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Corso per O.S.S.

ELEMENTI DI DIRITTO COSTITUZIONALE


«Le fonti del diritto»
L’ORDINAMENTO GIURIDICO
E LA NORMA GIURIDICA
ORDINAMENTO GIURIDICO: organizzazione stabile di individui che
deve garantire il rispetto di un insieme di regole di condotta e che
risulta finalizzato al perseguimento di finalità comuni.

ELEMENTI COSTITUTIVI
• Pluralità di soggetti;
• Organizzazione in strutture e attività per il perseguimento delle
finalità comuni;
• Complesso di norme che definisce l’organizzazione dell’ordinamento e
i rapporti tra i soggetti (la norma giuridica).
LA NORMA GIURIDICA

DEFINIZIONE CARATTERISTICHE:
La norma è una regola di • Generalità;
condotta, stabilita d’autorità o • Astrattezza;
convenuta di comune accordo e di
origine consuetudinaria, che ha • Coercibilità:
per fine di guidare il • Novità;
comportamento dei singoli o della • Intersoggettività;
collettività, di regolare un’attività
pratica, o di indicare i • Positività;
procedimenti da seguire in casi
determinati.
La vita della norma giuridica…

EFFICACIA DELLA NORMA ESISTENZA DELLA NORMA


La norma giuridica si dice efficace La norma giuridica esiste e dispiega i
quando modifica l’ordinamento suoi effetti finché non vi è:
giuridico. L’efficacia della norma • Un abrogazione implicita;
(entrata in vigore) decorre dal 15°
giorno successivo alla sua • Un abrogazione espressa;
pubblicazione. • Un referendum abrogativo (art. 75
Il tempo che va dalla pubblicazione Cost.);
della norma alla sua entrata in vigore • Una dichiarazione di
è detto vacatio legis. incostituzionalità.
Salvo diversa previsione, la norma
giuridica non è retroattiva (“la legge
non dispone che per il futuro”).
IL SOGGETTO DI DIRITTO
DEFINIZIONE LE SITUAZIONI GIURIDICHE
Per soggetto di diritto si intende il SOGGETTIVE
portatore di interessi giuridicamente A. Situazioni giuridiche attive.
tutelati. • I poteri;
La categoria, assai ampia, comprende • I diritti soggettivi;
innanzitutto le persone, fisiche e
giuridiche, ma anche altri soggetti, quali • Gli interessi legittimi.
il concepito (art. 1 l. n. 40/2004) o gli
enti privi di personalità giuridica (per
es., le associazioni non riconosciute). B. Situazioni soggettive passive.
• Gli obblighi;
• I doveri;
• Le soggezioni.
LE FONTI DEL DIRITTO
Cosa sono le fonti del diritto?
L’insieme delle regole istituzionali ed organizzative vigenti in un
determinato ordinamento giuridico.
In particolare si definisce fonte del diritto il fatto o l’atto che
l’ordinamento giuridico riconosce come idoneo a fissare una nuova
regola.

Come sono ordinate le fonti?


Secondo il SISTEMA GERARCHICO, in modo che ciascuna norma derivi
la propria validità dalla conformità ad una norma gerarchicamente
superiore, sino alla norma fondamentale.
TIPI DI FONTI

Fonti di cognizione Fonti di produzione

FONTI FATTO FONTI ATTO


• Consuetudine (diuturnitas e opinio iuris)
• Convenzioni costituzionali
• Equità
• Necessita
CONTRASTO TRA FONTI…
Tra chi può avvenire il contrasto?
Tra norme giuridiche appartenenti a:
• Medesimo ordinamento e,
• Diverso o medesimo livello gerarchico

Come si risolvono questi contrasti?


Si applicano i cosiddetti CRITERI DI RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE:
- Criterio cronologico (fonti omogenee);
- Criterio di specialità (fonti omogenee);
- Criterio gerarchico (fonti non omogenee);
- Criterio di competenza (fonti omogenee).
IL SISTEMA DELLE FONTI
1) FONTI DI LIVELLO COSTITUZIONALE:
- Costituzione;
- Leggi di revisione costituzionale; OGGETTO DEL PROCEDIMENTO
EX ART. 138 COST.
- Leggi costituzionali;

Particolarmente importanti sono i PRINCIPI FONDAMENTALI e le


NORME DI RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI INVIOLABILI.
2) FONTI PRIMARIE
• Leggi ordinarie dello Stato (artt. 70 – 74 Cost.)
• Atti legislativi dell’Esecutivo (Decreti legge – art.77 Cost.- e Decreti
Legislativi – art. 76 Cost.-)
• Referendum popolare (art. 75 Cost.)
• Regolamenti parlamentari (art. 64 Cost.)
• Regolamenti della Corte Costituzionale
• Statuti delle Regioni ordinarie (art. 123 Cost.)
• Leggi Regionali
LE LEGGI ORDINARIE DELLO STATO.
FASI DEL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO
1. Fase dell’iniziativa;
2. Fase dell’istruttoria e dell’approvazione (Commissione in sede referente,
legislativa o redigente)
3. Fase di promulgazione e pubblicazione
ATTI LEGISLATIVI DELL’ESECUTIVO
DECRETI LEGISLATIVI (ART 76) DECRETI LEGGE (ART. 77)
Decreti delegati adottati dal Governo Sono decreti emanati dal Governo in
sulla base di una legge di casi di straordinaria necessità ed
delegazione approvata dal urgenza e che devono essere
Parlamento. convertiti in legge dal Parlamento
La legge di delega deve: entro 60 giorni dalla loro adozione,
pena la decadenza
• Stabilire principi e criteri direttivi
cui deve conformarsi il potere di
legiferazione del Governo;
• Definire l’oggetto della disciplina da
emanare.
IL REFERENDUM POPOLARE
Determina l’abrogazione di norme totale o parziale di una legge o di un
atto avente forza di legge (art. 75 Cost).
• Richiesta: 500.000 elettori o 5 Consigli regionali;
• Escluse: leggi di bilancio, di amnistia o indulto, di ratifica dei trattati,
tributarie;
• Quorum di validità: almeno metà degli aventi diritto al voto;
• Quorum di approvazione: almeno la metà dei votanti.
GLI STATUTI DELLE REGIONI ORDINARIE
Gli statuti delle Regioni ordinarie sono approvati dal Consiglio regionale
con legge regionale e disciplinano:
• Forma di governo regionale (rapporti tra organi di governo) e principi
fondamentali di organizzazione e funzionamento;
• L’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum su leggi e
provvedimenti amministrativi regionali;
• La pubblicazione di leggi e regolamenti regionali;
LE LEGGI REGIONALI
La legge costituzionale n. 3/2001 (c.d. Riforma del Titolo V) ha
modificato l’art.117 della Costituzione, ridefinendo la suddivisione della
potestà legislativa tra Stato e Regioni e prevedendo una distinzione tra:
a) Potestà legislativa esclusiva dello Stato nelle materie indicate
dall’art. 117, co. 2, Cost.
b) Potestà legislativa concorrente: nelle materie indicate dall’art. 117,
co. 3, Cost.
c) Potestà legislativa residuale: sulla base dell’art. 117, co. 4, Cost.
3) LE FONTI SECONDARIE

• Regolamenti del Governo;


• Regolamenti ministeriali;
• Regolamenti delle altre autorità;
• Regolamenti locali;
• Statuti provinciali e comunali.
I REGOLAMENTI
I regolamenti sono atti formalmente amministrativi, perché
provengono da organi dell’apparato amministrativo dello Stato, ma
sostanzialmente legislativi, perché idonei, nei limiti stabiliti dalla fonte
primaria, ad immettere nuove norme nell’ordinamento giuridico.

Il fondamento del potere regolamentare va rinvenuto nella legge, che


ne delimita l’oggetto e ne stabilisce la modalità di esercizio, compresa
la procedura di approvazione (c.d. principio di legalità in senso
formale).
Quali sono le varie tipologie di regolamenti?
I regolamenti possono suddividersi in diverse tipologie indicate dall’art.
17 della l. n. 400/1988.
a) Regolamenti di esecuzione
b) Regolamenti di attuazione ed integrazione;
c) Regolamenti indipendenti;
d) Regolamenti di organizzazione;
e) Regolamenti di riordino;
f) Regolamenti di delegificazione;
g) Regolamenti di attuazione delle direttive europee.
4) LE C.D. FONTI SUPER-PRIMARIE

NORME DI DIRITTO INTERNAZIONALE : possono essere


consuetudinarie o pattizie e possono essere trasposte nel nostro
ordinamento con modalità differenti:
• Rinvio (per le norme consuetudinarie)
• Procedimento speciale (per le norme pattizie): le norme
internazionali pattizie assumono il medesimo rango dell’atto
contenente l’ordine di esecuzione.
• Procedimento ordinario (per le norme pattizie).
LA NORMATIVA EUROPEA: l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea si articola in:

1) Diritto originario che comprende:


- i trattati istitutivi delle diverse organizzazioni europee e gli atti successivi che li hanno
modificati ed integrati.
- I principi generali individuati dalla Corte di Giustizia Europea.
2) Diritto derivato che include tutti gli atti emanati dalle istituzioni europee per il
raggiungimento dei propri obiettivi. Sono tali:
• Il regolamento: ha portata generale, è obbligatorio in tutti i suoi elementi ed è
direttamente applicabile in ogni Stato membro.
• La direttiva: ha portata generale e vincola lo Stato membro cui è rivolta circa il risultato
da raggiungere (diversa è la c.d. direttiva dettagliata o self-executing)
• La decisione: è obbligatoria in tutti i suoi elementi per i destinatari da esse designati (ad
esse, secondo un orientamento della Corte costituzionale italiana, devono aggiungersi
per la loro qualità di essere fonte normativa le sentenze della Corte di Giustizia)
• La raccomandazione: atto non vincolante (è una sorta di esortazione allo Stato
membro).
• Il parere: indicazioni o considerazioni su questioni determinate. Non è vincolante.
I PRINCIPI FONDAMENTALI
La legge 8 novembre 2000 n. 328: “Legge quadro per la realizzazione
del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, così enuncia:
Art. 1 - l. 328/00
La Repubblica assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato
di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la
qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di
cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di
bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza
di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia, in coerenza
con gli articoli 2, 3 e 38 della Costituzione.
Art. 2 Cost.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede
l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

• La Repubblica RICONOSCE (diritti preesistenti e fondamentali al libero


sviluppo della personalità) ai singoli (principio personalistico) ed al
singolo nella società (principio pluralistico)  riconoscimento dei
DIRITTI SOCIALI.

• La Repubblica GARANTISCE il loro rispetto attraverso i meccanismi


costituzionalmente garantiti.
Art. 3 Cost.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese.

1) EGUAGLIANZA FORMALE (pari dignità sociale – nessuna distinzione


per titolo, grado o appartenenza a classi sociali – e parita dinanzi
alla legge e nella legge che si realizza con i divieti discriminatori di di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali)
2) EGUAGLIANZA SOSTANZIALE: lo Stato deve operarsi affinchè si
realizzi l’eguaglianza formale.
Art. 32 Cost.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto
della persona umana.

• DIRITTO INDIVIDUALE:
- diritto all’integrità psicofisica (erga omnes);
- diritto ai trattamenti sanitari (valevole verso soggetti preposti
all’erogazione di prestazioni sanitarie.
• INTERESSE COLLETTIVO ad un ambiente salubre
Diritto a RIFIUTARE LE CURE (tranne che per TSO)  testamento
biologico (l. 219/2017).

Nel diritto UE  artt. 3 e 35 Carta dei diritti fondamentali UE (consenso


informato)
Art. 38 Cost.
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al
mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze
di
vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati
dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.

Espressione del principio dello STATO SOCIALE che si prodiga, per il


tramite dell’ASSISTENZA SOCIALE, a garantire ai cittadini la tutela della
salute e la garanzia dei mezzi minimi per la sopravvivenza.

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