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DIRITTO PRIVATO

Il Diritto è l’insieme di regole per l’aggregato sociale. Secondo Marx ed


Engels, esso è la sovrastruttura di cui ogni classe si dota per perfezionare i
propri interessi. La maggioranza parlamentare, infatti, pu emanare leggi
secondo i propri interessi e principi, e chi è al potere pu quindi modificare le
leggi in proprio favore.
Il diritto privato regola i rapporti tra i privati.
Il diritto pubblico regola i rapporti tra cittadino e Stato.

Codice civile
Il diritto dei privati è regolato dal Codice civile, che è un insieme
sistematico di norme/ regole giuridiche di comportamento che regolano il
vivere sociale. Il regio decreto n262 del 16 marzo 1942 approv il testo
del Codice civile.
La prima edizione del Codice Civile in Italia fu emanata nel 1942: furono fusi i
vecchi Codice civile e Codice di commercio in un Codice unico, che subisce
delle variazioni ogni anno.
Il testo del Codice civile è suddiviso in 6
libri: Libro I - Persone e famiglia (Artt. 1 ->
455)
Libro II - Delle successioni (Artt. 456 -> 809)
Libro III - Delle proprietà (Artt. 810 -> 1172)
Libro IV - Delle obbligazioni (Artt. 1173 -> 2059)
Libro V - Del lavoro (Artt. 2060 -> 2642)
Libro VI - Della tutela dei diritti (Artt. 2643 -> 2969)

Storia del codice civile


Il Codice civile fu creato in Francia il 14 Luglio 1789 a seguito della
Rivoluzione Francese, al termine della quale venne promosso il Code Civil di
Napoleone Bonaparte. Esso si basava sugli ideali della Rivoluzione francese,
e rappresentava la reazione borghese a un sistema che poneva una barriera
alla nascita di uno sviluppo economico, in quanto basato sui privilegi di clero
e aristocrazia.
I francesi si batterono per l’uguaglianza di tutti i cittadini, secondo gli ideali di
“libertè, fraternitè, egalitè”.
Questi ideali furono tradotti da Napoleone al potere, che, una volta liberatosi
di clero e aristocratici, decise di raccogliere le sue idee in regole basate su
rapporti tra uguali, senza privilegiati, consultabili da chiunque fosse in grado
di leggere.
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Fu quindi introdotto il principio di uguaglianza davanti alla legge, per cui ogni
persona è uguale dinanzi alla legge, indipendentemente dal proprio status,
origine o titolo.
Il successo del Codice fu tale che esso venne copiato e tradotto in gran parte
del mondo non britannico. Esso fu inoltre esportato dalla Francia nelle proprie
colonie.
In Italia la prima traduzione del Code Napole n avvenne nel 1865, pochi anni
dopo la fondazione del Regno d’Italia.
Il fenomeno non riguard l’Inghilterra, dove non esiste un Codice civile come
in nessun altro paese ai tempi subordinato all’Inghilterra. In questi paesi vige
l’ordinamento di
Common Law.

Modi di produzione ed applicazione del diritto


• Common Law (UK, USA). Questi ordinamenti si basano su un tessuto
di regole, molte delle quali non scritte e non contenute in specifici atti
normativi, bensì in decisioni giurisprudenziali, basate sull’affermazione di
principi tratti per lo più dall’esperienza, dalle consuetudini, dalle prassi.
La funzione dei giudici ha assunto un particolare valore: la sentenza dei
giudici acquista un valore normativo, ed è dunque fonte di diritto. Questo
valore si esprime attraverso il principio dello “stare decisis” (valore
obbligatorio del presente giurisdizionale): nessun giudice pu discostarsi dai
principi di diritto affermati in altra precedente pronuncia giudiziaria
riguardante un caso analogo a quello che egli si trova a giudicare. Se si
discosta dal precedente, bisogna motivare opportunamente perchè si tratta di
un caso diverso.
Per conoscere come sono disciplinate certe situazioni, nel sistema
anglosassone si possono reperire le informazioni riguardo alle sentenze
precedenti in raccolte di volumi, o più recentemente in raccolte informatiche.
Con l’evoluzione culturale cambia l’interpretazione della norma.

• Civil Law (Europa). Sono ordinamenti legati alla tradizione romanistica


con sistemi giuridici fondati su un tessuto di regole di diritto scritto, siano essi
di livello costituzionale o inferiore.
La norma giuridica è tale solo se contenuta in atti in cui lo stesso ordinamento
riconosce la capacità di produrre regole di questo tipo; atti che, a loro volta,
sono espressione della volontà degli organi dello Stato cui l’ordinamento ha
inteso affidare il potere normativo. In questo contesto, le regole nascenti da
consuetudini o dagli usi avranno valore se espressamente richiamate dalla

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legge, e il ruolo del giudice sarà solo di interepretare la regola giuridica scritta
e di applicarla al caso concreto (il giudice è “bouche della Loi”). In Italia il
precedente non ha valore, ma gli avvocati ricercano comunque i precedenti
per capire il tipo di sentenza a cui potrebbero andare incontro prima di
impostare una causa, sia di difesa che di offesa. Le norme possono essere
interpretate in maniera differente da diversi giudici, motivo per cui gli articoli
non forniscono una risposta esatta per ci che sarà la decisione finale del
processo. Nessun giudice è tenuto ad attenersi ai precedenti, ma il
precedente pu servire a vedere come è stata applicata una norma.

Caratteristiche essenziali del diritto:


1) Il diritto è un rapporto intersoggettivo, richiede cioè la societas;
2) Non ogni rapporto tra privati è regolato dal diritto;
3) Il diritto è soluzione concreta di un conflitto di interessi che si impone come
rilevante alla societas: esso è scienza pratica.

Art. 1 Preleggi - INDICAZIONE DELLE FONTI


“Sono fonti del diritto:
1) le leggi;
2) i regolamenti;
3) le norme corporative;
4) gli usi”
Le norme corporative sono state abrogate nel 1944, inoltre non vengono
contate tra le fonti del diritto la Costituzione e l’Unione Europea.
Gli usi sono un modo antico di regolare i rapporti commerciali. Sono presenti
nelle materie di cui la legge non si occupa (es. contratto di albergo). Per
esempio, gli usi alberghieri trattano di tutti i rapporti non considerati dalla
legge tra l’albergo e i clienti. Gli usi variano da una provincia all’altra.
Ogni 10 anni, le camere di commercio richiedono ai rispettivi settori di attività
la revisione degli usi, per adattare le regole in base a nuovi usi contrattuali: le
regole legate alle tradizioni possono infatti cambiare.
Gli usi fungono da legge laddove non ci sia una norma che regola una
specifica situazione, anche durante un processo.
Sulle navi e aerei italiani al di fuori del limite territoriale si applica la legge
italiana, a meno che essi non siano ormeggiati/atterrati in un altro paese. Su
navi e aerei militari vale sempre la legge italiana.
In Italia, il diritto è suddiviso in cinque codici che costituiscono una raccolta
sistematica di norme ordinate per istituti giuridici.
1. Codice civile
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2. Codice penale
3. Codice di procedura civile
4. Codice di procedura penale
5. Codice della navigazione

Codici
I Codici sono leggi in cui sono raccolte tutte le norme e leggi attinenti un
determinato argomento.
Questi codici sono un lavoro di raccolta di leggi sparse nell’ordinamento e
difficilmente reperibili, soprattuto da un consumatore prima dell’era
informatica.
Sono tutte leggi di recepimento di direttive comunitarie.
A partire dagli anni 2000 sono state raccolte tutte queste leggi, in
Codici dalla facile consultazione (es. Codice del turismo, del consumo,
dei beni culturali. Queste raccolte favoriscono la razionalizzazione
dell’apparato statale.

Codice di procedura civile e penale:


• Nel processo penale, le parti sono l’imputato, il testimone, il giudice, il PM e
gli avvocati.
• Nel processo civile, le parti sono gli avvocati, l’imputato, il leso, il giudice, e
il testimone.Il giudice pu porre tutte le domande che ritene necessarie, e
quelle indicate dagli avvocati; nel processo penale anche il pubblico
ministero pu porre domande. Il giudice emette una sentenza, in cui viene
dichiarata la colpevolezza o l’innocenza dell’accusato, in base alle prove
esposte dalle parti. Le prove potrebbero essere false, motivo per cui non
sempre la decisione del giudice è veritiera: la realtà processuale è dunque
differente dalla reale verità.
Chi è chiamato a testimoniare ha l’obbligo di farlo. L’interrogazione avviene
su fatti, non opinioni. Se un avvocato ritiene inaccettabile una domanda, esso
pu opporsi con la richiesta “Vostro onore mi oppongo”, che pu essere
accolta o opposta in base a certe regole.
Le sentenze civili condannano a un risarcimento del danno, e hanno efficacia
esecutiva. La regola generale è che le spese sono a carico della parte
soccombente.

Tipologie dei beni culturali (raccolti dal Codice dei beni culturali)
Ci sono vincoli per i proprietari di beni culturali. Per esportare un’opera d’arte
bisogna ottenere l’autorizzazione del Ministero dei Beni Culturali.

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Lo Stato ha il diritto di prelazione sulla vendita dei beni culturali, ovvero
precedenza sulla vendita dei beni culturali: lo Stato ha infatti il diritto di essere
preferito a qualsiasi altro acquirente a parità di condizioni economiche.
Chi è in possesso di un bene culturale ne deve notificare il possesso.

Testi Unici (T.U.)


Testi in cui sono raccolte norme eterogenee per un determinato argomento.
Sono decreti legislativi con forza di legge (es. Legge Equo canone).
LIBRO I - PERSONE E FAMIGLIA (Artt. 1 -> 455)

I soggetti del diritto privato


I soggetti giuridici sono i destinatari delle norme giuridiche e si dividono in
persone fisiche e persone giuridiche.

Persone fisiche
• Capacità giuridica (Art. 1): ciascuna persona fisica è dotata della
capacità giuridica, che si acquista dal momento della nascita, ed è perci
idonea ad essere titolare di diritti e destinataria di obblighi e doveri.
Idoneità ad essere titolari di posizioni giuridiche soggettive non significa
idoneità a svolgere le attività che si riconnettono; perchè tale ipotesi si
realizzi, il soggetto deve possedere non solo la capacità giuridica ma anche
la capacità di agire.
• Capacità di agire (Art. 2): si acquisisce con la maggiore età, fissata al
compimento del diciottesimo anno. Essa si pu perdere se incapaci di
intendere e di volere.
Una persona che perde la propria capacità di agire viene interdetta, se
completamente incapace di intendere e di volere, o inabilitata se solo
parzialmente incapacitata. Una sentenza stabilisce se l’individuo non è
capace di intendere e di volere, e il giudice stesso nomina un curatore per
l’interdetto o un tutore per l’inabilitato. Ci avviene per proteggere questi
individui da eventuali truffe, raggiri ecc.
Nel caso in cui si venga condannati a una pena detentiva non inferiore ai 5
anni di reclusione, durante questo periodo l’individuo perde la capacità di
agire, che viene riacquistata una volta scontata la pena.
Ai minorenni non è concesso stipulare contratti e di disporre dei beni di cui
sono proprietari.

La cittadinanza
La cittadinanza italiana si basa sullo ius sanguinis, per cui il figlio nato da
padre o madre italiana è cittadino italiano.
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Acquisto della cittadinanza
• Per nascita: è cittadino italiano il figlio di genitori italiani o di residenti
ignoti o apolidi in Italia.
• Per matrimonio: diventa cittadino italiano chiunque si sposi con un
altro cittadino italiano, dopo 3 anni dalla data del matrimonio.
• Per concessione: con decreto del Presidente della Repubblica, sentito
il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell’Interno.

I diritti della personalità


I diritti della personalità proteggono l’uomo come individuo e come membro
della società civile. I diritti dell’uomo sono diritti soggettivi assoluti. La
Costituzione individua e riconosce come diritti inviolabili la libertà personale,
la libertà religiosa, la libertà di espressione e divulgazione del pensiero, la
libertà di associazione.

• Diritto all’integrità fisica (Art. 5): la vita è il presupposto di ogni diritto,


sociale o politico, e la sua difesa è il compito primo della società civile. Gli atti
di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una
diminuzione permanente dell’integrità fisica, a meno che non si tratti
dell’unica eccezione che è il trapianto di rene.
• Diritto al nome (Art. 6): ogni persona ha diritto al nome che le è per
legge attribuito. Nel nome si comprendono il prenome e il cognome.
La legge tutela anche lo pseudonimo che abbia acquistato l’importanza del
nome (Art. 9).
• Diritto all’immagine: il ritratto di una persona non pu essere esposto,
riprodotto o messo in commercio senza il consenso di quest’ ultima.
Si pu richiedere il risarcimento dei danni per uso improprio
dell’immagine. Chiunque ha il diritto di proteggere la propria immagine
intellettuale, scientifica, professionale, le proprie convinzioni scientifiche,
ideologie.
Non occorre per il consenso quando la riproduzione è giustificata, per cui
vige il diritto di cronaca, anche se si tratta di cronaca frivola (gossip).
• Diritto di cronaca: il diritto di cronaca consente ai giornalisti di
pubblicare le immagini di altre persone. Esso non consente ai giornalisti di
pubblicare fotografie scattate all’interno di una proprietà privata, in quanto vi
è il diritto alla riservatezza.
• Diritto all’oblio: chi ha vissuto il proprio periodo di notorietà e non
desidera più essere ricordato pu chiedere che vengano cancellati i link alle

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pagine che riconducano alle notizie che non si desidera possano essere più
reperite.

Persone giuridiche
La persona giuridica è un complesso organizzato di persone o beni destinati
ad uno scopo, cui l’ordinamento giuridico attribuisce la qualità di soggetto di
diritto. La persona giuridica è titolare di diritti e obblighi, di un patrimonio di
beni e risponde dei propri debiti.
Essa gode di capacità giuridica e capacità di agire.
Tra le persone giuridiche si distinguono:
• Persone giuridiche pubbliche (Art. 11) che hanno come scopo primario il
soddisfacimento di interessi pubblici (Regioni, Enti pubblici).
Lo Stato è una persona giuridica pubblica, ed è soggetto giuridico sia nei
confronti degli altri Stati, sul piano internazionale, sia nei confronti dei
cittadini sul piano interno. • Persone giuridiche private (Art. 12), che
possono essere con personalità giuridica (fondazioni, associazioni, società
di capitali) o senza personalità giuridica (società di persone, comitati,
associazioni non riconosciute).
La società (Art. 13) è un accordo tra due o più persone per dare vita a
un’entità. Si tratta generalmente di società commerciali, per esercizio di
attività imprenditoriale con finalità lucrativa.
Il nostro ordinamento riconosce anche figure come la cooperative, le ONLUS
che non hanno finalità lucrativa.

Persone ed enti
Con la nozione di ente l’ordinamento tratta come persone fisiche le entità che
non lo sono. L’ordinamento riconosce la qualità di soggetto anche ad
aggregazioni di persone fisiche.
Esistono diverse tipologie di enti:
- Pubblici: con fini di interesse generale;
- Privati: con fini di interesse privato;
- Con personalità giuridica: hanno una piena capacità giuridica ed
autonomia patrimoniale perfetta;
- Non personificati: hanno una parziale capacità giuridica ed autonomia
patrimoniale imperfetta.

L’autonomia patrimoniale
Il patrimonio della persona giuridica si distingue da quello dei soggetti che la
costituiscono. Le persone giuridiche rispondono con il proprio patrimonio e

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nei limiti del proprio patrimonio, e le persone fisiche che compongono la
persona giuridica non rispondono alle obbligazioni assunte da quest’ultima.
Associazioni
Le associazioni hanno la loro base nella Costituzione negli articoli 17 e 18.
L’associazione è un ente con personalità giuridica, costituito da
un’organizzazione e da un complesso di persone che persegue uno scopo
non lucrativo. Le regole dell’associazione sono contenute nello statuto, che è
l’insieme delle norme che regolano la vita dell’associazione, indicano e
regolano l’organizzazione, ne determinano i fini, fissano la struttura e
disciplinano i rapporti interni.
Per costituire un’associazione occorre una scrittura privata redatta da un
notaio, con l’atto costitutivo (Art. 14) dell’associazione che comprende la
data di creazione, il luogo e i nomi dei fondatori con i loro dati anagrafici e la
dichiarazione di costituzione dell’associazione.
Sia l’atto costitutivo che lo statuto devono contenere la denominazione
dell’ente, l’indicazione dello scopo, del patrimonio e della sede, le norme
sull’ordinamento e l’amministrazione dell’associazione, i diritti e gli obblighi
degli associati e le condizioni per le ammissioni di nuovi soci (Art. 16).
Per quanto riguarda il patrimonio, l’associazione è titolare del proprio
patrimonio che viene utilizzato per il perseguimento dello scopo.
Gli amministratori sono responsabili verso l’ente secondo le norme del
mandato (Art. 18).
Essi sono gli organi dell’associazione e gestiscono e rappresentano
l’associazione. L’assemblea è la riunione degli associati in funzione
deliberante ed è attraverso essa che si forma la volontà dell’ente.
L’assemblea deve essere convocata dagli amministratori una volta all’anno
per l’approvazione del bilancio (Art. 20).
Le deliberazioni dell’assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la
presenza di almeno la metà degli associati alla prima convocazione; nella
seconda convocazione la deliberazione è valida qualunque sia il numero
degli intervenuti (Art. 21).
Gli associati sono coloro che hanno stipulato l’atto costitutivo
dell’associazione. I nuovi associati sono ammessi secondo le norme stabilite
nello statuto e la qualità di associato non è trasmissibile, salvo che essa non
sia consentita dall’atto costitutivo o dallo statuto.
L’associato pu sempre recedere dall’associazione (Art. 24).
L’associazione si estingue per cause previste dall’atto costitutivo, perchè lo
scopo è stato raggiunto o è divenuto impossibile, quando tutti gli associati
sono venuti a mancare o per delibera di scioglimento (Art. 27).
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Dopo lo scioglimento dell’associazione si procede alla liquidazione del suo
patrimonio (Art. 30).

Fondazioni
La fondazione è un ente con personalità giuridica costituito da un patrimonio
destinato al perseguimento di uno scopo non lucrativo. Si costituisce
attraverso un atto costitutivo che deve avere la forma di atto pubblico. L’atto
costitutivo in questo caso è un negozio giuridico formale ed unilaterale perchè
si perfeziona con la volontà del fondatore.
L’atto di costituzione pu essere revocato dal fondatore fino a quando non è
intervenuto il riconoscimento o fino a quando il fondatore non ha fatto
iniziare l’attività. Lo statuto deve contenere denominazione, scopo,
patrimonio, sede, norme sull’ordinamento e l’amministrazione che possono
contenere norme relative alla trasformazione e devono contenere i criteri e
le modalità di erogazione delle rendite. Il patrimonio è costituito dal
fondatore. Gli amministratori gestiscono e rappresentano la fondazione
mentre il controllo è esercitato dall’autorità governativa.
L’autorità governativa pu provvedere alla trasformazione della fondazione
(Art. 28), allontanandosi il meno possibile dalla volontà del fondatore, anziché
dichiararla estinta.
Sede della persona fisica (Art. 43)
• Domicilio: il domicilio è il luogo dove una persona fisica ha stabilito la sede
principale dei suoi affari e interessi. Si pu eleggere domicilio speciale per
determinati atti o affari (Art. 47) in un luogo diverso da quello ove si svolge
l’attività principale della persona. Inoltre, una persona pu avere più di un
domicilio.
I minori hanno il domicilio nel luogo di residenza della famiglia, del tutore o
del genitore con il quale convivono (Art. 45).
L’art. 14 Cost. stabilisce che il domicilio è inviolabile. L’art. 16 Cost. stabilisce
che ogni cittadino pu circolare e soggiornare liberamente sul territorio
nazionale.
• Residenza: la residenza è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale, e
per i minori coincide con la residenza dei genitori. La residenza è una sola, e
consente i rapporti della pubblica amministrazione con i cittadini. Essa risulta
all’anagrafe, e vi è libertà di trasferirsi ovunque si voglia ma con l’obbligo di
far presente al Comune dove si abita ogni cambio di abitazione.
La residenza risulta in tutti i nostri documenti ed il Comune non si pu opporre
ai trasferimenti di residenza (Art. 44). Se residenza e domicilio coincidono, al
trasferimento della residenza si considera trasferito pure il domicilio, se non si
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è fatta una diversa dichiarazione nell’atto in cui è stato denunciato il
trasferimento della residenza (Art. 44).

Sede della persona giuridica (Art. 46)


Le persone giuridiche hanno la propria residenza nella sede, che deve essere
indicata nell’atto di costituzione.
- Sede legale;
- Sede effettiva: il luogo dove hanno concreto svolgimento le attività
amministrative e di direzione dell’ente e dove si convocano le assemblee.

La cessazione della persona fisica, assenza e dichiarazione di morte


presunta
• Scomparsa (Art. 48): una persona fisica è considerata “scomparsa”
quando non appare più nella sua ultima residenza e non se ne hanno notizie.
L’istituto della scomparsa rileva ai fini conservativi del patrimonio dello
scomparso un curatore dei suoi beni.
• Assenza (Art. 49): trascorsi 2 anni dalla dichiarazione di scomparsa, il
Tribunale dichiara l’assenza. L’istituto dell’assenza tutela gli interessi
dell’assente in attesa del suo ritorno, ma si prepara alla dichiarazione di
morte presunta. Vi sono due effetti:
- effetti patrimoniali: gli eredi legittimi sono immessi al possesso
temporaneo dei beni, e non la proprietà, senza poter quindi procedere alla
loro vendita;
- effetti personali: il coniuge dell’assente non pu contrarre un nuovo
matrimonio. Se la persona scomparsa dovesse ricomparire o se si
raggiunge la prova dell’esistenza, cessano gli effetti della dichiarazione di
assenza e i possessori temporanei dei beni devono restituirli, trattenendo
per gli eventuali frutti prodotti (Art. 56).
• Morte presunta (Art. 58): quando sono trascorsi 10 anni dal giorno a cui
risale l’ultima notizia dell’assente, il tribunale competente dichiara con
sentenza la presunta morte dell’assente nel giorno a cui risale l’ultima notizia.
La dichiarazione ha tutti gli effetti di una morte effettiva, e coloro che avevano
ottenuto il possesso temporaneo dei beni ottengono la proprietà, e il coniuge
pu contrarre un nuovo matrimonio.
Il periodo di 10 anni è abbreviato nei casi stabiliti dall’Art. 60: quando
qualcuno è scomparso in operazioni belliche/umanitarie sia nelle forze
armate o al seguito di essa, o se è scomparso in zona di operazioni militari,
senza che si abbiano più notizie e siano passati 2 anni dal trattato di pace o 3
anni dalla fine delle ostilità. Questo vale sia per i militari che per i civili.

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Anche i prigionieri, gli internati o i trasportati in paese straniero che
scompaiono in questi eventi bellici sono dichiarati morti presunti
anticipatamente (2 anni dall’entrata in vigore del trattato di pace o 3 anni dalla
cessione delle ostilità).
Per infortunio si intende in senso ampio, come terremoti e disastri ambientali
dove i morti sono centinaia se non migliaia. In questo caso viene dichiarata la
morte presunta dopo 2 anni dall’infortunio.

Stato familiare
• Parentela (Art. 74): è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso
stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia avvenuta all’interno del matrimonio,
sia nel caso in cui sia avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso di adozione
tranne nei casi di adozione di maggiorenni.
• Linee della parentela (Art. 75): sono parenti in linea retta le persone di cui
l’una discende dall’altra.
• Limite della parentela (Art. 77): la legge non riconosce il vincolo di
parentela oltre il sesto grado, salvo che per alcuni effetti specialmente
determinati.
• Affinità (Art. 78): l’affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell’altro
coniuge. Esso non cessa con la morte, anche senza prole, del coniuge da
cui deriva.
• Coniugio: rapporto che lega i coniugi.

Matrimonio
Il matrimonio come atto è un negozio solenne costituivo di status, mentre il
matrimonio come rapporto si fonda sulla comunione spirituale e materiale dei
coniugi.

Nel nostro paese vi sono tre tipologie di matrimonio:


- il matrimonio civile, che avviene in comune di fronte a un sindaco o
suo delegato (solitamente consigliere comunale, ma pu essere delegato a
chiunque).
- il matrimonio religioso, con riti che variano in base alla religione, che
non risulta all’anagrafe.
- il matrimonio religioso con effetti anche civili (per il matrimonio
cattolico esso è una prerogativa della Chiesa cattolica a seguito degli accordi
dei Patti Lateranensi con lo Stato nel 1929).

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Matrimoni religiosi
Il matrimonio celebrato davanti a ministri del culto cattolico è regolato in
conformità del Concordato con la Santa Sede e delle leggi speciali sulla
materia (Art. 82).

Condizioni necessarie per contrarre il matrimonio


• Età (Art. 84): i minori di età non possono contrarre matrimonio. Il
tribunale pu ammettere per gravi motivi al matrimonio chi abbia compiuto i
16 anni.
• Interdizione per infermità di mente (Art. 85): l’interdetto per infermità
di mente non pu contrarre matrimonio.
• Libertà di stato (Art. 86): non pu contrarre matrimonio chi è vincolato
da un matrimonio precedente.
• Parentela, affinità, adozione (Art. 87): non possono contrarre
matrimonio tra loro gli ascendenti e i discenti in linea retta, lo zio/a e la/il
nipote, l’adottato ed i figli dell’adottante o il suo coniuge, i fratelli e le sorelle.
• Delitto (Art. 88): non possono contrarre matrimonio le persone delle
quali l’una è stata condannata per l’omicidio consumato o tentato sul coniuge
dell’altra.
• Divieto temporaneo di nuove nozze (Art. 89): non pu contrarre
matrimonio la donna, se non dopo 300 giorni dallo scioglimento,
dall’annullamento o dalla cessazione degli effetti civili del precedente
matrimonio. Questo obbligo si fonda sull’esigenza di assicurare la certezza
della paternità e l’attribuzione della paternità ai figli.

Formalità preliminari del matrimonio


• Pubblicazione (Artt. 93, 95, 96): la celebrazione del matrimonio deve
essere preceduta dalla pubblicazione fatta a cura dell’ufficiale dello stato
civile (Art. 93). Essa deve essere richiesta all’ufficiale dello stato civile del
comune dove uno degli sposi ha residenza ed è fatta nei comuni di residenza
degli sposi (Art. 96). La richiesta deve farsi da ambedue gli sposi (Art. 95).
• Luogo della celebrazione (Art. 106): il matrimonio deve essere
celebrato pubblicamente nella casa comunale davanti all’ufficiale di stato
civile al quale fu fatta la richiesta di pubblicazione.
• Forma della celebrazione (Art. 107): Nel giorno indicato dalle parti
l’ufficiale dello stato civile, alla presenza di due testimoni anche parenti, dà
lettura agli sposi degli artt. 143, 144 e 147; riceve da ciascuna delle parti la
dichiarazione che esse si vogliono prendere rispettivamente in marito e in
moglie, e di seguito dichiara che esse sono unite in matrimonio.

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Opposizioni al matrimonio
I genitori, altri ascendenti ed i collaterali entro il terzo grado possono opporsi
al matrimonio dei loro parenti per qualunque causa che osti alla sua
celebrazione. Esso compete anche al tutore o curatore, al coniuge della
persona che vuole contrarre un altro matrimonio, ai parenti dell’ex coniuge e
al pubblico ministero che deve sempre fare opposizione al matrimonio se vi è
un impedimento o se consta l’infermità di mente di uno degli sposi. (Art. 102).
L’opposizione avviene attraverso un atto di opposizione che deve dichiarare
la qualità che attribuisce all’opponente il diritto di farla e le cause
dell’opposizione (Art. 103). Se l’opposizione è respinta l’opponente pu
essere condannato al risarcimento dei danni se non si tratta di un ascendente
o del pubblico ministero (Art. 104).

Invalidità del matrimonio


Sono invalidi i matrimoni contratti da:
- minorenni, a meno che non sia conceduto grazie a un decreto rilasciato dal
Tribunale dei minorenni;
- interdetti;
- da chi non è incapace di intendere e volere;
- i matrimoni estorti con violenza;
- i matrimoni contratti con errore sulle qualità personali dell’altra persona.

• Matrimoni contratti con violazione degli artt. 84, 86, 87 e 88 (Art.


117): Essi possono essere impugnati dai coniugi, dagli ascendenti prossimi,
dal pubblico ministero e da tutti coloro che abbiano per impugnarlo un
interesse legittimo e attuale.
• Interdizione (Art. 119): se il matrimonio si contrae nonostante il divieto
esso è invalido e pu essere impugnato dal tutore, dal pubblico ministero e da
tutti coloro che abbiano interesse legittimo. Se l’interdizione è revocata,
anche colui che era interdetto pu impugnare il matrimonio.
• Incapacità di intendere e di volere (Art. 120): il matrimonio pu essere
impugnato dal coniuge che, anche se non interdetto, provi di non essere
stato capace di intendere e di volere per qualunque causa al momento della
celebrazione del matrimonio. L’azione non si pu proporre se vi è stata
coabitazione di un anno dopo che il coniuge ha recuperato la piena facoltà
mentale.
• Violenza ed errore (Art. 122): il matrimonio pu essere impugnato dal
coniuge il cui consenso è stato estorto con violenza o determinato da timore
di eccezionale gravità derivante da cause esterne allo sposo.

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Il matrimonio pu essere impugnato se il consenso è stato dato per errore
sull’identità della persona o errore essenziale sulle qualità personali dell’altro
coniuge.

Diritti e doveri che nascono dal matrimonio


Durante il matrimonio, il celebrante legge l’articolo 143. Grazie ai Patti
Lateranensi per il divorzio, i coniugi possono rivolgersi sia a un giudice civile
che a un giudice religioso.
• Diritti e doveri reciproci dei coniugi (Art. 143): con il matrimonio il
marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e
materiale, alla collaborazione nell’interesse dalla famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, in relazione alla propria capacità di lavoro, a
contribuire ai bisogni della famiglia.
• Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia (Art. 144): i
coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la
residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle della
famiglia stessa.
• Doveri verso i figli (Art. 147): il matrimonio impone ad ambedue i
coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli.
Nel momento del matrimonio, il celebrante chiede ai coniugi di decidere tra la
separazione o la comunione dei propri beni.
Tutti i figli, anche quelli nati al di fuori del matrimonio, sono equiparati per la
successione ed il mantenimento dei diritti. La terminologia “figli illegittimi” è
sparita dal codice, e non vi sono più differenziazioni tra figli legittimi e
illegittimi.

Scioglimento del matrimonio e separazione dei coniugi


Il divorzio è come una risoluzione di un contratto, a seguito di una sentenza di
divorzio pronunciata da un giudice che annulla il vincolo di matrimonio.
Il nostro ordinamento prevede un doppio passaggio rispetto alla fine delle
situazioni matrimoniali, prima la separazione e poi il divorzio. Questo avviene
poichè il divorzio nel nostro ordinamento fu introdotto nella metà degli anni
‘70, fino ad allora c’era solamente la separazione che attenua soltanto gli
obblighi del matrimonio, facendo venir meno per esempio l’obbligo di
convivenza lasciando liberi i coniugi di stabilire la propria residenza in località
differenti. La separazione non annulla l’obbligo matrimoniale e vengono
mantenuti i diritti successori. Fino agli anni ‘70 vi era l’impossibilità di

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risposarsi, in quanto il vincolo matrimoniale si scioglieva solamente con la
morte di uno dei due o a opera dei tribunali ecclesiastici.
• Scioglimento del matrimonio (Art. 149): il matrimonio si scioglie con
la morte di uno dei coniugi e negli altri casi previsti dalla legge.
• La separazione pu essere personale (Art. 150), giudiziale (Art. 151) o
consensuale (Art. 158).

Interdizione (Art. 414)


Il maggiore di età e il minore emancipato (minorenne non più sotto la potestà
genitoriale), i quali si trovano in condizioni di abituale infermità di mente che li
rende incapaci di provvedere ai propri interessi, sono interdetti quando ci è
necessario per assicurare la loro adeguata protezione.
- Giudiziale: lo stato di interdizione viene accertato in giudizio e dichiarato
con una sentenza; esso dura fino a quando non viene pronunciata, con
sentenza, la revoca. - Legale: lo stato di interdizione deriva dalla legge,
quando un soggetto viene condannato alla reclusione per un periodo di
tempo non inferiore a 5 anni. Non ha natura protettiva ma sanzionatoria
(pena accessoria).
Inabilitazione (Art. 415)
- Il maggiore di età infermo di mente, lo stato del quale non è talmente grave
da far luogo all’interdizione, pu essere inabilitato.
Possono anche essere inabilitati coloro che, per prodigalità o per abuso
abituale di bevande alcoliche o di stupefacenti, espongono sè o la loro
famiglia a gravi pregiudizi economici.
L’incapacità naturale è valutata ex post e si ha quando il soggetto è
assolutamente privo della coscienza e del significato dei propri atti. Essa
incide sulla facoltà di autodeterminazione.
Possono infine essere inabilitati il sordo e il cieco dalla nascita o dalla prima
infanzia, se non hanno ricevuto un’educazione sufficiente.
A fianco dell’inabilitato è posto un curatore, che non si sostituisce come il
tutore alla persona inabilitata ma la assiste (senza rappresentarla);
l’inabilitato conserva la capacità di agire limitatamente agli atti di ordinaria
amministrazione.
- Minore di età (Art. 416): Il minore non emancipato pu essere interdetto o
inabilitato nell’ultimo anno della sua minore età. L’interdizione o inabilitazione
ha effetto dal giorno in cui il minore raggiunge l’età maggiore. La norma
consente una tutela efficace per evitare che, nel periodo intercorrente tra il
raggiungimento della maggiore età e la pronuncia di interdizione o

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inabilitazione, il soggetto compia atti a sè pregiudizievoli o nei confronti dei
suoi familiari.
La mancanza di capacità di agire comporta che i minori siano incapaci di
porre in essere atti giuridici (es. contratti) o di disporre dei beni di cui sono
proprietari, ma essi possono porre in essere fatti giuridici (es. acquisto). Il
minore, essendo incapace, è soggetto alla potestà dei genitori, in mancanza
dei quali è affiancato da un tutore. Se il minore è incapace di agire, egli pu
per avere la capacità naturale.

L’incapacità e misure di protezione


È incapace chi non è in grado di curare i propri interessi (giuridicamente
è uguale alla mancanza di capacità di agire). Esistono diversi gradi di
intensità dell’incapacità: - Incapacità assoluta (minore età o interdizione);
- Incapacità relativa (emancipazione o inabilitazione).

Inoltre l’incapacità pu essere di due tipi:


- Incapacità naturale (quando un capace legale si trova in situazione di
incapacità); - Incapacità legale (minore età, interdizione legale o
giudiziale).
L’incapace di qualsiasi tipo è assistito dall’amministratore di sostegno.

Amministratore di sostegno
Il beneficiario conserva la capacità di agire per tutti gli atti che non richiedono
la rappresentanza esclusiva. Il beneficiario pu compiere gli atti necessari a
soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana. L’amministratore di
sostegno deve tener conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario.
L’amministratore di sostegno, inoltre, deve informare il beneficiario circa gli
atti da compiere.

Disciplina dell’interdizione e dell’inabilitazione


• Istanza d’interdizione o di inabilitazione (Art. 417): L’interdizione o
inabilitazione possono essere promosse dai familiari, parenti, coniuge o
convivente entro il quarto grado, dal tutore o curatore ovvero dal pubblico
ministero.
Se l’interdicendo o inabilitando si trova sotto la potestà dei genitori o ha per
curatore uno dei genitori, l’interdizione o l’inabilitazione non pu essere
promossa che su istanza del genitore medesimo o del pubblico ministero.
• Pronuncia dell’interdizione o inabilitazione (Art. 419): il giudice del
Tribunale procede all’esame dell’interdicendo o dell’inabilitato (possibilmente
con l’assistenza di un consulente tecnico); il giudice pu interrogare i parenti;
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il giudice pronuncia la sentenza ed i suoi effetti sono prodotti il giorno della
pubblicazione (Art. 421) e possono essere revocati solo con un’altra
sentenza del giudice (Art. 429).

Assistenza all’interdetto e all’inabilitato


- interdetto: è affiancato da un tutore, e gli atti compiuti da esso sono
annullabili ad istanza dal tutore.
- inabilitato: è affiancato da un curatore che pu annullare gli atti
eccedenti l’amministrazione ordinaria.

LIBRO II: DELLE SUCCESSIONI (Artt. 455 -> 809)

Eredità
Gli eredi subentrano in tutti i rapporti, siano essi attivi o passivi, e quindi
acquistano l’intero patrimonio, compresi i debiti.
Si pu rifiutare l’eredità, in caso di timore di debiti dell’eredità, o procedere
all’accettazione con beneficio d’inventario.
Un professionista (solitamente un commercialista) verifica l’entità del
patrimonio (crediti e debiti), ed entro un anno deposita l’inventario presso il
giudice che l’ha nominato. A quel punto chi aveva accettato con beneficio
d’inventario prende la decisione di accettare o rifiutare l’eredità ricevuta.

Due beneficiari: eredi e legatari


Gli eredi dispongono dei debiti pro quota in modo proporzionale alla propria
eredità. Un legato testamentario è l’oggetto singolo, specifico (es. yacht), il
legatario è la persona che acquista diritti patrimoniali specifici.
La separazione non fa venir meno i diritti successori, a differenza del divorzio.

Disposizioni generali sulle successioni


• Apertura della successione (Art. 456): la successione si apre al
momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto.
• Delazione dell’eredità (Art. 457): l’eredità si devolve per legge o per
testamento. Non si fa luogo alla successione legittima se non quando manca,
in tutto o in parte, quella testamentaria. Le disposizioni testamentarie non
possono pregiudicare i diritti che la legge riserva ai legittimari.
• Acquisto dell’eredità (Art. 459): l’eredità si acquista con l’accettazione.
L’effetto della accettazione risale al momento nel quale si è aperta la
successione.

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Capacità di succedere
• Capacità delle persone fisiche (Art. 462): sono capaci di succedere
tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell’apertura della successione,
e si presume concepito chi è nato entro 300 giorni dalla morte della persona
della cui successione si tratta.
• Casi di indegnità (Art. 463): Elenco dei casi in cui il soggetto che
sarebbe erede secondo la legge, perde il diritto successorio per indegnità,
ovvero chi ha commesso atti particolarmente gravi contro il defunto, o chi ha
soppresso, celato o alterato il testamento o ne ha formato uno falso.
Accettazione dell’eredità
• Accettazione pura e semplice e accettazione col beneficio d’inventario
(Art. 470): l’eredità pu essere accettata puramente e semplicemente o col
beneficio d’inventario. Le eredità devolute a minori, a interdetti, a minori
emancipati o a inabilitati non possono essere accettate se non con il
beneficio d’inventario (Artt. 471, 472), lo stesso vale per le eredità devolute
a persone giuridiche o ad associazioni, fondazioni ed enti non riconosciuti
(Art. 473).
• Modi di accettazione (Art. 474): l’accettazione pu essere espressa o
tacita. L’accettazione è espressa (Art. 475) quando il chiamato all’eredità ha
dichiarato di accettarla o ha assunto il titolo di erede in un atto pubblico o in
una scrittura privata. L’accettazione è tacita (Art. 476) quando il chiamato
all’eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà
di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede.
• Prescrizione (Art. 480): il diritto di accettare l’eredità si prescrive in 10 anni.

Regole in materia di successione


Trasmissione del patrimonio di chi muore ad altri. Le successioni avvengono
con testamento, e se non c’è testamento è la legge a disporre.
La legge riserva delle quote del patrimonio ai soggetti legittimari: il coniuge,
tutti i figli (senza alcuna distinzione tra figli nati nel matrimonio e figli nati fuori
dal matrimonio).
• Petizione di eredità (Art. 533): l’erede pu chiedere il riconoscimento
della sua qualità ereditaria contro chiunque possiede tutti o parte dei beni
ereditari a titolo di erede o senza titolo alcuno, allo scopo di ottenere la
restituzione dei beni medesimi. L’azione è imprescrittibile salvi gli effetti
dell’usucapione rispetto ai singoli beni.
• Legittimari (Art. 536): le persone a favore delle quali la legge riserva
una quota di eredità o altri diritti nella successione sono: il coniuge, i figli, gli
ascendenti. Ai figli sono equiparati gli adottivi. A favore dei discendenti dei
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figli, i quali vengono alla successione in luogo di questi, la legge riserva gli
stessi diritti riservati ai figli.
• Riserva a favore dei figli (Art. 537): se il genitore lascia un figlio solo,
a questi è riservata la metà del patrimonio. Se i figli sono più, a loro è
riservata la quota dei 2/3 da dividersi in parti uguali tra di loro.
• Riserva a favore degli ascendenti (Art. 538): se chi muore non lascia
figli, ma ascendenti, a favore di questi è riservato 1/3 del patrimonio.
• Riserva a favore del coniuge (Art. 540): a favore del coniuge è
riservata la metà del patrimonio dell’altro coniuge, salvo in caso di concorso
con i figli.
• Concorso di coniuge e figli (Art. 542): se chi muore lascia, oltre al
coniuge, un solo figlio, a quest’ ultimo è riservato 1/3 del patrimonio ed 1/3
spetta al coniuge. Se i figli sono più di uno, gli è riservata la metà del
patrimonio e al coniuge spetta 1/4 del patrimonio.
• Concorso di ascendenti e coniuge (Art. 544): quando chi muore non
lascia figli, ma ascendenti e il coniuge, a quest’ultimo è riservata la metà del
patrimonio, ed agli ascendenti 1/4 da dividersi equamente.
• Categorie dei successibili (Art. 565): nella successione legittima
l’eredità si devolve al coniuge, ai discendenti (legittimi e naturali) agli
ascendenti (legittimi, quali i genitori), ai fratelli e sorelle, agli altri parenti e allo
Stato, che succede se entro il sesto grado di parentela non vi sono eredi.

La disciplina dei legittimari è inderogabile, non è possibile sacrificare i diritti di


queste persone e se ci sono state delle lesioni nelle quote di legittima, chi ha
subito la lesione ha ben 10 anni di tempo per agire nei confronti degli altri
legittimari al fine di ripristinare la propria quota.
Non si pu diseredare, privare i legittimari dei diritti successori.
La quota di legittima si calcola su relictum, ci che è lasciato alla morte e
donatum, ci che si è donati in vita. Si usa per unificare a ci che è rimasto ci
che è stato donato: se un legittimario ha ricevuto in regalo/in donazione uno o
più beni, sono considerati un’anticipazione di legittima.
Vi è inoltre da pagare un’imposta di successione, in base al valore del
patrimonio.

Quote di successione/di legittima


• Concorso del coniuge con i figli (Art. 581): quando con il coniuge
concorrono figli, il coniuge ha diritto alla metà dell’eredità, se alla successione
concorre un solo figlio, e ad 1/3 negli altri casi.

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• Concorso del coniuge con ascendenti, fratelli e sorelle (Art. 582): al
coniuge sono devoluti i 2/3 dell’eredità se egli concorre con ascendenti o con
fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri. In
questo caso la parte residua è devoluta agli ascendenti, ai fratelli e alle
sorelle, salvo in ogni caso agli ascendenti il diritto a 1/4 dell’eredità.
• Successione del solo coniuge (Art. 583): in mancanza di figli, di
ascendenti, di fratelli o sorelle, al coniuge si devolve tutta l’eredità.

Tipologie di testamento
• Testamento (Art. 587): il testamento è un atto revocabile con il quale
taluno dispone, per il tempo in cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie
sostanze o di parte di esse. Le disposizioni di carattere non patrimoniale, che
la legge consente siano contenute in un testamento, hanno efficacia, se
contenute in un atto che ha la forma del testamento, anche se manchino di
disposizioni di carattere patrimoniale.
• Forme (Art. 601): le forme ordinarie di testamento sono il testamento
olografo e il testamento per atto di notaio, che pu essere pubblico o segreto.
• Testamento olografo (Art. 602): il testamento olografo deve essere
scritto per intero, datato e scritto di mano del testatore e deve essere in
originale.
La sottoscrizione deve essere posta alla fine delle disposizioni. Se anche non
è fatta indicando nome e cognome, è tuttavia valida quando designa con
certezza la persona del testatore.
Sarebbe meglio affidare il testamento olografo a una persona di fiducia e che
non sia un erede.
La legge consente anche la nomina di un’esecutore testamentario, che dà
esecuzione alla volontà espressa dal testamento e ha il compito di
salvaguardare la volontà del testatore.
• Testamento pubblico (Art. 603): il testamento pubblico è ricevuto dal
notaio in presenza di due testimoni. Il testatore, in presenza dei testimoni,
dichiara al notaio la sua volontà, la quale è ridotta in iscritto a cura del notaio
stesso. Questi dà lettura del testamento al testatore in presenza dei
testimoni. Di ciascuna di tali formalità è fatta menzione nel testamento.
Il testamento deve indicare il luogo, la data del ricevimento e l’ora della
sottoscrizione, ed essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni e dal notaio.
• Testamento segreto (Art. 604): il testamento segreto pu essere scritto
dal testatore o da un terzo. Se è scritto dal testatore, deve essere sottoscritto
da lui alla fine delle disposizioni; se è scritto in tutto o in parte da altri, o se è

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scritto con mezzi meccanici, deve portare la sottoscrizione del testatore
anche in ciascun mezzo foglio, unito o separato.
Chi non sa o non pu leggere non pu fare testamento segreto.
Viene messo in una busta e consegnato a un notaio, che alla morte della
persona aprirà il testamento.
• Patto di famiglia (Art. 768 bis): è patto di famiglia il contratto con cui,
compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel
rispetto delle differenti tipologie societarie, l’imprenditore trasferisce, in tutto o
in parte, l’azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o
in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti.
Gli imprenditori decidono da vivi la successione delle proprie imprese. Ci non
significa che l’eredità non vada suddivisa secondo le disposizioni vigenti,
motivo per cui un imprenditore non pu lasciare l’intera impresa a un solo
figlio se non ha un controvalore per gli altri eredi.

LIBRO III: DELLA PROPRIETÀ (Artt. 810 -> 1172)

• Demanio pubblico (Art. 822): appartengono allo Stato e fanno parte del
demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti; i fiumi, i
torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia; le
opere destinate alla difesa nazionale. Fanno parimenti parte del demanio
pubblico, se appartengono allo Stato, le strade, le autostrade e le strade
ferrate; gli aerodromi; gli acquedotti; gli immobili riconosciuti di interesse
storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia; le raccolte dei
musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche; e infine gli altri beni
che sono dalla legge assoggettati al regime proprio del demanio pubblico.
Il codice continua a parlare di beni introducendo delle differenziazioni quando
parla dei beni pubblici, contrapposti ai beni privati.
Sia i beni immobili e mobili possono essere di proprietà dello Stato o di altri
enti pubblici. I beni naturali di appartenenza allo Stato sono elencati
nell’articolo 822.
Le spiagge sono beni demaniali, ma nonostante ci dei privati possono
utilizzarle come stabilimenti balneari, per i ristoranti ecc. sotto una
concessione da parte dello Stato, e si stabiliscono i limiti per il privato (es.
stabilimenti devono essere smontati e la spiaggia lasciata libera alla fine della
stagione).
L’interesse dello Stato è economico, in quanto il privato paga la possibilità di
utilizzare il bene pubblico, ma il corrispettivo economico è molto basso e non
rapportato al business che il privato pu fare con la disponibilità del bene

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pubblico. La durata delle concessioni è di lunga durata, e il privato ha il
divieto di costruire qualsiasi cosa di definitivo, in quanto alla restituzione il
bene deve essere come era all’inizio. Le concessioni consentono soltanto la
costruzione di opere precarie.

• Condizione giuridica del demanio pubblico (Art. 823): i beni che fanno
parte del demanio pubblico necessario sono inalienabili e non possono
formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti
dalle leggi che li riguardano.
Spetta all'autorità amministrativa la tutela dei beni che fanno parte del
demanio pubblico. Essa ha facoltà sia di procedere in via amministrativa, sia
di valersi dei mezzi ordinari a difesa della proprietà e del possesso regolati
dal presente codice.
I beni del demanio pubblico non possono essere venduti e saranno sempre di
proprietà dello Stato.
Quando dei beni demaniali eventuali non sono più funzionali, essi possono
essere venduti.
Lo stesso vale per i beni mobili.
Il regime dei beni demaniali è rigido solo per quanto riguarda spiagge, fiumi,
laghi ed è viceversa modificabile per tutti i beni non più indispensabili ad
assolvere la funzione originaria (es. caserme).
Nessuna norma impone allo Stato di mantenere un bene che non serve più.
Lo Stato ha costituito enti pubblici per amministrare la proprietà di certi beni,
come l’ANAS che gestisce la rete delle strade statali.

• Contenuto del diritto (Art. 832): il proprietario ha diritto di godere e


disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con
l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico. Non si pu
disporre della proprietà dei beni come si vuole, in quanto bisogna rispettare le
normative vigenti (es. norme per i terreni). Il diritto di proprietà si pu perdere
per conflitti con interesse generale.
• Espropriazione per pubblico interesse (Art. 834): nessuno pu
essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà se non per causa di
pubblico interesse, legalmente dichiarata, e contro il pagamento di una giusta
indennità.
Le norme relative all'espropriazione per causa di pubblico interesse sono
determinate da leggi speciali.
L’espropriazione avviene per motivi di pubblica utilità, e viene corrisposto un
indennizzo pari al valore commerciale.

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Es. Proprietà di un terreno su cui è predisposta la costruzione di una strada,
scuola ecc. Si pu ricorrere in sede giudiziale (secondo grado) in Corte
d’appello se si ritiene che il corrispettivo economico per l’espropriazione non
sia adeguato, ed impugnare quindi la proposta di indennizzo.
La confisca è la perdità della proprietà, che viene tolta e trasferita allo Stato.
È possibile la confisca di beni di attività imprenditoriali legate alla criminalità
organizzata a seguito di un processo in cui viene verificato che i beni siano
stati acquistati con denaro “sporco”. Questi beni vengono poi amministrati e
in seguito assegnati a enti no-profit che li utilizzano per le loro finalità.
Il sequestro è un provvedimento transitorio. Al termine del periodo di
sequestro il bene viene restituito al proprietario o venduto all’asta. Il
sequestro avviene per i beni dei debitori inadempienti, o beni proventi di
reato.

• Nozione di beni (Art. 810): sono beni le cose che possono formare oggetto
di diritti.
• Distinzione dei beni (Art. 812): il codice definisce solo i beni immobili, e
considera tutti gli altri beni mobili.
• Energie (Art. 814): si considerano beni mobili le energie naturali che hanno
valore economico.
• Beni immobili iscritti in pubblici registri (Art. 815): il codice specifica che
i beni immobili possono essere iscritti nei pubblici registri, e quelli iscritti
sono soggetti alle disposizioni che li riguardano e, in mancanza, alle
disposizioni relative ai beni mobili. (Catasto: la divisione del territorio per
rendere identificabili i beni immobili e la loro storia, i loro proprietari ed ogni
vicenda a riguardo del bene). I pubblici registri hanno un’importante
funzione informativa.
Il registro pubblico accomuna beni immobili, veicoli, aerei, navi, imbarcazioni,
di cui sono elencati tutti i proprietari nel corso del tempo e le vicende riguardo
le cause in cui si discute della proprietà di questi beni.
Per le persone giuridiche e per i beni vige un sistema “inverso” a quello delle
persone fisiche: il regime di pubblicità, al contrario del sistema di
riservatezza.
Per le persone giuridiche è importante il principio di conoscibilità, che vale
anche per i beni.

Proprietà e possesso
La proprietà è la disponibilità totale di un bene. Il proprietario ha un dominio
assoluto sui beni di sua proprietà.

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Chi ha il possesso (Art. 1140) non ha necessariamente la proprietà.
La detenzione di un bene si figura quando per ragioni professionali si utilizza
qualcosa di proprietà altrui. Chi ha possesso o detenzione pu solo utilizzare il
bene, senza avere il diritto di venderlo. La proprietà ha un solenne
riconoscimento costituzionale. Ci evidenzia che questo diritto pu essere
perso, solo per quando il diritto del privato contrasta con l‘interesse pubblico
(avviene quindi l’espropriazione per pubblica utilità).
Proprietà
La proprietà è la principale tra i diritti reali (res cosa).

Diritti reali su cosa altrui (Jura in re aliena)


I diritti reali su cosa altrui (diritti soggettivi) hanno ad oggetto una cosa
appartenente ad altri e sono tutelati erga omnes. Essi si distinguono in diritti
reali di garanzia e di godimento:
I diritti reali di garanzia sono: pegno, ipoteca e privilegi.
I diritti reali di godimento sono: usufrutto, diritto di superficie, enfiteusi e
servitù prediale.

Prescrizione
La prescrizione è la perdita di un diritto che non viene esercitato.
Il diritto di proprietà non si prescrive, anche se il proprietario non utilizza quel
bene. Se il proprietario non utilizza la casa non perde il diritto di proprietà,
poiché esso comporta la libertà del proprietario di fruire del bene. Se la casa
abbandonata rappresenta una minaccia per la pubblica comunità, il sindaco
del luogo interviene ingiungendo al proprietario di effettuare le dovute
riparazioni per salvaguardare la comunità.

Azioni a difesa della proprietà (Artt. 948 -> 951)


Sono disciplinate delle azioni a difesa della proprietà: azione concessa al
proprietario che vuole recuperare il possesso del suo bene (azione di
rivendicazione); l’azione volta a definire i confini incerti; l’azione volta a
reinstallare i segnali di confine; l’azione volta a far cessare le molestie e a far
cessare le pretese che altri infondatamente avanzano sulla nostra proprietà.
• Azione di rivendicazione (Art. 948): il proprietario pu rivendicare la
cosa da chiunque la possiede o detiene e pu proseguire l'esercizio
dell'azione anche se costui, dopo la domanda, ha cessato, per fatto proprio,
di possedere o detenere la cosa. In tal caso il convenuto è obbligato a
recuperarla per l'attore a proprie spese, o, in mancanza, a corrispondergliene
il valore, oltre a risarcirgli il danno.

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Il proprietario, se consegue direttamente dal nuovo possessore o detentore la
restituzione della cosa, è tenuto a restituire al precedente possessore o
detentore la somma ricevuta in luogo di essa.
L'azione di rivendicazione non si prescrive, salvi gli effetti dell'acquisto della
proprietà da parte di altri per usucapione.
• Azione negatoria (Art. 949): il proprietario pu agire per fare dichiarare
l’inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando ha motivo di
temerne pregiudizio. Se sussistono anche turbative o molestie, il proprietario
pu chiedere che se ne ordini la cessazione, oltre la condanna al risarcimento
del danno.
• Azione di regolamento di confini (Art. 950): quando il confine tra due
fondi è incerto, ciascuno dei proprietari pu chiedere che sia stabilito
giudizialmente.
Ogni mezzo di prova è ammesso. In mancanza di altri elementi, il giudice si
attiene al confine delineato dalle mappe catastali.
• Azione per apposizione di termini (Art. 951): se i termini tra fondi
contigui mancano o sono diventati irriconoscibili, ciascuno dei proprietari ha
diritto a chiedere che essi siano apposti o ristabiliti a spese comuni.

DIRITTI REALI DI GARANZIA (PEGNO, IPOTECA)

1. PEGNO
Il pegno riguarda le cose mobili non registrate.
Si consegna un bene a garanzia in cambio di una somma, e si riceve un
certificato di prova di scadenza, al termine della quale il debitore deve
restituire il denaro per riavere il suo bene, che in caso contrario verrà messo
all’asta.
Esso certifica la garanzia per un debito. È indispensabile che l’oggetto venga
sottratto al suo proprietario e consegnato al creditore o a un terzo.
Alla scadenza del termine se il pagamento viene onorato, l’oggetto viene
restituito, altrimenti viene venduto all’asta.
La differenza tra pegno ed ipoteca è che l’ipoteca è su beni immobili o mobili
registrati, e per la sua sufficienza è sufficiente la trascrizione sul registro
pubblico.
Se poi non vi è la restituzione, il bene viene venduto. La legge impone la
vendita all’asta. Pegno e ipoteca sono volte a consentire di utilizzare un bene
con funzione di garanzia; sono dei vincoli che gravano sui beni e che creano
una destinazione del bene a favore del creditore.

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• Nozione di pegno (Art. 2784): il pegno è costituito a garanzia
dell'obbligazione dal debitore o da un terzo per il debitore.
Possono essere dati in pegno i beni mobili, le universalità di mobili, i crediti e
altri diritti aventi per oggetto beni mobili.

2. IPOTECA
Ogni qualvolta una banca finanzia l’acquisto di un immobile, essa pone
un’ipoteca. Le banche che hanno un credito nei confronti di chi ha stipulato
un contratto di finanziamento tramite mutuo per un immobile, esigono delle
garanzie per il pagamento. Spesso queste garanzie sono rappresentate da
un accordo, il pegno di ipoteca, e sono quindi garanzie reali che
rappresentano un vincolo posto a tutela del creditore. L’ipoteca deve
essere registrata nel pubblico registro con una trascrizione.
• Costruzione ed effetti dell’ipoteca (Art. 2808): l’ipoteca attribuisce al
creditore il diritto di espropriare, anche in confronto del terzo acquirente, i
beni vincolati a garanzia del suo credito e di essere soddisfatto con
preferenza sul prezzo ricavato dall'espropriazione. L'ipoteca pu avere per
oggetto beni del debitore o di un terzo e si costituisce mediante iscrizione nei
registri immobiliari.
L'ipoteca è legale, giudiziale o volontaria.

Asta
Quando la banca finanzia un mutuo, essa pone un’ipoteca a garanzia. Se
non viene onorata l’ipoteca la banca pu decidere di mettere l’immobile
all’asta. Lo stesso discorso vale per i beni mobili registrati.
Un bene sul quale vi è un’ipoteca pu essere venduto e il nuovo proprietario
pu subentrare al debito del debitore precedente o estinguere il debito al
creditore.
Le aste devono sempre essere pubbliche: gli avvisi si possono trovare nei
quotidiani, in rete.

DIRITTI REALI DI GODIMENTO (USUFRUTTO, DIRITTO DI SUPERFICIE,


ENFITEUSI, SERVITÙ PREDIALE)

1. USUFRUTTO (TITOLO V Artt. 978 -> 1026)


L’oggetto dell’usufrutto è un bene immobile, di cui viene trasferito il possesso
a titolo gratuito. Con l’usufrutto è concesso ad un soggetto di possedere ed
utilizzare una cosa, tipicamente un’abitazione. L’usufrutto si costituisce per
volontà del proprietario il quale, o per testamento o per un atto notarile
trasferisce l’usufrutto di un bene a qualcuno. I doveri dell’usufruttuario sono
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parzialmente uguali a quelli dell’inquilino, ma non avviene un pagamento di
canone di locazione. L’usufrutto dura tanto quanto il proprietario ha deciso
che esso deve durare, o al massimo fino alla morte del beneficiario. Se
l’usufrutto è a favore di una persona giuridica, esso perdura finchè è la sede
della persona giuridica. La durata massima è di 30 anni.
Un caso molto frequente è che qualcuno, morendo, lasci per testamento
l’usufrutto al coniuge, oltre che alla proprietà, così che il coniuge superstite
possa continuare ad abitarci.
L’usufrutto ha un valore, stabilito in base a certe tabelle, e l’usufruttuario pu
essere liquidato.
Se l’usufruttuario è d’accordo ad andarsene in cambio della somma, i
proprietari recuperano il possesso dell’immobile, ma non c’è modo di
costringerlo a farsi liquidare il valore dell’usufrutto.
Negli ultimi anni sono nati comportamenti speculativi con cui si acquista la
casa e si costituisce l’usufrutto all’ex proprietario, quando è in bisogno di
soldi. Quest’operazione, figlia della recente crisi economica, è assolutamente
lecita.
Quando si acquista la casa con l’usufruttuario dentro, si acquista la nuda
proprietà. L’investimento è vantaggioso in quanto si pu acquistare a un
valore minore di quello di mercato, stabilito dalla “Tabella Coefficienti
Usufrutto”.
L’usufruttuario pu concedere l’abitazione in locazione. Nel momento in cui
l’usufruttuario muore, termina anche il contratto di locazione.
L’usufruttuario pu far tutto ci che pu fare il proprietario eccetto vendere il
bene o donarlo.
• Costituzione (Art. 948): l’usufrutto è stabilito dalla legge o dalla volontà
dell’uomo e pu anche acquistarsi per usucapione.
• Durata (Art. 949): la durata dell’usufrutto non pu eccedere la vita
dell’usufruttuario. L’usufrutto costituito a favore di una persona giuridica non
pu durare più di 30 anni.
• Cessione dell’usufrutto (Art. 950): l’usufrutturario pu cedere il proprio
diritto per un certo tempo o per tutta la sua durata, se ci non è vietato dal
titolo costitutivo. La cessione deve essere notificata al proprietario; finchè non
sia stata notificata, l’usufruttuario è solidalmente obbligato con il cessionario
verso il proprietario.

2. DIRITTO DI SUPERFICIE (TITOLO III Artt. 952 -> 956)


Il proprietario del suolo pu edificare sopra o sotto di esso. Questo non è
possibile quando sul terreno vi è il diritto di superficie, in questo caso il potere
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di edificare spetta solo al titolare di questo diritto. In queste circostanze un
soggetto pu essere titolare dell’edificio o dell’opera, nonostante il suolo sia di
un altro. Si estingue per rinuncia del superficiario e per prescrizione e pu
essere costituito con contratto, testamento o usucapione. Un caso tipico
riguarda le stazioni di servizio, che non sono destinate a durare in eterno.
Quando si stipula l’accordo del diritto di superficie si decide cosa il
beneficiario pu costruire sul terreno, e si deve trattare di opere facilmente
rimovibili per restituire la superficie al proprietario così com’era.
• Costituzione del diritto di superficie (Art. 952): il proprietario pu
costituire il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a
favore di altri, che ne acquistano la proprietà. Pu alienare la proprietà della
costruzione già esistente, separatamente dalla proprietà del suolo.
• Estinzione del diritto di superficie (Art. 954): l’estinzione del diritto di
superficie per scadenza del termine importa l’estinzione dei diritti reali imposti
dal superficiario.

3. ENFITEUSI (TITOLO IV Artt. 957 -> 977)


Ha in oggetto la consegna di terreni da parte del proprietario a favore
dell’agricoltore e si tratta di terreni da sistemare e rendere produttivi, vi è
dunque l’obbligo del titolare del diritto di trasformare il terreno e migliorarlo.
L’enfiteusi consiste nel diritto, attribuito ad una persona diversa dal
proprietario, di esercitare poteri di godimento su di un fondo, analoghi a quelli
che spetterebbero al proprietario stesso, con l’obbligo di apportare
miglioramenti al fondo e di pagare al proprietario concedente un canone
periodico. Si estingue per: prescrizione ventennale, affrancazione (l’enfiteuta
acquista la proprietà pagando al proprietario 15 annualità del canone),
devoluzione (l’enfiteuta inadempie all’obbligo del pagamento del canone o di
miglioramento del fondo).
• Durata (Art. 958): l’enfiteusi pu essere perpetua o a tempo. L’enfiteusi
temporanea pu essere costituita per una durata inferiore ai 20 anni.
• Diritti dell’enfiteuta (Art. 959): l’enfiteuta ha gli stessi diritti che
avrebbe il proprietario su frutti del fondo, sul tesoro e relativamente alle
utilizzazioni del sottosuolo in conformità alle disposizioni delle leggi speciali.
Il diritto dell’enfiteuta si estende alle accessioni, ovvero le opere che hanno
aumentato il valore del fondo.
• Obblighi dell’enfiteuta (Art. 960): l’enfiteuta ha l’obbligo di migliorare il
fondo e di pagare al concedente un canone periodico. Questo pu consistere
in una somma di denaro o in una quantità fissa di prodotti naturali.

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L’enfiteuta non pu pretendere remissione o riduzione del canone per
qualunque insolita sterilità del fondo o per perdita di frutti.

4. SERVITÙ PREDIALI (TITOLO VI Artt. 1027 -> 1099)


Le servitù rappresentano una forma di diritto reale su terreni altrui. La
proprietà è difesa mediante delle azioni (da svolgersi davanti al giudice, è un
mezzo di tutela dei propri diritti) • Servitù prediale (Art. 1027): la servitù
prediale consiste in un peso imposto sopra un fondo per l’utilità di un altro
fondo appartenente a diverso proprietario (es. servitù di passaggio su un
fondo).
• Modi di costituzione (Art. 1032): quando, in forza di legge, il
proprietario di un fondo ha diritto di ottenere da parte del proprietario di un
altro fondo la costituzione di una servitù, questa, in mancanza di contratto, è
costituita con sentenza. Pu anche essere costituita con atto dell'autorità
amministrativa nei casi specialmente determinati dalla legge.
La sentenza stabilisce le modalità della servitù e determina l'indennità
dovuta. Prima del pagamento dell'indennità il proprietario del fondo
servente pu opporsi all'esercizio della servitù.
• Passaggio di condutture elettriche (Art. 1056): ogni proprietario è
tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche, in
conformità delle leggi in materia. • Passaggio di vie funicolari (Art. 1057):
ogni proprietario è tenuto a lasciar passare sopra il suo fondo le vie funicolari
aeree a uso agrario o industriale e a tollerare sul fondo le opere, i
meccanismi e le occupazioni necessarie a tale scopo. È dovuto un
indennizzo al proprietario di terreno sopra il quale passano cavi. Se è nel
sottosuolo esso viene espropriato per pubblica utilità.
• Servitù non apparenti (Art. 1061): le servitù non apparenti non
possono acquistarsi per usucapione o per destinazione del padre di famiglia.
Non apparenti sono le servitù quando non si hanno opere visibili e
permanenti destinate al loro esercizio.

Il nostro codice considera diversi modi di acquisto della proprietà, divisi in


titolo originario e titolo derivativo:

Acquisto a titolo derivativo


Sono i casi di gran lunga più frequenti, in cui il proprietario trasferisce a
qualcun altro un diritto, con un contratto di vendita a titolo derivativo, ma
anche con una donazione in cui il beneficiario non paga un prezzo. Anche
nella successione gli eredi acquistano la proprietà a titolo derivativo.

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Acquisto a titolo originario
Nessuno trasferisce il diritto: il caso più banale è la raccolta di qualcosa per
strada. Il codice dice cosa bisogna fare quando si trova qualcosa per strada
di smarrito, bisogna portarlo in comune/al sindaco all’ufficio degli oggetti
smarriti in cui un funzionario prende nota del nome del ritrovatore, e se
nessuno si fa vivo entro un anno il bene viene restituito al restituitore, se il
proprietario reclama il bene al ritrovatore viene dato un premio in denaro.
Tutte le opere di interesse archeologico/storico ritrovate appartengono allo
Stato. Acquistiamo la proprietà di qualcosa che troviamo quando si tratta con
evidenza di cose delle quali il proprietario ha inteso disfarsi (res derelicta).
Chi passa e preleva qualcosa accanto a dei cassonetti, diventa proprietario a
tutti gli effetti in quanto evidente il fine del proprietario di disfarsene.
Questo pu valere anche per beni mobili registrati (es. automobile con targa
smontata, di cui non è stata fatta nessuna denuncia di smarrimento).
Se un auto viene ritrovata in seguito a un risarcimento da parte
dell’assicurazione, l’auto ritrovata è dell’assicurazione, motivo per cui molte
società di assicurazioni fanno delle aste dopo aver indennizzato il
proprietario.
L’assicurato firma un contratto in cui viene menzionato come in caso di
ritrovamento dell’auto, la proprietà passa alla società assicurativa.

Usucapione
È un modo di acquisto della proprietà e degli altri diritti reali di godimento a
titolo originario, per effetto del possesso continuo (art. 1158 del c.c.), non
interrotto (art. 1167 del c.c.), pacifico e pubblico (art. 1163 del c.c.) per un
determinato periodo di tempo stabilito dalla legge, unitamente all'inerzia del
titolare del diritto.
• Usucapione dei beni immobili e dei diritti reali immobiliari (Art.
1158): la proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni
medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per 20 anni.
• Vizi del possesso (Art. 1163): il possesso acquistato in modo violento
o clandestino non giova per l’usucapione se non dal momento in cui la
violenza o la clandestinità è cessata. • Interruzione dell’usucapione per
perdita di possesso (Art. 1167): l’usucapione è interrotta quando il
possessore è stato privato del possesso per oltre un anno.
L’interruzione si ha come non avvenuta se è stata proposta l’azione diretta a
recusare il possesso e questo è stato recuperato.

Il codice civile prevede due tipi di usucapione:

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- usucapione ordinaria;
- usucapione speciale o abbreviata: il termine decorso il quale si produce
l'effetto acquisitivo è più breve e il solo possesso non è sufficiente, dovendo
sussistere ulteriori requisiti.

Possono essere acquistati per usucapione i beni immobili, i beni mobili


registrati, le universalità di mobili, i beni mobili.
L’Usucapione presuppone che un proprietario non si curi del suo bene. Un
esempio pu essere l’abitazione: l’occupazione di un’abitazione comporta l’uti
dominus, che è il possesso di un bene esercitato come se si fosse
proprietario.
Nel caso di un bene immobile, dopo 20 anni esatti di occupazione
comprovata di un’abitazione, la proprietà viene acquistata per usucapione.
L’occupante è inoltre debitore di un canone di occupazione/locazione
dell’abitazione, ed è creditore per eventuali spese di restauro se il proprietario
torna.
L’acquisto della proprietà risulta da una sentenza, in cui il giudice accerta che
il proprietario ha abbandonato l’abitazione per 20 anni senza farsi vivo, in
cambio di prove dell’occupazione duratura.
Il diritto di proprietà quindi non pu prescriversi ma pu essere perso per casi
di usucapione.
L’Usucapione potrebbe riguardare un’infinità di immobili in Italia, per via del
loro abbandono. Molto spesso sono state abbandonate le case per via
dell’emigrazione dei proprietari.
La ragione per cui viene concesso l’usucapione è la salvaguardia del
patrimonio immobiliare, in quanto è preferibile un occupante a un proprietario
che non si cura del proprio bene.

Frazionamenti proprietà, terre


• Sottosuolo e spazio sovrastante al suolo (Art. 840): la proprietà del
suolo si estende al sottosuolo, con tutto ci che vi si contiene, e il proprietario
pu fare qualsiasi escavazione od opera che non rechi danno al vicino. Il
proprietario del suolo non pu opporsi ad attività di terzi che si svolgano a tale
profondità nel sottosuolo o a tale altezza nello spazio sovrastante, che egli
non abbia interesse ad escluderle.
L’articolo riguarda l’estensione verticale della proprietà.
L’estensione del sottosuolo non fa cubatura (non conta il limite dei 0,03m3
per ogni m2 di terreno). Quando è menzionato che una attività è riservata allo

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Stato, un privato cittadino deve chiedere la concessione per poter esercitare
tale attività.
Il proprietario di un terreno non pu impedire il passaggio di cavi (elettrici,
idraulici, telefonici ecc.) al di sopra della sua proprietà.
Lo stesso vale per il sottosuolo. Il proprietario non pu impedire che passino
queste utenze.
Si tratta di una forma di servitù, le quali sono regolate nel codice civile a
partire dall’articolo 1027.

• Immissioni (Art. 844): il proprietario di un fondo non pu impedire le
immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili
propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale
tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Nell’applicare
questa norma l’autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della
produzione con le ragioni della proprietà e pu tenere conto della proprietà di
un determinato uso.

Proprietà agricola
La proprietà considerata nel Codice civile è prevalentemente quella fondiaria
(della terra), disciplinata in vista di un uso prevalente, quello agricolo. L’unico
accenno a questa produzione nella parte dalla proprietà del Codice civile è
l’Art. 844.
Il codice attuale, derivante dal codice del 1865, sembra quindi ignorare il
passaggio del tempo, poiché ora è rilevante la produzione industriale e non
più quella agricola.
In Italia, solo negli anni ‘60 è avvenuto l’effettivo sorpasso dell’attività
industriale su quella agricola, a dimostrazione dell’arretratezza economica del
paese.
Molti articoli del Codice civile parlano di vicende di campagna, quali l’art. 924
(sciami di api), l’art. 925 (animali mansuefatti) e l’art. 926 (migrazione di
colombi, conigli e pesci).

Oggetti ritrovati
Il codice procede con le norme relative agli oggetti ritrovati:
• Cose ritrovate (Art. 927): chi trova una cosa mobile deve restituirla al
proprietario, e, se non lo conosce, deve consegnarla senza ritardo al sindaco
del luogo in cui l'ha trovata, indicando le circostanze del ritrovamento.
In questo caso il codice non si pone il problema del falso proprietario che
reclama l’oggetto.

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• Premio dovuto al ritrovatore (Art. 930): il proprietario deve pagare a
titolo di premio al ritrovatore, se questi lo richiede, il decimo della somma o
del prezzo della cosa ritrovata. Se tale somma o prezzo eccede euro 5,16, il
premio per il sovrappiù è solo del ventesimo. Se la cosa non ha valore
commerciale, la misura del premio è fissata dal giudice secondo il suo
prudente apprezzamento.
• Tesoro (Art. 932): tesoro è qualunque cosa mobile di pregio, nascosta
o sotterrata, di cui nessuno pu provare di essere proprietario.
Il tesoro appartiene al proprietario del fondo in cui si trova. Se il tesoro è
trovato nel fondo altrui, purché sia stato scoperto per solo effetto del caso,
spetta per metà al proprietario del fondo e per metà al ritrovatore. La stessa
disposizione si applica se il tesoro è scoperto in una cosa mobile altrui.
Per il ritrovamento degli oggetti d'interesse storico, archeologico,
paleontologico e artistico si osservano le disposizioni delle leggi speciali.
Se il proprietario del bene ritrovato non si presenta a ritirare il bene smarrito
entro un anno, la proprietà del bene passa al ritrovatore.

Comunione (TITOLO VII, CAPO I Artt. 1100 -> 1116)


La proprietà pu fare carico a persone diverse. La comproprietà nel linguaggio
del codice si chiama comunione, ed essa pu aversi per successione o per un
accordo tra le parti e pu avere anche origine per una donazione. Le quote
dei partecipanti di una comunione si presumono uguali, ed essi hanno diritto
a servirsi della cosa comune.
Sebbene nella gran parte dei casi essa riguardi i beni immobili, nulla esclude
che riguardi anche beni mobili e mobili registrati, che si possono acquistare in
comunione (es. acquistare una barca a vela in 5 persone).
• Quote dei partecipanti (Art. 1101): le quote dei partecipanti alla
comunione si presumono eguali. Il concorso dei partecipanti, tanto nei
vantaggi quanto nei pesi della comunione, è in proporzione alle rispettive
quote.
• Uso della cosa comune (Art. 1102): ciascun partecipante pu servirsi
della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli
altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. A tal fine pu
apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento
della cosa.
Il partecipante non pu estendere il suo diritto sulla cosa comune in danno
degli altri partecipanti, se non compie atti idonei a mutare il titolo del suo
possesso.

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• Disposizioni della quota (Art. 1103): ciascun partecipante pu disporre
del diritto a cedere ad altri il godimento della cosa nei limiti della sua quota.
• Obblighi dei partecipanti (Art. 1104): ciascun partecipante deve
contribuire nelle spese necessarie per la conservazione e per il godimento
della cosa comune e nelle spese deliberate dalla maggioranza, salva la
facoltà di liberarsene con la rinuncia al suo diritto. • Scioglimento della
comunione (Art. 1111): ciascuno dei partecipanti pu sempre domandare lo
scioglimento della comunione; l’autorità giudiziaria pu stabilire una congrua
dilazione, in ogni caso non superiore a 5 anni, se l’immediato scioglimento pu
pregiudicare gli interessi degli altri.
Se una delle parti della comunione vuole liberarsi della sua parte, se le altre
parti non intendono acquistare la quota si pu rivolgere al giudice, che
rimanda la decisione a 5 anni. Se dopo 5 anni non si è trovato un accordo, il
bene è messo all’asta.

Condominio
La legislazione è più complessa rispetto alla comunione, in quanto la natura
del condominio in sè è più complessa. Nel condominio generalmente vi sono
due cose non presenti obbligatoriamente nella comunione:
1 - Regolamento di condominio
2 - Amministratore: è un professionista che opera nell’interesse dei
condomini, pagato da essi, con il compito di dare esecuzione alla delibera
dell’assemblea condominiale. Vi sono alcune analogie tra società e
condominio, in entrambi casi c’è un’assemblea (condomini o soci/azionisti, si
pu paragonare l’amministratore condominiale all’amministratore di una
società).
• Nomina, revoca ed obblighi dell’amministratore (Art. 1129): la
nomina di un’amministratore è obbligatoria in caso di più di 8 condomini. Se i
condomini sono meno di 8, analogamente alla comunione, possono
provvedere ad amministrare il condominio accordandosi tra di loro.
Ogni condomino è in dovere di pagare la propria quota di spese di ordinaria
amministrazione (spese correnti quali la pulizia, il riscaldamento e lo stipendio
del portiere) e spese di straordinaria amministrazione (investimenti sulla
proprietà come la rivernciatura, interventi di sistemazione del tetto,
sostituzione caldaia, ovvero tutti gli investimenti effettuati al fine di migliorare
o conservare il bene, con miglioramenti o conservazioni).
Se qualcuno concede in locazione il proprio appartamento, l’inquilino è tenuto
al solo pagamento delle spese di ordinaria amministrazione.

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Il codice stabilisce che l’assemblea dei condomini deve essere convocata
almeno una volta all’anno.

• Regolamento di condominio (Art. 1138): il regolamento di condominio


è la fonte normativa dei rapporti all’interno del condominio, e deve essere
formato quando il numero dei condomini è superiore a 10. Esso contiene le
norme circa l’uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese, secondo i
diritti e gli obblighi spettanti a ciascun condomino, nonchè le norme per la
tutela del decoro e dell’ufficio e quelle relative all’amministrazione. Vi sono
delle regole di civile convivenza tra i condomini ed è per esempio vietato far
rumori dopo una certa ora. Per quanto riguarda le regole per la ripartizione
delle spese, le spese per l’ascensore ad esempio non riguardano chi abita al
piano terreno; in caso di terrazzo, esso viene utilizzato dal proprietario
dell’abitazione all’ultimo piano, e in caso di spese straordinarie per esso, il
pagamento è a carico di tutti i condomini in quanto il terrazzo svolge la stessa
funzione del tetto. Il terrazzo è condominiale e solo concesso in uso al
condomino dell’ultimo piano, che per spesso contribuisce con una cifra
equivalente al corrispettivo per l’uso del terrazzo.
Il cortile interno pu essere utilizzato come posteggio, ma non c’è posto per
tutti e quindi il condominio pu decidere di vendere i posti in cortile ai
condomini, o renderli liberamente utilizzabili con una turnazione da decidere.
Il regolamento del condominio entra in dettaglio negli aspetti non toccati dal
codice civile.

Distinzione tra comunione e condominio


Ci sono molte analogie tra comunione e condominio, ma c’è una differenza: il
bene oggetto di comunione è diviso tra tutti i partecipanti alla comunione,
mentre nel condominio a fianco delle proprietà dei singoli partecipanti vi sono
delle proprietà comuni: ingressi, scale, giardini, tetto, impianti, caldaia.
Nel condominio ci sono delle proprietà comuni e delle proprietà personali, e
la partecipazione dei singoli proprietari comuni è pro quota all’estensione
delle proprietà individuali. Convenzionalmente si ripartisce in millesimi la
proprietà dei singoli partecipanti per cui in funzione delle dimensioni dei
singoli appartamenti le partecipazioni alle cose comuni saranno diverse: ci
sarà chi partecipa per 50/1000, chi per 40, chi per 30. È importante stabilire
per quali percentuali si partecipa per determinare le spese del singolo
condomino proporzionalmente alla propria quota di partecipazione.
- Condominio: contemporanea presenza di parti comuni di proprietà a fianco
delle parti di proprietà individuale.

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Nel condominio è tutta proprietà comune divisa in base alla partecipazione
dei singoli. - Comunione: non ci sono differenze tra proprietà dei singoli e
proprietà comune, è tutta proprietà comune.

Possesso
• Possesso (Art. 1140): il possesso è il potere sulla cosa che si
manifesta in un’attività corrispondente all’esercizio della proprietà o di altro
diritto reale.
Si pu possedere direttamente o per mezzo di altra persona, che ha la
detenzione della cosa.

Anche il possesso pu contare su delle azioni per tutelarlo:


• Azione di reintegrazione (Art. 1168): chi è stato violentemente od
occultamente spogliato del possesso pu , entro l'anno dal sofferto spoglio,
chiedere contro l'autore di esso la reintegrazione del possesso medesimo.
L'azione è concessa altresì a chi ha la detenzione della cosa, tranne il caso
che l'abbia per ragioni di servizio o di ospitalità. Se lo spoglio è clandestino, il
termine per chiedere la reintegrazione decorre dal giorno della scoperta dello
spoglio.
La reintegrazione deve ordinarsi dal giudice sulla semplice notorietà del fatto,
senza dilazione.
• Azione di manutenzione (Art. 1170): chi è stato molestato del
possesso di un immobile, di un diritto reale sopra un immobile o di
un'universalità di mobili pu , entro l'anno dalla turbativa, chiedere la
manutenzione del possesso medesimo.
L'azione è data se il possesso dura da oltre un anno, continuo e non
interrotto, e non è stato acquistato violentemente o clandestinamente.
Qualora il possesso sia stato acquistato in modo violento o clandestino,
l'azione pu nondimeno esercitarsi, decorso un anno dal giorno in cui la
violenza o la clandestinità è cessata.
Anche colui che ha subito uno spoglio non violento o clandestino pu chiedere
di essere rimesso nel possesso, se ricorrono le condizioni indicate dal
comma precedente.
• Denunzia di nuova opera (Art. 1171): il proprietario, il titolare di altro
diritto reale di godimento o il possessore, il quale ha ragione di temere che da
una nuova opera, da altri intrapresa sul proprio come sull'altrui fondo, sia per
derivare danno alla cosa che forma l'oggetto del suo diritto o del suo
possesso, pu denunziare all'autorità giudiziaria la nuova opera, purché
questa non sia terminata e non sia trascorso un anno dal suo inizio. L'autorità

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giudiziaria, presa sommaria cognizione del fatto, pu vietare la continuazione
dell'opera, o permetterla, ordinando le opportune cautele: nel primo caso per
il risarcimento del danno prodotto dalla sospensione dell'opera, qualora le
opposizioni al suo proseguimento risultino infondate nella decisione del
merito; nel secondo caso, per la demolizione o riduzione dell'opera e per il
risarcimento del danno, che possa soffrirne il denunziante, se questi ottiene
sentenza favorevole, nonostante la permessa continuazione.
Riguarda proprietari e possessori, ma anche usufruttuari. (Es. se vi sono
lavori di scavo vicino all’abitazione, il proprietario o possessore pu
denunciare il fatto e il giudice pu far cessare l’opera).
• Denunzia di danno temuto (Art. 1172): il proprietario, il titolare di altro
diritto reale di godimento o il possessore, il quale ha ragione di temere che da
qualsiasi edificio, albero o altra cosa sovrasti pericolo di un danno grave e
prossimo alla cosa che forma l'oggetto del suo diritto o del suo possesso, pu
denunziare il fatto all'autorità giudiziaria e ottenere, secondo le circostanze,
che si provveda per ovviare al pericolo.
L'autorità giudiziaria, qualora ne sia il caso, dispone idonea garanzia per i
danni eventuali.
LIBRO IV: DELLE OBBLIGAZIONI (Artt. 1173 -> 2059)

Obbligazioni
• Fonti delle obbligazioni (Art. 1173): le obbligazioni derivano da contratto,
da fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità
dell’ordinamento giuridico.
Ogni contratto produce un’obbligazione tra due o più parti e quasi sempre le
prestazioni sono corrispettive (eccetto che per il contratto di donazione).
Ogni giorno stipuliamo contratti, come i contratti di acquisto per beni materiali.
Entrambe le parti si impegnano a rispettare il contratto: l’acquirente ha
l’obbligo di pagamento, il venditore risponde per ci che vende, e ha l’obbligo
di consegna del bene venduto, che deve essere esente da vizi.
- Vendita (Art. 1470): trasferimento della proprietà di un bene in
cambio di un corrispettivo in denaro.
- Donazione: trasferimento della proprietà di un bene a fronte di
un’accettazione. - Scambio: trasferimento della proprietà di un bene a
fronte del ricevimento di un altro bene.
Vi sono vari tipi di obbligazioni, come le obbligazioni tra coniugi: dopo il
divorzio infatti si possono mantenere delle obbligazioni verso il coniuge, come
il mantenimento per i figli e il pagamento di un assegno.

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Le obbligazioni hanno quasi sempre carattere patrimoniale (nella permuta vi
è uno scambio e non un corrispettivo economico).

Adempimento e inadempimento delle obbligazioni


• Diligenza nell’adempimento (Art. 1176): nell’adempiere l’obbligazione il
debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia.
Nell’adempimento delle obbligazioni inerenti all’esercizio di un’attività
professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell’attività
esercitata.
Per diligenza del buon padre di famiglia si intende un criterio di diligenza
statistico dell’individuo medio. Naturalmente, per quanto concerne le attività
professionali è lecito pretendere una maggiore diligenza, per esempio da
parte di medici, chirurghi ecc. Quando si agisce giudizialmente nei confronti
di una persona che non ha dedicato all’adempimento dell’obbligazione quella
diligenza che è lecito aspettarsi da una figura che esercita una certa
professione, si deve innanzitutto fornire la prova dell’avvenuta obbligazione.
Il creditore ha l’onere della prova per inadempimento, in quanto non è facile
provare che un fatto sia fortuito senza una prova.

All’adempimento dell’obbigazione bisogna usare la dovuta diligenza:


• Responsabilità del debitore (Art. 1218): il debitore che non esegue
esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno, se non
prova che l’indempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della
prestazione derivante da causa a lui non imputabile.
Il debitore che non adempie all’obbligazione con la necessaria diligenza, è
tenuto quindi al risarcimento del danno se non prova la sua negligenza,
ovvero che il proprio comportamento non è stato inferiore allo standard di
diligenza.

Qualsiasi contratto pu dar luogo ad inadempienze da una parte o dall’altra.


Esistono due tipi di obbligazioni:
1. Obbligazioni di risultato, dell’art. 1218: l’esempio tipico è per i mezzi di
trasporto (es. biglietto aereo, ritardo di arrivo). Le compagnie che utilizzano
mezzi per fornire i propri servizi devono dedicare all’adempimento
dell’obbligazione tutte le loro capacità.
Due prestazioni mediche possono essere di risultato:
- ortodonzia (per raddrizzare i denti, gli ontodoiatri che applicano
apparecchi devono raggiungere un risultato o ne sono responsabili); -
chirurgia plastica.

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Il soggetto obbligato è responsabile del risarcimento del danno, eccetto se
prova che un evento imprevedibile ha reso impossibile raggiungere il risultato
(es. crollo del cavalcavia per un camion che trasporta beni da consegnare)

2. Obbligazioni di mezzi dell’art. 1176 per le quali è necessaria la dovuta


attenzione da parte dell’obbligato, e non necessariamente la buona uscita
dell’obbligazione. (Es. il medico non ha l’obbligo di far guarire il paziente,
l’avvocato non ha l’obbligo di far vincere il proprio cliente).
In questi casi l’obbligato ha l’obbligo di dedicare la propria abilità e la propria
conoscenza al servizio del proprio cliente/paziente. Saranno responsabili
coloro che non avranno dedicato le dovute attenzioni.

Errori diagnostici dei medici


Finiscono in tribunale i casi in cui non è stato visto un tumore, e il tempo
perso prima di iniziare le cure pu essere determinante per quanto riguarda
la vita del paziente. Per gli errori diagnostici bisognerà capire se è stato un
errore grossolano, se la reale natura della malattia era di difficile
diagnosticazione e se il medico non ha utilizzato tutti i mezzi a sua
disposizione per poter diagnosticare una malattia.
In questi casi non è il giudice a stabilire se l’errore è imperdonabile o se è un
errore difficile da evitare, ma un consulente tecnico d’ufficio.

Consulente tecnico d’ufficio (CTU)


Quando si tratta di valutazioni tecniche, il giudice si fa affiancare da un CTU,
consulente tecnico di ufficio, che è a conoscenza dell’oggetto del processo
giudiziale. Generalmente i CTU sono dei professori universitari, ma non
necessariamente. Chiunque è esperto di una determinata disciplina pu
essere scelto dal giudice. Il ruolo del CTU è fondamentale.

Consenso informato
In medicina si è diffuso il consenso informato, un consenso che il paziente
sottoscrive liberando il medico da responsabilità. Questo consenso deve
essere di semplice comprensione anche per chi non è un medico e quindi
non comprende certe terminologie. La firma su un consenso incomprensibile
spesso non ha validità.

• Responsabilità per fatto degli ausiliari (Art. 1228): salva diversa volontà
delle parti, il debitore che nell'adempimento dell'obbligazione si vale
dell'opera di terzi, risponde anche dei fatti dolosi o colposi di costoro.

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Concetto di dolo e colpa
Dolo e colpa sono due elementi soggettivi, ovvero dei modi di essere e
comportarsi della persona.
Il dolo è la premeditazione, la volontà di agire in un certo modo (di provocare
un danno, di fare del male).
La colpa avviene invece per distrazione, imprudenza (es. investimento
accidentale di una persona).

Omicidio doloso o colposo


Nel diritto privato non c’è differenza tra dolo e colpa, in quanto esso si occupa
delle conseguenze di omicidi dolosi e colposi.
Corrispettivo nelle obbligazioni
Il diritto privato non stabilisce che i corrispettivi debbano essere giusti.
Ciascuno è libero di pagare quanto vuole per un bene e concludere cattivi
affari. Il diritto si preoccupa maggiormente del fatto che le obbligazioni siano
adempiute. Le parti sono il creditore della prestazione e il debitore della
prestazione

Ci sono 3 casi particolari in cui invece l’adeguatezza del corrispettivo è


considerata: 1 - Eccessiva onerosità sopravvenuta: è stato stipulato un
contratto e successivamente alla sua assicurazione si verificano delle
circostanze impreviste, imprevedibili e indipendenti dalla volontà delle parti
che rendono più onerosa la prestazione di una delle parti: • Contratto con
prestazioni corrispettive (Art. 1467): nei contratti a esecuzione continuata
o periodica, ovvero a esecuzione differita, se la prestazione di una delle parti
è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti
straordinari e imprevedibili, la parte che deve tale prestazione pu
domandare la risoluzione del contratto, con gli effetti stabiliti dall'articolo
1458.
La risoluzione non pu essere domandata se la sopravvenuta onerosità
rientra nell’area normale del contratto.
La parte contro la quale è domandata la risoluzione pu evitarla offrendo di
modificare equamente le condizioni del contratto.
Es. Un caso reale: per entrare nel mar Mediterraneo arrivando dal Golfo
Persico si attraversa il canale di Suez. Da quando è stato realizzato non è più
necessario circumnavigare l’Africa. Ogni qual volta che il canale sia stato
chiuso, per chi ha stipulato un contratto con l’armatore per ricevere dei beni,
prima della chiusura del canale, il prezzo era stato calcolato sul numero di
giorni di navigazione necessari. Se poi il canale viene chiuso, l’economia del

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contratto cambia drasticamente e quindi l’armatore richiede un pagamento in
denaro maggiore per via del viaggio più lungo.

2 - Contratto di appalto mediante il quale si commissiona qualcuno la


realizzazione di un’opera e si verificano aumenti o diminuzioni della
manodopera in base agli eventi straordinari e imprevedibili.
Un caso è la sorpresa geologica: se scavando si presentano delle difficoltà
impreviste e imprevedibili, non a conseguenza di un errore.
• Nozione di appalto (Art. 1655): l’appalto è il contratto col quale una parte
assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio
rischio, il compimento di un’opera o di un servizio verso un corrispettivo in
denaro.

3 - Contratti conclusi in stato di bisogno economico: se vi è una


differenza non superiore al 50% tra prestazione e controprestazione, si pu
andare dal giudice ed ottenere la revisione del contratto. L’adesione tra
valore e prezzo deve essere superiore al 50%, in quanto si tratta di un
approfittamento di una parte sull’altra.
(Es. Immobili venduti per stato di bisogno economico dopo la guerra
mondiale)

• Risarcimento per fatto illecito (Art. 2043): qualunque fatto doloso o


colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha
commesso il fatto a risarcire il danno.
Per il diritto privato il danno inflitto è un danno ingiusto che si provoca a
qualcuno. Pu essere un danno alla persona, alle cose o a entrambi.

Impossibilità sopravvenuta della prestazione


Una volta stipulato un contratto, pu avvenire qualcosa che rende impossibile
la prestazione. (Es. contratto di vendita di automobile, viene rubata la notte e
quindi l’esecuzione della prestazione diviene impossibile). A volte pu
derivare dalla legge, se da un giorno all’altro viene vietata la vendita di certi
beni, per esempio i farmaci: in questi casi non avviene un risarcimento del
danno da parte del debitore, in quanto non si tratta di una mancata diligenza.
Nei casi di contratti a esecuzione istantanea, non pu esserci una
sopravvenuta impossibilità.
In caso di inadempimento di un contratto non sempre vi è un danno, ma
quando c’è chi non ha adempiuto risponde del danno provocato.
Se sfuma un’occasione lavorativa per un ritardo di consegna di certi beni, il
danno è ricollegabile al mancato guadagno.
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L’articolo 2059 del Codice civile sul danno non patrimoniale, fa riferimento al
cosiddetto il danno morale (pecunia doloris):
• Danni non patrimoniali (Art. 2059): il danno non patrimoniale deve essere
risarcito solo nei casi determinati dalla legge.
Il codice penale afferma che il danno non patrimoniale deve essere risarcito
quando è la conseguenza di un reato. Gli unici reati in cui è riconosciuto il
danno morale sono in caso di omicidio e lesioni alla persona.
(Es. Valore economico di una persona = reddito attualizzato in base al
prospetto di vita di tale persona). La morte improvvisa di una persona cara
provoca anch’essa un danno morale: si tratta di un danno ingiusto provocato
a qualcuno (obbligazione).
Una volta appurato il danno patrimoniale sulla base dei redditi, il giudice
liquida secondo equità il dolore provato dai familiari. I giudici nel fare questo
non procedono a loro arbitrio, ma tengono conto di diversi fattori come l’età,
le circostanze di morte (se qualcuno è consapevole di essere in procinto di
morte per responsabilità di qualcun altro, si tratta di un danno peggiore che
viene risarcito maggiormente. I giudici hanno chiamato questo danno “danno
tanatologico”, di cui è titolare il moribondo e ne sono titolari a titolo
successorio gli eredi, o il danno da lesione alla serenità familiare).
Anche l’inadempimento contrattuale è risarcibile con danno non patrimoniale
(es. caso 1985 villa in Grecia contro agenzia di Roma, in cui venne chiesto il
risarcimento del danno non patrimoniale relativo alla vacanza rovinata,
sfruttando una convenzione internazionale a cui aveva diritto l’Italia nel ‘78, la
convenzione sui contratti di viaggio, di cui un articolo menzionava in caso di
inadempimenti del tour operator o agente di viaggi, devono essere risarciti
tutti i profili di danno provocati - ora il danno da vacanza rovinata è regolato
dall’articolo 47 del Codice del turismo).

Convenzioni internazionali
Fonte di armonizzazione del diritto. Un ente o istituzione predispone un testo
di legge che pu essere sottoscritto da vari paesi (es. brevetti)
Il danno risarcibile è stato poi ampliato con le diverse forme che pu
assumere il danno non patrimoniale.

Forma del contratto


- Verbale;
- Per atto pubblico, tramite notaio;- Per
comportamenti concludenti; - Scrittura privata.

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Obbligazioni contrattuali
Il contratto è il fulcro del sistema economico.
• Nozione di contratto (Art. 1321): il contratto è l’accordo di due o più parti
per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico
patrimoniale.
Il contratto di vendita è regolato sempre dalle medesime regole, di qualunque
bene si tratti. Tra l’acquisto per beni immobili o mobili cambia solamente la
forma.
La maggior parte dei contratti che stipuliamo è in forma verbale, e talvolta non
è nemmeno necessario parlare (es. distributori automatici).
I comportamenti concludenti indicano la conclusione del contratto. Il contratto
è perfezionato quando si manifesta la volontà di comprare e l’accettazione da
parte del venditore (volontà del proponente e dell’accettante). Il pagamento è
la conseguenza del contratto già concluso, ed indica l’adempimento del
contratto. Esporre un bene in vetrina significa proporlo alla vendita.
Per stipulare un contratto di vendita di un immobile è necessario un atto
pubblico, come indica il Codice. Nei casi in cui il Codice non specifichi alcuna
forma, ogni forma di contratto è valida (es. contratto di appalto). Secondo il
Codice il contratto di appalto pu essere stipulato anche verbalmente.
In caso di disputa, il giudice avrà bisogno di una prova scritta degli obblighi
tra le due parti del contratto di appalto. Se non si è in grado di fornire alcuna
prova delle obbligazioni reciproche delle parti non si pu tutelare il contratto

Trattativa
Talvolta possono esserci delle trattative, e nei rapporti che riguardano i
consumatori, un tempo la trattativa era insita in ogni contratto e non
esistevano contratti privi di trattativa. Nella trattativa, la parte che vende o si
impegna di realizzare un’opera chiede un prezzo, e l’altra parte rilancia
offrendo un prezzo minore. Le possibilità sono due: o non se ne fa niente,
oppure le parti si invertono perchè l’acquirente ha fatto una controproposta ed
è il proponente originario che deve aderire alla controproposta della
controparte e se vi aderisce il contratto è concluso (compravendita di
pacchetti azionari, di proprietà). Per quanto riguarda i consumatori, si tratta di
beni immobili di cui è normale trattare il prezzo.
Il codice parla del contratto come di una relazione tra eguali, e l’incontro delle
volontà che pu avvenire subito quando la proposta viene accettata o dopo le
negoziazioni che si instaurano.
Una piccola impresa, nei confronti di una grande, si trova nella stessa
situazione in cui si trova un consumatore, che deve accettare il prezzo.
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Questa situazione ha portato ai contratti di adesione, ovvero a tutti i contratti
in cui non c’è spazio per la volontà di una parte. La volontà della parte più
debole è ristretta solamente ad accettare o rifiutare.
Con il passaggio da una produzione artigianale a una produzione di serie,
industriale, sono mutate le pratiche di contrattazione con la conseguente
diminuzione della trattativa per via dei prezzi già stabiliti.
I Gruppi di acquisto solidale (GAS) permettono di saltare alcuni passaggi
della vendita, contrattando direttamente con il produttore..

Pagamento differito
Una legge europea ha definito i termini massimi di dilazione del pagamento in
60 giorni, alla fine del quale vi sono obblighi a carico del contraente
inadempiente.
Le grandi imprese abusano la loro posizione di forza nei confronti delle
aziende fornitrici, spesso piccoli imprenditori.
La firma del preventivo scritto rappresenta l’accettazione del contratto, a cui
possono essere applicate delle modifiche in accordo tra le parti. Lo scopo del
preventivo è documentare le obbligazioni delle parti.
Quando entrambe le parti arrivano alla negoziazioni con due contratti diversi,
si arriva alla “battaglia dei moduli” (battle of the forms). Ciascuno arriva con il
suo form e tenta di imporlo all’altro.
Certe volte il contratto viene redatto per conto di chi lo richiede, e quindi in
suo favore per tutelare i propri interessi.
Lo scontrino non è un contratto. È un documento fiscale utile a provare la
data del contratto.

Intestazione fiduciaria (prestanome)


Serve un contratto, una scrittura privata, per stabilire l’avvenuta intestazione
fiduciaria. (Es. caso di imprenditore che intesta la villa alla moglie senza
alcuna scrittura. Prima l’apparenza prevaleva, ma adesso vengono controllati
anche i conti per stabilire di chi sia esattamente il bene).

Estinzione del contratto


A volte il contratto pu avere come effetto quello di raggiungere un accordo
per porre fine a una controversia, facendo delle reciproche concessioni. La
forma necessaria è una scrittura privata, con cui estingue un rapporto
giuridico e si pone fine a una lite.
Il contratto ha forza di legge tra le parti, esso vincola i contraenti come se
fossero vincolati dalla legge.

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Transazione
Nella transazione, le parti con l’ausilio dei legali arrivano a un accordo
facendosi reciproche concessioni.
Se ci non avviene si fa ricorso a procedure giudiziali o ad altri metodi
alternativi al giudizio per risolvere la controversia.
• Nozione di transazione (Art. 1965): la transazione è il contratto col
quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine a una lite già
incominciata o prevengono una lita che pu sorgere tra loro.
Con le reciproche concessioni si possono creare, modificare o estinguere
anche rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della
contestazione delle parti.
• Transazione sulla falsità di documenti (Art. 1968): la transazione nei
giudizi civili di falso non produce alcun effetto, se non è stata omologata dal
tribunale, sentito il pubblico ministero.

Non esiste operazione economica che non venga realizzata mediante


contratto.
Il contratto non è concluso in caso di divergenze, fino a che proposta ed
accettazione sono uguali. Deve esserci la volontà di entrambe le parti, e
l’incontro delle volontà deve essere frutto di una libera scelta.
Un contratto firmato sotto minaccia/costrizione è nullo.
Il codice parla anche di oggetto e di causa del contratto. L’oggetto è la sintesi
delle obbligazioni assunte dalle parti. Se l’operazione economica è l’acquisto
della casa, l’oggetto è la descrizione con tutti i dati catastali della casa e il
prezzo.
Se l’oggetto non è chiaro, il contratto è nullo.
Tra le obbligazioni dell’appaltatore vi è anche di formare un numero prefissato
di futuri dipendenti, di diversi livelli e mansioni.
Un’altra obbligazione è di fornire lo schema di impianto.
L’oggetto del contratto deve dettagliare tali obbligazioni.
L’oggetto del contratto deve essere possibile. Deve essere lecito, cioè non
contrario alla legge. L’oggetto del contratto potrebbe non essere determinato
subito, ma determinabile: es. se in Borsa d ordine di acquisto un certo
numero di azioni di una società, da eseguirsi oggi, il prezzo è determinato.
Se l’ordine è da eseguirsi al termine del mese borsistico, l’oggetto è
determinabile (incerto) nel giorno in cui il contratto avviene.
Requisiti del contratto
• Requisiti (Art. 1325): i requisiti del contratto sono:
1. L’accordo delle parti;
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2. La causa;3. L’oggetto;
4. La forma, quando risulta che è prescritta dalla legge sotto pena di nullità.

Causa del contratto


La causa di un contratto si definisce la sintesi dell’operazione economica
realizzata mediante il contratto. La descrizione dei termini economici e non
giuridici.
Es. la messa a disposizione da parte del proprietario all’inquilino di un
appartamento, a fronte di un corrispettivo economica che è la causa del
contratto.
• Causa illecita (Art. 1343): la causa è illecita quando è contraria a
norme imperative, all’ordine pubblico o al buon costume.
• Contratto in frode alla legge (Art. 1344): si reputa altresì illecita la
causa quando il contratto costituisce il mezzo per eludere l’applicazione di
una norma imperativa.
La causa potrebbe risiedere in un intento fraudolento.
Pu essere contro la legge quando l’individuo ha dei creditori ed intesta
fittiziamente i beni a un prestanome. L’intestazione fiduciaria è perfettamente
lecita, ma in questo caso è la causa che è in frode alla legge. L’operazione
viene posta in essere per evitare che i creditori possano rivalersi sui beni del
debitore. In questo caso il contratto è in frode alla legge e la causa è nulla.
La nullità di uno degli elementi del contratto (causa, volontà, forma) annulla il
contratto, che viene considerato inesistente.
I motivi sono soggettivi. Al diritto non importa dei motivi che spingono
qualcuno a stipulare un contratto, almeno che il motivo non sia illecito (es.
contratto di locazione di un appartamento per impiantare un’attività illecita) ed
è comune a entrambi i contraenti, in questo caso il contratto è nullo.
Nei casi in cui l’illecito sia unilaterale, il contratto è valido.

• Oggetto del contratto (Art. 1346): l’oggetto del contratto deve essere
possibile, lecito, determinato o determinabile.
• Contratto preliminare (Art. 1351): il contratto preliminare è nullo se
non è fatto nella stessa forma del contratto definitivo.
Il contratto preliminare differisce dal contratto definitivo. Deve contenerne
tutti gli elementi ma non ne produce ancora tutti gli effetti. In esso è sempre
indicata la data entro cui deve essere stipulato il contratto definitivo. Le
obbligazioni che sorgono con il contratto sono quelle relative a rendersi
disponibile entro una certa a data a firmare il contratto definitivo Il caso tipico
è la vendita di immobili, in cui le parti si accordano sul prezzo e indicano il

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termine entro cui stipulare il contratto definitivo. Quando l’acquirente è
inadempiente, il venditore incassa la caparra. Se il debitore si sottrae, dovrà
restituire la caparra e una somma uguale alla caparra. La controparte,
quando una delle parti è inadempiente, pu iniziare un’azione legale
producendo in giudizio il contratto preliminare. Il giudice pronuncia una
sentenza che perfeziona gli effetti del contratto definitivo.
Nel settore immobiliare, non si ricorre subito al contratto definitivo poichè c’è
bisogno della figura del notaio in quanto si tratta di un atto pubblico.
Il contratto viene stipulato nell’ufficio dell’agente immobiliare, a cui spetta
dallo 0% al 4% di provvigione. In seguito si stipula il contratto presso il notaio.

Condizione del contratto


• Contratto condizionale (Art. 1353): le parti possono subordinare l’efficacia
o la risoluzione del contratto di un singolo patto a un avvenimento futuro e
incerto.
L’inserimento di condizioni in un contratto è molto importante, in quanto
possono consentire che il contratto non sia efficace o cessi di essere efficace
se sopravvengono certe condizioni prestabilite. Consentono di plasmare il
contratto sulle specifiche esigenza di una parte.

Interpretazione del contratto


Si tratta di contratti di esecuzione continuata (es. costruzione linea
metropolitana). Quanto più dura un contratto, tanto più è probabile che degli
imprevisti interferiscano con esso.
Interpretare il contratto significa risalire alla volontà delle parti.
• Intenzione dei contraenti (Art. 1362): nell’interpretare il contratto si
deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti e non limitarsi
al senso letterale delle parole. Per determinare la comune intenzione delle
parti, si deve valutare il loro comportamento complesso anche posteriore alla
conclusione del contratto.
Nello scrivere un contratto bisogna evitare di utilizzare parole che possano
avere significati diversi nella lingua italiana, per evitare che il contratto venga
interpretato in modo differente. L’interpretazione del contratto ricostruisce la
volontà delle parti, e quindi bada più ad essa che alla forma.
• Interpretazione di buona fede (Art. 1366): il contratto deve essere
interpretato secondo buona fede.
• Espressioni con più sensi (Art. 1369): le espressioni che possono
avere più sensi devono, nel dubbio, essere intese nel senso più conveniente
alla natura dell’oggetto del contratto.

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• Interpretazione contro l’autore della clausola (Art. 1370): le clausole
inserite nelle condizioni generali di contratto o in moduli o formulari
predisposti da uno dei contraenti si interpretano, nel dubbio, a favore
dell’altro.
Questo articolo tutela i casi di clausole ambigue predisposte dall’autore per
malafede e al fine di trarne vantaggi.
• Pratiche generali interpretative (Art. 1368): le clausole ambigue si
interpretano secondo ci che si pratica generalmente nel luogo in cui il
contratto è stato concluso. Nei contratti in cui una delle parti è un
imprenditore, le clausole ambigue s’interpretano secondo ci che si pratica
generalmente nel luogo in cui è la sede dell’impresa.
Es. contratti disciplinati dagli usi.
Alcuni standard contrattuali sono dovuti alla diffusione dei modelli di contratto
delle aziende leader di settore.
L’autoregolamentazione è la principale forma di armonizzazione dei contratti
internazionali (contratti non regolamentati da norme).

Effetti del contratto


• Efficacia del contratto (Art. 1372): il contratto ha forza di legge tra le
parti. Non può essere sciolto che per mutuo consenso o per cause ammesse
dalla legge.
Il contratto non produce effetto rispetto ai terzi che nei casi previsti dalla
legge. ll fatto che il contratto abbia forza di legge tra le parti significa che esso
vincola i contraenti (e soltanto essi). Raramente un contratto produce effetti
per terzi (eredi che subentrano nel contratto). Quando avviene
un’acquisizione societaria, la società che acquisisce subentra nelle
obbligazioni contrattuali dell’acquisito.
La causa e l’effetto del contratto devono essere leciti (legali), altrimenti il
contratto è nullo e non ha alcuna forza di legge.
• Esecuzione di buona fede (Art. 1375): il contratto deve essere
eseguito secondo buona fede. Se una delle parti non adempie all’obbligo
contrattuale, è tenuta al risarcimento del danno alla controparte.
Clausola penale e caparra
• Effetti della clausola penale (Art. 1382): la clausola, con cui si conviene
che, in caso d’indampimento o di ritardo nell’adempimento, uno dei
contraenti è tenuto ad una determinata prestazione, ha l’effetto di limitare il
risarcimento alla prestazione promessa, se non è stata convenuta la
risarcibilità del danno ulteriore. La penale è dovuta indipendentemente dalla
prova del danno.
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Ognuno è libero di inserire la clausola penale in qualsiasi contratto. La
funzione della clausola penale è di risarcimento del danno da parte del
soggetto inadempiente. L’ammontare del danno recato solitamente è deciso
dal giudice, ma la clausola penale stabilisce l’ammontare del danno da
risarcire in caso di inadempimento, riducendo i tempi.
La penale da performance è lo scarto qualitativo rispetto alla prestazione
dovuta.
• Riduzione della penale (Art. 1384): la penale pu essere diminuita
equamente dal giudice, se l’obbligazione principale è stata eseguita in parte
ovvero se l’ammontare della penale è manifestamente eccessivo, avuto
sempre riguardo all’interesse che il creditore aveva all’adempimento.
La penale pu essere quindi diminuita dal giudice se l’ammontare è
eccessivo.

Strumenti simili alla penale:


• Caparra confirmatoria (Art. 1385): se al momento della conclusione del
contratto una parte dà all’altra, a titolo di caparra, una somma di denaro o
una quantità di altre cose fungibili, la caparra, in caso di adempimento, deve
essere restituita o imputata alla prestazione dovuta.
Se la parte che ha dato la caparra è inadempiente, l’altra pu recedere dal
contratto, ritenendo la caparra; se inadempimente è invece la parte che l’ha
ricevuta, l’altra pu recedere dal contratto ed esigere il doppio della caparra.
Se per la parte che non è inadempiente preferisce domandare l’esecuzione o
la risoluzione del contratto, il risarcimento del danno è regolato dalle norme
generali. Es. Nella vendita di immobili, in caso di inadempimento del
venditore egli deve restituire la caparra e una somma pari a quella della
caparra.
• Caparra penitenziale (Art. 1386): se nel contratto è stipulato il diritto di
recesso per una o entrambe le parti, la caparra ha la sola funzione di
corrispettivo del recesso.
In questo caso, il recedente perde la caparra data o deve restituire il doppio
di quella che ha ricevuta.

• Perfezione del contratto (Art. 1549): il contratto si perfeziona con la


consegna dei titoli.
• Recesso unilaterale del contratto (Art. 1671): il committente pu recedere
dal contratto anche se è stata iniziata l’esecuzione dell’opera o la
prestazione del servizio, purchè tenga indenne l’appaltatore delle spese

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sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno. Il recesso dà la
possibilità di cambiare idea.

Contratti tipici e atipici


I contratti tipici sono quelli che hanno ricevuto una regolamentazione dal
codice o da una legge apposita. Altre volte la disciplina del contratto è fuori
dal codice, e si tratta di contratti atipici (es. franchising, che per è disciplinato
dalla legge n.126/2004; contratto di portiere; contratto d’albergo). I contratti
atipici non hanno regolamentazione giudiziale. Il giudice disciplina i contratti
atipici attenendosi all’interpretazione.
VIZI DEL CONTRATTO (Nullità, annullamento, rescissione)

Nullità del contratto


• Cause di nullità del contratto (Art. 1418): il contratto è nullo quando è
contrario a norme imperative, salvo che la legge disponga diversamente.

Annullamento del contratto


Il contratto è annullato ad iniziativa di una delle parti.
Il giudice si pronuncia sulla sospetta nullità del contratto sulla base della
documentazione che gli viene fornita.
Vi sono 4 casi in cui un contratto pu essere annullato:

1. Incapacità
La prima ragione per cui un contratto è annullabile è che sia stato stipulato da
un soggetto incapace, ovvero non in possesso della capacità di agire che si
acquista a 18 anni e che pu essere persa in caso di totale o parziale capacità
di intendere e di volere, in seguito a una sentenza che dichiara il soggetto
interdetto o inabilitato.
La persona che ha la rappresentanza del minore o dell’interdetto o la tutela
dell’inabilitato pu annullare il contratto.
• Incapacità delle parti (Art. 1425): il contratto è annullabile se una delle
parti era legalmente incapace di contrattare. È parimenti annullabile, quando
ricorrono le condizioni stabilite dall’art. 428, il contratto stipulato da persona
incapace d’intendere e di volere.
• Raggiri usati dal minore (Art. 1426): il contratto non è annullabile, se il
minore ha con raggiri occultato la sua minore età; ma la semplice
dichiarazione da lui fatta di essere maggiorenne non è di ostacolo
all’impugnazione del contratto

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2. Errore
• Rilevanza dell’errore (Art. 1428): l’errore è causa di annullamento del
contratto quando è essenziale ed è riconoscibile dall’altro contraente.
Il venditore omette di segnalare l’errore di giudizio da parte dell’acquirente,
traendo dunque vantaggio dal contratto.

3. Violenza (psichica o fisica)


• Violenza (Art. 1434): la violenza è causa di annullamento del contratto,
anche se esercitata da un terzo.
• Caratteri della violenza (Art. 1435): la violenza deve essere di tal
natura da fare impressione sopra una persona sensata e da farle temere di
esporre sè o i suoi beni a un male ingiusto e notevole. Si ha riguardo in
questa materia all’età, al sesso e alla condizione delle persone.

4. Dolo
• Dolo (Art. 1439): il dolo è causa di annullamento del contratto quando i
raggiri usati da uno dei contraenti sono stati tali che, senza di essi, l’altra
parte non avrebbe contrattato. Quando i raggiri sono stati usati da un terzo, il
contratto è annullabile se essi erano noti al contraente che ne ha tratto
vantaggio.
I raggiri sono la truffa, ovvero tutte le modalità truffaldine e disoneste con cui
si induce qualcuno a credere a qualcosa di diverso da quel che è.

• Prescrizione (Art. 1442): l’azione di annullamento si prescrive in 5 anni.


L’annullabilità è volta a tutelare il contraente, o che è più debole e quindi non
in grado di stipulare un contratto, oppure negli altri 3 casi (dolo, violenza,
errore) si tratta di un vizio della volontà, che è stata espressa ma è frutto o di
errori sulla natura del contratto, sulla situazione giuridica, o di minacce
oppure di comportamenti truffaldini che sono volti a trarre in inganno o a
nascondere certi elementi del contratto.
Un altro vizio del contratto è una situazione che si è presentata/verificata nel
momento in cui il contratto è stato concluso e ha influito sulla volontà di
concluderlo.
Se si ricorre a un usuraio, la volontà del contratto è espressa regolarmente
ma ci si trovava in uno stato di bisogno, noto all’altra parte che se ne è
approfittata.

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Rescissione del contratto
Terzo vizio del contratto dopo nullità e annullamento è la rescissione, che
avviene per i contratti conclusi in stato di bisogno (economico) o in caso di
pericolo.
• Contratto concluso in istato di pericolo (Art. 1447): il contratto con
cui una parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique, per la necessità,
nota alla controparte, di salvare sè o altri dal pericolo attuale di un danno
grave alla persona, pu essere rescisso sulla domanda della parte che si è
obbligata.
• Azione generale di rescissione per lesione (Art. 1448): se vi è
sproporzione, tra le prestazioni di una parte e quella dell’altra, e la
sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno di una parte, del quale l’altra ha
approfittato per trarne vantaggio, la parte danneggiata pu domandare la
rescissione del contratto.
L’azione non è ammissibile se la lesione non eccede la metà del valore che la
prestazione eseguita o promessa dalla parte danneggiata aveva al tempo del
contratto.
Le lesione deve perdurare fino al tempo in cui la domanda è proposta.
Non possono essere rescissi per causa di lesione i contratti aleatori.
• Offerta di modificazione del contratto (Art. 1450): il contraente contro
il quale è domandata la rescissione pu evitarla offrendo una modificazione
del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità.
La modificazione del contratto per ricondurlo ad equità deve portare il valore
del corrispettivo a un valore di mercato del bene, non inferiore al 50% + 1.

Risoluzione del contratto


La risoluzione del contratto si configura quando un contraente non ha
adempiuto alle obbligazioni che ha assunto stipulando il contratto.
I casi di risoluzione del contratto sono per inadempimento, impossibilità
sopravvenuta ed eccessiva onerosità sopravvenuta.

Le fonti di obbligazioni sono il contratto, l’atto illecito e altre obbligazioni.


Il contraente che subisce l’inadempimento dell’obbligazione è tutelato
giuridicamente. In parte è una scelta del contraente stesso che richiede la
risoluzione del contratto o chiede al giudice di imporre l’esecuzione del
contratto con una sentenza. In ambedue i casi ci deve essere un
risarcimento.
Pu esserci inadempimento anche senza un danno, in caso di mancato
guadagno (es. fotografo che perde un’opportunità lavorativa per mancata

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consegna di certi materiali, in questo caso richiederà al giudice la
risoluzione del contratto e il risarcimento per il lavoro perso, che consiste
nella somma che il fotografo avrebbe ricevuto per il lavoro). Il danno subito
non sempre è un danno per mancato guadagno/lucro cessante (es.
fotografo deve ricomprare attrezzatura perchè il venditore si è reso
inadempiente, ma ha dovuto pagare un prezzo maggiore e quindi ha subito
un danno. La differenza di prezzo tra le attrezzature deve essergli risarcita).
Il danno per mancato guadagno di giornate lavorative di un professionista o di
un lavoratore in proprio viene calcolato sulla media delle denunce dei redditi
della persona. In contrapposizione al mancato guadagno c’è il danno
emergente, ovvero le spese extra (es. taxi sfasciato, spese carrozzeria).
Il risarcimento del danno, sia in caso di inadempimento contrattuale o per il
risarcimento del danno ingiusto, sarà sempre articolato nel danno emergente
e lucro cessante.
Ai fini del risarcimento del danno, non c’è differenza normativa tra il danno
contrattuale e il danno extra contrattuale (danno ingiustamente arrecato per
negligenza, per colpa o per dolo).
Il discorso cambia se si considera il risarcimento del danno non patrimoniale
(morale), anche in relazione a contratti di inadempimento contrattuale. Il più
clamoroso di tutti è il risarcimento del danno da vacanza rovinata.

Risoluzione per inadempimento


L’inadempimento contrattuale obbliga il soggetto inadempiente a risarcire il
contratto.
• Diffida ad adempiere (Art. 1454): alla parte inadempiente l’altra pu
intimare per iscritto di adempiere in un congruo termine, con dichiarazione
che, decorso inutilmente, detto termine, il contratto s’intenderà senz’altro
risoluto.
Il termine non pu essere inferiore a 15 giorni, salvo diversa pattuizione delle
parti o salvo che, per la natura del contratto o secondo gli usi, risulti congruo
un termine minore. Decorso il termine senza che il contratto sia stato
adempiuto, questo è risoluto di diritto. È la tutela dei diritti del soggetto che
ha interesse a mantenere il contratto. È un invito ad adempiere entro un
termine non inferiore a 15 giorni.
Se trascorsi 15 giorni l’adempimento non arriva, il contratto è risolto e un
giudice dovrà accertare con una sentenza l’inadempimento.
• Risolubilità del contratto inadempimento (Art. 1453): nei contratti
con prestazioni corrispettive, quando uno dei contraenti non adempie le sue
obbligazioni, l’altro pu a sua scelte, l’altro pu a sua scelte chiedere
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l’adempimento o la risoluzione del contratto, salvo, in ogni caso, il
risarcimento del danno.
La risoluzione pu essere domandata anche quando il giudizio è stato
promosso per ottenere l’adempimento; ma non pu chiedersi l’adempimento
quando è stata domandata la risoluzione.
Dalla data della domanda di risoluzione l’inadempiente non pu più adempiere
la propria obbligazione.
• Clausola risolutiva espressa (Art. 1456): i contraenti possono
convenire espressamente che il contratto si risolva nel caso che una
determinata obbligazione non sia adempiuta secondo le modalità stabilite.
In questo caso, la risoluzione si verifica di diritto quando la parte interessata
dichiara all’altra che intende valersi della clausola risolutiva.
• Effetti della risoluzione (Art. 1458): la risoluzione del contratto per
inadempimento ha effetto retroattivo tra le parti, salvo il caso di contratti ad
esecuzione continuata o periodica, riguardo ai quali l’effetto della risoluzione
non si estende alle prestazioni già eseguite.
• Mutamento delle condizioni patrimoniali dei contraenti (Art. 1461):
ciascun contraente pu sospendere l’esecuzione della prestazione da lui
dovuta, se le condizioni patrimoniali dell’altro sono divenute tali da porre in
evidente pericolo il conseguimento della controprestazione, salvo che sia
prestata idonea garanzia.

Risoluzione per impossibilità sopravvenuta


• Impossibilità totale (Art. 1463): nei contratti con prestazioni
corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della
prestazione dovuta non pu chiedere la controprestazione, e deve restituire
quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione
dell’indebito.
• Impossibilità parziale (Art. 1464): quando la prestazione di una parte
è divenuta solo parzialmente impossibile, l’altra parte ha diritto a una
corrispondente riduzione della prestazione da essa dovuta, e pu anche
recedere dal contratto qualora non abbia un interesse apprezzabile
all’adempimento parziale.

Risoluzione per eccessiva onerosità


• Contratto con prestazioni corrispettive (Art. 1467): nei contratti a
esecuzione continuata o periodica ovvero a esecuzione differita, se la
prestazione di una delle parti è divenuta eccessivamente onerosa per il

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verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili, la parte che deve tale
prestazione pu domandare la risoluzione del contratto.
La risoluzione non pu essere domandata se la sopravvenuta onerosità
rientra nell’alea normale del contratto.
La parte contro la quale è domandata la risoluzione pu evitarla offrendo di
modificare equamente le condizioni del contratto.
• Contratto con obbligazioni di una sola parte (Art. 1468): se si tratta
di un contratto nel quale una sola delle parti ha assunto obbligazioni, questa
pu chiedere una riduzione della sua prestazione ovvero una modificazione
nelle modalità di esecuzione, sufficienti per ricondurla ad equità.
• Contratto aleatorio (Art. 1469): le norme degli articoli precedenti non si
applicano ai contratti aleatori per loro natura o per volontà delle parti.
• Contratti del consumatore (Art. 1469-bis): le disposizioni del presente
titolo si applicano a contratti del consumatore, ove non derogate dal codice
del consumo o da altre dispozioni più favorevoli per il consumatore.

Nei contratti a condizione differita, la garanzia è il fideiussore, che funge da


garanzia nel caso di mancato pagamento del contraente. Il garante pu
essere anche un datore di pegno o di ipoteca. Le banche esigono garanzie
reali e personali.

Contratto di agenzia
• Nozione di contratto di agenzia (Art. 1742): col contratto di agenzia
una parte assume stabilmente l’incarico di promuovere, per conto dell’altra,
verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona determinata. Il
contratto deve essere provato per iscritto. Ciascuna parte ha diritto di
ottenere dall’altra un documento della stessa sottoscritto che riproduca il
contenuto del contratto e delle clausole aggiuntive. Tale diritto è
irrinunciabile.
• Diritto di esclusiva (Art. 1743): il preponente non pu valersi
contemporaneamente di più agenti nella stessa zona e per lo stesso ramo di
attività, nè l’agente pu assumere l’incarico di trattare nella stessa zone e per
lo stesso ramo gli affari di più imprese in concorrenza tra loro.

Contratto di assicurazione
• Nozione di contratto di assicurazione (Art. 1882): l’assicurazione è il
contratto col quale l’assicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga
a rivalere l’assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da
un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un
evento attinente alla vita umana.
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Responsabilità civile
• Responsabilità contrattuale: è la responsabilità che fa capo al
soggetto che stipula un contratto e si rende inadempiente, e deve risarcire.
• Responsabilità extracontrattuale: un’altra forma di responsabilità
civile è quella di chi provoca un danno e deve risarcirlo (chi rompe paga).
Titoli di credito
• Adempimento alla prestazione (Art. 1992): il possessore di un titolo di
credito ha diritto alla prestazione in esso indicata verso presentazione del
titolo, purchè sia legittimato nelle forme prescritte dalla legge.
Il debitore, che senza dolo o colpa grave adempie la prestazione nei confronti
del possessore, è liberato anche se questi non è il titolare del diritto.
• Effetti del possesso di buona fede (Art. 1994): chi ha acquistato in
buona fede il possesso di un titolo di credito, in conformità delle norme che
ne disciplinano la circolazione, non è soggetto a rivendicazione.
I titoli di credito sono fondamentali nella pratica commerciale.
• Titoli rappresentativi (Art. 1996): i titoli rappresentativi di merci
attribuiscono al possessore il diritto alla consegna delle merci che sono in
essi specificate, il possesso delle medesime e il potere di disporne mediante
trasferimento del titolo.
Chi è in possesso ha il diritto di farsi consegnare le merci.
Es. Polizza di carico, fede di deposito.
Un tempo esistevano, ed esistono ancora, i magazzini generali, che erano dei
capannoni gestiti da un soggetto pubblico (generalmente le camere di
commercio) a disposizione di chiunque necessitasse uno spazio di
magazzino (come l’outsourcing).
Un titolo rappresentativo di merci più diffuso ad oggi è la polizza di carico,
ovvero il documento in cui sono descritte le merci che vengono consegnate a
un’impresa di trasporti o a un armatore, o a una compagnia aerea ecc.

Vi sono diversi modelli di titolo di credito:


Titoli al portatore
• Trasferimento del titolo e legittimazione del possessore (Art. 2003):
il trasferimento del titolo al portatore si opera con la consegna del titolo.
Il possessore del titolo al portatore è legittimato all’esercizio del diritto in esso
menzionato in base alla presentazione del titolo.
• Smarrimento e sottrazione del titolo (Art. 2006): non è ammesso
l’ammortamento dei titoli al portatore smarriti o sottratti.

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Titoli all’ordine
• Legittimazione del possessore (Art. 2008): il possessore di un titolo
all’ordine è legittimato all’esercizio del diritto in esso menzionato in base a
una serie continua di girate.
(Es. Assegno bancario)
• Forma della girata (Art. 2009): la girata deve essere iscritta sul titolo e
sottoscritta dal girante. è valida la girata anche se non contiene l’indicazione
del giratario. La girata al portatore vale come girata in bianco.

Titoli nominativi
• Legittimazione del possessore (Art. 2021): il possessore di un titolo
nominativo è legittimato all’esercizio del diritto in esso menzionato per effetto
dell’intestazione a suo favore contenuta nel titolo e nel registro dell’emittente.
• Trasferimento (Art. 2022): un’azione di una SPA è un titolo di credito
che rappresenta una quota del capitale sociale. Le azioni sono nominative e
soggette al doppio passaggio dell’articolo 2022.
Il titolare di un azione ha diritto a partecipare a un’assemblea o di delegare
una persona di fiducia e di ricevere i dividendi (gli utili sono ripartiti pro quota
agli azionisti).
L’effetto della cambiale è di differire un pagamento. Sono uno strumento
tipico del credito utilizzate da chi vuole effettuare una certa operazione ma
non dispone del denaro contante immediatamente, e rilascia al venditore una
o più cambiali con diverse scadenze.
Se essa non viene pagata pu esserci un’immediata rivalsa sui beni del
debitore.
Titoli rappresentativi di moneta (obbligazioni, azioni).

Pagamento dell’indebito
• Indebito oggettivo (Art. 2033): chi ha eseguito un pagamento non
dovuto ha diritto di ripetere ci che ha pagato.
L’indebito oggettivo presuppone la mancanza di un’obbligo.
• Obbligazioni naturali (Art. 2034): non è ammessa la ripetizione di
quanto è stato spontaneamente prestato in esecuzione di doveri morali o
sociali, salvo che la prestazione sia stata eseguita da un incapace.
• Indebito soggettivo (Art. 2036): chi ha pagato un debito altrui,
credendosi debitore in base a un errore scusabile, pu ripetere ci che ha
pagato, sempre che il creditore non si sia privato in buona fede del titolo o
delle garanzie del credito.

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Fatti illeciti e risarcimenti
• Risarcimento per fatto illecito (Art. 2043): qualunque fatto doloso o
colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha
commesso il fatto a risarcire il danno.
Vi è un obbligo di risarcimento dei danni ingiusti, a differenza dei danni giusti
del seguente articolo.
• Legittima difesa (Art. 2044): non è responsabile chi cagiona il danno
per legittima difesa di sè o di altri.
La legittima difesa è un danno giusto, ma riguarda solamente le persone
fisiche e non beni personali. Deve esserci contestualità e proporzionalità tra
minaccia e difesa.
• Stato di necessità (Art. 2045): quando chi ha compiuto il fatto dannoso
vi è stato costretto dalla necessità di salvare sè o altri dal pericolo attuale di
un danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui volontariamente
causato nè era altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta un’indennità, la
cui misura è rimessa all’equo apprezzamento del giudice.
(Es. vetrina sfondata per evitare di investire un bambino, chi subisce il danno
ha diritto solamente a un’indennità)
L’ingiustizia del danno non sussiste quando c’è una causa di
giustificazione, ovvero il consenso dell’avente diritto. Se non ricorrono
cause di giustificazione il danno è sempre ingiusto e vi è l’obbligo di
risarcimento, L’esercizio di un diritto pu provocare danni.
Per i danni provocati da minori a scuola, ne sono responsabili gli insegnanti.
Anche i datori di lavoro possono essere responsabili dei danni provocati dai
loro dipendenti, secondo l’articolo 2049 (es. commessi).
• Responsabilità dei padroni e dei committenti (Art. 2049): i padroni e
i committenti sono responsabili per i danni arrivati dal fatto illecito dei loro
domestici e commessi nell’esercizio delle incombenza a cui sono adibiti.
• Responsabilità per l’esercizio di attività pericolosa (Art. 2050):
chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa,
per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento
se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.
Es. distribuzione del gas. Vi è sempre un risarcimento almeno che non sia
provato che il danno causato fosse inevitabile, e che siano state adottate tutte
le misure possibili per evitare il danno.
L’onere della prova è invertito, e non è il danneggiato a dover provare di aver
subito un danno, ma il danneggiante che deve provare di non esser
responsabile del danno. • Rovina di edificio (Art. 2053): il proprietario di un
edificio o di altra costruzione è responsabile dei danni cagionati dalla loro
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rovina, salvo che provi che questa non è dovuta a difetto di manutenzione o a
vizio di costruzione.
Danni provocati dalla rovina di un edificio o di altra costruzione, di cui è
responsabile il proprietario (es. edificio che perde pezzi e provoca danni).
• Circolazione di veicoli (Art. 2054): danni provocati dai conducenti di
veicoli senza rotaie.
• Valutazione dei danni (Art. 2056): il risarcimento dovuto al
danneggiato si deve determinare secondo le disposizioni degli Artt. 1223,
1226, 1227.
Il lucro cessante è valutato dal giudice con equo apprezzamento delle
circostanze del caso.
I proprietari di animali sono responsabili dei danni cagionati dall’animale.
Si tratta di responsabilità indirette.
Il danno emergente è rappresentato dalla fattura. Il lucro cessante è
rappresentato dalla perdita monetaria del danneggiato.
Il danno è sempre ricondotta ad una valutazione economica, di cui esistono
vari criteri (es. valutazione reddito della persona).

LIBRO V: DEL LAVORO (Artt. 2060 -> 2642)

L’impresa è un’organizzazione complessa, a differenza dell’esercizio della


professione intellettuale.
• Imprenditore (Art. 2082): è imprenditore chi esercita professionalmente
un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di
beni o servizi. L’articolo definisce l’imprenditore e non l’impresa. Esso è il
soggetto che esercita professionalmente un’attività economica organizzata
e finalizzata alla produzione o allo scambio di beni o servizi.
Il termine professionalmente si contrappone ad occasionalmente: si pu
occasionalmente compiere un atto astrattamente considerato come attività
commerciale, ma non si diventa imprenditori fino a che l’attività rimane
occasionale. L’attività stagionale è un’attività professionale, anche se essa ha
una durata breve.
Non c’è cenno al fine di lucro, e alla produzione di un reddito che non sono
elementi costitutivi dell’attività imprenditoriale.

Le ONLUS esercitano attività d’impresa ma non al fine di realizzare un profitto


ma di creare e di fornire delle opportunità di vario genere per dare lavoro e
garantire un reinserimento sociale a certe categorie di persone.
L’attività d’impresa ha il suo fondamento nell’art. 41 Cost., sulla libertà
dell’iniziativa economica privata. L’art. 42 Cost. enfatizza come anche la
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proprietà privata sia libera. Se vi è un cambiamento in certe disposizioni con
l’entrata in vigore di una nuova legge, un soggetto che ancora non è sotto
processo viene sottomesso alla nuova legge se essa affievolisce la pena
dell’imputato. La scelta è sempre a favore dell’imputato.
• Piccoli imprenditori (Art. 2083): sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti
del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano
un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e
dei componenti della famiglia. Ci sono alcune agevolazioni per i piccoli
imprenditori, motivi per cui vengono distinti dall’imprenditore.
In sede di stipulazione dei contratti, i piccoli imprenditori sono equiparati ai
consumatori. • Condizioni per l’esercizio dell’impresa (Art. 2084): la
legge determina le categorie d’imprese il cui esercizio è subordinato a
concessione o autorizzazione amministrativa.

Fallimento di un’impresa
• Il fallimento, che sta cambiando con il Codice del fallimento, è disciplinato
dalla legge fallimentare del 1942. Di fronte alla crisi dell’impresa, il cui
presupposto è l’insolvenza ovvero l’impossibilità di far fronte alle proprie
obbligazioni con mezzo ordinario di pagamento.
La dichiarazione di fallimento è pronunciata dalla sezione fallimentare del
Tribunale. Il fallimento pu essere richiesto dall’imprenditore o da qualsiasi
creditore che non ottiene ci che gli spetta.
Il curatore (solitamente un commercialista) si sostituisce all’imprenditore e
prende in mano la situazione. Sotto sorveglianza del giudice delegato che lo
ha nominato, il curatore redige lo stato passivo ed incarica degli avvocati di
recuperare crediti laddove ce ne siano.
I soggetti sono il giudice delegato, il curatore e il comitato dei creditori.
Il compito del curatore è di individuare quante più risorse possibili per
soddisfare i creditori. Vi sono varie tipologie di creditori: i creditori privilegiati,
come i dipendenti, avvocati, INPS, INAIL; e i creditori chirografari, meno
tutelati.
Viene sacrificata l’impresa per tutelare i creditori.
• Nel 2006 vi è stata una revisione della legge fallimentare, e l’interesse
principale è diventato quello di mantenere l’impresa in quanto essa crea
ricchezza e posti di lavoro. Il bene da tutelare è l’impresa, e il tribunale
nomina un soggetto che si sostituisce all’imprenditore per portare l’impresa
fuori dalla crisi, questo avviene tramite piani di sanamento elaborati da
un’analista e da un commercialista. Il piano deve indicare le ragioni della crisi,
le ragioni per cui la crisi è superabile e il tempo utile per il risanamento. In
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caso di superamento della crisi, i creditori hanno il vantaggio di poter
recuperare per intero il loro credito.
La bancarotta fraudolenta è un reato di chi, trovandosi in una situazione di
crisi ha favorito determinati creditori.
I piani di risanamento devono essere effettuati da persone competenti. Anche
il piccolo imprenditore pu fallire.
Negli USA esiste il fallimento individuale, in cui una persona fisica non pu far
fronte alle proprie obbligazioni e fallisce. A quel punto tutti suoi beni sono
inventariati e resi disponibili per i creditori. Questa figura è entrata a far parte
del nostro ordinamento con la legge 27 gennaio 2012 n.3.
Il sovraindebitamento è la situazione di perdurante squilibrio tra le
obbligazioni e il patrimonio, e l’incapacità di adempiere alle proprie
obbligazioni.
Con l’ausilio degli organismi di composizione della crisi, si viene ad un
accordo di ristrutturazione dei debiti e di soddisfazione dei crediti sulla base
di un piano che indichi le garanzie rilasciate per l’adempimento dei debiti e le
modalità per l’eventuale liquidazione dei beni.
L’articolo 14 cita gli organismi di composizione della crisi.
Rapporto di lavoro subordinato
La disciplina del rapporto di lavoro è cambiata nel corso degli anni.

Scritture contabili
• Libri obbligatori e altre scritture contabili (Art. 2214): l’imprenditore
che esercita un’attività commerciale deve tenere il libro giornale e il libro degli
inventari.
Deve altresì tenere le altre scritture contabili che siano richieste dalla natura e
dalle dimensioni dell’impresa e conservare ordinatamente per ciascun affare
gli originali delle lettere, dei telegrammi e delle fatture ricevute, nonchè le
copie delle lettere, dei telegrammi e delle fatture spedite.
Anche i piccoli imprenditori devono tenere i libri obbligatori e scritture
contabili.
• Modalità di tenuta delle scritture contabili (Art. 2215): i libri contabili,
prima di essere messi in uso, devono essere numerati progressivamente in
ogni pagina.
• Documentazione informatica (Art. 2215 bis): i libri, i repertori e la
documentazione la cui tenuta è obbligatoria per disposizione di legge o di
regolamento o che sono richiesti dalla natura o dalle dimensioni dell’impresa
possono essere formati e tenuti con strumenti informatici.

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• Contratto d’opera (Art. 2222): quando una persona si obbliga a
compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro
prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del
committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il rapporto
abbia una disciplina particolare nel libro IV.
È un tipo di contratto in base alle prestazioni sia materiali che intellettuali.
• Difformità e vizi dell’opera (Art. 2226): l’accettazione espressa o
tacita dell’opera libera il prestatore d’opera dalla responsabilità per difformità
o vizi della medesima, se all’atto dell’accettazione questi erano noti al
committente o facilmente riconoscibili, purchè in questo caso non siano stati
dolosamente occultati. Il committente deve, a pena di decadenza, denunziare
le difformità e i vizi occulti al presentatore d’opera entro 8 giorni dalla
scoperta. L’azione si prescrive entro un anno dalla consegna.
I professionisti intellettuali hanno un regime contrattuale meno severo se la
prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà.
Rispondono solo nei casi di dolo o di colpa grave, e sono quindi esentati
dalle responsabilità per colpa lieve. È l’unico caso in cui un soggetto di
un’obbligazione risponde solo nei casi di colpa grave.
• Esercizio delle professioni intellettuali (Art. 2229): sono intellettuali
tutte le professioni che prevedono l’iscrizione a determinati albi o elenchi, e di
essere quindi muniti di un certo titolo di studio, aver superato l’esame di Stato
ed essere abilitati dunque all’esercizio di tale professione intellettuale.
Alcune professioni non sono disciplinate: le professioni prive di una disciplina
legislativa possono essere esercitate da chiunque.
Si parla di professioni protette e professioni libere.
Le tariffe professionali vanno contro all’interesse dei professionisti stessi, in
quanto riducono la concorrenza che si avrebbe se ogni professionista
potesse liberamente fissare le proprie tariffe.
Un professionista radiato non pu ottenere più l’iscrizione all’albo: la
radiazione dall’esercizio di una professione avviene nei casi più gravi (es.
medici che hanno assistito qualcuno nella propria volontà di morire).
• Mancanza d’iscrizione (Art. 2231): quando l’esercizio di un’attività
professionale è condizionato all’iscrizione in un albo o elenco, la prestazione
eseguita da chi non è iscritto non gli dà azione per il pagamento della della
retribuzione. La cancellazione dall’albo o elenco risolve il contratto in corso,
salvo il diritto del prestatore d’opera al rimborso delle spese incontrate e a un
compenso adeguato all’utilità del lavoro compiuto.

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Marchio, ditta e insegna
Sono i segni distintivi dell’imprenditore e dell’impresa.
• Il marchio è un segno grafico che identifica un prodotto o un servizio (artt.
2569 -> 2574). Contratti di licenza d’uso del marchio: il titolare ha l’ultima
parola in merito all’approvazione dell’applicazione del proprio marchio sui
prodotti.
• La ditta è il nome sotto il quale l’imprenditore svolge la sua attività, e pu
coincidere con il marchio (es. Coca Cola, Ferrari). Ditta (Art. 2563):
l’imprenditore ha diritto all’uso esclusivo della ditta da lui prescelta.
La ditta deve contenere almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore.
• L’insegna è l’emblema per i locali nei quali si esercita un’impresa (art.
2568).
LIBRO VI: DELLA TUTELA DEI DIRITTI (Artt. 2643 -> 2969)

• Beni per i quali è soggetta la pubblicità (Art. 2683): devono essere resi
pubblici col mezzo della trascrizione, osservate le altre forme di pubblicità
stabilite dalla legge, gli atti menzionati negli articoli seguenti, quando hanno
per oggetto: navi e galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della
navigazione; aeromobili iscritti nei registri indicati dallo stesso codice;
autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico.
Prove
Il compito del giudice non è di ricercare le prove o di ricostruire i fatti.
La verità processuale è quella che si verifica con una sentenza definitiva e
non sempre coincide con la verità.
I diritti sono riconosciuti quando vengono disciplinate le modalità per farli
valere.
• Onere della prova (Art. 2697): chi vuol far valere un diritto in giudizio
deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Chi eccepisce
l’inneficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto
deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.

Al giudice si sottopongono le prove documentali, tra cui il più importante è


l’atto pubblico: • Atto pubblico (Art. 2699): l’atto pubblico è il documento
redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale
autorizzato ad attribuirgli pubblica fede nel luogo dove l’atto è formato.
Rappresenta un documento molto autorevole, e fa piena prova fino a querela
di falso della provenienza del documento o nelle dichiarazioni dei fatti
attestati dal pubblico ufficiale. Esso è inoppugnabile sia nella forma che nei

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contenuti, a meno che non sia dimostrata la falsità che si prova in sede
giudiziaria o che esso sia frutto di fotomontaggi.
Esso pu essere falso nei suoi contenuti, ed è stato redatto in malafede da un
pubblico ufficiale o con errore, quindi con colpa e non dolo.
• Efficacia della scrittura privata (Art. 2702): la scrittura privata fa piena
prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l’ha
sottoscritta, se colui contro il quale la scrittura è prodotta ne riconosce la
sottoscrizione, ovvero se questa è legalmente considerata come riconosciuta.
• Sottoscrizione autenticata (Art. 2703): si ha per riconosciuta la
sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ci
autorizzato.
L’autenticazione consiste nell’attestazione da parte del pubblico ufficiale che
la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza. Il pubblico ufficiale deve
previamente accertare la idoneità della persona che sottoscrive.
• Riproduzioni meccaniche (Art. 2712): le riproduzioni fotografiche,
informatiche o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere,
ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova
dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non
disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime.
Se una parte dichiara un documento falso, il giudice incaricherà un
consulente tecnico d’ufficio che esaminerà il documento.
Non ci si pu esimere dal testimoniare.
La sentenza di appello (secondo grado) pu confermare la sentenza di primo
grado. Nel terzo grado il giudizio spetta alla Corte di Cassazione, a cui ci si
appella per giudizi di legittimità: verifica che non siano stati commessi errori
di diritto dai giudici.
La Corte di Cassazione pu confermare la sentenza, che diventa quindi
definitiva, oppure pu annullare la sentenza e rimandare la causa a un giudice
di secondo grado perchè emetta un nuovo giudizio anche sulla base delle
indicazioni date.

• Esecuzione specifica dell’obbligo di concludere un contratto (Art.


2932): se colui che è obbligato a concludere un contratto non adempie
l’obbligazione, l’altra parte, qualora sia possibile e non sia escluso dal titolo,
pu ottenere una sentenza che produca gli effetti del contratto non concluso.
Agli eredi si trasmettono anche le obbligazioni contrattuali, qualora sia
possibile. In molti contratti (solitamente di atleti) sono previsti dei
divieti di esercitare attività pericolose che potrebbero provocare
lesioni o morte con danno per la società.
64 di 74
Se il contraente muore per avere contravvenuto un divieto contrattuale, la
società ha diritto a un risarcimento per inadempimento da parte degli eredi.
L’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario è obbligatoria se tra gli
eredi ci sono dei minori.

Prescrizione
La prescrizione è l’estinzione di un diritto nel caso in cui il titolare non lo
eserciti nel termine determinato dalla legge.
Ogni diritto si estingue per prescrizione quando non viene esercitato dal
titolare legittimo, e la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il
diritto pu essere fatto valere.
• Prescrizione ordinaria (Art. 2946): salvi i casi in cui la legge dispone
diversamente (es. reati penali più gravi, quali la strage), i diritti si estinguono
per prescrizione con il decorso di 10 anni.

Codice del consumo


Il Codice del consumo è una legge della Repubblica italiana, emanata nel
2005 a tutela dei diritti dei consumatori. Nel codice si disciplinano le attività
delle associazioni di consumatori e dei contratti riguardanti i consumatori
rispetto alla vendita di determinati oggetti.
Un medesimo argomento pu essere disciplinato in maniera differente nel
Codice Civile. Se i soggetti della vendita non sono consumatori (es.
imprenditori), si applicano le norme del Codice civile.
Se il soggetto è un consumatore, si applicano leggi del Codice del consumo,
al fine di tutelare il consumatore. Soggetti diversi portano quindi
all’applicazione di norme diverse, come venne anche stabilito dal Code
Napole n (secondo il principio di egalitè proprio della Rivoluzione francese).
Non si tratta di una questione di status di privilegio, ma di protezione.
Alla radice della tutela dei consumatori vi è infatti il bilanciamento in favore
del consumatore. Ci sono leggi speciali che rilevano lo status soggettivo.
L’interlocutore di un consumatore per un bene venduto è il venditore stesso.
In caso di difetti, il consumatore pu richiedere riparazione, sostituzione, uno
sconto o la risoluzione del contratto con la restituzione del denaro.
Se un oggetto è comprato con partita IVA, ovvero da un professionista, le
norme applicabili cambiano in quanto non si tratta di un consumatore: in
questo caso l’interlocutore è il produttore del bene.
Il contratto non sempre è un rapporto tra uguali. Molti rapporti contrattuali
sono caratterizzati dalla supremazia di una parte rispetto all’altra, soprattutto
nei rapporti di lavoro.

65 di 74
Negli anni ’60 furono emanate le prime leggi a tutela dei lavoratori in Italia,
con il fine di riequilibrare il rapporto lavorativo tra due individui, in favore della
parte debole del rapporto.
Si sono verificati casi in cui certe agenzie si accordavano per un allineamento
dei prezzi. Queste agenzie sono state successivamente condannate con
multe multi-milionarie, in percentuale al proprio fatturato o alle quote di
mercato.
È la raccolta delle regole nelle quali si traduce la tutela dei consumatori.
Sono regole speciali in funzione dello status di uno dei contraenti, in questo
caso dello status del consumatore.
Il medesimo acquisto è soggetto a regole diverse per soggetti diversi
(consumatore, imprenditore che acquista per attività professionale, chiamato
professionista nel codice per una traduzione errata di “professionel” dal
francese, e un errore da parte del legislatore che ha mantenuto il termine).
Il venditore risponde solamente per gli acquisti ad opera del consumatore.

Art. 3 Codice del consumo


Il comma 5 risolve il problema dell’imprenditore chiamato professionista nel
codice.
Il consumatore è la persona fisica che contrae esclusivamente per finalità
personali.

Le clausole
vessatorie •
Direttiva UE n.93/13.
Recepita in Italia dapprima con artt. 1469-1469 sexies codice civile, poi dagli
articoli 3 ss. D. Lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo.
Nel codice civile è rimasto un riferimento nella parte conclusiva dei contratti,
che specifica come le regole applicabili nei contratti del consumatore sono
nel codice del consumo.

A favore di soggetti diversi del consumatore, il legislatore ha fatto riferimento


a chi non è consumatore nel Codice del consumo.

Art. 18.1 Codice del consumo, alinea d-bis


Ai fini delle Pratiche commerciali, pubblicità e altre comunicazioni
commerciali, anche le “microimprese”: “entitù, società di persone o
associazioni, che, a prescindere dalla forma giuridica esercitano un’attività
economica artigianale e altre attività a titolo individuale o familiare”.
Microimprese: Chi totalizza un fatturato non superiore ai 2 milioni di euro
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Questa risale alla legge 27/2012 e rappresenta una svolta culturale, poichè
era logico che attività artigianali dovessero essere parificate ai consumatori
per quanto concerne la mancanza di potere nei confronti di un contraente
forte.

Art. 18 e seguenti Codice del consumo (pratiche commerciali


ingannevoli)
Diritto di ripensamento per i contratti stipulati al di fuori dei locali commerciali
(negozi, punti di vendita), 15 giorni. Non deve costare nulla al consumatore,
che deve mandare una raccomandata al venditore con la volontà scritta del
volere di recedere dal contratto. In un locale commerciale, l’acquirente è a
conoscenza di trovarsi in un punto di vendita con l’intenzione di acquistare. Al
di fuori dei locali commerciali, ci si pu trovare sorpresi in un’attività di
acquisto, in situazioni in cui si è psichicamente indifesi e aggrediti da
qualcuno che l’intenzione di far stipulare un contratto.
I contratti elettronici rientrano in un’altra casistica (vendite a distanza, per
corrispondenza).

Disciplina della subfornitura nelle attività produttive (l.192/1998) • Abuso


di dipendenza economica (Art. 9 Codice del consumo)
1. È vietato l’abuso da parte di una o più imprese dello stato di
dipendenza economica nel quale si trova, nei suoi o nei loro riguardi, una
impresa cliente o fornitrice. Si considera dipendenza economica la situazione
in cui un’impresa sia in grado di determinare, nei rapporti commerciali con
un’altra impresa, un eccessivo squilibrio di diritti e di obblighi. La dipendenza
economica è valutata tenendo conto anche della reale possibilità per la parte
che abbia subito l’abuso di reperire sul mercato alternative soddisfacenti.
2. L’abuso pu anche consistere nel rifiuto di vendere o nel rifiuto di
comprare, nella imposizione di condizioni contrattuali ingiustificatamente
gravose o discriminatorie, nella interruzione arbitraria delle relazioni
commerciali in atto.
3. Il patto attraverso il quale si realizzi l’abuso di dipendenza economica è
nullo. Il giudice ordinario competente conosce delle azioni in materia di abuso
di dipendenza economica, comprese quelle inibitorie e per il risarcimento dei
danni.

Rappresenta il primo caso di intervento del legislatore a favore della piccola


impresa.

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La legge salvaguarda il contratto di subfornitura, al fine di proteggere la parte
debole. “Eccessivo squilibrio” questo lascia un grande spazio per
l’interprete (il giudice), che ha un’eccessiva discrezionalità.

Le clausole vessatorie inserite nei contratti sono disciplinate dall’art. 1341 del
codice civile. Non vi è possibilità di accettazione di clausole vessatorie da
parte dei consumatori (sono nulle per i consumatori), tranne nel caso previsto
dal comma 4 dell’art. 34 codice del consumo.

Nullità delle clausole


Le disposizioni degli Artt. 33 ss. riferiscono ai consumatori, mentre le
clausole vessatorie inserite nei contratti fra operatori rimangono disciplinate
dall’art. 1341 del codice civile. Le clausole esemplificativamente indicate
dall’art. 33 del codice del consumo, ed altre analoghe, sono nulle quando
inserite nelle condizioni generali di contratto predisposte da un’impresa.
Sono invece efficaci se l’impresa prova che vi è stata una trattativa
individuale e che il consumatore le ha volute (art. 34.4 codice del consumo,
probatio diabolica).

Contenuto delle clausole (grey list)


• Art. 33 Codice del consumo: clausole vessatorie nel contratto tra
professionista e consumatore. Nel contratto concluso tra il consumatore ed il
professionista si considerano vessatorie le clausole che, malgrado la buona
fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei
diritti e degli obblighi derivanti dal contratto.
In relazione al contratto di cui al primo comma, il consumatore è la persona
fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale
eventualmente svolta. Il professionista è la persona fisica o giuridica, pubblica
o privata che, nel quadro della sua attività imprenditoriale o professionale,
utilizza il contratto di cui al primo comma. Si presumono vessatorie fino a
prova contraria le clausole che hanno per oggetto o per effetto di:
A) escludere o limitare la responsabilità del professionista in caso di morte
o danno alla persona del consumatore, risultante da un fatto o da
un’omissione del professionista;
B) escludere o limitare le azioni o i diritti del consumatore nei confronti del
professionista o di un’altra parte nel caso di inadempimento totale o parziale
o di adempimento inesatto dal parte del professionista;
C) escludere o limitare l’opponibilità da parte del consumatore della
compensazione di un debito nei confronti del professionista con un credito
vantato nei confronti di quest’ultimo; D) prevedere un impegno definitivo del
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consumatore mentre l’esecuzione della prestazione del professionista è
subordinata ad una condizione il cui adempimento dipende unicamente dalla
sua volontà.
E) consentire al professionista di trattenere una somma di denaro versata
dal consumatore se quest’ultimo non conclude il contratto o ne recede, senza
prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista e di esigere
dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest’ultimo a non
concludere il contratto oppure a recedere;
F) imporre al consumatore, in caso di inadempimento o di ritardo
nell’adempimento, il pagamento di una somma di denaro a titolo di
risarcimento, clausola penale o altro titolo equivalente d’importo
manifestamente eccessivo;
G) riconoscere al solo professionista e non anche al consumatore la
facoltà di recedere dal contratto, nonchè consentire al professionista di
trattenere anche solo in parte la somma versata dal consumatore a titolo di
corrispettivo per prestazioni non ancora adempiute, quando sia il
professionista a recedere da contratto;
H) consentire al professionista di recedere da contratti a tempo
indeterminato senza un ragionevole preavviso, tranne nel caso di giusta
causa.
I) stabilire un termine eccessivamente anticipato rispetto alla scadenza
del contratto per comunicare la disdetta al fine di evitare la tacita proroga o
rinnovazione;
L) prevedere l’estensione dell’adesione al consumatore a clausole che
non ha avuto la possibilità di conoscere prima della conclusione del contratto;
M) consentire al professionista di modificare unilateralmente le clausole del
contratto, ovvero le caratteristiche del prodotto o del servizio da fornire,
senza un giustificato motivo indicato nel contratto stesso;
N) stabilire che il prezzo dei beni o dei servizi sia determinato al momento
della consegna o della prestazione;
O) consentire al professionista di aumentare il prezzo del bene o del
servizio senza che il consumatore possa recedere se il prezzo finale è
eccessivamente elevato rispetto a quello orginariamente convenuto;
P) riservare al professionista il potere di accertare la conformità del bene
venduto o del servizio prestato a quello previsto nel contratto o conferitogli il
diritto esclusivo d’interpretare una clausola qualsiasi del contratto.
Q) limitare la responsabilità del professionista rispetto alle obbligazioni
derivanti dai contratti stipulati in suo nome dai mandatari o subordinare
l’adempimento delle suddette obbligazioni al rispetto di particolari formalità;
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R) limitare o escludere l’opponibilità dell’eccezione d’inadempimento da
parte del consumatore;
S) consentire al professionista di sostituire a sè un terzo nei rapporti
derivanti dal contratto, anche nel caso di preventivo consenso del
consumatore, qualora risulti diminuita la tutela dei diritti di quest’ultimo;
T) sancire a carico del consumatore decadenze, limitazioni della facoltà di
opporre eccezioni, deroghe alla competenza dell’autorità giudiziaria,
limitazioni all’allegazione di prove, inversioni o modificazioni dell’onere della
prova, restrizioni alla libertà contrattuale nei rapporti con i terzi;
U) stabilire come sede del foro competente sulle controversie località
diversa da quella di residenza o domicilio del elettivo del consumatore.
Sono vessatorie, e quindi nulle, le clausole che escludono o limitano la
responsabilità dell’imprenditore in causa di danno o morte del consumatore.

• Clausole da esonero di responsabilità (Art. 1229)


Le clausole di limitazione o di esonero della responsabilità sono nulle nei casi
di dolo e colpa grave.

Chi si comporta con dolo o colpa grave perde il beneficio di avvalersi di


clausole che limitano la responsabilità.
Le clausole di esonero o di esclusione della responsabilità sono nulle se
vessatorie (o secondo quanto stabilisce l’art. 1229).
Sono nulle le clausole in cui il consumatore assume un impegno definitivo ma
l’altra parte si assume la possibilità di recedere.
Sono nulle quelle in cui in caso di inadempimento del consumatore, l’impresa
trattiene l’importo, ma l’azienda pu rendersi inadempiente senza che il
consumatore abbia diritto ad ottenere il doppio.
Il prezzo non pu essere cambiato unilateralmente.
Quando un consumatore è coinvolto in una causa, che sia attore o
convenuto, il foro competente, il tribunale, coincide con la residenza del
consumatore.
L’articolo 1341 del codice civile (doppia firma per clausole vessatorie)
indica anche le regole di procedura civile, la deroga alla competenza
territoriale che stabilisce quali tribunali regolano certe controversie.
Solitamente, il criterio generale prevede che la procedura giudiziale si
svolga in un tribunale nel territorio di residenza del convenuto. Il codice
dice che è nulla ogni esclusione della responsabilità dell’albergatore per i
furti nelle camere, anche in presenza di cartelloni.

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La responsabilità dell’albergatore è limitata al prezzo di 100 volte una notte
nella camera. In questo caso vi è una limitazione della responsabilità

Blacklist art. 36: clausole nulle insanabilmente.


Quando singole cause sono state oggetto di negoziazioni tra le parti e il
consumatore ha voluto a tutti i costi che fosse inserite clausole a lui
sfavorevoli.
La nullità opera soltanto a vantaggio del consumatore e pu essere rilevata
d’ufficio dal giudice.
È nulla ogni clausola contrattuale che, prevedendo l’applicabilità al contratto
di una legislazione di un Paese extracomunitario, abbia l’effetto di privare il
consumatore della protezione assicurata dal presente capo, laddove il
contratto presenti un collegamento più stretto con il territorio di uno Stato UE.
Sono nulle le clausole in cui il consumatore ha firmato l’avvenuta trattativa di
certe clausole scritte sul contratto (forma di raggiro).

Le clausole considerate vessatorie ai sensi degli Artt. 33 e 34 sono nulle


mentre il contratto rimane valido per il resto.
Sono nulle le clausole che, quantunque oggetto di trattativa, abbiano per
oggetto o per effetto di:
1) escludere o limitare la responsabilità del professionista in caso di morte
o danno alla persona del consumatore, risultante da un fatto o da
un’omissione del professionista; 2) escludere o limitare le azioni del
consumatore nei confronti del professionista o di un’altra parte in caso di
inadempimento totale o parziale, o di adempimento inesatto da parte del
professionista;
3) prevedere l’adesione del consumatore come estesa a clausole che non ha
avuto, di fatto, la possibilità di conoscere prima della conclusione del
contratto.

La nullità opera soltanto a vantaggio del consumatore e pu essere rilevata


d’ufficio dal giudice.
È nulla ogni clausola contrattuale che, prevedendo l’applicabilità al contratto
di una legislazione di un Paese extracomunitario, abbia l’effetto di privare il
consumatore dalla protezione assicurata dal presente capo, laddove il
contratto presenti un collegamento più stretto con il territorio di uno Stato
membro dell’Unione europea.

Azione inibitoria (art. 37)


- Le Camere di commercio
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- Le associazioni dei consumatori
- Le associazioni imprenditoriali
Possono chiedere al giudice di ordinare all’impresa di cessare
immediatamente di utilizzare condizioni generali di contratto contenenti
clausole vessatorie. Questi soggetti hanno l’intenzione di agire nei confronti
degli imprenditori scorretti per via della concorrenza sleale che deriva dalle
clausole vessatorie.
Il consumatore che ha subito una clausola di questo tipo, dopo aver
sottoscritto il contratto, pu minacciare un’azione legale alla controparte o
rivolgersi al giudice.
L’azione inibitoria è uno strumento previsto dal legislatore, mediante il quale
si chiede al tribunale se vi sono clausole vessatoria e, se ci sono, di
eliminarle dal contratto.

• Tutela amministrativa contro le clausole vessatorie (Art. 37-bis Codice


del consumo): 1. L’autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, previo
accordo con le associazioni di categoria, d’ufficio o su denuncia dei
consumatori interessati dichiara la vessatorietà delle clausole inserite nei
contratti tra professionisti e consumatori che si concludono mediante
adesione a condizioni generali di contratto o con la sottoscrizione di moduli,
modelli o formulari.
2. Il provvedimento che accerta la vessatorietà della clausola è diffuso
mediante pubblicazione su apposita sezioni del sito internet istituzionale
dell’Autorità, sul sito dell’operatore che adotta la clausola ritenuta vessatoria
e mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all’esigenza di
informare compiutamente i consumatori.
4. In materia di tutela giurisdizionale, contro gli atti dell’Autorità, adottati in
applicazione del presente articolo, è competente il giudice amministrativo. È
fatta salva la giurisdizione del giudice ordinario sulla validità delle clausole
vessatorie e sul risarcimento del danno. (Es. Contratto di FIAT che prevedeva
la rinuncia da parte dell’acquirente di avvalersi del rimedio della risoluzione
contrattuale in caso di inadempimento - considerata vessatoria). L’Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato pu dichiarare certe clausole
vessatorie.
Non sono organi giudiziari ma amministrativi, e non emettono sentenze ma
decisioni.

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• Diritto di interpello (Art. 37-bis Codice del consumo): l’articolo, sempre al
fine di prevenire l’inserimento di clausole vessatorie nei contratti di massa,
istituisce il procedimento di interpello, già sperimentato in sede fiscale.
Le imprese interessate avranno quindi facoltà di interpellare preventivamente
l’Autorità in merito alla vessatorietà delle clausole che intendono utilizzare nei
rapporti commerciali con i consumatori. Le clausole non ritenute vessatorie a
seguito di interpello, possono essere successivamente valutate dall’Autorità e
dichiarate vessatorie con un provvedimento formale.
L’efficacia dell’interpello preventivo è limitata all’ambito amministrativo, in
quanto resta in ogni caso ferma la responsabilità dei professionisti nei
confronti dei consumatori.
La clausola sottoposta con successo all’interpello e poi inserita nel contratto
seriale, potrà essere dichiarata vessatoria dal giudice, del tutto libero rispetto
all’esito dell’interpello.

Esclusione della vessatorietà, art. 34


Non sono vessatorie le clausole che riproducono disposizioni di legge ovvero
che siano riproduttive di disposizioni o attuative di principi contenuti in
convenzioni internazionali delle quali siano parti contraenti tutti gli Stati
membri dell’Unione europea o l’Unione europea.

Art. 141 - CONTROVERSIE


Non sono vessatorie le clausole che comportano deroghe alla giurisdizione
ordinaria, ma si conformano ai principi delle Risoluzioni della Commissione
europea:
- N. 98/257 del 30 marzo 1998 (arbitrato, le parti scelte si scelgono i loro
arbitri ma devono essere dispari, se si tratta di un solo arbitro deve
riscuotere della fiducia di entrambi, se si tratta di 3, il terzo è scelto dai due
arbitri scelti dalle parti. Applicano la legge come la applicherebbero i giudici.
Chiunque pu essere arbitro. L’arbitrato è molto più veloce di una causa
ordinaria, e deve durare 180 giorni, prorogabili al massimo fino a 360 giorni.
Le regole procedurali sono regolate dal codice civile); - N. 2001/310 del 4
aprile 2001 (conciliazione).
Legge equo canone (1978) “Disciplina delle locazioni di immobili
urbani” Legge sui canoni di locazione su immobili urbani.
L’inquilino è la parte debole del contratto: al fine di tutelarlo, il canone di
locazione è stabilito per legge: ogni Comune suddivide il territorio comunale
secondo dei parametri, si ricava quindi un coefficiente che una volta
moltiplicato per i metri quadrati, applicando dei correttivi come lo stato di

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conservazione e l’età dell’immobile, trova il valore dell’immobile. Chi aggira le
regole e si fa dare somme di denaro in nero in aggiunta al canone prestabilito
pu incorrere in una denuncia per estorsione.

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