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DIRITTO INTERNAZIONALE

SOGGETTI DIRITTO INTNZ

Diritto intnz= diritto della comunità degli stati , regola i loro rapporti mediante un sistema di diritti e
obblighi

Con i suoi sogg si intendono stati come organizzazioni , ovvero un insieme di organi che esercitano poteri di
governo

Affinché uno stato possa acquisire personalità giuridica occorrono due fondamentali requisiti

Effettività —> lo stato deve esercitare il suo potere sulla comunità


X questa motivazione la personalità giuridica viene negata a :

1. Governi in esilio e comitati di liberazione nazionale


2. Stati falliti
3. Governo o partito insurrezionale

Indipendenza—> L’ordinamento dello stato deve trovare un fondamento nella sua costituzione e non in
quella di un altro stato

X questo la personalità giuridica viene negata a :

1. Stati membri federali


2. Governi fantoccio

PRINCIPIO DI AUTODETERMINAZIONE

Principio che trova fondamento nelle norme convenzionali e in norme consuetudinarie, consiste nel diritto
dei popoli sottoposti a dominazione straniera a diventare indipendenti ( Iraq occupato dagli Stati Uniti)

Per quanto concerne il contenuto di questo principio:


Esso riconosce ai popoli sottoposti a dominazione straniera d divenire indipendenti

Tale principio però trova applicazione soltanto per quei territori in cui la dominazione straniera non risalga a
prima della seconda guerra mondale

Trova però applicazione anche per quanto riguarda il governo straniero presente con le proprie forze armate
in quel territorio su richiesta d’aiuto de governo locale

2 tipi di autodeterminazione:

1. Esterna = consiste nella libertà di essere liberi dalla dominazione coloniale di un altro stato
2. Interna = consiste nel poter scegliere liberamente il proprio sistema di governo

Se questo principio volato = misure sanzionatorie da parte della comunità internazionale


LA CONSUETUDINE

Norme diritto internazionale = carattere consuetudinario

Consuetudine internazionale = comportamento ripetuto dagli stati

Elementi fondamentali

a) diuturnitas (prassi):
È la ripetizione costante di un determinato comportamento nel tempo da parte di una
generalità di soggetti. Insieme all'opinio juris ac necessitas è uno dei due elementi che
concorrono alla formazione di una consuetudine.

Occorre un certo tempo , più o meno lungo x la formazione della consuetudine


Non esistono consuetudini istantanee

b) opinion juris sive necessitas :

convinzione che un dato comportamento sia giusto ed obbligatorio


È uno degli elementi che concorrrono alla formazione, insieme alla diuturnitas, di una
consuetudine.
( serve per accertare se da una prassi derivano norme consuetudinarie)

Rilevante anche per stabilire se lo stato vuole modificare il diritto consuetudinario


affermando una nuova consuetudine o una desuetudine

Questione Stati Uniti

Governo può volare il diritto consuetudinario (<=> tale affermazione sorretta dal
convincimento della sua doverosità sociale provando l’esistenza dell’opinio juris sive
necessitas)

Organi addetti formazione consuetudine :

Potere estero quindi atti interni ma anche altri organi con atti interni

Ruolo importante = la giurisprudenza che può contribuire all’ evoluzione del diritto
consuetudinario

Paragrafo 1.1.2 CONSUETUDINI PARTICOLARI


vincolano una cerchia ristretta di stati

Diritto non scritto x modificare o abrogare le regole poste da una trattato

Ma non possono modificare/abrogare patti quando l’organizzazione dotata di organismi che


controllano il rispetto del trattato istitutivo

Reciprocità e non di consuetudine particolare in caso di uniformità di comportamento tra un


certo numero di stati non legati da trattati o vincoli

Paragrafo 1.1.3 Analogia

norme consuetudinarie Generali applicabile ANALOGIA

ovvero = fenomeno che permette di interpretare estensivamente una norma permettendone


l’applicazione ad un fatto nuovo che essa nn contempla
(Ma simile all’altro caso)

NORME NON SCRITTE

Queste norme non scritte derivanti dall’ordinamento interno degli stati che x essere ritenute
valide devono essere rispettate dalla maggioranza degli stati

Se norma interna e internazionale contrastanti può applicare la seconda purché la


costituzione preveda il rispetto delle norme internazionali

Poste al di sopra delle norme consuetudinarie, i c.d. Principi costituzionali vigenti nei
singoli stati che si impongono come comuni alla comunità internazionale

Principio apprezzato da quadri che lo suddivide in 2 categorie

1. Principi di carattere formale = introducono nuove fonti del diritto internazionale


( consuetudo est servanda e la pacta sunt servanda) che propongono una diversa
gerarchia delle fonti del d intnz
Dove principi formali al 1 posto e consuetudini al 2 posto
2. Principi di carattere materiale : disciplinano direttamente i rapporti tra stati, Il loro
contenuto dipende dalla volontà degli Stati più forti che trovano
un accordo su una disciplina comune

Questa visione = fortemente criticata in quanto permetterebbe ad uno stato di imporre i


propri principi a tutta la comunità intnz

Altro principio importante = equità ovvero il comune senso del giusto e dell’ingiusto che
pur non essendo una fonte di per sé si può inquadrare nel procedimento di formazione del
diritto intnz

CODIFICAZIONE

Nascita ONU = codificazione delle norme di diritto intnz che si è tramutata in una serie di
trattati multilaterali

Art 13 della carta ONU assegna all’assemblea generale compito di adottare :


Raccomandazioni che incoraggiano lo sviluppo del diritto internazionale nelle nazioni unite

A tali fini l'Assemblea ha creato un'apposita Commissione incaricata di provvedere alla


preparazione di testi di codificazione delle norme consuetudinarie relative a determinate
materie, procedendo a studi, raccogliendo dati e predisponendo in tal modo progetti di
convenzioni multilaterali internazionali che vengano poi adottati e aperti alla ratifica e
all'adesione da parte degli Stati stessi.

Circa la natura degli accordi di codificazione essi vincolano i contraenti ma nonostante


contengano diritto consuetudinario, non possono applicarsi anche agli stati ratificanti

Questo spiega perché bisogna essere molto cauti nel considerare gli accordi di codificazione
come corrispondente al diritto consuetudinario generale

Questa non corrispondenza deriva da:

1. Il fatto che l’opera di ricostruzione delle norme internazionali non scritte è


influenzata dalle convenzioni dell’interprete che potrebbe modificarne il significato
originario

2. La circostanza che il procedimento di codificazione si realizza in sede di conferenze


fra Stati quali cercheranno di far prevalere le proprie convinzioni ai propri interessi
finendo per influenzare il il testo redatto all’assemblea dell’ONU
3. Infine ricordare l’articolo 13 della carta delle Nazioni unite che parla dello sviluppo
progressivo internazionale

Ma a questo punto qual è Il valore di una norma codificata che non trova alcuna
corrispondenza nel diritto internazionale generale?

Essa non troverà sicuramente applicazione riguardo agli Stati non contraenti

Per quanto riguarda quelli contraenti nulla vieta che il diritto consuetudinario di nuova
formazione abroghi quello pattizio anteriore.

ACCORDI

Può consistere in una convenzione in un trattato in un patto=


come l’incontro di due o più parti dirette a regolare una determinata sfera di rapporti
attraverso diritti e obblighi reciproci

Fasi che portano alla stipulazione di un accordo sono :

1. Fase di negoziazione
Vengono conferiti i poteri necessari per negoziare (plenipotenziari) dall’organo
legittimato a farlo (es Italia governo)
Che richiede 4 fasi (preparazione, svolgimento, conclusione e realizzazione
dell’accordo)

2. Firma del trattato


Non comporta alcun obbligo ma è solo un’autenticazione del testo definitivo

3. La ratifica
La ratifica è una delle fasi che portano alla formalizzazione di un trattato
internazionale fra Stati;
nel diritto internazionale, è un istituto giuridico mediante il quale uno Stato fa propri
gli effetti di un accordo, di una convenzione o di un trattato concluso dal proprio
rappresentante.

4. Lo scambio di ratifiche
Comporta lo scambio o il deposito delle ratifiche
A) In caso di scambio il trattato si perfeziona istantaneamente
B) In caso di deposito dove vengono depositati presso lo stato incaricato di
raccoglierli e di notificarli

5. Registrazione
ogni trattato va sottoposto a registrazione presso il segretario dell’onu secondo la
carta dell’onu e la convenzione di Vienna

Distinguiamo diverse tipologie di accordi:

1. Trattati normativi e trattati di negozio


Dove solamente i primi sarebbero gli unici idonei a produrre norme giuridiche
vincolanti per gli Stati contraenti

Mentre i secondi ad attuare scambi e prestazioni corrispettive (trattati di alleanza o di


cessione territoriale)

2. Trattati che introducono norme astratte e norme concrete

Per i primi regolano fattispecie generica di rapporto e vincolano gli istanti contraenti

I secondi Regolano un singolo rapporto ben determinato


3. Trattati che introducono regole materiali e trattati che introducono regole
strumentali

I primi disciplinano direttamente rapporti tra contraenti


i secondi si limitano a istituire le fonti per la creazione di ulteriori norme

CHI PUO’ STIPULARE ACCORDI

Identificazione delle tipologie di accordi che possono essere stipulati in forma


semplificata e regolata dal diritto interno degli Stati

Sia nel caso in cui il trattato sia stipulato in forma normale o semplificata ci si
domanda cosa accade se l’organo che ha stipulato il trattato non ha la competenza

Il problema nacque nel passaggio delle monarchie assolute a quelle costituzionali

Questo problema oggi si pone principalmente con gli accordi in forma semplificata
In Italia ad esempio si verifica nei rapporti che intercorrono tra governo e Parlamento

Nel momento in cui l’esecutivo abbia impegnato lo stato con un accordo in forma
semplificata senza tener conto del Parlamento
Rispetto a questa ipotesi in cui l’esecutivo viola i limiti imposti dalla legge nella
stipulazione dei trattati si sono distinte due scuole di pensiero:

A) Teoria nazionalistica che sostiene che questi trattati debbano necessariamente


ritenersi invalidi

B) tesi internazionalistica sottolineando che l’esecutivo sia dotato dello jus


repraesentiationis omnimodae Dotato del diritto di rappresentare in ogni modo lo
stato nei rapporti con le altre nazioni

C) Soluzione data dalla convenzione di Vienna del 1969 che all’articolo 46 dispone:
-) Consenso espresso in violazione delle norme del diritto interno sulla competenza
non può essere invocato dallo stato come vizio del suo consenso

-) Una violazione è manifestata sia obiettivamente evidente per qualsiasi stato che si
comporti in materia secondo la prassi abituale in buona fede

Quindi I trattati per essere ritenuti validi devono essere sottoposti all’accettazione
implicita da parte di tutti i contraenti

ACCORDI TRA REGIONI

Sorta questione sul diritto delle regioni sull’esistenza o meno del diritto delle regioni
a concludere accordi internazionali

La questione è stata regolata normativamente dalla legge costituzionale 3/2001

Il nuovo art 117 prevede :

da un lato, che le Regioni abbiano competenza legislativa concorrente nella materia


dei rapporti internazionali (delle Regioni stesse) e, dall’altro, che:

«Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e
intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da
leggi dello Stato».

Il conforti sottolinea che le “ forme previste dalla legge” impongono che il governo
attribuisca pieni poteri alle regioni pro che queste possano procedere alla stipulazione
di accordi con altri stati
Ne consegue che: negli accordi intnz le regioni vanno considerate come organi che
procedono a stipulare i trattati per conto dello stato che assumerà la responsabilità
delle loro iniziative

ACCORDI DELLE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

A questa prassi è dedicata la convenzione di Vienna del 1986

contiene le norme destinate a disciplinare la conclusione e l'applicazione dei trattati


tra Stati e organizzazioni internazionali o tra più organizzazioni internazionali.
Possono partecipare alla Convenzione tutti gli Stati e le organizzazioni internazionali.

Attualmente la convenzione non è in vigore, in quanto mancano le 35 ratifiche o


adesioni di Stati necessarie in virtù dell'articolo 85 del trattato.

Passando ad analizzare questi accordi stipulati dalle organizzazioni intnz bisogna


distinguere :

1. Gli accordi stipulati tra le organizzazioni intnz


Es. accordi fra UE e ONU per lo scambio di dati e informazioni

2. Accordi stipulati tra le organizzazioni intnz e gli Stati


Del tutto identici a quelli stipulati tra gli stati

RISERVA

Attraverso l’istituto della riserva lo stato esprime la volontà di :

- Non accettare alcune clausole di un trattato


- Accettare alcune clausole con talune modifiche
- Accettare alcune clausole secondo una certa interpretazione , espressa
attraverso la c.d. Dichiarazione interpretativa

La dichiarazione interpretativa di non accettare una o più norme di un trattato , rende non
opponibile allo stato dichiarante altre interpretazioni della norma
L’ammissione delle riserve allo scopo di consentire la più larga partecipazione possibile nei
trattati multilaterali, poiché queste non hanno senso nei trattati bilaterali in quanto la parte
che non vuole assumere certi impegni può proporre direttamente la cancellazione del testo.

Le riserve possono essere sempre formulate perché esse non siano escluse espressamente
dal trattato siano incompatibili con l’oggetto e lo scopo dello stesso:

- Art 19 = Sempre formulata, perché non espressamente scusa dal trattato e


purché non incompatibile con l’oggetto e lo scopo dello stesso

- Art 20= Quando la riserva non è prevista nel testo del trattato, essa può essere
contestata da un altro contraente, ma, se la contestazione non viene
manifestata entro 12 mesi dalla notifica della riserva ai contraenti, la riserva si
ritiene accettata

- Art 21= L’obiezione ad una riserva non impedisce che essa esplichi i suoi
effetti nei rapporti tra lo stato formulano e lo stato obiettano, a meno che
quest’ultimo non abbia espresso la chiara e manifesta intenzione di impedire
che il trattato entri in vigore nei rapporti tra i due Stati.
Quindi lo stato che obietta se vuole impedire che la riserva abbia effetto
deve specificarlo.

Per la convenzione di Vienna l’interpretazione del trattato va sempre effettuata tenendo


conto del testo e non ricercando la volontà effettiva delle parti.

I trattati possono essere interpretati per analogia

Sono ritenuti legittimi poteri impliciti richiesti al fine di raggiungere uno degli scopi
prefissati dall’accordo

Per la convenzione di Vienna sono rifiutate le interpretazioni laterali delle norme del diritto
internazionale a meno che un’interpretazione del genere non sia autorizzata dall’accordo.

INTERPRETAZIONE DEI TRATTATI


Che nell’ambito dell’attività interpretativa dei trattati bisogna distinguere due scuole di
pensiero:

1. Una scuola che abbraccia il metodo subiettivistico


Per il quale bisogna cercare in tutti i modi di ricercare la volontà effettiva delle parti
facendola prevalere su quanto dichiarato all’interno dell’accordo

2. Metodo obiettivistico
Per il quale si deve attribuire al trattato il senso che appare palese nel testo
Visione di Vienna del 1969 si è pronunciata a favore del metodo obiettivistico
Ribandendo gli articoli 31-33

“ un trattato deve essere interpretato in buona fede in base al senso comune da attribuire ai
termini del trattato nel loro contesto ed alla luce del suo oggetto e del suo scopo”

L’unico art che fa riferimento all’intenzione delle parti è il 32


“ a un termine può attribuirsi un significato particolare , se è certo che tale era
l’interpretazione delle parti”

SUCCESSIONE DEGLI STATI NEI TRATTATI

La successione nel diritto internazionale avviene quando uno stato, che si sostituisce ad un
altro nel governo effettivo di una comunità , assume vincoli derivanti dai trattati stipulati
dal precedente regime

La sostituzione può avvenire nelle seguenti maniere

1. A seguito di circostanza di fatto che portano ad un cambiamento nell’assetto


territoriale di uno stato
Es:
A) Cessione= la parte del territorio di uno stato passa sotto alla sovranità di un altro
stato già esistente
B) Conquista= la parte del territorio di uno stato passa sotto la sovranità di un altro
stato già esistente che ne prende possesso
C) Distacco consensuale = Parte del territorio di uno stato si costituisce stato
dipendente con l’accordo delle parti
D) Rivoluzione= La parte del territorio di uno stato si costituisce in uno stato
indipendente in seguito a rivolgimenti politici
E) Incorporazione= L’intero territorio di uno stato è soggetto ad inglobazione in un
altro stato
F) Fusione= L’intero territorio di uno stato si unisce ad un altro stato per formare
un’entità del tutto nuova
G) Sembramento o secessione= Dal territorio di uno stato si formano più stati noi
H) Radicale cambiamento di regime= in seguito a rivolgimenti politico sociali un
nuovo governo si sostituisce a quello esautorato

2. A seguito della stipulazione di un trattato:


le ipotesi sopraindicate prendono in considerazione delle circostanze di fatto è
possibile che i mutamenti nell’assetto territoriale si verificano di diritto tramite il
raggiungimento di un accordo

va sottolineato che gli accordi essendo degli atti ad efficacia obbligatoria non
realizza il loro effetti finché non vengono attuati
all’argomento è dedicata alla convenzione di Vienna 1978, entrata in vigore nel 96 sulla
successione degli Stati nei trattati, predisposta dalla commissione di diritto dell’ONU.

Esistono più situazioni come quelle di smembramento in più stati:

1. Il principio res transit cum suo onere


Per cui uno stato che si sostituisce ad un altro è vincolato dai precedenti trattati
localizzabili, ovvero accordi e clausole di natura reale che riguardano l’uso di
determinati parti del territorio

2. Regola della tabula rasa


Applicabile ai trattati non localizzabili.
Secondo questo principio lo stato che subentra non è vincolato virgola in linea
generale, dagli accordi conclusi dal predecessore, questa regola sembra confermata
dalla prassi, che non ha mai imposto un diverso principio.

Bisogna però chiarire quando la regola della tabula rasa trova applicazione

A) Nell’ipotesi di distacco di parti di un territorio che è, a seguito di cessione


conquista decide di unirsi al territorio di un altro stato già esistente

In questo caso gli accordi vigenti nello stato che subisce il distacco non hanno più
vigore nel territorio distaccato

B) Nell’ipotesi in cui a seguito di distacco di parti di un territorio, vadano a


formarsi uno o più nuovi stati, realizzando un fenomeno di secessione

Anche in questo caso gli accordi vigenti nello stato che subisce il distacco non
troveranno un’applicazione negli Stati successionisti, applicandosi il principio della
tabula rasa

C) Lo smembramento

Ipotesi affine alla secessione, ma, causa la nascita di due o più stati nuovi, nessuno
dei quali conserva, la stessa organizzazione di governo, lo stesso regime, la stessa
costituzione materiale dello Stato preesistente
D) Fusione e incorporazione fra Stati

La fusione si realizza quando uno stato, estinguendosi, passa a far parte di un altro
stato

L’incorporazione, invece, si ha quando due o più stati si estinguono per dare vita ad
uno stato nuovo

La differenza tra questi due concetti si fonda sul fatto che:

nell’incorporazione vi è continuità fra il governo di uno degli Stati e


l’organizzazione di governo che risulta a seguito dell’unificazione

Nella fusione invece manca questa continuità

E) Mutamento radicale di governo

Senza che si modifichi il territorio, lo stato subisce un radicale mutamento di governo


che avviene per vie extralegali, ciò comporta un cambiamento nella persona di
diritto internazionale, cioè lo stato

F) Successione nei debiti contratti

Si discute se il diritto internazionale imponga una successione anche in situazioni


giuridiche di diritto interno come ad esempio mutamento nella proprietà dei beni
pubblici o assunzione del debito pubblico

In quest’ultimo caso e di rilievo il fatto che il debito può essere contratto:

- Con l’emissione di titoli di credito sottoscritti da persone fisiche e giuridiche


nazionali o estere

- Con un accordo internazionale con altri Stati con organizzazioni


internazionali
CAUSE DI INVALIDITÀ NEI CONTRATTI

Le cause di invalidità o di estinzione dei trattati sono analoghe a quelle dei contratti e
virgola in generale, dei negozi giuridici di diritto interno

Tra le cause di invalidità generali, trattate anche dalla convenzione di Vienna del 1969, si
ricordano i vizi di volontà cioè:

1. L’errore essenziale ( art 48)


Errore circa un fatto o una situazione che lo stato credeva esistente al momento della
conclusione del trattato e che era a base essenziale del consenso dello Stato

2. Frode ( dolo) ( art 49) :


introdurre un altro stato a concludere un trattato attraverso una condotta cosciente
tesa ad occultare l’esistenza di motivo di invalidità

3. Corruzione ( art 50) :


da parte dell’organo stipulante che convince l’organo omologo a concludere un
trattato attraverso la concessione di favori economici o materiali

4. Violenza ( art 51) :


fisica o morale esercitata nei confronti dell’organo stipulante

E causa di invalidità anche la violenza esercitata sullo stato virgola che si manifesta
nella minaccia o nell’uso della forza, tale principio infatti trova fondamento nella
carta dell’onu che rispecchia il diritto consuetudinario affermatosi dopo il secondo
conflitto mondiale

Per uso della forza si intende esclusivamente quella bellica e militare mentre sono
escluse da questa definizione:

- Le pressioni politiche ed economiche, anche se illecite

- L’uso della forza interna, ossia il potere di governo, esercitato sui cittadini di
un altro stato, che giustificherebbe, come autotutela, misure simili da parte
dello Stato colpito, ma non renderebbe nullo l’eventuale trattato, stipulato
unicamente per porre fine alle illecite azioni di governo
CAUSE DI ESTINZIONE

Tra le cause di estinzione generale, valide come si è detto anche per i negozi conclusi
secondo il diritto interno, occorre ricordare:

A) L’avverarsi di una condizione risolutiva: indicata all’interno del trattato

B) La scadenza del termine di validità del trattato

C) Il recesso del trattato: cioè quell’atto solenne con cui lo stato dichiara di volersi
sciogliere dai vincoli derivanti dal trattato

D) L’inadempimento della controparte

E) La sopravvenuta impossibilità di eseguire conto indicato all’interno del trattato

F) L’abrogazione totale o parziale Del trattato mediante un nuovo accordo


concluso fra le parti

G) Clausola rebus sic Santibus


In base a questa il trattato si estingue se mutano le circostanze di fatto esistenti al
momento della stipulazione del patto, si deve però trattare di circostanze essenziali,
senza le quali gli accordi contraenti non si sarebbero accordati

Regola confermata dalla convenzione di Vienna del 69 articolo 62

E si verifica quando:

- Le circostanze mutate erano base essenziale del consenso

- Il mutamento sia tale da trasformare radicalmente la portata degli obblighi


ancora da eseguire

- Il mutamento non derivi dal fatto illecito dell’ente che lui invoca

Lo stato di guerra estingue tutte le convenzioni incompatibili con la stessa

Lo stato che invoca causa di estinzione o di invalidità deve notificare per iscritto la
denuncia agli Stati contraenti, e se per tre mesi non ho obiezioni da parte di altri contraenti
Stato sarà Dichiarato come invalido o estinto

La differenza tra le cause di invalidità e le cause di estinzione sta nella retroattività, infatti
le cause di invalidità una volta denunciate comportano la retroattività cioè l’annullamento
degli effetti che ha prodotto l’accordo e il ristabilimento della situazione di fatto
Mentre le cause di estinzione fanno cessare l’accordo ma non ne annullano gli effetti

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

Sono istituzioni formate da più stati per realizzare un interesse comune attraverso interventi
e norme che trovano applicazioni a livello globale

Le principali organizzazioni internazionali sono :

- Organizzazione delle nazioni unite (ONU)


- Corte penale internazionale
- Il consiglio d’Europa
- L’organizzazione mondiale del commercio (WTO)
- Fondo monetario internazionale (FMI)
- Banca Mondiale (BM)

L’ONU è un’organizzazione a vocazione universale fondata il 26 giugno del 1945 con il


fine di :

- Mantenere la pace e la sicurezza internazionale

- Cooperare per la risoluzione dei problemi intnz

- Promuovere il rispetto per i diritti umani e per le libertà internazionali

Comprende 193 su un tot di 205


I principali sono organi dell’ONU sono:

1. L’assemblea generale
Una sorta di parlamento delle nazioni unite in cui ogni stato dispone di un voto in
virtù del principio di uguaglianza sovrana
Essa discute delle questioni mondiali più urgenti , ed elabora raccomandazioni non
vincolanti

2. Consiglio di sicurezza
Organo dotato di maggiori poteri, si compone di 10 membri non permanenti e di 5
permanenti (Cina, Francia , Russia, Cina, Regno Unito e USA)

E decide con la maggioranza di 9 voti


I membri permanenti hanno il diritto di veto = ovvero potere di impedire che venga
presa una determinata decisione

3. Segretario generale
Più alto funzionario dell’ONU e viene eletto dall’assemblea generale.
Ha compiti esecutivi e di rappresentanza e la funzione di mediatore di pace
L’ONU opera attraverso agenzie specializzate quali :
- UNICEF (Diritti dei bambini)
- UNESCU (Promuove la pace e la tolleranza attraverso la cultura e
l’istruzione)

- UNHCR ( Assicura protezione internazionale e assistenza materiale ai


rifugiati)

- FAO (Fame nel mondo)

- OMS ( problemi sanitari nel mondo)

Altri organi internazionali sono :

La corte penale internazionale

Competente a giudicare coloro che hanno commesso gravi crimini

- Genocidio
- Crimini contro l’umanità
- Crimini di guerra

Consiglio d’Europa

Istituito 1949

Organizzazione chiamata a promuovere iniziative per la soluzione di problemi comuni ai


paesi europei
Soprattutto per la protezione dei diritti umani

Il principale atto del consiglio


È la convenzione europea dei diritti dell’uomo CEDU

Per garantire L’osservanza è stata istituita a Strasburgo la corte europea ei diritti dell’uomo

WTO

Ha il compito di liberalizzare il commercio mondiale attraverso abbassamento delle tariffe


doganali

FMI
Nato per promuovere la cooperazione monetaria internazionale e per sostenere la crescita
economica

BM
Organizza finanziamenti per gli stati in difficoltà di bilancio

LA GERARCHIA DELLE FONTI INTERNAZIONALI

1. la consuetudine
Fonte di primo grado costituita anche dai principi generali comuni agli ordinamenti
interni, unica fonte di norme generali che vincolano tutti gli Stati

2. Il trattato
Fonti di secondo grado che trova la sua obbligatorietà nella norma consuetudinaria
pacta sunt servanda.

3. Fonti previste da accordi


Fonte costituita dagli atti delle organizzazioni internazionali quindi come stabilire
rapporto tra accordo e consuetudine

( La subordinazione dei trattati alla consuetudine non significa inderogabilità delle


norme generali, una norma di grado inferiore può derogare alla norma di grado
superiore se quest’ultima lo consente)

Q ne consegue che norme consuetudinarie= flessibili quindi derogabili mediante


accordo

Q esistono però una serie di norme di diritto internazionale generale accettate e considerate
inderogabili dalla comunità internazionale

IUS COGENS
Dell’argomento si è occupata la convenzione di Vienna del 69 nei seguenti articoli:

- Articolo 53= è nullo qualsiasi trattato in contrasto con una norma


imperativa del diritto internazionale generale cioè una norma a cui non può
essere apportata alcuna deroga, modificabile solo da una nuova norma
cogente di diritto internazionale generale
- Articolo 64= se una nuova norma imperativa di diritto internazionale si
forma, qualsiasi trattato esistente in contrasto con questa norma diviene nullo
e si estingue

- Articolo 66= in caso di controversia, tra gli Stati aderenti alla convenzione
sull’invalidità di un accordo per contrarietà allo ius cogens , la questione può
essere risolta dalla corte internazionale di giustizia mediante ricorso anche
unilaterale di una delle parti ( norma sinora mai applicata)

Per una definizione dello ius cognes bisogna rifarsi alla carta dell’ONU ( art 103)

La norma afferma che in caso di contrasto tra gli obblighi della carta contratti dai membri
delL’ONU e gli obblighi da essere assunti in base ad un altro accordo internazionale
prevarranno i primi.

Lo Ius cogens contenuto nella carta dall’Onu è formato dai principi generali che sono alla
base dei grandi settori di competenza delle Nazioni unite:

- Mantenimento della pace

- Astensione dall’uso della minaccia della forza dei rapporti internazionali


salvo risposta ad attacco armato

- Collaborazione in campo economico e sociale

- Divieto di comportamenti che possano compromettere l’economia tra altri


paesi

- Collaborazione del settore umanitario

- Rispetto della dignità umana

- Principio dell’autodeterminazione dei popoli

Altre norme considerate inderogabili sono:

1. Le norme che regolano l’invalidità e l’estinzione di trattati


2. I trattati istitutivi dell’organizzazione internazionali

ADATTAMENTO

Il diritto internazionale viene nazionalizzato attraverso procedimenti ordinari e


procedimenti speciali di adattamento:

1. Con I procedimenti ordinari


L’adattamento avviene tramite norme costituzionali, ordinarie o amministrative,
uguali a quelle statali riconducibili a quelle internazionale attraverso la occasio legis

2. Con il procedimento speciale ( o mediante rinvio)


Gli organi preposti operano un rinvio al testo originale della norma Nazionali da
adottare, dandole piena vigenza nel corpo normativo dello Stato
L’utilizzazione dell’uno o dell’altro procedimento inciderà anche nel processo di
interpretazione

- Se viene utilizzato il procedimento speciale sarà l’interprete, e non il


legislatore a dover ricostruire integralmente al contenuto, l’effettività e la
legittimità della Norma internazionale

- Nel procedimento ordinario invece, l’interprete non può che applicare la legge
interna, ricorrendo al testo originale solo se vi sono dubbi sull’ esatta
interpretazione della legge stessa

Nonostante che il procedimento speciale sia preferibile quello ordinario indispensabile


quando la norma internazionale non è direttamente applicabile ( self executing)

Una Norma non è self executing in 3 casi:

1. Quando attribuisca semplici facoltà agli Stati

2. Quando pur imponendo obblighi virgola non possa ricevere esecuzione in quanto
non esistano gli organi o le procedure interne indispensabili per essere applicata

3. Quando la sua applicazione comporti particolari adempimenti di carattere


costituzionale

Una volta introdotte nell’ordinamento interno le norme internazionali producono obblighi e


diritti, va infatti stabilito il loro rango in particolare secondo il nostro: ordinamento:

- Se l’adattamento avviene per via costituzionale allora la norma avrà rango


costituzionale ( art 10 della costituzione)

- Se l’adattamento procede per via del legislatore allora la norma avrà rango
ordinario

ADATTAMENTO NORME CONSUETUDINARIE

In Italia l’adattamento del diritto internazionale generale è previsto dalla costituzione


all’articolo 10 primo comma

“ l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale


generalmente riconosciute“
E ci riferiamo alla consuetudine, ai principi generali di diritto riconosciuti dalle Nazioni
civili e e anche i principi e dichiarazioni dell’assemblea generale dall’Onu

L’adattamento avviene tramite procedimento speciale attraverso il quale diritto


internazionale diventa diritto interno

RANGO CONSUETUDINARIO

Per quanto riguarda l’identificazione il rango assunto dal diritto internazionale generale si
ritiene che la norma di diritto internazionale generale >legge ordinaria

Se la legge ordinaria ordinaria si contraria alla consuetudine internazionale incorrerà in


illegittimità costituzionale

In quanto verrà indirettamente violato l’articolo 10

Per quanto riguarda le norme generali internazionali e la costituzione l’articolo 10 esclude


che la norma internazionale generale sia subordinata alla costituzione anzi il diritto
internazionale generale >norma costituzionale fatto eccezione per i valori fondamentali che
ispirano la Costituzione e che sono inviolabili

Quanto alla disapplicazione bisogna vedere le circostanze del caso concreto

EsempiO fornito Dalla Corte Di Cassazione la quale invocando l’articolo 24 della


costituzione ha disposto la necessità di disapplicare le norme internazionali sull’immunità
della giurisdizione civile.

RANGO CONVENZIONALE

È il medesimo dell’atto normativo col quale si è data esecuzione al trattato

Il regime dei rapporti tra norme convenzionali e altre leggi ordinarie mutato dalla legge
costituzionale 3/2001 che ha modificato il titolo V della parte II della costituzione

Adesso infatti è da considerarsi subordinata a quella internazionale tant’è che le norme


interne che non rispettano i vincoli pattizi= viziate da illegittimità costituzionale

Per far prevalere una legge posteriore occorre che questa esprima la volontà di ripudiare i
futuri impegni internazionali presi
Le decisioni non si traducono nella previsione di nuovi reati a meno che non espressamente
configurati come tali non prevedendo pene relative

I trattati non sono soggetti a controllo di costituzionalità Dalla Corte costituzionale ma da


quella di giustizia europea

ILLECITO INTERNAZIONALE

Si ha quando uno stato viola un diritto internazionale

Materia= oggetto di codificazione da parte della commissione di diritto internazionale


dall’Onu

Due documenti prodotti sul tema:

- Vecchio progetto= risale al 1980 ed era un semplice progetto che si limitava


a trattare gli elementi costitutivi dell’illecito internazionale

- Progetto definitivo= risale al 2001 diviso in 59 articoli e occupa sia degli


elementi costitutivi dell’illecito internazionale sia delle conseguenze relative

Caratteristica fondamentale progetto definitivo= esso Lega al concetto di responsabilità


alla violazione di qualsiasi norma internazionale

Occorre però ricordare che la disciplina qui trattata non riguarda solo gli Stati ma anche i
soggetti internazionali
Gli atti illeciti possono essere suddivisi in:

1. Istantanei

2. Continui= l’obbligo da cui scaturisce l’illecito deve durare per tutta la durata
dell’illecito

3. Complessi= l’obbligo da cui scaturisce l’illecito deve durare per tutta la durata delle
varie azioni o omissioni che compongono l’illecito

ELEMENTI DELL’ILLECITO

Si dividono in oggettivi e soggettivi

L’elemento soggettivo va a identificare il soggetto che ha compiuto l’illecito

L’identificazione di un organo permette di ricondurre all’atto illecito


Fondamentale negli illeciti commissivi mentre in quelli omissivi la responsabilità
riconducibile immediatamente allo stato

In caso un organo vada oltre la sua competenza per quanto riguarda la responsabilità dello
Stato la dottrina si divide in due scuole di pensiero:

1. Il progetto è parte della dottrina affermano che la responsabilità ricada comunque sullo stato

2. Altra parte della dottrina sostiene che l’illecito dello Stato consisterebbe nel non aver preso misure
idonee a prevenirlo

L’articolo 5 del progetto prevede varie ipotesi di comportamenti tenuti dai soggetti che non sono organi
dello Stato ma che agiscono come tali

Lo stato non può considerarsi responsabile per gli atti compiuti da privati che arrecano danni ad altri
individui organi o stati stranieri e risponde dell’azione solo in caso non abbia adottato misure idonee a
prevenirne e a punirne l’autore

Q l’elemento oggettivo è costituito dalla violazione di una norma internazionale importante identificare il
momento dell’illecito in quanto il tempo è ciò su cui si basano i seguenti articoli riguardanti l’elemento
oggettivo:

- Articolo 13 introduce la regola del tempus regit actum perché sussista l’elemento oggettivo
l’obbligo deve esistere nel momento in cui lo stato tiene il comportamento fonte di illecito
internazionale

- Articolo 14 e 13 introducono la regola del tè commissi delicti la quale stabilisce il momento


dell’avvenimento dell’illecito

- Articolo 44 introduce la regola dell’esaurimento dei ricorsi interni configura i casi in cui
uno stato può presentare ricorso per estinguere l’illecito i casi sono:

1. Consenso dello Stato leso= ovvero consenso volutamente dato da parte dello Stato leso all’altro
stato

2. Autotutela per cui non costituiscono illecito le azioni dirette a a reprimere l’altro illecito

3. Forza maggiore in caso di un evento inarrestabile e non controllabile dallo stato prevenga
l’adempimento di un obbligo l’inadempimento non costituisce l’illecito

4. Stato di necessità in questo caso l’ipotesi di illecito esclusa in quanto il fatto è stato commesso per
evitare pericolo grave

5. Contrarietà ai principi della costituzione è possibile escludere l’illecita in caso l’obbligo


internazionale sia lesivo di un principio basilare della costituzione dello Stato in modo tale da
mettere in crisi l’essenza stessa delle istituzioni statali
LA COLPA NELL’ILLECITO

Vi sono alcuni criteri generali per identificare le varie gradazioni di colpa. Distinguiamo:

• Responsabilità per colpa: Si ha quando l’illecito è stato commesso o intenzionalmente o a causa di


negligenza.

• Responsabilità oggettiva relativa: Si ha per il compimento dell’illecito ma si può invocare una causa esterna
che ha reso impossibile il rispetto della norma.

• Responsabilità oggettiva assoluta: Si ha per comportamento contrario ad una norma giuridica e non
ammette alcuna giustificazione.

Questa classificazione della colpa è di recente introduzione nel diritto internazionale, infatti prima, seguendo
la tesi di Grozio, si sosteneva che uno stato fosse internazionalmente responsabile solo nel primo caso che
abbiamo descritto sopra; le categorie successive sono state introdotte progressivamente.

La commissione di diritto internazionale ha proclamato che la semplice inosservanza di una norma genera di
per sé illecito, irrilevantemente dalla tipologia di danno (Morale o materiale) che esso ha generato.

Conseguenze dell’illecito
L’opinione più diffusa oggi vuole che in seguito ad un illecito vi sia un’instaurazione di una nuova relazione
giuridica fra gli stati. Si hanno quattro scuole di pensiero riguardo le conseguenze:

• Anzillotti: Secondo Anzillotti le conseguenze del fatto illecito consisterebbero unicamente nel diritto dello
stato offeso di pretendere adeguata riparazione e nello stato offensore di fornirla.
• Ago: Secondo Ago dall’illecito deriva, per lo stato offeso, sia il diritto alla riparazione sia la facoltà di
adottare misure coercitive con lo scopo di infliggere una punizione allo stato
offensore.

• Kelsen: Per Kelsen, seguendo il pensiero di Anzillotti e di Ago, si rischia si incorrere in un


ciclo perpetuo di illeciti. Seguendo questo ragionamento secondo Kelsen dall’illecito deriva solo il ricorso a
misure di autotutela mentre la riparazione sarebbe solo eventuale e avrebbe origine nella volontà dello stato
offensore di regolare la questione pacificamente.

• Conforti: L’ideologia di Conforti riprende quella di Kelsen ma designa le misure di autotutela non come un
mezzo per punire l’altro stato ma bensì come un mezzo per far cessare l’illecito.
Per quanto riguarda l’obbligo di riparazione, quest’ultimo è normalizzato (Non si segue quindi la tesi di
Kelsen) e l’unico oggetto di accordo o della discrezionalità del giudice è l’entità del risarcimento.
Autotutela

La reazione normale all’illecito internazionale è l’autotutela, cioè il “farsi giustizia da sé”. L’autotutela, a
partire dalla fine della seconda guerra mondiale, esclude l’uso della forza (Jus Cogens, Art.2 Carta delle
Nazioni Unite).
Ci sono delle eccezioni in cui l’uso della forza è concesso:

• Legittima difesa: È consentito l’uso della forza in risposta ad un attacco armato. La legittima difesa è
invocabile anche in caso l’attacco sia sferrato mediante mercenari. È consentito l’uso di armi nucleari purché
sia rispettato il principio di proporzionalità della risposta all’attacco e le norme del diritto umanitario di
guerra (Art.51 della Carta).

• Scopi umanitari: L’intervento armato è ammesso per proteggere la vita dei propri cittadini all’estero o per
colpire stati che compiano gravi violazioni dei diritti umani nei confronti dei propri cittadini.
• In via preventiva: È concessa nei casi che riguardano stati che fomentano il terrorismo e altre occasioni.

Molti paesi e gran parte della dottrina hanno criticato le su citate ipotesi e l’incapacità dell’UN di opporsi
all’uso indiscriminato della forza, bisogna però ricordare l’esistenza del diritto umanitario di guerra, cioè una
serie di norme consuetudinarie e pattizie che vanno a limitare il più possibile i danni derivanti dal conflitto
(Includendo anche la tutela di paesi terzi e la punizione dei crimini di guerra).
Una volta che si scatena la guerra si passa da Jus ad bellum a Jus in bellum, cioè si passa dall’ adottare le
norme consuetudinarie e pattizie normali ad adottare quelle consuetudinarie e pattizie del diritto umanitario
di guerra.

Per il diritto internazionale si considera come uso di forza interna tutte quelle operazioni che vengono
effettuate all’interno dei confini dello stato, anche quando questa viene esercitata contro gruppi o comunità
straniere (Es: Diplomatici stranieri sequestrati presso l’ambasciata di Teheran). Si considera invece come uso
della forza internazionale quando l’azione si esplica fuori dal proprio territorio.

AUTOTUTELA

l'autotutela designa la prerogativa riconosciuta ad uno Stato di reagire dinanzi ad un illecito intnz
commesso da un altro Stato, mediante sanzioni o contromisure dirette allo Stato offensore e
finalizzate ad ottenere la cessazione e la riparazione dell'illecito.

Autotutela = farsi giustizia da sé

E esclude l’uso della forza

Eccezioni :

Legittima difesa = La legittima difesa non deve essere confusa con la vendetta, una reazione che
avviene dopo che la lesione è stata provocata,mentre si ha legittima difesa quando si reagisce a
un’aggressione e la reazione rappresenta l’unico rimedio possibile nell’immediato per evitare una offesa
ingiusta.

L’istituto è disciplinato all’articolo 52 del codice penale, rubricato “difesa legittima” che recita:

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto
proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata
all’offesa.

Scopi umanitari =

Intervento ammesso per proteggere la vita dei propri cittadini all’estero o per colpire che compiano gravi
violazioni dei diritti umani nei confronti dei propri cittadini

In vie preventive =

E’ concessa nei casi che riguardano stati che fomentano il terrorismo e altre occasioni
Molti paesi e gran parte della dottrina hanno criticato le su citate ipotesi e l’incapacità dell’UN di opporsi
all’uso indiscriminato della forza, bisogna però ricordare l’esistenza del diritto umanitario di guerra, cioè una
serie di norme consuetudinarie e pattizie che vanno a limitare il più possibile i danni derivanti dal conflitto
(Includendo anche la tutela di paesi terzi e la punizione dei crimini di guerra).

Una volta che si scatena la guerra si passa da Jus ad bellum a Jus in bellum, cioè si passa dall’ adottare le
norme consuetudinarie e pattizie normali ad adottare quelle consuetudinarie e pattizie del diritto umanitario
di guerra.

Per il diritto internazionale si considera come uso di forza interna tutte quelle operazioni che vengono
effettuate all’interno dei confini dello stato, anche quando questa viene esercitata contro gruppi o comunità
straniere (Es: Diplomatici stranieri sequestrati presso l’ambasciata di Teheran). Si considera invece come uso
della forza internazionale quando l’azione si esplica fuori dal proprio territorio.

L'autotutela collettiva differisce da quella individuale in quanto pone un altro ordine di problemi

- obblighi erga omnes (norme di diritto cogente) prevalgono sui trattati


- obblighi erga omnes partes

Esistono anche norme di diritto internazionale generale che permettono di fornire


aiuti ai movimenti ed ai gruppi che lottano per la liberazione del territorio dalle
dominazioni straniere e di adottare contromisure contro gli Stati offensori; la stessa
Commissione di diritto internazionale ha cercato di codificare queste norme,
prevedendo nel Progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato del 2001, che gli
Stati non direttamente lesi possano invocare la responsabilità dello Stato offensore.
Il termine invocare, in questo caso, assume un particolare significato: pretendere la
cessazione dell'illecito e la riparazione nei confronti dello Stato leso o dei beneficiari
della norma violata (art. 48 del Progetto), sebbene ancora oggi il Progetto nulla dica
sulla possibilità di adozione di contromisure da parte dello Stato non direttamente
leso e nemmeno il dibattito in merito lascia trasparire questa opportunità.

Al livello pattizio ci sono delle convenzioni che prevedono l'intervento di Stati


contraenti, anche non direttamente coinvolti nella violazione, per contrastare la
stessa; uno dei meccanismi sicuramente più utilizzato, anche a causa della scarsa
efficacia dell'adozione di contromisure nel quadro del diritto dei trattati, è quello di
prevedere la possibilità di adire una corte internazionale o di prevedere all'interno
della convenzione un organo giurisdizionale competente: un esempio che si può
immediatamente fare è quello della CEDU, che prevede una Corte competente per
tutti gli Stati contraenti e per le materie ricomprese nella convenzione stessa,
nonché sulla sua interpretazione.

RAPPRESAGLIA O CONTROMISURA

È la specie più importante di autotutela e, per l’Art.49, è definita come “Il comportamento dello stato leso,
che in sé sarebbe illecito, ma diviene lecito in quanto reazione all’illecito altrui”. Affinché si

abbia il diritto alla contromisura è necessario che siano stati esauriti tutti i mezzi di soluzione pacifica delle
controversie. La contromisura incontra vari limiti nel diritto generale, in particolare:
• Vi deve essere proporzionalità fra violazione subita e contromisura.
• Deve vigere il rispetto dello Jus Cogens.
• Devono essere rispettati i principi umanitari.

Altra tipologia di autotutela è la ritorsione, la quale a differenza della rappresaglia non consiste in una
violazione di norme internazionale in risposta ad un illecito ma bensì in un comportamento non amichevole
che si esplica attraverso l’interruzione di rapporti diplomatici, economici e commerciali.

Vi sono casi di autotutela collettiva in cui è previsto l’intervento di stati terzi che sono previsti da alcune
norme consuetudinarie. I casi più importanti che ricordiamo sono:

• Legittima difesa collettiva in caso di attacchi armati.

• Negazione degli effetti extraterritoriali che non hanno contro del principio di
autodeterminazione dei popoli.

• Aiuto militare ai movimenti di liberazione per liberare il proprio territorio da dominazione


straniera.

• Convenzione multilaterale che autorizza ciascuno stato contraente, in caso di violazione


normativa, ad intervenire con sanzioni.
Oltre ai su citati casi che prevedono l’inclusione di stati terzi ricordiamo anche l’esistenza del sistema di
sicurezza collettiva dell’ONU, il quale è un sistema sanzionatorio centralizzato che può funzionare anche
come reazione a violazioni di norme internazionali.

In certe organizzazioni internazionali il ricorso all’autotutela è assolutamente vietato.


Anche nell’ordinamento interno, prima di valutare se la violazione di una norma è causa di illecito, bisogna
osservare se tale violazione non sia una contromisura e quindi, in quanto tale, lecita.

L’ordinamento interno può predisporre alcuni meccanismi automatici che consentono la violazione di norme
internazionali a titolo di contromisura.

Tra le conseguenze dell’illecito internazionale vi è l’obbligo per lo stato colpevole di riparare il torto causato.
La riparazione può essere effettuata in varie forme, in particolare:

• Restituzione in forma specifica: Ristabilimento della situazione di fatto e di diritto preesistente all’illecito
cessando quest’ultimo e, se possibile, cancellandone gli effetti. In caso la restituzione in forma specifica sia
impossibile nasce al suo posto il diritto al risarcimento.

• Soddisfazione: È una forma di riparazione morale. Si manifesta nella presentazione di scuse, pagamento di
una somma simbolica, e così via
. È uno strumento usato in caso di illeciti non gravi.

L’Art.37 prevede le possibili forme di soddisfazione e la loro applicazione. Se le forme di soddisfazioni


vengono accettate allo stato leso esse fanno venir meno qualsiasi conseguenza dell’illecito. È possibile
concordare la soddisfazione in aggiunta al risarcimento in denaro.

Lo stato offeso ha sempre il diritto al risarcimento nei seguenti casi:

• Violazione delle norme sul trattamento degli stranieri.

• In caso di azione violenta o danneggiamento a organi, persone, mezzi e beni dello stato. Mentre non vi è il
diritto al risarcimento in caso di:
• Violazione di norme pattizie che non costituiscono oggetto di pretese risarcitorie per il diritto
consuetudinario (Accordi commerciali).
• Guerre di aggressione.

Il Progetto, diversamente dal diritto consuetudinario, prevede il risarcimento pecuniario in seguito a


qualsiasi violazione normativa e qualsiasi danno suscettibile di valutazione finanziaria

RESPONSABILITÀ DA FATTI ILLECITI

Si discute se si possa concepire nell'ordinamento internazionale una responsabilità oggettiva relativa o


assoluta= derivante da danni causati da atti illeciti

Allo stato attuale non sembra che il diritto internazionale conosca forme così sofisticate di responsabilità
ispirate ai principi di solidarietà

Diversa la Disciplina nel regime pattizio:

q esempio convenzione sui danni causati da oggetti spaziali, lo stato di lancio risponde dei danni causati da
aeromobili in volo anche se si verificano senza sua colpa

appare evidente che in questi casi si tratta di responsabilità da attività lecita


SISTEMA DI SICUREZZA COLLETTIVA

Carta dell'onu assegna al consiglio di sicurezza la competenza a compiere le azioni necessarie per il
mantenimento dell'ordine della pace tra gli Stati

questo sistema di sicurezza a malfunzionamento fino alla caduta del muro di Berlino

contrapposizione paesi occidentali e blocco sovietico impedito sicurezza a intervenire a garanzia della pace

analizzando questo organo notiamo che le funzioni vengono disciplinate al capitolo 7 della carta dell'ONU,
che sancisce:

- il consiglio può avviare qualsiasi accertamento per accertare violazioni della pace aggressionI

- il consiglio può esortare gli Stati interessati a prendere misure provvisorie necessarie affinché la situazione
non si aggravi, prima di adottare misure idonee

- il consiglio può decretare contro uno stato misure sanzionatorie ma non implicanti l'uso della forza

- il consiglio può infine decidere di avviare azioni armate con riferimento al primo punto

l'azione del consiglio di sicurezza a tutela della pace si esplica in tre fasi

1. misure provvisorie articolo 40


Misura aumentane che state parti di un conflitto interessato a risolverlo che prevengono l'aggravarsi della
situazione

2. misure non implicanti l'uso della forza articolo 41:


Il consiglio può vincolare gli Stati membri dell'onu ad adottare misure di varie intensità contro uno stato che
a giudizio S insindacabile del consiglio stesso minacci o violi la pace
3.. misure implicanti l'uso della forza articolo 42:
Si tratta della decisione ultima che implica l'uso della forza bellica nei confronti dello Stato colpevole di
aggressione minaccia violazione

questa misura è un'azione di pulizia internazionale che può essere intrapresa con ogni mezzo militare che
consenta di mantenere o ristabilire la pace

per quanto riguarda la formazione della forza militare che sarà utilizzata per garantire la pace di cui parla la
carta dell'onu

non sono mai state applicate le disposizioni dell'articolo 43 e successivi

ARBITRATO

La funzione giurisdizionale internazionale intesa come accertamento vincolante diritto naturale


arbitrale

Nel tempo l'istituto dell'arbitrato internazionale si è notevolmente evoluto

queste sono le varie fasi che lo hanno contraddistinto nel tempo

- arbitrato isolato
questa forma di arbitrato prevedeva un accordo ovvero il compromesso arbitrale col quale si nominava un
arbitrio o un collegio arbitrale

si tratta di una forma approssimativa di arbitrato perché la procedura seguita era sommaria e perché
l'assunzione dell'impegno arbitrale seguiva la nascita della controversia facendo sì che questo strumento
fosse usato solamente per risolvere questioni minori

- arbitrato basato sulla clausola compromissoria incompleta e sul trattato generale di arbitrato non completo

Nel primo caso per l'aula crea un obbligo generico per gli Stati di ricorrere all'arbitrato per tutte le
controversie future in merito all'applicazione e all'interpretazione della convenzione stessa

Nel secondo caso genera l'obbligo di rincorrere ad un arbitrio per risolvere tutte le controversie future che
possono insorgere fra le parti ad eccezione di alcune controversie che toccano l'onore e l'indipendenza delle
parti

Entrambe vengono definite come non complete in quanto generano solo un obbligo di stipulare un
compromesso arbitrale attraverso la costituzione di un organo giudicante

- Arbitrato basato sulla clausola compromissoria e trattato generale completo delle funzioni della CIG

Con la fine della prima guerra mondiale= creazione Corte permanente di giustizia internazionale
CIG = organo permanente formato da un corpo di giudice eletti dall'assemblea generale dal consiglio di
sicurezza che giudica in base a precise norme procedurali inderogabili delle parti

La Corte può essere adita solo dagli Stati e non dagli altri soggetti internazionali

In questa fase compaiono le figure della clausola compromissoria completa e del trattato generale di
arbitrato completo

MEZZI DIPLOMATICI

Tali mezzi, a differenza di quelli giurisdizionali, tendono esclusivamente a facilitare la soluzione delle
controversie. Essi, quindi, non hanno carattere vincolante per le parti e loro oggetto non è tanto la
determinazione degli aspetti giuridici della questione, del torto e della ragione, quanto il compromesso tra le
opposte pretese.
Tra i mezzi di soluzione diplomatica delle controversie citiamo:
a)negoziato: mezzo più semplice e immediato, prevede che siano le parti
coinvolte nel conflitto a raggiungere un accordo attraverso il dialogo
.
b)buoni uffici e mediazione: intervento nella controversia di uno Stato terzo,
di un organo di uno Stato, di un’organizzazione internazionale, con l’intento di convincere le parti a
negoziare (buoni uffici) o con la partecipazione attiva del terzo alle trattative (mediazione);

c)conciliazione: è la forma diplomatica di soluzione delle controversie più evoluta, che più si avvicina
all’arbitrato. Per raggiungere lo scopo viene generalmente istituita una Commissione che, come i tribunali
arbitrali, può essere costituita su base permanente o occasionale. Le Commissioni sono composte da
individui e non da Stati, esaminano la controversia e formulano una proposta di soluzione che le parti sono
libere di accettare o meno.

d)commissione d’inchiesta: a differenza delle precedenti, ha solo il compito di accertare, in modo non
vincolante, i fatti.

e)conciliazione obbligatoria: di solito prevista come alternativa al ricorso all’arbitrato soprattutto nelle
convenzioni multilaterali aperte. Sempre più spesso il ricorso alla conciliazione è obbligatorio, con la
possibilità per uno degli Stati contraenti di dare avvio unilateralmente alla procedura conciliativa. Esempi
sono forniti dalla Convenzione di Vienna del 1969 e dalla Convenzione di Montego Bay, entrambe
prevedono procedure obbligatorie di conciliazione, se le parti non scelgono un altro mezzo di soluzione della
controversia.

f)conciliazione delle organizzazioni internazionali: si svolge nel quadro istituzionale dell’organizzazione,


con organi previsti dallo Statuto. Non ha carattere vincolante e le procedure devono conformarsi alle regole
statutarie proprie dell’organizzazione. Particolarmente importante è la
Infine, di particolare importanza è la funzione conciliativa in seno alle Nazioni Unite. Alla soluzione pacifica
delle controversie, da parte del Consiglio di Sicurezza, è dedicato il cap. VI (artt. 33 – 38) della Carta
dell’Onu. I vari momenti della procedura sono i seguenti:
- l’art. 34 assegna un potere d’inchiesta al Consiglio, che può esercitarlo direttamente o, più spesso,
attraverso un organo creato ad hoc, come, ad esempio, una Commissione d’inchiesta composta da membri
del Consiglio e da funzionari Onu.

- gli artt. 33 e 36 attribuiscono al Consiglio una facoltà di sollecito alle parti, affinché facciano ricorso a
mezzi, procedimenti e mezzi elencati (inchiesta, mediazione, conciliazione, arbitrato, ecc.). L’art. 33 prevede
un generico invito del Consiglio, mentre l’art. 36 prevede che l’organo indichi quale specifico procedimento
sia più appropriato nella fattispecie in esame. Il Consiglio può anche, con una risoluzione, predisporre il
procedimento stesso, dando vita a Commissioni di conciliazione o mediazione, che operano sotto il diretto
controllo del Consiglio. Il tutto, comunque, si risolve in un mero potere di raccomandazione.

- L’art. 37, poi, inserisce nella funzione conciliativa del Consiglio il potere di raccomandare termini di
regolamento, ossia di suggerire alle parti come risolvere la controversia nel merito. Questo potere
presuppone che le parti stesse, o una di esse, portino la questione all’esame del Consiglio e presuppone anche
l’accertata impossibilità di raggiungere un’intesa attraverso i mezzi elencati dall’art. 33 e 36. Tuttavia, nella
prassi la materia è orientata alla più ampia libertà esercitata dal Consiglio, chepuò intervenire senza
incontrare alcuna opposizione da parte degli Stati interessati, senza sollecito esterno e senza preoccuparsi se
siano state esperite altre procedure di conciliazione fissate dall’art. 33 e anche in fasi iniziali della
controversia.

In ambito Onu (art. 14 della Carta) è anche prevista una funzione conciliativa dell’Assemblea Generale, che
può raccomandare misure per il regolamento pacifico di ogni situazione ritenuta a rischio per il benessere
generale e per le relazioni amichevoli tra le Nazioni.

Per quest’intervento non sono previste particolari norme procedurali, con l’unico limite, in base al quale
l’Assemblea non può intervenire in questioni di cui si stia occupando già il Consiglio.
Nell’Onu, vi sono poi le iniziative di mediazione del Segretario Generale, per la soluzione diplomatica di
crisi internazionali.

A quella dell’Onu si affianca la funzione conciliativa delle organizzazioni regionali (Nato, Oua, ecc.). L’art.
52 della Carta prevede che esse compiano ogni sforzo per giungere ad una soluzione pacifica delle
controversie locali, prima di deferirle al Consiglio di Sicurezza. La norma trova conferma nell’ambito dei
vari Statuti.

UNIONE EUROPEA

I metodi utilizzati tra gli stati europei sono 2

Metodo intergovernativo = viene utilizzato normalmente nei rapporti intnz, le organizzazioni che nascono
all’interno del diritto intnz sono caratterizzate dall’ avere organi che vengono definiti organi di stati , cioè i
membri di questi organi operano in quanto rappresentanti dello stato di appartenenza

Altra caratteristica = prevalenza del principio di unanimità nell’adozione di delibere e di decisioni


Normalmente si decide all’unanimità

Altra caratteristica = manca autorità in grado di adottare degli atti immediatamente vincolanti
all’organizzazione stessa

Metodo comunitario= caratterizzato dalla prevalenza di organi definiti , organi di individui , sonno formati
di da sogg che operano in maniera autonoma e indipendente rispetto alla posizione degli stati di appartenenza

Altra caratteristica , quella di consentire l’adozione di decisioni in base al principio di maggioranza


Sappiamo che l’UE adotta principalmente il metodo comunitario

ESPERIENZE DI COOPERAZIONE INTERGOVERNATIVA PRECEDENTE ALLA CREAZIONE


DELL’UE

17 marzo 1948 nasce UEO ( Unione europea occidentale) = Organizzazione militare Alla quale aderiscono
10 paesi Europei in materia di cooperazione militare Finalizzata ad ottenere la difesa collettiva in caso di
attacco

4 aprile 1949 NATO = Organizzazione militare che ha adottato il metodo intergovernativo , che non è
considerabile europea perché vi aderiscono stati extra europei

16 aprile 1948 OECE (ORGANIZZAZIONE EUROPEA COOPERAZONE ECONOMICA) =


Per la cooperazione economica per l’esigenza di coordinare gli aiuti derivanti dal piano Marshall

5 maggio 1949 CONSIGLIO D’EUROPA = con loro scivolo di garantire e vigilare sul rispetto dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali, l’atto principale è stata la convenzione europea per la salvaguardia
dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali , stipulata nel 1950

Insieme alla convenzione viene istituito un meccanismo , di cui fa parte in primo luogo la corte europea dei
diritti dell’uomo , di carattere giurisdizionale che vigila sul rispetto dei diritti umani e delle libertà
fondamentali

Nascita del metodo comunitario dal trattato di Parigi ai trattati di Roma

9 maggio 1950, data dichiarazione ministro degli Esteri francese shcuman , nota come discorso
dell’orologio , che si pone alla base dell’idea dell’Europa comunitaria

Che porta alla firma del trattato di Parigi che da vita alla comunità europea del carbone e dell’acciaio

Aderiscono 6 stati europei :


Italia
Belgio
Paesi Bassi
Lussemburgo
Francia
Germania

Materia carbone acciaio era particolarmente calda perché si trattava di due materie prima che causarono
conflitto di interesse, tra la Francia e la Germania poiché utili per la costruzione di armamenti

Schuman voleva porre le basi per un futuro pacifico tra i paesi europei

Nel 1952 l’esperienza della CECA spinge a replicare una struttura organizzativa simile anche in ambito di
difesa
Viene negoziato a Parigi il trattato istitutivo della CED (Comunità europea di difesa)

Vediamo ora la nascita delle 2 comunità europea più importanti

Vengono firmati a Roma i trattati istitutivi

CEE (comunità economica europea)


EURATOM (comunità europea dell’energia atomica)

Tra gli stessi paesi che aveva costituito la CECA

NASCITA E PROCESSO DI INTEGRAZIONE

Avevamo parlato di Schuman e la sua idea di Europa unità, considerato il padre fondatore dell’unità europea

Sfruttando il carbone e l’acciaio per un futuro di pace

OBBIETTIVI EUROPA UNITA

- mantenere la pace tra i sui membri , ed è il presupposto di una collaborazione tra i paesi europei, e porre la
pace alla base di ogni iniziativa futura

- promozione della cooperazione tra i paesi europei

- garantire la sicurezza dei cittadini europei

- promuovere la solidarietà economica e sociale

- preservare l’identità e la diversità europee in un mondo globalizzato

- promuovere i valori che gli europei condividono

STORIA INTEGRAZIONE EUROPEA

L’IDEA di Schuman si concretizza con il trattato di Parigi del 18 aprile del 1951

Il trattato che istituisce la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) è stato firmato a Parigi da
Belgio, Francia, Italia, Repubblica Federale Tedesca, Lussemburgo e Paesi Bassi, per una durata di 50 anni. I
membri dell'Assemblea parlamentare europea erano selezionati dai rispettivi parlamenti nazionali.
L'Assemblea aveva il diritto di licenziare l'Alta autorità (antesignana dell'odierna Commissione).

L’Europa nasce come l’Europa dei 6


Il 25 marzo 1957 vennero firmati due trattati: il trattato che istituì la Comunità economica europea (CEE) e il
trattato che istituì la Comunità europea dell'energia atomica (CEEA o Euratom). Per entrambe le nuove
Comunità, le decisioni venivano prese dal Consiglio su proposta della Commissione. L'Assemblea
parlamentare doveva essere consultata e dare il suo parere al Consiglio. L'Assemblea aumentò di dimensioni
contando fino a 142 membri. L'Assemblea parlamentare europea tenne la sua prima sessione l'anno
successivo, il 19 marzo 1958. Con i Trattati di Roma, venne fatta una disposizione specifica per l'elezione
diretta dei membri (attuata poi nel 1979).

Successivamente:

Nel 1973 Danimarca, Irlanda e Regno Unito aderiscono

Nel 1981 aderisce la Grecia

1986 Portogallo e Spagna

1995 Austria, Finlandia e Svezia

Storicamente nel 1989 cade il muro di Berlino che apre delle prospettive di ingresso a una serie di paesi
europei la cui adesione avverrà nel 2004

Adesione però preparata nel 1993 con un consiglio europeo a Copenaghen

Con dei criteri di Copenaghen che sono in rispetto delle istituzioni democratiche e dei diritti dell’uomo

1 maggio 2004 entrano 10 paesi , tutti nella zona dell’ex influenza sovietica (Polonia, Ungheria , Repubblica
Ceca, Slovacchia , Romania, Lettonia, Estonia , Lituania , Slovenia , Cipro e Malta )

Nel 2007 Romania e Bulgaria

E nel 2013 la Croazia

2016 però l’UK esce dall’UE con la breaksit

REVISIONE TRATTATI EUROPEI


Abbiamo visto trattato di Roma e di Parigi
Abbiamo avuto un percorso evolutivo, con un percorso evolutivo per rendere il funzionamento progressivo
rafforzando la democraticità

Vediamo i vari trattati :

1. Atto unico europeo


Lussemburgo 1986, in vigore 1 luglio 1987
Obbiettivo= riformare i meccanismi decisionali del consiglio al fine di ampliare la facoltà del consiglio di
deliberare a maggioranza qualificata

Questo per consentire una maggiore facilità di adesione e realizzazione di delibere che in caso di unanimità
sarebbe stata bloccata dal veto di uno solo dei paesi membri

Introduce una procedura che rafforza il parlamento europeo affianco al consiglio


Perché il parlamento dotato di cooperazione e viene data maggiore importanza al parlamento affiancandolo
al consiglio

Introdotta procedura parte conforme

2. Trattato di Maastricht
Trattato istitutivo dell’UE e modifica la denominazione delle comunità europee in Unione Europea

Stipulato 7 febbraio 1993

In vigore 1 novembre 1993

Apporta novità , pone le basi ed la creazione futura per le unione monetaria = unica moneta comune i paesi
membri

Rafforza il ruolo parlamento europeo affiancandolo al consiglio con procedura di codecisione

Parlamento prima era organo prevalentemente consultivo , ma il trattato d Maastricht ha completato il


procedimento di parificazione tra il parlamento e il consiglio dei ministri

Fattore fondamentale
Struttura dei 3 pilastri

- competenze tradizionali della comunità europea in ambito economico

- competenze in ambito di politica estera e sicurezza comune

- competenze in materia di giustizia affari interni

Questi pilastri hanno un tetto comune meccanismi diversi

La struttura rimane in vigore fino al trattato d Lisbona


Il trattato di Maastricht ha avuto un ruolo importante per superare il limite delle competenza in capo
economico , testimoniato dal venir meno dell’aggettivo economico

Infatti comunità europea e non più comunità economica europea

Ultimo fattore fondamentale = Introduzione cittadinanza europea

Cittadinanza che conferisce lo status di cittadino europeo ai cittadini dei paesi membri dell’Unione

Che garantisce dei diritti :

Libertà di circolazione

Di soggiorno

Di lavoro

Diritti anche di natura politica= partecipazione elezioni

3. Trattato di Amsterdam 1 maggio 1999

Riforma le istituzioni europee e il processo decisionale ampliando il ricorso alla procedura legislativa
ordinaria ovvero la procedura di coodecisione

Inoltre concretizza la nascita di cooperazione in materia di polizia giudiziaria per gli affari penali Ed è una
base per la cooperazione delle polizie dei paesi

Viene introdotto nel 3 pilastro il trattato di schengen ovvero un trattato che prevede l’abbattimento delle
frontiere tra gli stati

Viene presa una figura istituzionale che possiede le funzioni di alto rappresentante della politica estera di
sicurezza comune

Tale trattato ha anche un ruolo organizzativo e sistematico e consolida i trattati dell’UE e i trattati delle
comunità

Creato con i trattato di Maastricht il mediatore europeo


Opera presso il parlamento e ha lo scopo di controllare che le istituzioni rispettano le regole di buona
amministrazione nei rapporti con i cittadini

Nominato dal parlamento

Nel 2001 stipulato il TRATTATO DI NIZZA

Entra in vigore nel 2003

Riforma alcuni aspetti del funzionamento delle istituzioni europee per adeguare questo funzionamento
all’allargamento del numero dei paesi che erano diventati 25
Modifica la composizione della commissione
Introduce le cooperazioni rafforzate dell’UE

E proclama la carta dei diritti fondamentali dell’UE anche se non viene inserita nel trattato

Negli anni 2000 assistiamo a una costituzionalizzazione del diritto dell’UE che viene introdotta tramite la
stipula del 29 ottobre del 2004 del trattato che adotta una costituzione europea

Questo trattato non entrerà mai in vigore perché nel momento in cui viene sottoposto alla ratifica all’interno
dei paesi membri che l’avevano stipulato
alcuni di questi paesi hanno sottoposto a referendum la decisione di ratificare al trattato stesso e alcuni paesi
hanno visto bocciare da parte del popolo l’adesione a questo trattato

Quindi non potendolo ratificare non è mai entrato in vigore


Successivamente al fallimento di questo trattato iniziano i lavori per stipulare un altro trattato che viene
adottato il 13 dicembre del 2007

Entrerà in vigore il 1 dicembre 2009

Il trattato di Lisbona
Trattato attualmente in vigore e importate perché ha apportato modifiche rilevanti al diritto dell’UE

STIPULATO DAI PAESI MEMBRI DEL 13 NOV 2007

In vigore dal 1 dic 2009 Per il procedimento delle ratifiche del 2009

Il trattato arriva dopo un tentativo di dotare l’UE di una costituzione che è fallito poiché non è stato ratificato
da qualcuno di essi (Francia)

Il trattato di Lisbona realizza il consolidamento dei precedenti trattati

Non ha inserito la carta dei diritti fondamentali dell’UE all’interno del trattato stesso ma ne ha conferito
valore giuridico di trattato

Altro fattore fondamentale è stato il conferimento della personalità giuridica all’unione e quindi
l’attribuzione di una soggettività completamente autonoma rispetto agli stati membri

Inoltre è stato introdotto un meccanismo unilaterale e volontario di recesso di un paese dall’unione stessa che
ha consentito la breaksit successivamente a un referendum nel 2016 ma che si è concretizzata nel gennaio del
2020

Il contenuto:

Art 1 punto 2 che ne individua i valori di carattere estremamente generale

Questi valori sono


1. Rispetto dignità umana

2. Valori di libertà
3. Valori di democrazia

4. Valori di uguaglianza

5. Valori di rispetto dei diritti umani

Inoltre nel punto 3 dell’art 1 dell’UE vengono individuati a carattere generale gli obbiettivi che l’unione si
prefigge :

1. Promuovere la pace

2. Promuovere i valori della pace

3. Promuovere il benessere dei popoli

Dal punto di vista della competenza in materia europea il trattato la ridefinisce indicando nell’at 5 Che questa
competenza si ispira ai principi di attribuzione di sussidiarietà e di proporzionalità

Questi 3 principi indicano i limiti dell’azione dell’unione europea

L’attribuzione individua la competenza solo in quelle materie esplicitamene attribuite all’unione dai trattati

Il principio di sussidiarietà rende la competenza dell’unione subordinata alla circostanza che uno stato o gli
stati membri non riescano o non possano agire in un determinato ambito

Il principio di proporzionalità individua i mezzi che devono essere utilizzati dall’UE e che devono essere
proporzionali agli obbiettivi da perseguire

Principio di prossimità = sia lo stato che l’Unione devono agire in totale trasparenza

Principio di leale collaborazione = uno stato non deve assolutamente interferire in attività posta in atto
dall’Unione

Inoltre c’è da dire che avendo introdotto cn il trattato di Maastricht il principio dei tre pilastri

1. Comunità Europa

2. Politica estera di sicurezza comune

3. Giustizia affari interni

Questa competenza nel trattato d Lisbona viene scardinata dai 3 pilastri e viene consolidata e inserita
all’interno del trattato, individuando come procedura decisionale normale all’interno del primo e del terzo
pilastro la procedura di codecisione e quella di legislazione ordinaria

E restando in una modalità un po’ più complessa a livello decisionale per quanto riguarda le materie
introdotte nel 2 pilastro

Il trattato di Lisbona è molto importante perché ha apportato diverse modifiche alle istituzioni dell’UE
Tra le istituzioni che vengono elencate e che vengono rese istituzionalizzate dal trattato stesso troviamo
anche il consiglio europeo che prima era operativo ma non era stato introdotto all’interno delle istituzioni da
un nessun trattato

Successivamente bisogna dire che il trattato di Lisbona istituisce la figura del presidente del consiglio
europeo come la figura più stabile rispetto alla presidenza precedente

Perché il presidente europeo viene introdotto come un organo che viene eletto dai capi di stato e di governo
e che dura 2 anni e mezzo

Questo per rafforzare la stabilità di un’istituzione

Inoltre viene individuata una diversa modalità di nomina del presidente della commissione e viene attribuito
dal parlamento il potere di elezione del presidente della commissione su proposta del consiglio europeo

Viene individuata un’altra composizione de parlamento europeo che dovrà esser adeguata anche alla fuori
uscita della UK

Viene anche toccato il sistema dei meccanismi decisionali del consiglio e vengono aumentate le materie per
le quali il consiglio possa decidere a maggioranza qualificata

Altro aspetto quadro istituzionale = attribuzione all’Altro rappresentante dell’unione per gli affari esteri di
una duplice carica , presidente del consiglio degli esteri e vice presidente ella commissione

L’obbiettivo del trattato di Lisbona = rafforzare la democraticità del funzionamento dell’istituzione dell’UE

Questo si è concretizzato in un rafforzamento dell’organo democratico il quale estende le sue competenze in


materia di bilancio e amplia le materie per le quali acquisisce un ruolo paritetico rispetto al consiglio

Perché La procedura di codecisione viene individuata come procedura legislativa ordinaria

Viene tra l’altro dato maggior peso al ruolo dei parlamenti nazionali perché rafforzato il principio di
sussidiarietà

E i cittadini potranno farsi parte attiva di un’iniziativa legislativa perché introdotto il potere di iniziativa
popolare

Che consente a 1 mln di cittadini di invitare la commissione a presentare una proposta di legge al parlamento

ISTITUZIONI EUROPEE PARLAMENTO E CONSIGLIO

Parlamento=istituzione che rappresenta i cittadini ed il popolo dell’UE

I compiti sono :

-funzione legislativa= approvazione progetti normativi proposti dalla commissione

-funzione di bilancio = stabilisce ogni anno il bilancio dell’anno successivo , presentato dalla commissione e
successivamente esaminato dal consiglio e dal parlamento
-controllo politico dell’operato della commissione = il parlamento può sfiduciare la commissione e se viene
approvata , la commissione si dimette

- elezione del presidente della commissione

Il trattato di Lisbona ha consolidato il diritto primario dell’unione e ha individuato

Il trattato dell’unione europea e il trattato sul funzionamento dell’unione europea

All’art 13 del trattato elenca le istituzioni dell’unione

E all’interno di queste viene considerato anche il consiglio europeo

Precedentemente operata ma non inserito ufficialmente come istituzione

Le istituzioni sono :

- parlamento

- consiglio europeo

-consiglio Unione Europea

- la commissione europea

-corte di giustizia europea

-banca centrale europea

- corte dei conti

Le ultime due sono istituzioni di natura economica e contabile

Le altre sono di natura istituzionale e politica

Ciascuna istituzione agisce per raggiungere gli obbiettivi che vengono attribuiti dai trattati e abbiamo visto
che uno dei principi che caratterizza la competenze dell’unione europea è quello di attribuzione

E qui c’è la specificazione che ogni istituzione opera nell’ambito delle attribuzioni che i trattati conferiscono
a ciascuna di esse

Tra le istituzioni è previsto un comportamento definito di leale cooperazione

Analizziamo la composizione e il ruolo del parlamento europeo :

Organo di legislazione accanto al consiglio e questo è stato il frutto che ha portato l’assemblea parlamentare
da un semplice ruolo consultivo ad un ruolo sempre più importante

Quindi il ruolo del parlamento europeo ad oggi è legislativo


Naturalmente si tratta dell’organo di espressione democratica dell’unione perché eletto a suffragio universale
E avviene dal 1979

A maggio del 2019 il parlamento si compone di 705 deputati + il presidente ROBERTA METSOLA

Mandato dura 5 anni

Nel 1972 prende nome di parlamento


Lavora in sede plenaria a Strasburgo

E si riunisce a Bruxelles in Belgio

All’interno della struttura parlamentare i parlamentari siedono per appartenenza a gruppi parlamentari che
hanno la caratteristica di essere formati a seconda delle affinità politiche

Attualmente sono 7 i gruppi politici presenti al parlamento europeo , ogni gruppo politico formato da min 25
deputati

Funzioni parlamento :

Oltre a emanare le leggi dell’unione decide in merito agli accordi internazionali e decide in merito agli
allargamento dell’unione stessa

Controllo sugli altri organi dell’Unione e sulla commissione

Elegge anche il presidente

Può rivolgere interrogazioni alla commissione e può presentare anche la mozione di censura alla
commissione

Funzione di bilancio

CONSIGLIO EUROPEO

Organo di indirizzo della politica dell’unione europea , formato dai capi di stato e di governo dei paesi
membri

Presidente charles Michele

Si tratta di un organismo introdotto ufficialmente come istituzione dal trattato di Lisbona, la cui presenza
aveva peso ruolo di forum informale

Ma successivamente 1992 il trattato di Lisbona codifica la sua presenza

Sede Bruxelles
Competenze :

Ruolo di indirizzo quindi definisce gli orientamenti generali e le priorità politiche che devono essere trattate
all’interno dell’unione europea

Ma non è un organo legislativo perché bisogna distinguerlo dal consiglio dell’unione europea

Da quindi un indirizzo alla politica dell’unione ma contribuisce anche a risolvere questioni che non posso
essere risolte a livello inferiore dando un grosso impulso per quanto riguarda la politica dell’UE

Definisce le linee fondamentali della politica estera di sicurezza comune dell’unione europea Che verrà
adottata dal consiglio dell’unione

Su qualsiasi questione di cui il consiglio si occupa può chiedere alla commissione di presentare una proposta
di legge al parlamento e può chiedere al consiglio dell’unione europea di occuparsene direttamente

CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA

Il termine consiglio è indicato sia come consiglio europeo che è l’organo di indirizzo dell’unione europea
composto dai capi di stato e di governo dei paesi membri

Ma il termine è utilizzato anche nell’ambito dell’istituzione del consiglio dell’unione europea


Che il trattato di Lisbona CHIAMA semplicemente CONSIGLIO

Facciamo riferimento all’organo legislativo che opera insieme al parlamento europeo che è compito dai
ministri dei governi dei paesi membri

Quindi organo molto diverso dal consiglio europeo che ha competenze differenti

Quindi il consiglio dell’unione europea è l’organo legislativo che rappresenta insieme a parlamento europeo
l’organo decisionale sugli atti normativi del diritto dell’unione europea

Composto da tutti i ministri dei paesi membri dell’Unione

E si riunisce per materia a seconda della quale i paesi inviano al consiglio i ministri competenti per la materia
stessa

Quindi non ha un numero prefissato di membri come le lire istituzioni


Ma la sua composizione varia al variare dei governi dei paesi membri e varia a seconda della materia da
discutere

Il presidente ruota ogni sei mesi e che ha rotazione ricopre ciascun paese

Lavora a Bruxelles

Il consiglio dei ministri non ha un numero di membri permanenti ma ogni qual volta si riunisce per materia ,
i governi dei paesi membri inviano i loro ministri competenti per materia

Di questi settori il più conosciuto è quello di economia e finanze o quello del ministro degli esteri che
rappresenta il settore competente per le deliberazioni in materia dii politica. Estera
In particolare di cosa si occupa :
Negoziare e adottare le leggi dell’unione europea

Di coordinare le politiche sulla base dell’ impulso del consiglio europeo

Di elaborare la politica estera di sicurezza comune sotto impulso del consiglio europeo

Di firmare accordi tra l’UE e paesi terzi

Approvare insieme al parlamento il bilancio dell’unione che viene presentato dalla commissione europea

La commissione è l’organo esecutivo composta da commissari appartenenti ai vari paesi membri

Il ruolo è quello di promuovere l’interesse generale dell’unione europea


E ha il ruolo anche di iniziativa legislativa al consiglio e al parlamento

La presidenza è in capo a Ursula Wanderlier, presidente della commissione eletta dal parlamento sotto
consiglio europeo

La competenze:

Organo esecutivo quindi si occupa dei vari rami dell’amministrazione relative all’Unione

Ha potere di iniziativa legislativa

Gestisce le politiche e assegna i fondi che l’unione attribuisce ai paesi membri

Vigila sul rispetto dei trattati

Rappresenta l’unione europea sulla scena internazionale

La commissione è un istituzione di natura giurisdizionale , ha la funzione di garantire l’interpretazione


omogenea del diritto dell’unione europea

E di risolvere eventuale controversie tra paesi membri e Unione Europea

Composta da :

Giudici quanto i paesi membri

11 avvocati generali

Corte di giustizia in senso stretto e dal tribunale composto a sua volta da 47 giudici

Lussemburgo è la sede di lavoro

Competenze corte di giustizia :

Interpretare il diritto

Assicurare il rispetto delle leggi europee e dei trattati

Annullare eventuali atti invalidi


E di applicare eventualmente sanzioni a le istituzioni che li hanno emanati

FUNZIONI

ART 16 TUE p 1

“Il Consiglio esercita, congiuntamente al Parlamento europeo, la funzione legislativa e la funzione di


bilancio. Esercita funzioni di definizione delle politiche e di coordinamento alle condizioni stabilite nei
trattati.”

Tale norma esprime però in modo sintetico i compiti e i poteri del consiglio, senza far trasparire veramente la
posizione decisiva e di centralità che occupa all’interno dell’unione europea.

Il ruolo del consiglio dell’UE si configura come paritario rispetto a quello del consiglio e del parlamento per
quanto riguarda l’autorità legislativa e di bilancio. Per quanto riguarda la seconda parte dell’Art.16
menzionata sopra, esso fa riferimento alle funzioni di definizione delle politiche e di coordinamento.

L’espressione è alquanto generica e può specificarsi solo in rapporto alle singole disposizioni. Sul piano
generale può dirsi infatti che, nell’esercizio di tali funzioni, il consiglio non emana solo atti legislativi, ma
bensì anche atti di indirizzo, di assistenza e di consulenza, i quali non sono atti giuridicamente vincolanti.

Per quanto riguarda la politica economica invece il consiglio dell’UE ha poteri più specifici e incisivi, come
per esempio il potere di effettuare l’adozione di una raccomandazione contenente gli indirizzi di massima per
le politiche economiche degli stati membri e dell’unione, un compito di sorveglianza, di assistenza
finanziaria, poteri sanzionatori e poteri normativi.

Il consiglio detiene un potere decisionale nella politica estera e di sicurezza, anche se questo non è di natura
legislativa visto che in tale materia è esclusa l’adozione di atti legislativi.

Il consiglio opera sulla base degli orientamenti generali definiti dal consiglio europeo e adotta le decisioni
per un intervento operativo che ne vanno a stabilire gli obiettivi, la portata, le condizioni di attuazione, la
durata e i mezzi di cui deve disporre l’unione affinché si realizzi.

Tali decisioni hanno natura vincolante per gli stati membri.

Altre decisioni vincolanti sono quelle tramite le quali il consiglio definisce la posizione dell’unione su una
questione particolare di natura giuridica.

Il consiglio può inoltre adottare le decisioni relative alla politica di sicurezza e di difesa comune (Comprese
quelle inerenti all’avvio di una missione operativa avente anche implicazioni militari) su proposta dell’Alto
rappresentante dell’unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza o su iniziativa di uno Stato membro.

Il consiglio dell’UE può chiedere alla commissione di procedere a tutti gli studi che esso ritiene opportuni al
fine del raggiungimento degli obiettivi comuni e di sottoporgli tutte le proposte del caso. Il consiglio può
inoltre intervenire con varie modalità nella nomina di altre istituzioni o organi come per esempio la
commissione, il comitato esecutivo della banca centrale europeo, la corte dei conti, il comitato economico e
sociale e il comitato delle regioni.
Esso fissa anche gli stipendi, le indennità e le pensioni di coloro che rivestono le cariche principali nelle
istituzioni europee. Infine il consiglio può anche intervenire nella definizione di atti normativi concernenti
l’azione di altre istituzioni.

C’è la possibilità che il Consiglio riceva un potere di esecuzione di qualsiasi atto obbligatorio dell’unione,
tale attribuzione è però subordinata alla necessità di condizioni che inducano a preferire l’intervento del
consiglio in luogo della generale competenza della commissione.

I COREPER

Comitato rappresentanti permanenti = responsabile preparazione lavori consiglio Unione Europea

2 rappresentanti permanenti coreper 1 e coreper 2

Svolge ruolo cardine nel processo decisionale dell’UE , coordina e prepara i loro di tutte le riunioni del
consiglio e tenta di trovare un accordo che sarà presentato per l’adozione da parte di consiglio

Vigila nel rispetto dei principi del consiglio

Esso garantisce inoltre la coerenza delle politiche e delle azioni dell’Unione e vigila sul
rispetto dei principi e delle norme seguenti:

 principi di legalità, sussidiarietà, proporzionalità e motivazione degli atti;


 norme che stabiliscono le competenze di istituzioni, organi, uffici e agenzie
dell’Unione europea;
 disposizioni di bilancio;
 norme procedurali, di trasparenza e di qualità redazionale.

Esso provvede a un’adeguata presentazione dei fascicoli al Consiglio a cui eventualmente


sottopone orientamenti, opzioni o suggerimenti.

Gli ordini del giorno delle riunioni del Consiglio rispecchiano l’avanzamento dei lavori del
Coreper. L’ordine del giorno del Coreper è diviso in due parti:

 la parte I comprende i punti che in linea di principio non richiedono un dibattito e


che di solito corrispondono ai punti «A» dell’ordine del giorno del Consiglio (si tratta
di punti, che preparati dal Coreper, potrebbero incontrare l’approvazione del
Consiglio senza lo svolgimento di un dibattito);
 la parte II richiede un dibattito.

Tuttavia, qualora il Coreper raggiunga un accordo su un punto della parte II presente sul
proprio ordine del giorno, tale punto figurerà in genere tra i punti «A» dell’ordine del giorno
del Consiglio, che consiste di:

 punti A, da approvare senza dibattito in seguito a un accordo raggiunto in seno al


Coreper;
 punti B, che richiedono un dibattito.

Il Coreper è diviso in due parti:


 il Coreper I prepara i lavori di sei formazioni del Consiglio:
 occupazione, politica sociale, salute e consumatori;
 competitività (mercato interno, industria, ricerca e spazio);
 trasporti, telecomunicazioni ed energia;
 agricoltura e pesca;
 ambiente;
 istruzione, gioventù, cultura e sport.
 Il Coreper II prepara i lavori di quattro formazioni del Consiglio:
 affari generali;
 affari esteri;
 affari economici e finanziari;
 giustizia e affari interni.

Di norma, il Coreper si riunisce ogni settimana. I preparativi per i suoi lavori sono effettuati
il giorno precedente dai collaboratori più stretti dei membri del Coreper che si riuniscono
sotto i nomi:

 gruppo Mertens per la parte 1 del Coreper;


 gruppo Antici per la parte 2 del Coreper.

Tali gruppi si occupano rispettivamente della revisione dell’ordine del giorno del Coreper I
e II e ne stabiliscono i dettagli tecnici e organizzativi. Questa fase preparatoria permette
altresì la formazione di una prima idea delle posizioni che le diverse delegazioni
adotteranno durante la riunione del Coreper.
Il Coreper può adottare decisioni procedurali elencate nell’articolo 19, paragrafo 7, del
regolamento interno del Consiglio, ad esempio, la decisione di tenere una riunione del
Consiglio in un luogo diverso da Bruxelles o Lussemburgo, o la decisione di adoperare
una procedura scritta.

ATTI DELL’UE

Gli atti normativi si classificano in due grandi ambiti e categorie

Quelli che derivano dai trattative fanno parte del diritto primario

E quelli che derivano dall’espressione degli organi legislativi

A quel tipo D i atto diamo il nome di DIRITTO SECONDARIO

Ci riferiamo quindi a 2 articoli fondamentali

288 del trattato sul funzionamento dell’unione europea

ATTI GIURIDICI UE
Per realizzare gli obbiettivi che sono individuati nei trattati l’unione un’opera si può avvalere di diversi atti
normativi

Alcuni di carattere legislativo, e altri non

Alcuni vincolanti altri non

Per fare chiarezza

L’art 288 ci dice che per realizzare gli obbiettivi l’unione ha una serie di atti a disposizioni e questi atti
possono essere sintetizzati in :

Direttive
Decisioni = atti vincolanti che non hanno un carattere di generalità perché dirette a situazioni specifiche
come ad uno stato o un’impresa , per cui non hanno bisogno di atti di ricezione interni degli stati ma
vincolano i sogg destinatari

Raccomandazioni = delle posizioni ufficiali dell’Ue su questioni determinate ma non vincolanti possono
servire come stimolo ma non impongono

Pareri= espressioni di natura consultiva che il parlamento può effettuare e che l’unione in generale può
adottare senza carattere vincolante

I REGOLAMENTI EUROPEI

Noi sappiamo che l’organizzazione dell’Ue è un’organizzazione sovranazionale e quindi esiste la possibilità
da parte di organi dell’unione che entrano direttamente in vigore nei diritti Terni dei paesi membri

Quindi diretti agli stati e ai cittadini e quindi li vincolano direttamente

Questi tipi di atti sono proprio i regolamenti europei e in base all’articolo 288 del trattato sul funzionamento
dell’unione europea possiamo dire che i regolamenti sono atti normativi di portata generale

E disciplinano delle situazioni che rappresentano delle fattispecie alle quali possono essere fatte riferire delle
situazioni concrete

Il regolamento europeo è un atto obbligatorio in tutti suoi elementi e una volta adottato diventa atto
vincolante nei confronti dei quali è diretto

Perché non dimentichiamo che L’Ue recepisce il principio dello stato di diritto

Quindi le norme che vengono emanate vincolano sia le autorità si i cittadini

E no stato membro non può unilateralmente adottare dei provvedimenti interni che modifichino la corretta
applicazione delle norme previste nel regolamento

Nn c’è bisogno di un atto di recepimento interno quindi come tali


Vengono definite delle norme SELF EXECUTING

Il fatto che il regolamento sia obbligatorio lo distingue da altre tipologie di atti normativi
In particolare viene distinto dalle direttive che devono essere recepite
Dall’ punto di vista del regolamento dell’UE dobbiamo fare un richiamo a quello che è il suo posto
all’interno delle fonti interne del nostro paese

Nell’ambito della GERARCHIA DELLE FONTI

Ci dobbiamo ricordare che il regolamento europeo fa parte delle fonti primarie e che quindi è necessario che
rispetti i principi costituzionali

Ma si tratta di una fonte primaria che possiamo qualificare esterna all’ordinamento e che rispetto alle altre
fonti primarie la sua prevalenza fa riferimento al principio di competenza e non al principio gerarchico

Questo è un regolamento dell’unione europea che consente di disapplicare una legge intern che a un
contenuto contrario ma non consente di abrogarla

Facciamo riferimento alle DIRETTIVE

Sono un altro degli strumenti giuridici che le istituzioni europee hanno a disposizione per raggiungere gli
obbiettivi previsti dal trattato ed è uno strumento utilizzato prevalentemente per armonizzare le legislazioni
nazionali a quelli che sono gli obbiettivi previsti dall’UE

La direttiva vincola lo stato a cui è diretta nel fine da raggiungere ma poi lascia libero lo stato di trovare gli
strumenti interni al proprio ordinamento per raggiungere questi obbiettivi

Le direttive cosi come i regolamenti fanno parte del diritto secondario dell’UE cioè di quel diritto che è
espressione, emanazione delle istituzioni ma non fa parte dei trattati

E quindi deve essere adottata in conformità con i principi previsti dai trattati

L’art 288 stabilisce che una direttiva è vincolante per gli stati in quanto appunto essi devono adottare tutte le
misure interne necessarie per adeguare il loro ordinamento ai contenuti della direttiva stessa

A differenza del regolamento europeo c’è bisogno di un regolamento di ricezione interna

Le quali procedure sono :

LEGGE DI DELEGAZIONE EUROPEA = serve per recepire le direttive che l’unione europea adotta
attraverso le quali impone allo stato dii adeguarsi ai principi in esse contenuti

Si tratta di uno strumento che vede la necessità di presentare da parte del governo un disegno di legge di
delegazione europea per chiedere al parlamento lo strumento della legge delega che consenta di recepire le
direttive

LEGGE EUROPEA = dove il governo può adottare tutti quei provvedimenti necessari a far fronte a delle
indicazioni dell’Ue che no riguardano delle direttive.

LE PROCEDURE LEGISLATIVE
Il procedimento di legislazione che viene seguito dalle istituzioni dell’UE per adottare gli atti giuridici
dell’art 288 del trattato sul funzionamento dell’Ue

Ma bisogna fare riferimento all’articolo 289 che prevede 2 procedure

1. Procedura legislativa ordinaria = relativa alla codecisione che pone sullo stesso piano parlamento e
consiglio è stata definita dal trattato di Lisbona come tale, naturalmente questa posizione fa si che venga
rafforzata la democraticità dell’unione stessa in quanto il parlamento è l’organo eletto a suffragio universale
dai cittadini dell’unione

La modalità decisionale adottata nel percorso di legislazione ordinaria è una modalità a maggioranza
qualificata, ed è previsto un meccanismo che consideri sia la maggioranza del numero degli stati
rappresentati , ma anche la maggioranza della popolazione

Normalmente viene chiesta rappresentatività al 55% degli stati e però questi stati dovranno rappresentare il
65% della popolazione

Questa procedura vale anche per la cooperazione giudiziaria a materia civile

Decisioni in merito ad aiuti umanitari

Procedure articolo 294

Parte dall’iniziativa della commissione europea che presenta una proposta al parlamento e al consiglio

Il parlamento la esamina e la invia al consiglio e se dovesse andar bene la proposta andrebbe avanti

Altrimenti verrà prevista una seconda lettura che potrebbe trovare la capacità degli organi di trovare un
accordo

Ma potrebbe anche nn arrivare a una decisione

A quel punto entra in gioco il comitato di conciliazione che fa una proposta su un testo che potrebbe andare
bene ad entrambi gli organi

Se funziona diventa atto normativo venendo pubblicato su gazzetta ufficiale dell’Ue

Altrimenti in caso di disaccordo la proposta non va avanti

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