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ABSTRACT
Le imprese della finanza tecnologica sono particolarmente vulnerabili agli shock
avversi. Inoltre, hanno molteplici canali di trasmissione attraverso i quali tali shock
possono diffondersi tra gli attori del mercato finanziario (non solo FinTech). Produ-
cono asimmetrie informative. Non da ultimo, il mercato della finanza tecnologica è
in crescita. In altre parole, la FinTech produce e allo stesso tempo è soggetta a ri-
schio sistemico. Tutti questi elementi indicano che FinTech potrebbe potenzialmente
fungere da catalizzatore per maggiori perdite se si dovessero avverare eventi estre-
mi, alcuni dei quali potrebbero essere prevedibili e altri no. I fallimenti di mercato
legati alla FinTech suggeriscono la necessità di studiare un’adeguata regolazione per
contenere i rischi sistemici e impedire la propagazione di rischi idiosincratici a livello
sistemico. È importante evitare che eventi di crisi abbiano origine nel settore e si tra-
sferiscano alla finanza tradizionale e quindi all’economia reale.
Tech finance firms are particularly vulnerable to adverse shocks. Furthermore,
they have multiple transmission channels through which such shocks can spread
among financial market players (not just FinTechs). They produce information asym-
metries. Last but not least, the technological finance market is growing. In other
words, FinTech produces and at the same time is subject to systemic risk. All of these
elements indicate that FinTech could potentially act as a catalyst for greater losses if
extreme events were to materialize, some of which may be foreseeable and some of
which may not. The market failures related to FinTech suggest the need to study an
adequate regulation to contain systemic risks and prevent the propagation of idio-
syncratic risks at the systemic level. It is important to avoid crisis events originating in
∗
Ricercatore di Diritto dell’economia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. La ricer-
ca è sviluppata nell’ambito del progetto PRIN2020 «An analysis of the Italian financial legal
framework vis-a-vis the Capital Markets Union action plan: the perspective of regulatory
fragmentation and sustainability» (Prot. 2020SMP7A7, Principal Investigator: Prof. Diego
Rossano).
SOMMARIO:
1. La dimensione sistematica della FinTech e il rilievo della sua regolazione. – 2. La FinTech
come problema delle policy di regolazione. – 3. Il fenomeno della finanza tecnologica e il suo
rilievo per la stabilità finanziaria. – 4. Segue. La contiguità tra la stabilità finanziaria e il rischio
sistemico come problema dell’attività di FinTech. – 5. Le attività FinTech che potrebbero de-
terminare il rischio sistemico per natura propria o perché causano la migrazione del servizio
dall’attività tradizionale bancaria a quella tecnologica. – 6. La tecnologia applicata alla finan-
za: il quadro dell’analisi. – 7. Segue. L’attività e i prodotti forniti da imprese FinTech che pos-
sono generare rischio sistemico. – 8. Il rischio tecnologico come rischio sistemico. – 9. Quale
vigilanza per il rischio sistemico della FinTech. – 10. I limiti dell’efficacia della regolazione
tradizionale in materia di supervisione applicata alla FinTech. L’opacità del rischio sistemico.
1
In tali termini, tra gli altri, v. CORTINA-SCHMUKLER, The Fintech Revolution: A Threat to
Global Banking, World Bank: Washington, DC, USA, 2018; GOMBER-KAUFFMAN-PARKER,
B.W. WEBER, On the fintech revolution: Interpreting the forces of innovation, disruption, and
transformation in financial services, in Journal of Management Information Systems, 35, 2018,
220-265.
2
Per comprendere il rapporto tra tecnologia e finanza è utile prenderne in considerazione
una possibile periodizzazione. Il riferimento alla FinTech 1.0 riguarda la costruzione della tec-
nologia per supportare il sistema finanziario. Le basi della finanza tecnologica si possono far
risalire al 1867, alla posa del primo cavo telegrafico transatlantico, che ha consentito le comu-
nicazioni tra Londra e New York e poi un’ulteriore espansione delle linee ad altre capitali. La
FinTech 2.0 è iniziata, convenzionalmente, nel 1967. È stata caratterizzata dall’introduzione
dell’ATM e dal lancio del primo calcolatore portatile. Diverso è il passaggio alla FinTech 3.0,
avviato dalla reazione delle start-up FinTech alla crisi finanziaria del 2007-’08, costruito sul
presupposto della digitalizzazione, che ha trasformato l’industria finanziaria, e della diffusione
della raccolta di dati. È caratterizzato dal superamento delle inadeguatezze e delle carenze de-
gli istituti bancari e dallo sfruttamento dell’introduzione degli smart-phone per rispondere alla
nuova regolazione finanziaria, dai servizi di trasferimento di denaro tra utenti del servizio di
telefonia cellulare; dall’avvento di tecnologia blockchain e dalla moneta virtuale (Bitcoin) nel
2009. Si possono periodi ulteriori: una FinTech 3.5, nell’emersione dei mercati asiatici e afri-
cani, fino a una FinTech 4.0. Quest’ultima è caratterizzata dalla combinazione di digitalizza-
zione, nuove imprese (in particolare BigTech) e dall’evoluzione delle piattaforme di finanza
digitale dominanti, il cui avvio si può considerare a partire dal 2019-2020. Sulle periodiz-
zazione della FinTech v. ARNER-BARBERIS-BUCKLEY, The Evolution of FinTech: a New Post-
crisis Paradigm?, in Georgetown Journal of International Law, 47, 2016, 1271 ss., 1276 ss.,
1279 ss., 1286 ss., 1295 ss., rispettivamente, fino al periodo FinTech 3.5; nonché ARNER-
BUCKLEY-CHARAMBA-SERGEEV-ZETZSCHE, Governing FinTech 4.0: Bigtech, Platform Fi-
nance, and Sustainable Development, in Fordham Journal Corporate & Financial Law, 27,
2022, 1 ss., passim, per l’ulteriore fase. Sul medesmo tema v. anche THAKOR, FinTech and
banking: What do we know?, in Journal of Financial Intermediation, 41, 2020, 100833, 1 ss.,
2, il quale individua tre periodi della FinTech: 1866-1967, 1967-2008, 2008 ad oggi, sulla base
delle tecnologie già sopra descritte che resero possibile, rispettivamente, la trasmissione rapida
di informazioni finanziarie, transazioni e pagamenti; l’uso della tecnologia informatica da parte
delle istituzioni tradizionali per migliorare prodotti e servizi; e, infine per promuovere un nuo-
vo contesto competitivo per le istituzioni finanziarie.
3
V. ARNER-BUCKLEY-CHARAMBA-SERGEEV-ZETZSCHE, Governing FinTech 4.0, cit., passim.
4
A riguardo v. OMAROVA, FinTech and the limits of financial regulation. A systemic per-
spective, in CHIU-DEIPENBROCK (eds.), Routledge Handbook on Financial Technology and the
Law, Abingdon-New York, 2021, 44 ss., 48 s.
5
O anche too-big-to-jail. Per questi aspetti, senza tema di completezza v. SCHWARCZ, Too
Big to Fool: Moral Hazard, Bailouts, and Corporate Responsibility, in Minnesota Law Review,
102 2017, 761 ss., 763; JACKSON, Introduction: Thinking Hard About Systemic Risk, in
ARNER-AVGOULAS-BUSH-SCHWARCZ (eds.), Systemic Risk in The Financial Sector: Ten Years
After The Great Crash, Waterloo (ON, CA), 2019, 1 ss., 2.
6
Sui processi di digitalization e datafication nell’ottica del rischio qui considerata v. BUC-
KLEY-ARNER-ZETZSCHE-SELGA, Techrisk, in Singapore Journal of Legal Studies, 2020, 35 ss.,
36 s., ove ulteriori riferimenti sul piano generale.
7
Ove si volesse prendere in considerazione gli aspetti di programmazione che possono ge-
nerare dalla tecnologia.
8
Che attualmente assumono, più in generale, la forma dell’economia delle piattaforme e
(più recentemente) comportano la platformization della finanza: si può considerare infatti che
FinTech, TechFin e BigTech operino nella finanza collettivamente come piattaforme di finanza
digitale (digital finance platforms); così da suggerire, come si è fatto cenno, di identificare
questa nuova fase in cui le piattaforme di finanza digitale risultano dominanti con la FinTech
4.0.; a riguardo v. ARNER-BUCKLEY-CHARAMBA-SERGEEV-ZETZSCHE, Governing FinTech 4.0,
cit., passim, 5, testo e nt. 8.
9
A riguardo v. MACCHIAVELLO-SIRI, Sustainable Finance and Fintech: Can Technology
Contribute to Achieving Environmental Goals? A Preliminary Assessment of ‘Green Fintech’
and ‘Sustainable Digital Finance’, in European Company and Financial Law Review, 2022,
128 ss., passim, 145 ss.
10
Sul tema v. OMAROVA, FinTech and the limits of financial regulation, cit., passim.
11
Per un esame del rapporto tra Blockchain e diritto, ove un’analisi sia dal punto di vista
delle infrastrutture, sia dal punto di vista dell’attività, v. DE FILIPPI-WRIGHT, Blockchain and
the Law. The Rule of Code, Cambridge, MA-London, 2018, passim, 13 ss., 59 ss. A proposito
delle attività che possono essere sviluppate grazie alla tecnologia DLT, MILLS-WANG-MA-
LONE-RAVI-MARQUARDT-BADEV-BREZINSKI-FAHY-LIAO-KARGENIAN-ELLITHORPE-NG-BAIRD,
Distributed Ledger Technology in Payments, Clearing, and Settlement, Fin. & Econ. Discus-
sion Series, Working Paper No. 2016-095, 2016, passim, 1 ss., 34 (sul sito www.ssrn.com),
concludevano la loro ricerca osservando che «the industry’s understanding and application of
[distributed ledger] technology is still in its infancy».
12
Cfr. art. 1, par. 1, n. 10, CRD, direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consi-
glio, del 26 giugno 2013, sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza pruden-
ziale sugli enti creditizi, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE
e 2006/49/CE.
13
A riguardo v. EBA, Final Report on Guidelines on ICT and security risk management,
EBA/GL/2019/04 29, November 2019. È bene ricordare che il termine information and com-
munication technology (ICT, o tecnologie dell’informazione e della comunicazione, TIC) e
rischi per la sicurezza si riferiscono al mandato relativo ai rischi operativi e alla sicurezza di
cui all’art. 95 PSD2 (direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25
novembre 2015 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive
2002/65/CE, 2009/110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la di-
rettiva 2007/64/CE). Si riconosce che i rischi operativi per i servizi di pagamento si riferiscono
prevalentemente ai rischi ICT e di sicurezza a causa della natura elettronica dei servizi di pa-
gamento (su sistemi ICT). Per questo motivo, le linee guida dell’EBA fanno riferimento a
«ICT and security risk» invece che all’«operational and security risk», per evitare confusione
con questioni di rischio operativo più ampie, come il rischio di condotta, il rischio legale e il
rischio reputazionale. Sembra opportuno qui ricordare che i rischi per la sicurezza possono de-
rivare anche da processi interni inadeguati o falliti o da eventi esterni, ma alla fine è il loro im-
patto su sistemi e dati a risultare rilevante. La definizione di «ICT and security risk» si basa
sulla definizione contenuta negli orientamenti dell’ABE sulle procedure e metodologie comuni
rivedute per il processo di revisione e valutazione prudenziale e le prove di stress di vigilanza
(EBA, Guidelines on the revised common procedures and methodologies for the supervisory
review and evaluation process and supervisory stress testing, EBA/GL/2018/03); quindi, com-
prende il rischio di integrità dei dati, ma include ulteriori dettagli per chiarire che copre l’im-
patto derivante dai rischi per la sicurezza.
14
L’EBA ha comunque presente le ricadute sistemiche dell’«ICT and security risk», a ri-
guardo si osserva che la complessità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
(ITC) e dei rischi per la sicurezza è in aumento così come la frequenza degli incidenti relativi
all’ICT e alla sicurezza (compresi gli incidenti informatici, i cyber incidents) e il loro potenzia-
le impatto negativo significativo sul funzionamento operativo degli istituti finanziari. Inoltre, a
causa dell’interconnessione degli istituti finanziari, gli incidenti legati a tali aspetti rischiano di
causare potenziali impatti sistemici. L’ABE ha risposto specificando in che modo le autorità di
vigilanza dovrebbero coprire gli ITC and security risk nell’ambito della vigilanza (v. EBA,
Guidelines on ICT Risk Assessment under the Supervisory Review and Evaluation process
(SREP), EBA/GL/2017/05), specificando in che modo le istituzioni finanziarie dovrebbero ge-
stire l’esternalizzazione (v. EBA, Final Report on EBA Guidelines on outsourcing arrange-
ments, EBA/GL/2019/02) descrivendo anche le aspettative per le ICT e la gestione dei rischi di
sicurezza per le istituzioni finanziarie; v. EBA, Final Report on Guidelines on ICT and securi-
ty risk management, cit., passim, 3.
15
A riguardo sembra utile considerare il rilievo del rapporto tra FinTech, statualità e l’ope-
ratività di Internet; sul tema v. KNIGHT, Federalism and Federalization on the FinTech Fron-
tier, in Vanderbilt Journal of Entertainment and Technology Law, 20, 2017, 129 ss., 135, il
quale nota che la finanza tecnologica non osserva limiti o confini geografici, di conseguenza,
le ipotesi sui limiti geografici e politici del mercato di un’impresa alla base delle normative
precedenti potrebbero non essere più valide. ZARING, Regulation by Threat, cit., 1449 osserva
che per quanto riguarda la tecnologia, le imprese di FinTech non hanno bisogno di distinguere
tra gli Stati nel prendere decisioni commerciali: esistono su Internet e possono servire chiunque
vi abbia accesso e Internet non rispetta i confini degli Stati. A riguardo v. anche VELLA-
GIORDANO, De-localizzazione e a-territorialità, in CIAN-SANDEI (a cura di), Diritto del Fin-
tech, Padova-Milano, 2020, 39 ss., 40 s., 44 ss., a proposito della crisi della banca territoriale;
specularmente, ritaglia gli spazi ancora residui per il rapporto tra banca e territorio URBANI,
Quel che resta della “territorialità” bancaria, in ANTONUCCI-DE POLI-URBANI (a cura di), I
luoghi dell’economia. Le dimensioni della sovranità, Torino, 2020, 27 ss.
16
Non è qui possibile esaminare l’attività delle Autorità in materia, è sufficiente ricordare
che il reporting dell’European Banking Authority (EBA) analizza la tipologia di rischi relativi
all’attività di credito di natura FinTech, sia in riferimento all’esercizio bancario che non banca-
rio del credito, concentrandosi sui problemi di ICT e sull’analisi del cyber risk, secondo
un’impostazione micro-analitica, che solo in seconda battuta prende in considerazione il rilievo
sistematico del problema generato dalla finanza tecnologica, come ricaduta di aspetti legati ai
profili infrastrutturali della materia, e non agli aspetti strutturali e funzionali che in tale ambito
tendono a sovrapporsi; a riguardo v. EBA, Report on prudential risks and opportunities arising
gor nstitutions from Fintech, 3 July 2018; EBA, Final Report on response to the non-bank len-
ding request from the CfA on digital finance, EBA/Rep/2022, 8 April 2022.
17
È qui appena l caso di ricordare che sul piano della ripartizione delle competenze le
ESAs (European Supervisory Authorities) non solo sono rappresentate nel consiglio del-
l’ESRB dal rispettivo presidente, ma contribuiscono anche al controllo generale dei rischi ma-
croprudenziali. Nell’esercizio dei loro compiti, le ESAs devono tenere conto di qualsiasi ri-
schio sistemico rappresentato dalle istituzioni finanziarie e sviluppare, insieme all’ESRB, un
approccio comune per identificare e misurare i rischi sistemici, comprendente una serie di in-
dicatori quantitativi e qualitativi; a tal fine, queste autorità, in consultazione con l’ESRB, de-
vono elaborare criteri specifici per l’identificazione e la misurazione del rischio sistemico e un
regime di prove di stress adeguato che includa considerazioni macroprudenziali: rispettiva-
mente, in arg. v. art. 1, par. 6; art. 22, par. 2; art. 23 ESAs Regulations; a riguado v. AMOREL-
LO, Macroprudential Banking Supervision and Monetary Policy. Legal Interaction in the Eu-
ropean Union, Cham, 2018, 81, e 314 ss.; e NAPOLETANO, Legal aspects of macroprudential
policy in the United States and in the European Union, in Quaderni di Ricerca Giuridica della
Consulenza Legale, Banca d’Italia, n. 76, 2014, passim, per un’analisi dei compiti dell’ESRB;
nel precedente contesto istituzionale v. FERRAN-ALEXANDER, Can Soft Law Bodies be Effecti-
ve? Soft Systemic Risk Oversight Bodies and the Special Case of the European Systemic Risk
Board, in European Law Review, 35, 2010, 751 ss., passim.
18
Sulla funzione del FSOC nel contesto della supervisione statunitense v. WEBER, The
FSOC’s Designation Program as a Case Study of the New Administrative Law of Financial
Supervision, in Yale Journal on Regulation, 36, 2019, 359 ss. La regolazione settoriale distinta
può beneficiare in modo significativo dell’esperienza delle altre autorità di regolazione setto-
riali. L’istituzione di forum che facilitano lo scambio di informazioni e altre forme di collabo-
razione tra tali autorità, come il FSOC, istituito dal Dodd-Frank Act del 2010 negli Stati Uniti,
può pertanto essere vista come un’integrazione macroprudenziale del tradizionale regime mi-
croprudenziale finanziario regolamentare.
19
SKINNER, Regulating Nonbanks, cit., 1419, ove ulteriori riferimenti. L’Office of the
Comptroller of the Currency ha promosso l’idea che alle società FinTech si applichi la norma-
tiva in materia bancaria per la concessione dell’autorizzazione; a riguardo v. OFFICE OF THE
COMPTROLLER OF THE CURRENCY, Policy Statement on Financial Technology Companies’ Eli-
gibility to Apply for National Bank Charters, July 31, 2018, e in commento Recent Policy
Statement, in Harvard Law Review, 132, 2019, 1362 ss.
20
A proposito dei poteri dell’EBA in materia di rischio sistemico v. art. 1, par. 5, comma 3;
art. 8, par. 1, lett. i); e in particolare att. 22 e 23 del regolamento (UE) n. 1093/2010 del Parla-
mento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l’Autorità europea di vi-
gilanza (Autorità bancaria europea), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisio-
ne 2009/78/CE della Commissione. Per limitati cenni sul tema v. LEVI, The European Banking
Authority: Legal Framework, Operations and Challenges Ahead, in Tulane European & Civil
Law Forum, 28, 2013, 51 ss., 90; e, dopo l’entrata in vigore del Single Supervisory Mecha-
nism, che pure dovrebbe aver comportato una redifinizione dei poteri delle auorità europee,
GORTSOS, The Role of the European Banking Authority (EBA) After the Establishment of the
Single Supervisory Mechanism (SSM), in ANDENAS-DEIPENBROCK (eds.), Regulating and Su-
pervising European Financial Markets, Cham, 2016, 277 ss., 281.
Questi aspetti incidono e sono essi stessi toccati da problemi più ampi che
riguardano la regolazione del fenomeno della finanza tecnologica. La nuova
tecnologia sta rendendo le transazioni più veloci, economiche e convenienti
per una fascia più ampia della popolazione mondiale che può entrare nella fi-
nanza, o accostarvisi per rispondere a esigenze che diversamente non potreb-
bero essere soddisfatte. In questo senso, non sono certo rare le letture della
FinTech non solo come uno sconvolgimento (tecnologico) del mercato finan-
ziario, ma anche come una forza di progresso sociale 21.
Da una prospettiva sistemica più ampia, la FinTech emerge come un fe-
nomeno molto complesso e, considerata la sua sufficienza rispetto alla fi-
nanza tradizionale, tendenzialmente autonomo ai fini della sua regolazione:
con ciò risultando un problema di delicata trattazione da parte dei regolatori
e della politica che se ne assume l’onore. Al di là dell’efficienza operativa,
non si prospettano solo problemi tecnici, ma l’ascesa della FinTech sta ini-
ziando a sconvolgere l’equilibrio tra potere pubblico e privato in relazione
alla direzione e alla gestione delle risorse finanziarie dell’intera società 22. Se
è vero che le nuove tecnologie possono rendere i servizi finanziari più effi-
cienti e ampiamente accessibili, sembra non difficile dimostrare che possano
incrementare le dinamiche attualmente riconosciute come disfunzionali del
sistema di generazione di eccessivo credito e di moneta e, quindi, di cattiva
allocazione speculativa 23. Il che conferma che la tecnologia più avanzata ri-
mane pur sempre solo uno strumento e che l’utilizzo, gli scopi, gli effetti,
sono una scelta 24.
Emerge quindi la necessità di considerare quali conseguenze le scelte di
FinTech comportino e le modalità in cui possa essere resa operativa e tradot-
ta in decisioni politiche la concreta attività di regolazione. Le nuove tecno-
logie finanziarie sollevano inevitabilmente una serie di domande complesse
sui metodi adeguati o addirittura sulla necessità di regolarle. Il dibattito sul-
l’opportunità di regolare e su come ideare nuovi regimi normativi, o adegua-
21
A riguardo si v. OMAROVA, Technology v Technocracy: FinTech as a Regulatory Chal-
lenge, in Journal of Financial Regulation, 2020, 6, 75-124.
22
OMAROVA, New Tech v. New Deal: FinTech as a Systemic Phenomenon, in Yale Journal
on Regulation, 36, 2019, 735 ss., 742.
23
Per un’analisi approfondita delle dinamiche fondamentali della generazione e della mo-
dulazione della moneta di credito nei sistemi finanziari moderni, in luogo di molti, v. HOC-
KETT-OMAROVA, The Finance Franchise, in Cornell Law Review, 102, 2017, 1143 ss.
24
Sul tema, tra gli altri, Lo rileva OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 76.
25
Lo rileva OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 76.
26
Per alcuni esempi, v. FINANCIAL STABILITY BOARD (FSB), Financial Stability Implica-
tions from FinTech, 27 June 2017; EBA, Report on response to the non-bank lending request
from the CfA on digital finance, cit.; UK CRYPTOASSETS TASKFORCE, Final Report, October
2018 (sul sito www.gov.uk); US DEPARTMENT OF THE TREASURY, Report to President Trump:
A Financial System That Creates Economic Opportunities: Nonbank Financials, FinTech, and
Innovation, July 2018 (sul sito www.home.treasury.gov); WORLD ECONOMIC FORUM, Realizing
the Potential of Blockchain: A Multistakeholder Approach to the Stewardship of Blockchain
and Cryptocurrencies, June 2017 (sul sito www.weforum.org); J. SCHINDLER, FinTech and Fi-
nancial Innovation: Drivers and Depth, Federal Reserve Finance and Economics Discussion
Series Paper No 2017-081, 2017 (sul sito www.papers.ssrn.com).
27
Nel primo senso, tra i diversi contributi, senza tema di completezza, v. ALLEN, Driverless
Finance, in Harvard Business Law Review, 10, 2019, 157 ss.; EAD., Experimental Technolo-
gies for regulating Fintech, in Journal for Law and Innovation, 3, 2020, 1 ss.; ARNER-
BARBERIS-BUCKLEY, FinTech, RegTech, and Reconceptualization of Financial Regulation, in
Northwestern Journal of International Law and Business, 37, 2017, 371 ss.; BRUMMER-
YADAV, FinTech and the Innovation Trilemma, in The Georgetown Law Journal, 107, 2019,
235 ss.; CHIU, FinTech and Disruptive Business Models in Financial Products, Intermediation,
and Market-Policy Implications for Financial Regulators, in Journal of Technology Law and
Policy, 21, 2016, 55 ss.; MAGNUSON, Regulating FinTech, in Vanderbilt Law Review, 71,
2018, 1167; e ZETZSCHE-BUCKLEY-ARNER-BARBERIS, From FinTech to TechFin: The Regula-
tory Challenges of Data-Driven Finance, in New York University Journal of Law & Business,
14, 2018, 393 ss. Per esempi di analisi dei tentativi delle autorità di regolamentazione finanzia-
ria di incoraggiare l’innovazione tecnologica e di sviluppare le proprie capacità tecnologiche,
VAN LOO, Rise of The Digital Regulator, in Duke Law Journal, 66, 2017, 1267 ss.; ALLEN,
Regulatory Sandboxes, in George Washington Law Review, 87, 2019, 579 ss.
28
Su questi aspetti, senza tema di completezza, v. ARMOUR-ENRIQUES, The Promise and
Perils of Crowdfunding: Between Corporate Finance and Consumer Contracts, in Modern
Law Review, 81, 2018, 51 ss.; BAKER-DELLAERT, Regulating Robo Advice Across the Finan-
cial Services Industry, in Iowa Law Review, 103, 2018, 713; LEVITIN, Pandora’s Digital Box:
The Promise and Perils of Digital Wallets, in University of Pennsylvania Law Review, 166,
2017, 305 ss.; SCHROEDER, Bitcoin and the Uniform Commercial Code, in University of Miami
Business Law Review, 24, 2016, 1 ss.; WALCH, The Bitcoin Blockchain as Financial Market
Infrastructure: A Consideration of Operational Risk, in Journal of Legislation and Public Pol-
icy, 18, 2015, 837; COHNEY-HOFFMAN-SKLAROFF-WISHNICK, Coin-Operated Capitalism, in
Columbia Law Review, 119, 2019, 591 ss.
29
Tanto è che una delle questioni più ampie non esaminate è il modo in cui la FinTech in-
fluisce, interrompendolo, sul processo di regolamentazione finanziaria, in particolare sul pro-
cesso normativo, la gerarchia degli obiettivi, i meccanismi e gli strumenti procedurali e l’effi-
cacia; per considerazioni analoghe v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 77.
30
A riguardo v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 79 ss.
31
Per un’analisi dei limiti della regolazione e della supervisione attuale in rapporto ai pro-
blemi sollevati dall’attività di FinTech v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 87 ss.
32
Per un quadro delle iniziative europee v. WOJCIK-ANNOSCIA-KERR, Report from Brus-
sels: Pending legislative initiatives by the European Commission in the area of financial ser-
vices in the EU – content and state of play, in ZBB/JBB, 2022, 322 ss.
33
Sul tema v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 108 ss., 110 ss.
34
A riguardo v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 108 ss.
35
Per considerazioni su questo piano v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., passim.
36
A riguardo v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., 117 ss., per la quale una varie-
tà di opzioni di riforma strutturale, tra cui la concessione in licenza di prodotti finanziari, la
creazione di piattaforme FinTech ibride pubbliche e private e l’emissione di valute digitali so-
vrane, esemplificano potenzialmente questa filosofia normativa. Queste misure danno delibera-
tamente la priorità a tre obiettivi principali: (i) salvaguardare la stabilità a lungo termine di un
sistema finanziario sempre più tecnocentrico; (ii) prevenire la pericolosa concentrazione del
potere di mercato nelle mani di grandi conglomerati FinTech; e (iii) garantire un’allocazione
efficiente delle risorse finanziarie all’impresa economica produttiva. In breve, cercano di ren-
dere operativo l’impegno normativo a facilitare l’innovazione finanziaria socialmente vantag-
giosa, in contrapposizione a quella semplicemente redditizia dal punto di vista privato.
37
Per questa sollecitazione v. OMAROVA, Technology v Technocracy, cit., passim.
38
Solo per citarne alcune, l’intelligenza artificiale e il machine learning algoritmico, il
cloud computing, la blockchain, i big data; a riguardo GANDHI-KHANNA-RAMASWAMY, Which
Industries Are the Most Digital (and Why)?, in Harvard Business Review, 1 April 2016. Per un
esame di questi fenomeni, per tutti, v. ABRIANI-SCHNEIDER, Diritto delle imprese e intelligenza
artificiale. Dalla FinTech alla CorpTech, Bologna, 2021, passim.
39
Cfr. FINANCIAL STABILITY BOARD, Financial Stability Implications from FinTech: Su-
pervisory and Regulatory Issues that Merit Authorities Attention, giugno 2017. Sul tema v.
ARNER-BARBERIS-BUCKLEY, The Evolution of Fintech, cit., passim.
40
V. THAKOR, FinTech and banking, cit., 1.
41
A riguardo THAKOR, FinTech and banking, cit., 1. Nel 2014, si stimava che il costo uni-
tario dell’intermediazione finanziaria negli Stati Uniti fosse rimasto a circa il 2% del costo
complessivo dell’operazione intermediata negli ultimi 130 anni; in argomento v. PHILIPPON,
Has the finance industry become less efficient? On the theory and measurement of financial
intermediation, in American Economic Review, 105, 2014, 1408 ss.
42
Sul tema, per tutti, THAKOR, FinTech and banking, cit., 2. In argomento v. FUSTER-
PLOSSER-SCHNABL-VICKERY, The role of technology in mortgage lending, in Review of Finan-
cial Studies, 32, 2019, 1854 ss., che forniscono la prova che la FinTech ha migliorato la pro-
duttività dei prestiti ipotecari.
43
A riguardo v. OMAROVA, FinTech and the limits of financial regulation, cit., passim; per
un’analisi di quanto la finanza tecnologica dovrebbe influire sulle ineguaglianze sanitarie asso-
ciabili a fattori etnici, o addirittura razziali, v. SAIN JONES-MAYNARD jr, Unfulfilled Promises
of the FinTech Revolution, in California Law Review, 111, 2023 (in corso di pubblicazione,
consultabile presso il sito https://ssrn.com/abstract=4031044).
44
Così invece THAKOR, FinTech and banking, cit., 2.
45
Tra gli altri, v. THAKOR, Incentives to innovate and financial crises, in Journal of Finan-
cial Economics, 103, 2012, 130-148.
46
Sul tema v. CHEN-WU-YANG, How valuable is FinTech innovation?, in The Review of
Financial Studies, 32, 2019, 2062-2106.
47
A riguardo v. BASEL COMMITTEE ON BANKING SUPERVISION (BCBS), Sound Practic-
es: Implications of FinTech Developments for Banks and Bank Supervisors, February
2018.
48
Argomenti sembra si possano ricavare da FINANCIAL STABILITY BOARD (FSB), Financial
Stability Implications from FinTech, 27 June 2017; BCBS, Sound Practices, cit.
49
Sul tema v. MACCHIAVELLO-SIRI, Sustainable Finance and Fintech, cit., passim.
50
Si v. ALLEN, What is “Financial Stability”? The Need for Some Common Language in
International Financial Regulation, in Georgetown Journal of International Law, 45, 2014,
929 ss., 945 ss.; EAD., Resurrecting OFR, in The Journal of Corporation Law, 47, 2021, 1 ss.,
12. È appena il caso di ricordare che il concetto di stabilità finanziaria ha portata più ampia ri-
spetto a quello di stabilità del sistema bancario e finanziario, di conseguenza, il perseguimento
di tale obiettivo non è un compito esclusivo delle autorità di vigilanza finanziaria, bensì del-
l’intero complesso istituzionale di un sistema politico-giuridico, come quello dell’Unione Eu-
ropea: in argomento v. LO SCHIAVO, The Role of Financial Stability in EU Law and Policy,
AH Alphen aan den Rijn (The Netherlands), 2017, 48; sul piano istituzionale, v. MAGLIARI,
Vigilanza bancaria e integrazione europea, Napoli, 2020, 71, testo e nt. 42.
51
V. ALLEN, What is “Financial Stability”?, cit., 943
52
V. HELLWIG, Financial Stability and Monetary Policy, in MPI WP, 162/2015, 2015, 1
ss., 20.
53
Si v. HELLWIG, Financial Stability and Monetary Policy, cit., 17.
54
A riguardo per gli aspetti peculiari del fenomeno, tra gli altri, v. CORTINA-SCHMUKLER,
The Fintech Revolution, cit., passim; GOMBER-KAUFFMAN-PARKER-WEBER, On the fintech re-
volution, cit., passim.
55
Per un inquadramento delle FinTech technology, v. ALLEN, Driverless Finance, in Har-
vard Business Law Review, 10, 2019, 157 ss., 166, che analizza i modelli di business FinTech
guidati da algoritmi.
56
V. DE FILIPPI-WRIGHT, Blockchain and The Law. The Rule of Code, Cambridge (MA,
US), 2018, passim, 2, i quali analizzano il modo in cui le tecnologie di blockchain operano,
attraverso la gestione collettiva, sui network peer-to-peer.
57
Per un’analisi dei problemi di regolazione v. JAIKARAN, Blockchain: Background And
Policy Issues, Congressional Research Service, R45116, Feb. 28, 2018, 1 ss., 4 s. (sul sito
www.crs.gov).
58
V. JAIKARAN, Blockchain, cit.
59
A riguardo WERBACH-CORNELL, Contracts Ex Machina, in Duke Law Journal, 67, 2017,
313 ss., 333.
60
LEHR-OHM, Playing with the Data: What Legal Scholars Should Learn About Machine
Learning, in U.C. Davis Law Review, 51, 2017, 653 ss., 655.
61
Per l’analisi dell’impatto dei data scientists sull’attività degli algoritmi di machine lear-
ning v. LEHR-OHM, Playing with the Data, cit. 670.
62
LEHR-OHM, op. cit., 690. Ad esempio, poiché gli algoritmi di apprendimento automatico
danno un senso ai dati in termini di statistiche e probabilità, le loro decisioni possono sembrare
bizzarre e imprevedibili per gli umani. Gli algoritmi di apprendimento automatico dell’albero
decisionale sono in qualche modo migliori nel generare risultati che possono essere spiegati
agli esseri umani, ma hanno anche la tendenza a diventare più legati alle idiosincrasie nei loro
dati di addestramento, il che compromette la loro capacità di lavorare con i dati del mondo rea-
le (così come potenzialmente più dispendioso in termini di tempo e costoso da programmare ed
eseguire). A riguardo v. sempre LEHR-OHM, op. cit., 693.
63
ALLEN, Driverless finance, cit., 174.
64
ALLEN, Driverless finance, cit., 174. Per un’analisi isituzionale v. FSB, Artificial intelli-
gence and machine learning in financial services: market developments and financial stability
implications, 2017, passim, 8; FSB, Financial stability implications from FinTech: supervisory
and regulatory issues that merit authorities’ attention, 2017, passim.
65
Nel suo Financial Stability Report, del maggio del 2021, la Federal Reserve (Fed) ha in-
tervistato «24 market contacts, including professionals at broker-dealers, investors, political
advisory firms, and academics» e più del 20% di ha identificato cryptocurrencies/stablecoins
come potenziali shocks per il sistema finanziario per i prossimi 12-18 mesi; v. BOARD OF GOV-
ERNORS OF THE FEDERAL RESERVE SYSTEM (FED), Financial Stability Report, 2021, 62 s. (sul
sito www.federalreserve.gov); sul tema v. ALLEN, Resurrecting OFR, cit., 18, nt. 122. Più in
generale, v. FSB, Assessment of Risks to Financial Stability from Crypto-assets, 16 February
2022; FSB, The Financial Stability Risks of Decentralised Finance, 16 February 2023.
66
ALLEN, Driverless finance, cit., 180.
67
Sul tema v. PISTOR, A Legal Theory of Finance, in Journal of Comparative Economics,
41, 2013, 315 ss., passim, 321, ove anche un inquadramento del problema teorico della regola-
zione della finanza. Del resto la stessa modulazione di molti istituti giuridici durante il periodo
della Pandemia in funzione proattiva sembrano ispirarsi, almeno in ambito finanziario, a queste
idee; a riguardo v RINGE, COVID-19 and European banks: no time for lawyers, in GORTOSOS-
RINGE, Pandemic Crisis and Financial Stability, Francoforte, 2020, 43 ss., passim, 60; e per
alcuni riferimenti in materia di restrizioni alla distribuzione dei dividendi bancari v. V. BEVI-
VINO, La sospensione della distribuzione degli utili delle banche nei periodi di crisi economica
esogena. Misura macroprudenziale e strumento di politica economica (?) della BCE e proble-
mi dell’impresa bancaria, in An. giur. econ., 2, 2020, 685 ss., 689.
68
ALLEN, op. ult. cit., 182.
69
OMAROVA, New Tech v. New Deal: FinTech As A Systemic Phenomenon, in Yale Journal
Regulation, 36, 2019, 735 ss., 775.
70
Sull’impiego di tecnologie decentralizzate a fini di circolazione di strumenti finanziari v.
OECD, The Tokenisation of Financial Assets and Potential Implications for Financial Mar-
kets, 2020 (disponibile sul sito www.oec.d.org); più in generale, v. BANCA D’ITALIA, Comuni-
cazione della Banca d’Italia in materia di tecnologie decentralizzate nella finanza e cripto-
attività, giugno 2022 (disponibile sul sito www.bancaditalia.it). A riguardo v. anche DE LUCA,
Documentazione crittografica e circolazione della ricchezza, in CIAN-SANDEI (a cura di), cit.,
409 ss.; e, in rifermento ai profili partecipativi societari, v. SCHNEIDER, La partecipazione alla
società nei mercati tokenizzati tra prospettive di regolazione e di governance, in Riv. dir.
banc., 2023, 277 ss.
71
ALLEN, op. ult. cit., 180-182.
72
ALLEN, op. ult. cit., 180.
73
Per un’analisi sui fallimenti operativi a cascata nel sistema finanziario v. ALLEN, Pay-
ments Failure, in Boston College Law Review, 62, 2021, 453 ss., 502.
74
Un recente sondaggio su dimensione globale sull’uso dell’intelligenza artificiale nei ser-
vizi finanziari ha rilevato che la gestione del rischio è il dominio di utilizzo con i più alti tassi
di implementazione dell’IA attualmente in corso; cfr. CAMBRIDGE CENTRE FOR ALTERNATIVE,
WORLD ECONOMIC FORUM, Transforming Paradigms. A Global AI in Financial Services Sur-
vey, Cambrdge, 2020, passim, 11 (sul sito www3.weforum.org).
75
In generale sul robo-advising v. RINGE-RUOF, Robo advice – Legal and regulatory chal-
lenges, in CHIU-DEIPENBROCK (ed. by), Routledge Handbook of Financial Technology and
Law, London-New York, 2021, 193 ss.
76
VAN LOO, Making Innovation More Competitive: The Case of FinTech, in UCLA Law
Review, 65, 2018, 232 ss., 235, 251.
77
ALLEN, Driverless finance, cit., 185 s.
78
L’espressione too small to care, che è stata coniata da ARNER-BARBERIS-BUCKLEY,
FinTech, RegTech, and the Reconceptualization of Financial Regulation, cit., 403, poggia sul
simmetrico valore della più nota too big to fail.
79
Ricorda a riguardo ALLEN, Resurrecting OFR, cit., che il settore finanziario è uno degli
investitori più entusiasti per la tecnologia emergente; nel 2020, poco meno di due terzi (64%)
dei leader dei servizi finanziari prevedeva l’adozione in massa di IA nei successivi due anni. Il
settore è anche in vantaggio rispetto agli altri con la blockchain, che consente un’elaborazione
più rapida e un regolamento più rapido delle negoziazioni. A riguardo v. anche RINALDO, Le
analisi finanziarie robotizzate: consulenze, ratings, classificazioni, in CIAN-SANDEI (a cura di),
cit., 353 ss. Solo per esemplificare, basti ricordare che alcune banche di importanza sistemica
hanno creato moneta digitale per i pagamenti (Digital Coin for Payments). Inoltre, da altro
punto di vista, sembra utile ricordare che i contratti di riacquisto, o pronti contro termine a bre-
ve (repurchase agreements, o repos for short), sono un tipo di finanziamento (lending) in cui
le istituzioni finanziarie vendono titoli garantiti in un contratto solo per riacquistarli a un prez-
zo inflazionato in un’altra data, di solito durante la notte (overnight); per un esame delle fragi-
lità associate ai repo, tra gli altri, v. GORTON-METRICK, Securitized Banking and the Run on
Repo, in Journal of Financial economics, 104, 2012, 425, 431 ss. Per una verifica della ricadu-
ta dei temi della FinTech considerati nel testo sull’operato degli investitori istituzionali, si può
ricordare che BlackRock sta incorporando il machine learning nelle sue offerte di gestione del
rischio, su cui fanno affidamento un gran numero di istituti finanziari ricorrendo gli estremi per
considerare i benifici sia dell’intelligenza artificiale, sia del machine learning tanto dal punto
di vista dell’efficienza operativa, tanto dalla prospettiva dei clienti che dei portafogli gestiti.
Per gli esempi considerati v. ALLEN, Resurrecting OFR, cit., 20, testo e ivi le ntt. per i riferi-
menti.
80
V. sul tema per tutti ALLEN, Experimental Strategies for Regulating FinTech, in J.L. &
INNOVATION, 3, 2020, 1 ss., 28.
81
La SupTech, che è la sigla con cui si indica la Supervision Technology (supervisione tec-
nologica) si riferisce all’innovazione da parte delle autorità di regolamentazione finanziaria che
è informata dagli stessi progressi tecnologici – come l’apprendimento automatico e la tecnolo-
gia di registro distribuito – che sono parte integrante dei prodotti e servizi FinTech prodotti dal
settore privato. A riguardo v. ALLEN, Experimental Strategies for Regulating FinTech, cit., 26.
Gran parte della sperimentazione legata alla SupTech è stata finora reattiva, nel senso che è
stata sviluppata per aiutare le autorità di regolamentazione a elaborare le voluminose quantità
di dati riportati dalle istituzioni e dai mercati finanziari, in futuro potrebbe (e forse dovrebbe)
anche richiedere un maggiore forma proattiva; sul tema v. DI CASTRI-HOHL-KULENKAMPFF-
PRENIO, The Suptech Generations, Financial Stability Institution, FSI Insights on policy im-
plementation No 19, 2019, 1 ss., 16 e 19 (sul sito www.bis.org), i quali verificano che gli stru-
menti di SupTech trovano applicazione principalmente nell’analisi della cattiva condotta, nella
segnalazione e nella gestione dei dati. Della sperimentazione proattiva esaminata in letteratura,
la maggior parte è stata orientata al rilevamento in tempo reale di frodi e riciclaggio di denaro.
DI CASTRI-HOHL-KULENKAMPFF-PRENIO, The Suptech Generations, cit., 11 s. Sembra di poter
rilevare che la sperimentazione sull’utilizzo della SupTech al servizio della stabilità finanziaria
è ancora molto limitata. In particolare, non c’è stata una reale considerazione di come la super-
visione tecnologica potrebbe essere utilizzata per rispondere ai nuovi rischi per la stabilità fi-
nanziaria posti dalle innovazioni della FinTech; sul tema v. ALLEN, Experimental Strategies
for Regulating FinTech, cit., 28 s. Tuttavia, ci sono una serie di casi d’uso convincenti. Ad
esempio, i problemi derivanti dalla rapida autoesecuzione degli smart contract potrebbero esse-
re risolti programmando un interruttore automatico che potrebbe essere attivato da un regolato-
re; per tale proposta v. ALLEN, Driverless Finance, cit., 197. Oppure le autorità di regolamen-
tazione potrebbero esplorare i tipi di algoritmi di apprendimento automatico (machine lear-
ning) e i parametri del set di dati che hanno maggiori probabilità di prendere sul serio la possi-
bilità di eventi di coda (tail risk) e prendere in considerazione l’obbligo del loro uso; a riguardo
sempre ALLEN, Driverless Finance, cit., 200. Ci sono senza dubbio molte più opportunità in
questo senso. Tuttavia, la sperimentazione della SupTech non sarà possibile fin quando i rego-
latori finanziari non svilupperanno nuovi tipi di competenze tecnologiche. Inoltre, man mano
che la finanza diventa più guidata dalla tecnologia, anche le forme più tradizionali di regola-
mentazione finanziaria richiederanno tali tipi di competenza tecnologica. Esamina i limiti con-
siderati OMAROVA, Technology v. Technocracy: FinTech as a Regulatory Challenge, in Jour-
nal of Financial Regulation, 6, 2020, 75 ss., 97, che, più in generale, analizza le sfide poste sul
piano dell’accelerazione e della velocità dal sistema finanziario ai regolatori. Ad esempio, la
supervisione di un istituto finanziario sarà compromessa se le autorità di regolamentazione non
sono in grado di comprendere la tecnologia di apprendimento automatico che l’istituto sta uti-
lizzando per gestire i propri rischi; così come la supervisione dei mercati finanziari sarà com-
promessa se le autorità di regolamentazione non comprendono come i registri distribuiti conva-
lidano ed elaborano le transazioni. Senza competenze proprie, le autorità di regolamentazione
diventeranno dipendenti dalle spiegazioni del settore su come funziona la tecnologia, una ten-
denza che può indurre le autorità a interiorizzare l’atteggiamento positivo del settore nei con-
fronti della tecnologia e a trascurarne i rischi. Sul tema si sostiene che le autorità di regolamen-
tazione dovrebbero adottare un approccio precauzionale nei confronti delle informazioni che
Se si passa ad esaminare gli aspetti della finanza che possono risultare rile-
vanti nella creazione del rischio sistemico, il settore dei pagamenti, in partico-
lare, è un’area che necessita costante considerazione 84. Per rendere immedia-
tamente i reali profili del tema è sufficiente ipotizzare che un numero conside-
revole di famiglie o imprese, ovvero un’impresa di grandi dimensioni migras-
sero le proprie attività di pagamento verso un sistema non bancario di tipo
FinTech, un’interruzione sostanziale della piattaforma o del sistema su cui è
avvenuta la migrazione potrebbe avere conseguenze sistemiche. In un caso
estremo, l’interruzione del sistema di pagamenti FinTech potrebbe incitare
l’instabilità dei consumatori: si potrebbero verificare a ritiri su larga scala fa-
voriti dall’uso di portafogli mobili (o digitali), a sua volta, con i consumatori
che ritardano i trasferimenti di fondi ad altre imprese e famiglie, a cui devono
un pagamento e quali cessionari facevano affidamento su quei fondi per sod-
disfare altri debiti o spese. Questa catena di eventi dovrebbe suonare familiare:
ricevono dal settore finanziario; a riguardo v. ALLEN, A New Philosophy for Financial Stability
Regulation, in Loyola University Chicago Law Journal, 45, 2013, 173 ss.
82
A riguardo v. ZETZSCHE-ARNER-BUCKLEY, Decentralized Finance, in Journal of Finan-
cial Regulation, 2020, 6, 172 ss., 175 ss.
83
A livello istituzionale il tema è stato in passato richiamato da CARNEY, Governor, Bank
of England, The Promise of FinTech – Something New Under the Sun?, Speech at the Deutsche
Bundesbank G20 Conference, January 25, 2017 (sul sito www.bankofengland.co.uk), il quale
considera le potenziali implicazioni per la stabilità finanziaria del settore FinTech; in argomen-
to v. anche WORLD ECONOMIC FORUM, The Role of Financial Services in Society, 2016, 5 s.
(sul sito www3.weforum.org).
84
A riguardo v. SKINNER, Regulating Nonbanks, cit., 1418, ove ulteriori indicazioni.
85
Sul tema v. SKINNER, Regulating Nonbanks, cit., 1418.
86
Per esemplificare, un punteggio di credito eccessivamente generoso, ad esempio, potreb-
be alimentare una bolla degli asset; sul tema v. A riguardo v. SKINNER, Regulating Nonbanks,
cit., 1418.
87
Sul rilievo delle piattaforme v. supra, nt. 8. Per il rilievo qui considerato v. SKINNER, Re-
gulating Nonbanks, cit., 1418, ove ulteriori riferimenti in materia di piattaforme di trading
multilaterale (per le quali si può verificare che in alcuni casi lavorino come piattaforme alter-
native di trading), ora in sviluppo quanto al volume di trading di pronti contro termine (repo).
Per una panoramica generale dei contratti di riacquisto (repo), v. BARR-JACKSON-TAHYAR, Fi-
nancial Regulation: Law and Policy, III ed., Saint Louis, 2021, 415.
88
Per questi aspetti sempre SKINNER, Regulating Nonbanks, cit., 1419, ove ulteriori riferi-
menti.
89
Il riferimento sotteso all’indicazione di Basilea II è al documento redatto dal Comitato di
Basilea sulla Supervisione Bancaria, BASEL COMMITTEE ON BANKING SUPERVISION (BCBS),
International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards. A Revised Fra-
mework, Comprehensive Version, (c.d. Basel II), emanato nel 2004, e reso definitivo nel giu-
gno del 2006. La struttura dell’atto è articolata su differenti settori che nel linguaggio di Basel
II, poi diffuso nel trattare la materia, vengono definiti Pilastri (Pillars); a riguardo, tra gli altri,
VICARI, La nuova disciplina di Basilea tra obblighi di capitalizzazione delle banche, costo me-
dio del passivo e obiettivo di riduzione dei tassi di finanziamento per le imprese, in I. Demuro
(a cura di), Le operazioni di finanziamento alle imprese. Strumenti giuridici e prassi, Torino,
2010, 12. Sugli Accordi di Basilea II, tra gli altri, v. COSTA, Le regole di Basilea II tra tutela
del capitale delle banche e comportamenti virtuosi delle imprese, in SANFILIPPO-DI CATALDO
(a cura di), Le fonti private del diritto commerciale, Milano 2008, 209 ss., 213; GIANNELLI, Gli
accordi di Basilea 2 tra soft law e autonomia organizzativa delle banche, ivi, 219 ss., 222 ss.
90
Su questi profili v. BUCKLEY-ARNER-ZETZSCHE-SELGA, Techrisk, in Singapore Journal
of Legal Studies, 2020, 35 ss.
91
Per l’individuazione dei settori considerati, v. anche BUCKLEY-ARNER-ZETZSCHE-SELGA,
Techrisk, cit., 36 s., passim.
92
SKINNER, Regulating Nonbanks, cit., 1419, ove ulteriori riferimenti.
93
A riguardo v. FSB, Policy Recommendations to Address Structural Vulnerabilities From
Asset Management Activities, 2017 (sul sito www.fsb.org). Il Financial Stability Board ha rac-
comandato un approccio basato sulle attività che si concentri su quattro aree di vulnerabilità
strutturale: liquidity mismatch; leverage; operational risks; e securities lending activities; v.
FSB, Reccomandations, cit., 9. Per l’INTERNATIONAL MONETARY FUND (IMF), Global Finan-
cial Stability Report. Navigating Monetary Policy Challenges and Managing Risks, 2015, 93
«larger funds and funds managed by larger asset management companies do not necessarily
contribute more to systemic risk: the investment focus appears to be relatively more important
for their contribution to systemic risk».
94
Tra gli altri, sul tema, v. RICKS, The Money Problem. Rethinking Financial Regulation,
Chicago, 2015, 102 ss., il quale analizza gli aspetti di panico e la sua diffusione nel mercato in
relazione ai profili macroeconomici; in argomento, per un’analisi istituzionale v. FSOC, Asset
Management Update, cit., 24 s.
95
Sul tema v. SKINNER, Regulating Nonbank, cit., 221, ove riferimenti.
96
Le richieste di liquidità di una banca, e la disponibilità di fondi per essa, dipendono so-
stanzialmente dalle reazioni di central clearing parties, hedge fund, fondi pensione, compagnie
assicurative, fondi del mercato monetario e, più in generale, da altri asset manager. A riguardo
v. CETORELLI-DUARTE-EISENBACH, Are Asset Managers Vulnerable to Fire Sales?, Fed. Res.
Bank of N.Y: Liberty Street Econ, Feb. 18, 2016 (sul sito www.libertystreeteconomics
.newyorkfed.org) che spegano questa catena di eventi. L’evidenza empirica mostra che le ven-
dite forzate (le c.d. fire sale) causano effettivamente tali dislocazioni di prezzi sul tema v.
GOLDSTEIN-JIANG-NG, Investor Flows and Fragility in Corporate Bonds, in Journal of Finan-
cial Economics, 2017, 592 ss., 592 ss.; COVAL-STAFFORD, Asset Fire Sales (and Purchases) in
Equity Markets, in Journal of Financial Economics, 86, 2007, 479 ss., 510 s., i quali dimostra-
no che ciò deprime i prezzi; e v. anche CETORELLI-DUARTE-EISENBACH, op. cit.
97
V. CETORELLI-DUARTE-EISENBACH, Are Asset Managers Vulnerable to Fire Sales?, cit..
A riguardo sembra utile ricordare che secondo un financial accelerator model (modello
dell’acceleratore finanziario), elaborato dalla letteratura economica, il calo dei prezzi delle at-
tività deprime i valori delle garanzie, riduce i prestiti, il che, a sua volta, amplifica gli shock
iniziali con conseguenze per la liquidità del mercato e l’offerta di credito; v. BERNANKE-
GERTLER-GILCHRIST, The Financial Accelerator in a Quantitative Business Cycle Framework,
in TAYLOR-WOODFORD (eds.), Handbook of Macroeconomics, Vol. 1, Part C, Amsterdam et
o.p., 1999, 1342 ss., 1343 s.
98
A tal proposito la FSOC, Asset Management Update, cit., 14, esprime preoccupazione
per l’uso della leva finanziaria. Come anche per FinTech, questi fondi potrebbero impegnarsi
direttamente con i fornitori di liquidità attraverso una piattaforma di trading alternativa, esclu-
dendo una banca come intermediario.
99
A riguardo v. KAMBHU-SCHUERMANN-STIROH, Hedge Funds, Financial Intermediation,
and Systemic Risk, in FRBNY Economic Policy Review, December 2007, 1 ss., 11 s.
100
Per esempio, per quanto il dato non sia del tutto aggiornato, si può considerare che tra gli
investitori istituzionali, Vanguard possiede circa $ 4 trilioni di asset globali gestiti e BlackRock,
oltre $ 5 trilioni; a riguardo v. SKINNER, Regulating Nonbank, cit., 1421, ove riferimenti.
101
A riguardo, n luogo di molti, v. SKINNER, Cybercrime in the Securities Market: Is
U.C.C. Article 8 Prepared?, in N.C. Law Review Addendum, 90, 2012, 132 ss.
102
L’FSOC ha anche segnalato preoccupazione per l’attività di prestito titoli in cui si impe-
gnano alcuni gestori patrimoniali, in particolare i casi in cui i gestori di fondi forniscono in-
dennizzi agli investitori in caso di perdite (e in cui il gestore agisce in qualità di agente-
prestatore). Secondo l’FSB, tuttavia, il numero di fondi per i quali esiste questa specifica com-
posizione di attività e assicurazioni degli investitori è relativamente ridotto. FSB, supra nota
93, a 35.
103
V. infatti quanto indica la Proposta FinTech, all’art. 5, che avrebbe dovuto modificare
l’art. 85 CRD, introducendo il par. 2, prevedendo che le «autorità competenti assicurano che
gli enti dispongano di adeguati piani di emergenza e di continuità operativa, compresi piani di
continuità operativa e piani di ripristino in caso di disastro per la tecnologia che utilizzano per
comunicare le informazioni (“tecnologia dell’informazione e della comunicazione”) a norma del-
l’art. 6 del regolamento (UE) 2021/xx del Parlamento europeo e del Consiglio [DORA], affinché
possano continuare a operare in caso di grave interruzione dell’operatività e limitare le perdite
subite a seguito di tale interruzione». A riguardo v. la Proposta di direttiva del Parlamento Eu-
ropeo e del Consiglio che modifica le direttive 2006/43/EC, 2009/65/EC, 2009/138/EU,
Per quanto lo scopo di questa indagine non sia quello di verificare la ricon-
ducibilità della supervisione per le materia identificata nell’attuale sistema, o
di indicare possibili linee di assegnazione della supervisione, quanto quello di
segnalare come il rischio si produce lungo assi di sviluppo e amplificazione
among most or all the parts». Per contributi anche di giuristi al tema, oltre che di economisti, v.
gli scritti nel volume di ARNER-AVGOULAS-BUSH-SCHWARCZ (eds.), Systemic Risk in The Fi-
nancial Sector, cit., passim.
107
GROUP OF TEN, Report on Consolidation in the Financial Sector, 25 January 2001, 126,
sul sito www.imf.org.
108
Come noto, La SEC ha un mandato in tre parti: protezione degli investitori, correttezza
ed efficienza del mercato e formazione del capitale; n luogo di molti v. SKINNER, Regulating
Nonbanks, cit., 1422. Negli Stati Uniti, a proposito dell’ampiezza del mandato della SEC, è
stato sostenuto che l’autorità è legittimata ad agire «as a financial stability regulator», se sce-
glie di farlo; tuttavia non esiste un mandato legale inequivocabile e quindi la SEC potrebbe
scegliere di ignorare la stabilità finanziaria e concentrarsi invece esclusivamente sulla prote-
zione degli investitori e sui mandati di formazione del capitale. A riguardo, v. ALLEN, The SEC
as Financial Stability Regulator, in The Journal of Corporation Law, 43, 2018, 715 ss. passim,
732.
109
Si è considerato che questa affermazione dovrebbe essere qualificata con riferimento al-
la nuova divisione SEC dedicata all’analisi di stabilità, e nello specifico «to integrate financial
economics and rigorous data analytics into the core mission of the SEC»; a riguardo v. SKIN-
NER, Regulating Nonbank, cit., 1422 s.; in argomento v. DIVISION OF ECONOMIC & RISK ANA-
LYSIS, About the Division, SEC, Jan. 17, 2017 (sul sito www.sec.gov).
110
Problemi di identificazione del mandato per la stabilità finanziaria sono comuni in Eu-
ropa e negli Stati Uniti.
111
Il dibattito che negli Stati Uniti si è proposto per la SEC, in Europa probabilmente po-
trebbe alimentare un risveglio della discussione delle funzioni da attribuire alle autorità di vigi-
lanza. A riguardo v. per quanto evocato nel testo v. COFFEE jr-SALE, Redesigning the SEC:
Does the Treasury Have a Better Idea?, in Vanderbilt Law Review, 95, 2009, 707 ss., 717; di-
versamente, SHELBY, Closing the Hedge Fund Loophole: The SEC as the Primary Regulator of
Systemic Risk, in Boston College Law Review, 58, 2017, 639 ss.
112
Per questi aspetti v. Magnuson, Regulating FinTech, cit.
113
Per ulteriori considerazioni sul tema v. MAGNUSON, Regulating FinTech, cit.
114
V. FINANCIAL STABILITY OVERSIGHT COUNCIL (Fsoc), Annual Report, 2016, 109 (sul
sito www.treasury.gov), ove si osserva che «[s]ince the financial crisis, the largest [bank hold-
ing companies] have reduced leverage and become better prepared to manage draws on liquidi-
ty, significantly improving their resilience».
115
Solo per citare la pubblicistica, v. CHEN, We Need to Know Who Satoshi Nakamoto Is,
New Yorker, May 9, 2016 (sul sito www.newyorker.com).
116
Per i riferimenti v. MAGNUSON, Regulating FinTech, cit., 1206, sub ntt. 188-190.
117
Sul tema del Bitcoin e delle altre valute virtuali e della loro ascesa, tra gli altri, TU-
MEREDITH, Rethinking Virtual Currency Regulation in the Bitcoin Age, in Washington Law
Review, 90, 2015, 271 ss., 277 ss., e 297 ss., per quanto considerato nel testo.
118
Solleva dubbi analoghi MAGNUSON, Regulating FinTech, cit., 1206.
119
YADAV, How Algorithmic Trading Undermines Efficiency in Capital Markets, in Van-
derbilt Law Review, 68, 2015, 1607 ss., 1668 ss. Ed è di tutto interesse la svolta delle autorità
di regolazione che abbiano adottato metodi basati sulla raccolta dei big data tipici delle impre-
se della FinTech per promuovere le loro politiche; a riguardo v. VAN LOO, Rise of the Digital
Regulator, in Duke Law Jurnal, 66, 2017, 1267 ss. il quale analizza dal punto di vista metodo-
logico l’adozione regolatoria dei big data; per questa osservazione v. anche MAGNUSON, Regu-
lating FinTech, cit., 1206 s., testo e nt. 192.
120
Tra gli altri, v. MILLS-WANG-MALONE-RAVI-MARQUARDT-BADEV-BREZINSKI-FAHY-
LIAO-KARGENIAN-ELLITHORPE-NG-BAIRD, Distributed Ledger Technology in Payments,
Clearing, and Settlement, Fin. & Econ. Discussion Series, Working Paper No. 2016-095, 2016,
passim, 34 (sul sito www.ssrn.com), il quali concludono l’analisi rilevando che «the industry’s
understanding and application of [distributed ledger] technology is still in its infancy».
121
MAGNUSON, Regulating FinTech, cit., 1207.