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DELL’ECONOMIA
La disciplina uniforme del mercato interno viene realizzata, dunque, da tre principali
strumenti:
Il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne, nel quale è assicurata la
libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali secondo le
disposizioni dei trattati.
*Il TFUE è il TUE sono i due trattati pilastro dell’Unione Europea, il primo in
particolare organizza il funzionamento dell’Unione e determina i settori, la
delimitazione e le modalità di esercizio delle sue competenze.
LA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
La libera circolazione delle merci è garantita attraverso l'eliminazione dei dazi
doganali e delle restrizioni quantitative e dal divieto di adottare misure di effetto
equivalente. I principi del riconoscimento reciproco, l'eliminazione delle
barriere fisiche e tecniche e la promozione della standardizzazione sono ulteriori
elementi introdotti per portare avanti il completamento del mercato interno.
L'adozione del nuovo quadro legislativo nel 2008 ha rafforzato la libera
circolazione delle merci, il sistema di vigilanza del mercato dell'UE e il marchio
CE. Studi recenti indicano che i benefici derivanti dal principio della libera
circolazione delle merci e dalla legislazione correlata ammontano a 386 miliardi
di EUR l'anno.
LA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
La libera circolazione delle merci nel mercato interno è assicurata attraverso:
STRUMENTI
- Attraverso un’unione doganale (art. 28.1 TFUE)
- Col divieto di imposizioni fiscali (art. 110 TFUE)
- Con l’abolizione delle restrizioni quantitative e delle misure di effetto
equivalente (artt. 34 e 35 TFUE)
- Con il riordinamento dei monopoli (art. 37 TFUE)
- Col riavvicinamento delle legislazioni nazionali (art. 114 TFUE)
LA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI
OBIETTIVI
Il diritto alla libera circolazione delle merci originarie degli Stati membri e delle merci
provenienti da paesi terzi che si trovano in libera pratica negli Stati membri è uno dei
principi fondamentali del trattato (articolo 28 del TFUE). In una fase iniziale, la libera
circolazione delle merci era stata concepita nel quadro di un'unione doganale tra gli Stati
membri con l'abolizione dei dazi doganali, delle restrizioni quantitative agli scambi, delle
misure di effetto equivalente e con la fissazione di una tariffa esterna comune
dell'Unione. In seguito l'accento è stato posto sull'eliminazione di tutti gli ostacoli restanti
frapposti alla libera circolazione delle merci al fine di realizzare il mercato interno.
RISULTATI
L'abolizione dei dazi doganali e delle restrizioni quantitative (contingenti) fra gli Stati
membri è stata portata a termine entro il 1. luglio 1968. Per contro, gli obiettivi
complementari, ovvero il divieto di misure di effetto equivalente e l'armonizzazione delle
normative nazionali pertinenti, non sono stati conseguiti entro tale termine. Tali obiettivi
sono divenuti fondamentali nello sforzo continuo di conseguire la libera circolazione
delle merci.
LA CIRCOLAZIONE DEI LAVORATORI
Articolo 45 TFUE
Essa implica l'abolizione di qualsiasi discriminazione fondata sulla nazionalità per quanto
riguarda l'impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro. Inoltre, l’art. 45 stabilisce che
un lavoratore dell'UE ha il diritto di rispondere a un'offerta di lavoro, di spostarsi liberamente a
tal fine nel paese, di prendervi dimora al fine di svolgervi un'attività di lavoro e di rimanere nel
suo territorio, a determinate condizioni, dopo aver occupato un impiego.
Inoltre esistono altre disposizioni che la completano, in relazione alla equiparazione della
protezione sociale, del diritto al lavoro, della formazione professionale:
- art. 48 TFUE: sistema che consente ai lavori migranti di continuare a godere delle prestazioni e di ottenere il
cumulo dei periodi assicurativi maturati nei diversi Stati membri;
- art. 153.1 TFUE: norma volta ad eliminare i dislivelli tra i diversi Stati membri per giungere a norme comuni
per un sistema europeo di diritti sociali;
- art. 166.1 TFUE: l’UE attua una politica di formazione professionale che rafforza ed integra le azioni deli
Stati membri;
- art. 162 TFUE: costituzione Fondo Sociale Europeo per migliorare la possibilità di occupazione dei lavoratori
all’interno del mercato interno e per contribuire al tenore di vita: norma positiva volta a favorire la
circolazione.
LA CIRCOLAZIONE DEI LAVORATORI
RISULTATI
Secondo i dati Eurostat, nel 2019, il 3,3 % dei cittadini dell'UE in età lavorativa (20-64
anni) risiedeva in un paese dell'UE diverso da quello di cittadinanza — una percentuale
in aumento rispetto al 2,4 % del 2009. Inoltre, si sono registrati 1,5 milioni di lavoratori
transfrontalieri e 4,6 milioni di lavoratori distaccati. La quota di cittadini dell'UE in
mobilità varia notevolmente da uno Stato membro all'altro e va dallo 0,8 % nel caso della
Germania al 19,4 % nel caso della Romania.
Questi cittadini dell'UE in mobilità registrano un tasso di occupazione più elevato (75,5
%) rispetto a quelli residenti nel paese di cui erano cittadini (73,1 %). Inoltre, tra il 2011
e il 2019 la mobilità delle persone altamente qualificate è aumentata di 4 punti
percentuali, promuovendo così la circolazione delle conoscenze nell'UE.
LA CIRCOLAZIONE DEI LAVORATORI – IMPATTO
DELLA PANDEMIA COVID-19
La pandemia di COVID-19, che ha colpito l'UE nei primi mesi del 2020, ha portato a
restrizioni senza precedenti della libera circolazione dei lavoratori in tutti gli Stati
membri dell'UE, in particolare a seguito della reintroduzione dei controlli alle frontiere
interne.
Di conseguenza, fra i lavoratori transfrontalieri, stagionali e distaccati si sono registrati
un aumento della disoccupazione e gravi problemi di trasferimento. Nel marzo 2020 la
Commissione ha pubblicato orientamenti relativi all'esercizio della libera circolazione dei
lavoratori durante la pandemia di COVID-19, integrati da ulteriori orientamenti relativi
alla libera circolazione degli operatori sanitari e dei lavoratori stagionali, rispettivamente
nel maggio e nel luglio 2020. Il 12 ottobre 2020 il Consiglio ha adottato una
raccomandazione per un approccio coordinato alla limitazione della libertà di
circolazione in risposta alla pandemia di COVID-19, che contiene disposizioni sulla
revoca degli obblighi di quarantena per i lavoratori essenziali.
IL DIRITTO DI STABILIMENTO E LA CIRCOLAZIONE
DEI SERVIZI
Articolo 49 TFUE
Nel quadro delle disposizioni che seguono, le restrizioni alla libertà di stabilimento dei cittadini di uno Stato
membro nel territorio di un altro Stato membro vengono vietate. Tale divieto si estende altresì ̀ alle restrizioni
relative all'apertura di agenzie, succursali o filiali, da parte dei cittadini di uno Stato membro stabiliti sul territorio
di un altro Stato membro. La libertà di stabilimento importa l'accesso alle attività autonome e al loro esercizio,
nonché la costituzione e la gestione di imprese e in particolare di società ai sensi dell'articolo 54, secondo comma,
alle condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei propri cittadini, fatte salve le
disposizioni del capo relativo ai capitali.
Art. 56 TFUE
Nel quadro delle disposizioni seguenti, le restrizioni alla libera prestazione dei servizi all'interno dell'Unione sono
vietate nei confronti dei cittadini degli Stati membri stabiliti in uno Stato membro che non sia quello del
destinatario della prestazione.Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa
ordinaria, possono estendere il beneficio delle disposizioni del presente capo ai prestatori di servizi, cittadini di un
paese terzo e stabiliti all'interno dell'Unione.
IL DIRITTO DI STABILIMENTO E LA CIRCOLAZIONE
DEI SERVIZI
Il diritto di stabilimento (art. 49 TFUE) importa l’accesso alle attività autonome e al loro
esercizio, nonché la costituzione e la gestione di imprese e in particolare di società, alle
condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei propri
cittadini.
Inoltre, l’art. 53 TFUE, commi 1 e 2, dispone che al fine di agevolare l’accesso alle
attività autonome e l’esercizio di queste, il Parlamento EU e il Consiglio stabiliscono
direttive intese al reciproco riconoscimento dei diplomi, certificati, ed altri titoli e al
coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati
membri.
Quanto alla circolazione dei servizi l’art. 57 TFUE stabilisce la definizione di servizi:
prestazioni fornite normalmente dietro retribuzione: a) attività di carattere industriale; b)
attività di carattere commerciale; c) attività artigiane; d) attività delle libere professioni.
Queste disposizioni sono considerate norme di chiusura in quanto si riferiscono alle
restanti attività non assicurate dalle altre libertà.
IL DIRITTO DI STABILIMENTO E LA CIRCOLAZIONE
DEI SERVIZI
I lavoratori autonomi e i professionisti o le persone giuridiche ai sensi dell'articolo 54
TFUE che operano legalmente in uno Stato membro possono: i) esercitare un'attività
economica in un altro Stato membro su base stabile e continuativa (libertà di
stabilimento: articolo 49 TFUE); o ii) offrire e fornire i loro servizi in altri Stati membri
su base temporanea pur restando nel loro paese d'origine (libera prestazione dei servizi:
articolo 56 TFUE). Ciò presuppone non soltanto l'abolizione di ogni discriminazione
basata sulla nazionalità ma anche, al fine di poter usufruire concretamente di tale libertà,
l'adozione di misure volte a facilitarne l'esercizio, compresa l'armonizzazione delle
norme nazionali di accesso o il loro riconoscimento reciproco
IL DIRITTO DI STABILIMENTO E LA CIRCOLAZIONE
DEI SERVIZI
RISULTATI
A. La liberalizzazione nel trattato
1. «Libertà fondamentali»
Il diritto di stabilimento comprende il diritto di svolgere attività indipendenti, nonché di
avviare e gestire imprese al fine di esercitare un'attività permanente su base stabile e
continuativa, alle stesse condizioni previste per i propri cittadini dalla legislazione dello
Stato membro di stabilimento.
La libertà di prestare servizi si applica a tutti i servizi che vengono generalmente forniti a
titolo remunerativo, nella misura in cui essi non sono regolamentati dalle disposizioni
relative alla libera circolazione delle merci, dei capitali e delle persone. La persona che
presta un «servizio» può, a tal fine, esercitare temporaneamente la propria attività nello
Stato membro in cui il servizio viene prestato, alle stesse condizioni imposte da tale Stato
ai propri cittadini.
IL DIRITTO DI STABILIMENTO E LA CIRCOLAZIONE
DEI SERVIZI
2. Le eccezioni
Il TFUE esclude dalla libertà di stabilimento e dalla libera prestazione dei servizi le
attività che sono connesse all'esercizio dei pubblici poteri (articolo 51 TFUE). Tale
esclusione è tuttavia limitata da un'interpretazione restrittiva: le esclusioni possono
riguardare soltanto attività e funzioni specifiche che comportano l'esercizio dei pubblici
poteri; inoltre, affinché l'esclusione comprenda un'intera professione, tutta la relativa
attività deve essere dedicata all'esercizio dei pubblici poteri o la parte che vi è dedicata
deve essere inscindibile dalle altre. Tali eccezioni permettono agli Stati membri di
escludere la produzione o il commercio di materiale bellico (articolo 346, paragrafo 1,
lettera b), TFUE) e di mantenere un regime particolare per i cittadini stranieri,
giustificato da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità pubblica
(articolo 52, paragrafo 1).
IL DIRITTO DI STABILIMENTO E LA CIRCOLAZIONE
DEI SERVIZI
Per l’attuazione della libertà di stabilimento l’UE ha adottato specifiche direttive di
coordinamento della formazione professionale negli Stati membri e di mutuo
riconoscimento del titolo a seguito del percorso formativo coordinato.
Per l’attuazione della circolazione dei servizi sono state adottate:
- normativa generale: dir. 123/2006 (d.lgs. n. 59/2010) si applica a qualunque servizio
fornito dietro corrispettivo economico. E’ volta a facilitare la libertà di stabilimento e di
prestazione dei servizi nel mercato e a migliorare la qualità dei servizi offerti. Questi
obiettivi sono raggiunti attraverso:
- regimi di autorizzazione
- rafforzamento diritti dei destinatari di servizi
- certificazione volontaria delle attività, elaborazione carte di qualità e codici di condotta
europei
- semplificazione amministrativa
- meccanismi di cooperazione tra amministrazioni (assistenza reciproca)
LA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI
Articolo 63 TFUE
1. Nell'ambito delle disposizioni previste dal presente capo sono vietate tutte le restrizioni ai
movimenti di capitali tra Stati membri, nonché tra Stati membri e paesi terzi.
2. Nell'ambito delle disposizioni previste da l presente capo sono vietate tutte le restrizioni sui
pagamenti tra Stati membri, nonché tra Stati membri e paesi terzi.
Il divieto imposto dall’art. 63 TFUE contribuisce alla rimozione degli ostacoli alla
circolazione dei fattori produttivi nell’ambito del mercato interno. Da esso discende, ad
esempio, l’illegittimità delle misure nazionali che subordinino ad un’autorizzazione
amministrativa il trasferimento di valuta, di mezzi di pagamento o di valori mobiliari; delle
misure che stabiliscono dei controlli sugli investimenti diretti mediante la previsione di azioni
che conferiscono diritti speciali a favore dello Stato o che impongono restrizioni
all’assunzione di partecipazioni azionarie.
I LIMITI ALL’IMPRESA PUBBLICA
Per altro verso, negli anni ’80 si afferma un approccio decisamente più
rigorista al tema degli aiuti, per almeno tre ragioni:
1. Abbandono delle teorie economiche keynesiane in favore di quelle di
matrice neoclassica
2. Nuovo slancio al progetto europeo e, in particolare, al rafforzamento
del mercato unico.
3. Infine, al principio degli anni ‘90, la redazione di Maastricht incide
ulteriormente sulla capacità degli Stati di sussidiare il proprio sistema
produttivo, a partire dalla limitazione dell’indebitamento pubblico, la
quale si ripercuote in misura diretta sulle risorse da destinare agli
aiuti.
IL DIVIETO DI AIUTI DI STATO
Il terzo comma dell’art. 107 elenca infine una pluralità di tipi di aiuto di
Stato che possono essere considerati compatibili col mercato interno:
• Favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia
anormalmente basso, oppure dove si abbia una grave forma di
sottoccupazione;
• Promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune
interesse europeo;
• Porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno SM
• Agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni
economiche
• Promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio
IL DIVIETO DI AIUTI DI STATO
Il quadro che si è ricostruito finora trova completamento nei limiti che il Trattato
pone allo svolgimento dell’iniziativa economica privata, la quale è chiamata a
rispettare le regole del mercato concorrenziale.
La centralità della concorrenza all’interno del disegno di integrazione
sovranazionale tramite il mercato deriva da due distinti fattori:
1. Il carattere più marcatamente tecnico delle politiche incentrate sul
carattere competitivo del mercato, rispetto a quelle che sottintendevano una
maggiore discrezionalità del decisore politico.
2. La convinzione per cui l’unione di iniziativa privata e meccanismo
concorrenziale sia la via migliore per coniugare sviluppo economico e
responsabilizzazione di chi detiene questa forma di potere sociale.
LA DISCIPLINA DELLA CONCORRENZA
claudia.golino@unibo.it
www.unibo.it