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- interni: scelte dei manager si basano sulle metriche/ indicatori/ dati che supportano i
processi decisionali
- esterni all’azienda (giornalisti, le banche, istituti di credito, il governo, gli analisti
finanziari ecc…): per capire se l'azienda è sana o malata in modo fisiologico o
analogico → diagnosi dello stato di salute dell’azienda → fa capire anche le scelte
manageriali per mantenere o migliorare la salute dell’azienda. È di interesse sapere
lo stato dell’azienda perché quest’ultima ha un impatto sull’ambiente esterno
Chi fa le analisi di bilancio? Manager interni all’azienda, per monitorare e verificare quali
sono i risultati che sono emersi e se corrispondono agli obiettivi che sono stati definiti come
target da raggiungere. L'azienda
1. definisce i propri obiettivi/target attraverso parametri KPIs (ben chiari)
2. prende delle decisioni su come andare verso quella destinazione e metto in campo
delle azioni
3. momento di rilevazione dei risultati/ misurazione delle performance: devono dirmi
dove sono allineato o disallineato rispetto ai miei obiettivi, se sono vicino o lontano
rispetto al mio traguardo e se le scelte che ho formulato sono state scelte che hanno
condotto a risultati ottimizzanti o prese in modo distonico/ non corretto → danno un
feedback informativo
Bilancio ha 2 funzione
1. se l'azienda ha creato un utile o una perdita
2. quanto il patrimonio è stato drenato quell’anno
Classificazione
1. analisi interne (manager aziendali riportano l’andamento della propria area, ho una
ricchezza e un dettaglio e un’analisi che posso fare molto più approfondita) o esterne
(possono accedere ai soli documenti formalmente consegnati dall’azienda) →
comparazione spazio: azienda operano in un’arena competitiva → fa capire se
siamo aziende leader o follower
2. retrospettive (analizzo analisi già messe in atto e già chiuse) o prospettiche (oggi che
tipo di scelte devo mettere in campo, fare stime/ previsioni/ congetture) →
comparazione tempo (dati di ieri o di domani)
ITER procedurale
1. lettura di bilancio: avere solide basi che mi permettano di capire un bilancio
2. riclassificazione: riaggregazione delle poste patrimoniali (parte dallo Sp civilistico e
arriva allo SP riclassificato) e di quelle economiche dall’altro (costi, ricavi e risultati
→trasformazione del conto economico in conto economico di analisi reddituale)
3. Indicatori: creo una dashboard con un set di indicatori che mi sono utili
4. interpretazione finale: l'azienda è in equilibrio economico → liquida e solvibile?
patrimoniale → solida patrimonialmente? (50% fonti finanziamente esterne)
finanziario → redditizia? (flussi di entrate > flussi di uscite)
→ utilizzo la struttura più consona alle mie esigenze informative. Ci sono 2 modelli
- P + p = debiti
- N +P = capitale permanente
Passività finanziaria: debiti che chiedi a prestito in modo esplicito (ex. alle banche: mutui,
prestiti obbligazionari)
Debiti non finanziari, ma operativi: debiti che si generano implicitamente dalla gestione
- utile d’esercizio dello Stato Patrimoniale riclassificato non è uguale a quello del conto
economico perché da quell'utile che c’è in conto economico devo togliere la parte
che va distribuita agli azionisti (va nelle passività correnti) → qui ci va quello che va
accantonato
Ratei e Risconti passivi vanno nello stesso posto
CONTO ECONOMICO
Per identificare le aree di gestione complessiva aziendale che hanno condotto a drenare o
generare liquidità
Separare 2 blocchi:
- gestione operativa/caratteristica: attraverso operazioni di acquisizione dei fattori
produttivi e trasformazione
- gestione non operativa/extra-caratteristica: alimentato da ricavi e costi di natura
finanziaria, tipica, straordinaria, legati all'appendice fiscale
→ così si individua la gestione ordinaria (non una tantum)
Modello utilizzato:
1. schema valore della produzione e valore aggiunto
2. conto economico a ricavi e costi variabili (utile per il budgeting e soggetti all’interno
dell’azienda)
3. conto economico a ricavi e costi
A questo vanno sottratti i cosiddetti costi esterni → per remunerare fattori produttivi
acquistati esternamente (materie prime, servizi per consulenze, locazione di beni)
facendo riferimento a B
- B6 compensato con la variazione delle rimanenze (B11)
- B7 prestazione dei servizi
- B8 costi per godimento di beni di terzi
- no B9 (costo non esterno)
- no B10 (non sono costi esterni)
- B14 altri costi di gestione (decurtando altri oneri atipici. ex. costi legati alla
manutenzione)
→ così otteniamo il valore aggiunto: valore di ciò che viene venduto e valorizzato sul
mercato - tutti i costi servizi per acquistare materie prime ecc… utilizzate per generare quel
risultato → espressione della ricchezza prodotta attraverso attività operative svolte con i
mercati esteri. Ha una funzione distributiva → deve coprire tutti gli altri costi successivi (costi
del personale e dimensionamento della struttura tecnico produttiva
→ a questo si sottrae il costo del personale per ottenere un secondo margine: margine
operativo lordo (valore aggiunto - costo del personale) → espressione della capacità
remunerativa del fattori interni e la copertura dei costi legati alle politiche di bilancio
(gestione extra operativa). È molto importante perché non influenzato dalle politiche di
bilancio (scelte discrezionali) e perchè è un indicatore della capacità di generare flussi di
cassa → = EBITDA
Dal reddito operativo individuo proventi e oneri finanziari (C15 C16 C17)
Sommare o sottrarre il risultato della gestione atipica ovvero A5 altri proventi e oneri (A5,
B14) → reddito della gestione corrente = risultato positivo o negativo legato alla
quotidianità, non costi o ricavi generati in via eccezionale
Si considera poi l’appendice fiscale (sottratto l’onere fiscale) = reddito netto di esercizio
Fasi di bilancio
1. saper leggere SP e Conto Economico
2. Riclassificazione (secondo il criterio finanziario - a valore aggiunto)
3. indicatori e il significato a cui rimandano → imparare i connessi di causa effetto con i
fatti amministrativi
4. interpretazione degli indicatori
- L'azienda è solida? Fifty fifty con cui viene divisa la torta delle fonti di
finanziamento, l'azienda è solida anche quando si indebita, ma non deve superare il
limite fisiologico del 50% delle fonti di finanziamento (non fa cadere in uno squilibrio
avere debiti). La solidità patrimoniale guarda i finanziamenti. Più si è fragili
patrimonialmente meno si è in grado col denaro proprio di garantire verso i soggetti
con cui mi sto indebitando.
1. Rischio di andare in default (se non pago i debiti rischio che mi facciano
fallire)
2. Rischio di riduzione della capacità contrattuale (rischio economico), più sono
indebitato più aumentano gli interessi passivi dalle fonti di finanziamento (ex.
banche)
1. Un quoziente di solidità del patrimonio netto che si riduce può indicare che
a. l’azienda ha attuato politiche di autofinanziamento:fenomeno che si realizza quando
l’azienda decide di risparmiare utili accantonando delle riserve, non ha necessità di
chiedere all’esterno fonti di finanziamento → stabilisce la solidità di un’azienda →
condizioni necessarie: che ci siano degli utili (5%)
b. le riserve sono state utilizzate
c. le riserve non ci sono più
d. il capitale sociale è maggiore delle riserve
Indice di solidità → patrimonio netto/capitale sociale → deve essere >1 perché so che N (n +
riserve + utile/perdite) è > di n (cap. sociale)
2 tipi di indicatori
1. margini ( si calcola sottraendo una grandezza ad un’altra: N-F , avrò il risultato in
euro)
- margini di struttura
- capitale circolante netto
- margine di tesoreria (usa le stesse grandezze dell’indice di liquidità), il
margine serve a poco/ nulla in un’analisi comparativa in un periodo temporale
2. indici (è un intorno > = < 1, si calcola N/K)
- autocopertura del flusso
- indice di disponibilità
- indice di liquidità
- indici di rotazione del capitale investito (correla con i l conto economico)
- ciclo monetario della gestione
Margine di struttura
Cos’è? Correla il Capitale fisso (F) e il capitale netto (N) → N - F
→ serve per capire se l’azienda è in grado di finanziare tutta la parte strutturale/ pluriennale/
fissa solo con il capitale proprio
N - F = 0 (sono uguali → l’azienda è in grado di autofinanziarsi senza indebitarsi)
N - F > 0 ( il capitale netto non solo finanzia ma avanza anche, finanzia anche il capitale
circolante)
N - F < 0 (N non è in grado di finanziare F, devo ricorrere all’indebitamento) –< incorro nel
rischio finanziario quando finanzio attraverso i debiti a breve (d)
Margine di tesoreria
Cos’è? Confronto tra liquidità differite + liquidità immediate e passività correnti → per
aziende che hanno difficoltà con il magazzino → ci si chiede se l’azienda è in grado di
pagare i debiti senza considerare la smobilizzazione del magazzino → questo è il vero
margine. Se sono in grado di pagare di debiti solo con cash e crediti
(L +l) = 0
(L +l) > 0
(L +l) < 0 (situazione drammatica dovuta a un forte squilibrio finanziario) Quel valore
negativo corrisponde alla quantità di debiti che devi contrarre per continuare ad avere il
merito creditizio
Differenza tra capitale circolante netto e margine di tesoreria = magazzino
Quando bisogna utilizzare il margine e quando l’indice? Si usano gli indici quando si fanno
analisi comparative nel tempo e nello spazio, ovvero quando devo confrontare la mia
situazione finanziaria di oggi rispetto al passato/futuro o rispetto ad altre aziende (non uso i
margini per fare paragoni)
Da che cosa dipende un risultato ottenuto e quali sono le variabili su cui agire e le scelte
strutturali da fare? → scomposizioni per fattori di un indicatore
Perchè N/F sia bello devo avere tanto N e poco F → si traduce in scelte strutturali, ovvero
dalla struttura che ho dato alle mie fonti e ai miei impieghi. Avere tanto N vuol dire avere un
grado di autonomia finanziaria elevato.
è = al grado di indipendenza finanziaria
Avere poco F vuol dire: vuoi avere una bassa rigidità degli investimenti o alta elasticità degli
investimenti
N/F = N/K x K/F (grado di elasticità) → K/F (grado di rigidità/ elasticità degli investimenti) →
struttura finanziaria di fonti e impieghi
Domanda 1 appello!!! Quali sono le 2 strategie che l’azienda può mettere in campo,
rispettivamente dal lato degli impieghi e dal lato delle fonti per ottimizzare l’indice di
autocopertura del fisso
TUTORATO
Esercitazione 13B
Società finanziaria → società B (tante immob finanziarie e poco magazzino)
Società industriale → società D (tanto magazzino)
Società di calcio → società A (poco magazzino, tante immob immateriali: ex. disporre della
disponibilità dei giocatori, cartellino ecc…)
Società GDO (grande distribuzione) → società C (tanto magazzino)
→ elastico dal punto di vista degli impieghi e rigido dal punto di vista delle fonti
Analisi verticale (di struttura patrimoniale) → verticale perché prendo voci una sotto l’altra →
indicatori di rigidità e elasticità → indicatori di primo livello
indicatori di secondo livello → prendo le singole voci e vedo quanto pesano su K
CICLO OPERATIVO: arco temporale che intercorre tra la fase di approvvigionamento delle
materie prime (deb v fornitori e magazzino), processo produttivo (alimento il magazzino) e la
fase di vendita (crediti verso i clienti, magazzino diminuisce, aumentano liquidità immediate)
differenza con CICLO MONETARIO in quanto non tutti i debiti corrispondono a uscite
monetarie e non tutti i crediti a entrate monetarie → il ciclo monetario è più breve (dipende
dalla singola azienda) → pagamento al fornitore e pagamento dal cliente
Qual è l’equilibrio patrimoniale? 50% e differenze tra circolante netto e circolante netto
operativo
deriva dal circolante operativo lordo al netto delle passività operative (debiti verso i fornitori)
→ tanto più è alto tanto più devo ricorrere a debiti di natura finanziaria
Possono finanziare la mia attività grazie ai fornitori → se n CCNo è alto ho tanti crediti ma
tanti debiti, sto rimborsando i miei fornitori → dove reperisco le fonti di capitale? dalle
banche e istituti finanziari
Caso riempimento
Lezione 25/05
Politiche di autofinanziamento N/n = indice di disponibilità per il patrimonio netto/ capacità di
rinunciare alle riserve
Domanda:
1. un indice di disponibilità che si riduce può significare che? L’azienda ha attuato
politiche di finanziamento
2. sia aumentata la rigidità delle fonti, se l’indice di disponibilità peggiora → C
diminuisce e P aumenta
3. L'aumento delle passività correnti corrisponde ad un aumento dell’elasticità? NO
ROE: indica la redditività globale, è dato dal risultato netto di gestione e lo si confronta con
la dimensione del capitale investito → dipende anche da scelte di finanziamento
- non assume sempre valori maggiori 0 (ex. quando ho una perdita è >0)
- dipende dal ROI, dal leverage, dal tasso di incidenza della gestione non caratteristica
→ riflette la gestione del business (core business e non), le scelte finanziarie (debiti,
capitale proprio), tutta la gestione atipica
Effetto leverage: quanto il grado di indebitamento impatta positivamente sulla redditività
globale
ROI: (redditività degli investimenti) return on investments (totale della sezione a sinistra dello
Stato Patrimoniale → RO (reddito operativo) /Ko (capitale investito operativo) → solo
sezione sinistra dello SP (capitale investiti operativi), prescinde dalle scelte di finanziamento
→ RO/V x V/K
Più la struttura è rigida, più è lenta a far tornare le risorse necessarie → all’aumentare di F/K
(rigidità strutturale degli impieghi) si riduce la redditività degli impieghi
minore rotazione dei crediti commerciali: dilazione più lenta → impatta negativamente
ROS: sul 100% delle vendite il ROS è quanto mi rimane dopo aver tolto i costi operativi sulle
vendite → Come si scompone per fattori? Vendite - Costi operativi/ vendite → 1 - incidenza
dei costi operativi sulle vendite (1- Co/V) → non tutti i costi operativi sono comprimibili
- costi operativi variabili (espressione dell’efficienza → costi esterni: acquisti, servizi,
utenze)
- costi operativi fissi (non si muovono)
Influenzato in modo positivo dalla riduzione dell’incidenza dei costi operativi
CONTROLLO DI GESTIONE/DIREZIONALE
Pianificazione strategica è all’origine del controllo di gestione: si fanno 3 cosse
- definiscono gli obiettivi di medio-lungo periodo (pluriennale, 3-5 anni)
- definire le strategie: i target verso i quali lavorare, partnership, i canali
- traduzione in termini economico-finanziari → (costi/ricavi, debiti/crediti)
Controllo di gestione:
1. Programmazione (fase ex ante/ controllo antecedente): è la prima fase del controllo
di gestione → definizione degli obiettivi di gestione corrente e delle azioni per
conseguirli (Budgeting: gestione dell’anno futuro)
2. Azione: si seguono dei programmi operativi di gestione ben definiti
3. Controllo: verificare l’attinenza/allineamento al piano che avevo definito (controllo in
itinere/ concomitante) → analisi degli scostamenti/ reporting operativo (momento
virtuale dove varie persone controllano l’andamento rispetto alle attese → si
ottengono 3 tipi di feedback informativi
- perfettamente allineato
- non allineato: devo capire se il disallineamento ha implicazioni positive o
negative e nel secondo caso cosa fare per correggerlo
a. errore nella programmazione
b. imprevisti
Meccanismo “delle frecce” viene chiamato meccanismo di autoregolazione o
feed-back/retroazione → meccanismo insito del nostro sistema neurale
Deve essere affiancato da un meccanismo orientato al futuro: feed-forward
Cost accounting (= contabilità analitica → non ha niente a che fare con dare e avere):
mappatura/rilevatura/analisi di dati analitici → è lo strumento base per fare il controllo che
fornisce informazioni utili per prendere decisioni per le attività e i processi (di logistica,
commerciali, di produzione, ricerca e sviluppo ecc…) da mettere in campo → necessario
analizzare i costi di gestione (in particolare quelli legati al core business)
- OPERATIVI (costo del personale, acquisto materie prime, canoni leasing …) e NON
OPERATIVI (minusvalenze)
- VARIABILI E FISSI: distinti sulla base di come quei costi si comportano in
conseguenza a modifiche o variazione del volume di attività →
cos’è un comportamento di un costo? È l’importo assunto nel conto economico (aumenta,
diminuisce, sparisce)
cos’è il volume di attività? è la quantità di ciò che viene prodotto e venduto (volume
produttivo e di vendita), guida i costi che si sostengono in una organizzazione (cost driver)
- DIRETTI E INDIRETTI
il criterio è il modo con cui un costo viene attribuito ad un oggetto finale di calcolo (il prodotto
che vendo)
- PARAMETRICI, DISCREZIONALI E VINCOLATI: divisione sulla base del budget
- CONTROLLABILI E NON CONTROLLABILI. controllabile se ho una spazio di scelta
autonoma significativa su quel costo, il costo non controllabile non è deciso da me
ma da qualcun altro
- EFFETTIVI E IPOTETICI: dipende dall’asse temporale. Un costo è
effettivo/consuntivo quando è legato ad una gestione che è già avvenuta
Costi variabili: costi che variano, nel loro importo complessivo, in misura proporzionale al
variare del volume di attività (allineato all’assetto del volume di attività) → sulla base di un
incremento o decremento unitario costante (costo variabile unitario)
CVT: costo variabile totale
cv u: costo variabile unitario (non è vero che sono sempre costanti, può anche essere
crescente o decrescente sulla base di certe situazioni. Ex. sconti) → un costo è variabile se
è causato dal volume di attività
q: quantità = volume di produzione
CVT= cv x q → se la quantità è 0 i costi variabili saranno nulli
Costo variabile unitario: quantità riserve x costo della risorsa (standard fisico: livello ottimale
di prestazione)
standard fisico e standard monetario sono 2 indicatori di efficienza (capacità di ottimizzare il
consumo delle risorse)
Qual è la variazione che deve subire il costo variabile unitario quando peggiora
l’efficienza? aumenta perché l’efficienza è rappresentata dallo standard fisico e da quello
monetario e in questo caso consumo più risorsa o pago di più la risorsa o entrambe
efficienza esterna: attitudine di chi vende
efficienza interna: attitudine che deve avere chi lavora (come si combinano i processi
produttivi)
incidenza dei costi variabili sulle vendite è sintomo dell’elasticità dei costi
Costi fissi: costi che non dipendono dal mio volume di attività → retta dove y = a
Da che cosa dipendono i costi fissi? Dipendono dal dimensionamento della tua massima
capacità produttiva, scelte di dimensionamento della struttura tecnico organizzativa → a
fronte di ogni incremento (decremento) unitario dei livelli di attività dei costi fissi si
mantengono inalterati nel loro ammontare complessivo
L’incidenza dei costi fissi sulla singola unità prodotta si riduce all’aumentare del livello di
attività (inversamente proporzionale)
Ex. ho una capacità produttiva di 250 e ho solo 50 studenti → i costi fissi non variano → si
riduce all’aumentare della produzione → CFT/Q
- ROT: redditività delle vendite → politiche di marginalità: mantenere bassi costi per il
personale e costi non monetari per far aumentare il valore del reddito operativo →
valore ottimale = 7% → impattato solo dal fatturato. Qual è la natura degli
investimenti che sto effettuando → legato al concetto di elasticità della gestione
ROI e ROS negativi → costi operativi superato il fatturato → bisogna abbassare gli standard
fisici e monetari
Incidenza dei costi esterni si riduce (costo del personale = costo variabile ma ha una
componente fissa)
Non mi interessano le fonti di capitale ma solo come le ho impiegate
ROE: incidenza della gestione extra-caratteristica → Rn/N = Ro/K x K/N x Rn/Ro → ROI x
leverage x incidenza gestione extra caratteristica → è vantaggioso scrivere il capitale di
credito se continua ad essere inferiore al ROI → tasso di interesse < rendimento del capitale
o non conviene all'azienda
leverage = 2 esprime equilibrio patrimoniale in azienda (50%)
se il valore del reddito netto è maggiore del reddito operativo vuol dire che le operazioni di
gestione atipica ha generato redditività
Anno n → -1,25% = -1,6% x 1,25 x 0,63→ valore inferiore a 1 indica che il reddito netto è
inferiore al reddito operativo (gestione extra operative stanno generando redditività)→
succede sia quando entrambi i valori sono positivi sia quando entrambi sono negativi
Anno n + 1 → 19,14% = 10,88% x 1,90 x 0,92
Cosa sta succedendo in questa azienda? il ROI sta migliorando, peggioramento del tasso di
incidenza della gestione extra caratteristica, il leverage è aumentato → effetto positivo
perché si sta avvicinando al valore di 2
ROD: tasso di interesse → il ritorno che ha il capitale di debito
3. costo di una materia prima che diventa sempre più scarsa il cui prezzo aumenta al
crescere del suo consumo complessivo
grafico D: costo variabile più che proporzionale (cost driver è rappresentato dal volume di
produzione, lo standard monetario non è costante ma aumenta all'aumentare della quantità
acquistata
MSLC x x x x %
Ro/EBIT x ROS
(valori relativi si mettono solo a livello totale)
Se dal margine semilordo tolgo i costi fissi indiretti (non possono essere ripartiti!!) trovo il
ROS
Questo modelle consente di bypassare conti economici gestionali per le aziende con molti
più prodotti
Break even analysis (utilizzato molto per le start up): serve per simulare come una
variazione di una delle 5 variabili del profitto impatta sul totale
- prezzo (politiche di pricing)
- quantità (scelte di volume produttivo e di vendita)
- standard fisico e monetario (scelte di efficienza nel governo delle risorse produttive)
- costi fissi (scelte di dimensionamento della struttura tecnica produttiva)
- mix produttivo di vendita (modo in cui il paniere viene suddiviso)
Esercizio 1:
prezzo 5.99
costi fissi 10.000
costo variabili 30% —> coefficiente di contribuzione 70%
quantità 2000
fatturato: 5.99 x 2000 = 11980
costi variabili: 3594
coefficiente di contribuzione = 70% = 8386
costi fissi: 10.000/11980 = 83,47%
Perdita operativa = -1614 = -13.47%
Quando è la quantità minima che mi consente di stare a galla? → devo avere un margine di
contribuzione che riesce almeno a coprire tutti i costi fissi (MLC non si modifica!!) → 10.000:
70 = x : 100 → 14.285,71 → così ho 0 di reddito operativo
Esercizio 2
- Pietro progetta di vendere un package software a una fiera acquistando ogni unità a
120, per rivenderla a 200
- i costi fissi sono di 2000$
- Pietro può restituire eventuali prodotti invenduti al prezzo di d’acquisto
0 1 5 25 40
Obiettivo → Valutare in anticipo l’impatto sul profitto di queste variabili (o come manovrarle
in vista di un certo profitto)
- volume
- prezzo di vendita
- capacità e programmi (costi fissi)
- prezzi di acquisto
- efficienza interna
- mix produttivo (tranne che se sono un’azienda monoprodotto)
È uno strumento di simulazione economica
ESERCIZIO
Costi fissi: 500.000
std. unitario fisico: 0,4 kg/prezzo
Std monetario = 200/kg
prezzo unità vendita = 180
500.000/(180 - 80) = 500.000/100 → 5000 unità sono quelle necessarie per raggiungere il
pareggio economico
2. Che profitto ottengo se ridimensiona la sua capacità del 10% in termini economici e
produce 5000 unità?
→ guardo i costi fissi → 500.000 - 10% = 450.000
5000 = (450.000 + U) /100 → U = 500.000 - 450.000 = 50.000
GRADO DI LEVA OPERATIVA: è un parametro che misura il grado di sensibilità del reddito
alle variazioni di volume → segnala il rischio operativo aziendale è dimostrabile che leva
operativa = MLC/ reddito operativo (ultima riga del conto economico)
- non c’entra con la leva finanziaria
- segnala quanto un’azienda è elastica (sensibile) in termini di volumi → quanto sei
sensibile in termini di reddito (ultima riga del conto economico) a una variazione di
volumi
- è un indicatore → si calcola come (Variazione Reddito operativo / RO) / (Variazione
q/q) → MLC/Ro
→ dipende dalla struttura economica dei costi operativi, ovvero quanto pesano i costi fissi e
quelli variabili sul 100% (costi totali)
- se prevalgono i costi fissi si dice che ha una struttura rigida → se variano i volumi il
risultato non cambia tanto (internalizzazione dei processi e della produzione) →
raggiunge il pareggio più tardi
- se prevalgono i costi variabili si dice che ha una struttura elastica → più variano i
volumi più subisce variazioni (ricorso all’outsourcing/ esternalizzazione della
produzione) → leva operativa più bassa (meno rischiosa)
Cosa è meglio? Dipende dal segno assunto dalla variazione dei volumi
1. Azienda più rigida è più rischiosa, a parità di variazione di volumi vede variare
maggiormente il suo reddito operativo
2. Dipende dall’andamento dei mercati di sbocco: se ho un crollo della domanda di
mercato conviene essere più elastici (leva operativa più bassa), se si prevede una
crescita della domanda conviene avere una leva operativa più alta → è manovrabile
con delle scelte di medio periodo: se prevedo una crisi economica devo essere in
grado di ridurre il mio grado di leva operativa iniziando ad attuare delle politiche di
outsourcing (se modifico la struttura economica dei costi intervengo sulla leva
operativa)
DOMANDE DI RIPASSO
perché una maggior rigidità dei costi comporta normalmente un aumento del coefficiente di
contribuzione? Quali sono le relazioni tra questi 2 indicatori?
Cos’è la rigidità dei costi? Costi fissi totali/Costi totali → se il peso dei costi fissi supera
quello dei costi variabili
Coefficiente di contribuzione? MLC/Fatturato (ricavi) x 100 ( è il margine lordo di
contribuzione espresso percentualmente)→ sottraggo l’incidenza dei costi variabili totali
- Il suo ruolo è quello di dare copertura ai costi fissi → se il MLC riesce solo a coprire i
costi fissi allora mi trovo in una situazione di pareggio economico (ROS = 0) →
l’obiettivo delle aziende è coprire costi fissi e anche fare utile (generare ROS)ù
Il coefficiente di contribuzione dipende dalla quantità? NO
Quali sono le variabili gestionali che mi permettono di ampliare o mi restringono il
coefficiente (che lo influenzano)? → la modifica delle politiche di pricing, questo perchè MLC
= (p - cvu)/p
- le due variabili che lo influenzano sono i prezzi e il costo variabile unitario
1 - incidenza dei costi variabili sul prezzo = il coeff di contribuzione sarà tanto più alto quanto
più bassa sarà l’incidenza dei costi variabili sui prezzi e viceversa → si parte dal fatturato
quindi se riduco i costi variabili, amplio il coefficiente → cvu x q/p x q → semplifico q
Maggiore rigidità dei costi a parità di costi totali, comporta una riduzione dell’incidenza dei
costi variabili, quindi essendo il coefficiente di contribuzione la differenza tra fatturato e
incidenza dei costi variabili, questo non può che aumentare
Il feed forward é: meccanismo di controllo per conoscere in anticipo gli scostamenti dal
budget
Quando i costi fissi sono pari a 400.000 e i costi variabili sono il 20% dei ricavi, il fatturato di
pareggio è? → fatturato di pareggio è 0 v→ costi fissi devono pesare 80% (faccio una
proporzione) → 400.000: 80 = x : 100 → x = 500.000 = fatturato di pareggio
quantità di preggio? non posso calcolarla perchè mi manca il prezzo
Il costo fisso unitario di un prodotto: dipende dal volume di produzione (CFu = CFT/Q)
Se voglio trovare il fatturato di Break Even moltiplico entrambe le parti per il prezzo
Fatturato di pareggio = CFT/ (mcu/p) → si trova in corrispondenza a dove i fissi totali trovano
copertura nel coefficiente di contribuzione
L’indice di leva operativa e un indice di rischio → dice quante volte varia il mio reddito al
variare dei volumi di produzione (non è una percentuale) → ex. se il mio LO è 5 e il prossimo
anno il volume di vendita varia 10 il mio Ro diventa 50
→ dipende dalla domanda se conviene averla alta o bassa → se il mercato migliora voglio
avere la leva operativa alta, se il mercato peggiora la voglio bassa
mcu 1.13
MLC 1.13 x 2100 = 2101,13
Ro
Che particolarità questo approccio? Ci permette di non perdere tempo per redigere tanti
report economici ma ragionare solo sui delta (differenza tra i costi e ricavi che si modificano
a seconda della scelta presa in esame, rispetto alla struttura economica preesistente)
Che logica si adotta?
- per molte decisioni correnti si usano i costi variabili e il margine lordo di contribuzione
(prende in considerazione contemporaneamente i prezzi, i costi variabili unitari e i
volumi di vendita)
- a volte occorre fare riferimento ai costi fissi diretti (variabili + fissi diretti solo se
cessanti o emergenti) → non entreranno mai in gioco i costi fissi diretti perchè
rimangono sempre una costante
- in altri casi costruzioni specifiche/ad hoc di volta in volta diverse
Esempio 1
Costi mensilmente sostenuti
- manodopera diretta 2000
- stipendio per capo centro 600
- materiali 300
- ammortamenti 900
- altri siti industriali 700
- spese generali 600
- TOT 5100
Output: 1000
prezzo unitario di acquisto da terzi 4
Mod e stipendio del capo centro sono comunque da sostenere ( non eliminabili)
ammortamenti
- 700$ riferiti ad un macchinario cedibile con pieno recupero del valore contabile
residuo (costi eliminabili)
- 200$ riferiti ad un fabbricano comune (non eliminabili)
Altri costi industriali
- 500 costi fissi diretti
- 200 costi fissi indiretti (ineliminabili per natura)
Esempio 2
Clienti
- negozi al dettaglio
- grandi magazzini
Anno budget
- vendita negozi pari a 60%
- restano disponibili 31.500 h macchina di riferimento → 40% capacità produttiva libera
(per rispondere ad altre domande di produzione)
Fornitura speciale per un grande magazzino
Articolo Prezzo unitario costo var. ore macch. per quantità max
unitario 1 capo vendibile
(n capi)
A 20 12 0.35 35.000
B 45 23 0.80 15.000
C 30 15 0,50 25.000
Quali commesse conviene accettare e per quali volumi (hp. che fornitura speciale non crei
strozzature in altri reparti)? → costruire una graduatoria per capire qual è il prodotto più
redditizio
1. Calcoliamo il mcu
A B C
prezzo di vendita 20 24 30
costo variabile 12 23 15
unitario
mcu 8 22 15
TUTORATO
CASO CONIS PIZZA
Ogni pizza a 10$
Q = 10.000 o 12.000
cv 10.000= 4000 + 2500 + 4500 + 3000 + (2500) + 2200 + (1500) = 17.700→ cvu = 2,02
cv 12.000 = 4800 + 3000 + 5400 + 3600 + (3000)+ 2640 + (1800)= 24.240 → cvu = 2,02
cf = 3000 + 10.000 + 4500 + 1500 + 2000 = 21.000
costi misti: energia elettrica, spese per l’automobile
Parto da CT = CF + cvu*q
4500 = CF + CVU*12.000
4000 = CF + CVU*10.000
500 = 0 + CVU*2000
CVU = 0,25 → cv = 0,25* 10.000 = 2500
CVU = 0,15 → cv =
costi vincolati: personale di cucina e strutture
costi discrezionali: pubblicità
costi parametrici: costi variabili
mcu = 10 - 2,02 = 7,98
Esercizio 2
p 85
cvu 55
Q 80.000
cf 1.950.000
1. costruire il Conto Economico Gestionale, individuando il coefficiente di contribuzione
→ MLC/F
mcu* Q: 30* 80.000 = 2.400.000
fatturato = 6.800.000
cf = 2.400.000/6.800.000 = 35%
calcoli $ %
Esercizio 2:
indice di autocopertura del fisso = 1 (N/F) → 264.500/265.000 = 0,99 → anche se è minore
di 1 non mi porta a un rischio a meno che non mi indebiti a breve
Indipendenza finanziaria prossima al 50% → 264.500/535.000 = 0,49
elasticità degli impieghi: 270.000/535.500: 50,47% → buono
rigidità delle fonti: 264.500 + 75.000/535.000 = 63,46 % → buono
indice di disponibilità : 270.000/ 195.00 = 1,38 → deve essere da 2 in avanti
indice di liquidità: (l + L)/K = 45.500/195.500 = 0,2 → non è vicino a 1 → grave
margine di tesoreria: 40.500 - 195.500 = -155.000
Esercizio 3:
ROI: ROS * ROT = -1,34% * 1,12 = -1,6%
ROS (Ro/V): -40/2800 = -1,43%
ROT: 2800/ 2500 = 1,12
- incidenza costi operativi 101,43%
ROE: ROI * leverage * incidenza gestione extra caratteristica: Ro/K * K/N * Rn/Ro =
-1,6% * (2500/2000) * (-25/-40) = -1,6% * 1,25 * 0,63 = -1,25%
Esercizio 3:
Provvigioni: costo variabile che si applica sul prezzo di vendita
Costi fissi 500.000
mcu = 120 - [(18 x 1,3) - (35 x 1) - (120 x 3%) - 5] = 53
Break even: CFT/mcu → 500.000/ 53= 9434
Esercizio 4:
capacità produttiva: tra 15.000 e 25.000
Q: 20.000
CF: 600.000
CV: 200.000
cvu= 200.000/20.000 = 10
cfu: 30
D
Stipendio è un costo fisso e rispetto a un prodotto/linea produttiva sarà indiretto
Esercizio 5:
Q: 20.000
richiesta di + 1000 con prezzo unitario di 30$ in +
Attualmente capacità produttiva sfruttata all’80%
P unitario di vendita ai grossisti = 40$
costo materiale unitario passa da 3,5 a 2
costi aggiuntivi x 12.000
Ricavi: 30 x 1000 = 30.000 (-10.000) - guadagno
Costi confezioni: 40.000 (- 30.000) - costo
materie prime: 15.000 + costo
energia: /
10 x 1000: 10.000 + costo
vantaggi economici differenziali svantaggi economici differenziali
- costi: 0 + costo
riduzione di prezzo solo per produzione costi fissi (ammortamento): 12.000/5: 2400
incrementale quindi non è un meno costo cvu: (15 + 2,5 + 10 + 2) * 1000: 29.500