Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1) Gestione finanziaria
La funzione finanziaria comprende il complesso di decisioni e di operazioni volte a reperire e ad impiegare i
fondi aziendali.
La gestione finanziaria viene inquadrata sotto il profilo strategico (si considerano decisioni di lungo
periodo, come programmare gli investimenti o reperire fondi) e operativo (compiti di attuazione e controllo
delle decisioni prese).
La gestione del piano finanziario richiede la creazione e il mantenimento dell’equilibrio tra fonti e impieghi
nel lungo, breve e brevissimo termine.
Il capitale circolante netto è pari alla differenza tra attività e passività correnti.
Il capitale circolante commerciale è la somma algebrica del valore delle scorte di magazzino, dei crediti
verso i clienti e dei debiti verso i fornitori.
Obiettivo dell’impresa sarà quello di stimare il fabbisogno finanziario netto, in modo da prevedere
l’esigenza di reperire nuove fonti di copertura oppure individuare le migliori opportunità di impiego di fonti
esuberanti. La decisione di questo patrimonio deriva dall’analisi della dinamica finanziaria, all’interno della
quale si legano gli aspetti economici finanziari della gestione. Gli strumenti per conoscere tale dinamica
sono: l’analisi dei flussi di capitale circolante e l’analisi dei flussi monetari.
La gestione finanziaria deve preservare la solvibilità (equilibrio finanziario) e la liquidità (equilibrio
monetario) dell’impresa.
La scelta delle possibili vie di copertura del fabbisogno è orientata dal rispetto di alcuni principi/attributi
fondamentali:
- omogeneità: fabbisogno e i mezzi di copertura devono avere la stessa proiezione temporale;
- flessibilità: è la possibilità di modificare la struttura finanziaria (liberando o attraendo risorse) al variare
del fabbisogno;
- elasticità: è la possibilità di espandere in senso quali-quantificativo la struttura finanziaria;
- economicità: massimizzazione dei differenziali tra rendimenti dell’investimento e costosità del capitale.
La minimizzazione del rischio. La gestione finanziaria dovrebbe essere orientata alla minimizzazione degli
oneri finanziari e alla minimizzazione del rischio finanziario. Il rischio finanziario è rappresentato
dall’incapacità di alimentare, sotto il profilo finanziario, i processi di gestione caratteristica. Esso può
assumere un carattere:
- strutturale (squilibrio delle fonti rispetto agli impieghi) che può portare all’insolvenza;
- congiunturale (occasionali carenze di cassa) che può portare all’illiquidità.
L’incapacità di bilanciare entrate ed uscite monetarie può creare una situazione di sofferenza che, nel lungo
andare, per via degli oneri finanziari, può condurre a uno stato di insolvenza.
La scelta delle fonti di finanziamento avviene in funzione degli obiettivi di economicità, omogeneità,
flessibilità ed elasticità posti alla gestione finanziaria nel suo complesso.
Una delle scelte fondamentali da assumere riguarda il livello di indebitamento per l’impresa. Questa scelta
deve essere orientata da fattori qualitativi riguardanti il livello di rischio, la rigidità della struttura e il
presumibile effetto del fattore leva finanziaria. La leva finanziaria esprime la capacità dell’indebitamento, in
determinate condizioni (ovvero quando ROI > i), di ampliare la redditività aziendale (reddito ottenuto sul
capitale proprio [ROE]).
Se ROI > i leva finanziaria positiva e quindi fa migliorare la redditività del capitale proprio (ROE)
Se ROI < i leva finanziaria negativa e quindi fa peggiorare la redditività del capitale proprio (ROE)
Finanziamento soci: nell’ipotesi di un fabbisogno occasionale di capitali, i soci possono far affluire propri
fondi sotto forma di finanziamento diretto. In tal caso, concedono delle anticipazioni all’azienda oppure
sottoscrivono direttamente un prestito obbligazionario. In entrambe le alternative i soci si possono
riservare il diritto di chiedere la restituzione dell’anticipazione o il rimborso delle obbligazioni in qualsiasi
momento.
Mercato mobiliare: più ricorrente ma non molto diffuso, questo canale di finanziamento consente di
ampliare la struttura finanziaria dell’impresa, in modo da favorire, mediante operazioni di aumento di
capitale e successivo collocamento azionario, la promozione di processi di sviluppo dimensionale.
Obbligazioni: tra le fonti creditizie bisogna inserire anche i risparmiatori o gli investitori istituzionali, i
fornitori e gli stessi dipendenti dell’impresa. L’impresa può procurarsi mezzi finanziari emettendo prestiti
obbligazionari e cambiali finanziarie, chiedendo credito ai fornitori, attingendo a conti di deposito
alimentati dai suoi dipendenti.
Credito bancario: è la fonte di credito più frequente e può assumere una differente estensione temporale e
concretarsi in forme tecniche diverse. Il finanziamento può essere ottenuto per lunghi tempi (operazioni di
mutuo) o per tempi brevi (aperture di credito, sconto di effetti, anticipazioni su titoli e merci, ecc.).
Leasing: con il leasing l’impresa non è costretta a sopportare immediatamente il peso dell’investimento
perché ottiene il bene mediante un contratto di locazione con diritto di riscatto del bene dopo un certo
numero di anni e ad un prezzo prefissato (di solito molto basso). In tal modo l’impresa può utilizzare
immediatamente il bene pagando un canone periodico e riservandosi alla fine del contratto di assumere
una decisione circa l’acquisto dell’oggetto dell’operazione. Una forma particolare di leasing è il lease-back,
che consiste nel vendere ad una società di leasing un bene posseduto, ma allo stesso tempo richiedendolo
in locazione alla stessa società acquirente. In questo modo l’azienda venditrice ha due vantaggi: ottiene un
finanziamento a fronte dell’alienazione di un bene di proprietà, di cui non perde l’uso, e sfrutta l’effetto
fiscale delle operazioni di leasing.
Factoring: è una particolare forma tecnica di finanziamento che consiste nell’affidare, ad istituti
specializzati, la gestione del portafoglio crediti, delegando il factor ad esperire tutta la procedura per il
recupero dei crediti stessi. Per tale compito al factor spetta una commissione sul factoring. Nel contratto
può essere previsto l’ottenimento di anticipazioni da parte di colui che ricorre al factoring e che, per questa
operazione finanziaria, è tenuto a corrispondere agli interessi.
Forfaiting: è la vendita pro-soluto (cioè con il rischio di insolvenza condiviso tra il debitore e il cedente del
credito stesso) di effetti cambiari che, in rapporto alla loro scadenza e al grado di rischio di incasso, vengono
ceduti in base al loro valore facciale decurtato in ragione di un tasso di sconto a “forfait”. Solitamente i titoli
di credito sono tratte emesse da esportatori e accettate dagli imprenditori esteri. I vantaggi per
l’esportatore sono rappresentati dalla rapidità d’incasso del credito e dall’eliminazione di qualsiasi rischio
finanziario conseguente all’operazione di vendita all’estero.