Sei sulla pagina 1di 68

lOMoARcPSD|5924426

Riassunto Diritto dei Mercati e degli Intermediari Finanziari

Diritto dei mercati e degli intermediari finanziari (Università degli Studi di Perugia)

Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo.


Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)
lOMoARcPSD|5924426

Diritto dei Mercati e degli Intermediari Finanziari

CAPITOLO 1

SISTEMA DELLE FONTI:

-GERARCHIA DELLE FONTI

La gerarchia delle fonti in materia bancaria si articola nel seguente modo:


— la Costituzione (artt. 41 e 47) e le fonti sovranazionali, comprese quelle di diritto
comunitario.
— le leggi ordinarie, tra le quali assumono particolare rilevanza il T.U.B., il Codice Civile ed
alcune leggi speciali (T.U.F., in particolare);
— I regolamenti e gli atti amministrativi, tra cui spiccano i decreti del Ministero
dell’Economia e delle Finanze e i provvedimenti del Comitato Interministeriale per il Credito ed il
Risparmio (CICR) e della Banca d’Italia;
— Gli usi normativi e gli usi negoziali, che nell’ambito del diritto bancario assumono una
rilevanza particolare

- GLI ARTICOLI 41 E 47 DELLA COSTITUZIONE

Per inquadrare l’attività bancaria nella disciplina costituzionale, occorre anzitutto sottolineare che
essa si presenta come attività d’impresa ed è quindi espressione dell’iniziativa economica privata,
come afferma l’art. 41 Cost.
In base a tale norma «l’iniziativa economica privata è libera», purché non sia svolta in contrasto
con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La
libertà nell’esplicazione dell’attività bancaria va però conciliata con i principi contenuti nell’art. 47
Cost., il quale si riferisce più strettamente all’attività creditizia. La norma prevede che la
Repubblica:
— incoraggi e tuteli il risparmio in tutte le sue forme;
— disciplini, coordini e controlli l’esercizio del credito;
— favorisca l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta
coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
L’art. 47 Cost. ammette quindi la possibilità di un controllo sull’attività bancaria mediante
disposizioni di legge, dirette ad indirizzare tale attività verso un fine sociale consistente nella tutela
del risparmio.

- LE FONTI DI DIRITTO COMUNITARIO


Le fonti del diritto comunitario sono costituite:
— dai trattati istitutivi delle tre Comunità, così come integrati dalla giurisprudenza della Corte di
Giustizia e modificati da atti successivi;
— dagli atti emanati dalle istituzioni comunitarie costituenti il cd. diritto comunitario derivato;
— dagli accordi della Comunità con Stati terzi. I trattati istitutivi (così come gli accordi con Stati
terzi) rappresentano le fonti di primo grado dell’ordinamento giuridico comunitario: le norme in
essi contenute non potranno quindi essere disattese dagli atti delle istituzioni comunitarie. Il trattato
istitutivo della CEE è stato firmato a Roma il 25-3-1957 ed è entrato in vigore il 1°-1-1958
(ratificato dall’Italia con L. 14-10-1957, n. 1203). Oltre a tale trattato, rivestono particolare

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

importanza:
— l’Atto Unico Europeo, firmato il 28-2-1986 ed entrato in vigore il 1°-7-1987 (l’Italia l’ha
ratificato con L. 23-12-1986, n. 909), il cui obiettivo principale è l’instaurazione progressiva del
mercato interno quale «spazio senza frontiere, nel quale è assicurata la libera circolazione delle
merci, delle persone, dei servizi e dei capitali»;
— il Trattato sull’Unione Europea, e i Protocolli allegati, firmato a Maastricht il 7-2-1992 ed
entrato in vigore il 1°-11-1993 (ratificato dall’Italia con L. 3-11-1992, n. 454), che amplia i settori
di competenza comunitaria;
— il Trattato di Amsterdam, firmato il 2-10-1997 ed entrato in vigore il 1°-5-1999 (ratificato
dall’Italia con L. 16-6-1998, n. 209), che ha ulteriormente modificato i trattati istitutivi innovando le
procedure decisionali e «comunitarizzando» alcuni settori che, in precedenza, rientravano
nell’ambito della cooperazione intergovernativa;
— il Trattato di Nizza, firmato il 26-2-2001 ed entrato in vigore il 1°-2-2003 (ratificato dall’Italia
con L. 11-5-2002, n. 102), che ha apportato soprattutto modifiche volte ad adeguare la struttura
delle istituzioni europee in ragione dell’allargamento dell’Unione ad altri Stati membri. Estratto
della pubblicazione 10 Capitolo Secondo Le fonti del diritto comunitario derivato sono frutto
dell’attività legislativa della Comunità Europea e possono essere distinte in due gruppi principali:
- fonti vincolanti quali:
— il regolamento, che è un provvedimento normativo di portata generale, ad efficacia vincolante
per gli Stati membri e generatore di diritti soggettivi immediatamente operativi nella sfera giuridica
dei singoli destinatari;
— la direttiva, che rappresenta un indirizzo comunitario vincolante per gli Stati membri, i quali,
però, sono liberi di scegliere in ordine alla finalità da realizzare il concreto modo di attuazione
conformemente ai sistemi giuridici esistenti nei singoli Paesi;
— la decisione che è un atto obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile per i
destinatari da essa designati (persone fisiche o Stati membri);
- fonti non vincolanti quali:
— la raccomandazione, emanata dal Consiglio o dalla Commissione e che rappresenta una
indicazione per gli Stati membri di adeguare i loro sistemi normativi ad un modello predisposto;
— il parere, analogo alla raccomandazione, dalla quale si differenzia solo per il minor dettaglio
dell’argomento trattato.

- LE FONTI LEGISLATIVE E I TESTI UNICI IN MATERIA BANCARIA E FINANZIARIA

A) Fonti statuali: codice civile e T.U.B.


Le fonti statuali in campo bancario sono rappresentate soprattutto dalle disposizioni del codice
civile, con particolare riguardo agli articoli concernenti i contratti bancari (artt. 1834 c.c. e ss.) e i
titoli di credito (artt. 1992 c.c. e ss.). La legislazione ordinaria, che — come si è detto — è
progredita sulla scorta delle direttive comunitarie, è oggi in gran parte contenuta nel D.Lgs. 1-9-
1993, n. 385, vale a dire il Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia - T.U.B. I principi
fondamentali del T.U.B. sono i seguenti: — la vigilanza sull’attività creditizia è esercitata dalla
Banca d’Italia (art. 4), affiancata dal CICR (Comitato interministeriale per il credito ed il
risparmio), il quale ha compiti di alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio (art. 2),
e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze (art. 3); Estratto della pubblicazione Le fonti del
diritto bancario 11 — l’attività bancaria consiste nella raccolta del risparmio tra il pubblico e
nell’esercizio del credito. Tale attività può essere svolta soltanto da enti espressamente autorizzati,
detti banche, ed assume carattere d’impresa (art. 10); — le banche devono essere iscritte dalla
Banca d’Italia in un apposito albo delle banche (art. 13); — possono svolgere attività bancaria in
Italia non soltanto le banche nazionali (aventi sede legale in Italia), ma anche le banche comunitarie
(aventi sede legale ed amministrazione centrale in uno Stato membro della Comunità Europea) e le

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

banche extracomunitarie (aventi sede legale al di fuori della Comunità Europea); — le banche
nazionali, a loro volta, possono esercitare la propria attività negli Stati comunitari ed
extracomunitari nel rispetto delle procedure fissate dal T.U.B. (art. 16); — alle attività bancarie si
applicano in ogni caso le norme sulla trasparenza contrattuale e sul contrasto al riciclaggio di
denaro ed a tal fine la Banca d’Italia collabora, anche mediante scambio d’informazioni, con le
autorità straniere competenti al controllo degli enti creditizi, finanziari, assicurativi e dei mercati
finanziari (art. 7). B) Le modifiche e le integrazioni successive al T.U.B.
La veloce evoluzione del mercato del credito e della intermediazione finanziaria hanno spinto il
legislatore a rivedere la disciplina originaria del T.U.B. in diversi punti. In particolare:
-un rafforzamento dei soggetti preposti alla vigilanza e l’implementazione degli strumenti a
disposizione degli stessi,
-raccolta del risparmio e abusivismo bancario;
-revisione dei reati di contrasto all’attività di vigilanza, di mendacio e aggiotaggio bancario; è stata
introdotta la disciplina degli istituti di moneta elettronica (IMEL), cui è dedicato l’intero Titolo
Vbis, introdotto nel T.U.B. dalla legge stessa;
il D.Lgs. 37/2004 e il D.Lgs. 310/2004 hanno apportato variazioni ad una nutrita serie di articoli
del T.U.B. (e del T.U.F.) al fine di coordinarne le disposizioni con il D.Lgs. 5/2003 e il D.Lgs.
6/2003, recanti la riforma del diritto societario. Queste hanno riguardato principalmente, nel T.U.B.,
la raccolta del risparmio mediante emissione di titoli da parte di soggetti non bancari, le modalità di
partecipazione al capitale degli intermediari, la possibilità di adottare i nuovi modelli di governo
societario (cosiddetti dualistico e monistico) e la nozione di gruppo bancario, nonché l’estensione,
in quanto compatibile, della nuova disciplina societaria alle banche popolari e alle banche di credito
cooperativo. Le modifiche introdotte nel T.U.F., in materia di gestione collettiva del risparmio,
hanno accresciuto la flessibilità operativa delle SGR e snellito le procedure amministrative per
l’accesso al mercato; — il D.Lgs. 197/2004, che ha introdotto la Sezione III bis al Titolo IV del
T.U.B., dando attuazione nel nostro ordinamento alla direttiva 2001/24/CE, in materia di procedure
di risanamento e liquidazione degli enti creditizi, finalizzata al coordinamento delle legislazioni
nazionali relativamente ai casi di crisi di banche aventi succursali in più Stati membri. — la L.
262/2005 che, nell’operare una ampia riforma in materia di risparmio, ha modificato ed integrato il
T.U.B., in particolare con riferimento alla organizzazione e disciplina della Estratto della
pubblicazione 12 Capitolo Secondo Banca d’Italia e alle procedure controllo delle operazioni di
acquisizione e di concentrazione che riguardino le imprese bancarie; — il D.L. 223/2006 (cd.
Pacchetto Bersani), che, nel prevedere una serie di liberalizzazione in diversi settori dell’economia,
interviene anche in campo bancario ed in particolare su alcuni aspetti della trasparenza contrattuale
e sull’adeguamento dei tassi di interesse. Di tali interventi si dirà più approfonditamente nei
Capitoli in cui sono trattati i rispettivi argomenti.

-Il T.U.F. Il D.Lgs. 24-2-1998, n. 58 recante il Testo Unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria - T.U.F.

Il TUF, disciplinando il funzionamento dei mercati finanziari e la prestazione dei servizi di


investimento, costituisce, unitamente al T.U.B., «la base del nuovo ordinamento finanziario
italiano».
Con tale provvedimento viene a realizzarsi il disegno di liberalizzazione del settore finanziario
nell’ambito degli Stati aderenti alla Comunità Europea, speculare e complementare alla
liberalizzazione introdotta nel settore bancario con il T.U.B.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

-Gli effetti dell’adozione del decreto Eurosim e del T.U.F. sull’operatività della banca
Per la materia bancaria, la principale e fondamentale novità introdotta dal decreto Eurosim (d.lgs.
n.415, 1996)e successivamente confermata dal T.U.F. (art. 18) è l’ampliamento dell’attività della
banca in quanto con la nuova normativa l’esercizio in forma professionale dei servizi
d’investimento rientra a pieno titolo nell’oggetto sociale bancario, contrariamente a prima del
decreto dove le attività di intermediazione mobiliare erano riservate all’esercizio esclusivo delle
società d’intermediazione mobiliare (SIM).
Di conseguenza, la riserva di attività all’esercizio dei servizi d’investimento ora comprende,
oltre che le SIM e le imprese d’investimento straniere, anche le banche(cioè solo questi tre
intermediari possono offrire servizi di investimento, si dice perciò che vi è UNA RISERVA DI
ATTIVITA' ALL'ESERCIZIO DEI SERVIZI DI INVESTIMENTO).
Per svolgere uno o più servizi d’investimento le banche devono ricevere un’apposita autorizzazione
dalla Banca d’Italia.

CAPITOLO 3
FINALITA' DELLA SUPERVISIONE ED ARTICOLAZIONE DEI CONTROLLI
PUBBLICI:

In materia di vigilanza bancaria sono definite autorità creditizie dal TUB (artt. 2-4) il CICR, il
Ministero dell’economia e delle finanze e la Banca d’Italia .

La vigilanza si esercita nei confronti delle:


1)banche,
2)dei gruppi bancari,
3)degli intermediari finanziari,
4)degli istituti di moneta elettronica(IMEL) e
5)degli istituti di pagamento

CICR(art.2 TUB):

Il Testo unico bancario attribuisce al Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio


(CICR) l’alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio.
Nella regolamentazione dell’attività delle banche e degli altri intermediari finanziari disciplinati dal
Testo unico bancario, il CICR delibera, su proposta della Banca d’Italia, principi e criteri per
l’esercizio della vigilanza.
Le deliberazioni in tema di trasparenza delle condizioni contrattuali concernenti le operazioni e i
servizi bancari e finanziari sono assunte su proposta della Banca d'Italia d’intesa con la Consob.

COMPOSIZIONE CICR:

Il CICR risulta attualmente composto dai seguenti Ministri:


• il Ministro dell’Economia e delle Finanze - Presidente
• il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
• il Ministro dello Sviluppo Economico
• il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

• il Ministro per le Politiche Europee,


Alle riunioni partecipa, senza diritto di voto, il Governatore della Banca d’Italia.
Il Governatore ha compiti consultivi, esecutivi e propositivi (in quanto partecipa alle sedute del
CICR) e deliberativi (in specie per la nomina dei commissari straordinari, dei commissari
liquidatori, dei commissari provvisori ecc.).

FUNZIONAMENTO:

La sequenza del funzionamento si sostanzia in:


Proposta della banca d'Italia---> delibera del cicr --> predisposizione di un atto conforme da parte di
banca d'Italia.
In particolare: è proprio Banca d'italia che formula le proposte per le deliberazioni di competenza
del CICR, esso è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei suoi membri, e
delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti.
Il Presidente convoca il Comitato e ne fissa l’ordine del giorno, inoltre il Presidente può invitare i
Presidenti delle altre Autorità competenti a prendere parte a singole riunioni in cui vengano trattati
argomenti, attinenti a materie loro attribuite dalla legge, connessi a profili di stabilità complessiva,
trasparenza ed efficienza del sistema finanziario.
Lo stesso CICR determina le norme concernenti la propria organizzazione e funzionamento.
Per l’esercizio delle proprie funzioni il Comitato si avvale della Banca d’Italia.
Il Ministro dell’economia e delle finanze riveste la carica di Presidente del CICR e può, in caso di
urgenza, sostituirsi al Comitato con propri provvedimenti da portare successivamente a conoscenza
del Comitato stesso, nella prima riunione successiva, che deve essere convocata entro trenta giorni.

STORIA DEL CICR(approfondimento):


Il CICR odierno trova la sua origine in un organismo similare nato nel 1936 con l'approvazione
della cd "legge bancaria", strutturato attraverso la costituzione di due specifici organi, tra cui il
Comitato dei ministri con funzione generale di indirizzo, integrato dal cd Ispettorato, deputato
invece alla vigilanza. All'indomani della seconda guerra mondiale, l'apparato di controllo subisce
però alcune modifiche, viene istituito il CICR, sulla falsa riga del precedente Comitato dei Ministri.

MATERIE DI COMPETENZA DEL CICR:

-Ha l’alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio ed esercita le sue funzioni
avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva,
all’efficienza e alla competitività del sistema finanziario
con funzioni normative, consultive e di esame dei ricorsi contro i provvedimenti della Banca
d’Italia.

-Collabora con il Tesoro. Il ministro dell’Economia ha facoltà di sottoporre preventivamente i


provvedimenti di sua competenza al Cicr,

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

- Supplenza, in caso di urgenza il Cicr è sostituito dal ministro dell’Economia. Dei provvedimenti
assunti è data notizia al Cicr nella prima riunione successiva, che deve essere convocata entro trenta
giorni

RAPPORTO TRA LA POLITICA E LA TECNICA


E evidente come un rapporto virtuoso tra la "politica" e la "tecnica" debba essere improntato ad un
legame che faccia salvo il criterio della separatezza tra l'una e l'altra.
Si delinea, quindi la possibilità di un "sistema" nel quale la decisione politica tiene conto delle
indicazioni della tecnica, mentre quest'ultima supporta con la sua expertise l'indirizzo politico e dà
al medesimo attuazione svolgendo attività amministrativa.
E' evidente come , in tale logica , la tecnica deve esseree eticamente protesa a rappresentare alla
politica il quadro delle conoscenze e delle indicazioni di cui dispone.
Per frenare questo meccanismo, è stato introdotto che è Banca d'italia ha proporre le
deliberazioni al Cicr.

LEGGE FRATTINI 2004 "CONFLITTO D'INTERESSE"


LE NOVITÀ
In particolare, i titolari delle cariche di governo non potranno contemporaneamente ricoprire altri
uffici pubblici (a eccezione della carica parlamentare), esercitare professioni o attività professionali,
gestire imprese pubbliche o private.
Inoltre, dovranno affidare i loro beni patrimoniali a una gestione fiduciaria, coloro che ricoprono
un incarico di governo e possiedono, anche per interposta persona, partecipazioni rilevanti in settori
quali energia, difesa, credito, opere pubbliche, comunicazione o editoria. O quando interessi
finanziari possano condizionarne l’attività di governo.

CRITICITA' CICR:
Di fronte alla configurabilità di tale sistema, esistono i presupposti che legittimano una soppressione
del CICR, in quanto i "provvedimenti del cicr servono solo a legittimare politicamente i
provvedimenti normativi dell'organo di vigilanza".
Pertanto, fino ad epoca recente, la permanenza del CiCR nel contesto sistemico Italiano ha trovato
piena giustificazione nella "garanzia di democraticità che il medesimo recava alla costruzione del
modello autoritativo".

INCIDENZA DEGLI ORIENTAMENTI UE SUL MODELLO ITALIANO


– L'attuazione della "moneta unica" ha dato vita ad un'autolimitazione della sovranità
– cambiamento del modello di supervisione sul settore finanziario , con l'introduzione del
SEBC

LEGGE 262/2005 c.d "legge sul risparmio":


Con la quale è stato ridisegnato il quadro del complesso autoritativo di vertice dell'ordinemanto
finanziario italiano.
Essa ha inciso sulla configurazione della nostra banca centrale, più di quanto abbia fatto nei

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

confronti delle altre autorities, ne ha ridsegnato la governance e modificato il posizionamento


nell'ambito delle amministrazioni di vertice del settore finanziario
il legislatore ha creato ad una figura ad-hoc, il Dirigente Preposto, il cui compito è il rilascio di una
dichiarazione di adeguatezza delle procedure amministrativo contabili.

MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE( attuale MEF è: Pier Carlo Padoan):


Il Ministro dell'economia e delle finanze adotta con decreto i
provvedimenti di sua competenza previsti dal presente decreto legislativo e
ha facoltà di sottoporli preventivamente al CICR.
2. In caso di urgenza il Ministro dell'economia e delle finanze
sostituisce il CICR. Dei provvedimenti assunti è data notizia al CICR nella
prima riunione successiva, che deve essere convocata entro trenta giorni.

BANCA D'ITALIA(origine nel 1893, attuale governatore :IGNAZIO VISCO):


La Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana; è un istituto di diritto pubblico, parte
integrante dell'Eurosistema, composto dalle banche centrali nazionali dell’area dell’euro e dalla
Banca centrale europea.
L’Eurosistema e le banche centrali degli Stati membri dell’Unione europea che non hanno adottato
l’euro compongono il Sistema europeo di banche centrali(SEBC).
In Europa, la Banca d’Italia è l’autorità nazionale competente nell’ambito del Meccanismo di
vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism, SSM) sulle banche ed è autorità nazionale di
risoluzione nell’ambito del Meccanismo di risoluzione unico (Single Resolution Mechanism,
SRM) delle banche e delle società di intermediazione mobiliare.

FUNZIONI;

-funzioni di vigilanza,
-formula le proposte per le deliberazioni di competenza del CICR,
-emana regolamenti nei casi previsti dalla legge, impartisce istruzioni e adotta i provvedimenti di
carattere particolare di sua competenza,
-determina e rende pubblici previamente i princìpi e i criteri dell'attività di vigilanza.
-pubblica annualmente una relazione sull'attività di vigilanza.

CAPITOLO 4

VIGILANZA

A) VIGILANZA REGOLAMENTARE(definita anche prudenziale);

Le regole di vigilanza prudenziale ai sensi del art 53 TUB, hanno per oggetto:

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

-adeguatezza patrimoniale,
attraverso il rispetto di coefficienti patrimoniali, in particolare del cd coefficiente di solvibilità, che
fissa un ammontare minimo di patrimonio, attualmente pari al 8% del complesso delle attività della
banca ponderate per il rischio.
Tuttavia il coefficiente di solvibilità non è l'unica regola di vigilanza prudenziale che insiste sul
patrimonio, infatti è previsto un REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO COMPLESSIVO, a
fronte dei rischi di mercato, operativo e di credito(8%)
Con BASILEA 3, sarà introdotto una leverage e indicatori di liquidità.

-concentrazione dei rischi,


Sono stati posti dei limiti con riferimento sia all'entità dei rischi nei confronti della singola
controparte, sia dell'ammontare complessivo delle esposizioni di maggior importo.
Poiché il rischio di concentrazione è legato alla possibilità che l'insolvenza di un solo grande
prenditore o di diversi prenditori collegati tra loro, possa determinare perdite tali da compromettere
la stabilità della banca stessa.
Si parla del cosidetto "azionista rilevante", inoltre si vuole limitare le possibili pressioni nei
confronti del manger della banca.

-partecipazioni detenibili,
La partecipazione al capitale delle banche non è libera ma sottoposta a un preciso regime
autorizzativo.
In particolare:
Per le banche costituite in forma di SPA le partecipazioni (dirette o indirette) superiori al 5% del
capitale della banca con diritto di voto, o le partecipazioni (dirette o indirette) che comportino un
controllo della banca stessa, sono soggette ad'autorizzazione preventiva della banda d'Italia, stante
la sana e prudente gestione.
Allo stato attuale(rimosso il vincolo cd. di separatezza a monte) anche le imprese non finanziarie
possono acquisire il controllo di una banca, fermo restando il rispetto degli altri limiti.
(Il vincolo cd. di separatezza a monte: vietava alle imprese non finanziarie di assumere
partecipazioni superiori al 15% del capitale delle banche o che comportassero un controllo delle
banche stesse.)

- L'organizzazione e i controlli interni


Le norme di vigilanza non indicano quale debba essere l'assetto organizzativo migliore , ma
stabiliscono che le banche devono avere una funzione articolata dedicata ai controlli interni, e che le
scelte organizzative devono risultare coerenti con le strategie aziendali, con la complessità e le
dimensioni delle attività svolte.
L'importanza degli assetti organizzativi interni, ha indotto le autorità di vigilanza ad emanare
specifiche disposizioni in materia di "CORPORATE GOVERNANCE BANCARIA".
Le guide-lines principale si riferiscono a:
-DISTINZIONE NETTA TRA ORGANI DI GESTIONI E ORGANI DI CONTROLLO
-RAFFORZAMENTI DELL'AUTONOMIA DEL ORGANO PREPOSTO AL CONTROLLO, in
quanto referente del organo di vigilanza, poiché secondo l'art 52 TUB, quest'organo ha l'obbligo di
informare la Banca d'Italia di tutti gli atti o i fatti di cui venga a conoscenza nell'esercizio dei propri
compiti, che possa costituire un'irregolarità nella gestione delle banche, o una violazione delle
norme che ne disciplinano l'attività.

B) VIGILANZA INFORMATIVA ED ISPETTIVA:

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

L'attività di supervisione degli intermediari si compone di due parti, fra loro complementari,
L'ANALISI DELLE INFORMAZIONI E DEI DATI COMUNICATI DALLE BANCHE
ALL'ORGANO DI VIGILANZA & L'INDAGINE ISPETTIVA CONDOTTA DIRETTAMENTE
PRESSO LA SEDE DELL'IMPRESA.
La vigilanza informativa può essere definita come l'obbligo i inviare periodicamente a Banca
d'Italia documenti e informazioni(dati, profili organizzativi, performance, andamento, crediti
erogati.)
vigilanza ispettiva:
le verifiche ispettive presso gli intermediari integrano il patrimonio conoscitivo dell'organo di
vigilanza sulla situazione aziendale, consentendo di osservare in maniera diretta alcuni aspetti della
gestione che nono sono facilmente apprezzabili dalla vigilanza di tipo informativo.
Essa viene condotta da un team nominato dal Governatore della banca D'Italia.
Al termine del ispezione , viene redatto un rapporto che si compone di due parti:
LA PARTE APERTA: x evidenziare le carenze rilevate, ed eventuali fatti sanzionabili
RIFERIMENTI OSSERVATI: info destinate agli uffici di vigilanza, contenente la valutazione degli
ispettori sulla situazione aziendale.

VIGILANZA SU BASE CONSOLIDATA,


può essere definita come l' attività di vigilanza esercitata dalla Banca d’Italia nei confronti di
soggetti appartenenti ad un gruppo bancario, ovvero collegati ad esso o a singole banche da rapporti
di partecipazione azionaria nei casi di cui all’art. 65 TUBC (v. partecipazione bancaria).

Tale tipo di vigilanza viene esercitata anche nei confronti di società non esercenti attività bancaria o
finanziaria.
Secondo le indicazioni dell’art. 65 TUBC sono sottoposti a vigilanza su base consolidata:
a)società appartenenti ad un gruppo bancario;

b)società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate per almeno il 20% da società appartenenti
ad un gruppo bancario

c)società bancarie, finanziarie e strumentali non comprese in un gruppo bancario ma controllate


dalla persona fisica o giuridica che controlla un gruppo bancario o una singola banca;

d)società finanziarie aventi sede legale in uno stato dell’Unione, che detengono il controllo di una
società capogruppo o di una singola banca e rispetto alle quali la Banca d’Italia sia legittimata ad
esercitare l’attività di vigilanza;

Restano al di fuori dell’ambito della vigilanza consolidata tutti quei soggetti che, già soggiacciono
ad altre forme di vigilanza e controllo, quali società assicurative e società di intermediazione
mobiliare.
L’attività di vigilanza su base consolidata opera nella triplice direzione :
vigilanza informativa, vigilanza ispettiva e vigilanza regolamentare.
Inoltre possiamo distinguere: provvedimenti generali, e provvedimenti specifici,

PROVVEDIMENTI GENERALI

Bankitalia può intraprendere provvedimenti relativi a Vigilanza informativa, che possono essere
definiti come l’obbligo, di fornire i dati e le informazioni richieste dalla Banca d’Italia.
Mentre provvedimenti di Vigilanza regolamentare, è quando Banca d’Italia ha il potere di impartire
alla capogruppo disposizioni di carattere generale in tema di:

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

a)adeguatezza patrimoniale;
b)contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni;
c)partecipazioni detenibili;
d)organizzazione amministrativa-contabile e controlli interni.

PROVVEDIMENTI SPECIFICI

Bankitalia, può intraprendere anche provvedimenti specifici concernenti il gruppo , attraverso la


convocazione degli amministratori, sindaci e dirigenti della capogruppo al fine di esaminare con
essi la situazione del gruppo e dei suoi componenti e può richiedere che la capogruppo adotti misure
correttive, ovvero si attivi per far assumere le misure necessarie da parte degli altri componenti il
gruppo; La Banca d’Italia può procedere ad ispezione presso tutti i soggetti sottoposti a vigilanza su
base consolidata con facoltà di richiedere l’esibizione di documenti e atti ritenuti utili per
l’espletamento dell’attività (v. ispezione bancaria).
Le ispezioni effettuate presso società non esercenti attività bancaria, finanziaria o strumentale
devono limitarsi al riscontro circa l’esattezza dei dati dalle medesime forniti al fine di consentire il
consolidamento.

CONSOB

La Consob è un'autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica che svolge


attività di tutela degli investitori, per l'efficienza, trasparenza e lo sviluppo del mercato mobiliare
italiano. Le funzioni della Consob sono cambiate nel tempo per adattarsi all’evoluzione del mercato
finanziario in relazione all’esigenza di tutela del risparmio.

La Consob fu istituita con la legge n. 216 del 7 giugno 1974 e con la legge 281 del 1985 ha
acquisito piena autonomia.

COMPOSIZIONE
Composizione: un Presidente e da 4 membri,scelti tra persone di specifica e comprovata
competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza, ---> nominati con decreto del
Presidente della Repubblica--> su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri----> ogni
membro dura in carica 7 ANNI , e non è rinnovabile.
L'organigramma della Consob si articola in 9 Divisioni, in 9 uffici non coordinati e 40 coordinati.
L'attuale presidente Consob è Giuseppe Vegas.

FUNZIONAMENTO:
Le decisioni sono assunte a maggioranza dei componenti presenti, salve alcune specifiche
deliberazioni per le quali è richiesta dalla legge una maggioranza qualificata.
FUNZIONI: (sono 7)
La Consob:
• Vigila sulle SGMR, sulla trasparenza e l'ordinato svolgimento delle negoziazioni, sulla
trasparenza e la correttezza dei comportamenti dei soggetti che operano sui mercati finanziari
• Regolamenta la prestazione dei servizi e delle attività di investimento da parte degli
intermediari, gli obblighi informativi delle società quotate nei mercati regolamentati e le
operazioni di appello al pubblico risparmio
• Autorizza i prospetti relativi alle OPV e OPA, nonché le iscrizioni agli Albi delle imprese di
investimento
• Controlla dati e notizie fornite al mercato dagli emittenti quotati per assicurare un'adeguata

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

e trasparente informativa
• Sanziona le condotte illecite
• Comunica con gli operatori e il pubblico degli investitori per un più efficace svolgimento
dei suoi compiti e per lo sviluppo della cultura finanziaria dei risparmiatori
• Collabora con le altre autorità nazionali e con gli organismi internazionali preposti
all'organizzazione e al funzionamento dei mercati finanziari.

LA VIGILANZA SUPPLEMENTARE, è intesa come:


Il sistema di vigilanza sugli:
enti creditizi, sulle imprese di assicurazione, sulle imprese d’investimento appartenenti ad un
conglomerato finanziario.
OBBIETTIVO DELLA VIGILANZA SUPPLEMENTARE:
ha per scopo la salvaguardia della stabilità del conglomerato nel suo complesso e delle imprese, che
ne fanno parte, nonché la prevenzione degli effetti destabilizzanti sul sistema finanziario derivanti
dalle difficoltà finanziarie delle imprese appartenenti ad un conglomerato finanziario.

Conglomerato finanziario(chiesta esame):


Il legislatore ha individuato una nozione di conglomerato finanziario secondo cui esso è un gruppo
significativamente attivo nei settori assicurativo e bancario o dei servizi di intermediazione
mobiliare. Il conglomerato deve inoltre rispettare due requisiti:
 la “significatività” delle attività: è necessario che l’attività assicurativa e l’attività bancaria e
mobiliare assumano un determinato “peso”;
 la “finanziarietà” del gruppo: l’attività complessiva deve essere svolta principalmente nel
settore finanziario.

DIFFERENZA TRA VIGILANZA SUPPLEMENTARE E CONSOLIDATA

 VIGILANZA CONSOLIDATA:
Attività di vigilanza esercitata da Bankitalia nei confronti di soggetti appartenenti ad un gruppo
bancario, ovvero collegati ad esso o a singole banche da rapporti di partecipazione azionaria.
Per espressa previsione normativa, infatti, tale tipo di vigilanza viene esercitata anche nei confronti
di società non esercenti attività bancaria o finanziaria. Secondo le indicazioni dell’art. 65 TUBC
sono sottoposti a vigilanza su base consolidata:
a)società appartenenti ad un gruppo bancario;
b)società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate per almeno il 20% da società appartenenti
ad un gruppo bancario o da una singola banca;
c)società bancarie, finanziarie e strumentali non comprese in un gruppo bancario ma controllate
dalla persona fisica o giuridica che controlla un gruppo bancario o una singola banca;
d)società finanziarie aventi sede legale in uno stato dell’Unione, che detengono il controllo di una
società capogruppo o di una singola banca e rispetto alle quali la Banca d'Italia sia legittimata ad
esercitare l’attività di vigilanza
 VIGILANZA SUPPLEMENTARE:
Definita in precedenza, comunque sia essa è definita come:
Il sistema di vigilanza sugli:
enti creditizi, sulle imprese di assicurazione, sulle imprese d’investimento appartenenti ad un
conglomerato finanziario.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

MIFID 1, e MIFID 2(con aggiornamenti 2017)

COS’è MIFID 1:
La direttiva dell'Unione Europea 2004/39/CE (conosciuta anche come direttiva MiFID, ove MiFID
è acronimo di Markets in Financial Instruments Directive) è un atto normativo emanato dal
parlamento europeo nel 21 aprile 2004.
Essa costituisce un passo importante verso la costruzione di un mercato finanziario integrato,
efficace e competitivo nell'Unione europea(UE), in particolare l'idea è quella di rafforzare la tutela
del risparmiatore e incrementare la trasparenza e informazione.

Obiettivi:
La direttiva risponde all'esigenza di creare un terreno competitivo uniforme (level playing field) tra
gli intermediari finanziari dell'Unione europea, senza pregiudicare :
la protezione degli investitori e la libertà di svolgimento dei servizi di investimento in tutta la
Comunità.

Gli obiettivi di fondo della direttiva MiFID sono: (5)


• la tutela degli investitori, differenziata a seconda del grado di esperienza finanziaria

• l'integrità dei mercati

• il rafforzamento della concorrenza, con l'abolizione dell'obbligo di concentrazione degli


scambi sui mercati regolamentati

• l'efficienza dei mercati, finalizzata anche a ridurre il costo dei servizi offerti

• il miglioramento dei sistemi di governance delle imprese di investimento

• ed una migliore gestione dei conflitti di interesse

Contenuti:
La MiFID segue il cosiddetto metodo Lamfalussy, che prevede quattro livelli regolamentari.
1.elaborazioni principi-quadro,
2.emanazione delle misure di dettaglio,
3.rafforzamneto della convergenza tramite raccomandazioni e interpretazioni
4.vigilanza sul effettiva applicazione delle norme
APPLICAZIONI:
La MiFID corrisponde al primo di questi livelli ed è la direttiva in cui sono definiti i principi
generali.
Ad essa è seguita la direttiva di secondo livello (2006/73/CE) e il regolamento attuativo
1287/2006/CE , che contengono le misure tecniche volte ad implementare operativamente quanto
definito dalla MiFID.

A CHI SI APPLICA:
La direttiva in questione si applica alle tre macro-categorie di soggetti operanti nei mercati
finanziari:
• gli intermediari, ovvero le banche e le imprese di investimento, che in Italia sono SIM e
SGR (limitatamente alla gestione individuale di patrimoni mobiliari);

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

• le cosiddette trading venues, che comprendono i gestori di mercati regolamentati, i gestori di


sistemi MTF (Multilateral Trading Facility) e gli Internalizzatori sistematici (queste ultime due
categorie di trading venues sono state introdotte proprio dalla MiFID);

• i soggetti che forniscono servizi di consulenza finanziaria.

Classificazione della clientela


La MiFID impone alle imprese di investimento di operare una classificazione della propria clientela
ai fini di modulare gli obblighi informativi da assolvere e le tutele da garantire. Le categorie di
clienti sono tre:
1)cliente al dettaglio (o retail),
2)cliente professionale,categoria alla quale appartengono i soggetti autorizzati a svolgere servizi di
investimento, i governi nazionali e locali, gli enti pubblici, le Banche centrali e le istituzioni
internazionali le società di diritto privato che superano determinati limiti di fatturato.
((((Un cliente al dettaglio può chiedere di essere considerato professionale, dopo essersi sottoposto
ad una valutazione di idoneità da parte dell'impresa di investimento))))
3)controparte qualificata, sottoinsieme dei clienti professionali composto da
imprese di investimento, enti creditizi e professionali, fondi pensione,Governi nazionali, Banche
centrali .
L'accesso a tale categoria non è automatico, infatti il cliente deve confermare di voler essere trattato
come controparte qualificata.

Obblighi informativi
La classificazione della clientela è, in primo luogo, funzionale all'individuazione degli obblighi
informativi da assolvere. Vi sono innanzitutto obblighi informativi nei confronti di tutte le categorie
di clienti e riguardano:
• la classificazione assegnata;
• gli eventuali conflitti di interesse;
• le commissioni pagate a terzi;
• la descrizione degli strumenti finanziari;
• la execution policy;
• le informazioni sulle perdite.
Inoltre, gli intermediari devono comunicare ai clienti al dettaglio le politiche e le misure per la
protezione dei clienti, la propria valutazione degli strumenti di portafoglio del cliente ed i costi
connessi ai servizi forniti. IN SINTESI::::
Il cliente ha diritto ad informazioni sufficienti ad effettuare scelte di investimento consapevoli e che
siano oneste, chiare e non fuorvianti.

I test di adeguatezza e appropriatezza(esame)


Nell'ottica della tutela del cliente, la MIFID non si limita a prevedere, a carico degli intermediari,
degli obblighi informativi, ma stabilisce che esso sia tenuto ad effettuare dei test sulla natura del
servizio di investimento offerto o richiesto dal cliente.
Il test di adeguatezza va effettuato nel caso di prestazione del servizio di consulenza
finanziaria(ricorda che la consulenza finanziaria è un servizio di investimento). L'intermediario
deve verificare che la consulenza fornita corrisponda agli obiettivi di investimento(al periodo
temporale in cui intendi conservare l'investimento, alla tua propensione al rischio e al tuo profilo di
rischio, ) del cliente al quale è rivolta e che sia adeguata alle sue risorse patrimoniali.
((((Spetta all'intermediario raccogliere tutte le informazioni necessarie per comprendere se le
conoscenze e le esperienze del cliente sono sufficienti per una corretta valutazione della consulenza
fornita.)))

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Le imprese di investimento “devono applicare politiche e procedure che consentano loro di


raccogliere e valutare tutte le informazioni necessarie al fine di effettuare una valutazione
dell’adeguatezza per ciascun cliente". Le imprese, ad esempio, possono utilizzare questionari
compilati dai loro clienti o durante discussioni con loro”
Le imprese di investimento sono tenute ad “adottare misure ragionevoli per garantire che le
informazioni raccolte sui clienti siano affidabili. In particolare, le imprese dovrebbero: (a) non fare
indebitamente affidamento sulle autovalutazioni dei clienti in relazione alle loro conoscenze,
esperienze e situazione finanziaria; d esempio, domande non formulate in modo da condurre il
cliente verso un tipo di investimento specifico); (c) adottare misure per garantire la coerenza delle
informazioni sui clienti
Il test di appropriatezza:
Il test di appropriatezza è previsto, invece, per tutti gli altri servizi di investimento.
In questo caso, i criteri sono:
– le informazioni e le esperienze di cui il cliente dispone riguardo allo specifico prodotto
finanziario
– il livello generale di cultura finanziaria posseduta
Nell’ambito del Test di Appropriatezza probabilmente ti verranno poste domande riguardo la tua
conoscenza ed esperienza negli investimenti.

AL TERMINE DEI TEST, SI POSSONO VERIFICARE DUE CASI:


1) Se l’impresa ritiene che tu abbia la conoscenza e l’esperienza necessarie per comprendere i rischi
associati, allora può procedere con l’operazione.
2)Se l’impresa ritiene che tu non abbia la conoscenza e l’esperienza necessarie, o che tu non abbia
fornito informazioni sufficienti per determinare un quadro d'insieme, allora l'impresa ti darà
un'avvertenza in cui dichiara che l'impresa non considera appropriata l'operazione proposta o che le
informazioni non sono sufficienti per permetterle di determinarne l’appropriatezza. Se insisti nel
voler procedere con l’operazione, devi assumertene il rischio.

N.B.
IMPORTANTE: (chiesto esame)
Un caso particolare è quello della modalità execution only, (MERA ESECUZIONE)nella quale non
si è tenuti ad effettuare il test di appropriatezza e non sussistono obblighi informativi se non nella
fase di accesso del cliente a tale modalità.
La execution only può riguardare solo strumenti finanziari non complessi (ossia
:azioni/obbligazioni/quote di fondi comuni)e deve essere richiesta espressamente dal cliente.
Se ciò si verifica, l'impresa di investimento è tenuta a precisare che non effettuerà il test di
appropriatezza.
FINALITA':
Lo scopo della modalità di execution only è quella di ridurre i tempi ed abbattere i costi.

MIFID 2
Aggiornamenti 2017:
La direttiva, nota con l’acronimo inglese MiFID 2, doveva entrare in vigore a gennaio 2017, invece
la Commissione europea ha annunciato che entrerà in vigore il 3 gennaio 2018, "per prendere in
considerazione le eccezionali difficoltà di applicazione delle regole a cui devono fare fronte i
regolatori, così come i partecipanti al mercato".
CONTENUTO:
MiFID 2, non solo riprende gli obiettivi della direttiva originale (MIFID 1), ma ne amplifica il
campo di azione. In particolare, dovrebbe estendere l'ambito di applicazione della direttiva agli
strumenti finanziari non regolamentati, operazioni particolari, (over the counter, commodities).

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Internamente all’azienda, MiFID 2 inciderà:


• livello strategico, condizionando le modalità del business scelto nonché i modelli di
“governance”;
• a livello operativo, richiedendo importanti interventi sui processi, sulle procedure e sulla
infrastruttura tecnologica.
L’impatto più significativo al di fuori delle imprese d’investimento sarà sulle modalità di
interazione dell’impresa stessa con i mercati, con i clienti e tutti i soggetti coinvolti nelle
compravendite.

Per quanto riguarda la STRUTTURA DEL MERCATO:


• Definizione dei “requisiti di ammissione al Trading”;
• Nuova e più ampia definizione dei mercati di scambio organizzativi;
• Rafforzamento della vigilanza su tutti i mercati di scambio organizzativi;
• Nuova e più ampia definizione di trading automatizzato (incluso il trading ad alta
frequenza).

CAPITOLO 5

ATTIVITA BANCARIA(sempre esame)


ART 10 T.U.B.
L'art 10.TUB recita che:
" La raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono attività bancaria, essa
ha carattere d'impresa"
L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche.
Le banche esercitano, oltre all'attività bancaria, ogni altra attività finanziaria, secondo la disciplina
propria di ciascuna, nonché attività connesse o strumentali.
Sono salve le riserve di attività previste dalla legge.
SINTESI:
ATTIVITA' BANCARIA: a)RACCOLTA RISPARMIO---->b)EROGAZIONE CREDITO

CARATTERE D'IMPRESA
Che la banca ha carattere d'impresa, ha radici storiche, infatti risale alla 1direttiva bancaria,
77/780/CEE.
Successivamente poi, con un d.p.r. n.380/1985 ha disposto ch l'attività del'ente creditizio ha
carattere d'impresa indipendentemente dalla natura pubblica o privata del'ente.
Ai giorni nostri, x qualificare un'attività d'impresa, si fa riferimento all'articolo 2082 del codice
civile(libro 5 del lavoro, titolo II), anche se per l'attività bancaria , questo discorso non vale, in
quanto considerata ATTIVITA' D'IMPRESA , avendone il carattere, indipendentemente dai
requisiti del 2082.

a)RACCOLTA DEL RISPARMIO (esame)


ART 11 T.U.B.

L'art. 1l TUB definisce la raccolta del risparmio come acquisizione di fondi con obbligo di
rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma e ne vieta l’esercizio a soggetti diversi
dalle banche, quando essa sia esercitata tra il pubblico.
Non costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico:
1)la ricezione di fondi connessa all'emissione di moneta elettronica,

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

2) la ricezione di fondi da inserire in conti di pagamento utilizzati esclusivamente per la prestazione


di servizi di pagamento (definizione servizio di payment)
perche??? ..tale esclusione si giustifica formalmente per la mancata acquisizione del danaro, che
non passa in proprietà del istituto di pagamento, dovendo restare un patrimonio distinto e dunque
autonomo per ciascun cliente.
Tuttavia....
Il divieto di raccolta del risparmio tra il pubblico non si applica:

a) agli Stati comunitari, agli organismi internazionali ai quali aderiscono uno o più Stati
comunitari, agli enti pubblici territoriali , ai quali la raccolta del risparmio è consentita in base agli
ordinamenti nazionali degli Stati comunitari;
b) agli Stati terzi ed ai soggetti esteri abilitati da speciali disposizioni del diritto italiano;
c)alle società, per la raccolta effettuata ai sensi del codice civile mediante obbligazioni, titoli di
debito od altri strumenti finanziari (3);
d)alle altre ipotesi di raccolta espressamente consentite dalla legge, nel rispetto del principio di
tutela del risparmio (pubblico = soggetti bisognevoli di tutela)

COMPITI del Cicr, relativamente alla raccolta del risparmio


Il CICR determina: i criteri per l'individuazione degli strumenti finanziari, comunque denominati, la
cui emissione costituisce raccolta del risparmio , il CICR fissa limiti all'emissione e, su proposta
formulata dalla Banca d'Italia sentita la CONSOB, può determinare durata e taglio degli strumenti
finanziari, diversi dalle obbligazioni, utilizzati per la raccolta tra il pubblico.
Il CICR stabilisce limiti e criteri, anche con riguardo all'attività ed alla forma giuridica del soggetto
che acquisisce fondi)

Tuttavia...l'attività di raccolta, per essere attività non può consistere in un atto isolato, ma deve
essere considerata come attitudine a coinvolgere una pluralità indeterminata di soggetti, la cui
rilevanza numerica deve essere assunta nella prospettiva della potenzialità.

SOGGETTI DIVERSI DALLE BANCHE CHE EFFETTUANO RACCOLTA:

SOCIETA' : RACCOLTA PRESSO I SOCI


Le società possono raccogliere risparmio presso soci, con modalità diverse dall’emissione di
strumenti finanziari, purché tale facoltà sia prevista nello statuto.
-Società diverse dalle cooperative
Le società diverse dalle cooperative possono effettuare raccolta di risparmio, senza alcun limite,
esclusivamente presso i soci che detengano una partecipazione di almeno il 2 per cento del capitale
sociale risultante dall'ultimo bilancio approvato e siano iscritti nel libro dei soci da almeno tre mesi.

-Nelle società di persone , tali condizioni non sono richieste.

-Società cooperative, Le società cooperative possono effettuare raccolta di risparmio presso i


propri soci, purché l'ammontare complessivo dei prestiti sociali non ecceda il limite del triplo del
patrimonio.

RACCOLTA DEL RISPARMIO PRESSO DIPENDENTI


Le società possono raccogliere risparmio presso i propri dipendenti, con modalità diverse
dall’emissione di strumenti finanziari (1), purché: — tale facoltà sia prevista nello statuto della
società;
RACCOLTA NELL'AMBITO DI GRUPPI
Le società possono raccogliere risparmio, senza alcun limite, presso società controllanti, controllate

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

o collegate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile e presso controllate da una stessa controllante.

RACCOLTA DELLE SOCIETA’ FINANZIARIE


Le società che svolgono l’attività di concessione di finanziamenti tra il pubblico sotto qualsiasi
forma possono emettere strumenti finanziari di raccolta entro il limite complessivo del patrimonio.
Per le società che svolgono attività di concessione di finanziamenti tra il pubblico iscritte
nell’elenco speciale di cui all’art. 107 del T.U., l’emissione di strumenti finanziari di raccolta è
consentita per somma complessivamente non eccedente il doppio del patrimonio.

b)ESERCIZO DEL CREDITO


A livello comunitario può essere definita come: " l'attività consistente nel concedere credito per
proprio conto"
La legge non esemplifica le operazioni che danno luogo .
Definizione formale : IMMISSIONE DI DENARO, IN UN CIRCUITO NEGOZIALE, AL
TERMINE DEL QUALE SI HA UN CREITO PECUNIARIO A FAVORE DEL CONCEDENTE.
La differenza tra quantità di denaro disponibile all'inizio e alla fine del ciclo creditizio è definita
corrispettivo dell'ente erogatore.
Esempi: MUTUO, LEASING FINANZIARIO, APERTURA DI CREDITO.

ATTIVITA' DELLE BANCHE, DIVERSA DA QUELLA BANCARIA


ART. 10 T.U.B comma3

Sull'esercizio da parte delle banche delle attività finanziarie vi è concordia su 3 punti:


1) attività bancaria è una species rispetto al genus delle attività finanziarie.
2)tra le attività finanziarie esercitabili rientrano sicuramente quelle ammesse al mutuo
riconoscimento.
3)non vi è una nozione certa ed unitaria di attività finanziaria
A tal proposito, distinguiamo ben 3 differenti attività diverse da quella bancaria:

-ATTIVITA' FINANZIARIA
Le Attività Finanziarie sono le attività economiche (diverse da quelle di produzione di beni e
servizi) comprendenti i mezzi di pagamento, gli strumenti finanziari e le attività economiche aventi
natura simile agli strumenti finanziari.
Sostanzialmente l'esercizio delle attività finanziarie viene equiparato all'esercizio dell'attività
bancaria, in quanto le banche esercitano quest'ultima, insieme alle altre attività finanziarie.

-ATTIVITA' CONNESSE E STRUMENTALI


La connessione e la strumentalità sono riferite non solo all'attività bancaria, ma anche alle altre
attività finanziarie esercitate.
In particolare
-ATTIVITA' AUSILIARE: aventi cioè la funzione di supporto a favore di una banca o del suo
gruppo
-ATTIVITA' CONNESSE: la connessione viene intesa, come "nesso di subordinazione
economico-funzionale, oppure come preferibilità."

LE SPECIFICITA' DELLA BANCA


-Ha un passivo che svolge funzione monetaria(e quindi rappresenta il mattone centrale di tutto il

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

sistema dei pagamenti)


-Nel suo attivo ha CREDITI, che risultano immobilizzati.

shadow banking system

L’espressione shadow banking system è stata introdotta nell’agosto del 2007, quando in un
intervento presso il simposio annuale della Federal Reserve, a Jackson Hole un esponente di
mercato sottolineò che in quegli anni si era andata sviluppando una forma di intermediazione basata
su una varietà di veicoli di investimento con elevata leva finanziaria, di conduits e di altre strutture
al di fuori del sistema bancario. Veniva sottolineato che, a differenza delle banche tradizionali che si
finanziano prevalentemente attraverso i depositi e hanno accesso, se necessario, alla liquidità di
banca centrale, queste “banche ombra non regolamentate” raccoglievano attraverso . il mercato,
esponendosi a una potenziale carenza di liquidità, con il rischio di dovere vendere forzosamente e a
prezzi ridotti le attività in portafoglio o chiedere supporto alle entità “sponsor”.

L'attività della banca, si caratterizza per la piena sinergia tra attività bancaria e tradizionale ,
emissione di strumenti di payment, svolgimento dell’ attività finanziaria. Anzi l'innovazione
finanziaria ha evidenziato che oggi è possibile "una gestione finanziaria" di rischi tipici dell'attività
bancaria(derivati di credito, derivati su tassi e cambi )

AUTORIZZAZIONE ALL' ATTIVITA BANCARIA


ART 13 T.U.B.

La Banca d'Italia iscrive in un apposito albo le banche autorizzate


in Italia e le succursali delle banche comunitarie stabilite nel territorio della
Repubblica.

IMPO: fino alla metà degli anni 80, l'autorizzazione da parte di Banca d'Italia, si fondava
essenzialmente sulle cosiddette "ESIGENZE ECONOMICHE DEL MERCATO", ossia se il
mercato di riferimento fosse o meno già sufficientemente servito da altre istituzioni creditizie.

Ma con l'arrivo della I direttiva bancaria, 780/1977, si è voluto armonizzare la disciplina dei paesi
della comunità in materia di accesso dell'attività bancaria, senza tener conto delle esigenze
economiche del mercato, ma al ricorrere di alcune condizioni obiettive.

Ai giorni nostri, per qualificare le condizioni di accesso all'attività bancaria, facciamo riferimento
all' ART 14. TUB:

L’autorizzazione all’attività bancaria è presupposto fondamentale perché si costituisca un’impresa


bancaria.
Nel rilasciare l’autorizzazione la Banca d’Italia accerta previamente che: (ESAME SEMPRE)

a) sia adottata la forma di società per azioni o società cooperativa per azioni a responsabilità
limitata

b) il capitale minimo versato sia di ammontare non inferiore a quello determinato dalla Banca
d’Italia;
-10 milioni per SPA , BANCHE CONFIDI(garanzia collettiva), banche popolari
-5 milioni per banche di credito cooperativo

c) venga presentato un programma concernente l’attività iniziale, unitamente all’atto costitutivo e

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

allo statuto

d) i partecipanti al capitale rispondano ai requisiti di onorabilità previsti all’art. 25 e sussistano i


presupposti di cui all’art. 19, in materia di autorizzazioni della Banca d’Italia alle partecipazioni al
capitale delle banche;

e) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo abbiano i requisiti di


professionalità ed onorabilità di cui all’art. 26.

Solo in presenza di queste condizioni (e sempre che dall’esame di dette condizioni risulti assicurata
la sana e prudente gestione) la Banca d’Italia, iscrive in un apposito albo la banca autorizzata in
Italia, ovvero la banca comunitaria stabilita nel territorio italiano.

FOCUS:
PROFESSIONALITA':
Circa il requisito della professionalità, lo stesso deve essere inteso nel senso che il soggetto che
riveste la carica di amministratore deve aver avuto precedenti esperienze lavorative qualificanti in
relazione alla struttura ed all'attività svolta dalla società. In pratica,
ONORABILITA;
Generalmente il requisito dell'onorabilità viene identificato nella "insussistenza di condanne penali
per taluni reati ovvero nel non trovarsi in una condizione di ineleggibilità o decadenza.
I reati presi in considerazione, sono generalmente reati di tipo bancario, commerciale, contro la
pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico,
contro l'economia pubblica nonché in materia valutaria e tributaria .

L’iscrizione all’albo, peraltro, deve essere indicata dalla banca negli atti e nella corrispondenza .

FASI AUTORIZZAZIONE(esame):
Da questa disciplina risulta, dunque, che l’autorizzazione è frutto di un procedimento,
– che ha inizio con la verifica circa l’esistenza delle condizioni di cui all’art. 14, comma 1, se
BI ritenga soddisfatte tali condizioni, PREDISPONE UN PROGETTO DI DECISIONE nel quale
propone che la BCE conceda al soggetto, richiedente l'autorizzazione all'accesso all'attività di ente
creditizio.
– La BCE valuta la domanda, e concede l'autorizzazione.(il termine del rilascio del
provvedimento è 180 gg dal ricevimento della relativa domanda, tale termine può essere sospeso o
interrotto, in ogni caso , il provvedimento dovrà essere adottato entro 12 mesi dalla data di ricezione
della domanda di autorizzazione)
– prosegue con la concessione dell’autorizzazione
– e la contestuale iscrizione della banca nell’albo,
– e termina con l’iscrizione nel registro delle imprese.

(non si può dare corso all’iscrizione nel registro delle imprese in mancanza del provvedimento
autorizzatorio)

L'AUTORIZZAZIONE HA NATURA COSTITUTIVA.

PROGRAMMA DI ATTIVITA' INIZIALE:

La Banca d’Italia ha stabilito che nel programma di attività vengano indicati :


----i settori di intervento sotto il duplice profilo delle aree economiche e territoriali di intervento e
della tipologia di clientela; le operazioni e i servizi che la banca intende svolgere;

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

----la struttura tecnica, organizzativa e territoriale oltre che il sistema dei controlli interni;
----le caratteristiche del sistema informativo per effettuare le segnalazioni di vigilanza

Il programma di attività presentato da società già esistenti che intendono accedere all’attività
bancaria deve, inoltre, contenere indicazioni sulla natura e sulla qualità delle attività
precedentemente svolte.

PARTECIPAZIONI:
ART 19 T.U.B.
La Banca d'Italia autorizza preventivamente l'acquisizione, a qualsiasi titolo in una banca, di
partecipazioni che comportano il controllo o la possibilità di esercitare un’influenza notevole sulla
banca stessa o che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale almeno pari al 10 per
cento, tenuto conto delle azioni o quote già possedute.
La Banca d'Italia autorizza preventivamente le variazioni delle partecipazioni quando la quota dei
diritti di voto o del capitale raggiunge o supera il 20 per cento, 30 per cento o 50 per cento e, in ogni
caso, quando le variazioni comportano il controllo della banca stessa,

CONDIZIONI PER IL RILASCIO DI AUTORIZZAZIONE ALL'ACQUISIZIONE DELLA


PARTECIPAZIONE:

La Banca d'Italia rilascia l'autorizzazione all'acquisto di partecipazioni quando ricorrono condizioni


atte a garantire una gestione sana e prudente della banca, valutando:
-la reputazione del potenziale acquirente
-l’idoneità, di coloro che svolgeranno funzioni di amministrazione, direzione e controllo nella
banca;
- la solidità finanziaria del potenziale acquirente;
-l’idoneità della struttura del gruppo del potenziale acquirente a consentire l’esercizio efficace della
vigilanza.
L’autorizzazione non può essere rilasciata in caso di fondato sospetto che l’acquisizione sia
connessa ad operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.
L’autorizzazione può essere sospesa o revocata se vengono meno o si
modificano i presupposti e le condizioni per il suo rilascio .
Se partecipano soggetti appartenenti a Stati terzi che non assicurano condizioni di reciprocità.

FASI RILASCIO AUTORIZZAZIONE SECONDO IL REGOLAMENTO:


Secondo un regolamento del 2014,
1)Banca d'Italia valuterà se la richiesta di partecipazione, soddisfa tutte le condizioni(prima
elencate),
2)poi presenterà, almeno 15 gg lavorativi prima della scadenza del termine x la valutazione alla
BCE un PROGETTO DI OPPOSIZIONE O NON OPPOSIZIONE ALL'ACQUISIZIONE,
3)la BCE DECIDERA' SE OPPORSI O NON OPPORSI.
IL TERMINE X IL RILASCIO DEL PROVVEDIMENTO è FISSATO IN 60 GG dal ricevimento
della domanda, se entro tale termine le autorità non si oppongono per iscritto, vale il principio
silenzio assenso, perciò il progetto è approvato

CONTROLLI DI BANCA D'ITALIA:

La Banca d’Italia stabilisce, particolari obblighi di comunicazione , in ordine a operazioni di


acquisto o cessione di partecipazioni in banche.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

La Banca d'Italia può richiedere alle banche ed alle società ed agli


enti di qualsiasi natura che possiedono partecipazioni nelle banche
medesime, l'indicazione nominativa dei titolari delle partecipazioni secondo
quanto risulta dal libro dei soci, dalle comunicazioni ricevute o da altri dati
a loro disposizione.
Il controllo si considera esistente nella forma dell'influenza dominante, salvo prova contraria,
allorché ricorra una delle seguenti
situazioni:
1) esistenza di un soggetto che, sulla base di accordi, ha il diritto di
nominare o revocare la maggioranza degli amministratori o del consiglio di sorveglianza
2) possesso di partecipazioni idonee a consentire la nomina o la revoca
della maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione o del
consiglio di sorveglianza;

AUTORIZZAZIONE SUCCURSALI BANCHE COMUNITARIE


Quanto all’ autorizzazione di nuove succursali bancarie di banche comunitarie essa, viene rilasciata
da Banca d’Italia previa consultazione delle Autorità del paese d’origine della banca comunitaria.

ACCESSO AL MERCATO NAZIONALE DI BANCHE ESTERE (ESAME)


(decreto ministro del tesoro sia per autorizzazione /revoca)

Riguardo, invece, allo stabilimento in Italia della prima succursale di una banca extracomunitaria,
essa è autorizzata con decreto del Ministro del tesoro, d’intesa con il Ministro degli affari esteri,
sentita la Banca d’Italia.
L’ autorizzazione, che viene rilasciata tenendo anche conto della condizione di reciprocità, resta
comunque subordinata al rispetto di condizioni:
-Capitale minimo di dotazione,
-Al programma concernente l’attività iniziale ed ai requisiti di professionalità e onorabilità dei
responsabili della succursale.
Riguardo ai criteri per la valutazione delle domande, è necessario che
Le medesime Autorità(del paese estero) siano :
-disponibili allo scambio di informazioni;
-abbiano manifestato il preventivo consenso all’apertura della succursale e allo svolgimento delle
specifiche attività prescelte dalla banca;
-abbiano fornito un’attestazione in ordine alla solidità patrimoniale, all’adeguatezza delle strutture
organizzative, amministrative e contabili della casa madre e del gruppo bancario di appartenenza.
REVOCA AUTORIZZAZIONE ATTIVITA' BANCARIA:
La revoca dell’autorizzazione all’attività bancaria, con la conseguente messa in liquidazione (v.
liquidazione coatta amministrativa delle banche), può essere disposta dal Ministro del tesoro con
decreto, su proposta della Banca d’Italia, qualora le irregolarità nell’amministrazione o le violazioni
delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie, ovvero le perdite del patrimonio siano di
eccezionale gravità.

BANCA DI FATTO(impresa operante contra legem)

può essere definita come:


SOGGETTO ESERCENTE ATTIVITA' BANCARIA SENZA AUTORIZZAZIONE.

In quanto, l'autorizzazione è parte integrante della definizione di banca.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

L'art 80, disciplina la Liquidazione Coatta Amministrativa per le banche autorizzate, quindi i
soggetti privi di autorizzazione sono soggetti al fallimento.
Anche l'art 132 conforme ciò, in quanto BI se avesse il fondato sospetto del'esistenza di una banca
di fatto, deve denunziare i fatti al pubblico ministero, per l'adozione dei provvedimenti.
Alcuni autori tuttavia, hanno proposto l'applicazione della lca per le banche di fatto, per garantire la
tutela dei depositanti

DEFINIZIONE COMUNITARIA DI BANCA DI FATTO


Impresa che raccoglie risparmio e eroga credito, senza far alcun riferimento al autorizzazione.
Tale esercizio non comporta l'invalidità degli atti compiuti, nè comporta l'esclusione del carattere
imprenditoriale dell'attività
Siamo in presenza di un'attività illecita, che viola norme imperative, per le quali sono previste
sanzioni penali.

IL TUB PREVEDE L'ABUSIVISMO DEL ATTIVITA' BANCARIA ALL'ART 132

Chiunque svolge l'attività di raccolta del risparmio tra il pubblico in


violazione dell'articolo 11 ed esercita il credito è punito con la reclusione
da sei mesi a quattro anni e con la multa da euro 2.065 a euro 10.329.

APPROFONDIMENTO:
CASO GIUFFRè
Il caso Giuffrè fu uno scandalo finanziario scoppiato in Italia nel 1958.
All'inizio degli anni Cinquanta del XX secolo Giambattista Giuffrè, ex impiegato in una banca.
L'ex cassiere cominciò ad amministrare denaro per conto di parrocchie, istituti religiosi, ma anche
privati cittadini promettendo tassi di interesse altissimi, che oscillavano dal 70% al 100%
Presentando come garanzia di affidabilità le sue amicizie con gli ambienti religiosi.
Giuffrè riuscì inizialmente a rastrellare ingenti somme di denaro. L'ex impiegato rimborsava
effettivamente gli altissimi tassi di interesse, contribuendo in tal modo a pubblicizzare e rendere
molto appetibile la sua raccolta, che così si estese rapidamente anche in altre regioni. In realtà
Giuffrè non investiva il denaro raccolto in attività finanziarie, ma si limitava a rimborsare gli alti
tassi di interesse semplicemente utilizzando il denaro raccolto successivamente presso altri
risparmiatori, secondo il classico meccanismo dello "Schema di Ponzi".Quando un certo numero di
risparmiatori, sospettando la truffa, iniziò a chiedere il rimborso, e Giuffrè non fu in grado di
rimborsarli. In definitiva il clamore del caso Giuffrè contribuì a far introdurre in Italia, negli anni
seguenti, una più severa normativa sulla raccolta di risparmio, che a partire dagli anni sessanta
infatti non fu più concessa a soggetti non autorizzati dalla Banca d'Italia agli organi istituzionali di
controllo del sistema bancario .

CAPITOLO 6

SERVIZI DI INVESTIMENTO

L'ampliamento della gamma dei servizi offerti alla clientela da parte delle banche è sicuramente una
delle tendenze più interessanti ed innovative della moderna operatività delle banche, in particolare a
presentarsi sul mercato offrendo prodotti/servizi sempre più integrati tra loro, cosi da coprire tutte le

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

potenziali esigenze economico-finanziarie del cliente; tale fenomeno viene riassunto con il termine
anglosassone FULL SERVICES, ad indicare appunto il progressivo scostamento dalla concezione
più tradizionale dell'operatore bancario inteso come intermediario tra i soggetti in eccesso e quelli
in deficit.
Le novità riguardano principalmente:
– crescente grado di personalizzazione del prodotto offerto al cliente, anche tramite una
classificazione della clientela.
– attivazione di specifiche reti distributive, anche tramite "negozi finanziari", affidati anche in
franchising a promotori finanziari
Classificazione clientela:(approfondisci su slide banca)
RETAIL

PRIVATE

CORPORATE

ISTITUTIONALS(altre banche , intermediari finanziari, ospedali, imprese pubbliche , fondazioni)

SERVIZI E ATTIVITA' D'INVESTIMENTO


ART. 18.TUF

Tra i servizi oggi offerti dalle banche, quanto da altri IF, un posto di rilievo assumono I SERVIZI E
ATTIVITA' D'INVESTIMENTO.

Classificazione secondo il TUF dei servizi e le attività di investimento è la seguente:


a) esecuzione di ordini per conto dei clienti;
b) negoziazione per conto proprio;
c) gestione di sistemi multilaterali di negoziazione;
d) ricezione e trasmissione di ordini;
e) sottoscrizione e/o collocamento con o senza assunzione a fermo ovvero assunzione di garanzia
nei confronti dell’emittente;
f) gestione di portafogli;
g) consulenza in materia di investimenti.

Come per l'attività bancaria, anche l'esercizio in via professionale dei servizi e delle attività
d'investimento è protetto da riserva, riserva che ai sensi dell' ART 18 TUF riguarda LE IMPRESE
DI INVESTIMENTO E BANCHE.
Perciò SOLO le imprese di investimento e le banche possono prestare servizi di investimento.
Eccezione fatta per le SGR , le quali possono prestare i servizi di:
F)gestione portafogli ,
G)consulenza in materia d'investimenti , e se autorizzate a prestare il servizio di gestione di
FIA(fondi d'investimento alternativi) anche E) ricezione e trasmissioni ordini.

Tuttavia l'autorizzazione all'attività bancaria non le abilita anche all'esercizio dei servizi e delle
attività d'investimento , ma come prevede l'ART 19 TUF necessita di una diversa e specifica
autorizzazione rilasciata da Banca d'Italia, ed essa si tratta di un'applicazione del art 10, 3comma
TUB, che consente alle banche di esercitare "anche ogni altra attività finanziaria" , ovviamente
secondo la disciplina propria di ciascuna.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

DEFINIZIONE E CONTENUTI

FOCUS su definizione servizio d'investimento:


Il TUF, non fornisce una definizione unitaria di "servizio di investimento" , riportando piuttosto un
elenco di fattispecie che assumono rilevanza, quando HANNO AD OGGETTO STRUMENTI
FINANZIARI.
In origine il Testo Unico parlava soltanto di "servizi di investimento" e non anche di attività,
tuttavia successivamente un d.lgs. nel recepire la nuova direttiva "MiFID" , non ha previsto alcuna
diversità di disciplina. Anche se in realtà la differenza sta nel fatto che : SERVIZIO , svolti
nell'interesse altrui, mentre ATTIVITA' è svolto nell'interesse proprio.
Inoltre l'ART 1. TUF stabilisce che: SERVIZI E ATTIVITA' D'INVESTIMENTO, I QUALI
POSSONO AVERE AD OGGETTO SOLO STRUMENTI FINANZIARI: FOCUS:
Per Strumento finanziario si intende azioni, obbligazioni, derivati, titoli di stato, quote di fondi
comuni.

FATTISPECIE SERVIZI DI INVESTIMENTO(esame)

a) negoziazione per conto proprio;


" Attività di acquisto o vendita(o meglio compravendita) di strumenti finanziari(sul secondario), IN
CONTROPARTITA DIRETTA(con impegno patrimoniale dell'intermediario) e in relazione a ordini
dei clienti. "
Essa viene definita anche attività di dealing, e il dealer è l'Intermediario finanziario che se ne
occupa.
Il dealer , detiene titoli in giacenza, , che di volta in volta acquista dagli emittenti, dai clienti o da
altri IF, ed esso lucra sullo scarto tra PREZZO BID(denaro) E PREZZO ASK(lettera).
Tuttavia l'attività di dealing promette profitti generosi,in quanto la difficoltà di recuperare i titoli
concedono al dealer la possibilità di pretendere una maggiorazione sul prezzo di scambio, ma
espone ad alti rischi ( di prezzo), legati alle oscillazioni dei prezzi di titoli in giacenza.
Il Dealer, rispetto al broker, offre maggiori rassicurazioni sul SE , QUANDO, CONDIZIONI di
esecuzione dell'ordine, una volta che si dichiara disponibile alla negoziazione(dopo che ha ricevuto
l'ordine dal cliente).
FOCUS:
Il termine contropartita diretta significa che:
1)la banca ha venduto direttamente il titolo. Ciò implica ovviamente che la Banca ne era
proprietaria prima della vendita, ma non necessariamente che il titolo faceva parte del proprio
portafoglio.
2)Nell'attività' di negoziazione in conto proprio, infatti, l'intermediario quando riceve un ordine,
prima acquista il titolo da un altro operatore (tecnicamente si dice che "fa provvista") e poi lo
rivende al proprio cliente.
3)lucra sulla differenza (infatti, il prezzo deve essere obbligatoriamente indicato al cliente PRIMA
nel modulo di ordine).

b) esecuzione di ordini per conto dei clienti;


Il servizio prestato in questo caso dal broker, è detto di negoziazione per conto terzi, qualora il
compito del intermediario, noto come NEGOZIATORE, sia di promuovere con la massima
diligenza la chiusura dell'ordine , detta "eseguito" o negoziazione, da cui l'espressione esecuzione

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

di ordini per conto clienti, o negoziazione conto terzi.


Il broker vincola alla chiusura della negoziazione, l'incasso della sua commissione, detta appunto di
eseguito, perciò se l'ordine non si chiude, nulla è dovuto a eccezione del canone periodico talvolta
richiesto per accedere al servizio. (qui le singole decisioni di investimento o disinvestimento sono
lasciate alla libera determinazione del cliente, l’intermediario non si pone in contropartita diretta,
ma compra e vende a soggetti terzi per conto dell’investitore alle migliori condizioni possibili in
quel dato momento, sulla base degli ordini conferiti dall’investitore.

c) sottoscrizione e/o collocamento con assunzione a fermo ovvero con assunzione di


garanzia nei confronti dell'emittente;
La sottoscrizione e/o collocamento è quel servizio nel quale l’intermediario, generalmente
nell’ambito d offerte al pubblico di strumenti finanziari, li "distribuisce" agli investitori. Può
svolgersi:
• con garanzia: l’intermediario garantisce a chi offre gli strumenti finanziari il
collocamento degli stessi o, addirittura, li sottoscrive esso stesso e li vende poi al pubblico;
• senza garanzia: l’intermediario si limita a collocare presso il pubblico i titoli. Il
rischio della riuscita dell’operazione rimane sull’emittente.
È necessario indicare se l'offerta è pubblica o privata,
FASI:
• RACCOLTA ADESIONE
• PRICING
• COLLOCAMENTO(periodo non supera i 15giorni)
• CHIUSURA DEL COLLOCAMENTO il consorzio si scioglie

d) gestione individuale di portafogli;


Con la gestione di portafogli il cliente incarica l’intermediario di gestirgli in tutto o in parte il
proprio patrimonio in strumenti finanziari.
Spetta all’intermediario decidere come e quando acquistare o vendere titoli, essa non va
confusa con la gestione IN MONTE, ossia "la gestione collettiva del risparmio", infatti la
gestione individuale presenta :
-il carattere della personalizzazione del rapporto tra intermediario e singolo investitore,
mentre nel Gestione collettiva del risparmio, l'attività gestoria viene condotta
dall'intermediario nell'interesse di una massa di investitori.
e) ricezione e trasmissione di ordini;
si parla di questo servizio, qualora il broker si limiti a RICEVERE/TRASMETTERE ordini di
acquisti e vendita provenienti dalla clientela, al negoziatore.
Sarà quindi il trasmettitore a dover individuare il negoziatore capace di spuntare le condizioni
migliori, sfruttando la propria esperienza e professionalità.

Il recepimento della direttiva n.2004/39 ha aggiunto due fattispecie:


f) consulenza in materia di investimenti;

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

La consulenza in materia di investimenti è un servizio di investimento in ,cui il consulente, su sua


iniziativa o dietro richiesta del cliente, fornisce consigli o raccomandazioni personalizzate circa una
o più operazioni relative ad un determinato strumento finanziario.
Consigli e raccomandazioni personalizzati vuol dire che questi sono presentati come adatti al cliente
o basati sulle sue caratteristiche. Non sono consulenza, pertanto, le raccomandazioni e i consigli
rivolti al pubblico con mezzi di comunicazione di massa (giornali, televisioni, internet, ecc.).
OBIETTIVO:
Le raccomandazioni e i consigli, inoltre, devono suggerire di acquistare, vendere, scambiare o
anche continuare a detenere uno specifico strumento finanziario.
Non costituiscono consulenza in senso proprio, ma consulenza generica, quei consigli che
normalmente gli intermediari danno in merito non ad un determinato strumento finanziario ma ad
un tipo di strumento finanziario (azioni, obbligazioni, quote di fondi, ecc.), ovvero alla
composizione del portafoglio (un po' più di azioni, un po' meno di obbligazioni, privilegiare il
mercato americano piuttosto che quello asiatico, ecc.).
IMPORTANZA DELLA CONSULENZA:
Questa attività può essere un momento preparatorio e strumentale a tutti i servizi di investimento (e
soprattutto della consulenza in senso proprio).
Possono prestare la consulenza in materia di investimenti gli intermediari, anche tramite promotori
finanziari, e le persone fisiche in possesso di particolari requisiti di professionalità, onorabilità,
indipendenza e solidità patrimoniale iscritti in un apposito albo di consulenti finanziari.

La consulenza in senso proprio assicura un elevato grado di tutela, perché mette al servizio
dell'investitore la professionalità del consulente che suggerirà solo operazioni ritenute adeguate,
assumendosene anche la responsabilità.

CONFLITTI DI INTERESSE:
Oltre a valutare l'adeguatezza il consulente dovrà fornirci tutte le informazioni necessarie ed evitare
o gestire correttamente i conflitti di interessi:
In quanto possa esistere un rapporto che lega il consulente alla società che emette i prodotti
oggetto delle sue raccomandazioni. Può accadere, infatti, che il soggetto stesso che presta la
consulenza sia emittente di strumenti finanziari (o che lo siano altre società del suo gruppo): si pensi
ad una banca appartenente a un gruppo di cui fa parte anche una società di gestione di fondi
comuni. Può anche accadere che il consulente riceva degli incentivi (sotto forma di compensi,
commissioni o prestazioni non monetarie) dalla società che emette i prodotti consigliati.
Sono situazioni che il consulente deve gestire con correttezza e serietà, delle quali deve informarci.

g) gestione di sistemi multilaterali di negoziazione

La gestione di sistemi multilaterali di negoziazione è un servizio di investimento che consente di far


incontrare, sulla base di regole predeterminate, proposte di acquisto e di vendita provenienti da una
pluralità di operatori.
I sistemi multilaterali di negoziazione sono assimilabili ai mercati regolamentati, con la differenza

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

che possono essere gestiti non solo da società di gestione di mercati regolamentati ma anche da sim
e banche autorizzate alla prestazione di questo servizio.
I soggetti autorizzati devono rispettare determinati requisiti e regole per garantire un processo di
negoziazione equo, ordinato e trasparente nei confronti degli utenti e comunicare alla Consob una
serie di informazioni relative ai soggetti e agli strumenti ammessi alla negoziazione, alle regole di
funzionamento del sistema e alle regole di vigilanza adottate per garantire l'ordinato svolgimento
delle negoziazioni.
Dal punto di vista dei risparmiatori, il sistema multilaterale di negoziazione non è altro che una
delle sedi di negoziazione che l'intermediario esecutore di ordini utilizza al fine di conseguire il
miglior risultato possibile per i clienti.

FOCUS:
L'elenco delle fattispecie previste dal TUF su "servizi e attività di investimento" è comunque
APERTO, al fine di tener conto dell'evoluzione dei mercati finanziari, in particolare il TUF abilita
il ministro dell'economia e delle finanze ad individuare con proprio regolamento, adottato sentito
BANCA D'ITALIA E CONSOB, nuovi servizi ed attività d'investimento.
TUTTAVIA...accanto ai servizi d'investimento, le imprese di investimento e le banche sono
autorizzate ad offrire alla propria clientela una serie di servizi accessori;
- custodia e amministrazione di strumenti finanziari;
– locazione di cassette di sicurezza;
– concessione di finanziamenti per effettuare operazioni relative a strumenti finanziari nelle
quali interviene il soggetto che concede i finanziamenti;
– consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, industriale e in materia di
concentrazione e acquisti di imprese;
– servizi connessi all'emissione o al collocamento di strumenti finanziari; - ricerca in materia
di investimenti, analisi finanziaria o altre forme di raccomandazione generale riguardanti strumenti
finanziari;
– intermediazione in cambi collegata alla prestazione di servizi di investimento.
Per prestare servizi accessori non occorre, a differenza dei servizi di investimento, alcuna
autorizzazione e, quindi, li possono prestare anche soggetti non autorizzati alla prestazione
dei servizi di investimento.

Se però vengono prestati da intermediari autorizzati, questi devono rispettare le regole di


condotta previste per i servizi di investimento.

AUTORIZZAZIONE A PRESTARE SERVIZI DI INVESTIMENTO


I servizi di investimento, appunto perché coinvolgono un tema importante come il risparmio, non
possono essere prestati da chiunque, ma solo da soggetti dotati di una specifica autorizzazione
rilasciata, a seconda dei casi, dalla Consob o dalla Banca d’Italia.
Non tutti i soggetti possono essere autorizzati.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

L’autorizzazione può essere rilasciata a: (9)


• società di intermediazione mobiliare(sim) italiane: possono essere autorizzate dalla
Consob ad offrire tutti i servizi di investimento;
• banche italiane: possono essere autorizzate dalla Banca d'Italia ad offrire tutti i
servizi di investimento;
• società di gestione del risparmio(SGR): possono essere autorizzate dalla Banca
d'Italia all'esercizio dell'attività di gestione individuale di portafogli, dell’attività di
consulenza e di commercializzazione di fondi comuni o SICAV;
• intermediari finanziari iscritti nell'elenco previsto dall'art. 107 del Testo unico
bancario tenuto dalla Banca d'Italia: possono essere autorizzati alla negoziazione per conto
proprio e all’esecuzione degli ordini dei clienti (limitatamente agli strumenti finanziari
derivati), nonché al servizio di sottoscrizione o collocamento;
• banche di Paesi comunitari: possono offrire in Italia i servizi per i quali sono state
autorizzate dall'autorità di vigilanza del Paese d'origine;
• imprese di investimento di Paesi comunitari: possono offrire in Italia i servizi per i
quali sono state autorizzate dall'autorità di vigilanza del Paese d'origine;
• imprese di investimento extra-comunitarie:possono essere autorizzate dalla
Consob ad offrire in Italia tutti i servizi di investimento;
• banche extra-comunitarie:possono essere autorizzate dalla Banca d'Italia ad offrire
in Italia tutti i servizi di investimento;
• agenti di cambio iscritti nel ruolo unico nazionale tenuto dal Ministero
dell’economia e delle finanze: possono svolgere l'attività di esecuzione di ordini,
collocamento, gestione di portafogli, ricezione e trasmissione di ordini e consulenza.

FOCUS:
Nella prestazione dei servizi d'investimento, l'intermediario deve procedere, a seconda del servizio
offerto, a due test; TEST DI ADEGUATEZZA E TEST DI APPROPRIATEZZA.

ADEGUATEZZA(solo per consulenza e gestione portafogli)


L’assistenza più ampia, consistente nel valutare l’adeguatezza dell’investimento, è prevista per i
servizi di consulenza in materia di investimenti e di gestione di portafogli: sono i servizi più
complessi e a più alto valore aggiunto per il cliente che richiede una specifica assistenza da parte
dell’intermediario.
L’intermediario può valutare se un investimento è per noi adeguato solo se ci conosce bene dal
punto di vista finanziario. Dovrà quindi chiederci informazioni relative a:
• conoscenza ed esperienza in materia di investimenti– Ci domanderà con quali tipi
di servizi, operazioni e strumenti finanziari abbiamo dimestichezza; la natura, la dimensione
e la frequenza delle operazioni finanziarie già compiute; il livello di istruzione e la
professione svolta;
• situazione finanziaria– E’ utile per l’intermediario conoscere la fonte e la
consistenza del nostro reddito e patrimonio complessivo, nonché gli impegni finanziari già
assunti (ad esempio la rata del mutuo);
• obiettivi di investimento– L’intermediario si informerà per quanto tempo vogliamo

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

investire il nostro denaro, sulla nostra propensione al rischio e sulle finalità per cui
investiamo.
Non è possibile prestare consulenza o gestire portafogli senza queste informazioni.

Acquisite le informazioni, l’intermediario valuta che il servizio di gestione, e le singole operazioni


effettuate dal gestore, nonché le operazioni consigliate nell’ambito del servizio di consulenza siano
tali da:
• corrispondere agli obiettivi di investimento del cliente;
• non porre a carico del cliente rischi da lui non sopportabili;
• comportare rischi che il cliente, dato il suo livello di esperienze e conoscenza, è in
grado di comprendere.

APPROPRIATEZZA(per tutti i servizi di investimento)


Per tutti i servizi di investimento - tranne la consulenza in materia di investimenti e la gestione di
portafogli, nei quali come si è visto l’assistenza che l’intermediario deve fornire è assai ampia -
l’intermediario deve valutare che l’investimento proposto o richiesto dal cliente sia appropriato. E’
una valutazione di minore portata rispetto all’adeguatezza, perché tiene conto di un minor numero
di elementi.
Per valutare l’appropriatezza l’intermediario deve chiedere al cliente informazioni riguardanti,
esclusivamente, la sua conoscenza ed esperienza circa il tipo di strumento o servizio proposto o
richiesto. Più precisamente, deve chiedergli quali sono i tipi di servizi, operazioni e strumenti
finanziari con i quali ha dimestichezza, la natura, la dimensione e la frequenza delle operazioni
finanziarie realizzate in passato, il livello di istruzione e la professione svolta.
Un prodotto è appropriato se il cliente ha conoscenze ed esperienza sufficienti per comprendere i
rischi connessi al prodotto stesso.
Se l’intermediario ritiene non appropriato l’investimento deve avvertirci. Se riceviamo questo
avvertimento, quindi, prestiamo attenzione: stiamo acquistando un prodotto di cui non siamo in
grado di valutare i rischi.

MERA ESECUZIONE
La mera esecuzione di ordini (execution only) è una modalità di svolgimento dei servizi di
esecuzione di ordini e di ricezione e trasmissione di ordini. Questa modalità può essere
adottata solamente se i servizi si riferiscono a: STRUMENTI NON COMPLESSI
• azioni quotate in un mercato regolamentato;
• strumenti del mercato monetario;
• obbligazioni e altri titoli di debito (come i titoli di Stato);
• fondi armonizzati (sono i comuni fondi di investimento);
• altri strumenti finanziari non complessi.
Nella mera esecuzione l’intermediario esegue l’ordine senza dover valutare se l’operazione è
appropriata per il cliente e, conseguentemente, non deve chiedergli alcuna informazione.
Restano comunque fermi gli altri obblighi quali, ad esempio, quello di informare i clienti e di
rispettare le regole in materia di conflitti di interessi.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Il servizio è quindi di norma adatto a chi già ha una buona esperienza e conoscenza in materia di
investimenti e pensa quindi di sapere fare da sé. Non a caso la mera esecuzione di ordini può essere
fornita solo su richiesta espressa del cliente.
VANTAGGI/SVANTAGGI MERA ESECUZIONE:
-costi inferiori per il cliente, che non dovrà pagare alcuna commissione all'intermediario,
assumendosi però un maggior rischio, legato alla propria conoscenza finanziaria circa lo strumento
oggetto di investimento.

STRUMENTI FINANZIARI , VALORI MOBILIARI E PRODOTTI FINANZIARI


I l TUF definisce i prodotti finanziari in maniera molto generica, descrivendoli come gli strumenti
finanziari o qualsiasi altra forma di investimento di natura finanziaria; pertanto gli strumenti
finanziari e i prodotti finanziari non sono la stessa cosa, essendo i primi compresi nei secondi.
(Una definizione così ampia è funzionale per il futuro e di ampia prospettiva, in quanto riesce a
comprendere anche nuovi prodotti dell’ingegneria finanziaria, non ancora trattati, che potrebbero
essere creati.)
La nozione di strumento finanziario è stata introdotta per la prima volta nell'ordinamento italiano
dal cosiddetto Decreto Eurosim1996 in sostituzione della definizione di valore mobiliare, non più
adeguata all'evolversi dei nuovi servizi di investimento
Per strumenti finanziari si intendono:

1. le azioni e gli altri titoli rappresentativi di capitale di rischio negoziabili sul mercato dei
capitali;
2. le obbligazioni, i titoli di Stato e gli altri titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali;
3. gli strumenti finanziari, negoziabili sul mercato dei capitali, previsti dal codice civile;
4. le quote di fondi comuni di investimento;
5. i titoli normalmente negoziati sul mercato monetario;
6. qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permetta di acquisire gli strumenti indicati
nei punti precedenti e i relativi indici;
7. i contratti futures su strumenti finanziari, su tassi di interesse, su valute, su merci e sui
relativi indici, anche quando l’esecuzione avvenga attraverso il pagamento di differenziali in
contanti;
8. i contratti di scambio a pronti e a termine (swaps) su tassi di interesse, su valute, su merci
nonché su indici azionari (equity swaps), anche quando l’esecuzione avvenga attraverso il
pagamento di differenziali in contanti;
9. i contratti a termine (forward) collegati a strumenti finanziari, a tassi d’interesse, a valute, a
merci e ai relativi indici, anche quando l’esecuzione avvenga attraverso il pagamento di
differenziali in contanti;

I contratti futures, swaps, forward, di opzione e loro combinazioni sono anche definiti come
strumenti finanziari derivati.

Infine è d’obbligo un’ultima precisazione: i mezzi di pagamento, come banconote, assegni e


carte di pagamento, non sono considerati strumenti finanziari.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Sono prodotti finanziari gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura
finanziaria, Gli strumenti finanziari infatti appartengono al genere prodotti finanziari, ma non li
esauriscono, essi sono rilevanti in tema di OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO, OFFERTA
FUORI SEDE, OFFERTA AL PUBBLICO.
In primo luogo il prodotto finanziario è necessariamente : una forma di investimento di natura
finanziaria. Andando per esclusione, dunque, si deve negare di essere in presenza di un prodotto
finanziario se non c'è un impiego di risorse, diretto all'ottenimento di un corrispettivo.

OFFERTA FUORI SEDE ART. 30 TUF


FOCUS: Da sapere: cosè, che la eroga il promotore, termini di 7gg)
Per offerta fuori sede di strumenti e prodotti finanziari si intendono la promozione e collocamento
presso il pubblico:
a)di strumenti finanziari in luogo diverso dalla sede legale o dalle dipendenze dell’emittente, del
proponente l’investimento o del soggetto incaricato della promozione o del collocamento;
b)di servizi di investimento in luogo diverso dalla sede legale o dalle dipendenze di chi presta,
promuove o colloca il servizio” (art. 30, comma 1, TUF).
Elementi centrali di questa definizione sono, anzitutto, la nozione di “promozione e
collocamento“, di “sede” e di “dipendenza“.

Non costituisce offerta fuori sede :


A)quella effettuata nei confronti dei c.d. investitori istituzionali, la cui professionalità rende
superflua l’applicazione della particolare disciplina delle offerte fuori sede, diretta a tutelare
maggiormente il pubblico dei risparmiatori.
B) l'offerta di propri strumenti finanziari rivolta ai componenti del consiglio di amministrazione
ovvero del consiglio di gestione, ai dipendenti, nonché ai collaboratori non subordinati
dell'emittente, della controllante ovvero delle sue controllate, effettuata presso le rispettive sedi o
dipendenze

L’offerta fuori sede va tenuta distinta dalla semplice pubblicità, inoltre va tenuta distinta, altresì,
dalle c.d. “tecniche di comunicazione a distanza”, per le quali è prevista una specifica disciplina.
Dall’art. 32 secondo cui «per tecniche di comunicazione a distanza si intendono le tecniche di
contatto con la clientela diverse dalla pubblicità, che non comportano la presenza fisica e
simultanea del cliente e del soggetto offerente o di un suo incaricato»
Per una più approfondita analisi dell'offerta fuori sede, analizziamo le singole parole :
"PROMOZIONE/offerta"--"FUORI SEDE";
-Promozione: ogni attività che si sostanzi non soltanto nella vera e propria “vendita” del servizio,
ma anche in una attività promozionale finalizzata a tale vendita, intesa come personalizzazione del
messaggio e nel suo orientamento alla conclusione di un contratto.

-sede:
“sede”: stabile organizzazione di mezzi e di persone, aperta al pubblico, dotata di autonomia
tecnica e decisionale, che presta in via continuativa servizi o attività di investimento».

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

"fuori sede": và inteso in senso ampio, sia sede legale, secondarie,sia qualsiasi altra articolazione
territoriale del soggetto offerente.

L'OFS, deve essere tenuta distinta da:


– mere iniziative pubblicitarie: destinate ad un pubblico indeterminato, e non finalizzate alla
conclusione di un contratto.
– raccomandazione generale: che costituisce un servizio accessorio.
CHI:
L'offerta fuori sede di strumenti finanziari può essere effettuata:
-dalle SGR,
-dalle società di gestione UE,
-dalle SICAV, dalle SICAF,
-dai GEFIA UE e non UE, limitatamente alle quote o azioni di Oicr
L'offerta fuori sede di servizi e attività d'investimento può essere effettuata:
Le imprese di investimento, le banche, gli intermediari finanziari 107 , le SGR e le società di
gestione UE e i GEFIA UE e non UE.
PROMOTORE FINANZIARIO
Per l’offerta fuori sede di prodotti d'investimento e di gestione collettiva del risparmio, le imprese di
investimento, le SGR, le società di gestione UE, le SICAV, le SICAF, i GEFIA UE e non UE, gli
intermediari finanziari iscritti nell'elenco previsto dall'articolo 106 del testo unico bancario e le
banche, si avvalgono di promotori finanziari.
Ai sensi dell’art. 31, comma 2, TUF «è promotore finanziario la persona fisica che, esercita
professionalmente l’offerta fuori sede come dipendente, agente o mandatario».
L'attività di promotore finanziario è svolta esclusivamente nell'interesse di un solo
soggetto.
Il soggetto abilitato che conferisce l'incarico è responsabile in solido dei danni arrecati a terzi dal
promotore finanziario, anche se tali danni siano conseguenti a responsabilità accertata in sede
penale.
PARTICOLARITA' :
L'efficacia dei contratti di collocamento di strumenti finanziari o di gestione di portafogli
individuali conclusi fuori sede è sospesa per la durata di sette giorni decorrenti dalla data di
sottoscrizione da parte dell'investitore.
Entro detto termine l'investitore può comunicare il proprio recesso senza spese né corrispettivo al
promotore finanziario o al soggetto abilitato;
tale facoltà è indicata nei moduli o formulari consegnati all'investitore
L'omessa indicazione della facoltà di recesso nei moduli o formulari comporta la nullità dei relativi
contratti, che può essere fatta valere solo dal cliente.

ACCESSO ALL'ATTIVITA' del PROMOTORE:

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

L’accesso all’attività è riservato a soggetti iscritti in un apposito albo tenuto da un organismo


rappresentativo della categoria
b) l’iscrizione all’albo avviene previo accertamento di requisiti specifici ,previo superamento di
apposito esame
c) il promotore è sottoposto regole di comportamento, formulate dalla stessa Consob, e a pregnanti
meccanismi di controllo
d) il promotore finanziario può operare esclusivamente nell’interesse di un unico intermediario
abilitato.
L’albo unico dei promotori finanziari, è articolato in sezioni territoriali.
Alla tenuta dell’albo provvede un organismo costituito dalle associazioni professionali
rappresentative dei promotori e dei soggetti abilitati.
L’organismo ha personalità giuridica ed è ordinato in forma di associazione, con autonomia
organizzativa e statutaria, nel rispetto del principio di articolazione territoriale delle proprie
strutture e attività.
PERCHè IL PROMOTORE:
L'intervento del promotore vuole rappresentare uno strumento di rafforzamento della tutela
dell’investitore, nello svolgimento di un’attività che la legge considera particolarmente
delicata.
OBBLIGHI:
I promotori, infatti, sono tenuti a comportarsi
---con diligenza, correttezza, e trasparenza
---devono, inoltre, rispettare le procedure e i codici interni di comportamento del soggetto abilitato
che ha loro conferito l’incarico.

Inoltre, al momento del primo contatto con un investitore, il promotore deve:


a) consegnare all’investitore una copia di una dichiarazione redatta dal soggetto abilitato, da cui
risultino gli elementi identificativi di tale soggetto, gli estremi di iscrizione all’albo e i dati
anagrafici del promotore.

RESPONSABILITA':

L’art. 31, comma 3, TUF prevede che « il soggetto abilitato che conferisce l’incarico è
responsabile in solido dei danni arrecati a terzi dal promotore finanziario, anche se tali danni
siano conseguenti a responsabilità accertata in sede penale».
Tale norma pone in capo all’intermediario abilitato una responsabilità rafforzata, rispetto a quella
derivante dal diritto comune, per l’operato del promotore finanziario.
L’intermediario, infatti, risponde in solido con il promotore .
Il presupposto è che l’intermediario professionale deve essere in grado di controllare attraverso
appositi meccanismi l’operato dei propri promotori.

CASI DI ESCLUSIONE:
La legge individua due casi di esclusione dalla disciplina dell’offerta fuori sede.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

1. SOGGETTIVA: «non costituisce offerta fuori sede quella effettuata nei confronti dei
clienti professionali», (si vuole tutelare l’investitore debole).
2. l’oggetto dell’attività: diritto di recesso nell’offerta fuori sede non si applica alle OPV o
sottoscrizione di azioni con diritto di voto, o di altri strumenti finanziari che permettono di
acquisire o sottoscrivere azioni, purché le azioni e gli strumenti finanziari siano negoziati in
mercati regolamentati.

In campo bancario e finanziario, esistono due categorie di soggetti cui è riservata l'offerta fuori
sede di concessione di finanziamenti, I MEDIATORI CREDITI, E GLI AGENTI.

MEDIATORI CREDITIZI:
È Mediatore creditizio il soggetto che mette in relazione, anche attraverso attività di
consulenza, banche o intermediari finanziari previsti dal Titolo V del TUB con la
potenziale clientela per la concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma, è necessario
che il soggetto ottenga l’iscrizione in un apposito Elenco tenuto dall'OAM.
I requisiti richiesti sono: professionalità, onorabilità,requisiti economici,tecnici, patrimoniali.

AGENTE IN ATTIVITA' FINANZIARIA(detto anche "agente di cambio"):


E’ Agente in attività finanziaria il soggetto che promuove e conclude contratti relativi alla
concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma o alla prestazione di servizi di
pagamento, su mandato diretto di intermediari finanziari, istituti di pagamento, istituti di
moneta elettronica, banche o Poste Italiane.
Il mandante risponde solidalmente dei danni causati dall'Agente in attività finanziaria, anche se
tali danni siano conseguenti a responsabilità accertata in sede penale.

Società di Intermediazione Mobiliare(SIM) (qualche volta esame)


Le società di intermediazione mobiliare hanno sostituito i vecchi agenti di cambio. Sono società
iscritte in un apposito albo tenuto dalla Consob. A loro, insieme alle altre imprese di investimento e
alle banche, è riservato l'esercizio professionale dei servizi di investimento nei confronti del
pubblico. Le sim possono operare nei mercati nei mercati regolamentati italiani, nei mercati
comunitari e nei mercati extracomunitari riconosciuti dalla Consob.
Le sim svolgono attività di:
- negoziazione titoli per conto terzi (brokerage);
- collocamento dei titoli senza garanzia (selling);
- negoziazione titoli per conto proprio (dealing);
- collocamento dei titoli con garanzia (underwriting);
- gestione di portafogli finanziari;
- raccolta e trasferimento di ordini di acquisto e vendita.
Le sim che svolgono attività di dealing/underwriting hanno un portafoglio di titoli di proprietà e
quindi sono soggette al rischio di mercato perché proprietari dell'azione trattata. Le sim che invece
si occupano di brokerage/selling negoziano per conto terzi e dunque vanno incontro soltanto ad un
rischio operativo e di reputazione.
Istituite nel 1991 e successivamente riformate nel 1996 dal decreto Eurosim, le società di
intermediazione mobiliare trovano il loro assetto definitivo nel 1998 con l’approvazione del TUF.
Rientrano nella categoria delle “imprese di investimento”, insieme alle imprese di investimento
comunitarie ed extracomunitarie, e sono definite come quelle imprese, con sede legale e direzione

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

generale in Italia, diverse dalle banche e dagli intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto
dall’articolo 107 del T.U. bancario, autorizzate a svolgere i servizi di investimento.

Capitolo 7
GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO:

può essere definita come "IL SERVIZIO CHE SI REALIZZA ATTRAVERSO LA GESTIONE DI
OICR(organismi di investimento collettivo del risparmio) E DEI RELATIVI RISCHI"
Per Oicr si intende "l'organismo Istituito per la prestazione del servizio di gestione collettiva del
risparmio, il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante emissione e l'offerta
di quote o azioni , gestito in monte nell'interesse degli investitori e in autonomia dai
medesimi,nonché investito in :
-strumenti finanziari,
-crediti,
-partecipazioni
-o altri beni mobili o immobili.

Differenze tra OICR e servizio di gestione individuale:

OICR: attività gestoria si svolge in monte, e cioè nell'interesse e per conto di una pluralità di
investitori.

L'investitore acquista una quota di partecipazione ad un patrimonio indiviso, al quale partecipano


pro-quota anche altri investitori.
La natura "collettiva" della gestione, risiederebbe nel fatto che l'interesse perseguito dal gestore
dovrebbe identificarsi come quello "collettivo" dei partecipanti al fondo, dando vita ad una
gestione NON PERSONALIZZATA, e dunque proprio per questo distinta dalla gestione in forma
individuale.
Si seguono, criteri standardizzati e politiche d'investimento predeterminate, che non lasciano spazio
all'esigenze individuali degli investitori,nessun potere di intervento, di modifica o di adattamento è
ammesso.
Operazione svolte PER CONTO e NELL'INTERESSE dell'investitore.
GUADAGNO per l'investitore : differenza tra quanto versato per sottoscrivere la quota, e quanto
incassato al rimborso,
GUADAGNO SOCIETA: trattenuta una commissione

GESTIONE INDIVIDUALE: Un investitore può accedere alla gestione individuale stipulando un


contratto scritto con un intermediario abilitato, e può impartire proprie istruzione sotto forma di
clausole contrattuali.
Al cliente spetta l'esercizio del diritto di voto inerente agli strumenti finanziari che compongono il
patrimonio in gestione.
Tuttavia l'intermediario incaricato opera per conto e in nome del cliente, che risulta cosi a
tutti gli effetti intestatario del patrimonio e destinatario degli esiti della gestione.
Per il servizio reso il gestore percepisce: COMMISSIONE D' ENTRATA + COMMISSIONI UNA
TANTUM(di gestione, di incentivo, di intermediazione)

La nozione generale di OICR, si declina in una serie di sottonozioni:(in relazione al rimborso)


OICR APERTI: consentono il rimborso delle quote in qualsiasi momento, e anche la facoltà di
sottoscrizione è concessa senza soluzione di continuità, le somme versate vanno ad incrementare il
patrimonio, e le somme prelevate vanno a diminuirlo, con conseguente variazione del patrimonio

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

,da qui l'espressione OICR A CAPITALE VARIABILE(diritto di rimborso previsto in via periodica
o ricorrente , anche se non è prevista periodicità o frequenza minima)
OICR CHIUSI: sono tutti quelli diversi da quelli aperti. Definiti in via residuale.
Il diritto di rimborso è concesso solo alla scadenza del fondo, e l'emissione delle quote avviene solo
in occasione della loro costituzione.(CASO SPECIALE. Se un investitore intende liquidare la
propria posizione prima della scadenza, dovrà cercare una controparte disposta ad acquistare le sue
quote, e quindi a partecipare al fondo.)
Inoltre un ulteriore elemento di distinzione tra le diverse categorie di oicr attiene alla struttura:
OICR CON FORMA SOCIETARIA: SICAV E SICAF
OICR CON FORMA CONTRATTUALE : fondi comuni di investimento

DISCIPLINA
Entrambe le categorie sono disciplinate da un apposito documento, il regolamento di gestione nel
caso dei fondi comuni e lo statuto nel caso delle Sicav.

Tale documento definisce : le caratteristiche e i criteri di funzionamento, la denominazione, la


durata, le modalità di partecipazione, i termini e le modalità di emissione ed estinzione dei
certificati, di sottoscrizione, di rimborso e di liquidazione, gli organi competenti per la scelta degli
investimenti, il tipo di beni e strumenti finanziari oggetto di investimento, le spese e le modalità di
pubblicizzazione del valor

OICR CONTRATTUALI
FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO
Il fondo comune di investimento è gestito dalla società di gestione del risparmio che lo ha
istituito o dalla società di gestione subentrata nella gestione.
Il rapporto di partecipazione al fondo comune di investimento è disciplinato dal
regolamento del fondo. La Banca d'Italia, sentita la Consob, determina i criteri generali di
redazione del regolamento del fondo diverso dal FIA riservato e il suo contenuto minimo., a
integrazione di quanto previsto dall'articolo 39.
La Sgr che ha istituito il fondo o la società di gestione che è subentrata nella gestione
agiscono in modo indipendente e nell’interesse dei partecipanti al fondo,assumendo verso questi
ultimi gli obblighi e le responsabilità del mandatario.
Ciascun fondo comune di investimento, o ciascun comparto di uno stesso fondo,
costituisce patrimonio autonomo, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della società di
gestione del risparmio e da quello di ciascun partecipante, nonché da ogni altro patrimonio
gestito dalla medesima società; delle obbligazioni contratte per conto del fondo, la Sgr risponde
esclusivamente con il patrimonio del fondo medesimo. Su tale patrimonio non sono ammesse
azioni dei creditori della società di gestione del risparmio o nell'interesse della stessa, né quelle
dei creditori del depositario o del sub depositario o nell'interesse degli stessi. Le azioni dei
creditori dei singoli investitori sono ammesse soltanto sulle quote di partecipazione dei
medesimi. La società di gestione del risparmio non può in alcun caso utilizzare, nell'interesse
proprio o di terzi, i beni di pertinenza dei fondi gestiti.
Le quote di partecipazione ai fondi comuni, sono nominative o al portatore, secondo
quanto previsto nel regolamento del fondo. La Banca d’Italia può stabilire in via generale,
sentita la Consob, le caratteristiche dei certificati e il valore nominale unitario iniziale delle
quote, tenendo conto anche dell’esigenza di assicurare la portabilità delle quote.
BANCA DEPOSITARIA
Art. 47 T.U.F.
(Incarico di depositario)
Per ciascun Oicr il gestore conferisce l’incarico di depositario a un unico soggetto, cui sono
affidati i beni dell’Oicr secondo quanto previsto nel presente capo.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

L’incarico di depositario può essere assunto da banche autorizzate in Italia, succursali


italiane di banche comunitarie, Sim e succursali italiane di imprese di investimento.
La Banca d’Italia autorizza l’esercizio delle funzioni di depositario e disciplina, sentita la
Consob, le condizioni per l’assunzione dell’incarico.
Gli amministratori e i sindaci del depositario riferiscono senza ritardo alla Banca d'Italia
e alla Consob, ciascuna per le proprie competenze, sulle irregolarità riscontrate
nell'amministrazione del gestore e nella gestione degli Oicr e forniscono, su richiesta della
Banca d’Italia e della Consob, informazioni su atti o fatti di cui sono venuti a conoscenza
nell’esercizio delle funzioni di depositario.
COMPITI DEL DEPOSITARIO
l depositario agisce in modo indipendente e nell'interesse dei partecipanti all’Oicr. Esso
adotta ogni misura idonea a prevenire potenziali conflitti di interesse tra l’esercizio delle funzioni
di depositario e le altre attività svolte.
Il depositario adempie agli obblighi di custodia degli strumenti finanziari ad esso affidati e
alla verifica della proprietà nonché alla tenuta delle registrazioni degli altri beni.
RESPONSABILITA' DEL DEPOSITARIO
Il depositario è responsabile nei confronti del gestore e dei partecipanti all’Oicr di ogni
pregiudizio da essi subito in conseguenza dell'inadempimento dei propri obblighi.
In caso di perdita di strumenti finanziari detenuti in custodia, il depositario, se non prova
che l’inadempimento è stato determinato da caso fortuito o forza maggiore, è tenuto a restituire
senza indebito ritardo strumenti finanziari della stessa specie o una somma di importo
corrispondente, salva la responsabilità per ogni altra perdita subita dall’Oicr o dagli investitori in
conseguenza del mancato rispetto, intenzionale o dovuto a negligenza, dei propri obblighi.
In caso di perdita di strumenti finanziari da parte del terzo al quale è stata delegata la
custodia, resta impregiudicata la responsabilità del depositario, fatta salva l’eventuale stipula di
accordi scritti tra il gestore, il depositario e il terzo al quale è stata delegata la custodia, volti a
determinare l’assunzione in via esclusiva della responsabilità da parte del terzo. Per l’eventuale
stipula di tali accordi il gestore, il depositario e il terzo si attengono alla disciplina, stabilita dalla
Banca d’Italia, sentita la Consob, che individua i casi in cui tali accordi sono consentiti e il loro
contenuto minimo.

Art. 37 T.U.F.
Regolamento del fondo

Il regolamento di ciascun fondo comune di investimento definisce le caratteristiche del


fondo, ne disciplina il funzionamento, indica il gestore e il depositario, definisce la ripartizione
dei compiti tra tali soggetti, regola i rapporti intercorrenti tra tali soggetti e i partecipanti al
fondo.
Il regolamento stabilisce in particolare:
a) la denominazione e la durata del fondo;
b) le modalità di partecipazione al fondo, i termini e le modalità dell'emissione ed
estinzione dei certificati e della sottoscrizione e del rimborso delle quote nonché le
modalità di liquidazione del fondo;
c) gli organi competenti per la scelta degli investimenti e i criteri di ripartizione degli
investimenti medesimi;
d) il tipo di beni, di strumenti finanziari e di altri valori in cui è possibile investire il
patrimonio del fondo;
e) i criteri relativi alla determinazione dei proventi e dei risultati della gestione nonché le
eventuali modalità di ripartizione e distribuzione dei medesimi;
f) le spese a carico del fondo e quelle a carico della società di gestione del risparmio;
g) la misura o i criteri di determinazione delle provvigioni spettanti alla società di

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

gestione del risparmio e degli oneri a carico dei partecipanti;

Il regolamento dei fondi chiusi diversi dai FIA riservati prevede che i partecipanti possono
riunirsi in assemblea esclusivamente per deliberare sulla sostituzione del gestore. L'assemblea è
convocata dal consiglio di amministrazione della società di gestione anche su richiesta dei
partecipanti che rappresentano almeno il 5 per cento del valore delle quote in circolazione e le
deliberazioni sono approvate con il voto favorevole della maggioranza assoluta delle quote degli
intervenuti all’assemblea. Il quorum deliberativo non può in ogni caso essere inferiore al 10 per
cento del valore di tutte le quote in circolazione.

GESTIONE DEL FONDO

L'attività di gestione di un fondo comune di investimento prevede la presenza di 3 centri di


imputazione di interessi:
1)INVESTITORI: che fanno affluire i loro risparmi al fondo,fondisti:
2)SOCIETA' DI GESTIONE: società che istituisce e gestisce L'OICR
3)DEPOSITARIO:per ciascun oicr, il gestore conferisce l'incarico di depositario a un unico
soggetto(L'incarico di depositario può essere assunto da banche autorizzate in Italia, e succursali di
banche comunitarie, SIM e succursali di imprese di investimento )--> il deposito è obbligo solo per
strumenti finanziari, ed eventualmente di somme di denaro.

Sia l'attività di ISTITUZIONE E GESTIONE del fondo sono riservate alle società di gestione del
risparmio.
Con il recepimento della direttiva AIFMID, soggetti autorizzati sono anche gestori basati nel UE,
con i requisiti della direttiva UCITS, ma anche quelli fuori UE, che rispettano i requisiti.
LA GESTIONE COLLETTIVA è PRECLUSA A: SIM , BANCHE, ALTRI SOGGETTI CHE
OPERANO NEI MKT FINANZIARI.

AUTORIZZAZIONE SGR art 34 T.U.F.


La Banca d'Italia, sentita la Consob, autorizza le Sgr all'esercizio del servizio di gestione collettiva
del risparmio , all’esercizio del servizio di gestione di portafogli, del servizio di consulenza in
materia di investimenti e del servizio di ricezione e trasmissione di ordini, quando ricorrono le
seguenti condizioni:
– sia adottata la forma di SPA
– SEDE LEGLE E DIREZIONE GENERALE NEL TERRITORIO DELLA RES.
– CAPITALE SOCIALE
– PROGRAMMA INIZIALE
– LA DENOMINAZIONE SOCIALE CONTENGA LE PAROLE "società di gestione del
risparmio"
– La struttura del gruppo non pregiudichi, l'effettivo esercizio della vigilanza

L'autorizzazione può essere negata , se non è garantita la sana e prudente gestione(criterio-


guida).Inoltre le SGR devono essere iscritte in un albo, tenuto da BANKITALIA, diviso in due
sezioni:
-la prima destinata ad accogliere le SICAV autorizzate alla gestione di OIC Valori Mobiliari
(rientranti nel applicazione della direttiva UCITS)
-la seconda destinata ad accogliere le SGR autorizzate a gestire organismi alternativi.(una Sgr può
essere iscritta anche in tutte due)

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Quindi il fondo comune è un patrimonio autonomo, suddiviso in quote, di pertinenza di una


pluralità di partecipanti gestito in monte.

FOCUS:
PATRIMONIO AUTONOMO, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della società di gestione del
risparmio, e da quello di ciascun partecipante, delle obbligazioni contratte per conto del fondo, la
Sgr risponde esclusivamente con il patrimonio del fondo medesimo.
Su tale patrimonio non sono ammesse azioni dei creditori della SGR , né quelle dei creditori del
depositario
Le azioni dei creditori dei singoli investitori sono ammesse soltanto sulle quote di partecipazione
dei medesimi.
LA SGR non può in alcun caso utilizzare, nell'interesse proprio o di terzi, i beni di pertinenza dei
fondi gestiti.
L'autonomia del fondo, garantisce una tutela forte degli interessi degli investitori e di proteggere il
loro patrimonio da eventuali azioni da terzi.
Infine, il fondo comune è privo di personalità giuridica, anche se sikuramente un centro di
imputazione di interessi.

DIVERSI MODELLI
Ai sensi del art 39 T.U.F., spetta al ministro del economia e delle finanze, con proprio regolamento
emanato sentita BANKITALIA e CONSOB, il compito di determinare i criteri generali cui
devono uniformarsi i fondi, con riguardo a:
-oggetto del investimento
-categoria di investitori ai quali offrire quote
-forma aperta o chiusa
-durata minima o massima del fondo
-scritture contabili, rendiconto, prospetti periodicità che le società di gestione devono redigere
-i requisiti e i compensi spettanti agli esperti, x la valutazione dei beni del patrimonio del fondo

SITUAZIONE DOPO IL RECEPIMENTO DELLA AIFMD:


Dopo il recepimento della AIFMD, la disciplina nazionale contempla ora la categoria di fondi aperti
"armonizzati", ossia quelli rientranti nel ambito di applicazione della direttiva UCITS.
Tutti i fondi diversi da questi rientrano nei "fondi alternativi", e al loro interno, si deve distinguere
tra, fondi aperti e chiusi.
Un'ulteriore segmentazione dei fondi:
-della tipologia di investimento prevalente (es: fondi mobiliari, se investono in titoli, immobiliari)
-idoneità del fondo ad essere collocato tra "investitori professionali"(Sim, banche, agenti di cambio,
società di gestione del risparmio, Sicav, fondi pensione, assicurazioni) o presso il pubblico
indistinto(detti anche “fondi retail“) )

FONDI APERTI ARMONIZZATI:


Tali fondi investono in:
-strumenti finanziari quotati diversi dai derivati
-strumenti fin derivati che abbiano ad oggetto : tassi d'interesse, di cambio, valute e indici finanziari
azionari o obbligazionari
-parti di OICR armonizzati
-parti di OICR non armonizzati aperti
-depositi bancari(che hanno sede in UE appartenente al G10)
Nella gestione di un fondo armonizzato non è consentito:
-short sales
-investire in strumenti finanziari della SGR che ha istitutio il fondo

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

-acquisire metalli e pietre preziosi o certificati rappresentativi dei medesimi.


Inoltre:
-Il patrimonio del OICR non può essere investito in misura superiore al 20% del totale attività , in
depositi presso un'unica banca.
Tale limite è ridotto del 10% nel caso di investimenti in depositi presso la banca depositaria del
fondo.
-il fondo non può avere un esposizione in strumenti finanziari derivati superiore al: 10% el tot
attività , se la controparte è una banca.
5% del tot. attività , negli altri casi.

FONDI ALTERNATIVI:
"tutti i fondi che non rientrano nel ambito della direttiva UCITS".
“Hedge fund” come lo strumento finanziario che ha la possibilità –negata ai gestori tradizionali- di
usare uno o più strumenti o strategie di investimento sofisticati quali :
-short selling,
-derivati, (option e futures)

FONDI COMUNI D'INVESTIMENTO APERTI:


Il fondo aperto, cioè a capitale variabile, rappresenta la forma più comunemente utilizzata nel
campo dei fondi comuni di investimento.
Il suo patrimonio varia continuamente (sia nella composizione che nel valore) in relazione agli
acquisti e alle vendite realizzate sul mercato a opera dei gestori del fondo.
I partecipanti al fondo aperto hanno diritto di chiedere, in qualsiasi tempo, il rimborso delle quote
secondo le modalità previste dalle regole di funzionamento del fondo.
>> E' detto "comune" perché la somma versata dal singolo partecipante cessa di essere
direttamente riferibile a quest'ultimo, divenendo parte di un patrimonio unico, gestito in
monte, sul quale ciascun risparmiatore vanta i medesimi diritti, proporzionalmente all'entità
del conferimento.

>> E' "di investimento" perché le somme raccolte devono necessariamente essere investite,
con le modalità stabilite dalla legge e dal regolamento del fondo.

>> Il fondo è "mobiliare" poiché il suo patrimonio è impiegato esclusivamente in strumenti e


prodotti finanziari e "aperto" in quanto il sottoscrittore è libero di entrare ed uscire dal fondo
in qualsiasi momento.
FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO CHIUSI:
tutti quelli diversi da quelli aperti, In questo genere di fondi il diritto di rimborso dei
partecipanti avviene solo per date predeterminate, hanno una scadenza di lungo periodo, in
genere di 10-15 anni,
Investimenti in:
-settore immobiliare
-capitale di rischio delle imprese per favorirne lo sviluppo o risanarle con manovre di turnaround
come nel caso dei fondi di private equity, nella fase di sviluppo.
-venture capital che investono nella fase di start up

Altri soggetti che intervengono nella vita di un fondo chiuso sono il collocatore delle quote, in
genere una banca o una sim, e la banca depositaria, che materialmente custodisce titoli e le
risorse monetarie del fondo.

OIC CON FORMA CONTRATTUALE:


SICAV E SICAF

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

La Banca d'Italia, sentita la Consob, autorizza la costituzione delle Sicav e delle Sicaf se ricorrono
le seguenti condizioni:
a) è adottata la forma di società per azioni
b) la sede legale e la direzione generale della società sono situate nel territorio della
Repubblica;
c) il capitale sociale è di ammontare non inferiore a quello determinato in via generale
dalla Banca d'Italia;
d) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo---> onorabilità e
professionalità ;
e) i titolari delle partecipazioni ---> onorabilità
per le Sicav lo statuto prevede come oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio
raccolto mediante offerta delle proprie azioni;
per le Sicaf lo statuto prevede come oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio
raccolto mediante offerta delle proprie azioni e degli strumenti finanziari partecipativi indicati nello
statuto stesso

Le Sicav e le Sicaf autorizzate in Italia sono iscritte in appositi albi tenuti dalla Banca d'Italia.
L’albo delle Sicav è articolato in due sezioni distinte a seconda che le Sicav siano costituite in forma
di OICVM o FIA.

DIFFERENZE SICAV E SICAF:


SICAV: "L'OICR aperto costituito in forma di SPA a capitale variabile con sede legale e direzione
generale in Italia avente x oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto
mediante l'offerta di proprie azioni"
è un OICR di tipo aperto, a capitale variabile, l'investitore sottoscrive azioni della società.
Nelle Sicav, il risparmiatore-investitore, ricopre la figura di socio partecipante, e che quindi con il
suo diritto di voto, può incidere nelle strategie di investimento, delle società, perciò nelle sicav
scompare la distinzione tra capitale e patrimonio netto.
Sicav introdotte nel 92, per la volontà del legislatore di ampliare a gamma dei prodotti x la gestione
in monte del risparmio.
1. Il capitale della Sicav è sempre uguale al patrimonio netto detenuto dalla società.
2. Le azioni rappresentative del capitale della Sicav devono essere interamente liberate al momento
della loro emissione.
3. Le azioni della Sicav possono essere nominative o al portatore secondo quanto stabilito dallo
statuto. Le azioni al portatore attribuiscono un solo voto per ogni socio indipendentemente dal
numero di azioni di tale categoria possedute.
4. Lo statuto della Sicav indica le modalità di determinazione del valore delle azioni e del prezzo di
emissione e di rimborso nonché la periodicità con cui le azioni possono essere emesse e rimborsate.

SICAF "L'OICR chiuso costituito in forma di SPA a capitale fisso con sede legale e direzione
generale in Italia avente x oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto
mediante l'offerta di proprie azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi"
Sicav e sicaf possono costituirsi solo previa autorizzazione della Banca d'Italia, sentita Consob.

FOCUS: l'elemento caratteristico delle sicav e sicaf è che l'intera gestione del patrimonio viene
affidata ad un gestore terzo(soggetto autorizzato alla prestazione del servizio di gestione collettiva) ,
perciò si assiste, ad una scissione tra:
– soggetto che istituisce l'organismo di investimento collettivo
– e il soggetto che lo gestisce.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Capitolo 8
LE BANCHE
Banca "impresa autorizzata al'esercizio dell'attività bancaria"
attività bancaria; è costituita dalla raccolta di risparmio tra il pubblico e dall'esercizio del credito.
Oltre all'attività bancaria le banche possono esercitare ogni altra attività finanziaria, secondo la
disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.
LEGGE BANCARIA 1936: prevedeva distinzione tra aziende e istituti di credito.
Molto rilevante era la componente di enti creditizi pubblici, soggetti la cui natura giuridica era
quella dell'ente pubblico imprenditore (es:casse di risparmio e istituti di credito di diritto pubblico)

Alla metà degli anni 80 --> processo di ammodernamento del sistema bancario, volto a dotare le
banche di modelli organizzativi e strutturali più adeguati ad un contesto in rapida evoluzione.
Mercato poco aperto, poco competitivo, situazioni di inefficienza, contenuta capacità operativa,
difficoltà di incrementare il proprio patrimonio --> svantaggio competitivo delle banche pubbliche,
rispetto alle private.
Sotto il profilo della organizzazione degli enti, si rafforza il convincimento che il modello
societario, ed in particolare, quello delle SPA, potesse essere quello più idoneo a rispondere alle
esigenze del mercato.

LA LEGGE AMATO l. 30.7.1990 n. 218 (esame)

Dal nome del precedente Ministro del tesoro Giuliano Amato(1987-1989), durante il Governo
Andreotti VI, ha previsto due forme fondamentali di ristrutturazione degli enti creditizi pubblici:

a) trasformazione diretta in SPA(solo per gli enti pubblici creditizi, il cui fondo di dotazione aveva
una componente associativa)

b)conferimento della azienda bancaria dell'ente pubblico creditizio, in una o più SPA, già esistenti
o di nuova istituzione.(sia per enti pubblici creditizi a struttura di fondazione, che da quelli il cui
fondo di dotazione aveva una componente associativa)

La ristrutturazione tramite conferimento dava vita a due soggetti:


– la società bancaria conferitaria(dell'azienda creditizia)
– l'ente pubblico conferente(soggetto comunemente indicato come "fondazione bancaria").
Questa legge, quindi aveva lo scopo di affidare la gestione bancaria non più a enti pubblici con
capitale a maggioranza dello Stato, ma a SPA di diritto privato , ispirandosi al modello del gruppo
creditizio polifunzionale.

Inoltre la legge garantiva anche una continuità operativa, tra l'ente conferente e la società bancaria
conferitaria, prevedendo la presenza nel consiglio di amministrazione e nel collegio sindacale della
società conferitaria, i componenti degli organi di gestione e controllo dell'ente conferente.
FOCUS:
Tuttavia l'unica eccezione è costituita dalle BANCHE COOPERATIVE(banche popolari e banche
di credito cooperativo) le quali hanno la forma di società cooperativa x azioni.
Esse hanno una finalità diversa dalle spa(distribuzione dei dividendi), ma piuttosto quello di offrire
ai propri soci prodotti e servizi a condizioni vantaggiose(mutualità prevalente)
Infine con il recepimento della seconda direttiva del 1992, viene meno il principio di
specializzazione temporale, ed anzi viene recepito il modello della banca universale.

MODALITA' ATTUATIVE LEGGE AMATO:


La legge Amato non ha trasformato direttamente gli enti pubblici in società per azioni, né ha

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

attribuito a Organi pubblici il potere di realizzare coattivamente trasformazioni e concentrazioni:


essa lascia viceversa liberi gli enti pubblici creditizi di chiedere un’autorizzazione alla Banca
d’Italia e al ministro del Tesoro per trasformare l’ente pubblico in società per azioni, favorendo tale
processo con la moral suasion e l’incentivo fiscale.

FOCUS FONDAZIONI:
Una fondazione bancaria è una persona giuridica non profit(senza scopo di lucro), privata e
autonoma, che persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo
economico, appartenente all'ordinamento civile
LA VIGILANZA SULLE FONDAZIONI è AFFIDATA AL MINISTRO DEL ECONOMIA.
Prima:

Agli inizi del 800, le Casse di Risparmio, erano istituti nei quali convivevano due anime:
---quella rivolta all’esercizio del credito
--- quella dedicata a interventi di utilità sociale nei confronti delle comunità di riferimento.
Negli anni Novanta le Casse di Risparmio sono state oggetto di una profonda e radicale
trasformazione, che ha fortemente modificato il loro assetto.

Fino al 1994 le Fondazioni avevano l’obbligo di mantenere il controllo della maggioranza del
capitale sociale della società bancaria conferitaria.

Con l’entrata in vigore della legge DINI n. 474/94,


tale obbligo fu eliminato e anzi furono introdotti incentivi fiscali per la dismissione delle
partecipazioni detenute dalle Fondazioni.

Nel 1998, con l’approvazione della legge “Ciampi,


che prevedeva :
l’adeguamento degli statuti delle fondazioni, e ha definito le fondazioni, quali enti di diritto
privato con piena autonomia statutaria e gestionale, in coerenza con quanto previsto dalla citata
legge Amato.
Inoltre era previsto che le le fondazioni fossero tenute a perseguire fini di utilità sociale e di
promozione dello sviluppo economico, operando nel rispetto del principio di economicità .
Venivano indicati alcuni settori rilevanti: ricerca scientifica,istruzione, arte, sanità, conservazione e
valorizzazione dei beni culturali e ambientali, assistenza alle categorie sociali più deboli.

Organi di governo delle fondazioni:


Si individuavano tre organi necessari con funzioni, rispettivamente, d’indirizzo, di amministrazione
e di controllo. Nell’organo d’indirizzo doveva essere assicurata un’adeguata e qualificata
rappresentanza del territorio
Inoltre, l'iniziale obbligo di detenere la maggioranza del capitale sociale delle banche conferitarie
era sostituito da un obbligo di segno opposto: il decreto prevedeva infatti che, entro quattro anni
dalla sua entrata in vigore (quindi entro il 15 giugno 2003), le fondazioni dovessero dismettere le
partecipazioni di controllo nelle aziende bancarie.

2010, UN D.L
Ha chiarito che la vigilanza di legittimità sulle fondazioni di origine bancaria è attribuita al MEF.
È a previsto che il MEF invii entro il 30 giugno di ogni anno una relazione al Parlamento circa

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

l'attività svolta dalle fondazioni nell'anno precedente, con riferimento, tra l’altro, agli interventi
finalizzati a promuovere lo sviluppo economico-sociale nei territori locali in cui operano le
medesime

GRUPPO CREDITIZIO
Modello organizzativo alternativo alla banca universale.
Il gruppo bancario è una struttura composita di più intermediari, con una società capogruppo
e più società controllate, ciascuna delle quali svolge una o più attività fra quelle prescelte,
secondo un maggior un grado di specializzazione.
Nella struttura di gruppo polifunzionale tali attività sono svolte quindi da unità giuridiche
distinte, partecipate dalla holding.
L'emersione di tali gruppi risale agli anni 90, con la legge Amato, e sempre in questi anni è stata
data una prima parziale disciplina ai gruppi creditizi, essenzialmente al fine di consentire una
vigilanza sugli stessi (v. vigilanza su base consolidata).
Il gruppo bancario può essere composto solo da : Banche, società finanziarie(esse esercitano in
via esclusiva o prevalente, l'attività di assunzione di partecipazioni), società di partecipazione
finanziaria mista e società strumentali.

COMPOSIZIONE GRUPPO BANCARIO ART.60 T.U.B.


Il gruppo bancario è composto alternativamente:
a) dalla banca italiana capogruppo e dalle società bancarie, finanziarie e strumentali da
questa controllate;
b) dalla società finanziaria capogruppo italiana e dalle società bancarie, finanziarie e
strumentali da questa controllate, quando nell'insieme delle società da essa partecipate vi sia
almeno una banca italiana controllata e abbiano rilevanza
determinante, secondo quanto stabilito dalla Banca d'Italia, le
partecipazioni in società bancarie e finanziarie

CAPO GRUPPO:
Tuttavia, la capogruppo deve rivestire la forma di società di capitali.
La capogruppo--> emana disposizioni alle componenti del gruppo per l'esecuzione delle
istruzioni impartite dalla Banca d'Italia nell'interesse della stabilità del gruppo.
Gli amministratori delle società del gruppo sono tenuti a fornire ogni dato e informazione.
La Banca d'Italia accerta che lo statuto della capogruppo e le sue modificazioni non
contrastino con la gestione sana e prudente del gruppo stesso.
La capo-gruppo costituisce il referente dell’ autorità per l'esercizio della vigilanza su base
consolidata, sia per quanto riguarda l'informativa che la regolamentazione, inoltre essa deve
improntare l'attività di direzione e coordinamento ai principi di corretta gestione societaria e
imprenditoriale.
Il gruppo deve essere iscritto in un apposito albo tenuto dalla Banca d'Italia.
La Banca d'Italia può procedere d'ufficio all'accertamento dell'esistenza di un gruppo
bancario e alla sua iscrizione nell'albo e può determinare la composizione del gruppo
bancario anche in difformità da quanto comunicato.
La capogruppo, che ha funzioni di vigilanza e controllo sulle controllate, comunica alla Banca
d'Italia l'esistenza del gruppo bancario e la sua composizione aggiornata.
FOCUS:
Le società strumentali: svolgono attività che hanno carattere ausiliario all’attività delle altre

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

società del gruppo.(es: gestione immobili;produzione servizi informatici;trasporto valori)


società finanziarie: l’attività di assunzione di partecipazioni in società non finanziarie ,operazioni
di prestito, leasing finanziario, emissione o gestione mezzi di pagamento, rilascio garanzie e
impegni di firma, negoziazione operazioni finanziarie, partecipazione alle emissioni di titoli,
consulenza alle imprese, intermediazione money broking, gestioni patrimoniali, custodia e
amministrazione valori

Capitolo 9
I SOGGETTI OPERANTI NEL SETTORE FINANZIARIO

ART. 106 T.U.B.


(Albo degli intermediari finanziari)
L'esercizio nei confronti del pubblico dell’attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi
forma è riservato agli intermediari finanziari autorizzati, iscritti in un apposito albo tenuto dalla
Banca d’Italia.
Oltre alle attività di cui al comma 1 gli intermediari finanziari
possono:
a) emettere moneta elettronica e prestare servizi di pagamento a
condizione che siano a ciò autorizzati e iscritti nel relativo albo, oppure prestare solo servizi di
pagamento a condizione che siano a ciò autorizzati e iscritti nel relativo albo;
b) prestare servizi di investimento se autorizzati.
c) esercitare le altre attività a loro eventualmente consentite dalla legge
nonché attività connesse o strumentali, nel rispetto delle disposizioni
dettate dalla Banca d'Italia.

Il MEF, sentita la Banca d'Italia, specifica il contenuto delle attività indicate nel comma 1, e in quali
circostanze ricorra l’esercizio nei confronti del pubblico.

ART. 107 T.U.B.


La Banca d'Italia autorizza gli intermediari finanziari ad esercitare la propria attività al ricorrere
delle seguenti condizioni:
a) sia adottata la forma di spa, sapa, srl, scoop.
b) la sede legale e la direzione generale siano situate nel territorio della
Repubblica;
c) il capitale versato sia di ammontare non inferiore a quello
determinato dalla Banca d'Italia anche in relazione al tipo di operatività;
d) venga presentato un programma concernente l'attività iniziale e la
struttura organizzativa, unitamente all'atto costitutivo e allo statuto;
e) sussistano i presupposti per il rilascio dell’autorizzazione prevista
dall’articolo 19 per i titolari delle partecipazioni ivi indicate (1);
e-bis) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e
controllo siano idonei, secondo quanto previsto ai sensi dell’articolo 110
(2);
f) non sussistano, tra gli intermediari finanziari o i soggetti del gruppo
di appartenenza e altri soggetti, stretti legami che ostacolino l’effettivo
esercizio delle funzioni di vigilanza;
g) l’oggetto sociale sia limitato alle sole attività di cui ai commi 1 e 2
dell’articolo 106.

La Banca d'Italia nega l'autorizzazione quando dalla verifica delle


condizioni non risulti garantita la sana e prudente gestione.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Banca d'Italia può revocare l'autorizzazione quando:


a)gravi irregolarità nell'amministrazione
b)violazioni disposizioni legislative,amministrative,statutarie
c)perdite di patrimonio di eccezionale gravità
d)la revoca sia richiesta su istanza motivata dagli organi amministrativi, dal'assemblea straordinaria
La revoca è causa di scioglimento della società, nei 60 giorni dalla comunicazione del
provvedimento, L'IF deve comunicare a Bankitalia il programma di liquidazione della società.
Tuttavia nel'esercio nei confronti del pubblico, deve ricorrere il carattere della professionalità, intesa
come carattere stabile, duraturo, e sistematico.

VIGILANZA:
La Banca d'Italia emana disposizioni di carattere generale aventi a
oggetto: il governo societario, l'adeguatezza patrimoniale, il contenimento
del rischio nelle sue diverse configurazioni, l'organizzazione
amministrativa e contabile, i controlli interni e i sistemi di remunerazione e
incentivazione nonché l’informativa da rendere al pubblico sulle predette
materie.
La Banca d'Italia può adottare, ove la situazione lo richieda, provvedimenti specifici nei confronti di
singoli intermediari per le materie in precedenza indicate.

GLI ALTRI SOGGETTI OPERANTI NEL CAMPO DELLA CONCESSIONE DI


FINANZIAMENTI: gli operatori del microcredito e i confidi

CONFIDI:sono soggetti dedicati all'attività di garanzia collettiva dei fidi.


"consorzi con attività esterna, nonché quelli di garanzia collettiva dei fidi dei free professionisti, le
società cooperative, le società consortili per azioni a responsabilità limitata o cooperative che
svolgono l'attività di garanzia collettiva dei fidi."
Essi sono iscritti in un albo tenuto
dall’Organismo , ed essi possono assumere la forma di società consortile a responsabilità limitata.
ed esercitano in via prevalente l’attività di garanzia collettiva dei fidi e possono svolgere in via
residuale , altre forme di finanziamento nei limiti stabiliti da Bankitalia
IMEL: imprese diverse dalle banche che emettono moneta elettronica.
Mentre la direttiva del 2000--> avvicina molto gli imel alle banche,
la direttiva del 2009 ---> accostandole agli istituto di payment.
E' definita moneta elettronica, quel valore monetario:
a)memorizzato elettronicamente
b)rappresentato da un credito verso l'emittente
c)emesso x effettuare operazioni di payment
d) accettato come mezzo di payment da persone fisiche e giuridiche diverse dall'emittente.
Chi può emettere la moneta elettronica
In Italia e nei Paesi membri dell’Unione Europea l’istituto emittente di moneta elettronica può
essere soltanto:
- una banca
- o un Istituto di Moneta Elettronica (IMEL; ELMI, in inglese).
APPROFONDIMENTO:
Attualmente, in Italia, la moneta elettronica è emessa dalle principali banche, dalle Poste Italiane
s.p.a. e dai seguenti tre IMEL:
Cartalis IMEL s.p.a., Mobilmat IMEL s.p.a., IMEL.EU s.p.a.

ESAME chiesta:
L'attività di emissione di moneta elettronica è costituita da tutte le operazioni:

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

quali L'EMITTENTE procede a memorizzare nel dispositivo elettronico del RICHIEDENTE una
posizione di disponibilità monetaria di entità non superiore alla somma di denaro ricevuta(c.d.
Caricamento); mette il titolare del dispositivo in condizione di disporre della moneta elettronica in
esso "caricata".
Inoltre,gli IMEL possono prestare sevizi di pagamento e relative attività accessorie, servizi operativi
accessori strettamente connessi all'emissione di moneta elettronica.

AUTORIZZAZIONE IMEL
La Banca d’Italia autorizza gli istituti di moneta elettronica quando
ricorrono le seguenti condizioni:
a) sia adottata la forma di SPA, SAPA, SRL, SCoop
b) la sede legale e la direzione generale siano situate nel territorio della
Repubblica;
c) il capitale versato sia di ammontare non inferiore a quello
determinato dalla Banca d’Italia;
d) venga presentato un programma concernente l’attività iniziale e la
struttura organizzativa, unitamente all’atto costitutivo e allo statuto;
e) sussistano i presupposti per il rilascio dell’autorizzazione prevista
dall’articolo 19 per i titolari delle partecipazioni ivi indicate (2);
e-bis) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e
controllo siano idonei;
f) non sussistano, tra gli istituti di moneta elettronica o i soggetti del
gruppo di appartenenza e altri soggetti, stretti legami che ostacolino
l’effettivo esercizio delle funzioni di vigilanza.

La Banca d’Italia nega l’autorizzazione quando dalla verifica delle condizioni non risulti garantita
la sana e prudente gestione.

VIGILANZA(Banca d'Italia)
Sono soggetti a : VIGILANZA INFO/REGOLAMENTARE/ ISPETTIVA da parte di Banca d'italia.

ISTITUTI DI PAGAMENTO
Sono imprese, diverse dalle banche, e dagli IMEL, autorizzate a prestare servizi di pagamento.
L'autorizzazione è rilasciata dalla Banca d'Italia al ricorrere di specifiche condizioni di forma,
struttura ed organizzazione.
Essa è negata se non risulti garantita la sana e prudente gestione, o il REGOLARE
FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DEI PAGAMENTI
Tuttavia è presente una RISERVA DI ATTIVITA':
-Istituti di pagamento ,
-banche
-istituti di moneta elettronica
è riservata la prestazione dei servizi di payment.

Definizione servizi di pagamento:


Attività di:
a) incasso e trasferimento di fondi;
b) trasmissione o esecuzione di ordini di pagamento, anche tramite addebiti o accrediti, effettuati
con qualunque modalità;
c)compensazione di debiti e crediti;
d)emissione o gestione di carte di credito, di debito o di altri mezzi di pagamento, nel rispetto del

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

divieto di raccolta del risparmio tra il pubblico.

Capitolo 12
CRISI DELLA BANCA

DISCIPLINA DELLA CRISI


La disciplina della crisi finanziaria si caratterizza per l'ampia previsione di strumentazioni, destinate
ad affrontare le situazioni di anomalia fin dal loro prima manifestarsi (provvedimenti straordinari,
ingiuntivi) diretti a circoscrivere gli effetti di quelle situazioni.
Obiettivi:
-salvaguardare la fiducia dell' investitore
-tutelare il risparmio
Gli strumenti diretti ad affrontare le crisi conclamate, secondo le diverse gradazioni di gravità, sono
l'amministrazione straordinaria e la liquidazione coatta amministrativa.

DISCIPLINA DELLA CRISI DELLE BANCHE COMUNITARIE

La nuova sezione(III bis)disciplina le ipotesi di crisi delle banche operanti in ambito comunitario e
il riconoscimento delle procedure di risanamento e di liquidazione, sulla base del principio del:
HOME COUNTRY CONTROL(controllo del paese d'origine)esame.
Principio che: esso afferma che qualunque soggetto che opera nel settore finanziario (banca, società
assicurativa, intermediario finanziario etc.) può esercitare la sua attività in tutti i paesi comunitari,
senza dover chiedere alcuna autorizzazione allo Stato in cui intende operare.
Le autorità competenti del paese d’origine hanno poteri di vigilanza e ispezioni nelle succursali
medesime.
A Banca d’Italia spetta il potere circa la chiusura della succursale,in pregiudizio degli interessi dei
depositanti e dei risparmiatori.
Nel rispetto di tale principio, il soggetto che opera fuori dai confini nazionali sarà sempre sottoposto
alla vigilanza delle autorità dello Stato comunitario in cui ha sede legale e amministrazione centrale.

APPROFONDIMENTO:Tale principio ha l'obiettivo di garantire : le quattro libertà fondamentali


previste dal Trattato costitutivo dell'Unione Europea :
-libertà di circolazione di persone,
-merci,
-capitali
-e idee.
E di impedire all'interno di un mercato comune una discriminazione in base alla nazionalità, vietata
dai Trattati di Roma
AGGIORNAMENTO 2017: il 25 marzo 2017 saranno 60 anni dalla firma dei trattati di Roma,
ossia del trattato internazionale che ha istituito la comunità economica europea(TCEE), e del
trattato che istituisce la comunità europea dell'energia atomica(TCCEA) .

PRIMA, il dissesto di una banca, determinava l'apertura di procedure liquidative indipendenti, in


ciascun stato comunitario di insediamento.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

ORA, con il recepimento della direttiva comunitaria, vengono adottati i principi di universalità e di
unità delle procedure di risanamento e di liquidazione, cui la normativa europea è improntata.
In particolare è previsto che I PROVVEDIMENTI, E LE PROCEDURE DI RISANAMENTO E
LIQUIDAZIONE DI BANCHE COMUNITARIE SONO DISCIPLINATI E PRODUCONO I
LORO EFFETTI, senza ulteriori formalità, nell'ordinamento italiano ,secondo la normativa dello
stato d'origine, e che i provvedimenti e le procedure di amministrazione straordinaria, di gestione
provvisoria e di liquidazione coatta amministrativa di banche italiane si applicano e producono i
loro effetti negli altri stati comunitari.
L'apertura delle procedure è rimessa sia rimessa in via esclusiva all'autorità di vigilanza dello Stato
di origine della banca e le relative procedure hanno efficacia in tutti gli Stati comunitari, con
l'applicazione della disciplina dello Stato d'origine.
In deroga al principio generale (dell'universalità), la legge stabilisce che taluni effetti di un
provvedimento di risanamento o dell'apertura di una procedura di liquidazione sono disciplinati
dalla legge dello Stato ospitante: effetti su contratti di lavoro, contratti che contengono diritto di
godimento di un bene immobile, diritti relativi a beni immobili.
I provvedimenti di AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA, GESTIONE PROVVISORIA, E
LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA adottati nei confronti di una banca Italiana che
abbia succursali o presti servizi in altri Stati comunitari sono pubblicati per estratti anche nella
Gazzetta ufficila e delle comunità europee e in 2 quotidiani a diffusione nazionale di ciascun stato
ospitante.
Le banche comunitarie quindi, sono sottratte all'applicazione delle norme nazionali disciplinanti le
crisi conclamate(quindi Amm. Straordinaria, liquidazione coatta)pur potendo subire ,in via
cautelare, taluni interventi delle autorità di vigilanza italiane.

PREVENZIONE DELLE CRISI BANCARIE E FINANZIARIE

PROMOZIONE DI DELIBERE DI ORGANI COLLEGIALI.


L'art 53 T.U.B. riconduce nel ambito della vigilanza regolamentare l'adozione di misure dirette alla
prevenzione della crisi.
Art 53. 3comma : Banca d’Italia può assumere provvedimenti diretti ad ottenere consapevolezza
circa lo stato dei soggetti vigilati, in funzione dell'eventuale adozione di misure preventive
dell'insorgere di uno stato critico.
La Banca d’Italia infatti , può convocare gli amministratori , i sindaci, e i dirigenti delle banche per
esaminare la situazione delle stesse,, ordinare la convocazione degli organi collegiali, fissandone
l'ordine del giorno.
Inoltre la lettera d , consente anche di adottare provvedimenti specifici nei confronti di singole
banche, si tratta di provvedimenti individuali, diretti, cioè a ciascuna banca, il cui carattere è aperto,
nel senso di fronteggiare le più varie esigenze che le situazioni possono richiedere.
Art 53 VIGILANZA REGOLAMENTARE
La Banca d'Italia emana disposizioni di carattere generale aventi a oggetto:
1. l'adeguatezza patrimoniale;
2. il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni;
3. le partecipazioni detenibili;
4. il governo societario, l'organizzazione amministrativa e contabile, nonché i controlli interni e
i sistemi di remunerazione e di incentivazione

ADOZIONE DI PROVVEDIMENTI INGIUNTIVI


Nella fase di prevenzione delle crisi delle banche e delle imprese finanziarie, un ruolo importante è
da attribuire ai provvedimenti ingiuntivi, previsti dall'art. 51 TUF.
Si tratta di provvedimenti che mirano ad interferire con lo svolgimento dell'attività bancaria e

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

finanziaria, condizionandola (in senso positivo o negativo) attraverso l'orientamento della medesima
verso il perseguimento di determinati obbiettivi ovvero mediante il divieto determinati atti.
Tra i provvedimenti ingiuntivi , quello di maggiore gravità è il divieto di intraprendere nuove
operazioni, esso infatti paralizza l'esercizio dell'attività imprenditoriale, limitandola allo
svolgimento di quelle sole operazioni che non rivestono il carattere della novità.
L'art 78 del TUB, consente alla banca d'Italia, in caso di violazioni di disposizioni legislative,
amministrative o statutarie o al manifestarsi di irregolarità di gestione da parte di banche autorizzate
in Italia, di imporre il divieto di intraprendere nuove operazioni oppure di ordinare la chiusura di
succursali.

AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA

Nel caso in cui, l'organismo bancario o finanziario presenti uno stadio , nel quale già emergano
gravi irregolarità o perdite rilevanti, tale situazione deve essere affrontata attraverso la stabile
sostituzione autoritaria degli organi di amministrazione e controllo dell'impresa.
La disciplina è dettata dagli art 70 TUB per le banche.

ART 56 TUF per le SIM, SGR, SICAV(mediante richiamo alla disciplina bancaria , in quanto
compatibile.)

PRESUPPOSTI
FASE 1:
Il MEF, può adottare, su proposta della Banca d'Italia, il decreto di amministrazione straordinaria di
una banca allorché risultino :
-GRAVI IRREGOLARITA' NELL'AMMINISTRAZIONE

-GRAVI VIOLAZIONI DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE, AMMINISTR O


STATUTARIE che ne regolano l'attività.

-GRAVI PERDITE PATRIMONIALI

(((lo scioglimento degli organi può essere proposto sia con istanza motivata dagli organi
amministrativi dall’assemblea straordinaria o del commissario provvisorio(art.70 TUBC)))))

FASE 2:
Il decreto del MEF, è pubblicato per estratto nella Gazzetta ufficiale, e gli effetti DECADENZIALI
E SOSPENSIVI del provvedimento decorrono dalla data del medesimo.
Perciò, a seguito del decreto ministeriale, le funzioni degli organi della banca sono sospese.
Banca d'Italia, con proprio provvedimento, da emanarsi entro 15 giorni, dalla data del decreto,
provvede a nominare:
---uno o più (in genere 3)commissari straordinari
---un comitato di sorveglianza, composto da tre o 5 membri, che nomina a maggioranza il proprio
presidente.
Pertanto gli organi dell’amministrazione straordinaria devono possedere requisiti di:
– professionalità
– onorabilità
– indipendenza

FASE 3:
Entro 15 giorni dalla comunicazione della nomina, i commissari depositano in copia gli atti di
nomina degli organi della procedura e del presidente del comitato di sorveglianza per l'iscrizione nel

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

registro delle imprese

Inoltre.... La Banca d'Italia, per ragioni d’urgenza e fino all'insediamento


degli organi straordinari, può nominare commissario provvisorio un
proprio funzionario, che assume i medesimi poteri attribuiti ai commissari
straordinari

FASE 4:
ADEMPIMENTI FINALI
Al termine della procedura, sia che si concluda con:
– IL RITORNO ALLA GESTIONE ORDINARIA, intesa come superamento della situazione
di crisi e la ricostituzione degli organi della banca
– o che si evolva IN LIQUIDAZIONE COATTA

Al termine delle loro funzioni i commissari straordinari e il comitato di sorveglianza devono


redigere separati rapporti sull’attività svolta e li trasmettono alla Banca d’Italia, la quale cura che
della chiusura dell’amministrazione straordinaria sia data notizia mediante avviso da pubblicarsi
nella G.U.
I commissari, nei 4mesi dalla chiusura dalla procedura, redigono il bilancio della amministrazione
straordinaria, che è presentato per l'approvazione alla Banca d'Italia e pubblicato nei modi di legge.
Prima di cessare le proprie funzioni, i commissari se necessario, convocano l'assemblea perchè
siano ricostituiti gli organi dell'amministrazione ordinaria(che prendono in consegna l'azienda con
un sommario verbale.)

DURATA
L'A straordinaria, dura 1anno dalla data di emanazione del decreto del MEF, salvo che il decreto
fissi una durata inferiore o la chiusura della gestione straordinaria.
In situazione eccezionali è prevista una proroga per un periodo non superiore ai sei mesi.
POTERI DEGLI ORGANI STRAORDINARI
Entro 15gg dal MEF , banca d'Italia deve nominare i commissari straordinari ed entro altri
15gg il provvedimento viene iscritto nel registro delle imprese.
I commissari straordinari si insediano, prendendo in consegna l'azienda dagli organi amministrativi,
disciolti con un sommario processo verbale.
In casi particolari è ammesso l'ausilio della forza pubblica.

I COMMISSARI STRAORDINARI sono: pubblici ufficiali ed esercitano le funzioni ed i poteri


degli organi amministrativi disciolti, quindi funzioni amministrative, essi procedono al riassetto
della banca, rimediando alle irregolarità e alla situazione critica, essi possono promuovere
L'AZIONE DI REPONSABILITA' nei confronti degli organi amministrativi disciolti, e di controllo,
nonché verso IL Direttore generale, e il soggetto incaricato del check contabile. Infine essi, al fine
di tutelare l'interesse dei creditori, possono adottare il provvedimento DI SOPSENSIONE DEL
PAGAMENTO DELLE PASIVITA' DI OGNI , E DELLA RESTITUZIONE DEGLI STRUMENTI
FINANZIARI DEI CLIENTI.
IL COMITATO DI SORVEGLIANZA sostituisce l'organo di controllo disciolto e fornisce pareri ai
commissari straordinari.

ADEMPIMENTI FINALI:
Al termine della procedura, sia che si concluda con:
– IL RITORNO ALLA GESTIONE ORDINARIA, intesa come superamento della situazione
di crisi e la ricostituzione degli organi della banca

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

– o che si evolva IN LIQUIDAZIONE COATTA


Al termine delle loro funzioni i commissari straordinari e il comitato di sorveglianza devono
redigere separati rapporti sull’attività svolta e li trasmettono alla Banca d’Italia, la quale cura che
della chiusura dell’amministrazione straordinaria sia data notizia mediante avviso da pubblicarsi
nella G.U.
I commissari, nei 4 mesi dalla chiusura dalla procedura, redigono il bilancio della amministrazione
straordinaria, che è presentato per l'approvazione alla banca d'Italia e pubblicato nei modi di legge.
Prima d cesare le proprie funzioni, i commissari se necessario, convocano l'assemblea perché siano
ricostituiti gli organi dell'amministrazione ordinaria(che prendono in consegna l'azienda con un
sommario verbale.)
IN PIU':

Infine...AS E LCA vengono applicate a BANCHE, IMPRESE DI INVESTIMENTO, SIM, SICAV,


SGR,E ALLE SOCIETA REGOLATE DAL 106TUB, ad esse non è applicabile il 2409, in quanto in
presenza di gravi irregolarità non può intervenire l'autorità giudiziaria ma banca d'Italia!!

I PROVVEDIMENTI STRAORDINARI:
consistono nella chiusura di succursali, e nel divieto di intraprendere nuove operazioni. Sono
richiesti i stessi presupposti per l'AS, ma si connotano per la minore gravità.
Per le succursali di banche extra UE, si aggiunge il presupposto di insufficienza fondi.

LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA


è una procedura concorsuale speciale a carattere prevalentemente amministrativo prevista
per determinate categorie di imprese (come banche o assicurazioni) per le quali è previsto un
particolare controllo da parte dello Stato a tutela degli interessi generali
La liquidazione coatta amministrativa è una procedura simile a quella fallimentare, ma se ne
differenzia per l'organo competente a disporla (autorità amministrativa al posto del
tribunale), e per i presupposti necessari per l'adozione del provvedimento di liquidazione.
In questo caso, infatti, è necessario che si verifichino alcuni presupposti previsti dalla leggi
speciali che non si limitano al solo stato d'insolvenza; vediamoli con l'aiuto della tabella
ricordando che questi presupposti non devono necessariamente essere presenti tutti insieme,
ma anche singolarmente.
PRESUPPOSTI DELLA LCA:
-Stato d'insolvenza
-violazione di norme o atti amministrativi che comportino gravi irregolarità di gestione
-ragioni di pubblico interesse
IMPRESE SOTTOPOSTE A LCA:
-banche e società facenti parte di un gruppo bancario
-imprese di assicurazione
-società cooperative e consorzi di cooperative
Come già accennato, alcune di queste imprese (come le banche) possono essere soggette solo alla
liquidazione coatta amministrativa, mentre altre (come le cooperative)sono assoggettabili sia al
fallimento che alla liquidazione coatta.
la LCA è regolata dagli art 80-95TUB,e 57TUF.
PRESUPPOSTI:
-le irregolarità nell'amministrazione
-violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie
-perdite previste
quali presupposti dell'AS, siano di ECCEZIONALE GRAVITA', il MEF su proposta di BI, può

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

disporre con decreto la revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria o finanziaria, e


la liquidazione coatta amministrativa.
Altro presupposto , è la dichiarazione giudiziale dello stato di insolvenza, che vincola la BI a
proporre e il MEF a disporre la LCA, con un intervento privo di carattere discrezionale.
EFFETTI DEL PROVVEDIMENTO:
Gli effetti della LCA decorrono in maniera differenziata. Taluni(quelli ablativi della potestà di
governance degli organi ordinari) decorrono dalla data di emanazione del decreto del MEF, da
questa data infatti cessano le funzioni degli organi amministrativi, di controllo e assembleari.(essi
sono anticipati, rispetto alla pubblicazione in GU). Da questa data non può essere promossa o
perseguita alcuna azione , né può essere promosso alcun atto di esecuzione forzata o cautelare
versus la banca.
Inoltre altri effetti:
-revoca dell'autorizzazione( all’esercizio dell'attività bancaria, sia per le banche italiane che extra
UE)
-scioglimento degli organi amministrativi e di controllo, (l'assemblea rimane in stato di quiescenza)
-nomina di commissari liquidatori(pubblici ufficiali) e comitato di sorveglianza(funzione
consulenza e check)
-sospensione di tutti i pagamenti e restituzioni di beni, a decorrere dal 3° giorno all'emanazione
dell'apertura della LCA.

PROCEDIMENTO:
la procedura si apre su richiesta motivata del CDA o dell'assemblea straordinaria,dei commissari
straordinari, o dei liquidatori. Bi valuta attentamente se aprire la procedura o meno, salvo che sia
dichiarata lo stato d'insolvenza da parte del tribunale, in quel caso la procedura è un atto dovuto.(la
dichiarazione dello stato d'insolvenza può avvenire prima o dopo l'apertura della procedura)

ORGANI DELLA LCA


BI provvede a nominare: uno o più COMMISSARI LIQUIDATORI(i quali sono pubblici
ufficiali, essi assumono 1)la rappresentanza legale della banca, 2)procedono alle operazioni di
liquidazione), ed un COMITATO DI SORVEGLIANZA, composto da 3 o 5 membri, ha il
compito di assistere i commissari, di check l'operato e di fornire pareri nei casi previsti.
L'insediamento degli organi avviene secondo le stesse modalità viste per l'AS.

ATTIVITA' LIQUIDATIVE
le attività dei commissari liquidatori e volta ad espletare le procedure di liquidazione, esse sono
previste nella cosiddetta sequenza:
1)INSEDIAMENTO COMMISSARI
1)ACCERTAMENTO DEL PASSIVO della banca(i commissari comunicano ai creditori
l'importo dovuto loro, se un creditore non riceve nulla, deve comunicare il suo credito entro
60gg dal inizio della LCA)
2)entro 90gg, va redatto ad opera dei commissari, LO STATO DEL PASSIVO, che va
presentato e depositato alla cancelleria del tribunale
3)ESPLETAMENTO DEGLI ADEMPIMENTI perché lo stessa divenga esecutivo,
4)Il REGIME DELLE POSSIBILI OPPOSIZIONI ALLO STATO PASSIVO
I commissari sono liquidatori sono muniti di tutti i poteri occorrenti per realizzare l'attivo.
Esempio dei POTERI:
– liquidazione atomistica dell'azienda bancaria o finanziaria, sia quello di cessione aggregata
– la cessione in blocco delle attività e della passività dell'azienda, di rami dell'azienda, e
rapporti giuridici.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

CONCORDATO DI LIQUIDAZIONE
La procedura di liquidazione coatta di una banca si può concludere con:
-il riparto delle attività realizzate
-esecuzione di un concordato.
In qualsiasi fase della procedura di LCA, può essere presentata al tribunale del luogo dove l'impresa
ha sede legale, una proposta di concordato di liquidazione, da i commissari(con il parere del
comitato di sorveglianza), o la banca. Tale proposta deve contenere la % offerta ai creditori
chirografari, il tempo del payment e le eventuali garanzie.
La proposta di concordato e il parere degli organi liquidatori sono depositati nella cancelleria del
tribunale.
Il tribunale decide,in camera di consiglio,sulla proposta di concordato, tenendo conto del parere
degli interessati e di BI.
All'esecuzione del concordato sovrintendono i commissari liquidatori, assistiti dal comitato di
sorveglianza, nel rispetto delle direttive fornite dalla banca d'Italia.
Eseguito il concordato, la società può uscire dalla fase liquidativa.

CHIUSURA DELLA LIQUIDAZIONE


la LCA può essere chiusa per riparto integrale dell'attivo.
La fase di riparto si conclude con concordato di liquidazione.
I commissari sottopongono il bilancio finale di liquidazione, il rendiconto finanziario e il piano di
riparto, accompagnati da una relazione propria e da quella del comitato di sorveglianza , alla Banca
d'Italia.
Il piano di riparto finale indica la destinazione dell'attivo residuo non ancora distribuito e le somme
accantonate a fronte delle pretese in contenzioso e dei crediti sottoposti a condizione.
Il piano di riparto finale deve essere sottoposto alla BI, per ottenere autorizzazione al deposito
presso la cancelleria del tribunale.
I liquidatori provvedono quindi alla cancellazione delle società dal registro delle imprese.

APPROFONDIMENTO:

PROSPETTIVE EVOLUTIVE: LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE EUROPEA DELLA


GESTIONE DELLA CRISI
L'insorgere della crisi finanziaria, che dal 2008 ha investito le economie occidentali, ha posto l'UE
di fronte alla necessità di disegnare nuovi modelli di disciplina della crisi bancaria, attraverso
l'attuazione della creazione del "UNIONE BANCARIA EUROPEA", che attraverso IL SSM,
persegue, in campo bancario, gli obbiettivi propri del unione.
Punto cruciale è il superamento delle specificità nazionali nella materia della risoluzione delle crisi,
attraverso la DIRETTIVA 2014/59/UE.
Questi provvedimenti determineranno a breve la sostituzione(ora dal 1GEN2016) del sistema
attuale (basato, in Italia in AMM. STRA ed LCA)con un diverso meccanismo "per strumenti"(bail-
in, ente ponte, bad-bank e vendita di attività).
Tali provvedimenti hanno molteplici obbiettivi:
-rafforzare le forme di prevenzione della crisi
-evitare che le perdite delle banche cadute in default, siano trasferite alla collettività.(esempio
SALVATGGIO STATALE BANCA ETRURIA E MARCHE).
Al vertice del nuovo sistema di gestione della crisi sarà collocata la BCE, ad essa sarà affiancata la
commissione, il consiglio.
In particolare:
la BCE: comunica lo stato di dissesto alla commissione, al comitato e alla autorità vigilanti
nazionali.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

COMITATO: cui compete la valutazione dell'esistenza di una minaccia sistemica per l'intero
settore finanziario, nonché della disponibilità di eventuali soluzione basate sul settore privato.
COMMISSIONE: cui spetta decidere di avviare la risoluzione della crisi e indicare al comitato gli
strumenti di risoluzione da utilizzare.
Sarà quindi il comitato ad adottare un programma di risoluzione, in collaborazione con le autorità
nazionali, le quali daranno poi esecuzione alle misure stabilite dal comitato.

APPROFONDIMENTO BAIL-IN

Il bail in - letteralmente 'cauzione interna' - è il cuore della normativa sul risparmio entrata in vigore
lo scorso 1° gennaio nei Paesi aderenti all'Unione europea.
Voluta nel giugno 2013, nei giorni della crisi di Cipro e delle sue banche, introduce in tutti i paesi
europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche.
Si basa sul concetto che, per il salvataggio di una banca, a pagare debbano essere in primo luogo gli
azionisti dell'istituto stesso, senza ricorrere ad aiuti esterni, di un'altra società o, in particolare, dello
Stato (in questo caso ci troveremmo di fronte a un bail out).
L'obiettivo della direttiva Brrd,( Bank Recovery and Resolution Directive), è quello di evitare altri
salassi pubblici come nel caso dell'Abn Amro e di alcuni istituti tedeschi, travolti dalla crisi dei
mutui subprime e rimasti in vita grazie a pesanti iniezioni di denaro pubblico.
Sulle procedure vigileranno la Banca centrale europea (Bce) e, entro i nostri confini, Bankitalia e
Consob.
CHI RISCHIA DAVVERO CON IL BAIL-IN?
1) In prima linea ci sono gli azionisti che, come nel caso dei quattro istituti salvati di recente,
vedranno azzerato il valore delle proprie azioni.
2) Se la cifra non è sufficiente, si andrà ad agire sulle “azioni di risparmio” e sulle obbligazioni
convertibili in azioni emesse dall'istituto bancario in crisi.
3) Al terzo gradino di rischio, troviamo i «titoli subordinati senza garanzia», ovvero quelle
obbligazioni subordinate diventate tristemente famose con il crac delle quattro banche.
4) E poi ancora alle altre obbligazioni non garantite, tra cui quelle 'senior insecured'.
CHI E' TUTELATO?
Depositari con conti inferiori ai 100mila euro nulla. Questi risparmi, infatti, vengono comunque
coperti dal Fondo di garanzia dei depositi, copertura di 100'000 ogni depositario (la cifra sale a
200mila se il conto è cointestato).

PERCHE SIAMO ARRIVATI AL BAIL-IN

Tra il 2008 e il 2011 ben 4.500 miliardi di aiuti di Stato fluirono nelle casse di istituti vicini al
fallimento. E in testa alla classifica dei salvataggi si ponevano due solidi Paesi come Gran Bretagna
e Germania. Tutte operazioni di "bail out", vale a dire quelle nelle quali è proprio il denaro pubblico
a mettere una pezza alle perdite private, per evitare le conseguenze sociali del fallimento di una
banca.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Capitolo 14
ATTIVITA' E REGOLMENTAZIONE DELLE AGENZIE DI RATING

Rating è un termine inglese col quale in ambito economico, finanziario e borsistico si definisce un
giudizio variabile sulla capacità di un'emittente di far fronte alle obbligazioni contratte. A emettere
il cosiddetto rating sono di norma le Agenzie specializzate. S&P, Moody's e Fitch sono le tre
Agenzie di rating più importanti.
Più il rating su un’azienda o su uno Stato sovrano è elevato, più la società o la nazione in oggetto è
giudicata solvibile in materia di solidità finanziaria e capacità di far fronte nel tempo alle proprie
obbligazioni. Più è basso il rating, più viene considerato elevato invece il rischio di insolvenza.
TIPI DI RATING:
-Il rating di credito emesso sul debito di una società
-rating di credito internazionale che valutano i rischi, e quindi le spese, di un investitore che
voglia trasferire nella valuta della propria nazione i titoli espressi nella valuta di un altro stato.
-rating sul debito delle nazioni. Essendo gli stati i maggiori debitori in assoluto, le agenzie di
rating valutano e classificano i titoli del loro debito in base alla capacità che gli stessi stati
dimostrano di fronteggiarli.
Un altro tipo di rating è il “Country ceiling rating” che valuta i rischi di un investimento in uno
stato che possa attuare delle misure per bloccare eventuali uscite di capitale dai propri confini. Con
questo tipo di rating gli investitori possono valutare anche questo tipo di rischio. Appare evidente lo
stretto legame che intercorre fra questi ultimi tre tipi di rating, ma esistono anche altri tipi di
valutazione che le agenzie di rating sono capaci di emettere.
Per emettere il giudizio sulla qualità del debito di una società l’agenzia di rating avvia una
procedura che prevede l’analisi di:
FATTORI QUANTITATIVI:i delle caratteristiche economico-finanziarie della società in
questione. Viene quindi analizzato il bilancio e parametri come la redditività dell’azienda, la sua
capacità di produrre risorse e reddito, la remunerazione del capitale, i flussi di cassa, i rapporti fra i
mezzi propri e il debito, settore stesso e l’andamento del mercato.
FATTORI QUALITATIVI: come l’affidabilità e le capacità del management dell’azienda e la
credibilità dei progetti e degli obiettivi che la società sotto esame si è imposta.
Una volta stabilita la valutazione da assegnare e decisa la pubblicazione dei risultati, il rating è
pubblicato per mezzo di un comunicato stampa sul sito dell’agenzia e tramite i principali mezzi di
informazione finanziaria a livello mondiale.

REGOLAMENTAZIONE
L'attività dell'agenzia di rating è disciplinata da REGOLAMENTI, che prevedono:
Obbligo di adozione di "tutte le misure necessarie per garantire che l'emissione di un rating non sia
influenzato da alcun conflitto di interesse , esistente o potenziale" riconducibile agli esponenti del
management aziendale, ai dipendenti, e qualsiasi persona fisica coinvolta, tali misure devono
ricomprendere l'intero processo di formazione del giudizio.
Sono previste norme sulla trasparenza nella selezione dei TEAM di analisti, nella scelta delle
metodologie e nei modelli tecnici utilizzati.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Capitolo 15
TRASPARENZA BANCARIA
“ L’insieme delle norme che impongono alle banche di fornire alla clientela informazione chiare e
precise sulle condizioni contrattuali delle stesse praticate.”
La legge impone alle banche e agli intermediari finanziari:
 di pubblicizzare, in ciascun locale aperto al pubblico, i tassi di interesse, i prezzi, le spese
per le comunicazioni alla clientela e ogni altra condizione economica relativa alle operazioni
e ai servizi offerti.
Il Ministro dell’ Economia e delle finanze (sentita la CONSOB e la BI)
stabilisce con riguardo ai Titoli di Stato:
 criteri e parametri per eventuali commissioni applicabili alla clientela
in occasione del collocamento
 criteri e parametri volti a garantire la trasparente determinazione dei
rendimenti
 gli ulteriori obblichi di pubblicità, trasparenza e propaganda da
osservare nell’ attività di collocamento
Il CICR:
 individua le operazioni e i servizi da sottoporre a pubblicità
 detta le disposizioni relative a forma, contenuto, modalità di
pubblicità, conservazione di atti e documenti comprovanti le
informazioni pubblicitarie
 stabilisce i criteri uniformi per l’ indicazione dei tassi di interesse e
per il calcolo degli interessi
 individua gli elementi da indicare negli annunci pubblicitari e nelle
offerte

Gli intermediari sono tenuti a predisporre un AVVISO (affissi nei locali


aperti al pubblico e facilmente leggibili, servono ad informare sui diritti e gli
strumenti di tutela previsti a favore del cliente) contenente le principali norme
di trasparenza, un FOGLIO INFORMATIVO ( obbligatori per qualsiasi
contratto standard, devono contenere informazioni analitiche sulla banca,
sulle caratteristiche e sui rischi tipici dell’ operazione o del servizio, sulle
condizioni economiche, sulle principali clausole contrattuali dell’operazione
o del servizio. Sono banche) e un DOCUMENTO DI SINTESI (fornisce al
cliente l’indicazione delle principali condizioni contrattuali ed economiche
del servizio sottoscritto).

 i contratti devono essere redatti per iscritto a pena di nullità (che, può essere fatta valere solo
dal cliente) e un esemplare degli stessi deve essere consegnato ai clienti: nel contratto
devono essere espressamente indicati il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione
praticati. Nel corso del rapporto, ke condizioni contrattuali possono essere variate in senso
sfavorevole al cliente solo se la clausola negoziale che attribuisce questa facoltà alla banca è
approvata specificamente dal cliente stesso: per essere efficaci queste modifiche unilaterali
delle condizioni contrattuali devono essere comunicate al cliente, il quale, può entre 15

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

giorni recedere dal contratto ottenendo, in sede di liquidazione del rapporto, l’applicazione
delle condizioni precedentemente praticate.

 alla scadenza del contratto e comunque almeno una volta all’anno deve essere inviata alla
clientela una comunicazione completa e chiara in merito allo svolgimento del rapporto ( per
esempio l’estratto conto). Inoltre, attribuisce al cliente il diritto di ottenere, a proprie spese,
entro un congruo termine e comunque non oltre 90 giorni, una copia della documentazione
inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi 10 anni.

Per migliorare la trasparenza e aiutare i cittadini a conoscere meglio i servizi bancari nel 1996
l’associazione bancaria italiana (ABI) ha elaborato il CODICE DI COMPORTAMENTO DEL
SETTORE BANCARIO E FINANZIARIO che detta le regole precise sul risparmio, la concessione
del credito e la concessione di servizi di incasso e pagamento. Il codice è ad adesione volontaria e
può essere sottoscritto dalle banche e dagli altri intermediari finanziari iscritti all’ ABI o
appartenenti a un gruppo bancario iscritto.

CAPITOLO 16

GLI STRUMENTI DI CONTRASTO DEL'ECONOMIA ILLEGALE


L'ART 130 e seguenti sanzionano l'abusiva raccolta di risparmio tra il pubblico, Abusiva attività
bancaria,Abusiva emissione di moneta elettronica, Abusiva attività di prestazione di servizi di
pagamento, Abusiva attività finanziaria
Mentre il TUF sanziona l'esercizio abusivo della gestione collettiva del risparmio e prestazione
servizi di investimento.
ANTICIRICLAGGIO:
La nuova disciplina 231/2007, definisce * "qualsiasi attività tesa , con ogni mezzo, alla provvista di
risorse economiche da destinare al compimento di delitti con finalità terroristiche"" assume
rilevanza perciò non solo la movimentazione di ricchezza di provenienza illecita, ma anche di
quella prodotta in modo assolutamente lecito, ma orientata a sostenere sul piano finanziario attività
di tipo terroristico.
E' inoltre invocato il principio di "proporzionalità", il quale impone di commisurare l'impegno nel
contrasto di riciclaggio sia ALL'ATTIVITA' DEL DESTINATARIO DEGLI OBBLIGHI CHE AL
RISCHIO EFFETTIVO STIMATO IN RELAZIONE ALLO SPECIFICO RAPPORTO
CONSIDERATO.
AUTORITA' PREPOSTE AL CONTRASTO DEL RICICLAGGIO:

-UIF(esame delle segnalazioni, può anche sospendere l'operazione sospetta, fino ad un max di 5gg
lavorativi, attività di analisi dei flussi finanziari, attua politiche di prevenzione)
-AUTORITA' DI VIGLANZA DI SETTORE
-MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
-FORZE EI POLIZIA
-DIA
- GUARDIA DI FINANZA

DESTINATARI DELLA DISCIPLINA:


-IF e gli altri soggetti esercenti attività finanziaria(banche)
– i professionisti contabili (soggetti iscritti nel albo dei dottori commercialisti,esperti contabili,
consulenti del lavoro e associazioni di categoria di imprenditori e commercianti. CAF e patronati)e

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

legali(notai e avvocati)
Aspetto particolare, è quello del segreto professionale, infatti per il diritto di difesa del cliente,
vengono sottratti i professionisti dall'obbligo di segnalazione di operazioni sospette, per le info
ricevute dai clienti.

L'impostazione generale del d.lgs. 231/2007


La nuova disciplina trova sempre conferma nei 3 pilastri:
CANALIZZAZIONE DELLE OPERAZIONI, (disposizioni che limitano l'uso del contante e dei
titoli al portatore, "divieto di trasferimento denaro contante effettuato tra soggetti diversi a
1000euro, oggi 500 euro")(per gli assegni bancari e postali deve offrire indicazioni del beneficiario)
OBBBLIGHI DI IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE
OBBLIGHI DI SEGNALAZIONE DI OPERAZIONI SOSPETTE

OBBLIGHI:
-ADEGUATA VERIFICA DELLA CLIENTELA:
IDENTIFICAZIONE DEL CLIENTE
IDENTIFICAZIONE DEL TITOLARE EFFETTIVO
OTTENERE INFO SULLA PRESTAZIONE
CONTROLLO COSTANTE DELLE OPERAZIONI ,

Identificare il cliente, accertandone l'identità mediante "documenti, dati o info ottenuti da una fonte
affidabile e indipendente", svolgere un controllo costante nel corso del rapporto,Quando la
prestazione professionale ha ad oggetto mezzi di pagamento beni od utilità di valore pari o
superiore a 15.000 euro; qualora sussistano dubbi sulla VERIDICITA' O SULL'ADEGUATEZZA,
dei dati assunti, la soglia di importo non assume più alcun rilievo.
Anche qui si fa riferimento al principio della proporzionalità, controlli proporzionali ai rischi.
ESISTONO
OBBLIGHI SEMPLIFICATI:quando il cliente è: banche, Poste, imel, (si è esonerati dallo svolgere
un controllo costante e puntuale)
OBBLIGHI RAFFORZATI: il cliente non è presente(sarà necessario rintracciare il cliente,
attraversi check e documenti), o è politicamente esposto(quando ricopre una carica pubblica)
Ogni Istituto dovrà conservare per 10 anni, IL CD. "FASCICOLO DEL CLIENTE", con tutta la
documentazione necessari ad effettuare controlli.

-OBBLIGHI DI REGISTRAZIONE:
Per un periodo di 10ANNI dalla prestazione professionale, è fatto obbligo di conservare i
documenti e le informazioni sulla clientela, affinché siano possibili verifiche della clientela.
Tali prescrizioni vengono in rilievo solo qualora l'operazione sia di importo maggiore a 15000 euro.
La registrazione deve avvenire in un apposito archivio tenuto da ogni IF, chiamato ARCHIVIO
UNICO INFORMATIVO, il termine massimo è fissato nel 30gg dal compimento dell'operazione(la
disciplina prevede tempestivamente.)
Deve essere registrata anche la cd "operazione frazionata", nel caso di una operazione unitaria
spezzettata.
Sono presente anche:
L'ANAGRAE DEI CONTI E DEI DEPOSITI(mai avviata) E QUELLA TRIBUTARIA, x ridurre i
tempi di ricerca delle info.

-OBBLIGO DI SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI SOSPETTE


Per tutte quelle operazioni che possano ascondere l'intento di riciclare denaro di provenienza
illecita, o di finanziare attività terroristiche.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Perciò si richiede di inviare al UIF(Unità di informazione finanziaria), una segnalazione di


operazione sospetta quando vi siano motivi ragionevoli.
Chiamato a segnalare il sospetto è :
-TITOLARE DELL'ATTIVITA'
-LEGALE RAPPRESENTANTE O UN SUO DELEGATO
-RESPOSNABILE DELLA STRUTTURA
Mentre il dipendente non è tenuto ad alcuna attività investigativa, ma il sospetto deve emergere solo
dalle info già in possesso. Siccome quest'attività non è facile, Banca D'Italia insieme al ABI ha
istituito un documento contenente indicazioni x le segnalazioni sospette(con indicatori di anomalia),
denominato DECALOGO.
La segnalazione viene effettuata attraverso il canale telematico, poi l'uif si occuperà dell'analisi
finanziaria dell'operazione collaborando con altre autorità(DIA, NSPV).La segnalazione deve
avvenire "senza ritardo", cioè prima che l'operazione sia eseguita, tuttavia l'uif può sospendere
l'operazione sospetta per un massimo di 5giorni lavorativi.

FOCUS: la documentazione dell'analisi circa l'operazione sospetta, deve essere conservata per 10
anni.

CAPITOLO 18

ADR

In sostituzione del "giudizio ordinario", si afferma la pratica di utilizzare metodi alternativi x la


risoluzione delle controversie minori, small claims.
A tal proposito introduciamo le ADR, basate sulla ricerca di una soluzione alla lite, meno
conflittuale e più collaborativa.
Le ADR incorporano un valore aggiunto, in quanto:
– evitano i costi di un litigation culture,
– impediscono la rottura definitiva del rapporto di faith tra cliente e intermediario.
– Tiene circoscritti nello stretto ambito bancario le conseguenze negative di condotte non
conformi.
A livello comunitario, le numerose raccomandazioni dal 98 fino ai giorni nostri, si focalizzano in
principi quali:
STABILITA
IMPARZIALITA'
TRASPARENZA
EFFICACIA
EQUITA'
Con riguardo alle iniziative di AUTOREGOLAMNETAZIONE, il riferimento è:
OMBUDSMAN-GIURI bancario, organismo istituito dal ABI nel 1993 x risolvere le controversie
in materia bancaria, infatti prima i clienti indirizzano i propri reclami all'ufficio messo a
disposizione della singola banca, e in caso di risposta insoddisfacente i clienti si possono rivolgere
al Om* , che esprime una propria decisione in materia, che vincola la banca e l'iF aderente.
L'OM* ha competenza in SERVIZI DI INVESTIMENTO,
L'ABI inoltre ha promosso la costituzione di associazione volontaria, Conciliatore bancario
finanziario, ADR- nel cui ambito è poi confluito L'OM*.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

CAMERE DI CONCILIAZIONE E ARBITRATO PRESSO LA CONSOB


La legge 262/2005 ha introdotto la camera di conciliazione e arbitrato presso la Consob ,
competente a know delle controversie insorte in sede di prestazione di servizi di investimento, di
servizi accessori, e servizi di gestione collettiva del risparmio.
Qui vi operano, conciliatori(ora mediatori) ed arbitri scelti tra soggetti di comprovata, imparzialità,
professionalità, onorabilità, trasparenza.
Ad esso vi ricorre il cliente, per le questioni di valore superiore a 100'000, o per le controversie il
cui ricorso sia stato proposto oltre 12 mesi dalla presentazione del reclamo.

ARBITRO BANCARIO E FINANZIARIO


l'ART 128 tub, sancisce l'obbligo per gli intermediari, di adesione a sistemi di risoluzione
stragiudiziale delle controversie con i clienti, tali procedure devono garantire la RAPIDITA',
L'ECONOMICITA', della soluzione di controversie e l'effettività della tutela.
In base al 128 bis, il'adesione al meccanismo del ADR, non impedisce al cliente il ricorso ad ogni
altro mezzo di tutela previsto dal ordinamento.
Le sue decisioni non sono vincolanti come quelle del giudice,

L’ABF non può decidere quando la controversia: • riguarda servizi e attività di investimento quali
ad esempio la compravendita di azioni e obbligazioni ovvero le operazioni in strumenti finanziari
derivati;

Con l'acronimo A.D.R. (Alternative Dispute Resolution)


L'insieme degli strumenti di risoluzione delle controversie, alternativi al procedimento
giurisdizionale ordinario.
Si tratta di una serie di procedure, diffuse nei paesi di tradizione anglosassone, finalizzate a
consentire alle parti in lite di raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente, evitando così
il ricorso alla giustizia tradizionale.
I metodi A.D.R. si possono dividere in tre categorie:
-le procedure di autocomposizione delle liti, nelle quali l'accordo è raggiunto dalle parti in piena
autonomia;
-le procedure di composizione eterodirette, nelle quali un terzo imparziale esprime una
valutazione vincolante per le parti;
-le procedure di autocomposizione eterodirette, nelle quali il terzo agevola la discussione
facendo emergere gli interessi delle parti e lasciando loro la determinazione dell'accordo, o
suggerendo una possibile soluzione.

Tutti i metodi A.D.R. sono caratterizzati da una gestione “privata” del conflitto.

Le principali forme di A.D.R. sono: l'arbitrato, la mediazione, la mediazione/arbitrato, il mini-


giudizio, la valutazione preventiva neutrale, il summary jury trial, il fact-finding, la moderated
settlement conference, l'ombudsman, il private judging e il dispute review board.

L'arbitrato è una procedura nella quale le parti decidono di sottoporre la controversia a un


soggetto privato (monocratico o collegiale).
(L'arbitrato può essere: rituale o irrituale.
L’arbitrato rituale, presenta i caratteri propri del giudizio ordinario e si configura come un
processo privato, gestito da un terzo imparziale su mandato delle parti, il quale, come il
giudice, ha il potere di adottare una decisione vincolante (lodo).
alcuni studiosi sollevano delle perplessità circa il suo inserimento fra i metodi A.D.R.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

L’arbitrato irrituale, o libero, consiste, come ha più volte affermato la Cassazione, in


un'attività negoziale e non giurisdizionale).

Rispetto al giudizio ordinario, l’arbitrato presenta i seguenti vantaggi:


-la procedura è meno formale;
-il terzo più competente, esperto nella materia oggetto del contendere;
-i tempi di decisione sono drasticamente ridotti.
Nell’ambito dell’arbitrato è possibile ancora distinguere:
-arbitrato ad hoc: sono le parti stesse a stabilire le regole della procedura
-arbitrato amministrato: i litiganti si rivolgono a istituzioni arbitrali, che offrono un apposito
servizio, amministrando la relativa procedura e definendone i costi.
MEDIAZIONE
La forma di A.D.R. maggiormente diffusa è la mediazione,
La mediazione è una procedura in cui un terzo neutrale, il mediatore, assiste le parti nel ricercare
una soluzione al loro conflitto accettabile per entrambe.
A differenza dell’arbitro, il mediatore non ha il potere di prendere decisioni vincolanti.
La mediazione può funzionare anche quando le parti non sono state capaci di raggiungere un
accordo in sede negoziale, perché il mediatore, grazie alle sue tecniche di comunicazione e alla sua
competenza in materia, può assisterle nell’esplorare alternative che esse, da sole, non erano state in
grado di considerare.
Questi i principali vantaggi della mediazione: le parti sono coinvolte direttamente nella
negoziazione dell’accordo; il mediatore possiede una visione più oggettiva del conflitto e può
aiutare le parti nella ricerca di valide alternative; la procedura è rapida e meno costosa, non solo
rispetto al giudizio, ma anche all’arbitrato; i mediatori sono professionisti dotati di formazione
specifica e di competenza tecnica;

L’ombudsman è una figura designata generalmente da un'istituzione per raccogliere i reclami


dell’utenza e conciliare gli opposti interessi.
L'ombudsman non ha il potere di imporre una soluzione, né di annullare, revocare o modificare gli
atti dell’ente, ma agisce formulando osservazioni e raccomandazioni, sollecitando i provvedimenti
che consentano un sostanziale soddisfacimento delle richieste dell'interessato.
APPROFONDIMENTO:

Negli Stati Uniti i metodi A.D.R. sono utilizzati efficacemente da più di trent’anni.
La società americana ha preso consapevolezza che i tribunali non possono più essere i luoghi
esclusivi per la risoluzione delle controversie, ma i luoghi dove le stesse approdano dopo
l’esperimento di altri sistemi di composizione.
Secondo le statistiche il 95% dei procedimenti giudiziari americani terminano con un accordo.
Il ricorso ai metodi A.D.R., anche nell’ambito di processi già pendenti davanti a un tribunale, può
portare a un’equa soluzione mesi, o addirittura anni, prima della procedura giudiziale, riducendo
drasticamente i costi.
Anche il nostro ordinamento, in particolare attraverso l’attuale riforma in materia di mediazione
obbligatoria, si sta orientando verso la prospettiva in cui i metodi A.D.R. e quelli “tradizionali”
possano convivere.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

CAPITOLO 19

L‘ OFFERTA AL PUBBLICO DI SOTTOSCRIZIONE E DI VENDITA DI PRODOTTI


FINANZIARI

OPA: OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO


Soggetti coinvolti:
1)emittente(società target dell'operazione)
2)offerente(chi fa l'offerta, anche soggetti privati)
3)eventuali intermediari
Analizziamo le singole parole:
OFFERTA: Si tratta letteralmente di un’offerta, presentata da un qualsiasi soggetto(anche privato)
intenzionato ad acquistare (o a far acquistare) un determinato numero di azioni (o altri strumenti
finanziari) di una qualsiasi società, quotata o meno.
L'offerta è:
-identica per ogni venditore,
-è irrevocabile ma può essere soggetta a condizioni di efficacia,
-ha un periodo di validità(nel quale possono essere lanciate offerte concorrenti, e sono consentiti
rilanci migliorativi )
PUBBLICA: Per essere tale, l’offerta deve essere estesa ad almeno 150 soggetti e soprattutto deve
essere comunicata alla Consob, con un documento contenente le motivazioni, i dettagli e le
finalità dell’operazione. La Consob leggerà, controllerà e pubblicherà il documento, mentre la
società target emanerà un comunicato in cui fornisce dettagli utili alla valutazione (dati finanziari,
eventi avvenuti dopo l’ultima chiusura di bilancio) insieme al proprio giudizio(favorevole o meno)
in merito all’offerta ricevuta.
ACQUISTO: Le azioni devono essere pagate esclusivamente in denaro. Qualora si intenda invece
utilizzare come corrispettivo altre azioni, in tutto o in parte, si parlerà rispettivamente di
Ops(Offerta pubblica di scambio) o di Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio).
Una volta pubblicato tutto, in genere vale la cosiddetta passivity rule: in particolare essa vieta agli
amministratori di una società sotto Opa di intraprendere iniziative difensive senza aver prima
ottenuto il via libera dall’assemblea degli azionisti. È un aspetto, questo, sul quale la direttiva
europea sull’Opa del 2004 aveva lasciato piena libertà d’azione agli stati membri. La passivity rule
era stata soppressa in Italia a gennaio 2009 su richiesta del presidente della Consob ed è stata
reintrodotta dal Governo con effetto dal luglio 2010.

OPA:
Per Offerta Pubblica di Acquisto si intende ogni offerta, invito ad offrire o messaggio
promozionale finalizzato all’acquisto in denaro di prodotti finanziari. Qualora l’acquisto venga
realizzato consegnando, a titolo di corrispettivo, altri prodotti finanziari, l’offerta pubblica viene
definita di scambio. Il soggetto che lancia un’offerta pubblica di acquisto o di scambio deve
effettuare preventivamente un’apposita comunicazione alla Consob (l’Autorità indipendente che
vigila sui mercati italiani) allegando un documento, destinato alla successiva pubblicazione,
contenente le informazioni necessarie per consentire al pubblico di formarsi un giudizio sull’OPA
stessa. Tale comunicazione viene immediatamente diffusa al mercato e trasmessa alla società
oggetto di OPA; essa contiene l’indicazione degli elementi essenziali dell’offerta, delle finalità
dell’operazione, delle garanzie e delle eventuali modalità di finanziamento previste. Il documento di
offerta potrà essere diffuso al pubblico solo a seguito del controllo effettuato dalla Consob e sarà
trasmesso senza indugio alla società i cui titoli sono oggetto dell’offerta. La società oggetto

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

dell’OPA è infatti tenuta a diffondere al pubblico un comunicato contente ogni dato utile per la
valutazione dell’offerta nonché il proprio giudizio in merito all’operazione. Tale comunicato
fornisce inoltre informazioni su eventuali patti parasociali, sull'andamento recente e le prospettive
dell'emittente (ove non riportate nel documento d'offerta), sui fatti di rilievo non indicati nell'ultimo
bilancio o nell'ultima situazione infra-annuale pubblicata. Inoltre il comunicato rende nota
l’eventuale decisione di convocare l’assemblea per l’autorizzazione di misure difensive (ossia il
compimento di atti o di operazioni che possano contrastare l’offerta).Le società italiane le cui azioni
sono oggetto di offerta e che siano quotate in mercati italiani o europei, si devono astenere dal
compiere operazioni che possano contrastare con il conseguimento degli obbiettivi dell’offerta -
salvo espressa delibera dell’assemblea ordinaria o straordinaria (“passivity rule” o “regola della
passività”). In altre parole a meno che l’assemblea non deliberi azioni di difesa la società è tenuta a
non ostacolare l’OPA. L’offerta pubblica di acquisto è obbligatoria quando un soggetto (anche in
concerto con altri) venga a detenere a seguito di acquisti a titolo oneroso una partecipazione nel
capitale ordinario della società superiore al 30%.

CAPITOLO 21
DISCIPLINA DEI MERCATI
Sezione I
MERCATO REGOLAMENTATO

SISTEMA MULTILATERALE,CHE FACILITA L'INCONTRO DI INTERESSE MULTIPLI DI


ACQUISTO O VENDITA RELATIVI A STRUMENTI FINANZIARI, IN MODO DA DARE
LUOGO A CONTRATTI, GESTITO DA UNA SGMR.

RUOLO
Organizzare, gestire mercati regolamentati di strumenti finanziari(mercati che godono del mutuo
riconoscimento e del passaporto europeo).
La società di gestione dei mercati regolamentati, forma di spa in quanto si adatta meglio alle
esigenze organizzative, esclusività dell'oggetto sociale.

AUTORIZZAZIONE SGMR:
1)Esistenza di risorse finanziarie, per un ammontare fissato da Consob , x garantire: la serietà
dell'iniziativa imprenditoriale, e scoraggiare iniziative destinate al default.

2) esclusività del'oggetto sociale, le società non possono svolgere altre attività, oltre a quelle di
organizzazione e gestione di mercati regolamentati e multilaterali
3) esponenti aziendali ---> professionalità, indipendenza,onorabilità(decadono dalla carica, in
caso di carenza di questi)
4) partecipanti al capitale ---> onorabilità

Relativamente alle partecipazioni: novità della disciplina:

Acquisizioni/cessioni di partecipazioni nelle società di gestione, devono essere comunicati entro 24


ore a Consob;

Potere di Consob di opporsi, entro 90 giorni dalla ricezione della comunicazione.


-Obbligatoria sottoposizione a revisione legale dei conti:
-presentazione di un programma di attività(tipo di attività, struttura organizzativa, ), statuto, piano
industriale, finanziario

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

TUTTI I REQUISITI è necessario che sussistano al momento della richiesta di autorizzazione, e


non necessari alla costituzione.

REGOLAMENTO DEL MERCATO


Il regolamento di mercati, è deliberato dall'assemblea ordinaria della società di gestione.
Se la società di gestione è quotata, allora è necessario che il reg. Sia deliberato dal'organo
amministrativo.
Esso contiene regole e procedure per il FUNZIONAMENTO dello stesso, trasparenza,
negoziazione corretta e ordinata, efficienza nella gestione.
Nulla vieta che una società di gestione, possa gestire più mercati, ovviamente ci saranno più
regolamenti, od un unico che li gestisca tutti.
La Mifid ha ridimensionato il potere di autoregolamentazione delle SGMR, con il "regolamento
QUADRO", che si sofferma:

A)AMMISSIONE STRUMENTI FINANZIARI ALLE NEGOZIAZIONI


B)SOSPENSIONE ED ESCLUSIONE DI STRUMENTI FINANZIARI DALLE NEGOZIAZIONI
C)MODALITA' X ASSICURARE LA PUBBLICITA DEL REGOLEMNTO DEL MKT.

AUTORIZZAZIONE DEL MERCATO REGOLAMENTATO

La Consob autorizza l'esercizio dei mercati regolamentati quando:

a) sussistono i requisiti previsti


b) il regolamento del mercato è conforme alla disciplina comunitaria ed è idoneo ad
assicurare la trasparenza del mercato, l'ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela
degli investitori.
c)presentazione di un programma di attività che illustra i tipi di attività previsti e la struttura
organizzativa della società di gestione
La Consob iscrive i mercati regolamentati in un elenco, curando l'adempimento delle
disposizioni comunitarie in materia, e approva le modificazioni del regolamento del mercato.

INTERNALIZZATORI(introdotti dalla 2004/39)

L'esercizio è riservato a:
Imprese d'investimento, Banche, Sgmr.

Esso è un’impresa di investimento che in modo:


– organizzato,
– frequente
– sistematico
negozia per conto proprio eseguendo gli ordini del cliente al di fuori di un mercato
regolamentato o di un MTF.

Gli internalizzatori sistematici costituiscono, quindi dei sistemi di negoziazione alternativi ai


mercati regolamentati di tipo bilaterale in contropartita diretta dell'intermediario con il
cliente.
Internalizzatori sistematici italiani su:
 strumenti finanziari diversi dalle azioni ammesse a negoziazione

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

 azioni ammesse a negoziazione su mercati regolamentati.


Esso non è un nuovo servizio di investimento, ma bensì è un mix tra negoziazione x conto
proprio e conto terzi.
FOCUS:
DIFFERISCE DA:
MTF , perche essi svolgono attività simile al mediatore
Negoziazione per conto terzi, perché L'intermediario finanziario agisce da mandatario.
L'attività di internalizzazione sistematica è una particolare modalità di prestazione del
servizio di negoziazione per conto proprio. In quanto servizio di investimento soggetto a
riserva di attività, esso può essere svolto solo dagli intermediari autorizzati (banche e imprese
di investimento).

AUTORIZZAZIONE:
E necessaria l'autorizzazione, allo svolgimento di attività di negoziazione x conto proprio.
Inoltre COMUNICAZIONE CONSOB, con almeno 15 giorni di anticipo, info:
• l'attività sarà svolta da personale e sistemi automatizzati ad essa dedicati, seppure in modo
non esclusivo;
• l'attività sarà accessibile ai clienti in modo regolare e continuo.
• Gli strumenti finanziari sui quali l'attività verrà svolta,, distinguendo tra azioni, altre azioni e
strumenti finanziari diversi dalle azioni;
• la data di avvio dell'internalizzazione sistematica;
• gli investitori che possono accedervi;
• il canale informativo per la pubblicazione delle quotazioni e dei contratti conclusi.

Sezione III
ABUSI DI MERCATO

DEFINIZIONE:
A tutte le ipotesi in cui i risparmiatori che hanno investito le proprie risorse nei mercati finanziari, si
trovano a dover subire le conseguenze negative del comportamento di altri soggetti.
In particolare attraverso:
INSIDER TRADING o INSIDER DEALING, sfruttando le asimmetrie informative, utilizzando
a vantaggio proprio o altrui, info non accessibili al pubblico oppure hanno divulgato info false e
ingannevoli.
L'insider sfrutta a proprio vantaggio informazioni, anticipando le reazioni del mercato, traendo
profitto sulla differenza del prezzo attuale e futuro, plasmato in funzione alle notizie.

MARKET MANIPULATION, manipolando il meccanismo di determinazione del prezzo degli


strumenti finanziari, diffondendo info non veritiere, o attraverso il compimento di operazioni volte
ad influenzare solo il mercato.

Tale materia è ora regolata dal Titolo I bis TUF, che segue il principio del doppio binario, in base
a cui alle sanzioni penali si aggiungono sanzioni amministrative di natura pecuniaria irrogate
dalla CONSOB.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)


lOMoARcPSD|5924426

Ambito di applicazione :
1) i reati e illeciti di abuso di info privilegiate e di manipolazione del mercato sono puniti dalle
legge italiana anche se commessi all’estero a condizione che attengano a strumenti finanziari
ammessi alle negoziazioni in un mercato regolamentato nazionale;
2) le sanzioni penali e amministrative previste x i medesimi illeciti si applicano ai fatti
concernenti strumenti finanziari negoziati all’interno del mercato regolamentato italiano e
degli altri paesi UE
L’articolo 183 TUF individua alcune circostanze in cui le disposizioni sull’abuso di info
privilegiate e manipolazione del mercato non trovano applicazioni:
a) nel caso in cui attengano a operazioni di politica monetaria, valutaria o gestione del debito
pubblico e siano compiute da stato italiano, paese membro della comunità, SEBC, BC di uno stato
membro UE;
b) il caso in cui le negoziazioni abbiano ad oggetto azioni, obbligazioni o altri strumenti
finanziari propri quotati e avvengono nell’ambito di programmi di riacquisto, da emittente o
società quotate, nonché si tratti di operazioni volte alla stabilizzazione di strumenti e rispettino le
condizioni stabilite dalla CONSOB con regolamento.

Scaricato da Denish 25 (dajulescd@gmail.com)

Potrebbero piacerti anche