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Da questo possiamo definire la Finanza Aziendale come quella funzione a servizio delle imprese,
delle banche, delle famiglie, etc che si occupa delle decisioni finanziarie (scelta tra investimenti,
scelta su come finanziarsi, operazioni straordinarie quali ad esempio l’acquisizione di un’altra
società, tutto ciò che riguarda i dividendi, enterprise value) al fine di assicurare equilibrio e
prospettive di lungo periodo. Da questo possiamo dire che nelle decisioni finanziarie rientrano
tutte quelle che un manager deve eseguire per reperire la liquidità necessaria a compiere
investimenti
Enterprice value => un’azienda vale sulla base dei suoi dati storici, presenti o futuri?
Si basa sui dati futuri perché si tratta di una stima (e se mi basassi sui dati storici/presenti non
sarebbe più una stima)
Definiamo invece la Corporate Finance come quell’area della finanza che si occupa delle decisioni
finanziarie che le società devono intraprendere, degli strumenti, delle analisi e delle tecniche
valutative che permetto di elaborare dati a supporto di tali decisioni
La gestione finanziaria è quella parte dell’azienda che si occupa della gestione dei flussi di cassa
(ampiamente trattata durante il corso).
PIANIFICARE -> CONTROLLARE -> ADATTARE ciclo senza fine per l’azienda
Ciò che importa vedere è quanto l’investimento impatta sui flussi di cassa. Bisogna quindi vedere
quali sono gli investimenti in essere e quali sono le opportunità di investimento future.
Opportunità di investimento future = valore atteso degli investimenti futuri, cioè quanto mi vale
oggi quell’investimento futuro sulla base di una stima dei suoi flussi di cassa (VALORE STIMATO)
Investimenti in essere = investimenti già effettuati che generano flussi di cassa. Ma l’investimento
come impatta sul flusso di cassa? Un investimento mi erode liquidità, e io devo valutare l’effetto
positivo o negativo legato a quell’investimento stimando concretamente quanto sarà in grado di
generarmi in futuro sulla base dei successivi flussi di cassa
[reddito operativo – investimenti + disinvestimenti]
Capitale proprio (capitale di pieno rischio) = è importante analizzare i diritti e gli obblighi che
hanno i soggetti che apportano il capitale. Ad esempio, se siamo azionisti nessuno potrà toglierci il
diritto di essere socio
Capitale di debito (capitale non paziente) = cioè rimborsato e remunerato entro certe scadenze
L’impresa deve reperire risorse finanziarie per effettuare investimenti. Le risorse finanziarie le può
raccogliere presso terzi sotto forma di capitale proprio o di debito.
Se l’azienda ha bisogno di capitali e ad esempio non ha ottenuto un finanziamento della banca,
può rivolgersi agli investitori istituzionali (private equity, venture capital o business angels) che
investiranno sotto forma di equity e diventano soci e quindi pretenderanno di aver voce in
capitolo nel consiglio di amministrazione.
Quando vado a impiegare il capitale è necessario andare a stimare quella che è la struttura
finanziaria più adatta in relazione agli obiettivi, come impatta sul valore dell’impresa e la corporate
governance
Gli obiettivi del manager finanziario, ovvero colui che si occupa di tutte le decisioni finanziarie
dell’impresa, sono la massimizzazione dei profitti, massimizzare il valore delle azioni, far fruttare
gli investimenti, capire quali investimenti effettuati, acquisire capitale a basso costo
(minimizzazione costo del capitale), massimizzare il valore dell’impresa.
PAOLA PICCIONE – ANNO 2022/2023
In riferimento a quest’ultimo punto, per massimizzazione del valore intendiamo la creazione e il
mantenimento nel tempo di un valore economico.
Per valore cosa intendiamo? Possiamo vederlo da 3 punti di vista:
• Massimizzazione del Firm Value o Enterprice Value (massimizzazione di tutti i flussi di
cassa generati dall’impresa [FCFF o FCFO] scontati ad un tasso che riflette la rischiosità
dell’impresa stessa [WACC])
• Massimizzazione dell’Equity Value (massimizzazione del capitale netto -> flussi di cassa
per gli azionisti [FCFE] scontati al costo del capitale proprio)
• Shareholder Value (massimizzazione del prezzo azionario) à solo per le imprese
quotate
Questi obiettivi variano in funzione dell’ampiezza della funzione obiettivo dell’impresa e della
tipologia di impresa.
(Lezione 2)
Firm Value ed Equity Value rappresentano concetti differenti o concetti simili ma con elementi
caratterizzanti?
Sono concetti simili, da un lato considero il valore dell’impresa considerando tutto i flussi, quindi
anche l’indebitamento. Dall’altro parliamo di capitale netto, e quindi il capitale per gli azionisti, al
netto dell’indebitamento che andremo poi a stimare
Entrambe le formule hanno lo stesso effetto, l’unico problema di fondo è capire se si parla di
posizione creditoria (disponibilità liquide > debiti finanziari) o debitoria.
Solitamente la formula 1 viene utilizzata dagli istituti di credito per mettere in evidenza la
posizione debitoria, viceversa le imprese solitamente utilizzano la formula 2 che mette in evidenza
la posizione creditizia.
• Teoria dell’agenzia
Forma contrattuale in cui un soggetto incarica un altro soggetto a svolgere una serie di
compiti che, per essere svolti, implicano una delega gestionale utilizzabile
discrezionalmente.
Corporate Governace = insieme di regole che disciplinano la gestione di una società, le relazioni tra
gli attori coinvolti e gli obiettivi del suo governo. Cerca quindi una organizzazione ottimale della
struttura del governo dell’impresa.
Tra gli attori coinvolti possono però nascere delle criticità in relazione agli interessi differenti, alla
differenza di accesso alle informazioni, al rischio ovvero una diversa percezione e propensione al
rischio. Ecco che allora:
- Il Management potrebbe prendere delle decisioni non allineate agli interessi degli
stakeholders. Ad esempio, potrebbe decidere di attuare degli investimenti che
premiano principalmente le competenze del manager stesso rispetto all’interesse
dell’impresa
- Gli azionisti potrebbero avere un limitato controllo e potrebbero assumere delle
decisioni potenzialmente in grado di danneggiare i terzi finanziatori. Ad esempio,
l’azionista potrebbe distribuire a fronte di una liquidità in eccesso, e il terzo
potrebbe essere danneggiato se in realtà quella liquidità in eccesso non c’è e poi
potrebbe non avere risorse per rimborsare debito e ripagare l’interesse
- L’impresa potrebbe fornire al sovra-sistema finanziario comunicazioni non
tempestive o incomplete o generare costi sociali nei confronti dell’ambiente
esterno. L’impresa potrebbe anche decidere di mandare al mercato informazioni
non vere come, ad esempio, un rumor su una possibile
cessione/acquisizione/fusione e tali informazioni potrebbero far reagire il mercato
in maniera positiva o negativa
- I mercati finanziari potrebbero valutare in modo irrazionale le informazioni
disponibili
Il valore di una società non può essere MAI scontato al costo del capitale di debito
CAPITALE NETTO
Owner’s Equity
Business Angels
Venture Capital
Corporate Venture Capital
Private Equity
Equity Crowdfunding
SI tratta di modalità e soggetti che possono supportare l’impresa con capitale di pieno rischio.
Differenze:
• L’ammontare dato a credito
• Responsabilità
• Fase in cui intervengono
• Rendimento atteso, interessi
(Lezione 3)
BUSINESS ANGELS
Si tratta di investitori, tendenzialmente informali (NON ISTITUZIONALI) che non lo fanno per
professione. Si tratta di soggetti che hanno una solida esperienza professionale (soggetti tra i 55 e i
65 anni à grandi professionisti, manager in pensione o quasi) e con cospicui mezzi finanziari.
Selezionano per lo più progetti in fase di startup, in cui apportano capitali, conoscenze e
competenze nel business della start up. Questo perché investono in progetti che trattano
argomenti conosciuti, in un campo in cui lavorano o in cui hanno lavorato.
VENTURE CAPITAL
Si tratta di investitori istituzionali che investono in imprese in rapida espansione con alto
potenziale di sviluppo e crescita, sia dal punto di vista del mercato, sia dal punto di vista del
reddito. Apportano denaro, competenze, conoscenze e network.
Intervengono in una fase immediatamente successiva a quella in cui investono i business angels, in
modalità hand-on, ovvero con partecipazione attiva nell’attività d’impresa (consiglio
amministrativo). Richiederanno un ritorno economico
Il soggetto utilizza delle risorse raccolte tra gli Il soggetto utilizza risorse dell’azienda stessa
investitori istituzionali
Il soggetto investe per un intervallo di tempo Il soggetto investe per un periodo di tempo
compreso tra i 3 e i 5 anni che non ha una durata prestabilita
PRIVATE EQUITY
Si tratta di investimenti in società non quotate con potenzialità di crescita elevato nel medio e
lungo periodo. L’obiettivo è ottenere un ritorno economico chiamato Capital Gain.
Apportano risorse economiche, conoscenze, competenze e network.
ESEMPIO 1
Una private equity vuole investire 1 milione in una società. Il rendimento minimo (IRR) atteso
sarà pari al 35% in 5 anni. Che quota dovrò detenere per realizzare il rendimento minimo??
𝐹𝑉 (𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒) = 1.000.000 (1 + 0,35)! = 4.500.000
Supponendo utili stimati tra 5 anni pari a 1,5 milioni, che il multiplo medio di settore (P/E) sia
10x e che il Terminal Value (TV) è pari a 15 milioni
𝑇𝑉 = 𝑚𝑢𝑙𝑡𝑖𝑝𝑙𝑖 ∗ 𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖
𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒 4.500.000
% 𝑑𝑎 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑛𝑒𝑟𝑒 = = = 0,3 = 30%
𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑙 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒 1.500.000
CAPITALE DI DEBITO
Debito finanziario: debiti verso banche, debiti verso altri finanziatori, obbligazioni, debiti verso soci
per finanziamenti (fruttifero e non fruttifero)
Si distinguono in:
- Costi diretti, ovvero tutte le spese e gli oneri legati alla procedura e i costi legati alla
liquidazione del personale
- Costi indiretti, sono quelli che riguardano la percezione dell’ambiente esterno del rischio di
dissesto, perdite dei fornitori, riduzione delle linee di credito, minore produttività, svendita
di attività
o Volume dei ricavi si riduce per perdita dei clienti
o Il finanziamento commerciale e finanziario tende a ridursi
o Management e lavoratori con maggiori competenze tendono ad allontanarsi dalla
o società
Chi mi dice qual è la probabilità che la mia azienda sia vicina al fallimento sulla base del grado di
indebitamento?
Questo compito spetta alle agenzie di rating sulla base del tasso di rating
(Lezione 4)
Il valore dell’impresa levered può essere vista come il valore dell’impresa unlevered sommato al
trade-off del debito che considera il valore attuale del beneficio fiscale al netto del valore
attuale dei costi del fallimento
La struttura finanziaria ottimale è quel livello di indebitamento dove il valore dell’impresa non
indebitata, incrementato del valore dello scudo fiscale, al netto dei costi incrementali del distress
finanziario, risulta massimo
ESEMPIO 1
𝑉#$" =5.000 P/E = 0 à 𝑉" = 𝑉#$" = 5.000
P/E = 20% à 𝑉" = 5.000 + 300 − 50 = 5.250 à trade-off del debito positiva
P/E = 40% à 𝑉" = 5.000 + 600 − 120 = 5.480 à all’aumentare del debito aumenta il BF
entro certe somme, ma i CF incidono di più
P/E = 400% à 𝑉" = 5.000 + 1.000 − 3.000 = 3.000 à trade-off negativo
Beneficio fiscale:
BF = debito * aliquota fiscale
Il valore attuale del beneficio del debito (assumendo una rendita perpetua) è dato dal rapporto
tra il prodotto del (valore del debito, aliquota fiscale, tasso d’interesse) e tasso d’interesse
Quindi in definitiva è dato dal prodotto tra debito e aliquota fiscale
𝑫∗𝒊∗𝒕
= 𝑫 ∗ 𝒕
𝒊
D = debiti finanziari
t = aliquota fiscale
i = tasso d’interesse
Da questa formula è possibile affermare che fino a quando il ROI è superiore al costo
dell’indebitamento (i), un aumento dell’indebitamento determinerà un aumento del ROE.
Ma l’ipotesi di convenienza (ROI>i) non è sufficiente, infatti per determinare se l’aumento del
leverage abbia creato valore, occorrerà determinare se la variazione del ROE sarà superiore a
quella del costo del capitale generata dal maggio rischio
(Lezione 5)
Il costo del capitale è utile per stimare la convenienza degli investimenti, il margine di profitto per
capire il modo in cui l’indebitamento incide sul valore della mia impresa, per stimare il valore
dell’impresa
Il costo medio ponderato del capitale (WACC) rappresenta il costo che l’impresa paga a tutti i suoi
finanziatori, a titolo di debito finanziario e di capitale azionario. Rappresenta il prezzo che l’azienda
dovrebbe corrispondere ai finanziatori se dovesse rifinanziare le proprie passività,
indipendentemente dal costo storico sostenuto a tal fine e tenendo conto della rischiosità
operativa dell’impresa
𝐾% = costo dell’equity
𝑘& = costo del debito
D = debiti finanziari
E = equity
Se devo valutare una società quotata e necessito dei valori di mercato, a che data li prendo?
Non posso prenderli una data puntuale (oggi, 31/06, 31/12) perché potrei sovrastimare o
sottostimare questo valore, ecco perché si preferisce prendere il valore medio del periodo di
riferimento. Significa che se oggi devo valutare una società quotata, devo prendere il valore medio
relativo all’ultimo esercizio.
Società non quotata à considero valore contabili o book value
Società quotata à considero valore a mercato (NON vanno confrontati con quelli contabili perché
quest’ultimo valore risulta essere inferiore rispetto al valore di mercato)
La stima del valore è rilevante per valutare gli investimenti, la stima del valore del capitale
economico e dell’Enterprice Value, per determinare l’ammontare dei dividendi da distribuire agli
azionisti, per la verifica dell’impatto di una diversa composizione delle fonti di finanziamento e
l’identificazione di una struttura finanziaria ‘ottimale’
Il costo del capitale proprio (𝑘% ) rappresenta il rendimento medio atteso del capitale di rischio
investito in azienda. La natura del costo del capitale è ravvisabile nella remunerazione corrisposta
ai finanziatori come compenso per l’indisponibilità dei mezzi approvvigionati dall’azienda e per il
rischio di un loro inadeguata remunerazione
Ci sono vari metodi per stimare il costo del capitale azionario, che possono basarsi
- Sui risultati storici, osservando la performance storica dell’impresa (azionisti fondano le
aspettative di rendimento futuro sull’analisi dei rendimenti conseguiti nel passato à
assunzione di base: capacità di replicare i dati passati nel futuro) basandosi sull’Ipotesi che
il mercato sia in grado di prezzare correttamente il rischio dell’impresa
[metodo poco utilizzato]
- Sul rendimento implicito dei prezzi azionari, estrapolando il costo del capitale dalle
quotazioni di mercato del capitale azionario
[utilizzabile solo per società quotate]
- Sulla relazione Rischio-Rendimento, analizzando la relazione tra rischio e rendimento di un
titolo azionario
Premio per il rischio di mercato (𝑹𝒎 − 𝑹𝒇 ) = rendimento extra che si aspetta di ottenere un
investitore per il fatto di spostarsi da un investimento privo di rischio a uno rischioso
Considera il differenziale tra i rendimenti annui realizzati dall’indice di mercato azionario e
rendimenti annui dei titoli di stato. [si possono trovare su Damodaran, Fernandez]
Per poter effettuare un investimento nell’equity gli investitori sono propensi a richiedere livelli di
rendimento proporzionalmente incrementali al crescere del rischio paese. All’interno del premio
per il rischio (MRP) troviamo una quota rappresentata dal rischio paese (CRP) e dalla quota del
rischio dei paesi maturi (ERP)
MRP = ERP + CRP
b𝒍𝒆𝒗𝒆𝒓𝒆𝒅 = rappresenta una misura standard del rischio che l’investimento aggiunge al
portafoglio di mercato e misura la sensibilità di un titolo ai rendimenti di mercato
Si può ricavare dai dati storici oppure si ricorre al beta bottom-up:
- Attività, più l’attività svolta dall’impresa risente dell’andamento generale di mercato,
maggiore sarà il beta. Inoltre, le società cicliche hanno beta più elevati perché la domanda
è influenzata in misura maggiore da fattori macroeconomici
- Intensità Leva finanziaria, un aumento della leva determinerà un aumento del rischio a
carico degli azionisti e quindi un aumento del beta
- Intensità Leva operativa, si calcola confrontando costi fissi e costi totali. Maggiore sarà la
leva operativa, maggiore sarà la variabilità del reddito operativo rispetto a un’impresa che
produce lo stesso tipo di prodotti ma con una leva operativa inferiore
𝐷
𝛽.%/%0%& = 𝛽12.%/%0%& L1 + (1 − 𝑡) O
𝐸
𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑓𝑖𝑠𝑠𝑖
𝐿𝑒𝑣𝑎 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 =
𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖
∆% 𝑟𝑒𝑑𝑑𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜
𝐼𝑛𝑡𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡à 𝑙𝑒𝑣𝑎 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 =
∆% 𝑟𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖
ESEMPIO 1
SOCIETA A SOCIETA B
RICAVI 100.000 100.000
COSTI FISSI 90.000 45.000
COSTI VARIABILI - 45.000
= EBIT 10.000 10.000
(Lezione 6)
Il costo del capitale di debito rappresenta la remunerazione attesa dai terzi a seguito del prestito
(inferiore al costo del capitale proprio)
𝐾& misura il costo corrente che l’impresa deve sostenere per finanziare a mezzo di debito nuovi
progetti di investimento, ovvero il costo che l’impresa dovrebbe sostenere per rifinanziare le
attività in essere. Se l’impresa dispone di un rating esterno è possibile usare i tassi mediamente
pagati da imprese dello stesso rating/settore. In alternativa è possibile simulare quale giudizio di
rating potrebbe ottenere in considerazione della sua situazione economico-finanziaria e in base a
previsioni finanziarie.
L’obiettivo dell’impresa è la minimizzazione del costo del capitale di debito
𝑲𝒅 = 𝒊 ∗ (𝟏 − 𝒕)
(1-t) effetto fiscale
Caso 1 à rating
Sarà semplice calcolarlo
Dipende da 3 fattori:
- Tasso interesse corrente, all’aumentare del tasso corrisponderà un incremento del coto di
debito
- Rischio di insolvenza, all’aumentare del default risk dell’impresa, diventerà più rischioso
prendere fondi in prestito e i prestatori di fondi applicheranno tassi più elevati proprio per
compensare il maggior rischio
- Beneficio fiscale associato, il costo del debito al netto delle imposte sarà funzione
dell’aliquota d’imposta
Il tasso risk free può essere derivato da una delle seguenti grandezze:
• Considerando il valore Euribor, ovvero un tasso interbancario di riferimento comunicato
giornalmente dalla EBF come media ponderata di tassi d’interesse ai quali le principali
banche operanti nell’UE cedono i depositi in prestito. È usato quando il debito è a tasso
variabile
• Considerando il valore IRS, il tasso interbancario di riferimento comunicato giornalmente
dalla EBF come media ponderata di tassi d’interesse ai quali le principali banche operanti
nell’UE stipulano contratti swap a copertura del rischio di interesse. È usato quando il
debito è a tasso fisso
• Considerando i titoli di stato à maggiormente utilizzato
Il default o credit spread (differenziale per il diverso rischio di insolvenza) è definito come la
differenza tra il tasso di interessa su una obbligazione societaria con rischio di insolvenza e il tasso
di interesse sui titoli di Stato privi di rischio.
Questo elemento è funzione della:
• Durata del debito, maggiore è la durata del finanziamento richiesto, maggiore sarà il credit
spread applicato
• Probabilità di default
Quando la società non ha un rating esterno bisogna stimare un rating sintetico sulla base di
indicatori in grado si catturare la sostenibilità finanziaria del debito e i relativi costi
(FONDAMENTALI PER COMPRENDERE STATO DI SALUTE AZIENDA). Gli indicatori più utilizzati sono:
- ICR (indice copertura oneri finanziari) = EBIT (o MOL) /oneri finanziari
Indica il numero di volte in cui il risultato operativo è in grado di coprire gli interessi
x<1 grave tensione finanziaria
1<x<2 tensione finanziaria
2<x<3 da monitorare
X<3 buona situazione finanziaria
- PFN/MOL à numero di anni impiegato per recuperare i debiti tenendo conto dei flussi
derivanti dalla gestione caratteristica. Al crescere dell’indice, peggiora la capacità della
gestione caratteristica di sostenere l’indebitamento. Si ha una situazione critica per valori
superiori a 5-6
- PFN/fatturato à numero di anni impiegato per recuperare i debiti tenendo conto dei flussi
derivanti dai ricavi. Al crescere dell’indice, peggiora la capacità della gestione caratteristica
di sostenere l’indebitamento. Si ha una situazione critica per valori superiori a 5-6
Limite: consideriamo un rating dato, generico, che non tiene conto delle specificità delle nostre
imprese
METODO MOLTO USATO ANCHE IN OTTICA COMPARATIVA
Se il costo del capitale proprio è il minimo e il costo del capitale di debito è quello minimo, il costo
medio ponderato (WACC) da stimare sarà quello minimo?
No, non è detto, non c’è causalità tra questi elementi perché se no diremmo che la
massimizzazione del valore dell’azienda si ha solo con debito = 0
𝑉. = 𝑉12. + 𝑉. 𝐴. 𝐵𝐹 − 𝑉. 𝐴. 𝐶𝐹
(𝟏 + 𝒈)
𝑽𝒍 = 7𝑭𝑪𝑪𝑭𝟎 ∗ < + (𝒕𝒄 ∗ 𝑫) − (𝒑𝒂 ∗ 𝑩𝑪)
(𝝆𝒖 − 𝒈)
𝝆𝒖 = 𝑹𝒇 + 𝜷𝒖𝒏𝒍 @𝑹𝒎 − 𝑹𝒇 A
EBIT
-IMPOSTE
= NOPAT (Net Operate Profit After Tax)
+ costi non monetari (ammortamento, svalutazioni, accantonamenti)
-investimenti
+ disinvestimenti
+/- ∆ CCNC
= FCFF
CALCOLO ∆ CCN
2020 2021 ∆
DEBITI 7 5 +3
CREDITI 5 8 -3
MAGAZZINO 15 2 +13
CCN 70 100 -30
VANTAGGI
• Scompone gli effetti del debito in alcune componenti, permettendo all’analista di usare i
tassi di attualizzazione specifici per ciascuna componente
• Consente di mantenere fisso l’ammontare del debito e di calcolare costi e benefici fiscali
associati ad ogni ammontare del debito
LIMITI
È difficile stimare in modo diretto la probabilità di insolvenza e il costo del dissesto finanziario
(solitamente viene stimata considerando il rating obbligazionario per ciascun livello di
indebitamento)
(Lezione 7)
Quando l’impresa è priva di debito, il WACC coinciderà con il costo del capitale proprio.
A mano a mano che si incrementa il leverage, il risparmio di imposte che si genera innalza il valore
dell’imprese, fino al punto il cui l’incremento del debito non è sostenibile perché viene meno il
vantaggio fiscale e il valore dell’impresa tornerà a scendere.
Il valore massimo dell’impresa, si avrà quindi in corrispondenza del valore minimo di WACC.
Si tratta di un valore difficile da calcolare, ecco perché si cerca di individuare un range di valori
(Lezione 9)
PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
In ottica di programmazione
La maggior parte dei direttori finanziari tentano di far coincidere le scadenze delle attività con
quello delle passività, ovvero finanziando attività di lungo periodo con prestiti a lungo termine.
Tentano di investire permanentemente in capitale circolante netto, che verrà finanziato con
risorse a lungo termine
Nel piano finanziario si devono concretizzare la previsione dei flussi monetari in entrata e in uscita
che si prospettano in un arco di tempo prestabilito (3-5 anni)
Ma come stimo questi flussi?
Tenendo conto dei ricavi, dei costi, delle attività e delle passività della mia impresa (stimati)
Perché è importante individuare i flussi monetari in entrata e in uscita?
È importante per valutare se l’ammontare delle entrate previste è sufficiente per la copertura
delle uscite previste e per vedere se esiste coincidenza temporale tra i flussi
Hanno una politica di incassi che corrisponde per l’80% alle vendite dell’anno e il 20% riferito
alle vendite dell’anno precedente (pari a 75 milioni)
I crediti finali seguono lo stesso andamento del volume delle vendite. Ad un aumento delle
vendite, si assiste anche ad un aumento dei crediti, e viceversa.
.
(ammontare che l’azienda deve raccogliere per saldare i propri debiti)
Nel primo trimestre si nota un investimento (spese in conto capitale per 32.5)
L’azienda non ha interesse ad evidenziare un disinvestimento quando ha un ammontare
cospicuo, ma cerca di inserirlo a parziale rettifica degli investimenti effettuati
Ad esempio, 1.3 può derivare dalla differenza tra un investimento effettuato e un
disinvestimento
Nei primi due trimestri dovrà cercare di coprire il suo fabbisogno finanziario (negativo)
Dovrà anche monitorare il saldo della sua cassa. La società ha chiuso nel 2021 con un saldo di 5
(= saldo iniziale all’anno 2022).
Spesso le imprese tendono a stabilire un limite di cassa sotto al quale non si dovrebbe scendere.
(NON OBBLIGATORIO)
L’impresa deve quindi reperire liquidità per la copertura del fabbisogno. Come fa?
• Apertura di un credito – una banca può essere disposta a concedere di indebitarsi senza
preavviso fino a 38 milioni a un tasso del 10% o del 2,5% a trimestre
• Pagamenti differibili con sconto non goduto del 5%
Nel primo trimestre, ricorre al credito (38) e decide di rinviare una parte dei pagamenti (3.5)
Non effettua rimborsi e vende i titoli (5).
Sulla carta riesce a coprire tutto il suo fabbisogno pari a 46.5
Nel periodo successivo, la società decide di rinviare ulteriori pagamenti e, dato che aveva
rinviato anche nel periodo precedente, questi li rimborsa per non perdere relazioni con i
fornitori. Anche in questo caso riesce a coprire tutto il suo fabbisogno pari a 16.2
NON VA DIMENTICATO IL RIMBORSO DEL CREDITO E RELATIVI INTERESSI
Nel terzo periodo inizia a rimborsare una parte del credito (4.3) e i pagamenti che aveva rinviato
nel trimestre precedenti (19.7), in modo tale da mantenere dei rapporti con i fornitori
PAOLA PICCIONE – ANNO 2022/2023
Nell’ultimo periodo infine, verrà versato la quota restante del credito (33.7)
Due diligence à processo volto ad analizzare nel dettaglio determinati aspetti della società
Tasso di crescita interna rappresenta il tasso che un’impresa può perseguire senza il ricorso a fondi
esterni
𝑢𝑡𝑖𝑙𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑖𝑡𝑖
𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑟𝑒𝑠𝑐𝑖𝑡𝑎 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎 =
𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à
Periodo di giacenza à l’intervallo tra l’investimento iniziale in scorte e la data di vendita finale.
Durata dei crediti à l’intervallo tra il momento in cui i beni vengono venduti e il periodo in cui i
clienti saldano il loro conto.
Ciclo operativo à la durata totale del periodo che intercorre tra acquisto delle materie prime e il
momento in cui viene incassato il pagamento del cliente
CCNC > 0 à significa che il settore sta assorbendo liquidità e che avrò più crediti
CCNC < 0 à (settore genererà liquidità) significa avere WCR < 0 perché avrò
Tanto maggiore è l’incidenza del CCNC, tanto più elevato è il fabbisogno finanziario che la
società è chiamata a coprire mettendo in campo risorse finanziarie esterne
(Lezione 11)
Giacenza media dei crediti (tempo medio di incasso) –> sarà espresso in giorni
𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑠 𝑐𝑙𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖
∗ 365
𝑟𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑎 (𝐴1 𝑑𝑒𝑙 𝐶. 𝐸. )
Si può attuare un altro correttivo, un debito vs fornitori può essere generato anche dai costi per
servizi (B7 del C.E.)
𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑠 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖
∗ 365
(𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑖 + 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑧𝑖) ∗ (1 + 𝐼𝑉𝐴 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑓)
ESEMPIO
Società A
Ricavi. 6
Acquisti 4,5
Crediti vs clienti 1,8
Rimanenze 0,8
Debiti vs fornitori 1,3
HP IVA media 20%
𝒄𝒓𝒆𝒅𝒊𝒕𝒊 𝒗𝒔 𝒄𝒍𝒊𝒆𝒏𝒕𝒊
𝒈𝒊𝒂𝒄𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒎𝒆𝒅𝒊𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒅𝒊𝒕𝒊 = ∗ 𝟑𝟔𝟓
𝒓𝒊𝒄𝒂𝒗𝒊 𝒅𝒊 𝒗𝒆𝒏𝒅𝒊𝒕𝒂 ∗ (𝟏 + 𝑰𝑽𝑨)
1,8
∗ 365 = 91,25 𝑔𝑔
6 ∗ 1,2
𝒅𝒆𝒃𝒊𝒕𝒊 𝒗𝒔 𝒇𝒐𝒓𝒏𝒊𝒕𝒐𝒓𝒊
𝒈𝒊𝒂𝒄𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒎𝒆𝒅𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒃𝒊𝒕𝒊 = ∗ 𝟑𝟔𝟓
𝒄𝒐𝒔𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒊𝒔𝒕𝒊 ∗ (𝟏 + 𝑰𝑽𝑨)
1,3
∗ 365 = 87,87 𝑔𝑔
4,5 ∗ 1,2
Incassa a 91 gg e paga a 88gg. Significa che ha buoni rapporti con fornitori e clienti. La società
non dovrebbe avere problemi di liquidità
𝒓𝒊𝒎𝒂𝒏𝒆𝒏𝒛𝒆 0,8
𝒈𝒊𝒂𝒄𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒎𝒆𝒅𝒊𝒂 𝒎𝒂𝒈𝒂𝒛𝒛𝒊𝒏𝒐 = ∗ 𝟑𝟔𝟓 = ∗ 365 = 64,89 𝑔𝑔
𝒄𝒐𝒔𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒊𝒔𝒕𝒊 4,5
Tempo di utilizzo del magazzino di circa due mesi, questa è testimonianza di un’attività che non
ha una redditività immediata nel periodo
𝒇𝒂𝒕𝒕𝒖𝒓𝒂
𝒇𝒂𝒃𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒇𝒊𝒏𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒂 𝒃𝒓𝒆𝒗𝒆 𝒕𝒆𝒓𝒎𝒊𝒏𝒆 = ∗ 𝒄𝒊𝒄𝒍𝒐 𝒇𝒊𝒏𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂𝒓𝒊𝒐
𝟑𝟔𝟓
6
∗ 68,27 = 1,12 €
365
In questo caso c’è un limite, perché per una visione totale, bisogna fare un’analisi sugli ultimi 3-5
anni
Sarebbe opportuno confrontare i risultati con quelli dell’anno precedente per capire l’effettivo
stato di salute dell’impresa
ESEMPIO
Una società ha acquistato materie prime per un costo totale di acquisto pari a 100.000€ e, per
poter sostenere tale spesa, ha deciso di usare capitali di terzi ad un taso pari al 3% annuo.
Qualora lo stock resti immobilizzato per un anno, altre ai costi espliciti di gestione, dovrà
sostenere dei costi impliciti pari a
100.000 ∗ 1 ∗ 0,03 = 3.000€
I costi impliciti risultano tanto più ingenti quanto più lo stock immobilizzato avrà un valore elevato,
quanto più il tempo di immobilizzo è lungo o quanto più il tasso di interesse è elevato.
Quando l’azienda perde efficienza nella gestione del CCN cosa succede?
- Peggioramento rating à maggior costo del capitale di debito
- Non si riesce a coprire il fabbisogno finanziario
- Aumentano i tempi di incasso
- Aumentano la PFN in riferimento al MOL o EBITDA
- Aumentano il peso degli oneri finanziari rispetto alla capacità di generare flussi monetari
Un’azienda che acquista credito in realtà si sta indebitando. Sta risparmiando denaro oggi
per pagare in seguito à INDEBITAMENTO IMPLICITO
67!
𝑠𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 89:029 &9 30%&9<: %=<04
𝑡𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑜 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 (𝑇𝐴𝐸) = ‚1 + ƒ −1
𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜
• Lean manufacturing à un magazzino gestito in modo lean richiede meno spazio perché i
materiali vengono ritirati nelle posizioni dove dovranno essere utilizzati in breve
Cash flow giugno -100 da pagare con la banca A. Indebitamento precedente 28 e attuale 100 =
indebitamento complessivo di 128. L’affidamento con la banca A è sufficiente? NO, è pari a 30
Quindi, anche se nel complesso le linee di credito erano sufficienti a coprire l’indebitamento, sulla
singola banca non va bene.
Il tesoriere dovrà ricercare una banca che ha un affidamento non utilizzato e usarlo per fare un
giroconto, in questo caso la banca B. Con un giroconto trasferisco 150 da B ad A, a saldo del quale
ho una posizione positiva di 22
Con riferimento ai valori della posizione finanziaria netta prospettica, sono stimati gli oneri
finanziari relativi alle eccedenze o ai fabbisogni di tesoreria.
Il manager finanziario deve anche calcolare l’indebitamento finanziario medio (viene stimato un
tasso passivo/attivo) e di conseguenza saranno calcolati i proventi/oneri finanziari
IL FACTORING
DEFINIZIONE
Supporto gestionale ed una tecnica finanziaria, rivolto a soddisfare le esigenze di gestione dei
crediti commerciali da parte delle imprese. (si occupa dei rapporti con la clientela)
In caso di rapporti continuativi, è necessario spiegargli il motivo dietro al quale nasce la decisione
di utilizzare il factoring
Si tratta di un particolare tipo di contratto con il quale un soggetto, cedente, si impegna a cedere,
smobilizzo, tutti i crediti presenti e futuri dalla propria attività imprenditoriale ad un altro
soggetto, factor, il quale, dietro un corrispettivo, si impegna a fornire una serie di servizi che vanno
dalla contabilizzazione, alla gestione, alla riscossione dei crediti ceduti fino alla garanzia
dell’eventuale inadempimento dei debitori, ovvero al finanziamento dell’imprenditore cedente
attraverso la concessione di prestiti e il pagamento anticipato dei crediti ceduti.
TIPOLOGIE
• Full factoring – il factor affianca l’impresa nella gestione del finanziamento e si occupa di
acquistare i crediti commerciali
o Pro-soluto, il cedente non garantisce il credito, il rischio è trasferito alla società di
factoring e quindi ci saranno dei costi di commissione più alti. STRALCIO CREDITO,
ma la posizione viene trasferita con l’origine del debito verso la società di factoring
Possono ricorrere a questo strumento le società:
§ Che intendo garantirsi dal rischio di insolvenza
§ Con fattura in crescita, concentrato su pochi clienti ma con margini
contenuti e la necessità della certezza di incasso
§ Con incremento dell’esposizione su clienti consolidati e ripetitivi
§ Con esposizione su clienti nuovi o nuovi mercati
§ Con necessitò di migliorare i ratio aziendali (si deve stare attenti. Un impresa
potrebbe decidere di ricorrere al factoring alla fine dell’anno con l’obiettivo
di migliorare gli indicatori, piuttosto che vederlo come strumento di
pianificazione)
o Pro-solvendo, non avviene il trasferimento del rischio. Si tratta di un anticipo
finanziario con gestione del credito, ma è l’azienda a dover rispondere in caso di
insolvenza del debitore. La società di factoring anticiperà il 70-90% e il saldo solo
alla fine dell’operazione. NO STRALCIO CREDITO
Possono ricorrere a questo strumento le società:
§ Con certezza di riscossione del credito
§ Di piccola-media dimensione, di recente costituzione (la società di factoring
non ha interesse ad acquisire il rischio)
§ Con fatturato in crescita e un fabbisogno di liquidità
§ Con crediti con scadenza a m/l
VANTAGGI
n A livello commerciale, libera risorse utili per sviluppare il core business
n A livello finanziario, consente di aumentare la liquidità e migliorare il rating aziendale
grazie ad una ottimizzazione nella programmazione degli incassi. Favorisce la copertura di
necessità di fondi sia di natura temporanea che cronica, e il supporto alla crescita del
fatturato
n A livello gestionale e in una logica di time management, il factoring permette alle società
cedenti i crediti di focalizzarsi sul loro core business non sottraendo risorse di personale
all’incasso dei crediti dovuti dai clienti
COSTI
n Commissioni di finanziamento (interessi) – addebitati per l’immediata disponibilità dei
fondi
n Commissioni di factoring (commissioni di gestione) – remunera il servizio prestato dal
factor. Si tratta di un costo relativo alla gestione del credito e la sua eventuale garanzia.
Questa dipende dalla tipologia di servizi offerti e dalle caratteristiche dei crediti ceduti
Si potrebbe presumere che il trade-off debba essere fatto tra i vantaggi e i costi in termini
finanziari, ma non è così perché dal punto di vista esclusivamente economico ci perdo; invece, da
un punto di vista patrimoniale/finanziario ci posso guadagnare. Quindi la valutazione deve essere
fatta considerando non solo i costi di natura finanziaria e i vantaggi di natura finanziaria, ma
occorre analizzarlo come un o strumento di gestione
La convenienza del ricorso al factoring dipende quindi dal confronto tra oneri amministrativi e
finanziari tradizionali e oneri di factoring. È importante valutare la destinazione dei flussi finanziari
liberati attraverso lo smobilizzo dei crediti
Il factoring si rivolge ai crediti di cui devo definire la scadenza o che è già definita, ma NON scaduti.
FALSI MITI
Mito 1: una valutazione è una ricerca obiettiva del valore "vero".
Verità 1.1: tutte le valutazioni sono distorte. Le uniche domande sono quanto e in quale
direzione
Verità 1.2: la direzione e l'entità della distorsione nella tua valutazione è direttamente
proporzionale a chi ti paga e a quanto vieni pagato
Mito 2: una buona valutazione fornisce una stima precisa del valore
Verità 2.1: Non ci sono valutazioni precise
Verità 2.2: Il guadagno per la valutazione è massimo quando la valutazione è meno precisa
PREZZO E VALORE
Il prezzo è un dato espresso dal mercato, risponde alla domanda: quanto mi costa?
La valutazione non perviene ad un valore oggettivo, ma non è neanche frutto di valutazioni del
tutto soggettive. Si tratta di un processo di stima che deve tendere alla coerenza con la realtà.
Quando devo stimare il valore di una società, devo tener conto di alcune distorsioni:
Ø Pregiudizi (scandali all’interno della società). Il pregiudizio potrebbe nascere (1h2m)
Ø Opinioni di altri analisti
Ø Andamento del mercato (se e quando esiste)
Ø Onestà del valutatore
L’incertezza è parte integrante di ogni processo di valutazione. Questa si può manifestare in varie
forme: stima (da informazioni grezze), firm specific (previsioni future sull’andamento
dell’impresa), macroeconomica (legate al contesto economico, es. eventi di rottura à caduta torri
gemelle, covid, guerra russo-ucraina, ovvero tutti quegli eventi non prevedibili, aleatori)
(Lezione 14)
A seguito del covid, molte imprese hanno subito una riduzione del fatturato pari al 8,6%, adesso il
fatturato è aumentato quasi della stessa percentuale (7,7%). In merito alla pianificazione la strada
è incerta, può essere previsto uno scenario base in cui si assiste ad una lenta crescita, e uno
scenario worst in cui si assiste nel primo anno a una piccola variazione in aumento e
successivamente tornerà a scendere
MINACCE
• Volatilità dei ricavi
• Competizione internazionale
• Difficoltà di approvvigionamento
• Carenze infrastrutturali
• Fattori culturali
Tutto questo provoca tensioni finanziarie, alcune delle quali sono imprescindibili (se il costo dei
fattori aumenta) à ORIGINE OPERATIVA. Quello che si può in qualche modo influenzare solo tutte
quelle di ORIGINE FINANZIARIA
La gestione del capitale circolante vuole tutelare l’autofinanziamento aziendale. (riuscire a essere
sani senza usare strumenti finanziari è una buona cosa). Un incremento del fatturato non è detto
che si tramuti in creazione del valore (non è detto che incassi)
Un terzo delle risorse finanziarie vengono usate per finanziarie i propri clienti attraverso il credito
commerciale. Meno del 70% delle PMI usa strumenti preventivi e non attua politiche di credit
management
COSA FARE?
n Prevenire
o Verifica anagrafica del cliente
o Analisi negatività
o Valutazione del rischio
o Definizione fido -
o Verifiche di compliance
o Verifica presenza su black list
o Analisi dei pagamenti - avere chiara i flussi di cassa, gli incassi futuri
o Definizione modalità di pagamento
Tutti questi prendono il nome di policy o politiche di credito
UN CREDITO SCADUTO NON LO RECUPERI PIU’, ECCO PERCHE’ VA GESTITO DALLA NASCITA
(Lezione 15)
Fra tutti questi incarichi, ciò che cambia è il bagaglio informativo necessario. Ci sono casi in cui
sarà il valutatore a dover trovare le informazioni, in altri verranno forniti dal committente.
Il DFA è usato:
n Nei metodi finanziari (UNLEVERED DISCOUNTED CASH FLOW)
n Nei metodi reddituali (DEBT FREE EARNING)
n Nei metodi dei multipli (con Value drivers unlevered)
METODI FINANZIARI*
Il valore si basa sulla stima dei flussi di cassa futuri, con due approcci:
- Levered
- Unlevered
(in cui ci sarà: differente costo del capitale, differente struttura finanziaria e differenti flussi di
cassa)
EQUITY VALUE
𝑬𝑽 = 𝑭𝒊𝒓𝒎 𝒗𝒂𝒍𝒖𝒆 ± 𝑷𝑭𝑵
Dove il firm value rappresenta il valore del complesso aziendale
La base informativa varia in base al lavoro da effettuare; quindi, varia in base ala tipologia di
incarico svolto
L’analisi storica e l’analisi strategica devono essere propedeutiche alla definizione delle leve del
valore e del piano economico finanziario
Quindi, quello che cambia tra i due approcci sono i flussi di cassa, il debito e il tasso
Nella prassi è più diffuso il metodo unlevered, perché è più completa nella rappresentazione,
enfatizza il valore della PFN e il valore dell’impresa
FCFF FCFE
EBIT RISULTATO D’ESERCIZIO (già a netto
-IMPOSTE (ricalcolate sull’ebit) d’imposta)
---------------------------------------------- + COSTI NON MONETARI
= NOPAT +/- VAR CCN
+ COSTI NON MONETARI -INVESTIMENTI
+/- VAR. CCN + DISINVESTIMENTI
-INVESTIMENTI +/- VAR CAPITALE PROPRIO (distrib. riserva)
+ DISIVESTIMENTI +/- VAR INDEBITAMENTO
------------------------------------------------ ------------------------------------------------------------
= FCFF = FCFE
Possono esprimere il tasso di crescita g nella stima dei cash flow e/o nella stima del tasso
Ipotesi valutazione g nel TV à i = WACC/Ke
HP 1 - Breve periodo (fino a 3 anni)
Posso esprimere il tasso di crescita a rettifica del costo del capitale
𝑭𝑪
(𝒊 − 𝒈)
HP 2 - Medio periodo (oltre i 3 anni)
𝑭𝑪(𝟏 + 𝒈)
𝒊
HP 3 - A scelta
𝑭𝑪 (𝟏 + 𝒈)
(𝒊 − 𝒈)
Il tasso di crescita non dovrebbe superare la crescita dell’economia del Paese, si rischierebbe di
sovrastimare il valore della mia impresa
Quale flusso di cassa dovrò usare? Scelta difficile
4. CALCOLARE E INTERPRETARE I RISULTATI
Confrontare i risultati con il valore dei comparable, ma non è semplice perché
significherebbe stimare e quantificare anche i valori dei comparable
Usare la sensivity analysis per evidenziare i fattori e le variabili critiche
𝐹𝐶𝐹𝐹 𝑇𝑉
(𝑓𝑖𝑟𝑚 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒)𝐹𝑉 = ‡ 2
+
(1 + 𝑊𝐴𝐶𝐶) (1 + 𝑊𝐴𝐶𝐶)2
METODO UNLEVERED
𝑁𝑂𝑃𝐴𝑇 𝑇𝑉
(𝑓𝑖𝑟𝑚 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒)𝐹𝑉 = ‡ +
(1 + 𝑊𝐴𝐶𝐶)2 (1 + 𝑊𝐴𝐶𝐶)2
METODO LEVERED
𝑅𝑖𝑠 𝑑′𝑒𝑠𝑒𝑟𝑐𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑇𝑉
(𝑒𝑞𝑢𝑖𝑡𝑦 𝑣𝑎𝑙𝑢𝑒)𝐸𝑉 = ‡ +
(1 + 𝐾𝑒)2 (1 + 𝐾𝑒)2
Si tratta di un metodo molto diffuso nella prassi operativa. Perché? Perché molto facile, intuitivo,
veloce. Evita la formulazione di stime di flussi di cassa e l’apprezzamento del rischio.
• Molte valutazioni sono basate sulla metodologia comparativa
• Comunemente usata dagli azionisti e dalle società di consulenza
• Spesso le analisi fondate sulla stima dei flussi di cassa, nonostante il metodo finanziario sia
molto utilizzato, sono valutazioni di tipo comparativo “mascherate” da DCF, perché ad
esempio il terminal value è ottenuto applicando la metodologia dei multipli
CARATTERISTICHE GENERALI
Il valore dell’impresa, quindi, si basa sulla determinazione di multipli calcolati come rapporto tra
valori borsistici e grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie di un campione selezionato
d’imprese
I multipli vengono applicati alle grandezze della società oggetto di valutazione al fine di stimare un
intervallo di valori o verificare se essi siano in linea con quelli espressi dal mercato
CRITICITA’: difficile definizione dei peer/competitor
Il metodo dei multipli trova un’ampia applicazione nell’ambito delle ristrutturazioni, M&A, IPO
ACQUISIZIONE
- ORIZZONTALI, imprese operanti dello stesso settore di riferimento
- VERTICALE, integrazione a monte o a valle, ovvero acquisizione di un fornitore o di un
cliente
- CONGLOMERATI, imprese che operano in differenti settori
La valutazione sui multipli di mercato si basa sull’uguaglia dei tassi di crescita e sulla rischiosità tra
le aziende quotate e l’impresa oggetto di valutazione
ESEMPIO
Una società presenta i seguenti dati economici:
Qua i numeri sono abbastanza simili, ma non è detto sia sempre cosi.
Tendenzialmente, i valori dovrebbero essere più vicini tra EBIT ed EBITDA
VANTAGGI
• Facilità di applicazione
• Facilità di comparazione rispetto ad altre metodologie
• Rappresentatività dei valori di mercato, per effetto di numerose negoziazioni
• Visibilità sui dati delle società quotate
SVANTAGGI
• Difficoltà di identificazione dei reali peers e comparable
• Difficoltà di applicazione in particolari fasi evolutive, ad esempio nelle start-up o in periodi
di ristrutturazione aziendale
• Alto grado di soggettività nella scelta dei parametri
• Irrazionalità e variabilità di alcune quotazioni, il valore di capitalizzazione può variare
sensibilmente e quindi potrei ottenere un valore che non riflette le aspettative future