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Talete 624 a.c.

Talete è il pensatore che, secondo la tradizione, ha dato inizio alla filosofia greca.
È stato l'iniziatore della filosofia della physis poiché per primo affermò che esiste un principio
originario unico, causa di tutte le cose, ed individuò tale principio nell'acqua, influenzato in tal
senso dalla constatazione che "il nutrimento di tutte le cose è umido". Monismo.

Quindi se ci si limita a una percezione immediata ha ragione Talete: tutto nasce dall'acqua,
dall'umidità. Il feto nel ventre materno non respira coi polmoni, perché completamente immerso
nell'acqua, e l'ossigeno gli è dato dal sangue della madre attraverso il cordone ombelicale.
Innaffiare il seme con acqua e crescono le piante.

Tant’è che l'acqua come principio è stata concepita da Talete come principio vitale di natura
divina. "Dio, egli diceva, è infatti la cosa più antica perché ingenerato, ossia perché principio".
Quando Talete affermava, ulteriormente, che “tutto è pieno di dei” (panteismo) voleva dire che
ogni cosa è pervasa dal principio originario. E poiché il principio originario è vita, Talete intende
dire che tutto è vivo, tutto ha un'anima, anche le cose inorganiche (panpsichismo, da
psiche=anima). La concezione secondo cui tutta la materia è animata, è vitale, è definita anche
col termine greco di “iloizismo”.

Talete ha guardato i "semi" che producono la vita e ha visto che, senz'acqua, non germogliano.
Era un filosofo che guardava le cose con gli occhi dello scienziato, anche se a noi può apparire
quanto meno bizzarro ch'egli attribuisse al magnete un'anima.

L'acqua, per lui, era più importante di dio, anche se uno degli dèi più antichi si chiamava
Oceano.

- La terra galleggiava sull’acqua.

punto debole: Sicuramente la sua teoria aveva un punto debole, ovvero


quello di ritenere che la terra avesse bisogno di una base su cui
appoggiarsi, perché questo generava un problema logico senza soluzione:
se la terra è sostenuta dall’acqua, su cosa si regge a sua volta l’acqua?
Teoria scientifica contemporanea per sostenere Talete:

Analogie tra le teorie presocratiche e la scienza moderna

Le più antiche, elementari forme di vita sulla Terra sorsero probabilmente nei laghi poco
profondi, e non negli oceani primordiali. Lo sostiene uno studio del MIT pubblicato su
Geochemistry, Geophysics, Geosystems, che prende in considerazione un argomento piuttosto
semplice: la quantità d'acqua. I bacini poco profondi, di 10 e fino a 100 cm di profondità,
dovevano avere, infatti, alte concentrazioni di un elemento fondamentale per la nascita della
vita: l'azoto.

Anassimandro 610 a.c.

Osservazione naturalistica:
- Gli elementi sono in continua mutazione
- nessun elemento è prioritario rispetto agli altri
quindi nessuno puó essere individuato come l’arkhe.

Con Anassimandro la problematica del principio primo si approfondisce. Egli non ritiene l'acqua
un principio ma un qualcosa di già di derivato.

- Il principio

Individua invece il principio (arché) nell’ “àpeiron” (alla lettera="senza limiti"). Per Anassimandro
il principio, il sostrato di tutte le cose, è dunque l'infinito indeterminato, ritenendo impossibile che
da un elemento naturale determinato traggano origine tutti gli altri fra di essi assai diversi. Caos
originario. Infinito, indeterminato, eterno. Le determinazioni si producono in seguito, col derivare
delle cose determinate dal principio primo, infinito nello spazio, cioè quantitativamente, ed
indefinito qualitativamente, come un magma indistinto da cui trovano poi origine tutte le cose
determinate.

Ma come si genera il tutto, il mondo della natura? Dalla separazione dei contrari, che non
riescono (o non vogliono) più stare uniti nell'indeterminato arché. I contrari (p.es. caldo e freddo,
secco e umido) si attraggono e si respingono, ma se prevale la repulsione si formano i mondi
finiti, che però sono soggetti a perire. La luce lotta contro la notte.

Teoria della deflagrazione: i mondi muoiono, esplodono. Quando la materia muore, cosa fa?
Ritorna nella quantità di materia dell’apeiron. Nulla si crea e nulla si distrugge. I mondi nascono
e muoiono. Quanti sono? Infiniti nel tempo. Teoria ciclica temporale. Ma se la materia è
indefinita e infinita, quanti sono nel tempo? Infiniti.

Perché i mondi periscono? Proprio perché pagano, in un certo senso, il prezzo della loro
separazione.

ll mondo è costituito da una serie di elementi contrari e che questi tendono a sopraffarsi l'un
l'altro (caldo e freddo, secco e umido, ecc.). Tale movimento provoca dapprima il distacco
dall’apeiron dei contrari fondamentali: il caldo-freddo e il secco-umido.

- la terra era sospesa al centro dell’universo, immobile e in equilibrio


in virtù della sua equidistanza dagli altri corpi celesti. Non si sostiene su
nulla. La terra è cilindrica.
Intuizione dell’evoluzione: gli uomini derivano dai pesci (riprende Talete).

Analogie tra le teorie presocratiche e la scienza moderna


Le teorie del Big Bang e quelle di Anassimandro condividono l'ipotesi di uno stato originario
infinito e indefinito, si può quindi fare un paragone tra Big Bang e Apeiron, considerati entrambi
l'origine del cosmo da cui tutti gli elementi si sono creati. C'è una quantità di materia indefinita,
caotica, di elementi che si scontrano. Big Bang. Questo apeiron, attraverso la separazione degli
opposti, genera il mondo. Caos primordiale, i contrari si scontrano. Tutti gli elementi, sia naturali
e materiali, sia valoriali, urtandosi e scontrandosi fuoriescono da questa massa originaria.
Anassimandro inoltre, nella sua spiegazione del pianeta Terra si avvicina al primo principio della
termodinamica, nulla si crea e nulla si distrugge, introducendo l'idea dell'equilibrio tra le forze
che si annullano reciprocamente, nonostante le giustificazioni alle sue ipotesi siano state
smentite dalle applicazioni scientifiche attuali.

Anassimene

Visse anch'egli a Mileto, nel sesto secolo avanti Cristo, e fu discepolo di Anassimandro. Ci
restano frammenti di una sua opera sulla natura.
Anassimene ritiene che il principio primo debba sì essere infinito ma non indeterminato come
per Anassimandro. Egli individua questo principio nell'aria, tornando quindi ad identificarlo con
un elemento naturale. L'aria è pensata come aria infinita, sostanza aerea illimitata. Considera
l'aria un principio che, rispetto all’àpeiron di Anassimandro, permette di dedurre in modo più
logico e razionale la derivazione da essa di tutte le cose. Infatti, per la sua natura estremamente
mobile, l'aria si presta assai di più ad essere concepita come perenne movimento e come causa
dell’origine e trasformazione delle cose: le cose derivano dal processo continuo di
condensazione e rarefazione dell'aria. L’aria condensandosi si raffredda e diventa acqua e poi
terra; rarefacendosi e dilatandosi si riscalda e diventa fuoco. Questo si ripete ciclicamente,
all’infinito.
Viene così semplificato il sistema un po' macchinoso di Anassimandro. L'origine delle cose
dall'aria è spiegato su base esclusivamente quantitativa, secondo il grado di condensazione e di
rarefazione, senza ricorrere anche a spiegazioni qualitative, quali il distacco e la
contrapposizione dei contrari, adottate da Anassimandro. È indefinita come l’apeiron.

due argomentazioni:

- l’aria è vita. Senza aria non c'è vita


- dall’aria derivano gli altri elementi. Vortice originaria.
Due processi
1. Rarefazione, perdita di consistenza, disgrega gli elementi.
2. Condensazione, solidificazione. Trasforma l’aria in fuoco, poi in aria, poi in terra.
Genera la pioggia, l’acqua, il ghiaccio e poi la terra.

Come la nostra anima, che è aria, ci tiene insieme e ci governa, così il soffio e l’aria
abbracciano il cosmo intero (DK13B2).

Cosmologia

Riteneva che la terra era piatta, racchiusa dalla cupola celeste. Fu lui a concepire il cielo come
una semisfera di cristallo su cui erano incastonate le stelle.
L’insegnante invita i ragazzi ad immaginare di essere in una piazza di un’antica città
della Magna Grecia, dove va in scena una pubblica discussione tra filosofi. Ogni
squadra, “rappresentando” un Naturalista (Talete, Anassimandro, Anassimene),
dovrà esporre la propria tesi e controbattere le tesi degli avversari. Nella fase
preparatoria (30’) i ragazzi discuteranno all’interno della squadra e prepareranno
per iscritto (segnando i “punti” fondamentali dell’argomentazione) l’esposizione
della tesi e le argomentazioni con cui smontare gli avversari. Poi partirà la disputa
vera e propria. In un primo giro, il portavoce di ogni squadra, rendendo discorsivi i
punti-chiave scritti durante la fase preparatoria, dovrà spiegare qual è il “Principio”
(e perché è proprio quello), parlando in prima persona; per esempio: “Io, Talete,
affermo che il principio è l’acqua perché…”. In un secondo giro, le squadre dovranno
provare a “smontare” le proposte delle altre: “Io Talete, non credo che sia vero quello
che hai sostenuto tu, Anassimandro. Il principio non può essere l’apeiron, perché…;
e non credo nemmeno a quello che hai detto tu, Anassimene…”. In un terzo giro si
darà possibilità di replica ad ogni squadra.

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