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BILANCIO DI ESERCIZIO
Il bilancio di esercizio rappresenta il principale strumento di comunicazione aziendale diretto ai principi interlocutori
interi ed esterni.
Ha per oggetto prevalentemente dati e informazioni di tipo economico e finanziario, che nel complesso rivelano lo
“stato di salute” dell’azienda stessa.
1) STATO PATRIMONIALE
Il bilancio rappresenta la struttura patrimoniale di un’azienda, ovvero il patrimonio attivo e passivo di cui è dotata. La
situazione patrimoniale si distingue:
Attività, sono costituite dagli impieghi di denaro
Passività
Patrimonio netto
ATTIVITÀ PASSIVITÀ
Immobilizzazioni immateriali
o Diritti
o Beni immateriali
o Oneri ad utilità pluriennale PATRIMONIO NETTO
Immobilizzazioni materiali
Beni materiali ad uso durevole
Immobilizzazioni finanziare
Attività finanziarie durevoli
Rimanenze
Di materie prime Debiti di funzionamento
Di merci Debiti di finanziamento
Di prodotti finiti Fondi per rischi e oneri
Crediti v/clienti e altri soggetti Ratei e risconti passivi
Disponibilità liquide
Ratei e risconti attivi
IL PATRIMONIO NETTO
Il patrimonio netto è un valore astratto risultante dalla differenza tra attivo e passivo.
Astratto perché risulta strettamente dipendente dai criteri di valutazione utilizzati nella stima dell’attivo e del passivo.
Include:
- Apporti dei soci
- Risultato dell’esercizio
- Risultati degli esercizi precedenti (non distribuiti)
- Altre riserve
Il patrimonio netto rappresenta un indicatore rilevante per valutare la dotazione di un'azienda, ma non esprime il
corrispettivo che i soci potrebbero ottenere dalla cessione dell'azienda.
Questo perché il valore è influenzato:
- dalla forza contrattuale del compratore e venditore
- dal valore di avviamento auto generato per effetto della capacità di generare redditi futuri
SOFIA
2) CONTO ECONOMICO
Il bilancio rappresenta anche la situazione economica di un’azienda, tramite il “conto economico” questo
documento rappresenta:
Ricavi e proventi, derivano dall’afflusso di risorse finanziarie
Costi e oneri, derivano dal deflusso di risorse finanziarie
Reddito di esercizio dato dalla differenza tra ricavi e costi
COSTI RICAVI
Costi operativi Proventi operativi
o Costi per acquisto di merci o ricavi da vendita di merci
o Costi per acquisto di prodotti finiti o ricavi da vendita di prodotti finiti
o Costi per servizi o ricavi da vendita di servizi
o Costi del personale Proventi atipici
o Ammortamenti o attività estranee alla gestione
Oneri finanziari caratteristica dell’azienda
o Debiti di finanziamento Proventi finanziari
(interessi passivi) o attività finanziarie (interessi attivi)
Oneri straordinari Proventi straordinari
o Sopravvenienze passive o sopravvenienze attive
o Minusvalenze o plusvalenze
Il reddito rappresenta la variazione del patrimonio netto dovuta al compimento di operazioni di gestione, pertanto:
- il patrimonio netto aumenta per effetto di redditi positivi (utili)
- il patrimonio netto diminuisci in conseguenza a redditi negativi (perdite)
Reddito di bilancio
+ Variazione in aumento (costi non deducibili + maggiori ricavi imponibili)
- Variazioni in diminuzione (maggiori costi deducibili + ricavi non imponibili)
= Reddito imponibile fiscale
Base per la determinazione dei dividendi distribuibili ai soci, per non ridurre la consistenza patrimoniale di
un'azienda e non danneggiare in particolare i creditori sociali, l'azienda non dovrebbe distribuire ai soci risorse
superiori agli utili effettivamente realizzati.
1. Gli utili esprimono movimenti incrementativi del patrimonio netto
2. I dividenti costituiscono movimenti decrementativi del patrimonio netto
Quindi per non ridurre il patrimonio netto i secondi non dovranno essere superiori ai primi.
In definitiva, il reddito di bilancio costituisce il limite massimo per le risorse distribuibili ai soci tramite
dividendi.
3. RENDICONTO FINANZIARIO
il bilancio rappresenta anche la situazione finanziaria di un’azienda, ricavando informazioni finanziarie dallo Stato
patrimoniale.
Il rendiconto finanziario rappresenta:
Le entrate
Le uscite
Il flusso di cassa (cash flow) dato dalla differenza tra le entrate e le uscite
Il flusso di cassa monetario rappresenta un'efficace indicatore sulla capacità di un'azienda di:
Essere solvibili rispetto ai propri creditori indica la capacità di rimborsare i crediti grazie ai flussi
autogenerati
Autofinanziare una parte dei propri investimenti indica la capacità di effettuare investimenti tramite capitali
messi da soci e terzi e con flussi autogenerati
Remunerare i propri soci
* I revisori svolgono un ruolo di garanzia per i destinatari virgola in quanto sono deputati alla verifica dell'attendibilità
e dell'accuratezza delle informazioni divulgate dall'azienda a, con particolare riferimento a quelle di natura contabile.
Il dividendo deve essere deliberato dall’assemblea dei soci la quale decide a maggioranza l’opportunità o meno della
distribuzione e l’entità della stessa.
Occorre che sia valutata la disponibilità di liquidità eccedente rispetto all’ordinarie esigenze aziendali -> tale da:
- evitare il rischio di una crisi di liquidità in futuro
- sufficiente a supportare i futuri investimenti che la società ha in programma
- sostenere eventuali eventi negativi non prevedibili ma probabili
Ci può essere il caso in cui i flussi finanziari non siano sufficienti a coprire le uscite finanziarie correnti, in quanto il
cash flow creato dalla gestione ordinaria non basta a sostenere le uscite -> anche se R>C l’azienda non a liquidità
sufficiente per erogare i dividendi.
La valutazione sull’entità dei dividendi dovrebbe tenere conto della capacità dell’azienda di produrre adeguati flussi
nel tempo.
Il codice civile pone dei limiti alla distribuzione dei dividendi legati al principio di prudenza con lo scopo di evitare di
impoverire la soci
Il codice civile (art 2446 e 2447 c.c.) impone agli amministratori di agire "senza indugio" allo scopo di garantire il
rispetto delle garanzie per i terzi e di continuate a beneficiare dalla responsabilità limitata.
Le perdite di esercizio daranno allarme ai creditori e alle banche. i quali saranno chiamati a decidere il proprio
comportamento nei confronti della società.
Nel caso in cui l'azienda non fosse più in condizioni di rispettare i pagamenti ai fornitori o alle banche si parla di
difficoltà a mantenere la continuità aziendale che potrebbe essere l'anticamera del fallimento, in cui non consente più
ai creditori di ottenere il soddisfacimento del loro credito vantato.
Il calcolo delle imposte si effettua su una base imponibile diversa dall’utile di bilancio redatto secondo le norme
civilistiche, molte regole dettate dal principio di prudenza non sono recepite dal legislatore fiscale; il bilancio deve
essere quindi rettificato per arrivare all’utile imponibile.
Le rettifiche si chiamano riprese fiscali:
- Sono in aumento quando si tratta di costi di competenza del periodo che hanno già ridotto il risultato di
bilancio, ma che la legge fiscale del TUIR non considera deducibili dal reddito e devono quindi essere
sommati all’utile di bilancio
- Sono in diminuzione quando si tratta di ricavi di competenza dell’esercizio che la legge fiscale consente di
non tassare interamente o parzialmente e pertanto vengono detratti dall’utile imponibile
L’OIC 12 dedicato alla composizione e agli schemi di bilancio, ha lo scopo di indicare i criteri per la definizione della
struttura e del contenuto dello stato patrimoniale, del conto economico e della nota integrativa.
STATO PATRIMONIALE
ATTIVO PASSIVO
A. Capitale netto
I. Capitale
A. Crediti v/soci per versamenti ancora dovuti
II. Riserva da soprapprezzo azioni
B. Immobilizzazioni
III. Riserva di rivalutazione
I. Immobilizzazioni materiali
IV. Riserva legale
II. Immobilizzazioni materiali
V. Riserve statutarie
III. Immobilizzazioni finanziarie
VI. Altre riserve
C. Attivo circolante
VII. Riserva per operazioni di copertura di
I. Rimanenze
flussi finanziari attesi
II. Crediti, con separata indicazione degli
VIII. Utile (perdite) portati a nuovo
importi esigibili oltre l’esercizio
IX. Utile (perdita) di esercizio
successivo e delle imposte anticipate
X. Riserva negativa per azioni proprie in
III. Attività finanziarie che non
portafoglio
costituiscono immobilizzazioni
B. Fondi per rischi e oneri
IV. Disponibilità liquide
C. Trattamento di fine rapporto di lavoro
D. Ratei e risconti
subordinato
D. Ratei e risconti
- CONTO ECONOMICO
Il conto economico è il documento preposto a dare rappresentazione dei componenti, positivi e negativi, che
concorrono alla formazione del reddito di periodo.
- I componenti positivi di reddito sono rappresentati dai ricavi e dalle rettifiche di costo
- I componenti negati di reddito sono rappresentati dai costi e dalle rettifiche di ricavo
CONTO ECONOMICO
A. Valore della produzione
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni
2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti (finali – iniziali)
3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione
4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
5) Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio
a) Proventi derivanti dalle attività accessorie, al netto delle relative rettifiche
b) Plusvalenze
c) Ripristini di valore, conseguiti a precedenti svalutazioni delle immobilizzazioni
d) Sopravvenienze e insussistenze attive
e) Ricavi e proventi diversi di natura non finanziaria
B. Costi della produzione
6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
7) Per servizi
8) Per godimento beni di terzi
9) Per il personale
10) Ammortamenti e svalutazioni
11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci (iniziali – finali)
12) Accantonamenti per rischi
13) Altri accantonamenti
14) Oneri diversi di gestione
a) Minusvalenze
b) Sopravvenienze e insussistenze passive
c) Imposte indirette, tasse e contributi
d) Altri costi e oneri di natura non finanziaria
Differenza tra valore e costi della produzione (A – B)
La predisposizione del rendiconto finanziario è obbligatoria per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria,
sono invece esonerate da tale adempimento le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e le microimprese.
Il rendiconto finanziario ha come scopo quello di monitorare i flussi finanziari in entrata e in uscita delle disponibilità
liquide, che sono rappresentate:
Depositi bancari
Assegni
Denaro e valori in cassa
Il codice civile individua tre macro-aree all’interno delle quali classificare i flussi di cassa:
1. Area operativa (corrente)
Incassi da vendita di prodotti/servizi
Pagamenti a fornitori di fattori produttivi correnti (materie prime, servizi, personale, ecc.)
Pagamenti imposte sul reddito
Dalla somma otterremo il cash flow dell’area operativa -> che deve essere di segno positivo
2. Area degli investimenti (operativi e finanziari)
Incassi da dismissioni di fattori produttivi pluriennali (ceduto un vecchio impianto di produzione)
Pagamenti per acquisizione di fattori produttivi pluriennali (acquisto impianti)
3. Area finanziaria
Entrate per contrazione debiti finanziari
Uscite per rimborso debiti finanziari
Uscite per pagamento oneri finanziari/ entrate per incasso proventi finanziari
Flussi monetari legati ai rapporti con i soci (distribuzione dividendi)
La somma algebrica dei flussi finanziari di ciascuna categoria (=flusso di cassa netto) rappresenta la variazione
delle disponibilità liquide avvenute durante l’esercizio
I flussi dell’attività operativa possono essere esposti nel rendiconto sulla base di due metodi:
1. Metodo indiretto, rettificando l’utile (perdita) delle operazioni che non hanno dato origine a variazioni
monetarie
2. Metodo diretto, riportando direttamente i flussi in entrata e in uscita dell’attività operativa dovuti all’incasso
dei crediti e al pagamento dei debiti della gestione caratteristica
Per ogni flusso finanziario presentato nel rendiconto è indicato l’importo del flusso corrispondente dell’esercizio
precedente
Il metodo indiretto (molto utilizzato): i flussi di liquidità in ingresso/uscita sono stimati partendo dai ricavi e
costi monetari (che esprimono potenziali entrate/uscite) e correggendo rispetto alla variazione dei
crediti/debiti correlati.
Il metodo indiretto è in realtà applicato operando a ritroso: si parte dal risultato netto e si procede a
correggerlo sommando costi non monetari, sottraendo ricavi non monetari, ecc.
NOTA INTEGRATIVA
La nota integrativa è il principale strumento per l’adeguata informativa di sintesi degli andamenti gestionali.
È un documento descrittivo, di supporto e integrazione, dei due documenti numerici rappresentati dallo stato
patrimoniale e dal conto economico.
L’OIC 12 puntualizza che la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria e del
risultato economico cui ogni bilancino di esercizio deve tendere, non dipende dalla determinazione dell'ammontare
presentati negli schemi dello stato patrimoniale, del conto economico e del rendiconto finanziario, ma anche dalla nota
integrativa.
Occorre rilevare che la nota integrativa rappresenta un corpus obbligatorio. Le informazioni della nota integrativa
relative alla voce dello stato patrimoniale e del conto economico sono presentate secondo l’ordine in cui le relative
voci sono indicate nello stato patrimoniale e nel conto economico.
I. Considerazioni generali sulla struttura e contenuto del bilancio -> aprire la nota integrativa con
considerazioni di tipo generale facendo richiamo ai postulati e principi cui sempre il bilancio di periodo deve
essere informato
II. Spiegazione dei criteri adottati nella valutazione dei valori di bilancio -> la principale funzione della nota
integrativa è di dare compiuta applicazione dei criteri di valutazione adottati nelle voci di bilancio.
Nell’enunciazione dei criteri di valutazione adottati pèer varie voci dello stato patrimoniale e dei correlati
valori economici, gli amministratori non devono ovviamente limitarsi ad una semplice enunciazione di quanto
previsto dal codice civile, ma dovranno qualificare e contestualizzare il contenuto di questa sezione della nota
integrativa rispetto alla fattispecie aziendale cui il bilancio è riferito.
III. Indicazione di maggiore dettaglio, per quantità e/o per valori, rispetto alle informazioni e valori ritraibili dai
prospetti di stato patrimoniale e conto economico -> si da la possibilità agli stakeholder di superare
limitazioni di informativa che i due prospetti possono offrire
IV. Inserimento di informazioni aggiuntive disancorate dal complesso dei valori rinvenibili nello stato
patrimoniale e nel conto economico
V. Indicazione dei valori e motivazioni sottostanti a certe valutazioni effettuate dall’organo amministrativo con
riferimento a certe voci di bilancio
LA NOTA INTEGRATIVA ha una parte iniziale nella quale gli amministratori devono individuare dei criteri di
valutazione
Articolata in una serie di sottosezioni che si riferiscono alle diverse voci di bilancio:
Criteri di valutazione
Composizione analitica dello SP e CE (costi di impianti e ampliamento, partecipazioni)
Dettagli su variazione di voci patrimoniali (immobilizzazioni, PN)
Informazioni su effetti patrimoniali e reddituali prodotti da operazioni particolari (locazione finanziaria,
strumenti finanziari derivati)
Altre informazioni utili alla comprensione del bilancio (impegni, garanzie, passività potenziali, compensi
amministratori e sindaci, numero medio dipendenti, dettaglio ricavi per aree di business/geografiche, ricavi
costi di entità «eccezionale», ecc.)
Partecipazioni detenute (e altri strumenti finanziari)
Motivazione per scelte legate a criteri di stima o iscrizione di poste caratterizzate da discrezionalità (costi
ricerca e sviluppo, costi impianto e ampliamento, avviamento, costituzione fondi rischi, ecc.)
Natura delle eventuali operazioni con parti correlate (se non concluse a valori di mercato)
La relazione sulla gestione è obbligatoria per le società di capitali, sono escluse invece le società di minori dimensioni
che redigono il bilancio in forma abbreviata e le microimprese; tali o soggetti però devono predisporre apposite
informazioni sulla nota integrativa al fine di essere esonerati, tali informazioni prevedono:
- Numero e valore nominale delle azioni proprie e delle azioni o quote di società controllanti possedute
- Numero e valore nominale delle azioni proprie e delle azioni o quote di società controllanti acquistate o
alienate dalla società, nel corso dell’esercizio.
documenti redatto dagli amministratori per dare la possibilità ad un soggetto terzo (esterno all’azienda) di interpretare
in maniera più contestualizzato i risultati di periodo
Analisi degli amministratori sulla situazione della società, sull’andamento e sul risultato economico della gestione, da
cui devono risultare:
Attività di ricerca e sviluppo
Rapporti con «consociate» (variazioni nelle partecipazioni detenute)
Attività di direzione e coordinamento (operazioni condotte a valori «non di mercato»)
Operazioni con parti correlate (acquisti/vendite con imprese del gruppo)
Azioni proprie e di società controllanti detenute
Evoluzione prevedibile della gestione (anche con riferimento a rischi e incertezze:
o gli obiettivi e le politiche in materia di gestione del rischio finanziario, compresa la politica di
copertura (per categoria di operazioni)
o esposizione della società al rischio di prezzo, di credito, di liquidità e di variazione dei flussi
finanziari.
Elenco delle sedi secondarie della società
La determinazione dei risultati parziali e dei relativi indici avviene attraverso la riclassificazione dei prospetti
del bilancio.
o Conto economico riclassificato, sono individuabili le seguenti aree della gestione:
- Area operativa inerente all’attività caratteristica della società, e comprende i valori relativi
all’attuazione e alla vendita della produzione
- Area accessoria comprende i componenti di reddito positivi e negativi relativi ad un’attività,
eventuale, collaterale a quella operativa
- Area finanziaria inerente alla gestione degli investimenti finanziari e dei debiti di
finanziamento, comprende i proventi e gli oneri finanziari
- Area tributaria comprende le imposte dirette e i flussi compensativi originati dall’adesione a
taluni istituti
o Stato patrimoniale riclassificato
Indici di redditività
TABELLA SUPERIORI
Indicatori di risultato non finanziari costituiscono indici o quozienti di carattere quantitativo idonei a
rappresentare alcune peculiarità dell'impresa, al fine di fornire una migliore rappresentazione della situazione
aziendale dell'andamento della gestione.
La selezione degli indicatori non finanziari può variare in base alle caratteristiche delle imprese e del mercato
in cui opera, è possibile individuare quattro macroaree in cui collocare gli indicatori non finanziari:
1. posizionamento sul mercato
2. customer satisfiction
3. pensa dei fattori produttivi e dei processi produttivi
4. innovazione
- Chiarezza = Comprensibilità. Il bilancio deve essere funzionale ad essere letto e ad informare destinatari
esterni. → AFFIDABILITÀ/VERIFICABILITÀ (tramite note esplicative)
- Rappresentazione veritiera e corretta (true and fair view) i redattori devono stimare correttamente i valori di
bilancio ed i relativi riflessi economici
L’art. 2423 (c. 3, 4, 5) ammette discrezionalità inerenti all’integrazione/omissione delle informazioni richieste dalla
legge o la non applicazione della legge se irrilevante con la chiarezza e rappresentazione veritiera e corretta (deroghe
da motivare in nota integrativa).
Comma 4 – rilevanza
Facoltà di derogare alle disposizioni di legge se la mancata applicazione ha effetti non rilevanti
Il principio di rilevanza:
Un’informazione è considerata rilevante quando la sua omissione o errata indicazione potrebbe ragionevolmente
influenzare le decisioni prese dai destinatari primari dall’informazione di bilancio sulla base del bilancio della società
La rilevanza dei singoli elementi che compongono le voci di bilancio è giudicata nel contesto della situazione
patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa.
Comma 5 – deroghe
Obbligo di derogare alle disposizioni di legge se necessario per la rappresentazione veritiera e corretta
1. Casi eccezionali
2. Motivazione ed illustrazione in nota integrativa
3. Eventuali utili derivanti dalla deroga devono essere accantonati in una riserva non distribuibile
L’effetto congiunto di queste disposizioni si sostanzia in un trattamento asimmetrico nel considerare i fattori che
influenzano il reddito:
o Quelli positivi vanno rilevatori solo se realizzati
o Quelli negativi vanno rilevati in ogni caso (se di competenza dell’esercizio)
Regola generale da applicare nella scelta dei procedimenti che richiedono una “stima”
1-bis) La rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione o
del contratto
2) Si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio (prudenza)
3) Si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercito, indipendentemente dalla data
dell’incasso o del pagamento
Competenza economica:
Riferibilità dei riflessi economici delle operazioni realizzate/in corso ai periodi gestionali per il calcolo del risultato di
periodo
Art. 2423-bis c. 3: «si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio,
indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento»
Il principio di competenza economica definisce innanzitutto la riferibilità di ricavi all’esercizio:
o Inerenza dei ricavi, i ricavi sono riferibili o al periodo in cui si verifica
- Il passaggio di proprietà di beni
- Completamento della prestazione di servizi
- Nesce il diritto (per il venditore) ad incassare il corrispettivo (manifestazione finanziaria)
o Correlazione dei costi, la competenza dei cosi è correlata a quella dei ricavi di esercizio
- Associazione di causa effetto costi-ricavi (es. materie prime)
- Ripartizione sistematica dell’utilità pluriennale (es. ammortamento)
- Associazione proporzionale al tempo (es. canoni di locazione)
4) Si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la
chiusura di questo (competenza/prudenza)
5) Gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente
Deroghe la principio enunciato nel numero 6) sono consentite in casi eccezionali. La nota integrativa deve evitare la
deroga e indicarne l’influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato
economico
Una volta scelto un criterio di valutazione, questo deve essere mantenuto nel tempo, non si può cambiare
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Ben di cui k’azienda è proprietaria che vengono destinati ad un utilizzo pluriennale.
1) Terreni e fabbricati
a. Terreni
b. Fabbricati strumentali e non strumentali
2) Impianti e macchinari
a. Impianti generici
b. Impianti specifici
3) Attrezzature industriali e commerciali
a. Attrezzi che richiedono uso manuale durevole (es. strumento di laboratorio)
b. Attrezzatura varia legata a processi produttivi o commerciali (es. utensili)
4) Altri beni
a. Mobili, macchine d’ufficio, automezzi
b. Imballaggi riutilizzabili (es. pallet (base di legno))
5) Immobilizzazioni in corso e acconti
A.4 incrementi per costruzioni interne in economica —> quando l’azienda al termine dell’esercizio ha in corso delle
attività interne all’azienda (immobilizzazioni in corso nello stato patrimoniale)
A.10 b Ammortamenti
B.10 c Svalutazioni da perdite durevoli
B.14 oneri diversi di gestione (minusvalenze da alienazione)
Criteri di valutazione
Costo di acquisto o di produzione
- Ammortamenti
- Svalutazioni
= Valore esposto in bilancio
Il valore a cui sono iscritte le immobilizzazioni rappresenta la vista rimanenze dell’immobilizzazione per la sua vita
utile
RIVALUTAZIONE
Le immobilizzazioni iscritte in bilancio non possono essere rivalutate, a meno che questo on sia consentito da una
norma di legge
RIMANENZE DI MAGAZZINO
Le rimanenze sono: tutto ciò che entra in azienda o nasce, che proviene o è destinato al mercato esterno
Il magazzino è la parte principale dell’azienda (senza di esso l’azienda non può continuare)
Il magazzino è composto:
- Materie prime e semilavorati acquistati per i processi di trasformazione (aziende industriali (materie prime in
entrata, prodotti in corso di lavorazione e semilavorati, prodotti finiti in uscita) —> tutte le aziende con lo
scopo di acquistare, svolgere un processo produttivo e ottengono un prodotto finito diverso dalle materie
prime stesse) aziende commerciali non svolgono processi produttivi se non minimi
- Prodotti in corso di lavorazione —> suscettibili ad una vendita sul mercato (es. lo sportello di una macchina
non ancora finito)
- Semilavorati —> (es. il motore che faccio costruitre a qualcun altro)
- Lavori in corso su ordinazione —> (es. la nave che sto costruendo) azienda di produzione che lavorano su
ordini (grossi) ricevuti dai clienti
So prima di iniziare il processo produttivo a chi spetta l’ordine (ovvero conosco già il cliente a cui spetterà il
lavoro svolto)
- Le merci caratterizzano le aziende commerciali (comprano merci e vendono merci, senza modificarne)
Attivo circolante —> tutto ciò che è destinato ad un utilizzo non durevole (le materie prime, non viene utilizzata più
volte ma viene utilizzata una volta sola)
Utilizzo durevole —> le immobilizzazioni racchiudono tutto ciò che serve per produrre qualcos’altro