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ANASSIMANDRO

Biografia:

Nato intorno al 611 e il 610 a.C. , visse nella città di Mileto.

Il filosofo Anassimandro fu discepolo di Talete, dal quale ereditò il concetto di ricerca


dell’origine di tutto ma dal quale si discosta nettamente nel momento in cui si tratta di
identificare questa origine. Anassimandro viene ricordato anche per essere stato tra i
primi ad aver elaborato una carta geografica del mondo allora conosciuto (la Terra era
da lui concepita come un cilindro sospeso nel vuoto) ed aver inventato un orologio
solare, importato dall’Oriente e chiamato “gnomone”, inoltre, va ricordata una forma
arcaica di evoluzionismo naturale, secondo il quale i primi esseri nacquero e vissero
nell'elemento acquatico, e si svilupparono da esseri imperfetti cosparsi da una scorza
spinosa. Per essere più precisi, sarà meglio evocare Aezio e la sua testimonianza su
questo caratteristico intuitivismo evoluzionistico del filosofo proveniente da Mileto:

Secondo Anassimandro i primi animali - uomo compreso - nacquero nell'elemento


acquatico, ricoperti di una scorza spinosa; cresciuti in età lasciarono l'acqua e vennero
all'asciutto, ed essendosi lacerata la scorza che li copriva, dopo poco cambiarono il loro
modo di vivere.

Pensiero:

Anassimandro studia la natura dell’archè, ma si trova in opposizione evidente rispetto al


suo maestro Talete che aveva posto l’archè nell’acqua e da Anassimene che riscontrava
l’archè nel aria. Il "progresso", rispetto a questi ultimi due pensieri consiste nel fatto che
definire l'arché come una cosa, quale l'acqua o l’aria, sarebbe limitare il principio e
siccome tutte le cose sono limitate, il principio da cui esse derivano non potrà che
essere non-limitato.
L’archè, dunque, deve differire in tutto e per tutto dalle cose che noi possiamo
raggiungere tramite l’esperienza, ragion per cui deve essere infinito e illimitato, ossia
non avente limitazioni di ordine fisico né temporale. Per cui Anassimandro formula il
principio indeterminato detto apeiron (dal greco a- =
”non” e péras = ”limitato”). La realtà stessa viene a
generarsi per una eterna opposizione dei contrari, in quanto
la sua stessa origine ha determinato una opposizione
(l’àpeiron infinito che genera il mondo finito).

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