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DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA

Dell’integrazione europea attraverso il diritto

L’attività giurisdizionale si svolge innanzi alla CGUE, con sede a Lussemburgo. Si occupa di controllare la
legalità dell’attività delle istituzioni dell’unione (consiglio, commissione, parlamento europeo etc). è
articolata in due diverse giurisdizioni: il tribunale dell’Ue, che giudica in primo grado, la Corte di Giustizia,
che interviene in seconda e terza istanza, guidando anche i giudici nazionali nell’applicazione del diritto
dell’Unione. La CGUE collabora con i giudici interni tramite il meccanismo del rinvio pregiudiziale, che
comporta la possibilità, e a volte anche l’obbligo, per il giudice nazionale di rivolgersi alla Corte per porre
quesiti. Ciò è essenziale per garantire che il diritto dell’Unione venga interpretato in maniera uniforme, e
per garantire giustizia a tutti i ricorrenti, onde evitare che le norme dell’Ue vengano diversamente intese a
seconda dell’ordinamento.

L’ordinamento dell’Ue va distinto dal diritto internazionale classico e dal diritto interno, non è un
ordinamento che viene assorbito dal diritto internazionale come un qualsiasi trattato internazionale, che
eventualmente può essere sottoposto a giudizio di costituzionalità, ma è un diritto che esercita una
supremazia rispetto all’ordinamento interno, motivo per cui a volte è accettato con riserva dalle stesse
Corti Costituzionali.

Come è nato l’ordinamento?


Il fondamento teorico della costruzione europea attraverso il diritto è la dichiarazione enunciata dal
ministro degli affari esteri francese il 9 maggio 1950. Questa dichiarazione è considerata il manifesto
dell’ordinamento dell’unione. Questo professore aveva suggerito di cercare di evitare nuovi fenomeni di
belligeranza tramite una soluzione apparentemente banale: mettere in comune gli interessi. La teoria è
innovativa, ma esisteva già nell’elaborazione di Kant (verso la pace perpetua). L’idea è stata quella di
mettere insieme gli interessi proprio dell’economia di guerra (carbone, acciaio), istituendo una nuova
organizzazione internazionale, che doveva basarsi sulla produzione e gestione comune del carbone e
dell’acciaio, doveva dotarsi di una Alta autorità che fosse posta al controllo, doveva essere aperta a
qualsiasi altro paese che fosse interessato ad unirsi, con l’obiettivo finale di giungere, tramite la politica dei
piccoli passi, il mantenimento della pace. Kant diceva che il principio di democrazia (lui lo chiamava
principio repubblicano) prevedeva che i governanti dovessero dar conto ai governati del loro operato, i
governati difficilmente approvano la guerra.
Ciò si traduce, dal punto di vista giuridico, nella redazione del trattato CECA, il quale crea questo nuovo
sistema, delle istituzioni finalizzate a gestire insieme, tramite un’autorità dipendente, questi interessi
condivisi, prevede la sottoposizione di questa autorità ad un giudice indipendente, la CIG, si crea
un’assemblea, la quale all’inizio non aveva poteri legislativi, ma li ha guadagnati successivamente. Questa
organizzazione viene intesa come un soggetto che pian piano si distacca dalla volontà degli Stati. Il modello
CECA viene poi esteso ad altri Stati, ad altre questioni, quali un mercato interno che coinvolge tutte le
merci, in un secondo momento anche i capitali, la libera circolazione delle persone. Con i trattati del 50 e
successivi si amplia l’oggetto dell’interesse comune, aumentano gli Stati membri, da 6 si arriva a 28, il
Regno Unito è l’unico esempio di riduzione della base sociale.
Le competenze dell’unione, secondo l’aspettativa dei suoi padri fondatori, si è progressivamente occupata
di questioni non meramente economiche, quali la tutela del consumatore, la tutela dello Stato di diritto,
l’integrazione tra popoli, garanzie di valori, che oggi trovano spazio nei primi articoli dei trattati istitutivi.
Resta fermo il principio di attribuzione: l’Ue si occupa soltanto delle materie assegnatele dagli Stati, non è
un soggetto a competenze illimitate come gli Stati, è un soggetto che nasce da trattati. In questi ultimi
addirittura si dice che talune attività sono vietate agli Stati. Tuttavia, soprattutto di fronte a situazioni di
necessità, l’unione ha dimostrato di essere un soggetto molto flessibile, che offre la possibilità di risolvere
comunitariamente questioni che gli Stati difficilmente potrebbero superare da soli. Anche un settore
apparentemente estraneo all’unione, quale il mantenimento della pace, è attualmente nell’agenda
dell’Unione. Lo Stato di diritto è uno dei capisaldi dell’Ue, questa impone attualmente ai paesi membri il
rispetto del principio, il rispetto del principio è condizione necessaria per il mantenimento dei vantaggi
concessi dall’Ue, quali ad es l’accesso ai fondi.

MARTEDI’ 8 marzo ’22

Sito corte giustizia: curia.eu.it sentenze corte e tribunale ue

Cos’è l’Unione europea? È difficile dare una qualificazione formale, è uno dei temi più discussi in dottrina.
L’Unione europea nasce nel solco delle organizzazioni internazionali ma si distingue da tutte le altre perché
presenta delle caratteristiche sui generis, che non si riscontrano in nessun’altra organizzazione
internazionale. Formalmente nasce come una tradizionale organizzazione internazionale, per poi
distinguersi, avendo delle caratteristiche particolari. Le sue norme hanno una natura comunitaria,
internazionale e nazionale. Non è uno Stato, non può neanche essere definita federazione di stati, anche se
questa è l’aspirazione di molti, è un soggetto originale, qualcuno l’ha definita la meno internazionale delle
organizzazioni internazionali. Delle caratteristiche che contraddistinguono quest’organizzazione
internazionale sui generis sono la politica monetaria comune, le 4 libertà fondamentali del mercato unico
europeo, la cooperazione tra Stati, ma soprattutto un’integrazione europea, un’unione sempre più stretta
tra i popoli europei. L’integrazione è uno degli elementi fondamentali che contraddistingue l’Ue. Attorno a
questo principio si pongono degli obiettivi fondamentali, quali la libera circolazione di persone, capitali,
merci e servizi. Uno degli obiettivi centrali è sicuramente la pace, la quale è anche uno dei maggiori risultati
conseguiti dall’Ue al proprio interno. La storia dell’integrazione europea nasce all’indomani del secondo
conflitto mondiale, proprio per garantire la pace, quando il ministro francese degli affari esteri propose di
porre l’insieme della produzione franco-tedesca del carbone e dell’acciaio sotto un’autorità comune, in
un’organizzazione aperta all’adesione anche degli altri paesi europei (dichiarazione del 9 maggio).
L’obiettivo è porre fine ai conflitti tra Francia e Germania nei luoghi di confine. I paesi fondatori sono Belgio,
Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, per la durata limitata di 50 anni, la CECA si è infatti sciolta nel
2002. La firma e l’entrata in vigore non coincidono, deve esserci la ratifica da parte degli Stati membri. Si
parte dal trattato del carbone e dell’acciaio, subito dopo si pensò al trattato sulla comunità europea di
difesa, CED, il quale si fondava sull’idea di creare una forza armata europea collegata ad una struttura
europea unica, ci fu però la forte opposizione del parlamento francese e il trattato non entrò mai in vigore.
Dopo il fallimento di questo trattato gli Stati membri decisero di proseguire sulla strada dell’integrazione
economica, più facile da realizzare rispetto a quella politica e di difesa. Si arrivò alla firma, a Roma, di 2
trattati: EURATOM o CEA (sull’energia atomica) e CEE (comunità economica europea). È particolarmente
importante la CEE, perché nel corso degli anni ha acquisito un rilievo predominante rispetto alle altre
comunità, diventando poi l’Unione europea. Inizialmente abbiamo CECA (durata limitata), EURATOM, CEE
(attorno a questa comunità si svilupperà l’UE). L’idea iniziale di questo trattato era creare un mercato unico
e un graduale avvicinamento delle politiche, al fine di realizzare un’unione sempre più stretta tra i popoli
europei, realizzare l’integrazione europea. All’inizio il sistema era complesso, questi 3 trattati avevano dato
vita a dei sistemi complessi, le comunità agivano per mezzo di istituzioni differenti, motivo per cui il trattato
di Bruxelles del 65 decise di fondere gli esecutivi delle 3 comunità, facendole funzionare con istituzioni e
organi comuni, realizzando una unificazione. Questo non significa che queste istituzioni e organi avevano le
stesse competenze, ad es la Commissione europea, pur essendo unica per le 3 comunità, aveva poteri
diversi a seconda che trattasse materie di pertinenza della CECA o delle altre 2 comunità. Successivamente
ci fu un periodo di difficoltà politica, la Francia cessò di partecipare alle riunioni del consiglio chiedendo una
definizione dei poteri della Commissione, ma successivamente questa “crisi della sedia vuota” fu risolta
grazie al compromesso di Lussemburgo che decise di, in ipotesi in cui fossero in gioco interessi importanti di
un paese membro, arrivare a soluzioni condivise dal paese membro. Si iniziano ad intravedere dei segnali
positivi con la decisione del consiglio del 76, la quale stabilisce l’elezione diretta a suffragio universale dei
membri del parlamento europeo, che prima erano designati dai singoli parlamenti nazionali.

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