l’operatore nazionale del diritto di proprietà o dell’effettivo controllo degli asset
detenuti nel paese (“expropriation risk”, confisca, nazionalizzazione). (Esempio:
raffineria ENI in Libia, a seguito della nazionalizzazione di tutte le imprese libiche,
diventa di proprietà dello Stato).

• Modificano unilateralmente o non rispettino gli impegni contrattuali assunti dal governo
o da enti pubblici, anche non sovrani, del paese estero (Ex. Stato argentino decide di
non pagare le obbligazioni contratte con paesi esteri o quantomeno ne modifica i termini
di pagamento).

• Impediscono all’operatore nazionale il rimpatrio dei profitti (Ex. Devo per forza
68
reinvestire i profitti nel paese estero senza poterli rimpatriare).

Gli asset più esposti a tale rischio sono:


 Beni fisici (Ex. macchinari).
 Beni immateriali come licenze e concessioni.
 Profitti e dividendi.

I principali rischi normativi sono:


 Rischio esproprio (Governo si appropria dei miei asset): occorre esaminare
variabili di governance e relative allo stato di diritto (es. la legislazione
corrente, l’efficacia e l’indipendenza del sistema giudiziario, il livello di
corruzione … tutti i caratteri qualitativi del paese estero).

 Rischio di trasferimento (Ex. Impossibilità di rimpatriare i profitti):


assumono maggiore rilevanza le variabili quantitative di natura economica e
finanziaria (Ex. In Venezuela c’era crisi e non si poteva permettere la
fuoriuscita di capitali).

N.B. Queste azioni, per essere propriamente considerate come rischi politici/normativi,
devono connotarsi come “discriminatorie”, ossia essere rivolte a specifici soggetti
(presumibilmente stranieri, a vantaggio degli attori nazionali). Al contrario, quando tali
azioni sono rivolte indiscriminatamente a tutti gli operatori economici nel paese, nazionali
e stranieri, sono normali rischi di impresa.

4. RISCHIO DI VIOLENZA POLITICA (ex insediamenti petroliferi distrutti in Siria)

E’ il rischio che episodi violenti causino perdite per gli asset dell’operatore straniero (Ex.
tumulti, guerre nazionali o internazionali, rivoluzioni, sabotaggi, attentati).

I danni possono essere:


 Fisici (Ex. danneggiamento o sabotaggio di macchinari).
 Finanziari (Ex. ritardi o interruzioni dell’attività produttiva e quindi riduzione
del cash flow).

Esempio: possono essere gli attacchi terroristici nell’area del mar rosso, che pur non
danneggiando materialmente gli immobili riducono la clientela degli alberghi.

La valutazione del rischio di violenza politica si basa sulle fragilità sociali o istituzionali del
paese.

Esempio: esistenza di dispute/conflitti interni o esterni, livello di accountability (obbligo


per un soggetto di rendere conto delle proprie decisioni e di essere responsabile per i
risultati ottenuti), stabilità del governo, condizioni socio-economiche della popolazione,
stato di sicurezza nazionale e regionale, ruolo dei militari in politica, corruzione.

5. RISCHIO DI MERCATO

E’ il rischio che le variazioni nei prezzi macroeconomici dell’economia estera (tasso di


inflazione, tasso di cambio e tasso di interesse) riducano il valore degli asset finanziari in
valuta locale dell’operatore nazionale.
69
Esempio: Una società di Milano nel 2014 decise di investire in imprese facenti parte del
settore della sanità in Brasile, le variazioni nei fattori precedentemente elencati hanno
fatto si che l’investimento non andasse a buon fine e che i ritorni fossero inferiori a quelli
preventivati a causa della mancata o erronea analisi del rischio mercato.

La diminuzione di valore può essere:

 Diretta, se l’operatore nazionale è proprietario dell’asset.

 Indiretta, l’operatore nazionale vanta crediti da soggetti esteri, la cui


capacità di pagamento è compromessa dalle suddette fluttuazioni dei
prezzi.

La variazione di questi fattori dipende dalle condizioni correnti e dalla vulnerabilità


dell’economia estera.

COME SI RIDUCONO I RISCHI SULLE OPERAZIONI INTERNAZIONALI?

Le PMI (piccole medie imprese) si affacciano ai mercati internazionali tramite


prevalentemente export ovvero vendita sui mercati esteri di prodotti realizzati in Italia, o
tramite investimenti. L’obiettivo è diversificare i mercati.

La concorrenza sui mercati esteri, però, fa si che gli imprenditori debbano adottare, per
far crescere e mantenere il business, un atteggiamento più morbido verso gli acquirenti
ad esempio concedendo dilazioni di pagamento.
Sussistono quindi 2 obiettivi coesistenti e opposti:
 Concedere un pagamento dilazionato nel tempo
 Ottenere lo smobilizzo del credito per generare cash (riscuotere subito il denaro).

E’ necessario gestire il rischio di credito nelle operazioni internazionali in modo da


conciliare il più possibile questi obiettivi.
Gli strumenti per la gestione del rischio credito sono sostanzialmente 3:

1. Forfaiting: Smobilizzo di crediti incorporati in titoli espressi in valuta estera con


scadenza nel medio termine in crediti in valuta nazionale a vista (Ex. Portafoglio
allo sconto in cui l’azienda porta delle fatture in banca che gli anticipa liquidità per
importo inferiore alla somma fornita dall’imprenditore tramite fatture, esempio
porto fatture per 100.000$ la banca mi anticipa 80.000$).
La cessione dei crediti con forfaiting può essere fatta solo pro soluto.

2. Factoring: come Forfaiting ma la cessione può essere pro solvendo o pro soluto,
solitamente vengono smobilizzati crediti in valuta nazionale e la cessione dei crediti
avviene in blocco.

3. Polizze di assicurazione crediti: è un rimedio risarcitorio che opera prevedendo


un indennizzo in seguito al verificarsi del sinistro, che nel caso di specie è dato dal
mancato pagamento dei crediti. Risolve il problema di eventuale insolvenza del
debitore estero ma, operando in regime risarcitorio, non raggiunge l’obiettivo di
smobilizzo del credito.
70
Gli strumenti sono molto più efficaci se combinati tra loro: l'assicurazione del credito con
la cessione dello stesso, consente di conciliare le esigenze riduzione rischio di credito e
smobilizzo degli stessi.(cedendo l’assicurazione del credito alla banca)

La somma del prezzo del factoring pro solvendo e della polizza è inferiore alla prezzo del
factoring pro soluto.

POLIZZE EXPORT (ex primavera araba)

Sono polizze crediti connesse a crediti verso soggetti esteri.


I recenti eventi in Medio Oriente e Nord Africa stanno confermando quanto già emerso in
occasione della Primavera araba: il fatto che un paese e le sue imprese non abbiano
trascorsi di difficoltà nei pagamenti e abbiano dimostrato negli anni una buona capacità
di tener fede agli impegni, non garantisce di per sé la sicurezza del business.

Esempio: azienda vede non pagata fattura da 50k$, se il margine/utile sui 50k è l’8%
ovvero su 50k guadagno 4k, devo vendere per 50/0,08, ovvero 625k$, se il margine fosse
del 5% dove vendere per 1mln$.

Se ci fosse stata polizza crediti per 50k$ allora in questo caso sarebbe stato indennizzato
senza necessità di dover vendere tali somme enormi.

Anche la compagnia stessa, quando deve valutare il profilo di rischio di un credito estero,
analizza:
• rischio paese
• forza contrattuale e grado di conoscenza tra le parti
• importo della fornitura
• tipologia di merce
• modalità di trasporto

SACE

Servizi Assicurativi per il Commercio Estero, è una S.P.A. ed ha sede a Roma.


Ente che opera in 189 paesi con l’obiettivo di sostenere le imprese italiane nel commercio
estero.

Offre un’ampia gamma di prodotti assicurativi e finanziari:


 Credito all’esportazione e project finance.
 Protezione degli investimenti all’estero
 Garanzie finanziarie
 Assicurazione del credito
 Cauzioni e rischi della costruzione
 Factoring credito all’esportazione

I quali favoriscono il commercio estero per le imprese italiane di rilievo per l’economia

E’ composta da 4 strutture:

1. SACE S.p.A. (società assicurativa appartenente al Gruppo CDP; offre un’ampia


gamma di prodotti e servizi assicurativo-finanziari per sostenere la competitività
71
delle imprese italiane: export credit, protezione degli investimenti esteri, garanzie
finanziarie e cauzioni).

2. SACE BT S.p.A. (società assicurativa interamente controllata da Sace S.p.A.; opera


nei rami credito, cauzioni).

3. SACE SRV S.r.l. (società interamente controllata da SACE BT) è specializzata in


servizi d’informazione commerciale e recupero crediti, che gestisce anche per le
altre società controllate da SACE.

4. SACE Fct S.p.A. (intermediario finanziario specializzato nel factoring) offre un’ampia
gamma di servizi per lo smobilizzo dei crediti, dedicati ai fornitori della Pubblica
Amministrazione e dei grandi gruppi industriali e alle imprese esportatrici; è
interamente controllata da SACE S.p.A.

I vantaggi sono:

• la copertura di SACE dà una garanzia per lo sconto in banca dei crediti esteri a
condizioni migliori rispetto a scontare un credito non coperto da nessuna polizza o da
altro ente, lo sconto di un credito con copertura SACE viene visto come più sicuro dalle
banche.
• SACE valuta il credito come scritto sopra ed è l’unica compagnia che fornisce coperture
dal rischio crediti anche del 100%.

Esempi:
 Parmacotto ha avuto finanziamento di 5mln per 5 anni da SACE riuscendo ad
esportare negli USA.
 Brunello Cucinelli (cashmire) è stato finanziato e assicurato da SACE espandendosi
in tutto il mondo

Assicurazione trasporti
Fanno parte del ramo danni. Come visto nella storia introduttiva, hanno da sempre svolto
una funzione indennitaria e di sicurezza insostituibile per l’espansione dei commerci e la
crescita del sistema socioeconomico. Ha fatto da propulsore al progredire dei commerci e
quindi della crescita economica.

E’ l’unico ramo assicurativo che non ha bisogno di persuasione: sarà il commerciante che
ha bisogno di queste coperture a cercare l’assicuratore e non viceversa come negli altri
tipi di assicurazione.
Ha origini antichissime, già dagli antichi cinesi, babilonesi, romani e greci.

La tipologia dei rischi assicurati riguarda anzitutto:

- Le merci
- I corpi comprendono:
72
• Corpi marittimi, lacustri e fluviali.
• Corpi ferroviari, automezzi.
• Sono esclusi quelli aerei che rientrano nella responsabilità areonautica.

- Le responsabilità civile dei soggetti che effettuano le operazioni di trasporto.


• Responsabilità del vettore marittimo.
• Responsabilità del vettore ferroviario.
• Responsabilità del vettore stradale.

Nell’ambito delle assicurazioni merci rientrano tutte le coperture di rischi relativi alla
movimentazione di beni, indipendentemente che essa avvenga per via di terra, di mare o
di aria. Per quanto riguarda il trasporto di valori (titoli di credito, moneta, assegni, materiali
preziosi) vi è una particolare assicurazione

L’insieme dei rischi assicurati viene suddiviso in due categorie:

- Rischi ordinari (RO): Tutti i rischi relativi a eventi naturali che riguardano l’elemento sul
quale si effettua il trasporto, nonché quelli che attengono ad avvenimenti collegati alla
normale azione dell’uomo nel movimentare e manipolare l’oggetto trasportato.

- Rischi Speciali (RGSS): Rischi di natura politica quali azioni di guerra, rivoluzioni
cattura, arresto, tumulti, sabotaggio che nelle condizioni generali sono esclusi ed è
necessaria una polizza aggiuntiva

Esempio: terrorismo, non viene più tanto assicurato dopo incidente delle Torri Gemelle
perché troppo costoso, le poche assicurazioni che lo coprono applicano particolari
clausole come la “paramount clouse” che copre il viaggio e la giacenza in magazzino di 30
o 60 giorni, la “termination on transit clouse” copre invece solo il viaggio.

Le assicurazioni trasporti sono disciplinate da:

- Codice Civile: (artt.1882-1918, 1932);


- Codice della navigazione (artt.514-547 per i rischi marittimi e art. 1001-1021 per rischi
aerei)

- Clausolari stranieri (Institute of London Underwriters). Possono essere stipulati da


convenzioni straniere, come quella di Roman, per sottoporre un contratto a leggi
diverse.

I soggetti delle operazioni di trasporto


I soggetti che intervengono nel trasporto delle merci sono:

- Mittente: l’azienda che vende le merci, che va a commissionare il trasporto. E’ il


soggetto che, per legge, deve fornire la documentazione a colui che deve eseguire il
trasporto.

- Ricevitore o destinatario: colui che riceve le merci.


- Spedizioniere: E’ colui che organizza il trasporto ma non lo esegue, agevola
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l’instradamento delle merci, svolgendo le pratiche stradali, fiscali, sanitarie ecc.. stipula
il contratto di assicurazione in nome e per conto del mittente, inoltre svolge un’attività di
consulenza nei confronti del mittente.

- Vettore: prende in consegna le merci e si assume degli obblighi, ovvero la


responsabilità per l’eventuale inadempimento relativo alla mancata consegna, alla
distruzione delle merci. Responsabilità personale e diretta che riguarda sia il trasporto
sia le fasi di custodia. Non ha responsabilità se dimostrato il caso fortuito.

- Spedizioniere/vettore: lo spedizioniere coincide con il vettore (viene ad assumere diritti


ed obblighi anche del vettore e quindi tutte le responsabilità), esegue anche il trasporto
con mezzi propri o altrui. Doppia responsabilità: di natura professionale e in riferimento
alla consegna delle merci.

Il trasporto su strada, è la forma più diffusa di trasporto, circa l’80%. La generale disciplina
del Codice Civile è stata specificata con una serie di leggi speciali tra le quali:

- Legge 6 giugno 1974 n. 298: istituisce l’albo nazionale degli autotrasportatori, per
svolgere questa attività è necessaria una autorizzazione; colui che non è iscritto all’albo
non può assicurare la propria attività.

- Legge 22 agosto 1985 n. 450: introduce le limitazioni alla responsabilità del vettore in
caso di avaria e introduce un duplice sistema tariffario del trasporto.

- Legge 1 marzo 2005 n. 32: liberalizzazione dei prezzi e previsione di forma scritta dei
contratti di trasporto.

La polizza RCV (responsabilità civile del vettore)


Per soddisfare l’esigenza assicurativa riguardante la responsabilità vettoriale delle varie
imprese di autotrasporto è disponibile sul mercato italiano la Polizza della responsabilità
del vettore stradale predisposta dall’ANIA che presuppone talune condizioni quali:

- Esistenza di un massimale di indennizzo: si tratta di una polizza a primo rischio assoluto


(tenuto conto dei limiti di risarcimento descritti dalle leggi precedenti).

- Esclusione di quegli avvenimenti che non implicano alcuna responsabilità da parte del
vettore: rischi catastrofali, avvenimenti socio-politici che potrebbero impedire il trasporto.

- Autorizzazione del vettore all’autotrasporto per conto terzi: solo il vettore iscritto all’albo
può stipulare la polizza.

- Operatività della garanzia subordinata alla imprescindibile contestazione di una


responsabilità vettoriale: scatta dove ci sia un’evidente e riconosciuta responsabilità del
vettore.

N.B. Copertura viaggi: l’assicurazione riguarda la responsabilità relativa a tutti i viaggi che
intraprendono le merci che hanno inizio nel periodo temporale di vigenza della polizza e
cessano alla fine del viaggio.

74
Esempio:
01/10 stipulo polizza
31/12/n
La polizza scade al 31/12 (3 mesi), un viaggio che conclude il 15/10 viene coperto
normalmente dalla polizza.
Nel caso in cui un viaggio inizia il 30/12 e termina il 05/01/n+1, la copertura assicurativa
vale dal 30/12/n al 05/01/n+1 perché si tratta di “clausola viaggi”, anche se la polizza
sarebbe scaduta il 31/12/n. Se la clausola fosse stata copertura sinistri (o tempo) anziché
viaggi il periodo 01/01/n+1 non era coperto.

La polizza dello spedizioniere/vettore (assicurazione di viaggi)


Può essere applicata la polizza sinistri ma deve essere specificata nel contratto.
Tale polizza tiene indenne l’assicurato dalla responsabilità per il risarcimento sia per la
responsabilità professionale sia quella relativa alle merci:

- Danni e perdite materiali subiti dalle merci consegnategli alla spedizione.


- Perdite economiche subite dall’avente diritto sulle merci a seguito di:
• Inadempimenti contrattuali.
• Consegna delle merci non conforme alle istruzioni ricevute: Copre anche i costi
sostenuti per l’invio delle merci alla giusta destinazione.
• Mancata o erronea compilazione e/o inoltro di documenti.
• Omissioni o errori nel far valere i diritti di regresso dell’avente diritto sulle merci

Il trasporto multimodale
Forma di organizzazione della movimentazione delle merci nella quale un unico soggetto
si assume l’obbligazione nei confronti del committente di organizzare, coordinare ed
eseguire un trasporto dal luogo di produzione al luogo di consumo con l’utilizzo di due o
più sistemi di modalità di trasporto.

N.B. Utilizzano più mezzi di trasporto. Con un contratto si fa riscorso a diversi tipi di
combinazioni di trasporto (aereo-ferrovia-autocarro ecc)

Caratteristica peculiare è quella dell’assunzione da parte di un unico soggetto, l’operatore


di trasporto multimodale – MTO – dell’obbligazione nei confronti del committente
(caricatore/venditore).
Per le sue prestazioni, alle quali sono connessi una serie di rischi relativi a errori o
omissioni nonché a perdita o danno alle merci viaggianti, il MTO concorda un compenso a
forfait e risponde per il risultato di chi gli ha affidato l’incarico del trasporto delle merci.

Il MTO è responsabile per perdite e danni a merci, nonché per il ritardo nella consegna
qualora l’evento che li ha provocati sia avvenuto quando le merci sono a suo carico e nel
caso in cui il mittente abbia rilasciato una dichiarazione di interesse alla riconsegna a una
data specifica accettata dal MTO.

Svolgerà pratiche di import-export, regolamentando il trasporto in conformità alle


normative internazionali, si occupa dello sdoganamento e dell’assicurazione delle merci e

75
assicura la propria responsabilità civile.

Le cause di esonero da responsabilità:


- Atti, negligenze o omissioni del comandante della nave, marittimi, piloti o preposti del
vettore nella condotta della navigazione o gestione della nave.

- Incendio, purché non causato da consapevole errore del vettore (Esempio di errore
evidente: merci infiammabili e non si prende le giuste precauzioni).

La polizza RC del MTO


Sul mercato italiano è disponibile una copertura strutturata quale garanzia “di sinistri” e
non di “viaggi”: copre la responsabilità dell’assicurato per i sinistri che si verificano nel
periodo di validità del contratto.

Il tasso di premio non viene definito in termini assoluti, ma viene calcolato in termini
percentuali rispetto al fatturato al netto di iva che risulta dal registro delle fatture emesse
dall’impresa. Il tasso di premio tiene conto, tra l’altro:

- Del volume annuo di traffico suddiviso per ferrovia, nave, aereo, autocarro.
- Dei paesi di provenienza e di destinazione delle merci spedite (rischio Paese).
- Delle percentuali di carichi speciali: in riferimento a merci che richiedono cure
particolari, esempio merci con necessità di refrigerazione.
- Delle precedenti esperienze assicurative (la reputazione dell’assicurato).

L’ampiezza della copertura

L’assicurazione viene prestata per:

- La responsabilità civile per perdite e danni alla merce con un massimale per sinistro.
- La responsabilità per errori, omissioni o ritardi con un massimale per sinistro e per anno
assicurativo.

- La responsabilità civile verso terzi per danni involontariamente cagionati e dai quali
siano derivati la morte o le lesioni personali, ovvero danneggiamento a cose diverse
dalle merci spedite o trasportate e qualora l’evento non sia conseguente all’utilizzo di
mezzi in uso all’assicurato o non avvenga in aree di deposito dell’assicurato.

- La copertura opera in secondo rischio, cioè in eccedenza rispetto a quanto il contraente


dichiara di avere altrimenti assicurato in relazione a mezzi di trasporto, magazzini o
terminal da lui gestito.

Garanzie merci

Le garanzie merci sono polizze che proteggono l’assicurato dai rischi di eventi fortuiti o
accidentali che possono occorrere a beni viaggianti e, quindi, arrecare pregiudizio alla
transazione commerciale.

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- La polizza copre il valore reale delle merci in viaggio che deve essere necessariamente
specificato nella polizza

Se nella polizza non vi è alcuna indicazione, viene indicato il valore delle merci al
momento e nel luogo in cui le merci sono state caricate e a questo valore vengono
aggiunti tutti i costi che riguardano la spedizione, trasporto e viene inoltre aggiunta una
percentuale (solitamente 10%) a titolo di utile sperabile.

Le garanzie merci prevedono una copertura “da magazzino a magazzino” (dal mittente al
destinatario) e comprendono anche il periodo di giacenza di transito della merce.
Quest’ultima copertura viene a cessare dopo un determinato numero di giorni stabilito
nella polizza.

N.B. Le parti contrattuali possono limitare oppure ampliare la durata della garanzia ad
eccezione del rischio di guerra che può essere coperto solo per la durata del viaggio.

Le polizze possono essere stipulate “a viaggio singolo” oppure “a tempo”.

Formazione del premio

La copertura è stipulata dal proprietario della merce o su sua indicazione dallo


spedizioniere. Relativamente ad un trasporto via mare (più rischioso del trasporto via
strada), devono essere presi in considerazione diversi elementi tra cui:
- tipologia della merce, dell’imballaggio, del viaggio e della nave
- valore assicurato ed eventuali ulteriori clausole stabilite dalle parti
- ecc

Polizza merci italiana

La polizza merci di riferimento nel mercato italiano è un prodotto modulare (nel senso che
può essere adattato alle esigenze della controparte) che consente di assicurare merci sia
“a viaggio” sia a “tempo” con una copertura da magazzino a magazzino, tanto attraverso
clausole proprie (gestite dall’ordinamento italiano) sia con l’inserimento di clausolari
stranieri quali le Institute Cargo Clauses elaborate dall’Institute of London Underwriters.

Assicurazioni per viaggi singoli:


- Assicurazioni Merci I Pieno rischio; vengono coperti tutti i rischi eccetto quelli
esplicitamente esclusi
- Assicurazioni Merci II Rischi Base; vengono coperti solo i rischi riportati nella polizza
- Assicurazioni Rischi Scioperi sopra merci;
- Assicurazioni Rischi guerra e mine sopra merci;
- Assicurazioni Merci trasportate a mezzo autocarro;
- Assicurazioni Merci trasportate a mezzo ferrovia o posta

Garanzie offerte dal mercato internazionale

Soprattutto per i trasporti internazionali, sono frequentemente inserite le:


1. Institute Cargo Clauses (A), prevede una copertura riferibile all’assicurazione merci I
pieno rischio
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2. Institute Cargo Clauses (B) e (C), prevede una copertura su rischi nominati riferibile
all’assicurazione II rischi base
3. Air excluding Sendings by Post, prevede una copertura riguardante il trasporto aerei

Polizza a contraenza aziendale

L’acquirente è dal punto di vista giuridico l’unico titolare del diritto a chiedere il
risarcimento in denaro del danno relativo al danno o perdita delle merci: ciò che però
interessa è il risarcimento della merce danneggiata o persa.

Dunque indipendentemente dal momento in cui, a termini di legge o di prassi mercantile,


passano all’acquirente, in corso di trasporto, i rischi di danno o di perdita della merce
venduta, la polizza consente al venditore di tutelare il suo interesse commerciale di tenere
indenne la propria clientela da ogni inconveniente relativo al trasporto della merce
acquistata.
Vuol dire che l’indennizzo non viene pagato all’acquirente (come per legge sarebbe
dovuto succedere), ma la compagnia paga il risarcimento direttamente al venditore
(assicurato) perché cosi con i soldi del risarcimento può provvedere prontamente ad
inviarle all’acquirente allo scopo di agevolare gli scambi commerciali.
N.B. è necessario però il consenso dell’acquirente

Rientrano nella garanzia prestata tutte le merci indicate in polizza, siano esse prodotte o
commercializzate dal contraente, durante il trasporto fino al luogo di consegna indicato
nel contratto di vendita.

Il premio relativo a questa polizza viene calcolato sul fatturato vendite col pagamento di
un premio minimo al momento della stipulazione della polizza e poi con un conguaglio al
termine della polizza.

La copertura vale per i trasporti:

- con autocarri di proprietà o in gestione diretta del contraente;


- a mezzo di vettori di amministrazioni postale o ferroviaria e loro delegati;
- con autocarri di terzi regolarmente abilitati ai sensi di legge

Le esclusioni:

- rischi derivanti da colpa grave del contraente o dell’assicurato nella scelta del vettore
non adatto per quel determinato trasporto

- influenza di temperatura con riguardo a merci trasportate con autocarri frigoriferi

Polizze corpi

Assicurazioni che coprono i danni riportati dai mezzi (corpi di veicoli ferroviari e corpi di
veicoli marittimi, lacustri e fluviali) che effettuano il trasporto.
Non tutte le compagnie di assicurazione stipulano queste polizze perché si tratta di
importi elevati che prevedono la specializzazione in questo campo (stipulate solo da
compagnie specializzate come la Lloyd a Londra).

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Polizza corpi marittimi:

Elementi per la valutazione del rischio corpi marittimo:

- Nome, età, caratteristiche, portata della nave o della flotta navale


- Nome e caratteristiche dell’armatore;
- Limiti di navigazione (rotte percorse);
- Condizioni di assicurazioni richieste

Il premio di polizza è la risultante di due distinti premi: premio di perdita totale – calcolato
sul valore della nave – e il premio di avaria particolare determinato in base ad un importo
monetario fisso moltiplicato per tonnellate di stazza o portata (non viene applicata la
regola proporzionale della sotto assicurazione)

Anche qui possono essere inserite clausole stranieri, generalmente inglesi, come quelle
viste in precedenza.

Riassicurazione e coassicurazione
COASSICURAZIONE

Coassicurazione: contratto di assicurazione stipulato da più compagnie assicuratrici a


copertura del medesimo rischio per quote prefissate (art 1911 C.C.).
In caso di sinistro tutte le compagnie sono chiamate al risarcimento in basse alla quota di
rischio sottoscritta.

Esistono 2 tipi di coassicurazione:

Coassicurazione diretta: assicurazione di rischi:


• Di cui non si conosce la probabilità di accadimento (esplosione shuttle, rischio di
sinistro di veicoli a guida autonoma).
• Con un’alta probabilità che si verifichi il sinistro.
• Quando si tratta di beni di alto valore economico, a causa della cui entità ben
difficilmente un solo assicuratore potrebbe assumersi da solo l’intero rischio.(Ex
assicurazione del ginocchio destro di Ronaldo).

Lo scopo è spalmare il rischio su più assicuratori.

La coassicurazione è costituita da più contratti di assicurazione tra loro diversi (Ex. Se


dobbiamo assicurare la Juventus, ho un rischio molto elevato perché viaggiano tutti
insieme. La Juventus stipula più contratti con cui ogni compagnia prende una percentuale
di rischio. Normalmente viene inserita una “clausola di delega” con l’obiettivo di rendere
più semplice la gestione dei contratti, la Juve non deve interloquire con 30 assicuratori
ma essi delegano una sola compagnia ad avere rapporti con il contraente; la compagnia
delegataria ha un mandato di rappresentanza.

La coassicurazione diretta è trasparente perché tutti gli assicuratori sanno quale rischio
stanno assicurando e per quale quota.
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Coassicurazione indiretta: il contraente stipula “n” contratti ma le varie compagnie non
sanno di stare assicurando lo stesso bene.

Giuridicamente non è consentito perché in caso di sinistro se tutte le compagnie


pagassero l’intero danno il beneficiario avrebbe un vantaggio economico, il che va contro
al principio indennitario.

L’assicurato ha quindi l’obbligo di comunicare alle varie assicurazioni se il bene è


assicurato anche con altre compagnie. Se l’assicurato omette dolosamente di darne
avviso, gli assicuratori non sono tenuti a pagare l’indennità.

In caso di sinistro l‘assicurato:


• deve darne avviso a tutti gli assicuratori, indicando a ciascuno il nome
degli altri (art.1913 C.C.).

• può chiedere a ciascun assicuratore l‘indennità dovuta secondo la


rispettiva Polizza, purché le somme complessivamente riscosse non superino
l‘ammontare del danno (art. 1980 C.C.).

Differenza tra coassicurazione e riassicurazione

Coassicurazione è contratto tra compagnie e contraente, quello di riassicurazione è tra


due compagnie.

Contratto di riassicurazione è un contratto giuridicamente separato e autonomo da quello


di assicurazione.

I contratti riassicurativi sono solitamente domestici, con compagnie dello stesso stato per
assicurare beni di un contraente di quello stato, o non domestici, con compagnie di altri
stati.

In caso di coassicurazione l’assicurato chiede l’indennizzo a tutti gli assicuratori, nella


riassicurazione invece il contraente ha rapporti soltanto con l’assicuratore diretto.

RIASSICURAZIONE
La riassicurazione è un contratto tra due o più soggetti sulla base del quale un
assicuratore diretto (riassicurato o cedente), dietro il pagamento di un premio, ottiene che
uno o più riassicuratori coprano la totalità o una quota parte di un determinato rischio e/o
sinistro che egli abbia già assunto o possa assumere. Il riassicuratore può eventualmente
riassicurarsi con altre compagnie che vengono dette retrocessionari.

Si evidenziano 2 tipi di riassicurazione:

Riassicurazione attiva: processo assuntivo del rischio da parte del riassicuratore che
accetta il rischio, i premi ed i sinistri in riassicurazione.
Riassicurazione passiva: effettuata dall’assicuratore diretto che cede il rischio, i premi
ed i sinistri in riassicurazione.

80
La riassicurazione si stanzia su diversi livelli:

Riassicurazione di primo livello: primo grado di cessione del rischio, ossia del rapporto tra
assicuratore diretto e riassicuratore.
Riassicurazione di secondo livello: retrocessione del rischio da un riassicuratore ad un
altro riassicuratore.

La catena di riassicurazione può essere molto ampia a seconda della complessità,


incertezza e rilevanza economica del rischio (Ex. Mi assicuro per invalidità permanente
per 100.000$ probabilmente Generali non ha nemmeno la necessità di riassicurarlo, se
però si assicura Ronaldo il rischio varrebbe 100mln allora Generali lo riassicura e il
riassicuratore lo retrocede e così via. In questo modo i 100mln vengono spartiti in piccoli
pezzettini.)
Esempio classico è quello dei rischi catastrofali (ex caduta aereo Torino, inquinamento di
centrale atomica).

N.B. L’assicuratore originario deve pagare il danno e poi rifarsi su tutti i riassicuratori che
a loro volta si rifaranno sui retrocessionari, la creazione di contratti di riassicurazione non
crea riflessi giuridici sul rapporto tra contraente e assicuratore diretto.

Vantaggi riassicurazione

Incremento capacità di sottoscrizione

Le compagnie possono stilare polizze in base alla loro capacità patrimoniale, a un certo
punto una compagnia non potrà assumere rischio perché il rapporto tra capitale e rischi è
troppo elevato e non più sostenibile.
L’indice di riferimento è il tasso di solvibilità= (capitale+riserve libere)/volume portafoglio.
Ex. Compagnia ha capitale 50mln e assume rischi per 300mln, tasso di solvibilità è il
16,6% (50mln/300mln), aumentando i capitali assicurati riduco l’indice di solvibilità al di
sotto del floor (minimo) con la conseguenza di non poter più assumere rischi.
La soluzione per ricominciare a fare polizze è cedere rischi in riassicurazione riducendo il
valore del portafoglio e di conseguenza alzando il tasso di solvibilità. Potrei anche
aumentare il capitale ma questo ha un costo maggiore rispetto alla riassicurazione (Ex
Cadige Assicurazioni non è riuscita a aumentare capitale perché il tasso di interesse che
chiedeva era troppo alto e non ha trovato nessun investitore).

Ripartizione del rischio (Ronaldo)

Stabilizzazione risultati economici

Se assicuro un motorino e una nave, se brucia il motorino lo pago se brucia la nave non
ho la capacità economica per la copertura di tale sinistro.
Allora il motorino non lo riassicuro ma la nave si così se ho andamento anomalo dei rischi
l’impatto negativo che ho è solo la percentuale di rischio della nave che non ho
riassicurato.

Solidità finanziaria del cedente: più è alto l’indice di solvibilità più è alto il valore di una
compagnia. La riassicurazione aumenta l’indice e quindi la solvibilità e quindi il valore
della compagnia.

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Riassicurazione tradizionale e non tradizionale

Riassicurazione si distingue in riassicurazione tradizionale e non tradizionale (comunque


una compagnia può stipulare entrambe le tipologie):

82
Riassicurazione Tradizionale

Si distingue a sua volta in:

1. Riassicurazione facoltativa

Nata per prima. Si riassicura un singolo rischio.

La compagnia cedente propone una quota di rischio al riassicuratore. Questo valuta il


rischio e decide se accettare la quota o meno. Se accetta, il cedente pagherà un premio.

Processo di gestione molto complesso e oneroso in quanto per ogni rischio che voglio
cedere in riassicurazione devo ogni volta andare sul mercato della rassicurazione e
cercare una compagnia disponibile allo scambio e ogni volta definire i termini
dell’accordo.
Oggi è usata in via residuale per rischi non compresi nella riassicurazione per trattato o
per rischi nuovi, rischi sottoposti al cambiamento delle condizioni economiche del luogo
(ex Libia).

E’ possibile ottenere know-how e expertise di riassicuratori specializzati (Ex riassicuratori


specializzati nelle navi).

Svantaggi:
• molto costosa in termini di lavoro amministrativo di gestione dell’operazione.
• trattative molto lunghe.
• rischio di perdere un affare per i tempi molto lunghi di ricerca riassicuratore.
• Basse commissioni dal riassicuratore all’assicuratore.
Il collocamento di una riassicurazione prevede la presentazione del rischio al
riassicuratore tramite un documento detto “reinsurance placement Slip” che presenta le
caratteristiche del rischio e del possibile contratto.

La riassicurazione tradizionale facoltativa può essere:

A. Proporzionale

L’assicurazione che cede il rischio proporzionalmente viene detta “cedente”.


Cedente cede al riassicuratore, nella stessa proporzione, il rischio, il premio e il recupero
del sinistro.

Esempio: Ho un rischio assicurato per 500mln$ a cui corrisponde un premio di 50mln$,


cedo il 60% del rischio 300mln$, il 60% del premio 30mln$ e, al verificarsi di un eventuale
sinistro ad esempio 100mln$, il 60% del danno da rimborsare ovvero 60mln$.

83
B. Non proporzionale

In questo caso la compagnia che cede il rischio non proporzionalmente viene detta
“riassicurato”.

La riassicurazione facoltativa non proporzionale è caratterizzata dalla cessione in


proporzione diversa del rischio, del premio e del recupero del sinistro.

Solitamente il riassicuratore prende una percentuale di rischio minore e un premio


maggiore, nonostante questo possono esistere casi in cui tra convenienza nel riassicurare
una percentuale di rischio più alto a fronte di un premio più basso:

1. Riassicuratore ha interesse a prendere il riassicurato come cliente, allora è disposto ad


offrire condizioni migliori.

2. Una compagnia riassicurata specializzata in navi può constatare che l’effettivo rischio
a lei proposto è inferiore rispetto a quanto è stato valutato dal riassicurato e che la
nave non affonderà mai.

2. Riassicurazione per trattato

Il trattato di riassicurazione è un accordo che impegna la compagnia a cedere e il


riassicuratore ad accettare i rischi che rientrano in una stessa classe di rischio (ramo), in
uno stesso ambito territoriale e con uno stesso massimale o somma assicurata non
superiore ad un limite indicato.

Esempio: Per tutte le polizze incendio che stipuli ti cedo il 60% del rischio e ti pago 1$ a
polizza.

Accordo che nasce per fare in modo che tutti i rischi di una determinata categoria
vengano riassicurati automaticamente.

Questo tipo di riassicurazione è meno costosa in quanto avviene in automatico e non ho


costi per la ricerca del riassicuratore e la stipula di ogni accordo.

Anche qui può essere proporzionale o non proporzionale.

A. Proporzionale

I contratti di riassicurazione per trattato proporzionali sono di 3 tipi:

- Trattato quota share: cedo sempre la stessa quota di tutti i rischi e di conseguenza
il premio e l’eventuale risarcimento (ex. Ho riassicurato 3 rischi per quota share di
tutti e 3 cederò automaticamente il 50%). Non comporta ampi costi amministrativi.
Le commissioni sono di norma più alte.

- Trattato eccedente: fino a una certa soglia (detta “pieno di conservazione”, importo
massimo che la cedente vuole conservare su di sé) il rischio permane alla cedente,
oltre quella soglia il rischio viene riassicurato. Consente i assicurare i rischi in base
alla dimensione degli stessi. In questo modo la compagnia si toglie tutti i rischi più
grossi (rischi di punta).

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- Trattato Fac-Obbligatorio (Facob): il cedente ha la facoltà di cedere il rischio, se
decide di cederlo il riassicuratore ha l’obbligo di assumerlo (in quella facoltativa era
aveva la facoltà di non assumerlo).

B. Non proporzionale

I contratti non proporzionali sono come quelli facoltativi ma per tutti i rischi di un
determinato tipo.

Le tipologie sono molto varie, ad esempio abbiamo:

- Trattato per eccesso di sinistro catastrofale: il riassicurato cede al riassicuratore


solo i sinistri catastrofali che, ad esempio, brucino almeno 3 immobili di una certa
provincia.

- Trattato per eccesso di sinistri per anno: fisso un numero limite di sinistri in un
anno oltre il quale tutti i rischi vengono ceduti.

Questi tipi non sono alternativi ma possono essere conseguiti contemporaneamente.


Le compagnie si stanno specializzando nella funzione di riassicurazione.

Riassicurazione non tradizionale

Si parla di assicurazione non tradizionale quando l’assicuratore o uno stesso


riassicuratore decidono di trasferire un determinato rischio (o gruppo di rischi) attraverso
delle combinazioni assicurativo-finanziarie non direttamente riconducibili alle tradizionali
modalità di cessione.

In questo caso si parla di “trasferimento alternativo del rischio” o Alternative Risk Transfer
(ART).
Le soluzioni ART sono molteplici e quasi sempre sono prodotti “personalizzati” sulle
specifiche esigenze del cliente.

Gli obiettivi di tale riassicurazione dipendono dalle esigenze del cliente ma in generale
sono:

• Stabilizzazione nel tempo dei risultati economico-finanziari.


• Miglioramento del margine di solvibilità, aumentare la capacità di assumere rischi.
• Ridurre l’esposizione verso sinistri che la compagnia non ha ancora pagato, cedo una
parte di rischi e quindi anche una parte di sinistri che non ho ancora pagato.
• Trasferimento delle gestione dei rischi a terzi in caso di run-off, cessione del portafoglio
rischi in riassicurazione nel caso, ad esempio, di acquisizione da parte di un’altra
impresa.

I contratti di riassicurazione non tradizionale variano da paese a paese ma ci sono limiti


alla loro diffusione in quanto ci vuole un’altissima professionalità e delle strutture molto
elevate, alcune sono compagnie estere il che può avere riflessi in termini di fiscalità sulla
compagnia cedente e costi dei contratti molto elevati.
La riassicurazione non tradizionale è complementare a quella tradizionali e serve per
gestione rischi particolari o gestione portafogli in run-off.

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LLOYD’S DI LONDRA
Nacque nel 1688 all’interno dell’ “Edward Lloyd’s Coffee House”, ma nascono
ufficialmente nel 1871 con il “Lloyd’s act”.

I Lloyd’s di Londra non sono una compagnia assicurativa o riassicurativa ma sono un vero
e proprio mercato che, per gli attori, struttura e funzionamento non ha eguali nel resto del
mondo.

E’ l’unico mercato che riesce a coprire qualsiasi rischio proposto e la garanzia a copertura
di tali rischi è data dai capitali forniti dai membri che vi partecipano.

E’ composto da un comitato, il comitato dei Lloyd’s, composto da 9 membri.


Nel mercato ci sono 4 tipi di soggetti:

1. Members: soggetti che forniscono i capitali.

2. Syndicates: associazioni di members. Solitamente ogni sindacato si specializza


nell’assicurazione di determinate categorie di rischi.

3. Managing agents: gestiscono ogni Syndicate.

4. Brokers: intermediari tra assicurati e mercato Lloyd’s, unici soggetti autorizzati alla
vendita di polizze assicurative Lloyd’s.

I members si suddividono in:


- Individual members o “Names”: singoli individui che sottoscrivono con responsabilità
illimitata, se avviene un sinistro sono chiamati a pagare il danno rischiando tutto il loro
patrimonio.
- NameCos: singoli o gruppi che sottoscrivono tramite società di capitali a responsabilità
limitata
- Scottish Limited Partnership: singoli o gruppi di individui che sottoscrivono attraverso
società di persone a responsabilità limitata costituite in Scozia.
- Corporate members: compagnie assicurative o società finanziarie a responsabilità
limitata.
- Limited Liability Partnerships: singoli o gruppi che sottoscrivono attraverso società di
persone a responsabilità limitata.

I “Members” non sottoscrivono direttamente i rischi ma si avvalgono dei “Syndicates”


costituendo un “sindacato di sottoscrizione” che può operare in una nicchia di rischi
particolare oppure in un ambito più generale.

I members si distinguono in:


- Aligned members: member e managing agent sono posseduti dalla stessa società o
dello stesso gruppo.
- Unaligned members: quando “individual member” e/o “corporate member” partecipano
ad uno o più Sindacati ed hanno comunque un “Managing Agent” indipendente.

Non si può stipulare una polizza coi Lloyd’s senza l’intermediazione dei suoi brokers (oggi
circa 170). Esistono Lloyd’s brokers specializzati in determinate categorie di rischi.

86
ASSICURAZIONE E RIASSICURAZIONE “CAPTIVE”
Con l’espressione captive si intende una compagnia di assicurazione o di riassicurazione,
posseduta da un’unica impresa (detta parent company) o gruppo di imprese (operanti in
un settore diverso da quello assicurativo), che si occupa esclusivamente di coprire i rischi
connessi all’attività industriale svolta da tale impresa o gruppo di imprese.

La reale e fondamentale differenza tra una captive ed una compagnia di mercato è che
la captive non può in alcun caso emettere polizze o sottoscrivere rischi di terzi non
correlati con le attività operative della parent company.
In sostanza le imprese si auto-assicurano i rischi, rendendo efficiente al massimo la
gestione dei rischi.

Si sviluppa allora la figura dell’ERM “Enterprise Risk Management”, tale reparto della
“parent company” decide quanti e quali rischi trasferire alla captive la quale deciderà che
prezzo/premio far pagare alla parent company.

Il prezzo/“pricing” può essere:

- Market Price: la tariffazione avviene a prezzi di mercato, solitamente non viene mai fatto
in quanto, almeno scolasticamente, non ci sarebbe convenienza alla creazione di una
Captive.

- Costo Plus Basis: non si tiene conto dell’esperienza generale del mercato ma la
tariffazione avviene sulla base del premio puro da me calcolato sulla mia esperienza a
cui aggiungo un mark-up per il recupero dei costi di gestione.

Applicare il principio di Pricing del “Costo Plus Basis” espone la compagnia al rischio
fiscale in quanto un premio troppo basso fa si che l’utile della compagnia sia molto basso
e eventuali accertamenti sull’abbassamento dei premi per favoreggiare la “parent”
potrebbe configurarsi come reato di elusione fiscale.
Inoltre nel medio/lungo periodo, i bassi premi attireranno molta clientela e probabilmente
non saranno a disposizione risorse economiche per pagare tutti i sinistri.

I vantaggi sono:
- Esenzione dell’impresa dai costi di gestione/intermediazione
- La compagnia captive si specializza in un determinato ambito relativo all’attività della
parent che porta ad una migliore valutazione del rischio.

Il modello Captive opera come segue:

Parent Company captive di assicurazioni Mercato riassicurativo

Parent company costituisce una Captive assicurativa a cui paga premi e cede i rischi,
essendo la Captive una vera e propria compagnia di assicurazioni, essa può accedere al
mercato riassicurativo.

Modelli captive, mercato Lloyd’s, coassicurazione e riassicurazione sono tutte alternative


valide all’assicurazione di determinati rischi.
87
Si stanno sviluppando dal 2009/10 le cosiddette “compagnie in affitto” o i modelli “rent-a-
captive”.

E’ una captive posseduta da una parent company che decide di metterla a disposizione
di 1 o più clienti. (ex ENI dà vita alla sua compagnia di assicurazione, all’inizio essa
assicura solo gli stabilimenti di ENI, nel tempo si specializza talmente tanto che decide di
allargare il business assicurativo prestando servizio ad altre imprese quali ENEL).

I vantaggi per la Parent Company sono:


• Diversificazione dei rischi nella Captive quindi maggiore sicurezza.
• Maggiori ricavi derivanti dai premi delle altre imprese assicurate.

I vantaggi per il terzo sono:


• Trovare una compagnia pronta già specializzata in un certo ramo di mercato
• Bassi costi di start up in quanto paga solo i costi di affitto.

88
Polizze vita
Introduzione Alleanza

Alleanza è un marchio di Generali Italia.


La Rete Alleanza offre un’ampia gamma di prodotti previdenziali e assicurativi finalizzati
alla protezione e all’investimento. Dal mese di ottobre 2009 ha ampliato la propria offerta
iniziando la commercializzazione di prodotti “Danni”(rischio infortuni e malattie).
La Rete Alleanza con oltre 16.000 qualificati intermediari assicurativi, copre capillarmente
il territorio nazionale e assiste 2 milioni di Clienti.

Le tappe dello sviluppo


- 1898: Nasce Alleanza a Genova.
- 1934: Alleanza è acquisita da Assicurazioni Generali.
- 1982: Lancio della 1° versione della DR, prodotto di punta di Alleanza.
- 2000: Alleanza estende l’offerta al settore finanziario attraverso la propria Rete di PF.
- 2005: Alleanza riprende una forte politica di espansione e di modernizzazione.
- 2007: Liberalizzato il conferimento del TFR alla previdenza complementare: Alleanza si
colloca ai vertici del mercato.
- 2009: Dalla fusione di Alleanza e Toro, nasce Alleanza Toro la nuova compagnia del
Gruppo Generali.
- 2013: Dal mese di febbraio nasce la figura dell’Account (intermediario iscritto alla
sezione E del RUI).
- 2014: Dal 1° gennaio si ricostituisce Alleanza Assicurazioni.
- 2015: Dal 1° gennaio nel riassetto del gruppo Generali Italia Alleanza Assicurazioni si
specializza come marchio Famiglia.
- 2016: DIGIT@ll Alleanza Assicurazioni termina il RollOut e diventa la prima compagnia
digitale Italiana.

Evan Mackenzie*
L'uomo d'affari scozzese conoscitore del mercato assicurativo è il primo direttore di
Alleanza nel 1898
Considerò la professione dell'assicuratore un'arte per la quale occorrono studio,
passione, coinvolgimento: "è un'arte come tutte le altre, richiede talento e studio
applicato ai fenomeni quotidiani e mutevoli che si svolgono sotto i suoi occhi. I testi gli
forniscono tutt'al più cultura, ma soltanto l'osservazione continua dei fatti gli conferisce la
padronanza dell'arte sua”.
La sua gestione rispecchia una cultura anglosassone, capace di anticipare alcune
soluzioni di carattere organizzativo e funzionale che fanno di lui un uomo moderno. Evan
Mackenzie nasce a Firenze il 23 marzo 1852.

89
Cosa è un’assicurazione e perché fare attività assicurativa è
un’arte?
Vista singolarmente, ogni operazione assicurativa è obiettivamente sempre una
scommessa. La polizza è il documento scritto che attesta l’esistenza della scommessa e
per indicare il prezzo della scommessa si usa il vocabolo premio. Ciò che la trasforma in
un moderno (e lucrativo) atto economico, è la tecnica "assuntiva" (riferita all'assunzione di
rischi omogenei), per cui l'assicuratore è in grado di avvalersi di tabelle di probabilità
statistica e attuariale, in funzione delle quali il premio (ossia la tariffa) è calcolato per
ciascun evento in modo da garantire all'impresa di assicurazioni un esercizio
(statisticamente) vantaggioso del singolo ramo (danni, vita, incendio e così via).

Definizione giuridica di assicurazione


Art. 1882: “Contratto col quale l’assicuratore, verso il pagamento di un premio, si
obbliga a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un
sinistro (assicurazioni danni), ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un
evento attinente alla vita umana (assicurazioni vita)”.

Il rischio, per essere assicurato, deve essere:

- Futuro: non ci si può assicurare contro un evento (sinistro) già avvenuto.


- Incerto: non ci si può assicurare contro un evento che certamente avverrà.
- Economicamente dannoso: deve essere previsto un danno quantificabile in termini
economici.

I Rami Vita
I. Assicurazioni sulla durata della vita umana.
II. Assicurazioni di nuzialità e di natalità.
III. Assicurazioni, di cui ai rami I e II, le cui prestazioni principali sono direttamente
collegate al valore di quote di organismi di investimento collettivo del risparmio o di
fondi interni ovvero a indici o ad altri valori di riferimento.
IV. Assicurazione malattia e l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza che
siano garantite mediante contratti di lunga durata, non rescindibili, per il rischio di
invalidità grave dovuta a malattia o a infortunio o a longevità.
V. Operazioni di capitalizzazione.
VI. Operazioni di gestione di fondi collettivi costituiti per l’erogazione di prestazioni in
caso di morte, in caso di vita o in caso di cessazione o riduzione dell’attività
lavorativa.

90
Che cos’è una Polizza del Ramo Vita, e perché è importante?
E’ un contratto col quale il Cliente, pagando un premio alla Compagnia, si garantisce un
capitale o una rendita:
- Per far fronte a spese eccezionali (es.: acquisto casa) e/o integrare il proprio reddito, se
alla scadenza è ancora in vita.
- Per coprire sé e la sua famiglia dai rischi di morte, malattia, invalidità.

La vita di un individuo è contrassegnata dall’incertezza sul proprio avvenire, come la


durata e la qualità della vita strettamente legati allo stato di salute e al benessere
economico. Siccome gli eventi sfavorevoli che possono alterare la ricchezza di un
soggetto sono da esso praticamente impossibili da prevedere, da qui, nasce l’esigenza di
cautelarsi attraverso il controllo o il trasferimento del rischio a terzi.

Perciò il settore assicurativo (Ramo Vita in questo caso) svolge una funzione di rilevanza
fondamentale per l’economia, assicurando la copertura dei rischi, alcuni di rilevanza
sociale, che i singoli individui non potrebbero gestire.
La Società di assicurazione ripartisce il rischio tra una pluralità di soggetti e garantisce
loro un rimborso, dietro il pagamento di una somma di denaro assai inferiore rispetto al
danno eventualmente causato dall’imprevisto stesso (principio di mutualità assicurativa).

Quali rischi tutela una polizza del Ramo Vita?

1. Il rischio di premorienza: ossia la possibilità che un soggetto muoia (prematuramente)


privando di una fonte di reddito la propria famiglia.

2. Il rischio di longevità: ossia quando la durata della vita di un individuo è maggiore


rispetto alle risorse economiche di cui dispone per sopravvivere.

3. Rischi legati alla persona: ovvero il rischio che questa sia colpita da una malattia o da
un infortunio tali da determinare una diminuzione della sua ricchezza in termini di spese
per la cure e anche una minore fonte di guadagno dovuta all’inabilità temporanea nello
svolgere la propria attività lavorativa.

4. “Rischi legati ad Operazioni di capitalizzazione”: anche se non esiste un premio da


pagare per coprirsi dal rischio di mercato i contratti di capitalizzazione di tipo assicurativo
possono includere garanzie di rendimento minimo e di capitale.

I soggetti della polizza vita:


1. Assicuratore o compagnia, cioè colui che accetta il trasferimento del rischio, opera
in maniera autorizzata e professionale. Compagnia di Assicurazione che, a fronte del
pagamento del premio, emette il contratto e si impegna al pagamento della
prestazione pattuita al verificarsi dell’evento assicurato. può essere:
• Società per azioni.
• Cooperativa a responsabilità limitata.
• Società di mutua assicurazione.

91
2. Assicurato il cui interesse è coperto dal contratto di assicurazione. La persona fisica
sulla cui testa (vita o morte) è stipulata l’assicurazione e sulla cui premorienza o
sopravvivenza ad una certa data sono legate le prestazioni previste dal contratto.

3. Contraente, la persona fisica o giuridica che stipula il contratto con l’Assicuratore e


corrisponde il premio (è il proprietario del contratto). Ha il diritto di:
• Riscattare la polizza.
• Modificare il contratto.
• Cedere un contratto.
• Nominare/revocare i beneficiari tramite dichiarazione scritta o testamento.

4. Beneficiario, la persona fisica o giuridica al favore del quale l’assicuratore è tenuto ad


effettuare la prestazione nel momento in cui si verifichi l’evento assicurato.

Di norma assicurato e beneficiario coincidono, ma possono esistere situazione in cui ciò


non avviene (assicurazione vita, assicurazione auto).

Premio, Capitale, Rendita

Premio: Importo dovuto dal Contraente alla Compagnia per ottenere le prestazioni
previste dal contratto. Il mancato pagamento dei premi, a seconda dei casi, fa decadere il
contratto o ne riduce le prestazioni.

Capitale: Prestazione che la Compagnia si impegna a corrispondere ai Beneficiari indicati


in polizza. Sarà pagato al Beneficiario (o ai Beneficiari) indicati per il caso morte a seguito
di premorienza dell’Assicurato; verrà invece liquidato al Beneficiario caso vita qualora
l’Assicurato sia vivente al momento della scadenza contrattuale.

Rendita: Prestazione periodica che la Compagnia si obbliga a corrispondere al


Beneficiario quale corrispettivo della cessione del capitale caso vita. In altre parole, il
Contraente rinuncia a riscuotere il capitale lasciandolo in gestione alla Compagnia, che lo
erogherà al Beneficiario in rate annuali rivalutate.

Le operazioni contrattuali

Cessione: Operazione con cui viene ceduta la proprietà della polizza ad altra persona,
che subentra al Contraente in tutti i suoi diritti e obblighi, fermo restando il medesimo
Assicurato. Non cambiando l’Assicurato, il capitale caso vita e quello caso morte non
cambiano.

Pegno: Operazione con cui il contraente da in pegno la polizza ad un suo creditore come
garanzia del credito. La Compagnia s’impegna a non versare alcun capitale, se non previa
imputazione dello stesso a soddisfazione dei crediti del creditore pignoratizio, che potrà
in ogni istante riscattare la polizza per soddisfare il suo credito, anche senza il consenso
del beneficiario.

Vincolo: Il contraente vincola somme assicurate a favore di un soggetto terzo


(vincolatario). Nessun pagamento sarà effettuato al verificarsi degli eventi assicurati senza
il preventivo consenso scritto del vincolatario. Ai beneficiari in polizza verrà comunque
pagata l’eventuale eccedenza rispetto al credito del vincolatario.

92
Cambio beneficiari: Il Contraente, mediante comunicazione scritta alla Compagnia o
mediante testamento, può di cambiare in qualsiasi momento i Beneficiari della polizza,
disponendo liberamente della destinazione delle somme assicurate al di fuori dei vincoli
successori.

Versamento aggiuntivo: Operazione che permette al Contraente di versare alla


Compagnia importi aggiuntivi “una tantum”, senza variare il premio base di emissione.

Riscatto: Risoluzione anticipata del contratto che, come previsto dalle condizioni
contrattuali, è possibile (per i premi annui) a condizione che siano state versate almeno 36
mensilità e per i premi unici dopo 12 mesi dalla decorrenza. Generalmente (dipende dalla
tariffa) al capitale maturato viene applicata una penalizzazione decrescente per il tempo
che intercorre dalla data di richiesta a quella si scadenza.

Riduzione: Interruzione dei versamenti prima della scadenza della polizza in ma in


presenza di almeno 36 mensilità di premio versate. Il contratto rimane in vigore ma a
scadenza (o in caso di decesso dell’Assicurato) al Beneficiario viene garantita una
prestazione ridotta.
N.B. Sulla polizza in riduzione è possibile operare il riscatto.

Riattivazione: Versando i premi in arretrato si può chiedere la riattivazione del contratto a


condizione che dalla scadenza della prima rata di premio non versata siano trascorsi
meno di 12 mesi. Se è stata pagata almeno una annualità di premio, la riattivazione (con
proroga) può essere concessa senza pagamento degli arretrati, prorogando la data di
scadenza del contratto in relazione al periodo di sospensione (non inferiore a 3 mesi e
non superiore a 24).

Adeguamento: Nella prima metà della durata del contratto, ma con una durata residua
non inferiore a 5 anni il Contraente può chiedere ad ogni anniversario di polizza l’aumento
del premio in misura non inferiore al 5% rispetto a quello in vigore l’anno precedente.
L’incremento del premio garantisce un’ulteriore prestazione, rivalutata con gli stessi criteri
e modalità previsti per la rivalutazione della prestazione iniziale.

Cambio di frazionamento: All’anniversario di polizza e sempre che non sia ancora sta
pagata la mensilità successiva (esempio: cambio di frazionamento dopo 1 anno dalla
decorrenza: non deve essere stata pagata la 13^ mensilità), si può chiedere il cambio di
frazionamento del premio (esempio: da mensile a bimestrale, o viceversa). A causa del
diverso “diritto di frazionamento” applicato al premio, l’importo del premio aumenta o
diminuisce in base al nuovo frazionamento.

Presiti e anticipazioni: Sui contratti al corrente e per i quali sia maturato il diritto al
riscatto, se previsto dalla tariffa, è possibile:
• Ottenere prestiti alle condizioni indicate dalla Società nell’atto di concessione.
• Ottenere anticipazioni senza interessi qualora l’Assicurato abbia dovuto sottoporsi ad
operazioni di alta chirurgia.
• Ottenere riscatti parziali sul valore del capitale maturato.

93
Il regime fiscale in sintesi

Vecchia fiscalità

Versamenti:
- Possibilità di portare in detrazione i premi versati (nella misura del 19%) con un tetto
massimo di 1.291,14 euro.
- Imposta del 2,5% sui premi versati.

Tassazione dei capitali:


- Sulla differenza fra capitale a scadenza e cumulo dei premi pagati si applica l’imposta
del 12,5%.
- Sui capitali liquidati per premorienza dell’Assicurato non si applica alcuna imposta.
- La rendita è soggetta ad IRPeF solo per il 60% del suo importo (il 40% è esente da
tassazione).

Nuova fiscalità (dal 31/12/200)

Versamenti:
- Possibilità di detrarre la sola parte di premio destinata alle coperture assicurative (nella
misura del 19%) con un tetto massimo di 530 euro.
- Abolizione dell’imposta del 2,5% sui premi versati

Tassazione dei capitali:


- La base imponibile (assoggettata dal 01/07/2014 ad aliquota del 12,5% o del 26% in
base alla natura del sottostante finanziario collegato al contratto) è costituita dalla
differenza fra capitale maturato e cumulo dei premi versati destinati alla copertura caso
vita.
- Sui capitali liquidati per premorienza dell’Assicurato non si applica alcuna imposta.

Le principali tipologie di polizze vita

Polizza differita di capitale/rendita: a scadenza garantisce un capitale in un’unica


soluzione o una rendita per tutta la vita residua.

Polizza mista: garantisce una rendita o un capitale in caso di sopravvivenza a scadenza


oppure un capitale in caso di premorienza.

Polizza temporanea caso morte: garantisce un capitale solo nel caso di morte prima
della scadenza contrattuale.

Polizza caso morte a vita intera: garantisce un capitale alla morte dell’assicurato in
qualsiasi momento avvenga.

Polizza Ibrida: caratterizzata dalla combinazione di prodotti tradizionali, elencati sopra,


con prodotti che hanno una componente finanziaria (unit linked, ovvero le polizze di ramo
III che hanno come sottostanti fondi o sicav).

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Ramo Vita GESTIONI SEPARATE Ramo I
Con una polizza vita tradizionale di tipo rivalutabile, i premi versati dai Clienti al netto dei
costi confluiscono in speciali forme di gestione degli investimenti separate da quella delle
altre attività della Società e create appositamente per soddisfare esigenze di sicurezza e
redditività.

Questi Fondi prendono il nome di Gestioni Separate e rappresentano una delle


caratteristiche derivanti dall'acquisto di un prodotto assicurativo.
Dal rendimento annualmente ottenuto dalla Gestione Separata e dall'aliquota di
retrocessione applicata deriva la rivalutazione da attribuire alle prestazioni assicurate.

Le gestioni separate per il confronto del rendimento indicano i rendimenti degli ultimi 5
anni rispetto ai titoli di stato. Hanno capitale garantito e quasi sempre redimenti minimi
garantiti.

Ramo Vita Polizze UNIT LINKED Ramo III


Si tratta di fondi di investimento costituiti all'interno della Società e gestiti separatamente
dalle altre attività della Società stessa.

Tali Fondi Interni vengono impiegati per la gestione delle polizze vita di tipo Unit Linked: in
essi confluiscono i premi, al netto dei costi, versati dai Clienti e convertiti in quote (Unit)
del fondo stesso.
A seconda delle attività finanziarie nelle quali il patrimonio è investito, i fondi si
distinguono in diverse categorie quali azionari, bilanciati, obbligazionari, flessibili e di
liquidità (monetari).
È per questo che le polizze di tipo Unit Linked offrono la possibilità di optare per lo stile
gestionale che meglio si adatta al proprio profilo di investitore.
Lo scopo della gestione dei Fondi Interni è di realizzare l'incremento delle somme che vi
affluiscono e quindi l'incremento del valore delle prestazioni collegate.

95
Polizza infortuni e malattia

Polizze infortuni (ramo I)

Scopo: copre e risarcisce danni economici che possono derivare da una disgrazia
accidentale, dalla quale deriva una limitazione della capacità lavorativa. La limitazione
può essere:
- Temporanea o permanente.
- Parziale o totale.

Fa parte del ramo danni ma sono polizze particolari perché le compagnie specializzate
nel ramo vita, possono vendere anche queste tipi di polizze.

N.B. Generalmente vendute collegate ad una polizza vita.

Definizione: evento dovuto ad una causa fortuita violenta ed esterna che produca lesione
fisiche obiettivamente constatabili, che abbiano come conseguenza la morte, l’invalidità
permanente o l’invalidità temporanea.

Per ottenere l’indennizzo devono sussistere le seguenti caratteristiche, l’evento deve


essere:
- Fortuito: indipendente dalla volontà dell’assicurato.
- Violento: azione repentina con effetti pregiudizievoli e dannosi.
- Esterno: non deve interna all’assicurato, escludendo la malattia, e atti autolesionisti.

Rischi coperti:

Tutelano l’assicurato nelle attività professionali ed extra-professionali.


Esistono contratti che limitano l copertura: in genere vengono inserite esclusioni per
andare a diminuire l’entità del premio. DI conseguenza occorre valutare attentamente le
esclusioni (generali o concordate) nel contratto di assicurazione.

Esclusioni:

Le esclusioni possono essere:

- Generali:
5. Uso di veicoli in competizioni sportive.
6. Guida di veicoli o aeromobili.
7. Guida di veicoli senza patente.
8. Sport pericolosi.
9. Gare sportive competitive.
10. Ubriachezza, abuso di psicofarmaci, uso di stupefacenti.
11. Operazioni chirurgiche non dovute a infortunio.
12. Guerre, calamità…

- Particolari: includibili dalle controparti.


Non sono assicurabili alcune categorie di persone, tra cui tossicodipendenti, alcolisti…

N.B. La polizza infortuni non copre i costi sanitari.


96
Il decesso per infortunio:

I beneficiari hanno diritto all’indennizzo se la morte dell’assicurato:


- Si verifica entro 2 anni dal giorno del sinistro.
- Deve essere direttamente e esclusivamente riferita al sinistro.

L’indennizzo è pari alla somma assicurata indicata nel contratto e non è cumulabile con
l’indennizzo per invalidità permanente.
L’indennizzo può essere un capitale (una tantum) o in forma di rendita.
Il beneficiario può essere anche un terzo e l’erede legittimo non può impugnare tale
decisione dell’assicurato.

L’invalidità permanente:

E’ la perdita definitiva e irrimediabile della capacità a un qualsiasi lavoro proficuo,


indipendentemente dalle attività professionali svolte.
Si fa riferimento alla capacità lavorativa generica dell’assicurato indipendentemente
dall’attività effettivamente svolta.

L’indennizzo è calcolato sulla base di tabelle elaborata dall’ANIA o dall’INAIL. Queste


tavole quantificano in percentuale, il danno irreversibile.
Previste franchigie per abbassare il premio.

L’invalidità temporanea o inabilità temporanea:

Incapacità totale (ITT) o parziale (ITP) di svolgere temporaneamente le proprie


occupazioni professionali.
L’indennizzo viene calcolato facendo riferimento a una diaria giornaliera, contrattualmente
fissata, non può eccedere i 365 giorni a decorrere dalla mezzanotte del giorno in cui è
stato denunciato l’infortunio.
Con una diaria molto alta, possono sussistere premi molto alti, infatti possono essere
introdotto franchigie. In questo caso la franchigia viene espressa in gironi.

Esempio: per la prima settimana di inabilità non vi è risarcimento.

Polizza malattia (ramo II)

Scopo: rimborsare i costi sostenuti dall’assicurato per spese mediche conseguenti a


malattie ed infortuni in caso di:
- Ricovero ospedaliero: in case di cura pubbliche o private.
- Intervento chirurgico: in case di cura pubbliche o private o in ambulatorio.

Non sono rimborsabili altre spese: ad esempio un intervento chirurgico estetico, controlli
di routine ecc… poiché non presentano i requisiti dell’aleatorietà.

Rimborsabili:

- Accertamenti diagnostici effettuati in un periodo di tempo pretendete alla data di


ricovero in una data pretendete di 60-100 giorni.
- Spese mediche fisioterapistiche post intervento per un periodo di 90-180 gironi.
- Spese per parto cesareo.
97
Tipologie:

Formule di garanzie:
- Completa: copertura totale, più costosa, quindi generalmente prevista una franchigia.
- Grandi patologie: copertura totale solo in caso di particolari interventi chirurgici.
- Indennità giornaliera: garanzia di una diaria in base ai giorni di degenza e di
convalescenza.

Il periodo di carenza:

La compagnia di assicurazione, prima di sottoscrivere una polizza, fa compilare un


questionario dove l’assicurato dovrà indicare le patologie in atto. La compagnia può
decidere di assicurare o meno quel rischio. Le dichiarazioni devono essere veritiere: può
capitare che l’assicurato nasconda con dolo o colpa il suo profilo di rischio, perciò la
compagnia prevede un periodo di carenza, che consiste in un periodo durante il quale la
polizza non ha effetto, quindi la compagnia non è tenuta al risarcimento.
La copertura assicurativa decorre dopo un termine prestabilito di aspettativa. Di norma la
garanzia decorre dal:
- Giorno della stipula per gli infortuni.
- 30° giorno, per le malattie.
- 300° giorno, per il parto.

Per le malattie conseguenti direttamente da situazioni patologiche conosciute o non al


momento della stipula della polizza ma che sono insorte prima di essa la copertura inizia
da dopo 180 giorni.

Le esclusioni:

Di norma non vengono indennizzati:


- Gli stati patologici pregressi alla stipula della polizza, occultati con dolo o colpa grave.
- Le cure per malattie mentali e disturbi psichici in genere.
- L’aborto temporaneo non terapeutico e cure dentarie non derivanti da infortunio.
- Le malattie e gli infortuni conseguenti da alcolismo e tossicodipendenza.
- Le applicazioni di carattere estetico, salvo gli interventi resi necessari da infortunio.

Limite di età assicurabile:

In passato era generalmente di 75 anni ma tale limite è stato dichiarato abusivo da una
direttiva europea, quindi le compagnie hanno eliminato la norma che fissava limiti di età.
Con le tariffe in uso dalle compagnie vi è comunque una sorta di limite di età di ingresso
oltre il quale il rischio non è assicurabile (70 anni).

Indennizzo diretto:

Le compagnie pagano direttamente all’istituto di cura i costi di ricovero e intervento


chirurgico dell’assicurato, in virtù di convenzioni appositamente stipulate.

L’assicurato, in caso di necessità, può presentare la carta sanitaria ed usufruire delle


prestazioni previste dalla polizza senza alcuna spesa.

Non tutte le spese rientrano nell’indennizzo diretto.


98
Il sistema pensionistico

La pensione è una parte della retribuzione che viene accantonata e alla fine della vita
lavorativa viene restituita periodicamente. Lo scopo è garantire un reddito una volta
terminata l’attività lavorativa

Chi persegue un’attività lavorativa versa dei contribuiti dentro le casse affinché le
pensione vengono coperte con esse: se il numero dei richiedenti la pensione è maggiore
di chi contribuisce si crea uno squilibrio, derivante da uscite maggiori delle entrate.
In Italia vi è questo sbilancio poiché più di 1/3 della popolazione non percepisce un
reddito sui cui applicare il gettito e aumentare i contributi per i pensionati, a loro
vantaggio viene erogata dunque la pensione.

INPS non si occupa solo di erogare la previdenza, ha 440 tipologie di erogazione, solo
150 hanno natura previdenziale.

Storia:

• La legge del 1969 afferma come modello di “base” quello della pensione retributiva,
cioè di una prestazione calcolata in relazione alla retribuzione percepita e non in ragione
dei contributi versati.

• Con la Riforma Amato del 1992 si ha l’avvio del processo di stabilizzazione del sistema
previdenziale con l’introduzione di:
- innalzamento dell’età pensionabile per la vecchiaia fino ai 65 anni per gli uomini e 60
per le donne
- per tutti i lavoratori una contribuzione pari a 35 anni ai fini dell’accesso alla pensione di
anzianità

• Nel 1995 (Riforma Dini) si ha una riforma del sistema pensionistico dove si decide che
le pensioni debbano essere calcolate secondo i contributi versati poiché il primo
metodo portava ad incrementare il debito pubblico che sarebbe ricaduto quindi sulle
generazioni future. Passaggio graduale dal regime retributivo al regime contributivo. I
contributi accantonati vengono convertiti in rendita attraverso coefficienti di
trasformazione calcolati in ragione dell’età di pensionamento e della conseguente
speranza di vita. Entra in vigore il 1/01/1996.

• Riforma Prodi del 1998 apporta alcuni aggiustamenti alla precedente normativa
soprattutto in merito alle pensioni di anzianità per cui:
- dipendenti privati: viene innalzato il requisito dell’età anagrafica fino ai 57 anni a partire
dal 2002
- dipendenti pubblici: è previsto l’innalzamento del requisito anagrafico a 57 anni a
partire dal 2004

• Legge 243/2004 stabilisce per i lavoratori dipendenti un aumento dell’età anagrafica


fino a 60 anni e l’introduzione di finestre semestrali per accedere al trattamento
pensionistico (ciò permetteva di non avere fuoriuscite di cassa per un determinato
periodo di tempo e aggiustare il bilancio di stato).

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• Legge 247/2007 introduce il c.d. sistema delle quote, con il quale il trattamento
pensionistico viene conseguito solo se si è raggiunto un determinato valore dato dalla
somma tra età anagrafica e anzianità contributiva.

• Decreto legge convertito in legge nel 2010, modifica il sistema degli scaglioni
introducendo la finestra mobile, in base alla quale il trattamento pensionistico viene
conseguito dopo 12 mesi per i lavoratori dipendenti oppure 18 mesi per i lavoratori
autonomi.

N.B. Tutte le riforme vanno nella direzione della sostenibilità, ovvero nell’equilibrio tra
pensioni erogate e disponibilità economica dello Stato anche in relazione ai contributi che
vengono versati.

La Legge 214/2011 del Governo Monti

Nel 2011 sono state fatte 8 riforme riguardanti il sistema pensionistico, a fine anno è stata
promossa la riforma del governo Monti.
La riforma Monti, se da un lato rientra tra le misure di «stabilità» richieste in termini di
bilancio dello Stato da parte dell’Unione Europea, dall’altro recepisce le indicazioni della
stessa UE in materia di previdenza complementare.
Proprio in quest’ottica restano validi i tre principi cardine della previdenza pubblica
concordati in sede comunitaria e attentamente monitorati:

1. Adeguatezza

- Assicurare che gli anziani non si trovino, oggi e in futuro, a rischio povertà
- Promuovere la solidarietà fra le generazioni
- Consentire un accesso universale a schemi previdenziali che consentano di
ricevere prestazioni adeguate allo standard di vita precedente al pensionamento

2. Sostenibilità

- Riformare i sitemi previdenziali per mantenere la stabilità economica


- Raggiungere un elevato livello di occupazione
- Garantire che i costi delle riforme siano suddivisi in modo equo fra popolazione
attiva e pensionati

3. Modernizzazione

- Garantire la parità di trattamento tra uomini e donne


- Fare in modo che i sistemi previdenziali non siano di ostacolo alle esigenze di
flessibilità e sicurezza del mercato del lavoro
- Rendere i sistemi pensionistici maggiormente trasparenti e adattabili alle
evoluzioni del contesto socio-economico

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Tale legge è articolate in vari commi, fra i più importanti:

- Comma 2, Abolizione del sistema retributivo puro e a decorrere dal 1/01/2012 la


quota di pensione è calcolata secondo il sistema contributivo

- Comma 3 (definizione terminologica nuove pensioni) le nuove prestazioni


pensionistiche si dividono in pensione di vecchiaia e pensione anticipata (viene
eliminata la pensione di anzianità)

- Comma 5 (abolizione finestre pensionistiche) , viene abolito il regime delle finestre


(12 o 18 mesi) del 2004: l’accesso al pensionamento avviene immediatamente dopo la
maturazione del requisito (di norma nel primo mese successivo)

- Comma 6 (requisiti pensioni di vecchiaia), i requisiti anagrafici per l’accesso alla


pensione di vecchiaia sono ridefiniti sia per l’uomo (dipendente o autonomo) sia per la
donna (dipendente o autonoma) a 66 anni. Ai requisiti in tabella bisogna aggiungere gli
aumenti legati alla speranza di vita che porteranno a partire dal 2021 a definire il
requisito minimo di età in 67 anni.

- Comma 7, il requisito dei 66 anni si applica diversamente a seconda del regime di


appartenenza: nel regime contributivo sono necessari almeno 20 anni di contributi e
che l’importo della pensione sia maggiore di 1,5 volte dell’assegno sociale n vigore
nell’anno di valutazione; nel regime misto e contributivo pro-quota sono necessari
almeno 15 anni di contributi (di cui almeno 5 versati nel sistema contributivo)

- Comma 9, viene introdotto un elemento statistico per cui nessuno potrà mai accedere
alla prestazione di vecchiaia con meno di 67 anni a partire del 2021.

- Comma 10 (requisiti pensione anticipata), in assenza del requisito di vecchiaia è


possibile accedere alla pensione: sulla quota di pensione maturata antecedentemente il
1 gennaio 2012 è applicata una riduzione percentuale di 1% per ogni anno di anticipo
rispetto ai 62 e del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 60. In caso di mesi la
riduzione è frazionaria

- Comma 11, solo perché ha iniziato a versare dal 1/01/1996 (i totalmente contributivi) è
valido un ulteriore requisito di pensione anticipata. Per poterne usufruire è necessario
rispettare tutte e tre le seguenti condizioni: avere almeno 63 anni di età, aver
accumulato 20 anni di contributi, ammontare della prima rata di assegno pensionistico
non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale

- Comma 15 bis (eccezioni e deroghe), trovano uno speciale trattamento i lavoratori


dipendenti del settore privato: uomini in pensione a 64 anni se entro il 31/12/2012
maturano 35 anni di contributi e quota 96 con età anagrafica minima di 60 anni; donne
in pensione a 64 anni se entro il 31/12/2012 maturano 20 anni di contributi e 60 anni di
età

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Fondi di previdenza complementare

Oltre alle fonti di previdenza obbligatorie, ovvero costituite dai contributi versati nelle
diverse casse di previdenza di ogni settore.
Non ci si può esimere da tale contribuzione in quanto il sistema previdenziale opera a
“ripartizione” ovvero le posizioni attive già presenti sono coperte dai contributi versati
obbligatoriamente dalle posizioni passive.

I fondi di previdenza complementare sono fondi non obbligatori attraverso i quali i


soggetti (aderenti, invece che contraenti come per la previdenza sociale) possono
costruire la propria pensione integrativa a quella obbligatoria.
I fondi di previdenza complementare non sono a ripartizione ma sono a “posizione
individuale” ovvero ciò che io verso mi rimane in giacenza e mi frutta degli interessi solo
per me.
In generale si tratta di una contribuzione volontaria che un soggetto decide di
accantonare in un fondo che verrà restituita una volta terminata l’attività lavorativa.

Funzionamento

I lavoratori possono costruire la propria pensione integrativa attraverso 3 fonti:

1. Contributo volontario: effettuabile da chiunque indipendentemente dal fatto che sia


maggiorenne/minorenne o dal tipo di lavoro svolto o se abbia/non abbia lavoro.
Fruibile da lavoratori autonomi, dipendenti, e chi non ha occupazione.

2. Trattamento di fine rapporto (TFR): capitale per il sostentamento dell’ex lavoratore che
ora non ha più fonte di reddito. In questo modo rinuncio ad avere tale somma a
scadenza ed effettuando un cambio di destinazione la investo nel fondo pensione.
Fruibile dai soli dipendenti.

3. Contributo del datore di lavoro. Fruibile dai soli dipendenti.

Tipologie di fondi complementari

All’inizio della riforma del 2007 ogni settore lavorativo avrebbe dovuto costituire un fondo
facoltativo, detto “fondo negoziale”, partecipato da varie compagnie assicurative, che
veniva proposto ai lavoratori di tali settori. Alcuni settori però non furono pronti
all’istituzione di tali fondi per cui vennero sostituiti dai “fondi pensioni aperti”.
Oggi invece la principale tipologia di piani pensionistici sono i Piani Individuali
Pensionistici (o di III Pilastro) che hanno adesione individuale a differenza dei piani
pensionistici aperti che possono avere adesione collettiva libera.
Funzionano tutti nello stesso modo ma i fondi individuali forniscono anche un servizio di
consulenza che non è presente nei fondi negoziali. Inoltre se sono iscritto ad un
determinato fondo negoziale per il settore metalmeccanico e dovessi cambiare lavoro
inserendomi nell’industria chimica dovrei cambiare fondo negoziale.

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Vantaggi fiscali

A favore della creazione di tali fondi sono stati istituiti dei vantaggi fiscali:

- Premi versati (contributo volontario), contributo proprio o del datore di lavoro: possono
essere detratti fiscalmente fino ad un massimo di 5164,57$ (esempio: individuo
dichiara 30.000$ e versa 2.000 $ in fondo di previdenza complementare il suo reddito
imponibile scende immediatamente a 28.000$. Tenendo conto che l’aliquota IRPEF per
un reddito di 30k è circa 38% non verso il 38% di 2000 ovvero risparmio 760$).

- Rendimenti: è applicata un’aliquota pari al 20%, dunque inferiore a quella prevista del
26%. Se sono presenti titoli governativi questa componente è tassata al 12.5%.

- Prestazioni: Sul TFR di normale ci pago le tasse, viene applicata l’aliquota media Irpef
degli ultimi 5 anni, se lo destino al fondo pensione ho un’agevolazione fiscale, in
particolare l’aliquota si riduce dall’aliquota media Irpef degli ultimi 5 anni al 15% inoltre
diminuisce dello 0.3% per ogni anno, superiore al 15esimo, di adesione al fondo fino
ad un minimo di aliquota del 9%.

- Anticipazioni: posso richiedere il TFR anche in via anticipata su cui pagherei le tasse ad
aliquota media Irpef degli ultimi 5 anni, le anticipazioni di TFR trasferito nel fondo
pensione per motivazioni diverse dalle spese sanitarie sono tassate con aliquota fissa
pari al 23%.

TFR trasferito

Riguardo al TFR c’è da notare che:

- Rivalutazione: il TFR versato viene rivalutato in base al tasso di rendimento ottenuto


annualmente dal PIP, al netto dei costi. Invece se viene mantenuto in azienda viene
rivalutato ogni anno del 1.5%+75% dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo.

- A scadenza: a scadenza è possibile scegliere di percepire il 50% del montante finale


accumulato sotto forma di capitale e il 50% sono forma di rendita. Se la rendita è di
poco conto posso prendere anche tutto come capitale se il 70% del montante
maturato a scadenza trasformato in rendita è inferiore alla metà dell’assegno sociale. In
azienda invece Il TFR accantonato viene liquidato sotto forma di capitale al momento
del pensionamento e ogni qualvolta si cambia datore di lavoro.

- Anticipazioni: è possibile chiedere anticipazioni:


• da subito fino a un massimo del 75% per spese sanitarie.
• dopo 8 anni (dalla prima adesione ad un qualsiasi fondo) fino a un massimo del
75% per acquisto e/o ristrutturazione della prima casa e fino al 30% per qualsiasi
motivo.
In azienda invece solo dopo 8 anni è possibile richiedere anticipazioni e fino a un
massimo del 70% per spese sanitarie, acquisto e/o ristrutturazione prima casa.

- Al momento della liquidazione sarà applicata una tassazione più favorevole che va dal
15% al 9% in funzione degli anni di adesione invece che all’IRPEF medio degli ultimi 5
anni.
- Le somme percepite a titolo di anticipazione sono tassate al 23%
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Riscatti

E’ possibile riscattare il capitale maturato a determinate condizioni:

- Fino al 50% per cause di cessazione dell’attività lavorativa che comporti inoccupazione
per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi

- Fino al 100% per cause di cessazione dell’attività che comporti inoccupazione per un
periodo superiore a 48 mesi oppure in caso di invalidità permanente o morte. In caso di
morte non ci sono tasse di successione. Sono impignorabili e insequestrabili.

Trasferimento ad altro fondo

È possibile trasferire la posizione individuale maturata ad un altro fondo pensionistico


dopo 2 anni dall’adesione, da altro fondo in qualsiasi momento.

Vantaggi aziendali

Anche il titolare d’azienda beneficia di significativi vantaggi nella caso suoi dipendenti
aderiscano a forme di previdenza complementare attraverso l’impiego del TFR:

- Costi: riduzione del costo del lavoro grazie all’esonero del versamento del contributo
dello 0,2% della retribuzione del singolo dipendente al fondo garanzia INPS.

- Fiscalità: può dedurre fiscalmente per un importo pari al 6% (per le imprese fino a 49
dipendenti) o al 4% (per le imprese oltre i 49 dipendenti) il TFR versato alla previdenza
complementare.

- Esoneri: esonero dalla rivalutazione obbligatoria del TFR.

Erogazione pensione integrativa

Maturati i requisiti dello Stato per il pensionamento è possibile percepire anche la


previdenza integrativa:

- per il 100% sotto forma di rendita solo se convertendo in rendita almeno il 70% del
montante finale, la pensione risulterà inferiore al 50% dell’assegno sociale. La rendita
può essere percepita, in caso di morte del contraente, dalla persona da lui designata.
- per il 50% del montante maturato sotto forma di capitale

Nuove disposizioni

Dal 2007 ad oggi sono state modificate alcune disposizioni:

- Dal 1 gennaio 2018 si può riscattare tutto immediatamente nel caso di


disoccupazione invece che dopo 1 anno e tale riscatto è tassato al 22% invece
che all mandi IRPEF.

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- A tutela della seconda sacca di disoccupazione, disoccupati intorno ai 50/60 anni che
hanno poco appetibilità sul mercato del lavoro, è stato creato:

• l’APE volontario dove io verso subito i contributi dovrei versare per andare in
pensione, se non ho i soldi faccio un prestito, però vengo mandato in pensione prima
del tempo. L’erogazione della pensione vedrà detratta dalla rendita la quota di
restituzione del prestito. E’ possibile utilizzare il fondo di previdenza complementare
per versare ciò che mi manca.
• RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata): posso percepire una rendita
complementare derivante dal fondo pensione fino a 5 o 10 anni prima della pensione
fino a che non maturo i requisiti per il pensionamento ed avere la pensione pubbli

Direttiva IDD (Insurance Distribution Directive)


L’obiettivo è quello di dare regole comuni a tutti gli stati membri dell’UE. La direttiva era
molto generale, infatti dettava i principi in base al quali ogni stato membro doveva rifarsi
così da non contrastare con gli ordinamenti di ciascuno stato.

Differenze nella modalità di distribuzione e composizione di prodotti assicurativi.


Per i prodotti vita il maggior canale distributivo è la banca-assicurazione o sportelli
postali, in Francia, Italia e Portogallo.
Per i prodotti danni il canale distributivo di riferimento è rappresentato dagli agenti e
broker.

La normativa è entrata in vigore il 1 Ottobre 2018, con proroga, perché doveva entrare in
vigore il 23 Febbraio dello stesso anno.

- Prodotto commercializzato deve corrispondere alle esigente del cliente: il


distributore ha l’onere di dimostrare che il collocamento del prodotto assicurativo che
ha effettuato, sia corrispondente alle sue esigenze. Non era più possibile fare una
vendita immediata, è necessario partire dal reale bisogno del cliente. Prodotti coerenti
con le esigenze della clientela di riferimento.
- Principio di maggiore tutela per i consumatori: processi trasparenti evitando conflitti
di interesse a danno dei clienti.
- Maggiore informazione e trasparenza nei confronti della clientela: si passa dal
fascicolo informativo, al set informativo. Influisce sul layout del documento in modo da
poter confrontare immediatamente polizze di diverse compagnie.

Il set informativo è composto


1. DIP (documento di informativa precontrattuale) base: documento di informativa
precontrattuale, (un foglio A4) riassume le principali caratteristiche del prodotto offerto.
Suddiviso in:
- DIP danni.
- DIP vita.

2. DIP aggiuntivo, più lungo rispetto al DIP base:


- DIP vita.
- DIP danni.
- DIP multi-rischio.

3. Documento che riunisce tutte le clausole e condizioni della polizza.


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N.B. Devono essere fisicamente separati, e consegnati in fase precontrattuale.

La normativa prevede criteri di formazione degli operatori di filiali. Un elemento normativo


di novità prevedeva un’identificazione di una nuova figura con requisiti di responsabilità di
distribuzione assicurativa, valicato dal Cda della banca, con ruolo di garante della
correttezza dei processi nel collocamento delle polizze.

Introduzione del POG (Product Oversight Governance): ha l’obiettivo di identificare un


processo preciso che ogni intermediario deve adottare per la definizione le regole di
proposizione commerciale di una polizza.

Target market: per ogni prodotto che viene ideato e presentato, deve essere identificato
dal produttore il mercato di riferimento della specifica polizza.

Nel caso in cui ci fosse una discordanza fra target market e polizze distribuite si
procederà ad un analisi più approfondita, per poi procedere in una delle due situazioni:
- Modifica target market.
- Azioni correttive alla polizza.

Principali impatti (lato distributore)

Formazione e requisiti per intermediazione: piani di formazione e aggiornamento


professionale, sia delle funzioni interne direttamente coinvolte nel processo di vendita che
della rete distributiva.

Remunerazione incentivazione e conflitti di interesse: Policy e procedure necessarie


al fine di evitare e/o identificare possibili conflitti di interesse che potrebbero insorgere
nell’attività di distribuzioni assicurativa nei confronti del cliente.
Politica in materia di schemi di incentivazione della rete distributiva tale da garantire la
tutela degli interessi del cliente.

N.B. Prima della normativa le imprese di assicurazioni, volevano incentivare un


determinato prodotto, ad esempio tramite un incentivazione economica all’agente
assicurativo (Esempio: al raggiungimento della vendita di 20 polizze, l’agente riceverà un
compenso). Con la normativa introdotta, questo non si può fare. Non c’è più la leva
economica per incentivare i prodotti con elevata marginalità.

Esempio: se opero nella zona di Pisa, e per la mia compagnia il prodotto dove ho
maggiore marginalità (profitto) è il prodotto assicurativo incendio, ma nella zona nessuno
è interessato ad acquistarlo, non si ha più la “leva economica” per incentivare la vendita.

Questo perché con la normativa IDD non posso vendere una polizza a chi non ne ha
bisogno.

Consulenza personalizzata: Modifica dei processi di analisi e definizione dei fabbisogni


dei clienti (questionario «demands & needs»).

Informativa alla clientela (DIP e DIP aggiuntivo): Introduzione nuova documentazione


di informativa precontrattuale standardizzata.
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POG (Product Oversight & Governance): Policy contenente le regole di processo per
creazione, governo e controllo dei nuovi prodotti o di modifica sostanziale dei prodotti
esistenti.

Prima della conclusione di un contratto assicurativo, l’intermediario deve raccogliere tutte


le informazioni necessarie all’individuazione (ed eventuale quantificazione) dei bisogni
assicurativi del cliente.

Se viene offerta una consulenza prima della stipula di un contratto, il distributore di


prodotti assicurativi fornisce al cliente una raccomandazione personalizzata contenente
«i motivi per cui un particolare prodotto sarebbe più indicato a soddisfare le richiese e le
esigenze del cliente».

Come posso identificare quando un cliente ha bisogno di una polizza di copertura?


- Questionario “esigenze e bisogni”: domande attraverso le quali si capisce i prodotti
adatti alle sue esigenze.
- Individuazione dei bisogni del cliente.
- Proposte coerenti con i bisogni.
- Vendita.

La tendenza dei canali distributivi ha registrato una crescita della Bancassurance a


discapito dell’Agenzia, che ha perso importanza in quasi tutti i mercati europei. Fa
eccezione solamente il settore delle assicurazioni danni in Italia.
La crescita della Banca-assicurazione è stata trainata dalle capacità delle banche di
sfruttare i dati dei Clienti e le informazioni sui modelli di consumo allo scopo di
massimizzare le attività di cross–selling e di ridurre le asimmetrie informative,
oltre che da un basso costo marginale di interazione con i Clienti.
Questo perché l’elemento informazione è fondamentale e richiesto dall’IDD, e la banca
ha la capacità di conoscere le informazioni dei clienti.

Esempio: se a un cliente bancario nasce un figlio, la banca il giorno dopo ne viene a


conoscenza perché solitamente il cliente fa acquisti in negozi per bambini. Quindi la
banca può proporre polizze in base alla situazione del cliente.

Questo è un classico esempio di superamento delle asimmetrie informative.

Banca MPS
I distributori, prima di far sottoscrivere una proposta o, qualora non prevista, un contratto
di assicurazione, acquisiscono dal contraente le informazioni utili a valutare le sue
richieste ed esigenze quindi BMPS si è dotata di un «questionario esigenze e bisogni»
attraverso il quale è possibile verificare il reale interesse e/o necessità di protezione del
cliente per poi passare alla proposta di una particolare copertura assicurativa sulla base
della gamma di offerta disponibile.

N.B. Non è possibile la vendita diretta di una polizza senza passare dal «questionario
esigenze e bisogni».

1. Compilazione questionario bisogni: Il «questionario esigenze e bisogni».

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E’ composto da tre sezioni:
– Protezione Persona.
– Protezione Patrimonio.
– Protezione Veicoli a motore.

E’ modulare, consente all’operatore di compilarlo interamente o parzialmente. Sulla base


di specifiche esigenze del cliente, è possibile indirizzarsi su una particolare sezione.

Ha una struttura «a cascata», alcune domande si attivano solo se si è risposto alla


domanda precedente.
Consente di indagare il bisogno del cliente fino ad arrivare al singolo prodotto (in caso di
singoli prodotti) o alla singola garanzia in caso di prodotti multi-garanzia.

2. Evidenza Bisogni e selezione Prodotti/Garanzie.

Vengono riepilogati i bisogni emersi e suddivisi per le tre Sezioni.


Successivamente, viene mostrato l’abbinamento dei singoli prodotti/garanzie con i
bisogni.
N.B. Per ogni bisogno è disponibile uno ed un solo prodotto/garanzia che lo soddisfa.

3. Stampa e Firma Cliente del «Questionario Esigenze e Bisogni».

4. Avvio processo di vendita.

Tipi di polizze di AxaMps

Polizze stand-alone (vita, danni, motor): sono la maggioranza, sono separate da


qualsiasi altro prodotto o accessorio bancario.

Polizze CPI in bundling ai prestiti personali: collegate al servizio di riferimento.

Polizze CPI in bundling ai c/c a pacchetto: collegate al servizio di riferimento.

Ognuno di questi prodotti ha un apposito questionario, con successiva individuazione di


garanzia/polizza e, una volta individuata, posso procedere alla vendita

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