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1. Come un’impresa sceglie la sua struttura finanziaria ottimale?

Nelle scelte di struttura finanziaria entrano in gioco numerosi fattori, legati alla misura
degli effettivi risparmi fiscali derivanti dall’indebitamento, alla svalutazione del valore
dell’impresa derivante dai costi di dissesto, alle preferenze del management nell’ordine di
accesso alle varie fonti di finanziamento. Si tratta di una scelta complessa, che riguarda
uno degli elementi base del profilo strategico dell’azienda.

2. L’utilizzo di tecniche di attualizzazione adeguate rende oggettiva la


valutazione di convenienza di un investimento?
No, in quanto si attualizzano flussi rischiosi, ossia relativi a previsioni di andamenti futuri
(per esempio, la proiezione delle vendite di un nuovo prodotto nell’arco di vari anni).
L’analista deve pertanto procedere con razionalità, consapevole che le sue ipotesi di
gestione e la scelta del costo-opportunità del capitale da utilizzare nella valutazione
influiscono in maniera assai rilevante sui risultati del suo lavoro.

3. Perché nella valutazione dei progetti di investimento il flusso di


gestione operativa viene determinato sommando all’utile di progetto
il valore degli ammortamenti?
Perché l’ammortamento è un costo rilevante dal punto di vista reddituale, il quale però
non comporta uscite di denaro e, quindi, non è rilevante dal punto di vista dei flussi
finanziari.

4. Che differenza c’è tra capitale circolante lordo e capitale circolante


netto?
Il capitale circolante lordo (CCL) è riferito alle sole attività circolanti, mentre il capitale
circolante netto (CCN) è costituito dalla differenza tra attività e passività circolanti.

5. Se la borsa è così importante per il finanziamento delle imprese,


perché molte di esse non sono quotate?
La quotazione in borsa comporta, oltre agli innegabili vantaggi di aumentare i canali di
finanziamento e di ridurre il costo dello stesso, anche costi significativi per l’accesso al
mercato, obblighi informativi, potenziali condizionamenti sui processi di formulazione
delle principali scelte aziendali e rischi di possibili acquisizioni ostili. Si aggiunga il fatto
che la quotazione richiede ingenti volumi di scambi di titoli e si comprenderà la difficoltà
di far accedere numerose imprese italiane, di dimensioni medio-piccole e a base
proprietaria fortemente concentrata, al mercato borsistico.

6. Perché non tutti gli aumenti di capitale sociale apportano nuovi mezzi
finanziari all’impresa?
Gli aumenti di capitale a titolo gratuito e quelli in forma mista sono effettuati utilizzando,
rispettivamente in tutto o in parte, riserve patrimoniali già presenti nel bilancio della
società e quindi non determinano, per questa parte, un aumento del valore del capitale
proprio. Solo gli aumenti esclusivamente a pagamento e la parte a pagamento degli
aumenti in forma mista determinano un afflusso in azienda di nuovi mezzi finanziari.

Economia e organizzazione aziendale - Introduzione al governo delle imprese 2/ed


Fabio Antoldi
© 2012, The McGraw-Hill Companies srl
7. Perché le imprese ricorrono a differenti forme di finanziamento a
titolo di debito?
I motivi sono essenzialmente tre, fra di loro collegati: la ricerca delle fonti più adatte alle
caratteristiche del fabbisogno finanziario da coprire; la ricerca delle condizioni di tasso e
di scadenza più favorevoli; la necessità di diversificare le fonti di finanziamento.

8. Perché la presenza di costi di dissesto costituisce un disincentivo


all’espansione dell’indebitamento?
Al crescere del peso dell’indebitamento nella struttura finanziaria dell’impresa cresce il
rischio che essa non sia in grado di far fronte ai propri impegni di pagamento e fallisca.
La presenza dei costi di dissesto determina un rischio di svalutazione del valore
dell’attivo dell’impresa che aumenta il rischio per i finanziatori a titolo di prestito di non
essere pagati in tutto o in parte. Di conseguenza, più l’impresa è indebitata e più il suo
attivo risente dei costi di dissesto, più richiederanno essi tassi di interesse elevati, in tal
modo rendendo meno appetibile il ricorso a ulteriori debiti.

Economia e organizzazione aziendale - Introduzione al governo delle imprese 2/ed


Fabio Antoldi
© 2012, The McGraw-Hill Companies srl

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