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-dove siamo?
Per rispondere a questi interrogativi occorre un’analisi correlata delle dimensioni: operativa, competitiva,
economico-finanziaria e della gestione aziendale.
Il sistema di controllo interno consente di realizzare in sequenza logica le fasi fondamentali su cui si articola
l’attività di governo e direzione:
-determinare gli obiettivi di breve termine volti ad orientare il comportamento di chi detiene responsabilità
gestionali (FASE DI PROGRAMMAZIONE)
-verificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti e la loro validità rispetto alle mutevoli situazioni
operative generate dal dinamismo ambientale (FASE DI CONTROLLO)
Le due componenti del sistema di controllo sono la pianificazione strategica e il controllo di gestione
(preventivo, concomitante, consuntivo)
La pianificazione strategica riguarda l’analisi dello scenario macro, vision&mission, pianificazione operativa
e le strategie: di business, funzionali, di portafoglio.
In tutte queste fasi assume importanza la misurazione poiché solo ciò che può essere misurato può essere
controllato e, quindi, governato. Ciò che si misura, nei migliori dei casi, è ciò che si ottiene. Le misurazioni
possono essere di natura economico-finanziaria o di natura fisico-tecnica e possono essere utilizzate a
supporto dei processi decisionali, dei comportamenti umani e delle valutazioni dei risultati. Le misurazioni
possono essere di tipo quantitativo monetario, quantitativo no monetario, qualitativo. Tra le varie tipologie
di misurazioni, particolare rilevanza è riconosciuta a quelle di natura economico-finanziaria, esprimibili in
termini quantitativo-monetari aventi come oggetto redditività e valore.
BILANCIO DI ESERCIZIO
-fonte informativa per terzi (postulati per la redazione del bilancio secondo il Codice civile sono: chiaro,
veritiero, corretto)
- Stato patrimoniale
- Conto economico
- Nota integrativa
- Rendiconto finanziario
-adeguare gli schemi di bilancio come strumento di misurazione delle performance aziendali
-individuare un quadro di indicatori che consenta di esprimere un giudizio sulla gestione aziendale
-condurre un’analisi della gestione basata su indici e flussi, seguendo un approccio sistematico
Per capire se l’impresa viene gestita in condizioni di solvibilità (equilibrio) lo stato patrimoniale viene
riclassificato. Il criterio più utilizzato è il criterio finanziario poiché permette di capire se l’impresa, nel suo
percorso gestionale, è riuscita a tenere sotto controllo una regola generale che forma la buona gestione del
patrimonio. Regola generale: un investimento a lungo termine, destinato quindi a perdurare a lungo
nell’impresa, secondo il buon senso deve essere coperto da un finanziamento che sia a lungo termine. (per
gli investimenti a breve termine è indifferente che il finanziamento sia a breve o a lungo termine).
Il fabbisogno finanziario è rappresentato dal totale delle attività nette di bilancio ed esprime l’ammontare
dei mezzi finanziari necessari per la vita dell’azienda. La copertura dei fabbisogni finanziari è fondamentale:
CAPITALE FISSO (fixed asset) (F) CAPITALE NETTO (net capital) (N)
L’attivo è riclassificato in due blocchi, a seconda che l’attività si ripresenti in forma liquida entro l’esercizio o
oltre l’esercizio.
Il passivo è riclassificato a seconda che le passività debbano essere rimborsate in tempi brevi o in tempi
lunghi.
Questo tipo di riclassificazione permette di dire molto sugli equilibri che si vogliono individuare nell’ambito
dei risultati ottenuti in passato dall’azienda. Già dalla riclassificazione si è in grado di dire se con il capitale
proprio si riescono a finanziare le immobilizzazioni, parte in rosso tratteggiata = una porzione di F è
finanziata da debiti a medio lungo termine). Con le fonti durevoli F è completamente coperto e si residua
una parte per i finanziamenti a breve termine. [Fabbisogno finanziario durevole(N+π) copre gli investimenti
durevoli (F).
F: Capitale fisso
Fra le Imm.ni materiali occorre prestare attenzione all’inserimento di poste non facili da individuare fra cui
scorte di materie prime non impiegabili a breve termine e scorte di prodotti finiti o merci non vendibili a
breve termine (buffering).
Fra le Imm.ni immateriali prestare attenzione all’inserimento di poste non semplici da associare quali i
risconti attivi non a breve termine.
Fra le Imm.ni finanziarie prestare attenzione all’inserimento di poste non facili da individuare quali crediti di
regolamento (e simili) non a breve e crediti verso soci non a breve (da richiamare).
Fra le liquidità differite occorre inserire i crediti verso soci a breve, titoli agevolmente negoziabili, fatture da
emettere e ratei attivi.
N: Capitale netto
Fra le poste del capitale netto va inserito l’utile di esercizio destinati a riserva.
Fra i debiti a medio lungo termine vanno inseriti i fondi per rischi e oneri a lungo termine.
Fra i debiti a breve termine rientrano le quote di utili da distribuire (dividendi), i debiti di finanziamento per
elasticità di cassa e i fondi rischi per oneri a breve termine.
È necessario andare a vedere se c’è correlazione tra come l’azienda si è finanziata e come l’azienda ha
investito. Nell’esempio l’azienda ha fonti durevoli pari a1700 (ha reperito 500 come capitale proprio e 1200
come passività consolidate) e investimenti in immobilizzazioni pari a 1000. In questo caso la
sincronizzazione delle scadenze è rispettata perfettamente. Si può notare come l’azienda abbia elevati
debiti (capitale di terzi pari a 1800), questo dipende dai bassi tassi di interesse (intorno al 2%). Le aziende
italiane, in questo periodo storico, sono fortemente indebitate.
ESEMPIO:
Questa è un’azienda con un'intensità di capitale investito molto alta, capitale
F 3000. N 500 proprio basso e debiti a lungo termine maggiori dei debiti a breve termine. In
questo caso la sincronizzazione delle scadenze non è rispettata (F>(N+π)). Questa
π2000
azienda potrebbe avere dei problemi nel caso in cui tutti i finanziatori a breve
termine si presentassero contemporaneamente per essere rimborsati. ( C<p)
C 1000 p 1500
RICLASSIFICAZIONE CE
Il codice civile civilistico espone come valore della produzione una somma eterogenea di componenti (es.
A5) e non evidenza il reale risultato operativo per la presenza di possibili componenti straordinari, per
questo motivo anch’esso deve essere riclassificato.
-valore aggiunto
- (margini di contribuzione)
Il criterio del valore aggiunto è quello più adottato dalle imprese di trasporto, il valore aggiunto esprime il
valore che un’azienda aggiunge ai fattori della produzione grazie al proprio circuito produttivo [valore
aggiunto = valore della produzione-costi esterni]
Vi sono aziende che fisiologicamente generano valore aggiunto (es. Swatch) perché l’azienda, consapevole
di avere il valore aggiunto, ne fa un uso proficuo. Il valore aggiunto, se usato nel modo opportuno, crea un
circolo virtuoso che si autoalimenta. È essenziale saper individuale, leggere e commentare il valore
aggiunto
La differenza fra i due schemi risiede nel momento in cui il valore aggiunto lordo diventa netto.
Lo schema VA-MOL è preferito perché permette di ottenere un ulteriore indicatore che è il margine
operativo lordo
Più è elevato il valore aggiunto lordo e più si potrà assumere nuovo personale e ammortizzare in tempi più
rapidi, il valore aggiunto è un indicatore della gestione delle imprese fondamentale nei trasporti.
Il valore aggiunto è uno degli elementi più importanti dell’analisi del CE perché fornisce un’idea della
capacità dell’impresa di creare risorse con il suo ciclo economico, che può utilizzare per poi effettuare
ulteriori scelte sempre finalizzate a migliorare il suo circuito economico.
Le analisi di bilancio hanno come obiettivo definire le performance dell’azienda, la verifica del
raggiungimento degli obiettivi dal punto di vista economico – finanziario – patrimoniale. In primi si
individua il bilancio e si cerca di attribuire un giudizio di attendibilità del bilancio tramite la presenza di
certificati delle società di revisione. Dopodiché si procede alla lettura del bilancio e alla sua riclassificazione.
Occorre quindi scegliere che tecniche di analisi utilizzare, noi ne utilizziamo 2:
-analisi per flussi (oggi di moda perché dà origine al rendiconto finanziario e mette in evidenza il CF
dell’azienda)
E’ importante riuscire a capire se l’azienda produce o assorbe liquidità e in un periodo storico come quello
attuale, in cui la riserva di liquidità è difficile da trovare, per un’azienda è strategico riuscire a produrre
liquidità.
Si effettua un’analisi finanziaria ed economica perché con l’analisi finanziaria -patrimoniale si riescono a
capire gli asset dell’azienda ( molto importati nei trasporti), la sua situazione debitoria e creditori; aspetti
molto importanti per comprendere la solvibilità di un’impresa che transitano nello stato patrimoniale. Si
effettua un’analisi sia di struttura che di situazione, gli aspetti strutturali attengono alla struttura ( sono
quindi flussi, una fotografia della situazione dell’azienda), gli aspetti situazionali invece sono maggiormente
dinamici ( orientati verso il futuro) e sono utili per capire quelle che possono essere le possibili evoluzioni
dell’azienda presa in considerazione.
quanto pesano le immob.ni sul capitale investito (+F +rigidità), indice di struttura finanziaria-patrimoniale,
la rigidità è la misura della capacità dell’azienda di riconvertirsi nel tempo se necessario.
Avere un’alta rigidità comporta dei vantaggi. Consente all’azienda di avere un patrimonio solido e concreto,
non soggetto quindi a forti svalutazioni, questo permetterà all’azienda di ottenere più facilmente
finanziamenti. Le aziende di trasporto spesso hanno alta rigidità collegata alla proprietà di asset, qualora si
riscontrasse una bassa rigidità è necessario controllare la voce B8 del CE così da verificare la presenza di
canoni per godimento di beni di terzi, che determinerebbero quindi la presenza di contratti di leasing o
noleggio delle immob.ni). F è una grandezza ibrida, all’interno della quale si hanno immb.ni materiali super
rigide, immb.ni immateriali che sono rigide e le immb.ni finanziarie (costituite da crediti a lungo termine e
partecipazioni) che sono più facilmente trasferibili. Per questo motivo è importante determinare quanta
parte di rigidità è dovuta alle immb.ni materiali e immateriali e quanta parte invece dalle immb.ni
finanziarie, dato che le immb.ni finanziarie solitamente concorrono a formare una buona porzione di
rigidità. La rigidità può avere quindi una valenza positiva, ma anche negativa. È positivo per l’azienda essere
solida, ma nel caso in cui essa debba affrontare periodi di crisi risulterebbe più difficile reperire capitale e si
potrebbe arrivare al punto di dover vendere alcune immb.ni). È importante ricordare che un’alta rigidità
significa avere tante immb.ni e quindi tanti ammortamenti, ciò comporta per l’azienda la necessità di un
alto valore aggiunto per coprire le elevate quote di ammortamenti.
• Dipendenza/indipendenza
Condizioni relative al grado di capitalizzazione. Indicatori estremamente importanti che misurano il grado di
indipendenza dell’azienda, difficilmente si riscontreranno elevati valori di indipendenza poiché le aziende,
soprattutto in Italia, ricorrono molto al capitale di terzi. In questo periodo storico è semplice per un’azienda
reperire capitale di terzi grazie ai bassi tassi di interesse ed è più conveniente del capitale di tipo equity
perché ha un costo inferiore. In Italia gli investitori privati sono molto pochi e richiedono alti dividendi, con
l’utilizzo di capitale di terzi invece l’azienda riesce ad ottenere finanziamenti con tassi bassi, tassi che
produrranno degli interessi che andranno ad erodere il reddito, consentendo così all’azienda di pagare
meno tasse.
• Solidità patrimoniale
La solidità riguarda la dipendenza da terzi finanziatori e misura il rischio finanziario dell’impresa. LA solidità
aziendale (standard) dipende dalla correlazione tra la struttura degli investimenti e la struttura dei
finanziamenti. Più aumenta la porzione di F e più aumenta la rigidità degli investimenti, più aumentano le
fonti non correnti e più diminuisce il rischio di richieste di rimborso, più è grande il rapporto N+π/F e
maggiore sarà il giudizio sulla solidità.
N/K <=1 >0,66 possibilità sviluppo; 0,55-0,66 equilibrio strutturale; 0,33-0,55 struttura da controllare
N/(p+π) >0,50 situazione positiva ; 0,15-0,50 tendenzialmente negativa ; <0,15 situazione negativa
Più il consolidamento è elevato e più N si discosterà positivamente da n, questo vorrà dire che l’azienda
avrà elevate riserve derivanti da elevati utili accantonati).
In questo caso vengono messi insieme aspetti degli investimenti e dei finanziamenti e non studiati separati,
ma bensì combinati per costruire la correlazione impieghi-fonti.
NB: in questo caso si hanno indicatori di bilancio NON costituiti da indici, ma da MARGINI (numeri reali)
COPERTURA E AUTOCOPRTURA DEGLI INVESTIMENTI
margini Indici
AUTOCOPERTURA MS1=N-F N/F
COPERTURA MS2=(N+π)-F N+π/F
• AUTOCOPERTURA→ MS1= margine di struttura primario, l’azienda riesce a finanziare F con il suo
capitale proprio? Se MS1= -1milione per esempio, significa che per 1 milione F non è finanziato da
N
Generalmente MS1<0 perché è difficile che le aziende di trasporto coprano i suoi investimenti fissi con
N (se MS1<0 sicuramente N/F<1, per il confronto fra realtà diverse occorre utilizzare gli indici e non i
margini)
Generalmente MS2>0. Questo indicatore è molto importante perché se MS2>0 (con N+π si copre F), la
diretta conseguenza è che matematicamente C copre p (le attività a breve coprono le passività a breve)
• SOLVIBILITA’ CCN working net capital→ UNO DEI MARGINI PIU’ MPORTANTI
CCN valuta l’equilibrio di investimenti e finanziamenti a breve termine. Se MS2<0 sicuramente CCN<0 e
sarebbe molto negativo per l’impresa perché se si dovessero pagare tutti i creditori subito e
contemporaneamente tutti i debiti a breve termine non si riuscirebbe solo con l’attivo a breve termine.
CCN chiamato anche solvibilità potenziale, potenziale perché all’interno di C si hanno le rimanenze,
scarsamente utilizzabili come metodo di pagamento. Scomponendo C si determina:
• Rotazione delle vendite V/K è un indice di abilità della gestione dell’impresa che si trova sia nello
studio della situazione finanziaria, sia nello studio degli aspetti economici.
V/K mette n relazione un elemento di CE con un elemento del patrimonio. Il numero reale che deriva
dal rapporto (es. 3) sta a significare il numero di volte che il capitale investito nella gestione si
ripresenta 3 volte sotto forma di vendite (K ruota 3 volte nell’arco di un anno. Questo indicatore
fornisce un’idea su quanto di vende rispetto a quanto si è investito; più K è alto e più è difficile, a parità
di condizioni, avere un indice di rotazione alto, più K è basso e più è probabile che la rotazione possa
avere valori elevati. L’indice di rotazione dà una misura di quanto capitale serva effettivamente
investire in relazione a quello che è lo standard di vendite, solitamente è circa 0 e qualcosa ovvero,
l’azienda investe 100 e ha vendite per esempio pari a 80 non riesce a far ruotare neanche una volta il
capitale nell’arco dell’anno e questo può avere ricadute sulla redditività. Questo indice è uno dei quali
su cui è più facile rilevare delle connessioni significative tra aziende dello stesso comparto, solitamente
nelle aziende di trasporto ha valori bassi.
• Durata del ciclo monetario (DCM) è un insieme coordinato di indici che si utilizza per misurare il
periodo di tempo che intercorre tra l’uscita monetaria collegata all’acquisizione di fattori produttivi
e l’entrata monetaria relativa alle vendite dei prodotti.
Il DCM consente di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità dovute a sfasamenti tra il periodo di
incasso e di pagamento. Più è lungo il ciclo monetario più esiste la possibilità di tensioni finanziarie, vi sono
aziende che fisiologicamente incassano sempre molto prima (es. Assicurazioni) e aziende che
fisiologicamente incassano sempre dopo.
= DCM
(in rosso formula semplificata usata solitamente perché elle aziende di trasporto le giacenze di materie,
prodotti o semilavorati sono quasi nulle e quindi trascurabili.
Il risultato del ciclo monetario se porta segno positivo ha valenza economicamente negativa ( si aspetta più
per incassare che per pagare), se porta segno negativo ha valenza economicamente positiva ( si aspetta più
per pagare che per incassare).
-IVA: occorre scorporare l’Iva così da rendere i valori omogenei, [crediti (debiti) /1,22) /vendite (debiti)]
-Costi di acquisto: B6, B7, BB8, (B14 e A5 a seconda della situazione aziendale e correlazione con l’attività
dell’azienda).
-Media: in relazione alla dinamica della continuità dei flussi dei valori in bilancio occorre fare una media dei
valori al 31/12 e all’1/1 [crediti (debiti) 1/1+crediti(debiti) 31/12/2 diventa il numeratore della formula].
Studiare la dinamica finanziaria di un’azienda con valori statici come quelli di stato patrimoniale è difficile
per questo, dal 2016, è stato reso obbligatorio il rendiconto finanziario che permette un’analisi per flussi.
OIC 10: Rendiconto finanziario: la redazione e l’analisi del rendiconto finanziario offre indicazioni utili sulla
dinamica finanziaria della gestione, con possibile riguardo alle dimensioni e alle determinanti: della
variazione della liquidità aziendale, dell’andamento complessivo delle fonti e degli impieghi,
dell’autofinanziamento. Il rendiconto finanziario è molto importante perché fornisce informazioni su come
l’azienda crea o assorbe liquidità (in un’impresa di trasporto il CF dovrebbe formarsi in relazione alla
vendita del servizio e non in relazione di eventi straordinari come, per esempio, l’accensione di un mutuo. Il
rendiconto finanziario spiega quindi il processo di formazione del flusso, per l’azienda è fondamentale
capire come, dove, con quale logica si genera il flusso. Il flusso di liquidità si può individuare facilmente dal
bilancio (guardando le liquidità immediate al 1/1 e le liquidità immediate al 31/12), ma quello che non si
può individuare è il processo di formazione. Il rendiconto finanziario segue uno schema rigido disciplinato
dall’OIC, ha forma scalare indicata nel documento, è possibile aggiungere, suddividere o raggruppare i flussi
finanziari ma non compensare e le operazioni che hanno generato o assorbito liquidità vanno divise con
riferimento a tre categorie di operazioni:
La somma dei flussi delle tre attività indica la variazione delle disponibilità liquide avvenuta nell’anno.
ATTIVITÀ OPERATIVA: ottica che meglio consente di comprendere il fenomeno di generazione di liquidità. Si
può utilizzare il metodo diretto (MD) (Ricavi e Costi finanziari) o il metodo indiretto (MI) (rettificando l’utile
Passaggio da A2 ad A3:in questo passaggio rientrano tutte le attività e le passività che hanno natura
operativa e che rientrano nel ccn (crediti, debiti, ratei attivi e passivi, giacenze), grandezze del patrimonio
che fanno sì che questi costi non si traduca o in uscite monetarie e i ricavi in entrate monetarie. Passaggio
complesso da costruire
Ci sono aziende che incassano tutto il ricavo subito e aziende che non incassano subito e quindi sorge il
credito. Se l’azienda diminuisce i suoi crediti vuol dire che incassa e questo è buono perché la liquidità
aumenta, se invece aumentano crediti l’azienda non incassa e la liquidità scende. Per le liquidità vale la
logica opposta, l’aumento di debita significa la dilazione di pagamento e quindi la liquidità sale. Si studia la
durata del ciclo monetario e a seconda della giacenza media di crediti e debiti si controlla poi il rendiconto
finanziario così da capire cosa significa l’incremento del debito o del credito, dal rendiconto finanziario si
capisce perciò dove si genera o assorbe liquidità e si può individuare dove agire per influenzare queste
dinamiche.
Con il metodo indiretto si parte dall’utile o perdita di esercizio, il risultato economico però non attiene
esclusivamente alla gestione operativa, vi sono dentro elementi che rendono questo risultato attinente a
tutta la gestione di impresa. All’utile o perdita si deve aggiungere o togliere i componenti di reddito che
sono al di sotto del reddito operativo in modo che il risultato da cui si parte veramente (A1) sia molto vicino
o addirittura uguale, al reddito operativo. Nell’ultimo passaggio (A3 ad A complessivo) tutto ciò che si è
aggiunto o tolto nel passaggio da A ad A1 si toglie si aggiunge in modo speculare, così da ottenere un saldo
neutro. In questo modo si riesce ad ottenere come risultato al punto A un flusso della gestione operativa
che on dovrebbe tener conto di imposte, interessi, dividendi ed eventuali plusvalenze o minusvalenze (nella
realtà le imposte in bilancio al 31/12 non è detto coincidano con le imposte effettivamente pagate
dall’azienda.
ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
Il rendiconto anche in questo caso fornisce informazioni importanti che non si otterrebbero al di fuori
dell’azienda, permette di individuare dove l’azienda investe e disinveste e come fa fronte agli eventuali
investimenti. Gli investimenti muovono la liquidità, in un contesto fisiologico un’azienda di trasporto che è
consolidata avrà un saldo B negativo (assorbe liquidità) perché ci si aspetta che un’azienda consolidata
investa nella sua attività, un’azienda in fase matura (verso la chiusura) avrà un flusso B positivo (crea
liquidità) perché diminuirà le sue attività. Leggendo i segni e i valori di questi flussi è anche possibile capire,
abbinando l’interpretazione alla fase di vita dell’azienda, se l’azienda è gestita secondo corretti principi di
finanza oppure no. L’azienda investe in momenti precisi, quando il saldo di B è molto negativo l’azienda ha
bisogno di tanta liquidità occorre andare a vedere dove trova la liquidità che le serve.
ATTIVITÀ DI FINANZIAMENTO
Dove l’azienda trova il denaro che impiega, se C ha saldo positivo l’azienda ha ottenuto finanziamenti e la
liquidità sale.
Un’azienda in forte sviluppo investirà molto e si starà indebitando per coprire gli investimenti, la liquidità
che serve al punto B è probabile trovarla al punto C.
DISPONIBILITÀ LIQUIDE
A+-B+-C deve essere uguale alla variazione intercorsa nella liquidità da inizio a fine variazione. Con il
rendiconto quindi si può comprendere buona parte dei movimenti che hanno generato quella variazione di
liquidità, capire se è soprattutto dove un’azienda riesce a creare liquidità.
NB: nel rendiconto non ci sono tutte le operazioni dell’azienda, ma le operazioni che hanno un riflesso
finanziario (ovvero fanno muovere la liquidità). Ci sono operazioni che non fanno muovere la liquidità ma
che hanno rilevanza in azienda (Non found transation) come i conferimenti in natura, le rivalutazioni e le
svalutazioni.
Per avere una immediata visione strutturale della composizione dei costi rispetto al valore della produzione
è quindi una lettura relativa al processo di formazione del reddito si riclassificato il bilancio ponendo pari a
100 il valore della produzione è percentualizzando i costi
Reddito operativo 2%
Un altro metodo di analisi della struttura sono gli indicatori di rigidità ed elasticità dei costi, ma questa
analisi non può essere effettuata dall’esterno perché da bilancio si hanno solo i costi ma non la loro
composizione (non si sa quali costi siano fissi e quali costi siano variabili).
Altri metodi di analisi sono il calcolo del valore aggiunto o il calcolo del margine di contribuzione (Ricavi-Cv)
Ro/KO= reddito operativo /capitale operativo da K andrebbero tolte tutte le poste non operative (es. Titoli
a fine speculativo) ma si ipotizza che tutto K sia capitale operativo.
Hp: K=KO ROI=Ro/K e quindi ROI=ROA (return on asset che per definizione è Ro/K)
Esempio: Ro=20 K=100 ROI=20/100=0,2=20% l’azienda ha investito 100 e grazie alla propria attività
manageriale si è riuscito a creare un reddito operativo di 20. ROI misura l’abilità dei manager dell’azienda di
far fruttare il K investito nella gestione operativa indipendentemente dalle scelte di finanziamento (ROI non
risente degli interessi).
DETERMINANTI ROI
-quando a parità di K si hanno redditi più alti (il rendimento sale) [Ro aumenta]
Ro/V = ROS (return on sales) rendimento delle vendite (se ROS sale ROI sale)
V/K = VCC velocità di circolazione del capitale (indicatore dinamico della situazione finanziaria)
ROS è importantissimo perché fornisce una misura dell’efficienza delle vendite. Nell’esempio un ROS pari al
5% segnala che solo 5 resta sotto forma di Ro, ci si potrebbe chiedere se ciò sia dovuto a poche vendite o si
vende molto ma si sostengono troppi Costi. ROS esprime il reddito medio ottenuto per ogni unità di ricavo.
Poiché Ro=R-Co un valore positivo di ROS segnala la porzione di ricavi ancora disponibile dopo la copertura
di tutti i costi caratteristici. ROS dipende dal lato dei ricavi dai volumi, prezzi, mix; dal lato dei costi dai costi
operativi, consumi, ammortamenti.
VCC rappresenta il numero di volte che si ripresenta sotto forma di ricavi di vendita. Esprime:
-quante volte, nell’arco di un anno, il capitale investito si è trasformato in risorse finanziarie grazie alle
vendite
Per aumentare ROI si dovrà valutare se agire su ROS o se agire su VCC, cercando di determinare i punti di
debolezza e di debolezza. Roi dipende da:
NB: se nell’arco dell’anno si sono effettuati molto investimenti K si alza e ROI scenderà parecchio rispetto
all’anno precedente, non perché l’azienda non è brava, ma per l’investimento che non ha potuto ancora
fruttare. È importante quindi capire quando si calcola ROI che può risentire in odo abbastanza rilevante
delle operazioni effettuate nel periodo. Compromesso: ROI = RO/(Ki+Kf/2)
Le aziende si approccia o al mercato in modo diverso, ma hanno lo stesso ROI. Scomponendo ROI si
determinano i punti di forza e quelli di debolezza.
Caso A) vende un sacco ma ROS molto basso, per vendere così tanto sostiene molti costi e quindi ROS
molto basso. Questa azienda con poco capitale fa tantissime vendite e ruota 8 volte il capitale investito
nell’anno, per far questo però sostiene molti costi e per questo ROS basso. Il punto di debolezza di
quest’azienda è ROS e si cercherà di capire se si potrà aumentarlo diminuendo i costi.
Caso B) RoS punto di forza perché ROS = 20 ma K=100 che risulta quindi essere eccessivo rispetto alle
vendite (vcc minore di 0 il capitale non torna neanche una volta sotto forma di ricavi)
Dall’esempio si capisce che è importante scomporre ROI così da capire quale effetto deriva da ROS e quale
da VCC così da poter mettere in atto azioni per migliorare i risultati ottenuti. Aumentare le vendite non è
facile perché aumenterebbero i costi e quindi scenderebbe ROI. Diminuire gli investimenti, disinveste di
porzioni di K è possibile, un elemento che fa sempre bene ridurre da questo punto di vista sono le
rimanenze così da aumentare ROI perché diminuiscono sia i costi espliciti (magazzino) sia i costi impliciti da
qua l’importanza del just in time (razionalizzazione dei costi). Diminuire i costi e aumentare ROI a parità di V
con la razionalizzazione dei costi (r&s, formazione del personale), nel breve termine la razionalizzazione
porta benefici reddituali, ma manca la visione a lungo termine.
La redditività netta esprime il tasso di redditività del capitale proprio ed è misurata dal ROE (return on
equity) e dipende da molti fattori
Il segno algebrico dipende dall’equilibrio economico. È importante ricordare che il concetto di redditività
non può essere interpretato in modo univoco, è sempre interpretabile in modi diversi a seconda di quale è
il capitale di cui si vuole identificare la remunerazione, agli azionisti interessa la remunerazione del capitale
proprio (quanto azienda è attrattiva nei confronti dell’esterno) .Se per esempio ROE= 45% significa che il
capitale proprio (N) rende un valore, sotto forma di Rn, pari al 45% dello stesso capitale.
La struttura finanziaria influenza la redditività, quando Rn=Ro? Quando non ci sono né ricavi né costi oltre a
quelli operativi, ovvero quando le imposte negative e gli interessi negativi sono compensati da una posta
positiva. Quando questo rapporto tende ad 1 diventa neutrale sulla redditività. Se, come nelle aziende
italiane, gli interessi passivi e le imposte sono elevate, Ro sarà accompagnato da Rn basso. Nelle aziende
italiane Rn è fisiologicamente minore di Ro (questa determinante deprime la redditività).
ROE dipende quindi da ROI (+ ROI +ROE), dipende dall’indebitamento (a parità di condizioni +debiti +ROE),
ma dipende anche da Rn/Ro che dipende dagli interessi ( - Rn – rapporto – ROE)
Un ROE elevato deve essere accompagnato da un ROI elevato così da garantire la continuità aziendale, a
seconda poi della composizione finanziaria (D e E) e della composizione del reddito netto la redditività ne
risente.
• LEVA FINANZIARIA
ROE dipende anche dalla composizione delle fonti di finanziamento, in determinate condizioni (ROI>i) è
possibile provocare aumenti di ROE semplicemente incrementando l’incidenza del capitale di credito (a
parità di altre condizioni).
- 1-t è la fiscalità
Questo permette di farsi un’idea di quanto la redditività posa variare solo per il fatto che l’azienda si
indebiti oppure no. Secondo la leva finanziaria un’azienda, sotto certe condizioni, se si indebita di più
aumenta la sua redditività. Le condizioni per applicare la leva:
L’aumento del rapporto (p+pi greco) /K provoca una modificazione nella redditività netta che assume segno
positivo o negativo a seconda che ROI<> i. L’attuazione di una politica di leverage presuppone una
particolare capacità di previsione delle variabili economiche ROI e i
100 Debt investiti in azienda 10 (Ricavi) – 4 (interessi) = 6 lucro, altri 100 ecc… fino a che ROI >i ROE
aumenta
-Più aumenta l’indebitamento e più la banca aumenterà gli interessi perché aumenterà il rischio
- viene meno l’ipotesi che si venda tutto perché a un certo punto il mercato si satura
-ad un certo punto gli azionisti, più o meno propensi al rischio, inizieranno vendere le proprie azioni sul
mercato, aumentando il flusso di offerta sul mercato e facendo scendere il prezzo dell’azione (l’azionista in
questo processo o mangia tutto il ROE chiedendo dividendi sempre più alti o svende le proprie azioni
facendone perdere valore.
NB: in questa fase storica è facile, per quelle aziende che hanno un ROI alto, trovare capitali a tassi
piuttosto bassi ed è facile avere un gap positivo fra ROI ed i, ma il mercato non è dinamico e i consumi
tendono a stagnare.
NB: la leva finanziaria funziona se ROI ED I SONO COSTANTI, il valore degli indicatori deve essere costante
Caso 1) prima colonna: ROE aumenta per il solo fatto di aver applicato il meccanismo della leva finanziaria,
Ro sale e garantisce un ROI costante
Caso 2) seconda colonna: caso di indifferenza teorica: se si applica la leva Ro e i aumentano rispettivamente
di 10 per far sì che ROI ed i siano costanti, ma Rn rimane uguale, cado in cui anche aumentando
l’indebitamento il reddito non cambia. Nella realtà questo ha effetto negativo perché ci si indebita di più
senza ottenere nessun risultato.
Caso 3) ROI<I non sussistono le condizioni per applicare la leva, anche volendo applicarla Ro e Of
aumentano ma Rn diminuisce questo perché gli Of salgono più di Ro e quindi si ha un effetto depressivo
sulla redditività.
Il meccanismo della leva quindi prevede che ci si voglia espandere (aumentare K) indebita dosi, questo
porta ad un aumento degli investimenti, i clienti acquisteranno più servizi e questo porterà un aumento
della redditività. Si può applicare la leva anche quando non si vuole aumentare K? La leva potrebbe
funzionare anche a parità di K, sostituendo porzioni di capitale proprio (N) con porzioni di capitale di terzi
(p+pi greco)
La leva consente di trovare un mix ottimale tra Equity e Debt. Il rapporto che deriva dalla formula sopra
significa che il capitale di terzi può essere più del capitale proprio di quel valore % (rapporto ottimo tra le
fonti di finanziamento) (se il rapporto è basso N vuol dire che è più alto dei debiti e allora si possono
sostituire porzioni di N con porzioni di Debt.
• INDICATORI DI SVILUPPO
Gli indicatori di sviluppo ci permettono di capire come l’azienda si è sviluppata, si dividono in:
-sviluppo STRUTTURALE: attiene agli aspetti strutturali con riferimento a ciò che è inserito in S. P. (come si è
strutturato il capitale)→ Lo sviluppo strutturale cioè come si è sviluppata strutturalmente l’azienda; cioè
che attiene agli aspetti strutturali, capitale indebitamento, tutto ciò che è inserito nello SP.
-sviluppo OPERATIVO: come l’azienda operativamente ha modificato la sua situazione nel tempo,
attendono a ciò che è inserito in CE →Sviluppo operativo attiene ad un discorso più immediato ed
economico come operativamente l’azienda ha mutato il proprio aspetto nel tempo? Come è mutato nel
tempo il reddito operativo? Come è cambiato nel tempo il valore aggiunto il reddito netto
Non ha molto senso analizzare un indicatore di sviluppo (strutturale od operativo) da solo (per es. Analisi di
F da solo è aumentato o diminuito da un anno ad un altro non fornisce nessuna informazione questo dato
da solo,) occorre confrontarlo con uno sviluppo imperativo. Gli indicatori più significativi sia per lo sviluppo
strutturale sia per lo sviluppo operativo sono:
- Indicatore di sviluppo di K (strutturale) = K (x) – K (x-1) / K (x-1)
Si mettono in relazione K ed Ro perché: se K aumenta, ovvero ci si indebita per investire, si vuole ottenere
un ritorno sto forma di Ro, valore della produzione o reddito netto.
Es. Dallo sviluppo K risulta essere aumentato del 10% da un anno all’altro.
Sviluppo operativo: si può scegliere valore della produzione, reddito netto o reddito operativo, questo
perché l’azienda ha investito e si vuole andare a vedere i frutti dell’investimento in CE. Decidiamo di fare lo
sviluppo di Ro, se è aumentato si può affermare che l’aumento di K ha portato anche ad uno sviluppo di Ro.
Vengono messi a confronto K e un risultato economico. Se per esempio, si mettono a confronto K e il valore
della produzione, e si nota che il valore della produzione non è aumentato ma diminuito dopo l’aumento di
K, si può affermare che K non porta subito un ritorno sulla redditività nell’anno successivo al suo aumento.
Per un’analisi di sviluppo è consigliabile quindi associare un indicatore di sviluppo di struttura, K, associato
ad un indicatore operativo fra valore della produzione, Rn, Ro a seconda dell’analisi che si vuole effettuare.
K in relazione a Ro oppure interessante anche in relazione a debiti totali nel caso si voglia fare un’analisi più
approfondita entrando più nel dettaglio. Avendo SP riflesso in CE la cosa migliore è meglio mettere in
confronto K in relazione ai ricavi perché ci aspettiamo che almeno qualcosa aumenti anche nei ricavi, Ro, Rn
e se il caso anche i costi. Dipende a seconda della situazione che ci si trova davanti durante l’analisi.
-Valore della produzione/numero dipendenti → ogni dipendente concorre alla formazione di valore della
produzione per il valore risultante da tale rapporto
-Valore aggiunto netto/numero dipendenti→ ogni dipendente concorre alla formazione di valore aggiunto
per il valore risultante da tale rapporto
-costo del lavoro/numero dipendenti→ogni dipendente costa all’azienda per il valore risultante da tale
rapporto
-Resa dipendente = Valore aggiunto netto/numero dipendenti - costo del lavoro/numero dipendenti→resa
di ogni dipendente pari al valore risultante da tale rapporto
È il costo che l’azienda sostiene per reperire i mezzi finanziari, quale che sia la loro provenienza
Ossia: costo del capitale proprio (cN) *incidenza del capitale proprio su K + costo di capitali di terzi (i)
*incidenza del capitale di terzi su K
CMC=20%*40%+5%*60%=11%
Nota: ROE=350/2000=17,5%<cN=20%
-proprio = tasso di interesse sugli investimenti privi di rischio + premio per il rischio
A quale livello deve essere fissato? Al tasso minimo di remunerazione ritenuto soddisfacente dai
finanziatori dell’azienda creditori o azionisti. Il rischio globale dell’impresa si divide in rischio esterno
(rischio sistematico e rischio specifico) e rischio interno (operativo e finanziario)
Con il contributo dei nuovi modelli di reporting in riferimento a indicatori chiave di performance (KPI), il
controllo direzionale è il processo attraverso cui la direzione si accerta che la gestione si svolga in condizioni
di efficacia e di efficienza, in modo da permettere il raggiungimento degli obiettivi definiti in sede di
pianificazione strategica. L’elemento centrale del sistema di controllo è rappresentato da obiettivi
espressivi di condizioni e risultati di efficacia ed efficienza creando valore in condizioni di economicità. Le
funzioni di piani e programmi sono esplicare e verificare la congruità e la coerenza tra obiettivi, attività e
risorse e assegnarne formalmente la responsabilità. I contenuti della verifica sono la determinazione di
risultati operativi, rendimenti tecnici, risultati economici e finanziari con sistematicità in modo
concomitante e consuntivo (importanza delle variabili temporali) per l’analisi degli scostamenti da obiettivi
e programmi. Gli effetti della verifica sono l’aggiustamento dell’azione, del programma e degli obiettivi. I
soggetti del controllo sono la alta direzione (pianificazione, programmazione e controllo), tutti i manager,
fino ai livelli inferiori della struttura, che necessitano di informazioni per prendere decisioni utili per il buon
funzionamento dell’impresa (programmazione e controllo) e controller (gli specialisti del controllo). Gli
oggetti del controllo sono l’intero sistema aziendale mediante il monitoraggio dei risultati globali, specifici
sub-sistemi aziendali mediante il monitoraggio dei risultati di ambiti gestionali (aree di risultato) e
organizzativi (centri di responsabilità) ritenuti significativi e utili per ridurre la complessità aziendale, risalire
alle vere cause dei risultati aziendali e alle fondamentali “leve” per influenzarli e individuare i soggetti a cui
compete la responsabilità dei risultati stessi. I centri di responsabilità si dividono in:
-centri di ricavo/costi: aree in cui i responsabili sono in grado di influenzare in modo diretto e in misura
significativa solo ricavi e costi
-centri di risultato: aree in cui i responsabili sono in grado di influenzare in modo diretto e in misura
significativa sia ricavi che costi
-centri di profitto: unità organizzative dotate di ampia autonomia decisionale i cui responsabili sono in
grado di influenzare in modo diretto e in misura significativa ricavi, costi e investimenti (ROI)
La contabilità analitica è l’insieme delle determinazioni economico-quantitative con cui si calcolano i costi
(ed i risultati) di particolari ambiti gestionali (oggetti di costo). Gli obiettivi che si pone sono quelli di
determinare l’ammontare del reddito d’esercizio e del capitale di funzionamento, controllare la gestione, in
particolare l’efficienza dei processi di attività, valutare la convenienza nell’impiego delle risorse aziendali,
assumere decisioni operative, circa i prezzi di vendita, il mi produttivo, le alternative gestionali e supportare
il controllo direzionale.
-variabili e fissi
-specifici e comuni
-diretti e indiretti
-parziali e pieni
CI per attribuzione costi indiretti: costi indiretti/ somma ore navigazione (per più viaggi) attribuzione a
ciascun viaggio di porzione
ABC: il costo pieno è dato dal costo delle attività assorbite dal servizio
Nolo complessivo –
Costo viaggio
Costo traffico
Costi portuali
Costo operativo (running cost): costo equipaggio, costi manutenzione e riparazioni, costi assicurativi,
materiali e lubrificanti, costi generali
Il costo della linea = Costo operativo nave giornaliero x n. gg. Utilizzo nave + Costo del viaggio con
riferimento all’intera linea + costi generali Amministrativi, commerciali, di struttura
La determinazione dei costi pieni di prodotto consente di procedere all’analisi del Bep, analisi di supporto al
budgeting utile per l’assunzione di decisioni operative, nonché per simulare l’impatto sul reddito delle sue
variabili (analisi che presuppone la distinzione tra costi fissi e costi variabili)
L'analisi del punto di pareggio: se la produzione è differenziata, il punto di pareggio non è esprimibile in
termini di quantità fisica di output (es. pz prodotti) occorre individuare un’unità di misura che renda
omogenei i diversi volumi di produzione: unità monetaria (es. fatturato RT = CF/ MC%), nelle imprese
multiservizio si calcola una media dei MC unitari dei diversi prodotti, ponderando in base a incidenza sul
fatturato
Margine di sicurezza: distanza che separa un determinato livello di attività (effettivo o previsto) e il punto di
pareggio. Espressa in termini relativi, misura la variazione percentuale che i livelli di attività di un’azienda
possono subire prima che la stessa maturi delle perdite
Margine di sicurezza= quantità (effettive o previste) - quantità di BEP / quantità (effettive o previste)
Leva operativa: variazione percentuale subita dal reddito operativo per effetto di una variazione
percentuale nei volumi o nei ricavi di vendita
IL BUDGET
Condizioni necessarie del budget: (possibilità e) capacità previsionale, accuratezza delle stime, adattività al
cambiamento, utilizzo non meccanicistico, effettivo coinvolgimento cultura manageriale.
-budget patrimoniale, ossia stato patrimoniale preventivo, riferito al 31 dicembre del successivo esercizio
-mix di produzione e vendita (combinazione più conveniente, analisi sul margine di contribuzione)
Volume: informazioni utili es. andamento della domanda del settore, situazione della concorrenza ,quote di
mercato ,statistiche demografiche ,andamenti economici generali e tecniche di previsione come , per es.
metodi statistici ( trend a lungo termine (tendenza) trend a breve termine (totale mobile)
correlazione),analisi di mercato ( indagini presso i consumatori finali o indagini presso i canali distributivi),
previsioni interne ( pareri e stime da parte della rete di vendita)
Prezzo: la determinazione del prezzo può essere finalizzata a conseguire un certo margine di ricarico:
la determinazione del prezzo può essere finalizzata a conseguire un certo risultato economico:
px=cu=CF/q+v=(CF+CV) /q
-se MC>0 unito MCn<0 → analizzare CF diretti (se totalmente eliminabili allora cessare, se totalmente non
eliminabili allora continuare se eliminabili ma <MC continuare
la scelta del mix più conveniente è un problema che sorge se i prodotti della gamma hanno in comune un
mercato che presenta dei vincoli o delle risorse scarse o trasferibili il problema si risolve analizzando il
margine lordo di contribuzione commisurato a una variabile limitativa una risorsa scarsa; rispetto a
decisioni di composizione del mix produttivo:
-Per le voci di costo tecnico (standard): la parametrazione può essere riferita a: volume di vendita (quantità
vendute) o ricavi di vendita (fatturato)
-Per le voci di costo discrezionale: la quantificazione dipende da scelte operate dalla direzione commerciale
(eventualmente negoziate con la direzione generale)
varie dimensioni: periodi infrannuali, prodotti o famiglie di prodotti ,aree geografiche ,centri di
responsabilità (filiali, punti vendita,…) ,canali distributivi ,clienti o classi di clienti
c=s*p
c= costo standard unitario di un certo fattore produttivo riferito a una unità di prodotto
Il costo fattoriale complessivo standard può essere calcolato attraverso la seguente espressione:
C= q * c
C= costo standard complessivo di un certo fattore produttivo riferito all’intero volume di produzione
q= volume di produzione
Livelli: sul piano logico, nella definizione delle condizioni operative standard è possibile optare per:
-i costi standard di base, definiti al momento dell’introduzione del sistema e destinati a permanere sino al
verificarsi di modifiche significative nei prodotti e nei processi
procedura di determinazione:
- tecniche di benchmarking
-programmazione: del mix produttivo, del volume di attività, del livello di efficienza
-determinazione dei valori di budget: ricavi, costi standard (parametrici), altri costi (vincolati e discrezionali)
I costi standard delle materie prime (mp) vengono determinati applicando al programma delle singole
produzioni il prodotto tra i consumi parametrici e i prezzi standard di acquisto. Il costo programmato per
consumi di mp del periodo di budget è pari a: acquisti ± variazione delle rimanenze ( la valorizzazione delle
rimanenze di mp può avvenire secondo diversi criteri: lifo, fifo, cmp)
il costo unitario standard dipende:
-dal prezzo standard di acquisto obiettivo, condizioni di mercato, esprimibile in termini di prezzo medio
I costi della manodopera diretta → la manodopera diretta (mod) riguarda le prestazioni lavorative volte alla
trasformazione delle mp,i costi standard di mod si calcolano applicando al programma delle singole
produzioni il prodotto tra i tempi unitari standard e il costo orario standard.
Il costo unitario standard dipende: dai tempi unitari standard (tempi teorici (ciclo di lavorazione) , scarti di
lavorazione , tempi morti (messa a punto, manutenzione, …) e dal costo orario standard (obiettivo,
condizioni contrattuali, esprimibile in termini di costo medio)
-per i costi vincolati sono possibili: l’approccio estrapolativo (attività ripetitive e consolidate, livelli di
efficacia ed efficienza già soddisfacenti) o il budget a base zero (attività ripetitive migliorabili, attività non
ripetitive (progetti innovativi))
Il budget dei costi di trasformazione industriale: ha per oggetto molteplici voci di costo: [v] variabili; [m]
misti; [f] fissi
-manodopera indiretta[f]; stipendi tecnici[f]; costi energetici[m] - [f] ; consumi di materiali ausiliari[v] - [m] -
[f] ; costi di manutenzione[m] - [f] ; ammortamenti[f] ; costi industriali diversi[f]
Il sistema di reporting (interno): strumento che serve per comunicare alla direzione, secondo i diversi gradi
di responsabilità, le informazioni economico-finanziarie e fisico-tecniche rappresentative della gestione. La
sua importanza è correlata alla sua capacità di valorizzare le informazioni raccolte, classificate, selezionate
ed elaborate → supporto alle decisioni
-prevedere le tendenze evolutive della relazione impresa-ambiente per coglierne in via anticipata le
opportunità e le minacce
-controllare in modo tempestivo e continuo i risultati economici, competitivi e operativi, confrontandoli con
gli obiettivi prestabiliti
-disporre sempre di una base conoscitiva interattiva e flessibile, così da consentire il supporto ai processi
decisionali del management
- fattori che determinano un aumento del fabbisogno informativo dell’alta direzione: (globalizzazione e
tensioni competitive, strategie di differenziazione (molteplicità e innovazione) , orientamento alla qualità
ed alla customer satisfaction.
4
I dati che ci interessano sono i milioni di tonnellate trasportate e il kilometraggio, (in rosso, nella
slide, abbiamo le tonnellate miglia)
Questi sono dati aggregati, ma quando si parla di shipping si parla non di un solo mercato, ma di
un insieme composto da una varietà di mercati dove l’esperto sul mercato deve essere prossimo a
conoscere i mercati adiacenti.
tankers: rinfuse liquide(petrolio); refrigerated cargo ships sono navi che hanno stive refrigerate (es
traffico delle banane ora poco diffuse perché si hanno dei container refrigerati che le hanno
sostituite); Lives stock carriers per trasporto bestiame vivo; LNG trasporto di gas naturale
liquefatto(combustibile per altre navi); car carriers dedicate al trasporto auto per il mercato;
container ship navi container; dry cargo vessel (seconda parte del corso) sono navi deputate a tutti
i carichi possibili condizionati in maniera non standard e non ordinati; tugs ovvero rimorchiatori;
ro-ro vessel (roll - on roll - off) carico su gomma.
All’interno di ciascun macro - settore si ha una differenziazione a seconda della dimensione delle
navi che fa sì che ogni nave sia dedicata a mercati diversi, la dimensione della nave è importante
perché permette di utilizzare le economie di scala.
Posizionamento sul mercato. Nella tabella qui riportata vediamo l’incidenza del trasporto sul costo
del bene. Tabella del 2011
L’incidenza del costo del trasporto
Il costo del trasporto è rilevante ma in misura ridotta rispetto al prodotto finito, sono tutti prodotti
trasportati tramite container, emerge quindi che l’economia di scala è fondamentale, la domanda
di trasporto è anelastica rispetto al suo prezzo.
La vita della nave
-3 -2 -1 0 5 10 15 20 25
Contratti di impiego
(bare boat charter / time charter /
voyage charter / COA / contratti di
trasporto)
Una petroliera MR
comprata nuova
nel 2000 a 26 mln
di USD,
nel 2005, a 5 anni
di età, poteva
essere venduta a
46 mln di USD.
Asset play, compravendita dell’asset nave, è una modalità di sfruttamento economico della nave,
l’elemento certo nel momento in cui vendo o compro una nave usata dò per scontato che costi
meno. 3 tipologie di navi: questo grafico introduce all’andamento di mercato di alcune tipologie di
navi. VLCC navi giganti che trasportano greggio (petrolio sporco); aframax 100 mila tonnellate;
medium range 30/40 mila tonn trasporto prodotti puliti (raffinati). In rosa vedo il quantitativo di $
al giorno che una nave poteva ottenere es VLCC a gennaio del 2000 guadagnava circa 25mila
dollari al giorno ecc, in azzurro chiaro c’è il prezzo per quella nave nuova N.B = new building, in blu
il prezzo della nave vecchia di 5 anni, violetto di 15 anni, nero prezzo della nave alla demolizione.
Una petroliera medium range: N.B circa 26milioni di dollari, nel 2005 la stessa nave vecchia di 5
anni valeva 46milioni di $ di fronte ad un mercato del trasporto che cresceva il prezzo del bene
sottostante è cresciuto in maniera scollegata rispetto alla sua età questo perché la nave non
richiedeva attesa come una nave nuova e permetteva di sfruttare il mercato in crescita; chi aveva
comprato la nave nel 2000 riesce a vendere la nave ottenendo una plusvalenza di più di 20milioni
$, questo si chiama asset play. Devo avere perfettamente sotto controllo i ricavi e i costi per
sfruttare l’asset play.
A noi interessano i parametri dimensionali ci interessano per i loro effetti economici finanziari, se
una nave è troppo lunga per una banchina lì non posso prendere un carico o se pesca troppo;
1 - Lunghezza
5 – Stazza
La stazza misura il volume di una nave, netta e lorda. La stazza serve per la misurazione delle tasse.
Tonnellate da: tonno (in francese; misuravano quanti barili poteva contenere una nave).
6 - Dislocamento
Il dislocamento è importante per sapere quanto vendo a
È il peso della nave (lightship in inglese). scrap la nave;
Espresso in tonnellate, si distingue in: Dislocamento leggero ci serve per sapere il prezzo di
Leggero: scrap;
corrisponde al peso della nave armata ma scarica.
Pesante:
corrisponde al peso della nave carica fino al massimo
consentito dalle regole di bordo libero estivo.
portata o
7 - Portata 8 – Capacità capacità è per
sapere quanto
La portata (deadweight) indica la capacità di carico della nave. Per le navi portacontainer l’unità di misura utilizzata per la
capacità è il TEU (twenty-foot equivalent unit), cioè la misura carico
Si distingue in: standard di volume nel trasporto dei container ISO, e
corrisponde a circa 40 metri cubi totali.
possiamo
Lorda:
è data dalla differenza tra il dislocamento a pieno carico ed il Questa misura è usata per determinare:
trasportare.
dislocamento della nave vacante. In pratica corrisponde alla - la capienza di una nave in termini di numero di container,
somma dei pesi di tutto ciò che può essere caricato a bordo. - il numero di container movimentati in un porto in un certo
periodo di tempo,
Netta: - e può essere l'unità di misura in base al quale si determina
da la misura del carico effettivo che può essere imbarcato. il costo di un trasporto.
NON OGGETTO DI ESAME: Prossima scadenza limitazione al contenuto di zolfo consumato dalle
navi, bunker con meno zolfo. Come nasce il combustibile? C’è una materia prima che incide sulla
storia del mondo che è il petrolio; il processo di raffinazione del petrolio che viene inserito in un
impianto che fa dcadere i prodotti più pesanti e lascia quelli più puliti. Ci serve per il calcolo del
nolo per una nave tanker. Il prodotto meno raffinato e di scarto, sopra c’è la benzina che è il
prodotto più pulito, il bunker è un prodotto molto inquinante e non subiscee alcun processo di
lavorazione.
La nave:
inquadramento giuridico
La nave è un bene mobile registrato.
registrarla in Italia.
Fonte: UNCTAD
Il flagging
Questo processo outFlagging Out.
si chiama
Quando compro la nave sborsiamo un grande ammontare, di solito finanziato da banche. E quindi
abbiamo costo di ammortamento e oneri finanziari, amm.to non ha manifestazione finanziaria, la
restituzione del capitale alle banche ha scadenze continue.
La struttura di costo
delle imprese di shipping
NOLO
Ammortamento
oppure
Costo nave A SCAFO
(disponibilità) Oneri finanziari NUDO
(Bareboat
Charter)
NOLO
oppure
Equipaggio A TEMPO
Assicurazione (Time Charter)
oppure
Costo nave NOLO A
Manutenzione e riparazioni VIAGGIO
(gestione)
Materiale di consumo e (Voyage
lubrificanti Charter)
Generali amministrativi
Carico fiscale
La nave posso prenderla attraverso il contratto di locazione a scafo nudo, prevede pagamento di
un nolo o canone di locazione più correttamente Boat charter hire, affitto la nave e me ne occupo
io, dovrò sostenere costi pe rendere la nave navigabile e commercialmente utilizzabile, il primo di
questi costi è l’equipaggio assicurazione ecc vedo slide. Non ho ancora guadagnato nulla sulla
nave. Posso anche prendere la nave a time charter, c’è qualcuno che ha già sostenuto questi costi
e io opero la nave per un periodo di tempo; non ho comunque ancora guadagnato. Per far
viaggiare la nave devo sostenere altri costi il bunker, i costi di traffico (passaggio dei canali o tasse
legate all’entrata in determinati Paesi) e i costi portuali. Costi di struttura di terra e il carico fiscale
che è messo tra i costi (in ragioneria carico le imposte sull’utile che è ricavi – costi), nello shipping
la tassazione è alternativa alla tassazione sull’utile ed è la tonnage tax che trasforma il carico
fiscale in un costo e si muove in maniera scollegata alla produzione dell’utile, prende come
parametro la stazza delle navi. Quando il mercato è in equilibrio abbiamo un terzo dei costi che
sono ammortamenti 1/3 costi di gestione 1/3 costi di bunker ma in realtà il mercato non è mai in
equilibrio quindi posso avere dei costi maggiormente impattanti.
2. Standard di sicurezza
4. Protezione militare
Perchè la scelta della bandiera è così importante?? C’è qualche costo che è toccato in maniera
importante dalla scelta della bandiera.
Il carico fiscale
Tenuta e modalità di controllo dei bilanci
Eventuali assetti societari/organizzativi
Obblighi di assunzione e trattamento dei dipendenti di terra
Eventuali limiti di responsabilità
Vi sono 4 macro-gruppi: 1) regime fiscale e giuridico;
ogni paese applica tasse differenti. In alcuni paesi non vi è l’obbligo di predisposizione del bilancio
es a Panama; in alcuni paesi non vi è l’obbligo di resa pubblica dei bilanci es MSC in Svizzera non ha
l’obbligo di rendere pubblico i bilanci. Se svolgo attività in Italia pago tasse Italiane anche se la tua
bandiera non è quella italiana. Il sistema italiano non si presta allo spostamento della bandiera.
Navi identiche con bandiere diverse competono tra di loro e hanno regimi fiscali diversi e quindi
costi diversi, per questo in italia si è creata la tonnage tax per agevolare lo shipping che compete in
maniera così spinta con navi di diversi paesi notevolmente agevolati.
3. L’equipaggio
2. Le banche
L’organizzazione mondiale dei lavoratori marittimi, l’ITF (International Transport
Federation) a partire dalla seconda metà degli anni ’40 ha iniziato una campagna contro
Il principale requisito richiesto dai finanziatori ad una bandiera è un le FOC (Flag of Convenience).
sistema di registrazione sicuro delle ipoteche, che si contraddistingua
non solo nei presupposti legali della registrazione, ma anche nella Non essendo riuscita ad eliminare le FOC, oggi, la campagna dell’ITF mira ad imporre
garanzia della possibilità di poterla esercitare in caso di insolvenza del l’adozione di standard minimi in termini di salario e condizioni di lavoro per tutti i
lavoratori marittimi (ITF terms) attraverso la stipula di accordi con i singoli armatori
finanziato. delle navi registrate nelle FOC. Il principale strumento di lotta è il boicottaggio delle
navi nei porti da parte dei lavoratori portuali, anch’essi facenti riferimento all’ITF.
Tale requisito si manifesta in:
Tale operazione si concretizza, in ultima istanza, nella possibilità del rilascio di un
Presenza di un record di precedenti andati a buon fine certificato (ITF Blue Card) attestante il rispetto delle condizioni minime ITF a quegli
Presenza di una struttura organizzativa affidabile ed efficiente armatori che decidono di applicare (e di far verificare l’applicazione) gli ITF terms.
Preferenza verso i registri di Paesi che abbiano un network
ampio di rappresentanze diplomatiche In caso di mancanza di tale certificato, una nave battente una FOC, rischia di essere
boicottata nei porti in cui l’ITF è presente.
Altro aspetto di crescente importanza è la possibilità di registrare L’entrata in vigore della Maritime Labour Convention (MLC) aumenta le tutele a
ipoteche anche in presenza di ispezioni/procedure di registrazione non favore dell’equipaggio.
ancora concluse.
4. Gli assicuratori
1. Registri tradizionali
Registri tradizionali:
Registri di quei paesi che hanno una storica vocazione marittima, c’è un cluster marittimo cioè una
comunità che si occupa di questo settore.
Riserva di cabotaggio: i beni che si muovono su quelle navi avranno un costo di trasporto più alto,
tutela del cluster marittimo del paese, es USA. sulla nave abbiamo la possibilità che la nave batta
bandiera del paese ma in quel paese non viaggi mai; vi sono strutture per controllare leggi
convenzioni e regole.
1. Registri tradizionali (segue)
I registri Open: legame autentico tra nave e bandiera, non si è definito bene il genuine link per cui
2. paesi
molti Registri open
si sono autodisciplinati. Es Panama.
Sono i Registri di quei Paesi che pur non avendo una reale L’armamento americano aveva problemi con il sindacato
attività marittima nazionale, hanno creato tali strutture al
fine di attirare operatori stranieri, garantendo loro nazionale, hanno fatto in modo che panama sviluppasse una
condizioni competitive a livello internazionale ed bandiera e con una semplice registrazione di una società a
ottenendo, in contropartita, una fonte di valuta pregiata
per le casse statali. panama si potevano registrare le navi a panama.
2. Registri open (segue)
I termini e le condizioni offerti da questi registri variano
considerevolmente da caso a caso.
2. Equipaggio: la società d’armamento ha la piena libertà di 4. Standard di sicurezza: è il punto su cui c’è maggiore
scelta per quanto riguarda la nazionalità degli equipaggi. differenza tra gli stessi registri open. Alcuni sono
L’applicazione dell’STCW 95 ha spesso delle “zone d’ombra”. estremamente rigidi in materia e non presentano grosse
differenze con i Registri tradizionali, altri sono piuttosto
“liberali” creando un grosso danno d’immagine per tutta
la categoria.
One ship company, conglomerazione di società che hanno la proprietà di una nave, tutte poi
riconducibili alla holding unica.
3. Registri
Standard paralleli
di sicurezza: port state control vedo appunti della seconda lezione di Duci.
Registri paralleli:
Sono Registri, nati a partire dagli anni ’80 nei Paesi con
storica vocazione marittima, per contrastare la fuga degli
armatori nazionali verso i registri open.
In genere:
1. Equipaggi:
• Viene consentita una riduzione del numero di marittimi nazionali da
imbarcare.
• Il resto dell’equipaggio può essere di altre nazionalità e venire
pagata secondo gli standard internazionali (ITF/ILO).
• In molti casi è lo Stato che si accolla gli oneri previdenziali,
contributivi e fiscali.
2. Aspetto fiscale:
• In molti Paesi si è derogato dal principio dell’imposta sul reddito,
introducendo la tonnage tax (in Italia dal 2005).
• In altri Paesi, invece, si è adottata la politica di ridurre
notevolmente l’aliquota d’imposta.
Aspetto fiscale: se non ci fossero queste agevolazioni,
non ci sarebbero armatori, gli armatori se ne andrebbero in un altro Paese.
I registri paralleli si dividono in internazionali e dipendenti, es il Portogallo ha fatto un
registro nazionale ma l’ha collocato a Madeira, registro parallelo dipendente cioè è legato
all’amministrazione principale. L’italia è stata una degli ultimi ad adottare un registro
internazionale, registro dipendente in Italia collocato in Sicilia ma questo provvedimento
non è passato e quindi si è optato per il registro internazionale.
Il Registro
internazionale italiano
Il Registro internazionale è stato introdotto in Italia nel
1998.
I traffici ammessi
L'iscrizione è soggetta ad autorizzazione da parte del Ministero delle Infrastrutture
ed è limitata esclusivamente alle navi impiegate in traffici commerciali
internazionali.
Se la nave ha una stazza lorda superiore alle 650 Tsl, però, può effettuare un
viaggio di cabotaggio mensile, quando tale viaggio segua o preceda un viaggio in
provenienza o diretto verso un altro Stato.
Qualora le navi:
1. abbiano una stazza lorda superiore alle 650 Tsl e
2. abbiano un equipaggio interamente comunitario, o esistano accordi di deroga
con le organizzazioni sindacali,
possono essere svolti 6 viaggi di cabotaggio al mese, anche se tali viaggi non
precedono o non seguono un viaggio internazionale o un numero illimitato di
viaggi superiori alle 100 miglia.
U.E.)
stessa nave
ma che in funzione della bandiera in cui è registrata ha diverso costo mensile.