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Economia degli Intermediari Finanziari

LA FINANZA STUDIA I RAPPORTI DI CREDITO-DEBITO

IL RUOLO DEL SISTEMA FINANZIARIO


Il ruolo del sistema finanziario è quello di trasferire le disponibilità finanziarie da un operatore ad
un altro.
Le disponibilità finanziarie sono forme di ricchezza espresse da strumenti finanziari.
Gli strumenti finanziari sono le forme tecniche attraverso le quali è possibile concedere/ottenere
finanziamenti monetari. Essi incorporano la ricchezza finanziaria.
La ricchezza finanziaria esprime rapporti di credito-debito, oggetto di studio della Finanza.
Le attività finanziarie compaiono nello SP del creditore e figurano come passività nello SP del
debitore, ciò non accade per le forme di ricchezza reale.

GLI ELEMENTI DEL SISTEMA FINANZIARIO


il sistema finanziario è costituito dai seguenti elementi:
• I soggetti à che si dividono in:
1. Coloro che hanno disponibilità finanziarie in eccesso (surplus)
2. Coloro che hanno disponibilità finanziarie in difetto (deficit)
• Gli strumenti à tutti gli strumenti finanziari che permettono il trasferimento della
ricchezza e delle disponibilità finanziarie a titolo di credito o di capitale
• I mercati finanziari à luoghi fisici e non, regolamentati e non, in cui è possibile negoziare
strumenti finanziari
• Gli intermediari à soggetti con personalità giuridica che facilitano il trasferimento delle
unità in surplus a quelle in deficit
• Le infrastrutture tecniche à rappresentano il supporto tecnologico che sostiene
l’operatività di intermediari e mercati
• Le norme à regolamentano intermediari, strumenti e mercati.

Il trasferimento di mezzi finanziari può avvenire in tre modi diversi:


• Scambio diretto e autonomo à il trasferimento di mezzi finanziari avviene direttamente
tra operatori in surplus e operatori in deficit
• Scambio diretto e assistito à il trasferimento avviene direttamente tra gli operatori,
assistiti da un intermediario finanziario che facilita la ricerca e la selezione delle controparti

• Scambio indiretto o intermediato à il trasferimento avviene attraverso gli intermediari


finanziari che assumono posizioni in bilancio. In questo caso poiché ricevono credito e
accordano credito sono denominati intermediari creditizi, le banche sono intermediari
creditizi per eccellenza.

LE FUNZIONI E GLI OBIETTIVI DEL SISTEMA FINANZIARIO


Esistono due approcci al sistema finanziario:
• Approccio istituzionale; fa riferimento al sistema finanziario in termini di istituzioni che lo
compongono
• Approccio funzionale; fa riferimento al sistema finanziario in termini di funzioni attuate
dalle diverse istituzioni finanziarie.

Tradizionalmente esistono 3 funzioni principali del sistema finanziario:


• Funzione allocativa: realizzare il collegamento tra risparmiatori e investitori
• Funzione monetaria: amministrare il meccanismo dei sistemi di pagamento
• Funzione di trasmissione degli impulsi di politica monetaria e di politica economica.

A sua volta il sistema finanziario ha 3 obiettivi:


• Trasferimento di disponibilità finanziarie
• Creazione di risorse finanziarie
• Gestione dei rischi
Tutti questi obiettivi vengono perseguiti attraverso gli strumenti, gli intermediari e i processi del
sistema finanziario.

L’INNOVAZIONE FINANZIARIA
L’innovazione finanziaria può essere studiata come l’innovazione degli strumenti finanziari.
Alcuni esempi di innovazione finanziaria del passato e del presente:
• Credit generating innovation (CCT)
• Equity generating innovation (strumenti ibridi)
• Liquidity enhancing innovation (ABSs)
• Risk transferring innovation (derivatives)
L’innovazione finanziaria determina cambiamenti a livello di mercati, di intermediari e di sistema.

Negli ultimi 50 anni i sistemi finanziari dei paesi evoluti hanno registrato 3 stadi evolutivi
(Rybczynski 1995):
• Bank oriented stage (prestiti bancari)
• Market oriented stage (prestiti bancari e non, prestiti sindacati, back up facilities)

• Strongly market oriented stage (prestiti bancari e non, prestiti sul mercato dei capitali,
operazioni ad intermediazione leggera)

I SALDI FINANZIARI
Il saldo finanziario esprime la differenza tra attività e passività finanziarie, ogni operatore
economico ha un proprio saldo.
Il saldo finanziario può essere positivo (operatori in surplus) o negativo (operatori in deficit).

In termini sintetici possiamo esprimere il saldo come:

Y–C=S
SF = S – I = DAF - DPF
S > I à VAR AF > VAR PF
S < I à VAR AF < VAR PF
VB = I + DAF = DPF + S
I saldi finanziari possono essere studiati per singolo operatore, per categorie di operatori o per
settori.

Il saldo finanziario è dato dalla differenza tra risparmio (S) e attività reali (AR) à SF = S - DAR
• Unità in surplus (SF > 0) à spendono meno del reddito complessivo per acquisto di beni di
consumo e attività reali. Per riequilibrare lo schema fonti-usi occorreranno nuovi
investimenti in AF.
• Unità in deficit (SF < 0) à hanno una capacità di risparmio inferiore all’investimento reale
e quindi accumulano, emettendole, passività finanziarie al fine di finanziare le attività di
investimento
Il saldo finanziario quindi può essere visto sia come equilibrio tra grandezze reali (S e I), sia come
equilibrio speculare tra grandezze finanziarie (flussi di AF e PF)

LE SCELTE FINANZIARIE
àLe famiglie:
La modellizzazione classica relativa alle scelte finanziarie delle famiglie riconduce alla teoria del
ciclo vitale. Secondo la teoria del ciclo vitale gli individui pianificano il loro risparmio in modo da
assicurare una stabilizzazione nel tempo dei consumi.
Le scelte sono influenzate da alcuni fattori quali: vita attesa, orizzonte investimento, aspettative
economiche e cultura economico/finanziaria.

àLe imprese:
le scelte finanziarie delle imprese si dividono in 4 tipi di decisioni:
• Decisioni di investimento (in attività reali/finanziarie)
• Decisioni di finanziamento
• Politiche dei dividendi
• Decisioni di finanza straordinaria

Le decisioni finanziarie vengono prese in base alla quantità e alla qualità delle informazioni in
possesso di famiglie e imprese.
Si definisce informazione ogni dato riferito alla singola attività finanziaria ed al suo emittente
oppure all’economia nel suo complesso.
Le informazioni si distinguono in:
• Informazione specifica
• Informazione generale
• Informazione pubblica
• Informazione privata
E vengono prodotte attraverso emittenti, società di rating, banche centrali, istituti di statistica,
ecc…

LA FUNZIONE OBIETTIVO DEGLI INVESTITORI


Gli investitori nelle loro scelte finanziarie considerano diversi elementi:
• Il rischio
• La relazione rischio-rendimento
• Fattori di natura comportamentale (neuroeconomia)
• Fattori di impatto ambientale e sociale (fattori ESG)
L’investitore razionale a parità di rischio sceglierà l’investimento più redditizio e a parità di
rendimento sceglierà quello meno rischioso.

L’investitore della curva che collega il punto B al punto C rifiuta l’investimento C perché assicura
un rendimento che non compensa il livello di rischio associato. Preferisce invece l’investimento B
perché a fronte di un rendimento minore, espone ad un minor rischio.
La pendenza di ogni curva rappresenta una diversa relazione rischio-rendimento incorporata
dall’investitore.

Ad esempio, l’investimento con minor rendimento potrebbe essere preferito a fronte di un minor
impatto ambientale (investitore paziente)

LA FUNZIONE OBIETTIVO DEI PRENDITORI DI FONDI


I prenditori di fondi nelle loro scelte finanziarie considerano diversi elementi:
• Il costo (di transazione, finanziario, fiscale)
• Il rischio
• La relazione tra costi e rischi

LO SPAZIO ECONOMICO PER L’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA


Il costo del trasferimento dei fondi è spiegato da 3 fattori:
• Search costs: ricerca delle controparti con posizioni opposte
• Verification costs: valutazione del progetto di investimento del prenditore
• Monitoring costs: monitoraggio del rating del debitore

In assenza di una banca gli economics del trasferimento fondi possono essere espressi da:
• Ritorno investitore: Rs = R – Ts
• Costo debitore: Rb = R – Tb
• Spread: Rb – Rs = Tb + Ts
Dove R = tasso d’interesse; Ts = costo dell’investitore; Tb = costo del debitore

L’esistenza di uno spread crea uno spazio economico per l’intervento di un intermediario, il quale
intermedi razionalizzando i costi. Supponiamo che una banca sostenga costi pari a C = 1:
• Ritorno investitore: Rs = R – T’s
• Costo debitore: Rb = R – T’b
• Spread: Rb – Rs = T’b + T’s
L’intervento dell’intermediario trova spazio solo se (Tb + Ts) – (T’b + T’s) > C

L’ATTIVITA’ BANCARIA
Come recita l’articolo 10 comma 1 del testo unico banche D.Lgsl: 385/93: l’attività bancaria è
costituita dalla raccolta del risparmio tra il pubblico e l’esercizio del credito. Essa ha carattere
d’impresa.
L’articolo 11 comma 1 recita: “ai fini del presente decreto legislativo è raccolta del risparmio
l’acquisizione di fondi con obbligo di rimborso, sia sotto forma di depositi, sia sotto altra forma.”

L’articolo 11 comma 2 recita: “la raccolta tra il pubblico è vietata ai soggetti diversi dalle banche”
Questo divieto on si applica agli stati, agli organismi internazionali, agli enti territoriali, alle poste
ecc…
Non costituisce raccolta di risparmio tra il pubblico quella effettuata:
• Presso soci e dipendenti
• Presso società controllanti, controllate o collegate

Il testo unico banche non chiarisce la natura dell’attività di “esercizio del credito”. (…)

L’attività bancaria è dunque attività di raccolta del risparmio tra il pubblico, tramite depositi ed
altre forme con obbligo di rimborso, ed attività di prestito e concessione garanzie.

L’ATTIVITA’ FINANZIARIA
L’articolo 106 comma 1 del testo unico banche recita: “L’esercizio nei confronti del pubblico delle
attività̀ di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma, è riservata ad intermediari finanziari
autorizzati iscritti in un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia.”
LE FUNZIONI DELLE BANCHE
Le funzioni della banca moderna all’interno del sistema finanziario sono:
• Funzione di intermediazione creditizia
• Funzione di erogazione dei servizi (esempio cassette di sicurezza)
• Funzione monetaria
• Funzione di canale di trasmissione degli impulsi di politica monetaria

à la funzione di intermediazione creditizia consiste nell’attività di intermediazione dei


trasferimenti finanziari a titolo di credito tra operatori in surplus e in deficit.
La banca stabilisce rapporti diretti tra questi ultimi.
La banca è un intermediario creditizio e lo svolgimento di questa attività comporta dei rischi e la
gestione di essi.
L’attività di intermediazione può presentare delle distorsioni:
• Doppia intermediazione
• Disintermediazione
• Credit crunch
• Selezione avversa

à la banca fornisce anche servizi alla propria clientela come ad esempio:


• Servizi di pagamento
• Servizi di custodia (cassette di sicurezza)
• Servizi di consulenza
• Servizi finanziari

àfunzione monetaria:
• Creazione di nuova moneta
• Trasferimento di moneta (servizi di pagamento)
Per comprendere il meccanismo di creazione di moneta è utile studiare il processo di
“moltiplicazione dei depositi” che mette in atto un intermediario bancario. Tale processo distingue
le banche dagli altri intermediari e le rende canali di trasmissione di impulsi di politica monetaria.

àProcesso di moltiplicazione dei depositi:


Supponiamo che il sistema sia composto da 1 sola banca e che vi sia un innesto di Base Monetaria
per 100, riconducibile ad un cliente, che effettua un deposito di 100 presso la banca

Supponiamo che la banca conceda in prestito 80 e trattenga 20 come riserve di liquidità.


Il prestito concesso può essere utilizzato in due modi da beneficiario:
2a) In contanti:

2b) Mediante un accreditamento in un conto deposito aperto a nome del beneficiario stesso:

In tal caso:
• L’erogazione del prestito ha portato ad un nuovo deposito
• Non si è ridotto l’ammontare della disponibilità cassa

Assumiamo ora che il beneficiario utilizzi una parte dei fondi per effettuare dei pagamenti per 50,
ed utilizzi per questo un assegno bancario. Il prenditore dell’assegno può operare in due modi:

3a) Ritirare in contanti presentandosi in banca chiedendo il pagamento della somma indicata
sull’assegno:

in tal caso si riducono:


• Le riserve
• L’ammontare complessivo dei depositi
• Il volume totale delle attività della banca che passa da 180 a 130
3b) versare l’assegno in un conto detenuto presso la banca:

In tal caso:
• cresce il numero dei depositi
• c’è una redistribuzione su tre conti del loro ammontare complessivo
• le riserve di liquidità non subiscono alcuna modifica
• il processo di moltiplicazione può continuare se la banca eroga un nuovo prestito e ne
accredita le disponibilità̀ in un conto di deposito
Il processo di moltiplicazione dei depositi e del credito, dunque, si autoalimenta

In breve, dunque la funzione (di creazione) monetaria si basa sulla funzione creditizia, che a sua
volta poggia sulla disponibilità̀ iniziale di risorse finanziarie: è dall'erogazione del credito che ha
inizio il processo di moltiplicazione dei depositi. Il modo in cui esso si sviluppa, e il risultato
raggiunto, dipendono dall'ammontare delle riserve di liquidità della banca (libere e obbligatorie) e
dall'impiego di assegni e di contanti da parte della clientela bancaria.

Le condizioni necessarie al processo di moltiplicazione dei depositi sono:


• deve esserci domanda di credito
• la clientela della banca non deve utilizzare contanti o non soltanto contanti.

In sintesi, i fattori-chiave del processo di moltiplicazione dei depositi sono:

• l’ammontare della moneta (M) depositata presso il sistema bancario


• l’ammontare delle riserve di liquidità (RIS) detenute dalle banche e il rapporto tra esse e
l’ammontare dei depositi (RIS/DEP)
• la propensione del pubblico a detenere contanti e ad impiegarli negli scambi, ovvero
l'ammontare del fondo cassa (FC) e il rapporto tra questo e l'ammontare dei depositi
(FC/DEP).

Il moltiplicatore dei depositi, in forma semplificata, si può infatti esprimere con la seguente
formula:
I MERCATI MOBILIARI
à natura e funzioni
Il mercato mobiliare è il luogo fisico o virtuale che consente l’insieme degli scambi di strumenti
finanziari (azioni, obbligazioni, titoli di stato, derivati, etc), prima della loro scadenza naturale, che
incorporano diritti economici (dividendi, rendimenti) ed eventualmente amministrativi (diritto di
voto).
Come ogni mercato finanziario anche quello mobiliare ha il compito di stimolare l’efficienza in
termini di:
• efficienza allocativo-funzionale
• efficienza informativa
• efficienza tecnico-operativa
• spessore (prezzo)
• ampiezza (volumi)
• elasticità (tempo)

à le forme organizzative
Il mercato primario è costituito dall’insieme delle negoziazioni aventi ad oggetto titoli di nuova
emissione, ovvero titoli che un soggetto emette al fine di finanziarsi attraverso le risorse raccolte
dalla vendita dei titoli stessi.
Il mercato secondario è l’insieme degli scambi aventi per oggetto titoli già̀ in circolazione. Nel
mercato secondario domanda e offerta sono espressione della volontà̀ di negoziazione di due
differenti categorie di investitori

à l’esecuzione degli ordini


In relazione all’esecuzione degli ordini, in letteratura si distinguono due principali tipologie di
mercati:
• Mercati “quote driven”; in questi mercati un intermediario (dealer) espone su base
continuativa o su richiesta, quotazioni denaro e lettera a cui è disposto, rispettivamente,
ad acquistare e vendere i titoli per cui “fa mercato”. Per ogni titolo esistono più̀ dealers
specializzati – denominati market makers - che si impegnano a esporre continuamente
quotazioni di acquisto e vendita sui titoli quotati, e a cui gli altri operatori devono
necessariamente fare ricorso qualora intendano negoziare.
• Mercati “order dirven”; nei mercati order driven gli scambi si concludono attraverso
l’interazione degli ordini immessi da tutti gli intermediari aderenti al mercato. In questo
tipo di mercato la liquidità può̀ essere supportata dall’attività̀ di operatori che a seconda
del mercato o delle funzioni svolte possono avere diversi denominazioni
(specialisti/liquidity providers/market makers ), ma che non godono dei privilegi
precedentemente descritti per i market makers, che operano sui mercati quote driven (es.
non sono l’unica controparte possibile, non fruiscono di tipologie di ordini preferenziali).

I broker:
il broker è il mediatore “puro”, svolge due funzioni essenziali senza però mai assumere posizioni in
proprio:
• Ricerca la controparte per conto del cliente
• Contratta il prezzo per conto del cliente
La remunerazione coincide con le commissioni del broker.
I dealer:
il dealer offre un servizio di liquidità e si pone come contropartita degli investitori che intendono
acquistare o vendere un determinato titolo. Fornisce all’investitore certezza dell’esecuzione del
suo ordine.

IL MERCATO MOBILIARE ITALIANO


Il mercato mobiliare italiano è diviso in mercato primario e secondario ed è regolamentato dalla
CONSOB.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), istituita con la legge n.216 del 7
giugno 1974, è un’autorità amministrativa indipendente dotata di personalità giuridica e piena
autonomia. Questa istituzione si occupa di attività̀ di regolamentazione, autorizzazione, vigilanza e
controllo sui mercati finanziari italiani con i principali obiettivi della tutela degli investitori,
dell’efficienza e della trasparenza del mercato mobiliare italiano.

Con la privatizzazione dei mercati di borsa del 1998 nasce la Borsa Italiana, società per azioni che
svolge l’attività di organizzazione e gestione di mercati regolamentati di strumenti finanziari. Il suo
principale obiettivo è quello di garantire lo sviluppo e di massimizzare la liquidità, la trasparenza, la
competitività e l’efficienza dei mercati stessi.
Con la creazione di Borsa Italiana, il legislatore ha voluto affidarle le funzioni di regolamentazione
e gestione dei mercati separandole nettamente dai compiti di vigilanza che vengono ora esercitate
esclusivamente da Consob e Banca d’Italia.

Dal 2007 al 2021, Borsa Italiana ha fatto parte del London Stock Exchange Group (LSEG), il primo
mercato europeo per scambi azionari, con il 48% della capitalizzazione di mercato dell’indice
FTSEurofirst 100 e con il book di negoziazione più liquido per contratti e controvalore.
L’integrazione fra il Gruppo Borsa Italiana e il Gruppo London Stock Exchange ha dato vita al
mercato leader in Europa anche per gli scambi di ETF, di covered warrant e certificates, così come
per gli strumenti del reddito fisso.
Dall’aprile del 2021 Borsa Italiana è stata acquisita dal gruppo Euronext, il quale gestisce un
mercato finanziario pan Europeo e che ha sottratto la leadership, in termini di volume di scambi e
di asset negoziati al proprio interno, al LSEG.

à MTA
Le azioni quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA) di Borsa Italiana si suddividono in Blue
Chip, Star e Standard, a seconda delle dimensioni e dei requisiti specifici soddisfatti da ciascuna di
esse:
• Il segmento Blue Chip è dedicato alle società con capitalizzazione superiore a 1 miliardo di
euro
• Il segmento Star per le medie imprese con capitalizzazione tra i 40 milioni di euro e 1
miliardo che hanno requisiti di eccellenza
• Il segmento standard per le imprese che hanno capitalizzazione tra 40 milioni di euro e 1
miliardo

à ETFPlus
ETFplus è il mercato regolamentato telematico di Borsa Italiana interamente dedicato alla
negoziazione in tempo reale degli strumenti che replicano l’andamento di indici e di singole
materie prime
Gli ETF sono Fondi o SICAV a basse commissioni di gestione negoziati in borsa come le normali
azioni. Si caratterizzano per il fatto di avere come unico obiettivo quello di replicare fedelmente
l’andamento e quindi il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

àMOT
Il MOT è l’unico mercato obbligazionario regolamentato italiano. Nato nel 1994 il MOT ha avuto
tra le sue principali finalità̀ quelle di agevolare l’accesso dell’investitore privato al mercato
obbligazionario e di rendere più̀ efficiente l’operatività̀ degli investitori professionali, offrendo loro
un sistema di negoziazione elettronico e completamente automatizzato dalla fase di inserimento
della proposta di negoziazione sino alla liquidazione del contratto eseguito.
Il MOT è stato suddiviso in due segmenti, DomesticMOT ed EuroMOT, che si differenziano per il
diverso sistema di liquidazione utilizzato.

MODELLI DI BUSINESS E PROFILI ORGANIZZATIVI

esistono due tipi di modelli organizzativi e sta alle strutture scegliere quale adottare:
• Banca universale: svolge direttamente tutte le attività che ha deciso di svolgere in un’unica
struttura giuridica, ha una struttura divisionale che minimizza i costi e presenta unicità del
comando.
• Gruppo polifunzionale: consiste nell’esercizio di attività bancarie e finanziarie da parte di
un unico soggetto economico mediante aziende giuridicamente separate.
Esiste inoltre il Gruppo Bancario Cooperativo che è una particolare forma di gruppo bancario
pensato ad hoc per il sistema di Banche di Credito Cooperativo (BCC).

EQUILIBRI E RISCHI DELL’ATTIVITA’ BANCARIA E FINANZIARIA


Esistono tre vincoli fondamentali per quanto riguarda gli equilibri dell’intermediazione, essi sono:
• Vincolo monetario; capacità di far fronte a richiesta di rimborso delle passività ed agli
impegni assunti con le attività (equilibrio monetario à E = U)
• Vincolo economico; capacità di fronteggiare le obbligazioni di pagamento in condizioni di
redditività (equilibrio economico à R = C)
• Vincolo patrimoniale; capacità di fronteggiare le obbligazioni di pagamento mantenendo il
rapporto attivo/passivo – CP > 1 (equilibrio patrimoniale à A = P).
I tre livelli di equilibrio sono strettamente correlati.

Il concetto di rischio è strettamente correlato a quello di equilibrio e può essere espresso come
variazione dall’obiettivo di equilibrio prefissato (ricavi o perdite).
I rischi dell’intermediazione sono principalmente tre:
• Rischio di credito: è il rischio che un impregno di pagamento a favore della banca non
venga onorato (insolvenza del debitore)
• Rischio di mercato: è il rischio che variazioni dei fattori di mercato determinino variazioni
dei costi e dei ricavi o variazioni del valore delle attività e delle passività
• Rischio operativo: è il rischio che si generino delle perdite a causa di comportamenti errati
o scorretti, processi inadeguati, tecnologie carenti o altri fattori esterni non controllabili.

I PRODOTTI DELLA RACCOLTA BANCARIA


Con il termine “raccolta” si fa riferimento alle forme tecniche di provvista bancaria che
consentono all’intermediario di dotarsi di risorse finanziarie a titolo di debito (art. 10 e 11 TUB).
Con le operazioni di raccolta la banca:
• Assume una posizione debitori nei confronti della clientela
• Emette una passività
• Contabilizza l’operazione nel passivo SP
• Remunera il cliente
• Assume un rischio di liquidità dato dalla restituzione della somma depositata

Per politica di raccolta si intende la gestione del passivo ossia l’attività di acquisizione delle risorse
a qualsiasi titolo (capitale di credito, di rischio) e da qualsiasi tipo di clientela (famiglie, imprese
ecc…). Esistono inoltre politiche di raccolta al dettaglio, dedicate ad una cerchia molto numerosa e
indifferenziata di clienti e politiche di raccolta all’ingrosso, dedicate a controparti quali banche,
imprese e operatori istituzionali.

Il deposito bancario/postale è un contratto unilaterale, oneroso che si perfeziona alla consegna del
denaro depositato. Esso coinvolge il depositante (cliente) e il depositario (banca) e può essere
classificato in base a:
• Modalità di restituzione del denaro
• Modalità di attuazione del rapporto
• Durata del contratto sottoscritto
• Tipologia di contratto

IL BILANCIO DELLA BANCA


Il bilancio della banca sintetizza, in termini economico/patrimoniali, l’andamento gestionale, le
scelte operative e strategiche, gli effetti delle principali funzioni che l’intermediario svolge, i
risultati raggiunti, rappresentando una fotografia alla data della chiusura dell’esercizio.

Le istruzioni per la redazione del bilancio sono contenute nel D.Lgs. 38/2005 e nel regolamento
1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea.

Il bilancio si compone di 9 documenti:


• Stato patrimoniale, è redatto nel formato a sezioni contrapposte ed è formato da una serie
di voci e sotto voci. La sezione “attivo” comprende le poste che rappresentano gli impieghi,
ovvero gli usi di fondi, la sezione “passivo” comprende invece le poste che rappresentano
le fonti, ovvero i debiti, il capitale netto.
• Conto economico
• Prospetto della redditività complessiva, evidenzia la redditività totale prodotta
nell’impresa mostrando, unitamente all’utile di esercizio, anche le variazioni di valore delle
attività non rilevate in conto economico.
• Prospetto delle variazioni del patrimonio netto, ha la funzione di documentare le
variazioni, tra due date di chiusura del bilancio, del patrimonio netto, attraverso la
separata indicazione dei movimenti intervenuti nelle sue componenti.
• Rendiconto finanziario, fornisce preziose informazioni sulla capacità dell’impresa di
generare disponibilità liquide e sulle sue modalità di impiego delle stesse.
• Nota integrativa, è un documento di tipo misto che riporta informazioni di natura sia
quantitativa (valori monetari e non monetari) sia qualitativa (informazioni descrittive). La
nota integrativa è strutturata in 11 parti.
• Relazione gestione amministratori
• Relazione del collegio sindacale
• Relazione revisore legale.

GLI STRUMENTI DI IMPIEGO DELLE BANCHE


La funzione creditizia viene svolta dalle banche e dagli intermediari finanziari attraverso la
concessione di “prestiti”. I presiti possono essere di due tipologie:
• Prestiti di cassa o monetari. La concessione di un prestito può avvenire sotto forma di
prestiti monetari. Essi sono caratterizzati dalla certezza di almeno un flusso finanziario in
uscita per l’intermediario e uno o più flussi in entrata.
• Prestiti di firma o non monetari. Questo tipo di prestito non comporta un flusso finanziario
in uscita per l’intermediario che si limita ad assumere o garantire l’obbligazione del
soggetto affidato. I ricavi sono caratterizzati da commissioni attive.

L’apertura di credito bancario è il contratto (art. 1842 CC) con il quale la banca si obbliga a tenere
a disposizione dell’altra parte una somma di denaro per un dato periodo di tempo o a tempo
indeterminato.
L’aperura di credito in conto corrente:
• Risolve il problema dell’imprevedibilità della dinamica finanziaria concessa al capitale
circolante operativo
• È una fonte di finanziamento elastica, poiché c’è discrezione sull’utilizzo delle somme
messe a disposizione
• È una forma di finanziamento onerosa nei limiti del solo effettivo utilizzo
• È una forma contrattuale generalmente non assistita da garanzia.

L’anticipazione garantita è un contratto prestito unito a un contratto di pegno in cui


l’intermediario di impegna a mettere a disposizione dell’affidato la somma richiesta dietro la
garanzia costituita dal pegno di beni o di titoli.

Secondo l’Art. 1813 del CC il contratto di mutuo è uno strumento finanziario con il quale una parte
consegna all’altra una determinata quantità̀ di denaro o di altre cose fungibili e l’altra si obbliga a
restituire altrettante cose della stessa specie e quantità̀.
Nella prassi bancaria: il mutuo è un prestito a medio lungo termine erogato in un’unica soluzione
in corrispondenza del quale il mutuatario è obbligato a corrispondere una successione di
versamenti periodici. Le somme periodiche erogate dal mutuatario, le rate, sono destinate al
pagamento degli interessi e al rimborso del capitale prestato secondo un piano di ammortamento
definito al momento della stipulazione del contratto.

IL PROCESSSO DEL CREDITO IN BANCA


L’obiettivo del processo del credito è quello di soddisfare il fabbisogno finanziario del cliente. La
banca si espone al rischio di credito nell’attività di erogazione di quest’ultimo. Il rischio di credito
non deve essere individuato esclusivamente nelle perdite che si possono concretizzare in caso di
inadempienza del debitore, ma anche nelle perdite che si possono generare dal peggioramento
del merito creditizio del debitore stesso, ovvero da un aumento della probabilità di inadempienza.
Il processo della gestione del credito è stato suddiviso nelle seguenti fasi principali:
• Pianificazione ed organizzazione; conduzione di un’attività di pianificazione operativa in
coerenza con le politiche di sviluppo e di rischio/rendimento definite per l’area dei crediti,
• Concessione e revisione; fase riferita alla ricezione di una richiesta di un nuovo
affidamento o della revisione di un precedente affidamento, alla valutazione della
domanda di credito, alla formulazione della proposta di delibera e all’approvazione/rifiuto
da parte dell’organo deliberante,
• Monitoraggio; fase relativa alle attività necessarie per una gestione tempestiva dei
fenomeni di rischiosità rilevati,
• Gestione del contenzioso; fase riferita al passaggio delle posizioni a sofferenza ed alla
successiva fase di gestione, inclusa l’attivazione, la gestione e il coordinamento
dell’intervento dei legali esterni, nonché attività di valutazione e contabilizzazione.
Dal 1° gennaio 2021 le banche italiane applicano le nuove regole europee in materia di
classificazione della clientela inadempiente (cosiddetto “default”):
il cliente viene considerato a “default” se supera entrambe le seguenti soglie di rilevanza per oltre
90 giorni consecutivi:
• Soglia di rilevanza assoluta; euro 100 per esposizioni retail e euro 500 per le altre
esposizioni
• Soglia di rilevanza relativa; importo dello scaduto pari o superiore all’1% del totale delle
esposizioni del cliente.
LA POLITICA MONETARIA
Il sistema europeo delle banche centrali (SEBC), istituito dal trattato di Maastricht, è costituito
dalla Banca Centrale Europea e dalle banche centrali nazionali dei 28 paesi membri.
L’eurosistema è il sistema di banche centrali dell’area euro responsabile dell’attuazione della
politica monetaria unica e comprende la BCE e le banche centrali nazionali dei paesi dell’unione
che hanno adottato l’euro.

Il principale obiettivo dell’eurosistema è mantenere la stabilità dei prezzi ossia salvaguardare il


valore dell’euro. In base all’articolo 127, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’unione
europea, i compiti fondamentali tramite l’eurosistema sono:
• Definire ed attuare la politica monetaria per l’area euro
• Svolgere le operazioni sui cambi
• Detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi dell’area euro (gestione di portafoglio)
• Promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento

Il consiglio della BCE si propone come obiettivo primario di mantenere l’inflazione su livelli inferiori
ma prossimi al 2% nel medio periodo (obiettivo finale à politica economica)
Al tal fine le sue decisioni si fondano su una strategia di politica monetaria basata su due pilastri e
sono attuate avvalendosi di un assetto operativo:
• Controllo tassi d’interesse ufficiali
• Operazioni di politica monetaria
REGOLAMENTAZIONE E VIGILANZA DEL SISTEMA FINANZIARIO
I fondamenti del controllo sul sistema finanziario sono 4:
• Stabilità ed efficienza
• Tutela del risparmio e degli investitori
• Asimmetrie informative e fallimenti di mercato
• Funzione monetaria

Con il termine regolamentazione ci si riferisce all’elaborazione di norme primarie e secondarie


sulla disciplina degli intermediari e dei mercati mentre con il termine vigilanza si fa riferimento alla
verifica delle norme sui mercati e sugli intermediari.

à Vigilanza macroprudenziale: sistema di interventi posti in essere dalle autorità al fine di


rafforzare la stabilità del sistema finanziario
à Vigilanza microprudenziale: sistema di norme e controlli finalizzati a promuovere la sana e
prudente gestione degli intermediari finanziari
à Norme di condotta: protezione della clientela e funzionamento del mercato.

I principi della regolamentazione:


• Il principio di Mutuo Riconoscimento è il principio secondo il quale ogni Stato membro è
tenuto ad accettare i prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in qualsiasi altro
Paese comunitario, anche se tali prodotti rispondono a prescrizioni tecniche parzialmente
diverse da quelle imposte dalle regolamentazioni dello Stato importatore. Tale principio si
applica anche in materia di prodotti finanziari.
• L'armonizzazione delle regole che presiedono la redazione dei bilanci, con l'introduzione di
criteri omogenei volti a migliorare la trasparenza, l'attendibilità̀ e la confrontabilità̀ delle
scritture contabili di tutte le amministrazioni pubbliche e le aziende del settore privato
(compresi gli intermediari finanziari), costituisce uno strumento essenziale per la
definizione di un quadro normativo contabile che concorra alla sostenibilità̀ del sistema
stesso.
• L'Home country control è un principio del diritto dell'Unione Europea, riferita ad un
mercato comune di un bene o servizio, che indica quale legislazione di uno Stato membro
dell'Unione Europea si debba applicare. Il principio trova applicazione nei settori bancario e
assicurativo. Presuppone il reciproco riconoscimento delle authority degli Stati membri e
un minimo di armonizzazione delle loro leggi.

Gli strumenti della vigilanza:

I modelli di vigilanza:
in relazione agli obiettivi dell’attività di vigilanza, si sottolinea l’esistenza di diversi approcci alla
regolamentazione ed alla supervisione dei mercati finanziari.
• Vigilanza per istituzioni: approccio più tradizionale con ordinamenti sezionali separati in
funzione del soggetto che esercita l’attività, un’autorità di vigilanza per ogni settore
finanziario (banche à BI; assicurazioni à IVASS)
• Vigilanza per finalità: intermediari sottoposti al controllo congiunto di più autorità, ognuna
competente con riferimento a ciascun obiettivo della regolamentazione, un’autorità di
vigilanza per ogni obiettivo perseguito (stabilità à BI; trasparenza à AGCCM)
• Vigilanza per attività: l’autorità è responsabile del controllo di una particolare attività
finanziaria
• Vigilanza accentrata: è prevista un'unica autorità di vigilanza competente sulla totalità
delle tipologie di intermediari
• Vigilanza mista: si adottano approcci misti che propongono in modo eterogeneo gli
elementi propri dei modelli sopra descritti (es. modello italiano à istituzioni + finalità)

Nel modello italiano si fa riferimento ad un approccio istituzionale (o verticale) per la Banca


d’Italia, per l’IVASS e per la COVIP e ad un approccio orizzontale per finalità in merito alle
competenze assegnate alla Banca d’Italia, alla CONSOB e all’AGCM.
Il comitato di Basilea è un comitato composto dai governatori delle banche centrali dei 10 paesi
più industrializzati. Il comitato si occupa di varare le regole di vigilanza prudenziale, queste regole
non hanno effetto legale ma sono recepite dagli organismi di vigilanza dei paesi membri.

àBasilea I
Alla fine degli anni ’90 il contesto normativo era poco regolamentato, alcuni istituti bancari
avviarono una condotta aggressiva che, probabilmente, pose le basi per la crisi economica esplosa
solo pochi anni dopo.
Nasce per questo motivo nel 1988 l’accordo sul capitale denominato Basilea I con gli obiettivi di:
• Rafforzare la stabilità del sistema bancario internazionale incoraggiando le banche ad
aumentare il grado di patrimonializzazione
• Promuovere la competizione tra le banche internazionali, tramite una applicazione
uniforme delle nuove regole nei vari Paesi.
Basilea I aveva però dei limiti come ad esempio:
• Focalizzazione solo sulla misurazione del rischio di credito e del rischio di mercato
• Inadeguata differenziazione del rischio di credito
• Mancato riconoscimento della diversificazione del rischio di credito
• Incoraggia il “moral hazard” poiché a parità di requisito patrimoniale esiste un incentivo
indiretto a preferire finanziamenti più rischiosi e potenzialmente più remunerativi a scapito
di finanziamenti di migliore qualità ma meno remunerativi.

à Basilea II
Poi nel 2006, per risolvere le problematiche e le carenze di Basilea I, nasce Basilea II. Esso si fonda
su 3 pilastri fondamentali (approccio Building Block):
• Requisiti patrimoniali
• Controllo prudenziale
• Disciplina di mercato
Gli obiettivi di Basilea II erano principalmente:
• Accrescere la sensibilità dei requisiti patrimoniali alla effettiva rischiosità della gestione
• Stimolare le banche nell’implementazione di metodologie più sofisticate, ina visione di
gestione integrata del rischio
• Contribuire al miglioramento della stabilità del sistema, attraverso l’introduzione a fianco
delle regole quantitative di adeguatezza patrimoniale (primo pilastro), dei requisiti di
processo di controllo prudenziale (secondo pilastro) e di informazione al pubblico (terzo
pilastro).

à Basilea III
I punti chiave di Basilea III sono:
• Introduzione del pacchetto CRD IV (D. 2193/36 UE e R. 575/2013)
• Attenuazione dei problemi relativi alla qualità del capitale
• Prociclicità
• Introduzione di ratio di liquidità
• Introduzione di ratio relativo alla leva finanziaria.
Tali principi si focalizzano sulla capacità delle banche di assorbire eventuali shock, simulando
anche la reazione degli strumenti di capitale e liquidità al verificarsi di scenari di stress. Quindi:

IL LEASING
La società di leasing svolge tipicamente attività di leasing finanziario, ossia acquisto diretto di beni
mobili o immobili strumentali all’attività d’impresa e successiva cessione in uso dietro pagamento
di canoni periodici: si tratta pertanto di un intermediario tipicamente orientato alla formazione di
un margine di interesse (come le banche).

àContratto di leasing: contratto mediante il quale una parte concede in locazione all’altra, per un
tempo determinato e in contropartita di un canone periodico, il bene acquistato o fatto costruire
dal locatore su scelta o indicazione del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la
proprietà del bene al termine a condizione prefissate.
SOCIETA’ DI FACTORING E CREDITO DI CONSUMO
Società di Factoring:
Nel XV secolo si diffonde nei paesi anglosassoni un’operazione denominata factoring.
Le imprese manufatturiere collocano i propri prodotti nelle lontane colonie attraverso i factors che
anticipano il corrispettivo della fornitura anche prima ancora di venderla (accollandosi il rischio di
inadempimento degli acquirenti), selezionando la clientela, fanno indagini di mercato.
Giuridicamente si realizza la cessione in massa di crediti presenti e futuri, con anticipazioni
(finanziamento, garanzia, servizi)

Le società di factoring appartengono alla categoria degli intermediari creditizi non bancari. Il
mercato factoring in Italia è di assoluto rilievo: negli ultimi anni il turnover gestito dalle società di
factoring italiane è pari a oltre l’11% del PIL del paese.

Il factoring è uno strumento flessibile di gestione del capitale circolante, che offre servizi di diversa
natura e che consente lo smobilizzo, la gestione e la garanzia del buon fine dei crediti commerciali.
Lo strumento giuridico alla base del factoring è la cessione del credito ai sensi della legge 21
febbraio 1991 n. 52.

àContatto di factoring: contratto di cessione, pro-soluto (con il rischio di credito a carico del
cessionario) o pro-solvendo (con il rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali ad
una società specializzata, ai fini di gestione, di incasso ed eventualmente di finanziamento del
cedente.

Credito al consumo:
Il credito al consumo si configura come una forma di finanziamento o di dilatazione di pagamento.
I prestiti possono avere un uso indistinto od essere destinati a specifiche necessità. Le principali
forme di credito al consumo sono i prestiti personali, i rimborsi rateali a valere su carte di credito, i
prestiti finalizzati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, le classiche aperture di credito a
conto corrente.
L’obbligo di restituire il capitale e di corrispondere gli interessi viene assolto gradualmente nel
tempo attraverso pagamenti periodici (rate), di regola con cadenza mensile.

SGR, FONDI COMUNI D’INVESTIMENTO E SIM


SGR e FCI:
I fondi comuni d’investimento rientrano nella categoria degli Organismi di Investimento Collettivo
del Risparmio (OICR), ovvero intermediari finanziari con forma giuridica variabile che investono in
strumenti finanziari o altre attività.
I Fondi Comuni d’Investimento sono soggetti giuridici autonomi per i quali la normativa italiana
stabilisce che devono essere gestiti da una SGR (Società di Gestione del Risparmio) della quale gli
investitori non sono soci. La SGR distribuisce quote di fondi ma mai azioni della società
(diversamente da quanto accade nelle SICAV e SICAF, delle quali gli investitori sono soci)

I FCI sono veicoli di investimento che svolgono la funzione di riunire le risorse finanziarie di una
pluralità di risparmiatori in un unico patrimonio indifferenziato che viene investito in attività
finanziarie di gestito in monte.
Il patrimonio di un fondo è costituito dal complesso di beni conferiti dai partecipanti.
La partecipazione a un FCI è possibile mediante la sottoscrizione di quote rappresentate da
appositi certificati emessi dal fondo stesso. Tali quote incorporano uguali diritti e sono tutte di
uguale valore. Ogni partecipante acquisisce il diritto su una parte del patrimonio. Proporzionale al
proprio conferimento.

La gestione di un FCI è affidata ad una società specializzata (SGR) e l’investimento in un fondo


comune risponde a due esigenze fondamentali:
• Ottenere una diversificazione ottimale del portafoglio investito, difficilmente replicabile dal
singolo investitore a motivo della ridotta dotazione patrimoniale
• Affidare il proprio patrimonio ad operatori dotati di elevata professionalità ed esperienza
in materia di asset management.
Il patrimonio netto dei FCI è dato dalla differenza tra le attività e le passività del fondo stesso, si
modifica continuamente, in crescita o in diminuzione, in relazione a:
• Quotazione dei titoli
• Maturazione dei “frutti”
• Riscatti delle quote
• Nuove sottoscrizioni

Le SIM:
le SIM (società di intermediazione mobiliare) sono S.p.A. che svolgono attività di intermediazione
mobiliare, a loro, insieme alle imprese di investimento e alle banche, è riservato l’esercizio
professionale dei servizi di investimento nei confronti del pubblico.
Le SIM svolgono attività di:
• Brokerage; negoziazione titoli per conto di terzi
• Selling; collocamento dei titoli senza garanzia
• Dealing; negoziazione titoli per conto proprio
• Underwriting; collocamento dei titoli con garanzia
• Gestione dei portafogli finanziari
• Raccolta e trasferimento di ordini di acquisto e vendita.

ATTIVITA’ ASSICURATIVA E LE IMPRESE DI ASSICURAZIONE; I FONDI PENSIONE


L’attività assicurativa può essere esercitata soltanto da imprese costituite nelle forme stabilite
dalla legge con oggetto sociale limitato alla sola attività di assicurazione.
L’impresa di assicurazione è quindi un intermediario finanziario che svolge un’attività di
assunzione e gestione dei rischi subordinata al rilascio di un’autorizzazione preventiva da parte del
IVASS (istituto vigilanza assicurazioni).
L’attività assicurativa viene svolta per mezzo di un contratto di assicurazione (art. 1882 c.c.),
mediante il quale una parte, che prende il nome di assicurato, versa all’altra parte, che prende il
nome di assicuratore, una somma detta premio, ottenendo in cambio il diritto di essere risarcita in
conseguenza di determinati eventi contemplati dal contratto stesso.

Differenza tra imprese industriali e imprese assicurative:


Nell’attività svolta dalle compagnie di assicurazione, il ciclo costi-ricavi risulta invertito: prima
viene incassato il premio e solo in seguito verranno sostenuti i costi per eventuali sinistri.

Fondi Pensione:
i fondi pensione sono degli strumenti appartenenti al sistema pensionistico privato che
l’ordinamento giuridico italiano riconosce al fine di garantire ai lavoratori una pensione
complementare a quella erogata dagli enti previdenziali.
I Fondi Pensione, diversamente dalla pensione obbligatoria, si basano sul sistema di
capitalizzazione e la contribuzione avviene mediante TFR e versamenti effettuati dal lavoratore e
dall’azienda durante l’attività lavorativa.

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