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a.a 2015-2016
Lezione dell'1/10
Principi base: R e K.
R: rendimento dell'investimento
K: costo dell'investimento
Tutta la nanza aziendale si basa sul confronto di K e di R, il problema sta nel
stimarli.
Obiettivo: R>K. Se cos allora l'investimento porta a un incremento del
valore dell'azienda, viceversa sto distruggendo valore.
A volte per gli investimento sono obbligatori (come quelli per la messa in si-
curezza o per ridurre l'inquinamento) e c' sempre R<K in questi casi.
Es: R = 6 e k = 4 investimento conveniente. Ora l'impianto si rotto prima
del periodo di ne ammortamento. Se vado ora sul mercato non trovo K = 4.
Ho un mutuo all' 8% (K = 8) quindi K>R per sono obbligata a fare questo
investimento altrimenti blocco la produzione.
In teoria non dovremmo nemmeno accettare K = R perch siamo nel campo
delle stime (K rimarr questo o aumenter in futuro a causa dei mercati per-
turbati?). Quando c' questa incertezza la prudenza vuole di essere molto cauti
e K=R.
K va stimato e bisogna ragionare in termini di costo medio del capitale. Anche
perch dicile nanziare un investimento con un'unica fonte, e inoltre fare
riferimento a un'unica fonte pu anche non essere conveniente.
Concetto di rischio: ogni nanziatore valuta il proprio livello di rischio nei
confronti dell'impresa ( soggettiva e dipende da diversi fattori).
Azionisti e obbligazionisti e capitale di debito e di rischio (nanziatori).
Settori rischiosi: dal punto di vista del nanziatore si valuta l'incertezza del
mercato (es: nell'elettronica sono necessari continui investimenti), inoltre il set-
tore pesante (es: siderurgico) pi rischioso del settore leggero (es: calzature).
La dierenza fondamentale (oltre alla quantit di investimento) che i tempi
di rientro in forma liquida degli investimenti sono molti pi lunghi (il ciclo di
rientro nanziario varia tra i 25 e i 50 anni). Il settore calzaturiero ha invece
un rientro tra i 5 e i 10 anni. Rientro in forma liquida = investimento con ciclo
di vita di 20 anni. L'ammortamento mi permette un ritorno in forma liquida
perch la quota di ammortamento annua va ad intaccare il costo di produzione
unitario. Moltiplicando il numero di pezzettini per il n di prodotti in 20 anni
1
ho il ritorno in forma liquida dell'ammortamento (onere gurativo).
Considerando l'incertezza dei mercati non so se avr i ritorno in forma liquida
dell'ammortamento.
Se sono in perdita non ho il ritorno in forma liquida.
Una volta stabilito il rischio bisogna decidere sulla base della propensione al
rischio e poi decido il livello di rendimento. Relazione tra rischio e rendimento
( se molto rischioso il rendimento alto).
Concetto macro di rendimento minimo. Ogni settore deve garantire un livello
di rendimento minimo altrimenti non ottiene nanziamenti.
Una volta analizzato il settore analizzo le imprese.
Se l'impresa ha un rischio < alla media posso accettare un rendimento pi basso
ma non inferiore al rendimento minimo.
Rendimento per l'investitore = costo per l'impresa.
Se il rischio aumenta posso chiedere un premio in pi.
Obiettivo nanza = obiettivo azienda = massimizzare il valore nel tempo.
Finanziamento
Fare investimenti > della soglia minima di rendimento (costo del capitale K).
Es: investimento di 10 milioni di euro. Fonti di nanziamento: mutuo e nanzi-
amento bancario di 10 milioni.
k = soglia minima di rendimento.
Ho K = 7 e R = 9 ok
Struttura nanziaria: rapporto capitale proprio e CT (es: 2 a 1 mediamente
rischiosa).
Dopo il nanziamento cambia la struttura nanziaria saremo giudicati pi
rischiosi e otterr capitale a un costo pi alto.
Il rendimento atteso viene calcolato attraverso i ussi di cassa (valore attuale
di una rendita di n anni e di una rendita perpetua) da ripassare!!!
Il valore dell'impresa il valore attuale dei ussi di cassa attesi attualizzati a
un tasso che riette la rischiosit degli investimenti e la struttura nanziaria
utilizzata per i nanziamenti.
Massimizzare il valore dell'impresa:
il valore del capitale netto (valore dello stock azionario). Visione che
piace molto in America perch per lunghissimi anni sono stati convinti
di operare in un mercato nanziario eciente (anche la Germania dice di
essere pi o meno in un mercato nanziario eciente)
Mercato nanzario eciente: quando riesce a trasferire sui valori di
borsa le variazioni di valore delle singole imprese (le politiche sbagliate
fanno abbassare il vlore delle azioni). Tanto pi i valori si adeguano alle
2
variazioni delle imprese quanto pi il mercato eciente. Condizioni: in-
formazioni (le imprese per danno poche info) e tipo di azionista che si
muove in borsa. Ci sono infatti 3 tipi di azionisti: proprietario, risparmi-
atore e speculatore. Se ci sono tanti azionisti proprietari il mercato
eciente.
Azionista proprietario: mira a possedere un ampio pacchetto dell'azienda.
Vuole avere il controllo. Non interessato al rendimento ma all'accrescimento
di valore.
Azionista risparmiatore (cassettista): un risparmiatore che compra pic-
cola quote e si ada molto alle banche. Sono interessati anche al rendi-
mento annuale. Il fondo deve garantire un certo rendimento minimo. Sono
interessati al rendimento piuttosto che all'accrescimento di valore.
Azionista speculatore: se il mercato eciente non guadagnano molto.
Mercato ineciente per loro buono. Fanno muovere in modo articioso
i prezzi al rialzo e al ribasso. Sono fonte di inecienza.
Lezione dell'8/10
3
Siccome la riserva di indebitamento a breve di 60 posso tranquillamente -
nanziare un investimento a lungo di 50 utilizzando il capitale a breve.
Finch il capitale permanente superiore al capitale immobilizzato io posso
teoricamente nanziare ulteriori investimenti a lungo anche con nanziamenti a
breve.
Quando si parla di massimizzazione dell'azienda (del capitale netto o dei titoli) il
raggiungimento di questo obiettivo pu portare a una serie di conitti all'interno
dell'azienda. In particolare dobbiamo considerare tre gruppi di potere all'interno
dell'impresa:
- azionisti
- manager
- obbigazionisti
Questi tre gruppi di potere hanno spesso obiettivi diversi. In particolare i con-
itti possono sorgere tra azionisti e manager e tra ancora pi spesso tra azionisti
e obbligazionisti.
- Conitti tra azionisti e manager: l'azionista proprietario dell'azienda e ha
come obbiettivo la massimizzazione del valore. Per arrivare a massimizzare il
valore pu anche arrivare a mettere in pratica politiche rischiose. Quando la
gestione viene adata ai manager questi ripondono agli azionisti. Il manager
per portato a rischiare di meno. Quali sono gli investimenti che rendono di
pi? quelli pi rischiosi. Il manager non vuole rischiare perch un dipende
dell'aziende e non vuole esporla al rischio perch altrimenti perde il suo posto
di lavoro. Ragionando in quest'ottica per non arriviamo mai alla massimiz-
zazione del valore dell'azienda. Per cui di buono c' che il manager spesso pi
esperto degli azionisti ma anche meno esposto al rischio. Possibile risoluzione
del conitto = far diventare manager gli azionisti (bisogna vedere se il valore
del suo guadagno di azionista maggiore/minore dello stipendio da manager).
Se il manager per inserito in una situazione negativa allora il manager pi
propenso a rischiare per risollevare le sorti dell'azienda.
- Conitto tra azionisti e obbligazionisti (specialemente nelle aziende di grandi
dimensioni o medio-grandi). Il conitto si capisce se si considera la diversa
natura di questi stakeholders.
L'azionista ha diritto al dividendo solo se c', ed lui che decide se l'azienda
sta andando male mentre l'obbligazionista ha diritto a una remunerazione ssa
di solito (quasi sempre), ha priorit di pagamento rispetto agli azionisti, per
solo in una situazione in cui se l'azienda va in crisi:
4
emesso obbligazioni a 5% e improvvisamente cambia politica e le azioni
salgono al 7% allora le obbligazioni perdono valore perch conviene di pi
essere azionisti piuttosto che obbligazionisti. Ma allora che convenienza
c' ad essere obbligazionisti se poi l'azionista fa quello che vuole? in ef-
fetti questo problema c'. Per cui si cerca di evitare problemi di solito
mediante le clausole covenant = clausole che danno all'obbligazionista
il potere di limitare in tutto o in parte il potere degli azionisti. Quindi
le politiche d'investimento particolarmente rischioso devono prima essere
approvate dall'assemblea degli obbligazionisti. Discorso simile se c' una
clausola coventant sulle politiche di dividendo. Se l'azienda vuole cambiare
le politiche di dividendo bisogna ottenere l'approvazione dell'assemblea
degli obbligazionisti. Queste clausole sono piuttosto diuse soprattutto
nei momenti instabili nel mercato (quando ad esempio i rendimenti delle
azioni possono variare rapidamente).
5
3. Emissione di titoli da parte dello Stato. Sono titoli poco rischiosi. Ha
creato eetto spiazzamento per le banche e per le imprese. Eetto
spiazzamento = emissione di titoli a tasso alto e a basso rischio percepito
si andata a scontrare con le emissioni delle aziende pi rischiose e che
quindi potevano permettersi tassi pi alti. Per le imprese quindi si blocca
la possibilit di accedere ai mercati nanziari.
6
A = 100% CP
B = 50% CP e 50% CT
C = 20% CP e 80% CT
Ci = 10.000
R = 10%
K = 7%
= 50%
Hp = NO DEDUC. FISCALE
Se R =10% Ro = 1000 per tutte e tre (perch Ci = 10.000 e R = 10%).
Non c' deducibilit per arrivare all'utile netto, per calcolare l'imponibile non
devo togliere gli oneri nanziari adesso, ma successivamente.
Quindi l'imponibile sar uguale a 1000 per tutte e tre.
Considerando ora che = 50% utile netto = 500.
Ora devo togliere i costi indeducibili.
Per A = 0 (perch non ha indebitamento)
Per B = 5000 di indebitamento * 7% - 350
Per C = 8000 di indebitamento * 7% - 560
Utile netto
A = 500
B = 150
C = -60
ROE
A = 500/10.000 = 5%
B = 150/5000 = 3%
C = -60/2000 = -3%
La teoria della leva nanziaria viene smentita nell'ipotesi di non deducibilit
scale.
Al crescere dell'indebitamento diminuisce il rendimento no ad arrivare alla
perdita senza deducibilit la convenienza a investire pi bassa.
7
ROE
A = 500/10.000 = 5%
B = 325/5000 = 6.5%
C = 220/2000 = 11%
In questo caso l'az pi indebitata (C) quella con il rendimento del CP (ROE)
maggiore. Quindi le imprese si sono spinte verso l'indebitamento. Questo era
necessario in un primo momento per far ripartire l'economia poi si sono creati
problemi. Tutto questo fa bene nch R>K. Si sta parlando per di investimenti
e quindi R o K possono cambiare nel corso del tempo inversione dell'eetto
leva (se R<K).
Il problema dell'invesrione dell'eetto leva che quando l'azienda si accorge di
essere troppo indebitata l'unica via che ha quella di diminuire l'indebitamento
quindiCP (o l'impresa ha CP o si va sul mercato azionario), ma molto com-
plicato.. Ci sono state misure straordinarie, soprattutto per le grandi imprese.
Le PMI erano sempre pi vicine ai casi B/A.
Questa situazione scoppia negli anni 70 (rallentamento del boom)costi dei
nanziamenti basse e rendimenti molto alti: K = 7% e R = 12% faccio
l'investimento nel '68 che dovrebbe tornare in forma liquida nel 78. Nei primi
anni 70 (72-73) ci fu la guerra del Kippur (Egitto vs Israele)chiusura del
Canale di Suezle petroliere per entrare nel Mediterraneo dovevano fare il
giro dell'Africacosto del petrolio aumenta alle stelle nel giro di meno di un
annoaumenta il costo dell'energia, del carburante e di una buona parte di
materie prime legate al carburantediminuisce la capacit di acquisto delle
famiglie ela domandae i costiR.
Questo inoltre spaventa gli Stati perch temevano un'inazione incontrollabile
(inazione da costi). Cosa fa lo Stato allora? aumenta il tasso uciale di sconto
(quello di riferimento per le banche) che si pi che raddoppiato nel giro di 2
anni.
Si arriva a pagare il 20% sui depositi per si fa pagare anche tantissimo per i
prestiti (25-30%). Quindi chi si era indebitato con le banche (chi aveva fatto
ricorso alla leva nanziaria) si trovava malissimo. Abbiamo R=5-6% e K=20%
situazione pesantissima.
Quindi le imprese cercano di ridurre gli investimenti. In Italia siamo stati quasi
10 anni (72-82) fermi con gli investimenti e abbiamo accumulato il ritardo tec-
nologico di cui si parla ancora oggi.
CRISI INVESTIMENTI sono ripartiti negli anni 80.
K = 10%
Ci = 10.000
R = 6%
R<K
gestione operativa = 60
Oneri nanaziari
A = 0
B = 500 (CT = 5000)
C = 800 (CT = 8000)
Imponibile
8
A = 600
B = 100
C = -200 (qua la tassazione quindi zero!)
= 50%
Utile netto
A = 300
B = 50
C = -200
ROE
A = 300/10.000 = 3%
B = 50/5000 = 1%
C = -200/2000 = -10% ogni anno distruggo il 10% del CP e quindi cos in 10
anni ho completamente esaurito il CP
L'eetto leva si invertito!
Quando devo valutare un investimento e K = costo del nanziamento, prima di
decidere si prendere K al lorodo o al netto del risparmio scale devo accertarmi
che questo risparmio scale ci sia. Nel caso dell'azienda C il risparmio scale o
non c' o molto limitato perch la gestione operativa non mi da la possibilit
di coprire gli oneri nanziari (utile gestione operativa = 600<oneri nanziari
(800)).
Se avessimo usato per questo investimento un Kie al netto dell'imposizione s-
cale (K=10 e = 5k=5)?
Dimostrazione di questo ragionamento.
Dobbiamo vedere se questo deducibilit scale la possiamo sfruttare tutta, in
parte o nulla.
Nella nostra legislazione fondamentale la distinzione tra imprese soggette
all'IRES e non. Soggette all'IRES: societ di capitali. Non soggette all'IRES:
deducibilit completa degli oneri nanziari (non di capitali).
Dierenza tra Kie e Kin.
Kie sfrutta il risparmio scale.
Mutuo = 4000 al 10%
Oneri nanziari = 400
Esempio senza deducibilit
Ro 900 imponibile 900 + =500 Un =450 - Of 400Un =50
Esempio con deducibilit totale
Ro 900 - Of 400 = imponib. 500 - 250 = UN 250
Risparmio scale = 200
Calcoliamo Kie: (Of-risparmio scale)/indebitamento = 5% (400-250)/4000
si dimezzato!
RoOf con deducibilit totale abbiamo una formula sintetica per calcolare Kie:
9
dalla struttura nanziaria che vado a scegliere per nanziare l'investimento. La
dierenza tra R e K mi deve coprire questo rischio.
Quando si vuole realizzare un prodotto si valuta la fattibilit tecnico-indutriale,
commerciale e culturale (se il prodotto molto diverso rispetto a quelli prodotti
precedentemente ci pu essere una dicolt di accettazione nella forza lavorodiseconomie).
Se queste 3 fattibilit sono ok allora poi c' una fattibilit sociale (inquinamento,
sicurezza sul lavoro..). Se le prime 3 fattibilit sono positive e ci sono problemi di
fattibilit sociale (a meno che non ci si scontri con leggi dello stato) il prodotto si
fa. Inne c' la fattibilit nanziaria. Se tutto si ma il responsabile nanziario
dice che non possibile, l'investimento si blocca.
La valutazione del rischio da parte dei terzi viene fatta di solito attraverso degli
indici e l'analisi del bilancio. La prima tappa la riclassicazione; la seconda
tappa il raronto temporale (cio io non posso valutare il rischio di un'impresa
valutando solo un anno, ma devo considerare un arco di tempo come 3 o 5 anni),
la terza tappa il raronto nello spazio (confronto tra imprese con le stesse
caratteristiche); inne rapporti con indicatori standard. Indicatori standard =
dato dal valore che all'interno di un gruppo di imprese molto vasto si presenta
con la maggiore frequenza oltre una soglia minima e signicativa. Es su 1400
ne trovo 800 che hanno un valore intorno a 2 e 600 intorno a 1l'indicatore
standard 2. L'indicatore deve essere registrato almeno tra il 40-50%. E' un
indicatore a cui tendere, perch quello pi diuso. Non il valore medio!
L'indicatore standard signicativo se viene calcolato su un numero elevato di
imprese.
Molto spesso il credito a lungo termine una partecipazione a lungo termine.
In pratica viene scritto un credito a lungo termine perch non voglio far sapere
che ci sia una partecipazione.
Il rischio economico no a qualche anno fa veniva denito come un rischio
che si poteva controllare. In eetti negli anni del boom economico la pubblicit
ha avuto un importante potere persuasivo. Alzandosi il tenore di vita degli ital-
iani, il potere di convincimento della pubblicit diminuito. Oggi parzialmente
si pu agire sul rischio economico, ma dall'altra parte il mercato dicile da
condizionare. Il rischio economico dipende dagli oneri nanziari, ma anche dal
risultato operativo che l'azienda ha. Perch due aziende che hanno 10.000 di
oneri nanziari sembrerebbero rischiose allo stesso modo, ma non lo sono perch
magari una ha reddito operativo di 100.000 e l'altra di 40.000.
Il rischio nanziario ha due componenti: interna (che deriva dalle imprese)
ed esterna (che deriva dai mercati pu darsi che non abbia una struttura -
nanziaria particolarmente bilanciata ma pu darsi che la situazione sui mercati
cambi). E' raro che un debito possa essere negoziato facendo leva completa-
mente sulle risorse liquide che si formano all'interno dell'azienda. Di solito su
una rata 100 da pagare, ho 30 rappresentato da risorse liquide che si sono for-
mate all'interno dell'impresa, ma l'altro 70 una liquidit che si forma per
l'accensione di nuovi debiti. Quindi vado a sostiuire il debito con un altro deb-
ito. Questa sostituibilit fondamentale per le imprese e se i mercati nanziari
si chiudono e rendono impossibile ci, il rischio nanziario derivante dalla com-
ponente esterna cresce.
10
Come si fa una valutazione economico-nanziaria? Da dove si parte? normal-
mente si parte dalla composizione dell'attivo e passivo patrimoniale. Prima di
fare questo per conviene cercare di sgombrare il campo, se si pu, da alcune
dierenze fondamentali tra la nostra impresa e alcune situazioni base. In par-
ticolare di solito si parte con un indicatore che non ha nulla a che fare con lo
stato patrimoniale, e che nel c/economico, che di solito viene considerato un
indicatore base che l'indice di rigidit della gestione = valore aggiunto
operativo/fatturato sso. Il valore aggiunto operativo di un'impresa tanto pi
basso quanto pi decentro le fasi della produzione, perch la creazione di valore
aggiunto va a terzi.
Altri indicatori:
rigidit degli impieghi = att immob./tot attivo
indice di immobilizzo materiale = immobilizzo di immob. materiali/tot att
Io posso trovarmi ad esempio in una situazione in cui ho l'indice di rigidit
della gestione alto e poi vado a vedere l'indice di immobilizzo materiale che
estremamente basso rispetto alla media. Cosa mi dice questa situazione? Quali
possono essere le cause? se una ha il 70% dell'att sso e un'altra ha il 30% vuol
dire che la seconda ha macchinari vecchi. E' un'azienda accentrata quindi.
Disponibilit di magazzino = rimanenze/capitale investito. Quando abbi-
amo rimanenze molto alte possiamo immaginare che l'azienda sia molto decen-
trata.
11
tanto pi il rischio nanziario dell'impresa alto.
All'interno del debito nanziario distinguiamo debiti nanziari a breve e a
lungo termine. L'indebitamento nanziario a breve revocabile in qualsiasi
momento da parte della banca (i contratti bancari sono tutti salvo revoca). Per
il mancato pagamento di una rata di un mutuo non si va al fallimento, perch
prima la banca sollecita e poi ci sono le garanzie.
ris-
Dopo questi indicatori che sono nanziari puri, ce n' un altro che il
chio economico derivato = costo medio dell'indebitamento e incidenza degli
oneri nanziari E' economico ma strettamente collegato al rischio nanziario.
Abbiamo questi due valori: oneri nanziari/indebitamento nanziario medio.
Cosa vuol dire indebitamento nanziario medio? se prendiamo il valore a una
certa data x troviamo un certo valore di indebitamento nanziario (debiti vs
banche + indebitamento consolidato = 1000). Se poi facciamo oneri nanziari
dell'anno/il debito nanziario esistente al 31/12 facciamo un errore gravissimo!
perch non possiamo valutare come si mosso l'indebitamento durante l'anno
perch ad esempio posso aver fatto un mutuo a novembre quindi al 31/12 ho
un indebitamento molto alto, per non ho ancora pagato gli oneri nanziari.
Si fa la semisomma tra il valore all'1/1 e al 31/12. Il secondo invece oneri
nanziari/margine operativo netto che signica quanta parte del margine indus-
triale di produzione sono distrutti dagli oneri nanziari, quindi dalla gestione
nanziari. Spesso ci troviamo davanti ad aziende che stanno andando male con
un costo medio dell'indebitamento pi basso rispetto ad aziende che stanno an-
dando bene. Oltre alla struttura del debito, una ha pi debiti a lungo e l'altra
a breve, ma tuttavia a parit di struttura di indebitamento certe volte si hanno
questi valori divergenti. Da cosa possono dipendere? Perch un'azienda che
sta andando male dovrebbe avere oneri nanziari/indebitamento nanziario pi
basso rispetto a una che va bene? Quella pi rischiosa ha un costo minore,
perch? a parit di volume e di struttura di debito. Hanno tutte e due 50%
indebitamento a breve e 50% indebitamento a lungo. In questo caso si dice che
il mercato nanziario o non ha ancora recepito la situazione di crisi ( la banca
non cos veloce nel recepirlo), oppure l'azienda in crisi un'azienda che stata
leader e che sta ancora godendo della sua immagine positiva e che sta vivendo
una situazione di crisi temporanea. Di solito, in caso di crisi temporanea, il mer-
cato nanziario non agisce punendo immediatamente l'azienda. Se una banca
revoca immediatamente il credito a un'azienda leader in crisi temporanea, prob-
abilmente ha perso un cliente. Siamo nell'ottica della banca e abbiamo una serie
di clienti di piccole dimensioni che riescono a far fronte al pagamento degli in-
teressi e un gruppo di clienti di grandi dimensioni per in situazione disastrata.
Negli anni 70 le banche hanno reagito cos: hanno alzato gli oneri nanziari (i
tassi di interesse) alle piccole imprese e ridotto i tassi a quelle grandi. Questo
perch gli oneri nanziari che vengono fatti pagare ai clienti sono i ricavi della
banca. Da un lato mi trovavo le piccole imprese e registravo 1000 di interessi
e avevo liquidit per 1000 e dall'altra avevo le grandi imprese che mi dovevano
pagare 10.000 che per non pagavano (componente positiva di reddito su cui la
banca pagava le imposte ma non aveva un ritorno nanziario). Quindi la banca
abbassa i tassi per le imprese grandi che non riportano liquidit per abbassare
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l'imposizione scale, teniamo alti i tassi a quelli che mi portano liquidit perch
con quelli la banca paga l'imposizione scale e anzi mi avanza qualcosa per co-
prire anche l'imposizione scale che non riesco a coprire con le grandi imprese.
L'eetto nale stato che si bloccato il processo di investimento perch anche
le piccole imprese cos non investivano.
13
il rischio strutturale. Se 120 ad esempio signica che tutti i nanziamenti
a medio lungo coprono tutto l'att sso e inoltre c' anche un surplus che va a
coprire una parte del circolante. Questo importante perch il circolante non
tutto circolante, ma esiste anche una parte di circolante permanente. Questa
quota permanente quasi un investimento sso. Quando questo quoziente
superiore a 100 possono inoltre permettermi anche qualche errore nel campo
nanziarioriserva di indebitamento a breve.
Es: un'azienda ha immobilizzazioni per 100, capitale permanente 140, per cui
il quoziente 140%. Valore di comparto 115%. Devo fare un altro investimento
da 20 e devo nanziarmi a breve. Cosa succede dopo che ho fatto questo investi-
mento? le immobilizzazioni passano a 120, il capitale permanente sempre 140,
per cui il quoziente di struttura diventa 116%. Dato che i valore di comparto
115%, capiamo che la situazione leggermente peggiorata, per visto che la me-
dia del comparto 115% siamo comunque un po' meglio del comparto. Stare al
di sopra del comparto mi permette quindi di nanziare un investimento a lungo
con un indebitamento a breve, senza che il rischio complessivo dell'impresa ne
risenta troppo. Quindi una possibilit di errore nanziario.
Indicatori del rischio nanzario corrente. Qui si parla di situazioni normali
d'azienda. Il primo (circolante - rimanenze)/passivo corrente. Perch ci toglie
le rimanenze? perch le rimanenze sono pi dicili da portare in forma liquida.
Inoltre in una situazione normale di funzionamento non possono pensare di liq-
uidare tutte le rimanenze perch altrimenti bloccherei la produzione. Invece i
crediti li posso liquidare tutti, ad esempio cedendoli a una societ di factoring.
Questo un indice che ha un valore standard di riferimento (indicatore stan-
dard). Sono tutti valori che abbiamo recepito dalla realt americana ed 90%.
Perch? perch rarissimo che tutto insieme il passivo debba essere pagato. In
Italia viene accettato anche 70% come buono. Qui c' da fare un commento
negativo, perch strano che nel mercato italiano si accettino valori pi bassi
di quelli statunitensi. Perch strano? perch nella situazione americana ci
sono molti pi strumenti di nanziamento e molta pi facilit di accedere agli
strumenti di nanziamento, per cui l'ottenimento di liquidit veloce molto pi
facile in America che in Italia. Qualcuno giustica questo atteggiamento ital-
iano con il fatto che il fallimento, mentre nella situazione americana una cosa
normale, accettata senza problemi, in Italia crea molti pi problemi (consid-
erazioni sociali negative). In America ci sono imprenditori che falliscono 4,5,6
volte..
Quoziente di disponibilit = att corrente (consideriamo anche le rima-
nenze)/pass corrente. Non deve essere1 perch altrimenti signica che l'azienda
ha una situazione di passivo corrente sbilanciata rispetto all'att. corrente, in
cui sono presenti anche le rimanenze e che certe volte ha un importo decisa-
mente rilevante. Questo quoziente di disponibilit ragiona pi che in condizioni
normali d'azienda, in condizioni straordinarie, perch mettendo dentro anche
le rimanenze ho una situazione in cui l'azienda arriva anche a smobilizzare le
rimanenzeblocco delle vendite e blocco della produzione perch non avr pi
le materie da mandare in produzione. Il magazzino si gona quando l'azienda
in crisil'indice sale.
14
Lezione del 29/10
Per investimenti importanti (con importo elevato o del tutto nuovo) si fa una
valutazione come se non fossi il manager ma come se fossi un esterno e faccio
una simulazione degli eetti del progetto. Se il progetto considerevole come
entit ci sar un business plan e innestare i suoi dati sul bilancio. Quindi ho
un bilancio previsionale (con conto economico e stato patrimoniale) e calcoler
gli indici per vedere se l'azienda diventata pi rischiosa. Se l'investimento
medio allora non c' il business plan ( un operazione piuttosto complessa e
anche costoso). Quando il rischio troppo elevato? sono valutazione del tutto
personale, dipende dalla propensione al rischio. Se il rischio che si pensa che
verr percepito dopo l'investimento per cui il rapporto dell'indebitamento sul
totale del capitale investito passato da 30 a 90% mentre nel comparto le altre
sono ferme a 30 allora il rischio molto alto perch rischio di pagare di pi
e anche di non trovare pi nanziatori. Se il rendimento molto alto allora
posso anche accettare qualche rischio in pi dal punto di vista dell'immagine.
E' quindi essenziale avere una stima di K (cio il costo del capitale). Quando
si parla di costo del capitale si parla di costo del capitale di debito e del capi-
tale proprio. Il costo del capitale proprio non un concetto che ritroviamo in
economia aziendale ma in nanza il rendimento minimo che devo garantire a
chi detiene capitale (gli azionisti) perch non vendano le azioni. Se infatti gli
azionisti vendono le azioni il valore dell'impresa scende e inoltre non riusciamo
a nanziarci con il capitale proprio. Quindi dobbiamo cercare di mantenere un
rendimento accettabile dagli azionisti, e non quello che noi riteniamo accettabile.
Dobbiamo stimare il rendimento dell'azionista e otterremo un valore indicatore
(non troviamo quello reale).
Costo esplicito. E' il costo reale dei fondi. Ha all'interno il costo medio
ponderato e il costo marginale.
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singolo investimento (ottica marginalista) oppure posso utilizzare un ot-
tica complessiva e allora considero il costo medio ponderato in cui c' il
nanziamento dell'ultimo progetto, ma anche i nanziamento precedenti.
A questo punto il problema : quale di questi scelgo per fare un confronto con
R? Supponiamo sempre di essere in un mercato stabile. Cosa succede se scelgo
uno o l'altro? R (cio il rendimento) il rendimento atteso quindi stimato, e
quindi un margine di errore ce lo possiamo avere sempre.
Investimenti alternativi = se faccio non posso fare l'altro. Di solito l'alternativit
deriva dal fatto che le risorse nanziarie sono scarse. Se le mie risorse sono il-
limitate dovrei continuare a investire nch il rendimento marginale degli investi-
menti superiore al costo marginale. Tuttavia questa non sarebbe un'ottimizzazione
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degli investimenti, perch io accetterei investimenti anche con scarti minimi per-
ch ho risorse illimitate, quindi non vado a ragionare per ottimizzare le risorse
ma vado a cercare teoricamente tutti gli investimenti che mi garantiscono R>K.
Se ho risorse limitate vado ad ottimizzare la funzione perch cerco gli investi-
menti pi convenienti. Quindi abbiamo investimenti alternativi e possono esserlo
per risorse nanziarie o per destinazione. Se faccio uno stabilimento nuovo e
ho tre progetti alternativi chiaro che se scelgo uno gli altri li escludo (alterna-
tivit per destinanzione). Supponiamo invece che questi non siano alternativi,
ma sono 3 investimenti diversi e tutti e 3 possono avere la copertura nanziaria
quindi non sono alternativi nella destinazione o nel nanziamento, e supponiamo
che questi 3 abbiamo un rendimento stimato di questo tipo (R):
A = 8%
B = 6%
C = 7%
Congurazioni di costo:
K0 = 5,7%
Kmg = 6,1%
Kinpl = 7,2%
A = 1,6
B = 1,2
C = 1,4
A = 6,4%
B = 4,8%
C = 5,6%
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Questo vuol dire che ogni volta che scelto come costo del capitale (k) il val-
ore pi alto, diminuisco proporzionalmente i rischi derivanti dall'incertezza di
R. K0 il pi piccolo per denizione, e io scelgo valori superiori in quel caso
chiaro che vado a scegliere investimenti che hanno rendimenti molti pi alti di
K0. Quindi anche eventuali errori di stima di R alla ne si ammortizzano. Aver
usato tassi pi alti mi porta ad avere meno rischi. Addirittura alcune aziende
(grandi) creano uno spread ad hoc da aggiungere a J0 a seconda della tipologia
di investimento. Se k0 ad esempio 6%, se un investimento di routine ci
aggiunge ad esempio l'1%, se un investimento molto innovativo ci aggiungo il
3-4%.
Quanto pi l'investimento innovativo e tanto pi dicile stimare R. Andando
a scegliere la congurazione di costo cerca di mettermi al riparo dal possibile
errore fatto nella valutazione di R. In ambienti stabili il costo implicito sicu-
ramente pi alto (se non si vuole ragionare in termini di costo implicito si pu
ragionare in termini di costo marginale rispetto al costo medio ponderato), e
poi c' un'altra ricerca da fare: abbiamo visto che il costo medio ponderato
una media tra il costo dell'indebitamento ponderato e il costo del CP ponderata
con la presenza di CP. Devo usare un Ki al lordo o al netto dell'imposizione
scale? Ricordiamo che gli oneri nanziari sono detraibili in sede scale e ar-
rivavamo a calcolare ki eettivo. La domanda : cosa uso per questo calcolo
del costo medio ponderato? il costo lordo (nominale) o il costo eettivo? certe
volte il costo eettivo molto pi basso del costo nominale. Quando uso il
costo lordo (il costo nominale) sto cercando di rischiare meno, cio sto cercando
di mettermi al riparo da questi rischi di errore di R, perch uso un costo pi
alto. Per attenzione: essere prudenti va bene, ma troppo non mi permette di
fare investimenti. La tra usare un costo al lordo al netto del risparmio scale
dipende dall'incertezza dell'investimento e quindi in pratica sul grado di novit
(quanto pi un investimento innovativo tanto pi rischioso). Inoltre faccio
riferimento all'EBIT del'azienda o del progetto?
L'obiettivo dell'azienda quello di minimizzare K0 (costo medio ponderato)
perch il valore dell'azienda dato dai ussi di cassa previsti medi per gli anni
di vita dell'azienda, attualizzati come rendita perpetua con il costo del capitale.
Quindi il valore dell'azienda Fcn/K0. Tanto pi K0 basso quanto pi si
massimizza il valore dell'azienda. Questo sta alla base del concetto di struttura
ottima del capitale: quell'accordo tra cp (il suo costo Ke) e ct (il suo costo
Ki) che minimizza il costo medio ponderato. Il valore che minimizza il K0
quello che mi massimizza il valore dell'azienda. Questo valore che minimizza il
K0 ce l'ho quando ho la struttura ottimale delle fonti di nanziamento. Questa
la teoria pi usata dalle aziende. Questa teoria quella classica della nanza
che si contrappone a quella di Modigliani Miller che quella dell' indierenza
della struttura nanziaria
Ho un'azienda con Ci = 100, B = 40, S = 60 e in questo caso il K0 = 6%
e ho invece un'altra azienda con B = 20 e S = 80 e in questo caso il K0 =
5% questa con il rapporto 20 80 sta tandendo all'ottimo ed migliore di 40 60.
Questo il concetto base della struttura ottima del capitale. Modigliani Miller
invece dicono: se questa due imprese dove tutte e 2 hanno Ci = 100
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A: B = 40 e S = 60
B: B = 20 e S = 80
Che dierenza di valore c'? nessuna. Teoria della torta: comunque la divido
anche se le fette sono pi piccole la grandezza uguale.
1. Costo del dissesto nanziario: sono quei costi che l'azienda sostiene quando
fa un uso spropositato del debito cio quando eccde il livello di indebita-
mento ottimale.
Questi costi possono essere classicati in due categorie:
- Costi diretti: si riferiscono alle procedure concorsuali in cui l'azienda pu
incorrere se risulta insolvente. In particolare si tratta di: costi legali, am-
ministrativi, per perizie, per revisori. I costi legali sono ad esempio quando
i creditori si rivolgono agli avvocati per ricevere il credito e l'azienda quindi
dovr difendersi pagando i propri avvocati. Questi costi sono molto elevati
nelle grandi aziende.
- costi indiretti: dicilmente si possono misurare. Si manifestano prima
delle procedure concorsuali e fanno riferimento ad esempio alla limitata
capacit dell'azienda di operare normalmente nella propria attivit, di
proseguirla. Questi costi dipendono dal calo delle vendite, dalla di-
colt a reperire nanziamenti, dal venir meno del rapporto duciario con
i fornitori e con i clienti. Inoltre i manager e i dipendenti migliori se ne
andrebbero , peggiorando acora di pi la situazione dell'azienda.
2. Costi di agenzia: nascono in virt del fatto che all'interno dell'azienda in-
tervengono soggetti portatori di interessi diversi. Gli azionisti puntano a
massimizzare il prezzo delle azioni, i creditori vogliono indietro il capitale
ec.. In caso di dissesto nanziario questi costi tendono ad aumentare per-
ch gli azionisti sono incentivati ad intraprendere strategie egoistiche per
avvantaggiarsi. Queste strategie possono essere di tre tipi, cio 3 tipologie
di comportamenti che gli azionisti possono essere incentivati a intrapren-
dere, allo scopo di danneggiare gli interessi dei creditori e ridistribuire
ricchezza a proprio favore.
- RISK SHIFTING: prevede che l'azienda attui progetti di investimento
molto rischiosi.
Il risk shifting si ha quando l'azienda prossima al fallimento e gli azion-
isti , nella scelta tra due progetti di investimento, uno molto rischioso e
uno no ed entrambi con VAN positivo, preferiscano scegliere quello con
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pi rischio perch: a) se il progetto va bene ne beneciano principalmente
gli azionisti e b) se il progetto va male i costi li sostengono i creditori
dell'azienda.
- UNDER INVESTMENT: fa si che gli azionisti trovino convenienza a
non investire in progetti con VAN positivo.
Nel caso dell'under investment, l'azienda trova conveniente non attuare
progetti con VAN positivo che,dato l'alto tasso di indebitamento, dovreb-
bero essere nanziati tramite equity.
- MILKING THE PROPERTY: prosciugare gli asset aziendali.
L'ultima strategia con cui possibile danneggiare gli interessi dei credi-
tori quella di procedere alla distribuzione di elevati dividendi ordinari
e straordinari, nanziati anche facendo ricorso alla dismissione di parte
delle attivit aziendali.
La linea retta che sale rappresenta il valore dell'impresa con debito e in pre-
senza di imposte societarie secondo la teoria di M.M. L'introduzione dei costi
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del dissesto fanno diminuire i beneci legati all'aumento dell'indebitamento. Il
livello di indebitamento ottimale quello in cui il costo del capitale minimo:
oltre questo livello il costo del capitale sale.
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inferiore.
Questa teoria permette di arrivare a due regole:
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azionario, che dipende da paese a paese. L' Rm quello in genere rispetto al
quale misuriamo il nostro Beta. Esso il rendimento medio di un portafoglio di
mercato.
Costo opportunit
Costo marginale
WACC
Ho ad esempio un capitale proprio di 1 milione, ke = 10%, mutuo = 500 000
e ki = 5% . Il mio costo medio ponderato quindi: (1milione*5% + 500
000*10%)/1500 000 e trovo il mio tasso, cio il costo medio ponderato. Questo
il pi utilizzato perch esprime le fonti principali dell'impresa, ed quello che
esprime maggiormente il richio dell'impresa (c' anche il beta).
Costo marginale
E' il costo dell'unit aggiuntiva di nanziamento. Cosa vuol dire? vuol dire che
se ho il mio mutuo al 5% se stipulo un altro mutuo aggiuntivo, quanto pago?
pago di pi! perch sono pi rischiosa. Quindi il mio costo marginale sempre
pi alto delle fonti che sono gi precedentemente in azienda.
Costo opportunit
Esso il rendimento del miglior rendimento a cui io rinuncio, cio un'opportunit
persa. Questo perch ogni azienda ha un suo razionamento del capitale, ha un
suo budget. Come calcolarlo? Se abbiamo un'azienda gi strutturata da punto
di vista nanziario, ad esempio un'azienda quotata, il costo opportunit c'
gi perch qualcuno prima di noi l'ha gi calcolato. Come ha fatto? Questa
persona ha preso tutti gli investimenti degli ultimi anni che sono chiusi, cio che
hanno onorato la vita utile (ad esempio il lancio di un prodotto), ha calcolato
il tasso di rendimento di questi investimenti, e ha preso quello che ha dato il
maggior tasso.
Se non c' invece che si fa? o andiamo a cercare i costi degli investimenti degli ul-
timi anni e andiamo a misurarci il costo opportunit, oppure trovo una soluzione
un po' abbozzata e veloce: prendo il costo medio ponderato + spread. Quale
spread metto? lo spread potrebbe essere o uno spread di mercato, oppure som-
miano al mio costo medio ponderato il tasso free risk, considerandolo uno spread.
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poi costo marginale o ke (dipende dalle situazioni, se il beta molto alto)
costo medio ponderato (sar pi basso del ke perch mitigato dal costo del deb-
ito)
costo del debito
free risk
A cosa servono tutti questi numeri? Ogni volta che facciamo un investimento,
dobbiamo sempre partire dal nostro tasso di attualizzazione. Perch? abbiamo
un investimento che mi genera ussi per tre anni ache mi da 10 al primo anno,
20 al secondo e 30 al terzo io non posso sommarli, perch questi ussi sono
generati in epoche diverse. Devo attualizzare questi ussi per omogenizzarli al
tempo zero. Se un investimento routinario possono usare anche il free risk,
ma se un investimento molto innovativo devo usare il tasso opportunit.
24
Investimenti.
Abbiamo due elementi: R e K. Mi porteranno sempre a una logica di trade
o (se aumenta una diminusce l'altra). Da una parte quindi ho il rendimento
atteso, che viene misurato sulla base di tutti gli eetti che penso potranno real-
izzarsi. Quali sono questi eetti? eetti in termini di ricavi e eetti in termini
di costi. O meglio: entrate e uscite (ragioniamo in termini di nanza). Questi
ussi devono sempre essere attualizzati. Dall'altra parte ho una soglia minima
di rendimento.
Rendimento atteso: Deve essere misurato sulla base dei ussi di cassa attual-
izzati e incrementali e tenere conto anche di eetti collaterali positivi e negativi.
Come si fa a misurare il rendimento atteso?
metodi:
Se faccio degli investimenti per aumentare la sicurezza sul lavoro (sono inves-
timenti obbligatori), posso anche ottenere dei vantaggi se sono bravo: ad es-
empio alcune imprese aumentando la sicurezza hanno aumentato l'ecienza di
alcuni macchinari e sono riuscite a fare a mano di alcuni dipendenti, per cui
hanno ridotto i costi e quindi ottenuto un vantaggio e pagato un po' meno per
l'investimento obbligatorio.
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il mio impianto mi richieda anche l'assunzione di un nuovo dipendente, allora a
questi 100 devo togliergli anche questo costo.
Data di pagamento.
Politica dei dividendi: tutte quelle decisioni che il management attua per de-
cidere quanto delle risorse liquide dell'azienda distribuire agli azionisti. Queste
risorse sono quelle che rimangono se non ci sono altre opportunit di investi-
mento. Riguardo la politica ci sono diverse politiche, e ogni azienda in base
alle proprie caratteristiche sceglie quanto distribuire, e non c' una teoria dom-
inante. Il primo contributo quello di MM: sia l'azienda che gli azionisti non
risentono delle politiche di distribuzione dei dividendi.
Se ci trovassimo in un mercato perfetto l'investitore potrebbe in qualunque mo-
mento modicare il dividendo ricevuto, adeguandolo alle proprie preferenze. Per
spiegare questo concetto facciamo un esempio:
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000 il primo anno e il secondo);
2) Distribuire il primo dividendo maggiore del usso di cassa e un
secondo inferiore al usso di cassa atteso per il secondo anno.
Re = 10%
FC(0) = 10.000 Euro
FC(1) = 10.000 Euro
Strategia 1)
Il valore dell'azienda 19090,91. Abbiamo 1000 azioni, quindi il
valore unitario di ciascuna azione 19.09. Al tempo 1, dopo che
l'azienda ha pagato i primi 10 000, il prezzo di ogni azione scender
a 9.09 (19.09-10).
Strategia 2)
Vuole distirbuire 11000 e per fare ci l'azienda dovrebbe raccogliere
1000 euro in pi, e questo lo pu fare indebitandosi o emettendo
nuove azioni. Se emette nuove azioni i nuovi azionisti richiederanno
un rendimento del 10%, che il rendimento oerto dall'azienda,
e all'anno 1 l'azienda dovr restituire 1000*1.10, cio 1100, che
saranno pagati con il usso conseguito il secondo anno. Quindi
all'anno 2 potr restituire 10 000 - 1100, cio 8900. Quindi il valore
dell'azienda sempre 19090,91, e quindi il valore unitario sempre
19.09.
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un normale investitore) oppure pu fare un' OPA (oerta pubblica d'acquisto),
cio l'azienda si rivolge ai propri azionisti facendo un'oerta agli azionisti, de-
terminando nel prospetto informativo dell proposta, sia il numero di azioni che
intende acquistare sia il prezzo.
La terza possibilit il riacquisto mirato, cio si acquistano le azioni diretta-
mente da alcuni azionisti (solitamente si va da azionisti che non hanno pacchetti
altissimi ma neanche troppo frammentari).
Sono tre possibilit diverse che comportano costi diversi: un'opa comporta costi
di commissione, spese amministrative ecc.. perch un'oerta pubblica. Il ri-
acquisto mirato, se le azioni sono molto concentrate, potrebbe essere pi van-
taggiosa perch l'azienda potrebbe contrattare e abbassare il prezzo.
Riacquistando le azioni, quindi, si ridue il numero di azioni in circolazione e
quindi il valore unitario aumenta, pertanto per l'azienda dovrebbe essere indif-
ferente tra le due modalit (distribuire dividendi e comprare azioni). E dovrebbe
essere indierente anche per gli azionisti.
Nella realt, per, esistono dei fattori che inuenzano le decisioni degli investi-
tori e quindi anche dell'azienda.
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L'azienda ha 1000 euro in ecceso e deve decidere se trattenerli in azienda
e investirli o distribuirli agli azionisti.
Il rendimento 10% se l'azienda investe in titoli. La durata 5 anni.
(Imposta societaria 30%
Imposta per i dividendi 15%
Tassazione applicata agli azionisti sui dividendi del 28%.
Se l'azienda distribuisce subito i divididendi, gli azionisti riceveranno 1000
* (1-15%) = 850. Gli azionisti investono questi soldi a un rendimento
del 10% per 5 anni. Quindi (850 1.10)5 = 1368, 93. Su questi soldi
l'investitore deve pagare il 28% di imposte quindi 1368.93*(1-0.28)=985.63.
Questo sar il guadagno dell'azionista se l'azienda distribuisce subito i div-
idendi e poi gli azionisti investono al 10%.
Cosa succede invece se l'azienda investe al 10% per 5 anni e al termine
del ricavato distribuisce agli azionisti? Siccome c' la tassazione del 30%
togliamo al 10% il 30% della tassazione, quindi investe allo 0.07% (1000
1.07)5 = 1402.55 questi ricavi verranno poi distribuiti agli azionisti dopo
5 anni a cui si applica una tassazione del 15% che pari 1192.17. Pertanto
l'azionista in questo caso andr a guadagnare. Quindi in base al tipo di
imposte questa situazione cambia, e quindi le imposte giocano un ruolo
importante nel decidere se distribuire gli utili o no.
Quindi se le imposte personali > imposte societarie l'azienda preferisce
trattenere la liquidit al proprio interno e investirla, se imvece imposte
societarie > imposte personali, agli azionisti conviene ricevere subito il
dividendo.
La teoria dei costi d'agenzia sostiene invece che la politica dei dividendi
viene fatta anche per disciplinare i manager. Cio se un'azienda dispone
di risorse liquide al proprio eccesso pi soggetta a sprechi.
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un'azienda che distribuisce molti dividendi un'azienda che si aspetta
molti ussi di cassa in futuro. Questo un comportamento che incentiva
l'investitore ad acquistare azioni. Ovviamente questo pone un problema:
i manager potrebbero attuare dei comportamenti per trarre in inganno gli
investitori. Tuttavia una strategia del genere non perseguibile nel lungo
periodo e verrebbe meno la credibilit dell'azienda.
Evidenze empiriche
E' stato dimostrato che nella realt le imprese preferiscono distribuire dividendi
che riacquistare azioni. Tuttavia c' anche una diminuzione delle imprese che
distribuiscono dividendi, quindi le stesse imprese che distribuiscono dividendi
tendono ad aumentarne l'importo.
Inoltre le imprese tendono a stabilizzare i dividendi cio, sempre per quel potere
segnaletico, meglio essere costanti. Inne la distribuzione di utili fornisce
informazioni al mercato. Questo punto si ricollega al punto precedente. Se si
fanno degli aumenti di dividendi bene che l'azienda possa mantenere questo
aumento per un lungo periodo.
Politica di investimento
Il VAN non un dato percentuale e ci dice quanto la ricchezza che ci da un
investimento come se fosse immediatamente disponbile perch il valore
incrementale.
viene attualizzato al tempo 0. E' una ricchezza
nP Ft
Formula VAN t=1 (1+k)t F0
Regola: se VAN >0 investo se VAN<0 non investo. Cos' k? k il costo del
capitale, che sarebbe la soglia minima di rendimento. Il pi usato il costo
medio ponderato o WACC. Usiamo sempre lo stesso k sia per le entrate che
per le uscite, e questo un aspetto che viene spesso criticato, perch per le
entrate dovremmo usare un tasso di rendimento e per le uscite un costo del
capitale. Quindi il WACC risponde bene per le esigenze delle uscite, mentre
pi approssimativo per quanto riguarda le entrate.
La risposta del VAN quindi in termini assoluti. Spesso invece quando par-
liamo di rendimento si usano le percentuali (rende il 5%..), quindi usiamo il
TIR. Mentre nel VAN usiamo k, nel TIR la nostra incognita. Dobbiamo
trovare il tasso che rende l'espressione = 0. Il mio R il mio tasso interno
di rendimento. L'espressione del valore sar in percentuale. Quindi se TIR>k
allora l'investimento fattibile. K il nostro cut o rate. Il TIR non si pu
30
calcolare a mano ma con excel.
Proli d'analisi delle decisioni d'investimento:
Prolo economico: se ho un'azienda che fa un investimento considero solo
i ssi di cassa incrementali + costo del capitale.
2. perch devo prescindere nel mio investimento dal tipo di nanziamento che
poi dovr attivare, e quindi questo riguarder la politica di nanziamento
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Come si calcolano i ussi monetari?
Problemi nel calcolo dei ussi dierenziali.
Costi sommersi: costi che l'impresa ha sostenuto in passato e che non
son inuenzati dal progetto (ad esempio ho assunto precedentemente una
persona). Quindi non sono costi incrementali.
32
quando riguarda la redditivit (1 anno, 2 anni...). Abbiamo bisogno di un cut o
date (prima era rate): esempio 2 anni, quindi sopra i due anni l'investimento
non lo prendo. Nel VAN e nel TIR pi alto il valore meglio , mentre in
questo caso scelgo il pay back time pi basso. Se devo scegliere tra investimenti
alternativi scelgo quello che mi torna prima in forma liquida.
Il metodo del tempo di recupero monetario permette di rispondere al seguente
quesito: quanto tempo deve trascorrere dall'avvio del progetto anch le risorse
investite siano interamente recuperate con i ussi cassa prodotti dall'investimento
stesso?
PBT: Investimento/Flusso di cassa netto incrementale (se i ussi sono costanti)
Cosa succede se i ussi non sono uguali tutti gli anni?
Devo sommare i ussi no a raggiungere la cifra spesa, quindi procedo no al
recupero del mio integrale investimento.
Dobbiamo sempre spiegare qual' l'interpretazione del dato (pbt tir e van), non
possiamo limitarci a dire il numero. Esempio su dispensa su PBT.
Svantaggi:
33
Fase 2 Determinare l'investimento medio: il valore dell'investimento diviso
2, perch mi interessa quello che successo all'inizio e alla ne. Se avessi un
investimento per 500 dismesso alla ne del periodo per 100, l'investimento
medio sarebbe 400/2.
Slide VALinv1516parteB.
C' stata anche l'esercitazione il giorno!
Nell'esempio kappa ho che il primo progetto pi conveniente dal punto di vista
del VAN mentre il secondo pi conveniente dal punto di vita dell'Ir.
Qual' la grossa dierenza tra i due? I due investimenti hanno un uscita in-
iziale molto diversa. Pertanto quando dobbiamo confrontare investimenti con
un uscita iniziale molto diversa, oltre a calcolare il VAN utile calcolare l'ir,
in quanto il VAN ci da un'informazione prettamente matematica e quindi non
esaustiva.
E quindi quale scelgo? si pu aggiungere il PBT, oppure vado avanti e calcolo
l'Ir e il RMC.
In linea generale quando facciamo una valutazione di un investimento facciamo
34
i calcoli del VAN e del TIR e vediamo se abbiamo le informazioni necessarie per
trarre delle concusioni. Se soltanto un investimento, chiaro che l'obiettivo
conoscitivo capire se quel'investimento o no fattibile (VAN>0 e TIR>k), o
meglio se POTREBBE essere fattibile, perch VAN>0 non suciente, dobbi-
amo anche commentare la dimensione del VAN (deve avere una cifra pi o meno
vicina all'uscita iniziale). Volendo poi si pu aggiungere anche l'informazione
del PBT. Il problema maggiore tuttavia si ha quando abbiamo pi di un investi-
mento. Bisogna capire la natura degli investimenti (alternativi, indipendenti..).
Il caso che abbiamo visto no ad ora quello di investimenti alternativi.
Si tratta sempre comunque di una valutazione e quindi di una stima.
Il TIR penalizza gli investimenti che hanno una durata pi lunga nel
tempo. Quindi calcoliamo un VAN o un TIR incrementale, perch il tim-
ing dei ussi pu inquinare la mia informazione aziendale.
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Jae e Sherry Lansing hanno appena acquistato i diritti su Corporate
Finance: The Motion Picture. Slide25 VALinv1516parteB. I due investi-
menti hanno un'uscita molta diverso: bisogna vedere se conviene spendere
10 per ottenere 40 o se spendere 25 per ottenere 65. Il van dice che
meglio spendere 25, mentre il TIR dice che meglio quello dove si spende
10. Quindi si calcora il TIR incrementale, cio vado a valutare i miei cash
ow dei miei investimenti (il valore di quello pi grande meno quello pi
piccolo). Il mio TIR incrementale 66.67 che maggiore del cut o rate
che il 25%, quindi devo scegliere l'investimento pi costoso. Se invece il
TIR incrementale fosse stato minore del cut o rate, avrei dovuto scegliere
l'investimento pi economico.
Tra il VAN e il TIR sempre meglio l'informazione del VAN, perch il
TIR si porta dietro questi difetti di calcolo, cio quando abbiamo un TIR
per pi anni gli errori di arrotondamenti vengono trascinati nel tempo. In
ogni caso per per essere pi sereni dal punto di vista valutativo, quando
abbiamo questi risultati discordanti, posso calcolare il TIR incrementale.
Il mio VAN incrementale 5 (27-22) che >0, quindi l'investimento
accettabile. Facendo il VAN e il TIR incrementale i miei risultati ora
sono concordi. Quindi conviene a fare l'investimento pi costoso. E' vero
per anche che quello costoso, essendo appunto pi costoso, anche pi
rischioso, per cos mi perdo una creazione di valore pi alta.
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creazione di valore. Il VAN superiore perch il pi TIR alto pi amplica
l'errore. Inoltre il TIR pu avere pi di un risultato se abbiamo un cambio di
segni. Poi abbiamo aggiunto il pay back time, che mi da informazioni sul
piano della liquidit (quando il mio investimento torna in forma liquida, quindi
pi basso e meglio ) ed una buona metodologia di secondo grado, rendi-
mento medio contabile, utile soprattutto quando ho due o pi investimenti
per capire qual' quello con il rendimento medio pi alto, e anche l'indice di
redditivit, anche questo utile quando ho due o pi investimenti, e vado a
prendere quello con indice di redditivit pi alto.
Parliamo del circolante. Cambiamo anche il libro di riferimento: no ad ora era
corporate nance, ora quello sul circolante. Slide: creditocommerciale2015
Il circolante detto anche WORKING CAPITAL MANAGEMENT.
Le fonti di nanziamento che vanno a coprire sono soprattutto le fonti a breve.
L'aspetto negativo di queste fonti che sono costose, poi sono a breve quindi
l'istituto bancario pu richiedere il rientro entro le 24 ore, quindi se non siamo in
grado di restituire scatta l'insolvenza o la crisi di liquidit. Inoltre la denizione
del rischio nanziario si delinea soprattutto sull'esposizione nanziaria a breve.
Su questa misura viene poi denito il costo del capitale K. Se questo valore
in crescita e superiore al media del settore vuol dire che siamo percepiti pi
rischiosi. Il suo aspetto positivo per che essibile. L'obiettivo dell'impresa
tenere sotto controllo GIORNALMENTE il circolante. Il circolante impor-
tante anche se siamo degli analisti. Supponiamo che quindi dobbiamo valutare
il bilancio di alcune aziende. Alcune aziende truccano in modo elusivo, ma non
evasivo, il circolante, per far sembrare la situazione dell'azienda migliore. Queste
manovre si chiamano WINDOW DRESSING. Il bravo analista deve quindi saper
capire ci. Vanno a truccare i crediti verso clienti, il magazzino e i debiti vs
fornitori. Perch? L'obiettivo dell'azienda quello di far apparire un capitale
investito alto, e soprattutto in crescita. Quindi quando l'azienda comincia ad
avere un po' di crisi, la prima cosa che fa quella di non pagare il fornitore. Se
l'azienda ottiene tempi di dilazione pi alti dai fornitori, signica che forte e
pi competitiva. Dobbiamo per guardare questo dato congiuntamente agli altri
valori. Ho un'azienda che non aumenta il fatturato, e ha anche una contrazione
dei costi di acquisto, e trovo nello stato patrimoniale un aumento dei dei debiti
vs fornitori. Perch i fornitori non reagiscono? perch se l'azienda fallisce loro
non ottengono pi nulla.
Perch si chiama circolante? Perch dovrebbe tornare in forma liquida.
Come posso usare i crediti vs clienti per aumentare le vendite? Concedendo
dilazioni in pi io posso invogliare attirare pi clienti. Questo per non pu
essere automatico, devo vedere sempre se me lo posso permettere (politica del
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credito commerciale). Devo vedere di quanto aumentano i miei costi se aumento
i costi di dilazione.
La gestione del credito commerciale si articola in 5 punti fondamentali:
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