Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Chiara Tatone
1
Avv. Chiara Tatone
N.B: la consuetudine non può mai modificare o abrogare norme di rango superiore,
mentre nelle materie regolate da leggi e regolamenti hanno efficacia solo se da esse
richiamati.
b) le convenzioni costituzionali;
c) l’equità;
d) la necessità: situazioni che impediscono concretamente l’attuazione delle norme vigenti
al momento della loro insorgenza, determinando comportamenti extra ordinem (es stato
di guerra, calamità naturali, ecc.)
3
Avv. Chiara Tatone
Le fonti del diritto sono ordinate tra loro da un sistema gerarchico, il quale prevede, appunto, un
sistema di fonti superiori ed inferiori (graduate in base a ragioni di ordine e certezza).
In particolare, in base a tale concezione, la suddetta divisione in più piani permette che ciascuna
norma derivi la propria validità dalla conformità ad una norma gerarchicamente superiore, sino alla
norma fondamentale.
4
Avv. Chiara Tatone
o Le “altre” leggi costituzionali: approvate con il medesimo meccanismo previsto dall’art. 138
Cost. ma che, a differenza delle leggi di revisione, integrano o derogano alla Costituzione,
oppure assolvono alle riserve di legge costituzionali.
5
Avv. Chiara Tatone
La procedura aggravata ex art. 138 Cost., prevede pertanto che, per modificare la Costituzione
o emanare una legge Costituzionale, occorre:
1. una doppia votazione in ciascuna Camera (in prima votazione è possibile proporre
emendamenti, in seconda votazione si dà solo voto favorevole o contrario);
2. tra le due votazioni deve trascorrere un tempo non inferiore a n. 3 mesi;
3. nella seconda votazione deve essere raggiunta:
A) la maggioranza qualificata (il voto favorevole dei 2/3 dei componenti di ogni Camera),
in tal caso non può essere richiesto referendum; oppure
B) la maggioranza assoluta (il voto favorevole del 50 % più 1 dei componenti la Camera),
in tal caso possono domandare, entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale,
referendum:
1/5 dei membri di una Camera
500.000 elettori
5 Consigli regionali
Decorso questo periodo, il Capo dello Stato, entro sessanta giorni, fissa con un decreto la data
della consultazione. In questo tipo di referendum non è previsto un quorum (numero minimo
di votanti affinché il referendum sia valido). La legge viene promulgata, se i voti favorevoli
superano quelli sfavorevoli.
6
Avv. Chiara Tatone
All’ interno delle fonti costituzionali un ruolo particolare è rivestito dai cosiddetti principi supremi,
o fondamentali, o inderogabili e dalle norme di riconoscimento dei diritti inviolabili, i quali sono
inderogabili e pertanto non modificabili.
7
Avv. Chiara Tatone
8
Avv. Chiara Tatone
o Atti legislativi dell’esecutivo: sono atti legislativi adottati dal Governo ed hanno forza e valore
di legge, sono tali i decreti legislativi (art. 76 Cost.) ed i decreti legge (art. 77 Cost.).
a) I decreti legislativi sono decreti delegati adottati dal Governo sulla base di una legge di
delegazione approvata dal Parlamento.
La legge di delega deve:
- Stabilire principi e criteri direttivi cui deve conformarsi il potere di legiferazione del
Governo;
- Definire l’oggetto della disciplina da emanare.
Ancorché meno utilizzati rientrano in tale categoria anche gli atti adottati dal Governo in caso
di guerra ed i decreti legislativi di attuazione degli statuti regionali speciali.
9
Avv. Chiara Tatone
10
Avv. Chiara Tatone
N.B: Proprio per la maggiore garanzia assicurata dalle fonti di rango primario, la Costituzione ha
previsto la cosiddetta riserva di legge, ovvero un limite per il quale una determinata materia non
possa essere regolamentata attraverso provvedimenti normativi secondari.
La riserva può essere:
Assoluta: tutta la disciplina avviene per mezzo della legge;
Relativa: i principi fondamentali sono espressi dalla legge mentre la disciplina secondaria
anche da un atto secondario.
11
Avv. Chiara Tatone
C. LE FONTI SECONDARIE
Necessitano di una attribuzione legislativa di potere normativo e si caratterizzano per una
subordinazione del regolamento alla legge che ne è anche parametro di legittimità.
I regolamenti sono atti formalmente amministrativi, perché provengono da organi
dell’apparato amministrativo dello Stato, ma sostanzialmente legislativi, perché idonei, nei limiti
stabiliti dalla fonte primaria, ad immettere nuove norme nell’ordinamento giuridico.
Il fondamento del potere regolamentare va rinvenuto nella legge, che ne delimita l’oggetto e ne
stabilisce la modalità di esercizio, compresa la procedura di approvazione (c.d. principio di legalità
in senso formale).
12
Avv. Chiara Tatone
o Regolamenti ministeriali: adottati dai singoli ministri, previa autorizzazione di una legge e solo
nella materia di competenza del ministro.
Tali regolamenti non sono deliberati dal Consiglio dei Ministri ma solo comunicati al Presidente
del Consiglio e vengono adottati con decreti ministeriali o interministeriali.
La collocazione di questi atti all’interno del sistema della gerarchia fonti non è il medesimo, infatti:
I regolamenti statali governativi sono subordinati alle fonti primarie.
I regolamenti statali non governativi sono subordinati alle fonti primarie ed ai regolamenti
governativi.
Gli Statuti di Province e Comuni devono essere emanati sulla base dei principi della legge.
I regolamenti degli enti locali sono tenuti al rispetto della legge e dello statuto.
13
Avv. Chiara Tatone
D. LE FONTI SUB-PRIMARIE
Discorso a sé deve essere fatto per le norme di Diritto Internazionale generalmente riconosciute
ed il Diritto Comunitario in generale, che hanno assunto il ruolo di Fonte Super-primaria.
N.B: le fonti di derivazione comunitaria creano un problema di rapporti intercorrenti fra norme
comunitarie direttamente applicabili nell’ordinamento interno e diritto nazionale (cioè regolamenti,
direttive auto esecutive, cui si aggiungono anche le disposizioni dei trattati connotate da
completezza).
Tale problema è stato risolto dalla Corte Costituzionale con il generale principio che riconosce la
prevalenza delle norme di derivazione comunitaria su quelle interne, collocandole nella gerarchia
15
Avv. Chiara Tatone
delle fonti in una posizione di subordinazione alla sola Costituzione e di sovraordinazione alla legge
ordinaria.
4. I PRINCIPI FONDAMENTALI.
I principi fondamentali della Costituzione italiana esprimono le finalità, i valori e gli ideali dello
Stato disegnato dalla carta costituzionale.
Per quanto interessa la finalità del presente corso, la legge 8 novembre 2000 n. 328: “Legge quadro
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, così enuncia:
Art. 1 - l. 328/00
La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali,
promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti
di cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio
individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non
autonomia, in coerenza con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione.
Art. 2 Cost.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili
di solidarietà politica, economica e sociale.
In questo caso, l’utilizzo del termine riconosce da parte del legislatore costituente presuppone la
preesistenza di tali diritti, trattasi dei cosiddetti DIRITTI FONDAMENTALI che ruotano attorno al
perno del libero sviluppo della personalità.
Tali diritti vengono riconosciuti.
o Al singolo (principio personalistico);
o Al singolo nella formazione sociale (principio pluralistico).
Attraverso l’adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale.
In breve, con l’articolo 2 Cost. vengono riconosciute libertà individuali; libertà collettive e
diritti sociali (es. diritto alla salute).
Oltre a riconoscere, la Repubblica garantisce tali diritti, e lo fa attraverso sistemi previsti e
predisposti nella stessa Costituzione.
16
Avv. Chiara Tatone
Art. 3 Cost.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del
Paese.
Art. 32 Cost.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di
legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
17
Avv. Chiara Tatone
Nel comma 1 dell’art. 32 è sancito il diritto alla salute, che è l’unico che la Costituzione riconosce
esplicitamente come fondamentale e può essere inteso come:
1) DIRITTO INDIVIDUALE, ovvero:
o Diritto all’integrità psicofisica: esercitabile verso tutti. La lesione del diritto permette
l’esercizio dell’azione di risarcimento del danno biologico;
o Diritto alle cure (ai trattamenti sanitari): esercitabile nei confronti di soggetti pubblici o
privati che sono preposti alla erogazione di prestazioni sanitarie e consistente nel diritto al
miglioramento delle proprie condizioni.
2) INTERESSE COLLETTIVO ad un ambiente salubre.
Il comma 2 dell’art. 32 prevede invece il cosiddetto diritto a non essere curato, ad eccezione del caso
in cui tale trattamento venga imposto dalla legge stessa (c.d. TSO).
In particolare, in tema di rifiuto delle terapie va menzionato il testamento biologico la cui validità è
stata riconosciuta dalla legge 219/2017.
A livello comunitario il diritto alla salute è contemplato dagli articoli 3 e 35 della “Carta dei
diritti fondamentali dell’UE”, che disciplina tra gli altri il principio del rispetto del consenso
informato che, salvo i casi previsti dalla legge è presupposto di liceità del trattamento.
Art. 38 Cost.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento
e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di
vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
La disposizione è espressione dello stato sociale e del principio di sicurezza sociale, che impone di
assicurare ai singoli il rispetto della dignità, ancorché gli stessi versino in una situazione di bisogno.
Ciò avviene attraverso la garanzia da parte dello Stato dei mezzi minimi per vivere, attraverso la tutela
della salute e la rimozione degli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona e la sua
18
Avv. Chiara Tatone
partecipazione alla vita pubblica. Ciò avviene attraverso l’assistenza sociale (per tutti i cittadini) e la
previdenza sociale (per i lavoratori).
19