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Diritto dei mercati e degli intermediari finanziari (Università degli Studi di Perugia)
CAPITOLO 1
Per inquadrare l’attività bancaria nella disciplina costituzionale, occorre anzitutto sottolineare che
essa si presenta come attività d’impresa ed è quindi espressione dell’iniziativa economica privata,
come afferma l’art. 41 Cost.
In base a tale norma «l’iniziativa economica privata è libera», purché non sia svolta in contrasto
con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La
libertà nell’esplicazione dell’attività bancaria va però conciliata con i principi contenuti nell’art. 47
Cost., il quale si riferisce più strettamente all’attività creditizia. La norma prevede che la
Repubblica:
— incoraggi e tuteli il risparmio in tutte le sue forme;
— disciplini, coordini e controlli l’esercizio del credito;
— favorisca l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta
coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.
L’art. 47 Cost. ammette quindi la possibilità di un controllo sull’attività bancaria mediante
disposizioni di legge, dirette ad indirizzare tale attività verso un fine sociale consistente nella tutela
del risparmio.
importanza:
— l’Atto Unico Europeo, firmato il 28-2-1986 ed entrato in vigore il 1°-7-1987 (l’Italia l’ha
ratificato con L. 23-12-1986, n. 909), il cui obiettivo principale è l’instaurazione progressiva del
mercato interno quale «spazio senza frontiere, nel quale è assicurata la libera circolazione delle
merci, delle persone, dei servizi e dei capitali»;
— il Trattato sull’Unione Europea, e i Protocolli allegati, firmato a Maastricht il 7-2-1992 ed
entrato in vigore il 1°-11-1993 (ratificato dall’Italia con L. 3-11-1992, n. 454), che amplia i settori
di competenza comunitaria;
— il Trattato di Amsterdam, firmato il 2-10-1997 ed entrato in vigore il 1°-5-1999 (ratificato
dall’Italia con L. 16-6-1998, n. 209), che ha ulteriormente modificato i trattati istitutivi innovando le
procedure decisionali e «comunitarizzando» alcuni settori che, in precedenza, rientravano
nell’ambito della cooperazione intergovernativa;
— il Trattato di Nizza, firmato il 26-2-2001 ed entrato in vigore il 1°-2-2003 (ratificato dall’Italia
con L. 11-5-2002, n. 102), che ha apportato soprattutto modifiche volte ad adeguare la struttura
delle istituzioni europee in ragione dell’allargamento dell’Unione ad altri Stati membri. Estratto
della pubblicazione 10 Capitolo Secondo Le fonti del diritto comunitario derivato sono frutto
dell’attività legislativa della Comunità Europea e possono essere distinte in due gruppi principali:
- fonti vincolanti quali:
— il regolamento, che è un provvedimento normativo di portata generale, ad efficacia vincolante
per gli Stati membri e generatore di diritti soggettivi immediatamente operativi nella sfera giuridica
dei singoli destinatari;
— la direttiva, che rappresenta un indirizzo comunitario vincolante per gli Stati membri, i quali,
però, sono liberi di scegliere in ordine alla finalità da realizzare il concreto modo di attuazione
conformemente ai sistemi giuridici esistenti nei singoli Paesi;
— la decisione che è un atto obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile per i
destinatari da essa designati (persone fisiche o Stati membri);
- fonti non vincolanti quali:
— la raccomandazione, emanata dal Consiglio o dalla Commissione e che rappresenta una
indicazione per gli Stati membri di adeguare i loro sistemi normativi ad un modello predisposto;
— il parere, analogo alla raccomandazione, dalla quale si differenzia solo per il minor dettaglio
dell’argomento trattato.
banche extracomunitarie (aventi sede legale al di fuori della Comunità Europea); — le banche
nazionali, a loro volta, possono esercitare la propria attività negli Stati comunitari ed
extracomunitari nel rispetto delle procedure fissate dal T.U.B. (art. 16); — alle attività bancarie si
applicano in ogni caso le norme sulla trasparenza contrattuale e sul contrasto al riciclaggio di
denaro ed a tal fine la Banca d’Italia collabora, anche mediante scambio d’informazioni, con le
autorità straniere competenti al controllo degli enti creditizi, finanziari, assicurativi e dei mercati
finanziari (art. 7). B) Le modifiche e le integrazioni successive al T.U.B.
La veloce evoluzione del mercato del credito e della intermediazione finanziaria hanno spinto il
legislatore a rivedere la disciplina originaria del T.U.B. in diversi punti. In particolare:
-un rafforzamento dei soggetti preposti alla vigilanza e l’implementazione degli strumenti a
disposizione degli stessi,
-raccolta del risparmio e abusivismo bancario;
-revisione dei reati di contrasto all’attività di vigilanza, di mendacio e aggiotaggio bancario; è stata
introdotta la disciplina degli istituti di moneta elettronica (IMEL), cui è dedicato l’intero Titolo
Vbis, introdotto nel T.U.B. dalla legge stessa;
il D.Lgs. 37/2004 e il D.Lgs. 310/2004 hanno apportato variazioni ad una nutrita serie di articoli
del T.U.B. (e del T.U.F.) al fine di coordinarne le disposizioni con il D.Lgs. 5/2003 e il D.Lgs.
6/2003, recanti la riforma del diritto societario. Queste hanno riguardato principalmente, nel T.U.B.,
la raccolta del risparmio mediante emissione di titoli da parte di soggetti non bancari, le modalità di
partecipazione al capitale degli intermediari, la possibilità di adottare i nuovi modelli di governo
societario (cosiddetti dualistico e monistico) e la nozione di gruppo bancario, nonché l’estensione,
in quanto compatibile, della nuova disciplina societaria alle banche popolari e alle banche di credito
cooperativo. Le modifiche introdotte nel T.U.F., in materia di gestione collettiva del risparmio,
hanno accresciuto la flessibilità operativa delle SGR e snellito le procedure amministrative per
l’accesso al mercato; — il D.Lgs. 197/2004, che ha introdotto la Sezione III bis al Titolo IV del
T.U.B., dando attuazione nel nostro ordinamento alla direttiva 2001/24/CE, in materia di procedure
di risanamento e liquidazione degli enti creditizi, finalizzata al coordinamento delle legislazioni
nazionali relativamente ai casi di crisi di banche aventi succursali in più Stati membri. — la L.
262/2005 che, nell’operare una ampia riforma in materia di risparmio, ha modificato ed integrato il
T.U.B., in particolare con riferimento alla organizzazione e disciplina della Estratto della
pubblicazione 12 Capitolo Secondo Banca d’Italia e alle procedure controllo delle operazioni di
acquisizione e di concentrazione che riguardino le imprese bancarie; — il D.L. 223/2006 (cd.
Pacchetto Bersani), che, nel prevedere una serie di liberalizzazione in diversi settori dell’economia,
interviene anche in campo bancario ed in particolare su alcuni aspetti della trasparenza contrattuale
e sull’adeguamento dei tassi di interesse. Di tali interventi si dirà più approfonditamente nei
Capitoli in cui sono trattati i rispettivi argomenti.
-Il T.U.F. Il D.Lgs. 24-2-1998, n. 58 recante il Testo Unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria - T.U.F.
-Gli effetti dell’adozione del decreto Eurosim e del T.U.F. sull’operatività della banca
Per la materia bancaria, la principale e fondamentale novità introdotta dal decreto Eurosim (d.lgs.
n.415, 1996)e successivamente confermata dal T.U.F. (art. 18) è l’ampliamento dell’attività della
banca in quanto con la nuova normativa l’esercizio in forma professionale dei servizi
d’investimento rientra a pieno titolo nell’oggetto sociale bancario, contrariamente a prima del
decreto dove le attività di intermediazione mobiliare erano riservate all’esercizio esclusivo delle
società d’intermediazione mobiliare (SIM).
Di conseguenza, la riserva di attività all’esercizio dei servizi d’investimento ora comprende,
oltre che le SIM e le imprese d’investimento straniere, anche le banche(cioè solo questi tre
intermediari possono offrire servizi di investimento, si dice perciò che vi è UNA RISERVA DI
ATTIVITA' ALL'ESERCIZIO DEI SERVIZI DI INVESTIMENTO).
Per svolgere uno o più servizi d’investimento le banche devono ricevere un’apposita autorizzazione
dalla Banca d’Italia.
CAPITOLO 3
FINALITA' DELLA SUPERVISIONE ED ARTICOLAZIONE DEI CONTROLLI
PUBBLICI:
In materia di vigilanza bancaria sono definite autorità creditizie dal TUB (artt. 2-4) il CICR, il
Ministero dell’economia e delle finanze e la Banca d’Italia .
CICR(art.2 TUB):
COMPOSIZIONE CICR:
FUNZIONAMENTO:
-Ha l’alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio ed esercita le sue funzioni
avendo riguardo alla sana e prudente gestione dei soggetti vigilati, alla stabilità complessiva,
all’efficienza e alla competitività del sistema finanziario
con funzioni normative, consultive e di esame dei ricorsi contro i provvedimenti della Banca
d’Italia.
- Supplenza, in caso di urgenza il Cicr è sostituito dal ministro dell’Economia. Dei provvedimenti
assunti è data notizia al Cicr nella prima riunione successiva, che deve essere convocata entro trenta
giorni
CRITICITA' CICR:
Di fronte alla configurabilità di tale sistema, esistono i presupposti che legittimano una soppressione
del CICR, in quanto i "provvedimenti del cicr servono solo a legittimare politicamente i
provvedimenti normativi dell'organo di vigilanza".
Pertanto, fino ad epoca recente, la permanenza del CiCR nel contesto sistemico Italiano ha trovato
piena giustificazione nella "garanzia di democraticità che il medesimo recava alla costruzione del
modello autoritativo".
FUNZIONI;
-funzioni di vigilanza,
-formula le proposte per le deliberazioni di competenza del CICR,
-emana regolamenti nei casi previsti dalla legge, impartisce istruzioni e adotta i provvedimenti di
carattere particolare di sua competenza,
-determina e rende pubblici previamente i princìpi e i criteri dell'attività di vigilanza.
-pubblica annualmente una relazione sull'attività di vigilanza.
CAPITOLO 4
VIGILANZA
Le regole di vigilanza prudenziale ai sensi del art 53 TUB, hanno per oggetto:
-adeguatezza patrimoniale,
attraverso il rispetto di coefficienti patrimoniali, in particolare del cd coefficiente di solvibilità, che
fissa un ammontare minimo di patrimonio, attualmente pari al 8% del complesso delle attività della
banca ponderate per il rischio.
Tuttavia il coefficiente di solvibilità non è l'unica regola di vigilanza prudenziale che insiste sul
patrimonio, infatti è previsto un REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO COMPLESSIVO, a
fronte dei rischi di mercato, operativo e di credito(8%)
Con BASILEA 3, sarà introdotto una leverage e indicatori di liquidità.
-partecipazioni detenibili,
La partecipazione al capitale delle banche non è libera ma sottoposta a un preciso regime
autorizzativo.
In particolare:
Per le banche costituite in forma di SPA le partecipazioni (dirette o indirette) superiori al 5% del
capitale della banca con diritto di voto, o le partecipazioni (dirette o indirette) che comportino un
controllo della banca stessa, sono soggette ad'autorizzazione preventiva della banda d'Italia, stante
la sana e prudente gestione.
Allo stato attuale(rimosso il vincolo cd. di separatezza a monte) anche le imprese non finanziarie
possono acquisire il controllo di una banca, fermo restando il rispetto degli altri limiti.
(Il vincolo cd. di separatezza a monte: vietava alle imprese non finanziarie di assumere
partecipazioni superiori al 15% del capitale delle banche o che comportassero un controllo delle
banche stesse.)
L'attività di supervisione degli intermediari si compone di due parti, fra loro complementari,
L'ANALISI DELLE INFORMAZIONI E DEI DATI COMUNICATI DALLE BANCHE
ALL'ORGANO DI VIGILANZA & L'INDAGINE ISPETTIVA CONDOTTA DIRETTAMENTE
PRESSO LA SEDE DELL'IMPRESA.
La vigilanza informativa può essere definita come l'obbligo i inviare periodicamente a Banca
d'Italia documenti e informazioni(dati, profili organizzativi, performance, andamento, crediti
erogati.)
vigilanza ispettiva:
le verifiche ispettive presso gli intermediari integrano il patrimonio conoscitivo dell'organo di
vigilanza sulla situazione aziendale, consentendo di osservare in maniera diretta alcuni aspetti della
gestione che nono sono facilmente apprezzabili dalla vigilanza di tipo informativo.
Essa viene condotta da un team nominato dal Governatore della banca D'Italia.
Al termine del ispezione , viene redatto un rapporto che si compone di due parti:
LA PARTE APERTA: x evidenziare le carenze rilevate, ed eventuali fatti sanzionabili
RIFERIMENTI OSSERVATI: info destinate agli uffici di vigilanza, contenente la valutazione degli
ispettori sulla situazione aziendale.
Tale tipo di vigilanza viene esercitata anche nei confronti di società non esercenti attività bancaria o
finanziaria.
Secondo le indicazioni dell’art. 65 TUBC sono sottoposti a vigilanza su base consolidata:
a)società appartenenti ad un gruppo bancario;
b)società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate per almeno il 20% da società appartenenti
ad un gruppo bancario
d)società finanziarie aventi sede legale in uno stato dell’Unione, che detengono il controllo di una
società capogruppo o di una singola banca e rispetto alle quali la Banca d’Italia sia legittimata ad
esercitare l’attività di vigilanza;
Restano al di fuori dell’ambito della vigilanza consolidata tutti quei soggetti che, già soggiacciono
ad altre forme di vigilanza e controllo, quali società assicurative e società di intermediazione
mobiliare.
L’attività di vigilanza su base consolidata opera nella triplice direzione :
vigilanza informativa, vigilanza ispettiva e vigilanza regolamentare.
Inoltre possiamo distinguere: provvedimenti generali, e provvedimenti specifici,
PROVVEDIMENTI GENERALI
Bankitalia può intraprendere provvedimenti relativi a Vigilanza informativa, che possono essere
definiti come l’obbligo, di fornire i dati e le informazioni richieste dalla Banca d’Italia.
Mentre provvedimenti di Vigilanza regolamentare, è quando Banca d’Italia ha il potere di impartire
alla capogruppo disposizioni di carattere generale in tema di:
a)adeguatezza patrimoniale;
b)contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni;
c)partecipazioni detenibili;
d)organizzazione amministrativa-contabile e controlli interni.
PROVVEDIMENTI SPECIFICI
CONSOB
La Consob fu istituita con la legge n. 216 del 7 giugno 1974 e con la legge 281 del 1985 ha
acquisito piena autonomia.
COMPOSIZIONE
Composizione: un Presidente e da 4 membri,scelti tra persone di specifica e comprovata
competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza, ---> nominati con decreto del
Presidente della Repubblica--> su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri----> ogni
membro dura in carica 7 ANNI , e non è rinnovabile.
L'organigramma della Consob si articola in 9 Divisioni, in 9 uffici non coordinati e 40 coordinati.
L'attuale presidente Consob è Giuseppe Vegas.
FUNZIONAMENTO:
Le decisioni sono assunte a maggioranza dei componenti presenti, salve alcune specifiche
deliberazioni per le quali è richiesta dalla legge una maggioranza qualificata.
FUNZIONI: (sono 7)
La Consob:
• Vigila sulle SGMR, sulla trasparenza e l'ordinato svolgimento delle negoziazioni, sulla
trasparenza e la correttezza dei comportamenti dei soggetti che operano sui mercati finanziari
• Regolamenta la prestazione dei servizi e delle attività di investimento da parte degli
intermediari, gli obblighi informativi delle società quotate nei mercati regolamentati e le
operazioni di appello al pubblico risparmio
• Autorizza i prospetti relativi alle OPV e OPA, nonché le iscrizioni agli Albi delle imprese di
investimento
• Controlla dati e notizie fornite al mercato dagli emittenti quotati per assicurare un'adeguata
e trasparente informativa
• Sanziona le condotte illecite
• Comunica con gli operatori e il pubblico degli investitori per un più efficace svolgimento
dei suoi compiti e per lo sviluppo della cultura finanziaria dei risparmiatori
• Collabora con le altre autorità nazionali e con gli organismi internazionali preposti
all'organizzazione e al funzionamento dei mercati finanziari.
VIGILANZA CONSOLIDATA:
Attività di vigilanza esercitata da Bankitalia nei confronti di soggetti appartenenti ad un gruppo
bancario, ovvero collegati ad esso o a singole banche da rapporti di partecipazione azionaria.
Per espressa previsione normativa, infatti, tale tipo di vigilanza viene esercitata anche nei confronti
di società non esercenti attività bancaria o finanziaria. Secondo le indicazioni dell’art. 65 TUBC
sono sottoposti a vigilanza su base consolidata:
a)società appartenenti ad un gruppo bancario;
b)società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate per almeno il 20% da società appartenenti
ad un gruppo bancario o da una singola banca;
c)società bancarie, finanziarie e strumentali non comprese in un gruppo bancario ma controllate
dalla persona fisica o giuridica che controlla un gruppo bancario o una singola banca;
d)società finanziarie aventi sede legale in uno stato dell’Unione, che detengono il controllo di una
società capogruppo o di una singola banca e rispetto alle quali la Banca d'Italia sia legittimata ad
esercitare l’attività di vigilanza
VIGILANZA SUPPLEMENTARE:
Definita in precedenza, comunque sia essa è definita come:
Il sistema di vigilanza sugli:
enti creditizi, sulle imprese di assicurazione, sulle imprese d’investimento appartenenti ad un
conglomerato finanziario.
COS’è MIFID 1:
La direttiva dell'Unione Europea 2004/39/CE (conosciuta anche come direttiva MiFID, ove MiFID
è acronimo di Markets in Financial Instruments Directive) è un atto normativo emanato dal
parlamento europeo nel 21 aprile 2004.
Essa costituisce un passo importante verso la costruzione di un mercato finanziario integrato,
efficace e competitivo nell'Unione europea(UE), in particolare l'idea è quella di rafforzare la tutela
del risparmiatore e incrementare la trasparenza e informazione.
Obiettivi:
La direttiva risponde all'esigenza di creare un terreno competitivo uniforme (level playing field) tra
gli intermediari finanziari dell'Unione europea, senza pregiudicare :
la protezione degli investitori e la libertà di svolgimento dei servizi di investimento in tutta la
Comunità.
• l'efficienza dei mercati, finalizzata anche a ridurre il costo dei servizi offerti
Contenuti:
La MiFID segue il cosiddetto metodo Lamfalussy, che prevede quattro livelli regolamentari.
1.elaborazioni principi-quadro,
2.emanazione delle misure di dettaglio,
3.rafforzamneto della convergenza tramite raccomandazioni e interpretazioni
4.vigilanza sul effettiva applicazione delle norme
APPLICAZIONI:
La MiFID corrisponde al primo di questi livelli ed è la direttiva in cui sono definiti i principi
generali.
Ad essa è seguita la direttiva di secondo livello (2006/73/CE) e il regolamento attuativo
1287/2006/CE , che contengono le misure tecniche volte ad implementare operativamente quanto
definito dalla MiFID.
A CHI SI APPLICA:
La direttiva in questione si applica alle tre macro-categorie di soggetti operanti nei mercati
finanziari:
• gli intermediari, ovvero le banche e le imprese di investimento, che in Italia sono SIM e
SGR (limitatamente alla gestione individuale di patrimoni mobiliari);
Obblighi informativi
La classificazione della clientela è, in primo luogo, funzionale all'individuazione degli obblighi
informativi da assolvere. Vi sono innanzitutto obblighi informativi nei confronti di tutte le categorie
di clienti e riguardano:
• la classificazione assegnata;
• gli eventuali conflitti di interesse;
• le commissioni pagate a terzi;
• la descrizione degli strumenti finanziari;
• la execution policy;
• le informazioni sulle perdite.
Inoltre, gli intermediari devono comunicare ai clienti al dettaglio le politiche e le misure per la
protezione dei clienti, la propria valutazione degli strumenti di portafoglio del cliente ed i costi
connessi ai servizi forniti. IN SINTESI::::
Il cliente ha diritto ad informazioni sufficienti ad effettuare scelte di investimento consapevoli e che
siano oneste, chiare e non fuorvianti.
N.B.
IMPORTANTE: (chiesto esame)
Un caso particolare è quello della modalità execution only, (MERA ESECUZIONE)nella quale non
si è tenuti ad effettuare il test di appropriatezza e non sussistono obblighi informativi se non nella
fase di accesso del cliente a tale modalità.
La execution only può riguardare solo strumenti finanziari non complessi (ossia
:azioni/obbligazioni/quote di fondi comuni)e deve essere richiesta espressamente dal cliente.
Se ciò si verifica, l'impresa di investimento è tenuta a precisare che non effettuerà il test di
appropriatezza.
FINALITA':
Lo scopo della modalità di execution only è quella di ridurre i tempi ed abbattere i costi.
MIFID 2
Aggiornamenti 2017:
La direttiva, nota con l’acronimo inglese MiFID 2, doveva entrare in vigore a gennaio 2017, invece
la Commissione europea ha annunciato che entrerà in vigore il 3 gennaio 2018, "per prendere in
considerazione le eccezionali difficoltà di applicazione delle regole a cui devono fare fronte i
regolatori, così come i partecipanti al mercato".
CONTENUTO:
MiFID 2, non solo riprende gli obiettivi della direttiva originale (MIFID 1), ma ne amplifica il
campo di azione. In particolare, dovrebbe estendere l'ambito di applicazione della direttiva agli
strumenti finanziari non regolamentati, operazioni particolari, (over the counter, commodities).
CAPITOLO 5
CARATTERE D'IMPRESA
Che la banca ha carattere d'impresa, ha radici storiche, infatti risale alla 1direttiva bancaria,
77/780/CEE.
Successivamente poi, con un d.p.r. n.380/1985 ha disposto ch l'attività del'ente creditizio ha
carattere d'impresa indipendentemente dalla natura pubblica o privata del'ente.
Ai giorni nostri, x qualificare un'attività d'impresa, si fa riferimento all'articolo 2082 del codice
civile(libro 5 del lavoro, titolo II), anche se per l'attività bancaria , questo discorso non vale, in
quanto considerata ATTIVITA' D'IMPRESA , avendone il carattere, indipendentemente dai
requisiti del 2082.
L'art. 1l TUB definisce la raccolta del risparmio come acquisizione di fondi con obbligo di
rimborso, sia sotto forma di depositi sia sotto altra forma e ne vieta l’esercizio a soggetti diversi
dalle banche, quando essa sia esercitata tra il pubblico.
Non costituisce raccolta del risparmio tra il pubblico:
1)la ricezione di fondi connessa all'emissione di moneta elettronica,
a) agli Stati comunitari, agli organismi internazionali ai quali aderiscono uno o più Stati
comunitari, agli enti pubblici territoriali , ai quali la raccolta del risparmio è consentita in base agli
ordinamenti nazionali degli Stati comunitari;
b) agli Stati terzi ed ai soggetti esteri abilitati da speciali disposizioni del diritto italiano;
c)alle società, per la raccolta effettuata ai sensi del codice civile mediante obbligazioni, titoli di
debito od altri strumenti finanziari (3);
d)alle altre ipotesi di raccolta espressamente consentite dalla legge, nel rispetto del principio di
tutela del risparmio (pubblico = soggetti bisognevoli di tutela)
Tuttavia...l'attività di raccolta, per essere attività non può consistere in un atto isolato, ma deve
essere considerata come attitudine a coinvolgere una pluralità indeterminata di soggetti, la cui
rilevanza numerica deve essere assunta nella prospettiva della potenzialità.
o collegate ai sensi dell'art. 2359 del codice civile e presso controllate da una stessa controllante.
-ATTIVITA' FINANZIARIA
Le Attività Finanziarie sono le attività economiche (diverse da quelle di produzione di beni e
servizi) comprendenti i mezzi di pagamento, gli strumenti finanziari e le attività economiche aventi
natura simile agli strumenti finanziari.
Sostanzialmente l'esercizio delle attività finanziarie viene equiparato all'esercizio dell'attività
bancaria, in quanto le banche esercitano quest'ultima, insieme alle altre attività finanziarie.
L’espressione shadow banking system è stata introdotta nell’agosto del 2007, quando in un
intervento presso il simposio annuale della Federal Reserve, a Jackson Hole un esponente di
mercato sottolineò che in quegli anni si era andata sviluppando una forma di intermediazione basata
su una varietà di veicoli di investimento con elevata leva finanziaria, di conduits e di altre strutture
al di fuori del sistema bancario. Veniva sottolineato che, a differenza delle banche tradizionali che si
finanziano prevalentemente attraverso i depositi e hanno accesso, se necessario, alla liquidità di
banca centrale, queste “banche ombra non regolamentate” raccoglievano attraverso . il mercato,
esponendosi a una potenziale carenza di liquidità, con il rischio di dovere vendere forzosamente e a
prezzi ridotti le attività in portafoglio o chiedere supporto alle entità “sponsor”.
L'attività della banca, si caratterizza per la piena sinergia tra attività bancaria e tradizionale ,
emissione di strumenti di payment, svolgimento dell’ attività finanziaria. Anzi l'innovazione
finanziaria ha evidenziato che oggi è possibile "una gestione finanziaria" di rischi tipici dell'attività
bancaria(derivati di credito, derivati su tassi e cambi )
IMPO: fino alla metà degli anni 80, l'autorizzazione da parte di Banca d'Italia, si fondava
essenzialmente sulle cosiddette "ESIGENZE ECONOMICHE DEL MERCATO", ossia se il
mercato di riferimento fosse o meno già sufficientemente servito da altre istituzioni creditizie.
Ma con l'arrivo della I direttiva bancaria, 780/1977, si è voluto armonizzare la disciplina dei paesi
della comunità in materia di accesso dell'attività bancaria, senza tener conto delle esigenze
economiche del mercato, ma al ricorrere di alcune condizioni obiettive.
Ai giorni nostri, per qualificare le condizioni di accesso all'attività bancaria, facciamo riferimento
all' ART 14. TUB:
a) sia adottata la forma di società per azioni o società cooperativa per azioni a responsabilità
limitata
b) il capitale minimo versato sia di ammontare non inferiore a quello determinato dalla Banca
d’Italia;
-10 milioni per SPA , BANCHE CONFIDI(garanzia collettiva), banche popolari
-5 milioni per banche di credito cooperativo
allo statuto
Solo in presenza di queste condizioni (e sempre che dall’esame di dette condizioni risulti assicurata
la sana e prudente gestione) la Banca d’Italia, iscrive in un apposito albo la banca autorizzata in
Italia, ovvero la banca comunitaria stabilita nel territorio italiano.
FOCUS:
PROFESSIONALITA':
Circa il requisito della professionalità, lo stesso deve essere inteso nel senso che il soggetto che
riveste la carica di amministratore deve aver avuto precedenti esperienze lavorative qualificanti in
relazione alla struttura ed all'attività svolta dalla società. In pratica,
ONORABILITA;
Generalmente il requisito dell'onorabilità viene identificato nella "insussistenza di condanne penali
per taluni reati ovvero nel non trovarsi in una condizione di ineleggibilità o decadenza.
I reati presi in considerazione, sono generalmente reati di tipo bancario, commerciale, contro la
pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico,
contro l'economia pubblica nonché in materia valutaria e tributaria .
L’iscrizione all’albo, peraltro, deve essere indicata dalla banca negli atti e nella corrispondenza .
FASI AUTORIZZAZIONE(esame):
Da questa disciplina risulta, dunque, che l’autorizzazione è frutto di un procedimento,
– che ha inizio con la verifica circa l’esistenza delle condizioni di cui all’art. 14, comma 1, se
BI ritenga soddisfatte tali condizioni, PREDISPONE UN PROGETTO DI DECISIONE nel quale
propone che la BCE conceda al soggetto, richiedente l'autorizzazione all'accesso all'attività di ente
creditizio.
– La BCE valuta la domanda, e concede l'autorizzazione.(il termine del rilascio del
provvedimento è 180 gg dal ricevimento della relativa domanda, tale termine può essere sospeso o
interrotto, in ogni caso , il provvedimento dovrà essere adottato entro 12 mesi dalla data di ricezione
della domanda di autorizzazione)
– prosegue con la concessione dell’autorizzazione
– e la contestuale iscrizione della banca nell’albo,
– e termina con l’iscrizione nel registro delle imprese.
(non si può dare corso all’iscrizione nel registro delle imprese in mancanza del provvedimento
autorizzatorio)
----la struttura tecnica, organizzativa e territoriale oltre che il sistema dei controlli interni;
----le caratteristiche del sistema informativo per effettuare le segnalazioni di vigilanza
Il programma di attività presentato da società già esistenti che intendono accedere all’attività
bancaria deve, inoltre, contenere indicazioni sulla natura e sulla qualità delle attività
precedentemente svolte.
PARTECIPAZIONI:
ART 19 T.U.B.
La Banca d'Italia autorizza preventivamente l'acquisizione, a qualsiasi titolo in una banca, di
partecipazioni che comportano il controllo o la possibilità di esercitare un’influenza notevole sulla
banca stessa o che attribuiscono una quota dei diritti di voto o del capitale almeno pari al 10 per
cento, tenuto conto delle azioni o quote già possedute.
La Banca d'Italia autorizza preventivamente le variazioni delle partecipazioni quando la quota dei
diritti di voto o del capitale raggiunge o supera il 20 per cento, 30 per cento o 50 per cento e, in ogni
caso, quando le variazioni comportano il controllo della banca stessa,
Riguardo, invece, allo stabilimento in Italia della prima succursale di una banca extracomunitaria,
essa è autorizzata con decreto del Ministro del tesoro, d’intesa con il Ministro degli affari esteri,
sentita la Banca d’Italia.
L’ autorizzazione, che viene rilasciata tenendo anche conto della condizione di reciprocità, resta
comunque subordinata al rispetto di condizioni:
-Capitale minimo di dotazione,
-Al programma concernente l’attività iniziale ed ai requisiti di professionalità e onorabilità dei
responsabili della succursale.
Riguardo ai criteri per la valutazione delle domande, è necessario che
Le medesime Autorità(del paese estero) siano :
-disponibili allo scambio di informazioni;
-abbiano manifestato il preventivo consenso all’apertura della succursale e allo svolgimento delle
specifiche attività prescelte dalla banca;
-abbiano fornito un’attestazione in ordine alla solidità patrimoniale, all’adeguatezza delle strutture
organizzative, amministrative e contabili della casa madre e del gruppo bancario di appartenenza.
REVOCA AUTORIZZAZIONE ATTIVITA' BANCARIA:
La revoca dell’autorizzazione all’attività bancaria, con la conseguente messa in liquidazione (v.
liquidazione coatta amministrativa delle banche), può essere disposta dal Ministro del tesoro con
decreto, su proposta della Banca d’Italia, qualora le irregolarità nell’amministrazione o le violazioni
delle disposizioni legislative, amministrative o statutarie, ovvero le perdite del patrimonio siano di
eccezionale gravità.
L'art 80, disciplina la Liquidazione Coatta Amministrativa per le banche autorizzate, quindi i
soggetti privi di autorizzazione sono soggetti al fallimento.
Anche l'art 132 conforme ciò, in quanto BI se avesse il fondato sospetto del'esistenza di una banca
di fatto, deve denunziare i fatti al pubblico ministero, per l'adozione dei provvedimenti.
Alcuni autori tuttavia, hanno proposto l'applicazione della lca per le banche di fatto, per garantire la
tutela dei depositanti
APPROFONDIMENTO:
CASO GIUFFRè
Il caso Giuffrè fu uno scandalo finanziario scoppiato in Italia nel 1958.
All'inizio degli anni Cinquanta del XX secolo Giambattista Giuffrè, ex impiegato in una banca.
L'ex cassiere cominciò ad amministrare denaro per conto di parrocchie, istituti religiosi, ma anche
privati cittadini promettendo tassi di interesse altissimi, che oscillavano dal 70% al 100%
Presentando come garanzia di affidabilità le sue amicizie con gli ambienti religiosi.
Giuffrè riuscì inizialmente a rastrellare ingenti somme di denaro. L'ex impiegato rimborsava
effettivamente gli altissimi tassi di interesse, contribuendo in tal modo a pubblicizzare e rendere
molto appetibile la sua raccolta, che così si estese rapidamente anche in altre regioni. In realtà
Giuffrè non investiva il denaro raccolto in attività finanziarie, ma si limitava a rimborsare gli alti
tassi di interesse semplicemente utilizzando il denaro raccolto successivamente presso altri
risparmiatori, secondo il classico meccanismo dello "Schema di Ponzi".Quando un certo numero di
risparmiatori, sospettando la truffa, iniziò a chiedere il rimborso, e Giuffrè non fu in grado di
rimborsarli. In definitiva il clamore del caso Giuffrè contribuì a far introdurre in Italia, negli anni
seguenti, una più severa normativa sulla raccolta di risparmio, che a partire dagli anni sessanta
infatti non fu più concessa a soggetti non autorizzati dalla Banca d'Italia agli organi istituzionali di
controllo del sistema bancario .
CAPITOLO 6
SERVIZI DI INVESTIMENTO
L'ampliamento della gamma dei servizi offerti alla clientela da parte delle banche è sicuramente una
delle tendenze più interessanti ed innovative della moderna operatività delle banche, in particolare a
presentarsi sul mercato offrendo prodotti/servizi sempre più integrati tra loro, cosi da coprire tutte le
potenziali esigenze economico-finanziarie del cliente; tale fenomeno viene riassunto con il termine
anglosassone FULL SERVICES, ad indicare appunto il progressivo scostamento dalla concezione
più tradizionale dell'operatore bancario inteso come intermediario tra i soggetti in eccesso e quelli
in deficit.
Le novità riguardano principalmente:
– crescente grado di personalizzazione del prodotto offerto al cliente, anche tramite una
classificazione della clientela.
– attivazione di specifiche reti distributive, anche tramite "negozi finanziari", affidati anche in
franchising a promotori finanziari
Classificazione clientela:(approfondisci su slide banca)
RETAIL
PRIVATE
CORPORATE
Tra i servizi oggi offerti dalle banche, quanto da altri IF, un posto di rilievo assumono I SERVIZI E
ATTIVITA' D'INVESTIMENTO.
Come per l'attività bancaria, anche l'esercizio in via professionale dei servizi e delle attività
d'investimento è protetto da riserva, riserva che ai sensi dell' ART 18 TUF riguarda LE IMPRESE
DI INVESTIMENTO E BANCHE.
Perciò SOLO le imprese di investimento e le banche possono prestare servizi di investimento.
Eccezione fatta per le SGR , le quali possono prestare i servizi di:
F)gestione portafogli ,
G)consulenza in materia d'investimenti , e se autorizzate a prestare il servizio di gestione di
FIA(fondi d'investimento alternativi) anche E) ricezione e trasmissioni ordini.
Tuttavia l'autorizzazione all'attività bancaria non le abilita anche all'esercizio dei servizi e delle
attività d'investimento , ma come prevede l'ART 19 TUF necessita di una diversa e specifica
autorizzazione rilasciata da Banca d'Italia, ed essa si tratta di un'applicazione del art 10, 3comma
TUB, che consente alle banche di esercitare "anche ogni altra attività finanziaria" , ovviamente
secondo la disciplina propria di ciascuna.
DEFINIZIONE E CONTENUTI
La consulenza in senso proprio assicura un elevato grado di tutela, perché mette al servizio
dell'investitore la professionalità del consulente che suggerirà solo operazioni ritenute adeguate,
assumendosene anche la responsabilità.
CONFLITTI DI INTERESSE:
Oltre a valutare l'adeguatezza il consulente dovrà fornirci tutte le informazioni necessarie ed evitare
o gestire correttamente i conflitti di interessi:
In quanto possa esistere un rapporto che lega il consulente alla società che emette i prodotti
oggetto delle sue raccomandazioni. Può accadere, infatti, che il soggetto stesso che presta la
consulenza sia emittente di strumenti finanziari (o che lo siano altre società del suo gruppo): si pensi
ad una banca appartenente a un gruppo di cui fa parte anche una società di gestione di fondi
comuni. Può anche accadere che il consulente riceva degli incentivi (sotto forma di compensi,
commissioni o prestazioni non monetarie) dalla società che emette i prodotti consigliati.
Sono situazioni che il consulente deve gestire con correttezza e serietà, delle quali deve informarci.
che possono essere gestiti non solo da società di gestione di mercati regolamentati ma anche da sim
e banche autorizzate alla prestazione di questo servizio.
I soggetti autorizzati devono rispettare determinati requisiti e regole per garantire un processo di
negoziazione equo, ordinato e trasparente nei confronti degli utenti e comunicare alla Consob una
serie di informazioni relative ai soggetti e agli strumenti ammessi alla negoziazione, alle regole di
funzionamento del sistema e alle regole di vigilanza adottate per garantire l'ordinato svolgimento
delle negoziazioni.
Dal punto di vista dei risparmiatori, il sistema multilaterale di negoziazione non è altro che una
delle sedi di negoziazione che l'intermediario esecutore di ordini utilizza al fine di conseguire il
miglior risultato possibile per i clienti.
FOCUS:
L'elenco delle fattispecie previste dal TUF su "servizi e attività di investimento" è comunque
APERTO, al fine di tener conto dell'evoluzione dei mercati finanziari, in particolare il TUF abilita
il ministro dell'economia e delle finanze ad individuare con proprio regolamento, adottato sentito
BANCA D'ITALIA E CONSOB, nuovi servizi ed attività d'investimento.
TUTTAVIA...accanto ai servizi d'investimento, le imprese di investimento e le banche sono
autorizzate ad offrire alla propria clientela una serie di servizi accessori;
- custodia e amministrazione di strumenti finanziari;
– locazione di cassette di sicurezza;
– concessione di finanziamenti per effettuare operazioni relative a strumenti finanziari nelle
quali interviene il soggetto che concede i finanziamenti;
– consulenza alle imprese in materia di struttura finanziaria, industriale e in materia di
concentrazione e acquisti di imprese;
– servizi connessi all'emissione o al collocamento di strumenti finanziari; - ricerca in materia
di investimenti, analisi finanziaria o altre forme di raccomandazione generale riguardanti strumenti
finanziari;
– intermediazione in cambi collegata alla prestazione di servizi di investimento.
Per prestare servizi accessori non occorre, a differenza dei servizi di investimento, alcuna
autorizzazione e, quindi, li possono prestare anche soggetti non autorizzati alla prestazione
dei servizi di investimento.
FOCUS:
Nella prestazione dei servizi d'investimento, l'intermediario deve procedere, a seconda del servizio
offerto, a due test; TEST DI ADEGUATEZZA E TEST DI APPROPRIATEZZA.
investire il nostro denaro, sulla nostra propensione al rischio e sulle finalità per cui
investiamo.
Non è possibile prestare consulenza o gestire portafogli senza queste informazioni.
MERA ESECUZIONE
La mera esecuzione di ordini (execution only) è una modalità di svolgimento dei servizi di
esecuzione di ordini e di ricezione e trasmissione di ordini. Questa modalità può essere
adottata solamente se i servizi si riferiscono a: STRUMENTI NON COMPLESSI
• azioni quotate in un mercato regolamentato;
• strumenti del mercato monetario;
• obbligazioni e altri titoli di debito (come i titoli di Stato);
• fondi armonizzati (sono i comuni fondi di investimento);
• altri strumenti finanziari non complessi.
Nella mera esecuzione l’intermediario esegue l’ordine senza dover valutare se l’operazione è
appropriata per il cliente e, conseguentemente, non deve chiedergli alcuna informazione.
Restano comunque fermi gli altri obblighi quali, ad esempio, quello di informare i clienti e di
rispettare le regole in materia di conflitti di interessi.
Il servizio è quindi di norma adatto a chi già ha una buona esperienza e conoscenza in materia di
investimenti e pensa quindi di sapere fare da sé. Non a caso la mera esecuzione di ordini può essere
fornita solo su richiesta espressa del cliente.
VANTAGGI/SVANTAGGI MERA ESECUZIONE:
-costi inferiori per il cliente, che non dovrà pagare alcuna commissione all'intermediario,
assumendosi però un maggior rischio, legato alla propria conoscenza finanziaria circa lo strumento
oggetto di investimento.
1. le azioni e gli altri titoli rappresentativi di capitale di rischio negoziabili sul mercato dei
capitali;
2. le obbligazioni, i titoli di Stato e gli altri titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali;
3. gli strumenti finanziari, negoziabili sul mercato dei capitali, previsti dal codice civile;
4. le quote di fondi comuni di investimento;
5. i titoli normalmente negoziati sul mercato monetario;
6. qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permetta di acquisire gli strumenti indicati
nei punti precedenti e i relativi indici;
7. i contratti futures su strumenti finanziari, su tassi di interesse, su valute, su merci e sui
relativi indici, anche quando l’esecuzione avvenga attraverso il pagamento di differenziali in
contanti;
8. i contratti di scambio a pronti e a termine (swaps) su tassi di interesse, su valute, su merci
nonché su indici azionari (equity swaps), anche quando l’esecuzione avvenga attraverso il
pagamento di differenziali in contanti;
9. i contratti a termine (forward) collegati a strumenti finanziari, a tassi d’interesse, a valute, a
merci e ai relativi indici, anche quando l’esecuzione avvenga attraverso il pagamento di
differenziali in contanti;
I contratti futures, swaps, forward, di opzione e loro combinazioni sono anche definiti come
strumenti finanziari derivati.
Sono prodotti finanziari gli strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura
finanziaria, Gli strumenti finanziari infatti appartengono al genere prodotti finanziari, ma non li
esauriscono, essi sono rilevanti in tema di OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO, OFFERTA
FUORI SEDE, OFFERTA AL PUBBLICO.
In primo luogo il prodotto finanziario è necessariamente : una forma di investimento di natura
finanziaria. Andando per esclusione, dunque, si deve negare di essere in presenza di un prodotto
finanziario se non c'è un impiego di risorse, diretto all'ottenimento di un corrispettivo.
L’offerta fuori sede va tenuta distinta dalla semplice pubblicità, inoltre va tenuta distinta, altresì,
dalle c.d. “tecniche di comunicazione a distanza”, per le quali è prevista una specifica disciplina.
Dall’art. 32 secondo cui «per tecniche di comunicazione a distanza si intendono le tecniche di
contatto con la clientela diverse dalla pubblicità, che non comportano la presenza fisica e
simultanea del cliente e del soggetto offerente o di un suo incaricato»
Per una più approfondita analisi dell'offerta fuori sede, analizziamo le singole parole :
"PROMOZIONE/offerta"--"FUORI SEDE";
-Promozione: ogni attività che si sostanzi non soltanto nella vera e propria “vendita” del servizio,
ma anche in una attività promozionale finalizzata a tale vendita, intesa come personalizzazione del
messaggio e nel suo orientamento alla conclusione di un contratto.
-sede:
“sede”: stabile organizzazione di mezzi e di persone, aperta al pubblico, dotata di autonomia
tecnica e decisionale, che presta in via continuativa servizi o attività di investimento».
"fuori sede": và inteso in senso ampio, sia sede legale, secondarie,sia qualsiasi altra articolazione
territoriale del soggetto offerente.
RESPONSABILITA':
L’art. 31, comma 3, TUF prevede che « il soggetto abilitato che conferisce l’incarico è
responsabile in solido dei danni arrecati a terzi dal promotore finanziario, anche se tali danni
siano conseguenti a responsabilità accertata in sede penale».
Tale norma pone in capo all’intermediario abilitato una responsabilità rafforzata, rispetto a quella
derivante dal diritto comune, per l’operato del promotore finanziario.
L’intermediario, infatti, risponde in solido con il promotore .
Il presupposto è che l’intermediario professionale deve essere in grado di controllare attraverso
appositi meccanismi l’operato dei propri promotori.
CASI DI ESCLUSIONE:
La legge individua due casi di esclusione dalla disciplina dell’offerta fuori sede.
1. SOGGETTIVA: «non costituisce offerta fuori sede quella effettuata nei confronti dei
clienti professionali», (si vuole tutelare l’investitore debole).
2. l’oggetto dell’attività: diritto di recesso nell’offerta fuori sede non si applica alle OPV o
sottoscrizione di azioni con diritto di voto, o di altri strumenti finanziari che permettono di
acquisire o sottoscrivere azioni, purché le azioni e gli strumenti finanziari siano negoziati in
mercati regolamentati.
In campo bancario e finanziario, esistono due categorie di soggetti cui è riservata l'offerta fuori
sede di concessione di finanziamenti, I MEDIATORI CREDITI, E GLI AGENTI.
MEDIATORI CREDITIZI:
È Mediatore creditizio il soggetto che mette in relazione, anche attraverso attività di
consulenza, banche o intermediari finanziari previsti dal Titolo V del TUB con la
potenziale clientela per la concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma, è necessario
che il soggetto ottenga l’iscrizione in un apposito Elenco tenuto dall'OAM.
I requisiti richiesti sono: professionalità, onorabilità,requisiti economici,tecnici, patrimoniali.
generale in Italia, diverse dalle banche e dagli intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto
dall’articolo 107 del T.U. bancario, autorizzate a svolgere i servizi di investimento.
Capitolo 7
GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO:
può essere definita come "IL SERVIZIO CHE SI REALIZZA ATTRAVERSO LA GESTIONE DI
OICR(organismi di investimento collettivo del risparmio) E DEI RELATIVI RISCHI"
Per Oicr si intende "l'organismo Istituito per la prestazione del servizio di gestione collettiva del
risparmio, il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante emissione e l'offerta
di quote o azioni , gestito in monte nell'interesse degli investitori e in autonomia dai
medesimi,nonché investito in :
-strumenti finanziari,
-crediti,
-partecipazioni
-o altri beni mobili o immobili.
OICR: attività gestoria si svolge in monte, e cioè nell'interesse e per conto di una pluralità di
investitori.
,da qui l'espressione OICR A CAPITALE VARIABILE(diritto di rimborso previsto in via periodica
o ricorrente , anche se non è prevista periodicità o frequenza minima)
OICR CHIUSI: sono tutti quelli diversi da quelli aperti. Definiti in via residuale.
Il diritto di rimborso è concesso solo alla scadenza del fondo, e l'emissione delle quote avviene solo
in occasione della loro costituzione.(CASO SPECIALE. Se un investitore intende liquidare la
propria posizione prima della scadenza, dovrà cercare una controparte disposta ad acquistare le sue
quote, e quindi a partecipare al fondo.)
Inoltre un ulteriore elemento di distinzione tra le diverse categorie di oicr attiene alla struttura:
OICR CON FORMA SOCIETARIA: SICAV E SICAF
OICR CON FORMA CONTRATTUALE : fondi comuni di investimento
DISCIPLINA
Entrambe le categorie sono disciplinate da un apposito documento, il regolamento di gestione nel
caso dei fondi comuni e lo statuto nel caso delle Sicav.
OICR CONTRATTUALI
FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO
Il fondo comune di investimento è gestito dalla società di gestione del risparmio che lo ha
istituito o dalla società di gestione subentrata nella gestione.
Il rapporto di partecipazione al fondo comune di investimento è disciplinato dal
regolamento del fondo. La Banca d'Italia, sentita la Consob, determina i criteri generali di
redazione del regolamento del fondo diverso dal FIA riservato e il suo contenuto minimo., a
integrazione di quanto previsto dall'articolo 39.
La Sgr che ha istituito il fondo o la società di gestione che è subentrata nella gestione
agiscono in modo indipendente e nell’interesse dei partecipanti al fondo,assumendo verso questi
ultimi gli obblighi e le responsabilità del mandatario.
Ciascun fondo comune di investimento, o ciascun comparto di uno stesso fondo,
costituisce patrimonio autonomo, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della società di
gestione del risparmio e da quello di ciascun partecipante, nonché da ogni altro patrimonio
gestito dalla medesima società; delle obbligazioni contratte per conto del fondo, la Sgr risponde
esclusivamente con il patrimonio del fondo medesimo. Su tale patrimonio non sono ammesse
azioni dei creditori della società di gestione del risparmio o nell'interesse della stessa, né quelle
dei creditori del depositario o del sub depositario o nell'interesse degli stessi. Le azioni dei
creditori dei singoli investitori sono ammesse soltanto sulle quote di partecipazione dei
medesimi. La società di gestione del risparmio non può in alcun caso utilizzare, nell'interesse
proprio o di terzi, i beni di pertinenza dei fondi gestiti.
Le quote di partecipazione ai fondi comuni, sono nominative o al portatore, secondo
quanto previsto nel regolamento del fondo. La Banca d’Italia può stabilire in via generale,
sentita la Consob, le caratteristiche dei certificati e il valore nominale unitario iniziale delle
quote, tenendo conto anche dell’esigenza di assicurare la portabilità delle quote.
BANCA DEPOSITARIA
Art. 47 T.U.F.
(Incarico di depositario)
Per ciascun Oicr il gestore conferisce l’incarico di depositario a un unico soggetto, cui sono
affidati i beni dell’Oicr secondo quanto previsto nel presente capo.
Art. 37 T.U.F.
Regolamento del fondo
Il regolamento dei fondi chiusi diversi dai FIA riservati prevede che i partecipanti possono
riunirsi in assemblea esclusivamente per deliberare sulla sostituzione del gestore. L'assemblea è
convocata dal consiglio di amministrazione della società di gestione anche su richiesta dei
partecipanti che rappresentano almeno il 5 per cento del valore delle quote in circolazione e le
deliberazioni sono approvate con il voto favorevole della maggioranza assoluta delle quote degli
intervenuti all’assemblea. Il quorum deliberativo non può in ogni caso essere inferiore al 10 per
cento del valore di tutte le quote in circolazione.
Sia l'attività di ISTITUZIONE E GESTIONE del fondo sono riservate alle società di gestione del
risparmio.
Con il recepimento della direttiva AIFMID, soggetti autorizzati sono anche gestori basati nel UE,
con i requisiti della direttiva UCITS, ma anche quelli fuori UE, che rispettano i requisiti.
LA GESTIONE COLLETTIVA è PRECLUSA A: SIM , BANCHE, ALTRI SOGGETTI CHE
OPERANO NEI MKT FINANZIARI.
FOCUS:
PATRIMONIO AUTONOMO, distinto a tutti gli effetti dal patrimonio della società di gestione del
risparmio, e da quello di ciascun partecipante, delle obbligazioni contratte per conto del fondo, la
Sgr risponde esclusivamente con il patrimonio del fondo medesimo.
Su tale patrimonio non sono ammesse azioni dei creditori della SGR , né quelle dei creditori del
depositario
Le azioni dei creditori dei singoli investitori sono ammesse soltanto sulle quote di partecipazione
dei medesimi.
LA SGR non può in alcun caso utilizzare, nell'interesse proprio o di terzi, i beni di pertinenza dei
fondi gestiti.
L'autonomia del fondo, garantisce una tutela forte degli interessi degli investitori e di proteggere il
loro patrimonio da eventuali azioni da terzi.
Infine, il fondo comune è privo di personalità giuridica, anche se sikuramente un centro di
imputazione di interessi.
DIVERSI MODELLI
Ai sensi del art 39 T.U.F., spetta al ministro del economia e delle finanze, con proprio regolamento
emanato sentita BANKITALIA e CONSOB, il compito di determinare i criteri generali cui
devono uniformarsi i fondi, con riguardo a:
-oggetto del investimento
-categoria di investitori ai quali offrire quote
-forma aperta o chiusa
-durata minima o massima del fondo
-scritture contabili, rendiconto, prospetti periodicità che le società di gestione devono redigere
-i requisiti e i compensi spettanti agli esperti, x la valutazione dei beni del patrimonio del fondo
FONDI ALTERNATIVI:
"tutti i fondi che non rientrano nel ambito della direttiva UCITS".
“Hedge fund” come lo strumento finanziario che ha la possibilità –negata ai gestori tradizionali- di
usare uno o più strumenti o strategie di investimento sofisticati quali :
-short selling,
-derivati, (option e futures)
>> E' "di investimento" perché le somme raccolte devono necessariamente essere investite,
con le modalità stabilite dalla legge e dal regolamento del fondo.
Altri soggetti che intervengono nella vita di un fondo chiuso sono il collocatore delle quote, in
genere una banca o una sim, e la banca depositaria, che materialmente custodisce titoli e le
risorse monetarie del fondo.
La Banca d'Italia, sentita la Consob, autorizza la costituzione delle Sicav e delle Sicaf se ricorrono
le seguenti condizioni:
a) è adottata la forma di società per azioni
b) la sede legale e la direzione generale della società sono situate nel territorio della
Repubblica;
c) il capitale sociale è di ammontare non inferiore a quello determinato in via generale
dalla Banca d'Italia;
d) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo---> onorabilità e
professionalità ;
e) i titolari delle partecipazioni ---> onorabilità
per le Sicav lo statuto prevede come oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio
raccolto mediante offerta delle proprie azioni;
per le Sicaf lo statuto prevede come oggetto esclusivo l’investimento collettivo del patrimonio
raccolto mediante offerta delle proprie azioni e degli strumenti finanziari partecipativi indicati nello
statuto stesso
Le Sicav e le Sicaf autorizzate in Italia sono iscritte in appositi albi tenuti dalla Banca d'Italia.
L’albo delle Sicav è articolato in due sezioni distinte a seconda che le Sicav siano costituite in forma
di OICVM o FIA.
SICAF "L'OICR chiuso costituito in forma di SPA a capitale fisso con sede legale e direzione
generale in Italia avente x oggetto esclusivo l'investimento collettivo del patrimonio raccolto
mediante l'offerta di proprie azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi"
Sicav e sicaf possono costituirsi solo previa autorizzazione della Banca d'Italia, sentita Consob.
FOCUS: l'elemento caratteristico delle sicav e sicaf è che l'intera gestione del patrimonio viene
affidata ad un gestore terzo(soggetto autorizzato alla prestazione del servizio di gestione collettiva) ,
perciò si assiste, ad una scissione tra:
– soggetto che istituisce l'organismo di investimento collettivo
– e il soggetto che lo gestisce.
Capitolo 8
LE BANCHE
Banca "impresa autorizzata al'esercizio dell'attività bancaria"
attività bancaria; è costituita dalla raccolta di risparmio tra il pubblico e dall'esercizio del credito.
Oltre all'attività bancaria le banche possono esercitare ogni altra attività finanziaria, secondo la
disciplina propria di ciascuna, nonché attività connesse e strumentali.
LEGGE BANCARIA 1936: prevedeva distinzione tra aziende e istituti di credito.
Molto rilevante era la componente di enti creditizi pubblici, soggetti la cui natura giuridica era
quella dell'ente pubblico imprenditore (es:casse di risparmio e istituti di credito di diritto pubblico)
Alla metà degli anni 80 --> processo di ammodernamento del sistema bancario, volto a dotare le
banche di modelli organizzativi e strutturali più adeguati ad un contesto in rapida evoluzione.
Mercato poco aperto, poco competitivo, situazioni di inefficienza, contenuta capacità operativa,
difficoltà di incrementare il proprio patrimonio --> svantaggio competitivo delle banche pubbliche,
rispetto alle private.
Sotto il profilo della organizzazione degli enti, si rafforza il convincimento che il modello
societario, ed in particolare, quello delle SPA, potesse essere quello più idoneo a rispondere alle
esigenze del mercato.
Dal nome del precedente Ministro del tesoro Giuliano Amato(1987-1989), durante il Governo
Andreotti VI, ha previsto due forme fondamentali di ristrutturazione degli enti creditizi pubblici:
a) trasformazione diretta in SPA(solo per gli enti pubblici creditizi, il cui fondo di dotazione aveva
una componente associativa)
b)conferimento della azienda bancaria dell'ente pubblico creditizio, in una o più SPA, già esistenti
o di nuova istituzione.(sia per enti pubblici creditizi a struttura di fondazione, che da quelli il cui
fondo di dotazione aveva una componente associativa)
Inoltre la legge garantiva anche una continuità operativa, tra l'ente conferente e la società bancaria
conferitaria, prevedendo la presenza nel consiglio di amministrazione e nel collegio sindacale della
società conferitaria, i componenti degli organi di gestione e controllo dell'ente conferente.
FOCUS:
Tuttavia l'unica eccezione è costituita dalle BANCHE COOPERATIVE(banche popolari e banche
di credito cooperativo) le quali hanno la forma di società cooperativa x azioni.
Esse hanno una finalità diversa dalle spa(distribuzione dei dividendi), ma piuttosto quello di offrire
ai propri soci prodotti e servizi a condizioni vantaggiose(mutualità prevalente)
Infine con il recepimento della seconda direttiva del 1992, viene meno il principio di
specializzazione temporale, ed anzi viene recepito il modello della banca universale.
FOCUS FONDAZIONI:
Una fondazione bancaria è una persona giuridica non profit(senza scopo di lucro), privata e
autonoma, che persegue esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo
economico, appartenente all'ordinamento civile
LA VIGILANZA SULLE FONDAZIONI è AFFIDATA AL MINISTRO DEL ECONOMIA.
Prima:
Agli inizi del 800, le Casse di Risparmio, erano istituti nei quali convivevano due anime:
---quella rivolta all’esercizio del credito
--- quella dedicata a interventi di utilità sociale nei confronti delle comunità di riferimento.
Negli anni Novanta le Casse di Risparmio sono state oggetto di una profonda e radicale
trasformazione, che ha fortemente modificato il loro assetto.
Fino al 1994 le Fondazioni avevano l’obbligo di mantenere il controllo della maggioranza del
capitale sociale della società bancaria conferitaria.
2010, UN D.L
Ha chiarito che la vigilanza di legittimità sulle fondazioni di origine bancaria è attribuita al MEF.
È a previsto che il MEF invii entro il 30 giugno di ogni anno una relazione al Parlamento circa
l'attività svolta dalle fondazioni nell'anno precedente, con riferimento, tra l’altro, agli interventi
finalizzati a promuovere lo sviluppo economico-sociale nei territori locali in cui operano le
medesime
GRUPPO CREDITIZIO
Modello organizzativo alternativo alla banca universale.
Il gruppo bancario è una struttura composita di più intermediari, con una società capogruppo
e più società controllate, ciascuna delle quali svolge una o più attività fra quelle prescelte,
secondo un maggior un grado di specializzazione.
Nella struttura di gruppo polifunzionale tali attività sono svolte quindi da unità giuridiche
distinte, partecipate dalla holding.
L'emersione di tali gruppi risale agli anni 90, con la legge Amato, e sempre in questi anni è stata
data una prima parziale disciplina ai gruppi creditizi, essenzialmente al fine di consentire una
vigilanza sugli stessi (v. vigilanza su base consolidata).
Il gruppo bancario può essere composto solo da : Banche, società finanziarie(esse esercitano in
via esclusiva o prevalente, l'attività di assunzione di partecipazioni), società di partecipazione
finanziaria mista e società strumentali.
CAPO GRUPPO:
Tuttavia, la capogruppo deve rivestire la forma di società di capitali.
La capogruppo--> emana disposizioni alle componenti del gruppo per l'esecuzione delle
istruzioni impartite dalla Banca d'Italia nell'interesse della stabilità del gruppo.
Gli amministratori delle società del gruppo sono tenuti a fornire ogni dato e informazione.
La Banca d'Italia accerta che lo statuto della capogruppo e le sue modificazioni non
contrastino con la gestione sana e prudente del gruppo stesso.
La capo-gruppo costituisce il referente dell’ autorità per l'esercizio della vigilanza su base
consolidata, sia per quanto riguarda l'informativa che la regolamentazione, inoltre essa deve
improntare l'attività di direzione e coordinamento ai principi di corretta gestione societaria e
imprenditoriale.
Il gruppo deve essere iscritto in un apposito albo tenuto dalla Banca d'Italia.
La Banca d'Italia può procedere d'ufficio all'accertamento dell'esistenza di un gruppo
bancario e alla sua iscrizione nell'albo e può determinare la composizione del gruppo
bancario anche in difformità da quanto comunicato.
La capogruppo, che ha funzioni di vigilanza e controllo sulle controllate, comunica alla Banca
d'Italia l'esistenza del gruppo bancario e la sua composizione aggiornata.
FOCUS:
Le società strumentali: svolgono attività che hanno carattere ausiliario all’attività delle altre
Capitolo 9
I SOGGETTI OPERANTI NEL SETTORE FINANZIARIO
Il MEF, sentita la Banca d'Italia, specifica il contenuto delle attività indicate nel comma 1, e in quali
circostanze ricorra l’esercizio nei confronti del pubblico.
VIGILANZA:
La Banca d'Italia emana disposizioni di carattere generale aventi a
oggetto: il governo societario, l'adeguatezza patrimoniale, il contenimento
del rischio nelle sue diverse configurazioni, l'organizzazione
amministrativa e contabile, i controlli interni e i sistemi di remunerazione e
incentivazione nonché l’informativa da rendere al pubblico sulle predette
materie.
La Banca d'Italia può adottare, ove la situazione lo richieda, provvedimenti specifici nei confronti di
singoli intermediari per le materie in precedenza indicate.
ESAME chiesta:
L'attività di emissione di moneta elettronica è costituita da tutte le operazioni:
quali L'EMITTENTE procede a memorizzare nel dispositivo elettronico del RICHIEDENTE una
posizione di disponibilità monetaria di entità non superiore alla somma di denaro ricevuta(c.d.
Caricamento); mette il titolare del dispositivo in condizione di disporre della moneta elettronica in
esso "caricata".
Inoltre,gli IMEL possono prestare sevizi di pagamento e relative attività accessorie, servizi operativi
accessori strettamente connessi all'emissione di moneta elettronica.
AUTORIZZAZIONE IMEL
La Banca d’Italia autorizza gli istituti di moneta elettronica quando
ricorrono le seguenti condizioni:
a) sia adottata la forma di SPA, SAPA, SRL, SCoop
b) la sede legale e la direzione generale siano situate nel territorio della
Repubblica;
c) il capitale versato sia di ammontare non inferiore a quello
determinato dalla Banca d’Italia;
d) venga presentato un programma concernente l’attività iniziale e la
struttura organizzativa, unitamente all’atto costitutivo e allo statuto;
e) sussistano i presupposti per il rilascio dell’autorizzazione prevista
dall’articolo 19 per i titolari delle partecipazioni ivi indicate (2);
e-bis) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e
controllo siano idonei;
f) non sussistano, tra gli istituti di moneta elettronica o i soggetti del
gruppo di appartenenza e altri soggetti, stretti legami che ostacolino
l’effettivo esercizio delle funzioni di vigilanza.
La Banca d’Italia nega l’autorizzazione quando dalla verifica delle condizioni non risulti garantita
la sana e prudente gestione.
VIGILANZA(Banca d'Italia)
Sono soggetti a : VIGILANZA INFO/REGOLAMENTARE/ ISPETTIVA da parte di Banca d'italia.
ISTITUTI DI PAGAMENTO
Sono imprese, diverse dalle banche, e dagli IMEL, autorizzate a prestare servizi di pagamento.
L'autorizzazione è rilasciata dalla Banca d'Italia al ricorrere di specifiche condizioni di forma,
struttura ed organizzazione.
Essa è negata se non risulti garantita la sana e prudente gestione, o il REGOLARE
FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DEI PAGAMENTI
Tuttavia è presente una RISERVA DI ATTIVITA':
-Istituti di pagamento ,
-banche
-istituti di moneta elettronica
è riservata la prestazione dei servizi di payment.
Capitolo 12
CRISI DELLA BANCA
La nuova sezione(III bis)disciplina le ipotesi di crisi delle banche operanti in ambito comunitario e
il riconoscimento delle procedure di risanamento e di liquidazione, sulla base del principio del:
HOME COUNTRY CONTROL(controllo del paese d'origine)esame.
Principio che: esso afferma che qualunque soggetto che opera nel settore finanziario (banca, società
assicurativa, intermediario finanziario etc.) può esercitare la sua attività in tutti i paesi comunitari,
senza dover chiedere alcuna autorizzazione allo Stato in cui intende operare.
Le autorità competenti del paese d’origine hanno poteri di vigilanza e ispezioni nelle succursali
medesime.
A Banca d’Italia spetta il potere circa la chiusura della succursale,in pregiudizio degli interessi dei
depositanti e dei risparmiatori.
Nel rispetto di tale principio, il soggetto che opera fuori dai confini nazionali sarà sempre sottoposto
alla vigilanza delle autorità dello Stato comunitario in cui ha sede legale e amministrazione centrale.
ORA, con il recepimento della direttiva comunitaria, vengono adottati i principi di universalità e di
unità delle procedure di risanamento e di liquidazione, cui la normativa europea è improntata.
In particolare è previsto che I PROVVEDIMENTI, E LE PROCEDURE DI RISANAMENTO E
LIQUIDAZIONE DI BANCHE COMUNITARIE SONO DISCIPLINATI E PRODUCONO I
LORO EFFETTI, senza ulteriori formalità, nell'ordinamento italiano ,secondo la normativa dello
stato d'origine, e che i provvedimenti e le procedure di amministrazione straordinaria, di gestione
provvisoria e di liquidazione coatta amministrativa di banche italiane si applicano e producono i
loro effetti negli altri stati comunitari.
L'apertura delle procedure è rimessa sia rimessa in via esclusiva all'autorità di vigilanza dello Stato
di origine della banca e le relative procedure hanno efficacia in tutti gli Stati comunitari, con
l'applicazione della disciplina dello Stato d'origine.
In deroga al principio generale (dell'universalità), la legge stabilisce che taluni effetti di un
provvedimento di risanamento o dell'apertura di una procedura di liquidazione sono disciplinati
dalla legge dello Stato ospitante: effetti su contratti di lavoro, contratti che contengono diritto di
godimento di un bene immobile, diritti relativi a beni immobili.
I provvedimenti di AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA, GESTIONE PROVVISORIA, E
LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA adottati nei confronti di una banca Italiana che
abbia succursali o presti servizi in altri Stati comunitari sono pubblicati per estratti anche nella
Gazzetta ufficila e delle comunità europee e in 2 quotidiani a diffusione nazionale di ciascun stato
ospitante.
Le banche comunitarie quindi, sono sottratte all'applicazione delle norme nazionali disciplinanti le
crisi conclamate(quindi Amm. Straordinaria, liquidazione coatta)pur potendo subire ,in via
cautelare, taluni interventi delle autorità di vigilanza italiane.
finanziaria, condizionandola (in senso positivo o negativo) attraverso l'orientamento della medesima
verso il perseguimento di determinati obbiettivi ovvero mediante il divieto determinati atti.
Tra i provvedimenti ingiuntivi , quello di maggiore gravità è il divieto di intraprendere nuove
operazioni, esso infatti paralizza l'esercizio dell'attività imprenditoriale, limitandola allo
svolgimento di quelle sole operazioni che non rivestono il carattere della novità.
L'art 78 del TUB, consente alla banca d'Italia, in caso di violazioni di disposizioni legislative,
amministrative o statutarie o al manifestarsi di irregolarità di gestione da parte di banche autorizzate
in Italia, di imporre il divieto di intraprendere nuove operazioni oppure di ordinare la chiusura di
succursali.
AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA
Nel caso in cui, l'organismo bancario o finanziario presenti uno stadio , nel quale già emergano
gravi irregolarità o perdite rilevanti, tale situazione deve essere affrontata attraverso la stabile
sostituzione autoritaria degli organi di amministrazione e controllo dell'impresa.
La disciplina è dettata dagli art 70 TUB per le banche.
ART 56 TUF per le SIM, SGR, SICAV(mediante richiamo alla disciplina bancaria , in quanto
compatibile.)
PRESUPPOSTI
FASE 1:
Il MEF, può adottare, su proposta della Banca d'Italia, il decreto di amministrazione straordinaria di
una banca allorché risultino :
-GRAVI IRREGOLARITA' NELL'AMMINISTRAZIONE
(((lo scioglimento degli organi può essere proposto sia con istanza motivata dagli organi
amministrativi dall’assemblea straordinaria o del commissario provvisorio(art.70 TUBC)))))
FASE 2:
Il decreto del MEF, è pubblicato per estratto nella Gazzetta ufficiale, e gli effetti DECADENZIALI
E SOSPENSIVI del provvedimento decorrono dalla data del medesimo.
Perciò, a seguito del decreto ministeriale, le funzioni degli organi della banca sono sospese.
Banca d'Italia, con proprio provvedimento, da emanarsi entro 15 giorni, dalla data del decreto,
provvede a nominare:
---uno o più (in genere 3)commissari straordinari
---un comitato di sorveglianza, composto da tre o 5 membri, che nomina a maggioranza il proprio
presidente.
Pertanto gli organi dell’amministrazione straordinaria devono possedere requisiti di:
– professionalità
– onorabilità
– indipendenza
FASE 3:
Entro 15 giorni dalla comunicazione della nomina, i commissari depositano in copia gli atti di
nomina degli organi della procedura e del presidente del comitato di sorveglianza per l'iscrizione nel
FASE 4:
ADEMPIMENTI FINALI
Al termine della procedura, sia che si concluda con:
– IL RITORNO ALLA GESTIONE ORDINARIA, intesa come superamento della situazione
di crisi e la ricostituzione degli organi della banca
– o che si evolva IN LIQUIDAZIONE COATTA
DURATA
L'A straordinaria, dura 1anno dalla data di emanazione del decreto del MEF, salvo che il decreto
fissi una durata inferiore o la chiusura della gestione straordinaria.
In situazione eccezionali è prevista una proroga per un periodo non superiore ai sei mesi.
POTERI DEGLI ORGANI STRAORDINARI
Entro 15gg dal MEF , banca d'Italia deve nominare i commissari straordinari ed entro altri
15gg il provvedimento viene iscritto nel registro delle imprese.
I commissari straordinari si insediano, prendendo in consegna l'azienda dagli organi amministrativi,
disciolti con un sommario processo verbale.
In casi particolari è ammesso l'ausilio della forza pubblica.
ADEMPIMENTI FINALI:
Al termine della procedura, sia che si concluda con:
– IL RITORNO ALLA GESTIONE ORDINARIA, intesa come superamento della situazione
di crisi e la ricostituzione degli organi della banca
I PROVVEDIMENTI STRAORDINARI:
consistono nella chiusura di succursali, e nel divieto di intraprendere nuove operazioni. Sono
richiesti i stessi presupposti per l'AS, ma si connotano per la minore gravità.
Per le succursali di banche extra UE, si aggiunge il presupposto di insufficienza fondi.
PROCEDIMENTO:
la procedura si apre su richiesta motivata del CDA o dell'assemblea straordinaria,dei commissari
straordinari, o dei liquidatori. Bi valuta attentamente se aprire la procedura o meno, salvo che sia
dichiarata lo stato d'insolvenza da parte del tribunale, in quel caso la procedura è un atto dovuto.(la
dichiarazione dello stato d'insolvenza può avvenire prima o dopo l'apertura della procedura)
ATTIVITA' LIQUIDATIVE
le attività dei commissari liquidatori e volta ad espletare le procedure di liquidazione, esse sono
previste nella cosiddetta sequenza:
1)INSEDIAMENTO COMMISSARI
1)ACCERTAMENTO DEL PASSIVO della banca(i commissari comunicano ai creditori
l'importo dovuto loro, se un creditore non riceve nulla, deve comunicare il suo credito entro
60gg dal inizio della LCA)
2)entro 90gg, va redatto ad opera dei commissari, LO STATO DEL PASSIVO, che va
presentato e depositato alla cancelleria del tribunale
3)ESPLETAMENTO DEGLI ADEMPIMENTI perché lo stessa divenga esecutivo,
4)Il REGIME DELLE POSSIBILI OPPOSIZIONI ALLO STATO PASSIVO
I commissari sono liquidatori sono muniti di tutti i poteri occorrenti per realizzare l'attivo.
Esempio dei POTERI:
– liquidazione atomistica dell'azienda bancaria o finanziaria, sia quello di cessione aggregata
– la cessione in blocco delle attività e della passività dell'azienda, di rami dell'azienda, e
rapporti giuridici.
CONCORDATO DI LIQUIDAZIONE
La procedura di liquidazione coatta di una banca si può concludere con:
-il riparto delle attività realizzate
-esecuzione di un concordato.
In qualsiasi fase della procedura di LCA, può essere presentata al tribunale del luogo dove l'impresa
ha sede legale, una proposta di concordato di liquidazione, da i commissari(con il parere del
comitato di sorveglianza), o la banca. Tale proposta deve contenere la % offerta ai creditori
chirografari, il tempo del payment e le eventuali garanzie.
La proposta di concordato e il parere degli organi liquidatori sono depositati nella cancelleria del
tribunale.
Il tribunale decide,in camera di consiglio,sulla proposta di concordato, tenendo conto del parere
degli interessati e di BI.
All'esecuzione del concordato sovrintendono i commissari liquidatori, assistiti dal comitato di
sorveglianza, nel rispetto delle direttive fornite dalla banca d'Italia.
Eseguito il concordato, la società può uscire dalla fase liquidativa.
APPROFONDIMENTO:
COMITATO: cui compete la valutazione dell'esistenza di una minaccia sistemica per l'intero
settore finanziario, nonché della disponibilità di eventuali soluzione basate sul settore privato.
COMMISSIONE: cui spetta decidere di avviare la risoluzione della crisi e indicare al comitato gli
strumenti di risoluzione da utilizzare.
Sarà quindi il comitato ad adottare un programma di risoluzione, in collaborazione con le autorità
nazionali, le quali daranno poi esecuzione alle misure stabilite dal comitato.
APPROFONDIMENTO BAIL-IN
Il bail in - letteralmente 'cauzione interna' - è il cuore della normativa sul risparmio entrata in vigore
lo scorso 1° gennaio nei Paesi aderenti all'Unione europea.
Voluta nel giugno 2013, nei giorni della crisi di Cipro e delle sue banche, introduce in tutti i paesi
europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche.
Si basa sul concetto che, per il salvataggio di una banca, a pagare debbano essere in primo luogo gli
azionisti dell'istituto stesso, senza ricorrere ad aiuti esterni, di un'altra società o, in particolare, dello
Stato (in questo caso ci troveremmo di fronte a un bail out).
L'obiettivo della direttiva Brrd,( Bank Recovery and Resolution Directive), è quello di evitare altri
salassi pubblici come nel caso dell'Abn Amro e di alcuni istituti tedeschi, travolti dalla crisi dei
mutui subprime e rimasti in vita grazie a pesanti iniezioni di denaro pubblico.
Sulle procedure vigileranno la Banca centrale europea (Bce) e, entro i nostri confini, Bankitalia e
Consob.
CHI RISCHIA DAVVERO CON IL BAIL-IN?
1) In prima linea ci sono gli azionisti che, come nel caso dei quattro istituti salvati di recente,
vedranno azzerato il valore delle proprie azioni.
2) Se la cifra non è sufficiente, si andrà ad agire sulle “azioni di risparmio” e sulle obbligazioni
convertibili in azioni emesse dall'istituto bancario in crisi.
3) Al terzo gradino di rischio, troviamo i «titoli subordinati senza garanzia», ovvero quelle
obbligazioni subordinate diventate tristemente famose con il crac delle quattro banche.
4) E poi ancora alle altre obbligazioni non garantite, tra cui quelle 'senior insecured'.
CHI E' TUTELATO?
Depositari con conti inferiori ai 100mila euro nulla. Questi risparmi, infatti, vengono comunque
coperti dal Fondo di garanzia dei depositi, copertura di 100'000 ogni depositario (la cifra sale a
200mila se il conto è cointestato).
Tra il 2008 e il 2011 ben 4.500 miliardi di aiuti di Stato fluirono nelle casse di istituti vicini al
fallimento. E in testa alla classifica dei salvataggi si ponevano due solidi Paesi come Gran Bretagna
e Germania. Tutte operazioni di "bail out", vale a dire quelle nelle quali è proprio il denaro pubblico
a mettere una pezza alle perdite private, per evitare le conseguenze sociali del fallimento di una
banca.
Capitolo 14
ATTIVITA' E REGOLMENTAZIONE DELLE AGENZIE DI RATING
Rating è un termine inglese col quale in ambito economico, finanziario e borsistico si definisce un
giudizio variabile sulla capacità di un'emittente di far fronte alle obbligazioni contratte. A emettere
il cosiddetto rating sono di norma le Agenzie specializzate. S&P, Moody's e Fitch sono le tre
Agenzie di rating più importanti.
Più il rating su un’azienda o su uno Stato sovrano è elevato, più la società o la nazione in oggetto è
giudicata solvibile in materia di solidità finanziaria e capacità di far fronte nel tempo alle proprie
obbligazioni. Più è basso il rating, più viene considerato elevato invece il rischio di insolvenza.
TIPI DI RATING:
-Il rating di credito emesso sul debito di una società
-rating di credito internazionale che valutano i rischi, e quindi le spese, di un investitore che
voglia trasferire nella valuta della propria nazione i titoli espressi nella valuta di un altro stato.
-rating sul debito delle nazioni. Essendo gli stati i maggiori debitori in assoluto, le agenzie di
rating valutano e classificano i titoli del loro debito in base alla capacità che gli stessi stati
dimostrano di fronteggiarli.
Un altro tipo di rating è il “Country ceiling rating” che valuta i rischi di un investimento in uno
stato che possa attuare delle misure per bloccare eventuali uscite di capitale dai propri confini. Con
questo tipo di rating gli investitori possono valutare anche questo tipo di rischio. Appare evidente lo
stretto legame che intercorre fra questi ultimi tre tipi di rating, ma esistono anche altri tipi di
valutazione che le agenzie di rating sono capaci di emettere.
Per emettere il giudizio sulla qualità del debito di una società l’agenzia di rating avvia una
procedura che prevede l’analisi di:
FATTORI QUANTITATIVI:i delle caratteristiche economico-finanziarie della società in
questione. Viene quindi analizzato il bilancio e parametri come la redditività dell’azienda, la sua
capacità di produrre risorse e reddito, la remunerazione del capitale, i flussi di cassa, i rapporti fra i
mezzi propri e il debito, settore stesso e l’andamento del mercato.
FATTORI QUALITATIVI: come l’affidabilità e le capacità del management dell’azienda e la
credibilità dei progetti e degli obiettivi che la società sotto esame si è imposta.
Una volta stabilita la valutazione da assegnare e decisa la pubblicazione dei risultati, il rating è
pubblicato per mezzo di un comunicato stampa sul sito dell’agenzia e tramite i principali mezzi di
informazione finanziaria a livello mondiale.
REGOLAMENTAZIONE
L'attività dell'agenzia di rating è disciplinata da REGOLAMENTI, che prevedono:
Obbligo di adozione di "tutte le misure necessarie per garantire che l'emissione di un rating non sia
influenzato da alcun conflitto di interesse , esistente o potenziale" riconducibile agli esponenti del
management aziendale, ai dipendenti, e qualsiasi persona fisica coinvolta, tali misure devono
ricomprendere l'intero processo di formazione del giudizio.
Sono previste norme sulla trasparenza nella selezione dei TEAM di analisti, nella scelta delle
metodologie e nei modelli tecnici utilizzati.
Capitolo 15
TRASPARENZA BANCARIA
“ L’insieme delle norme che impongono alle banche di fornire alla clientela informazione chiare e
precise sulle condizioni contrattuali delle stesse praticate.”
La legge impone alle banche e agli intermediari finanziari:
di pubblicizzare, in ciascun locale aperto al pubblico, i tassi di interesse, i prezzi, le spese
per le comunicazioni alla clientela e ogni altra condizione economica relativa alle operazioni
e ai servizi offerti.
Il Ministro dell’ Economia e delle finanze (sentita la CONSOB e la BI)
stabilisce con riguardo ai Titoli di Stato:
criteri e parametri per eventuali commissioni applicabili alla clientela
in occasione del collocamento
criteri e parametri volti a garantire la trasparente determinazione dei
rendimenti
gli ulteriori obblichi di pubblicità, trasparenza e propaganda da
osservare nell’ attività di collocamento
Il CICR:
individua le operazioni e i servizi da sottoporre a pubblicità
detta le disposizioni relative a forma, contenuto, modalità di
pubblicità, conservazione di atti e documenti comprovanti le
informazioni pubblicitarie
stabilisce i criteri uniformi per l’ indicazione dei tassi di interesse e
per il calcolo degli interessi
individua gli elementi da indicare negli annunci pubblicitari e nelle
offerte
i contratti devono essere redatti per iscritto a pena di nullità (che, può essere fatta valere solo
dal cliente) e un esemplare degli stessi deve essere consegnato ai clienti: nel contratto
devono essere espressamente indicati il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione
praticati. Nel corso del rapporto, ke condizioni contrattuali possono essere variate in senso
sfavorevole al cliente solo se la clausola negoziale che attribuisce questa facoltà alla banca è
approvata specificamente dal cliente stesso: per essere efficaci queste modifiche unilaterali
delle condizioni contrattuali devono essere comunicate al cliente, il quale, può entre 15
giorni recedere dal contratto ottenendo, in sede di liquidazione del rapporto, l’applicazione
delle condizioni precedentemente praticate.
alla scadenza del contratto e comunque almeno una volta all’anno deve essere inviata alla
clientela una comunicazione completa e chiara in merito allo svolgimento del rapporto ( per
esempio l’estratto conto). Inoltre, attribuisce al cliente il diritto di ottenere, a proprie spese,
entro un congruo termine e comunque non oltre 90 giorni, una copia della documentazione
inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi 10 anni.
Per migliorare la trasparenza e aiutare i cittadini a conoscere meglio i servizi bancari nel 1996
l’associazione bancaria italiana (ABI) ha elaborato il CODICE DI COMPORTAMENTO DEL
SETTORE BANCARIO E FINANZIARIO che detta le regole precise sul risparmio, la concessione
del credito e la concessione di servizi di incasso e pagamento. Il codice è ad adesione volontaria e
può essere sottoscritto dalle banche e dagli altri intermediari finanziari iscritti all’ ABI o
appartenenti a un gruppo bancario iscritto.
CAPITOLO 16
-UIF(esame delle segnalazioni, può anche sospendere l'operazione sospetta, fino ad un max di 5gg
lavorativi, attività di analisi dei flussi finanziari, attua politiche di prevenzione)
-AUTORITA' DI VIGLANZA DI SETTORE
-MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
-FORZE EI POLIZIA
-DIA
- GUARDIA DI FINANZA
legali(notai e avvocati)
Aspetto particolare, è quello del segreto professionale, infatti per il diritto di difesa del cliente,
vengono sottratti i professionisti dall'obbligo di segnalazione di operazioni sospette, per le info
ricevute dai clienti.
OBBLIGHI:
-ADEGUATA VERIFICA DELLA CLIENTELA:
IDENTIFICAZIONE DEL CLIENTE
IDENTIFICAZIONE DEL TITOLARE EFFETTIVO
OTTENERE INFO SULLA PRESTAZIONE
CONTROLLO COSTANTE DELLE OPERAZIONI ,
Identificare il cliente, accertandone l'identità mediante "documenti, dati o info ottenuti da una fonte
affidabile e indipendente", svolgere un controllo costante nel corso del rapporto,Quando la
prestazione professionale ha ad oggetto mezzi di pagamento beni od utilità di valore pari o
superiore a 15.000 euro; qualora sussistano dubbi sulla VERIDICITA' O SULL'ADEGUATEZZA,
dei dati assunti, la soglia di importo non assume più alcun rilievo.
Anche qui si fa riferimento al principio della proporzionalità, controlli proporzionali ai rischi.
ESISTONO
OBBLIGHI SEMPLIFICATI:quando il cliente è: banche, Poste, imel, (si è esonerati dallo svolgere
un controllo costante e puntuale)
OBBLIGHI RAFFORZATI: il cliente non è presente(sarà necessario rintracciare il cliente,
attraversi check e documenti), o è politicamente esposto(quando ricopre una carica pubblica)
Ogni Istituto dovrà conservare per 10 anni, IL CD. "FASCICOLO DEL CLIENTE", con tutta la
documentazione necessari ad effettuare controlli.
-OBBLIGHI DI REGISTRAZIONE:
Per un periodo di 10ANNI dalla prestazione professionale, è fatto obbligo di conservare i
documenti e le informazioni sulla clientela, affinché siano possibili verifiche della clientela.
Tali prescrizioni vengono in rilievo solo qualora l'operazione sia di importo maggiore a 15000 euro.
La registrazione deve avvenire in un apposito archivio tenuto da ogni IF, chiamato ARCHIVIO
UNICO INFORMATIVO, il termine massimo è fissato nel 30gg dal compimento dell'operazione(la
disciplina prevede tempestivamente.)
Deve essere registrata anche la cd "operazione frazionata", nel caso di una operazione unitaria
spezzettata.
Sono presente anche:
L'ANAGRAE DEI CONTI E DEI DEPOSITI(mai avviata) E QUELLA TRIBUTARIA, x ridurre i
tempi di ricerca delle info.
FOCUS: la documentazione dell'analisi circa l'operazione sospetta, deve essere conservata per 10
anni.
CAPITOLO 18
ADR
L’ABF non può decidere quando la controversia: • riguarda servizi e attività di investimento quali
ad esempio la compravendita di azioni e obbligazioni ovvero le operazioni in strumenti finanziari
derivati;
Tutti i metodi A.D.R. sono caratterizzati da una gestione “privata” del conflitto.
Negli Stati Uniti i metodi A.D.R. sono utilizzati efficacemente da più di trent’anni.
La società americana ha preso consapevolezza che i tribunali non possono più essere i luoghi
esclusivi per la risoluzione delle controversie, ma i luoghi dove le stesse approdano dopo
l’esperimento di altri sistemi di composizione.
Secondo le statistiche il 95% dei procedimenti giudiziari americani terminano con un accordo.
Il ricorso ai metodi A.D.R., anche nell’ambito di processi già pendenti davanti a un tribunale, può
portare a un’equa soluzione mesi, o addirittura anni, prima della procedura giudiziale, riducendo
drasticamente i costi.
Anche il nostro ordinamento, in particolare attraverso l’attuale riforma in materia di mediazione
obbligatoria, si sta orientando verso la prospettiva in cui i metodi A.D.R. e quelli “tradizionali”
possano convivere.
CAPITOLO 19
OPA:
Per Offerta Pubblica di Acquisto si intende ogni offerta, invito ad offrire o messaggio
promozionale finalizzato all’acquisto in denaro di prodotti finanziari. Qualora l’acquisto venga
realizzato consegnando, a titolo di corrispettivo, altri prodotti finanziari, l’offerta pubblica viene
definita di scambio. Il soggetto che lancia un’offerta pubblica di acquisto o di scambio deve
effettuare preventivamente un’apposita comunicazione alla Consob (l’Autorità indipendente che
vigila sui mercati italiani) allegando un documento, destinato alla successiva pubblicazione,
contenente le informazioni necessarie per consentire al pubblico di formarsi un giudizio sull’OPA
stessa. Tale comunicazione viene immediatamente diffusa al mercato e trasmessa alla società
oggetto di OPA; essa contiene l’indicazione degli elementi essenziali dell’offerta, delle finalità
dell’operazione, delle garanzie e delle eventuali modalità di finanziamento previste. Il documento di
offerta potrà essere diffuso al pubblico solo a seguito del controllo effettuato dalla Consob e sarà
trasmesso senza indugio alla società i cui titoli sono oggetto dell’offerta. La società oggetto
dell’OPA è infatti tenuta a diffondere al pubblico un comunicato contente ogni dato utile per la
valutazione dell’offerta nonché il proprio giudizio in merito all’operazione. Tale comunicato
fornisce inoltre informazioni su eventuali patti parasociali, sull'andamento recente e le prospettive
dell'emittente (ove non riportate nel documento d'offerta), sui fatti di rilievo non indicati nell'ultimo
bilancio o nell'ultima situazione infra-annuale pubblicata. Inoltre il comunicato rende nota
l’eventuale decisione di convocare l’assemblea per l’autorizzazione di misure difensive (ossia il
compimento di atti o di operazioni che possano contrastare l’offerta).Le società italiane le cui azioni
sono oggetto di offerta e che siano quotate in mercati italiani o europei, si devono astenere dal
compiere operazioni che possano contrastare con il conseguimento degli obbiettivi dell’offerta -
salvo espressa delibera dell’assemblea ordinaria o straordinaria (“passivity rule” o “regola della
passività”). In altre parole a meno che l’assemblea non deliberi azioni di difesa la società è tenuta a
non ostacolare l’OPA. L’offerta pubblica di acquisto è obbligatoria quando un soggetto (anche in
concerto con altri) venga a detenere a seguito di acquisti a titolo oneroso una partecipazione nel
capitale ordinario della società superiore al 30%.
CAPITOLO 21
DISCIPLINA DEI MERCATI
Sezione I
MERCATO REGOLAMENTATO
RUOLO
Organizzare, gestire mercati regolamentati di strumenti finanziari(mercati che godono del mutuo
riconoscimento e del passaporto europeo).
La società di gestione dei mercati regolamentati, forma di spa in quanto si adatta meglio alle
esigenze organizzative, esclusività dell'oggetto sociale.
AUTORIZZAZIONE SGMR:
1)Esistenza di risorse finanziarie, per un ammontare fissato da Consob , x garantire: la serietà
dell'iniziativa imprenditoriale, e scoraggiare iniziative destinate al default.
2) esclusività del'oggetto sociale, le società non possono svolgere altre attività, oltre a quelle di
organizzazione e gestione di mercati regolamentati e multilaterali
3) esponenti aziendali ---> professionalità, indipendenza,onorabilità(decadono dalla carica, in
caso di carenza di questi)
4) partecipanti al capitale ---> onorabilità
L'esercizio è riservato a:
Imprese d'investimento, Banche, Sgmr.
AUTORIZZAZIONE:
E necessaria l'autorizzazione, allo svolgimento di attività di negoziazione x conto proprio.
Inoltre COMUNICAZIONE CONSOB, con almeno 15 giorni di anticipo, info:
• l'attività sarà svolta da personale e sistemi automatizzati ad essa dedicati, seppure in modo
non esclusivo;
• l'attività sarà accessibile ai clienti in modo regolare e continuo.
• Gli strumenti finanziari sui quali l'attività verrà svolta,, distinguendo tra azioni, altre azioni e
strumenti finanziari diversi dalle azioni;
• la data di avvio dell'internalizzazione sistematica;
• gli investitori che possono accedervi;
• il canale informativo per la pubblicazione delle quotazioni e dei contratti conclusi.
Sezione III
ABUSI DI MERCATO
DEFINIZIONE:
A tutte le ipotesi in cui i risparmiatori che hanno investito le proprie risorse nei mercati finanziari, si
trovano a dover subire le conseguenze negative del comportamento di altri soggetti.
In particolare attraverso:
INSIDER TRADING o INSIDER DEALING, sfruttando le asimmetrie informative, utilizzando
a vantaggio proprio o altrui, info non accessibili al pubblico oppure hanno divulgato info false e
ingannevoli.
L'insider sfrutta a proprio vantaggio informazioni, anticipando le reazioni del mercato, traendo
profitto sulla differenza del prezzo attuale e futuro, plasmato in funzione alle notizie.
Tale materia è ora regolata dal Titolo I bis TUF, che segue il principio del doppio binario, in base
a cui alle sanzioni penali si aggiungono sanzioni amministrative di natura pecuniaria irrogate
dalla CONSOB.
Ambito di applicazione :
1) i reati e illeciti di abuso di info privilegiate e di manipolazione del mercato sono puniti dalle
legge italiana anche se commessi all’estero a condizione che attengano a strumenti finanziari
ammessi alle negoziazioni in un mercato regolamentato nazionale;
2) le sanzioni penali e amministrative previste x i medesimi illeciti si applicano ai fatti
concernenti strumenti finanziari negoziati all’interno del mercato regolamentato italiano e
degli altri paesi UE
L’articolo 183 TUF individua alcune circostanze in cui le disposizioni sull’abuso di info
privilegiate e manipolazione del mercato non trovano applicazioni:
a) nel caso in cui attengano a operazioni di politica monetaria, valutaria o gestione del debito
pubblico e siano compiute da stato italiano, paese membro della comunità, SEBC, BC di uno stato
membro UE;
b) il caso in cui le negoziazioni abbiano ad oggetto azioni, obbligazioni o altri strumenti
finanziari propri quotati e avvengono nell’ambito di programmi di riacquisto, da emittente o
società quotate, nonché si tratti di operazioni volte alla stabilizzazione di strumenti e rispettino le
condizioni stabilite dalla CONSOB con regolamento.