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Capitolo 1. INTODUZIONE
DEFINIZIONE: Il diritto amministrativo è quella branca del diritto pubblico che ha per oggetto
l’organizzazione e l’attività della pubblica amministrazione; esso riguarda in particolare i rapporti che
quest’ultima instaura con i soggetti privati nell’esercizio di poteri ad essa conferiti dalla legge per la cura di
interessi della collettività.
Su portale dell’Istat è presente l’elenco delle p.a. (pubbliche amministrazioni); di seguito alcuni esempi:
ORGANI COSTITUZIONALI O DI RILIEVO COSTITUZIONALE (Camera dei Deputati - Consiglio di Stato - Consiglio
Nazionale dell’Economia e del Lavoro - Consiglio Superiore della Magistratura - Corte Costituzionale - Corte dei Conti
- Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica - Senato della Repubblica - Ufficio Parlamentare di Bilancio)
- AGENZIE FISCALI (Agenzia delle Entrate … ) – ENTI DI REGOLAZIONE DELL’ATTIVITA’ ECNOMICA (Gestore dei servizi
energetici – GSE S.p.a. … ) – AUTORITA’ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI (Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni – AGCOM, Autorità nazionale anticorruzione – ANAC … ) - ENTI PRODUTTORI DI SERVIZI
ASSISTENZIALI, RICREATIVI E CULTURALI - ENTI E ISTITUZIONI DI RICERCA …
LO STATO DI DIRITTO
Condizioni:
1.Ci deve essere il trasferimento della titolarità sovrana dal re legittimato in base al principio dinastico al
parlamento eletto da un corpo di elettorale (in un primo momento fu un corpo ristretto, poi vi fu
l’estensione del diritto di voto con il suffragio universale)
2.Vi deve essere separazione dei poteri, così da poter rompere il monopolio del potere in capo al sovrano
assoluto, prevedendo un sistema di PESI E CONTRAPPESI.
3.Nelle costituzioni viene inserita la RISERVA DI LEGGE necessarie a escludere o limitare prima di tutto il
potere del governo.
4.Al cittadino deve essere riconosciuta la possibilità di ottenere la tutela delle proprie ragioni nei confronti
della p.a. davanti a un giudice imparziale, indipendente dal potere esecutivo, questo per garantire che il
potere esecutivo sia sottoposto alla legge e per garantire i diritti di libertà.
Nasce lo Stato di diritto a regime di diritto amministrativo grazie all’elaborazione di principi autonomi
rispetto al diritto comune, volti a regolare l’attività amministrativa.
BRANCHE DEL DIRITTO PUBBLICO GENERALE che abbraccia tutte le discipline giuridiche che si occupano
dell’ordinamento dello Stato e del complesso dei poteri pubblici sono:
- DIRITTO AMMINISTRATIVO
- DIRITTO COSTITUZIONALE
- DIRITTO EUROPEO
- DIRITTO PRIVATO
●DIRITTO EUROPEO riguarda la storia, la cultura, le tradizioni nazionali, le prassi politiche; si è insinuato nel
diritto amministrativo italiano sotto almeno 5 profili principali:
1.Nell’art. 117, 1 si stabilisce che la potestà legislativa dello Stato e delle regioni deve essere esercitata nel
rispetto oltre che della Costituzione anche dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario.
“La potestà legislativa è esercitata dallo Stato [70 e segg.] e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione,
nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.” Art.117,1
2.La legge n.241/1990 comma 1, include tra i principi generali dell’attività amministrativa (ossia
economicità, efficacia, imparzialità, pubblicità) anche i principi generali dell’ordinamento comunitario,
ricavabili sia dai Trattati e dalle altre fonti del diritto europeo, sia dalla Giurisprudenza della Corte di Giustizia
dell’Ue (ad esempio a livello europeo: il principio di sussidiarietà o il principio di proporzionalità o il Diritto a
una buona amministrazione)
“L'attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di
efficacia, di imparzialità, di pubblicità e di trasparenza secondo le modalità previste dalla presente legge e
dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti, nonché dai principi dell'ordinamento
comunitario.” L.241/1990 comma 1
3.Il diritto europeo condiziona l’assetto organizzativo degli apparati pubblici. Sono nate infatti organismi
istituiti in ciascuno Stato membro che in maniera coordinata svolgono le loro funzioni allo scopo di attuare il
diritto europeo in determinate materie: ad esempio il Sistema europeo delle banche centrali.
4.Il diritto europeo impone agli Stati membri vincoli sempre più stringenti alla finanza pubblica che
condizionano l’operatività delle p.a. e l’attuazione dei loro programmi di intervento.
5.Il diritto europeo influenza il diritto processuale amministrativo: infatti il codice del processo
amministrativo stabilisce che la giurisdizione amministrativa assicura una tutela piena ed effettiva secondo i
principi della Costituzione e del diritto europeo.
●DIRITTO PRIVATO
Il diritto amministrativo è un diritto autonomo del diritto privato; non esaurisce tutta la disciplina
dell’attività e dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni; ha una capacità espansiva a certe
condizione anche ai soggetti privati.
1.AUTONOMIA RECIPROCA: ossia ciascuno dei due diritti è in sé completo e tendenzialmente
autosufficiente, ma in assenza di una regola speciale di diritto amministrativo vale automaticamente la
regola generale del diritto comune.
2.L’attività delle p.a. è regolata in parte da leggi amministrative e in parte dal diritto privato.
- Le p.a. sono dotate di soggettività piena nell’ordinamento giuridico e godono di una capacità generale di
diritto privato cioè un’attitudine ad assumere la titolarità dei diritti e obblighi in conformità alle norme del
c.c. e delle leggi speciali come infatti prevede la l.241/1990 comma 1 bis: “La pubblica amministrazione,
nell'adozione di atti di natura non autoritativa, agisce secondo le norme di diritto privato salvo che la legge
disponga diversamente.”
Tale capacità generale di diritto privato delle p.a. viene integrata da una carta speciale attraverso
l’attribuzione per legge di poteri amministrativi necessari per la cura di interessi pubblici.
L’organizzazione delle p.a. è disciplinata da fonti giuridiche pubblicistiche e dai principi del diritto pubblico
per quanto concerne la MACRO-ORGANIZZAZIONE ovvero l’organizzazione che fornisce le linee
fondamentali di organizzazione degli uffici, l’individuazione degli uffici di maggior rilevanza, i modi di
conferimento della titolarità dei medesimi e le dotazioni organiche; mentre le MICRO-ORGANIZZAZIONI
delle p.a. sono organizzate mediante “atti organizzativi di diritto privato” per quanto riguarda l’articolazione
degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro.
3.In presenza di determinate condizioni, anche soggetti formalmente privati sono sottoposti a un regime di
diritto amministrativo secondo quanto previsto dalla l.241 /1990 comma 1-ter “I soggetti privati preposti
all'esercizio di attività amministrative assicurano il rispetto dei criteri e dei principi di cui al comma 1 (con
un livello di garanzia non inferiore a quello cui sono tenute le pubbliche amministrazioni in forza delle
disposizioni di cui alla presente legge).”
ATTENZIONE: La legge 241/1990 con le successive integrazioni contiene una serie di disposizioni generali sul
procedimento e provvedimento amministrativo e offre sicuramente una base solida agli istituti fondamentali
del diritto amministrativi, tuttavia non supera del tutto la natura giurisprudenziale del diritto amministrativo.
Le p.a sono innanzitutto SOGGETTI REGOLATI, poi SOGGETTI REGOLATORI: nello Stato di diritto infatti sono
sottoposte a un corpo più o meno esteso di norme che ne disciplinano l’assetto organizzativo e funzionale.
Perciò le fonti alle quali è sottoposta a p.a.:
FONTI SULL’AMMINISTRAZIONE, che disciplinano l’organizzazione, le funzioni e i poteri delle p.a. e fungono
da parametro per sindacare la legittimità dei provvedimenti da esse emanati. Sono costituite in base al
principio della riserva di legge relativa (art.97 Cost.) anzitutto da fonti normative di rango primario e in
secondo luogo da fonti normative di rango secondario,
FONTI DELL’AMMINISTRAZIONE, sono invece strumenti a disposizione delle p.a. sia per regolare i
comportamenti dei privati, sia, nei limiti in cui la legge riconosca ad esse un ambito di autonomia
organizzativa, per disciplinare i propri apparati e il loro funzionamento, dando sostanza alla funzione di
regolazione propria.
FONTI:
Le leggi provvedimento
Si tratta di leggi (statali ma anche regionali) prive dei caratteri della generalità e l’astrattezza, che
intervengono cioè a porre la disciplina di situazioni concrete e talora di un’unica fattispecie.
La costituzione non ha un principio di funzione amministrativa che protegga il potere esecutivo da invasioni
ad opera del legislatore, perciò la prassi dell’amministrare è legittima per legge. Rientra nella discrezionalità
del parlamento la scelta di utilizzare o meno lo strumento della legge in luogo di provvedimento
amministrativo oppure se attribuire all’amministrazione il potere corrispondente.
c. Ordinanze contingibili e urgenti. Gli ordinamenti statuali sono strumenti previsti per far fronte a
situazioni di emergenza che possono mettere a rischio interessi fondamentali della comunità
(incolumità pubblica, sanità, sicurezza urbana), ma che non si prestano ad essere classificate e
disciplinate ex ante (da prima, a priori) a livello di fonti primarie.
Limiti non possono essere emanate in contrasto con i principi della Costituzione e
dell’ordinamento giuridico; hanno efficacia limitata nel tempo; devono essere motivate e
pubblicizzate; devono rispettare il principio di proporzionalità, il contenuto deve essere calibrato in
funzione dell’emergenza specifica da fronteggiare; hanno natura di regola non normativa anche
quando si rivolgono a categorie più o meno ampie di destinatari.
I fini pubblici concorrono a definire la “missione” affidata a un soggetto pubblico (p.a.), che consiste appunto
nella cura di un determinato interesse pubblico individuato dalla legge; l’esigenza di tutelare tale interesse
pubblico si afferma nella coscienza sociale, e si traduce in regole normative che prevedono l’istituzione di un
apparato pubblico per lo svolgimento delle attività necessarie per curare detto interesse.
PERCI0’:
Le funzioni amministrative sono i compiti che la legge individua per ogni apparato amministrativo in
coerenza con le finalità (fini pubblici) che l’apparato è tenuto a porre in essere per la cura dell’interesse
pubblico.
Il potere amministrativo conferisce agli apparati pubblici che ne assumono la titolarità una capacità giuridica
speciale di diritto pubblico, che si concretizza nell’emanazione di provvedimenti che producono effetti
giuridici nella sfera dei destinatari, in maniera unilaterale e autoritativa. Il potere amministrativo pone il suo
titolare (p.a. che lo esercita) in una posizione sovraordinata, rispetto al soggetto nella cui sfera giuridica
ricadono gli effetti giuridici prodotti in seguito al suo esercizio.
IL PROCEDIMENTO invece è composto da una sequenza (individuata dalla legge) di atti ed operazioni
strumentali per arrivare all’emanazione del provvedimento amministrativo produttivo degli effetti giuridici
(decisione finale).
Il procedimento amministrativo, disciplinato dalla l.241/1990, assolve una pluralità di funzioni:
1.garantire la partecipazione dei privati all’esercizio del potere a tutela dei propri interessi suscettibili di
essere pregiudicati dal procedimento amministrativo.
2.consente all’amministrazione di acquisire informazioni utili ai fini dell’adozione del provvedimento.
3.assicura il coordinamento tra le p.a.
Il procedimento, rappresenta la modalità ordinaria di esercizio di tutte le funzioni pubbliche corrispondenti
ai tre poteri dello stato, in considerazione delle esigenze di accentuare la trasparenza e di garantire meglio la
tutela dei soggetti interessati di fronte ad atti che sono espressione diretta dell’autorità dello Stato (la
funzione legislativa è esercitata secondo il procedimento legislativo mentre la funzione giurisdizionale
assume quella del processo).
IL RAPPORTO GIURIDICO AMMINISTRATIVO è il rapporto che intercorre tra la p.a. (che esercita un potere) e
il soggetto privato (titolare di un interesse legittimo).
Nella VISIONE TRADIZIONALE, lo stato era concepito come in una posizione di sovraordinazione istituzionale
rispetto ai soggetti privati, che assumevano invece posizione di amministrati o sottoposti, tale da escludere
configurabilità di vincoli giuridici bilaterali.
Nella VISIONE MODERNA, il potere amministrativo e l’interesse legittimo possono essere riconosciuti come i
termini dialettici di una relazione giuridica bilaterale che si sviluppa anzitutto nel procedimento
amministrativo.
LA NORMA ATTRIBUTIVA DEL POTERE individua in termini astratti gli elementi caratterizzanti il particolare
potere attribuito ad un apparato pubblico:
il soggetto competente ogni potere amministrativi deve essere attribuito in modo specifico dalla norma
alla titolarità di un solo soggetto e, dove l’organizzazione di questo si articoli in una pluralità di organi, ad un
solo organo.
il fine pubblico perseguito deve essere correlato a quello che è definito l’interesse pubblico primario
affidato alla cura dell’apparato amministrativo titolare del potere
i presupposti e i requisiti di un potere che sorge e può essere esercitato si riferisce a alle autorizzazioni
vincolate, sostituite da una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA - che è una semplice
comunicazione) di cui il responsabile del procedimento amministrativo dovrà valutare le condizioni di
ammissibilità, i requisiti di legittimazione e che i presupposti siano rilevanti per l’emanazione del
provvedimento.
elemento temporale dell’esercizio del potere il termine conclusivo di un procedimento gli effetti giuridici
LE VALUTAZIONI TECNICHE sono diverse rispetto alla discrezionalità perché esse attengono all’accertamento
dei fatti alla luce di criteri tecnico-scientifici, mentre la discrezionalità attiene alla valutazione e
comparazione degli interessi. Le valutazioni si riferiscono ai casi in cui la norma attributiva del potere, rinvia
a nozioni di tipo tecnico o scientifico, che in sede di applicazione alla fattispecie concreta, presentano
margini di opinabilità.
Si riferiscono a fatti la cui esistenza non è verificabile in modo univoco, perciò distinte dai semplici
accertamenti tecnici che si riferiscono a fatti la cui esistenza o inesistenza è verificabile in modo univoco con
l’impiego di strumenti tecnici.
IL SINDACATO DEL GIUDICE sule valutazioni tecniche: in passato, il giudice non poteva sindacare le
valutazioni tecniche in modo da avere una propria valutazione che si sostituisse a quella
dell’amministrazione, ora il giudice amministrativo si spinge fino a verificare l’attendibilità e la correttezza
dei criteri tecnici utilizzati, per quanto non incida sulla condivisibilità dei risultati ottenuti; il giudice nel
verificare l’attendibilità delle valutazioni tecniche si può servire del Consulente Tecnico d’Ufficio.
L’INTERESSE LEGITTIMO è la situazione giuridica soggettiva correlata al potere della p.a., che consente al
titolare dell’interesse legittimo di esercitare una serie di poteri e facoltà volti ad influire sull’esercizio del
potere medesimo allo scopo di conservare o acquisire un bene della vita (utilità). [Es: partecipo ad un
concorso, non possono pretendere di essere il vincitore, ma che la scelta del vincitore venga esercitata
correttamente, sì].
Tale interesse ingloba in sé una dimensione passiva di soggezione rispetto alla produzione degli effetti
giuridici del provvedimento amministrativo; una dimensione attiva di pretesa di esercizio corretto di un
potere.
Gli interessi legittimi possono essere pretensivi o oppositivi:
●quelli oppositivi sono correlati a poteri amministrativi il cui esercizio determina la produzione di effetti
giuridici negativi che restringono la sfera giuridica del destinatario sacrificando l’interesse di quest’ultimo
(es: espropriazione), perciò si sostanziano nell’interesse del privato a che l’amministrazione non emani il
provvedimento negativo.
●quelli pretensivi sono correlati, a poteri amministrativi il cui esercizio determina la produzione di effetti
giuridici positivi, cioè che ampliano la sfera giuridica del destinatario, dando soddisfazione all’interesse di
quest’ultimo(es: autorizzazione per avvio attività economica), perciò si sostanziano nell’interesse del privato
a che l’amministrazione emani il provvedimento positivo.
IL DIRITTO D’ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI – art. 97 – consiste nel “diritto degli interessati di
prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi” ed è incluso nella l.241/1990.
È riconosciuto a coloro che dimostrino un interesse diretto, concreto, attuale, corrispondente a una
situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento del quale viene richiesto l’accesso (non basta la
semplice curiosità o la volontà di un mero controllo dell’attività della p.a. o dell’attività di un privato).
Non sono ammissibili istanze di accesso preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle p.a.
(cioè non si possono richiedere un elenco di documenti per effettuare controlli generali, ad es. tutti i
documenti del n. anno).
Il concetto di TRASPARENZA AMMINISTRATIVA è volto a realizzare un sistema di controllo diffuso sugli
apparati pubblici, che può essere attivato da chiunque. Trasparenza “intesa come accessibilità totale delle
informazioni concernenti l’organizzazione e le attività delle p.a., allo scopo di favorire forme diffuse di
controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche” secondo il
d.lgs. n.33/2013 (pubblicità e trasparenza come concezione “casa di vetro”)
Il passaggio da un’amministrazione accessibile ad una trasparente avviene mediante la pubblicazione di una
serie di informazioni riguardanti l’organizzazione e l’attività di una p.a. (in particolare per autorizzazioni,
concessioni, contratti, concorsi pubblici, erogazione contributi, sussidi, …).
Accesso civico: obbligo previsto da una normativa vigente in capo alle p.a. di pubblicare documenti
informazioni o dati, comporta il diritto di chiunque di richiedere i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa
la loro pubblicazione, senza alcuna limitazione, senza necessità di motivazione e gratuitamente.
C’è però un necessario bilanciamento tra esigenza di pubblicità, trasparenza e della riservatezza delle
informazioni che le p.a. sono tenute a pubblicare sui siti istituzionali …
La trasparenza ha comunque dei limiti le p.a. provvedono a rendere non intellegibili i dati personali non
pertinenti, o se sensibili o giudiziari, non indispensabili rispetto alle specifiche finalità di trasparenza della
pubblicazione.
Dato personale: qualunque informazione che consente l’identificazione di un soggetto, anche
indirettamente.
Dato sensibile: i dati personali idonei a realizzare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose,
filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’astensione a partiti, sindacati, associazioni o
organizzazioni a carattere religioso filosofico ecc.., nonché i dati personali idonei a rivelare la salute o lo
stato sessuale.
Dato giudiziario: i dati idonei a rivelare l’esistenza di provvedimenti in materia di casellario giudiziale, di
anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti dal reato e dei relativi carichi pendenti o la qualità di
imputato o indagato.
Capitolo 4. IL PROVVEDIMENTO
È quindi presente una sorta di “deroga” del rapporto paritario tra p.a. e privato
Tra privati l’esecutorietà deroga al principio civilistico del divieto di autotutela (farsi giustizia da sé)
L’inoppugnabilità garantisce certezza e stabilità del rapporto giuridico amministrativo solo sul versante delle
possibili contestazioni del privato (possibile annullamento in autotutela).
●Confronto tra imperatività e esecutorietà: entrambe infatti distinguono il provvedimento dal negozio,
l’imperatività però opera sul piano degli effetti giuridici mentre l’esecutorietà opera sul piano delle attività
materiali necessarie per conformare la realtà alla situazione di diritto prevista nel provvedimento.
GLI ELEMENTI STRUTTURALI DELL’ATTO AMMINISTRATIVO. L’OBBLIGO DI MOTIVAZIONE – art.3 l. n.241/1990
L’obbligo di motivazione: enuncia i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche della decisone della p.a., in
relazione alle risultanze istruttorie: deve dar conto di tutti gli elementi rilevanti, acquisiti nel corso
dell’istruttoria procedimentale, che hanno indotto l’amministrazione a operare una determinata scelta;
devono emergere le valutazioni operate dall’amministrazione sugli apporti partecipativi dei privati.
Funzioni:
1.promuove la trasparenza dell’azione amministrativa (rende palesi le ragioni sottostanti le scelte
amministrative).
2.Agevole l’interpretazione del provvedimento amministrativo.
3.Giustiziabilità: costituisce una garanzia per il soggetto privato che subisca dal provvedimento un
pregiudizio infatti consente un controllo giurisdizionale più incisivo sull’operato dell’amministrazione.
NB: non c’è obbligo di motivare gli atti normativi e quelli a contenuto generale
REGIMI DI INVALIDITÀ
-Nullità: inidoneità dell’atto a produrre effetti giuridici
-Annullabilità: inidoneità dell’atto a produrre effetti giuridici in modo precario, fino a che non intervenga
l’annullamento a rimuoverli retroattivamente.
A causa della presenza di casi sempre specifici e personalizzati l’accertamento perché sussista realmente un
caso di annullabilità spetta sempre al giudice amministrativo
REVOCA – art. 21 quinquies l. n. 241/1990: “ Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso
di mutamento della situazione di fatto non prevedibile al momento dell'adozione del provvedimento o, salvo
che per i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, di nuova valutazione
dell'interesse pubblico originario, il provvedimento amministrativo ad efficacia durevole può essere
revocato da parte dell'organo che lo ha emanato ovvero da altro organo previsto dalla legge. La revoca
determina la inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriori effetti. Se la revoca comporta
pregiudizi in danno dei soggetti direttamente interessati, l'amministrazione ha l'obbligo di provvedere al
loro indennizzo.”
-Determina la cessazione (ex nunc) degli effetti del provvedimento.
-Può riguardare solo provvedimenti ad effetti durevoli ancora in corso (ad es. concessioni di servizi pubblici)
-Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse o mutamento della situazione di diritto o di fatto, nuova
valutazione dell’interesse pubblico originario;
-Obbliga la p.a. ad indennizzare gli interessati nel caso in cui la revoca comporta pregiudizi in danno dei
soggetti direttamente interessati.
Capitolo 5. IL PROCEDIMENTO
Il procedimento amministrativo è la sequenza di atti ed operazioni tra loro collegati funzionalmente in vista
e al servizio dell’atto principale, ossia del provvedimento.
FASI DEL PROCEDIMENTO; la sequenza degli atti e degli adempimenti nei quali si articola il procedimento
può essere suddivisa in tre fasi: l’iniziativa, l’istruttoria e la conclusione.
Iniziativa cioè l’avvio formale del procedimento destinato a sfociare nel provvedimento finale produttivo
degli effetti giuridici nella sfera giuridica del destinatario; che dà seguito o a un’istruttoria favorevole o non
favorevole; nel primo caso segue la fase decisoria e la successiva integrazione d’efficacia, mentre nel
secondo caso viene emanato un preavviso secondo l’art 10 bis.
A regolare il procedimento è la L. N.241/1990
Sono quindi due i casi in cui l’amministrazione competente è tenuta ad aprire il procedimento (iniziativa) e
ha il dovere di portarlo a conclusione attraverso l’emanazione di un provvedimento espresso: a) il
procedimento consegue obbligatoriamente a un’istanza; b) il procedimento deve essere iniziato d’ufficio.
L’obbligo di procedere sorge o in seguito all’impulso di un soggetto esterno alla p.a. competente (istanza di
parte) mediante una domanda o istanza formale, oppure per iniziativa della p.a. (procedimento d’ufficio).
FASE DECISORIA
- provvedimento espresso;
- silenzio:
●assenso, nei procedimenti ad istanza di parte il silenzio dell’amministrazione competente equivale a
provvedimento di accoglimento della domanda, senza necessità di ulteriori istanze o diffide, se la medesima
amministrazione non comunica all’interessato, nel termine di conclusione del procedimento, il
provvedimento di diniego;
PREMESSE:
-Manca nel nostro ordinamento una definizione legislativa unitaria di pubblica amministrazione alla quale si
ricolleghi l’applicazione di un corpo di regole e principi omogeneo;
-Necessità di ricostruzione in via interpretativa della nozione: deducendola dalle leggi amministrative
settoriali che pongono definizioni o elenchi di enti e soggetti che rientrano nel loro campo di applicazione
(Può accadere che alcuni elenchi o soggetti ricadano in più definizioni e pertanto in questi casi vengono
applicati i regimi speciali pubblicisti posti dalle leggi settoriali).
1.LO STATO:
I MINISTERI
-Lo Stato è un’amministrazione pubblica per eccellenza strutturata in ministeri, il cui numero, attribuzioni e
competenze sono disciplinate dalla legge (d.lgs. 300/1999);
-In aggiunta ai ministeri centrali (ministro, membro del governo) sono sorte le strutture periferiche
ministeriali: provveditorati agli studi (ministero istruzione, università, ricerca), prefettura (ministero interno
e presidenza del consiglio che impartiscono direttive per esercizio coordinato dell’attività amministrativa
degli uffici periferici dello Stato e per leale collaborazione degli enti locali).
LE AGENZIE
Agenzie: strutture che afferiscono all’organizzazione dei ministeri preposte allo svolgimento di attività a
carattere tecnico-operativo di interesse nazionale;
- godono di autonomia operativa ma sottoposte a poteri di indirizzo e vigilanza del ministro, dispongono di
un organico e bilanci propri, sono disciplinate da uno statuto approvato con regolamento governativo (es.
Agenzia delle Entrate, delle dogane, del territorio);
Regioni ed enti locali sono enti territoriali: 1) necessari, cioè istituiti obbligatoriamente in tutto il territorio
nazionale; 2) ad appartenenza necessaria, poiché ogni cittadino in base al criterio della residenza trova un
riferimento stabile in ciascuno di essi; 3) a competenza generale, perché possono curare gli interessi della
popolazione di riferimento con una certa libertà, in base agli indirizzi politico-amministrativi dell’organo
consiliare; 4) integralmente inseriti nell’ordinamento amministrativo, poiché tutti i loro atti normativi
(regolamenti) e non normativi sono provvedimenti amministrativi, salvo le leggi regionali.
Possibili distinzioni:
-enti pubblici disciplinati da leggi generali che ne definiscono i caratteri comuni(es. camere di commercio,
università,…) ed enti pubblici di tipo singolare, istituiti con una legge ad hoc (CONI, ENAC …);
-enti di tipo associativo e non associativo, laddove i primi sono enti esponenziali di gruppi o categorie
(ordini, collegi professionali, camere di commercio) retti da organi rappresentativi, mentre i secondi hanno
natura essenzialmente patrimoniale e sono amministrati da un consiglio di amministrazione;
-enti pubblici non economici, che sono assoggettati, nel perseguimento di uno scopo specifico, a poteri di
indirizzo e vigilanza da parte dei ministeri e delle regioni, utilizzano risorse finanziarie provenienti da fonti
erariali, non operano nel mercato e esercitano la propria attività prevalentemente con moduli autoritativi
(enti di previdenza come INSP, enti di assistenza come CRI, enti preposti a funzioni di interesse generale
come ACI, enti di promozione sport come CONI) ed enti pubblici economici, che si caratterizzano perché,
mentre la loro organizzazione segue moduli pubblicistici, la loro attività è espressione della capacità di
diritto privato tramite atti negoziali (ENEL, FS, Poste: categoria ormai marginale per effetto dei processi di
liberalizzazione e privatizzazione)
Per risolvere le questioni relative alla qualificazione pubblica o privata di un ente è stata elaborata la teoria
degli indici di pubblicità (o dei criteri di riconoscimento).
(Perciò tali indici servono a contraddistinguere gli enti pubblici.)
Tra i vari indici della pubblicità possono essere richiamati: l’istituzione per legge; il fine pubblico; il rapporto
di strumentalità con lo Stato o un ente territoriale; l’attribuzione per legge di poteri pubblicistici; il
finanziamento a carico dell’erario; il carattere necessario dell’ente.
Anche le strutture private possono concorrere a erogare le prestazioni sanitarie sulla base di un sistema di:
1.autorizzazione alla realizzazione delle strutture e all’esercizio di attività;
2.accreditamento, rilasciato in base al fabbisogno di servizi stabilito dal piano regionale;
3.accordi contrattuali che individuano programmi di attività che esse si impegnano ad erogare per conto del
servizio nazionale.
IL SERVIZIO SCOLASTICO
Il servizio scolastico è un servizio pubblico individuale a fruizione coattiva e ad erogazione gratuita.
Dà origine ad un’organizzazione complessa a rete, nella quale concorrono Stato (ha lo scopo di determinare
le norme generali sull’istruzione sui livelli essenziali delle prestazioni, nonché di effettuare il monitoraggio e
la valutazione del servizio reso), regioni ed enti locali (che esercitano le loro funzioni a livello periferico
attraverso gli uffici scolastici e regionali), nonché istituzioni private. Lo Stato I principi fondamentali sono
fissati nella Costituzione (art.33, primo comma; art.34, primo comma) e nella Carta dei diritti fondamentali
UE.
I principi fondamentali sono fissati nella Costituzione (art.33, primo comma; art.34, primo comma) e nella
Carta dei diritti fondamentali UE.
I SERVIZI SOCIALI
I servizi sociali includono “tutte le attività relative alla predisposizione e alla erogazione di servizi, gratuiti e a
pagamento, o di prestazioni economiche destinati a rimuovere e a superare situazioni di bisogno e di
difficoltà che la persona umana ha nella sua vita” (art.128 d.lgs. 112/1998).
La Costituzione prevede il diritto dei lavoratori a mezzi adeguati in caso di infortunio, malattia, invalidità,
vecchiaia e disoccupazione involontaria (art.38)
Quanto al riparto di competenze, i servizi sociali sono attribuiti alla competenza residuale esclusiva delle
regioni, mentre alla legge statale compete la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni.
Il sistema integrato dei servizi sociali coinvolge tutti i livelli di governo locale, in base al principio della
sussidiarietà verticale.
Trova applicazione anche la sussidiarietà orizzontale, attraverso il coinvolgimento del terzo settore: azioni di
sostegno e di qualificazione da parte di enti, locali, delle Regioni o dello Stato e organismi non lucrativi.
PREMESSE:
Come ogni organizzazione, anche le pubbliche amministrazioni hanno necessità di dotarsi di personale.
Il rapporto di lavoro è disciplinato dal d.lgs.30 marzo 2001, n.165 contenente
“Norme speciali sull’ordinamento del lavoro nelle pubbliche amministrazioni”
IL RAPPORTO DI LAVORO
Storicamente il rapporto di lavoro ha oscillato tra una concezione privatistica e una pubblicistica.
Fino alla fine del 1800 fu prevalente la concezione privatistica.
Dalla fine del 1800 si fece avanti la concezione pubblicistica, al fine di riconoscere ai dipendenti alcune
garanzie di stato e di assicurare coerenza con la concezione dei rapporti tra Stato e cittadini in termini non
paritari (rapporto di lavoro regolato da atti normativi e da provvedimenti amministrativi, controversie
attribuite al giudice amministrativo).
LA COSTITUZIONE
La Costituzione riflette in parte la concezione pubblicistica, stabilendo che: i pubblici impiegati sono al
servizio esclusivo della Nazione (art.98, comma 1) e sono i garanti del buon andamento e dell’imparzialità
della p.a (art.97); l’accesso ai pubblici impieghi avviene di norma mediante concorso (art.97, comma 3).
Nel complesso la Costituzione prefigura un assetto del pubblico impiego con caratteri di specialità rispetto
all’impiego privato, ma non impone necessariamente uno statuto pubblicistico.
LA PRIVATIZZAZIONE
In epoca successiva alla Costituzione la concezione pubblicistica entrò in crisi.
All’inizio degli anni Novanta venne avviato il processo di riforma legislativa che portò al d.lgs.30 marzo 2001,
n.165. arrivando così alla realizzazione della “Privatizzazione”.
LE SANZIONI DISCIPLINARI
L’individuazione della tipologia di infrazioni e delle relative sanzioni è rimessa alla contrattazione collettiva
ma la legge stabilisce direttamente alcune fattispecie che fanno sorgere la responsabilità disciplinare.
Il procedimento di irrogazione delle sanzioni è regolato in modo minuzioso dalla legge.
Censura verbale, sospensione, licenziamento.
LA GIURISDIZIONE
Le controversie relative ai dipendenti pubblici che ricadono nel regime di privatizzazione sono devolute al
giudice ordinario.
Il giudice ordinario può emanare tutti i tipi di sentenze di accertamento, costitutive e di condanna richieste
dai diritti soggettivi tutelati.
(Diritto soggettivo => Giudice ordinario; Diritto oggettivo=>Giudice amministrativo)
Capitolo 12 – I CONTRATTI