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ES/07/LLP-LdV/TOI/149026

ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI SUINI


Edizione italiana a cura di Biocert

ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI SUINI


Edizione italiana a cura di Biocert

Il presente manuale stato elaborato nellambito del Programma comunitario per lapprendimento permanente Progetto multilaterale di trasferimento dellinnovazione Leonardo da Vinci ECOLEARNING - ES/07/LLP-LdV/TOI/149026

La versione italiana stata curata da: BIOCERT Associazione Via Tasso 169 i 80127 Napoli Italia Tel. +39 081 7613830 Fax 081 7612734 biocert@biocert.it www.biocert.it

Edizioni Biocert Napoli, 2008

Il presente progetto finanziato con il sostegno della Commissione europea. L'autore il solo responsabile di questa pubblicazione e la Commissione declina ogni responsabilit sull'uso che potr essere fatto delle informazioni in essa contenute.

INDICE

INTRODUZIONE .. 5

CAPITOLO 1. GESTIONE DI UNAZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA .. 7 1.1. Supervisione e controllo dellapplicazione della normativa vigente . 7 1.1.a Conversione al biologico di unazienda agricola 1.1.b Certificazione biologica (nel rispetto della normativa comunitaria e degli standard IFOAM) 1.1.c Rapporti formali con lEnte di certificazione 1.1.d Misure di sostegno al biologico 1.2. Pianificazione della produzione, monitoraggio e Controllo . 24 1.2.a Scelta delle razze e dei tipi genetici 1.2.b Formulazione della dieta alimentare 1.2.c Pianificazione dei controlli igienico-sanitari CAPITOLO 2. COMMERCIALIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA . 32 2.1. Pianificazione e gestione degli acquisti 36 2.1.a Scelta dei fornitori 2.1.b Scelta dei canali di approvviggionamento 2.2. Commercializzazione delle produzioni aziendali 41 2.2.a Scelta dei clienti 2.2.b Come vendere il prodotto da agricoltura biologica CAPITOLO 3. ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI SUINI .............. 48 3.1 Produzione ...................................................................... 51 3.2 Strutture di allevamento ................................................ 66 3.2.a Stabulazione/ricoveri 3.2.b Zone di libero movimento 3.3 Alimentazione ................................................................. 57

3.3.a Bisogni degli animali ........................................... 58 3.3.a.i Energia 3.3.a.ii Proteine 3.3.a.iii Lipidi 3.3.a.iiii Vitamine 3.3.a.iiiii Minerali 3.3.a.iiiiii Acqua 3.3.b Alimentazione in biologico ..... 61 3.3.c Alimentazione scrofe nelle fasi di gestazione e parto .. 62 3.3.c.i scrofe nella fase di gestazione 3.3.c.ii scrofe nella fase del parto 3.3.d Mangimi utilizzabili nel biologico ... 64 3.4 Igiene e salute ................................................................. 68 3.5 Riproduzione ................................................................... 71 3.5.a Parto e cure necessarie in questa fase 3.5.b Identificazione 3.6 Trasporto e macellazione ............................................... 73 3.7 Trattamento dei reflui ..................................................... 73 3.7.a Sistemi di trattamento dei reflui 3.7.b produzione biologica 3.7.c Tipologie di reflui 3.7.c.i Apporto al suolo di sostanza organica 3.7.c.ii Materiali da compostare 3.7.c.iii Caratteristiche dei materiali per il compostaggio 3.7.c.iiii Come fare un buon compost 3.7.d Breve descrizione del trattamento dei reflui nella produzione intensiva CONCLUSIONI 82 GLOSSARIO 83 BIBLIOGRAFIA / SITI INTERNET ................................................... 96

INTRODUZIONE Questo manuale rappresenta ladattamento e levoluzione del lavoro realizzato nel 2006 con il progetto comunitario Leonardo da Vinci Forecologia (numero di riferimento ES/03/B/F/PP-149080). La presente versione il frutto del lavoro di un team di esperti appartenenti ad organizzazioni di diversi Paesi europei: Spagna (IFES-Instituto de Formacin y Estudios Sociales, UPA-Unin de Pequeos Agricultores y Ganaderos, Formacin 2020 S.A.), Bulgaria (AGROLINK), Italia (Associazione Biocert), Svezia (STPKC-Swedish TelePedagogic Knowledge Center), Germania (BFW - Centro di Competenza Europa), Portogallo (Escola Superior Agrria de Ponte de Lima), Romania (ARAD-Associazione rumena per lagricoltura sostenibile), Ungheria (MGRT-Associazione Ungherese per lAgricoltura biologica). Il manuale stato messo a punto nellambito del progetto comunitario per lapprendimento permanente Leonardo da Vinci Ecolearning (numero di riferimento ES/07/LLP-LdV/TOI/149026). I principali destinatari di questo manuale sono quindi i lavoratori professionisti del settore agricolo, con particolare riguardo ai titolari delle piccole imprese. Si tratta pertanto di materiale formativo destinato alla riqualificazione professionale ed alla formazione continua degli addetti del settore primario. I contenuti del presente manuale sono i seguenti: 1. il primo capitolo dedicato alle problematiche gestionali e tratta gli aspetti della conversione aziendale al biologico, della certificazione delle produzioni sulla base della normativa europea e degli standards IFOAM, lattivit degli Enti di certificazione, la tracciabilit e la certificazione di filiera, gli strumenti di supporto alle attivit delle aziende agricole biologiche. Poich lagricoltura biologica richiede una particolare cura nella programmazione della produzione, questo capitolo si sofferma anche sullo studio del contesto territoriale in cui si svolge lattivit, e sullanalisi della storia del sito e delle sue peculiarit e problematicit. 2. Un secondo capitolo tratta la pianificazione e la gestione degli acquisti (in considerazione del fatto che tutti gli inputs devono a loro volta essere prodotti con il metodo biologico) e la scelta dei canali di approvvigionamento. Vengono inoltre fornite le nozioni fondamentali sulla commercializzazione delle produzioni biologiche, dallindividuazione della clientela alla scelta dei canali di distribuzione. 5

3. Il terzo capitolo tratta gli aspetti specifici dellallevamento biologico del bovino da carne, quali le strutture, comprese le aree dedicate allesercizio ed al libero movimento, lalimentazione generale e delle vacche durante la gestazione ed il parto, le misure igienico-sanitarie, la riproduzione e le condizioni di trasporto e macellazione. Viene inoltre esaminato il trattamento dei reflui zootecnici. 4. Chiude il manuale un glossario con i principali termini utilizzati in agricoltura biologica.

CAPITOLO 1. GESTIONE DI UNAZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA 1.1 Supervisione e controllo dellapplicazione della normativa vigente. La normativa europea sullagricoltura biologica apre nuove strade per i produttori agricoli, consentendo lo sviluppo di unagricoltura rispettosa dellambiente, in grado di ottenere alimenti sicuri e di qualit. Il primo regolamento comunitario che ha disciplinato in modo completo ed univoco, per tutti i Paesi dellUnione Europea, il metodo di produzione biologico degli alimenti stato il Reg. CEE n 2092/91. Dopo una lunga serie di aggiornamenti ed integrazioni, Il regolamento stato sostituito dalla normativa entrata in vigore il 1 gennaio 2009, costituita dal Reg. CE 834/20071 e dalle norme attuative contenute nel Reg. CE n 889/20082. E inoltre da evidenziare che stiamo parlando di un sistema fondato su base volontaria, il cui logo pu essere usato in aggiunta ad altri marchi, pubblici o privati, che servano ad identificare le produzioni da agricoltura biologica. In tutta lUnione Europea per etichettare come biologico un prodotto, esso deve innanzitutto essere conforme al dettato normativo, che ne stabilisce i requisiti minimi per la produzione, trasformazione ed importazione da Paesi terzi, comprese le procedure per il controllo e la certificazione, letichettatura e la commercializzazione. Questo tipo di etichettatura potr essere utilizzata solo da quei produttori i cui sistemi produttivi e le cui produzioni siano state controllate e dichiarate conformi alla normativa comunitaria. Un primo logo che contraddistingue le produzioni da agricoltura biologica stato definito a livello europeo sin dallanno 2000. La nuova normativa dispone per listituzione di un nuovo logo, che sar in seguito definito e diverr obbligatorio a partire dal 1 luglio 2010 (Reg. CE N 967/20083). Il logo pu essere applicato
Regolamento (CE) N. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dellUnione Europea n. L 189/1 del 20.07.2007, relativo alla produzione biologica e alletichettatura dei prodotti biologici e che abroga il Regolamento (CEE) n 2092/91.
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1

Regolamento (CE) N. 889/2008 della Commissione del 5 settembre 2008, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dellUnione Europea n. L 250/1 del 18.09.2008, recante modalit di applicazione del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici, per quanto riguarda la produzione biologica, l'etichettatura e i controlli. Regolamento (CE) N. 967/2008 del Consiglio del 29 settembre 2008, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dellUnione Europea n. L 264/1 del

esclusivamente sui prodotti trasformati in cui almeno il 95% degli ingredienti provenga a sua volta da agricoltura biologica, e la cui lavorazione, confezionamento ed etichettatura siano avvenute nellUnione Europea o in un Paese con un sistema di certificazione equivalente a quello europeo.

Immagine 1: vecchio logo europeo per le produzioni da agricoltura biologica

Il successo del biologico legato proprio al sistema europeo di certificazione, che garantisce una tracciabilit totale del prodotto. La Commissione Europea considera una priorit assoluta della tracciabilit (la possibilit di seguire il percorso di un prodotto dalla fase iniziale di produzione alla vendita e viceversa). Sin dal gennaio 2005, con il Regolamento comunitario n 178/2002, divenuta obbligatoria per le aziende alimentari ladozione di un sistema di tracciabilit. La normative stabilisce anche i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorit europea per la sicurezza alimentare e fissa le procedure nel campo della sicurezza alimentare. La tracciabilit assume unimportanza sempre maggiore per gli operatori della filiera agroalimentare, le istituzioni ed i consumatori, in relazione alla sicurezza alimentare (basti pensare alla crisi della BSE) ed alla garanzia della provenienza (ad es. garanzia della non contaminazione con OGM). Un sistema efficace di tracciabilit consente inoltre di prendere rapidamente decisioni e contromisure nel

3.10.2008, recante modifica del regolamento (CE) n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e alletichettatura dei prodotti biologici.

caso di emergenze sanitarie lungo la filiera agroalimentare, consentendo lindividuazione delle cause (si parla infatti di tracciabilit delle responsabilit). La tracciabilit di filiera comporta la raccolta dei dati dal campo alla tavola, al fine di comprendere le variabili produttive e qualitative, il comportamento del prodotto durante la sua conservazione, il controllo dei costi di produzione, le responsabilit interne (operatori) ed esterne (clienti e fornitori). Tale massa di informazioni deve essere gestita mediante veri e propri sistemi informativi di filiera con vari punti di accesso (al pubblico, allautorit sanitaria e agli organismi di certificazione, ai responsabili tecnici e al management aziendale) nellottica di una precisa volont di trasparenza, per consolidare il rapporto di fiducia con tutti gli operatori della filiera produttiva e distributiva e con il consumatore finale. Per raggiungere questi obiettivi i documenti principali da predisporre sono: a) il Disciplinare Tecnico (o Manuale) di tracciabilit della filiera, il cui principio quello di scrivere tutto ci che si fa ( e poi fare quello che si scritto!) per garantire la tracciabilit della filiera. b) il Sistema Documentale che composto da procedure operative, procedure tecniche, istruzioni di lavoro e modulistica che le singole aziende della filiera devono adottare per garantire il corretto funzionamento del sistema di tracciabilit. c) lo Schema di Certificazione che indica le regole tramite le quali lorganismo di controllo e gli operatori di filiera si interfacciano per garantire la conformit del prodotto alla norma di riferimento. d) il Diagramma di Flusso che rappresenta lo schema in cui si individuano le varie fasi da cui composto il processo produttivo e si evidenziano i punti critici per la perdita di tracciabilit; quindi il documento che descrive la storia di una unit di prodotto (intesa come il lotto minimo che si avvicini il pi possibile alla singola confezione di prodotto). e) il Piano dei Controlli, documento che ordina tipo e modalit delle operazioni da effettuare per la verifica delle specifiche del prodotto durante il ciclo produttivo (prelievo campioni, analisi chimiche, laboratori, ecc..). Tali verifiche vengono condotte normalmente sia dallazienda capo-filiera che da un ente terzo, nel caso di certificazione. Naturalmente per le filiere agrobiologiche fondamentale risulta lattivit svolta degli Organismi di controllo e certificazione, autorizzati dalle singole Autorit nazionali in conformit al regolamento comunitario. Questi Organismi operano infatti sulla base di manuali operativi altamente specializzati, 9

impostati in modo tale da garantire un controllo di filiera completo in tutte le sue fasi. 1.1.a Conversione al biologico di unazienda agricola Gli operatori agricoli che intendono produrre con il metodo biologico devono riporre molta attenzione nella fase di riconversione produttiva, sia dal punto di vista tecnico che da quello burocratico, rispettando gli standards normativi e sottoponendo lazienda al controllo di un ente di certificazione (accreditato dalla competente Autorit nazionale). In questa fase consigliabile farsi supportare da unassociazione del settore o dai centri di assistenza pubblica. Dal punto di vista tecnico la conversione rappresenta quel periodo in cui lazienda, in precedenza gestita con tecniche convenzionali, pone le basi per una corretta e proficua adozione del metodo di produzione biologico. Possiamo definire come conversione burocratica quella durante la quale i prodotti non possono essere etichettati come provenienti da agricoltura biologica e come conversione agronomica quella che si pone lobiettivo di mettere a punto in azienda il metodo di produzione biologico dal punto di vista tecnico. La normativa comunitaria definisce tutti i requisiti che deve possedere unazienda agricola per passare al biologico, compreso il rispetto del periodo di conversione, che normalmente di due anni per le colture erbacee e di tre anni per quelle arboree. LEnte di certificazione pu anche decidere di allungare od abbreviare questo periodo, che comunque non potr mai scendere al di sotto di un anno. Gli operatori devono elaborare un piano di riconversione, che deve essere preventivamente approvato dallente di certificazione. 1.1.b Certificazione biologica (nel rispetto della normativa comunitaria e degli standards IFOAM) La normativa comunitaria prevede che ciascuno stato membro debba adottare un proprio sistema di controllo e certificazione ed individuare lAutorit competente della supervisione del sistema e dellaccreditamento degli enti di certificazione (vedere Tabella 1), che devono operare in conformit agli standards internazionali delle norme EN 45011 / ISO 65.

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Tabella 1: Elenco degli Enti di certificazione accreditati in Italia Nome Associazione Suolo e Salute cod. UE ITASS Recapito via Paolo Borsellino, 12/B 61032 Fano (Pu) Tel. e fax 0721 860543 E-mail info@suoloesalute.it sito Internet www.suoloesalute.it

Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale - ICEA

ITICA

Via Nazario Sauro, 2 40121 Bologna Tel. 051/272986 Fax 051/232011 E-mail icea@icea.info

Istituto Mediterraneo di Certificazione - IMC

ITIMC

Via C. Pisacane 53 60019 Senigallia (An) Tel. 071-7928725/7930179 Fax 071-7910043 E-mail imcert@imcert.it sito Internet www.imcert.it

Bioagricert

ITBAC

Via dei Macabraccia, 8 40133 Casalecchio Di Reno (Bo) Tel. 051-562158 Fax. 051-564294 E-mail info@bioagricert.org sito Internet www.bioagricert.org Via Jacopo Barozzi 8 40126 Bologna Tel. 051-254688-6089811 Fax 051-254842 E-mail ccpb@ccpb.it sito internet www.ccpb.it

Consorzio Controllo Prodotti Biologici - CCPB

ITCPB

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CODEX S.r.l.

ITCDX

Via Duca degli Abruzzi, 41 95048 Scordia (Ct) Tel. 095-650634/716 Fax. 095-650356 E-mail codex@codexsrl.it sito internet www.codexsrl.it

Q.C. & I. International Services

ITQCI

Villa Parigini Localit Basciano 55035 Monteriggioni (Si) Tel. 0577/327234 Fax. 0577/329907 E-mail lettera@qci.it sito Internet www.qci.it Corso Delle Province 60 95127 - Catania Tel. 095/442746 - 433071 Fax 095/-505094 E-mail info.ecocert@ecocertitalia.it sito Internet www.ecocertitalia.it Via M. Grappa 37 36063 Marostica (Vi) Tel. 0424/471125 Fax: 0424/476947 E-mail info@certbios.it sito Internet www.certbios.it Via Monte San Michele 49 73100 Lecce Tel. e Fax 0832-311589 E-mail info@ecosystemsrl.com sito Internet www.ecosystemsrl.com Via Chironi 9 07100 Sassari Tel. e Fax : 079-276537 Auf dem Kreuz 58

Ecocert Italia

ITECO

BIOS

ITBSI

Eco System International Certificazioni S.r.l.

ITECS

BIOZOO - S.r.l.

ITBZO

BIOZERT - zertifizierung

IT-

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okoligisch erzeutger produkte*

BZT

D-86512 - UGSBURG Tel. +49(0)821.3467650 Fax +49(0)821.3467655 E-mail bayern@biozert.de sito Internet www.biozert.de

INAC - International Nutrition and Agricolture Certification*

ITINC

Rudolf-Herzog-Weg 32 D-37213 WITZENHAUSEN Tel. +49(0)5542.911400 Fax +49(0)5542.911401 E-mail inac@inaccertification.com sito Internet www.inaccertification.com Paradiesstrasse 13 D-78462 KONSTANZ Tel. +49(0)7531.915273 Fax +49(0)7531.915274 E-mail office@imo.ch sito Internet www.imo.ch

IMO - Institut fr marktkologie*

ITIMO

QC&I Gesellschaft fr kontrolle und zertifizierung von Qualittssicherungssystemen GMBH*

ITQCI

Gleuelerstrasse 286 D-50935-KLN Tel. +49(0) 221 943 92-09 Fax +49(0) 221 943 11 sito Internet www.qci.de

*accreditati solo per la provincial di Bolzano

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Gli operatori che producono, trasformano od importano prodotti da agricoltura biologica devono notificare linizio della loro attivit alla competente Autorit di controllo nazionale. Lo schema di certificazione prevede che loperatore debba fornire una precisa descrizione dellunit di produzione, identificare in modo chiaro i magazzini, le aree di raccolta ed i luoghi di confezionamento. In seguito alla prima notifica di inizio attivit di produzione con il metodo biologico, loperatore deve comunicare annualmente allEnte di certificazione il programma di produzione. Il Sistema di certificazione prevede che loperatore descriva nel dettaglio il processo produttivo, il quale dovr poi essere verificato, approvato e continuamente controllato dallEnte di certificazione, anche attraverso il prelievo e lanalisi di campioni di prodotto, sia in azienda che nei luoghi di trasformazione e commercializzazione. Lobiettivo del sistema di certificazione, attraverso le verifiche iniziali ed il monitoraggio successivo, quello di dare al consumatore una certificazione certa ed indipendente delle produzioni ottenute nel rispetto della normativa vigente sullagricoltura biologica. LAttivit degli Enti di certificazione sostenuta grazie al pagamento da parte degli operatori controllati di una quota di controllo, stabilita sulla base delle dimensioni e della tipologia produttiva dellazienda. In ogni caso la quota di controllo deve permettere di coprire tutte le spese sostenute dallEnte di certificazione per lo svolgimento delle attivit di controllo e certificazione. Dobbiano considerare che la parola biologico non ha lo stesso significato in tutto il Mondo, in quanto a livello internazionale non esistono standard comuni. La Federazione Internazionale dei Movimenti dellAgricoltura Biologica (IFOAM) nelle norme identificate come Basic Standards descrive come un alimento da agricoltura biologica debba essere prodotto, trasformato, condizionato. Tali norme sono costituite da Principi generali, (Tabella n 2), raccomandazioni, e riflettono lo stato dellarte del metodo di produzione e trasformazione biologico, definendo inoltre le norme di accreditamento degli enti di certificazione e gli standards che devono essere rispettati da tutte le organizzazioni nel mondo. In particolare lapplicazione delle norme serve ad evitare che luso di standard nazionali si trasformi in uninsormontabile barriera commerciale ed ostacoli di fatto la libera circolazione delle produzioni da agricoltura biologica4.

The IFOAM Norms are available on IFOAM website: www.ifoam.org .

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LIFOAM supporta lo sviluppo di standard locali in linea con gli obiettivi delle norme di base IFOAM. Gli standard internazionali e quelli locali possono cos essere armonizzati proprio grazie al processo di approvazione.

(Immagine 2: logo IFOAM)

Le linee guida per larmonizzazione delle produzioni agricole sono state dettate anche dalla FAO (Food and Agriculture Organization) e dal W.H.O. (World Health Organization). Queste linee guida risultano preziose per lelaborazione delle nuove normative e regolamentazioni del settore. In particolare la Commissione del Codice Alimentare, operante nellambito di un programma congiunto FAO/WHO partito nel 1991 (con la partecipazione anche dellIFOAM e delle Istituzioni europee), ha elaborato le line guida per la produzione, la trasformazione, letichettatura e la commercializzazione delle produzioni ottenute con il metodo biologico. Le disposizioni del Codice Alimentare sono perfettamente in linea con gli standards dellIFOAM e con la normativa europea del biologico. Le linee guida sulle produzioni da agricoltura biologica rappresentano il fondamento di una serie di norme e programmi operativi attivati in diversi Paesi (a cominciare dalla stessa regolamentazione comunitaria). Queste linee guida ci dicono come ottenere prodotti da agricoltura biologica, in grado di rassicurare anche i consumatori circa la loro qualit e la bont del processo produttivo. Il Codice costituisce una base importate per larmonizzazione della normativa internazionale e per incrementare la fiducia dei consumatori. Sar anche importante per lapplicazione del principio di equivalenza nellambito del WTO. Le linee guida per il biologico contenute nel Codice Alimentare saranno regolarmente aggiornate almeno ogni quattro anni, cos come stabilito allinterno dello stesso Codice5. E opportuno ricordare che esistono anche leggi
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Ulteriori informazioni sul Codice Alimentare sono disponibili sul sito internet www.codexalimentarius.net. Si consiglia anche di consultare il sito Internet della FAO dedicato allagricoltura biologica: www.fao.org/organicag.

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e marchi nazionali predisposti da molte nazioni europee, in alcuni casi risalenti a periodi antecedenti allentrata in vigore della regolamentazione comunitaria. In qualche Paese le associazioni degli operatori dellagricoltura biologica hanno anche formulato standards privati e schemi di certificazione, ancor prima della pubblicazione delle norme nazionali e comunitarie. Spesso sono proprio questi marchi privati ad avere la maggior fiducia da parte dei consumatori (ne esistono ad es. alcuni molto conosciuti in Inghilterra, Italia, Danimarca, Austria, Ungheria, Svezia, Svizzera). In Europa tutti gli operatori (produttori, trasformatori, importatori) interessati ad utilizzare questi marchi privati aggiuntivi devono rispettare oltre alla disciplina comunitaria anche i rispettivi standards privati. Questi richiedono infatti un controllo ed una certificazione aggiuntiva. Alcuni Enti di certificazione europei sono anche accreditati presso i Ministeri dellAgricoltura americani e giapponesi, al fine di offrire agli operatori biologici europei la possibilit di esportare in quei paesi le loro produzioni. Le certificazioni rilasciate sono le seguenti: NOP6 National Organic Programme (vedere tabella 3) per gli Stati Uniti e JAS7 - Japanese Agricultural Standard (vedere tabella 4), per il Giappone. Il Servizio Internazionale di Accreditamento Biologico (IOAS) unOrganizzazione no-profit indipendente con sede in Delaware, USA che sovrintende il sistema mondiale di certificazione del biologico, attraverso procedure volontarie di accreditamento degli Enti di certificazione operanti nel settore del biologico8. LOrganizzazione IOAS implementa il programma di accreditamento IFOAM che garantisce a livello mondiale il rispetto dei principi biologici, contribuendo alleliminazione delle barriere nazionali, grazie alla sua completa imparzialit.

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http://www.ams.usda.gov/nop/indexIE.htm http://www.maff.go.jp/soshiki/syokuhin/hinshitu/e_label/index.htm 8 http://www.ioas.org

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Tabella 2: Principi dellagricoltura biologica, elaborati dallIFOAM


Dopo un intenso processo partecipativo, nel settembre 2005, lAssemblea generale IFOAM svoltasi ad Adelaide in Australia ha approvato la revisione dei Principi di agricoltura biologica *. Questi principi sono le radici dalle quali cresce e si sviluppa lagricoltura biologica. Principio della salute LAgricoltura Biologica deve sostenere e rafforzare la salute del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e del pianeta come un insieme unico ed indivisibile. Questo principio sottolinea che la salute degli individui e delle comunit non pu prescindere dalla salute degli ecosistemi suoli sani producono raccolti sani che favoriscono la salute degli animali e della gente. La salute la totalit e lintegrit dei sistemi viventi. Non semplicemente lassenza di malattia, ma il mantenimento del benessere fisico, mentale, sociale ed ecologico. Limmunit, la resistenza e la rigenerazione sono caratteristiche fondamentali della salute. Il ruolo dellagricoltura biologica, sia nellattivit agricola, che nella lavorazione, la distribuzione o il consumo, di sostenere e rafforzare la salute degli ecosistemi e degli organismi, dal pi piccolo abitante del suolo fino agli esseri umani. Particolarmente, lagricoltura biologica intende produrre cibi nutrienti, di alta qualit, che favoriscono il benessere e la prevenzione delle malattie. In questottica andrebbe evitato luso di fertilizzanti, pesticidi, medicine veterinarie ed additivi alimentari per animali che possano avere effetti dannosi sulla salute. Principio dellecologia LAgricoltura Biologica deve basarsi su sistemi e cicli ecologici viventi, lavorare con essi, emularli ed aiutarli a sostenersi. Questo principio radica lagricoltura biologica allinterno dei sistemi ecologici viventi. Afferma che la produzione deve essere basata su processi ecologici e di riciclo. Il nutrimento ed il benessere sono ottenuti mediante lecologia dellambiente produttivo specifico. Per esempio, nel caso delle colture si tratta del suolo vivente; per gli animali dellagro-ecosistema; per i pesci e gli organismi marini dellambiente acquatico. I sistemi colturali, pastorali e di raccolta spontanea devono adattarsi ai cicli ed agli equilibri ecologici esistenti in natura. Questi cicli sono universali anche se si manifestano in modo diverso a seconda degli eco-sistemi locali. La gestione biologica deve essere adattata alle condizioni, allecologia, alla cultura ed alle dimensioni locali. Gli inputs esterni vanno ridotti attraverso la riutilizzazione, il riciclo e la gestione efficiente di materiali ed energia, al fine di mantenere e di migliorare la qualit dellambiente e di preservare le risorse. Lagricoltura biologica deve raggiungere lequilibrio ecologico tramite la progettazione di sistemi agricoli, la creazione di habitat ed il mantenimento della diversit genetica ed agraria. Coloro che producono, trasformano, commerciano o consumano prodotti biologici devono proteggere lambiente comune, tenendo conto del paesaggio, del clima, degli habitat, della biodiversit, dellaria e dellacqua. Principio dellequit solidale LAgricoltura Biologica deve svilupparsi su rapporti che assicurino equit e solidariet nei confronti dellambiente comune e delle necessit della vita. Lequit solidale caratterizzata dalleguaglianza, dal mutuo rispetto, dalla giustizia e dalla tutela di un mondo condiviso, sia nelle relazioni tra le persone che in quelle delle persone con gli altri esseri viventi. Questo principio stabilisce che coloro che sono impegnati nellagricoltura biologica devono gestire le relazioni umane in modo tale da assicurare equit solidale a tutti i livelli ed a tutte le parti interessate: agricoltori, lavoratori, trasformatori, distributori, commercianti e consumatori. Lagricoltura biologica deve assicurare una buona qualit di vita a tutti coloro che ne sono coinvolti e contribuire alla sovranit alimentare ed alla riduzione della povert. Essa mira alla produzione di una fornitura sufficiente di alimenti ed altri prodotti di buona qualit. Questo principio stabilisce pure che gli animali possano avere condizioni e opportunit di vita che rispettino la loro fisiologia, il loro comportamento naturale ed il loro benessere.

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Le risorse naturali ed ambientali usate per la produzione e il consumo dovrebbero essere gestite in un modo socialmente ed ecologicamente giusto e dovrebbero essere preservate per le generazioni future. Lequit solidale richiede che i sistemi di produzione, distribuzione e commercio siano aperti ed equi, e che tengano conto dei reali costi ambientali e sociali. Principio della cautela LAgricoltura Biologica deve essere gestita in modo precauzionale e responsabile al fine di proteggere la salute ed il benessere delle generazioni presenti e future e dellambiente. Lagricoltura biologica un sistema vivente e dinamico che risponde a esigenze e condizioni interne ed esterne. Chi pratica lagricoltura biologica pu aumentare lefficienza e la produttivit, ma senza compromettere la salute ed il benessere degli esseri viventi e dellambiente. Di conseguenza, le nuove tecnologie devono essere valutate con attenzione ed i metodi attualmente in uso sottoposti a revisione. Tenuto conto della conoscenza degli ecosistemi e dellagricoltura, necessario prestare la dovuta cautela preventiva. Questo principio afferma che la precauzione e la responsabilit sono concetti chiave nelle scelte di gestione, di sviluppo e di tecnologie nellagricoltura biologica. La scienza necessaria per assicurare che lagricoltura biologica sia sana, sicura e rispettosa dellambiente. Tuttavia, la conoscenza scientifica da sola non sufficiente. Lesperienza pratica, la saggezza e le conoscenze tradizionali ed indigene accumulate, soluzioni valide e collaudate nel tempo. Lagricoltura biologica deve prevenire rischi maggiori tramite ladozione di tecnologie appropriate ed il rifiuto di quelle imprevedibili, quale lingegneria genetica. Le decisioni devono riflettere i valori ed i bisogni di tutti coloro che potrebbero subirne gli effetti, attraverso dei processi trasparenti e partecipativi. ______ * Le Norme IFOAM per le produzioni e le trasformazioni biologiche, Ed. IFOAM, Bonn, 2005 (www.ifoam.org).

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Tabella 3: Il programma nazionale americano sul biologico (National Organic


Programme - NOP)
Il programma nazionale americano sul biologico (NOP) stato implementato definitivamente il 21 ottobre 2002, sotto la direzione del Servizio Marketing Agricolo, una sezione del Dipartimento di stato per lagricoltura degli Stati Uniti (USDA). Il NOP una legge federale che prevede per tutti i prodotti biologici il rispetto di standards comuni e lo stesso sistema di certificazione.
Le basi del programma nazionale per il biologico Il NOP ha sviluppato gli standards nazionali ed ha stabilito un sistema di certificazione del biologico fondato sulle indicazioni dei 15 membri del Comitato nazionale per gli standards del biologico (NOSB). Il NOSB nominato dal Segretario di stato per lagricoltura e comprende rappresentanti delle seguenti categorie: produttori agricoli; trasformatori, consumatori, ambientalisti, scienziati e Enti di certificazione. Oltre a considerare le indicazioni del NOSB, lUSDA nellelaborazione di queste norme ha tenuto anche conto dei sistemi di certificazione precedentemente adottati dagli Stati e dai privati. Le norme del NOP sono flessibili al fine di potersi adattare al gran numero di produzioni agricole esistenti in ogni regione degli Stati Uniti. Cosa stabiliscono le norme NOP? Le norme proibiscono luso nella produzione e nella trasformazione dei prodotti biologici di Organismi geneticamente modificati, delle radiazioni, dei fanghi da acque reflue. Come regola generale sono consentite tutte le sostanze naturali (non chimiche di sintesi), mentre sono vietati tutti i prodotti chimici di sintesi. Tutte le eccezioni a queste regole sono contenute in un elenco valido a livello nazionale, contenuto in unapposita sezione del regolamento. Le norme di produzione e trasformazione interessano le produzioni biologiche, la raccolta spontanea, lallevamento biologico, il condizionamento e la trasformazione dei prodotti agricoli biologici. Le produzioni biologiche sono ottenute senza luso di pesticidi chimici, fertilizzanti derivati dal petrolio o dai fanghi delle acque reflue: Gli animali allevati con il metodo di produzione biologico devono essere alimentati con mangimi biologici ed avere libero accesso a spazi aperti. Non sono consentiti antibiotici ed ormoni per lo sviluppo. Le norme di etichettatura sono basate sulla percentuale di ingredienti biologici contenuti nel prodotto. Prodotti etichettati "100% biologico" devono contenere solo ingredienti prodotti con il metodo biologico. Essi possono essere contrassegnati con il marchio del biologico USDA. Prodotti etichettati "biologico" devono contenere almeno il 95% di ingredienti biologici. Essi possono essere contrassegnati con il marchio del biologico USDA. Prodotti trasformati che contengono almeno il 70% ingredienti biologici possono riportare la frase "prodotto con ingredienti biologici" e mettere in evidenza sulletichetta fino a tre ingredienti biologici o gruppi di alimenti biologici. Per esempio nel caso di una zuppa fatta con almeno il 70% di ingredienti biologici e precisamente con i soli vegetali biologici pu essere contrassegnata come fatta con piselli, patate e carote biologiche o fatto con vegetali biologici. Tali prodotti non possono essere contrassegnati con il marchio del biologico USDA. Prodotti trasformati che contengono meno del 70% di ingredienti biologici non possono riportare in etichetta il termine biologico ma possono identificare nellelenco degli ingredienti quelli provenienti da agricoltura biologica. Le norme di certificazione stabiliscono i requisiti che devono possedere le produzioni ed i trasformati ottenuti con il metodo biologico per essere etichettati come tali dallEnte di certificazione accreditato dallUSDA. Tra la documentazione che deve fornire loperatore controllato c anche il piano di gestione dellazienda biologica. Questo piano descrive, tra laltro, tecniche e sostanze utilizzate nel processo produttivo, la descrizione delle operazioni colturali e delle procedure messe in atto per prevenire la contaminazione dei prodotti biologici con quelli convenzionali. Le norme di certificazione determinano inoltre i controlli da effettuarsi direttamente in azienda. Sono esentati dalla certificazione i produttori ed i trasformatori che sviluppano un giro daffari annuo per i prodotti biologici superiore a $ 5.000. Essi possono etichettare i loro prodotti come biologici se rispettano le norme, ma non possono utilizzare il marchio del biologico USDA. Le norme di accreditamento stabiliscono i requisiti che un ente deve possedere per diventare Ente di certificazione riconosciuto dallUSDA. Esse servono innanzitutto a stabilire se un Ente di certificazione svolge la propria attivit in modo corretto ed imparziale. Lente deve dimostrare di impiegare personale con esperienza adeguata ed abilitato a controllare e certificare gli operatori biologici, adottando tutte le misure necessarie per prevenire conflitti di interesse e garantire una rigorosa riservatezza sulle informazioni assunte nellespletamento del controllo. I prodotti agricoli importati possono essere venduti negli Stati Uniti solo se sono certificati dagli Enti di certificazione accreditati presso lUSDA. Questultimo ha provveduto ad accreditare Enti di parecchi paesi stranieri. Esiste anche la possibilit che, su richiesta di un governo straniero, lUSDA provveda a riconoscere gli Enti di certificazione di quel paese, qualora le norme di accreditamento risultassero equivalenti a quelle americane.

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Tabella 4: JAS - Japanese Agricultural Standard

Lo standard JAS per le produzioni agricole e le trasformazioni agroalimentari stato creato nel 2000 sulle basi delle linee guida sulle produzioni, trasformazioni, etichettatura e vendita degli alimenti biologici, fissate dalla Commissione del Codex Alimentarius. Il sistema di certificazione JAS stato completato dal novembre 2005 con le norme sugli allevamenti biologici, le trasformazioni dei prodotti zootecnici biologici e lalimentazione biologica degli animali. Possono applicare il marchio JAS sulle loro produzioni solo quelle aziende che sono controllate e certificate dagli Enti di certificazione iscritti nellapposito Registro giapponese o da Enti di certificazione di altri paesi che adottano standards equivalenti a quelli giapponesi. Le norme JAS per le produzioni biologiche richiedono che, a partire dal 1 aprile 2001 (termine esteso poi al 2002) tutti I prodotti etichettati come biologici siano certificati da un Ente di certificazione giapponese o straniero registrato presso il Ministero dellAgricoltura e riportino in etichetta oltre al logo JAS anche il nome dellEnte di certificazione autorizzato. Solo gli enti autorizzati possono rilasciare lautorizzazione agli operatori di riportare nelletichetta delle loro produzioni il marchio JAS. Il marchio JAS in quanto marchio di qualit stato introdotto per garantire il mercato ed i consumatori giapponesi. Il Governo giapponese riconosce il regolamento europeo equivalente al proprio. Ossia i criteri per la certificazione e gli standards di riferimento per gli operatori del biologico che vogliono esportare i propri prodotti biologici in Giappone utilizzando il marchio JAS, sono gli stessi adottati nella Comunit Europea. Le norme "JAS" per in un caso escludono un prodotto ammesso invece gi dal Reg. CEE2092/91 (allegato IIB) per il trattamento fogliare del melo: il cloruro di calcio. Le regole previste dal JAS presentano inoltre alcune limitazioni. Per esempio non includono le bevande alcoliche e i prodotti di origine animale, compresi i prodotti apistici. La normativa prevede che solo lattivit di trasformazione (etichettatura) e commercializzazione sia controllata da un Organismo di Certificazione Giapponese o estero (RFCO) riconosciuto dal MAFF. Rispettando comunque il regime di controllo Comunitario, il produttore ed il venditore finale devono accertarsi che anche gli ingredienti (dei fornitori) e le materie prime (dei subfornitori) siano certificate secondo il Reg. comunitario. Rispetto al Reg. comunitario le uniche differenze riguardanti letichettatura dei prodotti sono le seguenti: se nel prodotto finito sono presenti ingredienti biologici e in conversione, dovr essere specificato quali sono biologici e quali in conversione. LUE, invece, non permette limpiego di materie prime in conversione nella preparazione di prodotti multi ingrediente. il marchio JAS deve sempre comparire sulletichetta. Se il prodotto non presenta il marchio JAS, non potr portare diciture del tipo: biologico, produzione biologica, completamente biologico, biologico estero, quota biologica X%, o qualsiasi altro riferimento al metodo di produzione biologico (anche se scritto in lingua inglese = organic). se il prodotto finito non pu riportare in etichetta il marchio JAS, ma i suoi ingredienti s, consentito scrivere, per esempio: insalata contenente verdure biologiche, oppure ketchup che contiene pomodoro biologico. Le norme "JAS" richiedono la presenza in azienda di due figure distinte, il Responsabile del processo produttivo e il Responsabile della verifica di conformit del prodotto prima della vendita (grading). Solo nelle aziende agricole i due ruoli possono essere ricoperti da una unica persona. Il responsabile del grading decide quali partite e lotti di prodotto sono realmente conformi al metodo biologico secondo le norme JAS e quali no per qualsiasi motivo. Tale figura sarebbe utile anche ai fini della conformit al Reg. comunitario poich loperatore obbligato a comunicare allente di controllo qualsiasi dubbio sulla conformit del prodotto sospendendo la commercializzazione in attesa delle verifiche. (Fonte ICEA).

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1.1.c Rapporti formali con lente di certificazione Dal punto di vista amministrativo, una delle peculiarit del sistema di controllo, rappresentato dagli impegni di trasmissione della documentazione ufficiale che loperatore assume nei confronti dellAutorit nazionale e dellEnte di certificazione. Loperatore che intende conseguire la certificazione delle produzioni deve seguire la seguente procedura: 1. Trasmissione della Notifica di inizio dellattivit di produzione con il metodo biologico allAutorit nazionale competente ed allEnte di certificazione scelto tra quelli in possesso del formale accreditamento. Successivamente alla trasmissione della notifica iniziale, loperatore dovr prontamente comunicare tutte le variazioni che dovessero intervenire riguardo ai dati del legale rappresentante dellazienda, alle unit di produzione, alle tipologie produttive, ai luoghi di produzione ed alla superficie coltivata, ai metodi di produzione, ai processi produttivi ed alla tipologia dei prodotti. Loperatore deve inoltre comunicare tutti i cambiamenti relativi alla superficie aziendale, quali ad es. acquisizioni e cessioni di terreno, variazioni del titolo di possesso. 2. Valutazione iniziale della documentazione, i documenti trasmessi dalloperatore saranno controllati dallEnte di certificazione per una prima verifica formale. In caso di esito negativo, perch incompleta o non conforme, il responsabile del controllo informer prontamente loperatore circa le mancanze e le non conformit, chiedendogli eventualmente di integrare la documentazione entro un determinato lasso di tempo. Superato il termine prefissato, qualora lEnte di certificazione non dovesse ricevere la documentazione integrativa, dovr ritenersi nulla la richiesta di ingresso nel sistema di controllo del biologico. 3. Prima visita ispettiva, il tecnico ispettore dellEnte di certificazione dovr verificare che le unit produttive, lorganizzazione e la gestione del processo produttivo siano conformi al dettato normativo. Il tecnico ispettore dovr consegnare alloperatore i registri aziendali, spiegando nel dettaglio le modalit di inserimento delle informazioni relative a tutte le operazioni praticate, ai mezzi tecnici utilizzati ed alle produzioni commercializzate. 4. Ingresso delloperatore nel Sistema di controllo, sar deciso dalla Commissione di certificazione, in seguito alla valutazione della documentazione aziendale e della relazione dispezione trasmessa dal tecnico. 21

5. Attestato di conformit, riporter lesito positivo della valutazione, la tipologia produttiva aziendale, il codice assegnato alloperatore, la data di validit dellattestato. 6. Programma Annuale di Produzione, dovr essere trasmesso dalloperatore allEnte di certificazione entro il 31 gennaio di ogni anno, su apposita modulistica definita dallAutorit nazionale responsabile del controllo. Solo per il primo anno in cui viene effettuata la notifica di inizio attivit il Programma potr essere trasmesso in ogni momento, comunque non oltre 30 gg. dalla data di ricevimento della comunicazione di ingresso nel Sistema di controllo. In ogni caso ciascuna variazione significativa al programma dovr essere prontamente comunicata allEnte di certificazione. Per le aziende zootecniche e gli apicoltori sottoposti a controllo sono previste modulistiche equivalenti, che dovranno comunque essere inviate allEnte di certificazione negli stessi termini sopra riportati. 7. Programma Annuale di Lavorazione, dovr essere trasmesso dal responsabile del centro di confezionamento/lavorazione, il quale dovr riportarvi tutti i prodotti che intende processare, sia nel suo impianto che, eventualmente, in quello di terzi, in conformit con la normativa del biologico. 8. Certificato delle produzioni ed autorizzazione alla stampa delle etichette, ogni operatore ammesso nel Sistema di controllo del biologico pu richiedere allEnte di certificazione il certificato delle produzioni ottenute e lautorizzazione alla stampa delle relative etichette. Loperatore responsabile del corretto utilizzo della documentazione e dei materiali derivanti dallattivit di controllo e certificazione. Loperatore assoggettato al Sistema di controllo dovr in generale rispettare la normativa nazionale e comunitaria del biologico, compilare la documentazione richiesta dallEnte di certificazione, consentire agli ispettori di accedere ai centri aziendali ed alla documentazione di supporto (per esempio fatture, registri IVA, ecc.), consentire agli ispettori di controllare tutti i prodotti ed i materiali che si rendessero necessari, sia di origine vegetale che animale, e tutti gli ingredienti, sia di origine agricola che extra-agricola, oltre ad impegnarsi a comunicare ogni sostanziale cambiamento che dovesse intervenire rispetto a quanto in precedenza dichiarato.

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1.1.d Misure di sostegno al biologico LUnione Europea supporta gli agricoltori biologici con specifiche misure Agroambientali attivate nellambito prima del Regolamento comunitario n 2078/1992 e poi del Regolamento n1257/1999. Nel 2003 i programmi agroambientali hanno supportato circa la met dei terreni coltivati biologicamente nellEuropa a 15 Stati. Il numero delle imprese biologiche ed in conversione che hanno ricevuto finanziamenti stato di 86.000 unit, circa il 64% del numero totale di operatori biologici9.
Fonte: Commissione Europea, Novembre 2005

Immagine 3: Superficie europea in biologico supportata dai programmi agro-ambientali (2003). Suddivisione percentuale (%) della superficie totale supportata nellEU-15.

La legislazione prevede per gli agricoltori biologici finanziamenti per almeno cinque anni, il cui ammontare dipende dalla localizzazione dellazienda e dallorientamento colturale. Per usufruire di tutti gli aiuti comunitari comunque consigliabile, per vari motivi, che loperatore aderisca ad unorganizzazione produttori: innanzitutto il settore agrobiologico in continuo sviluppo e le informazioni spesso giungono solo alle organizzazioni di categoria (che provvedono anche allerogazione di corsi di aggiornamento); molti canali commerciali sono riservati ai circuiti delle organizzazioni
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European Commission Report (G2 EW JK D(2005) Organic farming in the European Union Facts and Figures, Bruxelles, 3 Novembre 2005.

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del settore; molte aziende di trasformazione si approvvigionano esclusivamente presso aziende aderenti a specifiche organizzazioni di produttori ed usano i loro marchi; le organizzazioni di produttori rappresentano gli interessi della categoria, anche nei rapporti con le istituzioni pubbliche. 1.2. Pianificazione della produzione, monitoraggio e controllo Conformemente al dettato del Codex Alimentarius si pu affermare che "lagricoltura biologica un sistema olistico di produzione che persegue lequilibrio dellagro-eco-sistema, il rispetto della biodiversit, dei cicli biologici e dellattivit biologica del suolo; il metodo di produzione biologico esalta luso di tecniche agricole in sostituzione dei mezzi tecnici esterni allazienda, in considerazione anche del fatto che le esigenze locali richiedono sistemi differenti di gestione. Questo richiede, dove possibile, luso di tecniche agronomiche, biologiche e meccaniche al posto dellutilizzo di sostanze chimiche, al fine di garantire la corretta applicazione del metodo " Le attivit umane hanno compromesso lambiente naturale, comportando un progressivo deterioramento delle caratteristiche del territorio e la riduzione della biodiversit. Nelle aree rurali questa semplificazione degli eco-sistemi ha portato ad un aumento dei problemi connessi alla gestione delle attivit (per esempio la necessit di utilizzare sempre maggiori inputs esterni nei processi produttivi agricoli). Con lagricoltura biologica normalmente noi reintroduciamo la complessit nelleco-sistema. Lapproccio sistemico considerato ottimale quando garantisce: diversificazione delle colture con ladozione di opportune rotazioni, livelli produttivi in linea con le caratteristiche del territorio, presenza di allevamenti animali, presenza di elementi naturali e buona gestione del suolo. La combinazione di tutti questi elementi determina unottima risposta in termini di disponibilit di risorse naturali e attivazione di processi di autoregolazione naturale. Lagricoltura biologica un metodo di produzione e non semplicemente la sostituzione di mezzi chimici (fertilizzanti e pesticidi) con altre sostanze naturali. Convertire unazienda al biologico vuol dire innanzitutto sviluppare la fertilit del suolo e lequilibrio dellecosistema. Lobiettivo del Piano di conversione quello di guidare gli operatori durante il periodo della riconversione produttiva. Esso deve innanzitutto fotografare la situazione aziendale iniziale, al fine di poter analizzare tutte le informazioni acquisite, utili alla definizione delle migliori soluzioni tecniche da adottare. Quando operatori e 24

consulenti si incontrano per definire il lavoro da intraprendere importante che pensino gi allagricoltura biologica come un metodo di produzione e non come un semplice processo di sostituzione dei mezzi tecnici chimici con quelli naturali. Se questo concetto non sar realmente condiviso da subito, sar molto facile in seguito incorrere in errori e fallimenti. Va comunque sempre tenuto a mente che per convertire al biologico unazienda bisogna innanzitutto ripristinare la fertilit del suolo e ristabilire lequilibrio complessivo allinterno dellagro-ecosistema. Riportiamo di seguito i principali fattori da valutare attentamente nel piano di conversione. Storia dei campi da convertire a biologico importante assumere per ogni appezzamento informazioni esaustive circa le pratiche agricole adottate in passato e gli eventuali problemi riscontrati, riportando nel dettaglio rotazioni e successioni colturali degli ultimi anni, mezzi tecnici utilizzati (fertilizzanti, erbicidi, pesticidi, etc.), lavorazioni effettuate, principali problematiche fitosanitarie ed ogni altro problema riscontrato in passato. Stato del suolo Lanalisi iniziale del suolo importante per lelaborazione di un appropriato piano di concimazione. Il bilancio umico costituisce uninformazione strategica per consentire lelaborazione di un piano di coltivazione equilibrato, con interventi di fertilizzazione mirati a potenziare la fertilit del suolo, che alla base del metodo dellagricoltura biologica. Contesto socio-ambientale Loperatore deve conoscere lambiente in cui opera e leventuale presenza in zona di altre aziende biologiche. In questo modo egli potr scambiare informazioni e ricevere consigli da parte degli altri agricoltori. Potr inoltre entrare in contatto con i punti vendita e gli acquirenti interessati alle sue produzioni, i contoterzisti e gli altri soggetti che potrebbero aiutarlo nello svolgimento del lavoro. Conoscenze ed abilit delloperatore Queste informazioni risultano strategiche per la definizione dei tempi e dei metodi di introduzione delle innovazioni in azienda e delleventuale necessit di ricorrere ad aiuti esterni. Determinante risulta anche la spinta motivazionale delloperatore, se infatti egli non convinto delle scelte che compie queste sono destinate al fallimento. Questo vale naturalmente anche per i dipendenti e gli eventuali contoterzisti. 25

Attrezzatura disponibile in azienda e disponibilit ad investire Lattuazione delle scelte agronomiche dipende naturalmente oltre che dalla convinzione delloperatore anche dalla disponibilit delle attrezzature necessarie (in azienda o sul territorio) e dalla disponibilit ad investire. In questo risulta determinante il ruolo dei consulenti esperti, in grado di suggerire le soluzioni alternative ed indirizzare le scelte delloperatore. Vincoli Alcuni ostacoli di natura organizzativa od ambientale possono condizionare le scelte tecniche e richiedere molta attenzione supplementare per il raggiungimento degli obiettivi. Quelli pi frequenti sono: ostacoli ambientali e politici, presenza di strade a scorrimento veloce o di altre fonti di inquinamento, mancanza di centri servizi, mancanza di contributi regionali. Tutte le informazioni raccolte servono a definire il piano di conversione, che includer le soluzioni tecniche pi opportune per lazienda, e consentir alloperatore di tenere sempre presente come nellagricoltura biologica ogni intervento non sia fine a se stesso ma abbia una moltitudine di funzioni. Gli interventi saranno efficaci solo se sono rispettati gli equilibri nel suolo e nelleco-sistema. Analizziamo nei paragrafi seguenti i principali aspetti che un operatore deve considerare nellelaborazione del piano di conversione. 1.2.a Scelta delle razze e dei tipi genetici Nella scelta degli animali da allevare vanno sempre considerati i seguenti elementi: a) loro adattabilit alle specifiche condizioni ambientali; b) loro vitalit e resistenza naturale alle malattie; c) assenza di predisposizioni a malattie specifiche o problemi di salute (sindrome da stress, aborto spontaneo, ecc.). La normative vigente non fissa regole precise nella scelta degli animali. Vanno comunque preferite le razze autoctone che meglio si adattano allallevamento biologico. Presentano infatti una maggiore diversit biologica rispetto alle razze ibride e sono state selezionate nel tempo tra quelle che meglio si adattano alle caratteristiche dei vari territori, creando minori problematiche igienico-sanitarie e garantendo produzioni tipiche di qualit. Questo vale ancora di pi nel caso di allevamenti allaperto, dove risulta determinante la rusticit degli animali. 1.2.b Formulazione della dieta alimentare Il bestiame pu essere alimentato con il pascolo o con mangimi, a loro volta controllati e certificati biologici. Lalimentazione deve essere 26

effettuata sempre anteponendo la qualit e la salute degli animali alla massimizzazione delle produzioni. In nessun modo la somministrazione di cibo deve servire ad aumentare le produzioni, superando i limiti naturali degli animali. Lingrassamento forzato severamente proibito ed preferibile usare mangimi aziendali; qualora questi non fossero disponibili potranno essere acquistati mangimi da altre aziende biologiche certificate. consentita la pratica della transumanza (spostamento estivo degli animali nei pascoli montani), purch avvenga allinterno del territorio comunitario. Il bestiame deve essere alimentato con razioni a loro volta controllate e certificate biologiche, che garantiscono sia lottenimento di produzioni di qualit che il benessere animale. LAlimentazione di base dei giovani mammiferi deve essere a base di latte naturale, preferibilmente materno, e comunque tutti i mammiferi devono essere alimentati con latte naturale per un periodo minimo che varia a seconda delle specie (3 mesi per bovini/bufali ed equini, 45 giorni per ovini e caprini, 40 giorni per suini) ed sensibilmente pi lungo di quello previsto per gli allevamenti convenzionali. Il latte artificiale non consentito. Trattandosi di animali erbivori prescritto che passino il maggior tempo possibile ad alimentarsi naturalmente nei pascoli, sempre che le condizioni del tempo lo permettano. Almeno il 60% della materia secca di cui composta la razione giornaliera deve essere costituita da foraggi grossolani freschi, essiccati o insilati. Tuttavia l'organismo o l'autorit di controllo pu permettere, per gli animali da latte, la riduzione al 50% per un periodo massimo di 3 mesi dall'inizio dell'allattamento. Eventuali alimenti provenienti da agricoltura convenzionale possono essere usati in caso di necessit solo se previsti dalla normativa (per i bovini si rimanda al capitolo terzo del manuale). Gli alimenti di origine animale (siano essi prodotti in convenzionale che in biologico) possono essere usati esclusivamente se previsti dalla normativa, come nel caso del pesce o di altri animali marini e del latte e dei suoi derivati. Sono sempre vietati invece i prodotti a base di carne e derivati. In linea generale tutte le esigenze alimentari degli animali devono essere soddisfatte con cibi naturali, possibilmente assunti pascolando. In caso di carenze di minerali, ecc., possono essere somministrate vitamine, pro-vitamine, additivi nutrizionali, scelti esclusivamente tra quelli autorizzati dalla normativa vigente. Alcune regole specifiche sono state dettate per gli enzimi, microorganismi, antiagglutinanti e coagulanti. Non pu essere usato 27

nellalimentazione animale alcun antibiotico, anticoccidico, medicinale, promotore dello sviluppo o qualsiasi altra sostanza che stimoli lo sviluppo o la produzione. Tutta la razione alimentare deve essere esente da sostanze medicali sintetiche. completamente vietato luso di alimenti contenenti OGM. 1.2.c Pianificazione dei controlli igienico-sanitari La salute degli animali dovr essere garantita prevalentemente attraverso ladozione di misure preventive quali: Scelta di razze o tipi genetici resistenti; Dieta bilanciata di alta qualit; Idoneo contesto ambientale; Giusta densit; Alloggi idonei;

Buone pratiche di allevamento. Luso di medicinali allopatici di sintesi vietato. La profilassi nella zootecnia biologica basata sui seguenti principi: a) scelta delle razze, preferibilmente autoctone, o di linee e ceppi appropriati di animali, adattatisi nel tempo alle condizioni locali; b) applicazione di pratiche di allevamento, adeguate alle esigenze di ciascuna specie, che stimolino unelevata resistenza alle malattie ed evitino le infezioni; gli allevamenti allaperto sono preferibili; c) uso di alimenti di alta qualit, abbinato a movimento fisico regolare ed allaccesso ai pascoli, in modo tale da stimolare le difese immunitarie degli animali; d) adeguata densit degli allevamenti, in modo da evitare sovraffollamento e conseguenti problematiche di ordine sanitario. Se nonostante queste misure preventive un animale dovesse ammalarsi o ferirsi gli dovranno essere prestate tutte le cure necessarie per mantenerlo in vita e, se necessario, andr isolato in appositi locali. Le cure dovranno essere il pi naturale possibile, ma lobiettivo prioritario deve essere quello di ridurre le sofferenze e salvare lanimale. Luso di medicinali veterinari nellagricoltura biologica deve essere conforme ai seguenti principi: possono essere utilizzati esclusivamente i prodotti elencati nel regolamento comunitario; raccomandato luso di prodotti fitoterapici, omeopatici, oligoelementi e di altri prodotti riportati nel Reg. CEE n 889/2008, 28

al posto di antibiotici e medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica; purch abbiano efficacia terapeutica per la specie animale e ben rispondano alle circostanze che hanno richiesto la cura; qualora luso dei suddetti rimedi non risultasse efficace ed il ricorso ad altro tipo di cura risultasse decisivo per evitare sofferenze o disagi agli animali, possono essere utilizzati antibiotici o medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica, sotto la responsabilit ed il controllo rigoroso di un veterinario; vietato luso preventive di antibiotici e medicinali allopatici; vietato luso di sostanze destinate a stimolare la crescita o la produzione (compresi antibiotici, ccoccidiostatici ed altri stimolanti artificiali della crescita); vietato limpiego di ormoni o sostanze analoghe destinate a controllare la riproduzione (ad es. Al fine di indurre o sincronizzare gli estri) o ad altri scopi. Tuttavia possono essere somministrati ormoni a singoli animali nellambito di trattamenti terapeutici veterinari;

sono autorizzate le cure veterinarie degli animali, nonch i trattamenti degli edifici, delle attrezzature e dei locali, qualora siano prescritti dalla normativa nazionale o comunitaria; compreso l'impiego di sostanze immunologiche ad uso veterinario se riconosciuta la presenza di malattie nella zona in cui situata l'unit di produzione. Qualora debbano essere impiegati medicinali veterinari necessario effettuare le seguenti specificazioni: il tipo di prodotto (indicando anche i principi attivi in esso contenuti); il dettaglio della diagnosi; la posologia; il metodo di somministrazione; la durata del trattamento;

il tempo di sospensione stabilito dalla legge. Queste informazioni devono essere dichiarate all'autorit o all'organismo di controllo prima che gli animali o i prodotti animali siano commercializzati con la denominazione biologica. Gli animali trattati devono essere chiaramente identificati, singolarmente per il

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bestiame di grandi dimensioni; singolarmente o a grupi per il pollame e il bestiame di piccole dimensioni. Il tempo di sospensione tra l'ultima somministrazione di medicinali veterinari allopatici ad un animale in condizioni normali di utilizzazione e la produzione di derrate alimentari ottenuta con metodi biologici da detti animali deve essere di durata doppia rispetto a quello stabilito dalla legge o, qualora tale tempo non sia precisato, di 48 ore. Ad eccezione delle vaccinazioni, delle cure antiparassitarie e dei piani obbligatori di eradicazione attuati negli Stati membri, nel caso in cui un animale o un gruppo di animali sia sottoposto a pi di due o massimo tre cicli di trattamenti con medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica o antibiotici in un anno (o a pi di un ciclo di trattamenti se la sua vita produttiva inferiore a un anno), gli animali interessati o i prodotti da essi derivati non possono essere venduti come prodotti ottenuti conformemente alle disposizioni del presente regolamento. Tali animali devono essere sottoposti ai periodi di conversione previsti al capitolo del presente allegato, con il consenso dell'autorit o dell'organismo di controllo. La prevenzione deve rimanere comunque la pratica pi importante in un allevamento biologico. Quando gli animali vivono in condizioni ideali il loro sistema immunologico risulta infatti rafforzato e, conseguentemente, le malattie sono minori e con conseguenze meno gravi. poi necessario isolare gli animali appena questi manifestino I sintomi di una malattia, in modo da evitare il contagio degli altri membri dellallevamento. vietata la pratica sistematica di operazioni quali l'applicazione di anello al naso dei suini, la recisione della coda e ogni altro intervento mutilante a fini non terapeutici. Alcune di queste operazioni possono tuttavia essere autorizzate dall'autorit o dall'organismo di controllo per motivi di sicurezza o al fine di migliorare la salute, il benessere o l'igiene degli animali (Reg. CE 1804/99). Tali operazioni devono essere effettuate sotto la responsabilit del veterinario aziendale, riducendo al minimo ogni sofferenza per gli animali. Il trasporto deve essere ridotto al minimo, secondo il principio che meglio trasportare i prodotti piuttosto che gli animali. Nel caso si sia costretti a spostare gli animali, bisogna fare il possibile per ridurne lo stress, sia durante il viaggio che durante le fasi di carico e scarico. Ogni tipo di molestia deve essere evitata. proibito usare stimolatori elettrici esercitanti azioni coercitive sullanimale. proibito luso di tranquillizzanti allopatici prima, durante e dopo il trasporto. possibile invece usare durante le fasi di carico e scarico il metodo dal buio alla luce e il richiamo del cibo. I veicoli utilizzati per il trasporto devono 30

essere puliti e proteggere gli animali dal vento, dal freddo, ecc.. Durante i trasporti pi lunghi necessario provvedere alla somministrazione di acqua. Tutte queste misure devono essere adottate anche durante il trasporto al macello, dove le situazioni di stress devono essere ridotte al minimo.

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CAPITOLO 2. COMMERCIALIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA I bassi prezzi delle produzioni agricole e laumento dei costi di distribuzione, anche nel settore biologico, spingono lagricoltore a cercare nuove strade per raggiungere la redditivit delle produzioni10. Solo una piccola parte del prezzo finale pagato dal consumatore per un prodotto biologico va al produttore. La maggior parte viene distribuita nei passaggi intermedi e nella fase di commercializzazione. Risulta quindi evidente che tutte le occasioni di incontro diretto tra produttore e consumatore rappresentano un grosso vantaggio per entrambe le parti, in termini di costi, conoscenza reciproca e crescita culturale. La creazione di queste opportunit rappresenta un passaggio essenziale per lo sviluppo dellagricoltura biologica quale modello di sviluppo sostenibile. Fondamentale per lagricoltore biologico risulta essere la partecipazione a alle fiere del settore, dove pu non solo esporre i propri prodotti e concludere accordi commerciali, ma anche entrare in contatto diretto con nuovi fornitori. Nelle tabelle seguenti riportiamo due brevi schede sulle pi importanti fiere del biologico, il Biofach in Germania ed il SANA in Italia.

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Cristina Grandi (IFOAM Liaison Office to FAO), Alternative Markets for Organic Product, Proceedings of International roundtable Organic Agriculture and Market Linkages, organized by FAO and IFOAM, Rome, November 2005.

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Tabella 5: BIOFACH, la fiera mondiale dellagricoltura biologica

Norimberga (GERMANIA), Febbraio


Il BioFach, la fiera mondiale del biologico che si svolge ogni anno in febbraio a Norimberga, in Germania, si caratterizza per la sua vivacit, internazionalit ed alto tasso di innovativit. Pu contare annualmente su 2100 espositori, due terzi dei quali stranieri, e pi di 37.000 visitatori provenienti da oltre 110 nazioni. Il BioFach patrocinato dallIFOAM (la Federazione Internazionale dei Movimenti di Agricoltura Biologica) che ne stabilisce i criteri di ammissione e garantisce la qualit dei prodotti esposti. Lorgazizzazione del BioFach promuove inoltre eventi sul biologico in altri quattro continenti: Giappone, Stati Uniti, Sud Africa, Cina. Lo sviluppo di nuovi mercati del biologico rappresenta una grande opportunit per molte imprese del settore. Naturalmente anche in questi paesi devono essere stabilite regole precise se si vuole ottenere uno sviluppo del biologico al pari di quello registrato in Europa. In ognuno esistono regole diverse su commercializzazione, linee guida per la produzione e tutta la normativa di riferimento va uniformata, anche a vantaggio di una maggiore trasparenza per i consumatori. Le imprese hanno bisogno di consulenza qualificata su come operare nei diversi paesi in conformit al loro disposto normativo e il Biofach rappresenta unottima occasione informativa e di scambio di opinioni ed esperienze. La fiera internazionale di Norimberga conosce il mercato ed offre anche una panoramica completa sulle innovazioni del settore a livello mondiale. LEnte fiere di Norimberga ed il Ministero Federale per lAlimentazione, lagricoltura Ministry for Food, Agriculture and Consumer Protectione la tutela dei consumatori (BMELV) sono i promotori della fiera, organizzata in collaborazione con lAssociazione tedesca per il commercio e lindustria (AUMA). Agli espositori sono offerte numerose soluzioni organizzative e la possibilit di partecipare a convegni e forum. Data la grossa affluenza in fiere le aziende interessate devono per pianificare per tempo la loro partecipazione, soprattutto quelle che intendono stabilire contatti proficui con le organizzazioni operanti sui mercati dellAsia, del Nord America e del Sud America, con le quali possibile realizzare incontri mirati.

Accordi commerciali in fiera (fonte: NrnbergMesse)

---http://www.biofach.de

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Tabella 6: SANA, la fiera italiana dellagricoltura biologica

Bologna (ITALIA), Settembre


SANA, lesposizione italiana di rilievo internazionale dei prodotti naturali (alimentazione, salute, ambiente) uno dei principali eventi del mondo del naturale: 85,000 mq di spazi espositivi 16 padiglioni espositivi 1,600 espositori, di cui 400 esteri provenienti da 45 Paesi dEuropa, U.S.A, Asia, Oceania, Africa 70,000 visitatori di cui 50.000 operatori professionali 3.500 operatori stranieri provenienti da 50 Paesi di tutto il mondo 77 convegni 900 giornalisti presenti in fiera di cui 100 stranieri. La macro-area dell'Alimentazione, radice storica del Salone, occupa 8 padiglioni dedicati ai prodotti biologici e tipici certificati. Qui sono presenti produttori di tutte le Regioni italiane e delegazioni ufficiali di molti Paesi stranieri, dalla "A" di Argentina alla "U" di Uganda passando per l'Austria, il Brasile, la Germania, la Tunisia, ecc. I sei padiglioni dedicati alla Salute comprendono tutti i prodotti, le tecniche e gli strumenti utili al raggiungimento di un benessere olistico in chiave naturale: dai prodotti erboristici e fitoterapici ai cosmetici naturali, dalle medicine non convenzionali ai centri di benessere. Vivere al naturale significa anche dedicare attenzione allambiente in cui si vive e lavora, agli abiti che si indossano e allimpatto ambientale di tutti gli oggetti e le apparecchiature di uso quotidiano. Le tecniche e i prodotti per l'edilizia sostenibile, larredamento e labbigliamento ecologici e i tessuti naturali trovano nel settore Ambiente il luogo pi adatto per esprimere un atteggiamento eco-compatibile a 360, nel pieno rispetto dellambiente e della nostra salute. Due i padiglioni dedicati all'ambiente. SANA, sempre attenta al perseguimento dello sviluppo di una cultura ecologica anche tra I pi giovani, ha creato in cooperazione con lEnte fiere di Bologna la prima fiera dedicate al gioco ed alleducazione ecocompatibile dei pi piccoli: SANALANDIA. Qui, sotto la guida di esperti educatori e la sorveglianza dei genitori, gli under 12 si sbizzarriscono fra giochi, percorsi, laboratori didattici e svariate attivit ludicoeducative mirate ad instillare nei pi piccoli il seme della loro importantissima coscienza ecologica. Letture e spettacoli incentrate sulle tematiche ecologiche si svolgono in speciali teatri naturali ed allinterno di speciali capanne di legno. Associazioni ed aziende offrono alimenti biologici di stagione e giocattoli costruiti in materiali eco-compatibili. SANA, oltre che appuntamento commerciale e immancabile momento di business, caratterizzato da una fortissima valenza culturale. Il calendario dei convegni ospita ogni anno decine di congressi, workshop e tavole rotonde che riscuotono l'interesse di migliaia di operatori del settore, italiani e stranieri, e del pubblico. Ai numerosi convegni in calendario si aggiungono le iniziative speciali di cui SANA si fa ogni anno promotore: mostre-evento che accendono i riflettori su settori emergenti e nuovi "eco-trend". La disponibilit di una vetrina completa di prodotti di qualit, la valenza culturale del Salone e lattualit dei temi trattati richiamano ogni anno la presenza di centinaia di giornalisti italiani ed esteri. Grazie a loro, i messaggi di SANA e dei suoi protagonisti vengono diffusi attraverso quotidiani, periodici, radio, televisioni e Internet. SANA ha sempre operato per far conoscere ai consumatori ed alle istituzioni I prodotti biologici di qualit e questo potuto avvenire grazie alla partecipazione di migliaia di espositori e centinaia di giornalisti ed opinion leader che hanno contribuito a sviluppare il mercato del biologico sia a livello nazionale che internazionale. Lesposizione contribuisce attivamente insieme ai produttori, alle loro associazioni ed alla grande distribuzione alla diffusione della corretta informazione sui vantaggi del biologico rispetto allambiente ed alla salute, incidendo sui comportamenti dei consumatori, che risultano sempre pi attenti alle loro scelte alimentari. Il biologico avvicina inoltre i consumatori ai luoghi di produzione, favorendo lo sviluppo rurale ed incentivando la filiera corta e la multifunzionalit dellazienda agricola. Questo lo spirito della fiera e di tutti gli operatori che vi partecipano. --http://www.sana.it

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Tra il 1990 ed il 2000 il mercato del biologico in Europa cresciuto ogni anno del 25%, raggiungendo nel 2004 un giro daffari di 11 bilioni di euro11 (il mercato mondiale del biologico si attestato intorno ai 23,5 bilioni di euro12). Il pi grande mercato dei prodotti biologici quello tedesco, con uno share maggiore del 30% del volume totale del mercato europeo (ca. 3,5 bilioni di ), seguono il Regno Unito (1.6 bio ), lItalia (1.4 bio ) e la Francia (1.2 bio ). La Danimarca invece prima per la spesa procapite di prodotti biologici che ammonta a 60 , mentre per la Svezia arriva a ca 45 , 41 per lAustria, 40 per la Germania. In molti altri paesi europei la spesa pro-capite per I prodotti biologici comunque maggiore di 20 : Belgio (29 ), Olanda (26 ), Francia (25 ), Regno Unito e Italia (24 )13. Questo trend positivo legato a diverse ragioni: perdita di fiducia nei prodotti convenzionali, alla luce di molteplici scandali alimentari; desiderio di non trovare residui di pesticidi nel piatto; desiderio di mangiare alimenti privi di organismi geneticamente modificati; richiesta di standards sempre pi elevati a garanzia del benessere animale; domanda di protezione e rispetto ambientale; desiderio di salvaguardare lambiente dalla contaminazione con organismi geneticamente modificati; fiducia nel sistema di certificazione e nelle norme dellagricoltura biologica. salvaguardia della salute degli operatori agricoli. Limportanza dellaspetto commerciale trova riscontro anche nel Piano di Azione Europeo per lAgricoltura Biologica14, dove le principali proposte operative della Commissione Europea si rivolgono proprio allo sviluppo di una guida informativa sul mercato delle bioproduzioni, con lobiettivo di aumentare nei seguenti modi la fiducia
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Commission Europenne - Direction Gnrale De L'agriculture Et Du Dveloppement Rural, Report Organic farming in the European Union Facts and Figures ,Bruxelles, 2005. 12 The World of Organic Agriculture 2006 - Statistics and Emerging Trends 8th revised edition, Ed. IFOAM,Bonn, 2006 (www.ifoam.org).
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Commissione Europea - Direzione Generale dellAgricoltura e dello Sviluppo rurale, Report Organic farming in the European Union Facts and Figures, Bruxell, 2005. 14 COM(2004)415 final - Bruxell, 10.06.2004.

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dei consumatori: fornendo loro maggiori informazioni, effettuando maggiore promozione del metodo sia tra i consumatori che tra gli operatori, incentivando luso del marchio europeo, anche a garanzia dei prodotti importati, creando pi trasparenza sui diversi standards, aumentando la reperibilit dei prodotti, realizzando indagini statistiche da usare come strumento di marketing. La prima linea di azione prevista dal Piano comunitario riguarda inoltre proprio il mercato dei prodotti biologici e prevede di: Modificare il Regolamento comunitario n 2826/2000 (promozione del mercato interno) il quale dar alla Commissione la possibilit di promuovere direttamente campagne informative/promozionali sul biologico. Avviare una campagna europea pluriennale per informare consumatori, istituzioni pubbliche, scuole ed altri attori chiave della filiera agroalimentare sui vantaggi dellagricoltura biologica, specialmente dal punto di vista ambientale, ed aumentare la conoscenza dei prodotti da agricoltura biologica e del marchio europeo. Avviare campagne informative e promozionali rivolte a categorie mirate quali quelle dei consumatori occasionali e delle mense pubbliche. Incrementare le collaborazioni della Commissione con gli Stati membri e le Organizzazioni professionali al fine di sviluppare nuove strategie per la realizzazione delle suddette campagne. 2.1. Pianificazione e gestione degli acquisti Loperatore agricolo che intende adottare il metodo di produzione biologico deve sapere che sta per approcciare un metodo sottoposto ad un completo controllo di processo, lungo tutte le fasi della filiera produttiva. Sar quindi necessario selezionare accuratamente tutti i fornitori di mezzi tecnici e di materia prima. Tutti dovranno infatti a loro volta sottostare al sistema comunitario di controllo. In particolare coloro che oltre alle produzioni aziendali confezionano e/o trasformano prodotti provenienti anche da altre realt aziendali dovranno effettuare unaccurata pianificazione temporale degli acquisti, al fine di evitare interruzioni improvvise del ciclo produttivo. E consigliabile inoltre avere contratti di conferimento con fornitori diversi, piuttosto che un unico grande accordo commerciale. In tal modo, qualora problemi tecnici o commerciali impedissero lapprovviggionamento da un fornitore, ci si potr sempre rivolgere alle altre ditte, garantendo continuit alla produzione. In agricoltura biologica non sempre facile reperire la materia prima necessaria e, in alcuni periodi di scarsa produzione o avversit atmosferiche, la concorrenza tra gli operatori pu determinare aumenti anche considerevoli dei prezzi di acquisto. E quindi sempre consigliabile determinare (e contrattualizzare!) preventivamente il prezzo di 36

acquisto, eventualmente fissando un range tra il prezzo minimo e quello massimo, dipendenti dallevoluzione del mercato. Molta attenzione dovr essere poi riposta nella pianificazione degli acquisti dei mezzi tecnici (semi, fertilizzanti, prodotti per la difesa, etc.), non sempre di facile reperibilit, soprattutto nelle aree interne, lontane dai grandi centri di acquisto. Ad esempio lordinativo di acquisto dei semi dovr essere effettuato almeno con due mesi di anticipo rispetto al periodo di semina. Qualora infatti non si riuscisse a reperire materiale certificato della cultivar desiderata, loperatore dovr valutare se modificare la propria scelta o chiedere allEnte di certificazione una deroga allutilizzo di seme biologico. Per fare questo dovr comunque aver svolto preventivamente unindagine presso lAutorit nazionale competente sulleffettiva non disponibilit sul mercato del seme richiesto. La risposta dellAutorit preposta alla gestione dellalbo delle sementi biologiche non avviene generalmente in breve tempo, sia perch in alcuni periodi le richieste sono molto numerose, sia perch vanno consultate le banche dati europee per verificare leventuale disponibilit del seme in altri paesi dellUnione Europea. In agricoltura biologica anche la gestione degli acquisti, come del resto ogni singola fase del processo produttivo, deve basarsi su unattenta e puntuale pianificazione, al fine di evitare problemi tecnici e burocratici. 2.1.a Scelta dei fornitori Per evitare di effettuare acquisti non conformi alla vigente normativa comunitaria, in continua evoluzione, gli operatori dovranno preferibilmente acquistare mezzi tecnici (fertilizzanti, prodotti per la difesa, sementi, ecc.) direttamente da fornitori specializzati, in grado di dare anche consigli circa il loro corretto impiego. A livello comunitario il regolamento n 889/2008 elenca tutti i mezzi tecnici utilizzabili in agricoltura biologica. Bisogna per far attenzione alle diverse disposizioni nazionali ed alla diversa interpretazione del regolamento nei diversi Stati15. Appropriati fertilizzanti, semi, prodotti per la difesa fitosanitaria, ed attrezzature impiegabili nel biologico possono essere reperiti con difficolt. In alcuni paesi ci sono registri ufficiali dei produttori e dei distributori di mezzi tecnici. Per esempio il Ministero dellAgricoltura
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Il progetto Organic Inputs Evaluation un progetto di Azione Concertata a livello europeo, promosso nellambito del Programma Qualit della vita (5 Programma quadro) circa la valutazione degli inputs autorizzati in agricoltura biologica (www.organicinputs.org).

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italiano richiede alle ditte produttrici / distributrici di comunicare e di depositare un campione di etichetta presso lIstituto Nazionale per la Nutrizione delle piante. Dopo aver effettuato tutte le verifiche necessarie, lIstituto provvede periodicamente ad aggiornare la lista delle imprese e dei prodotti idonei allimpiego in biologico16. Lelenco pubblicato, noto come Registro dei Fertilizzanti per lAgricoltura Biologica, contiene i fertilizzanti le cui comunicazioni hanno superato le fasi di verifica. Al fine di inserire nel Registro I fertilizzanti relative a nuove comunicazioni, sono previsti continui aggiornamenti. Ci sono inoltre Data Base dei mezzi tecnici consultabili sul web; per esempio OrganicXseeds: un DB sui fornitori europei di semi da agricoltura biologica, gestito da un Consorzio di organizzazioni. Il servizio a pagamento ed accessibile allindirizzo www.organicxseeds.com. Sempre su internet sono disponibili cataloghi di fornitori di mezzi tecnici certificati per lagricoltura biologica (per Bio Europe17 pubblicato in Italia), contenenti informazioni dettagliate sulle aziende produttrici/distributrici. E da evidenziare che, in riferimento ai trasformatori di prodotti biologici, anche le materie prime devono provenire da aziende a loro volta certificate bio ai sensi della vigente normativa comunitaria. Di conseguenza necessario, quando si effettuano gli approvvigionamenti, acquisire le relative certificazioni, i cui estremi vanno riportati nei registri aziendali. Quando si acquistano semi e foraggi inoltre importante acquisire anche la certificazione OGM free. 2.1.b Scelta dei canali di approvviggionamento A causa della scarsa diffusione dei centri specializzati nel biologico, gli operatori acquistano i mezzi tecnici sia nei punti vendita biologici che in quelli convenzionali. Negli ultimi tempi si per aperta la strada del commercio elettronico, con la possibilit di effettuare acquisti in grossi centri specializzati, direttamente dalla propria azienda. In questo caso diminuiscono i rischi di acquistare prodotti non conformi alla normativa comunitaria, anche se i prezzi possono risultare pi alti a causa delle spese di trasporto. Un ulteriore vantaggio per quello di poter preventivamente visionare on-line i prodotti e le relative certificazioni.

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www.isnp.it/fertab_eng/index.htm www.biobank.it

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2.2. Commercializzazione delle produzioni aziendali Nel settore dellagricoltura biologica si discute molto sulle problematiche connesse al commercio. Inizialmente si discuteva molto se entrare o meno nella grande distribuzione, oggi le tematiche di attualit sono la filiera corta, i punti vendita aziendali, la ristorazione collettiva (in particolare mense scolastiche, ospedali, ecc.), il commercio equo e solidale.
Tabella 7: Settimana del biologico nelle mense della Commissione Europea e del Consiglio Europeo in Bruxelles

Il gruppo IFOAM Europa ha organizzato insieme alla Presidenza austriaca la SETTIMANA BIOLOGICA nelle mense della Commissione Europea e del Consiglio Europeo in Bruxelles. Levento ha avuto luogo per la prima volta dal 17 al 24 maggio 2006. Durante questo periodo i membri delle istituzioni europee ed i loro ospiti hanno avuto la possibilit di degustare ed apprezzare molti alimenti biologici. Questa iniziativa pubblico-privata si proponeva di promuovere luso dei prodotti biologici nelle mense pubbliche e di sottolineare limportante ruolo che pu svolgere il catering nelle dinamiche di sviluppo del settore. Le mense della Commissione e del Consiglio europeo servono migliaia di pasti al giorno e possono dare il buon esempio in ambito europeo. Anche nel settore privato sono state realizzate con successo mense biologiche, come nel caso dellIKEA (che ha servito un milione di pasti nel 2006), degli Scandic Hotels o della banca WestLB con il 22% di pasti biologici. In Olanda 10 grandi ONG con 4 milioni di associati hanno firmato un accordo per convertire il proprio catering completamente al biologico. Questi esempi mostrano come il catering possa contribuire significativamente ad incrementare il mercato delle produzioni biologiche. Le Istituzioni nazionali ed europee conoscono molto bene questa potenzialit e con liniziativa della SETTIMANA BIOLOGICA la Presidenza austriaca in collaborazione con lIFOAM ha inteso sottolineare limportanza del Piano di Azione Europeo per lAgricoltura Biologica, approvato nel 2004. ---Fonte: IFOAM

Gli Enti pubblici sono i maggiori consumatori dEuropa, spendendo circa il 16% del prodotto interno lordo (che una somma equivalente al PIL della Germania!). Possono quindi contribuire pesantemente allo sviluppo sostenibile, orientando il loro potere di acquisto verso beni e servizi che rispettano lambiente. 39

Gli acquisti Verdi possono essere considerati un esempio concreto di come orientare il mercato. Promuovendo gli appalti Verdi gli Enti pubblici possono sostenere le industrie con incentivi reali per lo sviluppo delle tecnologie pulite. Per qualche settore limpatto pu essere veramente significativo, considerata lelevata quota di mercato che occupano gli acquisti pubblici. La Commissione Europea ha predisposto un manuale18 per aiutare gli Enti pubblici a promuovere appalti pubblici eco-compatibili e sviluppare una politica degli acquisti verdi. Esso illustra in modo pratico le possibilit e le soluzioni offerte dalla normativa comunitaria per lelaborazione di gare di appalto pubbliche che tengano conto delleco-sostenibilit degli acquisti. Il manuale19 disponibile sul sito web della Commissione dedicato al Green Public Procurement, il quale contiene ulteriori informazioni pratiche, compresi links e contatti. Lagricoltura biologica pu contribuire concretamente allo sviluppo economico locale ed alla sua diversificazione, sviluppando lidentit e la promozione del territorio e rivitalizzando sia le comunit rurali che le citt. Per esempio in Italia diversi anni fa lAIAB (Associazione Italiana per lAgricoltura Biologica) ha promosso la costituzione di un network, chiamato Citt del Bio20, aperto a tutte le pubbliche amministrazioni che intendono investire in politiche di supporto allagricoltura biologica in quanto modello di sviluppo sostenibile del territorio.

Immagine 4: Logo Citt del Bio


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Commission of the European Communities, Handbook on environmental public procurement, Brussels, 18.8.2004 SEC(2004) 1050. 19 http://europa.eu.int/comm/environment/gpp/ 20 www.cittadelbio.it

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Lintroduzione degli alimenti biologici allinterno delle mense pubbliche, a cominciare da quelle scolastiche, sta diventando uno dei primi campi di attivit del network delle Citt del Bio, contestualmente alleducazione alimentare. Il network promuove anche i Bio-distretti rurali, che non sono nuove entit amministrative ma un coordinamento di Enti che opera per la conversione sostenibile del territorio e la valorizzazione delle sue tipicit e bio-eccellenze. Essi sono degli strumenti di programmazione territoriale in grado di promuovere nuovi investimenti coinvolgendo gli stake-holders (sia pubblici che privati) in progetti di promozione dellagricoltura biologica, del turismo rurale, dellartigianato locale e delle imprese ecocompatibili. Un esempio di bio-distretto quello denominato Biodistretto Cilento, coordinato dallAssociazione Italiana per lAgricoltura Biologica. La progettualit comune avviata dai componenti del Bio-distretto ha gi portato alla valorizzazione delle pi importanti filiere produttive del territorio (maiale nero, fico bianco del Cilento, miele, fagiolo, olio) ed ha attivato finanziamenti regionali e provinciali che hanno consentito lavvio del progetto delle Bio-spiagge. Questultimo prevede di valorizzare la tipicit e la bio-diversit del territorio attraverso la creazione di bio-sentieri in grado di condurre i turisti dalle spiagge alle aree rurali interne, attraversando aree protette, aziende agricole ed agriturismi, alla scoperta delle antiche tradizioni e dei mestieri dimenticati. 2.2.a Scelta dei clienti Limportanza dei canali di vendita differisce notevolmente nei diversi Stati membri dellUnione Europea e, spesso, anche nelle diverse aree dei singoli Paesi. Cos mentre in Belgio, Germania, Grecia, Francia Lussemburgo, Irlanda, Italia, Olanda e Spagna, prevale nettamente la vendita diretta e quella in negozi specializzati (anche se negli ultimi anni lo share della vendita nella grande distribuzione notevolmente aumentato) in Danimarca, Finlandia, Svezia, Regno Unito, Irlanda, Ungheria e Repubblica Ceca, la gran parte delle vendite avviene nei supermercati (>60%) ed in negozi di alimentari non specializzati nel biologico. Gli esperti sono convinti che nei Paesi dove i prodotti biologici sono venduti principalmente attraverso i supermercati la quota di mercato e rimarr pi alta rispetto agli altri stati21.

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Rapporto della Commissione Europea (G2 EW JK D(2005) Organic farming in the European Union Facts and Figures, Bruxelles, 3 Novembre 2005.

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La vendita diretta in tutte le sue forme riveste per una grande importanza sia per i produttori che per i consumatori, e non va pertanto sottovalutata, bens sostenuta ed incentivata. I vantaggi per il consumatore sono i seguenti: riduzione dei prezzi, rispetto della stagionalit e della freschezza dei prodotti, conoscenza dei prodotti e del territorio di origine. Vantaggi per il produttore: aumento del profitto, rapporto diretto con il consumatore, attuazione del nuovo ruolo dellagricoltore (guardiano del territorio), vendita di prodotti e variet locali. Ci sono diverse tipologie e modalit di vendita diretta: agricoltori in citt: mercatini locali, gruppi di acquisto (ad es. campagna G.O.D.O. a cura dellAIAB), eventi promozionali; cittadini in azienda: punti vendita aziendali, agriturismi, fattorie didattiche, ecc.. La vendita diretta e gli spacci aziendali sono molto importanti nelle aree rurali, specialmente se abbinati ad attivit agrituristica ed alla ristorazione locale.

Immagine 5: esempio di cittadini in azienda

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Immagine 6: esempio di agricoltori in citt

Per contro la Grande distribuzione pu commercializzare quantitativi di prodotto ben maggiori rispetto ai punti vendita aziendali, alle erboristerie ed ai negozi specializzati nel biologico ed ha il pregio di far avvicinare al biologico un gran numero di consumatori. Qualche supermercato svolge anche attivit promozionale del biologico, facendo degustare i prodotti e distribuendo materiale informativo. Il numero dei supermercati che vendono il biologico in aumento in tutta Europa. Va comunque sottolineato che nel mondo del biologico sono molti coloro che non vedono di buon occhio la vendita nei supermercati, che rappresentano comunque dei centri di potere che decidono, spesso a discapito dei produttori, prezzi e quantitativi di merce da vendere, oltre a reinvestire i notevoli guadagni in attivit non sempre etiche. Una soluzione migliore pu essere rappresentata dai supermercati biologici, possibilmente a loro volta certificati sia secondo le norme del biologico che di quelle del Commercio Equo e solidale. Essi stanno di recente nascendo un po in tutti i Paesi, sono caratterizzati da un offerta estremamente ampia di prodotti e da superfici espositive maggiori di 300 m. Questo canale distributivo assomma i vantaggi dei supermercati convenzionali (maggiori volumi di vendita, avvicinamento al biologico di nuova utenza) a quelli dei punti vendita specializzati nel biologico (maggiori informazioni per il consumatore, 43

competenza nellapprovviggionamento e nella vendita degli alimenti biologici. Molti consumatori continuano comunque a preferire un altro tipo di punto vendita, pi vicino ai produttori, e la filiera corta (con indubbi maggiori vantaggi anche per le stesse aziende agricole). In considerazione del disposto normativo comunitario molti controlli vengono effettuati nei punti vendita dalle Autorit preposte ed i consumatori continuano a richiedere sempre pi controlli severi ed imparziali, in particolare su frutta e verdura. A tal riguardo si precisa che anche i punti vendita devono assoggettarsi ad un sistema di controllo e certificazione, come previsto dalla regolamentazione comunitaria. Di conseguenza gli Enti di certificazione del biologico hanno implementato specifiche procedure per il controllo e la certificazione dei punti vendita, finalizzate alla verifica della loro conformit alle norme comunitarie. anche in forte espansione il settore del catering e della ristorazione biologica; ogni anno un numero sempre maggiore di ristoranti e bar servono prodotti biologici. I governi nazionali incoraggiano inoltre luso di prodotti biologici nelle mense pubbliche ed in aumento il numero delle mense scolastiche che somministrano prodotti biologici. 2.2.b Come vendere il prodotto da agricoltura biologica La filiera produttiva agrobiologica rappresenta un tipico settore orientato dal consumatore, il quale richiede trasparenza e controllo in tutte le fasi del processo produttivo/distributivo. Uno slogan ricorrente : comprare locale, biologico e in fiera22. La tracciabilit e la trasparenza rappresentano delle preziose chiavi di marketing per le produzioni biologiche. LUnione Europea, a partire dalla pubblicazione del Regolamento n 178/2002, ha stabilito norme precise sulladozione dei sistemi di tracciabilit, che dal 2005 sono divenute obbligatorie anche per le aziende agricole. Il marketing delle produzioni agroalimentari tracciate caratterizzato dalla diffusione di informazioni sul processo stesso, dalla efficiente comunicazione dei dati sulla tracciabilit e da ogni altra informazione sullorigine del prodotto. Tutte queste informazioni vengono registrate in un sistema informatico sulla produzione, disponibile per i consumatori. Tutto questo fornisce un elevato valore aggiunto ai prodotti ed apre nuove prospettive di marketing.
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Nadia El-Hage Scialabba (Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite), Global Trends in Organic Agriculture Markets and Countries demand for FAO assistance, Atti della Tavola rotonda internazionale Organic Agriculture and Market Linkages, organizzata dalla FAO e dallIFOAM, Roma, Novembre 2005.

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Le potenzialit sono enormi, in considerazione dellimmagine e del valore rappresentato dalla disponibilita per ogni prodotto di una completa e trasparente documentazione di riferimento. Lo strumento tecnologico utilizzato per consentire unagevole fruizione del servizio generalmente un portale di Internet navigabile attraverso un normale browser (tipo Explorer, Netscape, ecc.), che consente al consumatore di acquisire tutte le informazioni desiderate semplicemente digitando sulla tastiera un codice riportato in etichetta. Questo d allutente la sensazione di essere presente virtualmente allinterno dellazienda, potendo controllare anche in che modo stato prodotto lalimento che si ritrova sulla tavola.

Immagine 7: esempio di portale Internet sulla tracciabilit delle produzioni biologiche

Nellagricoltura pre-industriale la vendita dei prodotti agricoli era basata sul contatto diretto tra produttore e consumatore, il quale conosceva sempre la provenienza degli alimenti. La globalizzazione dei mercati ha creato invece una distanza enorme, sia fisica che mentale. Ultimamente si tentato di ridurre questa distanza attraverso la tracciabilit di filiera, che utilizzando anche di strumenti informatici consente al consumatore di conoscere tutti i passaggi intermedi e di risalire al produttore. Anche le azioni di marketing sono notevolmente cambiate nel corso degli anni. Il 20 secolo si caratterizzato per il grande successo delle produzioni di massa, con lo scopo di vendere 45

lo stesso prodotto al pi alto numero di consumatori. Adesso il momento delle personalizzazioni, dei prodotti fatti solo per te, che anche se vengono in realt prodotti su larga scala possono subire con laiuto delle nuove tecnologie personalizzazioni basate sulle esigenze individuali. Il trend attuale per il marketing one-to-one, che ha lobiettivo di vendere di pi (anche pi prodotti) ad un singolo acquirente. Il direct marketing, la vendita diretta dei prodotti agricoli, ha avuto un forte impulso con la diffusione dellinformatica. Un metodo di vendita millenario grazie alle nuove tecniche dellinformazione, ed in particolare ad Internet ed alla diffusione del web, ha consentito di fare acquisti direttamente da casa. Luso di Internet diventato anche fondamentale nello stabilire contatti diretti tra partners commerciali (B2B = Business to Business), nel procurare contratti e nella logistica. Fare web-marketing vuol dire personalizzare prodotti, servizi e prezzi. Il punto : soddisfare le richieste individuali al pi basso prezzo possibile, grazie ai grossi volumi di merce movimentata. Con lE-commerce i rapporti diretti di vendita avvengono attraverso il computer e con lausilio di particolari software che assicurano la conclusione delle transazioni. La difficolt maggiore rappresentata dalla consegna del prodotto a casa dellacquirente, che pu risultare costosa, anche in termini logistici. In linea di massima va per considerato che lutilizzo degli strumenti di marketing alternativo spesso ha portato ad una riduzione dei prezzi al consumo e ad un incremento dei guadagni dellagricoltore. Senza considerare il grande vantaggio che si offre al consumatore di conoscere con precisione lazienda di produzione. C chiaramente una una grande differenza qualitativa tra i sistemi di marketing diretto e quelli anonimi dei mercato di massa. Il contatto diretto (anche se attuato in maniera virtuale) produttore-consumatore permette di stabilire forti contatti con i territori di produzione (che magari saranno un giorno anche visitati dal consumatore) e consente di comprendere meglio cos il metodo di produzione biologico.

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Immagine 8: esempio di E-commerce: www.eurorganicshop.com

In tutto il mondo il movimento del biologico ha registrato un grande interesse dei consumatori per questi nuovi sistemi di vendita diretta. Sono in corso molte sperimentazioni, in alcuni casi supportate dai governi nazionali. LIFOAM supporta queste iniziative, sviluppando nuovi strumenti e scambi di esperienza23.

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Cristina Grandi (IFOAM Liaison Office to FAO), Alternative Markets for Organic Product, Atti della Tavola rotunda internazionale Organic Agriculture and Market Linkages, organizzata dalla FAO e dallIFOAM, Roma, Novembre 2005.

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CAPITOLO 3. ALLEVAMENTO BIOLOGICO DEI SUINI Lallevamento in unazienda agricola strategico ai fini della gestione biologica delle produzioni, le quali si basano sui principi dellestensivizzazione e del legame imprescindibile tra animali e terra ( pertanto, ovviamente, vietato lallevamento senza terra). Ricreare il rapporto terra-allevamento-terra uno degli obiettivi che lagricolture biologico deve porsi: lallevamento dipende dalla terra per lalimentazione e la terra dipende dallallevamento per lapporto di sostanza organica, indispensabile al mantenimento ed allincremento della fertilit. Ogni azienda zootecnica deve quindi disporre di unarea a pascolo, nella quale gli animali possano liberamente muoversi, con una densit limitata (definita per legge), tale da consentire una corretta gestione sia delle coltivazioni che degli allevamenti. In questo modo tutte le forme di inquinamento vengono ad essere limitate, in particolare quelle del suolo, dei corsi dacqua e delle falde freatiche. La consistenza del patrimonio zootecnico dipender dalla superficie disponibile, in modo da evitare i problemi legati al sovraffollamento e consentire un corretto spargimento delle deiezioni animali, senza arrecare danni all'ambiente. Nell'agricoltura biologica, tutti gli animali appartenenti ad una stessa unit di produzione devono essere allevati nel rispetto delle norme comunitarie. quindi ammessa nell'azienda la presenza di animali non allevati con il metodo biologico, a condizione che questa avvenga in un'unit distinta, provvista di stalle e pascoli nettamente separati e che si tratti di animali di specie diversa. Previa autorizzazione dell'organismo o dell'autorit di controllo, per possibile che gli animali allevati con il metodo convenzionale possano utilizzare, ogni anno per un periodo limitato di tempo, il pascolo di unit condotte con il metodo biologico, purch: gli animali provengano da allevamenti estensivi e nessun altro animale allevato con il metodo biologico sia presente sullo stesso pascolo nello stesso periodo. Le produzioni animali devono contribuire all'equilibrio dei sistemi di produzione agricola rispondendo alle esigenze di elementi nutritivi delle colture e migliorando la sostanza organica del suolo. Esse contribuiscono in tal modo a creare ed a mantenere rapporti di complementarit fra terra e vegetale, vegetale e animale, animale e terra. Impiegando risorse naturali rinnovabili (deiezioni zootecniche, colture di leguminose, colture foraggere), il binomio terra-allevamento e i sistemi di pascolo consentono la salvaguardia e il miglioramento della

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fertilit del suolo a lungo termine e contribuiscono allo sviluppo di un'agricoltura sostenibile. Nel valutare lopportunit di passare al metodo di allevamento biologico, i produttori dovranno considerare preventivamente sia il rapporto con il fattore terra che le richieste del mercato. Andranno infatti valutate contemporaneamente sia le problematiche tecniche (scelta delle razze autoctone, numero massimo di capi per ettaro, ecc.) che le nuove opportunit commerciali (individuazione nuovo target, marchio, ecc.). In questo manuale verranno spesso utilizzati I seguenti acronimi: MPB Metodo di Produzione Biologico. Inteso come quel metodo di produzione agricolo conforme alle norme comunitarie che disciplinano sia la produzione vegetale che quella animale; AB Agricoltura Biologica. 3.1 Produzione Prima di ogni altra cosa vanno scelte le razze ed i tipi genetici da allevare. Anche se la normativa vigente non fissa regole precise, vanno comunque preferite alle razze ibride quelle autoctone, che meglio si adattano allallevamento biologico. Esse sono state infatti selezionate nel tempo tra quelle che meglio si adattano alle caratteristiche dei vari territori, creando minori problematiche igienicosanitarie e garantendo produzioni migliori. Nel registro dei tipi genetici autoctoni in Italia esistono divisioni distinte per leseguenti razze: Cinta senese, Mora Romagnola, Nero siciliano, Casertana, Calabrese. Tra le pi interessanti esperienze italiane di allevamento biologico del suino segnaliamo quella del Bio-distretto Cilento, nella provincia di Salerno, dove un gruppo di allevatori in collaborazione con lAIAB Campania ha avviato la riconversione in biologico del maiale nero (razza Casertana o Pelatella), tipo genetico antichissimo (rappresentato in molte sculture e affreschi di epoca romana), a rischio di estinzione. Si tratta certamente di una delle razze italiane pi precoci, in grado di produrre ingenti quantit di grasso, che allet di un anno pu arrivare a pesare oltre 150 kg. una razza rustica, ottima pascolatrice, frugale e precoce, possiede tutte le caratteristiche per essere allevata all'aperto. La prolificit limitata, con una media di 4-6 suinetti per parto ed un massimo di 10.

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Immagine 9: maiale nero allevato nel Bio-distretto Cilento (Italia)

Riguardo al metodo di gestione dellallevamento suinicolo valgono le regole generali fissate dalla legislazione comunitaria. quindi vietata la pratica sistematica di operazioni quali l'applicazione di anello al naso dei suini, la recisione della coda ed ogni altro intervento mutilante a fini non terapeutici. Alcune di queste operazioni possono tuttavia essere autorizzate dall'autorit o dall'organismo di controllo per motivi di sicurezza o al fine di migliorare la salute, il benessere o l'igiene degli animali (Reg. CE 1804/99). Tali operazioni devono essere effettuate sotto la responsabilit del veterinario aziendale, riducendo al minimo ogni sofferenza per gli animali. Va comunque detto che secondo i decreti italiani di attuazione della normativa comunitaria, sono ammesse solo la cauterizzazione dellabbozzo corneale al di sotto delle tre settimane di vita e la castrazione prima del raggiungimento della maturit sessuale. Il benessere degli animali va assumendo sempre pi rilievo nelle prassi zootecniche europee; per quanto riguarda il biologico il Reg. CE n 834/2007 detta norme precise circa la libert di movimento ed il tipo di stabulazione da adottare. In particolare viene vietata la 50

stabulazione fissa (tranne alcune eccezioni valide solo per le aziende pi piccole che non superano i 18 UBA) e si dispone che tutti gli animali possano accedere a pascoli od a parchetti esterni, anche parzialmente coperti. A causa degli alti costi necessari per costruire stalle conformi alla regolamentazione bio, viene stabilita una deroga che consente di continuare ad usare fino al 31 dicembre 2010 (previa autorizzazione dellEnte di certificazione) i manufatti non rispondenti pienamente alla normativa ma costruiti prima del 24 agosto 2000. In questo caso vanno ancor di pi assicurati adeguati esercizi degli animali allesterno ed una loro cura particolare. Entro il 2010 loperatore si deve impegnare a provvedere alladeguamento delle stalle. Il bestiame deve essere tenuto in gruppi omogenei, il cui numero dipende dalla stazza degli animali e dalle loro esigenze naturali. Lisolamento dei maschi consentito esclusivamente per motivi gestionali e di sicurezza. Gli animali devono essere liberi di andare liberamente alla luce ed allaria aperta. Il numero di capi allevabile legato alla superficie aziendale sulla quale andranno smaltite le deiezioni, questo allo scopo di evitare linquinamento del terreno e delle falde sotterranee. Non possono essere superati i 2 UBA (Unit Bestiame Adulto) per ettaro ed il limite massimo di azoto apportabile annualmente su di 1 ettaro di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile) di 170 kg. Ove necessario la densit di stabulazione prevista dalla regolamentazione comunitaria pu essere ridotta a causa di: Caratteristiche del suolo Utilizzazione di altri fertilizzanti azotati Grande disponibilit nei suoli di azoto per le coltivazioni coltivazioni che richiedono limitate quantit di azoto cause diverse che richiedono una somministrazione di azoto inferiore a quella prevista (limite massimo) dalle tabelle ufficiali. sempre possibile stipulare accordi per lo smaltimento delle deiezioni animali con altre aziende biologiche che, ad esempio, dispongano di molto terreno e pochi capi allevati. In questo caso il limite massimo di 170 Kg di azoto per ettaro per anno deve essere calcolato sulla base anche della SAU messa a disposizione dalle aziende cooperanti. Nel caso dei suini il numero dei capi corrispondente a 170 Kg di azoto per ettaro per anno sono i seguenti: N 74 Suinetti; N 6,5 Scrofe riproduttrici; N14 Suini da ingrasso; N14 Altri suini. 51

Va precisato che questi calcoli si riferiscono esclusivamente alla determinazione del numero Massimo di capi allevabili per ettaro senza superare il limite dei 170 kg di azoto: in ogni caso va garantito il rispetto delle esigenze degli animali (ad es. libert di movimento e comodit), come specificato nel paragrafo seguente. Il metodo di gestione degli allevamenti deve essere comunque il pi naturale possibile, a cominciare dalla riproduzione che deve essere preferibilmente naturale, anche se consentita linseminazione artificiale, senza ricorrere per alluso di sostanze artificiali, in quanto pu in alcuni casi ridurre il rischio di malattie veneree ed altre infezioni. Sono invece espressamente vietate altre forme di riproduzione artificiale o assistita (ad es. il trapianto di embrioni). 3.2 Strutture di allevamento 3.2.a Stabulazione/ricoveri Le porcilaie devono garantire innanzitutto condizioni di temperatura accettabili. Essa influisce infatti in modo decisivo sul benessere degli animali e sulla loro produttivit (ad es. i colpi di calore possono determinare un forte abbattimento o, nei casi pi gravi, la morte del suino). Pertanto nel biologico particolare attenzione va riposta nella determinazione delle caratteristiche dei ricoveri degli animali, delle strutture e dello spazio minimo per capo. Deve essere garantita una buona coibentazione, ventilazione ed illuminazione naturale. Il benessere termico degli animali viene normalmente identificato con la zona di neutralit termica, cio quello stato in cui lanimale non esprime preferenza n per un ambiente pi caldo, n per uno pi freddo di quello reale. Questa zona corrisponde anche a quella del pi alto rendimento produttivo. Superata la temperatura critica, se lanimale non riesce ad attivare sufficienti processi di abbassamento del calore (ad es. aumento del ritmo respiratorio) o non si provvede con mezzi esterni (docce con acqua micronizzata, pozze dacqua, ecc.), si avr un calo dellattivit di alimentazione e, susseguentemente, del rendimento dellanimale. Per contro, se la temperatura scende sotto il livello critico, il metabolismo dellanimale riserver parte delle sostanze assimilate alla conservazione della temperatura corporea, ed anche in questo caso caleranno benessere e rendimento dellanimale. Va comunque evidenziato che la zona di neutralit termica non determinata solo dalla temperatura ambientale, ma anche dallumidit relativa, dalla velocit del vento, dal tipo di suolo/pavimento, dalla copertura della porcilaia, ecc.. Di conseguenza la temperatura allinterno degli edifici dovrebbe essere tenuta sotto controllo attraverso luso di materiali isolanti, riflettenti, ecc., garantendo le seguenti condizioni: 52

a) Sala parto: Creazione di un macro-clima con temperatura tra 17 e 20C Creazione di un micro-clima con temperatura di 30 C (necessario per i suinetti) Umidit relativa compresa tra 60 e 80 % Velocit dellaria inferiore o uguale a 0.2 m/s Intensit della luce compresa tra 50 e 150 lux b) Sala svezzamento: qui i suinetti raggiungono un peso approssimativo di 20 kg, che pu arrivare fino a 35 Kg. Temperatura: da 22 a 26 C Umidit relativa compresa tra 60 e 80 % Velocit dellaria inferiore o uguale a 0.2 m/s Intensit della luce compresa tra 10 e 20 lux c) Zona dellingrasso: Animali compresi tra i 25 ed i 100 Kg normalmente hanno bisogno: Umidit relativa compresa tra 60 e 80 % Velocit dellaria inferiore o uguale a 0.2 m/s Intensit della luce di 10 lux
Tabella 8: Rapporto tra tipo di pavimentazione e temperatura necessaria

20 Kg
Pavimento grigliato Pavimento parzialmente grigliato Letto di paglia

45 Kg 20 C 19 C 17 C

60 Kg 18 C 17 C 16 C

23 C 22 C 20 C

In ogni caso la normativa comunitaria prevede che le condizioni degli alloggi debbano garantire il rispetto delle esigenze degli animali (ad es. libert di movimento e comodit). Gli alloggi (e gli spazi esterni liberi) devono prevedere zone attrezzate e facilmente raggiungibili per lalimentazione e labbeveraggio. L'isolamento, il riscaldamento e l'aerazione dei locali di stabulazione devono garantire che la circolazione dell'aria, i livelli di polvere, la temperatura, l'umidit relativa dell'aria e la concentrazione di gas siano mantenuti entro limiti non nocivi per gli animali. I locali devono consentire un'abbondante ventilazione e illuminazione naturale. La densit di bestiame nelle stalle deve assicurare il conforto ed il benessere in funzione, in particolare, della specie, della razza e dell'et degli animali. Si terr conto altres delle esigenze comportamentali, che dipendono essenzialmente dal sesso e 53

dall'entit del gruppo. La densit ottimale sar quella che garantisce il massimo benessere agli animali, offrendo loro una superficie sufficiente per stare in piedi liberamente, sdraiarsi, girarsi, pulirsi, assumere tutte le posizioni naturali e fare tutti i movimenti naturali, come ad esempio sgranchirsi. Le superfici minime delle stalle e degli spiazzi liberi all'aperto e le altre caratteristiche di stabulazione per le varie specie e categorie di animali sono riportate nel Reg. CE n 889/2008.
Tabella 9: Superfici minime di stabulazione per i suini in biologico
Superfici coperte
(superficie netta disponibile per gli animali)

Superfici scoperte
(spazzi liberi, esclusi pascoli)

Peso vivo minimo (Kg)


Scrofe in allattamento con suinetti fino a 40 giorni Suini da ingrasso Fino a 50 Fino a 85 Fino a 110 Oltre 40 giorni e fino a 30 kg

m /per capo
7,5 per scrofa 0,8 1,1 1,3 0,6 2,5 per femmina 6,0 per maschio

m /per capo
2,5 0,6 0,8 1 0,4 1,9 8,0

Suinetti Suini da allevamento

Gli alloggi devono avere un pavimento liscio ma non sdrucciolevole. Almeno met della superficie del pavimento deve essere continua, co non fessurata o grigliata. Inoltre per lItalia il DM del 4.08.2000 Modalit dattuazione del regolamento (CE) n. 1804/99, sul metodo delle produzioni animali biologiche prevede che la superficie a pavimento fessurato non debba superare il 50% di quella minima indicata nellallegato del regolamento comunitario. E infine obbligatoria la predisposizione di una zona di riposo a pavimento pieno, con una lettiera di paglia o di altri materiali naturali. Per i suini previsto che alle scrofe in gestazione siano assegnati box collettivi con zona di riposo a lettiera nel periodo di attesa del calore e nella prima fase della gestazione. Non ammesso lutilizzo di gabbie singole, al fine di facilitare il controllo e lintervento sugli animali oltre che per limitare lincidenza di aborti traumatici. Per il settore di svezzamento vietato altres lutilizzo di gabbie. Per la fase finale di ingrasso (circa due mesi per i suini pesanti da salumificio) non previsto lobbligo di accesso ai pascoli o ai paddock esterni. 3.2.b Zone di libero movimento Le aree per gli esercizi allaperto, se necessario, devono offrire sufficiente protezione dalla pioggia, dal vento, dal sole e dalle alte temperature. Questo pu essere fatto prevedendo un adeguato numero di alberi, siepi, capanne di paglia, ripari temporanei, ecc.. I 54

locali coperti possono essere evitati nelle zone con climi idonei alla vita allaria aperta degli animali.

Immagine 10: area esterna per gli esercizi dei maiali

La normativa vigente prevede che gli animali debbano poter accedere ai pascoli, agli spiazzi liberi, ai parchetti allaria aperta ogni qualvolta lo desiderino e le loro condizioni fisiologiche, le condizioni climatiche e lo stato del terreno lo consentano. Gli animali possono essere tenuti lontano dal pascolo quando lautorit competente emani provvedimenti specifici in occasione di allarmi sanitari. In momenti particolari della loro vita, per esempio nella fase finale della gravidanza o durante la fase finale dellingrassamento, i suini possono essere tenuti allinterno dei loro alloggi, che devono soddisfare i bisogni degli animali. Comunque questo periodo non pu superare un quinto della loro vita e al massimo pu durare tre mesi. 3.3 Alimentazione Lalimentazione gioca un ruolo chiave nellallevamento del maiale e rappresenta la principale voce di costo, dalla quale dipende la stessa redditivit della produzione (fermo restando i principi di rispetto del benessere animale e del divieto di forzare lalimentazione). importante somministrare ai suinetti il colostro nelle prime 24 ore di vita, poich rappresenta la principale fonte energetica e consente lo 55

sviluppo degli anticorpi, fondamentali per la prevenzione delle malattie. Nella fase adulta il peso dellanimale determinato dallaccrescimento del tessuto muscolare. Il grasso accumulato situato prevalentemente nella zona sottocutanea (circa il 65%), nelle zone intramuscolari, ed intorno ai reni ed allintestino. I maiali allingrasso vengono classificati in base allet ed al peso. Durante il periodo compreso tra i 25 ed i 60 kg gli animali sviluppano rapidamente tessuti magri ed hanno pertanto maggiore bisogno di lisina ed altri aminoacidi. Nel periodo compreso tra i 60 ed i 100 kg vengono di norma sostenuti il 50-55% dei costi di alimentazione. In questa fase gli animali sono molto pi suscettibili alle variazioni di dieta e deve essere riposta particolare attenzione nella determinazione dei programmi di alimentazione, distinguendoli tra dieta invernale ed estiva, e per sesso, al fine di ottimizzarne la resa economica. Durante il periodo di allattamento lalimentazione delle scrofe dipende da quanto si vuol far durare il periodo di svezzamento dei suinetti. In questo periodo bisogner lasciare agli animali maggiore libert di accesso al cibo, allo scopo di aumentare la produzione di latte. I suini maschi possono essere alimentati in modo simile alle scrofe, va per limitata lassunzione di cibi particolarmente energetici, al fine di ridurre lingrassamento eccessivo. 3.3.a Bisogni degli animali 3.3.a.i Energia necessario somministrare i mangimi ai suini mirando allottimizzazione della loro efficienza, in considerazione anche del fatto che questa voce incide per ca. il 65% sui costi di produzione. Questa razionalizzazione potr avvenire in modo efficace solo calcolando il potere nutritivo degli alimenti da somministrare ed il reale fabbisogno nutrizionale dei suini nelle diverse fasi di sviluppo. La disponibilit di energia ricavata dallalimentazione essenziale per il corretto svolgimento delle funzioni metaboliche, dellattivit cardiovascolare, per il rinnovamento cellulare e dei tessuti, in particolare nel periodo della gestazione e dellallattamento, oltre che nelle stagioni fredde per innalzare la temperatura corporea. In agricoltura biologica, essendo richiesto lallevamento allaperto, il dispendio di energia negli animali ancora maggiore e, in caso di temperature rigide, si dovranno somministrare ancora pi alimenti ad elevato apporto energetico. Per rendere redditiva la produzione occorre quindi calcolare con attenzione tutte le variabili ed ottimizzare la dieta alimentare dei suini.

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3.3.a.ii Proteine Dal punto di vista dellapporto proteico non esistono grandi differenza tra le esigenze degli allevamenti biologici e quelle degli allevamenti convenzionali. Durante la digestione le proteine vengono demolite in molecole pi piccole (quali aminoacidi, peptidi o catene di peptidi). Queste vengono assorbite e, attraverso il sistema sanguigno, accorpate in nuove molecole proteiche, che partecipano al metabolismo ed alla sintesi di nuovi tessuti. Se vi scarsit di aminoacidi la velocit di accrescimento risulta ridotta, come pure la trasformazione del cibo e lattivit riproduttiva. I legumi ed i sottoprodotti dellallevamento sono molto ricchi di proteine. La differenza principale tra convenzionale e biologico rappresentata dal divieto di utilizzo di farine di estrazione ed aminoacidi di sintesi. Gli unici alimenti utilizzabili sono quindi i semi integrali di proteoleaginose, i panelli ed i concentrati proteici provenienti dalla produzione di amidi (ad es. concentrato proteico di patata). inoltre utilizzabile la farina di pesce, che pu risultare particolarmente utile nelle prime fasi di vita dei suini. Particolarmente interessante limpiego di alcuni alimenti proteici disponibili anche sul mercato del biologico, quali il pisello proteico ed il lupino. 3.3.a.iii Lipidi Il grasso rappresenta la componente principale del corpo dei suini ed importante nella composizione della razione alimentare, con varie concentrazioni a seconda degli alimenti. I grassi infatti hanno un elevato potere energetico. Studi hanno dimostrato che se si inseriscono grassi (in percentuale del 3-5%) nella dieta dei suini durante la fase di rifinitura, ne guadagna complessivamente la qualit delle carni che risulter pi appetibile. Bisogna comunque fare attenzione a non aumentare eccessivamente i depositi di grasso negli animali. 3.3.a.iiii Vitamine La funzione delle vitamine quella di assicurare il normale funzionamento e sviluppo dei tessuti, garantire un buono stato generale di salute ed una buona attivit riproduttiva. La vitamina A essenziale per la vista, la riproduzione, lo sviluppo ed il mantenimento della differenziazione epiteliale e della secrezione mucosa. Nei suini la vitamina A viene immagazzinata nel fegato. La vitamin D agisce sulle mucose intestinali stimolando la formazione di proteine calcio-fissatrici. Queste proteine facilitano il trasporto e lassorbimento di calcio e magnesio, oltre ad agevolare lassorbimento di fosforo. La mancanza di vitamina D nei maiali causa di rachitismo e, negli animali adulti, di osteomalacia. 57

Una carenza di vitamina K comporta invece un calo delle performances, un incremento del tasso di mortalit, degenerazione muscolare, necrosi epatica, anemia e danni arteriosi. Questa vitamina anche essenziale per la coagulazione del sangue. La mancanza di riboflavina comporta disfunzioni riproduttive, sviluppo lento, cataratta, seborrea, vomito ed alopecia. La mancanza della niacina causa invece una riduzione dell'aumento del peso, anoressia, vomito, secchezza della pelle, dermatite, perdita dei peli, diarrea, ulcere della bocca, gastrite ulcerativa, infiammazione e necrosi dell'intestino cieco e l'anemia. Una mancanza di acido pantotenico causa lo sviluppo lento, lanoressia, la diarrea, la pelle secca, l'alopecia, la riduzione delle difese immunitarie ed il movimento irregolare dei quarti posteriori. La mancanza di vitamina B12 rallenta lincremento ponderale, provoca la perdita di appetito, l'irritabilit, l'ipersensibilit e la perdita di coordinazione dei quarti posteriori. La colina importante per la funzionalit del sistema nervoso, per la sintesi proteica e l'evoluzione strutturale. 3.3.a.iiiii Minerali I minerali compongono una piccola parte della dieta del maiale e le loro funzioni sono estremamente varie, essendo sia strutturali che regolatrici. Il calcio ed il fosforo sono importanti sia nello sviluppo scheletrico che in quello dei tessuti molli. La mancanza di questi elementi provoca mineralizzazione delle ossa, sviluppo scheletrico ridotto ed inadeguato. Il sodio ed il cloro sono, rispettivamente, i cationi e gli anioni extracellulari principali. Il sodio responsabile della regolazione osmotica (l'entrata e l'uscita dellacqua nelle cellule). Poich il latte della scrofa difetta di ferro, i suinetti appena nati mostrano gli effetti della carenza di tale minerale ed pertanto necessario somministrare questo minerale nei primissimi giorni di vita. 3.3.a.iiiiii Acqua L'acqua costituisce circa l80% del peso corporeo di un suinetto appena nato, per scendere poi a valori intorno al 50% nei maiali pronti per il macello. Sicuramente si tratta della sostanza nutritiva pi economica. Quando c una ridotta assunzione di acqua, diminuisce anche l'ingestione di cibo, lo sviluppo dellanimale rallenta, l'efficienza dell'alimentazione diminuisce e, nelle scrofe in allattamento, si verifica una riduzione nella produzione di latte. L'acqua agevola inoltre parecchie funzioni fisiologiche degli animali: regolazione della temperatura corporea, trasporto di elementi nutritivi, processi metabolici e produzione di latte. Ci sono tre fonti di acqua per i maiali: l'acqua potabile, l'acqua tratta dagli alimenti (10 - 12%) e l'acqua prodotta tramite i processi metabolici di ossidazione, conosciuta 58

anche come acqua metabolica. L'acqua viene persa pricipalmente attraverso lurina, le feci e la respirazione (evaporazione). La perdita nellurina varia a seconda della funzionalit del rene: questo regola il volume e la composizione dei fluidi fisiologici, secernendo pi o meno acqua. Il fabbisogno di acqua dipende da molti fattori. Quando i maiali hanno la diarrea, quando il consumo di sale o la temperatura aumentano, quando le scrofe sono in gravidanza o in lattazione, necessitano di maggiori quantit di acqua. importante controllare periodicamente la qualit dell'acqua. Quando vengono apportati al terreno grossi quantitativi di fertilizzanti, o le falde freatiche sono inquinate possono sicuramente esserci problemi collegati allassunzione di acqua inquinata. necessario verificare con attenzione oltre che la qualit anche la quantit di acqua assunta dagli animali, soprattutto in caso di acqua ricca di sali. Ci perch i solfati, che hanno un effetto lassativo, possono causare la diarrea, perdita del peso, cos come diminuzione dellefficienza e presenza di nitrati nel prodotto finale. 3.3.b. Alimentazione in biologico Nel biologico l'alimentazione finalizzata allottenimento di produzioni di qualit piuttosto che alla massimizzazione della produzione stessa, rispettando nel contempo le esigenze nutrizionali degli animali nei vari stadi fisiologici. I sistemi di allevamento devono basarsi in massima parte sul pascolo, tenuto conto della loro disponibilit nei vari periodi dell'anno. Almeno il 60 % della materia secca di cui composta la razione giornaliera deve essere costituito da foraggi freschi, essiccati o insilati. Le pratiche di ingrasso sono autorizzate nella misura in cui siano reversibili in qualsiasi stadio dell'allevamento. vietata l'alimentazione forzata. Gli animali devono essere alimentati con alimenti biologici. Inoltre gli animali devono essere allevati in conformit alle norme comunitarie, con alimenti prodotti dall'unit aziendale o, qualora ci non sia possibile, con alimenti provenienti da altre unit o imprese inserite nel regime comunitario del biologico. L'alimentazione di base dei suinetti il latte naturale, di preferenza quello materno, per un periodo minimo di 40 giorni. Fermo restando il rispetto delle norme viste in precedenza, consentita la pratica della transumanza (spostamento estivo degli animali nei pascoli montani). consentito luso in quantit limitate di alimenti convenzionali, qualora gli allevatori possano dimostrare allAutorit nazionale o allorganismo di controllo di non essere in grado di procurarsi alimenti ottenuti con il metodo di produzione biologico. La percentuale massima annua autorizzabile di alimenti convenzionali la seguente: 59

15% durante il periodo che va dal 25 agosto 2005 al 31 Dicembre 2007; 10% durante il periodo che va dal 1 gennaio 2008 al 31 Dicembre 2009; 5% nel periodo che va dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2011. Queste percentuali sono calcolate annualmente in rapporto alla sostanza secca degli alimenti di origine Agricola. La percentuale massima autorizzata di alimenti convenzionali nella razione giornaliera, fatta eccezione per i periodi di transumanza, pari al 25 %, calcolata in percentuale di sostanza secca. Nei casi di perdita della produzione foraggiera, di focolai di malattie infettive, di contaminazione ad opera di sostanze tossiche o in seguito a incendi, le autorit competenti degli Stati membri possono per autorizzare, per un periodo di tempo limitato e per una zona determinata, una percentuale pi alta di mangimi convenzionali semprech tale autorizzazione sia giustificata.In questo caso gli Stati membri si informano reciprocamente e informano la Commissione in merito alle deroghe concesse. Anche se i maiali sono monogastrici e non ruminanti, presentano uneccellente capacit di pascolo, specialmente gli animali adulti che, a causa della loro fisiologia digestiva, hanno una grande capacit di ingestione e minore fabbisogno energetico rispetto ai suinetti. I suini adulti mostrano una migliore capacit di soddisfare i propri fabbisogni alimentari attraverso lingestione di foraggio che, in particolare nel periodo dellallattamento, pu portare allabbattimento del 50% dei costi alimentari. Nella fase di ingrasso questa riduzione scende al 3-10%. I pascoli destinati allalimentazione dei suini dovrebbero essere giovani, teneri, ricchi di proteine e poveri di fibra. Dovrebbero quindi essere costituiti da leguminose (erba medica, trifoglio) e graminacee (segale, frumento, orzo, ecc.). Con il pascolo, inserito in una rotazione colturale, possible soddisfare contemporaneamente sia lesigenza alimentare che quella motoria degli animali. Esiste solo un maggiore rischio di attacchi da parte di parassiti interni. 3.3.c. Alimentazione delle scrofe nelle fasi di gestazione ed allattamento. Lalimentazione delle scrofe gravide e durante lallattamento un fattore decisivo per lottenimento di suinetti resistenti da svezzare in almeno 40 giorni. 3.3.c.i Scrofe nella fase di gestazione Durante questo periodo vanno considerati due aspetti molto importanti: la necessit di provvedere alla somministrazione di 60

alimenti in quantit tale da soddisfare le esigenze della scrofa e della prole ed evitare il degrado fisico dellanimale al termine del parto. Per questo lalimentazione va limitata nel periodo di gestazione, contenendo lincremento di peso eccessivo, che pu causare problemi nelle fasi del parto e dellallattamento. Nei primi 100 giorni di gestazione devono essere garantiti almeno 2 kg di razione al giorno per ciascun animale. Razione che negli ultimi 14 giorni andrebbe aumentata a 3 kg. Infatti in questo periodo finale della gestazione i suinetti fanno registrare un elevato sviluppo che va supportato con lincremento della razione alimentare della scrofa al fine di preservare il suo stato di salute. Va inoltre abituata la scrofa ad aumentare lassunzione di cibo (particolarmente delle proteine) in vista del lungo periodo dellallattamento. Una scarsa alimentazione in questa fase pu comportare il deperimento fisico della scrofa e dei suinetti. Leccesso opposto pu invece aumentare il tasso di mortalit embrionale, scompensi nel periodo dellallattamento con susseguente perdita di peso e produzione di latte scarso e di bassa qualit. Inoltre, se la scrofa aumenta eccessivamente di peso, possono insorgere complicanze durante il parto, predisposizione allo sforzo (calore) ed aumento delle infezioni mammarie. A causa della notevole capacit di ritenzione idrica, la polpa di barbabietola pu essere incorporata nella dieta delle scrofe per provocare la distensione nel tratto intestinale, inducento negli animali una sensazione di saziet. La somministrazione di foraggio anche se provoca soddisfazione nellanimale, comporta l'assorbimento di molta energia. inoltre possibile aumentare la sensazione di saziet includendo nella dieta delle scrofe in gestazione fibra per circa il 20%. Comunque l'acqua deve anche essere fornita nella quantit sufficiente: la razione/giorno di 3 L/kg a 9-12C. 3.3.c.ii Scrofe nella fase di allattamento Il giorno del parto va somministrato alla scrofa 1.5 Kg di alimento, provvedendo in seguito ad aumentare questo quantitativo di 1 Kg al giorno fino al quinto giorno. Da quel momento in poi, dovrebbe essere alimentata ad libitum. Una dieta carente in questa fase potrebbe condurre ad una diminuzione nella produzione di latte, alla perdita di peso, allincremento dellintervallo tra lo svezzamento e l'estro ed un pi alto tasso di mortalit embrionale iniziale nella gestazione successiva. Quando i suinetti sono svezzati, le scrofe dovrebbero essere disposte vicino ai verri ed il loro consumo quotidiano di alimento dovrebbe essere adeguato ad una razione/scrofa/giorno di circa 3 chilogrammi.

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3.3.d. Mangimi utilizzabili nel biologico La razione alimentare giornaliera dei suini deve includere per legge anche foraggi freschi, essiccati o insilati. Questo obbligo di legge deriva probabilmente da preoccupazioni di tipo dietetico (buon funzionamento dellintestino), comportamentale (il suino brado ama mangiare lerba), nutrizionale (apporto di caroteni, vitamine, Sali minerali). Luso del foraggio agisce inoltre favorevolmente nella prevenzione delle mastiti e nelle infiammazioni dellutero, agisce da coadiuvante nelle terapie contro le diarree acute o croniche dei suinetti e nella riduzione delle stereotipie delle scrofe. Linsilato di erba medica e cereali, correttamente integrato con altri concentrati, ha un grande potenziale produttivo ed economico se inserito nella dieta dei suini. Possono essere utilizzati per i mangimi i soli integratori e materie prime elencate nellAllegato del Reg. CE 889/2008. Vediamole di seguto. Materie di origine vegetale per mangimi - Cereali, granaglie, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: avena sotto forma di grani, fiocchi, cruschello e crusca; orzo sottoforma di grani, proteine e farinetta; riso sotto forma di panello di germe; miglio sotto forma di grani; segale sotto forma di grani e farinetta; sorgo sotto forma di grani; frumento sotto forma di grani, farinetta, crusca, farina glutinata, glutine e germe; spelata sotto forma di grani; triticale sotto forma di grani; granturco sotto forma di grani, crusca, farinetta, panello di germe e glutine; radichette di malto; borlande (trebbie) di birreria. - Semi oleosi, frutti oleosi, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: semi di colza sotto forma di semi, panello e buccette; semi di soia sotto forma di semi, semi tostati, panello e buccette; semi di girasole sotto forma di semi e panello; cotone sotto forma di semi e panelli; semi di lino sotto forma di semi e panelli; semi di sesamo sotto forma di panello; palmisti sotto forma di panelli; semi di zucca sotto forma di panello; olive, sansa di oliva; oli vegetali (ottenuti per estrazione fisica). - Semi di leguminose, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: ceci sotto forma di semi, cruschetta e crusca; vecciolo sotto forma di semi, cruschetta e crusca; cicerchia sotto forma di semi sottoposti a trattamento termico, cruschetta e crusca; piselli sotto forma di semi, cruschetta e crusca; fave da orto sotto forma di semi, cruschetta e crusca; fave e favette sotto forma di semi, 62

cruschetta e crusca, veccia sotto forma di semi, cruschetta e crusca e lupini sotto forma di semi, cruschetta e crusca. Tuberi, radici, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: polpa di barbabietola da zucchero, patate, patata dolce come tubero, polpa di patate (residuo solido della fecola di patate), fecola di patate, proteina di patate e manioca. Altri semi e frutti, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: carrube, semi e farina di carrube, zucche, pastazzo di agrumi; mele, melecotogne, pere, pesche, fichi, uva e relativo residuo; castagne, panelli di noci comuni, panelli di nocciole; gusci e panelli di cacao; ghiande. Foraggi e foraggi grossolani. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: erba medica, farina di erba medica, trifoglio, farina di trifoglio, graminacee (ottenute da piante da foraggio), farina di graminacee, fieno, insilato, paglia di cereali e ortaggi a radice da foraggio. Altri vegetali, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: melassa, farina di alghe marine (ottenuta con l'essiccazione e la frantumazione delle alghe marine e lavata per ridurre il tenore di iodio), polveri ed estratti vegetali, estratti proteici vegetali (da somministrare esclusivamente ai giovani animali), spezie e aromi.

Materie di origine animale per mangimi - Latte e prodotti lattiero-caseari. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: latte crudo definito all'articolo 2 della direttiva 92/46/CEE del Consiglio(1), latte in polvere, latte scremato, latte scremato in polvere, latticello, latticello in polvere, siero di latte, siero di latte in polvere, siero di latte in polvere parzialmente delattosato, proteina di siero di latte in polvere (estratta mediante trattamento fisico), caseina inpolvere, lattosio in polvere, cagliata e latte acido. - Pesci, altri animali marini, loro prodotti e sottoprodotti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: pesce, olio di pesce e olio di fegato di merluzzo non raffinato; autolisati, idrolisati e proteolisati di pesce, di molluschi e di crostacei ottenuti per via enzimatica, sotto forma solubile e non, somministrati esclusivamente ai giovani animali; farina di pesce. - Uova e ovoprodotti destinati all'alimentazione del pollame, provenienti di preferenza dalla stessa azienda. Materie di origine minerale per mangimi Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: 63

Sodio: sale marino non raffinato salgemma grezzo estratto da giacimenti solfato di sodio carbonato di sodio bicarbonato di sodio cloruro di sodio Potassio: cloruro di potassio Calcio: litotamnio e maerl conchiglie di animali acquatici (inclusi ossi di seppia) carbonato di calcio lattato di calcio gluconato di calcio Fosforo: fosfato bicalcico defluorato fosfato monocalcico defluorato fosfato monosodico fosfato di calcio e di magnesio fosfato di calcio e di sodio Magnesio: ossido di magnesio (magnesio anidro) solfato di magnesio cloruro di magnesio carbonato di magnesio fosfato di magnesio Zolfo: Solfato di sodio

Additivi alimentari, alcune sostanze utilizzate nell'alimentazione degli animali di cui alla direttiva 82/471/cee e ausiliari di fabbricazione nei mangimi: Additivi alimentari Elementi in tracce. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: - E1 Ferro: carbonato ferroso (II) solfato ferroso (II) monoidrato e/o eptaidrato ossido ferrico (III) - E2 Iodio: iodato di calcio, anidro iodato di calcio, esaidrato ioduro di sodio 64

E3 Cobalto: solfato di cobalto (II) monoidrato e/o eptaidrato carbonato basico di cobalto (II) monoidrato - E4 Rame: ossido rameico (II) carbonato basico di rame (II) monoidrato solfato di rame (II) pentaidrato - E5 Manganese: carbonato manganoso (II) ossido manganoso e ossido manganico solfato manganoso (II) mono e/o tetraidrato - E6 Zinco: carbonato di zinco ossido di zinco solfato di zinco mono e/o eptaidrato - E7 Molibdeno: molibdato di ammonio, molibdato di sodio - E8 Selenio: selenato di sodio selenito di sodio. Vitamine, provitamine e sostanze di effetto analogo chimicamente ben definite. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: - vitamine autorizzate ai sensi della direttiva 70/524/CEE del Consiglio(1): preferibilmente derivate da materie prime naturalmente presenti nei mangimi, o vitamine di sintesi identiche alle vitamine naturali soltanto per gli animali monogastrici. Enzimi. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: - gli enzimi autorizzati ai sensi della direttiva 70/524/CEE. Microrganismi. Sono incluse nella categoria unicamente i seguenti microrganismi: - i microrganismi autorizzati ai sensi della direttiva 70/524/CEE. Conservanti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: E 200 Acido sorbico E 236 Acido formico E 260 Acido acetico E 270 Acido lattico E 280 Acido propionico 65

E 330 Acido citrico. L'impiego di acido lattico, formico, propionico e acetico per la produzione di insilati autorizzato soltanto quando le condizioni meteorologiche non consentono una fermentazione sufficiente. Agenti leganti, antiagglomeranti e coagulanti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: E 470 Stearato di calcio di origine naturale E 551b Silice colloidale E 551c Kieselgur E 558 Bentonite E 559 Argilla caolinitica E 560 Miscele naturali di steatiti e di clorite E 561 Vermiculite E 562 Sepiolite E 599 Perlite. Sostanze antiossidanti. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: - E 306 Estratti d'origine naturale ricchi di tocoferolo. Additivi per insilati. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: - A decorrere dal 19 ottobre 2004, gli enzimi, i lieviti e i batteri autorizzati dal regolamento (CE) n. 1831/2003 sugli additivi nell'alimentazione animale. Alcuni prodotti utilizzati nell'alimentazione animale Sono inclusi nella categoria unicamente i seguenti prodotti: - lieviti di birra. Ausiliari di fabbricazione utilizzati per i mangimi Ausiliari di fabbricazione di insilati. Sono incluse nella categoria unicamente le seguenti sostanze: sale marino, salgemma grezzo estratto da giacimenti, siero di latte, zucchero, polpa di barbabietola da zucchero, farina di cereali e melassa. Infine ricordiamo che non pu essere usato nellalimentazione animale alcun antibiotico, anticoccidico, medicinale, promotore dello sviluppo o qualsiasi altra sostanza che stimoli lo sviluppo o la produzione. Tutta la razione alimentare deve essere esente da sostanze medicali sintetiche. completamente vietato luso di alimenti contenenti OGM. 3.4. Igiene e salute Gli animali che vivono nelle aziende biologiche in ottime condizioni, senza stress, sviluppano normalmente un forte sistema immunitario. 66

La prevenzione costituisce sicuramente laspetto pi importante del lavoro medico-veterinario e si fonda sui principi di seguito riportati. Scelta attenta delle razze e dei tipi genetici da allevare, basata sulla loro adattabilit alle specifiche condizioni ambientali, la loro vitalit e resistenza naturale alle malattie, lassenza di predisposizioni a malattie specifiche o problemi di salute (sindrome da stress, aborto spontaneo, ecc.). Vanno preferite le razze autoctone che meglio si adattano allallevamento biologico ed alle caratteristiche dei vari territori, creando minori problematiche igienico-sanitarie e garantendo produzioni tipiche di qualit. Vanno applicate tecniche di allevamento adeguate alle esigenze di ciascuna specie, che stimolino unelevata resistenza alle malattie ed evitino le infezioni; gli allevamenti allaperto sono preferibili. Alimentazione equilibrata con uso di alimenti di alta qualit, abbinato a movimento fisico regolare ed allaccesso ai pascoli, in modo tale da stimolare le difese immunitarie degli animali. Adeguata densit degli allevamenti, in modo da evitare sovraffollamento e conseguenti problematiche di ordine sanitario. Se nonostante queste misure preventive un animale dovesse ammalarsi o ferirsi gli dovranno essere prestate tutte le cure necessarie per mantenerlo in vita e, se necessario, andr isolato in appositi locali. Le cure dovranno essere il pi naturale possible, ma lobiettivo prioritario deve essere quello di ridurre le sofferenze e salvare lanimale. Luso di medicinali veterinari nellagricoltura biologica deve essere conforme ai seguenti principi: possono essere utilizzati esclusivamente i prodotti elencati nel regolamento comunitario; raccomandato luso di prodotti fitoterapici, omeopatici, oligoelementi e di altri prodotti riportati nellallegato del Reg. CE n. 889/2008, al posto di antibiotici e medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica; purch abbiano efficacia terapeutica per la specie animale e ben rispondano alle circostanze che hanno richiesto la cura; qualora luso dei suddetti rimedi non risultasse efficace ed il ricorso ad altro tipo di cura risultasse decisivo per evitare sofferenze o disagi agli animali, possono essere utilizzati antibiotici o medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica, sotto la responsabilit ed il controllo rigoroso di un veterinario; vietato luso preventive di antibiotici e medicinali allopatici;

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vietato luso di sostanze destinate a stimolare la crescita o la produzione (compresi antibiotici, coccidiostatici ed altri stimolanti artificiali della crescita); vietato limpiego di ormoni o sostanze analoghe destinate a controllare la riproduzione (ad es. Al fine di indurre o sincronizzare gli estri) o ad altri scopi. Tuttavia possono essere somministrati ormoni a singoli animali nellambito di trattamenti terapeutici veterinari;

sono autorizzate le cure veterinarie degli animali, nonch i trattamenti degli edifici, delle attrezzature e dei locali, qualora siano prescritti dalla normativa nazionale o comunitaria; compreso l'impiego di sostanze immunologiche ad uso veterinario se riconosciuta la presenza di malattie nella zona in cui situata l'unit di produzione. Qualora debbano essere impiegati medicinali veterinari necessario effettuare le seguenti specificazioni: il tipo di prodotto (indicando anche i principi attivi in esso contenuti); il dettaglio della diagnosi; la posologia; il metodo di somministrazione; la durata del trattamento; il tempo di sospensione stabilito dalla legge. Queste informazioni devono essere dichiarate all'autorit o all'organismo di controllo prima che gli animali o i prodotti animali siano commercializzati con la denominazione biologica. Gli animali trattati devono essere chiaramente identificati, singolarmente per il bestiame di grandi dimensioni; singolarmente o a grupi per il pollame e il bestiame di piccole dimensioni. Il tempo di sospensione tra l'ultima somministrazione di medicinali veterinari allopatici ad un animale in condizioni normali di utilizzazione e la produzione di derrate alimentari ottenuta con metodi biologici da detti animali deve essere di durata doppia rispetto a quello stabilito dalla legge o, qualora tale tempo non sia precisato, di 48 ore. Ad eccezione delle vaccinazioni, delle cure antiparassitarie e dei piani obbligatori di eradicazione attuati negli Stati membri, nel caso in cui un animale o un gruppo di animali sia sottoposto a pi di due o massimo tre cicli di trattamenti con medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica o antibiotici in un anno (o a pi di un ciclo di trattamenti se la sua vita produttiva inferiore a un anno), gli animali interessati o i prodotti da essi derivati non possono essere venduti come prodotti ottenuti conformemente alle disposizioni del presente regolamento. Tali animali devono essere sottoposti ai periodi di conversione previsti al capitolo del presente allegato, con il consenso dell'autorit o dell'organismo di controllo. La prevenzione deve rimanere comunque la pratica pi importante in un allevamento biologico. Quando gli animali vivono in condizioni 68

ideali il loro sistema immunologico risulta infatti rafforzato e, conseguentemente, le malattie sono minori e con conseguenze meno gravi. poi necessario isolare gli animali appena questi manifestino i sintomi di una malattia, in modo da evitare il contagio degli altri membri dellallevamento. Nel caso gli animali provenissero da unazienda non biologica, dovr essere riposte molta attenzione nella verifica delle condizioni igienicosanitarie. Gli edifici, gli abiti di lavoro, le attrezzature e gli utensili andranno accuratamente lavati e disinfettati per impedire la trasmissione di malattie ed infezioni. Per la pulizia e la disinfezione possono essere utilizzati solo i seguenti prodotti (Reg. CE n. 889/2008): Saponi a base di sodio e di potassio Acqua e vapore Latte di calce Calce Calce viva Ipoclorito di sodio (ad es. candeggina) Soda caustica Potassa caustica Acqua ossigenata Essenze naturali di vegetali Acido citrico, peracetico, formico, lattico, ossalico e acetico Alcole Acido nitrico (attrezzatura da latteria) Acido fosforico (attrezzatura da latteria) Formaldeide Prodotti per la pulizia e la disinfezione delle mammelle e attrezzature per la mungitura Carbonato di sodio Le feci, lurina ed i residui di cibo andranno rimossi frequentemente per ridurre i cattivi odori ed evitare di attrarre insetti o roditori. Negli edifici gli unici prodotti che possono essere utilizzati contro gli insetti e gli altri organismi nocivi sono quelli riportati nellallegato del Reg. CE n. 889/2008. 3.5 Riproduzione In linea generale la riproduzione nellallevamento biologico deve avvenire solo attraverso metodi naturali senza ricorrere ad altri tipi di aiuti. Gli animali riproduttori dovrebbero essere allevati come componenti permanenti della mandria l'intervento umano dovrebbe essere limitato allo stretto necessario; questo significa che completamente proibito luso di sostanze che alterano il 69

funzionamento normale del processo riproduttivo, vale a dire ormoni per sincronizzare l'estro e programmare i periodi di figliata. Anche se l'uso dellinseminazione artificiale permesso in biologico, la riproduzione naturale dovrebbe essere favorita sempre. La selezione del pedigree inoltre consigliabile, ma non obbligatorio scegliere le razze autoctone, notoriamente pi rustiche ed adattabili. proibita la riproduzione animale usando la manipolazione genetica o la biotecnica, come vietato ad es. il trasferimento degli embrioni. La figliata di una scrofa dovrebbe essere raggruppata, oltre che per motivi etici, anche per assicurare un migliore controllo. Durante la gestazione, la cura principale da prendere quella di mantenere un certo equilibrio tra le scrofe di un gruppo. Per questo, a volte necessario separare le scrofe che sono pi magre o non mangiano. In linea di massima ribadiamo che nel biologico la riproduzione deve essere del tutto naturale, senza il ricorso a nessun altro tipo di aiuto. 3.5.a. Parto e cure necessarie in questa fase Il parto dovrebbe avvenire naturalmente con il minor intervento possibile delluomo. Sia il parto che lallattamento dovrebbero avvenire in ricoveri individuali o di gruppo. Nei sistemi all'aperto, possono essere usati i ripari. Dovrebbe esserci unarea specifica per ciascuna scrofa distanziata dalle altre di ca. 15 m, con le entrate non orientate verso i venti dominanti e con paglia ben assestata. Il parto non presenta normalmente complicazioni anche se le scrofe dovrebbero essere assistite in questa fase. I suinetti dovrebbero prendere il colostro per almeno 48 ore, poich questo il momento migliore per lassorbimento intestinale. Il latte preso in queste 48 ore inoltre pi ricco in anticorpi essenziali per l'immunit futura da malattie. Dovrebbe essere verificato che la scrofa permetta ai suinetti di nutrirsi regolarmente, lo svezzamento deve avvenire almeno dopo 40 giorni, ma mediamente negli allevamenti biologici si arriva ai 55-60 gg. In tale periodo i suinetti raggiungono mediamente un peso di 20 kg. Il periodo di svezzamento pi lungo assolve anche ad inimportante funzione di prevenzione sanitaria, riducendo il rischio di patologie gastro-intestinali nei suinetti. 3.5.b. Identificazione Tutti gli animali dovrebbero essere identificati e contrassegnati in modo permanente. In agricoltura biologica questo fonfamentale gli animali sono liberi di spostarsi. I metodi pi usuali sono quello delletichetta allorecchio o quello del tatuaggio. Ci sono inoltre altri metodi impiegati al giorno d'oggi, quali i collari ed i segnalatori elettronici. Tutte le informazioni per quanto riguarda gli animali dovrebbero essere conservate nella sede dell'azienda agricola, 70

annotate in un registro e sempre accessibili alle autorit ed agli enti di controllo. Queste annotazioni dovrebbero fornire una descrizione completa del sistema di amministrazione del bestiame, comprendente: lingresso degli animali, i contrassegni di identificazione, la storia veterinaria, il periodo di conversione, l'uscita degli animali e la loro destinazione, let, le dimensioni, il peso se destinati al macello, il programma d'alimentazione, la profilassi seguita, ecc.. 3.6. Trasporto e macellazione Gli animali dovrebbero essere trasportati in modo tale che non soffrano pi dello stretto necessario, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente. Il carico e lo scarico dovrebbero essere effettuati con attenzione e senza ricorso a stimolatori elettrici. I tranquillanti allopatici non possono essere usati n prima n durante il trasporto. Alcuni metodi o utensili semplici possono essere utilizzati, quali i sacchetti di carta, della plastica o della tela di sacco, i fogli di legno per guidare gli animali senza danneggiarli. I sacchetti di tela di sacco con un bastone nella parte interna rappresentano una buona scelta per facilitare le manovre. richiesta una grande abilit e sensibilit, poich molto importante non turbare lanimale: spesso basta un piccolo movimento sbagliato per complicare irrimediabilmente una situazione facile. Prima e durante la macellazione gli animali dovrebbero essere trattati con delicatezza, perch lo stress influisce negativamente sulla qualit delle carni 3.7. Trattamento dei reflui 3.7.a. Sistemi di trattamento dei reflui Gli allevamenti intensivi hanno creato enormi problemi di inquinamento, legati al carico eccessivo dei reflui da smaltire in spazi e tempi limitati. I suini generano un enorme volume di deiezioni con alte concentrazioni organiche nel residuo derivato dai loro escrementi liquidi e solidi. La quantit di escremento prodotta ogni giorno e la relativa umidit variano secondo lo stadio di sviluppo degli animali, il tipo di alimentazione, la quantit di acqua ingerita e la stagione. La quantit dei reflui inoltre legata al quantitativo di acqua utilizzata per pulire le stalle. Tuttavia, pu dirsi che nella fase di crescita gli animali producono reflui per una media quotidiana che si aggira intorno al 5 8% del loro peso corporeo, di cui il 15% composto da materiale asciutto. La quantit di urina prodotta si aggira intorno al 30% del peso totale degli escrementi. Il volume di questi reflui presenta sia un alto potenziale in termini di sostanze fertilizzanti che di potenziale fonte di inquinamento se non debitamente trattato ed utilizzato. La conservazione ambientale , e deve essere, una preoccupazione di 71

base di tutto il sistema di produzione biologico. Prioritariamente i reflui zootecnici dovrebbero essere usati come fertilizzanti organici, opportunamente compostati, sempre nel rispetto dei limiti stabiliti dalla legge: fertilizzare significa portare vita nel terreno. Alla luce di quanto detto risulta determinante ristabilire un corretto collegamento tra la pianta e la vita dell'animale: tutto il materiale organico (residui colturali, letame, residui della potatura, ecc.) dovrebbero ritornare al suolo. Questo il modo migliore di alimentare le piante e migliorare la struttura del terreno. L'obiettivo dovrebbe essere di intensificare i processi biologici del terreno cos come razionalizzare e rendere pi efficiente luso di energia. Portare la vita al terreno, mantenere e sviluppare la relativa fertilit sono obiettivi fondamentali della gestione biologica. Oltre ai metodi impiegati nella preparazione della rotazione e del terreno, l'uso giudizioso della sostanza organica e del compost proveniente dagli animali fondamentale. Letame - un prodotto composto dal materiale vegetale usato come lettiera (normalmente paglia) e dall'escremento animale. In agricoltura biologica deve essere usato quello proveniente da allevamenti biologici. Gli escrementi liquidi (grassi animali, urina, ecc.) - possono essere usati solo dopo fermentazione controllata e/o diluizione adeguata. proibito categoricamente limpiego di prodotti provenienti dagli allevamenti senza terra. I reflui per poter essere utilizzati come fertilizzanti richiedono grandi spazi e distanze di sicurezza dai corsi dacqua (al fine di evitare inquinamenti). Lapplicazione degli escrementi liquidi sul suolo dovrebbe essere preceduta da numerose verifiche, quali: analisi del suolo; rispetto misure igienico-sanitarie; non superaramento della capacit di assorbimento del sistema pianta/terreno; uso delle tecniche di conservazione del terreno; prova di coltivazione di specie che richiedono N (azoto) e P (fosforo). noto che le deiezioni del maiale sono un miscuglio di sostanze nutrienti, in cui gli elementi sono presenti in quantit sproporzionata rispetto alla capacit di assimilazione delle piante. Con l'aumento delle sostanze nutrienti nel terreno, c il rischio concreto di creare situazioni di fitotossicit verso le piante e una perdita delle sostanze nutrienti con erosione e dilavamenti. Questi escrementi contengono non solo i fosfati ed i nitrati che contaminano i laghi, i corsi di acqua e le falde freatiche, ma anche i metalli pesanti (frutto dell'arricchimento delle farine con i sali minerali) ed i microrganismi patogeni come lEschericha coli. In alcuni paesi gi possibile collegare la densit degli allevamenti ed il loro effetto sulla sanit pubblica, vale a dire in termini di livelli dell'infezione dal E. coli ed altri disordini intestinali. Un 72

eccesso di elementi quali azoto e potassio pu anche avere ripercussioni sulla salute del foraggio e degli animali. Per quanto riguarda il terreno, l'eccesso di questi elementi pu avere: un effetto tossico sui batteri che vi vivono; densit ridotta delle leguminose; diminuzione del calcio bio-disponibile. L'effetto sulle piante e sugli animali pu essere: inibizione della fotosintesi; mancanza di proteine e di oligoelementi bio-disponibili nel foraggio; patologie in animali. 3.7.b. Produzione biologica I reflui animali devo essere manipolati con cura ed attenzione. Lazienda zootecnica deve possedere unadeguata capacit di stoccaggio della sostanza organica e deve sviluppare un sistema completo di smaltimento dei reflui animali. La perdita durante la fase di stoccaggio delle sostanze nutritive, dovuta a volatilizzazione, deve essere minimizzata. Di conseguenza cura speciale deve essere riposta nello stoccare, preparare e spandere questi residui/concimi. Gli allevamenti biologici devono avere sistemi adeguati di stoccaggio del concime, sufficientemente capienti, possibilmente sovradimensionati rispetto alle esigenze aziendali, in modo da consentire una razionale gestione dei reflui sulla base delle esigenze aziendali e colturali. La quantit totale di concime animale distribuita in unazienda biologica, come definita dalla direttiva n. 91/676/EC, non pu eccedere 170 chilogrammi di azoto/anno/ettaro di SAU, che vanno calcolati come previsto dalla normativa vigente. Nellallevamento biologico del maiale, le unit equivalenti a 170 chilogrammi di azoto/anno/ettaro sono le seguenti: Suinetti-74; Scrofe riproduttrici-6.5; Suini da ingrasso-14; Altri suini-14. Va ricordato che questo calcolo serve unicamente per conoscere il numero degli animali equivalenti al il limite di 170 chilogrammi di azoto /anno/ettaro da concime animale e non serve a determinare la densit animale, che andr invece stabilita tenendo conto di tutte le caratteristiche aziendali e del benessere animale. Come gi ricordato, la produzione eccedente di reflui potr essere smaltita anche sui terreni di altre aziende, con cui saranno stati preventivamente stipulati accordi, in conformit alla normativa vigente. 3.7.c. Tipologie di reflui In un allevamento ci sono sia residui organici che inorganici. I prodotti organici includono i residui colturali, le deiezioni animali, la paglia della lettiera, ecc. Il materiale inorganico pu essere presente sotto forma di carta e cartone da imballaggio, di sacchetti di plastica, di siringhe, di guanti, ecc. La frazione organica dovrebbe essere riutilizzata in azienda, trasformata in compost e quindi essere usata come fertilizzante. La frazione inorganica dovrebbe essere invece separata ed inviata al riciclaggio. 73

3.7.c.i Apporto al suolo di sostanza organica Concimare con il compost una tecnica tradizionalmente usata per riutilizzare la materia organica proveniente da varie fonti. Il compost un prodotto stabile, ricco di sostanze umiche, igienico, inodore e di grande importanza per il mantenimento della fertilit dei suoli. I rifiuti organici (vegetali ed animali) subiscono una decomposizione aerobica (fermentazione), dovuta all'azione di una popolazione differenziata di microorganismi (pricipalmente funghi e batteri), che produce calore, anidride carbonica ed acqua. Il risultato un prodotto dalle caratteristiche ottimali, perfetto per il miglioramento delle condizioni del terreno ed utilizzabile anche nei vivai. Questo procedimento classico di trasformazione e riutilizzazione dei residui degli allevamenti zootecnici, si adatta perfettamente con la filosofia dellagricoltura biologica, contribuendo ad una riduzione dell'inquinamento ambientale. Vantaggi del compostaggio L'applicazione al terreno di questi residui, una volta concimato adeguatamente con il compost, contribuir a: incrementare la fertilit naturale; migliorare la struttura del terreno; incremento della capacit di ritenzione degli elementi nutritivi e dell'acqua; riduzione del rischio di erosione; ottimizzazione dell'attivit dei microrganismi presenti nel terreno. Svantaggi del compostaggio Malgrado le qualit indiscutibili del compost, ci possono essere alcuni svantaggi quando non si provvede ad un suo corretto immagazzinaggio: si possono verificare perdite di azoto e di potassio; perdita di nutrienti quando non viene ben compresso ed inumidito (in attesa dello spargimento in campo) e viene esposto alla pioggia; formazione di prodotti tossici per le radici (ossidi, solfati ferrosi) ed acidi organici (causati da decomposizione della cellulosa) che acidificano il terreno, particolarmente in terreni pesanti; inibizione o morte di microrganismi che sono vicino alle radici ed aiutano le piante a alimentarsi (micro flora simbiotica), causato dai microorganismi responsabili della decomposizione, anche in terreni areati; limitata produzione di humus in caso di terreno acido e con poco ossigeno. Talvolta questo effetto negativo pu essere visto quando viene distribuito in campo letame fresco ed ancora caldo. La mancanza di ossigeno e di micro flora simbiotica e le alte temperature impediscono alle piante di assimilare le sostanze nutritive necessarie e, conseguentemente, diventano pi suscettibili agli attacchi di malattie ed infestazioni.

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3.7.c.ii Materiali per la preparazione del compost Tutti i residui organici possono essere compostati, a meno che non contengano elementi inquinanti o sostanze tossiche (ad es. tannini, polifenoli). Vediamo alcuni esempi di materiali che possono essere inseriti nel cumulo: il cascame vegetale, la buccia della frutta, la paglia delle lettiere, il legname del sottobosco, i trucioli di legno, il cartone, la carta; gli scarti del macello quali pelle, farine, ossa, cartilagine; alcuni minerali, come polvere di granito, calcare. In linea di massima possiamo distinguere materiali con diversa capacit fermentativa, dipendente dalla maggiore o minore facilit di attacco da parte dei microrganismi presenti nel cumulo. Tabella
Origine

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Materiali organici idonei al compostaggio (Fernandes, A. E Costa M., 1997)


Umidit Sostanza secca (%) compostabilit pH Materiale organico (%)

RAPPORTO C/N

Rifiuti urbani e domestici: colaticcio (ETARS)


Giardinaggio

5-30 6-11 100-150 20-60 12-25 13-15


(-paglia)

Media/ buona alta

46 23 34 -

Media Buona Cattiva Buona Buona

7 7 7 -

29 13 13 -

Residui potatura foglie erba sfalciata


Rifiuti agricoli Letame bovino

Molto secca Buona/ secca Average

25-30
(+ paglia)

Buona Buona Buona Buona Media Buona Buona

20 52 5 40-60 43 30-40

Buona Buona Buona Buona Media Buona Buona

8 7 7 7.3 7 7.2 5

13 31 5 5 25 24 28

pollina grasso bovino grasso maiale residui cereali raspi duva sottobosco

10 8-15 5-7 47 20 47

Legno del bosco


Segatura Corteccia Pino

100-130 > 100

secca secca

55 60

Media Media

5.6 4

45 37

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3.7.c.iii Caratteristiche dei materiali per il compostaggio Per fare un buon compost devono essere rispettate le seguenti caratteristiche: a) pH del materiale deve essere compreso tra 6,5 e 8. Normalmente i prodotti di origine agricola hanno un PH piuttosto basso, quindi necessario aggiungere calcare o fosfato di calce. b) contenuto in sostanza secca il substrato deve avere un contenuto in sostanza secca di circa il 35%. Qualora risultasse pi basso possible aggiungere altri materiali ricchi di sostanza secca, quali paglia e segatura. c) rapporto Carbonio/Azoto Per lo sviluppo ottimale dei microrganismi, ci vorrebbe un giusto rapporto carbonio ed azoto (nella proporzione di una parte di azoto e 25 30 di carbonio). Per esempio i materiali boscosi (paglia, segatura) sono ad alto tenore di carbonio. Se si intende quindi concimare con compost di questo tipo, dovrebbero essere aggiunti al cumulo altri materiali ricchi in azoto, quale ad es. il grasso animale. In pratica, se usiamo la paglia ed il letame o altri materiali grezzi, dovremmo usare 3 - 5 parti di questi materiali per una parte di letame puro. I materiali boscosi dovrebbero essere schiacciati ad uno spessore di 1 - 2 millimetri, in modo da farli compostare pi rapidamente. d) contenuto materiale organico Non dovrebbe essere inferiore al 50-60 %, con una percentuale ideale del 70 %. e) umidit L'acqua essenziale per lattivit microbica, ma non in quantit eccessiva, poich c il rischio di creare delle carenze di ossigeno. L'umidit dovrebbe essere compresa tra il 50 ed il 65%. Se i materiali naturali che non assorbono facilmente l'acqua sono usati nel cumulo (per esempio paglia o legmame del sottobosco mal schiacciato), questo deve essere bagnato (vedere immagine 11). In questo caso il cumulo andrebbe poi compresso effettuando un precomposting, ca. due settimane prima di iniziare la fase finale. Il modo migliore per verificare se il compost abbastanza umido consiste nel prenderlo in mano e stringere, se questa si inumidisce soltanto senza bagnarsi eccessivamente vuol dire che lacque in esaurimento ed il compost un uno buono stato. L'attivit microbica in presenza di bassa umidit (40 - 50%) si riduce drasticamente. Per evitare l'eccesso (che interessa anche l'attivit microbica) dovuto a pioggia, il cumulo dovrebbe essere coperto con materiale perforato, del polipropilene o 76

plastica perforata, oppure essere mantenuto in contenitori o in mucchi coperti. In questo caso si pu evitare di bagnare il cumulo.

Immagine 11 - Aggiunta di acqua al cumulo (FPAS Suinicultura e o Ambiente, 2003)

f) temperatura Il compost dovrebbe riscaldarsi nella prima fase raggiungendo temperature variabili tra 60 e 70C. Se questo non accade, qualcosa andata male: acqua in eccesso, mancanza di ossigeno, mancanza, o persino un eccesso di, azoto. g) ventilazione Il 25 - 30% del volume del cumulo dovrebbe essere costituito dallaria. Se ci fosse una carenza di aria, sarebbe liberato pi ammonio e questo comporterebbe il rilascio di un odore caratteristico. Il cumulo dovrebbe essere girato ogni due giorni per la prima settimana e successivamente una volta alla settimana. Ci permette la decomposizione pi rapida e pi omogenea e pu essere fatta con una piccola pala collegata al trattore (vedere immagine 14). 3.7.c.iiii Come preparare un buon compost Per preparare un buon compost necessario evitare la perdita dei gas (azoto sotto forma d'ammoniaca) e del liquido con gli elementi nutritivi (azoto, fosforo, potassio ecc.). Di conseguenza, il pavimento dellarea compostaggio deve essere reso impermeabile, prima di 77

portarvi il letame. Laggiunta del calcare migliora l'attivit microbica e porta il pH a valori compresi tra 6.5 e 8.

Immagine 12 Impermeabilizzazione del suolo sul quale sar creato il compost (FPAS Suinicultura e o Ambiente, 2003)

Immagine 13 Disposizione del compost in mucchi (FPAS Suinicultura e o Ambiente, 2003)

78

Rispettando queste indicazioni, il compost sar pronto in un periodo variabile tra 2 e 12 mesi (a secondo della materia prima, delle condizioni climatiche, ecc.), quando la temperatura comincia a scendere e si completa la trasformazione in humus.

Immagine 14 Rivoltamento del compost (FPAS Suinicultura e o Ambiente, 2003)

In linea di massima il compost sar pronto per lutilizzo in campo quando: - la temperatura interna del cumulo non superer di 5C quella della superficie terrestre; - non si percepir pi lodore di terra umida; - assumer un colore marrone scuro (vedere immagine n. 15). Se il compost aderir alle vostre mani vuol dire che avr sviluppato una buona capacit di ritenzione idrica; la granulometria sar omogenea e non sar pi possibile distinguere al suo interno i materiali di origine. Il contenuto finale di elementi nutrizionali dovrebbe essere orientativamente il seguente, secondo Fernandes e Costa (1997): - Azoto: 1% (o pi) in forma organica; - Ammoniaca (NH4) inferiore a 2 mg/kg; - Nitrati (NO3-) pi meno 100 mg/kg in inverno e 300 mg/kg in estate; - Nitriti (NO2) non dovrebbero essere rilevabili; - Fosforo 0.6 - 0.8%; - Potassio 0.8 - 1%; 79

- Rapporto C/N 10-15/1. In queste condizioni, un'applicazione di 10 tonnellate ad ettaro di compost fornir 100 chilogrammi di azoto, 60-80 chilogrammi di fosforo e 80 -100 chilogrammi di potassio.

Immagine 15 Compost pronto per la distribuzione in campo (Fernandes, A. e Costa M. ,1997)

3.7.d.

Breve descrizione del trattamento dei reflui nella produzione intensiva Nell'agricoltura intensiva, lalta produzione di reflui zootecnici, ricchi di azoto e fosforo, concentrata in aree ristrette, rende problematico il loro utilizzo come fertilizzante del terreno. In questi casi, concimare con il compost non rappresenta la soluzione migliore, essendoci la necessit di smaltire rapidamente grossi quantitativi di reflui organici, minimizzando limpatto ed i rischi ambientali. Sono state analizzate diverse forme alternative di trattamento dei reflui, quali ad es. le vasche di stabilizzazione, che sono considerate come uno dei modi pi facili, economici ed efficienti di trattare i reflui zootecnici. Esse permettono un'alta rimozione del carico organico e delle forme fecali del coli e presentano bassi costi di manutenzione e di investimento. Lo svantaggio principale costituito dall'esigenza di disporre di grandi aree sulle quali costruire gli impianti (con conseguente forte impatto sullambiente e su coloro che vivono nei pressi dellimpianto). Molte stazioni di trattamento per gli effluenti della produzione del maiale usano le tecnologie di trattamento sia della fase liquida, con i sistemi delle vasche, che dell'odore e della fase solida, trasformata in 80

concime o bio-gas. Le acque reflue vengono scaricate nelle linee fognarie od utilizzate per la concimazione, soltanto dopo un complesso trattamento. Gli vasche di stabilizzazione sono essenzialmente bacini, progettati per il trattamento delle acque reflue, in cui i residui vengono sottoposti a degradazione biologica naturale, pricipalmente grazie allazione di batteri ed alghe, in modo da stabilizzare o mineralizzare il pi possibile il loro carico organico e distruggere i microrganismi patogeni. L'inquinamento organico valutato attraverso molteplici parametri fisico-chimici e microbiologici richiesti dalla legge. Limmissione nellambiente del prodotto ottenuto dal trattamento pu avvenire solo quando valori fisico-chimici e microbiologici rientrano nei parametri fissati per legge, al fine di limitare linquinamento. Pu infatti accadere che nei pressi degli allevamenti suinicoli si registri un deterioramento delle acque superficiali e sotterranee, anche quando i sistemi di trattamento sono a norma. Questo pu dipendere da diversi fattori che non permettono allimpianto di funzionare correttamente; quali ad esempio il sottodimensionamento dellimpianto stesso o ladozione di tecniche e procedure inadatte al corretto funzionamento in certe condizioni particolari. In conclusione si pu affermare che lallevamento intensivo industriale del maiale comporta numerose problematiche, spesso irrisolvibili senza compromettere lequilibrio ambientale, anche nella fase di smaltimento dei reflui zootecnici. Per contro lapproccio biologico presenta un ridottissimo impatto sullambiente ed anzi contribuisce al ripristino della fertilit dei suoli attraverso il compostaggio della materia organica.

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CONCLUSIONI In seguito allemanazione del regolamento (CE) 1804/99 si verificata in Europa una significativa crescita degli allevamenti zootecnici biologici certificati. La regolamentazione del settore coincisa con laumento della sensibilit da parte dei consumatori verso la salubrit e la rintracciabilit dei prodotti, a causa anche delle emergenze sanitarie che hanno coinvolto varie filiere zootecniche. Dal primo gennaio 2009 esiste una nuova completa regolamentazione per il settore biologico. Le razze locali di suino si prestano molto bene agli allevamenti allaperto previsti dal metodo di produzione biologico ed anche se la necessit di utilizzare mangime biologico, a sua volta certificato, comporta un aumento dei costi di produzione, il consumatore si dimostrato ben propenso a spendere di pi per lacquisto di produzioni tipiche certificate, con ottime caratteristiche organolettiche, capaci di garantire una piena tracciabilit del processo produttivo. Un progetto di ricerca promosso dal Ministero italiano delle Politiche Agricole e Forestali ha evidenziato come ingrassare un suino biologico costi mediamente un 42% in pi rispetto ad un suino allevato con tecniche convenzionali. Dalla stessa ricerca per emerso che i suini di razze locali allevati col metodo biologico vengono prevalentemente trasformati in salumi e venduti in filiere corte (spesso in azienda), con notevoli vantaggi economici per lallevatore. Esistono quindi tutti i presupposti perch questo tipo di produzione nei prossimi anni possa diffondersi sempre di pi a livello europeo, grazie ad una politica di filiera che garantisca tracciabilit, sicurezza alimentare e qualit delle produzioni, ottenute nel rispetto dellambiente e nellottica della valorizzazione della biodiversit e della tipicit locale.

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GLOSSARIO

A AGENTI PATOGENI (batteri, virus, funghi), usati nella lotta biologica, sono microrganismi in grado di causare nel fitofago una malattia mortale. Virus e batteri agiscono in seguito ad ingestione danneggiando solitamente gli organi intestinali dellinsetto, mentre i funghi penetrano nel fitofago dalla cuticola moltiplicandosi a spese degli organi interni. Lagente patogeno pi diffuso e conosciuto il Bacillus thuringiensis. un batterio aerobico, sporiforme, disponibile in varie forme (kurstaki, aizawai, israeliensis e tenebrionis). AGOPUNTURA, terapia di origine cinese, basata sulla stimolazione terapeutica con aghi, usata in agricoltura biologica per i trattamenti veterinari in caso di allergie, problemi alle cartilagini, coliche negli equini, difficolt riproduttive nei bovini, mastiti, prevenzione di diarree nei suini, problemi riproduttivi nel pollame. AGRICOLTURA BIODINAMICA, nata in seguito ad una serie di conferenze di successo svolte nel 1924 dal filosofo austriaco Rudolf Steiner, considera lazienda come un organismo agricolo, sul quale lavorare per ristabilire le condizioni di equilibrio e di armonia con la natura. il pi antico movimento agricolo non convenzionale ed diffuso in tutto il mondo. AGRICOLTURA BIOLOGICA, un sistema olistico di gestione della produzione che persegue lequilibrio dellecosistema, inclusa la biodiversit, rispetta i cicli naturali e lattivit biologica del suolo. I metodi di produzione biologica privilegiano il ricorso a misure agronomiche piuttosto che allutilizzo di inputs extra aziendali, in considerazione del fatto che caratteristiche locali richiedono sistemi locali di gestione. Questo deve avvenire con luso, dove possibile, di metodi agronomici, biologici e meccanici, in antitesi allutilizzo indiscriminato di mezzi tecnici, per far fronte alle diverse esigenze produttive. (Definizione tratta dal Codice Alimentare).

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AGRICULTURA CONVENZIONALE, sistema agricolo industriale caratterizzato da alta meccanizzazione, monoculture ed utilizzo di inputs chimici di sintesi quali fertilizzanti e pesticidi, massimizzazione della produttivit e dei profitti. Lagricoltura industrializzata divenuta convenzionale solo negli ultimi sessanta anni, in seguito alla sua grande diffusione dopo la seconda guerra mondiale. Gli effetti di questo tipo di agricoltura sullambiente e sulle aree rurali sono stati tremendi, con ampie zone inquinate, desertificazione e danni alla salute degli operatori e dei consumatori. AGRICOLTURA NATURALE riflette lesperienza dellagricoltorefilosofo giapponese Masanobu Fukuoka. I suoi libri, The OneStraw Revolution: An Introduction to Natural Farming (Emmaus: Rodale Press, 1978) e The Natural Way of Farming: The Theory and Practice of Green Philosophy (Tokyo; New York: Japan Publications, 1985), descrivono quella che Fukuoka chiama la non coltivazione. Il suo metodo agricolo prevede appunto il poco lavoro e la non coltivazione, non contempla luso di concimi, pesticidi ed altri inputs. Nonostante questo la produttivit viene assicurata da una perfetta organizzazione aziendale e dalladozione di accurate tecniche di semina e combinazione delle piante (policoltura). In breve Fukuoka ha portato ai pi alti livelli larte pratica del lavorare in sintonia con la natura. AGRICOLTURA SOSTENIBILE, si riferisce ai sistemi agricoli compatibili con lambiente, economicamente convenienti e socialmente giusti, capaci di garantire la produttivit nel lungo periodo. Sicuramente lagricoltura biologica un sistema di agricoltura sostenibile, come pure lo , ad esempio, lagricoltura biodinamica. AGROECOLOGIA, lo studio delle interrelazioni esistenti allinterno del campo coltivato, sia tra gli organismi viventi che tra loro e lambiente. AGRO-ECOSISTEMA, leco-sistema del campo coltivato, uninsieme dinamico di coltivazioni, pascoli, allevamenti, flora e fauna spontanea, atmosfera, suolo e acqua. Gli agro-ecosistemi sono inseriti allinterno di pi ampi paesaggi, che includono terreni non coltivati, sistemi di drenaggio, le comunit rurali e la fauna selvatica. APPROCCIO OLISTICO un approccio decisionale che permette di effettuare scelte che soddisfino i bisogni immediati senza 84

compromettere il benessere futuro. Questo tipo di approccio consente alle persone di tramutsre in azioni concrete i propri valori pi radicati. Utilizzando una visione complessiva e di lungo termine, le persone possono prendere decisioni ed attuare comportamenti che saranno economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibili anche per le generazioni future. Lagricoltura biologica richiede, chiaramente, un approccio olistico. ATTIVITA BIOLOGICA, un importante indicatore della decomposizione della sostanza organica nel suolo. Unelevata attivit biologica promuove il metabolismo tra suolo e pianta ed fondamentale per la produzione sostenibile delle piante e la gestione della fertilit. AUDIT unanalisi sistematica ed indipendente che serve a determinare se le attivit ed i relativi risultati soddisfino gli obiettivi programmati. B BACILLUS THURINGIENSIS, il preparato a base di batteri pi utilizzato in agricoltura biologica (attivo contro molte specie di lepidotteri, zanzare, ecc.). BILANCIO ENERGETICO AZIENDALE, lanalisi del consume energetico serve a valutare limpatto della produzione sui cambiamenti climatici (per esempio emissione di gas che creano leffetto serra) ed a ridurre il consumo di energia fossile (non rinnovabile). BIODIVERSIT, in agricoltura la ricchezza di biodiversit, costituita da piante ed animali di specie, variet e razze diverse, necessaria per sostenere le funzioni chiave dellagro-ecosistema e consentire la produzione di alimenti sani e sicuri. BSE, Bovine Spongiform spongiforme bovina). Encephalopathy C CAP, Common Agricultural Policy (=PAC, Politica Agricola Comunitaria). (=Encefalopatia

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CITTA DEL BIO, Network di amministrazioni pubbliche che hanno deciso di investire in politiche di sviluppo rurale sostenibile fondato sullagricoltura biologica (www.cittadelbio.it). COMPOSTAGGIO, il riciclaggio aziendale delle biomasse. Durante il processo, costituito dalle fasi termofila, mesofila e di stabilizzazione, la sostanza organica (di origine vegetale, animale o mista) viene trasformata in humus, assimilabile dalle piante. CONDIZIONE DEL TERRENO, la struttura fisica del suolo influenza la coltivazione delle piante; un suolo in buone condizioni si presenta poroso, permette allacqua di infiltrarsi facilmente ed alle radici di svilupparsi senza ostacoli. CONSOCIAZIONE, consiste nella coltivazione contemporanea di due o pi colture nello stesso campo. CONTAMINAZIONE, inquinamento dellazienda biologica e/o delle sue produzioni attraverso il contatto con materiali e sostanze che rendono non pi certificabile il prodotto. (ad es. Contaminazioni da deriva di pesticidi provenienti da aziende convenzionali limitrofe a quelle biologiche).

D DECOMPOSITORI, organismi che si nutrono della sostanza organica morta (non assimilabile dalle piante), trasformandola in humus (assimilabile dalle piante). DOP, Denominazione dOrigine Protetta. E ECOSISTEMA, un ambiente naturale caratterizzato da interazioni dinamiche tra elementi biotici (piante, insetti, microbi e tutti gli altri organismi viventi) ed abiotici (temperatura, umidit relativa, vento, pioggia, suolo, ecc.). ENTE DI CERTIFICAZIONE, lOrganizzazione accreditata dalle Autorit competenti (in Italia Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) che conduce i controlli nelle aziende sottoposte al regime comunitario ed effettua le certificazioni delle produzioni da agricoltura biologica.

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EROSIONE, lerosione del suolo, dovuta allazione del vento e dellacqua, un problema mondiale (Pimental, 1995). accertato che lerosione costituisce la causa principale della degradazione dei suoli nel mondo (Oldeman, 1994). Gli effetti dellerosione sono riscontrabili sia in campo (diminuzione della fertilit, modificazione del sistema idraulico del terreno, diminuzione dei nutrienti, della sostanza organica, dei microrganismi e dello stato di salute dei suoli in generale) che a valle (presenza di elementi indesiderati, pesticidi e sedimenti dei mezzi tecnici sulla superficie dellacqua). I sistemi di agricoltura biologica provocano un grado di erosione dei suoli di molto inferiore rispetto a quelli riscontrabili nei campi coltivati con metodi convenzionali.

F FAIR TRADE, intesa di collaborazione, basata sullequit, il dialogo, la trasparenza ed il rispetto reciproco. FATTORIE DIDATTICHE, aziende agricole organizzate per lerogazione di servizi educativi ai bambini delle scuole o ad altri gruppi. FEROMONI, sono sostanze prodotte dagli insetti che consentono la comunicazione chimica tra individui della stessa specie. Agiscono sui comportamenti sessuali. Possono essere riprodotti artificialmente in laboratorio e venire quindi utilizzati in agricoltura sia per il monitoraggio che per la cattura massale degli insetti, opportunamente collocati in apposite trappole. FORAGGERE, comprendono alfalfa, orzo, trifoglio, cereali vari, sorgo ed alter piante usate per lalimentazione animale. G GRANULOSIS VIRUS, questo virus utilizzato contro la Cydia pomonella delle mele ed anche attivo contro altri Lepidotteri. Agisce per ingestione e per questo motivo deve essere adoperato al momento giusto sulle larve di Cydia. I raggi ultravioletti possono inattivare il virus, pertanto raccomandata lapplicazione allalba o al tramonto. Campo di applicazione: melo, pero e noce. GESTIONE DELLA FERTILITA DEL SUOLO, La conservazione della fertilit del suolo la prima condizione da rispettare in un sistema permanenete di gestione agricola; con queste parole nel 1940 il famoso agronomo inglese Albert Howard poneva le 87

fondamenta del metodo dellagricoltura biologica. La fertilit la capacit del suolo di garantire la produzione delle piante nel lungo periodo. GMO, genetically modified/engineered Organismi Geneticamente Modificati) organism (=OGM,

H HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) consiste nelladozione di buone pratiche di prevenzione dei rischi sanitari a carico degli alimenti, al fine di garantirne la sicurezza e la salubrit. HUMUS, deriva dalla decomposizione della sostanza organica, stabile ed ha una lunga persistenza. Lhumus racchiude numerosi nutrienti, che vengono gradualmente e lentamente rilasciati alle piante. I IFOAM, Federazione Internazionale dei Movimenti di Agricoltura Biologica. IGP, Indicazione Geografica Protetta. INGEGNERIA GENETICA uninsieme di tecniche di biologia molecolare (quale la ricombinazione del DNA) con le quali vengono alterati e ricombinati i materiali genetici di piante, animali, microrganismi, cellule ed altre unit biologiche, in modo tale e con risultati non riscontrabili in natura. Le tecniche di ingegneria genetica includono tra laltro: ricombinazione del DNA, fusione cellulare, micro e macro inoculi, incapsulamento, eliminazione e duplicazione dei geni. Tra gli Organismi Geneticamente Modificati non sono annoverabili quelli ottenuti con tecniche quali libridazione naturale. INSETTI ENTOMOFAGI, Sono gli agenti pi utilizzati nella lotta biologica e sono classificati in predatori e parassitoidi, agiscono in modo completamente diverso ma altrettanto efficace contro i fitofagi (insetti che si nutrono di parti delle piante). ISEAL, International Social and Environmental Accreditation and Labelling Alliance, sviluppa gli standards e controlla il loro rispetto da parte delle strutture associate, al fine di garantire e 88

promuovere la certificazione (volontaria) sociale ed ambientale, quale strumento di commercio e sviluppo internazionale. ISOFAR, International Society of Organic Agriculture Research, organizzazione internazionale che promuove e supporta la ricerca in tutti i settori dellagricoltura biologica. L LAVORAZIONI DEL TERRENO, hanno lobiettivo di creare nel suolo le condizioni fisiche necessarie per lo sviluppo ottimale delle piante. In agricoltura biologica vanno ridotte al minimo, adottando particolari tecniche tendenti a prevenire il compattamento e la creazione di suole di lavorazione, garantendo il rispetto della naturale stratificazione dei suoli. LETAME, costituito dai reflui solidi e liquidi degli allevamenti animali. LOGO, il regolamento CE N 331/2000 ha adottato il logo europeo dellagricoltura biologica. LOTTA BIOLOGICA, In natura ogni specie animale o vegetale ha degli antagonisti (predatori, parassiti, patogeni o competitori) che contribuiscono ad impedirne la proliferazione incontrollata. Le popolazioni naturali di predatori e parassiti sono importanti per ridurre le infestazioni. Di norma un livello minimo di attacco viene tollerato per attrarre e sviluppare i nemici naturali. La lotta biologica consiste proprio nelluso di questi nemici naturali per contenere le popolazioni di fitofagi entro limiti accettabili e, di riflesso, nellincremento del numero di specie allinterno dellagroecosistema, che diviene maggiormente complesso e quindi pi stabile. M MARKETING TERRITORIALE, lagricoltura biologica pu offrire un attivo contributo allo sviluppo locale sostenibile, promuovendo le tipicit locali, caratterizzando il territorio e valorizzandolo nel suo complesso. Tutto questo costituisce una leva di marketing aggiuntiva per il territorio, rendendolo appetibile anche allesterno e contribuendo alla rivitalizzazione delle sue aree rurali. MATERIA ORGANICA NEL SUOLO, ha tre componenti: organismi viventi, residui freschi, residui ben decomposti. I residui 89

freschi rappresentano la risorsa primaria di cibo per gli organismi viventi del suolo. La decomposizione dei residui freschi rilascia nel terreno I nutrienti di cui hanno bisogno le piante. La sostanza organica ben decomposta (humus) rilascia lentamente e per lunghi periodi I nutrienti di cui hanno bisogno le piante. MINIMA COLTIVAZIONE, si tratta di una definizione che comprende una vasta gamma di sistemi di lavorazione del terreno che tendono a preservare la copertura vegetale del suolo, riducendo considerevolmente i fenomeni erosivi legati allazione del vento e dellacqua. Queste pratiche minimizzano la perdita di nutrienti e di acqua, i danni alle colture e la perdita di fertilit. MULTIFUNZIONALITA. La revisione di medio termine ha profondamente cambiato la Politica Agricola Comunitaria. Il nuovo modello agricolo europeo che si andato configurando, sostiene fortemente lestensivizzazione delle aziende agricole, le quali possono ridurre il momento strettamente produttivo a vantaggio della tutela ambientale e dellavvio di altre attivit quali il turismo rurale, le fattorie didattiche, lattivazione di percorsi naturalistici, ecc. Lagricoltore diviene cosi anche il guardiano del territorio ed assume tutto linteresse a non depauperarlo, ma anzi a preservarlo e valorizzarlo. N NEEM, albero asiatico (Azadirachta indica), dal quale si estrae lazadiractina, un insetticida naturale. O OLI MINERALI Sono derivati dalla distillazione del petrolio ad alte temperature (arricchito di idrogeno) e dalla successiva estrazione con solventi. Agiscono principalmente per asfissia, soffocamento degli insetti e delle loro uova. Funzionano anche come repellenti. Agiscono per contatto diretto principalmente su piccoli insetti, come diaspidi, coccidi, afidi, psilla e acari. Sono efficaci anche contro oidio ed infestanti (in considerazione della loro fitotossicit). OLI VEGETALI, (olio di menta, olio di pino, olio di cumino), sono composti da sostanze naturali derivate da varie parti delle piante quali fiori, semi e frutti. Normalmente gli oli vegetali e quelli minerali vengono utilizzati in abbinamento a fungicidi e pesticidi, migliorandone lapplicazione e la durata. Gli oli vegetali hanno 90

azione insetticida sugli insetti e le loro uova. Esercitano inoltre unazione repellente. OMEOPATIA, una terapia messa a punto dal medico tedesco Samuel Hahnemann allinizio del diciannovesimo secolo, fondata sulla teoria similia similibus curantur (Il simile cura il simile). Secondo questa teoria le malattie guariscono con i rimedi che provocano in un individuo sano i sintomi della malattia stessa; questa viene considerata come una perturbazione della forza vitale delluomo. La cura consiste quindi nella riattivazione della forza vitale attraverso la somministrazione al malato di piccole quantit di opportune sostanze precedentemente dinamizzate, ovvero sottoposte ad un procedimento di diluizione e potenziamento che serve a renderle attive. In questo modo lorganismo riattiva i meccanismi protettivi, ristabilendo il suo regolare equilibrio biologico. Oggi molte malattie degli animali possono essere curate con le pratiche veterinarie omeopatiche. P PACCIAMATURA, la pratica che consiste nel ricoprire il suolo (nelle interfile e vicino alle piante) possibilmente con sostanza organica quale paglia, truccioli di legno, compost. Questa tecnica aiuta a preservare lumidit nel terreno, contenere la flora spontanea, formare sostanza organica. PERIODO DI CONVERSIONE, il diritto comunitario ha stabilito che ogni azienda che intende aderire al regime di controllo CE del biologico, deve superare un periodo di conversione di due anni per le colture erbacee e tre anni per le colture arboree. Gli enti di certificazione e le autorit competenti possono stabilire di allungare o ridurre tale periodo. PERMACULTURA (AGRICOLTURA PERMANENTE): Movimento nato in Australia nel 1975. Lidea base stata sviluppata da Bill Mollison; il termine permacultura descrive un sistema integrato, permanente e sviluppato in fasi successive, basato sulla cooperazione ed interrelazione tra piante ed animali utilizzati per lalimentazione umana. Una volta impostata lazienda agricola questa si gestisce da sola. PIRETRINE, estratti dal Chrysanthemum cinerariaefolium, sono insetticidi naturali. PIRODISERBO, un metodo di gestione della flora spontanea. Lesposizione delle piante alle alte temperature provoca uno 91

shock termico nei tessuti vegetali, compromettendone irreversibilmente la funzionalit, con conseguente morte della piata in due-tre giorni. it is a weed control method; the exposure of wild plants to high temperature provokes a thermal choc in the vegetable tissues and an irreversible deterioration of the functionality of the plant, which dies within two-three days. Lattrezzatura pi utilizzata quella a fiamma libera alimentata a GPL. POLISOLFURO DI CALCE viene usato come insetticida e fungicida. Il suo principio attivo lo zolfo sotto diverse forme. Agisce come insetticida da contatto, data la causticit del preparato. anche efficace contro la cocciniglia. Il Polisolfuro ha anche unazione fungicida data la presenza dello zolfo. usato per la difesa di agrumi, pesco, melo, albicocco, ciliegio, vite, olivo. PRODUZIONI PARALLELE, si verificano quando nella stessa unit produttiva si attuano contemporaneamente coltivazioni, allevamenti o trasformazioni gestite sia con il metodo biologico che con quello convenzionale. da considerarsi produzione parallela anche quella che si verifica quando lo stesso prodotto viene coltivato sia con il metodo biologico che con quello convenzionale. Esistono a riguardo precise restrizioni ed accorgimenti stabiliti dalla normativa comunitaria. PRINCIPIO DELLA CAUTELA, quel principio secondo il quale, quando viene svolta unattivit che potrebbe rivelarsi dannosa per lambiente e la salute, vanno adottate tutte le misure precauzionali possibili. Ad es. gli OGM non vanno impiegati fin quando non sia stato fugato anche il minimo dubbio sulla loro pericolosit. PRINCIPI DELLAGRICOLTURA BIOLOGICA, dopo un intenso processo partecipativo, nel settembre 2005, lAssemblea generale IFOAM svoltasi ad Adelaide in Australia ha approvato la revisione dei Principi di agricoltura biologica. Questi principi sono le radici dalle quali cresce e si sviluppa lagricoltura biologica: principio di salute (lAgricoltura Biologica dovrebbe sostenere e rafforzare la salute del suolo, delle piante, degli animali, degli esseri umani e del pianeta come uno solo ed indivisibile), principio di ecologia (lAgricoltura Biologica dovrebbe essere basata su sistemi e cicli ecologici viventi, lavorare con essi, emularli ed aiutare a sostenerli), principio di giustizia (lAgricoltura Biologica dovrebbe costruire sui rapporti che assicurano la giustizia in rispetto allambiente comune e le opportunit di vita), principio della 92

cautela (lAgricoltura Biologica dovrebbe essere gestita in modo precauzionale e responsabile per proteggere la salute ed il benessere delle generazioni presenti e future e dellambiente). Q QUASSIA, un insetticida naturale derivato dallalbero della Quassia amara e dal Picrasma excelsa (Quassia giamaicana). I principi attivi sono quassina e neoquassina. La Quassia, oltre ad essere una pianta medicinale, usata come repellente per cani e gatti. Agisce sul sistema nervoso, sia per contatto che per ingestione. Presentando una persistenza limitata la sua azione piuttosto ridotta. Campo di applicazione: orticoltura, frutticoltura, viticoltura, silvicoltura, giardinaggio. Presenta bassa tossicit. R RESISTENZA, quella capacit che posseggono gli insetti di adattarsi in un certo lasso di tempo alle molecole dei pesticidi, i quali devono essere somministrati in dosi sempre maggiori per continuare a garantire lo stesso effetto iniziale. Questo fino a quando non si riveleranno del tutto inadeguati ed andranno allora sostituiti con preparati a base di altre molecole (questo avvenuto ad es. con il DDT). ROTAZIONI, le piante si succedono sullo stesso appezzamento seguendo una sequenza predeterminata sulla base delle caratteristiche aziendali. ROTENONE, un alcaloide, isolato per la prima volta nel 1895. estratto dalle radici di alcune piante tropicali della famiglia delle leguminose: Derris elliptica, Derris spp., Lonchocarpus utilis, Tephrosia spp. Il Rotenone soggetto a rapida decomposizione se esposto alla luce ed allaria. Ha un ampio spettro dazione, agendo contro lepidotteri, ditteri, coleotteri, ecc.. anche usato in medicina veterinaria contro le mosche di Hypoderma.

S SAU, Superficie Agricola Utilizzata. SINTETICO, prodotto creato con processo industriale chimico. Include sia i prodotti che non si trovano in natura che quelli che simulano invece prodotti realmente esistenti. 93

SISTEMI AGRICOLI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE utilizzano inputs interni allazienda senza necessit di approvvigionamento esterno di concimi, pesticidi, ecc., il tutto allo scopo di ridurre limpatto ambientale, i costi di produzione ed i rischi per la salute delloperatore e del consumatore. Ladozione di questi sistemi agricoli risulta conveniente anche dal punto di vista economico, in quanto, seppure il minore ricorso ad inputs produttivi provoca un inevitabile calo delle produzioni, si riducono notevolmente pure i costi di acquisto di fertilizzanri, pesticide, diserbanti, ecc. (che costituiscono la voce di bilancio pi onerosa per le aziende convenzionali). Questi sistemi agricoli pongono inoltre le basi per unagricoltura durevole nel tempo e sostenibile anche per le generazioni future. SOVESCIO, pratica che consiste nel seminare singole colture erbacee (ad es. favino) o miscugli di pi specie, senza lobiettivo di raccoglierne i prodotti ma allo scopo di interrare le piante per incorporare nel terreno biomassa verde. STG, Specialit Tradizionale Garantita. T

TERAPIA AIURVEDICA, utilizza prodotti derivati da piante officinali e minerali per sviluppare il sistema immunitario degli animali. TRACCCIABILITA, si riferisce alla possibilit di seguire un alimento in tutte le fasi della sua produzione, trasformazione e commercializzazione: dallazienda alla tavola. U

UBA, Unit di Bestiame Adulto V

VERMICOMPOST, miscela di rifiuti organici parzialmente decomposti e secrezioni di vermi. Contiene parti di piante, di cibo, materiale usato come lettiera dei vermi, bozzoli, vermi stessi ed organismi associati. W

WHO (=OMS), Organizzazione Mondiale della Sanit. 94

WWOOF, (Willing Workers On Organic Farms) lavoratori volontari nelle aziende agricole biologiche, un network internazionale di scambio che offer vitto, alloggio e tirocinio pratico in cambio di lavoro. Sono possibili esperienze di varia durata. Il WWOF offre eccellenti opportunit formative per chi vuole avvicinarsi al biologico, scambi di vita rurale, culturali, ed infinite opportunit di conoscenza dei movimenti del biologico. (www.wwoof.org). Z

ZONA DI RISPETTO, zona di confine che delimita unazienda biologica, da una convenzionale, potenzialmente in grado di contaminare lambiente con sostanze quali pesticidi ed altri prodotti vietati nel biologico.

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BIBLIOGRAFIA AAVV, La zootecnia biologica bovina e suina in Italia Tecniche e mercato, a cura di Andrea Povellato, pubblicazione dellINEA Istituto Nazionale di Economia Agraria, Edizioni Scientifiche Italiane, Roma, 2005. Saltalamacchia, F.; Vincenti, F.; Tripaldi, C.; Della Casa, G. (Istituto Sperimentale per la Zootecnia), Lallevamento del suino con metodo di produzione biologico: razze, alimentazione, aspetti sanitari e tipologie di stabulazione; Articolo pubblicato sulla Rivista di suinicoltura, Edizioni Il Sole 24 ore Edagricole, 2002 Giannone M., Lallevamento biologico del suino, Edizioni Il Sole 24 ore Edagricole, 2002. Scansani S., Fenomenologia del maiale (Con testo inedito di Dario Fo: Mistero Buffo del Porcello), Tre Lune edizioni, Mantova, 2006. SITI INTERNET http://www.adottaunsuino.com - Sito dedicato allE-breeding (allevamento biologico via internet, che permette ai consumatori di adottare un suino e seguirne a distanza tutte le fasi della produzione). http://www.sinab.it - Portale del Sistema dinformazione nazionale sullagricoltura biologica del Ministero italiano delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. http://www.aiab.it - Portale dellAssociazione Italiana per lAgricoltura Biologica. http://www.cittadelbio.it - Il Portale del network delle Citt del Bio.

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Allevamento biologico dei suini

Progetto ECOLEARNING
ES/07/LLP-LdV/TOI/149026

QUESTIONARIO
(da inviare a Biocert per fax allo 081 7612734 o per e-mail: biocert@biocert.it)
Il presente questionario ha lo scopo di rilevare il livello di gradimento dellopera da parte delle diverse tipologie di utenza e di raccoglierne tutti i suggerimenti, al fine di migliorare costantemente nel tempo la qualit del servizio offerto. Le informazioni trasmesse saranno trattate in modo anonimo. Solo coloro che intendono ricevere gratuitamente gli aggiornamenti successivi dellopera dovranno espressamente autorizzare lAssociazione Biocert al trattamento dei dati personali, compilanto e firmando la nota in calce.

1.

Da quale fonte ha appreso dellesistenza del presente manuale? Internet rivista in fiera da un collega altro (specificare) __________________________________________________________ La lettura del manuale ha soddisfatto le sue aspettative? in pieno solo in parte per niente Ha letto altri manuali del progetto Ecolearning? no si (specificare) _________________________________________________________ Cosa le piacerebbe fosse inserito o modificato nelle prossime edizioni? __________________________________________________________

2. 3.

4.

Grazie per il tempo che ci ha dedicato e si ricordi di compilare la nota in calce se desidara ricevere gratuitamente gli aggiornamenti del manuale. ---- nota di autorizzazione al trattamento dei dati personali --------------------------------_l_ sottoscritt_ _________________________ , residente in

_________________________ (___) alla Via ____________________________ , Tel. ______________ Fax ______________ E-mail ______________________ , eventuale sito web _________________________________________________ ,
autorizza il trattamento dei propri dati personali, ivi compresi quelli sensibili, ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 30.06.03 N. 196, al solo fine di essere inserito nellelenco dei fruitori dei servizi formativi, gestito dallAssociazione Biocert con sede in Napoli alla Via Tasso 169, e ricevere gratuitamente gli aggiornamenti successivi dellopera acquistata. Il responsabile del trattamento dei dati il Sig. Salvatore Basile, presidente dellAssociazione Biocert. Luogo, data, firma

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Instituto de Formacin y Estudios Sociales MADRID - SPAGNA Sito web: http://www.ifes.es Unin de Pequeos Agricultores y Ganaderos MADRID - SPAGNA Sito web: http://www.upa.es Formacin 2020 S.A. MADRID - SPAGNA Sito web: http://www.formacion2020.es AGROLINK SOFIA - BULGARIA Sito web: http://www.agrolink.org ARAD - Asociatia Romana Pentru Agricultura Durabila FUNDULEA - ROMANIA Sito web: http://www.agriculturadurabila.ro
BFW Berufsfortbildungswerk Gemeinntzige Bildungseinrichtung
des DGB Gmbh - Competence Center EUROPA

HEIDELBERG - GERMANIA Sito web: http://www.bfw.eu.com BIOCERT Associazione NAPOLI ITALIA Sito web: http://www.biocert.it Escola Superior Agrria
Instituto Politcnico de Viana do Castelo

PONTE DE LIMA PORTOGALLO Sito web: http://www.esa.ipvc.pt MGRT - Magyar kolgiai Gazdlkodsrt Egyeslet BUDAPEST - HUNGARY Sito web: http://www.mogert.uni-corvinus.hu

STPKC

STPKC - Swedish TelePedagogic Knowledge Center NYKPING - SWEDEN Sito web: http://www.pedagogic.com

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