di Alessandro Remigio
L'elaborato prende spunto dal libro di testo di Benedetto Conforti "Lineamenti di
Diritto internazionale" edizione 2006. Sono stati introdotti elementi presi dalle
lezioni della Prof.ssa Paola Puoti, A.A. 2006/07
Tra le cause di invalidità rientra anche la violenza esercitata sullo Stato nel suo complesso. L'art. 52 infatti
dispone che è nullo qualsiasi trattato la cui conclusione sia stata ottenuta con la minaccia o l'uso della forza
in violazione dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Si evince facilmente che viene bandito l'uso della
forza, ma si ritiene che si tratti della forza armata, perché nella prassi non ci sono elementi che facciano
ricomprendere pressioni di altro genere (come le pressioni politiche ed economiche ancorché illecite che ci
sono spesso).
La violenza sullo Stato è da configurare come causa d'invalidità dei trattati entro limiti ristretti. Il problema
dei trattati ineguali non si risolve sul piano della validità. Si interpretano in modo equo i trattati in cui la
parte non ha un ampio margine di potere contrattuale, e in modo restrittivo le clausole particolarmente
favorevoli agli Stati più forti.
Guerra:
Ci si chiede se la guerra sia causa di estinzione o sospensione dei trattati. La regola classica era orientata nel
Denuncia:
Lo scopo della denuncia consiste nella manifestazione della volontà di uno Stato di sciogliersi una volta per
tutte dal vincolo contrattuale. La denuncia produce la cessazione del vincolo? La denuncia vincola alla
disapplicazione, ma deve provenire dagli organi competenti a manifestare la volontà dello Stato sul piano
dei rapporti internazionali. A tali fini, bisognerà guardare la Costituzione dei singoli Stati: in generale è
l'Esecutivo, ma esistono anche forme di collaborazioni tra Parlamento e Governo.
Gli altri Stati contraenti non sono vincolati dalla denuncia dello Stato. In caso di disaccordo sull'effettiva
insorgenza della causa di invalidità o estinzione, il trattato entra in una fase di incertezza sul piano del diritto
internazionale.
Procedura prevista dalla Convenzione di Vienna per far valere l'invalidità e l'estinzione (artt. 65-68)
1. Notifica scritta della pretesa dello Stato agli altri paesi contraenti
2. Se, trascorso un periodo non inferiore a tre mesi salvi i casi di urgenza, non vengono presentate obiezioni,
lo Stato può definitivamente dichiarare che il Trattato è invalido o estinto, con atto comunicato alle altre
parti, sottoscritto dal Capo dello Stato o dal Capo del Governo o dal Ministro degli Esteri, o comunque da
una persona munita di pieni poteri in tal senso
3. se invece vengono presentate obiezioni, si cerca una soluzione della controversia con mezzi pacifici. La
soluzione deve pervenire entro 12 mesi
4. se passano i 12 mesi inutilmente, si mette in moto una procedura conciliativa che fa capo ad una
commissione formata nell'ambito delle Nazioni Unite che sfocia in una decisione non obbligatoria, ma
esortativa. La pretesa all'invalidità o estinzione resta paralizzata in perpetuo. I giudici interni non sono mai
vincolati e costretti alla paralisi.
Organi:
1. COMMISSIONE, composta da individui e non Stati che non ricevono istruzioni dai governi nazionali di
appartenenza. Nella CECA la Commissione è l'organo decisionale effettivo, emana atti vincolanti che
formano la legislazione comunitaria. Il Consiglio ha solo poteri consultivi. Nella CEE ed EURATOM vale,
invece, il contrario: è il Consiglio l'organo deliberante, mentre la Commissione ha solo poteri di iniziative ed
esecutivi.
2. CONSIGLIO. E' l'organo che rappresenta i 15 Stati membri e presieduti a turno per 6 mesi. Di solito ne
fanno parte i ministri. Nella CECA ha funzioni prettamente consultive, nella CEE emana gli atti più
importanti della legislazione comunitaria decidendo, secondo i casi, a maggiornaza o all'unanimità.
3. PARLAMENTO EUROPEO. Dal 1979 è composto dai rappresentanti dei popoli degli Stati membri eletti
a suffragio universale diretto. Non è l'organo legislativo della comunità, ma il Trattato di Maastricht gli ha
conferito certi poteri di partecipazioni alla funzioni legislativa. Svolge una funzione di controllo politico
sulle altre istituzioni, mediante l'esame dei rapporti che gli altri organi sono tenuti a sottoporgli (tranne la
Corte di Giustizia).
Troviamo inoltre procedure di COOPERAZIONE e CODECISIONE. La prima si applica in materia di
trasporti, fondo sociale europeo, ricerca e sviluppo professionale e l'ultima parola spetta al Consiglio (se il
Consiglio è unanime può anche andare contro il parere del Parlamento in seconda lettura). La procedura di
codecisione si applica nelle materie di corcolazione delle persone, libertà di stabilimento e circolazione di
sservizi. Il Parlamento può bloccare l'azione del Consiglio con una decisione adottata a maggioranza
assoluta dai suoi membri.
32. La riparazione
Essa integra innanzitutto l'obbligo della restituzione in forma specifica: far cessare l'illecito e cancellarne,
ove possibile, gli effetti. Anche la soddisfazione è una forma di riparazione dei danni morali, dovuta per il
solo fatto che l'illecito sia stato commesso e a prescindere dalla richiesta di risarcimento dei danni
patrimoniali. Tra le diverse forme troviamo la presentazione di scuse, l'omaggio della bandiera o altri
simboli dello Stato leso, versamento di una somma simbolica. Se questi vengono accettati dallo Stato leso,
viene meno qualsiasi ulteriore conseguenza del fatto illecito e il ricorso a misure di autotutela.
L'unica forma di riparazione vera e propria è il risarcimento del danno prodotto dall'illecito internazionale.
Bisogna chiedersi se scaturisce da qualsiasi violazione delle norme internazionali: per il danno agli stranieri,
l'azione è automatica per il solo fatto di produzione dell'illecito; per il danno agli Stati, si fa riferimento ai
danneggiamenti dovuti ad un'azione violenta (tranne la guerra) contro beni, mezzi e organi dello Stato
(distruzione di sedi diplomatiche, aeree...); per i danni alla funzione, si risarciscono i danni prodotti con la
lesione degli individui che ricoprono la qualifica di organo: bisogna però distinguere tra danni subiti
dall'individuo e danni subiti dall'organizzazione statale (danni alla funzione). In ogni caso sono risarcibili i
danni materiali.