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Fonti del diritto

LE FONTI DEL DIRITTO SONO QUEGLI ATTI O FATTI GIURIDICI CHE


L’ORDINAMENTO CONSIDERA IDONEI A CREARE, MODIFICARE O
ESTINGUERE NORME GIURIDICHE
Pluralismo delle fonti

GLI ORDINAMENTI GIURIDICI CONTEMPORANEI SI CARATTERIZZANO


PER LA PRESENZA DI UN PLURALISMO DELLE FONTI CHE SI
RICONNETTE ALL’ESIGENZA DI SODDISFARE LA COMPLESSITÀ E
VARIETÀ DELLE ESIGENZE POSTE DALLA REALTÀ SOCIALE
L’ORDINE DELLE FONTI
IL PLURALISMO ORDINAMENTALE DETERMINA LA NECESSITÀ DI
INDIVIDUARE UN ORDINE CHE CONSENTA DI STABILIRE LA FONTE
ORDINATRICE DEL CASO CONCRETO ALLA LUCE DI UN CRITERIO

GERARCHICO, CRONOLOGICO, DI SPECIALITA’ E DI COMPETENZA


Gerarchia delle fonti secondo il codice civile

LE FONTI DEL DIRITTO VENGONO ENUNCIATE DALL’ART. 1 DELLE DISPOSIZIONI


PRELIMINARI AL CODICE CIVILE (1942) CHE NE DISEGNA UNA STRETTA GERARCHIA
CHE ALLUDE ALLA DISTINZIONE ESISTENTE TRA

FONTI DI PRODUZIONE (I.E. PARLAMENTO)


E
FONTI DI COGNIZIONE (I.E. GAZZETTA UFFICIALE)
LE FONTI DEL DIRITTO SECONDO
L’ART. 1 DELLE PRELEGGI

LEGGI
REGOLAMENTI
USI
Le leggi

SECONDO L’ART. 2 DELLE PRELEGGI LE LEGGI SONO GLI ATTI DEL


PARLAMENTO O DEL GOVERNO AVENTI FORZA DI LEGGE

SI TRATTA DI FONTI PRIMARIE SUBORDINATE SOLO ALLE NORME DI


RANGO COSTITUZIONALE
I regolamenti

SECONDO L’ART. 3 DELLE PRELEGGI I REGOLAMENTI SONO GLI ATTI


EMANATI DAL GOVERNO O DA ALTRE AUTORITÀ NON LEGIFERANTI NEL
RISPETTO DELLE PROPRIE COMPETENZE

SI TRATTA DI FONTI SECONDARIE CHE SI PRESENTANO


SUBORDINATE ALLE FONTI PRIMARIE
Gli usi

GLI USI TROVANO FONDAMENTO GIURIDICO NELLA RIPETIZIONE


COSTANTE E UNIFORME DI UN DATO COMPORTAMENTO DA PARTE
DEI CONSOCIATI (COMPONENTE OGGETTIVA DELLA NORMA
CONSUETUDINARIA), CHE AGISCONO CON LA CONVINZIONE DI
ESSERE VINCOLATI GIURIDICAMENTE A TENERE QUEL DETERMINATO
COMPORTAMENTO (COMPONENTE SOGGETTIVA DELLA NORMA
CONSUETUDINARIA)
Efficacia vincolante degli usi e loro raccolta

• SECONDO L’ART. 8 DELLE PRELEGGI, NELLE MATERIE REGOLATE DALLE LEGGI E DAI
REGOLAMENTI GLI USI HANNO EFFICACIA SOLO IN QUANTO SONO DA ESSI RICHIAMATI
(I.E. ART. 1665 C.C.)
• SECONDO L’ART. 9 DELLE PRELEGGI ESISTONO RACCOLTE UFFICIALI DI USI (OSSIA
RACCOLTE TENUTE PRESSO LE CAMERE DI COMMERCIO), CHE UNA VOLTA PUBBLICATI
INGENERANO SOLO UNA PRESUNZIONE SEMPLICE (SALVA PROVA CONTRARIA) DI
ESISTENZA DEGLI USI
la Costituzione (1948)

• LA COSTITUZIONE RAPPRESENTA UNA FONTE SOVRAORDINATA ALLA


LEGGE ORDINARIA, CHE PER TAL RAGIONE DIVIENE SUSCETTIBILE DI
GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE (ART. 134 COST.).
• SULLA BASE DI ORIENTAMENTI INTERPRETATIVI ORMAI CONSOLIDATI
LA COSTITUZIONE:
- TROVA APPLICAZIONE DIRETTA DA PARTE DEI GIUDICI
- IMPONE INTERPRETAZIONI COSTITUZIONALMENTE ORIENTATE
DELLA LEGGE
il diritto dell’unione europea
• I trattati dell'UE sono accordi vincolanti tra i paesi membri dell'Unione europea. Definiscono gli obiettivi
dell'UE, le regole di funzionamento delle istituzioni europee, le procedure per l'adozione delle decisioni e
le relazioni tra l'UE e i suoi paesi membri. Ogni azione adottata dall'UE si basa sui trattati.
• I trattati vengono modificati per migliorare l'efficienza e la trasparenza dell'UE, preparare l'adesione di
nuovi Stati membri e introdurre nuovi settori di cooperazione.
• Vi sono trattati istitutivi, modificativi e di adesione, oltre ad alcuni protocolli.
• Trattati in vigore
• Trattato sull'Unione europea (versione consolidata 2016)
• Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (versione consolidata 2016)
• Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (2016) (Carta di Nizza)
• Trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica (versione consolidata 2016)

• I regolamenti UE sono norme direttamente vincolanti per gli Stati membri e per i loro cittadini

Le direttive UE comportano che gli stati membri siano tenuti a conformare il proprio ordinamento interno al
diritto comunitario alla stregua di quanto in esse sancito
La corte di Giustizia Europea
Sede a Lussenburgo
LA CORTE DI GIUSTIZIA INTERPRETA IL DIRITTO DELL’UE IN MANIERA
OMOGENEA AFFINCHÉ VENGA APPLICATO ANALOGAMENTE IN TUTTI I
PAESI DELL'UE

L’OPERATO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA HA INCISO


SULL’ORDINAMENTO INTERNO DEI SINGOLI STATI MEMBRI
RINNOVANDO, IN OTTICA COMUNITARIA, L’IMPIANTO DEL DIRITTO
PRIVATO NAZIONALE
il diritto internazionale

numerose convenzioni internazionali (accordi tra Stati che vengono


attuati nel diritto interno degli Stati grazia alla procedura di ratifica)
hanno rilevanza nel diritto privato

contratti internazionali di viaggio (Bruxelles, 1970)


convenzione sulla vendita internazionale di cose mobili (Vienna, 1980)
Maggiore articolazione della gerarchia delle fonti nel diritto
privato contemporaneo
L’APERTURA DELL’ORDINAMENTO NAZIONALE ALLE FONTI SOVRANAZIONALI
(UNIONALI) E ALLA FONTI INTERNAZIONALI (TRATTATI O CONVENZIONI
INTERNAZIONALI) PROVOCA UN’ALTERAZIONE DELLA CLASSICA RIPARTIZIONE
GERARCHICA DELLE FONTI NORMATIVE CHE VEDE AL VERTICE LA COSTITUZIONE,
PROVOCANDO UNA MAGGIORE COMPLESSITÀ DEL QUADRO NORMATIVO CHE DEVE
ESSERE RICOMPOSTO RICORRENDO A LOGICHE DIVERSE, QUALE QUELLE DELLA
COMPETENZA E DELLA SUSSIDIARIETÀ
La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali o CEDU è una Convenzione internazionale redatta
e adottata nell'ambito del Consiglio d'Europa.
• La CEDU è considerata il testo centrale in materia di protezione dei diritti
fondamentali dell'uomo perché è l'unico dotato di un meccanismo
giurisdizionale permanente che consenta a ogni individuo di richiedere
la tutela dei diritti ivi garantiti, attraverso il ricorso alla
Corte europea dei diritti dell'uomo, con sede a Strasburgo.
Principio di competenza

ENUNCIATO GIÀ DALL’ART. 3 DELLE LEGGI PRELIMINARI E RIPRESO, CON


SPECIFICO RIFERIMENTO AI RAPPORTI STATO-REGIONI E STATO-UE
DALL’ART. 117 COST., COME MODIFICATO DALLA LEGGE COST. 3/2001
INDICA LA MATERIA SULLA QUALE LA FONTE E’ ABILITATA A NORMARE

IL PRINCIPIO DI COMPETENZA SI LEGA AL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ,


SECONDO CUI LE ATTIVITÀ NORMATIVE E AMMINISTRATIVE DOVREBBERO
ESSERE SVOLTE DALL'ENTITÀ PIÙ VICINA (SOPRATTUTTO DAI PIANI DI
VALORIZZAZIONE TERRITORIALE) ALL’AMBIENTE SOCIALE DI RIFERIMENTO E
DELEGATA AI LIVELLI SUPERIORI (ORGANI STATALI) SOLO SE LA LORO AZIONE
POSSA ESSERE MAGGIORMENTE EFFICACE
Principio cronologico

Le antinomie tra fonti di pari grado e ambito di competenza devono


essere risolte considerando il tempo della loro entrata in vigore

La norma successiva abroga la norma anteriore incompatibile


Principio cronologico ed Entrata in vigore di
leggi e regolamenti

SECONDO L’ART. 10 DELLE PRELEGGI, LE LEGGI E I REGOLAMENTI


DIVENGONO OBBLIGATORI DOPO 15 GIORNI DALLA LORO
PUBBLICAZIONE, SALVO CHE SIA ALTRIMENTI DISPOSTO
PRINCIPIO CRONOLOGICO E
IRRETROATTIVITÀ DELLE LEGGI

NELL’APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO CRONOLOGICO DEVE COMUNQUE


ESSERE RISPETTATA LA GENERALE REGOLA DELLA IRRETROATTIVITÀ
DELLE LEGGI PREVISTA DALL’ART. 11 DELLE PRELEGGI, SECONDO CUI “LA
LEGGE NON DISPONE CHE PER L’AVVENIRE: ESSA NON HA EFFETTO
RETROATTIVO”
PRINCIPIO DI SPECIALITÀ

LA NORMA SPECIALE PREVALE SULLA NORMA GENERALE DI PARI


GRADO, OVE LA GENERALITÀ VIENE DETERMINATA TENUTO CONTO IN
PARTICOLARE DELL’AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA NORMA
Codice civile
I codici sono leggi ordinarie poste, nella gerarchia delle fonti, al pari di ogni altra legge ordinaria;
essi, si distinguono per il fatto di essere fonti di diritto generale,
Il c.c.
è così suddiviso:
- I libro: persone e famiglia
- II libro: successioni a causa di morte
- III libro: proprietà
- IV libro: obbligazioni e contratti
- V libro: imprese e società
- VI libro: tutela dei diritti
Il codice risulta inoltre preceduto dalle preleggi e seguito dalle disposizioni
transitorie e di attuazione; queste ultime integrano il codice con più
minuziose disposizioni e talvolta enunciano principi sfuggiti ai compilatori.
Alcune norme di diritto privato sono presenti anche nella Costituzione e
simboleggiano la svolta nella storia delle costituzioni moderne.
• Alla base di questa idea di codice, vi è un principio fondamentale,
ossia il principio di uguaglianza: in base ad esso, i cittadini debbono
essere assoggettati tutti alla medesima legge, in modo da essere
uguali fra loro; la legge, per essere uguale per tutti, deve essere
formulata nei termini più generali ed astratti possibile, in modo da
potersi riferire a chiunque ed a qualsiasi fatto.
• I codici sono le grandi realizzazioni legislative dell’ ‘800 e della prima
metà del ‘900: alcuni di essi, sono tuttora vigenti, seppur con molte
modificazioni ed integrazioni; la legiferazione si è attenuata nel XX
secolo, con la proliferazione delle leggi speciali.
• La classificazione delle norme giuridiche in base al contenuto
• Le norme giuridiche possono classificarsi in base al contenuto.
• A tal proposito si parla di norme:
• precettive: se contengono un comando da osservare o
un comportamento da adottare in una determinata situazione (art.147
c.c o tipico esempio sono le norme penali);
• proibitive: se contengono comandi negativi, vietando quindi
l’attuazione di determinate condotte (es. art.905 c.c)
• permissive:
se autorizzano certi comportamenti o attribuiscono specifiche facoltà
(ad esempio l’art. 832 del Codice Civile, che consente al proprietario
di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i
limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento
giuridico).
• La classificazione delle norme giuridiche in base alla sanzione
• Le norme giuridiche possono poi classificarsi in base alla sanzione.
• Sotto questo profilo sono possibili due distinzioni.
• In primo luogo si è soliti distinguere tra:
• norme primarie o di condotta: contengono un comando o prescrivono l’osservanza di una
determinata condotta. Ne è un esempio l’art. 1325 del Codice Civile, che individua i requisiti
necessari affinché il contratto sia valido ed efficace.
• norme secondarie (o sanzionatorie): contengono una sanzione applicabile in caso di
inosservanza del precetto contenuto nella norma primaria. Un esempio è
l’art. 1418 del Codice Civile, che sanziona con la nullità il contratto carente dei requisiti
previsti dall’art. 1325 del medesimo codice.
• norme perfette: munite di sanzione (ad esempio l’art. 1427 del Codice Civile, che sancisce
l’annullabilità del contratto in cui il consenso di un contraente è stato estorto con violenza o
carpito con dolo);
• norme imperfette: contengono soltanto un precetto ma sono prive di sanzione (ne è un
esempio l’art. 143, terzo comma del Codice Civile, secondo cui entrambi i coniugi sono tenuti
a contribuire ai bisogni della famiglia, senza però prevedere alcuna sanzione in caso di
inosservanza);
• La classificazione delle norme giuridiche in base all’efficacia
• Infine, in base al tipo di efficacia, le norme giuridiche si distinguono in:
• norme imperative o cogenti: contengono prescrizioni o divieti dei quali l’ordinamento
vuol garantire l’osservanza e ai quali non è possibile derogare in alcun modo ( divieto dei
tassi usurari nel mutuo o tipico esempio sono le norme penali);
• norme derogabili o dispositive: l’obiettivo della norma, in questo caso, non è tanto
vietare o garantire l’osservanza di una determinata condotta, quanto individuare la
soluzione più idonea a prevenire conflitti rispetto ad una questione. Le norme relative
regolano quindi il rapporto, lasciando però libere le parti di disciplinarlo
diversamente se lo ritengono più opportuno. L’art. 1477, secondo comma, del Codice
Civile prevede ad esempio che, salvo diverso accordo delle parti, la cosa venduta debba
essere consegnata insieme ad accessori, pertinenze e frutti dal giorno della vendita;
• norme suppletive: intervengono a regolare una fattispecie in assenza di una specifica
disciplina sul punto, cogente o dispositiva. Se quindi la legge e le parti non hanno
previsto alcunché, la norma suppletiva interviene al fine di sopperire alla lacuna in
oggetto.
• Tipico esempio è l’art. 1182 del Codice Civile, che detta criteri per individuare il luogo di
adempimento dell’obbligazione quando non è possibile stabilirlo in base alle

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