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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI PADOVA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE, GIURIDICHE E STUDI INTERNAZIONALI


Corso di laurea triennale in Diritto dellEconomia

LE OBBLIGAZIONI BANC ARIE

Relatore: Prof. Paolo Bontempi

Laureando: GIANFRANCO ROSSINI matricola N. 546374/DEC

A.A. 2011/2012

SOMMARIO

Introduzione ... 5 CAPITOLO 1 .... 7 Lattivit bancaria .. 7 1.1. Lesercizio dellattivit bancaria ........... 7 1.2. Raccolta del risparmio ... 8 1.3. Autorizzazione allesercizio dellattivit bancaria 10 CAPITOLO 2 13 Strumenti di raccolta del risparmio ... 13 2.1. Le obbligazioni bancarie ... 13 2.2. Differenza con altre forme di titoli 15 CAPITOLO 3 21 La vigilanza ... 21 3.1. Gli organi della vigilanza .. 21 3.2. Attivit di Vigilanza .. 22 3.2.1. Emissione delle obbligazioni bancarie garantite ... 25 3.2.2. Responsabilit e controlli .. 29 CAPITOLO 4 33 Rischio obbligazioni e recenti provvedimenti ... 33 4.1. Il Rischio: tipologie e approccio ... 33 4.1.1. Rischio Tassi . 34 4. 1.2. Rischio Emittente . 34 4. 1.3. Rischio Cambio 36 4. 1.4. Rischio Liquidit-Mercato ... 37 4. 1.5. Propensione al rischio .. 38 4.2. Decreto Salva Italia ... 38 CONCLUSIONI 43 ALLEGATO 1: Art. 8 Legge 6 dicembre 2011, n. 201 . 45 BIBLIOGRAFIA .. 53

INTRODUZIONE

Ho scelto di fare questa tesi sulle obbligazioni bancarie, sia per il mio personale interesse verso questa forma di investimento, sia per il difficile momento che stiamo attraversando attualmente in tutta Europa e anche quasi tutto il mondo, di crisi economica, in particolare perch le stesse sono uno dei pi importanti strumenti di raccolta del risparmio tra il pubblico e il privato e non a caso sono state oggetto del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n. 214, meglio conosciuto come decreto salva-Italia. A mio avviso rafforzare questi strumenti pu essere una delle mosse vincenti per rilanciare il mercato monetario, e non solo nel nostro Paese, ma in tutta lEuropa, in quanto le banche riacquisterebbero fiducia nellerogazione del credito, permettendo ai privati di essere sostenuti negli investimenti

imprenditoriali (ma non solo), rimettendo in moto cos il flusso della moneta unica. Il presente lavoro tratter nel primo capitolo dellesercizio dellattivit bancaria in generale, per poter andare nello specifico della raccolta del risparmio presso il pubblico, e chiudere approfondendo le condizioni per lautorizzazione allesercizio. Nel secondo capitolo invece verranno analizzate le obbligazioni bancarie, confrontandole per con gli altri strumenti di raccolta del risparmio utilizzati dalle banche, e quindi i Certificati di deposito ed i Buoni Fruttiferi, i Contratti Pronti Contro Termine, i Prestiti Subordinati ed Irredimibili, ed il Deposito Bancario. Nel Terzo Capitolo verr affrontato un altro importante tema che tocca lattivit delle banche, ovvero la Vigilanza. Quali sono le principali autorit Creditizie previste dal T.U. Bancario? Quali principi generali seguono? Quali le funzioni? Oltre a dar risposta a queste domande, approfondir lAttivit di Vigilanza nelle sue tre forme, ed in particolare aprir un piccolo focus sulle

obbligazioni bancarie garantite, cosa sono e come viene regolamentata la loro emissione. Infine parlando di investimenti, non si pu non parlare dei rischi di chi decide di investire il proprio risparmio, quindi il rischio tassi, il rischio liquidit, il rischio credito ed il rischio cambio, ma soprattutto fondamentale tenere sempre presente la propensione al rischio dell'investitore. In questo tema, diventa allora interessante approfondire larticolo 8 del gi citato decreto 201/2011, che ha introdotto unimportante novit nello scenario italiano: ha dato alle banche la possibilit di emettere obbligazioni garantite dallo Stato. Sulla procedura di emissione e di concessione della garanzia ovviamente vigila la Banca d'Italia, per evitare che le banche possano approfittare di questa possibilit. Questa iniziativa servita a rendere pi sicura la provvista bancaria, facendo s che le banche potessero sfruttare questopzione per incrementare le garanzie, il collaterale, utilizzabile nelle aste di rifinanziamento presso la BCE. Grazie a questo intervento, sono state emesse circa 40 miliardi di nuove obbligazioni su cui lo Stato ha concesso la propria garanzia. In conclusione dellelaborato un mio pensiero chiuder questa relazione, analizzando il risultato di questa manovra, e valutando possibili reinterpretazioni future, che abbiano come obiettivo linvestimento nel futuro di questo paese: i giovani.

CAPITOLO 1 L'ATTIVIT BANCARIA

1.1. L'esercizio dell'Attivit Bancaria


Per poter parlare di obbligazioni bancarie occorre innanzitutto definire il concetto di Attivit Bancaria. La banca viene definita nellart.1, comma 1, lett. b) del T.U. Bancario come limpresa autorizzata allesercizio dellattivit bancaria1. Per comprendere cosa si intenda pi specificatamente con questultima occorre far riferimento allarticolo 10 che qui di seguito riportiamo:
Articolo 10 (Attivit bancaria) 1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono l'attivit bancaria. Essa ha carattere d'impresa. 2. L'esercizio dell'attivit bancaria riservato alle banche. 3. Le banche esercitano, oltre all'attivit bancaria, ogni altra attivit finanziaria, secondo la disciplina propria di ciascuna, nonch attivit connesse o strumentali. Sono salve le riserve di attivit previste dalla legge.

Essenzialmente quindi lattivit bancaria consiste in unopera di intermediazione nella circolazione della moneta attraverso unattivit di coordinamento tra la raccolta del risparmio (attivit passiva) e lerogazione del credito (attivit attiva). La banca riesce ad erogare il credito utilizzando gli stessi denari ricevuti in deposito dalla clientela, e risulta evidente da questo che tra le due attivit sussiste un collegamento funzionale necessario, evidenziata peraltro dal DPR 350/85. La sola erogazione o la sola attivit di risparmio non costituiscono attivit bancaria. Il collegamento che sussiste tra le due, rappresenta lelemento distintivo e tipico dellattivit bancaria, la quale riservata esclusivamente alle banche
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banca indica l'impresa autorizzata all'esercizio dell'attivit bancaria. TUB Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, D.Lgs 1 settembre 1993, n. 385

autorizzate, come specificato nel comma 1 dellart.10 del T.U.L.B. Il comma 3 invece consente alle banca lesercizio di ogni altra attivit finanziaria per la quale esistono specifiche riserve di legge contenute sempre nel T.U. bancario. Viene quindi garantita la riserva dellattivit finanziaria, prevedendosi inoltre sanzioni penali in caso di abusivo esercizio dellattivit bancaria (art.131. T.U. bancario) e di abusivo esercizio dellattivit finanziaria (art.132 T.UL.B.). Lattivit bancaria inizialmente era considerata una funzione di interesse pubblico, poi prevalse il riconoscimento della natura privatistica2 con lintroduzione del concetto di attivit dimpresa, concetto poi confermato dallart. 10, comma 1 del T.U. bancario dallart. 1, n. 1) della direttiva 2000/12/CE che definisce lente creditizio come "impresa".

1.2. Raccolta del Risparmio


Una delle due principali attivit che compongono lattivit bancarie viene delineata negli articoli 11 e 12 del T.U. Bancario. Il primo, in particolare, delinea il concetto di "Raccolta del Risparmio", definendolo come acquisizione di fondi sia sottoforma di depositi sia sotto altra forma con obbligo di rimborso da parte della banca. Per la raccolta di risparmio presso il pubblico in particolare, l'offerta di acquisizione di fondi deve essere rivolta a una pluralit indeterminata di soggetti3. Non costituisce invece raccolta di risparmio presso il pubblico la cosiddetta raccolta indiretta, ovvero quella avente ad oggetto fondi investiti dal singolo cliente e ci per la semplice ragione che non esiste in capo alla banca alcun

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Cass. Pen., Sez. Un., 23 maggio 1987, in Banca, Borsa, tit. Cred., 1987, II, 545 Fauceglia G., I contratti Bancari, pag.295. La Definizione legislativa del deposito bancario libero (ovvero non connesso ad un rapporto di conto corrente) si rinviene nell' art. 1834 c.c.: in virt di tale contratto la banca acquista la propriet della somma ricevuta e si obbliga a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine vincolato (c.d. Deposito vincolato) ovvero a richiesta del depositante (deposito libero) con l' osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti.

obbligo in proprio di restituire le somme investite (soggette al rischio di insolvenza dellemittente gli strumenti finanziari per il cui acquisto vengono impiegati quei fondi). La differenza tra raccolta indiretta e raccolta diretta consiste quindi nellobbligo di rimborso, non previsto nella raccolta indiretta. La raccolta del risparmio presso il pubblico unattivit riservata unicamente alle banche, pena lapplicazione delle sanzioni penali previste dall'articolo 130 del T.U. bancario, assieme anche alla raccolta di fondi cosiddetti a vista, in altre parole rimborsabili in qualsiasi momento, entro 24 ore, e senza preavviso a semplice richiesta, cos come anche ogni forma di raccolta collegata allemissione o alla gestione di mezzi di pagamento a spendibilit generalizzata La raccolta del risparmio tra il pubblico pu essere quindi a vista oppure a breve, medio o lungo termine. Essa pu avvenire grazie alluso di uno di questi strumenti: 1. Obbligazioni bancarie convertibili e non convertibili ed altri strumenti finanziari diversi dalle partecipazioni; 2. Titoli di deposito; 3. Prestiti subordinati e irredimibili.

Mentre le prime si caratterizzano per essere strumenti a medio e lungo termine, i titoli di deposito sono invece a breve e medio termine. L'ambito delle attivit che invece non rientrano nella riserva di attivit a favore delle banche sono: 1) acquisizione di fondi connessa allemissione di moneta elettronica; 2) acquisizione di fondi presso specifiche categorie in ragione di rapporti societari o di lavoro; 3) acquisizione di fondi a seguito di trattative personalizzate con singoli soggetti; 4) acquisizione di fondi con lemissione e gestione di carte prepagate; 5) acquisizione di fondi presso soggetti sottoposti a vigilanza prudenziale.

Per quanto concerne la seconda categoria di attivit si tratta di attivit di raccolta che non si considera svolta presso il pubblico in quanto destinata a categorie di soggetti preventivamente individuabili e limitati, legati allente che raccoglie i fondi da particolari rapporti societari, di lavoro subordinato o di collegamento societario allinterno di gruppi di societ.

1.3. Autorizzazione allesercizio dellattivit bancaria


Lesercizio dellattivit bancaria viene consentito solo alle banche dunque, per tutelare unattivit che inevitabilmente coinvolge interessi di natura collettiva. E' necessario quindi anche un controllo da parte dei pubblici poteri, manifestato sin dalla fase iniziale dellattivit dellimpresa bancaria, con lobiettivo di autorizzare lesercizio soggetti che rispondano a determinati requisiti di seriet, professionalit e solidit economica. Lautorizzazione diventa quindi conditio sine qua non per lesercizio dellattivit bancaria. Dopo la verifica di una serie di requisiti previsti dallart. 14 del TULB, da parte del notaio rogante, per liscrizione della societ bancaria nel registro delle imprese, viene allegata lautorizzazione da parte della Banca dItalia. Le condizioni previste sono le seguenti:
Articolo 14 (Autorizzazione all'attivit bancaria) 1. La Banca d'Italia autorizza l'attivit bancaria quando ricorrano le seguenti condizioni: a) sia adottata la forma di societ per azioni o di societ cooperativa per azioni a responsabilit limitata; a-bis) la sede legale e la direzione generale siano situate nel territorio della Repubblica (2); c) venga presentato un programma concernente l'attivit iniziale, unitamente all'atto costitutivo e allo statuto; d) i titolari delle partecipazioni indicate allarticolo 19 abbiano i requisiti di onorabilit stabiliti dall'articolo 25 e sussistano i presupposti per il rilascio dell'autorizzazione prevista dall'articolo 19;

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e) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo abbiano i requisiti di professionalit, onorabilit ed indipendenza indicati nell'articolo 26; f) non sussistano, tra la banca o i soggetti del gruppo di appartenenza e altri soggetti, stretti legami che ostacolino leffettivo esercizio delle funzioni di vigilanza (eliminare questi numeri che non si capisce cosa siano). 2. La Banca d'Italia nega l'autorizzazione quando dalla verifica delle condizioni indicate nel comma 1 non risulti garantita la sana e prudente gestione. 2-bis. La Banca dItalia disciplina la procedura di autorizzazione e le ipotesi di decadenza dalla stessa quando la banca autorizzata non abbia iniziato lesercizio dellattivit (4). 3. Non si pu dare corso al procedimento per l'iscrizione nel registro delle imprese se non consti l'autorizzazione del comma 1. 4. Lo stabilimento in Italia della prima succursale di una banca extracomunitaria autorizzato dalla Banca d'Italia, sentito il Ministero degli affari esteri, subordinatamente al rispetto di condizioni corrispondenti a quelle del comma 1, lettere b), c) ed e) (5). L'autorizzazione rilasciata tenendo anche conto della condizione di reciprocit.

Oltre al registro delle imprese, al rilascio dellautorizzazione avviene anche liscrizione allalbo delle banche, come previsto dallart.13 T.U.4 Il procedimento di autorizzazione disciplinato dalle istruzioni della Banca dItalia 21 aprile 1999 n. 229 (Titolo I) che prevedono le seguenti fasi: 1. Domanda degli amministratori dopo la stipulazione dellatto costitutivo e prima di richiedere liscrizione al registro delle imprese. 2. Eventuale richiesta di modifiche dalla Banca dItalia allatto costitutivo. 3. Autorizzazione da rilasciarsi entro 90 giorni dalla domanda. 4. Una volta rilasciata lautorizzazione la banca deve iniziare lattivit entro un anno dal rilascio pena la decadenza della stessa.

Articolo 13 (Albo): 1. La Banca d'Italia iscrive in un apposito albo le banche autorizzate in Italia e le succursali delle banche comunitarie stabilite nel territorio della Repubblica. 2. Le banche indicano negli atti e nella corrispondenza l'iscrizione nell'albo.

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Va ricordato che lesercizio dellattivit bancaria in assenza di autorizzazione genera una responsabilit penale come previsto dai gi citati artt. 1305 e 1316 T.U.

Articolo 130 (Abusiva attivit di raccolta del risparmio) 1. Chiunque svolge l'attivit di raccolta del risparmio tra il pubblico in violazione dell'articolo 11 punito con l'arresto da sei mesi a tre anni e con l'ammenda da lire venticinque milioni (euro 12.911) a lire cento milioni (euro 51.645) (2) (3). 6 Articolo 131 (Abusiva attivit bancaria) 1. Chiunque svolge l'attivit di raccolta del risparmio tra il pubblico in violazione dell'articolo 11 ed esercita il credito punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e con la multa da lire quattro milioni (euro 2.065) a lire venti milioni (euro 10.329) (4) (5).

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CAPITOLO 2 STRUMENTI DI RACCOLTA DEL RISPARMIO

2.1. Le obbligazioni bancarie


Tra gli strumenti di raccolta del risparmio tra il pubblico sicuramente pi importanti vi sono le obbligazioni bancarie7. Le obbligazioni bancarie sono titoli di credito che possono essere a reddito fisso o variabile, nominativi o al portatore, emessi in massa, portatori di un diritto di credito pecuniario verso la societ emittente alla restituzione di un prestito erogato a questultima, rispettando delle scadenze prestabilite, assieme al pagamento degli interessi percepiti. Trattandosi di titoli a medio lungo termine, non possono avere durata inferiore ai 18 mesi. Trattandosi di strumenti finanziari, sono soggetti al rispetto dellart.129 del T.U.L.B.8 che prevede una particolare forma di controllo di competenza della Banca dItalia la quale pu richiedere allemittente segnalazioni periodiche, informazioni e dati di carattere consuntivo con lo scopo di ottenere elementi conoscitivi sullevoluzione dei prodotti e dei mercati finanziari. Va precisato per che il suddetto articolo, in seguito alle modifiche apportate dallart. 1 del D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 303, non prevede pi i controlli preventivi della Banca dItalia sullemissione degli strumenti finanziari e di conseguenza le sanzioni amministrative applicabili in caso di inosservanze

Bontempi P., Diritto bancario e finanziario, pag.252. Va precisato che le obbligazioni bancarie costituiscono strumenti finanziari o, secondo la terminologia utilizzata prima del T.U. sulla finanza e del decreto EUROSIM (D.Lgs. 23 luglio 1996, n. 415), valori mobiliari. 8 Articolo 129 (1) (Emissione di strumenti finanziari) 1. La Banca dItalia pu richiedere a chi emette od offre strumenti finanziari segnalazioni periodiche, dati e informazioni a carattere consuntivo riguardanti gli strumenti finanziari emessi od offerti in Italia, ovvero allestero da soggetti italiani, al fine di acquisire elementi conoscitivi sullevoluzione dei prodotti e dei mercati finanziari. 2. La Banca d'Italia emana disposizioni attuative del presente articolo.

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(art.143 TU bancario), mantenendo per lapplicazione di sanzioni amministrative in caso di inosservanza delle richieste della Banca dItalia, cos come enunciato nellart. 144 del T.U. Ad eccezione delle cambiali finanziarie, tutte le banche hanno la possibilit di erogare credito in qualsiasi forma, e di conseguenza di utilizzare tutti gli strumenti di raccolta del risparmio previsti dalla legge. Tutte le banche quindi possono emettere obbligazioni bancarie senza alcuna limitazione quantitativa (al contrario delle societ non bancarie). Le Istruzioni di Vigilanza contenute nella circolare della Banca D' Italia del 21 aprile 1999, n.221, disciplinano lemissione delle obbligazioni bancarie, prevedendo una serie di disposizioni che fissano: 1) il taglio minimo dellemissione; 2) il contenuto, con riferimenti specifici ai dati della banca emittente, al valore nominale di ciascuna emissione, allammontare totale, al modo di pagamento e rimborso ed al saggio di interesse, oltre a varie ed eventuali garanzie; 3) la durata superiore ai 36 mesi o comunque, se inferiore, non al di sotto dei 24 mesi di media, con divieto di rimborso prima dei 18; 4) il divieto di rappresentare le obbligazioni emesse con titoli (obbligo di dematerializzazione) e limmissione delle obbligazioni emesse nel sistema di gestione accentrata.

A seconda delle loro caratteristiche intrinseche le obbligazioni bancarie vengono trattate diversamente. L'articolo del 12 del T.U. bancario pone infatti una distinzione tra le obbligazioni non convertibili ed obbligazioni convertibili in azioni della stessa banca emittente (convertibilit diretta) o in azioni di societ diverse dalla banca emittente (convertibilit indiretta). Nel caso della convertibilit diretta si applicano le norme del codice civile ad eccezione dellarticolo 2412 c.c. (che pone un limite allemissione delle obbligazioni dato dalla misura del doppio del capitale sociale, della riserva legale

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e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio approvato), norma che comunque di fatto non trova concreta applicazione considerato che le obbligazioni, come gi detto, costituiscono una tipica forma di tecnica di raccolta del risparmio tra il pubblico da parte delle banche e pertanto non sono richieste limitazioni prudenziali diverse dalle altre forme di raccolta del risparmio.

Per le obbligazioni convertibili in azioni di societ diverse da quella bancaria emittente invece (obbligazioni a convertibilit indiretta) prevista una disciplina derogatoria rispetto a quella del codice civile, posto che non si applicano le disposizioni dettate dallart. 2410 c.c. e segg. c.c. con riferimento alle obbligazioni non convertibili. Si applica poi la disciplina stabilita dalla Banca dItalia, in conformit delle deliberazioni del CICR, per le emissioni di obbligazioni non convertibili o convertibili in titoli di altre societ o degli altri strumenti finanziari diversi dalle partecipazioni (art. 12, comma 5 T.U.L.B., come modificato dal D. Lgs. 37/2004).

2.2. Differenza con altre forme di titoli


I CERTIFICATI DI DEPOSITO ED I BUONI FRUTTIFERI

Una delle forme di deposito bancario simile alle obbligazioni sotto diversi aspetti sono i Certificati di Deposito ed i Buoni Fruttiferi. Questi documenti che prenderemo in esame sono unaltra forma di raccolta di risparmio tra il pubblico e differenziarli tra loro non semplice al di l del nomen juris. Essi sono considerati anche dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca dItalia della circolare del 21 aprile 1999, n.299 (Titolo V, Capitolo 3). Possiamo dire che i certificati di deposito rappresentano somme di denaro depositate presso una banca che si obbliga a restituire in un breve o medio termine (durata minima di 3 mesi e massima di 5 anni).

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Le caratteristiche principali che contraddistinguono allora i certificati di deposito sono allora: 1. sono titoli nominativi o al portatore; 2. sono titoli individuali, in quanto ogni titolo rappresenta una specifica operazione e non unemissione di titoli in massa come le obbligazioni bancarie; 3. sono finalizzati alla raccolta del risparmio tra il pubblico a breve o medio termine; 4. sono emessi a flusso continuo.

Si differenziano allora dalle obbligazioni per almeno tre aspetti: Per la durata: mentre le obbligazioni sono titoli a medio-lungo termine, i certificati sono a breve o medio termine. Per la natura individuale. Mentre le obbligazioni vengono emessi in serie con tutte le stesse caratteristiche sottese ad ununica operazione, i certificati sono differenti luno dallaltro La funzione di deposito, anzich di prestito.

IL DEPOSITO BANCARIO

E' il pi tradizionale strumento di raccolta di risparmio tra il pubblico. Trattasi di un contratto reale, che si perfeziona mediante la consegna della somma e da questa consegna nasce in capo al cliente depositante il diritto di credito alla riconsegna di una corrispondente quantit di moneta della medesima specie (operazione passiva per la banca). Le somme depositate possono essere restituibili a vista, cio con la semplice richiesta del depositante (senza o con breve preavviso), oppure a termine (i depositi vincolati), cio alla scadenza di un termine prefissato, in seguito ad un preavviso.

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I primi hanno principalmente la funzione di custodia del denaro, che rimane nellimmediata disponibilit del depositante, mentre quelli vincolati vengono pi visti come una forma di investimento. Il deposito bancario pu assumere tre forme differenti:

1. ordinario, o semplice, in cui viene rilasciata una ricevuta di cassa della somma depositata, non avendo il depositante la possibilit n di effettuare prelievi n di versare altre somme; 2. deposito a risparmio o fruttifero che si caratterizza per la presenza di un libretto di deposito, un documento che la banca rilascia al momento dellaccensione del rapporto, ove vengono annotati prelievi e versamenti; 3. deposito in conto corrente, nel quale i prelievi avvengono oltre che per cassa, anche mediante emissione di assegni da parte del depositante, con la conseguenza che il saldo non documentato solo dal libretto.

Il libretto di deposito a risparmio pu essere nominativo, al portatore, nominativo pagabile al portatore e al portatore con indicazione di un nome in altro modo contrassegnato. In caso di smarrimento, sottrazione o distruzione, la legge 948/51 prevede una procedura di ammortamento che mira al rilascio di un duplicato.9

IL CONTRATTO PRONTI CONTRO TERMINE

Il contratto pronti contro termine una particolare operazione finanziaria caratterizzata dalla vendita a pronti, la cui esecuzione, cio la materiale consegna dei titoli da parte del venditore e il pagamento del relativo prezzo da parte del compratore, ha luogo immediatamente.
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In caso di smarrimento, distruzione o sottrazione di buoni fruttiferi e di libretti di risparmio nominativi, l'intestatario di essi o chiunque dimostri di avervi diritto, al fine di ottenerne il duplicato, deve farne denuncia all'Istituto emittente presso lo stabilimento di questo dove il buono o il libretto pagabile. Legge 30 Luglio 1951, n.948.

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Praticamente con questa operazione la banca riceve liquidit contro la vendita di una determinata quantit di titoli (operazione a pronti) e si impegna allo stesso tempo col risparmiatore al riacquisto ad un prezzo e una data prestabiliti (operazione a termine). Solitamente i titoli sottostanti i PCT sono obbligazioni.o titoli monetari. Il rendimento viene determinato dalla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di riacquisto, sul quale viene applicata la ritenuta fiscale a titolo di imposta del 20%. La struttura quindi quella di una doppia compravendita, in cui la funzione di natura finanziaria, considerato che ci che le parti si propongono non quella di acquistare titoli quanto quella di dar luogo ad unoperazione finanziaria unica che consenta allacquirente di garantirsi la remunerazione di un capitale che va ad investire ed al venditore e compratore a termine (la banca) di conseguire la disponibilit di fondi da impiegare per un periodo prefissato. Il prezzo viene fissato sulla base del valore sul mercato maggiorato del rateo di interessi maturati fino a quel momento, calcolato capitalizzando il prezzo a pronti a un tasso convenuto da entrambe le parti. Questa operazione a breve termine, avendo normalmente una durata compresa tra minimo un mese e massimo un anno. Per quanto riguarda la natura giuridica si tratta di un contratto atipico, costituito da due compravendite reciproche e contrarie, tra loro funzionalmente collegate.

PRESTITI SUBORDINATI Previsti dallart.12 comma 7 del T.U. Bancario10, i prestiti subordinati presentano la particolarit che lobbligo di restituzione attenuato dallesistenza di una clausola di postergazione in forza della quale -laddove prima della data
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La Banca d'Italia disciplina le emissioni da parte delle banche di prestiti subordinati, irredimibili ovvero rimborsabili previa autorizzazione della medesima Banca d'Italia. Tali emissioni possono avvenire anche sotto forma di obbligazioni o di titoli di deposito.

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prevista per la restituzione si verifichi lapertura di una procedura concorsuale o lo scioglimento della societ i finanziatori hanno diritto di essere rimborsati del prestito solamente in seguito alla soddisfazione dei creditori della societ finanziaria ed esclusivamente nei limiti od in proporzione ai singoli apporti. La clausola di postergazione impedisce la piena applicabilit delle norme sul mutuo in quanto impedisce di ritenere che la restituzione del prestito sia in ogni caso dovuta e di conseguenza non permette la piena applicabilit delle norme sul mutuo, facendo del prestito un contratto aleatorio, subordinandone la restituzione ad un rischio che vien addossato al mutuante.

PRESTITI IRREDIMIBILI

I prestiti irredimibili si differenziano dai subordinati perch pur prevedendo una clausola di postergazione sono caratterizzati dalle seguenti peculiari pattuizioni: 1) possibilit di sospensione del pagamento degli interessi nel caso in cui il soggetto finanziato venga a trovarsi in difficolt finanziaria; 2) prevista la possibilit da parte del sovvenuto di utilizzare limporto del finanziamento a copertura delle perdite, anche se non si verifichino le condizioni per la sua messa in liquidazione o per lapertura di una procedura concorsuale; 3) la durata del rapporto perpetua (per tutta la durata della societ bancaria).

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CAPITOLO 3 LA VIGILANZA

3.1. Gli organi di vigilanza


Lattivit di vigilanza, che riguarda non soltanto le banche, ma anche gruppi bancari e gli intermediari finanziari, viene improntata al rispetto di due principi fondamentali: a) alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilit complessiva, all'efficienza e alla competitivit del sistema finanziario nonch all'osservanza delle disposizioni in materia creditizia 11; b) alla trasparenza dellazione amministrativa, come previsto nella Legge 7 agosto 199012.

Seguendo questi due principi nel T.U. Bancario vengono previste le seguenti Autorit Creditizie e le loro funzioni: 1) Il CICR (Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio) 2) Il Ministro dellEconomia e delle Finanze. 3) La Banca dItalia

Oltre a queste, sono da menzionare altre Autorit con funzioni importanti in ambito finanziario, i cui obblighi di collaborazione sono previsti nellart.7. Gli organi sono i seguenti: a) CONSOB: Commissione Nazionale per le Societ e La Borsa, per i Mercati Finanziari. b) ISVAP: Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di interesse collettivo. c) COVIP: Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione

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Art. 5 T.U. bancario Legge 241/90: Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi

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d) UIF: Unit di Informazione Finanziaria e) Autori Garante della Concorrenza e del Mercato, la cui funzione tutelare lassetto concorrenziale del mercato. E' bene evidenziare che tra il CICR, il Ministro dellEconomia e delle Finanze e la Banca dItalia non esiste rapporto gerarchico. Ciascuna ha competenze proprie che vengono svolte in maniera autonoma.

3.2. Attivit di Vigilanza


Il Testo Unico Bancario ha introdotto delle norme che pongono delle finalit e dei principi generali volti a guidare lazione di Vigilanza. Le finalit in particolare vengono ben enunciate nellart. 5 comma 1: a) la sana e prudente gestione delle banche e degli altri intermediari

finanziaria e quindi la tutela dei risparmiatori e dle risparmio; b) la stabilit e il buon funzionamento del sistema finanziario; c) la competitivit del sistema finanziario; d) losservanza delle disposizioni in materia finanziaria.13

Lo scambio di Informazioni che sussiste tra le varie Autorit di Vigilanza Italiane con le Autorit di Vigilanza dei Paesi dellUnione Europea assicura queste finalit. Questa collaborazione tra le Autorit di Vigilanza ulteriormente rafforzata dal D.lgs. 30 maggio 2005, n.142 che prevede la Vigilanza Supplementare sui Conglomerati Finanziari. La Banca dItalia riceve informazioni dalle Autorit Creditizie degli altri Paesi Comunitari e, salvo divieti da parte dellAutorit dello Stato che ha fornito linformazione, pu trasferirle anche alle altre Autorit nazionali.

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Art.5 T.U.B.

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Una collaborazione simile esiste anche con le Autorit degli Stati extracomunitari, purch: a) sussistano accordi di cooperazione; b) nello Stato extracomunitario esistano obblighi di riservatezza equivalenti a quelli previsti dallordinamento italiano.

Specificatamente delle banche e dei gruppi con rilevanza della componente bancaria o con capogruppo bancario (gruppi creditizi) si occupa il Titolo III del T.U. bancario. Le forme di vigilanza su banche e gruppi bancari sono fondamentalmente tre: a) vigilanza informativa b) vigilanza ispettiva c) vigilanza regolamentare.

La prima (prevista negli artt. 51 e 52 del T.U.B.), prevede la trasmissione periodica e spontanea di documenti da parte dei soggetti vigilati alla Banca dItalia. Le modalit ed i termini con cui queste vengono trasmesse sono ben delineate nella circolare 229 del 21 aprile 1999. Lo scopo principale quello di dare alla Banca dItalia un potere dintervento sullandamento della gestione, esplicabile nellemanazione di uno dei provvedimenti di carattere generale o particolare previsti nellart. 53 del T.U. bancario in tema di vigilanza regolamentare. Il collegio sindacale un altro degli strumenti attraverso i quali si esplica la vigilanza informativa. Il controllo informativo trova attuazione grazie anche a organi di controllo interno costituiti da personale col compito di verificare il corretto andamento della gestione aziendale e riferire eventuali irregolarit al collegio sindacale. Prevista dallart. 54 del T.U. bancario, la vigilanza ispettiva consiste invece nellacquisizione di dati e documenti da parte della Banca d'Italia mediante laccesso presso i soggetti vigilati. Essendo liniziativa della Banca dItalia, la vigilanza ispettiva si differenzia da quella informativa in quanto questultima

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prevede la spontanea attivazione del soggetto vigilato. Non pu essere opposto il segreto bancario in sede di ispezione, nel corso della quale la Banca dItalia pu richiedere tutti i documenti ritenuti necessari per laccertamento. Nel caso di succursali di banche italiane con sede in un paese dellUE, rispettando il principio dellhome country control la Banca dItalia pu: a) richiedere allAutorit di vigilanza del paese ospitante di effettuare controlli; b) eseguire controlli diretti, previa informazione allautorit di vigilanza del paese ospitante c) concordare altre modalit delle verifiche.

Viceversa, nel caso delle succursali di banche comunitarie stabilite su suolo italiano. Per quelle extracomunitarie invece le modalit delle verifiche sono concordate con le Autorit di controllo del paese di origine a condizione di reciprocit. Infine, prevista dallart. 53 del T.U.bancario, la vigilanza regolamentare prevede l'emanazione da parte della Banca dItalia, in conformit alle deliberazioni del CICR, di disposizioni attuative di queste ultime, di disposizioni autonome di carattere generale e di disposizioni di carattere particolare. Una importante distinzione nellattivit regolamentare svolta dalla banca dItalia tra lemanazione di provvedimenti di carattere generale e provvedimenti di carattere particolare, destinati alle esigenze specifiche. Gli aspetti messi a fuoco nel primo caso in particolare, sono: a) ladeguatezza patrimoniale; b) il contenimento del rischio.

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3.2.1. Emissione delle obbligazioni bancarie garantite

Lamissione di questa tipologia di obbligazioni si colloga nellambito di una cosiddetta operazione di securitization o cartolarizzazione. La Securization, tradotto in Italia con cartolarizzazione o titolarizzazione dei crediti, stata recentemente disciplinata dalla legge 30 aprile 1999 n. 130 (disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti). Trattasi di unoperazione che mira allo smobilizzo di una serie di crediti pecuniari (presenti o futuri) di cui sia titolare unimpresa (banca, intermediario finanziario, o altra impresa definita originator) attraverso la loro cessione in blocco a titolo oneroso (di regola ma non necessariamente pro soluto) a favore di un intermediario finanziario (societ per la cartolarizzazione dei crediti o special purpose vehicle), il quale provveder direttamente o tramite una terza societ (societ emittente o special purpose company), ad emettere titoli incorporanti i crediti ceduti ed a collocarli sul mercato dei capitali per ricavare la liquidit necessaria a pagare il corrispettivo della cessione e le spese delloperazione.14 I crediti ceduti verranno quindi trasformati in titoli che verranno immessi sul mercato dei capitali e circoleranno come qualsiasi altro strumento finanziario. Secondo lart. 3 della legge 130/99 il soggetto cessionario dei crediti o lemittente, se diverso devono avere per oggetto esclusivo la realizzazione di una o pi operazioni di cartolarizzazione oltre ad essere in possesso dei requisiti degli intermediari finanziari di cui agli articoli 106 e ss. Del T.U. bancario con le seguenti eccezioni: a) loggetto sociale deve essere limitato alla realizzazione di una o pi operazioni di cartolarizzazione; b) lammontare minimo del capitale sociale deve corrispondere a quello ordinariamente previsto a seconda del tipo di societ costituita e non deve invece corrispondere a quello previsto per gli intermediari finanziari.

14

Bontempi P., Diritto bancario e finanziario, p.158

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Lammontare complessivo dei crediti ceduti (i quali vengono a costituire un patrimonio separato da quello del cessionario o dell emittente art.3 comma 2 130/99) garantisce agli investitori il rimborso del capitale ed il pagamento degli interessi convenzionali incorporati nei titoli emessi. Conseguentemente le somme corrisposte dal debitore o dai debitori ceduti sono destinate in via esclusiva, dalla societ cessionaria, al soddisfacimento dei diritti incorporati nei titoli emessi, dalla stessa o da altra societ, per finanziare l'acquisto di tali crediti, nonch al pagamento dei costi dell'operazione art 1 comma 1 lett b 130/99. I titoli cos emessi costituiscono strumenti finanziari assoggettati alla disciplina del T.U. sulla finanza (D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58) ed al regime fiscale tipico delle obbligazioni () ma senza che ad essi si applichino le relative disposizioni civilistiche (in primis l art. 2412 c.c. che limiterebbe altrimenti l emissione dei titoli al doppio del capitale sociale e delle riserve secondo l ultimo bilancio approvato).Alle cessioni dei crediti poste in essere ai sensi della presente legge si applicano le disposizioni contenute nell'articolo 58, commi 2, 3 e 4, del testo unico bancario che permette al cessionario di rendere la cessione vincolante tramite pubblicazione su Gazzetta Ufficiale, senza bisogno di alcuna ulteriore formalit15. Alloperazione partecipamno (non necessariamente) anche altri soggetti, rendendo pi affidabile l operazione, come ad esempio societ garanti della solvibilit dei debitori ceduti, societ di rating che si occupano della valutazione dei crediti ceduti, societ specializzate nel collocamento dei titoli sul mercato dei capitali, i cosiddetti dealers. In caso di fallimento di uno dei soggetti partecipanti ad un operazione di cartolarizzazione previsto un trattamento di favore, grazie all introduzione di limitazioni all esercizio delle azioni revocatorie, come indicato nel comma 4 dell art.4 della legge 130/99.

15

Art.4, Legge 30 Aprile 1999, n.130, Disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.111 del 14 Maggio 1999.

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E importante poi ricordare che il D.L. 14 marzo 2005, n.35, convertito con modifiche nella legge 15 maggio 2005, n.80 introduce la possibilit di cartolarizzare crediti ipotecari, fondiari, crediti verso le Pubbliche Amministrazioni e titoli derivanti da unoperazione di cartolarizzazione riguardanti i predetti crediti (artt. 7-bis e 7-ter della legge 30 aprile 1999, n.130). Le norme introdotte prevedono sostanzialmente che i crediti ed i titoli appena indicati possano essere ceduti da banche a favore di societ che abbiano per oggetto esclusivo l acquisto dei medesimi assets, anche mediante assunzione di finanziamenti erogati o garantiti dalle stesse banche cedenti. Anche in Italia quindi, viene disciplinata l emissione delle obbligazioni bancarie garantite, introducendo i cosiddetti covered bond. Questi costituiscono titoli obbligazionari emessi dalla stessa banca cedente (diversamente da una normale operazione di cartolarizzazione), il cui rimborso garantito agli investitori dal portafoglio di crediti o titoli ceduti (costituenti un patrimonio separato) e dalla stessa banca cedente che in questo caso funge da emittente ed assume quindi le obbligazioni conseguenti all emissione. Essendo garantiti sia dalla banca che dal portafoglio di crediti o titoli ceduti, i covered bond possono beneficiare di rating elevati, rendendoli degli ottimi strumenti di raccolta del risparmio per la banca.16 L'emissione delle obbligazioni bancarie garantite, viene permessa solo ai gruppi bancari con determinati requisiti: un patrimonio di vigilanza consolidato17 non inferiore a 500 milioni di euro; un coefficiente patrimoniale complessivo a livello consolidato non inferiore al 9%.

Se le banche cedenti non appartengono allo stesso gruppo della banca emittente i requisiti devono essere comunque posseduti anche se riferiti,

16 17

http://www.consob.it/main/documenti/Regolamentazione/normativa/leg130.htm Cfr. Titolo I, Cap. 2, delle Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche contenute nella Circolare della banca dItalia n. 263 del 31 Gennaio 2012.

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rispettivamente, al patrimonio di vigilanza e al coefficiente patrimoniale complessivo individuali. Esistono dei limiti alla cessione degli attivi idonei, previsti in funzione del coefficiente patrimoniale complessivo e del Tier 1 ratio18 a livello consolidato.
SITUAZIONE PATRIMONIALE Fascia "A" coeff. pat. compl. 11% e Tier 1 ratio 7% Fascia "B" coeff. pat. Compl. 10%; <11% e Tier 1 ratio 6,5% Fascia "C" coeff. pat. compl. 9% < 10% e Tier 1 ratio 6% cessione consentita fino al 60% degli attivi idonei cessione consentita fino al 25% degli attivi idonei LIMITI ALLA CESSIONE Nessun limite

Lintegrazione delle attivit cedute, successivamente alla cessione iniziale, avviene mediante la cessione di ulteriori attivi idonei o mediante attivi idonei integrativi. Lintegrazione consentita anche oltre i limiti alla cessione riportati nella tabella precedentemente illustrata. La sostituzione di attivi idonei, inclusi nel patrimonio separato della banca cessionaria, con attivi della stessa specie originati dalla banca cedente consentita a patto per che tale facolt prevista espressamente nel programma e nel prospetto di emissione, che in tal caso individuano i casi in cui la sostituzione ammessa, assicurano unadeguata informativa al mercato, se del caso prevedono congrui limiti quantitativi alla sostituzione. "I contratti stipulati dalle banche in relazione allemissione di obbligazioni garantite e i documenti informativi che accompagnano le stesse obbligazioni danno espressamente atto che lintegrazione degli attivi ceduti non consentita fuori dei casi stabiliti dalle presenti disposizioni." 19

18

Tier 1 ratio, il rapporto tra il patrimonio di base e il requisito patrimoniale complessivo della banca o del gruppo bancario moltiplicato per 12,5. 19 Banca dItalia, Vigilanza bancaria e finanziaria, Disciplina delle obbligazioni bancarie garantite, luglio 2011, modifiche alle disposizioni di vigilanza in materia di disciplina delle obbligazioni bancarie garantite, da introdurre in attuazione della direttiva 2010/76/CE del 24 novembre 2010.

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3.2.2. Responsabilit e Controlli

La banca cedente, a supporto delle deliberazioni riguardanti la cessione di attivi, sia nella fase iniziale che nella successiva integrazione, tenuta a richiedere a una societ di revisione, unattestazione che certifichi che i criteri di valutazione applicati nella determinazione del prezzo di cessione sono conformi a quelli che la banca stessa deve osservare nella redazione del bilancio desercizio. Se la cessione fatta ai valori di iscrizione nellultimo bilancio approvato, sul quale stato dato un giudizio senza rilievi da parte della societ di revisione, lattestazione non richiesta, cos come neanche nel caso eventuali scostamenti tra il valore di iscrizione in bilancio e il prezzo di cessione dipendono unicamente dalla dinamica finanziaria degli attivi ceduti e non si connettano in nessun modo a variazione qualitative degli attivi e/o del merito di credito dei debitori ceduti. Le strutture preposte al controllo sulla gestione dei rischi della banca o del gruppo bancario emittente, controllate a loro volta dallorgano di gestione, verificano con periodicit almeno semestrale e per ogni singola operazione: ladeguatezza e leffettivit della copertura dei rischi offerta dai contratti derivati, stipulati eventualmente in relazione alloperazione; il rispetto dei limiti alla cessione e delle modalit di integrazione; il rispetto del rapporto massimo tra le obbligazioni garantite emesse e gli attivi ceduti a garanzia; lintegrit e la qualit degli attivi ceduti delle obbligazioni. In particolare la stima del valore di mercato degli immobili, residenziali e non residenziali, su cui grava ipoteca in relazione ai crediti fondiari e ipotecari ceduti, deve essere effettuata secondo le modalit e con la frequenza previste dalla normativa sulla determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di credito.

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E' un soggetto esterno incaricato dalla banca emittente (asset monitor) a effettuare i controlli sullintegrit della garanzia e sulla regolarit delloperazione in favore degli investitori. Lasset monitor deve essere una societ di revisione avente la professionalit necessaria e soprattutto deve essere indipendente dalla banca che assegna lincarico e dagli altri soggetti partecipanti. Per prevenire possibili duplicazioni dei controlli, si possono configurare i contenuti e le modalit di monitoring come una verifica sui controlli effettuati dalla banca emittente da parte della societ di revisione, secondo modalit definite contrattualmente. Lattivit di controllo dellAsset Monitor, nellambito delle proprie responsabilit (verifiche sullintegrit della garanzia e sulla regolarit delle operazioni), dovr rispondere a criteri di proporzionalit, estendendo larea delle verifiche e intensificandone la frequenza in presenza di situazioni di mercato o relative allemittente suscettibili di incidere sulla regolarit delloperazione o sulla protezione degli investitori. Verifiche dirette a campione dovranno essere comunque effettuate, proporzionate ai rischi e alle caratteristiche delloperazione. Lasset monitor dovr riportare i controlli effettuati e i relativi risultati in unapposita relazione annuale, destinata anche allorgano con funzione di controllo della banca che ha conferito lincarico, rispettando gli obblighi posti dagli artt. 52 e 61, comma 5, del T.U. bancario in capo ai soggetti che svolgono funzioni di controllo. Almeno ogni 12 mesi, la funzione di revisione interna della banca o del gruppo bancario emittente svolge una verifica completa dei controlli effettuati, usufruendo anche delle informazioni e dei risultati ricevuti dallasset monitor. Gli organi aziendali dovranno venire a conoscenza dei risultati di queste verifiche. "In materia di flussi informativi, i soggetti partecipanti alle operazioni devono assumere impegni contrattuali tali da permettere alla banca emittente e alla banca cedente ed eventualmente al diverso soggetto incaricato del

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servicing degli attivi ceduti di disporre delle informazioni sulla titolarit e sullandamento dei rapporti ceduti necessarie per lo svolgimento dei controlli previsti nel presente paragrafo, nonch per ladempimento degli obblighi segnaletici di vigilanza, ivi inclusi quelli connessi alla partecipazione al servizio di centralizzazione dei rischi creditizi (Centrale dei rischi)."20

20

Ibidem.

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CAPITOLO 4 RISCHI DELLE OBBLIGAZIONI E RECENTI PROVVEDIMENTI

4.1. Il rischio: tipologie e approccio


Partendo dal presupposto che non esista un investimento che non comporti alcun rischio, anche le obbligazioni, siano esse governative o societarie, seppur in misura pi contenuta, hanno una componente aleatoria. Come abbiamo gi visto, poich le obbligazioni sono una forma di finanziamento ad una societ, nel nostro caso una banca, questultima diviene debitrice di un capitale da restituire con un tasso di interesse entro un limite temporale stabilito. Il sottoscrittore dellobbligazione diviene quindi finanziatore di una strategia aziendale, esponendosi a rischi particolari, commisurati alla parte di debito finanziata, che possono essere ricondotti a quattro tipi. Due possono essere definiti primari, perch caratterizzanti ogni emissione obbligazionaria, mentre due sono secondari, perch si riferiscono ad elementi concernenti solo alcuni strumenti obbligazionari. Schematizzando dunque: Rischi Primari: o Rischio Tassi o Rischio Emittente Rischi Secondari o Rischio Liquidit o Rischio Cambio

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4. 1.1. Rischio Tassi

Le quotazioni dei titoli obbligazionari caratterizzati dalla presenza di una cedola con tasso fisso, sono determinate dalle attese sul futuro dei tassi che agiscono in misura molto marginale invece sulle quotazioni dei titoli a tasso variabile. Il diverso comportamento dovuto al rendimento che ciascuno strumento offre agli investitori a seconda delle condizioni di mercato. Tale rendimento deriva dal rapporto tra il prezzo di mercato e i flussi di cassa proposti dai prestiti, a seconda delle loro caratteristiche intrinseche. Con la presenza di una cedola fissa per tutta la vita dellobbligazione e avendo flussi di cassa costanti, il rendimento offerto dalla stessa sar tanto maggiore quanto maggiore sar la differenza tra flussi di cassa e prezzi di mercato (con livelli bassi). Nel caso ci si aspetti tassi di interesse in aumento, con flussi di cassa costanti sar necessario adeguare il rendimento dei titoli a cedola fissa presenti sul mercato diminuendone il prezzo per aumentare il differenziale tra lo stesso e i flussi di cassa. Nel caso in cui i tassi di interesse tenderanno a diminuire il differenziale tra flussi di cassa e prezzo di mercato dovr ridursi, questo accadr solo allaumentare dei prezzi di mercato. Le oscillazioni dei tassi sono causati principalmente dalle attese sul futuro delleconomia che influiscono a loro volta sullandamento dellinflazione.

4. 1.2. Rischio Emittente

Il rischio emittente riferito alla solvibilit dei debitori ed dato da una valutazione effettuata dalle agenzie di rating. Il valore attribuito pu subire variazioni durante la vita del prestito sia positivamente che negativamente ed espresso utilizzando le prime quattro lettere dellalfabeto.

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Il grado di affidabilit diviso in due gruppi a cui corrispondono diverse propensioni al rischio: Investment Grade: viene assegnato questo rating ai debitori considerati pi affidabili (Classe AAA/AA/A/BBB) Non Investment Grade: Debitori con basso grado di affidabilit. (BB/B/CCC)

possibile fare unulteriore suddivisione in base alle tempistiche degli strumenti finanziari utilizzati (a lungo o a breve termine), anche se il maggior metro decisionale rimane la valutazione espressa dal rating, dato che la maggior parte degli investimenti vengono effettuati a lungo termine. A questo punto importante fare una differenziazione della quota di mercato, a carico degli emittenti, perch minore il grado di affidabilit loro assegnato, e maggiore dovr essere il rendimento offerto agli investitori. Per gli emittenti con alto rating vale esattamente lopposto. Guardando la cosa da un punto di vista prettamente operativo, le quotazioni degli strumenti obbligazionari risentono del rating loro assegnato sia nel momento del collocamento dei titoli nel mercato (fase di mercato primario) sia, e soprattutto, in fase di mercato secondario, quando cio si scambiano i titoli gi emessi. in questo momento che si riscontrano i movimenti pi interessanti a livello di quotazioni delle obbligazioni. Come detto precedentemente il grado di affidabilit (rating) pu subire variazioni durante la vita del prestito per svariate cause. Le caratteristiche societarie che vengono maggiormente considerate durante il processo di valutazione sono fondamentalmente due: il livello

dellindebitamento globale e le prospettive di crescita dellazienda. Nel caso in cui lindebitamento salga e peggiorino le prospettive, inevitabile che il grado di affidabilit venga riesaminato e, in questo caso, ridotto. Diminuendo laffidabilit del debitore inevitabile che anche il costo della sua

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raccolta per le nuove emissioni ed il rendimento dei suoi prestiti gi presenti sul mercato secondario aumentino. Laumento dei rendimenti dovuto ad una diminuzione, anche minima, dei prezzi dei titoli quotati.

4.1.3. Rischio Cambio

I rendimenti elevati, pur in caso vi sia una fase di tassi modesti, possono essere offerti sia da debitori a basso rating che da strumenti denominati in monete diverse dalleuro ( possibile che Paesi definiti emergenti decidano di collocare emissioni sul mercato utilizzando la propria moneta come base

dellindebitamento). quindi necessario fare una distinzione in base alla valuta utilizzata per lindebitamento: 1. il costo per lemissione dei titoli obbligazionari, nel caso di paesi emergenti che facciano uso di moneta diversa dalla propria (moneta forte), scende sensibilemente perch tende ad appiattirsi sui rendimenti di mercato; 2. nel caso in cui questi invece facciano uso della propria moneta il grado di affidabilit, generalmente modesto, non trova supporto nella presenza di una moneta forte e questo porta ad un aumento sensibile del costo a carico del debitore che pu portare a raddoppiare o triplicare il livello dei rendimenti offerti rispetto a quello offerto da strumenti finanziari denominati nelle valute forti.

In entrambi i casi la redditivit, e quindi anche il rischio dellinvestimento, non dipendono tanto dalle variazioni dei prezzi degli strumenti utilizzati, quanto dalle oscillazioni dei rapporti di cambio, per questo motivo lassunzione del rischio cambio, nel secondo caso, generalizzata e non dipende dal tipo di moneta utilizzata.

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Le variazioni dei rapporti di cambio possono assumere valori assai elevati e causare effetti diversi in base al tipo di moneta usata per lindebitamento: se la variazione favorevole al sottoscrittore, allora la redditivit tender ad umentare, anche a fronte di un eventuali cadute dei prezzi dei titoli obbligazionari; viceversa la redditivit potrebbe risentirne venendo ridotta o annullata, fino a divenire negativa, laddove landamento del cambio della moneta in cui sono emesse le obbligazioni sottoscritte si sfavorevole allinvestitore.

4.1.4. Rischio Liquidit-Mercato

Questo rischio provocato dal valore nominale dei titoli obbligazionari collocati sul mercato e generalemente viene recepito poco dagli investitori. Ci che condiziona i debitori societari nel momento in cui emettono i propri prestiti sono principalemente due: i limiti allindebitamento complessivo, dettati dalle leggi vigenti e da una sana amministrazione della societ e la notoriet presso il pubblico degli investitori. Solitamente i titoli collocati riguardano grandi importi, ma questo non impedisce il collocamento di prestiti per importi modesti. Linvestitore, per, deve aver presente che questa tipologia di strumento rischia di avere un mercato secondario molto limitato perch non richiama linteresse degli operatori. Linvestitore rischia dimmettere in portafoglio unimmobilizzazione finanziaria, strumento che non sarebbe in grado di trovare compratori sul mercato in caso di problemi. Lesistenza di un mercato secondario sottile presenta un pericolo per linvestitore che potrebbe essere costretto a liquidare il prodotto finanziario acquistando a condizioni non favorevoli, a prescindere dallandamento degli stessi.

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La rischiosit che deriva allinvestitore, quando opta per emissioni collocate per importi modesti, tuttaltro che trascurabile, dal momento che potrebbe trovarsi in serie difficolt qualora decidesse di recedere dallinvestimento effettuato prima della scadenza dello strumento finanziario immesso in portafoglio.

4.1.5. Propensione al rischio dellinvestitore

La propensione al rischio la capacit di un investitore di assumersi i rischi legati allandamento dei prezzi dei titoli di Stato o obbligazionari. Ogni investitore indotto, in modo diverso, ad assumersi un certo livello di rischio in campo finanziario: c chi preferisce rimanere in zona sicura, assumendo quindi richi minori a discapito di minori rendimenti finanziari perch interessato ad azioni improntate sulla sicurezza e su criteri di prudenza atti allo scopo di tutelarlo, ancor prima dellintervento della normativa; e chi invece conscio della rischiosit di unazione finanziaria che svolge e che si assume la responsabilit di incorrere in perdite in conto capitale, pur utilizzando strumenti obbligazionari, per ricevere un riscontro monetario maggiore alla liquidazione dei titoli obbligazionari del portafoglio.

4.2. Decreto Salva Italia

Il 6 dicembre 2011, il Governo ha emanato un importante decreto, il Decreto Legge del 6 dicembre 2011 n. 201 convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n. 214 - Disposizioni urgenti per la crescita, l'equit e il consolidamento dei conti pubblici, per cercare di risollevare la difficile situazione economica nella quale si ritrova immerso lo Stato Italiano, intitolato "Disposizioni urgenti per la crescita, lequit e il consolidamento dei conti", meglio conosciuto come "Decreto Salva Italia".

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Il testo, articolato in 50 articoli, prevede una serie di interventi da adottare per risanare il bilancio pubblico, di cui uno in particolare volge lattenzione alle banche e allo strumento di raccolta del risparmio di nostro interesse: le obbligazioni. Lentit della manovra corrisponde a 24 miliardi di euro. Comprensiva dei risparmi destinati alla crescita ammonta a 30 miliardi di euro di cui 20 netti cos divisi: 12-13 miliardi di tagli alla spesa pubblica e 17-18 di nuove tasse. Di questi soldi, 20 miliardi serviranno per ridurre il deficit e 10 saranno utilizzati per finanziare interventi per crescita ed equit. Le entrate attese dalle misure sulla casa sono pari a 11 miliardi di euro. Lentit delle misure della delega fiscale di 12 miliardi di euro. Verso la fine del 2011 purtroppo le previsioni di crescita economica erano pi basse del previsto e i tassi di interesse che i mercati chiedevano per rifinanziare il debito italiano non accennavano a diminuire. Di conseguenza, per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, il nuovo Governo ha dovuto invertire questa tendenza, ovvero ha dovuto fare in modo che vi fossero pi entrate fiscali e meno spese con lintroduzione di una nuova manovra finanziaria. Il fine di questa operazione il raggiungimento del pareggio di bilancio entro la fine del 2014, intervenendo per il 75% sullaumento delle entrate, mentre per il restante 25% sui tagli alle spese pubbliche. L' aumento delle entrate in particolare prevedeva 25,8 miliardi di euro di cui: Imposta Sostitutiva; Tares: 12% Tassazione Strumenti finanziari e Beni Esteri: 5% Tassazione Beni Di Lusso: 2% Accise; Tabacchi: 22% Addizionale Regionale IRPEF RSO: 9% IMU e Rivalutazione Fabbricati: 44% Contributo Solidariet Pensioni e Aumento Contributi Previdenziali Autonomi: 6%

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I tagli alla spesa invece hanno una dimensione di 9 miliardi di euro cos divisi: riduzione costi della politica e dellauthority: 1% riduzione trasferimenti amministrazioni locali: 30,8% deindicizzazione pensioni e altre misure: 66,6% atre Spese: 1,5%

Gli interventi pi corposi riguardano la riduzione dei trasferimenti ai Comuni, alle Regioni e alle Province, ma anche una corposa riduzione delle pensioni, attraverso un blocco dellindicizzazione dellinflazione per due anni per le pensioni medio/alte. Inoltre ingenti risparmi negli anni a venire arriveranno dallaumento dellet pensionabile, in particolare per le donne e dal passaggio al sistema contributivo per tutti. Una cifra simile, ovvero sempre 9,8 miliardi di euro, in questa riforma riguarda i tagli alle tasse. Sono previsti degli incentivi per le imprese, denominati ACE (Allowances for Corporate Equity), che sono delle deduzioni per quelle imprese che scelgono di investire capitali propri e non a prestito. Vi sono poi degli incentivi fiscali per quelle che decidono di assumere a tempo indeterminato donne e giovani sotto i 35 anni. Inoltre viene introdotta la deducibilit dellIRAP dalle imposte dirette (IRPEF e IRES), riducendo cos il costo del lavoro per le imprese. Per quanto riguarda le maggiori spese vengono stanziati circa 3,6 miliardi di euro cos divisi: 22% per il trasporto pubblico locale 43% Incentivi per lo sviluppo (aiuto alle esportazioni, fondo di garanzia per le piccole medie imprese e fondi regionali per lo sviluppo); 29% Diminuzione delle imposte degli autotrasportatori per compensare laumento delle accise sui carburanti

Infine di rilevante importanza sono le misure adottate dal Governo nella lotta allEvasione Fiscale e il rilancio della concorrenza grazie alle liberalizzazioni.

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Viene ad esempio imposto il limite massimo dei 1000 euro per il pagamento in contanti e viene incentivata la collaborazione tra le Banche e lAgenzia delle Entrate per condividere i dati dei Conti Correnti per quanto riguarda la lotta allevasione fiscale mentre per le liberalizzazioni viene data la possibilit di vendere alcuni farmaci senza ricetta anche nelle parafarmacie, vengono liberalizzati gli orari e i giorni di attivit degli esercizi commerciali, e vengono amplificati i poteri dellAGCM (Autorit Garante per la Concorrenza e del Mercato). Ci che pi si avvicina al tema di nostro interesse larticolo 8. Le banche potranno infatti avere la garanzia dello Stato sulle loro obbligazioni. Il Ministro dell'economia e delle finanze, fino al 30 giugno 2012, e' autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passivita' delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal 1 gennaio 2012, a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite di cui all'art. 7-bis della legge 30 aprile 1999, n. 130, e di emissione successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto. Con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, si procede all'eventuale proroga del predetto termine in conformita' alla normativa europea in materia.21 E' una delle novit, tra le pi gradite dai mercati finanziari, del decreto salva-Italia varato dal governo Monti. Con il pagamento di una commissione fissa le banche potranno assicurare una garanzia aggiuntiva alle proprie emissioni, che potranno cos essere usate come collaterale presso la Banca centrale europea per accedere ai finanziamenti sperando cos di centrare l'obiettivo generale dell'intervento: fornire quelle garanzie necessarie a ripristinare le capacit di finanziamento a medio-lungo termine delle banche. La garanzia concessa alle banche persegue tre obiettivi, ovvero: la ripresa della fiducia sul mercato obbligazionario, la possibilit per le banche di accedere alla liquidit della Bce e contrastare gli effetti derivanti dal cosiddetto credit crunch, derivante dal prosciugamento delle risorse da parte degli istituti.
21

Art.8 comma 1, Legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n. 214

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La misura era prevista con effetto immediato e fino al 30 giugno 2012. Fino a tale data il ministero dell'Economia era autorizzato a concedere la garanzia statale sulle passivit delle banche con scadenza da tre mesi a cinque anni, oppure dall'1 gennaio 2012 sulle emissioni a sette anni. I titoli dovranno fare parte di emissioni effettuate dopo l'entrata in vigore del decreto. L'ammontare della garanzia per ogni singola banca non potr eccedere il patrimonio di vigilanza, mentre la commissione che verr pagata per avere accesso alla garanzia sar pari mediamente all'1%. Per avere accesso alle garanzie, le banche sono tenute a superare una valutazione da parte della Banca d'Italia che verificher la presenza di coefficienti patrimoniali non inferiori a quelli obbligatori e una capacit reddituale che consenta di fare fronte alle passivit garantite dallo Stato. Ai fini dell'ammissione alle operazioni, la Banca d'Italia valuta l'adeguatezza patrimoniale e la capacita' di fare fronte alle obbligazioni assunte in particolare sulla base dei seguenti criteri22: a) i coefficienti patrimoniali alla data dell'ultima segnalazione di vigilanza disponibile non siano inferiori a quelli obbligatori; b) la capacit reddituale della banca sia adeguata per far fronte agli oneri delle passivit garantite.

Tale garanzia riguarda sia il capitale che gli interessi ed riservata esclusivamente agli strumenti in euro a tasso fisso semplici, ossia non deve trattarsi di titoli strutturati o prodotti complessi e non devono incorporare una componente derivata. E' importante poi sottolineare che la garanzia non riguarder tutte le banche, ma solo quelle che risulteranno essere in regola sul fronte del patrimonio e della redditivit. Gli istituti bancari interessati, quindi, saranno tenuti a presentare apposita richiesta alla Banca dItalia e al dipartimento del Tesoro per accedere a tale garanzia, i quali valuteranno la sussistenza dei requisiti prescritti.
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Art.8 comma 23, Legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n. 214

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CONCLUSIONI

Come gi accennato nell'introduzione, con larticolo 8 del decreto Salva Italia del 6 dicembre 2011, il presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti ha permesso alle banche di potenziare un eccezionale strumento di raccolta del risparmio gi in loro possesso, ma questo purtroppo stato valido per soli 7 mesi circa e pi precisamente fino al 30 giugno del 2012. Questa secondo me stata una boccata dossigeno per le societ bancarie ma penso non sia sufficiente, anche se ritengo comunque che una linea dazione che veda come protagonisti gli strumenti di raccolta del risparmio, sia la giusta direzione in cui muoversi, ed aprirebbe un capitolo molto importante per la situazione economica italiana.

Come analizzato, la raccolta del risparmio di vitale importanza per le banche, e tutte quelle societ erogatrici di credito, senza le quali sarebbe impossibile pensare ad un futuro di crescita e sviluppo. Le obbligazioni come gi visto non sono le uniche risorse, e poter svilupparne o crearne ex-novo altre rafforzerebbe il mercato bancario. Contratti pronti contro termine, certificati di deposito e buoni fruttiferi, i prestiti subordinati ed irredimibili ed i depositi bancari sono strumenti gi presenti, che al momento della loro nascita potevano sicuramente soddisfare le esigenze finanziarie di qualche anno fa, ma che ai fini della ripresa economica, necessaria pi che mai nel contesto odierno, necessitano di una rivisitazione ed eventualmente di un restauro esattamente come avvenuto con le obbligazioni. Ovviamente eventuali interventi necessitano studi a livello Europeo che non guardino tanto lassetto politico, quanto invece quello economico, e nel momento dell'attuazione siano continuamente monitorati dalle Autorit di Vigilanza. A fronte di questi ragionamenti, sarebbe allora interessante, a mio modesto avviso, se lo Stato provasse a concedere la sua garanzia non solo sulle obbligazioni bancarie, ma anche sull'erogazione del credito, e pi

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specificatamente ai mutui, in particolare a quelli richiesti da giovani e da famiglie per lacquisto di abitazioni o per sviluppare piccole-medio imprese, che le banche poi potrebbero cartolarizzare per rifinanziarsi presso la BCE. La garanzia dello Stato potrebbe quindi essere concessa non tanto sui singoli mutui erogati alla clientela, quanto piuttosto sulle obbligazioni bancarie emesse cartolarizzando quei mutui, le quali, munite della garanzia dello Stato, sarebbero appetibili presso il mercato (meglio ancora se si trattasse di obbligazioni bancarie garantite, secondo il funzionamento che abbiamo visto al Capitolo 3). Un simile modo di operare potrebbe forse agevolare laccesso al credito non solo a favore dei giovani (che avrebbero pi facilmente possibilit di finanziarsi, sgravando i genitori dalla fideiussione e liberando cos ulteriori risorse), ma anche a favore delle piccole e medie imprese (spesso costtuite sempre da giovani) che oggi normalmente non sono in grado di reperire la disponibilit finanziaria necessaria per avviare lattivit o compiere nuovi investimenti. Il futuro ritengo sia nei giovani che un domani costruiranno e governeranno questo paese, e dare loro gli strumenti per poter assumere questo compito, un obbligo a cui lo Stato e le banche non possono e non devono sottrarsi.

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ALLEGATO 1 Legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n. 214. Titolo II, Rafforzamento del sistema finanziario nazionale e internazionale. Art. 8 Misure per la stabilita' del sistema creditizio

1. Ai sensi della Comunicazione della Commissione europea C(2011)8744 concernente l'applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato alle misure di sostegno alle banche nel contesto della crisi finanziaria, il Ministro dell'economia e delle finanze, fino al 30 giugno 2012, e' autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passivita' delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal 1 gennaio 2012, a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite di cui all'art. 7-bis della legge 30 aprile 1999, n. 130, e di emissione successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto. Con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, si procede all'eventuale proroga del predetto termine in conformita' alla normativa europea in materia. 2. La concessione della garanzia di cui al comma 1 e' effettuata sulla base della valutazione da parte della Banca d'Italia dell'adeguatezza della patrimonializzazione della banca richiedente e della sua capacita' di fare fronte alle obbligazioni assunte. 3. La garanzia dello Stato di cui al comma 1 e' incondizionata, irrevocabile e a prima richiesta. 4. La garanzia dello Stato di cui al comma 1 sara' elencata nell'allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze di cui all'articolo 31 della legge 31 dicembre 2009, n. 196. Per tale finalita' e' autorizzata la spesa di 200 milioni di euro annui per il periodo 2012-2016. I predetti importi sono annualmente versati su apposita contabilita' speciale, per essere destinati alla copertura dell'eventuale escussione delle suddette garanzie. Ad eventuali ulteriori oneri, si provvede ai sensi dell'articolo 26, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, con imputazione nell'ambito dell'unita' di voto parlamentare 25.2 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. 5. Ai fini del presente articolo, per banche italiane si intendono le banche aventi sede legale in Italia.

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6. L'ammontare delle garanzie concesse ai sensi del comma 1 e' limitata a quanto strettamente necessario per ripristinare la capacita' di finanziamento a medio-lungo termine delle banche beneficiarie. L'insieme delle operazioni e i loro effetti sull'economia sono oggetto di monitoraggio semestrale da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, con il supporto della Banca d'Italia, anche al fine di verificare la necessita' di mantenere in vigore l'operativita' di cui al comma 1 e l'esigenza di eventuali modifiche operative. I risultati delle verifiche sono comunicati alla Commissione europea; le eventuali necessita' di prolungare la vigenza delle operazioni oltre i sei mesi dall'entrata in vigore del presente decreto e le eventuali modifiche operative ritenute necessarie sono notificate alla Commissione europea. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, sulla base degli elementi forniti dalla Banca d'Italia, presenta entro il 15 aprile 2012 un rapporto sintetico sul funzionamento dello schema di garanzia di cui al comma 1 e sulle emissioni garantite e non garantite delle banche. 7. Le banche che ricorrono agli interventi previsti dal presente articolo devono svolgere la propria attivita' in modo da non abusare del sostegno ricevuto e conseguire indebiti vantaggi per il tramite dello stesso, in particolare nelle comunicazioni commerciali rivolte al pubblico. 8. In caso di mancato rispetto delle condizioni di cui al comma 7, il Ministero dell'economia e delle finanze, su segnalazione della Banca d'Italia, puo' escludere la banca interessata dall'ammissione alla garanzia di cui al comma 1, fatte salve le operazioni gia' in essere. Di tale esclusione e' data comunicazione alla Commissione europea. 9. Per singola banca, l'ammontare massimo complessivo delle operazioni di cui al presente articolo non puo' eccedere, di norma, il patrimonio di vigilanza, ivi incluso il patrimonio di terzo livello. La Banca d'Italia effettua un monitoraggio del rispetto dei suddetti limiti e ne comunica tempestivamente gli esiti al Dipartimento del Tesoro. Il Dipartimento del Tesoro comunica alla Commissione europea i risultati del monitoraggio. 10. La garanzia dello Stato puo' essere concessa su strumenti finanziari di debito emessi da banche che presentino congiuntamente le seguenti caratteristiche: a) sono emessi successivamente all'entrata in vigore del presente decreto, anche nell'ambito di programmi di emissione preesistenti, e hanno durata residua non inferiore a tre mesi e non superiore a cinque anni, a partire dal 1 gennaio 2012, a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite di cui all'art. 7-bis della legge 30 aprile 1999, n. 130;

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b) prevedono il rimborso del capitale in un'unica soluzione a scadenza; c) sono a tasso fisso; d) sono denominati in euro; e) rappresentano un debito non subordinato nel rimborso delcapitale e nel pagamento degli interessi; f) non sono titoli strutturati o prodotti complessi ne' incorporano una componente derivata. A tal fine si fa riferimento alle definizioni contenute nelle Istruzioni di Vigilanza per le banche (Circolare della Banca d'Italia n. 229 del 21 aprile 1999, Titolo X, Capitolo 1, Sezione I.); 11. La garanzia di cui al precedente comma copre il capitale e gli interessi. 12. Non possono in alcun caso essere assistite da garanzia dello Stato le passivita' computabili nel patrimonio di vigilanza, come individuate dalle Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche (Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006, Titolo I, Capitolo 2). 13. Il volume complessivo di strumenti finanziari di cui al comma 10 emessi dalle banche con durata superiore ai 3 anni sui quali puo' essere prestata la garanzia di cui al comma 1, non puo' eccedere un terzo del valore nominale totale dei debiti garantiti dallo Stato emessi dalla banca stessa e garantiti dallo Stato ai sensi del comma 1. 14. Gli oneri economici a carico delle banche beneficiarie della garanzia di cui al comma 1 effettuate a partire dal 1 gennaio 2012, sono cosi' determinati: a) per passivita' con durata originaria di almeno 12 mesi, e' applicata una commissione pari alla somma dei seguenti elementi: (i) una commissione di base di 0,40 punti percentuali; e (ii) una commissione basata sul rischio eguale al prodotto di 0,40 punti percentuali per una metrica di rischio composta come segue: la meta' del rapporto fra la mediana degli spread sui contratti di Credit Default Swap (CDS) senior a 5 anni relativi alla banca o alla capogruppo nei tre anni che terminano il mese precedente la data di emissione della garanzia e la mediana dell'indice iTraxx Europe Senior Financial a 5 anni nello stesso periodo di tre anni, piu' la meta' del rapporto fra la mediana degli spread sui contratti CDS senior a 5 anni di tutti gli Stati Membri dell'Unione Europea e la mediana degli spread sui contratti CDS senior a 5 anni dell'Italia nel medesimo periodo di tre anni.

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b) per le obbligazioni bancarie garantite di cui all'art. 7-bis della legge 30 aprile 1999, n. 130, la commissione, di cui al punto (ii) della lettera a), e' computata per la meta'; c) per passivita' con durata originaria inferiore a 12 mesi, e' applicata una commissione pari alla somma dei seguenti elementi: (i) una commissione di base di 0,50 punti percentuali; e (ii) una commissione basata sul rischio eguale a 0,20 punti percentuali nel caso di banche aventi un rating del debito senior unsecured di A+ o A ed equivalenti, a 0,30 punti percentuali nel caso di banche aventi un rating di A- o equivalente, a 0,40 punti percentuali per banche aventi un rating inferiore a A- o prive di rating. 15. Per le banche per le quali non sono negoziati contratti di CDS o comunque non sono disponibili dati rappresentativi, la mediana degli spread di cui al punto ii) della lettera a) del comma 14 e' calcolata nel modo seguente: a) per banche che abbiano un rating rilasciato da ECAI riconosciute: la mediana degli spread sui contratti di CDS a cinque anni nei tre anni che terminano il mese precedente la data di emissione della garanzia registrati per un campione di grandi banche, definito dalla Commissione europea, insediate in paesi dell'area euro appartenenti alla medesima classe di rating del debito senior unsecured; b) per banche prive di rating: la mediana degli spread sui contratti CDS registrati nel medesimo periodo per un campione di grandi banche, definito dalla Commissione europea, insediate in paesi dell'area dell'euro e appartenenti alla piu' bassa categoria di rating disponibile. 16. In caso di difformita' delle valutazioni di rating, il rating rilevante per il calcolo della commissione e' quello piu' elevato. 17. I rating di cui al presente articolo sono quelli assegnati al momento della concessione della garanzia. 18. Nel caso in cui la garanzia dello Stato di cui al comma 1 sia concessa sulle passivita' emesse nel periodo intercorrente tra l'entrata in vigore del presente decreto e il 31 dicembre 2011, le commissioni sono determinate secondo quanto previsto dalle Raccomandazioni della Banca Centrale Europea del 20 ottobre 2008, come aggiornate dalla Commissione europea a far data dal 1 luglio 2010. 19. La commissione e' applicata in ragione d'anno all'ammontare nominale dei titoli emessi dalla banca. Le commissioni dovute dalle banche interessate sono versate, in rate

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trimestrali posticipate, ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato. Le relative quietanze sono trasmesse dalla banca interessata al Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento del Tesoro. 20. Il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, puo' variare i criteri di calcolo e la misura delle commissioni del presente articolo in conformita' delle Comunicazioni della Commissione Europea, tenuto conto delle condizioni di mercato. Le variazioni non hanno effetto sulle operazioni gia' in essere. 21. Le richieste di ammissione alla garanzia di cui al comma 1 sono presentate dalle banche interessate nel medesimo giorno alla Banca d'Italia e al Dipartimento del Tesoro con modalita' che assicurano la rapidita' e la riservatezza della comunicazione. 22. La richiesta e' presentata secondo un modello uniforme predisposto dalla Banca d'Italia e dal Dipartimento del Tesoro che deve indicare, tra l'altro, il fabbisogno di liquidita', anche prospettico, della banca, le operazioni di garanzia a cui la banca chiede di essere ammessa e quelle alle quali eventualmente sia gia' stata ammessa o per le quali abbia gia' fatto richiesta di ammissione. 23. Ai fini dell'ammissione alle operazioni, la Banca d'Italia valuta l'adeguatezza patrimoniale e la capacita' di fare fronte alle obbligazioni assunte in particolare sulla base dei seguenti criteri: a) i coefficienti patrimoniali alla data dell'ultima segnalazione di vigilanza disponibile non siano inferiori a quelli obbligatori; b) la capacita' reddituale della banca sia adeguata per far fronte agli oneri delle passivita' garantite. 24. La Banca d'Italia comunica tempestivamente al Dipartimento del Tesoro, di norma entro 3 giorni dalla presentazione della richiesta, le valutazioni di cui al comma 23. Nel caso di valutazione positiva la Banca d'Italia comunica inoltre: a) la valutazione della congruita' delle condizioni e dei volumi dell'intervento di liquidita' richiesto, alla luce delle dimensioni della banca e della sua patrimonializzazione; b) l'ammontare del patrimonio di vigilanza, incluso il patrimonio di terzo livello; c) l'ammontare della garanzia; d) la misura della commissione dovuta secondo quanto previsto al comma 14.

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25. Sulla base degli elementi comunicati dalla Banca d'Italia, il Dipartimento del Tesoro provvede tempestivamente e di norma entro cinque giorni dalla ricezione della comunicazione della Banca d'Italia, in merito alla richiesta presentata della banca. A tal fine tiene conto del complesso delle richieste provenienti dal sistema, dell'andamento del mercato finanziario e delle esigenze di stabilizzazione dello stesso, della rilevanza dell'operazione, nonche' dell'insieme delle operazioni attivate dal singolo operatore. Il Dipartimento del Tesoro comunica la decisione alla banca richiedente e alla Banca d'Italia, con modalita' che assicurano la rapidita' e la riservatezza della comunicazione. 26. La banca che non sia in grado di adempiere all'obbligazione garantita presenta richiesta motivata d'intervento della garanzia al Dipartimento del Tesoro e alla Banca d'Italia, allegando la relativa documentazione e indicando gli strumenti finanziari o le obbligazioni contrattuali per i quali richiede l'intervento e i relativi importi dovuti. La richiesta e' presentata, di norma, almeno 30 giorni prima della scadenza della passivita' garantita, salvo casi di motivata urgenza. 27. Il Dipartimento del Tesoro accertata, sulla base delle valutazioni della Banca d'Italia, l'ammissibilita' della richiesta, autorizza l'intervento della garanzia entro il giorno antecedente la scadenza dell'operazione. Qualora non sia possibile disporre il pagamento con procedure ordinarie, sulla base della predetta autorizzazione, la Banca d'Italia effettua il pagamento a favore dei creditori mediante contabilizzazione in conto sospeso collettivo. Il pagamento e' regolarizzato entro i successivi novanta giorni. 28. A seguito dell'intervento della garanzia dello Stato, la banca e' tenuta a rimborsare all'erario le somme pagate dallo Stato maggiorate degli interessi al tasso legale fino al giorno del rimborso. La banca e' altresi' tenuta a presentare un piano di ristrutturazione, come previsto dalla Comunicazione della Commissione europea del 25 ottobre 2008 e successive modificazioni e integrazioni. Tale piano viene trasmesso alla Commissione europea entro e non oltre sei mesi. 29. Ove uno dei provvedimenti di cui al Titolo IV del Testo unico bancario, sia stato adottato in conseguenza della escussione della garanzia ai sensi del presente articolo, il provvedimento e' trasmesso alla Commissione Europea entro 6 mesi. 30. Qualora, al fine di soddisfare anche in modo indiretto esigenze di liquidita', la Banca d'Italia effettui operazioni di finanziamento o di altra natura che siano garantite mediante pegno o cessione di credito, la garanzia ha effetto nei confronti del debitore e dei terzi all'atto della sua prestazione, ai sensi degli articoli 1, comma 1, lettera q), e 2, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 170 ed in deroga agli

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articoli 1264, 1265 e 2800 del codice civile e all'articolo 3, comma 1-bis del decreto legislativo 21 maggio 2004, n.170. In caso di garanzia costituita da crediti ipotecari, non e' richiesta l'annotazione prevista dall'articolo 2843 del codice civile. Alle medesime operazioni si applica l'articolo 67, quarto comma, del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267. La disciplina derogatoria si applica ai contratti di garanzia finanziaria a favore della Banca d'Italia stipulati entro la data del 31 dicembre 2012. 31. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, sulla base degli elementi forniti dalla Banca d'Italia, presenta alla Commissione europea una relazione (viability review) per ciascuna banca beneficiaria della garanzia di cui al comma 1 nel caso in cui il totale delle passivita' garantite ecceda sia il 5 per cento delle passivita' totali della banca sia l'ammontare di 500 milioni di euro. Il rapporto ha ad oggetto la solidita' e la capacita' di raccolta della banca interessata, e' redatto in conformita' dei criteri stabiliti dalla Commissione nella Comunicazione del 19 agosto 2009 ed e' comunicato alla Commissione europea entro 3 mesi dal rilascio della garanzia. 32. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze, sulla base degli elementi forniti dalla Banca d'Italia, comunica alla Commissione europea, entro tre mesi successivi a ciascuna emissione di strumenti garantiti ai sensi del comma 1, l'ammontare della commissione effettivamente applicata con riferimento a ciascuna emissione. 33. Con decreti di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Banca d'Italia, possono essere stabiliti eventuali ulteriori criteri, condizioni e modalita' di attuazione del presente articolo. 34. Nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, il Ministro dell'Economia e delle Finanze puo' rilasciare, fino al 30 giugno 2012, la garanzia statale su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia alle banche italiane e alle succursali di banche estere in Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidita' (emergency liquidity assistance). Agli eventuali oneri si provvede nell'ambito delle risorse e con le modalita' di cui al comma 4 del presente articolo.

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BIBLIOGRAFIA

Antonucci A., Diritto delle banche, Giuffr Editore, Milano 2006. Banca dItalia, Vigilanza bancaria e finanziaria, Disciplina delle obbligazioni bancarie garantite, luglio 2011, modifiche alle disposizioni di vigilanza in materia di disciplina delle obbligazioni bancarie garantite, da introdurre in attuazione della direttiva 2010/76/CE del 24 novembre 2010.

Bausilio G., I contratti bancari, Giuffr Editore, Milano 2007. Bontempi P., Diritto bancario e finanziario, Giuffr Editore, Milano 2009 Cass. Pen., Sez. Un., 23 maggio 1987, in Banca, Borsa, tit. Cred., 1987, II, 545. Circolare della banca dItalia n. 263 del 31 Gennaio 2012,Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche . Fauceglia G., I contratti Bancari, G. Giappichelli Editore, Torino 2005 Legge 241/90: Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi. Legge 30 Aprile 1999, n.130, Disposizioni sulla cartolarizzazione dei crediti, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.111 del 14 Maggio 1999. Legge 30 Luglio 1951, n.948. Legge 6 dicembre 2011, n. 201 convertito con modificazioni nella legge 22 dicembre 2011, n. 214. TUB Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, D.Lgs 1 settembre 1993, n. 385 (aggiornato a Febbraio 2007).

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