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STORIA DELLINTEGRAZIONE EUROPEA

(OLIVI SANTANIELLO)
CAP. 1 GENESI E NASCITA DELLE COMUNITA EUROPEE
1. Linizio della guerra fredda
La guerra fredda ebbe inizio quando fu evidente limpossibilit di trovare un accordo tra i paesi vincitori del
secondo conflitto mondiale. Questa situazione port i paesi dellEuropa occidentale ad avere determinati
comportamenti con lUnione Sovietica con la quale era ormai impossibile trovare un accordo per la
riorganizzazione dellEuropa post-bellica.
Linizio della guerra fredda port delle modifiche anche nella politica estera francese. La Francia viveva il
secondo dopoguerra in una posizione di potenza secondaria, messa da parte sia dallUnione Sovietica ad est,
sia dallasse anglo-americano ad ovest Tuttavia lincompatibilit con lURSS si fece presto evidente
costringendo i Francesi ad allinearsi con le potenze occidentali dando inizio alla guerra fredda.
La cortina di ferro si fece sempre pi evidente nei primi mesi del 1948, soprattutto dopo il colpo di stato
comunista a Praga il 25 febbraio.
2. Il congresso dellAia e le ideologie europeiste
Il 1948 non fu solo lanno della rottura dellalleanza anti-hitleriana, ma fu anche lanno della prima assise
europeista, dove si incontrarono numerosi personaggi con idee diverse ma con la sola aspirazione di dare
unit al continente europeo, uscito stremato e distrutto dai due conflitti mondiali.
Tuttavia lidea di un Europa unita era gi nata nel secolo precedente, ma solo dopo la seconda guerra
mondiale fu una materia ampiamente discussa, tanto che possibile riconoscere tre differenti correnti di
pensiero:
1. Confederalista: i fautori di tale corrente auspicavano una cooperazione quanto pi estesa e profonda,
ma che lascia intatti i meccanismi della sovranit nazionale;
2. La seconda corrente era pi militante e battagliera in quanto affermava la totale distruzione degli
stati nazionali ritenuti responsabili dei conflitti mondiali per approdare ad un unico grande Stato
federale.
3. Funzionalista: per i funzionalisti lobiettivo era quello raggiungere lunit dEuropa attraverso
integrazioni settoriali frutto di successive cessioni di sovranit da parte degli stati sovrani alla
comunit europea.
Saranno proprio i funzionalisti, stretti intorno a Jean Monnet e Robert Schuman, a dare vita alla prima forma
di unificazione europea: la Comunit Europea del Carbone e dellAcciaio (CECA).
Il 7 maggio 1948 si apr allAia il Congresso dEuropa, sotto la spinta di Churchill e di altri personaggi che
vedevano di buon occhio lunit del continente. Si riunirono i rappresentanti di 17 nazioni. Tuttavia il
congresso non si concluse con decisioni importanti, ma fu un evento particolarmente importante in quanto
contribu ad intensificare lidea che qualcosa nei rapporti tra gli stati europei stava cambiando, soprattutto
riguardo alla situazione della Germania e alla gestione degli aiuti del Piano Marshall.
3.Linvenzione comunitaria
Gli avvenimenti del 1948 accelerarono il consolidamento degli alleati sul fronte tedesco spingendoli ad una
rapida soluzione. La nuova Repubblica Federale Tedesca fu proclamata il 5 maggio 1949; nella stessa data
scatur dalla risoluzione votata allAia il Consiglio dEuropa.
Un altro importate fatto da sottolineare luscita da parte degli USA dal loro velo di isolazionismo e, sotto
la guida del presidente Truman, strinsero un accordo con i paesi dellEuropa Occidentale: lAlleanza
dellAtlantico del nord, strumento con il quale si intendeva dispiegare forze militari euro-americane
dallestremo nord al Mediterraneo.
4. La Dichiarazione Schuman
Linvenzione comunitaria cui si fatto cenno prese vita con la Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950.
Ne furono autori Jean Monnet e Robert Schuman il quale ebbe la forza di farlo approvare di fronte ad uno
scettico consiglio dei ministri francese e di proporla ai tedeschi e al resto dei paesi dEuropa occidentale. La
Dichiarazione afferma che lopposizione secolare tra Francia e Germania doveva essere messa da parte per
fini pi grandi, proponendo di porre linsieme della produzione del carbone e dellacciaio dei due paesi sotto
unautorit comune in unorganizzazione aperta alla partecipazione degli altri paesi dEuropa. Questa
proposta assicura immediatamente la creazione di basi comuni per lo sviluppo economico.
Per Jean Monnet, ispiratore della Dichiarazione Schuman, lidea di Europa sarebbe dovuta nascere
secondo principi di interdipendenza e di integrazione.

E la debolezza degli Stati-nazione ad aver generato le guerre, per questo serve unirsi per raggiungere gli
scopi prefissati da un interesse comune a tutti gli stati membri di tale comunit.
Dalle idee di Monnet e di Schuman nacque la Comunit Europea del Carbone e dellAcciaio (CECA)
prevista dal trattato di Parigi dell8 aprile 1951. Con esso sei paesi (Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo,
Germania e Paesi Bassi) trovavano un territorio comune in materia di carbone e acciaio. Le istituzioni della
CECA erano: lAlta autorit, un collegio di nove membri con poteri esecutivi nominati dagli stati con
mandato di sei anni; il Consiglio composto da rappresentanti degli stati membri; la Corte di giustizia formata
da sette giudici con il compito di redimere le controversie allinterno del trattato.
La Dichiarazione Schuman metteva da parte ogni possibilit di uninfluenza francese sul territorio tedesco,
ma fu unottima strategia che permise alla Francia appunto di ottenere zone di influenza in maniera diversa.
In conclusione la Dichiarazione Schuman costituisce uno dei cardini storici del dopoguerra poich ha dato
vita a un nuovo quadro istituzionale in cui la Francia ha potuto impostare unazione diplomatica efficace per
decenni.
5. La Comunit europea di difesa e la Comunit politica
La guerra fredda impose agli americani lurgente revisione dellassetto politico e di difesa dellEuropa anche
a causa della veloce espansione dellideologia comunista nel continente. Si fece largo cos lidea, proposta
dai francesi, di creare un organismo di difesa a livello europeo: la Comunit Europea di Difesa (CED). Tale
idea prevedeva la creazione di forze armate comuni legate ad istituzioni politiche sovranazionali con un
ministro europeo della difesa responsabile dinanzi ad unassemblea europea.
Il progetto per lesercito europeo ha peraltro dato vita al primo tentativo di creazione di un potere politico
unificato europeo. Tale idea, proposta dallItalia, prevedeva di andare oltre il significato di Comunit
europea di difesa. De Gasperi, con il suo consigliere Altiero Spinelli, chiese e ottenne che nel progetto del
trattato fosse inserito larticolo 38 che prevedeva lelaborazione da parte della futura assemblea
parlamentare della CED, di un progetto a struttura federale.
Al termine della prima riunione della CECA fu deciso di incaricare la neonata assemblea della CED di
assolvere al mandato dellarticolo 38 del Trattato: un progetto di Comunit politica europea, approvato il 10
marzo 1953.
La struttura istituzionale della Comunit politica europea prevedeva un sistema parlamentare bicamerale. Il
potere esecutivo sarebbe stato esercitato da un Consiglio europeo, il cui Presidente, nominato dal Senato,
avrebbe nominato gli altri membri, e da un Consiglio dei Ministri nazionali. Erano previsti inoltre una Corte
di Giustizia e un consiglio economico e sociale.
Le competenze della Comunit politica riguardavano il coordinamento delle politiche estere degli stati
membri e la realizzazione del trattato CED.
Tuttavia queste illusioni durarono poco in quanto in Francia si accese un forte dibattito tra le forze politiche,
rendendo evidente come la crisi dello stato-nazione era solo una farsa. La fine dellidea della CED, non fu
solo frutto della grande discordia interna, ma anche dellimpossibilit storica a realizzare ununit europea
della quale avrebbero dovuto essere protagoniste una Francia ancora agli inizi del processo di
decolonizzazione e la nuova Germania democratica, rimanendo totalmente assente la Gran Bretagna.
La caduta del progetto del Trattato CED nel 1954 segn la fine della prima iniziativa di dar vita a una
struttura federale europea.
6. Il rilancio europeo
LItalia e i paesi del Benelux furono i promotori del cosiddetto rilancio europeo.
Lunica strada percorribile, dopo il fallimento della CED, era il ritorno a schemi di integrazione settoriale,
secondo lesperienza della CECA. Cos i ministri decisero di creare un comitato intergovernativo di esperti
per ricercare settori di integrazione tra i paesi dellEuropa occidentale (energia atomica e trasporti) e di
esaminare leventualit della creazione di un mercato comune.
7. I trattati di Roma
Il trattato CEEA firmato a Roma il 25 marzo 1957, sembrava destinato a durare a lungo in rapporto allaltro
trattato firmato nello stesso periodo nella medesima localit che creava il mercato unico europeo, trattato che
non ha avuto poche difficolt di stesura.
Il trattato CEE prevedeva una parte normativa riguardante lunione doganale, premessa indispensabile per
avviare lintegrazione economica. Leliminazione delle barriere allo scambio er i paesi aderenti al trattato e
linstaurazione di una tariffa doganale esterna comune erano previste secondo un determinato calendario.
Per conseguire lintegrazione economica erano anche necessarie diverse misure legislative atte ad
armonizzare le politiche degli stati membri per determinato argomenti.

Limpalcatura giuridico-istituzionale del Trattato rappresentava il capolavoro del funzionalismo, cio il


progressivo trasferimento della sovranit sarebbe avvenuto nel quadro di un negoziato permanente sotto la
guida di istituzioni sovranazionali.
Al vertice del sistema comunitario venivano poste il Consiglio e la Commissione. Questultima era
listituzione pi originale in quanto composta da membri esterni ai governi nazionali. Ad essa erano conferiti
poteri di iniziativa legislativa e lesecuzione della legislazione.
Il Consiglio deteneva poteri decisionali. Ad esso spettava il compito di adottare le proposte legislative della
Commissione. Tale organo era composto da rappresentanti dei Governi dei paesi membri e si sarebbe riunito
in diverse forme a seconda della materia trattata.
Fino alla fusione degli esecutivi del 1967, CEE e CECA presentavano ciascuno una commissione ed un
consiglio differente. Lassemblea parlamentare e la corte di giustizia erano organi comuni.
8. Lavvio delle Comunit e la dottrina europea di De Gaulle
Il 1 gennaio 1958 prendeva avvio lattivit istituzionale della CEE e della CEEA. Tuttavia non cera un
clima ottimista come quello che ha accompagnato la creazione della CECA in quanto la guerra fredda si era
s attenuata dopo la morte di Stalin, ma vi erano altri eventi che generavano preoccupazioni, come le
difficolt della Francia nel processo di decolonizzazione.
Fin dallinizio la CEE conobbe una fase di incertezza.
De Gaulle fu richiamato alla presidenza del consiglio in Francia e subito fece sentire la propria voce
riguardo le sue idee contrarie ad un eccessivo processo di assorbimento dello Stato-nazione allinterno della
Comunit. Cos De Gaulle cerc di stabilire il primato francese nellEuropa continentale inseguendolo su tre
strade: il nucleare, i rapporti con la Germania e la sua posizione strategica allinterno del continente
(geopolitica). Secondo lidea di De Gaulle la Francia avrebbe dovuto coagulare intorno a s tutte le potenze
europee facendosi portavoce di un progetto alternativo rispetto allUnione di tutti gli stati europei, in quanto
nazione prima per storia e livello civile. De Gaulle rifiutava il concetto di sovranazionalit.
9. La Gran Bretagna e lEuropa e la prima politica europea di De Gaulle
I sentimenti in Gran Bretagna erano ben differenti in rapporto a quelli riscontrati nellEuropa continentale
dopo la seconda guerra mondiale. Lidea di nazionalismo nel continente si era affievolita a causa delle
devastazioni naziste, eventi che non hanno colpito la forte idea di identit nazionale in Gran Bretagna.
Il Commonwealth appariva come una continuit dello stato nonostante il processo di decolonizzazione in
atto, come ruolo di fornitore di materie prime e di sbocco di prodotti industriali britannici. Lalleanza con gli
USA, inoltre, permetteva loro inoltre di avere relazioni privilegiate col resto del mondo, in primo luogo col
continente europeo.
La Gran Bretagna era interessata ad escludere a priori i prodotti agricoli dal mercato unico europeo per non
modificare i rapporti con le proprie colonie, cercando una proposta alternativa della quale si tenne per poco
conto.
Il fallimento di questa proposta si tradusse nel Trattato di Stoccolma, cio una seconda possibilit alla quale
la Gran Bretagna si aggrappava. Con tale trattato nasceva lEFTA (Associazione europea di libero scambio)
tra Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, Danimarca, Svizzera, Austria e Portogallo. Tale associazione era
concepita come rivale della CEE, ma a causa del poco slancio e della sua debolezza non ebbe alcun
successo.
Il primo grande negoziato avviato in sede comunitaria fu la PAC, cio la Politica Agricola Comune, in
quanto il libero scambio dei prodotti agricoli non poteva essere assicurato solo con la semplice rimozione
degli ostacoli materiali allo scambio.
Mentre il consiglio discuteva sulla PAC, presero avvio altri due negoziati: il primo riguardava la
cooperazione politica europea, il secondo riguardava ladesione di Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda alla
CEE.
Tuttavia lopposizione di De Gaulle alle linee guida da sempre attuate portava al rischio di due schieramenti
contrapposti: i sostenitori della dottrina Monnet-Schuman e i sostenitori di De Gaulle.
De Gaulle stesso inoltre non nascondeva la sua irritazione per lappoggio degli europei ai progetti americani
di creare una forza nucleare multilaterale in quanto ci avrebbe sminuito ancora di pi il ruolo della Francia.
10. Il negoziato britannico e il veto francese
Come gi detto la Gran Bretagna aveva un atteggiamento di ostilit verso il processo di integrazione in una
comunit europea. Tuttavia gli anni 59 e 60 segnarono un punto di svolta per il paese. Gli Usa iniziavano a
vedere di buon occhio la CEE, incitando il paese a farne parte.
Le vicende del negoziato di ingresso della Gran Bretagna si sovrapposero a quelli sullunione politica.

Secondo gli americani una CEE ampliata anche alla Gran Bretagna, avrebbe favorito maggiormente gli
scambi anche a livello mondiale, sino ad arrivare allipotesi di creazione di un mercato unico transoceanico
tra Usa e CEE.
Il negoziato di adesione non fu facile e trov difficolt soprattutto riguardo la politica agricola comune, un
punto su cui la Gran Bretagna non aveva intenzione di passare sopra. A questo punto lira di De Gaulle lo
port a porre il veto francese sulladesione della Gran Bretagna, avviando parallelamente un nuovo corso nei
rapporti con la Germania allo scopo di prepararsi una copertura politica al veto posto.
CAP. 2 LA COMUNITA TRA LUCI E OMBRE
1. Il metodo della sincronizzazione
Durante il Consiglio degli Affari esteri dellaprile 1963, il Ministro tedesco Schroeder propose un sistema di
sincronizzazione con il quale si volevano isolare tutti i problemi atti a garantire la reciprocit dei vantaggi
e delle concessioni. Schroeder propose che fossero realizzati progressi in quelle materie dove i tedeschi
avevano un particolare interesse. La Germania offr alla Francia il completamento della Politica agricola
comune. Le conseguenze dellinterruzione del negoziato con la Gran Bretagna si fecero sentire anche nelle
relazioni fra CEE e USA che perdettero quello slancio politico che sembr prodursi dopo il discorso del
Presidente Kennedy a Filadelfia. La sincronizzazione oper compensazioni tra i due grandi partner della
Comunit su due grandi temi: politica agricola e Kennedy Round. Era la Francia ad acquisire i maggiori
dividendi politici della sincronizzazione; la politica estera della Germania, invece, era soggetta a vincoli
derivanti dalle conseguenze politiche del suo status di paese diviso e dallassenza di un Trattato di pace. Nel
quadro della sincronizzazione la dialettica tra Commissione e Consiglio poteva essere efficace solo se gli
interessi nazionale dei due partner potevano stimolarne liniziativa. La Commissione cerc pi volte di
uscire dalla marginalit in cui laccordo di sincronizzazione laveva relegata, attraverso la soppressione
anticipata delle barriere doganali interne. Il bilancio politico del veto alladesione britannica fu favorevole
alla Francia che consolid la sua posizione di protagonista centrale della CEE. La Francia non pot opporsi
al Kennedy Round poich ci non sarebbe stato utile alla sottrazione della Germania alla tutela politica
Americana. Dopo la rottura del negoziato tra CEE e Regno Unito, il disegno kennediano della partnership
era praticamente fallito.
2. La crisi della sedia vuota
Mentre in seno allAlleanza atlantica la Francia doveva consacrare la propria indipendenza militare, nella
CEE era necessari salvaguardare gli interessi francesi nellintegrazione economica. Si produsse cos una
crisi di cui furono protagonisti il Governo francese e la Commissione europea presieduta dal tedesco
Hallstein. Il Governo francese non aveva fatto mistero dellirritazione provocata dal ruolo influente
esercitato dalla Commissione. La Francia non aveva presentato alcuna proposta di modifica a tal proposito.
Lapplicazione della sincronizzazione consigli a De Gaulle di non tentare di emendare il Trattato. In
Germania lera Adenauer era ormai finita e con essa i propositi nutriti da De Gaulle sul possibile effetto
duraturo del Trattato franco-tedesco. Gli altri paesi comunitari continuavano ad avere verso la Francia una
certa diffidenza, tra cui lItalia. La Commissione propose di sostituire i contributi nazionali forfettari con il
gettito dei diritto doganali e dei prelievi agricoli in modo da alimentare il bilancio comunitario con risorse
proprie. Lautonomia finanziaria avrebbe accresciuto lindipendenza della CEE dai poteri nazionali.
Lorientamento della Commissione non aveva un carattere innovativo in quanto si basava su disposizioni
previste dal Trattato. Solo unaccettazione in blocco da parte degli altri cinque partner delle proposte della
Commissione avrebbe potuto porre la Francia in una situazione negoziale molto difficile, ma ci non poteva
avvenire in quanto tedeschi e italiani non erano disposti ad appoggiare sino in fondo la Commissione.
Probabilmente il Presidente Hallstein, che stava perdendo gli appoggi in Germania, voleva offrire alla
delegazione tedesca una solida sponda comunitaria per resistere alla forza negoziale della Francia. Nel 1965,
di fronte allopposizione degli altri partner, la Francia assunse un atteggiamento radicale: decise di
interrompere i negoziati in seno al Consiglio nellintento di mettere in crisi la CEE. Alla sfida della
Commissione la Francia decise di procedere alla politica della sedia vuota attraverso il ritiro di tutti i suoi
rappresentanti presso il Consiglio. Di fronte allattacco francese, gli altri cinque partner si posero a difesa del
Trattato. Dopo le elezioni presidenziali di dicembre, la Francia dovette riprendere il proprio posto nella
CEE.
3. La nuova domanda britannica di adesione alla CEE e il veto francese
Dopo le elezioni del 1946, per Wilson la CEE continuava ad avere una forte attrazione per la Gran Bretagna.
I britannici ritenevano che il rinnovo della domanda avrebbe potuto dare alla diplomazia britannica la

possibilit di un nuovo gioco europeo con i 5 partner della Francia. Ma ancora una volta la manovra inglese
era destinata allinsuccesso. Alla fine di maggio del 1967 in occasione di una Conferenza dei Capi di Stato e
di Governo dei sei svoltasi a Roma, De Gaulle si espresse contro laccettazione della domanda inglese. Il
Ministro britannico Brown dette una nuova motivazione alla richiesta di adesione; la G.B. riteneva di dover
far sentire la propria influenza nel settore economico, politico e militare, nonch in tema di agricoltura. De
Gaulle nel maggio del 1967 rinnov lopposizione alladesione inglese affermando che sarebbero avvenuti
cambiamenti importanti a seguito delladesione inglese alla CEE. Il parere della Commissione, vista la
situazione economica del Regno Unito, non poteva che essere severo, come severe erano le indicazioni delle
misure che avrebbero dovuto essere accettate dal Governo britannico per poter aderire.
4. Le conseguenze europee del 68 francese e lultima politica gollista
Loccupazione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968 fu un duro colpo per la politica estera francese,
segnando la fine dellidea dellEuropa dallAtlantico agli Urali. Gli USA, impegnati in Vietnam, stavano
riducendo la politica dinfluenza in Europa. La Germania restava intatta e potente, pi potente di prima in
quanto, ora, la Francia era indebolita ed aveva bisogno degli altri paesi comunitari per proteggere la sue
economia. Dopo larrivo del Cancelliere Brandt la Francia venne esclusa dai rapporti fra URSS e Germania.
Durante linverno 1968-1969, in cui si manifest lo squilibrio della Francia, si ebbe per la Germania la
rivalutazione del marco. De Gaulle prospett allora, segretamente, un direttorio a 4 in seno alla CEE
(Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania) vista la posizione che la Germania stava assumendo nella CEE.
Ma De Gaulle dovette interrompere qualsiasi contatto con la Gran Bretagna a causa di una fuga di notizie
sulla stampa. I rapporti fra Francia e Regno Unito furono compromessi anche dallaffare UEO. Quando i
Ministri degli Esteri dei Sette si riunivano, mancava sempre quello francese, allo scopo di evitare qualsiasi
iniziativa politica.
5. La Conferenza dellAia
La Francia era indebolita e lo dimostr votando contro il presidente nel referendum del 1969. Venne eletto
Pompidou che volle adottare un altro comportamento in politica estera; pi conciliante verso gli USA, con
un attitudine nuova verso la CEE. Anche in Germania accadde qualcosa di nuovo con lavvento di Brandt.
Egli volle normalizzare i rapporti tra Germania e URSS e con gli altri paesi del Patto di Varsavia. LURSS
negoziava con la Germania e aveva deciso di farlo senza preoccuparsi di quanto avrebbero potuto obbiettare
i possibili intermediari o, magari, i francesi. I rapporti franco-tedeschi stavano quindi mutando e a Pompidou
non rimaneva altra via che riavvicinarsi al contesto comunitario. Pompidou si present nel dic. 1969 alla
Conferenza dellAia con la consapevolezza di dare alla CEE un programma preciso. Si doveva prendere atto
che ladesione di Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca erano importanti per la vita della CEE. La Conferenza
dellAia allinizio del 1970 prese decisioni di grande importanza. Furono approvate, oltre al testo di base del
regime finanziario definitivo della PAC, anche le decisioni sul bilancio e la creazione di risorse proprie. Fu
deciso inoltre un riequilibrio degli oneri finanziari dei partner. Fu avviato il confronto sulla migliore
maniera per compiere progressi nellunificazione politica con un comitato presieduto dal belga Davignon.
Si dovevano tenere riunioni semestrali dei funzionari politici per parlare delle questioni di politica estera. Il
Consiglio nomin la Commissione a 9 membri. Presidente era litaliano Malfatti, secondo membro italiano
fu designato Spinelli. Il compito pi importante della Commissione fu quello di condurre i negoziati di
adesione con la Gran Bretagna. La CEE affermava che gli adattamenti per ladesione dovevano essere
apportati mediante misure transitorie , senza modificare i Trattati.
6. I negoziati del primo allargamento della CEE
Le grandi questioni del negoziato riguardavano i ritmi delladattamento dellagricoltura dei paesi candidati
alla PAC e quelli del disarmo tariffario in seno alla CEE e dellintroduzione della tariffa doganale comune
verso lesterno, il finanziamento delle politiche comuni e lestensione del regime delle risorse proprie ai
paesi candidati. Il Regno Unito tardava ad avanzare contro-proposte sulle questioni quali bilancio e i
prodotti agricoli del Commonwealth. Nel maggio 1971 allElise si incontrarono Pompidou e il Primo
Ministro Heath discutendo della struttura della CEE, il suo ruolo nel mondo e le questioni monetarie. Heath
accett le proposte francesi sulla posizione della CEE nel mondo. Circa i problemi monetari occorreva una
dichiarazione delle intenzioni britanniche. Per entrare nella CEE, secondo Pompidou, Londra doveva
mettere fine ai privilegi della sterlina; Heath era disposto a fare tale dichiarazione. Lultima grande
questione rimasta era quella del contributo britannico al bilancio comunitario. In gran Bretagna si apriva
quindi un dibattito politico. Nonostante lopposizione del Partito Laburista, Heath ottenne la maggioranza
per lingresso nella CEE. Solo la Norvegia rifiut ladesione alla CEE e continu a far parte dellEFTA.

7. Il Vertice di Parigi del 1972


Per mettere in cantiere il programma della futura CEE, nel marzo 1972 vi fu la prima riunione dei Ministri
degli Esteri. Ferretti dovette dare le dimissioni per impegni politici interni in Italia e il Vicepresidente pi
anziano, Mansholt, fu nominato Presidente della Commissione. La Francia decise di dare impulso allunione
politica con listituzione di un segretariato politico incaricato di preparare le riunioni dei Ministri degli
Affari esteri (piano Fouchet). Pompidou si oppose a questa proposta, con il referendum egli voleva
affermare la legittimit della sua politica. La debole maggioranza ottenuta dal referendum deluse Pompidou
contribuendo a rendere difficile la preparazione del Vertice. La politica francese di Pompidou si fece sempre
pi incerta, eppure egli credeva di continuare lopera del generale De Gaulle. Dopo un incontro a Monaco di
Baviera nel settembre 1972 fra Pompidou e Brandt le voci di un rinvio del vertice cominciarono a perdere
consistenza. Il Vertice di Parigi (19 ott. 1972) doveva essere loccasione per fornire un programma alla
nuova Europa. Ma il Vertice di Parigi fu lultimo tentativo francese di plasmare la CEE secondo i propri
interessi. Il comunicato di Parigi rispose alle ambizioni di Pompidou. Si parlava chiaramente di finalit
politiche della presenza della CEE nel mondo, portatrice di progresso e della volont di favorire gli scambi
internazionali. Si ribadiva la disponibilit della CEE alla soluzione dei problemi degli scambi mondiali in
seno al GATT e si annunciava la volont di organizzare la cooperazione in tema di politica estera. I Capi di
Stato e di Governo assunsero come obbiettivo principale quello di trasformare linsieme di rapporti fra Stati
membri in una Unione europea.
8. Le crisi monetarie
Il 6 gen. 1973 la nuova Commissione della CEE a 9 Stati membri entrava in funzione. A presiederla era un
francese, Ortoli. La crisi monetaria lo impegn in modo particolare. La crisi economica del tardo autunno
del 1973 aggrav la precaria situazione economica dei nove. Le conclusioni del Vertice dellAia avevano
previsto che entro il 1970 fosse elaborato un piano a scadenza per la creazione di unUnione economica e
monetaria. Allinizio del 1970 il Consiglio adott le prime decisioni in tema di coordinamento delle
politiche economiche e i governatori delle Banche centrali presentarono un progetto di accordo sul sostegno
di sostegno monetario a breve termine. La costruzione entro il 1980 dellUEM, annunciata al Vertice
dellottobre 1972 implicava lelaborazione di altre politiche comuni nei vari settori delleconomia. Il 9 feb.
1971 il Consiglio approv una risoluzione sulla realizzazione dellUEM con cui gli Stati membri
simpegnarono a pervenire allobbiettivo finale. Per avviare lUEM era necessario avviare azioni
nellambito dello sviluppo regionale e strutturale. La risoluzione del Consiglio del 22 mar. 1971 sanc
linizio della costruzione dellUEM. Lobbiettivo era di creare uno spazio economico entro il quale sarebbe
stato istituito un sistema di cambi tra le monete comunitarie. Questa risoluzione ebbe subito vita durissima.
Nel maggio 1971 la Germania chiese ed ottenne dal Consiglio lautorizzazione a far fluttuare il marco
tedesco. La Francia espresse il suo malumore ritirandosi dai comitati che stavano elaborando i piani per
lUEM. Il contrasto franco-tedesco si prolung bloccando ogni progresso. Nel marzo 1972 il Consiglio
approv una risoluzione con cui la CEE sembr riprendere il cammino verso lUEM. Lunica via per
mantenere un sufficiente livello di coordinamento monetario era quella di dotarlo di risorse monetarie
comuni per sostenere le monete pi deboli. LItalia era colpita da una grande crisi economica. Le condizione
economiche della Francia erano migliori di quelle italiane e britanniche. Nel Consiglio dei Ministri del 1973,
la Germania non accolse la proposta della Commissione di dotare inizialmente il Fondo europeo di
cooperazione monetaria di risorse finanziarie pari a 10 milioni di dollari. Con linsuccesso di tale Consiglio
svanirono subito le prospettive di portare lItalia alinterno del serpente europeo. La responsabilit
dellinsuccesso dellUEM, secondo il Vertice di Parigi, non poteva essere addebitata alla sola Germania.
Infatti lItalia non era convinta dei sacrifici da fare per consentire al paese di far parte di quellEuropa
sempre pi ampia, in Gran Bretagna lopinione pubblica non aveva ancora digerito ladesione.
9. La crisi energetica e i rapporti tra CEE e Stati Uniti
Il 1973 fu un anno pesante per la CEE (crisi sia politica che economica). Nellaprile del 1973 Henry
Kissinger (americano) dichiar di dedicarsi allEuropa. Ma Kissinger, non soddisfatto delle reazioni alla sua
proposta di una nuova Carta atlantica, si ritir per lincapacit politica ed istituzionale degli europei di
trattare. Lesplosione della guerra del Kippur produsse effetti sia nelle relazioni con gli USA che sulla
solidariet interna comunitaria. Nessun paese comunitario appoggio gli USA nellinvio di rinforzi in Kippur.
Ci determin lesclusione dellEuropa dallelaborazione polita mondiale degli USA. Gli USA non erano in
grado da soli di affrontare le conseguenze politiche ed economiche dellembargo petrolifero. Essi tentarono
di forzare gli alleati comunitari ad allinearsi in un fronte comune per contrastare i paesi produttori di
petrolio, anche a rischi di provocare fratture allinterno della CEE. Nel feb. 1974 Kissinger convoc la

Conferenza sullenergia, confermando la disunione e lo smarrimento della CEE. La Francia ribad la sua
opposizione a qualsiasi fronte guidato dagli USA. Tutti gli altri paesi comunitari erano incerti. Il
raffreddamento dei rapporti euro-americani condusse alla definitiva rinuncia a una dichiarazione euroamericana dintenti comuni discussa lungamente su iniziativa della CEE.
CAP. 3 NUOVI SCENARI IN EUROPA E I TENTATIVI DI RILANCIO DELLA COMUNITA
1. La Comunit dopo il primo allargamento e il nuovo Vertice di Parigi
Nel 1974 il Regno Unito viveva un periodo molto travagliato ed Heath volle lentrata della Gran Bretagna
nella CEE per assegnare nuovi obbiettivi di presenza internazionale. Wilson aveva tenuto una campagna
elettorale in modo da non rimettere mai in discussione la necessit per la Gran Bretagna di restare in Europa.
Nel 1974 in Germania usciva di scena Brandt e lo succedeva Schmidt; la sua ascesa al potere significava la
fine di una certa Germania in seno alla CEE. In Francia dEstaing era succeduto nel 1974 a Pompidou;
egli si presentava sulla scena europea con dei tratti nuovi diversi dai suoi predecessori. LItalia, paese pi
fragile della CEE, pot fruire del sostegno monetario della CEE attraverso la concessione di prestiti a medio
termine. Nella sua volont di cambiamento, dEstaing smorz le polemiche verso gli USA e inizi il dialogo
con i paesi produttori di materie prime. La sua politica favor la ricostruzione dellasse franco-tedesco alla
guida della CEE consentendole di affrontare con serenit ladesione della Gran Bretagna. Con la
Convenzione di Lom nel feb. 1975 la CEE raggiunse un importante risultato. Vi parteciparono 46 paesi di 4
continenti, furono avviate azioni di cooperazione di dimensioni geografiche planetarie. Di fronte alla
debolezza della Francia, dEstaing puntava a qualificare la sua presidenza con iniziative innovative. Con il
Vertice di Parigi del 1974 fu chiaro a tutti che occorreva un profondo esame della struttura comunitaria e
delle azioni necessarie per riformarla gradualmente in modo da poter trasformare la CEE nellUnione
Europea. Le difficolt seguite dalladesione della Gran Bretagna vanificarono le speranze di coloro che
ritenevano che la partecipazione britannica avrebbe reso necessaria la democratizzazione della CEE.
2. Il rinegoziato e il referendum in Gran Bretagna
Nel 1973 Wilson cerc di opporsi alladesione alla CEE della Gran Bretagna. Nel 1974 le richieste
britanniche sembravano sollecitare un riesame approfondito delle politiche comuni della CEE. Le
rivendicazioni si concentravano sul contributo finanziario al bilancio comunitario, ritenuto gravoso per la
Gran Bretagna, tenuto conto dei benefici che essa poteva attendersi dalladesione. La Gran Bretagna non
aveva precisato i dettagli delle sue richieste, tentando invano di trovare ulteriori alleati, come lItalia.
Durante il Vertice di Parigi del 1974 la discussione fu limitata al contributo al bilancio comunitario e alle
importazioni dei prodotti lattiero-caseari dalla Nuova Zelanda. Questi scarni risultati permisero a Wilson di
raccomandare al popolo britannico di votare a favore della permanenza del proprio paese nella CEE. Il
risultato del referendum del 5 giugno 1974 registr una maggioranza del SI al 67,2% e ci fu una svolta
storica. In quello stesso anno stavano accadendo in Europa altri fatti. In Grecia e Portogallo vi era stata la
fine dei rispettivi regimi con il possibile ritorno alla democrazia. Con le richieste di adesione di Grecia, e nel
1977 di Spagna e Portogallo, si era di fronte ad un nuovo allargamento che avrebbe spostato il baricentro
comunitario dal Nord verso Sud.
3. Il rapporto Tindemans e la nuova Commissione europea
Il documento europeo portato da Leo Tindemans presentato al consiglio europeo nel 1975 era caratterizzato
da una estrema prudenza politica e istituzionale. Con piccoli passi il Consiglio europeo doveva prendere
grandi decisioni. Avvenne invece lesatto contrario. Precisi motivi stavano portando la Francia ad
abbandonare il progetto di Unione europea; la CEE non era pi al centro delle priorit del Cancelliere
tedesco; i britannici non erano pi interessati ad appoggiare le iniziative di rilancio europeo. Cos fin tutto
nellindifferenza generale. Allinizio del 1977 Roy Jenkins, ex ministro laburista, tent un rilancio della
Commissione. Egli cerc di difendere il mercato dalla crisi di alcuni settori quali la siderurgia e la chimica.
Jenkins propose nel 1977 listituzione di una nuova moneta unica internazionale per superare la crisi,
comparabile a quella degli USA. Secondo lui lunione monetaria avrebbe rovesciato il quadro inflazionistico
mondiale. La sua iniziativa sembr coraggiosa e fu ribadita al Parlamento europeo nel gennaio 1978.
4. La nascita del Sistema monetario europeo
Dallinizio del 1978 il Cancelliere tedesco concentr la sua attenzione sulle potenzialit di azione della CEE.
La Francia comprendeva che uniniziativa monetaria avrebbe dovuto tenere conto delle sue esigenze. Il
progetto per realizzare lUEM era compatibile con le linee della politica estera francese. In Gran Bretagna la
prospettiva dellUEM non entusiasmava il Governo laburista. Londra restava un grande mercato dei capitali
e la sterlina aveva importanza mondiale. LItalia, immersa in gravi problemi di ordine pubblico, stava

uscendo da una delle pi delicate crisi politiche del dopoguerra. Nel marzo 1978 in occasione del Consiglio
europeo di Copenaghen fu abbozzata liniziativa franco-tedesca in materia monetaria. La Germania
sottoline che un rilancio delleconomia tedesca sarebbe stato possibile solo a condizione di non creare
inflazione. Durante il Consiglio europeo di Copenaghen fu raggiunto laccordo sulla data delle elezioni
dirette del Parlamento fissata per giugno 1979. Il Consiglio europeo di Brema di luglio cominci a definire
la fisionomia del Sistema monetario europeo. Fu decisa la costituzione del fondo monetario europeo
costituito da una parte delle riserve delle Banche centrali, che rappresentava il primo nucleo di riserva
centrale europea. Soltanto 8 paesi ne avrebbero fatto parte, con qualche incertezza ancora per Italia e
Irlanda. Nellavvicinarsi del Consiglio europeo di Bruxelles del dic. 1978 lItalia decise di chiedere un
tempo di riflessione prima di comunicare la decisione finale. Laccordo del Consiglio europeo di Bruxelles
fu siglato solo da 6 Governi e prevedeva lintroduzione di alcune misure monetarie a partire dal 1 gennaio
1979. LItalia annunci il 14 dicembre la sua disponibilit di adesione allo SME; gli Irlandesi seguirono
lItalia abbandonando la Gran Bretagna. Il 13 marzo 1979 il Consiglio europeo di Parigi decise lentrata in
vigore del Sistema monetario europeo, destinato a consolidarsi negli anni 80.
5. Le prime elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo e la vicenda degli euromissili
La nascita dello Sme precedette di qualche mese lelezione a suffragio universale del Parlamento europeo.
La campagna elettorale europea del giugno 1979 fu dominata nei paesi comunitari da temi connessi alla
dialettica politica nazionale, e i risultati valutati nellottica degli equilibri politici interni di ciascun paese.
Parteciparono alla campagna elettorale personaggi politici importanti come Brandt, Berlinguer, Veil.
Allinizio del 1979 il cancelliere tedesco Schmidt lanci un allarme per una grave iniziativa sovietica intesa
a stabilizzare gli equilibri europei. I sovietici infatti stavano installando missili a medio raggio con testate
nucleari puntati verso lEuropa occidentale. La risposta alla mossa sovietica fu la decisione di installare
euromissili da parte dellAlleanza atlantica. Nel momento di tensione Est-Ovest si svolse a Varsavia nel
maggio 1980 un incontra tra il presidente francese dEstaing e quello russo Breznev. Lincontro ebbe esito
negativo e dimostr che gli unici interlocutori dei sovietici erano gli americani. Il presidente Reagan, infatti,
si apprestava a rinnovare il confronto con lURSS sotto il segno della polemica sugli euromissili.
6. Il nuovo Governo del Regno Unito e la questione del contributo britannico
Un mese prima delle elezioni europee in Gran Bretagna si afferm il partito della Thatcher. Nel suo disegno
prevaleva la visione di una grande zona di libero scambio planetario, nella quale la Gran Bretagna avrebbe
svolto un ruolo centrale al pari con le grandi potenze moderne. Nel settembre 1979 al Consiglio europeo di
Dublino la Thatcher afferm I want my money back, con tale frase annunciava un pugnace programma. Il
deficit britannico nel 1980 era pi elevato di quello tedesco, e le previsioni per gli anni successivi erano pi
allarmanti. Da un lato bisognava tenere conto dei vantaggi della Gran Bretagna per ladesione alla CEE,
dallaltro lazione da condurre per il giusto calcolo della compensazione. Nel Consiglio del maggio 1980 fu
raggiunto un compromesso con il quale la CEE avrebbe preso in carico il 65% del deficit britannico per due
anni, alla Commissione fu conferito il mandato di procedere entro giugno 1981 al riesame dello sviluppo
delle politiche della Comunit senza rimettere in causa ne la responsabilit finanziaria comune ne i principi
fondamentali della politica agricola comune. Il collasso finanziario non era lontano. Nel giugno 1981 il
nuovo Presidente della Commissione Thorn raccomandava il Consiglio di adottare una strategia globale di
rilancio europeo. La Commissione suggeriva che il deficit britannico per la sola parte agricola dovesse
essere risolto mediante una tassazione dei paesi attivi (Danimarca, Benelux e Francia). Il testo conteneva
una proposta tecnica per la riforma della PAC in cui era evocata la possibilit di rendere gli agricoltori
corresponsabili delle conseguenze di una produzione eccessiva e incontrollata. Il processo di riforma della
PAC fu avviato; fu modificato il principio della garanzia assoluta per alcuni grandi settori eccedentari
collegando il livello del prezzo dintervento alla produzione effettivamente conseguita. Durante questo
periodo di aspro confronto politico si registr un positivo avvenimento per la costruzione europea. Il 1
gennaio 1981 ci fu lentrata ufficiale della Grecia dando vita alla CEE a dieci.
7. Lavvento di Francois Mitterand in Francia e di Helmut Kohl in Germania
Il 10 maggio 1981 Mitterand fu eletto Presidente della Repubblica francese. Allinizio della sua presidenza
mantenne una posizione di distacco nei confronti della costruzione comunitaria, concentrandosi sulle
riforme interne. Poi per fronteggiare le difficolt delleconomia francese, il Governo var un piano di
austerit mentre il Ministro delleconomia Delors ricerc la solidariet comunitaria avvicinandosi alle
discipline europee. Da quel momento Mitterand matur la partecipazione della Francia alla CEE. Proprio in
un discorso pronunciato a Strasburgo nel maggio 1984 Mitterand dichiar che la Francia era pronta ad
affrontare il nuovo progetto europeo. In Germania nel 1982 usc di scena Schmidt ed entr in carica Kohl.

Fu per la Germania una crescita di prestigio e di peso politico. Anche in campo economico grazie a Schmidt
la Germania ebbe grande successo.
8. Il Consiglio europeo di Fontainebleau e ladesione di Spagna e Portogallo
Nel 1984 la Francia assunse la presidenza semestrale del Consiglio. La presidenza francese rese pi agevole
lavvio di una riforma della PAC. Le misure adottate riguardavano aspetti come la fissazione di soglie di
garanzia per i prodotti eccedentari ovvero i limiti oltre i quali le garanzie per i produttori dovevano cessare.
Per i prodotti del latte, venivano introdotte vere e proprie quote di produzione per 5 anni. Furono aboliti gli
importi compensativi monetari. A Fontainebleau il 25 e 26 giugno 1984 i Capi di Stato e di Governo
approvano delle misure per far fronte agli squilibri di bilancio. Fu decisa infatti a favore della Gran Bretagna
la devoluzione di 1000 milioni di unit di conto per lanno 1984, per gli anni successivi furono fissati i
parametri della compensazione. Ci fu un successo per la Thatcher. Venne esaminato anche lo stato dei
negoziati tra la CEE e Spagna e Portogallo candidati alladesione. Nella lotta politica che segui la morte di
Franco, lancoraggio allEuropa fu il tema maggiormente invocato in Spagna; nel 1977 il governo spagnolo
present domanda di adesione alla CEE. Il Portogallo present domanda di adesione nel marzo 1976. Nel
1982 si insedi in Spagna un nuovo Governo F. Gonzalez e nel maggio 1982 la Spagna aderiva
ufficialmente alla NATO. Gonzalez comprese i rischi della Spagna derivanti da uneventuale uscita
dallAlleanza atlantica, con probabili conseguenze sullaccettazione della candidatura alla CEE, venendo
meno il prezioso sostegno tedesco. Ma con lappoggio di Mitterand, deciso di risolvere i vari problemi
europei, nel 1983 la Commissione present un piano articolato per lintegrazione dellagricoltura spagnola
alla CEE. Il 12 giugno 1985 a Madrid e Lisbona fu firmato latto di adesione. Dal 1 gennaio 19868 Spagna e
Portogallo erano membri della CEE.
9. La Dichiarazione solenne di Stoccarda del 19 giugno 1983 e la genesi del progetto Spinelli
Il Ministro degli Esteri tedesco Genscher intendeva ravvivare la presenza tedesca nella CEE. Nel sett. 1981
il Governo tedesco, insieme a quello italiano, approv un progetto che conteneva dei principi guida destinati
alla realizzazione di progressi nellintegrazione economica e politica. Dopo 5 anni da quellAtto, si sarebbe
creata lUnione europea. Venivano ampliati i poteri del Consiglio europeo e quelli del Parlamento europeo
in campo legislativo. Il documento non ebbe vita facile per la grave crisi economica e per lostilit della
Thatcher. A Stoccarda nel giugno 1983 fu raggiunto il compromesso; scomparve la parola atto e fu sostituita
da Dichiarazione Solenne. La Dichiarazione di Stoccarda va ricordata in quanto precede il progetto Spinelli
e lavvio del negoziato da cui nacque LAtto unico europeo. Il Parlamento europeo nellesaminare il
progetto di bilancio per il 1980, prese posizione sulle cause della crisi comunitaria in quanto esse agivano
direttamente sulla struttura del bilancio comunitario. Quello della CEE un bilancio di entrate. Il nodo
centrale era la preponderanza della spesa agricola sul totale delle spese e linsufficienza delle spese destinate
alle altre politiche comunitarie. Nel dic. 1979 il Parlamento rigett il progetto di bilancio. Nel maggio 1980
il deputato europeo Spinelli propose di farsi carico di modifiche istituzionali di fondo della CEE. Si sarebbe
dovuto nominare un gruppo di lavoro che si fosse fatto carico di elaborare un progetto sulle riforme da fare.
Nasceva cos il dibattito sul Trattato sullUnione europea. Spinelli dopo la seconda guerra mondiale militava
per un Europa federale. Partecip al partito dazione, collabor con De Gasperi e Spaak. Al centro della sua
politica vi era il problema dellorganizzazione del potere. Nel gennaio 1970 fu nominato commissario
europeo; egli si rivel allaltezza del compito dimostrando grande spirito diniziativa. Nel 1976 usc dalla
Commissione per presentarsi alle elezioni italiane nelle liste del PC dove, una volta eletto, sarebbe stato
nominato al Parlamento europeo.
10. Il contenuto del progetto Spinelli e la sua fine immeritata
Occorreva far sentire il Parlamento europeo come lattore centrale. Non era facile farlo. Spinelli raggrupp
deputati amici e fond il Club del Coccodrillo formato da 170 deputati. Propose la creazione di una
Commissione ad hoc incaricata di preparare un progetto di Trattato che contenesse i nuovi compiti della
CEE. La Commissione fu daccordo sullistituzione di un nuovo Trattato che raccogliesse le norme dei
Trattati esistenti e creasse una nuova entit. Nella nuova iniziativa il termine Unione Europea voleva
significare un salto di qualit. Il documento fu approvato dallAssemblea nel settembre 1982 . Il testo finale
venne adottato dal Parlamento il 14 febb. 1984. Nel progetto di Trattato si delineavano delle caratteristiche.
Bisognava creare qualcosa di nuovo, venivano rafforzati i poteri del Parlamento, del Consiglio e della
Commissione. Una serie di norme regolavano le relazioni tra lUnione e gli Stati membri. Erano previste
competenze potenziali in tema di unione politica e sicurezza. Cerano novit anche in materia di entrate di
bilancio comunitario. Il sistema si imperniava sulla realizzazione di un programma finanziario pluriennale
proposto dalla Commissione allinizio di ogni legislatura. Ci avrebbe dovuto tuttavia modulare le spese e

lequilibrio finanziario. Una volta adottato il progetto Spinelli ricevette il sostegno di Mitterand. Certo che
nel Consiglio di Fontainebleau non vi fu una sera discussione del progetto Spinelli e che nei Parlamenti
nazionali non divenne mai oggetto di vero e serio dibattito. Il progetto Spinelli ebbe il grande merito di aver
vivificato le aspirazioni alla riforma in un periodo in cui la CEE era in crisi. Esso resta la testimonianza di
un atto storico coerente e completo.
CAP. 4 IL COMPLETAMENTO DEL MERCATO COMUNE E LATTO UNICO EUROPEO
1. Una sentenza decisiva della Corte di giustizia e le nuove iniziative per il completamento del mercato
comune
Lo sviluppo della costruzione comunitaria sub una battuta darresto con la sentenza della corte di giustizia,
nota come Cassis di Digione (20 febbraio 1979), nella quale la corte stessa forniva una definizione generale
degli ostacoli alla libert degli scambi: ostacoli identificati dai regolamenti nazionali suscettibili di
ostacolare gli scambi intercomunitari.
La sentenza della corte giunse dopo circa un decennio di stagnazione dellattivit comunitaria diretta ad
eliminare gli ostacoli non tariffari agli scambi. La causa principale di tale stagnazione fu la volont degli
stati di non espandere ulteriormente la concorrenza a livello europeo; diffidenza creata soprattutto dalla crisi
petrolifera del 1973\74.
Dopo la sentenza, i Capi di stato sottolinearono la necessit di compiere uno sforzo concertato per rafforzare
il mercato unico che costituisce il fondamento della Comunit europea. Dopo tali dichiarazioni il mercato
unico divenne il fulcro delle discussioni in seno alla comunit.
2. La nuova commissione presieduta da Jacques Delors e il Libro bianco sul completamento del mercato
interno
Nel 1985 Jacques Delors arriv alla presidenza della Commissione, e da subito diede un nuovo slancio
allistituzione puntando a progetti di integrazione settoriale per i paesi in grado di farlo.
La commissione affid il compito di redigere il libro bianco sul completamente del mercato interno
allinglese Cockfield. Il documento prevedeva labolizione delle barriere allo scambio allinterno della
comunit entro un periodo di 7 anni, fissando un calendario articolato delle tappe fondamentali. Linizio era
di abolire le frontiere geografiche. Lobiettivo non si sarebbe ritenuto raggiunto finch fosse esistita
qualsiasi forma di controllo di persone o merci alle frontiere. Il principio del riconoscimento reciproco
doveva essere applicato nella stessa forma anche ai servizi.
Particolare attenzione nel libro venne data anche alla figura dei liberi professionisti e al riconoscimento dei
titoli di studio a livello comunitario, basato fondamentalmente sulla reciproca fiducia tra gli stati.
3. La preparazione del Consiglio europeo di Milano: i rapporti del Comitato Dooge e del comitato
Adonnino
Il Consiglio europeo di Fontainebleau aveva incaricato due distinti comitati di predisporre speciali relazioni
contenenti proposte per dare nuovo slancio alla Comunit: il comitato Dooge per i problemi istituzionali e il
comitato Adonnino sullEuropa dei cittadini. I documenti finali furono consegnati in occasione del Consiglio
europeo di Bruxelles.
Il rapporto Dooge sottolineava limportanza delle azioni a protezione dellambiente e della progressiva
attuazione di uno spazio sociale europeo per definire linsieme delle norme di politica sociale allinterno
dello spazio comunitario. Veniva inoltre proposta la creazione di uno spazio giuridico interno per la tutela
dei diritti e delle libert dei cittadini comunitari. Tuttavia lobiettivo principale era quello di attuare una
politica estera comunitaria per la quale erano stato fatte alcune proposte. Anche nella relazione era per
possibile scorgere le differenze ideologiche allinterno del comitato stesso, soprattutto riguardo la materia
del voto a maggioranza.
Laltro documento presentato al Consiglio era quello del comitato Adonnino, incaricato di studiare e
proporre misure idonee a rafforzare e promuovere lidentit e limmagine della CEE in Europa e nel mondo.
Il rapporto verteva su temi pi disparati, dalla cultura alla droga, dai diritti speciali dei cittadini alla sanit.
Su tutti questi temi il comitato indicava proposte intese a migliorare la partecipazione dei cittadini a livello
comunitario.
4. Il consiglio europeo di Milano
Con lapprossimarsi della riunione di Milano le posizioni iniziarono a chiarirsi. Giulio Andreotti, lallora
ministro degli esteri italiano, precisava che il suo governo era pienamente daccordo sullidea di creazione
dellUnione Europea in linea con i tratti del rapporto Dooge. Anche la Francia si rese pienamente
disponibile al completamento del mercato unico e alla creazione di uno spazio sociale europeo.

Il consiglio europeo di Milano si apr in un clima di relativo ottimismo dovuto anche allinizio del cambio di
rotta dellUnione Sovietica con Gorbacev. Tuttavia le deliberazioni del consiglio si svolsero in un clima non
altrettanto ottimista a causa della forte delusione della Gran Bretagna dovuta alla proposta franco-tedesca di
creare ununione politica, proposta fortemente contraria allideologia britannica.
Il consiglio europeo accolse positivamente il Libro bianco e la proposta di attuare tutte le riforme entro il
1992.
5. Il negoziato di Lussemburgo
La presidenza lussemburghese cui spettava la convocazione della conferenza intergovernativa (CIG) rese
noti i punti allordine del giorno: il rafforzamento del potere di esecuzione della Commissione; laumento
dei poteri del Parlamento Europeo; lestensione delle politiche comunitarie a nuovi campi dazione.
I negoziati allinterno della CIG sarebbero stati condotti da due comitati divisi in base a due materie
fondamentali: da una parte la revisione del trattato CEE e dallaltra parte ci che riguarda la cooperazione
politica.
E qui che si fanno strada le prime proposte di Jacques Delors che facevano riferimento a questioni di unicit
delle decisioni essenziali per garantire lo sviluppo dinsieme dellintegrazione europea. Lo stesso Delors
studi anche alcune proposte di linee guida per lo sviluppo dellintegrazione economica.
La Commissione inoltre auspicava che sul tavolo della CIG venissero studiati anche i nuovi temi da tempo
al centro dellattenzione della CEE, come la questione ambientale, la ricerca e la politica regionale.
LA CIG dur tre mesi e la Commissione incalz subito la CIG con proposte in forma giuridica secondo le
linee guida tracciate da Delors.
Un argomento scottante era per quello riguardante i compiti del Parlamento europeo, tema sul quale ci
furono non pochi scontri ideologici. Tuttavia un accordo si raggiunse alla vigilia del Consiglio europeo di
Lussemburgo, introducendo la procedura della cooperazione.
LAtto unico comportava un rafforzamento significativo della Commissione e una riaffermazione
dellapproccio funzionalista che si era rivelato lunico in grado di consolidare la coesione tra i paesi membri.
6. Latto unico europeo: la riforma delle politiche comunitarie
Latto unico europeo il primo vero tentativo di riforma del Trattato di Roma. Con latto unico. il
completamento del mercato interno diveniva di fatto un obiettivo della CEE.
LAtto unico diede una veste giuridica formale a quelle politiche che si erano sviluppate senza una base
solida dal punto di vista giuridico, come la politica regionale e quella riguardante lambiente. Lesempio pi
significativo fu la creazione di un fondo di sviluppo regionale.
In tema di ricerca vennero fissati obiettivi e procedure intese a rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche
dei paesi dellUnione.
7. LAtto unico: le riforme istituzionali e la cooperazione politica europea
Le modifiche istituzionali previste dallAtto unico europeo non si sono limitate allestensione del voto a
maggioranza qualificata del Consiglio, ma si sono estese al Parlamento europeo. Esse hanno conferito a tale
istituzione un potere di parere conforme per gli accordi di adesione, di associazione e di cooperazione con i
paesi terzi. In campo legislativo stata introdotta una procedura di cooperazione con il Consiglio in specifici
settori (mercato interno, politica sociale, ricerca). Sinteticamente tale procedura prevedeva un sistema di
doppia lettura di una proposta della Commissione da parte del Parlamento e del Consiglio.
Laltro capitolo dellAtto unico quello che riguarda la cooperazione politica. Il nuovo trattato codific le
norme informali della cooperazione europea in materia di politica estera, con alcune significative.
Latto unico confermava i limiti principali della cooperazione politica europea e permanevano i rischi
derivanti da un eventuale indebolimento del consenso politico sulla necessaria coerenza tra cooperazione
politica europea e azione comunitaria.
8. Il primo pacchetto Delors
LAtto unico entr in vigore il 1 marzo 1987, dopo la procedura di ratifica da parte di tutti gli stati membri.
Solo la Gran Bretagna fu per pienamente soddisfatta da tale risultato in quanto il grande progetto iniziale si
era ridotto di molto.
Prima dellentrata in vigore dellAtto unico, Delors present al Parlamento europeo un insieme di proposte
conosciute come pacchetto Delors intese a dotare la CEE dei mezzi necessari per mettere in atto
efficacemente gli obiettivi dellAtto unico. Le azioni erano essenzialmente 4: una politica agricola adattata
al nuovo contesto mondiale, politiche comunitarie aventi un reale impatto economico, risorse proprie stabili,
un disciplina di bilancio realmente efficace.
Delors si faceva promotore di un avanzamento dellUnione nel contesto sociale della stessa.

Poich non tutti i paesi erano pienamente daccordo con il pacchetto, fu gi un grande risultato che le
decisioni del Consiglio rispettassero la globalit delle intenzioni di Delors.
Il clima mut dallinizio del 1988 quando la presidenza pass alla Germania con Kohl, deciso a far uscire i
negoziati dallimpasse in cui versavano da tempo. Il pacchetto fu pienamente sostenuto dalla presidenza e gli
scontri ideologici furono aspri. Laccordo raggiunto non si allontanava per dal progetto iniziale.
9. Lavvio dellattuazione dellAtto unico e il rapporto Delors sullUnione economica e monetaria
Lottimismo che circondava lidea del mercato unico port nel 1988 alla votazione di circa un terzo delle
misure programmate nel Libro bianco.
Ad Hannover nel 1988 venne inoltre nominato un comitato ad hoc per la realizzazione di proposte
riguardanti la creazione di ununione economica e monetaria. A capo di tale comitato venne messo Jacques
Delors che avrebbe dovuto presentare il proprio rapporto nel giugno del 1989.
Inoltre venne messa in discussione anche lidea di una dimensione sociale dellUnione, idea non molto cara
alla Gran Bretagna che rimane sempre molto distaccata.
Nel giugno del 1989 Delors presenta il suo rapporto sullunione economica e monetaria per la cui
realizzazione dovevano essere soddisfatte tre condizioni: una totale e irreversibile convertibilit delle
monete; la completa liberalizzazione dei movimenti di capitali; leliminazione dei margini di fluttuazione e
tassi di cambio irrevocabilmente fissi.
Per giungere alla UEM il rapporto Delors individuava un processo graduale articolato in tre tappe principali:
la prima doveva prevedere il rafforzamento delle politiche monetarie e fiscali allinterno delle istituzioni e
prepararsi alla modifica dei trattati; nella seconda fase sarebbe stato approvato un trattato e avviata la
transizione alla fase finale attraverso linstaurazione di nuove figure istituzionali; nella terza fase si sarebbe
proceduto alla fissazione irrevocabile delle parit monetarie e al trasferimento dei poteri necessari alle
istituzioni comunitarie.
Il consiglio europeo di Madrid accolse positivamente il rapporto Delors.
Gli eventi che in quegli anni sconvolgevano lEuropa dellest hanno influenzato gli avvenimenti del
Consiglio di Strasburgo nel dicembre 1989, in cui la Germania ha potuto dare nuovo slancio alliniziativa
dellUEM. I Capi di stato presero atto degli accordi tra i propri ministri delle finanze affermando che tali
accordi erano fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi fissati da Delors entro la scadenza
prefissata.
Il consiglio di Strasburgo riusc inoltre ad approvare, senza il consenso della Gran Bretagna, la Carta
comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori. Lopposizione della Gran Bretagna non imped
tuttavia di dare lo slancio sociale allUnione.
CAP. 5 - LA FINE DELLA GUERRA FREDDA E IL TRATTATO SULLUNIONE EUROPEA
1. I rapporti tra Cee e blocco dellEst e le conseguenze della caduta di Berlino
Nel 1989 fin la guerra fredda. Gli avvenimenti del 1989 non potevano non avere ripercussioni sulla CEE,
nata proprio in pieno clima di guerra fredda. I rapporti tra CEE e paesi dellest non avevano mai assunto
grandi proporzioni a causa dellarretratezza di questi ultimi. La Polonia era in crisi economica, cos come
lURSS. In URSS il disegno di Gorbacev era quello di istituire un mercato socialista dove le imprese statali
indipendenti in competizione tra loro sarebbero state libere di rispondere alle sollecitazioni del progresso
tecnico e avere rapporti diretti con le imprese occidentali. Per far ci bisognava eliminare i conflitti con i
paesi occidentali abbandonando le ideologie del marxismo-leninismo. Nel 1989 si manifestarono le prime
conseguenze della Perestrojka ed i segni di una prima fase rivoluzionaria. Tanto la Francia che la Germania
non trascurarono le conseguenze della rivoluzione dellEst. Gli avvenimenti dellEst accelerarono nellestate
1989 fino ad arrivare al 10 novembre in cui migliaia di berlinesi festeggiarono la caduta del muro. Il
cancelliere Kohl present un piano in 3 tappe per una eventuale riunificazione della Germania. Mitterand
sollecit Gorbacev di opporsi alla riunificazione tedesca.
2. La riunificazione tedesca
La riunificazione tedesca avvenne in tempi ristrettissimi. Prima entr in vigore il Deutsche Mark nella
Germania orientale mentre per il 2 dicembre 1990 furono fissate le elezioni pantedesche. Il 16 luglio
Gorbacev dichiarava a Kohl che lURSS non si opponeva pi allappartenenza della Germania unita alla
NATO. Il 31 agosto il Trattato di unificazione tra le due Germanie fu concluso a Berlino est, mentre il 12
settembre i paesi vincitori della 2^ guerra mondiale firmarono a Mosca il trattato che restituiva alla
Germania unificata la piena sovranit. Il cammino verso lunificazione non fu facile per alcune tensioni in
Francia e Gran Bretagna. Francia e Germania il 28 aprile 1990 annunciarono la convocazione di una

Conferenza intergovernativa sullunione politica. Kohl aveva bisogno dellappoggio di tutti i partner sulla
partecipazione della Germania alla NATO. Le sollecitazioni tedesche vennero accolte dal Consiglio
europeo. Il Consiglio europeo decise di avviare un esame delle eventuali modifiche dei Trattati dirette a
rafforzare la legittimit democratica della CEE e lefficienza delle sue istituzioni. I Ministri degli Esteri
europei avrebbero dovuto impegnarsi a ci.
3. Il secondo Consiglio europeo di Dublino e la guerra del Golfo
Prima del 2 Consiglio europeo di Dublino fu deciso di convocare, a maggioranza, una Conferenza
intergovernativa sullunione politica. Alle conclusioni del vertice di Dublino fu allegato un questionario in
cui erano analizzati tutti i temi che avrebbero dovuto essere discussi per trasformare le relazioni globali tra
gli Stati membri in ununione europea dotata dei necessari mezzi dazione. Per i britannici la CIG era una
buona occasione per porre fine ai sogni di coloro che credevano di possibili legami fra i Dodici. Mitterand
aveva una opinione opposta, appoggiando un sistema a finalit federale. La Gran Bretagna, nel suo
isolamento, avrebbe dovuto battersi a fondo per contrastare tutta questa prospettiva che sembrava accettata
da tutti. Il Consiglio europeo di Dublino del giugno 1990 sanc il parallelismo tra unione politica e UEM.
Durante la guerra del Golfo la CEE condann linvasione dellIraq al Kuwait e decise lembargo nei
confronti dellaggressore. La reazione dellopinione pubblica fu negativa. Di fronte alla superiorit
americana di Bush la percezione generale era ancora quella di un Europa debole ed incapace di decidere.
Agli occhi del mondo era come se lEuropa non fosse esistita.
4. La nuova Germania nella CEE
La riunificazione e lavvio verso lUEM imponevano, secondo i tedeschi, di aprire il cammino dellEuropa
federale. La CEE ha contribuito al mantenimento del dualismo delleconomia in Germania e si modellata
sulla struttura tedesca. Lunione politica doveva servire ad assicurare la stabilit dei prezzi e una disciplina
economica. Solo cos si poteva prefigurare labbandono del marco da parte tedesca. La disfatta dellimpero
sovietico imponevano alla Germania e al resto dEuropa un ancoraggio reciproco, nel quadro di ununione
politica. La Francia di Mitterand non poteva sostenere che tale processo, che le avrebbe permesso di
rafforzare laccordo franco-tedesco nella realt europea. Anche i paesi del Benelux, insieme a Spagna e
Portogallo, erano favorevoli a un approfondimento della costruzione comunitaria. Diversa era la posizione di
Danimarca e Gran Bretagna. Questultima era contraria a qualsiasi innovazione che modificasse le regole
istituzionali stabilite dallAtto unico. I britannici inoltre temevano laumento di potenza tedesca nella
progettata unione monetaria.
5. I due Consigli europei di Roma
Il semestre italiano luglio-dicembre 1990 fu molto impegnativo per lItalia, soprattutto per la preparazione
delle due Conferenze intergovernative, le quali erano molto difficili da raggiungere. Alla vigilia del
Consiglio europeo del 29-30 ott. 1990 la Thatcher lo sollecit per preoccuparsi della posizione della CEE
nei negoziati per lUruguay Round; denunci anche lincapacit dei Governi a trovare un accordo sulla
riforma della PAC. Riguardo la politica i temi centrali riguardavano il rafforzamento del ruolo del
Parlamento europeo in materia legislativa, lintroduzione della politica estera di sicurezza. Il Regno Unito
preferiva lasciare impregiudicata la discussione non solo sullunione politica, ma anche sullUEM. Circa
lUEM la Gran Bretagna si dichiarava pronta a configurare una moneta comune, parallela alle altre e di un
fondo intergovernativo incaricato di gestirla; ma rifiutava la Banca centrale e la moneta unica. Il Primo
Ministro britannico sapeva che una proposta del genere non sarebbe mai potuta essere sottoposta
allapprovazione del Parlamento. Il 22 nov. La Thatcher usciva di scena e le successe J. Major che dovette
affrontare lultimo Consiglio europeo. Il 14 dic. si tenne a Roma il Vertice dei Capi di Stato e di Governo
per discutere i documenti della CIG riguardanti lunione politica. Il Consiglio europeo pot quindi precisare
tutte le direttive di negoziato sui punti pi controversi della futura Unione europea. Dal punto di vista dei
contenuti cera differenza tra le direttive sullUEM e quelle sullunione politica. Per questultima molte
rimanevano aperte; per lUEM, invece, la maggior parte delle opzioni fondamentali erano ormai state
acquisite. La seconda parte delle conclusioni del secondo Consiglio europeo di Roma era dedicata ai rapporti
con lURSS. Lo sviluppo di questo paese e di quelli orientali imponeva alla CEE di avviare uneconomia di
mercato con loro e alla Germania spettava un ruolo di cerniera tra Europa occidentale ed Europa orientale.
La CEE si dichiar subito pronta ad appoggiare lURSS che versava in condizioni gravissime.
6. I primi negoziati sullunione politica e il progetto lussemburghese
Il 1 gennaio 1991 la presidenza del Consiglio pass a Lussemburgo incaricato di condurre la due CIG nel
pieno della crisi del Golfo. I primi mesi della CIG sullunione politica furono caratterizzati da incertezza e
confusione. Francia e Germania proposero allora di studiare i modi per pervenire ad una difesa europea

comune. LUEO, che costituiva unalleanza militare europea, doveva diventare una specie di braccio
militare dellUnione senza pregiudicare le strutture della NATO. A ci si opponevano Regno Unito e Paesi
bassi. Il Governo britannico era anche contrario al rafforzamento delle norme sociali, temendo che nuove
regole comunitarie in tema di rapporti di lavoro compromettessero la pace sociale. La Spagna invece
sollecitava il rafforzamento degli strumenti monetari esistenti per assicurare uno sviluppo delle regioni
sfavorite della CEE; dal meccanismo risultava estromessa lItalia. Nellaprile del 1991 la presid.
lussemburghese present un progetto di trattato sullunione politica che riproponeva il problema
dellUnione. Era articolata su 3 pilastri: il primo era la Comunit europea che avrebbe conglobato CECA,
CEE e EURATOM; il secondo riguardava la politica estera e di sicurezza comune, il terzo riguardava
giustizia e affari interni. Questi temi furono discussi dai Ministri degli Esteri il 3 giugno. I Capi di Stato e di
Governo affrontarono le vicende riguardanti la Jugoslavia. La CEE si impegn a far fronte alla crisi
jugoslava, essa si fece carico delle vicende balcaniche con tutti i mezzi a disposizione. Il 1 luglio la
presidenza pass ai Paesi Bassi e con essa le due CIG. Il progetto di Trattato di Lussemburgo restava la base
dei negoziati. Dest infatti sorpresa liniziativa del Governo olandese di presentare un nuovo progetto di
Trattato. La politica di sicurezza avrebbe dovuto essere complementare a quella della NATO. In questo
modo i Paesi Bassi tentarono di venire incontro alla Gran Bretagna.
7. La disputa sulla difesa europea
In Jugoslavia era intanto scoppiato un conflitto e la CEE non aveva provveduto ad inviare una forza militare
per dividere i belligeranti. In URSS la posizione di Gorbacev si era indebolita e si prospettava la fine del
paese. In Europa centrale le difficolt aumentavano ed era necessario il sostegno comunitario. A ci si
aggiungevano i problemi economici relativi allunificazione della Germania. Loccasione era propizia per
inserire nel nuovo trattato una politica di sicurezza, e proprio Francia e Germania si stavano impegnando a
ci. I primi di ottobre, a sorpresa, Italia e Gran Bretagna prospettarono una politica di sicurezza congiunta; il
documento prospettava la relazione tra Europa occid. e lAlleanza atlantica in tema di sicurezza europea.
italo-britannici e franco-tedeschi si scontrarono sulle suddette ipotesi. Ebbe la meglio liniziativa francotedesca.
8. Gli ultimi negoziati prima del Consiglio europeo di Maastricht
Le CIG sullunione politica e sullUEM dovevano concludersi entro il Consiglio europeo di Maastricht del
10-11 dicembre 1991. Un profondo disagio dominava lopinione pubblica, gli strumenti erano insufficienti e
mancava laccordo tra i paesi interessati. A dicembre la presidenza olandese present un nuovo progetto di
Trattato con cui ogni paese membro poteva sottrarsi a determinati obblighi in alcune materie; ci era nocivo
per la CEE (opting out => CEE a due velocit). Il negoziato sullUEM era proseguito e la presidenza
lussemburghese aveva predisposto un documento che fissava le linee direttrici dellUEM e la fisionomia del
Sistema europeo delle Banche centrali. Si giunse a due tesi: per gli economisti si sarebbe giunti allunione
monetaria solo dopo un lungo periodo di preparazione per le economie degli Stati membri, per i monetaristi
la rapida realizzazione dellunione monetaria avrebbe provocato lintegrazione delle politiche economiche.
9. Il Consiglio europeo di Maastricht
Nella prima giornata a Maastricht i Capi di Stato e di Governo affrontarono i problemi legati allUEM.
Riguardo lunione politica lespressione a vocazione federale cadde subito. Sulle questioni sociali
lintransigenza britannica fu netta perch Major non voleva sottoscrivere le norme che avrebbero dato
attuazione al documento che la Thatcher aveva rifiutato di discutere al Consiglio europeo di Strasburgo. Per
superare lopposizione inglese gli Undici agirono in materia sociale fuori delle regole del Trattato (opting in)
sulla base di due protocolli che prevedevano decisioni a maggioranza. I temi di politica estera e sicurezza
dettero luogo a discussioni. Si giunse infine ad un accordo sui rapporti tra Alleanza atlantica, Unione
europea e UEO e sul ruolo operativo di questultima. Il Consiglio europeo di Maastricht si concluse con
un accordo su tutti i punti controversi e tutti si dichiaravano pi o meno soddisfatti. Il testo consolidato del
trattato fu firmato il 7.2.1992 a Maastricht dagli Stati membri (ministri esteri ed economia e finanze).
10. Il Trattato sullUnione europea: LUnione economica monetaria
Il Trattato sullUnione europea comprendeva 252 articoli, 17 protocolli e 31 dichiarazioni. Il pilastro cardine
dellarticolo A costituito dalle 3 comunit CEE, CECA e EURATOM. I due altri pilastri fanno riferimento
alla disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune ed a quelle relative a materie di polizia e
giustizia. Il Consiglio europeo lorgano supremo di impulso e decisione. Anche la Comunit, il Consiglio,
il Parlamento e la Commissione partecipano alla struttura dei 3 pilastri. La realizzazione dellUEM era
articolata in 3 fasi. La prima si aperta il 1 luglio 1990, la seconda il 1 gennaio 1994, data in cui doveva
essere creato lIstituto monetario europeo che avrebbe dovuto preparare il terzo passaggio, ovvero quello

della creazione della Banca centrale europea. linizio della terza fase era previsto fra il 1 gennaio 1997 e il 1
gennaio 1999. LIME si sarebbe trasformato in BCE, ovvero un sistema europeo di banche che avrebbe
avuto il compito di gestire la politica monetaria unica. Al pi tardi il 31 dicembre 1996 il Consiglio europeo
avrebbe dovuto valutare se una maggioranza di Stati membri fosse in grado di rispettare tutti i parametri per
poter giungere alla terza fase dellUEM. La maggioranza richiesta era di 7 Stati membri nel caso in cui la
Gran Bretagna avesse deciso di non utilizzare lopting out, oppure 6 nel caso contrario.
11. Le nuove competenze comunitarie e il principio di sussidiariet
Con il nuovo Trattato 4 settori hanno avuto modifiche istituzionali dirette ad aumentare lefficacia delle
politiche comunitarie. Innanzitutto si cercato di limitare il divario tra i livelli delle varie regioni. Si
cercato di finanziare progetti nel settore dellambiente e delle reti trans europee nei paesi in cui il PIL non
oltrepassava il 90% della media comunitaria. La CEE ha cercato di agire per migliorare lambiente e la
sicurezza della salute dei lavoratori, le condizioni di lavoro, la parit tra uomini e donne. Si interess anche
dello sviluppo tecnologico e della protezione dellambiente. Importante fu anche listruzione, la formazione
professionale e la cultura. Per la sanit fu introdotta una competenza comunitaria allo scopo di assicurare un
livello elevato di protezione della salute umana. A livello economico il nuovo Trattato si impegn per lo
sviluppo delle reti infrastrutturali trans europee. Uno dei temi pi discussi fu quello del principio di
sussidiariet, inteso a regolare i rapporti di potere tra lautorit suprema dello Stato, i corpi intermedi della
societ e le famiglie. Lazione dello Stato e dei corpi intermedi doveva intendersi sussidiaria alle famiglie,
cellule fondamentali della vita cristiana. Il principio di sussidiariet enunciato dallarticolo 3B del Trattato
di Maastricht, in base al quale la Comunit agisce solo per quei fatti per cui il Trattato deve interessarsi e
non di cose che non lo riguardano.
12. La PESC e la cooperazione negli affari interni e giudiziari
Le disposizioni previste dal Trattato di Maastricht sulla PESC erano al di sotto delle ambizioni, a causa
dellopposizione britannica. Il nuovo Trattato prevedeva lobbligo di coerenza dellinsieme delle azioni
dellUnione in materia di relazioni esterne, sicurezza, economia e sviluppo. In teme di procedure decisionali
il nuovo Trattato prevedeva che il Consiglio adottasse le azioni comuni allunanimit. In ambito sicurezza il
Trattato di Maastricht stabil un legame organico tra lUEO e lUnione europea. vi erano le premesse per lo
sviluppo di un quadro politico-militare in grado di sfociare nella creazione di mezzi concreti di difesa sotto
legida dellUEO e nella realizzazione di una strategia europea di difesa dellEuropa. Le disposizioni
relative agli affari interni e giudiziari miravano a disciplinare le questioni relative allattraversamento delle
frontiere esterne degli Stati membri da parte dei cittadini di paesi terzi e ad intensificare forme di
cooperazione giudiziaria in materia civile e penale, nonch a sviluppare la cooperazione doganale e di
polizia. Entro il 1994 era anche prevista la creazione di un Ufficio europeo di Polizia per relazionare i vari
corpi di polizia degli stati membri.
13. La cittadinanza europea e le riforme istituzionali
La cittadinanza europea costituiva linnovazione pi importante del nuovo Trattato. Le disposizioni in
materia di cittadinanza europea rafforzavano i diritti di stabilimento, circolazione e soggiorno gi goduti dai
cittadini dei paesi membri e introduceva nuovi diritti, il pi importante riguardava il diritto di elettorato
attivo e passivo alle elezioni municipali e a quelle del Parlamento europeo. Inoltre veniva introdotta la
protezione consolare del cittadino di uno Stato membro. Ogni cittadino europeo poteva presentare petizioni
al Parlamento su temi e problemi di competenza della Comunit che lo riguardavano direttamente. Veniva
istituita la figura del Mediatore comunitario (ombudsman) che aveva il compito di tutelare le persone
fisiche e giuridiche in caso di cattiva amm.ne delle istituzioni. Nel suo complesso, il sistema istituzionale del
nuovo Trattato non usc rafforzato rispetto al passato. Al Parlamento veniva conferito il compito di
approvare gli atti legislativi comunitari e di votare la fiducia del nuovo Collegio, dopo essere stato
consultato dai Governi al momento della designazione del suo Presidente. Veniva costituito il Comitato
delle Regioni. Composto da rappresentanti regionali e locali, aveva il compito di interessarsi su tutte le
materie di interesse regionale. L11 febbraio 1992 la Commissione present al Consiglio un nuovo atto
meglio conosciuto come Pacchetto Delors II che definiva le misure per lentrata in vigore del Trattato
dellUnione. La Commissione proponeva di raddoppiare le risorse in dotazione per le relazioni esterne. La
debolezza della competitivit dellindustria europea rispetto a quella di USA e Giappone richiedeva un
rafforzamento dellimpegno globale di ricerca e sviluppo attraverso la promozione di reti trans europee di
trasporti, telecomunicazioni ed energia.

CAP. 6 LA DIFFICILE RATIFICA DEL TRATTATO DI MAASTRICHT E LA NASCITA


DELLUNIONE EUROPEA
1. Lo Spazio economico europeo (SEE) e la riforma della politica agricola comune
Dopo Maastricht 7 paesi dellEFTA (Austria, Finlandia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svezia e Svizzera)
firmarono a Porto un accordo per la creazione dello spazio economico europeo (SEE). Nel gennaio 1989 J.
Delors propose una nuova forma di associazione pi strutturata sul piano istituzionale , con organi comuni di
decisione e gestione. I negoziati per la creazione di questo nuovo organismo si conclusero nel 1992 con la
firma dellaccordo che istitu uno spazio economico integrato fondato su norme comuni e pari condizioni di
concorrenza. Fu introdotta una cooperazione vasta in settori quali la politica sociale, la tutela dei
consumatori, lambiente, le statistiche e il diritto societario. Laccordo di Porto comportava la creazione di
un mercato di 380 mil. di consumatori. Cresceva lesigenza per una pi incisiva riforma della PAC, urgente
per laccrescimento della produzione comunitaria. Ci provoc un aumento delle spese comunitarie per
finanziare le esportazioni dei prodotti eccedenti. Il peso politico e finanziario della PAC era sempre pi
insopportabile e il ritardo nelle decisioni peggiorava il clima sociale nelle campagne facendo aumentare i
sacrifici. Nel febbraio 1991 la Commissione propose di la trasformazione della PAC, che introdusse delle
novit. Fu prevista una diminuzione dei pressi agricoli garantiti, con minore produzione e minore
sfruttamento delle terre. Furono introdotte misure di accompagnamento, tra cui il prepensionamento. Le
reazioni a tale riforma, specialmente in Francia, furono immediate. Gli agricoltori non accettavano la
diminuzione di produzione economica, soprattutto in un periodo dove era forte la disoccupazione. E nella
campagna per il referendum sulla ratifica del Trattato di Maastricht, il voto negativo della popolazione
francese era scontato.
2. Il no danese e il Consiglio europeo di Lisbona
Il 2 giugno fu indetto il referendum in Danimarca. I Danesi furono indotti alladesione solo per mantenere
una stretta dipendenza economica con la Gran Bretagna, ma lo fecero a malincuore. Ma improvvisamente il
voto negativo danese mise in difficolt lo stesso Governo nei confronti dei partner. Il colpo fu duro e
nessuno lo nascose, ne Delors, ne Mitterand, ne Major. Fu necessario cos rielaborare una strategia politica
pi complessa e risolvere il caso danese. Riprese vigore la discussione sul principio di sussidiariet.
Cominci una lunga diatriba con risvolti politici evidenti. Per la maggioranza degli Stati membri la filosofia
generale che presiedeva il concetto di sussidiariet era incontestabile. La soluzione pi appropriata poteva
essere quella di conferire alla Corte di giustizia il compito di dirimere i conflitti in tema di sussidiariet.
Unaltra questione riaccesa dal voto danese riguardava la cosiddetta trasparenza, ovvero laccessibilit dei
cittadini delle decisioni prese a livello comunitario. Alla CEE mancava un rapporto diretto con i corpi
intermedi della societ; la CEE non riusciva ad assicurare una adeguata circolazione di idee e di conoscenza,
indispensabile per la trasparenza. Intanto il Primo Ministro danese Schluter dichiar alla stampa che il
momento adatto per una scelta per il suo paese sarebbe venuto dopo il voto francese e la ratifica da parte del
Regno Unito. Ma J. Major afferm che i britannici avrebbero voluto prima vedere come la Danimarca
avrebbe risolto il suo problema. La crisi in Jugoslavia fu al centro dei lavori del vertice. Sebbene fosse
chiaro che lintervento militare diretto per portare ordine e pace era impossibile, la gente comune sperava
nella positivit dellintervento dellunit europea. e a Lisbona Delors fu confermato Presidente della
Commissione per altri 2 anni.
3. Il referendum in Francia e la crisi monetaria di settembre
Il 20 settembre si sarebbe svolto in Francia il referendum per la ratifica del Trattato di Maastricht. Il calo di
popolarit di Mitterand si stava accentuando. Gli oppositori al Trattato di Maastricht si dichiaravano a favore
di unaltra Europa, non quella della CEE, ma quella in cui la Francia sarebbe stata lunica grande potenza.
La vittoria del no avrebbe comportato la fine del Trattato di Maastricht con gravi conseguenze. Ma il
risultato del referendum registr la vittoria del si con il 51,01% dei voti. Lo choc del no danese a
Maastricht aliment del pessimismo tra gli operatori finanziari sulla capacit di dar vita alla UEM, anche per
la caduta del dollaro. Agli inizi di settembre la Gran Bretagna accus la Germania di essere responsabile
della crisi per aver mantenuto troppo alti i tassi di interesse del marco. La Germania, invece, riteneva che la
sterlina era sopravvalutata e lunica soluzione fosse la sua svalutazione. Il 12-13 settembre il Governo
italiano decise la svalutazione della lira. Per la CEE la crisi monetaria fu motivo di sconcerto. Probabilmente
la crisi poteva essere evitata con una maggiore flessibilit dello SME che invece manc. Major, Presidente
di turno del Consiglio, convoc una riunione per esaminare la crisi. Allinizio di ottobre al Consiglio
europeo di Birmingham si decise di riaffermare la coesione dei 12 dinanzi allopinione pubblica. Dovevano
essere ricercate regole di comportamento ispirate al buon senso. Fu infine elaborata la Dichiarazione di

Birmingham, un atto che voleva essere un messaggio con cui la Comunit si sentiva pi vicina ai suoi
cittadini. Un mese dopo il no danese la Gran Bretagna guid la CEE in un periodo assai turbolento. La
maggior parte degli Stati membri temeva che linsistenza della Gran Bretagna di aprire i negoziati di
adesione ad Austria, Finlandia, Svezia e Norvegia avesse come intento quello di preparare un riassetto
istituzionale.
4. Il Consiglio europeo di Edimburgo
I temi del Consiglio europeo di Edimburgo comprendevano tutte le questioni che avevano avvelenato i
rapporti tra gli Stati membri nel corso del 1992. I Capi di stato e di Governo raggiunsero un compromesso
con la Danimarca, accogliendo tutte le sue richieste, salvo quella sulla durata dellaccordo; fu anche previsto
che lopting out danese fosse riesaminato. Era sottinteso che nel caso in cui il risultato del prossimo
referendum danese fosse stato ancora negativo, la Danimarca sarebbe uscita dalla CEE. Il Consiglio europeo
approv un testo in cui gli orientamenti previsti erano di carattere operativo: la scelta dei mezzi doveva
essere fatta in funzione del raggiungimento degli obbiettivi. I criteri generali usati per definire le modalit di
applicazione del principio di sussidiariet apparivano abbastanza imprecisi. In tema di trasparenza i Capi di
Stato e di Governo definirono nuove forme per lintroduzione di sedute pubbliche del Consiglio in occasione
di discussioni di politica generale. Fu deciso inoltre un rafforzamento dellinformazione al pubblico
sullattivit del Consiglio. La CEE prometteva di essere pi chiara e vicina ai cittadini. Laumento del Pil
all1,27% avrebbe garantito una base finanziaria solida per uno sviluppo della costruzione europea.
sarebbero aumentati del 72% gli stanziamenti per gli aiuti alle regioni in ritardo. Il Consiglio europeo decise
la nuova ripartizione dei 567 membri del Parlamento europeo in seguito alla riunificazione tedesca. A
Bruxelles rimanevano la Commissione, il Consiglio e le sedute straordinarie del Parlamento europeo. A
Strasburgo si sarebbero svolte le 12 sessioni annuali del Parlamento europeo. Lussemburgo avrebbe ospitato
le istituzioni finanziarie, la Corte di giustizia e il segretariato del Parlamento. Major era soddisfatto perch la
presidenza britannica terminava con risultati positivi.
5. Lentrata in vigore del mercato interno e il nuovo referendum danese
La liberalizzazione aveva coinvolto i settori chiave delleconomia, tant che il 25% dei prodotti industriali
non trovava pi ostacoli alla libera circolazione allinterno della CE. Importanti successi si registrarono in
ambito fiscale. Mancava solo leliminazione dei controlli di polizia alle persone. Non vi furono feste alle
frontiere per la caduta delle barriere fisiche. In quel momento lEuropa si confrontava con la sua impotenza
e con le cupe previsioni sulla durata della gi pesante crisi economica. In Francia cresceva limpopolarit di
Mitterand. La riforma della PAC ritornava al centro del dibattito interno francese; alla fine trovava soluzione
la lunga contesa sulla conformit della PAC alle regole del GATT. A ci si opposero i francesi, tant che lo
stesso Governo dichiar di respingere laccordo. Il Governo Balladur, nato fra il 17 e il 24 marzo, conferm
l ostilit allaccordo agricolo, bloccando ogni progresso verso una conclusione del negoziato GATT e
approfondendo la crisi dei rapporti economici euro-americani. Dopo poche settimane dallinizio del
semestre danese, il Governo Schluter fu sostituito in seguito ad una crisi politica da Rasmussen. Egli si
mosse subito con vigore in occasione dellavvio dei negoziati per ladesione di Austria, Finlandia e Svezia,
dimostrando allopinione pubblica che intendeva giocare appieno il ruolo che gli aspettava. Il risultato del
secondo referendum danese del 18.05.1993 fu accolto con sollievo in tutte le capitali europee. Con un piano
a medio termine, la Commissione puntava a riattivare la solidariet comunitaria. Si riaffermava la necessit
di progredire verso lUEM, unintensa collaborazione economica mondiale, cooperazione in materia di
ricerca e sviluppo tra stati membri CE, creazione di infrastrutture, trasporti e telecomunicazioni per
accrescere leconomia europea, sviluppo della societ dellinformazione, miglioramento dei sistemi di
istruzione e formazione. Il Consiglio europeo di Copenaghen accolse positivamente queste indicazioni.
6. La crisi monetaria dellagosto 1993 e le vicende conclusive dellUruguay Round
A met del 1993 la recessione sembr compromettere le prospettive delleconomia comunitaria. Il crollo
della produzione tedesca era dovuto al peso eccessivo della ricostruzione dei nuovi Lander causando un
aumento della pressione inflazionistica. La Bundesbank non ridusse i tassi di interesse. Il franco, insieme al
marco, era una moneta chiave dello SME. La speculazione si diresse contro il franco e si sospetto un
sostegno da parte di Londra, per il rancore della disfatta della sterlina. Durante il vertice franco-britannico di
luglio, Major volle comunque riaffermare il suo sostegno alla stabilit dei cambi. Dal 1979 per la prima
volta i Ministri economici apportarono modifiche alle regole essenziali della disciplina dei cambi. La
cooperazione monetaria subiva un duro colpo; ogni Stato membro ritrovava la sua autonomia in campo
monetario e le affermazioni di fedelt al programma di Maastricht sullUEM furono accolte con unanime
scetticismo. La Francia reclamava la riapertura dei negoziati sul sostegno dellagricoltura. Gli USA

chiedevano con insistenza i negoziati riguardanti i prodotti dellindustria audiovisiva. La preferenza


comunitaria prevedeva quote non obbligatorie di produzione comunitaria nelle trasmissioni audiovisive.
LUruguay Round si concluse con molti compromessi, esclusioni temporanee di interi settori e con il rinvio
della regolamentazione per la protezione dellambiente e le norme sociali. Si registrarono progressi in
materia agricola. Anche lapertura supplementare dei mercati mediante la soppressione dei dazi doganali
registr importanti avanzamenti. Gli accordi dellUruguay Round furono firmati in occasione della
Conferenza di Marrakech il 15.04.1994.
7. Lentrata in vigore del Trattato sullUnione europea e il compromesso di Ioannina
Il 1 novembre nasceva lUnione europea. Lentrata in vigore del Trattato sullUnione europea consent di
avviare il Libro bianco della Commissione che esprimeva il piano Delors presentato a Copenaghen. Il Libro
bianco poneva il quesito fondamentale di come potesse essere salvaguardato il modello europeo di societ e
cosa fosse ancora necessario modificare per far fronte alla crisi. Dei 3 pilastri su cui poggiava (libert,
solidariet e responsabilit) era la responsabilit ad essersi pian piano deteriorata e che occorreva
rivivificare. Le pi importanti strade da seguire erano le seguenti: perseguire una temporanea moderazione
salariale, accompagnata dalla flessibilit dellorganizzazione del lavoro; la revisione dei sistemi di
finanziamento della solidariet; lindividuazione di nuovi bacini di occupazione; il miglioramento dei
sistemi di istruzione; ecc. ecc.. i britanni erano scettici a quanto sopra. I Governi avrebbero quindi dovuto
ispirarsi al Libro bianco. La Commissione aveva il compito di perfezionare il funzionamento del mercato
interno, il Consiglio doveva approvare le decisioni necessarie per il rilancio delle reti trans europee nei
settori dei trasporti ed energia. Dal 1 gennaio 1994 la Presidenza dellUE pass alla Germania. Il blocco
della Serbia era violato, la Grecia aveva deciso anche il blocco della Macedonia. Papandreu cerc di
smorzare i toni. Uno dei principali obbiettivi della Grecia era di portare al successo i negoziati di adesione
con Svezia, Finlandia, Norvegia e Austria. Ma lallargamento avrebbe comportato una modifica dei
meccanismi di funzionamento del Consiglio. I Trattati di adesione furono firmati il 30 marzo 1994. La
rinuncia della Norvegia fu un grave colpo alla compattezza sempre auspicata dalla Scandinavia. Lentrata
della Svezia segn lavvento nellUnione europea del suo paese-guida.
8. Il dopo-Delors e il dibattito sul futuro dellUnione
Durante il Consiglio di Corf del giugno 1994 Major rifiut di designare chiunque potesse essere sospettato
di voler proseguire la linea politica di Delors. Alla guida della Commissione, dopo una riunione ad hoc alla
met di luglio, fu designato il premier lussemburghese J. Santer. La nuova Assemblea era differente dalla
precedente. I deputati passavano da 518 a 567. Berlusconi, con la vittoria delle elezioni nel 1994, non
trovava posto nei gruppi gi fatti a livello europeo. Santer ottenne il parere positivo dal Parlamento europeo
con 260 voti favorevoli. Delors usciva di scena. Il documento elettorale sulla politica europea pubblicato
nellestate del 1994 dalla CDU-CSU tedesca faceva emergere che la priorit della Germania era quella di
rendere possibile lallargamento dellUnione europea a 5 paesi (Ungheria, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia e
Slovenia). Era dunque necessario integrare i vicini orientali. La proposta della CDU-CSU presupponeva un
rilancio delle relazioni privilegiate franco-tedesche, quindi la Francia non era molto daccordo. Anche la
Gran Bretagna si espresse negativamente. Con il Vertice di Essen del dicembre 1994 si concluse il semestre
di presidenza tedesca. Fu un Consiglio europeo importante, Kohl era soddisfatto perch la Germania aveva
guidato lUE con lobbiettivo dellallargamento ai paesi dellEuropa centrale e orientale. Il 12 dicembre
Delors decise di non presentarsi candidato alle elezioni francesi per la presidenza della repubblica. Luscita
di scena di Delors fu una grave perdita per il futuro dellUnione. Egli aveva ripercorso la strada del metodo
monnettiano, per giungere poi allAtto unico. Egli rifiuta lidea che le Nazioni possano essere diluite in
unEuropa federale, ritiene che in esse risiede la solidariet della coesione identitaria. Occorre creare
lunione dei popoli sovrani, che insieme decidono sugli obbiettivi comuni e li realizzano nellinteresse di
tutti.
9. La nuova Commissione e il semestre francese
Dopo il voto di fiducia del 18.01.1995 entr in funzione la nuoca Commissione presieduta da Santer. Il 7
maggio Chirac fu eletto Presidente della Repubblica. Allinizio egli si impegn per favorire la ripresa
economica ed affermare la presenza francese sulla scena europea. la complessa questione balcanica
provocava preoccupazioni allUE. Il riconoscimento da parte dellUE dellindipendenza della Bosnia
Erzegovina il successivo 6 aprile sanc linternazionalizzazione del conflitto. Alla fine di aprile Serbia e
Montenegro proclamarono ancora una volta la Repubblica federale jugoslava. Nel 1993-94 gli scontri di
Bosnia confermarono le difficolt di imporre una soluzione negoziata alle parti coinvolte. LEuropa forn
forze militari mentre gli USA no. Di fronte allassenza di accordo tra serbi, croati e bosniaci musulmani, il

Ministro degli Esteri francese A. Jupp propose la convocazione di una nuova Conferenza internazionale
sulla ex Jugoslavia. Lobbiettivo era quello di favorire il riconoscimento reciproco di Serbia e Croazia e di
mantenere la Bosnia Erzegovina nelle frontiere internazionalmente riconosciute. La Gran Bretagna esitava
ancora tra le posizioni americane e quelle francesi. La Germania non sembrava voler accentuare limpegno
militare. Nel periodo maggio-luglio alcuni avvenimenti destarono molta emozione nella pubblica opinione
europea. Il Presidente Clinton decise lintervento della NATO per la distruzione delle forze serbo-bosniache.
Dopo il cessate il fuoco gli USA avviarono una trattativa diplomatica per la soluzione del problema bosniaco
di cui fu incaricato il Segretario di stato Holbrooke, la cui rapidit si contrastava con le lentezze europee. Gli
accordi di Dayton firmati il 21 novembre e ratificati a Parigi il 14 dicembre, misero a nudo la debolezza
politica dellUE.
10. La nuova politica mediterranea
La riunificazione tedesca ha reso pi evidente lesigenza di rafforzare le relazioni con i paesi del
Mediterraneo. Il Consiglio europeo di Corf del 1994 invit la Commissione ad elaborare un documento per
il rafforzamento della politica mediterranea dellUE in favore della stabilit, sicurezza e sviluppo
economico. Fu inoltre evocata la possibilit di organizzare nel 1995 una Conferenza euromediterranea per
segnalare lambizione dellUE di svolgere un ruolo centrale nelle vicende internazionali. La convocazione di
suddetta Conferenza era fortemente voluta da Spagna, Francia e Italia. Alla Conferenza, che si svolse il 2728 novembre 1995, erano presenti quasi tutti i paesi dellarea mediterranea, ad eccezione di quelli balcanici
e della Libia. Le conclusioni prevedevano la creazione di un partenariato sui settori politico e di sicurezza,
economico e finanziario, culturale e umano. Il 1 gennaio 1995 nasceva lUE a 15 e con essa iniziava la sua
attivit lOrganizzazione mondiale del commercio. La globalizzazione si affermata in virt di
unevoluzione continua delleconomia mondiale provocata da eventi politici e sviluppi tecnologici. Di
questa evoluzione la Comunit stata la protagonista centrale contribuendo sia al libero scambio interno, sia
allammodernamento del modello europeo di societ che avvenuto parallelamente allapertura dei mercati
internazionali.
CAP. 7 - IL TRATTATO DI AMSTERDAM E LAVVIO DELLUNIONE ECONOMICA E
MONETARIA
1. Il cammino verso lunione monetaria
Allinizio del 1995 iniziava a diffondersi lidea che sarebbe stato impossibile riuscire ad entrare nella terza
fase dellUEM entro il 1997, come previsto dal Trattato di Maastricht. Tuttavia, nonostante la ripresa
economica non si attu con limpulso che ci si aspettava, molte autorit, tra cui Chirac, cercarono di dare
nuovi impulsi allUnione. Impulsi che vennero poi convogliati nel Libro verde che doveva dare le linee
guida per giungere agli obiettivi negli anni seguenti.
Le decisioni del consiglio furono nette e molto chiare: si doveva giungere allunione monetaria al pi tardi
entro il 1 gennaio 1999, nel rispetto delle scadenze previste dai trattati.
Durante una riunione dei ministri delle finanze, il ministro tedesco Waigel riusc a fare approvare la sua
iniziativa secondo la quale la lista completa dei partecipanti alla moneta unica sarebbe stata redatta in base ai
risultati dellanno 1997, su risultati reali e non su semplici proiezioni.
Da quel momento in poi tutti i paesi iniziarono davvero a credere nellUnione monetaria e iniziarono ad
impegnarsi per raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 1997.
La terza fase dellUnione inizi il 1 gennaio 1999 e la moneta unica entr in vigore progressivamente dal 1
gennaio 2002.
Inoltre era fortemente sentito il problema della crisi delloccupazione nel continente, materia sulla quale
tuttavia non si giunse a nessuna strategia comune.
Un fatto sconcertante fu che durante studi intermedi, solo Danimarca, Irlanda e Lussemburgo non
presentavano eccessivi deficit di bilancio. Nonostante questo dato scoraggiante molti paesi si impegnarono
con politiche fiscali drastiche, tra cui lItalia, con tagli alle spese pubbliche.
Le situazioni pi difficili erano quelle di Germania e Italia.
Riguardo loccupazione la Commissione se ne occup facendo approvare durante il Consiglio europeo di
Amsterdam una risoluzione in materia, facendola diventare uno dei pilastri portanti dellUnione monetaria.
2. La nuova conferenza intergovernativa e il Trattato di Amsterdam
La decisione di convocare unaltra conferenza intergovernativa nel 1996, solo dopo 4 anni dal trattato di
Maastricht derivava principalmente dalla delusione di alcuni paesi su alcuni argomenti, come la PESC.

Vie era la preoccupazione di mettere in cantiere delle riforme importanti in previsione dellallargamento
dellUnione verso est.
La CIG si apr a Tornino nel marzo 1196. Il lavoro del gruppo di riflessione non giungeva a decisioni
comuni. Nel 1997 spettava alla presidenza di turno dei Paesi Bassi la responsabilit di portare avanti i lavori
di una CIG senza volont politica.
Il nuovo trattato firmato ad Amsterdam nel 1997 ha introdotto nuovi diritti per i cittadini europei e la
capacit per la Corte di giustizia di giudicare sulle violazioni dei diritti delluomo in base alla Convenzione
europea sui diritti delluomo del 1950. Inoltre il Consiglio poteva sospendere uno stato membro in caso di
violazione grave e persistente dei diritti umani.
Un risultato importante fu anche la comunitarizzazione dei meccanismi di cooperazione istituiti da Schengen
sulla libera circolazione delle persone allinterno dellUE. Il trattato stabil anche le norme e i principi,
sottoposti al diritto comunitario, per regolare vicende di asilo politico, immigrazione e cooperazione
giudiziaria.
Il trattato di Maastricht stabil anche la nuova CIG avrebbe dovuto ritrattare largomento della PESC.
Tuttavia, malgrado le elevate aspettative, i risultati furono parecchio deludenti. La volont francese di
nominare un Monsieur PESC in grado di dirigere la politica estera e di sicurezza comune non ebbe
successo in quanto ebbe la meglio la proposta di attribuire tale compito al Segretario generale del consiglio.
In tema di procedure decisionali lunica novit fu lintroduzione di una nuova categoria di decisioni: le
strategie comuni del Consiglio europeo che avrebbe consentito di adottare le successive azioni comuni a
maggioranza qualificata.
Nessun progresso si registr anche in materia di politica commerciale dove non fu decisa lestensione delle
competenze comuni ai settori dei servizi delle propriet intellettuali. Ci mostr la mancanza di volont
politica della conferenza in quanto questo era un tema fortemente dibattuto gi in precedenza che
necessitava di una rapida soluzione.
Inoltre largomento EURO port molti paesi, tra cui la Germania, a ritrattare le decisioni prese a Maastricht.
LItalia, invece, nonostante la difficile situazione politica ed economica, non abbandon la sua vocazione
europeista di sempre.
Con il Trattato di Amsterdam la fase costituente della vita comunitaria, sembrava esaurirsi senza essere
giunta a decisioni fondamentali di revisione dei precedenti trattati in materia di coesione. Inoltre lavvio
della moneta unica avrebbe richiesto nuove istituzioni fondamentali per mandare avanti lUnione.
3. La strategia europea per loccupazione
Le decisioni prese ad Amsterdam sottolinearono la necessit di attuare riforme anche in materia di
occupazione, decisioni a livello comunitario, come quelle prese in materia monetaria.
Denominata strategia coordinata per loccupazione, il nuovo metodo proposto dal consiglio europeo a
Lussemburgo rifletteva in buona parte le proposte espresse pi volte dal governo francese.
La strategia di Lussemburgo prevedeva la definizione annuale di linee direttrici comuni che avrebbero
dovuto orientare i piani di azione nazionali contro la disoccupazione.
Nel documento Agenda 2000 la Commissione aveva indicato le linee generali per un processo di lungo
termina atto a valutare tutte le domande di adesione allUnione.
La tensione si concentrava ancora una volta sulla politica agricola comune.
La commissione decise cos di rinviare le discussioni di adesione al 1998 per i sei paesi candidati: Estonia,
Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovenia, Cipro.
Fatto da menzionare la situazione della Turchia la quale si era avvicinata da tempo alla CEE, ma a causa
della sua eterna rivalit con la Grecia, il processo di adesione sempre stato rallentato.
4. La presidenza britannica di un semestre epocale
Il primo semestre del 1998 vedeva la Gran Bretagna alla presidenza del Consiglio dellUnione. Per Tony
Blair era unoccasione unica perch durante quel semestre si sarebbe decisa la lista dei paesi partecipanti alla
zona euro.
Le decisioni in materia di moneta unica erano ancora accompagnate da un clima di sfiducia da alcuni paesi.
Una incognita importante era la partecipazione italiana che per venne accettata in quanto gli impegni
profusi erano stati imponenti e decisivi per leconomia del paese. Tuttavia, nonostante lottimismo di alcuni
paesi, altri mostravano scetticismo riguardo tale decisione, come i paesi del nord.
La raccomandazione della Commissione non fu avara di riconoscimenti per gli sforzi attuati dai paesi per
entrare nella zona euro, sottolineando soprattutto quelli di Spagna, Portogallo ed Italia. La Commissione
stabil dunque che 11 dei 15 paesi membri dellUE erano adempienti nei riguardi delle condizioni necessarie

per far parte della zona euro. Quattro paesi: Danimarca, Gran Bretagna (che avevano ottenuto lopting out
nel trattato di Maastricht), Svezia (che aveva manifestato la volont di non partecipare) e Grecia ( che non
era ancora in grado di rispettare i criteri di convergenza), non parteciparono.
Le settimane successive furono caratterizzate dallo scontro franco-tedesco sulla presidenza della BCE,
presidenza che poi venne affidata al candidato appoggiato dalla Germani, Wim Duisenberg, gi governatore
della banca centrale dei Paesi Bassi.
Mai era successo che paesi cos numerosi e sotto alcuna costrizione, rinunciassero ad uno degli elementi
essenziali dellindipendenza, la moneta.
5. I primi negoziati per il nuovo allargamento e la visione europea di Tony Blair
La conferenza europea di Londra fu proposta come foro politico per tutti i candidati alladesione. La Turchia
non vi partecip.
La faccenda del Kossovo complic i lavori poich parteciparono alla conferenza anche paesi confinanti con
la Jugoslavia.
Il Consiglio riusc a risolvere anche la questione dellammissione di Cipro che impediva i negoziati con gli
altri membri.
Il 1 aprile 1998 ebbero ufficialmente inizio i negoziati con i primi sei paesi candidati. Al di fuori di Cipro,
gli altri appartenevano alla ex zona sovietica, tutti con una storia ed una cultura diverse. Il pi importate tra
di essi era decisamente la Polonia, da sempre oggetto di attacchi e conquiste. I negoziati non si
prospettavano facili a causa di forte difficolt di pianificazione delle economie nei paesi uscenti dallUnione
Sovietica.
6. Lavvicinamento alleuro
Dal 1 luglio 1998 la presidenza spett allAustria a cui spettava il compito di stimolare lattivit necessaria
per dare avvio alla terza fase dellUEM.
Il clima era di pieno ottimismo, anche grazie a delle decisioni prese dal consiglio dei ministri delle finanze
che decisero la scadenza entro la quale sarebbero stati fissati i tassi di cambio, scadenza fissata per il 31
dicembre 1998.
Nel frattempo in Italia sal al governo Massimo dAlema che fece il possibile per ribadire ancora una volta la
tendenza europeista dellItalia.
7. Lavvento delleuro e la crisi della commissione
Il 31 dicembre 1998 cominciava ufficialmente lavventura delleuro nei mercati finanziari mondiali e il suo
confronto con le grandi monete. Tuttavia su questo grande evento gravava ancora la difficolt delle
istituzioni europee. Leuro venne pesantemente influenzato dalle divergenze interne alla UEM, e questo i
mercati finanziari lo sapevano.
Per lultimo anno del secolo il programma delle istituzioni comunitarie era molto intenso.
Lesecutivo e i suoi servizi erano accusati di cattiva gestione finanziaria e amministrativa e di una complessa
incapacit di assolvere i propri compiti.
Si propose di creare un comitato di esperti per indagare sulla corretta gestione delle risorse da parte
dellesecutivo. Il contenuto del rapporto fu molto critico nei confronti della gestione della Commissione. Lo
stesso giorno della presentazione del rapporto lintera commissione si dimise dal proprio ruolo.
8.La nuova commissione Prodi
La Commissione dimissionaria non poteva comunque essere subito sostituita poich la norme comunitarie
stabilivano dei tempi per tale processo.
La designazione di Romano Prodi come futuro presidente della Commissione, proposta da Shroeder, fu il
chiaro segno della volont tedesca di risolvere al pi presto la situazione di crisi.
La primavera del 1999 fu influenzata dalla prima guerra europea della NATO e port il Consiglio di Colonia
a decidere che lUE dovesse disporre di una capacit dazione autonoma sostenuta da forze militari credibili.
Lo stesso Consiglio si espresse anche a favore di una nuova CIG per alcune riforme istituzionali in
previsione dellallargamento dellUnione.
Nel frattempo Prodi era stato nominato presidente della Commissione ed erano stati nominati gli altri
membri. Il mandato della nuova Commissione, in sostanza, era innanzitutto quello della riforma
dellamministrazione.
9. Lultimo semestre del secolo si chiude ad Helsinki
Nel giugno 1999 si svolsero le quinte elezioni a suffragio universale diretto alle quali parteciparono per la
prima volta i nuovi stati membri. La nuova assemblea, composta da 626 membri, avrebbe beneficiato dei

nuovi poteri conferiti dal Trattato di Amsterdam. La maggioranza relativa passava dal partito socialista al
partito popolare europeo.
I primi rapporti tra Parlamento e Commissione erano abbastanza positivi e le dichiarazioni programmatiche
di Prodi furono ben accolte.
Nel corso del semestre di presidenza finlandese, si svolse a Seattle la Terza conferenza ministeriale del
WTO; conferenza fortemente segnata dal movimento no-global e dalle proteste messe in atto dallo stesso.
In tema di difesa il Consiglio di Helsinki del dicembre 1999 prese impegni a scadenza ben precisa, chiaro
segno di voler risolvere al pi presto la spinosa questione. In tema di allargamento, viste le positive reazioni
dei paesi nuovi, si avviarono delle conferenze bilaterali con gli altri paesi candidati: Romania, Slovacchia,
Lettonia, Lituania, Bulgaria e Malta. Fu inoltre rimossa la gaffe fatta con la Turchia anni prima, con la quale
il Consiglio di Lussemburgo non accett la candidatura del paese.
10. La crisi austriaca scuote lEuropa
Nel 2000 un evento importante destabilizz lequilibrio creatosi nelle istituzioni dellUE. La crisi politica in
Austria, che port vicino al potere Haider, leader pro-nazista e anticomunitario.
CAP. 8: LUNIONE NEL NUOVO MILLENNIO E LA COSTITUZIONE EUROPEA
1. La strategia di Lisbona e la nuova Conferenza intergovernativa
Per approfondire lintegrazione, il Portogallo, durante il suo semestre di presidenza, scelse argomenti non
conflittuali, come loccupazione. Lobiettivo del documento redatto dalla presidenza portoghese
(Occupazione, riforma economica e coesione sociale- per unEuropa dellinnovazione e della crescita), era
di garantire una crescita economica compatibile con una forte creazione di occupazione. Tale obiettivo, da
realizzarsi attraverso la Strategia di Lisbona, ottenne forti consensi da tutto il Consiglio, riunitosi nel
marzo 2000.
Inoltre venne deciso un piano per dare uno slancio multimediale allEuropa, attraverso e soprattutto il
rilancio della rete tra i giovani e nelle scuole, attraverso il commercio elettronico.
In precedenza si era aperta a febbraio la nuova CIG a Bruxelles per la stesura della carta che avrebbe reso
visibili i diritti fondamentali dei cittadini dellUnione. Parallelamente alla CIG si avviarono i negoziati per
ladesione da parte del secondo gruppo di paesi candidati: Malta, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Romania,
Slovacchia.
Un altro importante traguardo del semestre portoghese fu lingresso nella zona euro da parte della Grecia
che a fatica era riuscita ad entrare nei parametri necessari.
2. LEuropa unita secondo Joschka Fisher
Alla vigilia della conclusione della CIG riaffior il problema della natura politica dellUnione e su un punto
almeno erano tutti daccordo, sulle reticenze britanniche su questo argomento.
Il dibattito sullarchitettura europea fu rilanciato dal ministro degli esteri tedesco Joschka Fisher, il cui
discorso non era destinato a cadere nelloblio in quanto afferm che il metodo Monnet era in crisi e che tale
crisi non poteva essere risolta se non attraverso una riforma che prevedeva un sistema di sovranit condivisa
al di fuori di ogni schema tradizionale degli altri modelli di federazioni di stati. Occorrevano riforme
istituzionali in grado di far fronte al continuo allargamento dellUnione agli altri stati. Si necessitava di una
costituzione federale che avrebbe costituito il nocciolo duro, il centro dellorganizzazione definitiva del
continente.
Il discorso di Fisher sanc la fine della subordinazione tedesca allinterno dellUE. E la nuova Germania a
imporre il suo ruolo di protagonista.
Successivamente molti personaggi politici approvarono lidea di Fisher di fare una costituzione federale.
3. La presidenza francese e il trattato di Nizza
Il secondo semestre del 2000 era fondamentale per il futuro dellUnione, e la Francia, a cui spettava la
residenza, lo sapeva bene. Il congresso di Nizza doveva risolvere i problemi istituzionali falliti ad
Amsterdam, necessari per continuare i negoziati con i paesi candidati alladesione.
Il mese di settembre fu caratterizzato da due eventi principali: il no danese alleuro e la risoluzione della
questione austriaca.
Il popolo danese si pronunci a larga maggioranza contro ladesione allUEM.
Unanticipazione delle tensioni previste a Nizza sulle riforme istituzionali, fu data al vertice informale dei
capi di stato a Biarritz dove un gruppo di piccoli stati fece sentire la propria voce in merito alle riforme,
affermando che erano mirate a favorire solo i grandi. A Biarritz fu anche presentata la Carta dei diritti

fondamentali, un passaggio fondamentale, secondo Prodi, in quanto si dava una dimensione politica
allUnione e non solo economica.
L8 dicembre si apriva a Nizza il consiglio. Tuttavia coloro che vi si incontrarono erano personaggi
preoccupati soprattutto per i propri interessi e non miravano i propri interventi al bene dellUnione, bens al
bene della propria nazione. Lepoca Kohl-Mitterand era finita e ora Germania e Francia avevano obiettivi
ben precisi per far uscire la propria nazione dallo stallo politico.
I lavori del consiglio andarono ben oltre i due giorni previsti. Fu proclamata la Carta dei diritti fondamentali,
fu istituito lEurogruppo (gi Euro-X) col compito di migliorare il coordinamento delle politiche
economiche nella zona euro.
Tuttavia i veri dibattiti del Consiglio si concentrarono sulle riforme istituzionali, tema sul quale ci furono
non pochi scontri politici in quanto gli egoismi nazionali si fecero sentire. Su pochi punti le decisioni furono
prese senza problemi, come ad esempio le future modalit di elezione del presidente della commissione per
il quale si prevedeva una decisione a maggioranza qualificata dei Capi di Stato e di Governo.
Allalba dellultimo giorno i Capi di stato riuscirono a trovare un accordo sullallargamento: il Parlamento
europeo avrebbe contato 732 deputati sulla base di unUnione a 27 Stati.
Pi difficile fu invece la questione riguardante la commissione, dove la proposta di avere un commissario
per stato, per poi attuare una sorta di rotazione in unEuropa a 27 membri, venne bocciata in quanto cera il
rischio concreto che i commissari sarebbero stati esclusivamente i portatori degli interessi nazionali.
Cambiarono anche le modalit di voto del consiglio. LEuropa estesa a 27 stati avrebbe avuto una
maggioranza qualificata di 258 voti su 345 (74,8%), essendo cambiata la modalit di ponderazione dei voti a
seconda dei stati. Pur rimanendo la parit tra Francia e Germania, quest ultima riusc a far approvare una
clausola che prevedeva che, al momento di decidere a maggioranza qualificata, uno stato avrebbe potuto
chiedere di accertare se tale maggioranza rappresentasse almeno il 62% della popolazione. Con questa
possibilit la Germania otteneva la valorizzazione della sua maggiore popolazione.
4. Il no irlandese al Trattato di Nizza
Il trattato di Nizza venne sottoposto a referendum in Irlanda, dove prevalsero i no. LIrlanda stato il
paese che maggiormente ha saputo trarre vantaggio dallingresso nella CEE in quanto ha beneficiato al
massimo degli aiuti disponibili e ha potuto risolvere la difficile questione che si poneva al suo interno.
5. Il consiglio europeo di Laeken
Le conclusioni di Nizza avevano portato viva amarezza tra i partecipanti.
Il processo riformatore si era svolto attraverso CIG, tre negli anni 80 e 90 con le quali si diede vita allAtto
unico, il Trattato di Maastricht e il Trattato di Amsterdam. Il trattato di Nizza doveva essere lultima CIG
che avrebbe dovuto chiudere il ciclo dei trattati di riforma dellintegrazione europea definendo il
funzionamento della nuova unione a 25 membri.
Ci che era pi evidente e che era motivo di preoccupazione era il costante rinvio delle materie pi spinose a
Conferenze successive e future.
Il dibattito sulla costituzionalizzazione dellUnione era sorto gi da tempo e il suo riconoscimento venne
adottato dalla Dichiarazione di Laeken. Il governo belga che aveva la presidenza nel secondo semestre del
2001 gi da tempo si era espresso a favore della grande riforma.
Lidea di convocare una Convenzione al fine di preparare un progetto di Costituzione europea non era
nuova. Tale era il nome dato al gruppo incaricato di redigere la Carta dei diritti fondamentali. Il governo
belga si era impegnato a fondo per la convocazione di una Convenzione costituente e, in una riunione
informale di ministri degli esteri aveva fatto approvare il principio di una Convenzione la cui composizione
sarebbe stata precisata in una riunione successiva.
Il consiglio di Laeken fu caratterizzato dallevento del terrorismo internazionale, successivo agli attentati
dell11 settembre in USA.
Lultimo atto del consiglio fu di nominare lex capo di stato francese Valry Giscard dEstaing come
presidente della Convenzione incaricata di studiare un progetto di costituzione europea.
6. La convenzione sullavvenire dellEuropa
I lavori della Convenzione furono inaugurati lultimo giorno del febbraio 2002. I membri della Convenzione
furono ufficialmente 105, cui bisogna aggiungere 102 supplenti. Parteciparono ai lavori anche rappresentanti
dei paesi ufficialmente candidati alladesione. Tra i membri vi erano numerose personalit politiche di
primo piano, tra cui Gianfranco Fini.
La struttura della Convenzione era piuttosto articolata, era guidata da un presidium di 12 membri. Oltre ai
tre componenti della presidenza vi erano tre rappresentanti dei Governi che avevano la presidenza di turno

del consiglio, due membri ciascuno per la commissione, il parlamento europeo e i parlamenti nazionali e un
rappresentante degli stati candidati.
Una prima fase dei lavori doveva essere dedicata allascolto, cio alla raccolta di informazioni e di pareri del
mondo politico e della societ civile. Una seconda fase doveva essere dedicata alle risposte alle
interrogazioni emerse durante la prima fase. In una terza e ultima fase la Convenzione
avrebbe dovuto esprimere le sue proposte costituzionali, sotto forma di opzioni o di un testo unico. Dopo
solo sei mesi di lavoro i progressi erano gi notevoli. Lidea stessa di una costituzione europea era ormai
accettata da tutte le delegazioni, anche dagli inglesi. Nessuna decisione veniva tuttavia presa in materia di
istituzioni, rimandando le discussioni al futuro.
Importante tema che venne trattato fu la questione delle presidenze semestrali che, in vista di unUnione
sempre pi larga, iniziava a porre dei problemi. Venne proposta la designazione di una figura indipendente
con lincarico di preparare e coordinare le riunioni del Consiglio europeo, insomma la creazione di un
Presidente del consiglio.
Tra una crisi e laltra la Convenzione inizi a redigere il testo costituzionale.
I lavori della Convenzione si incrociarono inoltre con avvenimenti esterni allUnione, come lavvicinarsi
della guerra in Iraq e le diverse decisioni prese dai diversi paesi dellUnione di appoggiare o no gli USA nel
loro intervento armato.
Tuttavia i lavori procedettero senza troppi problemi; la figura del presidente del consiglio venne pian piano
accettata a patto che le sue competenze fossero limitate.
Il primo semestre del 2003 fu dedicato al lavoro di redazione, effettuato prevalentemente dai membri del
Presidium e dai loro consulenti giuridici.
Gli ultimi dibattiti riguardarono la revisione della costituzione che sarebbe dovuta avvenire allunanimit. Il
lavoro completo venne presentato al Consiglio europeo di Salonicco il 20 giugno 2003.
Tuttavia il lavoro non era soddisfacente in quanto includeva imperfezioni e forti mancanze.
7. La presidenza italiana e il Consiglio di Bruxelles
Silvio Berlusconi era tornato al potere nel maggio del 2001 grazie alla coalizione da lui guidata, coalizione
che comprendeva anche la Lega di Bossi. Ancora una volta, dopo il caso austriaco, una forza di estrema
destra e antieuropeista si presentava in una coalizione di governo di u paese membro dellUE.
Il 1 gennaio del 2002 leuro era entrato nelle tasche dei cittadini dei 12 paesi dellUEM. Tuttavia in Italia il
clima non era ottimista come nel resto dEuropa.
Alla vigilia del semestre italiano Berlusconi non nascose le sue ambizioni, come quella di firmare un nuovo
trattato di Roma prima delladesione dei nuovi paesi.
Tuttavia il Consiglio di Bruxelles non si svolse nel clima pi favorevole possibile e dopo pochi minuti di
sessione plenaria Berlusconi si limit a notare che non era possibile raggiungere un accordo in una
situazione del genere.
Il fallimento del Consiglio di Bruxelles mostrava ancora una volta le difficolt legate alla riforma delle
istituzioni dellUnione, alla vigilia dellallargamento.
8. LUnione a Venticinque
Il 1 maggio 2004 lUE accoglieva 10 nuovi paesi: Cipro, Malta, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia,
Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria. Si concludeva cos il lungo e tormentato processo di
allargamento dellUnione.
Dal giugno 1993 lUnione aveva posto le basi per lallargamento enunciando la volont di accogliere Stati
dellEuropa centro-orientale, definendo al tempo stesso le condizioni a cui gli stati avrebbero dovuto
attenersi e soddisfare per far parte a pieno titolo dellUnione Europea. In particolare gli stati dovevano
adeguarsi a specifici criteri politici ed economici definiti dal Consiglio europeo.
Dopo il consiglio europeo di Lussemburgo del 1997, la Commissione inizi nella primavera del 1998 i
negoziati con in primi sei paesi candidati, quasi tutti provenienti dallex area sovietica. Nei primi mesi del
2000 altri 4 paesi si presentarono come candidati. Bulgaria e Romania iniziarono le trattative dingresso
qualche mese pi tardi.
Il 16 aprile 2003 il trattato di adesione venne firmato ad Atene. In quasi tutti gli stati membri esso venne
ratificato tramite referendum largamente positivi, cosicch il 1 maggio 2004 il processo di allargamento
venne concluso.
9. La ripresa e la conclusione dei negoziati della CIG sul Trattato costituzionale
Durante il primo semestre del 2004 alla presidenza di turno irlandese spett il non facile compito di
riprendere il filo dei negoziati in seno alla CIG per giungere al definitivo trattato costituzionale. La divisioni

create dallintervento in Iraq avevano creato spaccature difficili da rimarginare. Inoltre l11 marzo del 2004
Madrid fu sconvolta da una serie di attentati terroristici alla vigilia delle elezioni. Il nuovo primo ministro
Zapatero annunci subito il ritiro delle truppe spagnole dallIraq e la volont di concludere un accordo sulla
costituzione.
La presidenza irlandese riusc con notevole abilit a rilanciare la CIG dopo il fallimento del Consiglio di
Bruxelles. La riunione decisiva si svolse ancora a Bruxelles e fu un evento storico in quanto per la prima
volta parteciparono i rappresentanti dei nuovi stati entrati nellUE.
Dopo due giorni di discussioni il Consiglio giunse finalmente a un accordo sul Trattato costituzionale
europeo dando finalmente un segnale positivo alle opinioni pubbliche dEuropa.
Il Consiglio affront inoltre un tema che precedentemente non venne mai trattato, cio la composizione del
Parlamento europeo che dal 2009 in poi non avrebbe dovuto avere pi di 790 unit. Il numero massimo di
deputati per paese era 96 (Germania), mentre gli stati pi piccoli avrebbero contato al minimo 6 deputati. La
ripartizione precisa dei seggi era per rinviata a decisioni future.
Allindomani del Consiglio i commenti della stampa non furono dei migliori. Nonostante alcune modifiche
il 90% del testo elaborato dalla Convenzione non era cambiato, ma tuttavia il progresso era notevole rispetto
alle ultime CIG. Il 18 giugno lUnione Europea aveva finalmente la sua costituzione. Iniziava ora il lungo
cammino delle ratifiche da parte degli stati.
10. Il Trattato costituzionale
Il testo finale della costituzione stato firmato a Roma il 29 ottobre 2004. Anche in questo caso si tratta di
un Trattato internazionale che necessita la ratifica di tutti gli Stati partecipanti.
Fin dallinizio i giuristi hanno manifestato i loro dubbi sulla definizione di trattato costituzionale.
Il Trattato conta 448 articoli divisi in quattro parti: la prima parte, che non porta un titolo, definisce i valori e
le istituzioni dellUnione; la seconda parte riprende integralmente la Carta dei diritti fondamentali
proclamata a Nizza nel dicembre del 2000; la terza parte dedicata alle politiche dellUnione descrivendo il
funzionamento delle istituzioni e delle politiche comunitarie (mercato interno, politica economica e
monetaria, spazio di libert, sicurezza e giustizia etc..); la quarta parte contiene alcune disposizioni sulla
ratifica, sullentrata in vigore del testo costituzionale e sulla procedura di revisione.
La Costituzione riconosce e definisce sette istituzioni: Parlamento, Commissione, Consiglio Europeo,
Consiglio dei ministri, Corte di giustizia, Banca centrale europea e Corte dei conti. Inoltre menziona due
organi consultivi: Comitato delle regioni e Consiglio economico e sociale.
Il Parlamento Europeo vede il suo ruolo considerevolmente esteso e razionalizzato. La procedura legislativa,
cio la procedura di codecisione, sar estesa a quasi tutti i campi, a eccezione della politica estera, per la
quale il Parlamento avr solo un potere di consultazione.
Torna il tema delle presidenze semestrali, che in unEuropa a 25 non avrebbe mai potuto funzionare. La
Costituzione riconosce al Consiglio europeo la funzione di direzione ed orientamento della politica
dellUnione e al suo presidente, eletto dai Capi di Stato e di Governo per 30 mesi la funzione di massima
rappresentativit dellUE.
Il Consiglio dei ministri protagonista della codecisione legislativa assieme al Parlamento. La Costituzione
prevede finalmente un sistema di voto adeguato. Una decisione adottata se votata almeno dal 55% degli
Stati membri, che rappresentano almeno il 65% della popolazione dellUnione.
Per quanto riguarda la Commissione, le sue funzioni e competenze rimangono sostanzialmente immutate.
Il Trattato costituzionale definisce quindi le competenze dellUE, chiarendo, se possibile, la ripartizione
delle competenze con gli Stati membri, riaffermando il principio di sussidiariet. La Costituzione distingue
le competenze esclusive e le competenze condivise tra Unione e Stati membri.
Anche il numero delle procedure giuridiche viene ridotto da 36 a 6. Si distinguono gli atti legislativi (leggi e
leggi-quadro europee) dagli atti non legislativi (regolamenti e decisioni) e atti non-obbligatori
(raccomandazioni e pareri).. I cittadini inoltre ottengono un potere di iniziativa popolare, cio la possibilit
per un numero minimo di un milione di persone di chiedere alla Commissione di presentare una legge
europea.
Anche in tema di difesa si registrano dei cambiamenti, cio la creazione di unagenzia che gestisce e
coordina le politiche di acquisto e produzione di armamenti.
Il trattato sarebbe dovuto entrare in vigore il 1 gennaio 2006.
11. Le ultime vicende del 2004: da Prodi a Barroso e la questione turca

Alla fine del semestre di turno dellIrlanda, lultimo consiglio europeo di giugno ufficializzava la proposta di
nomina del Primo Ministro portoghese, Barroso, come Presidente della Commissione europea, alla scadenza
del mandato della Commissione Prodi prevista per il 31 ottobre.
Barroso ottenne anche lappoggio del premier inglese.
Come prima prova che Barroso avrebbe dovuto affrontare sarebbe stata quella della conferma da parte del
Parlamento europeo della sua designazione. Barroso fu allaltezza delle attese. Successivamente illustr le
priorit strategiche del suo quinquennio tra cui occupazione e sviluppo sostenibile.
La Commissione Prodi usciva di scena tre settimane oltre la fine del suo mandato. Prodi poteva vantarsi di
aver coordinato la stessa formazione per il periodo pi lungo in assoluto nella storia dellintegrazione
europea. Usciva con onore in quanto il suo mandato venne considerato fortemente positivo.
La questione turca
Da tempo si sentiva la pressione di una decisione riguardante la Turchia e la sua adesione nellUE.
Tuttavia, nonostante vennero ricordate tutte le vicende correlate alla questione turca, dal trattato di
associazione del 1963, alla creazione dellunione doganale, fino alla candidatura ufficialmente riconosciuta
nel 1999, i negoziati furono difficilissimi.
Il 13 dicembre il parlamento europeo formulava un parere positivo allentrata nellUE della Turchia,
compiacendosi per i risultati positivi ottenuti.
Terminava cos la prima fase di pre-negoziato, fase tuttavia non facile.

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