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XXXIII CICLO
Sommario:
In questottica una analisi di ci che stato e ci che sar nel prossimo futuro la
grande sfida della giurisprudenza italiana appare di centrale rilevanza, soprattutto
nellottica in cui il nostro paese, sotto le spinte dei vari legislatori internazionali, solo
recentemente ha riconosciuto lautonomo disvalore di quelle condotte di riciclaggio
attuate dal soggetto autore del reato presupposto, con lintroduzione dellart. 648 ter.1: il
reato di autoriciclaggio.
Questa macro area sar destinata allanalisi del reato di riciclaggio per come
interpretato dalla giurisprudenza italiana.
La ratio della norma quella di colpire le condotte di coloro che, agendo sulla
identit e sulla tracciabilit dei capitali, ne dissimulano la provenienza, ostacolandone
lindividuazione. La norma nasce nellottica di tutelare il patrimonio, ma sotto la spinta
delle direttive dellUnione Europea, oggi la giurisprudenza indentifica in essa, la pi
grande funzione di tutela dellordine economico, in considerazione dei turbamenti e degli
effetti distruttivi che lattivit di riciclaggio pu avere sulla libera concorrenza del
mercato. Non un caso che, se pur inizialmente la sua natura giuridica veniva ricondotta
a quella dei reati di danno, oggi consolidata giurisprudenza vede in esso un vero reato di
pericolo; nello specifico si tratta di reati di pericolo concreto, dato che lostacolo
allindividuazione della provenienza delittuosa di tali capitali deve essere effettivo.
Questo delitto pone grave rischio laffidamento che deve sussistere nei rapporti
economici, affidamento che deve essere garantito, pena la violazione della stessa carta
costituzionale e, pi specificamente dellart. 14 cost.
Questa macro area sar dedicata allanalisi degli strumenti che il legislatore
europeo ha apprestato alla tutela dei mercati finanziari nei confronti del rischio di
inquinamento da parte di capitali provenienti da reato.
Con la L. n. 186 del 2015 ha fatto ingresso nel nostro ordinamento il reato di
autoriciclaggio ex art. 648 ter.1. Tramite questa norma reso punibile il c.d. self
laundering (il riciclaggio di denaro sporco da parte dello stesso autore del reato
presupposto), andando ad eliminare ci che maggior parte della dottrina definiva il c.d.
privilegio dellautoriciclaggio. Con questo temine si indicava limpossibilit di
perseguire lautore del reato presupposto che utilizzasse i proventi illeciti, come previsto
dalla clausola di salvaguardia del 648 bis c.p. fuori dei casi di concorso nel reato. Tale
privilegio era giustificato dal fatto che, in forza del principio del nemo tenetur se detegere
e, ancora di pi, del ne bis in idem, non sarebbe stato punibile la condotta finalizzata ad
assicurare o occultare la provenienza di un bene derivante da una propria attivit
criminosa.
Il nuovo reato inoltre prevede una estensione di quelle che sono le condotte
idonee a qualificare il reato di autoriciclaggio: oltre a quelle di sostituzione e
trasferimento, ora viene prevista la punibilit anche per chi impiega in attivit
economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilit
provenienti da reato.
Il nuovo reato costruito quindi come reato proprio, al contrario del 648bis, ma
non trattasi di una semplice apertura alla punibilit per riciclaggio, per il soggetto autore
del reato presupposto, ma di una autonoma fattispecie di reato.
A parere dello scrivente dovrebbe essere considerato reato autonomo per varie
ragioni:
Altra questione lampiezza delle condotte incriminabili, alla luce del requisito
della concreta capacit delle stesse di ostacolare il riconoscimento della provenienza
delittuosa. Secondo parte della dottrina, a titolo esemplificativo, non sarebbe ascrivibile
una imputazione per autoriciclaggio al soggetto che semplicemente versi tali capitali
allinterno di una carta prepagata.
Altra questione ancora lambito di esclusione della punibilit nel caso in cui
tali capitali alla mera utilizzazione o al mero godimento personale, di cui al comma IV.
Anche qui la norma di difficile interpretazione e non poche sono le critiche, in quanto
ben possibile che possa configurarsi ipotesi borderline in cui si ha contemporaneamente
mero godimento e immissione nel circuito economico.
Infine la critica maggiore sulla possibile violazione da parte della norma del
principio del ne bis in idem, avvalorata da quella parte della dottrina che veda nel reato
di autoriciclaggio la logica prosecuzione del reato presupposto, e non una autonoma
fattispecie di reato.
Il progetto vuole essere non solo una ricognizione della evoluzione storica del
fenomeno del money laundering, per come stato affrontato dal legislatore italiano, ma
una analisi dei possibili nuovi profili che il fenomeno andr ad avere nei prossimi anni.
La fine del segreto bancario e le nuove piattaforme per lo scambio di informazioni
doteranno le autorit inquirenti di strumenti finalmente idonei a ricercare concretamente
ed efficacemente gli autori dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio, tuttavia la
giurisprudenza in materia risulta assai scarna.
Allo stesso tempo fondamentale sar cercare di affrontare le nuove criticit che
lapplicazione del delitto di autoriciclaggio porta con s, essendo norma ambigua e
necessaria di una corretta interpretazione e applicazione nelle aule di giustizia, onde
evitare lapplicazione di pene non congrue a quelli che sono i cardini del sistema
sanzionatorio dettati dal codice penale italiano.
5. Bibliografia
Briciola F., Il diritto penale del mercato finanziario, in AA.VV., Mercato finanziario e
disciplina penale, Milano, 1993, p. 28.
Grosso C.F. Pelissero M.- Petrini D. Pisa P., Manuale di diritto penale Parte Generale,
Giuffr, 2017.
Pisa P., Giurisprudenza commentata di diritto penale Volume primo Delitti contro la persona
e contro il patrimonio, CEDAM, 2014.