Sistema Finanziario
Un sistema finanziario è un sistema complesso integrato (collegato) composto da: intermediari finanziari,
mercati finanziari, strumenti finanziari e autorità di regolamentazione e vigilanza in un paese in un certo
periodo.
Esso costituisce un’infrastruttura cruciale per il funzionamento delle moderne economie e ha natura
dinamica. Se si toglie il settore finanziario, l’economia moderna muore.
Il sistema finanziario ha natura dinamica, in quanto evolve nel corso del tempo in risposta a stimoli esogeni
(regolamentazione e innovazione tecnologica) ed endogeni (competizione e innovazione finanziaria).
Funzioni
Ø realizza il trasferimento di risorse dal risparmio agli investimenti (funzione creditizia o di allocazione delle
risorse), ovvero l’impresa che ha bisogno di soldi, li vede arrivare tramite il sistema finanziario. Questo
trasferimento di regola costituisce un credito e un’allocazione delle risorse. Il sistema finanziario, quindi,
decide dove canalizzare le risorse finanziarie per allocarle in un certo impiego e in quanto tale può creare o
distruggere ricchezza, se fa bene o fa male il suo lavoro.
Sistemi formali: la banca realizza trasferimenti dove le parti hanno un contratto scritto. Tramite i
sistemi formali è possibile collegare chi possiede eccedenze di fondi risparmiato (surplus
finanziario) con chi ha una carenza di risorse finanziarie (deficit finanziario)
Esistono ancora però retaggi antichi, cioè sistemi informali dove la canalizzazione avviene tra le
parti senza un contratto scritto
Sistema pooling: gli intermediari raccolgono tra il pubblico somme di piccolo ammontare presso
tanti risparmiatori, per poi poter fare prestiti di grosso ammontare, per poter essere investiti in
un'unica soluzione.
Ø funzione monetaria: tramite la creazione di mezzi di pagamento e la produzione di servizi necessari per la
circolazione della moneta, i sistemi finanziari determinano le modalità di regolamento degli scambi reali e
finanziari. Il sistema finanziario consente quindi di effettuare facilmente, velocemente e in maniera sicura i
pagamenti tramite moneta fisica o virtuale
Ø trasmette al sistema economico gli impulsi della politica monetaria ed economica (funzione di
trasmissione della politica monetaria), perché la politica monetaria coinvolge più soggetti, non solo la BCE,
perché lei non può fare niente senza la risonanza del sistema finanziario. Il sistema finanziario deve
prendere l’impulso della Banca Centrale e lo deve proiettare sull’economia.
Ø risk management: distribuisce, trasferisce e trasforma i rischi a cui sono sottoposti i diversi agenti
mediante lo sviluppo di strumenti contrattuali adhoc e tecniche gestionali idonee a limitare i rischi.
Ø riduce le asimmetrie informative (moral hazard e adverse selection): un’asimmetria informativa è quel
divario nel bagaglio informativo che hanno due soggetti quando stipulano un contratto, cioè tra chi compra
e chi vende. Le asimmetrie informative generalmente sono di due tipi e avvengono in due momenti diversi:
Moral hazard (azzardo morale): Tipico dei contratti amministrativi, significa avere una
sottovalutazione, quando non si è in grado di vedere tutto quello che fa la controparte, con il
rischio che essa agisca in maniera non conforme al contratto.
Adverse selection (selezione avversa): è un fenomeno che si verifica quando sistematicamente
(ogni volta), vengono selezionate delle controparti sbagliate per un contratto. Nelle banche è un
fenomeno molto frequente (es: la banca stipula contratti con persone inaffidabili ma non lo sa).
Ø S non viene, tuttavia, determinato in modo casuale, ma dev’essere una variabile obiettivo (alcuni
operatori fissano S e quindi adeguano Consumi C in funzione di Reddito Y).
Ø S viene destinato ad alimentare il processo di investimento (I) (che serve a sua volta a ripristinare la
capacità produttiva o ad incrementarla), perciò serve un risparmio uguale all’investimento.
Il saldo finanziario
Il saldo finanziario è la differenza tra risparmi e investimenti. Significa che se ho un certo risparmio e investo
di meno, il saldo finanziario è quella materia utile finanziaria che non investo.
Chi detiene un Surplus si presenta come offerente di risorse finanziarie, cioè domanda strumenti finanziari
(AF).
Chi si trova in Deficit domanda risorse finanziarie, cioè offre strumenti finanziari (PF).
I circuiti di intermediazione
Circuiti dove gli operatori interagiscono tra di loro attraverso trasferimenti in cui chi ha dei surplus li può
concedere ad altri soggetti (in deficit).
Circuito intermediato (indiretto): la canalizzazione delle risorse finanziarie avviene attraverso gli
intermediari finanziari
Circuito diretto: la canalizzazione delle risorse avviene attraverso i mercati mediante:
o Investimenti diretti attraverso per esempio sottoscrizioni di obbligazioni
o Investimenti operati da investitori istituzionali
Limiti:
o Generalmente questo sistema è meno popolare perché famiglie e imprese hanno esigenze
diverse di avversione al rischio e di tempistica.
o Le imprese piccole difficilmente sono conosciute dalle famiglie e perciò calano le possibilità
per loro di ricevere prestiti rispetto ad imprese più grandi e conosciute.
Sistemi bancocentrici vs orientati ai mercati: ragioni della genesi e dell’evoluzione di modelli
strutturali di intermediazione. Ogni paese ha un circuito intermediato e diretto. Ci saranno alcuni
paesi in cui uno è prevalente rispetto all’altro.
o Bancocentrici: maggior parte delle attività finanziarie passa attraverso le banche (es: Italia)
o Orientati al mercato: prevalenza del circuito diretto, la parte prevalente della finanza passa
attraverso il mercato e non attraverso le banche (es: paesi anglofoni)
Questi sistemi nascono in territori diversi, perché è diverso il tessuto imprenditoriale in questi paesi
Nello schema sono raffigurate le 5 autorità di controllo, ovvero gli arbitri del sistema: Bankitalia, Consob,
AGCM, IVASS, COVIP.
Intermediari finanziari
L’intermediazione e svolta da più soggetti. Alcuni hanno un monopolio su alcuni settori, una sorta di
riserva di legge.
Questi intermediari sono Operatori professionali, attivi nei circuiti di finanziamento indiretto attraverso
la produzione e l’offerta di strumenti finanziari destinati alle unità in surplus e in deficit.
Hanno un bilancio in cui lo stato patrimoniale ha poste prevalentemente di natura finanziaria.
o Banche: hanno una specifica funzione, sono le uniche che possono raccogliere e prestare
denaro fra il pubblico. Possono emettere anche polizze assicurative, come intermediario. È un
servizio aggiuntivo che fanno.
o Intermediari creditizi non bancari: sono dei soggetti che molto spesso fanno un’attività simile
alla banca, ma non sono banche. Sono un insieme di soggetti che spesso assomigliano alle
società finanziarie di prestito, che sono negozi finanziari e non sportelli bancari (es: agos).
Danno dei prestiti, ma non possono raccogliere denaro fra il pubblico.
o SPV: special purpose vehicle. Veicolo creato per una finalità speciale. Queste si occupano della
cartolarizzazione, ossia emette delle obbligazioni (ABS = Asset-backed security), raccoglie soldi
emettendo titoli, e con i soldi raccolti compra un cespite che produce denaro (spesso mutui).
o SGR: società di gestione del risparmio. Gestiscono fondi comuni di investimento, che sono dei
contenitori in cui ognuno può mettere soldi, e la SGR investe cumulativamente quei soldi per
farli fruttare. Vi sono proprio degli accordi tra banche e SGR e spesso esse sono proprio
possedute da gruppi bancari
o SIM: più importanti in passato, sono società di intermediazione mobiliare. Negli anni 60/70/80,
quando le persone compravano in borsa, si rivolgevano agli agenti di cambio, che erano esperti
di borsa che avevano o loro stessi o dipendenti per negoziare in borsa. Con l’arrivo degli anni
’90 si cerca di aumentare il professionismo, chiedendo gli agenti di cambio di trasformarsi da
persone fisiche a una forma giuridica di spa. All’agente di cambio si sostituisce la SIM. La SIM,
quindi, erano società a cui rivolgersi per fare azioni in borsa. Il limite delle SIM era dalla
regolamentazione, cioè tutte le attività che svolgeva le poteva fare direttamente anche una
banca, non avevano riserve di legge. Questo era oggetto di concorrenza sleale, perché quando
disinvesto dalla borsa, l’investimento torna ad essere denaro che finisce sul c/c d’appoggio. Ma
la SIM non è una banca, il c/c veniva aperto dalla banca e basta. Molte SIM quindi si sono
trasformate in banca, in modo da non perdere clienti. Esistono ancora alcune SIM,
principalmente fondate da antichi agenti di cambio importanti e rimangono come una specie di
marchio di prestigio.
o Assicurazioni: possono stipulare polizze assicurative (solo loro possono farlo). Non fanno solo
polizze assicurative furto e incendio, ma offrono anche polizze puramente finanziarie, legate
agli investimenti.
Presenza di regolamentazione:
o mercati regolamentati: il loro funzionamento avviene nel rispetto delle regole stabilite dalle
autorità di vigilanza e dalle società di gestione dei mercati. Questo tipo di mercati devono
avere una serie di proprietà, requisiti e autorizzazioni che derivano dalla legge.
o mercati over the counter (OTC): sono tutti i mercati che non rientrano nei regolamentati.
Sono mercati il cui funzionamento ha luogo senza che vi siano regole stabilite da autorità di
vigilanza, ma che adottano modalità e prassi operative comunemente accettate. Su questi
mercati sono comuni gli scambi di contratti derivati da un ampio gradi di sofisticazione e
personalizzazione.
Grado di novità degli strumenti finanziari, ovvero ciclo di vita dello strumento finanziario negoziato
o mercati primari: mercato dei titoli nuovi. Si parla di emissione e sottoscrizione del titolo in
questo caso. Il prezzo di questi strumenti finanziari viene spesso fissato dagli analisti.
o mercati secondari: mercato dei titoli rivenduti, già “usati”. In questo caso si parla di
acquisto e vendita di titoli già esistenti.
Durata residua degli strumenti finanziari. Gli strumenti possono avere tante durate, alcuni anche
senza scadenza. Sul mercato, è importante separare gli strumenti di breve e di media-lunga durata.
o mercati monetari: dove abbiamo strumenti con durata residua minore o uguale a 12 mesi
o mercati finanziari (o dei capitali): dove abbiamo strumenti con durata residua superiore a
12 mesi
Rilevanza della forza contrattuale: significa che su alcuni mercati, nelle transazioni conta l’identità
dei soggetti, su alcuni mercati no.
o mercati diretti: se l’identità di un soggetto ha un impatto sul mercato, siamo in un mercato
diretto.
(Esempio: Fiat è famosa perché da decenni comunica il tasso fiat, cioè comunica al mercato
il tasso a cui è disposta a farsi finanziare e gli altri operatori lo devono prendere così
com’è.)
o mercati aperti: mercati in cui l’identità dei soggetti non è importante. Le transazioni sono
addirittura anonimizzate, non si sa neanche con cui si fa la transazione. Non c’è un impatto
derivante dall’identità del soggetto.
Tipologia di strumenti finanziari negoziati
o Mercati azionari, obbligazionari, dei derivati, del gas, del cotone, ecc…
Se una moneta ha però un valore estremamente instabile, non copre la funzione 2 e 3 come dovrebbe.
La moneta
Moneta a corso legale (moneta segno)
Si chiama così perché il suo corso (cioè la sua circolazione), è sancita da una legge, grazie alla quale
la moneta acquisisce valore
la sua accettazione è imposta per legge
non può essere rifiutata dal creditore
viene creata da un soggetto pubblico (banca centrale) che decide quanta moneta stampare
C’è un grande squilibrio tra moneta legale (poca) e tante monete scritturali (bancarie, postali, ecc...)
Il circuito interbancario
È la rete su cui viaggiano i pagamenti tra banche (interbancario).
L’attivazione del circuito richiede:
1. lo scambio di informazioni relative alle operazioni di pagamento e d’incasso eseguite per conto
dei clienti
2. avviene la transazione e le banche delle controparti si scambiano denaro e quindi si
compensano tra di loro i debiti e crediti interbancari (fase tecnica gestita dalle banche)
Come può avvenire il regolamento delle ragioni di debito e di credito delle banche coinvolte?
a. schema bilaterale tramite conti di
corrispondenza: ci sono due banche che si
scambiano soldi su conti di
corrispondenza, che sono c/c accesi per
movimentare i pagamenti dei clienti.
(poco realistico nella vita vera)
Se si coinvolgono più banche però il sistema
diventa complesso perché:
i) le banche hanno tanti software
diversi e sistemi di pagamento diversi
ii) tanti soldi immobilizzati in giro per il
mondo
c. schemi ibridi: ci sono sistemi che mischiano la base lorda e la base netta. Possono essere:
i) circuiti a base netta dove non liquido solo a fine giornata ma più volte nel giorno
ii) circuiti a base lorda dove i pagamenti non avvengono esattamente in tempo reale
Blocco 2: Raccolta e cenni di politica monetaria
Le politiche di raccolta (diretta)
Raccolta: denaro che entra in banca, che si può trasformare in attivo attraverso prestiti concessi. Le
banche erano molto attente verso la raccolta. Questo atteggiamento ortodosso è stato dimenticato,
perché c’erano dei veicoli di finanziamento della banca molto comode e disponibili, per cui le banche
avevano disimparato a fare raccolta. Con la crisi finanziaria, alcune di queste fonti molto comode si
sono inaridite e le banche hanno riscoperto l’importanza della raccolta. Oggi la raccolta è tornata
importante, perché alcune delle sue fonti si sono ritrovate non inesauribili.
Modalità di raccolta:
o Al dettaglio (retail, anche obbligazionaria):
il retail consiste storica raccolta delle banche, che consiste in piccoli risparmiatori che
depositano sul loro c/c in banca. Generalmente è una raccolta a vista e il cliente può
ritirare i soldi quando vuole. Con la disintermediazione negli anni ’90, la raccolta retail
si scema.
Questa raccolta negli anni è diventata obbligazionaria, cioè il cliente con i suoi soldi,
poteva investire in un’obbligazione emessa dalla banca. Le obbligazioni bancarie erano
un po’complicate da capire, inoltre erano più rischiose dei titoli di stato, ma rendevano
di meno, ma la banca ci lucrava approfittandosi della fiducia dei clienti. Ora la raccolta
obbligazionaria è poco popolare e non così necessaria.
o All’ingrosso (wholesale): raccolta di grandi quantitativi di soldi nei confronti di soggetti
istituzionali. Modalità di raccolta:
Mercato interbancario dei depositi: su questi network interbancari, le banche non solo
potevano fare pagamenti per la clientela, potevano concedere prestiti ad altre banche
bisognose di liquidità. Su questo mercato i prestiti sono basati sulla fiducia, se la fiducia
viene a mancare, questo sistema salta.
PcT: Pronti conto termine, che è un’operazione molto utilizzata in banca centrale e
consiste nel fatto che il cliente a pronti da soldi alla banca e questa trasferisce un
portafoglio di titoli, come forma di garanzia, per far stare tranquillo il cliente sul fatto
che l’operazione si chiuderà bene. Questa per la banca è raccolta.
Contemporaneamente, il cliente si impegna a restituire i titoli e la banca restituisce i
soldi maggiorati di interessi. All’ingrosso si fanno molto spesso per grandi ammontare,
anche se ogni tanto viene impiegata nel retail (per ammontare più piccoli).
Obbligazionaria: come per il retail, vengono emesse obbligazioni per istituzionali per
grossi ammontare. A differenza del retail però le condizioni erano diverse e queste
obbligazioni rendono di più, perché gli istituzionali chiedono le cifre giuste per quello
che comprano.
Le politiche di raccolta sono fondamentali per garantire gli equilibri di tesoreria e comporre una
struttura del passivo idonea. Se la banca fa male la raccolta, ben che vada diventa illiquido, con la
necessità di tirar su di nuovo le risorse e se non dovesse accadere, la banca diventa insolvente e deve
chiudere.
§ Azione: fornire liquidità alle istituzioni creditizie in quantità adeguata e regolarla volta per volta,
Operazioni di mercato aperto (OMA): sono rivolte da BCE al mercato (le banche), e il mercato può
decidere se aderirvi o meno. Con queste la BCE presta denaro.
o Operazione di rifinanziamento principale : sono le principali operazioni di rifinanziamento
del sistema. Queste operazioni molto spesso durano molto poco. Perciò la BCE propone
anche operazioni di rifinanziamento a più lungo termine.
o Ci sono anche le operazioni di fine tuning, che sono operazioni più mirate che servono per
recuperare ulteriore liquidità se necessaria (ma non in grandi quantità).
o Poi ci sono le operazioni strutturali dove la BCE, cambia durevolmente la quantità di
moneta del sistema (non utilizzata spesso).
Operazioni attivabili su iniziativa delle controparti (OIC): si chiamano così perché non è la BCE che
spinge l’operazione, sono le singole banche che chiamano la BCE e chiedono queste operazioni.
o Depositi liberi in Banca centrale: se una banca ha soldi in eccesso, li deposita di sua
iniziativa in BCE.
o Operazioni di rifinanziamento marginale: prestito di ultima istanza (visto prima). È una
forma di rifinanziamento che si utilizza in caso di emergenza.
Riserva obbligatoria: la BCE obbliga le banche a tenere presso di lei un certo ammontare di
liquidità.
a) i soggetti ammessi
b) le garanzie
c) le procedure
d) le tipologie di contratti
istituzioni creditizie assoggettate a riserva obbligatoria, cioè le migliaia di banche residenti nei paesi
euro che siano banche europee o straniere, se hanno filiali in Europa possono operare in mercato
aperto.
• queste banche devono rispettare dei criteri, di tipo patrimoniale e operativo fissati dalla BCE e dalla BCN.
Le banche devono essere “sane”. Questo si applica per le operazioni routinarie.
• poi abbiamo criteri aggiuntivi per particolari operazioni di emergenza che la BCE vuole sbrigare
velocemente, che le banche devono rispettare:
• tutte le operazioni di finanziamento devono svolgersi a fronte di adeguate garanzie, ovvero cessione alla
BCE di attività idonee, di asset (a titolo di proprietà, PCT, in pegno…). BCE, infatti, non dà mai un euro sulla
fiducia e basta.
Le garanzie possono essere di diverso tipo:
attività negoziabili, cioè quelle che può vendere direttamente sul mercato regolamentato (es: titoli di
stato).
attività non negoziabili (tra cui crediti o prestiti bancari)
Per ogni garanzia apportata, la BCE controlla quanto può guadagnare dalla garanzia che ha ricevuto. Più le
garanzie solo di qualità (cioè più generano profitto), più soldi la BCE presterà e viceversa.
• aste: la BCE offre dei soldi e le banche competono tra di loro per aggiudicarseli.
Categorie:
1. a tasso fisso: la BCE fissa una quantità e un tasso da pagare. Sono le più frequenti.
a) il tasso applicato ai soggetti assegnatari è unico
b) le quantità assegnate sono quelle richieste. Ma se le quantità richieste sono maggiori di quelle
offerte dalla BCE, si va a riparto proporzionale, cioè ognuno prende la proporzione di quello che
ha chiesto, senza fare discriminazioni per nessuno.
2. a tasso variabile:
a) Offerte ordinate in modo decrescente rispetto al tasso, cioè sono le banche che dicono loro che
tasso vogliono pagare.
b) Chi offre di più ovviamente verrà pagato per primo. Ciascun assegnatario paga il tasso richiesto
sino ad esaurimento dei soldi.
B. veloce
la BCE vi ricorre unicamente per operazioni di fine tuning, cioè solo ed esclusivamente per la
regolazione puntuale.
si svolge nell’arco di 90 minuti dal momento dell’annuncio
partecipano unicamente banche di alto standing
• procedure bilaterali: l’operazione è a uno a uno, la BCE fa la transazione con un singolo intermediario. Si
riferisce solo alle OMA. Non hanno pubblicità esterna, cioè quando si verificano non vengono rese
pubbliche. Solitamente hanno natura emergenziale
•obiettivo: iniettare/drenare liquidità dal sistema in base a come si vuole strutturare l’operazione
•Procedura: asta veloce o procedure bilaterali (non calendarizzabili), chiamando le banche più
importanti
• due tipologie di operazioni: entrambe sono di brevissima durata (una notte), sono rinnovabili, ma sono
fatte per chiudere i conti per una giornata
1. rifinanziamento marginale
• brevissima durata
• importo “teoricamente” illimitato: BCE a una banca che chiede questo servizio, è disposta a dare
qualunque cifra, ma questa illimitatezza è puramente teorica, perché incontra un limite: la
presenza di idonee garanzie (troppe poche garanzie, pochi soldi prestati) in cambio dei soldi.
2. deposito presso la Banca Centrale: senza limite, la BCE paga un tasso di interesse alla banca che
deposita (molto basso)
Tassi di interesse
BCE tende a comunicare 3 tassi di interesse: comunica il tasso di rifinanziamento marginale, il tasso di
deposito, tasso di rifinanziamento principale.
• regolate a tassi simmetrici rispetto al tasso corrente delle ORP. In realtà non esiste una vera e propria
simmetria.
• corridoio delimitato
• no limiti di importo -> influenza su tasso max e min dei depositi interbancari a un giorno
La riserva obbligatoria/1
• obiettivi
§ favorire la stabilizzazione dei tassi di interesse del mercato monetario: BCE obbliga a tenere un
risparmio obbligatorio da parte, così che se manca liquidità, può essere prelevata da lì senza
cercarli sul mercato.
§ concorrere alla creazione o all’aumento del fabbisogno strutturale di liquidità del sistema
bancario
• destinatari
• modalità di calcolo
§ aliquote
§ franchigia
La riserva obbligatoria/2
- modalità di calcolo: viene applicata una percentuale e viene tolta una franchigia.
- aggregati soggetti a riserva: solo 1 e 2. Su 3 e 4 in realtà non si applica alcuna riserva, perché l’aliquota è
allo 0%
1. depositi a vista con scadenza predeterminata e con preavviso sino a due anni
- Aliquote
• 1% su aggregati 1 e 2
• 0% su aggregati 3 e 4
- franchigia: 100.000 euro, detrazione forfetaria, per far sì che le banche piccole con poca raccolta, non
versino niente di riserva
- la riserva obbligatoria da depositare viene ricalcolata ogni 6 settimane
- l’assolvimento dell’obbligo: sui saldi di fine giornata osservati nell’arco del periodo di mantenimento
(circa 6 settimane)
- remunerazione
• al tasso medio delle operazioni di rifinanziamento principale (1,25%) effettuate durante il periodo di
mantenimento
• calcolata sulla riserva dovuta e non su quella eccedente
- periodo di mantenimento: calendario BCE tre mesi prima dell’inizio dell’anno l’obbligo di riserva
bisogna ottemperarlo in media, cioè non è necessario depositare soldi tutti i giorni, l’importante è che
alla fine del periodo di 6 settimane, il saldo medio sia quello dovuto.
- conto di riserva: La riserva obbligatoria bancaria viene tenuta su speciali conti di riserva (reserve
accounts) presso la BCN.
- movimentazione/mobilizzazione: durante il periodo di mantenimento si può movimentare
integralmente la riserva obbligatoria bancaria, cioè si possono utilizzare i soldi sul conto di riserva, ma il
saldo medio di periodo, calcolato all’ultimo giorno del periodo stesso, non deve essere inferiore alla
riserva dovuta (giornalmente la riserva obbligatoria bancaria può quindi essere inferiore o superiore a
quanto dovuto), cioè è solo l’ultimo giorno che devono far “quadrare i conti”
Questa è una politica restrittiva nei confronti delle finanze della banca; infatti, aumentando o riducendo gli
obblighi di riserva si è in grado di aumentare o diminuire la liquidità nell’economia.
- Erogazione di liquidità a tasso fisso con piena aggiudicazione degli importi richiesti
- Aumento attività stanziabili: aumento della capacità delle banche di fare garanzia, per fare in modo che
ottengano più prestiti
- Erogazione di liquidità a più lungo termine
- Erogazione di liquidità in valuta estera
- Variazione del coefficiente di riserva obbligatoria: dal 2% all’1%
- Acquisti definitivi di determinati titoli di debito
Viste alcune difficoltà ad accedere al meccanismo del rifinanziamento marginale, in periodi di crisi Banca
Centrale ha avviato delle OMA con caratteristiche quasi da prestatore di ultima istanza (è come se BCE
anticipasse la richiesta delle banche di rifinanziamento marginale proponendo lei delle somme alle banche,
che sono libere di accettare o meno).
La vigilanza in Italia
Modello ibrido decentrato: abbiamo più autorità e vengono utilizzati 2 modelli decentrati insieme
Vigilanza per finalità: autorità più grosse
o Banca d’Italia: è responsabile della stabilità che si lega a un tema di dotazioni patrimoniali,
deve evitare la carenza patrimoniale
o CONSOB: trasparenza delle informazioni e correttezza nel comportamento degli operatori,
o AGCM (autorità garante della concorrenza del mercato), chiamata anche autorità antitrust:
evita che si formino oligopoli, cartelli (trust), quindi tutela la concorrenza
Vigilanza per soggetti:
o IVASS: che vigila solo sulle compagnie di assicurazione
o COVIP: che vigila sui fondi pensione (forme di previdenza complementare)
CICR (comitato interministeriale per il credito e per il risparmio): è un club in cui siedono i ministri
con impatto diretto sull’economia, che ha un ruolo di alta vigilanza, detta le linee guida che le
autorità di vigilanza dovrebbero seguire nella loro attività, anche se ormai le linee guida arrivano da
fuori l’Italia (UE).
Ministro dell’Economia: membro del CICR che ha un certo potere regolamentare, non è un’autorità
vera e propria, ma detta regole che poi trovano applicazione nella vigilanza e anche i requisiti di
professionalità e onorabilità di soggetti rilevanti nel settore finanziario.
Le novità a livello nazionale/internazionale
Aspetti critici: Durante la crisi del SubPrime, a livello europeo si sono osservati alcuni
comportamenti: ogni paese cercava di salvare gli interessi nazionali, senza curarsi degli altri paesi.
o Mancanza di coordinamento (sotto stress): tra i paesi
o Soggetti too big to fail: banche molto grandi che richiedevano un’attenzione particolare
Mercati integrati e player internazionali si confrontano con una normativa e una vigilanza
prettamente nazionali: quindi erano soggetti a tante normative diverse
Rapporto de Larosière: A fine 2008 a livello europeo viene costituito un gruppo di esperti in ambito
bancario e finanziario a cui viene affidato il compito di trovare gli sbagli effettuati nel fronteggiare la
crisi e i suggerimenti su come si sarebbe potuto agire, così da poter successivamente riformare in
maniera adeguata le strutture di supervisione dell’Unione Europea. Il rapporto de Larosière
evidenzia:
o Mancanza di vigilanza macroprudenziale: cioè mancanza di vigilanza alle banche nel
complesso
o Mancanza di disciplina specifica per soggetti internazionalizzati
Il SEVIF è un nuovo costrutto in cui la politica, la regolamentazione e la finanza, cercano di recepire
alcune indicazioni del rapporto di Larosière. È un organismo con diversi scopi, quali:
✓ prevenire i rischi di destabilizzazione del sistema finanziario
✓ garantire il coordinamento tra diverse autorità nazionali, dando loro linee guida comuni per
quanto riguarda regolamentazione e vigilanza, così da assicurare l’applicazione uniforme della
normativa europea e comunitaria
✓ promuovere coerenza di comportamento da parte delle singole autorità di vigilanza nazionali
✓ raccogliere informazioni di tipo micro e macroprudenziale così da assicurarsi una corretta
risposta da parte del sistema
ESRB (comitato europeo sui rischi sistemici): è un insieme di banchieri centrali, a cui si aggiungono
figure apicali delle autorità di vigilanza, per svolgere analisi macroprudenziali. È un comitato che
riceve dati dalle autorità di supervisione europee, li elabora e laddove vede squilibri di sistema
lancia allarmi. Inoltre collabora con il FMI, Financial Stability Board e i paesi terzi.
ESA (european supervisory authorities): salvaguarda la solidità finanziaria dei singoli intermediari
(vigilanza microprudenziale) e protegge gli utenti dei servizi finanziari. È costituito da un Comitato
congiunto e da tre Autorità europee di vigilanza, ciascuna con personalità giuridica:
2. Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA), si occupa
dell’ambito assicurativo e dell’ambito della previdenza integrativa
Le tappe di avvicinamento
Comprehensive assessment delle banche
o valutazione del profilo di rischio di tutte le banche sottoposte a vigilanza BCE
valutazioni sui bilanci, sulla qualità dei crediti, investimenti finanziari: consiste nel
controllare l’attivo delle banche, il quale era diverso da paese a paese a causa delle
regole contabili secondo le quali si potevano computare delle voci diverse sulla
base del paese di provenienza, per cui BCE doveva delineare una regola contabile
unica ed applicarla su tutti gli attivi al fine di poterli ispezionare meglio.
Stress test: simulazioni per individuare i soggetti più vulnerabili alle crisi
o esame della leva finanziaria, della governance e della struttura organizzativa: ciò perché il
sistema finanziario è da sempre caratterizzato da un altissimo rapporto di indebitamento
capitale proprio, questo è sintomo di una grande vulnerabilità. Cresce la necessità di avere
nel CDA delle persone effettivamente dell’ambito finanziario che fosse in grado di prendere
decisioni consapevoli e mirate
SSM e Armonizzazione
Per garantire una maggiore omogeneità regolamentare e di azione, sono previsti due istituti:
o Single Rulebook
o Single Supervisory Manual
Quali compiti di vigilanza?
o autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria;
o adozione di regole di vigilanza prudenziale, di analisi e valutazione dei rischi uniformi per
tutte le banche;
o imposizione di capital buffers più elevati
o vigilanza sui conglomerati finanziari
o realizzazione di interventi tempestivi in caso di crisi di banche
• contemplare una serie di scenari di grave stress macroeconomico e finanziario attinenti alla specifica
situazione dell’ente e comprendenti eventi di natura sistemica e stress specifici per singole persone
giuridiche e per i gruppi
• indicare il complesso degli indicatori, di natura qualitativa o quantitativa, stabiliti dall’ente nonché ́ le
circostanze in cui possano essere adottate le azioni ritenute opportune, indicate nel piano.
Risoluzione di una situazione di crisi -> (resolution plans) sono strumenti di intervento ex post:
correttivi da adottare che decide la vigilanza in caso di dissesto o sua elevata probabilità. Quali strumenti a
disposizione?
Bail in
Salvataggio dall’interno, ossia operato
con risorse proprie. L’idea del Bail In è
che non serve lo stato per salvare la
banca, ma basta essa stessa che con le
sue risorse interne riesce a salvarsi.
Con il bail in: si trasforma una parte
delle passività (anche soldi in c/c) in
capitale di rischio, cioè in azioni
avviene quando una banca subisce una
perdita che azzera il capitale; perciò,
resta una banca più piccola e per
risanarla, bisogna aumentare il capitale
- I primi ad essere sacrificati sono gli azionisti,
anche azzerare il capitale
- Sacrifico poi i obbligazionisti subordinati
- Poi sacrifico i creditori, svalutando o
convertendo in azioni
- Arrivando anche a toccare i c/c oltre i 100.000
euro (per ultimi)
La vigilanza deve sempre valutare a quanto andrebbe in tasca agli stakeholder, liquidando o facendo una
procedura di resolution, dipende da quella che fa guadagnare di più gli stakeholder.
Questa operazione strutturalmente è una cosa intelligente perché si riesce a capitalizzare la banca anche
quando sul mercato non c’è capienza di fondi.
Testo Unico Bancario (TUB – d.lgs. 385/1993): regolamenta l’attività di intermediazione svolta
da banche e altri intermediari creditizi non bancari, modificato in più punti dalla cosiddetta
“legge sulla tutela del risparmio” (l. 262/2005) ;
Testo Unico della Finanza (TUF – d.lgs. 58/1998) Decreto Draghi: detta disposizioni in materia
di attività di intermediazione mobiliare, prestazione dei servizi di investimento e
funzionamento dei mercati mobiliari;
Codice delle Assicurazioni Private (d.lgs. 209/2005): disciplina l’attività assicurativa sia nel
ramo vita sia nel ramo danni;
Normativa in materia di forme pensionistiche complementari, contenuta nel d.lgs. 252/2005,
Regolamentazione a livello europeo
I continui cambiamenti all’interno del mondo finanziario, sia per quanto riguarda le crisi che
per quanto riguarda la rapida innovazione che caratterizza il settore, hanno necessitato un
rapido e continuo cambiamento e aggiornamento delle regolamentazioni.
BETTER REGULATION
Negli ultimi anni si è affermato un nuovo stile di legiferare: il better regulation, in realtà già il testo unico
della finanza del 1998 aveva introdotto questo stile che è molto interessante perché è un modo moderno di
fare le leggi, in quanto comprende:
2. Conoscitiva:
Vigilanza prudenziale
Diversi aspetti:
Viene creato il comitato di Basilea, che è di carattere consultivo, non legislativo, scrivono dei testi
consigliando le migliori pratiche da applicare al sistema bancario, scrivono linee guida.
Nel 1988, viene emanato il primo accordo sul capitale, scrivono come dovrebbe essere gestita una banca
dal punto di vista patrimoniale. Questo è Basilea 1.
L’obiettivo del documento è quello di introdurre degli indici, delle percentuali, che possano aiutare a
distinguere banche sane da banche a rischio o in dissesto. Vi è una relazione diretta tra la rischiosità che la
banca sopporta e le dotazioni patrimoniali delle quali si deve dotare.
1. Patrimonio di vigilanza (fondi propri negli accordi più recenti): è il patrimonio di una banca,
secondo gli accordi di Basilea. È un patrimonio fatto di voci scelte dal Comitato di Basilea. Non è il
patrimonio netto del bilancio. All’interno di questo patrimonio vi troviamo il capitale sociale e
alcune obbligazioni, in particolare quelle subordinate, che non sono capitale sociale, possono
essere considerate come il capitale di rischio, ma non lo sono, bisogna quindi essere in grado di
trovare un equilibrio tra la dotazione iniziale di una banca e il rischio.
2. Risk weighted assests (attività pesate per il rischio): attivo a rischio, cioè la potenziale perdita da
affrontare nelle attività. Basilea è interessata ai rischi dei total assets e chiede di calcolare i risk
weighted assets. Equazione: patrimonio della vigilanza banca almeno pari all’ 8% dei risk weighted
assets. Requisito minimo patrimoniale.
Le regole del documento Basilea 1 non si configurano immediatamente come obbligatorie, ma vengono
successivamente recepite dagli organi nazionali e internazionali che le integrano all’interno delle loro
regolamentazioni; quindi, se non si dovessero adottare le regole dell’accordo di Basilea si violerebbe la
regolamentazione finanziaria e quindi si otterrebbero dei regimi sanzionatori o a livello pecuniario o limiti
all’operatività.
Basilea 2: viene messo su carta nel 1999 e nel mercato nel 2004 e trova piena occupazione nel 2007. Ha
durata breve.
Riforma il modo con cui si calcola il rischio di credito, sulla base di 2 principi:
1. uso del rating, giudizio un voto dato alla qualità del debitore, che associa al credito una probabilità
di insolvenza. Si usano non solo rating di società esterne (rating ufficiali), ma viene consentito di
potersi costruire il rating in casa, cioè valutano loro la clientela.
2. Aggiunge anche una nuova tipologia di rischio: i rischi operativi, che sono rischi legati all’operatività
della banca.
1. Requisito patrimoniale minimo, B2 riconferma quella relazione tra patrimonio di vigilanza e risk
weighted assets, cioè mette al centro un equilibrio tra mezzi patrimoniali e rischi subiti dalla banca.
2. Processi ICAAP e ILAAP/SREP:
a. ICAAP/ILAAP: sono processi sviluppati dalle banche con cui essa programma, cioè verifica
in chiave prospettica la propria adeguatezza patrimoniale (ICAAP) e la propria liquidità
(ILAAP).
b. SREP: risposta della vigilanza che valuta su ICAAP e ILAAP e da un giudizio sulla
programmazione delle banche. Un giudizio negativo ha impatti patrimoniali (sanzioni).
3. Disciplina di mercato: oltre ad avere la vigilanza vera e propria, Basilea 2 dice che anche il mercato
può vigilare (mercato come le borse). B2 obbliga quindi le banche a fornire al mercato molte
informazioni (operazione di trasparenza), cosicché il mercato possa premiare o sanzionare le
banche che ritiene virtuose o meno. Troppo ambizioso per l’epoca.
B2 era un accordo molto più strutturato del primo, ma arriva un momentaccio e il suo modo di funzionare
non va bene, perché generava incentivi avversi.
viene introdotto un nuovo rischio di liquidità, le banche sono soggette a due indici di liquidità.
Basilea 3
Viene stilato nel 2010, ma entrata in vigore progressiva. In questo accordo vengono confermati i rischi di
credito, operativi, di mercato, viene aggiunto poi a questi il rischio di liquidità. Di accordo in accordo i
requisiti patrimoniali vengono aumentati, questo perché si ha l’idea che più patrimonio si ha e più l’azienda
è resiliente per cui per avere certezza che davanti a fenomeni di instabilità la banca riuscisse a contrastare i
problemi senza necessità di aiuti.
REQUISITO MINIMO PATRIMONIALE OBBLIGATORIO
Questo accordo introduce precisi requisiti in termini di liquidità e quindi il rischio di liquidità che per anni
era stato dimenticato e che poi hanno ricordato tutte le crisi come quelle dei subprime, facendo si che vi
fossero anche dei vincoli e dei limiti di liquidità. Le banche avevano il compito di rispettare determinati
parametri bilancistici sulla liquidità (ultime due righe) → requisito di liquidità minimo
B3 accetta ancora i Tier di Prima, ma aumenta la quota di T1 e diminuisce nettamente T2, cioè
modifica la sua composizione
Trattamento patrimoniale per i soggetti di rilevanza sistemica (SIFI), cioè intermediari problematici:
B3 introduce una serie di presidi per mettere in sicurezza soggetti multinazionali che hanno rilievo
sistemico.
Fondi propri
Capitale di classe 1 [Tier 1 – T1] – in grado di assorbire le perdite in condizioni di continuità d’impresa (on
going concern), cioè quando si concretizzano i rischi.
Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) sono azioni ordinarie e riserve di utili
(capitale sociale e riserve)
o minimo 4,5% ATT ponderate per il rischio
Capitale aggiuntivo di classe 1 (additional Tier 1 - AT1): sono strumenti di natura capitale, ma non
azionari
Capitale di classe 2 [Tier 2 – T2] – in grado di assorbire le perdite in caso di crisi (on gone concern)
Vi sono poi aggiustamenti regolamentari e possibili buffer aggiuntivi: sono dei contenitori che si riempiono
e svuotano a seconda del bisogno.
1. Capital conservation buffer: prevede che le banche mettano dentro un ulteriore 2,5% di CET1. Tutte
le banche lo devono avere, cioè il requisito totale + buffer diventa 10,5%
2. Countercyclical buffer (buffer anticiclico): in momenti di mercato molto in espansione, le banche
potrebbero dover mettere in questo buffer un altro 2,5% di CET1, in caso di crisi.
3. Systemic risk buffer (buffer del rischio sistemico): se in un paese si avvertono vulnerabilità e rischi
prevalentemente macro, può essere previsto questo ulteriore buffer (non è specificato il range,
cioè quanta percentuale serve).
4. G-SIB/O-SIB risk buffer: per le banche che hanno un potenziale impatto sistemico locale (G-SIB) o
internazionale (O-SIB)
MA se vengono attivati tutti questi buffer, il requisito minimo di CET1 su RWA è 15-16%.
ICAAP (Internal Capital Adequacy Assesment Process)e ILAAP (Internal Liquidity Adequacy
Assesment Process) -> spetta alle banche
o valutazione della propria adeguatezza patrimoniale in relazione a:
rischi assunti (RAF – Risk Appetite Framework)
strategie aziendali
o presuppone adeguati sistemi di gestione dei rischi e di controllo interno e meccanismi di
governance
SREP (Supervisory Review and Evalutation Process) -> spetta alle Autorità di Vigilanza (BCE/ANC)
o riesame ICAAP
o giudizio complessivo
o misure correttive se necessarie
o Pillar 2 requirements e Capital guidance: questi vengono assegnati solo nel caso di
cattivissimo progetto e consistono in un ulteriore accantonamento di capitale da
ottemperare.
Un efficace sistema di controlli interni
Obiettivi:
o efficacia/efficienza dei processi aziendali
o protezione perdite
o affidabilità delle informazioni per fare scelte consapevoli
o conformità (compliance) con leggi e regolamenti
Diverse tipologie:
o controlli in linea (produzione)
o controlli sulla gestione dei rischi (≠ produzione caratterizzato da trasversalità, vi sono delle
funzioni di controllo trasversali all’organizzazione. Vi sono degli operatori che lavorano
specificamente nella gestione, monitoraggio e individuazione dei rischi di ogni funzione
organizzativa. Gli organi legati a questo aspetto sono la compliance (monitora l’aderenza ai
regolamenti) e la funzione di risk management con il cosiddetto CRO (il capo della funzione
risk management)
o revisione interna (internal audit): ha una visione d’insieme molto ampia ed un reporting
diretto con le funzioni apicali. Si occupa di una revisione dei processi interni e ha un ruolo
sul monitoraggio della banca e per questo è una funzione molto temuta.
Organi diversi in relazione a tipologia/livello.
Blocco 5: I rischi
Tassonomia dei rischi
Effetti dell’evento
o rischi puri (o assicurativi): effetti negativi (la cui gestione è oggetto specifico dell’attività
assicurativa) -> producono effetti solo negativi se si verificano, non si hanno benefici se non
si manifestano
o rischi finanziari (o speculativi): effetti sia positivi sia negativi -> natura bifronte, a volte
effetto positivo e a volte negativo es. riduzione dei tassi d’interesse.
Natura del rischio
o rischi sistematici: nascono da situazioni generali (catastrofi naturali, innovazione
tecnologica, regolamentazione, tassi di interesse e di cambio, prezzi, ecc.)
o rischi non sistematici: nascono da fenomeni relativi ai singoli intermediari (credito e
regolamento, business e reputazione)
Rischio di credito
Per un’efficace quantificazione del rischio di credito: probabilità di uno scostamento tra
o perdita attesa, livello stimato ex ante-> idea della perdita attesa, la certezza non c’è mai
quando la banca concede un credito, quando un finanziamento viene erogato la banca
stima già statisticamente la perdita attesa,
o perdita effettiva, livello rilevato ex post. ->controllo se effettivamente l’attesa era giusta o
no in base a quanto riscontrato nella realtà, la variabilità fra attesa ed effettiva è il rischio
che devo monitorare, il divario è ciò che non ci si aspettava, quello è il problema.
Attraverso un errata stima delle perdite, si può incorrere in una perdita inattesa: quella perdita
effettiva che supera le attese.
Come coprire la perdita?
o perdita attesa: accantonamenti e rettifiche
o perdita inattesa: fondi propri. Ecco lo stress per detenere i fondi propri.
In tempi moderni le banche hanno a disposizione nel calcolo dei rischi due scelte:
1. approcci semplificati, chiamati standard in cui stimano pochissime voci, e si usano parametri pre-
calcolati, pre-comunicati dalla vigilanza e quindi standardizzati, approccio molto simile a quello di
Basilea 1,
2. la normativa spinge ad utilizzare modelli più sofisticati, spinge ad utilizzare sistemi interni, per
utilizzare questi modelli serve l’autorizzazione della vigilanza, per stimare la perdita attesa, almeno
le banche più grosse oggi usano questo sistema, il metodo IRB (Internal rating based).
Il punto di partenza è EAD (exposure at default), che sono i soldi che il mio cliente ha preso dalla
banca quando ipotizzo che possa fallire. Questa va moltiplicata per la probabilità che il soggetto
faccia default (PD), e per la loss given default (LGD), che è la quota di soldi che ipotizzo di non poter
recuperare. Poi tutto questo si moltiplica per l’8%, che sono i fondi propri richiesti.
Il rischio di mercato
3 componenti (non necessariamente presenti contemporaneamente)
o rischio di variazione del tasso di interesse
o rischio di cambio
o rischio di prezzo
Possibili politiche di gestione:
o minimizzare l’esposizione (gestione passiva) -> cioè si cerca di neutralizzare ogni posizione a
rischio, inserendone altre di segno contrario. Tuttavia, eliminando il rischio si toglie la
redditività.
o Le banche ricorrono ad asset & liability management -> la banca volontariamente si assume
rischio, che lascia sul bilancio, per poterli sfruttare
Rischi di liquidità
Rischi di liquidità: si manifestano quando per raccogliere risorse liquide, bisogna accettare
condizioni disoneste. Si possono manifestare per due canali:
o Funding liquidity risk -> non riuscire a trovare attività sul mercato a prezzi ragionevoli, ma
solo pagando prezzi elevati
o Market liquidity risk -> non riuscire a vendere attività pur di tirare su soldi
Effetti estremi: perdita della fiducia, corsa agli sportelli, «fallimenti» bancari (cfr. Northern Rock…)
Basilea e requisiti di liquidità
o LCR: liquidità a breve
o NSFR: prevede che la banca deve avere una certa quantità di raccolta stabile (di lungo
periodo)
Rischi interni
Rischio operativo -> rischio puro, difficile da coprire. Le banche lo dividono in diverse accezioni:
- Rischio da processi interni: es: presenza di modello organizzativo in cui su una certa area, non c’è
un controllo incisivo
- Rischio da risorse umane
- Rischio da fattori tecnologici: falle di sistema, server che si bloccano, hackeraggio, ecc…
- Rischio da fattori esogeni: inondazioni, calamità naturali, terremoti, guerre, ecc…
Rischio strategico -> voler raggiungere determinati obiettivi senza le competenze, gli strumenti, con
incoerenza fra obiettivi e strumenti a disposizione
Rischio reputazionale -> rischio che la reputazione di una banca si rovini (anche con fake news)
· Impresa unica -> è una società con un suo marchio unico, un suo capitale ecc.…, è una banca unica, è un
unico soggetto economico, un soggetto autonomo
· Può svolgere tutte le attività consentite ad una banca (art. 1 TUB): dalla concessione del credito al
corporate finance, dall’investment banking al private banking, ecc. ad eccezione delle attività ̀ che, per
riserva di legge, competono ad altri intermediari finanziari
· Di conseguenza, è un intermediario:
Modello nato in Germania, era un modello “dalla culla alla tomba”, questa banca va bene dall’adolescente
al pensionato, offre prodotti sia al singolo che all’impresa
o Abuso di informazioni sui clienti. Ciò causa potenziali conflitti di interesse che si possono
ingenerare tra la banca e la sua clientela. Come limitarli?
o Aumento del grado di rischiosità̀ complessiva -> facendo così tante attività la banca potrebbe
patire dei fenomeni virulenti sulle linee di business
o Altro svantaggio: le banche principalmente guadagnano sulle assicurazioni e sulla gestione del
risparmio, ma non avendo la riserva di legge su queste attività, una banca universale non può
esercitarle. È più conveniente creare un gruppo bancario con dentro un’assicurazione o una
SGR per poter svolgere quelle attività.
· Consente di abbinare
o un unico disegno strategico e imprenditoriale
o economie di specializzazione che scaturiscono dagli elevati livelli di specializzazione che
contraddistinguono i processi produttivi delle diverse società̀
È il modello inizialmente adottato dalle banche italiane (anni ‘90) per realizzare la diversificazione
produttiva (vincoli normativi derivanti dalla legge bancaria del 1936) -> alla fine della foresta pietrificata sia
avevano una miriade di piccole banche, l’unica soluzione era prendere piccole-medie banche e creare dei
gruppi per ottenere soggetti più grandi.
o holding pura quando non svolge attività̀ operativa, ma si occupa della gestione strategica e del
coordinamento del gruppo -> solo attività di capogruppo, non ha attività operativa con il pubblico,
scatola giuridica, fa solamente da capo. Permette maggiore parità tra le parti del gruppo.
o holding mista quando non attua una separazione tra la gestione operativa e quella strategica. ->
banca con le sue filiali e che oltre a quello è anche a capo di un altro gruppo di soggetti. Agli occhi
del pubblico determina disparità tra le parti del gruppo.
· subholding: sono comuni nei gruppi più grossi. Sono livelli intermedi di controllo, cioè società̀ finanziarie
alle quali vengono imputate partecipazioni in società̀ controllate appartenenti a raggruppamenti omogenei
(non sempre presenti), oppure a cui vengono affidate semplici compiti di reporting, cioè possono avere il
compito di coordinare le banche più piccole. Possono esserci più livelli di subholding.
Quale configurazione per il gruppo?
· Modello divisionale
Si identificano aree strategiche d’affari. Ogni area strategica di affari è gestita operativamente da una
specifica divisione, responsabile dei risultati economici ottenuti. Le tipiche divisioni sono:
Per prodotto
Per segmento di clientela -> spesso ha la prevalenza
Per area geografica
Modello tipico delle banche popolari, mantengono il loro marchio e la denominazione locale a cui viene
aggiunta la denominazione del gruppo.
Le funzioni produttive vengono accentrate in soggetti del gruppo, tutta la parte produttiva viene aggregata
in questa fabbrica di gruppo e le banche federali rimangono solo come rete distributiva.
Consente di:
(· Modello funzionale: modello estremamente debole e fragile nei gruppi bancari, perciò impraticabile)
· Vantaggi:
2)Mentre la banca universale fa raccolta con un unico marchio, il gruppo la fa con molti brand e quindi il
cliente potrebbe aderire a più proposte, senza rendersi conto che fa affari con lo stesso gruppo
·Svantaggi:
LE BANCHE SPECIALIZZATE
Non le più importanti ma le più numerose nel nostro paese, molte di esse adesso stanno confluendo in
gruppi.
segmento di clientela
prodotto: poco diffusa e poco profittevole. È più frequente la specializzazione per segmento di
business.
area geografica
canale distributivo (es: banche online)
· Può̀ essere riferita anche ad uno solo di questi elementi o ad un mix di esse
· Le scelte possono discendere dalla normativa che disciplina gli intermediari (specializzazione ope legis) ->
a volte la specializzazione non era una scelta, può succedere che una banca si trovi a presentare forme di
specializzazioni in forza alle banche, spesso le normative limitavano i servizi che una singola banca poteva
offrire.
· Sistemi a rete:
Caso BCC: Nel 2019 le BCC si sono aggregate in gruppi, per tenerle d’occhio meglio e per gestirle meglio in
caso di crisi. In queste, la capogruppo è controllata dalle BCC su cui governa.