DI DIRITTO
AMMINISTRATIVO
Metodo schematico Simone
XII EDIZIONE
SCHEDE STACCABILI
SIMONE
EDIZIONI GIURIDICHE
dal 1968
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Vietata la riproduzione anche parziale
Per saperne di più sul «metodo di studio Simone» chiedi al tuo libraio e a quanti oggi sono funzionari,
magistrati, notai, avvocati etc., che hanno formato la loro preparazione sulle nostre pubblicazioni, sem-
pre imitate, mai eguagliate.
L’elaborazione del testo, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità
per eventuali involontari errori o inesattezze
Da oggi «Schemi & Schede», per distinguersi dalla concorrenza che tende a confonde-
re i nostri clienti, rientra nella nuova collana «Schemari Simone».
Questi originali volumi seguono i programmi tradizionali degli Atenei ponendosi come
sussidio del manuale adottato per:
— delineare un quadro sistematico della materia;
— identificare, al pari delle «slides», i punti chiave e le linee generali della disciplina;
— dedicare maggiore attenzione agli argomenti «caldi» più frequentemente oggetto
di domande d’esame;
— facilitare la lettura, agevolare la memorizzazione, velocizzare il ripasso.
I volumi sono strutturati in pagine staccabili per essere facilmente inserite negli sche-
dari a fogli mobili utilizzati per prendere appunti durante le lezioni.
In particolare, gli Schemi & Schede di Diritto Amministrativo costituiscono, per quan-
ti si apprestano ad affrontare questa complessa disciplina, un utile supporto per la pro-
pria preparazione.
Il lavoro, strutturato in tavole sinottiche e schemi articolati, presuppone già una co-
noscenza di base della materia e si raccomanda la contestuale consultazione del ma-
nuale istituzionale.
Questa XII edizione si giova di una veste grafica più accattivante ed affianca agli sche-
mi tre differenti rubriche:
— osservazioni, che approfondisce aspetti rilevanti della disciplina;
— differenze, che analizza aspetti particolari della materia, stimolando i confronti e i
paralleli fra i diversi istituti;
— in sintesi, che offre un quadro riepilogativo degli argomenti affrontati.
Aiuto…… Help……, SOS……
Questo volume mi ha aiutato molto, ma non trovo in commercio lo «Schemi & Schede» di
un’altra disciplina che devo studiare!
Cosa devo fare?
È il momento di metterti in gioco e fare da te!
►È ad oggetto va- ▻i fini da perseguire variano a seconda dei cambia-
riabile menti sociali e giuridici
2 La Pubblica Amministrazione
Se «amministrare», in genere, vuol dire realizzare degli interessi, quando il soggetto che
amministra è pubblico vuol dire che lo stesso agisce per il soddisfacimento dell’inte-
resse pubblico.
In particolare, la P.A. può essere intesa in senso soggettivo e in senso oggettivo (si trat-
ta di nozioni correlate tra loro e non contrapposte).
►Commissione europea
Amministrazione
►Agenzie esecutive
centrale europea
►Comitati e Agenzie europee
►Trattati dell’Unione
Diritto europeo
►Atti successivi modificativi dei Trattati
originario
►Principi generali del diritto
▸esprime l’orientamento
▻parere dell’Unione su una determi-
nata questione
Osservazioni
possibile confusione dovuta alla presenza, nell’ordinamento dell’UE, di due soggetti, la
Comunità europea e l’Unione europea, e di due Trattati fondamentali: quello istitutivo
della Comunità (TCE), risalente al 1957, e quello istitutivo dell’Unione, (TUE), appunto
del 1992.
Conseguenza di tale situazione era anche l’utilizzo, in modo indistinto, delle locuzioni di-
ritto comunitario e diritto europeo.
Con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, la confusione tra la de-
nominazione di Unione europea (UE) e quella di Comunità europea (CE) è cessata. I Trat-
tati oggi in vigore sono due ed hanno lo stesso valore giuridico: il TUE, Trattato sull’Unio-
ne europea, ed il TFUE, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che ha sosti-
tuito, il (vecchio) TCE. Il soggetto giuridico di riferimento è uno solo: l’Unione europea.
In sostanza, la vecchia Comunità europea è assorbita dall’Unione europea ed il termine
Comunità è sostituito con quello di Unione. Conseguentemente, oggi è corretto parlare
di diritto europeo o diritto dell’Unione europea.
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2 Le funzioni dello Stato
1 Lo Stato
Nozione: lo Stato è quella particolare organizzazione del potere politico, che esercita
il monopolio della forza legittima su un determinato territorio e che dà vita ad un ordi-
namento in grado di soddisfare i suoi interessi generali. Costituisce un’articolazione ter-
ritoriale della Repubblica, insieme a soggetti sovrani e autonomi quali Comuni, Provin-
ce, Città metropolitane e Regioni (art. 114 Cost.).
►Politicità
Caratteri
►Sovranità
Funzione
►Concreto perseguimento dei fini dello Stato
amministrativa
Funzione
►Tutela e vigilanza sul perseguimento dei fini dello Stato
giurisdizionale
Sebbene in linea teorica le funzioni anzidette sono distinte tra loro, di talché non dovreb-
Osservazioni
►Corpo elettorale
►Parlamento
►Governo
Titolarità
►Presidente della Repubblica
►Regioni
►Corte costituzionale
L’individuazione e la scelta dei fini di interesse generale che lo Stato intende perseguire
Osservazioni
▻opposizione (inammissibile)
►Ricorsi ammini- ▻ricorso gerarchico (inammissibile)
strativi ▻ricorso straordinario al Presidente della Repubbli-
ca (inammissibile)
►Data la loro «latissima discrezionalità» gli atti politici non sono suscetti-
bili di ledere diritti soggettivi o interessi legittimi, le uniche situazioni alle
quali è riconosciuta tutela giurisdizionale (art. 113 Cost.). Tuttavia, l’in-
sindacabilità di alcuni atti politici risulta sminuita dalla giurisprudenza
europea che ammette la responsabilità dello Stato per mancata attuazio-
ne delle direttive UE (CASETTA)
L’insindacabilità degli atti politici è «attenuata» dalla circostanza che rispetto a tale ti-
pologia opera, tuttavia, un sistema di controlli e sanzioni di carattere politico, di spet-
tanza del corpo elettorale e del Parlamento: il primo può, ad esempio, non riconferma-
re la fiducia agli organi politici responsabili di un’attività non condivisibile, mentre il
secondo può esprimersi con un voto di sfiducia.
►Stato-amministrazione
Titolarità
►Enti pubblici autarchici
Nozione: gli atti di alta amministrazione sono particolari atti amministrativi che svol-
gono un raccordo tra la funzione politica e la funzione amministrativa. Trattandosi di
atti amministrativi, essi sono in tutto e per tutto assoggettati al regime giuridico di que-
sti, e non possono ritenersi liberi nei fini, come gli atti politici, ma sono vincolati ai fini
ed alla funzione loro assegnati dalla legge.
L’atto politico realizza una sintesi di tutti gli interessi della collettività ed è da inqua-
drare nella funzione di governo. In quanto diretto all’individuazione delle finalità da per-
Differenze
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3 Le fonti del diritto amministrativo
1.1
Nozione: sono fonti del diritto tutti gli atti o i fatti idonei a produrre norme giuridiche,
innovando l’ordinamento. Sulla base di tale definizione si distingue tra:
— fonti-atto: sono le fonti del diritto rappresentate da atti scritti, espressione della volon-
tà di un soggetto a cui l’ordinamento attribuisce il potere di emanare norme giuridiche;
— fonti-fatto: sono quei comportamenti umani o quei fatti socialmente rilevanti ai qua-
li l’ordinamento attribuisce valore normativo;
— fonti di produzione: sono tutti gli atti e fatti abilitati dall’ordinamento ad innovare
il diritto oggettivo;
— fonti di cognizione: sono tutti gli atti che non producono diritto ma si limitano ad
agevolare la conoscenza di norme facenti parte dell’ordinamento giuridico.
►Fonti legali (previste e regolate dalle norme sulla produzione, ossia da atti
che disciplinano i procedimenti formativi delle fonti di produzione) e fon-
ti extra ordinarie (producono diritto nelle fasi di transizione da un ordi-
Classificazioni namento all’altro)
delle fonti ►Fonti-atto e fonti-fatto
di produzione
►Fonti dirette (previste dallo stesso ordinamento in cui esplicano efficacia) e
fonti indirette (previste da un ordinamento esterno, come l’Unione europea)
►Diritto scritto e non scritto
(1) Le «antinomie» sono i contrasti che si creano fra le norme che disciplinano una medesima fattispecie ma in modo diffe-
rente. Il nostro ordinamento e l’esigenza di certezza del diritto impongono che eventuali antinomie siano risolte mediante
l’applicazione di alcuni criteri che consentono di individuare l’unica norma da applicare al caso concreto.
►Costituzione, leg-
gi co stituzionali e
▻si pongono al vertice delle fonti del diritto
di revisione costi-
tuzionale
►votata
La Costituzione ►rigida
italiana è ►lunga
►scritta
3.3 Principi
►Leggi di revisione costituzionale: sono quelle leggi che in virtù di uno spe-
ciale procedimento legislativo, disciplinato dall’art. 138 Cost., possono
Altre fonti modificare le norme contenute nella Carta costituzionale
costituzionali ►Altre leggi costituzionali: sono quelle leggi espressamente definite tali dal-
la Costituzione (es.: le leggi che si limitano a derogare una norma costitu-
zionale senza apportare una modifica definitiva)
6 Le fonti primarie
Nozione: le fonti primarie sono costituite da tutti gli atti aventi forza o valore di leg-
ge. Esse sono soggette solo alla Costituzione.
Nozione: tale categoria comprende tutti gli atti espressione del potere normativo del-
la pubblica amministrazione statale o di altri enti pubblici. Le fonti secondarie consi-
stono in «atti soggettivamente amministrativi e oggettivamente normativi» e rappresen-
tano le cd. fonti tipiche del diritto amministrativo, essendo lo strumento normativo
specifico per orientare l’azione della P.A.
8 I regolamenti
I regolamenti esterni sono fonti del diritto espressione del potere di supremazia di cui
l’esecutivo dispone verso tutti i consociati e chiunque si trovi nel territorio statale.
Differenze
Con il termine regolamentii si indicano diversi tipi di atto. I regolamenti emanati da or-
gani di governo sono fonti secondarie del diritto, in quanto devono osservare i limiti
Differenze
►Organi statali (tali regolamenti sono emanati dal Presidente della Repub-
blica: art. 87 Cost.)
►Regioni (art. 117, co. 6, Cost.; tali regolamenti sono emanati dal Presiden-
te della Giunta regionale: art. 121, co. 4, Cost.)
Organi titolari
►Enti locali (art. 117, co. 6, Cost.)
►Autorità amministrative indipendenti
►Altri enti od organi (ad es., Camere di commercio, collegi ed ordini pro-
fessionali)
8.4
▻regolamenti governativi
►Regolamenti sta- ▻regolamenti ministeriali
tali
▻regolamenti interministeriali
►Regolamenti comunali
►Il regolamento ne- ▻si dovrà, salvo il caso di statuizioni incidenti subi-
cessiterà per la sua to negativamente sugli interessati, procedere alla
Impugnazione applicazione in cd. doppia impugnativa (del regolamento e del
concreto, di un provvedimento di attuazione)
successivo prov-
vedimento di at-
tuazione capace di
incidere sulle si-
tuazioni soggetti-
ve dei destinatari
9 Le ordinanze
9.2 Tipologie
Ordinanze
previste dalla ►Ad esempio, i provvedimenti prezzo del Comitato interministeriale per la
legge per i casi programmazione economica
ordinari
ci, rispettivamente in veste di rappresentanti della comunità locale (art. 50 T.U. enti lo-
cali) e di ufficiali di Governo (art. 54 T.U. enti locali).
I presupposti imprescindibili per l’esercizio di tale potere sono: la contingibilità; l’impreve-
dibilità; l’urgenza; la temporaneità. Di conseguenza non può essere adottata un’ordinanza
contingibile ed urgente per fronteggiare situazioni prevedibili che, invece, potrebbero esse-
re fronteggiate e disciplinate con i mezzi ordinari (T.A.R. Lazio, Roma, 9-5-2017, n. 4681).
La mancanza di tali presupposti, come pure l’assenza di elementi istruttori e di motivazio-
ne in grado di rappresentare un’effettiva situazione di «grave pericolo» che minaccia l’in-
columità dei cittadini, rendono l’ordinanza contingibile e urgente illegittima (T.A.R. Cam-
pania Napoli, sez. V, 9-10-2017, n. 4699; T.A.R. Lazio, Latina, sez. I, 6-4-2018, n. 202).
10
0 Gli Statuti degli enti pubblici
Nozione: per Statuto si intende un atto normativo avente come oggetto l’organizza-
zione dell’ente e le linee fondamentali della sua attività.
►Sono approvati con legge regionale per le Regioni ordinarie (art. 123 Cost.),
e adottati con legge costituzionale dello Stato per le Regioni ad autonomia
Statuti regionali
speciale (art. 116 Cost.; si tratta, dunque, di fonti primarie o addirittura
costituzionali)
Statuti delle ►L’art. 114 Cost. e l’art. 6 D.Lgs. 267/2000 riconoscono espressamente l’au-
autonomie locali tonomia statutaria alle autonomie locali
►Sono adottati dagli stessi enti ed approvati da un ente superiore (es.: lo Sta-
Statuti degli altri to per le Università, le Regioni per gli IACP)
enti pubblici ►Tale approvazione ha la funzione di controllo e condiziona l’efficacia del-
lo stesso
►Bandi militari
►Provvedimenti prezzo e tariffari
Tipologie
►Piani regolatori generali
►Carta dei servizi pubblici
13 La consuetudine
Nozione: tipica fonte del diritto non scritta, la consuetudine consiste nella ripetizione
di un comportamento da parte di una generalità di persone, con la convinzione della
giuridica necessità di esso.
14
4 Norme interne della P.A.
Nozione: sono norme interne quelle dirette soltanto a coloro che fanno parte di una
determinata amministrazione, in quanto si tratta di disposizioni volte a regolare il fun-
zionamento dei propri uffici e le modalità di svolgimento della propria attività.
Tali norme, costituendo una sorta di «ordinamento amministrativo interno» proprio di
ciascuna P.A., non sono fonti del diritto.
(2) Le circolari amministrative sono la categoria più importante e controversa di norme cd. interne.
Non è una figura autonoma di atto amministrativo, né può essere mai un atto a carattere normativo, ma è un mezzo di notifi-
cazione (o di comunicazione) di un atto amministrativo.
Il termine fonte implica un’idea di origine, derivazione. L’espressione «fonte del dirit-
to» vuole appunto indicare la sorgente da cui trae origine la norma giuridica: si tratta,
In sintesi
infatti, di tutti gli atti e/o i fatti produttivi di diritto (ad es.: leggi, decreti etc.) e i mezzi
attraverso i quali il diritto viene portato a conoscenza dei cittadini.
L’ordinamento repubblicano accoglie una pluralità di fonti del diritto, frutto anche del
moltiplicarsi in questi anni dei centri di produzione di norme giuridiche.
Prima dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana era abbastanza agevole
operare una classificazione delle fonti, essendo queste elencate nell’art. 1 delle «di-
sposizioni sulla legge in generale», poste a premessa del nostro codice civile (che ri-
sale al 1942): le leggii (e tale era anche lo Statuto albertino, che poteva essere libera- libera-
mente modificato da una legge ordinaria), i regolamenti, le norme corporative e gli usi.
Il processo di integrazione europea, da un lato, e i processi devolutivi, dall’altro, han-
no determinato una continua e dinamica ridistribuzione di poteri normativi, con l’ef-
fetto di moltiplicarli: in questo senso si parla di fonti multilivello.
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Le situazioni giuridiche soggettive
4 di diritto amministrativo
►Attribuiscono una
posizione favorevo- ▻diritto soggettivo
le al soggetto che ▻interesse legittimo
ne è titolare, legit-
Attive ▻potere
timando la preva-
lenza della stessa ▻potestà
rispetto a quelle di ▻aspettativa
altri soggetti
►Consistono in po-
sizioni sfavorevoli
per il titolare e ▻obbligo
comportano la su- ▻dovere
Passive
bordinazione del ▻onere
proprio interesse ▻soggezione
rispetto a quello di
altri soggetti
2 Il diritto soggettivo
►D e l l ’ i n t e r e s s e
strumentale alla ▻l’interesse legittimo è inteso come pretesa del sin-
Ricostruzioni legittimità golo alla legittimità dell’atto amministrativo, ovve-
teoriche dell’azione ammi- ro ad un corretto esercizio del potere da parte del-
nistrativa (CA- la P.A.
SETTA; VIRGA)
Osservazioni
te di Cassazione con la sentenza n. 500/1999, ove si legge che: «L’interesse legittimo va
quindi inteso (ed ormai in tal senso viene comunemente inteso) come la posizione di van-
taggio riservata ad un soggetto in relazione ad un bene della vita oggetto di un provvedi-
mento amministrativo e consistente nell’attribuzione a tale soggetto di poteri idonei ad
influire sul corretto esercizio del potere, in modo da rendere possibile la realizzazione
dell’interesse al bene. In altri termini, l’interesse legittimo emerge nel momento in cui l’in-
teresse del privato ad ottenere o a conservare un bene della vita viene a confronto con il
potere amministrativo, e cioè con il potere della P.A. di soddisfare l’interesse (con provvedi-
menti ampliativi della sfera giuridica dell’istante), o di sacrificarlo (con provvedimenti abla-
tori)». Tale sentenza, infatti, ha aperto la strada alla risarcibilità dell’interesse legittimo.
Detta configurazione è stata seguita anche dal legislatore: alla luce della riforma del pro-
cedimento amministrativo introdotta dalla L. 15/2005 e, in particolare, con l’inserimen-
to dell’art. 21octies nella L. 241/1990, è stata ulteriormente riconfermata la natura so-
stanziale dell’interesse legittimo, nel senso che esso si correla ad un interesse materia-
le del titolare ad un bene della vita. La lesione dell’interesse legittimo può dirsi esisten-
te infatti laddove la violazione delle regole, nella quale la P.A. è incorsa, abbia pregiudi-
cato la possibilità di realizzazione dell’interesse materiale. Non a caso, ciò che caratte-
rizza l’interesse legittimo, e ne rappresenta al tempo stesso il principale tratto distinti-
vo rispetto al diritto soggettivo, è la sua inerenza alla esistenza e, soprattutto, all’eser-
cizio del potere amministrativo: l’interesse legittimo, difatti, non è mai percepibile su di
un piano «statico», senza cioè che la P.A. abbia esercitato o negato di esercitare, nei con-
fronti del soggetto, il potere del quale essa è titolare (C.d.S., sez. IV, 7-3-2013, n. 1403).
Nell’ambito della categoria degli interessi legittimi è possibile distinguere tra interes-
si legittimi pretensivi ed interessi legittimi oppositivi, in base al tipo di interesse ma-
Differenze
Nozione: la class action è, in generale, uno strumento che consente a chiunque sia ti-
tolare di un diritto individuale omogeneo a quello di un numero indefinito di altre per-
sone di agire in giudizio per la tutela dell’interesse proprio e di tutti gli altri componen-
ti della classe.
L’azione contro la P.A. differisce dall’azione civilistica, di cui al Codice del consumo, sot-
to molteplici profili.
Differenze
La più importante differenza è data dal fatto che con l’azione di cui al D.Lgs. 198/2009,
a differenza dell’azione sviluppatasi nel settore consumeristico, non è possibile avan-
zare pretese risarcitorie, essendo lo strumento volto esclusivamente ad ottenere il ri-
pristino del corretto svolgimento della funzione o la corretta erogazione di un servizio.
Inoltre, diversa è la logica sottesa alle due azioni: quella contro le imprese private pro-
tegge il consumatore dallo squilibrio di posizioni sul mercato, con effetti limitati all’am-
bito contrattuale e, in alcuni casi, extracontrattuale, mentre quella verso la pubblica
amministrazione interviene sullo stesso processo di produzione del servizio (C.d.S.,
sez. cons. per gli atti normativi, 9-6-2009, n. 1943/2009).
►Consiste nella
pretesa a che la
P.A., nell’esercizio
del suo potere di-
screzionale, si at-
tenga a quei crite-
ri di opportunità e ▻tutela a livello amministrativo (ricorso gerarchico)
convenienza che ▻tutela giurisdizionale innanzi al G.A. avverso atti
Interesse semplice
afferiscono al cd. viziati nel merito: eccezionale, per casi tassativa-
merito ammini- mente previsti
strativo e che sono
tutelati dalle nor-
me non giuridi-
che di azione (cd.
norme di buona
amministrazione)
7 Interessi di fatto
Nozione: gli interessi di fatto sono quegli interessi, non qualificati né differenziati, a che
la P.A. osservi i doveri giuridici posti a suo carico ed a vantaggio della collettività non
soggettivizzata (ad esempio, l’interesse a che le strade siano ben tenute, ben illumina-
te etc.). L’unica garanzia riconosciuta a tutela di tali interessi sta nell’obbligo di «buo-
na amministrazione» che grava sulla P.A. Secondo SANDULLI sono da ricomprendere
nel più ampio genus degli interessi semplici.
▻mere denunce
►Unica garanzia ri-
conosciuta a tute-
la di tali interessi ▻in casi eccezionali
Tutela consiste nell’obbli- i cittadini uti sin- ▸azioni suppletive (per inerzia
go di buona am- guli possono espe- della P.A.)
ministrazione che rire azioni a tutela ▸azioni correttive (di atti ille-
grava sulla P.A. di tali interessi gittimi)
(azioni popolari)
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Parte Seconda
I soggetti
2 La competenza
3 L’amministrazione statale
▻pluralismo autonomistico
▻principio di legali-
Principi tà: organizzazione
costituzionali degli uffici pubbli- ▸riserva di legge (relativa)
in tema di ci secondo dispo-
organizzazione ►Art. 97 sizioni di legge
della P.A.
▸la P.A. deve agire in modo
▻principio del buon adeguato, finalizzando l’azio-
andamento ne all’interesse pubblico da
perseguire (CASETTA)
▸divieto di discriminazione
▻principio di impar- ovvero di privilegiare pre-
zialità giudizialmente un partico-
lare interesse
►Ministeriale
Modelli ►Ente pubblico
organizzativi
della P.A. ►Autorità amministrativa indipendente
►Soggetto privato in controllo pubblico
Osservazioni
ta la più tangibile manifestazione del principio pluralistico, il quale, rapportato all’am-
bito della pubblica amministrazione, comporta che accanto allo Stato, che è il primo de-
gli enti pubblici, «operano altri soggetti dotati di capacità giuridica di diritto pubblico e de-
putati al perseguimento di finalità di pubblico interesse» (GAROFOLI-FERRARI).
►Si tratta dello Stato come ente pubblico o pubblica amministrazione, che
Stato agisce non super partes ma inter partes, cioè sullo stesso livello degli altri
amministrazione soggetti dell’ordinamento (seppur dotato di un potere di supremazia) e, al
pari di questi, soggetto alla legge
►Ente sovrano, cioè sovraordinato a tutti gli altri soggetti che operano all’in-
terno dell’ordinamento
►Ente politico, poiché persegue fini di interesse generale
Caratteristiche
►Ente necessario e ad appartenenza necessaria nel senso che, da un lato, la
sua esistenza è indispensabile per il perseguimento dei pubblici interessi
e, dall’altro, tutti i cittadini ne fanno parte
In merito agli enti pubblici si tenga presente l’attuale tendenza al riordino e alla ra-
zionalizzazione degli stessi. Il numero eccessivo e le competenze, spesso sovrappo-
nibili, di molti enti hanno indotto il legislatore ad una prograssiva opera di ridimen-
sionamento della pesante macchina burocratica del Paese, mediante o la soppressio-
ne o l’accorpamento degli enti medesimi (ad es., in caso di funzioni coincidenti o si-
milari).
Come tutte le persone giuridiche, anche lo Stato e gli enti pubblici hanno una pro-
pria organizzazione interna, costituita da beni e persone fisiche, che agiscono per
conto dell’ente. Nell’organizzazione di un ente è importante distinguere gli organi e
gli uffici.
6.1 L’organo
6.2
►Preposto all’orga-
no o all’ufficio: è il ▻titolare è colui che per legge ricopre ordinariamen-
soggetto autore e te quella carica
Titolarità degli
responsabile
organi e uffici
dell’organo o uffi- ▻supplente o sostituto è colui che temporaneamente
cio, in quanto in- fa le veci del titolare assente
vestito dell’ufficio
Nozione: con il termine prorogatio si intende un principio generale in forza del quale
il titolare di un organo, quando non venga tempestivamente sostituito allo scadere
del suo mandato o incarico, continua ad esercitare legittimamente le sue funzioni
fino alla nomina del sostituto.
9 Le relazioni interorganiche
►Gli atti compiuti da tali persone, non essendo soggettivamente atti ammi-
nistrativi, sono sottratti alle regole proprie di questi ultimi, compresa l’im-
pugnativa in sede giurisdizionale
►Dei danni prodotti ai terzi nell’esercizio della funzione o del servizio, ri-
sponde sempre e soltanto il privato, mentre per i danni provocati dagli or-
Regime giuridico gani della P.A. questa è tenuta solidalmente con l’autore del danno verso i
terzi
►Sul soggetto che svolge pubbliche funzioni vige il controllo da parte delle
autorità statali
►I contratti stipulati dai concessionari di pubblici servizi sono soggetti alle
procedure dell’evidenza pubblica
11.1 Caratteri
Nozione: sono enti che operano nel campo della produzione e dello scambio di beni e
servizi, svolgendo attività prevalentemente o esclusivamente economiche (SANDULLI).
►Sono soggetti all’iscrizione nel registro delle imprese ex art. 2201 c.c.
►Non sono assoggettabili al fallimento
Regime giuridico ►A seconda dell’oggetto sociale dell’impresa stipulano con l’utenza contrat-
ti disciplinati dal codice civile
►Operano in regime di concorrenza con gli altri imprenditori privati
12
2 Gli enti pubblici in forma societaria
Sempre più spesso la P.A. decide di avvalersi di strutture societarie a cui partecipa per
l’esercizio di attività pubblicistiche. Basti pensare, ad esempio, al fenomeno delle pri-
vatizzazioni degli enti pubblici economici appena esaminato oppure, a livello locale,
alle società a partecipazione mista (cioè privato/pubblico) o totalmente pubbliche, per
lo svolgimento dei servizi pubblici locali (su cui infra).
Le società in mano pubbliche sono oggi disciplinate dal D.Lgs. 175/2016, cd. T.U. par-
tecipate, come novellato dal D.Lgs. 100/2017 e in seguito modificato dalla L. 145/2018,
legge di bilancio 2019.
►Sono quelle che si trovino in una delle situazioni di controllo, da parte del-
Società controllate
la P.A., previste dall’art. 2359 c.c.
3
in house e i servizi pubblici
13
Nozione: l’in house è un modello organizzativo mediante il quale la P.A. reperisce pre-
stazioni negoziali al proprio interno, servendosi a tal proposito di un ente strumenta-
le. Si tratta dell’esatto opposto di quanto avviene con appalti e concessioni (su cui in-
fra Parte IV, Cap. 10), quali forme giuridico-contrattuali con cui invece si esternalizza la
produzione di beni e servizi.
Osservazioni
teressato in modo specifico alla problematica dei servizi pubblici, occupandosi degli stes-
si (tra l’altro utilizzando la diversa terminologia di servizio di interesse economico gene-
rale) solo in relazione ad altri fini, primo fra tutti quello della instaurazione e tutela di un
mercato concorrenziale.
Sullo sfondo del principio liberistico e del principio di un’economia di mercato aperta e
in libera concorrenza, il legislatore dell’Unione ha inserito la disciplina delle imprese, pre-
vedendo l’applicazione delle norme sulla concorrenza a tutte le imprese, sia pubbliche
che private, indipendentemente dalla loro natura.
La prima parte del comma 2 dell’art. 106 TFUE, infatti, sottopone le imprese incaricate
della gestione di servizi di interesse economico generale o aventi carattere di monopolio
fiscale «alle norme dei trattati, ed in particolare alle regole di concorrenza»: chiaro è l’in-
tento di voler porre sullo stesso piano impresa pubblica ed impresa privata, evitando che
la prima possa, in virtù della natura del soggetto proprietario, godere di un qualche trat-
tamento di favore.
La seconda parte del comma 2 dell’art. 106 TFUE prevede, però, un’eccezione: l’applica-
zione delle norme sulla concorrenza alle imprese incaricate della gestione di servizi di in-
teresse economico generale o aventi carattere di monopolio fiscale deve avvenire «nei li-
miti in cui l’applicazione di tali norme non osti all’adempimento, in linea di diritto e di
fatto, della specifica missione loro affidata». Circa la portata di tale deroga, i giudici eu-
ropei hanno poi chiarito che deve realizzarsi un’ipotesi di assoluta incompatibilità tra l’ap-
plicazione delle norme sulla concorrenza e l’attività che l’impresa è chiamata a svolgere.
In ogni caso, aggiunge l’ultima parte del comma 2 dell’articolo in esame, tale attività non
può pregiudicare lo sviluppo degli scambi all’interno dell’Unione.
Dal punto di vista del diritto nazionale, le principali disposizioni di riferimento, al fine di com-
prendere il processo evolutivo dei servizi pubblici, sono senza dubbio gli artt. 41 e 43 Cost.
L’art. 41 Cost. è pacificamente considerato il fondamento del sistema ad economia mi-
sta, in quanto consente di far convivere l’iniziativa economica privata con la presenza del-
lo Stato imprenditore e con una politica pubblica di coordinamento e di indirizzo diretta
alla realizzazione di finalità sociali.
Dopo aver affermato che l’iniziativa economica privata è libera, ai commi successivi il Co-
stituente ha posto dei limiti all’attività economica, sia pubblica che privata, finalizzati al
perseguimento dei principi dello Stato sociale, mediante specifici interventi di regolazio-
ne dell’attività stessa da parte del potere pubblico. Dalla disposizione in esame, quindi,
si può sicuramente trarre la conclusione che, seppure non si è in presenza di un chiaro
accoglimento del principio concorrenziale, il legislatore costituzionale ha optato, quan-
to meno, per una sorta di favor verso tale tipo di economia.
Il successivo art. 43 ha disciplinato delle ipotesi nelle quali è possibile arrivare ad una tota-
le soppressione dell’iniziativa privata, in presenza di un preminente interesse generale.
In particolare, il legislatore ha individuato determinate categorie di imprese — che si riferi-
scono a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio e che han-
no il carattere di preminente interesse generale — che possono essere riservate o trasferite
allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti, a fini di utilità generale.
La ratio di tale norma è di garantire che determinati settori strategici dell’economia siano
sottratti alla costituzione di possibili monopoli privati, venendo in rilievo attività econo-
miche destinate alla collettività.
La nozione di «servizio pubblico» è una delle più complesse che la teoria del diritto pub-
Osservazioni
blico e amministrativo abbia cercato di dare: è un concetto che si colloca a confine tra il
«pubblico» e il «privato», in una sorta di zona grigia i cui limiti mutano costantemente
nel tempo a seguito di trasformazioni socio-economiche, del riassetto dei compiti dello
Stato, nonché per l’evoluzione tecnico-scientifica o per l’insorgere di nuovi bisogni del-
la collettività cui i pubblici poteri sono chiamati a far fronte.
Il legislatore non ha mai fornito una nozione espressa di servizio pubblico capace di re-
sistere al mutare delle condizioni sopra illustrate e, conseguentemente, la dottrina non
ha avuto a disposizione precisi e univoci termini di riferimento su cui fondare le proprie
ricostruzioni teoriche (TRETOLA).
Secondo un primo filone di pensiero è giusto il riferimento a criteri di carattere sogget-
tivo; pertanto deve intendersi come servizio pubblico qualunque attività svolta, diret-
tamente o indirettamente, dalla P.A. Per altri (NIGRO-POTOTSCHING), invece, è più op-
portuno ancorare la qualificazione pubblica di un servizio ad un dato oggettivo, consi-
derando tali quelle attività esercitate sotto il potere direttivo di un organo pubblico,
indipendentemente dal fatto che a svolgerle in concreto sia un soggetto pubblico o pri-
vato.
Infine, non manca chi (GIANNINI) pone l’attenzione sul fatto che nell’esercizio di un ser-
vizio pubblico si riscontra l’esercizio di un potere di «autonormazione» diverso da quel-
lo dell’ordinamento statale.
Si ricordi, ancora, che le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza
economica, secondo consolidata giurisprudenza costituzionale, attengono alla materia
della «tutela della concorrenza», di competenza esclusiva statale, tenuto conto della loro
incidenza diretta sul mercato e in quanto «strettamente funzionale alla gestione unita-
ria del servizio» (in tal senso, cfr. Corte cost., 20-3-2013, n. 46).
La congerie di norme susseguenti negli ultimi anni in materia di servizi pubblici ha gene-
rato, in realtà, non poca confusione, facendo emergere l’esigenza di un coordinamento
normativo.
La necessità, dunque, di un unicum normativo circa la disciplina dei servizi pubblici lo-
cali di interesse economico generale ha avuto decisivo impulso ad opera della L. 124/2015,
con cui il Governo è stato delegato al riordino della materia.
14
4 I soggetti pubblici di origine sovranazionale
Il concetto di pubblica amministrazione si è venuto delineando nel tempo non solo gra-
zie alle elaborazioni del legislatore nazionale, ma anche in virtù dell’incidenza sempre
crescente del diritto europeo sul diritto nazionale.
È nell’ordinamento sovranazionale dell’UE che, infatti, sono nate due nuove figure che,
ormai, sono entrate a far parte del nostro assetto giuridico come soggetti pubblici so-
stanzialmente assimilabili ad una amministrazione: l’organismo di diritto pubblico e
l’impresa pubblica.
Entrambe le figure, ai sensi dell’art. 3 D.Lgs. 50/2016, recante il nuovo Codice dei con-
tratti pubblici, sono ricondotte alla nozione di «enti aggiudicatori».
▻personalità giuridica
Organismo di ▻fine perseguito, costituito dal soddisfacimento di
►Parametri di qua-
diritto pubblico bisogni di interesse generale aventi carattere non
lificazione
( a r t . 3 D. L g s . industriale o commerciale
50/2016, Codice ▻sottoposizione ad un’influenza pubblica
dei contratti pub-
blici) ►Possesso cumulativo dei parametri di qualificazione
►Irrilevanza della natura giuridica dell’ente
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2 La competenza
1 La competenza
►Esterna: riguarda i poteri e le funzioni che l’organo può esercitare nei con-
fronti dei terzi destinatari
Competenza ►Interna: attiene all’insieme dei compiti svolti dall’organo all’interno dell’am-
ministrazione di appartenenza, con efficacia solo nei confronti di quest’ul-
tima
2iLa competenza
57
2 Il trasferimento dell’esercizio della competenza
►È ammissibile solo nel caso in cui sia espressamente prevista dalla legge
Principi generali
►Deve essere sempre conferita per iscritto
▻organizzatorio
►Atto amministra- ▻discrezionale
Natura
tivo ▻essenzialmente temporaneo
▻ampliativo della sfera giuridica del destinatario
La delega deve essere tenuta distinta dalla concessione. Mentre con la concessione
(traslativa) l’amministrazione si spoglia di certi poteri trasferendoli ad un soggetto, con
Differenze
la delega l’autorità delegante non si priva dei propri poteri in ordine all’attività delega-
ta, ma sulla base di una espressa previsione legislativa demanda al delegato soltanto
l’esercizio degli stessi, conservando poteri di ingerenza in ordine all’attività svolta dal
delegato.
2.2 L’avocazione
2.3 La sostituzione
►Previsione di legge
►Rapporto di gerarchia
Presupposti ►L’organo inferiore ha ingiustificatamente omesso di provvedere
►Provvedimento da emettere è un atto vincolato nell’emanazione
►Permane l’inerzia anche dopo la formale diffida ad adempiere
3 Difetto di competenza
4 Segue: L’incompetenza
2iLa competenza
59
►Mancanza dei re- ▻incompatibilità del funzionario
quisiti soggettivi ▻irregolarità nell’investitura dell’organo temporaneo
Difetto di
che abilitano al- ▻irregolarità nella composizione dell’organo colle-
legittimazione
l’emanazione di giale
atti
5
Secondo
SANDULLI e ►Sia stata effettivamente esercitata da un soggetto che non possa conside-
TERRANOVA, rarsi organo della P.A.
si verifica in tutti i ►L’esercizio della stessa sia accompagnata dalla convinzione pubblica della
casi in cui una validità ed efficacia degli atti posti in essere dal soggetto
pubblica funzione
►Se il dipendente
non ha l’investitu-
ra dell’ufficio (es.:
Per GIANNINI, insussistenza atto ▻sempre che l’atto rientri tra quelli propri dell’uffi-
ricorre la figura di nomina) cio di chi lo compie
del funzionario di ►Se il dipendente ha ▻sempre che l’atto non sia stato impugnato da chi
fatto avuto l’investitura aveva interesse a farlo
ma l’ha perduta
(es.: annullamento
della nomina)
Tutela dei terzi ►Principio di conservazione: gli atti in questione, ancorché invalidi, devo-
destinatari degli no comunque ritenersi produttivi di effetti nei confronti dei terzi, eccezion
atti fatta per le ipotesi di usurpazione (tutela della buona fede)
►Sussistenza di un
atto di assegnazio- ▻retribuzione connessa alle funzioni esercitate
Rapporto tra
ne all’organo
funzionario
di fatto ed
►Insussistenza di
amministrazione ▻actio de in rem verso fondata sull’arricchimento
un atto di assegna-
senza causa della P.A.
zione all’organo
2iLa competenza
61
►Esclusione per lo svolgimento di attività pubbliche (prohibitio domini)
Ammissibilità
►Ammissibilità della negotiorum gestio limitata agli atti di diritto privato
di una gestione di
della P.A.
affari ex art. 2028
c.c. ► Spetta alla P.A. il riconoscimento dell’utiliter coeptum (utilità iniziale del-
la gestione)
una funzione delimitativa, poichè individua il «quantum», ossia la misura delle attribu-
zioni di spettanza dell’organo.
In diritto amministrativo il principio della competenza trova consacrazione nell’art. 97
della Costituzione il quale, con l’affermare al secondo comma che i pubblici uffici sono
organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamen-
to e l’imparzialità dell’amministrazione e col ribadire, al terzo comma, che nell’ordina-
mento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, fa comprendere che:
— la competenza deve essere determinata sempre per legge;
— il principio di competenza trova il suo fondamento nel principio di buona ammini-
strazione, in quanto mira a realizzare i criteri della efficienza e della specializzazio-
ne anche nel campo dell’attività amministrativa.
Si distingue anche tra competenza esterna e competenza interna: la prima riguarda i
poteri e le funzioni che l’organo può esercitare all’esterno, ossia verso i terzi. Quella in-
terna, invece, indica l’insieme dei compiti che sono svolti da ciascun ufficio od organo
interno. La competenza in senso tecnico, tuttavia, è solo quella esterna, che è anche
quella che deve essere determinata dalla legge ordinaria (è stato osservato, tuttavia,
che si tratta di una riserva relativa di legge).
1 Le formule organizzatorie
►La struttura operativa appartiene direttamente allo Stato e può essere forma-
Organizzazione ta sia da organi centrali (ad es., un Ministero) sia da organi periferici che ope-
diretta rano in determinate parti del territorio nazionale, realizzando così il decen-
tramento burocratico (ad es., Prefetto e Sindaco come ufficiale di governo)
3.1 Il Governo
È l’organo di vertice della pubblica amministrazione e, attraverso i Ministeri, gestisce
l’attività amministrativa a livello centrale.
(1) Modello di organizzazione che presuppone che tutto il potere e le competenze decisionali siano accentrate negli uffici
centrali di una struttura amministrativa, mentre agli uffici periferici vengono affidati solo compiti istruttori ed esecutivi. Tale
forma di organizzazione è esclusa dall’art. 5 Cost., che promuove e favorisce il decentramento.
3iL’amministrazione statale
63
►Costituzionale, nel senso che rientra nell’organizzazione costituzionale del-
lo Stato e partecipa alla funzione di direzione politica dello stesso
►Complesso, in quanto composto da più organi con competenze autonome
È un organo
►Di parte, perché esprime la volontà delle forze politiche di maggioranza
che lo sostengono con la «fiducia»
►Con funzioni politiche, legislative, esecutive e di controllo
Nomina e durata ►La nomina avviene con decreto del P.d.R. da lui controfirmato
in carica ►Dura in carica finché il Governo è sorretto dalla fiducia del Parlamento
▻collegiale
►Politica
▻individuale
▻civile
Responsabilità
▸per reati propri (nei quali la
►Giuridica qualifica rivestita ha un peso
▻penale determinante)
▸per reati comuni
Ministri senza ►Ministri che non sono a capo di un dicastero di cui siano responsabili e
portafoglio che svolgono funzioni di collaborazione con la Presidenza del Consiglio
3.5 I Ministeri
Il Ministero è la ripartizione fondamentale dell’amministrazione centrale italiana.
Ogni Ministero, infatti, è competente per un ramo dell’attività amministrativa e per
determinate materie ed affari spettanti allo Stato.
►Uno o più Sotto- ▻organi politici che coadiuvano il Ministro che de-
segretari di Stato lega ad essi funzioni amministrative
►Uffici di diretta
collaborazione col ▻competenze di supporto e di raccordo
Ministro
Struttura
▸gli uffici dirigenziali genera-
▻modello a direzio- li sono le direzioni generali,
ne generale coordinate dal segretario
generale del Ministero
►Direzioni o dipar-
timenti
▸il ministero si articola in di-
▻modello diparti- partimenti che abbracciano
mentale grandi aree di materia omo-
genea
3iL’amministrazione statale
65
►Ufficio centrale del bilancio
►Ufficio per le Relazioni con il pubblico
►Servizio di controllo interno di gestione
Struttura ►Organi con funzioni in materia di gestione del personale: il Consiglio diam-
ministrazione (funzioni consultive), la commissione di disciplina (funzio-
ni contenziose)
►Articolazione periferica (per i Ministeri che lo prevedono)
►Coadiuvano i Ministri
►Sono pubblici funzionari
►Non hanno competenze proprie
►A non più di dieci Sottosegretari può essere attribuito il titolo di Vice Mi-
nistro
►CIPE (Comitato
▻svolge funzioni di coordinamento in materia di
interministeriale
programmazione e di politica economica naziona-
per la program-
le, nonché di coordinamento della politica econo-
Comitati mazione econo-
mica nazionale con le politiche dell’UE
interministeriali mica)
attualmente
operanti ►CICR (Comitato
▻con funzioni di alta vigilanza in materia di tutela
interministeriale
del risparmio, in materia di esercizio della funzio-
per il credito e il
ne creditizia e in materia valutaria
risparmio)
4 Le Agenzie
Nozione: sono considerate il «braccio operativo» dei dicasteri per le attività a caratte-
re tecnico. Il D.Lgs. 300/1999 ha generalizzato l’istituto della Agenzia pubblica quale
struttura che svolge attività a carattere tecnico-operativo di interesse nazionale di sup-
porto a quelle esercitate da Ministeri ed enti pubblici (CASETTA).
Il D.Lgs. 300/1999 aveva previsto la costituzione di numerose Agenzie. Tra quelle effet-
Osservazioni
3iL’amministrazione statale
67
5 Le aziende autonome
►Autonomia amministrativa
►Autonomia contabile
►Autonomia finanziaria
Caratteri
►Controllo politico da parte del Parlamento
►Controllo gerarchico da parte del Ministro competente
►Controllo successivo da parte della Corte dei conti
►Ex azienda autonoma delle ferrovie dello Stato, ora Trenitalia S.p.a.
►Ex Amministrazione delle poste e telecomunicazioni, ora Poste italiane S.p.a.
Tipi
►Ex Azienda di Stato per i servizi telefonici, ora inglobata nella Telecom
Italia S.p.a.
►È un potere dello Stato per quanto concerne l’esplicazione delle funzioni
giurisdizionali
Organo complesso ►Con funzioni consultive generali in materia giuridico-amministrativa
►Con funzioni giurisdizionali amministrative di secondo grado e, per deter-
minate materie, esclusive
►Consiglio di Presidenza
►Presidente
Organi interni ►Segretario generale
►Adunanza generale
►Adunanza plenaria
Nozione: la Corte dei conti è organo a rilevanza costituzionale (art. 100 Cost.), ausi-
liario del Governo ed articolato in sezioni regionali e sezioni centrali, avente funzioni
di controllo, funzioni consultive nonché giurisdizionali. Essa, in particolare, è orga-
3iL’amministrazione statale
69
no della giustizia amministrativa con giurisdizione su questioni di contabilità pubbli-
ca e su quelle espressamente indicate dalla legge. È inoltre istituzione superiore di
controllo.
La Corte procede a sezioni riunite: sui conflitti di competenza; sulle questioni di massi-
ma deferite dalle sezioni giurisdizionali centrali e regionali; su ogni altra questione ri-
chiesta dal Procuratore generale.
►Conferenza unifi-
cata (costituita dai
Tipi membri delle due
Conferenze citate
▻Conferenza permanente per il coordinamento del-
e competente su
la finanza pubblica (art. 33 D.Lgs. 68/2011)
materie di interes-
se comune di Re-
gioni, Province e
Comuni)
►Si occupa del supporto alle P.A. con strumenti innovativi per la gestione
Formez P.A. delle fasi di accesso al lavoro pubblico, in particolare in tema di concorsi
pubblici
3iL’amministrazione statale
71
L’amministrazione periferica attua il decentramento amministrativo di cui all’art. 5
Cost., detto «organico o burocratico», che costituisce una forma di amministrazione di-
retta statale.
Amministrazione Amministrazione
diretta indiretta
Centrale Periferica
3iL’amministrazione statale
73
note
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4 Gli enti territoriali
►Comuni
►Province
Art. 114 Cost. ►Città metropolitane
►Regioni
►Stato
L’art. 114 Cost. identifica la Repubblica con l’ordinamento generale, alla cui determina-
Osservazioni
zione concorrono tutti gli enti esponenziali delle diverse comunità territoriali presen-
ti sul territorio italiano, dal più piccolo e vicino ai cittadini (il Comune) al livello di gover-
no più ampio territorialmente rappresentato dallo Stato. Dal dettato costituzionale si
evince che il sistema dei poteri pubblici muove dal basso verso l’alto, dalle istituzioni più
vicine ai cittadini, ai sensi del principio di sussidiarietà.
Uno dei cardini della riforma costituzionale operata con la L. cost. 3/2001 — che ha com-
pletamente rivoluzionato il Titolo V, Parte II, della nostra Carta costituzionale, dedicato
appunto a Regioni ed autonomie locali — è proprio il riconoscimento della pari dignità
istituzionale di tutti gli enti che contribuiscono ad edificare l’ordinamento repubblicano,
dal più vicino ai cittadini (Comune) fino allo Stato.
►Regioni ad auto-
nomia speciale, cui ▻Sicilia
Classificazione sono assicurate ▻Sardegna
particolari condi-
▻Valle d’Aosta
zioni di autonomia
in base agli Statuti ▻Trentino-Alto Adige
adottati con leggi ▻Friuli-Venezia Giulia
costituzionali
Per motivi politici, etnici ed economici, l’Assemblea costituente riservò a cinque Regio-
ni (Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia) una gam-
Differenze
▻vi rientrano:
►Attribuzioni am-
▸l’ordinamento degli uffici e dei servizi regionali
ministrative con-
ferite dallo Statuto ▸l’istituzione di enti amministrativi dipendenti
dalla Regione
►Elezione a suffra-
gio universale e
diretto, salvo che
lo Statuto regio-
▻tale modalità di elezione è stata estesa anche ai Pre-
Elezione nale disponga di-
sidenti delle Regioni speciali (L. cost. 2/2001)
versamente (art.
122 Cost. come
modificato dalla
L. cost. 1/1999)
4.1 Disciplina
►Il tipo e il numero degli organi di governo della Regione, in quanto pre-
Gli Statuti non determinati dalla Costituzione
possono regolare ►La ripartizione della funzione di governo fra tali organi, già operata dall’art.
121 Cost.
►Potestà legislativa piena in tutte le materie non attribuite allo Stato e non
rientranti nella legislazione concorrente (art. 117, comma 2, Cost.)
Articolazioni
►Potestà legislativa concorrente, in virtù della quale le Regioni legiferano nel
rispetto delle disposizioni di principio dettate dallo Stato
►La L. cost. 3/2001, modificando l’art. 127, ha soppresso ogni forma di con-
Controlli
trollo sulle leggi regionali
La riforma costituzionale di cui alla L. cost. 3/2001 ha dato vita ad una Repubblica delle
Osservazioni
autonomie, articolata su più livelli di governo in linea con il percorso avviatosi in Italia
negli ultimi decenni e che ha portato al progressivo affermarsi del federalismo.
Con tale espressione si fa riferimento ad un processo attraverso il quale un ordinamen-
to statale attua al suo interno il più alto grado di decentramento, compatibile con la sua
unità ed indivisibilità proprio attraverso la previsione costituzionale di enti territoriali
autonomi (BIN-PITRUZZELLA).
►Prima fase (decreti legislativi del 1972): trasferimento alle Regioni delle
funzioni amministrative statali raggruppate per settori
►Seconda fase (L. 382/1975 e decreti legislativi nn. 616, 617, 618 e 619 del
Trasferimento 1977): ampio trasferimento in favore delle Regioni non solo di funzioni
delle funzioni ma anche di risorse e personale
amministrative ►Terza fase (L. 59/1997 e D.Lgs. 112/1998): recepimento del principio di
sussidiarietà introdotto dal Trattato di Maastricht con conseguente con-
ferimento della totalità delle funzioni amministrative in capo agli enti più
prossimi ai cittadini
►La L. 59/1997 ha previsto che gli atti di indirizzo e coordinamento, gli atti
Funzione statale
di coordinamento tecnico nonché le direttive relative all’esercizio delle
di indirizzo
funzioni delegate alle Regioni siano adottati previa intesa con la Confe-
e coordinamento
renza permanente Stato-Regioni
Riforma
►La L. cost. 3/2001, elevando a livello costituzionale il principio di sussi-
della Parte II,
diarietà, ha radicato in capo agli enti più prossimi ai cittadini la titolari-
Titolo V, della
tà delle funzioni amministrative
Costituzione
L’art. 118 Cost. attribuisce la titolarità generale delle funzioni amministrative ai Comu-
ni e, in via subordinata, soltanto qualora lo impongano esigenze unitarie, ne prevede
Differenze
5.5
!
Nozione: potestà delle Regioni di stabilire e gestire in modo autonomo le risorse finan-
ziarie di cui necessitano per la realizzazione delle funzioni loro affidate (art. 119 Cost.).
Fondo perequativo
per i territori
►Strumento di compensazione di eventuali squilibri tra le entrate tributa-
con minore
rie delle Regioni
capacità fiscale
per abitante
Osservazioni
L. 5-5-2009, n. 42 è stata conferita la delega al Governo in materia di federalismo fiscale.
Tale legge è volta ad assicurare autonomia di entrata e di spesa degli enti territoriali e a
garantire i principi di solidarietà e di coesione sociale, in modo da sostituire gradual-
mente, per tutti i livelli di governo, il criterio della spesa storica con quello del fabbiso-
gno standard e da garantire la loro massima responsabilizzazione nonché l’effettività e
la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti.
Per il raggiungimento di tali finalità, la L. 42/2009 reca disposizioni volte a:
— stabilire in via esclusiva i princìpi fondamentali del coordinamento della finanza
pubblica e del sistema tributario;
— disciplinare l’istituzione ed il funzionamento del fondo perequativo per i territori con
minore capacità fiscale per abitante;
— disciplinare l’utilizzazione delle risorse aggiuntive e l’effettuazione degli interventi
speciali di cui all’articolo 119, comma 5, della Costituzione perseguendo lo sviluppo
delle aree sottoutilizzate nella prospettiva del superamento del dualismo economico
del Paese.
Vengono dettati, ancora, princìpi generali per l’attribuzione di un proprio patrimonio agli
enti territoriali nonché norme transitorie per le Città metropolitane e sull’ordinamento,
anche finanziario, di Roma capitale.
In attuazione della L. 42/2009, il Governo ha emanato una serie di provvedimenti rilevan-
ti in materia.
Il D.Lgs. 28-5-2010, n. 85, cd. decreto sul federalismo demaniale, in primo luogo, ha iniziato
l’iter per il trasferimento di una parte del patrimonio statale alle amministrazioni locali e re-
gionali, in vista della successiva valorizzazione funzionale a vantaggio delle comunità locali.
Tale decreto, che ha dato attuazione all’art. 19 della L. 42/2009, prevede che lo Stato, pre-
via intesa in sede di Conferenza unificata, individui i beni facenti parte del proprio dema-
nio da attribuire a titolo non oneroso agli enti pubblici territoriali che ne facciano richie-
sta, affinché questi ultimi possano garantirne la massima valorizzazione.
Sempre in attuazione della L. 42/2009 sono stati successivamente emanati: il D.Lgs. 17
settembre 2010, n. 156 sull’ordinamento di Roma capitale; il D.Lgs. 26-11-2010, n. 216,
sui fabbisogni standard di Comuni, Città metropolitane e Province; il D.Lgs. 14-3-2011, n.
23, sul federalismo fiscale municipale; il D.Lgs. 6-5-2011, n. 68, sulla fiscalità regionale e
provinciale; il D.Lgs. 31-5-2011, n. 88, sulle risorse aggiuntive ed interventi speciali per la
rimozione di squilibri economici e sociali; il D.Lgs. 23-6-2011, n. 118 sull’armonizzazione
dei sistemi contabili; il D.Lgs. 6-9-2011 n. 149 che prevede meccanismi sanzionatori e pre-
miali relativi a regioni, province e comuni. Si ricordi, da ultimo, il D.Lgs. 18-4-2012, n. 61,
che ha specificato le funzioni amministrative di Roma capitale.
Potestà statutaria ►Gli enti locali possono dotarsi di un proprio Statuto nel rispetto dei prin-
(art. 114 Cost.) cipi dettati dalla Costituzione
Potestà
►La Costituzione riconosce a Comuni, Province e Città metropolitane la
regolamentare
potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello
(art. 117, co. 6,
svolgimento delle funzioni loro attribuite
Cost.)
7 Il Comune
Nozione: il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli in-
teressi e ne promuove lo sviluppo in qualità di ente di governo di prossimità.
Gode di autonomia statutaria, normativa, amministrativa e organizzativa nonché di au-
tonomia impositiva e finanziaria nell’ambito dei propri Statuti e regolamenti e delle
leggi di coordinamento della finanza pubblica (art. 3 D.Lgs. 267/2000, T.U. enti locali).
7.1 Funzioni
▻principio di sussidiarietà: le funzioni amministrative
devono essere svolte in primo luogo dal Comune in
quanto ente più vicino al cittadino e, in via subordi-
►I Comuni sono ti- nata, dalla Provincia, dalla Città metropolitana, dalla
tolari della gene- Regione e dallo Stato
ralità delle funzio-
▻principio di adeguatezza: le funzioni amministra-
ni amministrative
tive devono essere attribuite ad amministrazioni
(art. 118 Cost.,
tendenzialmente idonee a garantirne l’esercizio
modificato dalla
Funzioni L. cost. 3/2001) ▻principio di differenziazione: nell’allocazione delle
del Comune funzioni si devono prendere necessariamente in con-
siderazione le caratteristiche associative, demografi-
che, territoriali e strutturali degli enti
▸rappresenta l’ente
▸convoca e presiede la Giun-
ta nonché il Consiglio quan-
do non è previsto un Presi-
dente
▸sovrintende al funziona-
Organi di governo mento dei servizi e degli uf-
▻capo dell’ammini- fici e all’esecuzione degli atti
del Comune strazione comuna-
►Sindaco ▸ sovrintende all’espletamen-
le (art. 50 D.Lgs.
267/2000) to di funzioni attribuite o
delegate dallo Stato o dalle
Regioni
▸nomina i responsabili degli
uffici e dei servizi
▸esercita ulteriori funzioni at-
tribuitegli dalla legge, dai re-
golamenti o dallo Statuto
8 La Provincia
Osservazioni
nistero dell’Interno, chiamato a svolgere compiti di consulenza giuridico-amministra-
tiva presso l’ente locale per quanto concerne in particolare la conformità dell’azione am-
ministrativa alle leggi, allo Statuto ed ai regolamenti.
Egli assiste e cura la verbalizzazione delle sedute di Giunte e Consigli, roga i contratti
dell’amministrazione ed esercita le altre funzioni attribuitegli dallo Statuto dell’ente.
Il Segretario può, inoltre, essere chiamato a svolgere funzioni gestionali nel caso in cui
il Sindaco o il Presidente della Provincia non abbiano nominato un Direttore generale.
La L. 6-11-2012, n. 190 (cd. legge anticorruzione), come modificata dal D.Lgs. 25-5-2016,
n. 97, prevede (art. 1, comma 7) che presso gli enti locali il ruolo di Responsabile delle
prevenzione della corruzione e della trasparenza venga ricoperto dal Segretario o dal
dirigente apicale, salva diversa e motivata determinazione.
Compete al Responsabile segnalare all’Organismo indipendente di valutazione tutte le
disfunzioni che attengono la trasparenza e la prevenzione della corruzione, indicando
agli uffici competenti all’adozione delle misure disciplinari i nominativi dei dipendenti
che non hanno attuato correttamente le misure.
Spetta altresì al detto Responsabile proporre all’organo di indirizzo dell’ente il Piano
triennale per la prevenzione della corruzione (PTPC) che deve essere adottato entro il
31 gennaio di ogni anno. Negli enti locali tale piano è approvato dalla Giunta.
►Le Regioni possono con proprie leggi, istituire nuovi Comuni e modificare
le loro circoscrizioni territoriali sentite le popolazioni interessate
►Non possono essere istituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore a
Art. 15 10.000 abitanti
D.Lgs. 267/2000 ►In caso di istituzione di nuovi Comuni mediante fusione di due o più Co-
muni contigui, lo Statuto deve prevedere che siano assicurate adeguate
forme di partecipazione e di decentramento dei servizi per le comunità di
origine
►Distacco di Pro-
vince e Comuni ▻Approvazione della maggioranza delle popolazio-
Art. 132, dalla Regione di ni interessate espressa mediante referendum
comma 2, Cost. appartenenza e ▻Legge della Repubblica emanata dopo aver sentito
aggregazione ad i Consigli regionali
un’altra
►Enti locali costituiti da due o più Comuni (di norma contermini) finaliz-
Definizione zato all’esercizio associato di funzioni e servizi
►Ogni Comune può far parte di una sola Unione di Comuni
►Presidente
Organi ►Giunta
►Consiglio
Comunità isolane
►Enti locali che possono essere istituiti in ciascuna isola o arcipelago di iso-
e dell’arcipelago
le, ad eccezione della Sicilia e della Sardegna, ove esistono più Comuni
(art. 29 TUEL)
►Assemblea capitolina
Organi di governo
►Giunta capitolina
(D.Lgs. 156/2010)
►Sindaco
Attuazione
del federalismo ►Decreti su funzioni e poteri del Sindaco (D.Lgs. 61/2012 e D.Lgs. 51/2013)
fiscale
►Disposta dal Prefetto per non più di 90 gg. (60 gg. nell’ipotesi di infiltra-
Sospensione zione mafiose)
del Consiglio ►Avvenuta attivazione della procedura per lo scioglimento
comunale e
provinciale ►Motivi di grave ed urgente necessità
►Sospetto di infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso
Potere di annulla-
mento governati- ►Incompetenza
vo degli atti degli ►Eccesso di potere
enti locali ►Violazione di legge
(art. 138 TUEL)
Controlli
sostitutivi
►Ad esempio, il controllo sostitutivo ed eventuale del Difensore civico re-
eventualmente
gionale
previsti da leggi
statali o regionali
tuzione, si può parlare dal momento che i Comuni preesistono rispetto allo Stato ita-
liano.
Le norme fondamentali relative all’ordinamento degli enti locali sono contenute nel
D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).
Con la riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione, attuata con L. cost. 3/2001, i
Comuni sono stati trasformati in amministrazioni a competenza piena e generale, poi-
ché la titolarità di tutte le funzioni amministrative è stata loro riconosciuta (principio di
sussidiarietà), salvo che, per esigenze di unitarietà, queste non siano meglio esercitate
da livelli di governo più ampi, sulla base dei principi di adeguatezza e differenziazione.
Salendo verso livelli di governo più ampi di quello comunale, incontriamo, infatti, la
Provincia e la Città metropolitana.
Proprio con riferimento a tali enti è intervenuta la L. 7 aprile 2014, n. 56 (cd. legge De-
lrio) che ha dettato un’ampia riforma in materia di enti locali, prevedendo una com-
piuta disciplina delle Città metropolitane nonché una nuova regolamentazione delle
Province (relativamente agli organi, al sistema elettorale e alle funzioni) e, infine, una
innovativa disciplina in tema di organi dei Comuni e di unioni e fusioni di Comuni.
Organi di
Classificazione Autonomia
governo
Citta
Comune Provincia
metropolitana
Ente locale che rappresen- Ente locale che rappresen- Enti di vasta area che per-
ta la propria comunità, ne ta la propria comunità, ne seguono lo sviluppo dei
cura gli interessi e ne pro- cura gli interessi e ne pro- territori metropolitani.
muove lo sviluppo. muove e coordina lo svi- Ad esse competono le stes-
È competente a svolgere luppo. se funzioni fondamentali
tutte le funzioni ammini- La L. 56/2014 la definisce delle Province, più altre
strative che in base ai prin- ente di vasta area a cui funzioni fondamentali
cipi di sussidiarietà, ade- competono funzioni fon- specifiche.
guatezza e differenziazio- damentali attinenti alla
ne non possono essere de- pianificazione e alla pro-
volute ai livelli di governo grammazione nell’ambito
superiore di alcune materie
Nozione: enti od organi pubblici dotati di sostanziale indipendenza dal Governo, ca-
ratterizzati da autonomia organizzatoria, finanziaria e contabile e nella nomina delle ca-
riche dei vertici nonché dalla mancanza di controlli e di soggezione al potere di diretti-
va dell’esecutivo.
▻ispettivi e d’indagine
▻sanzionatori e di sollecitazione
►Poteri
▻decisori
▻regolamentari
►Banca d’Italia
►CONSOB
►IVASS
►Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust)
►Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA)
►Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sull’esercizio del di-
ritto di sciopero
►Garante per la protezione dei dati personali
Le autorità ►Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
amministrative ►Garante per la sorveglianza dei prezzi (detto anche Mister Prezzi)
indipendenti ►Autorità nazionale anticorruzione (A.N.AC.)
►Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP)
►Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza
►Garante per le micro, piccole e medie imprese
►Autorità di regolazione dei trasporti
►Organismo indipendente per l’analisi e la verifica degli andamenti di finanza
pubblica e per la valutazione dell’osservanza delle regole di bilancio
►Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà per-
sonale
Procedimento ed
►Si applica la L. 241/1990 sul procedimento amministrativo
accesso
►Ricorso gerarchi-
Tutela giustiziale ▻non ammissibili perché non previsti da alcuna nor-
co improprio e in
ma per dette entità
opposizione
►Ricorso straordi-
▻prevale la soluzione negativa
nario al P.d.R.
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Parte Terza
Risorse umane
e materiali
della P.A.
3 I beni pubblici
Il rapporto di lavoro
1 alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche
1 Il pubblico impiego
Nozione: il rapporto di impiego pubblico è quello per cui una persona fisica pone, vo-
lontariamente e dietro corrispettivo, la propria attività alle dipendenze di una pubbli-
ca amministrazione, assumendo uno specifico status con particolari diritti e doveri.
Le pubbliche amministrazioni, infatti, per funzionare e svolgere i propri compiti hanno
bisogno di risorse umane, ossia di dipendenti (i pubblici impiegati), oltre che di risor-
se materiali, cioè il complesso dei beni pubblici (su cui infra Cap. 3).
►Volontarietà
Caratteristiche ►Personalità
del rapporto ►Bilateralità
►Subordinazione
2 Principi costituzionali
►R.D. 11-11-1923,
n. 2395 ▻il rapporto di pubblico impiego è stato oggetto di
Dagli inizi del XX una disciplina rigorosamente unilaterale, derivan-
►R.D. 30-10-1923,
secolo fino agli te da atti di natura legislativa e regolamentare, in
n. 2960
anni Ottanta cui non veniva riconosciuto alcun rilievo alla fon-
►D.P.R. 10-1-1957, te contrattuale
n. 3
►D.Lgs. 30-3-2001,
n. 165: norme ge- ▻disciplina dei rapporti di lavoro con le PP.AA. e or-
Emanazione del nerali sull’ordina- ganizzazione degli uffici pubblici, della contratta-
T.U. in materia di mento del lavoro zione collettiva, della mobilità individuale e collet-
pubblico impiego alle dipendenze tiva, delle forme di lavoro flessibile e norme in tema
delle amministra- di giurisdizione
zioni pubbliche
Osservazioni
ne e le finalità di quest’ultima riguardano:
— la crescita dell’efficienza delle amministrazioni, in relazione a quella dei corrispon-
denti uffici e servizi dei Paesi dell’Unione europea, anche mediante il coordinato svi-
luppo dei sistemi informativi pubblici;
— la razionalizzazione del costo del lavoro pubblico, attraverso il contenimento della
spesa complessiva per il personale, diretta e indiretta, entro i vincoli di finanza pub-
blica;
— la migliore utilizzazione delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni, assi-
curando la formazione e lo sviluppo professionale dei dipendenti, applicando condi-
zioni uniformi rispetto a quelle del lavoro privato e garantendo pari opportunità alle
lavoratrici e ai lavoratori nonché l’assenza di qualunque altra forma di discriminazio-
ne e di violenza morale o psichica.
Si ricordi, tuttavia, che non tutti i pubblici dipendenti sono stati assoggettati alla priva-
tizzazione. Sono escluse dalla stessa, infatti, alcune categorie che svolgono funzioni pub-
bliche particolari (ad es.: magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati e pro-
curatori dello Stato; militari e forze di polizia; diplomatici; professori e ricercatori univer-
sitari etc.).
4 La riforma Brunetta
Ma la ratio alla base della riforma Madia non è solo quella di rispondere alle crescenti
Osservazioni
istanze di trasparenza ed efficienza degli uffici pubblici. Essa, infatti, punta anche alla
creazione delle condizioni per la riapertura delle trattative sui CCNL del pubblico im-
piego, che sono stati fermi molti anni. La nuova stagione contrattuale è infatti ripartita,
nel corso del 2018, con la stipula dei nuovi CCNL triennio 2016/2018 per tutti i compar-
ti del pubblico impiego (Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e Ricerca, Sanità:
v. infra).
Rapporti
individuali ►Sono regolati contrattualmente
di lavoro
Nullità di
disposizioni
contrattuali per
►Si applicano gli artt. 1339 e 1419, comma 2, codice civile (meccanismo
violazione di
della sostituzione automatica delle clausole difformi e conservazione del
norme imperative
contratto affetto da nullità parziale)
o dei limiti fissati
alla contrattazione
collettiva
7 La contrattazione collettiva
Il sistema della contrattazione nel settore pubblico si colloca su due piani differenti:
— contrattazione collettiva nazionale (CCNL): concerne i singoli comparti del pubbli-
co impiego;
— contrattazione collettiva integrativa: riguarda la singola amministrazione.
Efficacia del
►Con la sottoscrizione, il contratto collettivo acquista efficacia sia per le am-
contratto
ministrazioni che per tutti i lavoratori interessati
collettivo
7.4 I comparti
Costituzione del
►Contratto individuale (art. 35 D.Lgs. 165/2001)
rapporto di lavoro
Avviamento
►Periodo di prova (da due a sei mesi, a seconda della qualifica rivestita)
al lavoro
I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea e i loro familiari non aventi la citta-
Osservazioni
dinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno (o del diritto di
soggiorno permanente), possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni
pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non
attengono alla tutela dell’interesse nazionale (art. 38, comma 1, D.Lgs. 165/2001).
Tali previsioni trovano applicazione anche per i cittadini di Paesi terzi che siano titolari
del permesso di soggiorno UE per soggiorni di lungo periodo o che siano titolari dello
status di rifugiato ovvero di protezione sussidiaria.
10
0 L’organizzazione del personale
10.1 I criteri-guida
Inquadramento in
►Comparto
senso orizzontale
Dotazioni ►Insieme dei posti assegnati a ciascun ruolo e definiti in base all’effettivo fab-
organiche bisogno della P.A.
Gestione delle
►Le PP.AA. devono garantire parità e pari opportunità tra uomini e donne
risorse umane
e l’assenza di ogni forma di discriminazione sui luoghi di lavoro e nell’ac-
(art. 7
cesso al lavoro
D.Lgs. 165/2001)
Formazione delle
risorse umane ►È preciso dovere di ogni P.A. curare la formazione e l’aggiornamento di tut-
(art. 7, comma 4, ti i pubblici impiegati, sia dirigenti che dipendenti
D.Lgs. 165/2001)
▻prima fascia
►Ruolo dei dirigenti
▻seconda fascia
▻colpevole violazio-
ne del dovere di vi- ▸la retribuzione di risultato è
gilanza sul rispet- decurtata, sentito il Comita-
to degli standard to dei Garanti, in relazione
qualitativi e quan- alla gravità della violazione
titativi fissati dalle di una quota fino all’80%
amministrazioni
12.1 $
►Mo d i f i c a z i on i
▻riguardano i soggetti del rapporto
soggettive
Disciplina
►Modificazioni og-
▻riguardano il contenuto del rapporto
gettive
12.2 I permessi
►8 giorni all’anno per la partecipazione a esami o concorsi
►3 giorni per evento in caso di lutti per coniuge, parenti entro il secondo
Permessi retribuiti grado e affini di primo grado
►15 giorni consecutivi per il matrimonio (e l’unione civile)
►18 ore all’anno per particolari motivi personali o familiari
Permessi ►Corsi specifici per formazione di figure professionali elevate e/o partico-
non retribuiti lari
Permessi e congedi ►A favore dei lavoratori disabili e dei familiari, lavoratori dipendenti, che
per handicap assistono un disabile (L. 104/1992)
►Per malattia
►Per infortuni sul lavoro o per malattia dovuta a causa di servizio
Assenze ►Per maternità e paternità
►Servizio militare
►Congedi per studio e formazione
12.4 %
"
#
Mobilità ►Le pubbliche amministrazioni ogni anno devono verificare l’eventuale esi-
collettiva stenza di soprannumero o eccedenza di personale, in relazione alle esigen-
(art. 33 ze funzionali o alla situazione finanziaria. In caso affermativo si procede
D.Lgs. 165/2001) con la ricollocazione dei dipendenti in esubero
Gestione del
►Prima di procedere a nuove assunzioni, le amministrazioni devono comu-
personale in
nicare gli estremi dei concorsi che intendono bandire alle autorità prepo-
disponibilità
ste alla gestione del personale in disponibilità, per verificare l’eventuale
(art. 34bis
esistenza di lavoratori pubblici in disponibilità
D.Lgs. 165/2001)
suali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedu-
re di mobilità, provvedendo in via prioritaria all’immissione in ruolo dei dipendenti, pro-
venienti da altre amministrazioni, anche in posizione di comando e fuori ruolo, apparte-
nenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento (art. 30, com-
ma 2bis, D.Lgs. 165/2001).
14
4 Estinzione del rapporto di impiego
15 $
▻assunzione al lavoro
▻conferimento e revoca degli incarichi dirigenziali
►Controversie con-
Giudice ordinario ▻indennità di fine rapporto
cernenti
▻comportamenti antisindacali delle PP.AA.
▻procedure di contrattazione collettiva
Il pubblico impiego, inteso quale rapporto di lavoro svolto alle dipendenze di una am-
ministrazione pubblica, è stato assoggettato ad un articolato iterr di innovazioni legilegi--
In sintesi
slative che, a partire dalla prima privatizzazione, appare ancora in pieno divenire, spe-
cie alla luce dell’entrata in vigore della riforma Madia (DD.Lgs. 74/2017 e 75/2017) e del-
la riforma Bongiorno (L. 56/2019).
Dagli anni Novanta, il legislatore, infatti, dopo avere ricondotto la disciplina del lavo-
ro pubblico al codice civile e alle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa
(salvo determinate eccezioni), ha portato e porta tuttora avanti un imponente program-
ma di riorganizzazione e modernizzazione delle amministrazioni pubbliche in cui pa-
role-chiave sono trasparenza, anticorruzione, efficienza ed efficacia e in cui, al pari di
quanto accade nel settore privato, le performances lavorative dei singoli dipendenti,
dirigenti e non, nonché delle strutture organizzative, sono sottoposte alla valutazione
degli appositi organismi di controllo.
Ai pubblici uffici si accede, in genere, tramite concorso, meccanismo adatto alla sele-
zione dei più meritevoli; le eccezioni a tale regola sono tassativamente stabilite.
Le amministrazioni pubbliche, a loro volta, definiscono, secondo principi generali di
legge e mediante atti organizzativi, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici,
individuando gli uffici di maggiore rilevanza, i modi di conferimento della titolarità de-
gli stessi e le dotazioni organiche complessive (cd. macro-organizzazione). Le deter-
minazioni per l’organizzazione degli uffici e la gestione del personale (atti cd. di micro-
organizzazione), invece, spettano ai dirigenti, i quali — nell’ordinamento attuale — as-
sumono le vesti dei datori di lavoro nel pubblico impiego.
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Diritti, doveri e responsabilità.
2 In particolare, la responsabilità
disciplinare
►Diritti contempo-
ranei al rapporto ▻retribuzione
di impiego
Diritti
►Diritti successivi
patrimoniali
al rapporto di im- ▻trattamenti pensionistici
piego
►Diritto alla fun- ▻esercizio delle funzioni proprie della qualifica pos-
zione seduta (mansioni)
Doveri
(di stampo ►Fedeltà alla Repubblica
pubblicistico) ►Imparzialità e trasparenza
(artt. 1, 51 e 97 ►Favorire rapporti di fiducia tra privati e uffici pubblici
Cost.)
Doveri ►Diligenza
(di stampo
►Obbedienza
privatistico) (artt.
2014 e 2015 c.c.) ►Fedeltà
3 Il codice di comportamento
5 &
'
L’art. 28 Cost. dispone che i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici
sono direttamente responsabili, secondo le leggi civili, penali e amministrative, degli
atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi, la responsabilità civile si estende allo
Stato e agli enti pubblici.
►Per le infrazioni di minore gravità, ossia quelle per cui è prevista l’irroga-
zione della sanzione del rimprovero verbale, il procedimento disciplinare
è di competenza del responsabile della struttura presso cui presta servizio
il dipendente. Per le richiamate infrazioni trova applicazione la disciplina
Art. 55bis del CCNL di riferimento (comma 1 dell’art. 55bis come novellato)
D.Lgs. 165/2001
Procedimento ►Per le infrazioni punibili con sanzione superiore al rimprovero verbale, vi-
disciplinare ceversa, ciascuna amministrazione, secondo il proprio ordinamento e nell’am-
bito della propria organizzazione, deve individuare l’ufficio per i procedi-
menti disciplinari (UPD) competente (nuovo comma 2), ferma restando la
possibilità, previa convenzione, di provvedere ad una gestione unificata del-
le funzioni dell’UPD da parte di più amministrazioni (nuovo comma 3)
L’iter deve concludersi entro 120 giorni decorrenti dalla contestazione dell’addebito
al dipendente (che è l’atto che definsce in maniera specifica sia l’oggetto dell’iter disci-
plinare sia il tipo di contestazione).
Art. 55quater ►Falsa attestazione della presenza in servizio, mediante l’alterazione dei si-
D.Lgs. 165/2001 stemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ov-
(Licenziamento vero giustificazione dell’assenza dal servizio mediante una certificazione
disciplinare) medica falsa o che attesta falsamente uno stato di malattia
sull’art. 55quater e sull’art. 55quinquies del D.Lgs. 165/2001, ha impostato una discipli-
na più rigorosa in tema di responsabilità disciplinare e relative tempistiche procedimen-
tali, nell’ottica del contrasto/prevenzione delle condotte assenteistiche.
Viene infatti predisposto un iter disciplinare più celere in caso di falsa attestazione della
presenza in servizio (art. 55quater, commi 3bis-3quinquies, D.Lgs. 165/2001, introdotti dal
D.Lgs. 116/2016): questa, se accertata in flagranza ovvero mediante strumenti di sorve-
glianza o di registrazione, determina l’immediata sospensione cautelare senza stipendio
del dipendente, senza obbligo di ascoltarlo preventivamente. La sospensione del «furbet-
to» è disposta dal responsabile della struttura in cui il dipendente lavora o, ove ne venga a
conoscenza per primo, dall’ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD), con provvedimen-
to motivato, in via immediata e comunque entro 48 ore dal momento in cui i suddetti sog-
getti ne sono venuti a conoscenza. Con il medesimo provvedimento di sospensione caute-
lare si procede anche alla contestuale contestazione per iscritto dell’addebito e alla con-
vocazione del dipendente dinanzi all’UPD, tenuto a concludere il procedimento entro 30
giorni dalla ricezione, da parte del dipendente, della contestazione dell’addebito.
Quando ne ricorrono i presupposti, inoltre, al dipendente potrà essere addebitata anche
la responsabilità per il danno all’immagine subito dall’amministrazione: in tali casi,
Il D.Lgs. 150/2009, riforma Brunetta, è intervenuto massicciamente sul sistema dei con-
trolli interni così come delineato dal D.Lgs. 286/1999.
Infatti dal 30 aprile 2010 è abrogata la disciplina sulla valutazione della dirigenza (art.
5 D.Lgs. 286/1999), sostituita da quella relativa alla misurazione e valutazione della per-
formance, svolta dagli Organismi indipendenti di valutazione della performance (OIV);
questi ultimi, conseguentemente, sostituiscono i servizi di controllo interno, comunque
denominati, di cui al D.Lgs. 286/1999.
L’Organismo indipendente, infatti, monitora il funzionamento complessivo del siste-
ma della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elabora una
relazione annuale sullo stato dello stesso; garantisce, altresì, la correttezza dei proces-
si di misurazione e valutazione, nel rispetto del principio di valorizzazione del merito e
della professionalità.
Agli OIV spetta, inoltre, la funzione di valutazione e controllo strategico (art. 6 D.Lgs.
150/2009, come mod. dal D.Lgs. 74/2017, di attuazione della riforma Madia).
In particolare, viene trasferito agli Organismi in questione il compito — prima della ri-
forma Madia spettante agli organi di indirizzo politico e amministrativo supportati dai
dirigenti — di verificare l’andamento della performance rispetto agli obiettivi pro-
grammati nel periodo di riferimento, anche avvalendosi dei risultati dei controlli stra-
tegici e di gestione presenti nella P.A.
Agli OIV compete anche segnalare (ogni volta che lo ritengano opportuno) interventi
correttivi all’organo di indirizzo politico, in caso, ad esempio, di eventi imprevedibili
che incidano sull’organizzazione delle P.A. e sulle sue risorse (v. anche infra).
Sono tradizionalmente definiti beni pubblici quei beni di cui si avvale la pubblica am-
ministrazione per realizzare i propri fini istituzionali (SANDULLI, CASSESE, CERULLI
IRELLI, GIANNIN).
2 *
▻beni demaniali
▸beni del demanio necessario
►Demanio naturale per se stessi, per
(tranne quello militare)
natura
►Demanio provin-
▻art. 824 c.c (strade provinciali)
ciale
►Sono inalienabili (art. 823 c.c.), salvo eccezioni previste dalla legge (D.P.R.
283/2000)
►Non sono suscettibili di acquisto a titolo originario per usucapione (artt.
823 e 1145 c.c.)
►Il diritto di proprietà pubblica dell’ente è imprescrittibile
Regime giuridico
►Sono insuscettibili di espropriazione forzata
dei beni demaniali
►La demanialità si estende anche alle pertinenze e alle servitù
►Il passaggio di beni dal demanio al patrimonio dello Stato deve essere di-
chiarato dall’autorità amministrativa (art. 829 c.c.)
►Beni del demanio ▻acquisto mediante realizzazione, per legge, del bene
artificiale necessa- da parte dell’ente pubblico territoriale; perdita me-
rio diante atto di declassificazione
Acquisto e
perdita della
►Beni del demanio ▻acquisto della demanialità mediante acquisizione
demanialità
artificiale acci- in proprietà da parte dell’ente territoriale e attribu-
dentale zione della destinazione tipica del bene demaniale
►Art. 828 c.c.: tali beni non possono essere sottratti alla destinazione se
non nei modi stabiliti dalla legge
►Soggetti ad usucapione (solo se sottratti alla loro destinazione)
Regime giuridico
►Insuscettibili di espropriazione forzata, salvo nell’ipotesi in cui l’espropria-
zione persegua un interesse pubblico ritenuto prevalente (C.d.S., Ad. Plen.,
27-5-1983, n. 13; art. 4, co. 2, D.P.R. 327/2001)
►Venuta ad esistenza
Acquisto della
►Acquisto in proprietà dell’ente
indisponibilità
►Destinazione
►Autotutela deciso-
Tutela ria ▻spettano esclusivamente all’ente pubblico proprie-
amministrativa ►Autotutela esecu- tario
tiva
10
0 I beni patrimoniali disponibili
Nozione: fanno parte del patrimonio disponibile dello Stato e degli altri enti pubblici
tutti i beni ad essi appartenenti diversi da quelli demaniali e da quelli patrimoniali in-
disponibili.
I beni patrimoniali disponibili non sono beni pubblici, ma solo beni di proprietà di un
ente pubblico. Essi si distinguono dai beni indisponibili per i seguenti profili:
Differenze
11
1 Il federalismo demaniale
Negli ultimi decenni è stato portato avanti, mediante svariate manovre normative, un
progressivo iter di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, sia per gestirlo
più facilmente che per renderlo produttivo sotto il profilo economico.
Tali azioni, sviluppatesi in direttrici diverse, sono poi culminate nella emanazione del
D.Lgs. 85/2010, cd. decreto sul federalismo demaniale, in attuazione della delega con-
tenuta nella L. 42/2009, sul federalismo fiscale e che, pertanto, individua i beni statali
che possono essere attribuiti a titolo non oneroso a Comuni, Province, Città metropo-
litane e Regioni.
►A seguito del trasferimento dispone del bene nell’interesse della colletti-
L’ente territoriale vità rappresentata ed è tenuto a favorirne la massima valorizzazione fun-
zionale
12
2 I diritti reali della P.A. su beni altrui
Con l’obiettivo di tutelare e di valorizzare l’insieme delle risorse naturali presenti nel «de-
Osservazioni
manio civico» è stata emanata la L. 20 novembre 2017, n. 168, contenente norme in ma-
teria di domini collettivi. Si tratta di una normativa che intende riconoscere i domini col-
lettivi quali veri e propri soggetti istituzionali cui compete l’amministrazione del patrimo-
nio civico di uso comune.
Essa, infatti, qualifica il dominio collettivo quale «ordinamento giuridico primario delle
comunità originarie», dotato di capacità di auto-normazione e di capacità di gestione del
patrimonio naturale, economico e culturale, che fa capo alla base territoriale della pro-
prietà collettiva nonché caratterizzato dall’esistenza di una collettività i cui membri han-
no in proprietà terreni ed insieme esercitano più o meno estesi diritti di godimento, in-
dividualmente o collettivamente, su terreni che il Comune amministra o la comunità da
esso distinta ha in proprietà pubblica o collettiva (art. 1 L. 168/2017).
Lo Stato (art. 2) ha il compito di tutelare tali beni, in quanto elementi fondamentali per la
vita e lo sviluppo delle collettività locali, strumenti primari per assicurare la conservazione
e la valorizzazione del patrimonio naturale nazionale, non solo da un punto di vista della
memoria storica di tali territori ma anche come fonte di risorse rinnovabili da valorizzare ed
utilizzare a beneficio delle collettività locali aventi diritto.
►Ex lege
14
4 La tutela giurisdizionale in tema di beni pub-
blici
GIURISDIZIONE
Giudice Giudice
amministrativo ordinario
Art. 133 Codice del processo am- Art. 133 Codice del processo am-
ministrativo: ricorsi contro atti e ministrativo: controversie con-
provvedimenti relativi ai rappor- cernenti indennità, canoni ed al-
ti di concessione di beni pubblici tri corrispettivi
1 L’attività amministrativa
2 Il procedimento amministrativo
6 Il silenzio amministrativo
7 Gli accordi
1
#'#
-
teri
Nozione: l’attività amministrativa è quella mediante la quale i soggetti pubblici (ov-
vero i soggetti privati a questi equiparati) provvedono alla cura concreta degli interes-
si pubblici ad essi affidati (SANDULLI), laddove con la locuzione interessi pubblici deve
farsi riferimento a quegli interessi di cui sono titolari le collettività di riferimento degli
apparati amministrativi che li hanno in cura, e, in ultima analisi, il popolo, al quale vie-
ne riferita la sovranità (SCOCA).
Come si evince dalla nozione, l’attività amministrativa si caratterizza sotto un duplice
profilo: dal punto di vista soggettivo, essa è svolta da una pluralità di soggetti ricondu-
cibili alla figura denominata pubblica amministrazione, mentre dal punto di vista og-
gettivo-contenutistico si estrinseca nella cura, diretta ed immediata, degli interessi pub-
blici ad essa affidati dal legislatore.
►amministrazione attiva: ne fanno parte tutte le attività con cui la P.A. agi-
sce direttamente per realizzare i propri fini: vi rientrano, in particolare, sia
le attività deliberative che esecutive (GIANNINI)
►amministrazione consultiva: comprende quelle attività dirette a fornire,
Tipi di attività sotto forma di pareri, consigli, direttive e orientamenti alle autorità che
amministrativa devono provvedere su un determinato oggetto
►amministrazione di controllo: riguarda le attività dirette a sindacare se-
condo diritto (controllo di legittimità) o secondo le regole della buona am-
ministrazione (controllo di merito) l’operato degli agenti a cui sono deman-
dati i compiti di amministrazione attiva
1iL’attività amministrativa
5
13
2 Attività amministrativa di diritto pubblico e
privato
I comportamenti della P.A. possono, in generale, distinguersi secondo il seguente schema.
▻non producono
►Giuridicamente
alc un ef fetto ▸inviti, messaggi di saluto
irrilevanti
giuridico
3 La discrezionalità amministrativa
lata è legata al diverso atteggiarsi del rapporto tra azione amministrativa e legge: ed
infatti, può accadere che la norma attributiva del potere lasci all’amministrazione un cer-
to margine di operatività nella determinazione contenutistica dell’attività, di modo che
questa risulti la più opportuna ai fini del conseguimento del detto fine pubblico. In tale
prospettiva, a seconda che le venga lasciato o meno un margine di operatività nella
scelta delle concrete modalità operative, si è in presenza, rispettivamente, di attività
discrezionale ovvero di attività vincolata.
Con riferimento all’oggetto della discrezionalità amministrativa, v’è da dire che la facol-
Osservazioni
tà di scelta della P.A. può inerire vari aspetti del suo operare.
In particolare, essa può afferire all’an della emanazione di un provvedimento, ovvero al
quando, sotto il profilo della individuazione del momento più opportuno dell’interven-
to programmato. Ancora, può concernere i due diversi aspetti del quomodo ovvero del
quid, ossia rispettivamente gli elementi accidentali e la forma dell’atto nonchè il conte-
nuto che in concreto si palesi più opportuno.
Sulla base di questa considerazione, parte della dottrina (VIRGA) addiviene ad una clas-
sificazione degli atti amministrativi nelle diverse seguenti categorie:
— atti discrezionali quanto ad emanazione e contenuto. Tali sono gli atti in cui si ri-
scontra il massimo grado della discrezionalità amministrativa, quali, ad esempio, i
provvedimenti contingibili ed urgenti del Sindaco, nonché, in genere, tutti i provvedi-
menti cd. di alta amministrazione;
— atti discrezionali quanto ad emanazione, ma vincolati quanto a contenuto. Tratta-
si di atti che la P.A. è libera di emanare o meno, ma che, ove si risolva in senso positi-
vo, è tenuta ad adottare con un contenuto predeterminato dalla legge. Ne costituisco-
no un esempio le autorizzazioni di polizia;
— atti vincolati quanto ad emanazione, ma discrezionali quanto a contenuto. A tale
categoria appartengono, ad esempio, gli atti di controllo, ovvero quei pareri che non
possono essere rifiutati dall’amministrazione consultiva, la quale è tuttavia libera nel-
la determinazione del loro contenuto;
— atti vincolati quanto all’emanazione ma subordinati all’accertamento di determi-
nati presupposti. È il caso degli accertamenti i quali possono essere a loro volta di-
screzionali o non discrezionali.
1iL’attività amministrativa
7
13
3.2 La tutela del privato nei confronti dell’esercizio
della discrezionalità
4 La discrezionalità tecnica
Nozione: tale tipologia di discrezionalità attiene alle ipotesi nelle quali alla P.A. è rimes-
sa semplicemente una valutazione dei fatti alla stregua di conoscenze tecniche spe-
cialistiche (SANDULLI).
ministrazione effettua, in una certa misura, una scelta discrezionale, seppur basata su
aspetti tecnici o scientifici, che, come osservato dalla dottrina, può «esercitarsi su uno
o più elementi della discrezionalità o, quantomeno concretarsi nella individuazione
dello strumento migliore per la realizzazione di un determinato risultato, quando vi sia-
no più alternative» (MIRABELLA), nell’ipotesi del mero accertamento tecnico, la pub-
blica amministrazione si basa sulle cd. scienze esatte che, per loro natura, escludono
qualsivoglia margine di opinabilità. Pertanto, in presenza di atti adottati sulla scorta
di un mero accertamento tecnico non viene in rilievo alcun margine di apprezzamen-
to da parte della P.A. e gli stessi sono vincolati, per mancanza di valutazione discrezio-
nale.
5 La discrezionalità mista
Nozione: la discrezionalità mista sussiste tutte le volte in cui la P.A. dispone tanto di di-
screzionalità tecnica quanto di discrezionalità amministrativa. In tali ipotesi l’ammini-
strazione è chiamata prima a valutare, alla stregua di una determinata tecnica o scien-
za, la sussistenza delle condizioni necessarie per la sua azione, per poi decidere, secon-
do criteri di opportunità e convenienza, il provvedimento da adottare (ad es.: nel caso
in cui, dopo aver accertato, in base alle norme veterinarie, la sussistenza della peste bo-
vina, debba decidersi se ordinare la distruzione o l’isolamento del bestiame infetto).
I principi che devono orientare l’azione della P.A. nell’espletamento della funzione am-
ministrativa sono riconducibili a diverse fonti normative: mentre nel diritto sovrastata-
le sono i principi affermatisi nell’ordinamento europeo che hanno avuto la maggiore
incidenza nella definizione di un vademecum per la corretta gestione della «cosa pub-
blica», a livello di ordinamento nazionale il riferimento principale è alle norme della Co-
stituzione e alle disposizioni della L. 241/1990, quale legge generale sul procedimen-
to amministrativo, nella veste novellata dalle numerose riforme susseguitesi nei tem-
pi recenti, tra cui posto di spicco spetta al programma di riforme avviate con la legge
delega n. 124/2015 ed i relativi decreti attuativi, cd. riforma Madia.
1iL’attività amministrativa
9
13
Occorre ricordare, inoltre, anche l’ascesa di nuovi, importanti profili che devono orienta-
re la moderna attività amministrativa, tra cui il binomio anticorruzione e trasparenza, che
ispira in maniera sempre più incisiva la produzione legislativa degli ultimi anni (v. infra).
►Ordinamento so-
▻principi europei (richiamo diretto ex art. 1 L. 241/1990)
vranazionale
Fonti
►Ordinamento na- ▻Costituzione
zionale ▻L. 241/1990
►La P.A., da un punto di vista funzionale, deve essere orientata in senso po-
litico-governativo (CARLASSARE), dovendo l’attività amministrativa per-
seguire le finalità pubbliche individuate a livello di indirizzo politico, ma
Separazione tra deve anche essere libera nel suo agire, ossia svincolata da ogni condizio-
politica ed namento politico nel perseguimento dei detti fini. La P.A., infatti, non può
amministrazione essere ridotta a semplice momento esecutivo del Governo (CASETTA)
►Lo spoils system rappresenta un ridimensionamento del principio di sepa-
razione laddove crea un vincolo «fiduciario» tra il Governo, quale organo
politico, e il vertice dirigenziale della P.A.
1iL’attività amministrativa
1
14
Tutela ►L’art. 24 Cost. afferma il principio della azionabilità in giudizio delle situa-
giurisdizionale zioni giuridiche vantate dai cittadini nei confronti dell’amministrazione;
nei confronti l’art. 113 Cost. sancisce il principio della sindacabilità degli atti ammini-
degli atti strativi, garantendo la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi le-
amministrativi gittimi innanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa
►In forza di tale principio sono stati introdotti alcuni istituti volti a snellire
Semplificazione e rendere più celere l’azione della P.A. (conferenza di servizi; scia; accor-
di; silenzio etc.)
►L’individuazione,
all’art. 1, comma 1, L.
241/1990, dei crite-
ri di economicità, ▻economicità: ottimizzazione dei risultati in relazio-
efficacia, imparzia- ne ai mezzi messi a disposizione
lità, pubblicità e tra- ▻efficacia: raffronto tra risultati programmati e ri-
sparenza, quali cri- sultati raggiunti
teri guida dell’azio- ▻imparzialità: equidistanza della P.A. rispetto agli
ne amministrativa, interessi coinvolti in una determinata fattispecie
Efficienza
è la dimostrazione ▻pubblicità: la P.A. deve operare secondo metodolo-
della volontà del gie e misure comprensibili ed evidenti all’esterno
legislatore di im- ▻trasparenza: immediata e facile controllabilità di
prontare quest’ul- tutti i passaggi in cui si articola l’attività ammini-
tima secondo prin- strativa onde favorirne e garantirne lo svolgimen-
cipi efficientistici e to imparziale (v. amplius infra)
manageriali tipici
delle imprese pri-
vate
Obbligo
di conclusione ►La P.A. ha il dovere di concludere il procedimento amministrativo con l’a-
esplicita del dozione di un provvedimento espresso, sia quando il procedimento è inizia-
procedimento to su istanza di parte che d’ufficio
amministrativo
Obbigo generale
►La motivazione consente di conoscere i presupposti di fatto e le ragioni giu-
di motivazione del
ridiche che hanno indotto l’amministrazione ad adottare un certo tipo di
provvedimento
provvedimento in relazione alla fattispecie concreta
amministrativo
►L’art. 3bis L. 241/1990 stabilisce il dovere della P.A. di incentivare l’uso della
telematica, sia nei rapporti tra le diverse amministrazioni che tra queste e i
privati.
Uso della In argomento deve ricordarsi che il Codice dell’amministrazione digitale,
telematica ed D.Lgs. 82/2005, nella nuova veste delineata dalle successive riforme,
informatizzazione nell’esplicitare il diritto all’uso delle tecnologie, espressamente prevede che
dell’attività la gestione dei procedimenti amministrativi deve essere attuata, dai sogget-
amministrativa ti a ciò preposti, in maniera tale da garantire mediante strumenti informa-
tici, la possibilità per il cittadino di verificare, ad es., lo stato di avanzamen-
to del procedimento, i termini, il responsabile dello stesso etc. (v. amplius
infra Cap. 2 di questa Parte)
7 Trasparenza e anticorruzione
1iL’attività amministrativa
3
14
►Contrasto alla corruzione, intesa sia come reato, punito dal Codice penale
(artt. 318 e ss. c.p.) insieme a tutti gli altri reati contro la pubblica ammi-
Anticorruzione nistrazione posti in essere da pubblici ufficiali, sia come complesso gene-
rale di situazioni che provocano violazione dei doveri legati alle pubbliche
funzioni e malfunzionamento dell’apparato pubblico
►Sono predisposti dalle singole amministrazioni sulla base del PNA ma te-
nendo conto ciascuna del proprio contesto di riferimento, al fine di adot-
Piani Triennali di tare le misure più idonee a combattere la corruzione
prevenzione della
corruzione (PTPC) ►Nei Piani Triennali sono confluiti i precedenti Programmi per la traspa-
renza e l’integrità (oggi, Piano triennale di prevenzione della corruzione
e di trasparenza (PTPCT)
Osservazioni
nale, dall’A.N.AC. e, all’interno di ogni singola amministrazione, dal Responsabile anti-
corruzione e trasparenza.
Il Responsabile, in particolare, ha il compito di segnalare all’Organo di indirizzo e all’or-
ganismo indipendente di valutazione (OIV) le disfunzioni relative all’attuazione delle mi-
sure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza e di indicare agli uffici
competenti all’esercizio dell’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non han-
no attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di tra-
sparenza. Negli enti locali, tale figura in genere coincide con il Segretario o dirigente api-
cale.
Si tratta di una figura strategica, che, per la delicatezza dei suoi compiti, è responsabile an-
che personalmente in caso di commissione, all’interno dell’amministrazione, di un reato
di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato.
All’interno di ogni P.A., il Responsabile anticorruzione svolge, in genere, anche le funzioni
di Responsabile per la trasparenza: egli perciò sarà responsabile anche in ipotesi di ina-
dempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente (art. 43 D.Lgs.
33/2013, T.U. Trasparenza).
1iL’attività amministrativa
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14
note
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2 Il procedimento amministrativo
2
4 La L. 241/1990
►Individuazione
dell’unità orga-
▻consente agli interessati di verificare l’operato del-
nizzativa respon-
la P.A.
sabile del proce-
dimento (art. 4)
►Individuazione e
comunicazione del
▻responsabilizzazione dei funzionari preposti alla
nominativo del re-
Capo II - gestione del procedimento
sponsabile del pro-
Responsabile
cedimento (art. 5)
del procedimento
(artt. 4-6bis)
►Compiti del re-
▻sono diretti ad una maggiore celerità del procedi-
sponsabile del pro-
mento
cedimento (art. 6)
tivo nel corso del procedimento, potendo interloquire con l’amministrazione proceden-
te nonché fornire il proprio apporto, influenzando la determinazione finale (LIBERATI).
In secondo luogo, bisogna sottolineare che, come chiarito più volte dalla dottrina e dal-
la giurisprudenza, l’adempimento della comunicazione di avvio non va inteso in senso
meramente formalistico, in quanto esso deve mettere entrambe le parti — amministra-
zione da un lato e privati dall’altro — in condizione di potere effettivamente esporre le pro-
prie ragioni, concretizzando, così, il momento dialettico tra P.A. e cittadini.
Nella comunicazione, ex art. 8 L. 241/1990, devono essere indicati:
— l’amministrazione competente;
— l’oggetto del procedimento;
— l’ufficio e la persona responsabile del procedimento;
▻violazione di legge
►Annullabilità del ▻eccesso di potere
provvedimento
(art. 21octies) ▻incompetenza
▻vizi non invalidanti (art. 21octies, comma 2)
La conferenza di servizi (artt. 14 e ss. L. 241/1990, novellati dal D.Lgs. 127/2016, attua-
Osservazioni
tivo della c.d. riforma Madia) costituisce una forma di cooperazione tra le pubbliche am-
ministrazioni — nella sua triplice veste: istruttoria, decisoria e preliminare — che ha lo
scopo di realizzare, attraverso l’esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti,
la semplificazione di taluni procedimenti amministrativi cui sono chiamate a partecipare
diverse amministrazioni.
Sono due le modalità in cui la conferenza può svolgersi:
— in maniera «semplificata« o «asincrona«, che è oggi la regola;
— in maniera simultanea o «sincrona», mediante cioè l’incontro «fisico» trai vari parte-
cipanti.
La conferenza semplificata (asincrona) è, come detto, la regola quando è possibile assu-
mere decisioni tra diverse amministrazioni attraverso un semplice scambio di informa-
zioni e documenti in via telematica tra i rappresentanti delle amministrazioni interes-
sate. La relativa disciplina è recata dall’art. 14bis L. 241/1990.
Se, invece, la determinazione da assumere si riveli particolarmente complessa, o lo richie-
dano le altre amministrazioni o il privato interessato, l’amministrazione procedente può
agire in sede di conferenza in forma simultanea e in modalità sincrona.
La convocazione della conferenza di servizi simultanea (sincrona) si ha, ai sensi dell’art.
14ter L. 241/1990:
— in caso di eventuale conclusione infruttuosa della conferenza in modalità asincrona,
ad esempio nel momento in cui siano stati raccolti dissensi che l’amministrazione ri-
tiene possibile e opportuno superare;
— oppure, come anticipato, nei casi di particolare complessità della decisione da assu-
mere.
Quando la conferenza è simultanea, la peculiarità sta nel fatto che ogni amministrazio-
ne partecipa mediante un unico rappresentante legittimato ad esprimere in maniera
definitiva, univoca e vincolante la posizione della P.A. medesima su tutte le decisioni di
competenza della conferenza.
Ai sensi dell’art. 14quater L. 241/1990, la determinazione motivata di conclusione della
conferenza, adottata dall’amministrazione procedente all’esito della stessa, sostituisce
a ogni effetto tutti gli atti di assenso, comunque denominati, di competenza delle am-
ministrazioni e dei gestori di beni o servizi pubblici interessati.
►I tempi di cui all’art. 2 cit. non riguardano i procedimenti di verifica o au-
torizzativi concernenti beni storici, culturali, archeologici, artistici e pae-
Eccezioni
saggistici, per i quali restano ferme le disposizioni di cui al D.Lgs. 42/2004
(Codice dei beni culturali), nonché i procedimenti in materia di ambiente
7.1 $
#
▸richieste (manifestazio-
Fase d’iniziativa ne di volontà con cui
l’autorità amministrati-
▻eteronoma (quando va competente si rivol-
►Iniziativa d’ufficio l’attività propulsiva ge ad altra autorità per
promana da un orga- sollecitare l’emanazione
no diverso da quello di un atto che altrimen-
competente all’emis- ti non potrebbe essere
sione del provvedi- emanato)
mento finale) ▸proposte (manifestazio-
ni di giudizio dell’organo
propulsivo circa il conte-
nuto da dare all’atto)
►Acquisizione degli
Fase istruttoria interessi (defini- ▻conferenza di servizi (artt. 14 ss. L. 241/1990)
zione degli interes-
si pubblici e priva- ▻partecipazione dei privati al procedimento ammi-
ti coinvolti nel nistrativo
procedimento)
►Elaborazione dei
fatti e degli inte- ▻eventuale richiesta di pareri
ressi
►Decisione discrezionale
►Decisione vincolata
►Decisioni monostrutturate
Fase decisoria
▻conferenza di servizi (artt. 14 ss. L. 241/1990)
►Decisioni pluri- ▻accordi di programma (art. 15 L. 241/1990)
strutturate ▻accordi diretti a determinare il contenuto del prov-
vedimento o sostitutivi di questo (art. 11 L. 241/1990)
Si ricordi che gli atti amministrativi vengono sottoposti ad un controllo, da parte del-
la stessa P.A. o di altro soggetto esterno, che può intervenire sia su un atto già perfetto
ma non efficace, sia su un atto che già esplica effetti.
Sulla funzione di controllo e, in particolare, sul controllo sugli atti si veda infra Cap. 8.
Le disposizioni della L. 241/1990 si applicano, (ex art. 29) alle amministrazioni statali e
Osservazioni
agli enti pubblici nazionali nonché alle società con totale o prevalente capitale pubblico,
limitatamente all’esercizio delle funzioni amministrative. Le disposizioni di cui agli arti-
coli 2bis (responsabilità per il ritardo nella conclusione del procedimento), 11 (accordi)
15 (accordi tra pubbliche amministrazioni) e 25, commi 5, 5bis e 6 (tutela giurisdiziona-
le del diritto di accesso) nonché quelle del capo IVbis (efficacia ed invalidità del provve-
dimento amministrativo) si applicano a tutte le amministrazioni pubbliche.
Le Regioni e gli enti locali regolano le materie disciplinate dalla L. 241/1990 nel rispetto
delle garanzie costituzionali e della tutela del cittadino.
Inoltre, è specificato che attengono ai livelli essenziali delle prestazioni di cui all’artico-
lo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, le disposizioni concernenti gli ob-
blighi per la pubblica amministrazione di garantire la partecipazione dell’interessato al
Diritto
all’identità digitale ►Chiunque ha il diritto di accedere ai servizi on-line offerti dai pubblici uf-
e al domicilio fici, tramite la propria identità digitale
digitale (art. 3bis)
Diritto
di effettuare
►Le P.A. sono obbligate ad accettare, tramite una piattaforma tecnologica,
qualsiasi
i pagamenti loro spettanti a qualsiasi titolo attraverso sistemi di pagamen-
pagamento
to elettronico, inclusi quelli basati sull’uso del credito telefonico in caso di
con modalità
micro-pagamenti
informatiche
(art. 5)
Diritto a servizi ►Chiunque ha diritto di fruire dei servizi erogati dai soggetti tenuti all’ap-
on-line semplici e plicazione del CAD, in forma digitale e in modo integrato, anche attraver-
integrati (art. 7) so dispositivi mobili
►Le P.A. devono fornire ogni forma di uso delle nuove tecnologie per pro-
muovere una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti all’este-
Partecipazione
ro, al processo democratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici e
democratica
civili e migliorare la qualità dei propri atti, anche attraverso l’utilizzo di
elettronica (art. 9)
forme di consultazione preventiva per via telematica sugli schemi di atto
da adottare
10
0 Gli strumenti della P.A. digitale
I diritti individuati nel Codice dell’amministrazione digitale sono resi effettivi dalla P.A.
mediante l’utilizzo di alcuni strumenti, che costituiscono il «mezzo» per realizzare un’ef-
fettiva digitalizzazione dell’azione amministrativa.
Affinché un atto amministrativo sia perfetto (è tale quando sussistono tutti gli elementi ne-
cessarii per la sua esistenza giuridica) ed efficace (cioè idoneo a produrre gli effetti giuridici
In sintesi
propri del tipo al quale l’atto appartiene), esso deve essere emanato all’esito di un parti-
colare iterr, che, nel suo complesso, prende il nome di procedimento amministrativo.
Quest’ultimo, dunque, può essere definito come «la serie coordinata di atti e di opera-
zioni volta a prefigurare un assetto di interessi tali da consentire di perseguire, per il
tramite di un atto conclusivo, il fine pubblico, garantendo le previste forme di tutela in
seno alla istruttoria ed arrecando il minor pregiudizio possibile agli interessi compre-
senti» (SALTARI).
Pertanto, il procedimento si configura quale presupposto per la emanazione del prov-
vedimento finale, nel rispetto delle regole di garanzia e di tutela previste dall’ordina-
mento (LIBERATI).
L’utilizzo sempre più frequente del procedimento amministrativo quale strumento di for-
mazione della volontà della pubblica amministrazione — emblematica, in tal senso, è
►Atti discrezionali
Discrezionalità
►Atti vincolati
3 Provvedimenti amministrativi
Nozione: manifestazioni di volontà, aventi rilevanza esterna, provenienti da una P.A.
nell’esercizio di una attività amministrativa indirizzata a soggetti determinati o deter-
minabili e in grado di modificare unilateralmente la sfera giuridica degli stessi. L’ema-
nazione dei provvedimenti è in genere preceduta da un «insieme di atti, fatti ed attivi-
tà, tutti tra di loro connessi» (caratterizzati, pertanto, da uno scopo comune ed unita-
rio qual è l’adozione del provvedimento finale), che confluiscono nel procedimento
amministrativo (CASETTA).
►I provvedimenti
amministrativi ▻con riguardo al contenuto
Tipicità sono solo quelli
previsti dall’ordi- ▻con riguardo alla funzione
namento
Temperamenti
ai principi ►Le ordinanze di necessità ed urgenza nelle materie previste tassativamen-
di nominatività e te dalla legge
tipicità
►termine: può essere apposto solo a quegli atti per cui la legge non di-
sponga diversamente: esso differisce l’inizio o la cessazione degli effetti
dell’atto
►condizione: apponibile solo agli atti di amministrazione attiva e di con-
Elementi trollo; subordina l’inizio o la cessazione degli effetti dell’atto al realizzarsi
accidentali di un evento futuro e incerto
►onere: valido solo per le autorizzazioni e concessioni cioè ad atti che de-
terminano un ampliamento della sfera giuridica del destinatario
►riserva: mediante la quale la P.A. ha la facoltà di adottare futuri provvedi-
menti, in relazione all’oggetto dell’atto emanato
►sono quegli elementi che, in quanto previsti dalla legge per il tipo astratto
Elementi naturali di atto, si considerano sempre inseriti in esso, anche se non apposti espres-
samente
Quanto al momento in cui un atto inizia a produrre effetti bisogna distinguere tra atti
recettizi — che sono quelli che producono effetti solo quando sono portati a conoscen-
za del destinatario — e atti non recettizi.
Per gli atti non recettizi gli effetti si producono dal momento stesso in cui l’atto sia po-
sto in essere; per gli atti recettizi, invece, gli effetti decorrono solo dalla comunicazione
dello stesso al suo destinatario.
amministrativi efficaci sono eseguiti immediatamente, salvo che sia diversamente sta-
bilito dalla legge o dal provvedimento medesimo.
A tale proposito, vengono in rilievo due figure:
a) la proroga: è il provvedimento con cui la P.A. differisce ad un momento successivo, ri-
spetto a quello previsto dall’atto, il termine di scadenza dell’atto stesso. Per essere pro-
duttiva di effetti essa deve intervenire necessariamente prima della scadenza e va adot-
tata con le stesse modalità richieste per l’atto da prorogare. Essa è un vero e proprio
atto innovativo rispetto a quello da prorogare, e come tale è soggetto a tutte le impu-
gnative che si potevano intentare nei confronti dell’atto;
9 Le autorizzazioni
Nozione: l’autorizzazione è il provvedimento mediante il quale la P.A., nell’esercizio di
un’attività discrezionale, in funzione preventiva e di regola ad istanza dell’interessato,
provvede alla rimozione di un limite legale posto all’esercizio di un’attività inerente ad
un diritto soggettivo o ad una potestà pubblica che preesistono in capo al destinatario.
10
0 Figure analoghe all’autorizzazione
11
#'
(s.c.i.a.)
11.2 Disciplina
L’attuale formulazione dell’art. 19 L. 241/1990 è la risultante di numerosi interventi le-
gislativi, che hanno, negli anni, impostato una disciplina dell’istituto completamente
innovativa rispetto al passato. In particolare, con la L. 124/2015 di riforma della P.A. e
il relativo decreto attuativo, D.Lgs. 30-6-2016, n. 126, hanno profondamente novella-
to la relativa disciplina nell’ottica della semplificazione e della «sburocratizzazione».
►Il termine entro il quale la P.A. può adottare provvedimenti inibitori dell’at-
Peculiarità della tività è ridotto da 60 a 30 gg. dal ricevimento della segnalazione
s.c.i.a. (ex d.i.a.) ►Restano ferme le disposizioni, contenute nel D.P.R. 380/2001 e nelle leg-
in materia edilizia gi regionali, relative alla vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia, alla re-
sponsabilità e alle sanzioni
semplificazione degli oneri a carico dei privati, l’art. 19bis L. 241/1990, introdotto dal ci-
tato D.Lgs. 126/2016, in attuazione della riforma della P.A. cd. Madia, prevede che sul sito
istituzionale di ciascuna amministrazione debba essere indicato lo sportello unico, di
regola telematico, al quale presentare la SCIA, anche in caso di procedimenti connessi
di competenza di altre amministrazioni ovvero di diverse articolazioni interne dell’am-
ministrazione ricevente. Si tratta di una estrinsecazione della esigenza di «concentrare»
adempimenti ed attività.
Possono poi essere istituite più sedi di tale sportello, ma al solo scopo di garantire la plu-
ralità dei punti di accesso sul territorio.
12
2 Il silenzio assenso (Rinvio)
13
3 Le concessioni
►Costitutive: si asse-
gnano al concessio-
nario diritti e pote- ▻di diritti subiettivi
stà che non trovano ▻di diritti all’esercizio di professioni cui sia limitato
corrispondenti in il numero degli esercenti
quelli dell’ammini-
strazione
La responsabilità
►Il concessionario agisce sempre e soltanto in nome proprio ed è responsa-
per i fatti illeciti
bile in proprio degli atti e dei fatti illeciti
del concessionario
15
5 Gli ordini
Nozione: gli ordini sono provvedimenti restrittivi della sfera giuridica del destinata-
rio con i quali la P.A., a seguito di una scelta discrezionale o di semplice accertamento,
fa sorgere nuovi obblighi giuridici o impone un comportamento determinato. Pos-
sono distinguersi in generali o speciali, in comandi (ordini positivi) o divieti (ordini ne-
gativi).
16
6 Gli atti ablativi reali
Nozione: gli atti ablativi reali sono i provvedimenti mediante i quali la P.A. priva il ti-
tolare di un diritto reale, estinguendolo, trasferendolo o limitandolo (si pensi, a titolo
esemplificativo, alla espropriazione. Su tale argomento si fa rinvio alla Parte V, Cap. 2).
►Atti amministrativi con i quali la P.A., tenuta per legge a far fronte ad un
obbligo in relazione ad un dato rapporto di diritto pubblico di natura pa-
Atti paritetici
trimoniale, determina unilateralmente il contenuto dell’obbligo stesso in
base ad una mera attività accertativa
3.1 $
►Certezze di fatti
►Certezze di rapporti
Funzione certativa
►Certezze legali
►Certezze notiziali
3.2 Tipologia
▻acclaramenti
▻accertamenti
▻certazioni
▻ispezioni
▻inchieste
►GIANNINI ▻verbalizzazioni
Tipologia degli
atti ricognitivi ▻certificazioni
(dottrina) ▻registri
▻registrazioni
▻notificazioni
▻comunicazioni
4 I pareri
Nozione: sono atti consistenti in manifestazioni di giudizio con cui gli organi dell’am-
ministrazione consultiva mirano ad illuminare e/o consigliare gli organi dell’ammini-
strazione attiva: in tale prospettiva, essi consistono in giudizi su un’attività che dovrà
essere compiuta da parte di chi li chiede.
Sono di regola di competenza di speciali organi collegiali, privi di autonomia funzio-
nale e quindi impugnabili congiuntamente all’atto finale del procedimento cui si rife-
riscono (sull’attività consultiva cfr. l’art. 16 L. 241/1190).
►Obbligatori (la
legge impone ▻non vincolanti
Classificazione
all’organo dell’am- ▻vincolanti
ministrazione at- ▻parzialmente vincolanti
tiva di richiedere ▻conformi
il parere)
►Conoscitiva
Funzione ►Valutativa
►Di coordinamento
4.2 Disciplina
L. 241/1990, subisce una deroga con riferimento ai pareri che devono essere rilasciati
da amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistica, territoriale e del-
la salute dei cittadini (art. 16, comma 3).
Il legislatore, inoltre, ai commi 4 e 5 dell’art. 16, ha previsto, rispettivamente, che i termi-
ni per il rilascio dei pareri (obbligatori e facoltativi) possano essere interrotti, per una sola
volta, qualora l’organo consultivo abbia rappresentato all’amministrazione la necessità
di esigenze istruttorie (in tal caso, il parere deve essere reso entro 15 giorni dalla ricezio-
ne dei detti elementi istruttori), nonché la trasmissibilità dei pareri con mezzi telematici.
I pareri vanno tenuti distinti dalle cd. valutazioni tecniche, disciplinate dall’art. 17 L. 241/1990.
La differenza tra parere e valutazione tecnica risiede, secondo alcuni, nella circostan-
Differenze
►Atti propulsivi
dell’esercizio di ▻richieste, proposte, direttive
poteri
Tipi
►Atti propulsivi per
l’adempimento di ▻intimazioni, diffide, contestazioni
obblighi
Quella degli atti amministrativi non provvedimentali costituisce una categoria residua-
le che si caratterizza in quanto questi ultimi non sono di norma dotati di esecutorietà, di
In sintesi
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5 Patologia dell’atto amministrativo
►Quando difetti o sia viziato uno degli elementi o requisiti prescritti, ovve-
Invalido ro quando vi sia lesione dell’interesse concreto tutelato dalla norma vio-
lata. A seconda della gravità dei vizi l’atto può essere nullo o annullabile
►Quando l’atto presenta un vizio per il quale la legge non commina conse-
Irregolare guenze negative per l’atto stesso, ma solo delle sanzioni amministrative a
carico dell’agente
Poi vi sono degli stati patologici caratterizzati dal fatto che il provvedimento, pur conforme
allo schema legale, non è comunque idoneo a produrre effetti. L’atto, pertanto, può essere:
►Allorché non si sia ancora concluso il suo ciclo di formazione (D.P.R. non
Imperfetto controfirmato dal Ministro)
►Quando l’atto,
benché perfetto,
non è idoneo a ▻dalla legge (controlli)
produrre gli effet- ▻dalla natura dell’atto ricettizio (comunicazione)
Inefficace
t i g iur idici in ▻dallo stesso provvedimento (condizione sospensi-
quanto sono ine- va, termine iniziale)
sistenti i requisiti
d’efficacia previsti
3 La nullità
Inesistenza ►Quando l’agente che ha emanato l’atto non è qualificabile come organo
del soggetto della P.A.
Incompetenza
►Quando l’atto è emanato da un organo, astrattamente competente, ma al
assoluta per
di fuori della propria sfera di competenza territoriale
territorio
►Termine passivo
del provvedimento ▻non esiste in rerum natura
e cioè il destinata-
Inesistenza ▻è indeterminato o indeterminabile
rio o la res sui qua-
li l’atto produce gli ▻non è idoneo a realizzare gli effetti che il provvedi-
dell’oggetto
effetti giuridici, è mento mira a produrre
inesistente quando
Mancanza di ►Nelle ipotesi nelle quali la forma sia prescritta ad substantiam, e cioè a pena
forma essenziale di nullità
►Quando la parte
precettiva dell’at-
to ovvero ciò che ▻indeterminata o indeterminabile
Inesistenza
l’atto intende au- ▻illecita
del contenuto
torizzare, dispor- ▻impossibile
re, ordinare, atte-
stare etc. è
Dal punto di vista processualistico, l’art. 31 del Codice del processo amministrativo di-
sciplina l’azione di accertamento, e relativa declaratoria, delle nullità previste dalla leg-
ge. Inoltre, il Codice ha attribuito alla giurisdizione esclusiva del giudice amministra-
tivo la cognizione delle controversie in materia di nullità del provvedimento ammini-
strativo adottato in violazione o elusione del giudicato (art. 133 c.p.a.).
►Inesistenza giuridica
►Inesecutorietà
Conseguenze
►Inannullabilità
della nullità
►Insanabilità
►Inconvalidabilità
4 L’illegittimità
Nozione: l’atto amministrativo esistente che presenta vizi di legittimità incidenti sui
suoi elementi essenziali, determinando la difformità del provvedimento dalla norma-
tiva vigente e, dunque, la sua annullabilità, è illegittimo.
La fonte normativa originaria dei vizi di «legittimità» era l’art. 26 R.D. 1054/1924, che in-
dividuava quali categorie di vizi l’incompetenza, l’eccesso di potere e la violazione di
legge. Attualmente essa è rinvenibile nell’art. 21octies L. 241/1990 che, al comma 1, in-
dividua quegli stessi vizi come causa di annullabilità del provvedimento amministrati-
vo, nonché nell’art. 29 del Codice del processo amministrativo, che, appunto, discipli-
na l’azione di annullamento, per violazione di legge, eccesso di potere e incompetenza.
tanto, non sarà mai un atto (profilo che riguarda l’illegittimità) ma sempre e solo un
comportamento contra ius al quale la legge ricollega una responsabilità ed una assog-
gettabilità a sanzione per l’autore dell’illecito.
4.1 L’incompetenza
Nozione: si ha incompetenza quando un organo della P.A. agisce al di là del comples-
so di poteri e di funzioni che esso può, per legge, esercitare. L’incompetenza è assolu-
ta, quando l’organo della P.A. emana un atto in una materia del tutto sottratta alla com-
petenza amministrativa e riservata ad un altro potere dello Stato; è relativa se si veri-
fica fra organi appartenenti allo stesso ramo di amministrazione. Quando si fa riferimen-
to all’incompetenza quale causa di annullabilità dell’atto, ci si riferisce all’incompeten-
za relativa.
►Sviamento di po- ▻la P.A. usa un suo potere discrezionale per un fine
tere, ossia eserci- diverso da quello per il quale il potere era stato con-
zio del potere per ferito
Presupposti
fini diversi da ▻la P.A. persegue sì un interesse pubblico, ma con
quelli stabiliti dal un potere diverso da quello previsto a tal fine dal-
legislatore la legge
►Teoria del vizio di volontà (individua il vizio non nella volontà in quanto
tale, ma nel procedimento corretto di formazione della volontà)
►Teoria del vizio della causa (individua il vizio nello sviamento dal fine
pubblico determinato dalla norma)
Natura giuridica ►Teoria del vizio dei motivi (mancanza di imparzialità nell’attività ammi-
nistrativa che emerge dalla valutazione dei motivi impliciti o esplicitati)
►Teoria del vizio della funzione (il vizio dell’atto non deriva dalla deviazio-
ne dal fine tipico ma dalla «linea di continuità costituita dal complesso di
atti e provvedimenti attraverso i quali si svolge la funzione». L’azione deve
svolgersi nel rispetto della linea di coerenza tra una valutazione e le altre)
►La dottrina e la
giurisprudenza,
consapevoli della ▻travisamento ed erronea valutazione dei fatti
difficoltà di rag- ▻illogicità o contraddittorietà della motivazione
giungere la prova
del vizio, hanno in- ▻contraddittorietà tra più atti
dividuato una serie ▻inosservanza di circolari
Figure
di ipotesi in cui, ▻disparità di trattamento
sintomatiche
pur senza essere ▻ingiustizia manifesta
raggiunta la prova, ▻violazione e vizi del procedimento
si verificano sinto-
mi (o indici) di un ▻vizi della volontà
esercizio non fun- ▻mancanza di idonei parametri di riferimento
zionale del potere
amministrativo
►Giuridicamente esistente
Atto illegittimo ►Efficace
►Esecutorio
L’atto annullabile, infine, può essere sanato, ratificato o convertito in un atto valido (su
queste ultime figure, v. amplius infra).
Regime
►Opera il regime generale della verifica dell’interesse pubblico e dell’elimi-
d’annullamento
nazione dell’atto, non quello dell’annullamento automatico
dell’atto
Campo
►I vizi di merito possono invalidare solo gli atti discrezionali
d’applicazione
L’atto
amministrativo ►Una sentenza dell’autorità giurisdizionale amministrativa
viziato può essere ►Una decisione amministrativa provocata dal ricorso dell’interessato
eliminato ►Un atto amministrativo spontaneo di ritiro della P.A.
attraverso
per la
Atto riguardo
per VIRGA è per SANDULLI è GIURISPRUDENZA
agli effetti
è
Ritiro ex tunc di atto viziato ab
Annullamento Annullamento Annullamento
origine per vizio di legittimità
Annullamento
Ritiro di atto viziato ab origi-
Revoca ex nunc per vizio di Revoca
ne nel merito
merito ex nunc
Ritiro di atto divenuto illegit- Pronuncia di
Pronuncia di
timo successivamente alla sua decadenza Rimozione
decadenza
emanazione accertativa
Ritiro di atto divenuto inop-
portuno successivamente alla Abrogazione Revoca Revoca
sua emanazione
9.2
►Atti vincolati
►Atti la cui efficacia si è già esaurita
►Atti costitutivi di status
Atti irrevocabili
►Atti costitutivi di diritti quesiti
►Provvedimenti contenziosi
►Atti di mera esecuzione
Non incidenza ►È possibile che siano revocati diritti soggettivi perfetti già concessi con
della revoca precedente atto amministrativo, ma non possono essere revocati i diritti
sui diritti quesiti che i beneficiari hanno già esercitato
►La revoca ha efficacia ex nunc e gli effetti dell’atto revocato cessano dal
Conseguenze
momento di operatività della revoca
9.4 L’abrogazione
Nozione: l’abrogazione (o rimozione) è un atto di ritiro che si attua per il sopravveni-
re di nuove circostanze di fatto che rendono l’atto non più rispondente al pubblico in-
teresse; si differenzia dalla revoca, che si concretizza nella rivalutazione delle stesse
circostanze originarie (VIRGA). Gli atti suscettibili di abrogazione sono gli stessi che pos-
sono essere revocati. Gli effetti dell’abrogazione si producono ex nunc. SANDULLI la ri-
conduce nell’ambito della revoca.
►È un atto di ritiro di precedenti atti ampliativi delle facoltà dei privati emes-
so dalla P.A. in caso di inadempimento di obblighi e oneri; in caso di man-
Pronuncia
cato esercizio delle facoltà; nell’ipotesi del venir meno dei requisiti neces-
di decadenza
sari sia per la costituzione che per la continuazione del rapporto. Sandul-
li non la configura come atto di ritiro
►È un atto di ritiro che si esplica nei confronti di atti non ancora efficaci. Per
Mero ritiro il ritiro è condizione sufficiente l’accertamento dell’illegittimità o inoppor-
tunità, non essendo richiesto l’apprezzamento di un interesse pubblico
L’atto di ritiro
affetto da vizi
di legittimità può ►Ciò determina la riacquisizione di efficacia dell’atto ritirato
essere impugnato
da parte del ►Laddove ciò non possa avvenire, il privato godrà della tutela risarcitoria
privato e in seguito
annullato
10
0 Convalescenza dell’atto amministrativo
Con l’espressione «patologia», infatti, si indica uno stato di «malattia» dell’atto giuri-
dico, e, nella specie, di quello amministrativo.
Il vizio dell’atto amministrativo indica proprio la divergenza tra la fattispecie in concre-
to posta in essere dalla P.A. ed il modello astratto predeterminato in sede normativa.
Al fine di rilevare un vizio è necessario procedere ad una comparazione tra l’atto posto
in essere ed il modello astratto. In diritto amministrativo esiste una particolarità in base
alla quale l’atto adottato dalla P.A. per essere legittimo deve rispondere ad un duplice
criterio: deve essere conforme alle norme di legge, da un lato, ed alle regole di opportu-
nità, dall’altro.
Ne consegue che i vizi che possono inficiare l’atto amministrativo possono essere:
— di legittimità, qualora l’atto si discosti da quanto disposto dalle norme giuridiche;
— di merito, qualora l’atto, sebbene conforme alle norme, non sia rispondente alle re-
gole di buona amministrazione.
La rilevanza dei vizi di merito trova la propria ratio giustificatrice nel fatto che l’attivi-
tà della P.A. è un’attività funzionalizzata, nel senso che essa non solo deve essere con-
forme alle norme di legge, ma deve essere, comunque, protesa alla realizzazione dell’in-
teresse pubblico (causa del potere).
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6 Il silenzio amministrativo
Con lo scopo di «sburocratizzare» gli adempimenti, la L. 124/2015, cd. legge delega di ri-
Osservazioni
forma della P.A., ha introdotto il nuovo art. 17bis alla L. 241/1990, rubricato «Silenzio as-
senso tra amministrazioni pubbliche».
Si tratta di una norma immediatamente precettiva, in base alla quale, se per l’adozione
di alcuni provvedimenti amministrativi è prevista l’acquisizione di assensi, concerti o
nulla osta da parte di altre amministrazioni, gli stessi dovranno essere resi entro tren-
ta giorni.
Il termine potrà essere interrotto se l’amministrazione che deve pronunciarsi presenta
richieste istruttorie. Nel caso in cui la P.A. non si pronunci entro questo termine, scatte-
rà il silenzio assenso e, pertanto, l’assenso, il concerto o il nulla osta si intenderanno ac-
quisiti.
Il silenzio assenso si applicherà anche ai casi in cui è prevista l’acquisizione di assensi,
concerti o nulla osta di competenza delle amministrazioni preposte alla tutela ambien-
Silenzio ►Si ha quando il silenzio di una P.A. comporta l’attribuzione della compe-
devolutivo tenza ad altra autorità
►Il decorso del termine comporta la consumazione del potere della P.A. di
Silenzio assenso decidere sull’istanza, e cioè l’inammissibilità di una pronuncia tardiva di
rigetto
7iGli accordi
1
20
►Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse l’amministrazione può rece-
dere unilateralmente dall’accordo, salvo l’obbligo di provvedere alla liqui-
dazione di un indennizzo in relazione agli eventuali pregiudizi verificati-
si in danno del privato
Disciplina
►Ai sensi dell’art. 133 del Codice del processo amministrativo D.Lgs.
104/2010) le controversie in materia di formazione, conclusione ed ese-
cuzione di accordi integrativi e sostitutivi sono devolute alla giurisdizio-
ne esclusiva del giudice amministrativo
ricostruzione in termini pubblicistici degli accordi di cui all’art. 11 L. 241/1990. Ed infatti, se-
condo i giudici della Consulta, tali fattispecie, in quanto inserite nell’ambito del procedimen-
to amministrativo, costituiscono pur sempre espressione di un potere discrezionale della
stessa P.A. o meglio, dell’esercizio, ancorché in via indiretta o mediata, del potere pubblico.
E ciò giustifica la devoluzione ex art. 133 Codice del processo amministrativo, delle con-
troversie in materia di accordi alla giurisdizione esclusiva del G.A.
►Gli accordi devono essere stipulati, a pena di nullità, per atto scritto
►Si applicano i principi del Codice civile in materia di obbligazioni e con-
tratti, ove non diversamente previsto ed in quanto compatibili
Disciplina ►Gli accordi devono essere motivati
►Gli accordi sono sottoposti ai medesimi controlli dei provvedimenti
►Gli accordi devono essere sottoscritti, a pena di nullità, in modalità digi-
tale (firma digitale o equiparata)
7iGli accordi
3
20
►Gli accordi di programma vengono promossi dai Presidenti delle Regio-
ni, delle Province o dai Sindaci che abbiano competenza primaria sull’ope-
Soggetti ra da eseguire (soggetti necessari), i quali hanno il potere di iniziativa e
possono invitare i rappresentanti di altri enti locali ovvero di altre ammi-
nistrazioni interessate (soggetti eventuali)
1 I controlli
Il termine «controllo», in generale, indica il raffronto tra due elementi: un oggetto (es-
senzialmente l’atto o l’attività) e un parametro di valutazione, al fine di verificare la con-
formità del primo al secondo e di (eventualmente) adottare misure in relazione all’esi-
to del riscontro effettuato.
Il sistema dei controlli si articola in diverse tipologie, sia a seconda dell’oggetto che
dei rapporti tra soggetto controllante e soggetto controllato.
►I controlli interni sono quelli che l’amministrazione esercita nel proprio
ambito in forza del potere di supremazia gerarchica che le consente di vi-
gilare sui propri atti e di disporne, eventualmente, l’annullamento o la re-
Controlli interni voca (cd. controlli interorganici)
ed esterni ►I controlli esterni sono, invece, quelli provenienti da soggetti diversi dall’am-
ministrazione interessata, o perché di altri rami dell’ordinamento o per-
ché collegati all’amministrazione ma in posizione di indipendenza (cd.
controlli intersoggettivi)
►I primi sono previsti dalla legge come necessari ed abituali, in ordine a
Controlli ordinari particolari atti o attività. I secondi sono previsti dalla legge come eventua-
e straordinari li e disposti, a discrezione dell’autorità amministrativa, allorché se ne pre-
senti la necessità o l’opportunità
2 I controlli amministrativi
►Se intervengono dopo che l’atto sia divenuto efficace: tale è l’annullamen-
Successivi
to in sede di controllo; hanno anch’essi efficacia retroattiva
I controlli sugli organi e sugli enti mirano, mediante un esame dell’operato, dei compor-
tamenti ed eventualmente delle omissioni, a garantire il buon andamento e il buon fun-
zionamento di un organo o di un ente, in ossequio al principio sancito dall’art. 97 Cost.
I controlli sugli organi si distinguono in: ispettivo, sostitutivo-semplice, sostitutivo-re-
pressivo e repressivo.
Controllo
►Consiste nella sostituzione di un organo superiore ad uno inferiore in caso
sostitutivo
di inerzia o ritardo nel compimento di certi atti da parte di quest’ultimo
semplice
Il sistema di controllo sugli atti si è dimostrato, nel corso degli anni, alquanto sterile.
Ciò ha determinato il passaggio dai controlli sugli atti, come tradizionalmente intesi,
ai controlli di gestione, diretti a confrontare gli obiettivi programmati con i risultati ef-
fettivamente raggiunti, in un’ottica più di collaborazione che di repressione.
Seguendo l’esempio anglosassone, dunque, si è pervenuti all’elaborazione di una for-
ma di controllo avente ad oggetto l’attività amministrativa nel suo complesso posta
in essere da un organo o ente entro un certo arco temporale.
Il controllo in esame si esplica sulla gestione amministrativa ed è finalizzato alla veri-
fica dell’efficacia e dell’efficienza dei risultati ottenuti. Ciò determina il passaggio da
una amministrazione per atti ad una amministrazione per risultati, con il fine di miglio-
rare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dell’azione amministrativa.
I controlli sull’attività si differenziano, come anticipato, in controlli interni o di gestio-
ne, e controlli esterni o sulla gestione, a seconda della rilevanza dell’organo, interna
o esterna all’ente, che li pone in essere.
►La Corte verifica che gli atti sottoposti al suo controllo rispettino le nor-
Controllo me del diritto oggettivo e siano, quindi, esenti dai vizi di legittimità: in-
preventivo competenza, eccesso di potere e violazione di legge. Il controllo incide sull’ef-
di legittimità ficacia degli atti, paralizzandola qualora la Corte ricusi il visto (controllo
preventivo di legittimità)
Osservazioni
gittimità sono:
— provvedimenti emanati a seguito di deliberazione del Consiglio dei Ministri;
— atti del Presidente del Consiglio dei Ministri e atti dei Ministri aventi ad oggetto la de-
finizione delle piante organiche, il conferimento di incarichi di funzioni dirigenziali e
le direttive generali per l’indirizzo e per lo svolgimento dell’azione amministrativa;
— atti normativi a rilevanza esterna, atti di programmazione comportanti spese ed atti
generali attuativi di norme comunitarie;
— provvedimenti dei comitati interministeriali di riparto o assegnazione di fondi;
— provvedimenti di disposizione del demanio e del patrimonio immobiliare;
— atti e contratti per le collaborazioni esterne con la P.A.;
— atti e contratti concernenti studi e consulenze;
— decreti che approvano contratti delle amministrazioni dello Stato, escluse le aziende
autonome;
— decreti di variazione del bilancio dello Stato, di accertamento dei residui e di assenso
preventivo del Ministero del tesoro all’impegno di spese correnti a carico di esercizi
successivi;
— atti per il cui corso sia stato impartito l’ordine scritto del Ministro;
— atti che il Presidente del Consiglio dei Ministri richieda di sottoporre temporaneamen-
te a controllo preventivo o che la Corte dei conti deliberi di assoggettare, per un pe-
riodo determinato, a controllo preventivo in relazione a situazioni di diffusa e ripetu-
ta irregolarità rilevate in sede di controllo successivo.
►L’art. 100 Cost. prevede che la Corte dei conti eserciti il controllo succes-
sivo sulla gestione del bilancio dello Stato. A tal fine, entro il 31 maggio di
ogni anno, il Ministero dell’economia e delle finanze trasmette alla Corte
il rendiconto generale dello Stato, vale a dire il documento contabile nel
Controllo
quale sono riassunti i risultati delle operazioni compiute nel corso di un
sul bilancio dello
esercizio finanziario. Sulla regolarità del rendiconto la Corte delibera a se-
Stato. Il giudizio
zioni riunite con le formalità della giurisdizione contenziosa (giudizio di
di parificazione
parificazione), confrontando il rendiconto con le proprie scritture e con le
leggi di bilancio ed allegando una relazione tecnica. Il rendiconto e i rela-
tivi allegati vengono poi trasmessi dalla Corte al Ministro dell’economia
che ne cura la presentazione in Parlamento
►La Corte dei conti svolge il controllo successivo sulla gestione del bilan-
cio e del patrimonio delle amministrazioni pubbliche, nonché sulle ge-
stioni fuori bilancio e sui fondi provenienti dall’Unione europea, verifi-
Controllo
cando la legittimità e la regolarità delle gestioni, nonché il funzionamen-
sugli enti
to dei controlli interni a ciascuna amministrazione. Accerta, anche in base
sovvenzionati
all’esito di altri controlli, la rispondenza dei risultati dell’attività ammini-
strativa agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutando comparativamente co-
sti, modi e tempi dello svolgimento dell’azione amministrativa
Controllo
►La Corte verifica il rispetto degli equilibri di bilancio di Comuni, Provin-
sugli equilibri
ce, Città metropolitane, Regioni, con riferimento al patto di stabilità in-
di bilancio
terno ed ai vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione euro-
di Regioni ed
pea (art. 7, L. 131/2003)
enti locali
si tratta di un’attività di «verifica», ossia di confronto tra una «situazione attesa» e una
«situazione riscontrata».
In sostanza, laddove l’organizzazione si esprime mediante la definizione di ruoli (e re-
sponsabilità) per il conseguimento di un fine condiviso, il funzionamento è determina-
to dall’esercizio del ruolo assegnato e dalle interazioni per il perseguimento del detto
fine condiviso, il sistema di controllo, infine, ha il compito di presidiare il funziona-
mento per assicurare il conseguimento dell’obiettivo condiviso (FABIANO).
Trasparenza come
accessibilità totale ►Integra il diritto ad una buona amministrazione
delle informazioni
►Concorre alla realizzazione di una P.A. aperta, al servizio del cittadino
concernenti
l’organizzazione e ►Parametro per la determinazione degli standard di qualità dei servizi pub-
il funzionamento blici erogate dalle pubbliche amministrazioni
delle P.A.
Il testo di riferimento principale in tema di trasparenza è il D.Lgs. 33/2013, cd. T.U. Tra-
sparenza, che raccoglie in maniera sistematica gli obblighi di trasparenza e pubblicità
che riguardano azione ed organizzazione della P.A.
A tale decreto è inoltre riconducibile il nuovo istituto dell’accesso civico.
— all’art. 21 Cost., ossia al diritto di informazione in genere, in tal caso al diritto di es-
sere informati quali destinatari potenziali di un provvedimento amministrativo (dirit-
to alla informazione passiva);
— agli artt. 24 e 113 Cost., in quanto è stato osservato che la conoscenza degli atti am-
ministrativi può essere vista quale mezzo attraverso cui esercitare il proprio diritto di
difesa, in caso di impugnazione in sede giurisdizionale del provvedimento ammini-
strativo, e grazie al quale evitare la prassi dei cd. ricorsi al buio;
— all’art. 97 Cost., che postula il buon andamento e la imparzialità dell’amministrazio-
ne, maggiore espressione dei quali è costituita proprio dalla trasparenza e dall’acces-
so (CARINGELLA-GAROFOLI-SEMPREVIVA).
►Sono titolari di tale diritto i soggetti che hanno un interesse diretto, con-
Legittimazione creto ed attuale, alla tutela di una situazione qualificata e differenziata (di-
attiva ritti soggettivi, interessi legittimi e diffusi), collegata al documento cui si
è chiesto l’accesso
5 L’accesso civico
Accesso civico
►L’obbligo previsto dalla normativa vigente in capo alle PP.AA. di pubblicare
semplice
documenti, informazioni e dati comporta il diritto di chiunque di richiede-
(art. 5, comma 1,
re i medesimi, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione
D.Lgs. 33/2013)
Accesso civico ►Per favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni isti-
generalizzato tuzionali e sull’utilizzo delle funzioni pubbliche e per promuovere la parte-
(FOIA) cipazione al dibattito pubblico, chiunque ha il diritto di accedere ai dati e ai
(art. 5, comma 2, documenti detenuti dalle P.A., ulteriori rispetto a quelli ogetto di pubbli-
D.Lgs. 33/2013) cazione
Esclusione
dell’accesso ►Segreto di Stato
civico ►Altri casi di divieto di accesso e di divulgazione previsti dalla legge
generalizzato
La sostanziale differenza tra l’accesso civico e il diritto di accesso ai documenti exx art.
22 L. 241/1990 — e punto nodale della disciplina dell’istituto — va ravvisata nell’am-
Differenze
pliamento dal punto di vista soggettivo del diritto stesso: la richiesta di accesso, infat-
ti, non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del ri-
chiedente.
Contrariamente a quanto affermato nella legge sul procedimento, infatti, dove il dirit-
to di accesso è riconosciuto ai portatori di un interesse giuridico diretto, concreto ed
attuale, il D.Lgs. 33/2013 riconosce a tutti e senza motivazione il diritto di accesso
civico, in perfetta adesione, dunque, alla conclamata finalità di estendere il potere di
controllo dei cittadini sull’operato della P.A.
Inoltre, mentre la disciplina della legge sul procedimento esclude perentoriamente
«l’utilizzo del diritto di accesso ivi disciplinato al fine di sottoporre l’amministrazione
a un controllo generalizzato, il diritto di accesso generalizzato, oltre che quello «sem-
plice», è riconosciuto proprio «allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul per-
seguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di pro-
muovere la partecipazione al dibattito pubblico».
Dunque, l’accesso agli atti di cui alla L. 241/1990 continua certamente a sussistere, ma
parallelamente all’accesso civico (generalizzato e non), operando sulla base di nor-
me e presupposti diversi» (cfr. Delibera A.N.AC. 28-12-2016). Ciò tuttavia non significa
che l’accesso civico non conosce alcun limite: ad es., laddove venga richiesto alla P.A.
lo svolgimento di attività amministrativa straordinaria (come in caso di grandi quanti-
tà di dati da raccogliere), la richiesta di accesso civico si configurerà come irragionevo-
le (T.A.R. Lazio Roma, sez. IIIquater, 16-3-2018, n. 2994).
Non occorre dimostrare di avere un inte- La legittimazione attiva spetta solo agli «in-
resse diretto, concreto o attuale: la legitti- teressati», ossia ai soggetti privati, compre-
mazione attiva è riconosciuta a chiunque si i portatori di interessi pubblici e diffusi,
che abbiano un interesse diretto, concreto
e attuale corrispondente ad una situazione
È finalizzato ad acquisire documenti, dati giuridicamente tutelata e collegata al do-
o informazioni che la P.A. ha l’obbligo di cumento di cui si richiede l’ostensione
pubblicare
Si tenga presente che l’utilizzo da parte del legislatore europeo della fonte regolamen-
Osservazioni
tare per dettare norme in materia di privacy ha delle conseguenze rilevanti sul piano del-
la disciplina applicabile. Il regolamento europeo è, infatti, una fonte normativa le cui di-
sposizioni sono direttamente applicabili negli ordinamenti nazionali; di conseguenza con
tale scelta il legislatore ha creato, in materia, un sistema normativo unico, in cui le nor-
me europee e quelle nazionali vanno lette congiuntamente. Tanto si evince chiaramen-
te dall’art. 1 del nostro Codice della privacy, per il quale il trattamento dei dati persona-
li avviene secondo le norme del regolamento e del Codice stesso.
Come si è visto, nell’ambito delle «categorie particolari di dati personali», di cui all’art.
Osservazioni
9 del regolamento europeo, rientrano «dati genetici, dati biometrici intesi a identificare
in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’o-
rientamento sessuale della persona».
Con riferimento a questi, è opportuno chiarire che:
— i dati genetici sono i dati personali relativi alle caratteristiche genetiche ereditarie o
acquisite di una persona fisica che forniscono informazioni univoche sulla fisiologia
o sulla salute di detta persona fisica, e che risultano in particolare dall’analisi di un
campione biologico della persona fisica in questione (art. 4, comma 1, n. 13, reg.);
— i dati biometrici sono i dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico re-
lativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica
che ne consentono o confermano l’identificazione univoca, quali l’immagine facciale
o i dati dattiloscopici (art. 4, comma 1, n. 14, reg.);
— i dati relativi alla salute, infine, sono i dati personali attinenti alla salute fisica o men-
tale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria,
che rivelano informazioni relative al suo stato di salute (art. 4, comma 1, n. 15, reg.).
Dati individuati
negli artt. 9 e 10 ►Accesso consentito nei limiti in cui sia strettamente indispensabile
reg. Ue/2016/679
L’azione amministrativa della P.A. può esplicarsi sia attraverso il provvedimento am-
ministrativo, che rappresenta la modalità tradizionale, che mediante forme proprie
del diritto privato, e, in particolare, ricorrendo al contratto.
L’attività contrattuale dello Stato e degli altri enti pubblici, pur se costituisce manife-
stazione della capacità di diritto privato della P.A., è tuttavia, di massima regolata, ol-
treché dal diritto privato, da norme dell’ordinamento giuspubblicistico.
La differenza tra l’agire per provvedimento e l’agire per contratto si percepisce soprat-
tutto nel diverso modo in cui il soggetto pubblico si rapporta con il privato. Ed invero,
Differenze
►Attività unilatera-
▻provvedimento amministrativo
le e autoritativa
Perseguimento di
fini pubblici da
►Moduli privatistici ▻contratti
parte della P.A.
mediante
►Attività consen-
▻accordi (art. 11 L. 241/1990)
suale
Piena e generale ►Art. 1bis L. 241/1990: P.A. nell’adozione di atti di natura non autoritati-
capacità di diritto va agisce secondo le norme di diritto privato (salva diversa previsione le-
privato delle P.A. gislativa)
Tra i contratti di diritto privato e gli accordi che la P.A. può concludere con il destinata-
rio del provvedimento sussiste una notevole differenza: se l’elemento che accomuna tali
Differenze
3
$+
►Fase privatistica
▻esecuzione del contratto
(diritto privato)
►La P.A. è in genere legittimata a compiere tutti quegli atti di diritto priva-
to posti in essere normalmente dai soggetti privati, tranne quelli che pre-
Limiti all’attività suppongono la partecipazione di una persona fisica. La legittimazione
negoziale e recesso manca anche per quegli atti che mirano al raggiungimento di fini contra-
dal contratto stanti con i fini pubblici (cd. limite funzionale)
stipulato
►Ai sensi dell’art. 21sexies L. 241/1990, il recesso unilaterale della P.A. dai con-
tratti è ammesso nei casi previsti dalla legge o dal contratto
Parte III ►Contratti di con- ▻contiene la disciplina specifica delle concessioni: i prin-
(artt. 164-178) cessione cipi generali, le garanzie procedurali e l’esecuzione
Osservazioni
sistema flessibile di regolazione della materia (cd. soft regulation).
Rispetto al passato, il nuovo sistema normativo poggia anch’esso su due pilastri, ma la
fase attuativa non è più disciplinata da norme predeterminate a priori e raccolte e cristal-
lizzate in un unico testo. E, infatti, abbiamo: il Codice dei contratti pubblici, di cui al det-
to D.Lgs. 50/2016, e gli atti esecutivi, ovvero gli atti attuativi di indirizzo (da adottarsi con
decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, su proposta dell’Autorità nazio-
nale anticorruzione — A.N.AC. — e previo parere delle competenti commissioni parlamen-
tari) e le Linee guida dell’A.N.AC., che, in quanto a carattere generale, hanno la finalità di
offrire indicazioni interpretative ed esecutive agli operatori di settore (in luogo del pre-
cedente Regolamento di esecuzione e di attuazione, D.P.R. 207/2010).
Se il D.Lgs. 50/2016 ha introdotto un sistema di regolazione della soft law, il D.L. 32/2019
Osservazioni
come conv. sembra rimettere in discussione tale scelta. Il legislatore, all’art. 216, com-
ma 27octies, del Codice, ha previsto che un regolamento unico recante disposizioni di
esecuzione, attuazione e integrazione del Codice sia adottato entro 180 giorni dalla
data di entrata in vigore della disposizione stessa. La norma, nel contempo, detta la disci-
plina transitoria delle linee-guida e dei decreti ministeriali (ad oggi vigenti benché) abro-
gati dal D.L. 32/2019 conv.: questi, nelle more dell’adozione del regolamento, continue-
ranno a rimanere in vigore o resteranno efficaci.
Il futuro regolamento — che non sostituirà tutti i provvedimenti attuativi fino ad oggi
emessi ma solo quelli abrogati — interverrà in materie specificamente indicate, qua-
li, tra le altre: nomina, ruolo e compiti del responsabile del procedimento; progettazio-
ne di lavori, servizi e forniture, e verifica del progetto; procedure di affidamento e realiz-
zazione dei contratti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie comuni-
tarie; direzione dei lavori e dell’esecuzione; collaudo e verifica di conformità.
Ministero delle ►Promuove le attività tecniche e amministrative ai fini della sollecita pro-
infrastrutture e gettazione delle infrastrutture ed effettua le attività di supporto necessarie
dei trasporti agli enti territoriali
Consiglio
►È il massimo organo tecnico-consultivo statale, esprime pareri sui lavori
Superiore dei
e progetti da realizzare e sui relativi importi
Lavori Pubblici
►Ai fini della disciplina di cui alla Parte II del Codice sono: amministrazio-
ni aggiudicatrici o imprese pubbliche che svolgono una delle attività di cui
alle materie dei settori speciali (artt. da 115 a 121) nonché enti che, pur
non essendo amministrazioni aggiudicatrici né imprese pubbliche, eser-
citano una o più delle citate attività e operano in virtù di diritti speciali o
esclusivi concessi loro dall’autorità competente
Enti aggiudicatori ► Ai fini della disciplina di cui alla Parte III (relativa ai contratti di conces-
(art. 3, co. 1, lett. e)) sione), invece, sono tali: gli enti che svolgono una delle attività attinenti
alle materie dei settori speciali (Allegato II del Codice) ed aggiudicano una
concessione per lo svolgimento di una di tali attività, quali: a) le ammini-
strazioni dello Stato, gli enti pubblici territoriali, gli organismi di diritto
pubblico o le associazioni, unioni, consorzi, comunque denominati, co-
stituiti da uno o più di tali soggetti; b) le imprese pubbliche; c) gli enti di-
versi dai precedenti, ma operanti sulla base di diritti speciali o esclusivi ai
fini dell’esercizio di una o più delle dette attività
►Al solo fine dell’applicabilità delle Parti IV e V del Codice, relative, rispet-
tivamente, a partenariato pubblico privato e contraente generale, e a in-
Soggetti
frastrutture strategiche e insediamenti produttivi, si intendono le ammi-
aggiudicatori
nistrazioni aggiudicatrici, di cui alla precedente lett. a), gli enti aggiudica-
(art. 3, co. 1, lett. f))
tori, di cui alla lett. e), nonché i diversi soggetti pubblici o privati assegna-
tari dei fondi
Altri soggetti
aggiudicatori ►Tutti i soggetti privati tenuti all’osservanza delle disposizioni codicistiche
(art. 3, co. 1, lett. g))
Concessionario
(art. 3, co. 1, ►Un operatore economico cui è affidata o aggiudicata una concessione
lett. q))
Offerente
(art. 3, co. 1, ►L’ operatore economico che ha presentato l’offerta
lett. cc))
►Contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto tra una o più stazioni appal-
Appalto tanti e uno o più operatori economici, avente per oggetto l’esecuzione di lavo-
ri, la fornitura di prodotti, la prestazione di servizi (art. 3, comma 1, lett. ii))
►Procedure intese a fornire alle stazioni appaltanti, tra l’altro, nei settori
dell’architettura, dell’ingegneria, della pianificazione urbanistica e territo-
Concorsi riale, paesaggistica, naturalistica, del verde urbano, del paesaggio foresta-
di progettazione le agronomico, un piano o un progetto, selezionato da una commissione
giudicatrice in base a una gara, con o senza assegnazione di premi (art. 3,
comma 1, lett. ddd))
►Contratto a titolo oneroso, stipulato per iscritto, con il quale una o più sta-
zioni appaltanti conferiscono a uno o più operatori economici per un pe-
riodo determinato in funzione della durata dell’ammortamento dell’inve-
Contratto stimento o delle modalità di finanziamento fissate, un complesso di atti-
di partenariato vità consistenti nella realizzazione, trasformazione, manutenzione e ge-
pubblico privato stione operativa di un’opera in cambio della sua disponibilità, o del suo
sfruttamento economico, o della fornitura di un servizio connesso all’u-
tilizzo dell’opera stessa, con assunzione di rischio secondo modalità in-
dividuate nel contratto, da parte dell’operatore (art. 3, comma 1, lett. eee))
Con riferimento al settore di interesse, si distinguono i contratti nei settori speciali, i con-
Osservazioni
tratti nei settori ordinari ed i contratti esclusi in tutto o in parte dall’ambito di applica-
zione del Codice. In particolare, le disposizioni del Codice si applicano anche ai contrat-
ti rientranti nei cd. «settori speciali», ossia gas, energia termica, elettricità, acqua, tra-
sporti, servizi postali, sfruttamento di area geografica (art. 3, comma 1, lett. hh) del Codi-
ce), nonché agli appalti ed alle concessioni di lavori, servizi e forniture nei «settori ordi-
nari», vale a dire tutti, tranne quelli cd. speciali (art. 3, comma 1, lett. gg) del Codice).
Il legislatore, poi, dedica il Titolo II della Parte I del Codice (artt. da 4 a 20) alle tipologie
contrattuali alle quali non si applicano o si applicano solo in parte le disposizioni dello
stesso D.Lgs. 50/2016.
In particolare, l’art. 4 del Codice detta dei principi generali applicabili all’affidamento di
tutte le tipologie escluse, stabilendo che lo stesso deve avvenire nel rispetto dei princi-
pi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, propor-
zionalità, pubblicità, tutela dell’ambiente ed efficienza energetica.
Tali tipologie contrattuali sono specificamente individuate agli artt. da 5 a 20 del testo e,
tra le altre, si ricordano: concessioni, appalti pubblici e accordi tra enti e amministrazioni
aggiudicatrici nell’ambito del settore pubblico, cd. affidamenti in house; appalti, concor-
si di progettazione e concessioni in cui l’attività è direttamente esposta alla concorrenza su
mercati liberamente accessibili; concessioni aggiudicate per alcune specifiche attività nel
settore idrico; appalti aggiudicati a scopo di rivendita o di locazione a terzi.
La determinazione del valore di un appalto o di una concessione rispetto alle soglie eco-
Osservazioni
nomiche fissate è fondamentale in quanto dalla qualificazione come «di rilevanza euro-
pea» o «sotto soglia» derivano conseguenze diverse in ordine al regime normativo da ap-
plicare al contratto.
Si tenga presente che oltre a quelli menzionati, le stazioni appaltanti devono tenere con-
Osservazioni
to dei criteri di sostenibilità energetica e ambientale (art. 34); prevedere misure ade-
guate per contrastare le frodi e la corruzione nonché individuare, prevenire e risolvere
in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse (art. 42). Hanno, infine, la facoltà
di inserire nei bandi di gara e negli avvisi le clausole sociali, che, ai sensi dell’art. 50, sono
finalizzate a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato.
7.3 %
'
Ferma restando la possibilità di ricorrere alle procedure ordinarie, l’art. 36 del Codi-
ce, come modificato dal D.L. 32/2019 conv., individua peculiari modalità di affida-
mento di tali contratti che variano a seconda dell’importo che viene in rilievo.
La norma, inoltre, impone l’obbligo alle stazioni appaltanti di non limitare in alcun
modo artificiosamente la concorrenza (comma 2).
L’art. 31 del Codice prevede l’obbligo per le stazioni appaltanti di nominare, per ogni
singola procedura di un appalto o di una concessione nell’atto di adozione o di aggior-
namento dei programmi biennale degli acquisti di beni e servizi e triennale dei lavori
pubblici, oppure nell’atto di avvio relativo ad ogni singolo intervento per esigenze in-
sorte successivamente alla programmazione, un responsabile del procedimento uni-
co (RUP), per le fasi della programmazione, della progettazione, dell’affidamento, dell’e-
secuzione.
L’art. 32 del Codice stabilisce che l’affidamento dei contratti pubblici avvenga nel ri-
spetto degli atti di programmazione previsti dallo stesso Codice o da norme vigenti.
11
*
-
ni appaltanti
11.1
*
Mentre gli operatori economici per partecipare devono essere in possesso dei requisi-
ti richiesti nell’atto di indizione della gara, le stazioni appaltanti per poter indire una
gara devono possedere una determinata qualificazione.
L’art. 38 del D.Lgs. 50/2016 prevede l’istituzione di un apposito elenco delle stazioni
appaltanti qualificate (di cui fanno parte anche le centrali di committenza) presso
l’A.N.AC., che ne assicura la pubblicità. La qualificazione è conseguita in rapporto: agli
ambiti di attività; ai bacini territoriali; alla tipologia e alla complessità del contratto e
per fasce d’importo.
►Complesso delle
attività che carat- ▻capacità di programmazione e progettazione
terizzano il pro-
▻capacità di affidamento
Qualificazione cesso di acquisi-
zione di un bene, ▻capacità di esecuzione e controllo dell’intera pro-
servizio o lavoro cedura, compresi il collaudo e la messa in opera
in relazione alla
►Amministrazione
aggiudicatrice o ▻l’acquisizione di forniture o servizi destinati a sta-
un ente aggiudica- zioni appaltanti
Definizione tore che svolge at-
(art. 3, comma 1, tività di centraliz- ▻l’aggiudicazione di appalti o la conclusione di ac-
lett. i) del Codice) zazione delle com- cordi quadro per lavori, forniture o servizi desti-
mittenze, ossia re- nati a stazioni appaltanti (art. 3, comma 1, lett. l)
alizza in modo del Codice)
permanente
11.3 L’aggregazione
Allo scopo di ridurre il numero di stazioni appaltanti e nel contempo migliorarne il fun-
zionamento in termini di efficienza e professionalizzazione, l’art. 37 del Codice preve-
de una generale riorganizzazione delle funzioni delle stazioni appaltanti.
Quanto ai livelli di aggregazione, essi sono stabiliti in relazione agli importi degli af-
fidamenti.
L’art. 37 del Codice, al comma 4, disciplina anche l’ipotesi in cui la stazione appaltante
Osservazioni
Osservazioni
beni e servizi senza espletare l’ordinaria procedura di gara è riconducibile alla politica di
spending review e in particolare ai due decreti sulla revisione della spesa pubblica — il
D.L. 52/2012, conv. in L. 94/2012 e il D.L. 95/2012, conv. in L. 135/2012 — che hanno dato
nuova linfa alle convenzioni stipulate dalla Consip S.p.A. e agli acquisti mediante il Mer-
cato Elettronico della pubblica amministrazione (MEPA).
Le convenzioni Consip sono disciplinate dall’art. 26 della L. 488/1999, che delinea un si-
stema per cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che agisce tramite la Con-
sip S.p.A. (Concessionaria servizi informatici pubblici), stipula apposite convenzioni, per
la fornitura di beni e servizi alle amministrazioni, con imprese individuate tramite le pro-
cedure ordinarie di scelta del contraente: tali imprese, con riferimento a singole catego-
rie merceologiche, s’impegnano ad accettare ordinativi di fornitura, alle condizioni e ai
prezzi prestabiliti, fino al un limite massimo di quantità previsto dalla convenzione (il co-
siddetto massimale). Le P.A., quindi, possono direttamente ricorrere a tali convenzioni
oppure utilizzarne i parametri di prezzo-qualità, come limiti massimi, per l’acquisto di
beni e servizi comparabili con quelli oggetto di convenzionamento.
Quanto ai soggetti tenuti ad approvvigionarsi utilizzando tali convenzioni, l’art. 1, com-
ma 449, L. 296/2006 li individua in: tutte le amministrazioni statali centrali e periferiche,
ivi compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado, le istituzioni educative e le istitu-
zioni universitarie, nonché gli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici e le
agenzie fiscali.
Il Mercato Elettronico della P.A., invece, è un vero e proprio mercato selettivo in cui do-
manda e offerta si incontrano on line: i fornitori, in possesso della preventiva abilitazio-
ne, offrono i propri beni e servizi direttamente in rete mentre gli acquirenti registrati (os-
sia le pubbliche amministrazioni) possono consultare il catalogo delle offerte ed emet-
tere direttamente ordini d’acquisto o fare richieste d’offerta.
Quanto ai soggetti che hanno l’obbligo di ricorrere al Mercato elettronico, l’art. 1, com-
ma 450, L. 296/2006 stabilisce che per gli acquisti di beni e servizi di importo pari o su-
periore a 5.000 euro e al di sotto della soglia di rilievo europeo devono ricorrere al MEPA:
le amministrazioni statali centrali e periferiche, ad esclusione degli istituti e delle scuole di
ogni ordine e grado, delle istituzioni educative e delle istituzioni universitarie, nonché gli
enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici e le agenzie fiscali.
La Consip S.p.A., oltre alle convenzioni quadro e al Mercato elettronico, mette a disposi-
zione delle pubbliche amministrazioni altri strumenti di acquisto e opera attraverso il
sito internet www. acquistinretepa.it, che costituisce una sorta di «vetrina» di beni e
servizi utilizzabile dalle amministrazioni per acquistare ciò di cui abbisognano.
Gli strumenti di acquisto messi a disposizione delle P.A., tramite il portale anzidetto, sono:
le convenzioni, il MEPA, gli accordi quadro (che sono contratti aggiudicati da Consip a
uno o più fornitori con i quali vengono definite le clausole generali che, in un determina-
to periodo di tempo, regolano i contratti che le singole amministrazioni andranno a sti-
pulare), il sistema dinamico di acquisizione (che è un mercato digitale in cui è possibile
effettuare un processo di acquisizione interamente elettronico per beni e servizi per im-
porti sopra la soglia comunitaria).
Se il portale citato facilita gli acquisti delle amministrazioni, sotto un diverso profilo il le-
gislatore, con il D.L. 66/2014, conv. in L. 89/2014 ha incentivato un sistema centralizzato
di acquisti caratterizzato dalla presenza di un numero circoscritto di soggetti effettiva-
mente operanti sul mercato, i soggetti aggregatori (di cui fanno parte, di diritto, Consip
S.p.A. e una centrale di committenza per ciascuna Regione), che possono stipulare, per
gli ambiti territoriali di competenza, le convenzioni di cui all’art. 26, comma 1, L. 488/1999.
Il numero complessivo dei soggetti aggregatori presenti sul territorio nazionale non può
essere superiore a 35 (art. 9, comma 5).
Per gli appalti nei settori speciali, il legislatore individua tra le disposizioni codicistiche
Osservazioni
quelle applicabili laddove siano compatibili con le norme specifiche ad essi dedicati (e ad
esclusione delle disposizioni sulle concessioni), in virtù del rinvio contenuto nell’art. 114
del Codice. Invero, è disposto che a tali appalti si applicano gli artt. da 1 a 58 del Codi-
ce e, quindi:
1. le disposizioni generali sul Codice (ambito di applicazione e competenza legislativa e
definizioni);
2. le disposizioni sui contratti esclusi;
3. le disposizioni del Titolo IV (sulle modalità di affidamento, compreso la procedura);
4. le disposizioni di carattere generale contenute nella successiva Parte II, specificamen-
te dedicata agli appalti per lavori, servizi e forniture (le norme su: soglie e appalti sot-
to soglia, qualificazione delle stazioni appaltanti, principi comuni alle procedure di
affidamento e sugli appalti elettronici e aggregati).
Per quanto riguarda le concessioni, invece, oltre alle norme specifiche di cui alla Parte
III del Codice, l’art. 164 del testo rinvia alle disposizioni contenute nella Parte I e nella
Parte II (artt. da 1 a 163), che si applicano laddove compatibili con le prime.
Nozione: atto preparatorio che deve pr ecedere lo svolgimento della gara. Sulla base
degli atti di programmazione e prima dell’avvio della procedura, le stazioni appaltanti
adottano un atto amministrativo o analoga manifestazione di volontà (cd. delibera-
zione a contrarre) che costituisce il presupposto del futuro negozio, stante il rappor-
to di strumentalità che li unisce (art. 32 D.Lgs. 50/2016).
14
4 La scelta del contraente: dalla presentazione
delle offerte all’aggiudicazione della gara
Bando di gara
►Indizione della procedura di scelta del contraente
(art. 71)
▻procedure ristrette
►Viene rivolto dal- ▻dialogo competitivo
le stazioni appal-
Invito ▻partenariato per l’innovazione
tanti ai potenziali
a partecipare
concorrenti nelle ▻procedure competitive con negoziazione
ipotesi di ▻procedure negoziate senza previa pubblicazione
del bando
Si ricorda che il D.L. 32/2019 conv. in L. 55/2019 ha previsto, fino al 31 dicembre 2020,
Osservazioni
►Sono quelle in cui qualsiasi operatore economico può presentare una do-
manda di partecipazione in risposta a un avviso di indizione di gara, ma
Procedura solo gli operatori economici invitati dall’amministrazione aggiudicatrice
competitiva con possono presentare un’offerta iniziale. Salva l’ipotesi in cui un appalto sia
negoziazione aggiudicato direttamente sulla base delle offerte iniziali, queste costitui-
scono la base per la successiva negoziazione tra le parti al fine di miglio-
rarne il contenuto (art. 62 del Codice)
Procedure ►Sono quelle procedure in cui le stazioni appaltanti individuano gli opera-
negoziate tori economici da consultare, sulla base di informazioni riguardanti le ca-
senza la previa ratteristiche di qualificazione economica e finanziaria e tecniche e profes-
pubblicazione sionali desunte dal mercato, e selezionano almeno cinque operatori. L’am-
di un bando ministrazione sceglie l’operatore economico che ha offerto le condizioni
di gara più vantaggiose (art. 63 del Codice)
►Accordo concluso tra una o più stazioni appaltanti ed uno o più operato-
ri economici, il cui scopo è quello di stabilire le clausole relative agli ap-
Accordo quadro
palti da aggiudicare durante un dato periodo, in particolare per quanto
riguarda i prezzi e, se del caso, le quantità previste
►È un processo elettronico per fasi successive che interviene dopo una prima va-
lutazione completa delle offerte e consente di classificarle sulla base di un trat-
Aste elettroniche tamento automatico, presentando nuovi prezzi, modificati al ribasso, o nuovi
valori riguardanti taluni elementi delle stesse. Non si applica per l’affidamen-
to di appalti di servizi e di lavori aventi ad oggetto prestazioni intellettuali
►Nel caso in cui sia richiesto l’uso di mezzi di comunicazione elettronici (v.
Cataloghi art. 52), le stazioni appaltanti hanno la possibilità di chiedere, ai candida-
elettronici ti o agli offerenti, che le offerte siano presentate sotto forma di catalogo
elettronico o che includano un catalogo elettronico
Procedure svolte
►Procedure di gara interamente gestite con sistemi telematici. Tale moda-
attraverso
lità di azione non deve, però, alterare la parità di accesso agli operatori ov-
piattaforme
vero impedire, limitare o distorcere la concorrenza o modificare l’oggetto
telematiche di
dell’appalto, come definito dai documenti di gara
negoziazione
Sono aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più
Osservazioni
vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo (art. 95, comma 3,
del Codice)
— i contratti relativi ai servizi sociali e di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scola-
stica, nonché ai servizi ad alta intensità di manodopera, fatti salvi gli affidamenti di-
retti per importi inferiori a 40.000 euro;
— i contratti relativi all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e degli altri
servizi di natura tecnica e intellettuale di importo superiore a 40.000 euro;
— i contratti di servizi e le forniture di importo pari o superiore a 40.000 euro caratteriz-
zati da notevole contenuto tecnologico o che hanno un carattere innovativo.
►Ciascun concorrente non può presentare più di un’offerta (art. 32, com-
ma 4, del Codice). Questa è vincolante per il periodo di tempo indicato nel
bando o nell’invito, ovvero in mancanza di indicazione, per 180 giorni dal-
la scadenza del termine per la sua presentazione (viene fatta salva, però, la
Offerta possibilità che la stazione appaltante chieda agli offerenti il differimento del
detto termine)
►Principio di immodificabilità dell’offerta (cfr. C.d.S., sez. V, 11-1-2018,
n. 113)
Cause di esclusio-
ne dalla gara ►In genere attengono alla affidabilità morale del futuro contraente
(art. 80 Codice)
Osservazioni
possibilità per la stazione appaltante di consentire la regolarizzazione della domanda
presentata dai concorrenti per l’ipotesi in cui manchi o difetti una dichiarazione e, quin-
di, non risulti provato con certezza il possesso dei requisiti di partecipazione: il cd. soc-
corso istruttorio.
Il legislatore del Codice ha disciplinato la detta fattispecie nell’art. 83, comma 9, D.Lgs. 50/2016.
Tale disposizione stabilisce che possono essere sanate solo le carenze di qualsiasi ele-
mento formale della domanda, evitando così alle imprese in difetto di essere escluse
dalla gara.
In particolare, nei casi di mancanza, incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale
degli elementi e del documento di gara unico europeo, con esclusione di quelle afferen-
ti all’offerta tecnica ed economica (che quindi non si possono sanare) è previsto che la
stazione appaltante assegni al concorrente un termine, non superiore a dieci giorni, per
rendere, integrare o regolarizzare le dichiarazioni necessarie, indicando il contenuto del-
le stesse e i soggetti che le devono rendere.
In caso di inutile decorso del termine di regolarizzazione, il concorrente è escluso dalla
gara.
Costituiscono irregolarità essenziali non sanabili le carenze della documentazione che
non consentono l’individuazione del contenuto o del soggetto responsabile della stessa.
14.6 L’aggiudicazione
Esperita la gara, la fase di scelta del contraente termina con l’aggiudicazione.
Dapprima si procede alla proposta di aggiudicazione della gara al miglior offerente
e, solo a seguito dei controlli opportuni e dell’approvazione dell’organo competente
dell’amministrazione pubblica, si formalizza l’aggiudicazione.
Il provvedimento di aggiudicazione non equivale ad accettazione dell’offerta dell’aggiu-
dicatario, che è irrevocabile fino al momento in cui scade il termine per procedere alla
stipulazione del contratto; inoltre essa diviene efficace solo dopo la verifica del posses-
so dei requisiti.
16
6 L’approvazione del contratto
Ultimati tutti i controlli sulla sua regolarità, il contratto viene eseguito dalle parti, nel
rispetto delle previsioni del codice civile (in particolare si vedano l’art. 1175 c.c. e l’art.
1375 c.c.).
L’esecuzione dei contratti aventi ad oggetto lavori, servizi, forniture, è diretta dal re-
sponsabile unico del procedimento, che controlla i livelli di qualità delle prestazioni,
avvalendosi del direttore dell’esecuzione del contratto o del direttore dei lavori, del co-
ordinatore in materia di salute e di sicurezza, nonché del collaudatore ovvero della com-
missione di collaudo, del verificatore della conformità, e accerta il corretto ed effettivo
svolgimento delle funzioni ad ognuno affidate.
Contratti pubblici
►Collaudo ▻certificato di collaudo
di lavori
Contratti pubblici
►Verifica di con-
di servizi e ▻ certificato di verifica di conformità
formità
forniture
►L’art. 208 del Codice definisce la transazione come quel rimedio esperibi-
le per risolvere le controversie relative a diritti soggettivi derivanti dall’ese-
cuzione dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture, nel rispetto del
Transazione
codice civile. Essa è esperibile «solo ed esclusivamente» nell’ipotesi in cui
non risulti possibile ricorrere ad altri rimedi alternativi. Deve avere la for-
ma scritta a pena di nullità
►Impugnazione «dei bandi e degli altri atti generali e dei provvedimenti re-
Legittimazione ad
lativi a contratti di rilevante impatto», emessi da qualsiasi stazione appal-
agire in giudizio
tante, qualora l’A.N.AC. ritenga violate le norme in materia di contratti
dell’A.N.AC.
pubblici di lavori, servizi e forniture
►È uno strumento a carattere temporaneo introdotto – fino alla data di en-
trata in vigore del (futuro) regolamento unico di esecuzione, attuazione e
integrazione del Codice – al fine di prevenire controversie relative all’ese-
Collegio consulti-
cuzione del contratto.
vo tecnico
È facoltà delle parti convenire, prima dell’avvio dell’esecuzione o comun-
(art. 1, commi 11-
que non oltre 90 giorni da tale data, la costituzione del collegio con fun-
14, D.L. 32/2019
zione di asistenza per la rapida soluzione delle controversie di ogni natu-
conv. in L. 55/2019)
ra suscettibili di insorgere nel corso dell’esecuzione del contratto. In tale
ipotesi il collegio formula una proposta di soluzione alle parti che, qualo-
ra accolta, dà origine ad un accordo tra le stesse.
Dal punto di vista processualistico, invece, il legislatore ha definito, agli artt. 119 e ss.
del Codice del processo amministrativo, un vero e proprio autonomo rito processua-
le in materia di appalti, che si discosta da quello ordinario in quanto riflette quelle pe-
culiarità proprie della materia e soddisfa quelle esigenze di celerità dovuto alla rilevan-
za degli interessi coinvolti.
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Parte Quinta
Governo del
territorio ed
espropriazione
per pubblica
utilità
2
#
-
banistica
Nozione: l’urbanistica è quella branca del diritto che regola lo svolgimento delle atti-
vità di trasformazione del territorio (non solo degli aggregati urbani).
▻particolareggiato
►Attuativi (realiz- ▻di lottizzazione
zano la puntuale ▻di edilizia economica e popolare
attuazione delle ▻di recupero
norme generali) ▻programma pluriennale di attuazione
▻comparto edificatorio
Il tema dei vincoli è in comune sia alla materia della pianificazione urbanistica che a
quella dell’espropriazione (cfr. gli artt. 9-11 T.U. espropriazione; sul punto v. anche am-
plius Cap. successivo).
In particolare, i vincoli conformativi trovano la loro ratio nell’art. 42 Cost., da cui deri-
va il cd. potere conformativo della P.A., ossia il potere di connotare giuridicamente, in
Nozione: l’edilizia è quella branca del diritto urbanistico che si occupa specificamen-
te degli aspetti esecutivi dell’attività edilizia, ossia della costruzione di manufatti sta-
bili destinati a soddisfare bisogni abitativi o produttivi.
Il diritto ad edificare, o jus aedificandi, spetta — come ha riconosciuto la Corte costi-
tuzionale con la importante sentenza n. 5 del 1980 — al proprietario del suolo su cui
viene costruito il manufatto, e costituisce quindi estrinsecazione del diritto di proprie-
tà. Tuttavia, l’attività edilizia è sottoposta all’esplicazione di poteri amministrativi fi-
nalizzati al controllo sull’assetto del territorio e sullo sviluppo urbanistico.
La disciplina dell’edilizia è oggi contenuta nel D.P.R. 380/2001, Testo Unico dell’edilizia,
che ha razionalizzato l’intera materia.
Il testo contempla le diverse ipotesi in cui può esplicarsi l’attività edilizia e detta la di-
sciplina dei titoli edilizi eventualmente necessari per realizzare gli interventi.
Si tratta di settori in cui, è opportuno anticiparlo, ha profondamento inciso la norma-
tiva di cui al D.Lgs. 222/2016, cd. Scia2, che ha riformato il regime amministrativo del-
le attività edilizie, dal momento che il D.P.R. 380/2001, in origine, prevedeva solo due
titoli abilitativi, e cioè il permesso di costruire e la denuncia di inizio attività, dia, oggi
segnalazione certificata di inizio attività, scia.
Osservazioni
edilizie. L’art. 10 D.P.R. 380/2001 individua gli interventi da sottoporre a permesso: inter-
venti di nuova costruzione; di ristrutturazione urbanistica e di ristrutturazione edilizia
che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente.
Esso viene rilasciato, da parte del dirigente o responsabile dello sportello unico edilizia
— che rappresenta l’unico punto di accesso per il privato interessato in relazione a tutte
le vicende amministrative riguardanti il titolo abilitativo e l’intervento edilizio oggetto
dello stesso, che fornisce una risposta tempestiva in luogo di tutte le pubbliche ammini-
strazioni, comunque coinvolte — al proprietario dell’immobile o a chi abbia titolo per ri-
chiederlo.
È trasferibile, insieme all’immobile, ai successori o aventi causa, nonché oneroso (com-
portando la corresponsione di un apposito contributo variamente commisurato in base
all’intervento).
Il relativo rilascio deve avvenire in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici,
dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente ed è comunque su-
bordinato alla esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o alla previsione da par-
te del Comune di riferimento dell’attuazione delle stesse nel successivo triennio, ovvero
all’impegno degli interessati di procedere all’attuazione delle medesime contemporane-
amente alla realizzazione dell’intervento oggetto del permesso.
In caso di contrasto, infatti, tra l’intervento per cui si chiede il permesso di costruire e le
previsioni di strumenti urbanistici adottati, viene sospesa ogni determinazione in ordi-
ne alla domanda.
Il D.Lgs. 222/2016, cd. decreto Scia 2, emanato in attuazione di una delega contenuta
nella legge di riforma della pubblica amministrazione (L. 124/2015), ha apportato nu-
In sintesi
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Gli atti ablatori
2 e l’espropriazione
1 Il potere ablatorio
Il potere ablatorio è quello con cui una pubblica amministrazione, per un vantaggio
della collettività, sacrifica l’interesse ad un bene della vita di un privato cittadino (GIAN-
NINI).
Le forme e l’intensità del sacrificio imposto variano in relazione ai diversi provvedimen-
ti: esso può consistere nella semplice limitazione di una facoltà, nell’imposizione di un
obbligo o, ancora, nell’estinzione di un diritto del privato (es.: espropriazione).
►Il provvedimento limitativo della sfera giuridica dei privati acquista effi-
Efficacia
cacia nei confronti di ciascun destinatario con la comunicazione allo stes-
(art. 21bis
so effettuata anche nelle forme stabilite per la notifica agli irreperibili nei
L. 241/1990)
casi previsti dal codice di procedura civile
3 La disciplina dell’espropriazione
7 $
►Giu r i s d i z i on e
▻per le controversie aventi ad oggetto atti, provve-
esclusiva del G.A.
dimenti, accordi e comportamenti, riconducibili an-
(art. 133 Codice
che mediatamente all’esercizio di un pubblico po-
processo ammi-
Autorità tere della P.A.
nistrativo)
giudiziaria
►Giurisdizione del ▻per le controversie riguardanti la determinazione e la
G . O. ( a r t . 5 3 corresponsione delle indennità in conseguenza
D.P.R. 327/2001) dell’adozione di atti di natura espropriativa o ablativa
8 L’acquisizione provvedimentale
Il problema della occupazione illegittima di un’area da parte della P.A. con conseguen-
te irreversibile trasformazione della stessa è stato affrontato in più occasioni sia dalla
giurisprudenza che dal legislatore: attualmente tale questione rinviene una disciplina
positiva nell’art. 42bis D.P.R. 327/2001, Testo Unico delle espropriazioni, introdotto
dal D.L. 6-7-2011, n. 98, conv. in L. 15-7-2011, n. 111.
Con la detta norma, concernente l’ipotesi in cui un’autorità utilizzi senza titolo un
bene immobile per scopi di interesse pubblico, il legislatore ha previsto che il bene in
questione, modificato in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio o
dichiarativo della pubblica utilità, può essere acquisito, non retroattivamente, al patri-
monio indisponibile dell’autorità che lo utilizza, previa valutazione degli interessi in con-
flitto e dietro corresponsione al proprietario di un indennizzo per il pregiudizio patrimo-
niale e non patrimoniale subìto. Quest’ultimo viene forfettariamente determinato dal
legislatore nella misura del dieci per cento del valore del bene.
L’istituto si applica quando sia stato annullato il precedente atto da cui era sorto il vin-
colo preordinato all’esproprio ovvero l’atto che aveva dichiarato la pubblica utilità di
un’opera o il decreto di esproprio, nonché durante la pendenza di un giudizio per l’an-
nullamento dei menzionati atti, ma a condizione che l’amministrazione, che ha adot-
tato il precedente atto impugnato, lo ritiri.
Considerato che il provvedimento di acquisizione comporta il passaggio del diritto di
proprietà del bene (sotto condizione sospensiva del pagamento delle somme dovute
ovvero del loro deposito presso la Cassa depositi e prestiti S.p.A.), esso deve essere tra-
scritto presso la Conservatoria dei registri immobiliari a cura dell’amministrazione pro-
cedente e trasmesso in copia all’ufficio competente all’aggiornamento degli elenchi
degli atti da cui deriva la dichiarazione di pubblica utilità ovvero con cui è disposta
l’espropriazione. La stessa autorità procedente, poi, deve trasmettere una copia inte-
grale del provvedimento di acquisizione, entro 30 giorni, alla Corte dei conti.
Effetto del
provvedimento ►Passaggio del diritto di proprietà del bene all’autorità procedente
di acquisizione
►Provvedimenti
▻espropriano o costituiscono servitù o altre limita-
che privano par-
zioni (es.: servitù di elettrodotto di appoggio di cas-
zialmente del go-
sette postali)
dimento dei beni
Sono quelli che la legge disciplina molto sommariamente, fissando soltanto i presup-
posti di urgenza indispensabili per la loro adozione; tali atti sono, quindi, atipici dal pun-
to di vista contenutistico e sono legittimi se adottati nei soli casi tassativi stabiliti dal
legislatore.
▸beni mobili
►Requisizione di ▻grave necessità
Tipi urgenza pubblica ▸beni immobili: requisizione
in uso
9.4
;*
#
#
-
biere
▻sanzionatorio
▻repressivo
▻successivo
Confisca ▻ablativo (ma ricade non nell’art. 42, co. 3, Cost. ben-
►Provvedimento sì nell’art. 25, co. 2, Cost.)
sanzionatoria
▻acquisitivo (dal privato il bene passa alla P.A. sen-
za corrispettivo)
▻relativo alla cosa servita a commettere un illecito o
che ne costituisce il prodotto
Avocazione
di cave e torbiere ►Quando il proprietario non sfrutta (o sfrutta male) il bene
alle Regioni
10
0 Il diritto amministrativo sanzionatorio: l’il-
lecito amministrativo
Tutte le forme di illecito presentano un aspetto comune: la violazione di una regola
posta dall’ordinamento.
Nell’illecito civile la norma violata è posta a tutela di interessi individuali e patrimonia-
li, mentre nell’illecito penale e in quello amministrativo la norma mira a tutelare in-
teressi di carattere pubblico. Tali illeciti, a loro volta, differiscono tra loro perché, men-
tre l’illecito penale è la conseguenza della violazione di una norma penale e, quindi, è
diretto a ripristinare l’ordine sociale «violato», al contrario l’illecito amministrativo se-
gue alla violazione di un interesse pubblico di specifica attribuzione della P.A.
10.1 <
Nozione: con la L. 689/1981 il legislatore ha limitato il concetto di «illecito amministra-
tivo» alle sole trasgressioni di doveri di carattere generale cui l’ordinamento ricollega,
come conseguenza giuridica, il pagamento di una somma di denaro, a titolo di sanzio-
ne amministrativa.
►Legalità
►Responsabilità per dolo o colpa
►Esclusione della responsabilità per esistenza di una causa di giustificazione
Principi
►Concorso di persone
►Personalità dell’obbligazione
►Continuazione
Sanzione ►Consiste nel pagamento di una somma non inferiore a 10 euro e non su-
amministrativa periore a 15.000 euro, salvo che si tratti di sanzione proporzionale, ossia
pecuniaria in base all’entità della violazione
Oltre alla finalità sanzionatoria, tale istituto persegue anche lo scopo di prevenire il
pericolo nascente dal possesso di determinati oggetti da parte dei trasgressori di nor-
me amministrative: ad es., la confisca di un veicolo come sanzione accessoria conse-
guente alla violazione del Codice della strada.
Sequestro ►È un atto «ablatorio» affine alla confisca a cui è in genere preordinato ma
amministrativo ne differisce poiché comporta una temporanea indisponibilità del bene
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Parte Sesta
La responsabilità
della P.A. e
verso la P.A.
Nozione: la P.A., nel provvedere alla realizzazione dei suoi compiti (con mezzi di dirit-
to pubblico o con mezzi di diritto privato), entra in rapporto con altri soggetti giuridici,
nei confronti dei quali assume spesso degli obblighi.
►Obblighi di sop-
▻tollerare che terzi fruiscano di beni pubblici
portare
La violazione dei detti obblighi comporta una responsabilità per la P.A. che, dal pun-
to di vista giuridico, è chiamata a rispondere di un certo fatto e a sopportarne le con-
seguenze previste dalla legge.
La Cassazione, infatti, ha stabilito che dall’art. 2043 c.c. discende il diritto al risarcimen-
to ogni volta che viene cagionato un danno ingiusto, a prescindere dalla distinzione tra
diritti soggettivi e interessi legittimi. La responsabilità della P.A. per lesione di questi
ultimi è attualmente confluita nell disciplina del Codice del processo amministrativo
(D.Lgs. 104/2010, art. 30, comma 2).
La responsabilità giuridica può ricadere anche sulla P.A.: questa può essere responsa-
bile sia civilmente che amministrativamente. Non può, invece, essere responsabile pe-
nalmente, perché la responsabilità penale è personale, e soltanto le persone fisiche
possono esserne investite.
Le situazioni giuridiche soggettive la cui lesione può dar luogo a responsabilità della
P.A. comprendono, come anticipato, sia i diritti soggettivi sia gli interessi legittimi (dopo
la storica sentenza della Cassazione n. 500/1999).
►Nesso di causalità
fra fatto antigiuri- ▻causalità di fatto penalistica (causalità adeguata)
dico ed evento ▻causalità giuridica (artt. 1223 e 2056 c.c.)
dannoso
6 La responsabilità precontrattuale
▻responsabilità dei
padroni e com-
►Responsabilità mittenti (art. 2049
▸responsabilità indiretta
per fatto altrui c.c.) e del proprie-
tario (art. 2054,
co. 3, c.c.)
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La responsabilità del pubblico
2 dipendente verso la P.A. e i terzi
e il ruolo della Corte dei conti