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Nozione di patrimonio

Se esaminiamo l'attività dell'azienda in un dato momento, quindi da un punto di vista statico, ci rendiamo
conto che per svolgere la sua attività laimpresa si avvale di un complesso di beni, da intendersi come mezzi
economici a disposizione.
Si tratta di macchinari, impianti, attrezzature, rimanenze di materie prime e semilavorati, crediti di varia
natura, ecc.
Si denomina patrimonio o capitale l'insieme dei beni, monetari o non monetari, a disposizione di diritto e di
fatto del soggetto aziendale in un dato istante, per il conseguimento delle finalità istituzionali dell'azienda.
La composizione del patrimonio è mutevole nel tempo, in quanto i beni si avvicendano in operazioni di
investimento e disinvestimento, di riscossione e di pagamento e si sostituiscono tra loro. Per questo motivo
quando si considera il patrimonio bisogna riferirlo ad una data precisa.

Il patrimonio nell'aspetto qualitativo e


quantitativo

In economia aziendale il patrimonio dell'impresa va studiato sotto due aspetti:


a) qualitativo
b) quantitativo.
a) Dal punto di vista qualitativo è un insieme di beni tra loro coordinati a disposizione del soggetto
aziendale in un dato momento, a fronte di finanziamenti di diversa durata e origine.
Quindi, il capitale aziendale inteso in senso qualitativo è espresso dall'uguaglianza:

Investimenti = Finanziamenti
Ciò avviene perché qualunque risorsa finanziaria acquisita dall'impresa trova una sua specifica
destinazione o impiego e qualunque investimento è reso possibile solo se l'impresa considerata ha
avuto disponibili i fondi a ciò destinabili.
Gli investimenti e i finanziamenti sono necessariamente uguali, in quanto guardano in modo diverso
alla realtà del patrimonio aziendale: gli investimenti facendo riferimento alla destinazione dei mezzi
finanziari acquisiti, i finanziamenti facendo riferimento alla provenienza dei mezzi stessi.
Gli elementi del patrimonio, considerato nell'aspetto qualitativo, si possono classificare in due
gruppi a seconda che appartengano all'attivo circolante o all'attivo immobilizzato.
Definizione di attivo immobilizzato

L'attivo immobilizzato è dato dall'insieme degli investimenti di media/lunga durata che si


distinguono in:
- Immobilizzazioni materiali: sono costituite da elementi del patrimonio dotati di consistenza fisica,
destinati ad essere utilizzati durevolmente all'interno dell'azienda. Sono, ad es., impianti e
macchine, fabbricati, attrezzature, automezzi, arredi, ecc.
- Immobilizzazioni immateriali:sono costituite da beni di proprietà o diritti di utilizzo privi di
consistenza fisica. Appartengono a questa categoria gli oneri pluriennali, costituti da investimenti
aventi utilità pluriennale che non hanno avuto come contropartita l'acquisto di un bene immateriale,
come, ad es., costi di impianto e di ampliamento, costi di ricerca e sviluppo, costi di pubblicità,
nonché beni immateriali quali, ad.es., brevetti e marchi, e l'avviamento, costituito dall'attitudine di
un'azienda a produrre utili in misura superiore a quella ordinaria.
- Immobilizzazioni finanziarie: derivano da investimenti di natura finanziaria destinati a permanere
a lungo vincolati al funzionamento aziendale. Rientrano in tale categoria le partecipazioni in altre
società e la concessione di prestiti a medio e lungo termine.

Definizione di attivo circolante

L'attivo circolante è dato dall'insieme degli impieghi di breve durata e dei mezzi già liquidi. Si
tratta di:
- rimanenze di materie prime e prodotti finiti cioè di quei beni che non sono destinati a rimanere a
lungo nella compagine del capitale in quanto finalizzati al consumo;
- crediti e cambiali a breve termine che dovranno tramutarsi in denaro entro scadenze non superiori
all'anno;
- disponibilità liquide costituite dal denaro in cassa o disponibile nei c/c postali e bancari.
Gli impieghi nell'attivo circolante sono destinati a un rapido consumo (come le materie prime), o a
essere disinvestiti con la vendita sul mercato (come i prodotti), o a essere riscossi in tempi brevi
(come i crediti verso clienti).

Vengono quindi continuamente venduti, consumati, rinnovati senza pregiudizio per l'attività
aziendale, anzi la vendita di merci o la prestazione di servizi costituisce l'oggetto principale della
gestione.
Gli elementi del patrimonio

A fronte degli impieghi, come già sappiamo, troviamo i finanziamenti che, in base alla fonte del
loro reperimento, si classificano in finanziamenti di capitale proprio e finanziamenti di capitale di
terzi.
Sappiamo anche che i finanziamenti di terzi a seconda della loro durata si distinguono in debiti a
breve, a medio e lungo termine.
b) Dal punto di vista quantitativo il patrimonio i presenta come un sistema di valori.
L'unità monetaria con cui si esprimono gli elementi dl patrimonio è detta moneta di conto.
Essa è di solito quella con cui si effettuano la maggior parte delle operazioni esterne, come le
compravendite di merci, il pagamento di salari e stipendi, il regolamento di servizi, è inoltre la
moneta che ha valore legale nello stato, nella quale si tengono le rilevazioni aziendali e si
determina, oltre che il patrimonio, anche il risultato economico della gestione. Attualmente la
moneta di conto è costituita dall'EURO.

Definizione di patrimonio netto

Il patrimonio netto è il valore che si ottiene facendo la differenza tra il totale delle attività e il totale
delle passività.
Presentiamo il prospetto del patrimonio di un'azienda individuale industriale in cui lo stesso è
indicato nell'aspetto non solo qualitativo ma anche quantitativo.
Nel prospetto che rappresenta il patrimonio esistente a una certa data, le attività si scrivono a
sinistra, le passività e il patrimonio netto si scrivono a destra. Le due colonne presentano gli stessi
totali, cioè le colonne a destra e a sinistra pareggiano.

Si hanno, pertanto, le seguenti relazioni:

Situazione patrimoniale al 31/12/2010 (valori in EURO)


Il patrimonio netto è stato così calcolato:
1.063.000 - 328.000 = 735.000 EURO
Relazioni tra attività, passività e patrimonio
netto

Nell'esempio precedente abbiamo supposto che le attività fossero maggiori delle passività. Nella
realtà le situazioni sono molteplici. In alcuni casi di aziende dissestate le passività superano le
attività e quindi il totale dei debiti è maggiore della somma dei valori attribuibili ai beni aziendali.
E' detto passivo netto o deficit patrimoniale la differenza tra il totale delle passività e il totale delle
attività. Esso viene indicato dalla seguente relazione:

Passività – Attività = Passivo netto

Indichiamo con A il totale delle attività, con P il totale delle passività, con N il patrimonio
netto e con D il passivo netto o deficit patrimoniale.
Si possono avere i seguenti casi:

1) A = N il totale delle attività è uguale all'importo del patrimonio netto;

2) A = P + N il totale delle attività è maggiore del totale delle passività;


la differenza costituisce il patrimonio netto;

3) A = P il totale delle attività è uguale al totale delle passività;


l'azienda è priva di capitale proprio;

4) A + D = P il totale delle passività è maggiore del totale delle attività;


l'azienda ha un deficit patrimoniale o passivo netto;

5) D = P l'azienda è priva di attività; i debiti non possono essere estinti.


Le quote ideali del patrimonio netto

Nelle società il patrimonio netto viene frazionato in quote ideali o astratte che ne mettono in
evidenza il processo storico di formazione: capitale sociale, riserve accumulate, perdite pregresse
portate a nuovo, utile d'esercizio.
Il capitale sociale corrisponde al valore nominale delle azioni o quote sottoscritte dai soci.
Le riserve sono rappresentate da tutte quei fondi di valori diversi dal capitale sociale e dall'utile
d'esercizio che costituiscono il patrimonio netto della società (es. riserve di utili e riserve di
capitale).
Le perdite pregresse possono essere ripianate con le riserve costituite nei precedenti esercizi, con gli
utili dei futuri esercizi, con la riduzione del capitale sociale, con versamenti effettuati dai soci.
L'utile d'esercizio è costituito dall'utile conseguito nell'ultimo periodo amministrativo; tale utile può
essere trattenuto nell'impresa portandolo ad incremento delle riserve (autofinanziamento) oppure
può essere distribuito ai soci per soddisfare le loro attese di remunerazione.

Definizione di reddito d'esercizio

Il reddito d'esercizio è il risultato economico conseguito con la gestione di un periodo


amministrativo.
Può essere calcolato in modo sintetico o analitico.
Se si applica il procedimento analitico, il reddito si calcola come incremento o decremento subito
dal patrimonio netto in un periodo amministrativo per effetto della gestione.
Se nel periodo considerato non vi sono stati né apporti né prelevamenti del proprietario o dei soci, il
confronto tra patrimonio netto calcolato all'inizio e alla fine dell'esercizio può dar luogo ai tre
seguenti casi:

1) Il patrimonio netto finale è uguale al patrimonio netto iniziale: la gestione si è chiusa in pareggio
senza dar luogo ad un risultato economico;
2) Il patrimonio netto finale è maggiore del patrimonio netto iniziale: la differenza tra i due valori è
positiva; il reddito rappresenta l'incremento subito dal patrimonio netto iniziale per effetto della
gestione ed è chiamato utile;
3) Il patrimonio netto finale è minore del patrimonio netto iniziale: la differenza tra i due valori è
negativa; il reddito rappresenta il decremento subito dal patrimonio netto iniziale per effetto della
gestione ed è chiamato perdita.
Se nel periodo preso in esame vi sono stati apporti o prelevamenti da parte del proprietario o dei
soci, la differenza tra il patrimonio netto finale e il patrimonio netto iniziale è in parte attribuibile a
dette variazioni e in parte è determinata dal reddito positivo o negativo dell'esercizio.
Il reddito d'impresa è un valore astratto e non si materializza in un bene concreto ma consiste solo
in un generico aumento (se utile) o decremento (se perdita) del patrimonio netto iniziale, a cui
corrispondono aumenti o diminuzioni nelle attività o passività.
Se si applica il procedimento analitico, il reddito si calcola come differenza tra un flusso di valori
positivi (ricavi) e un flusso di valori negativi (costi) che scaturiscono dalle operazioni di gestione e
si riferiscono a un periodo amministrativo.
Calcoliamo ora il risultato economico dell'esercizio con procedimento analitico, confrontando il
flusso dei ricavi con il flusso dei costi, tutti riferibili al periodo amministrativo:
Il principio della competenza economica

Nel paragrafo precedente è stato considerato un esempio volutamente semplice. Ma nella quasi
totalità dei casi il problema della determinazione del risultato economico è più complicato.
Difficilmente un'azienda prende in locazione tutti i fattori produttivi strumentali; assai più
frequentemente li acquista sostenendo costi ad utilità pluriennale, riferibile quindi a più esercizi. Gli
acquisti e le vendite possono avere regolamento anticipato, immediato o differito.Le merci
acquistate in un periodo amministrativo non sono nello stesso interamente vendute, ma
generalmente a fine esercizio esistono delle rimanenze in magazzino che verranno cedute nell'anno
successivo. Fitti, interessi e proventi possono essere riscossi o pagati in relazione a periodo che non
necessariamente coincidono con l'esercizio o la fine del periodo amministrativo.
Per determinare il risultato economico d'esercizio è quindi necessario individuare i ricavi e i costi
riferibili all'esercizio, separabili da quelli riguardanti gli esercizi futuri.
Il risultato d'esercizio si determina, quindi, la differenza tra ricavi e costi che si considerano di
competenza del periodo amministrativo.
Un costo è di competenza dell'esercizio se è sostenuto nel corrispondente periodo amministrativo o
se ha dato nello stesso la sua utilità o se ha trovato copertura nel suo correlativo ricavo.
Un ricavo è di competenza dell'esercizio se è conseguito nel corrispondente periodo amministrativo
e se ha trovato nello stesso il suo correlativo costo.

In base al principio della competenza economica l'incidenza sul risultato economico dei fatti di
gestione si ha nell'esercizio in cui i relativi ricavi o costi si riferiscono e sono tra loro correlati e non
in quello in cui si concretano le corrispondenti manifestazioni finanziarie.
La manifestazione finanziaria di un'operazione consiste in un'entrata o in un'uscita dei valori di
cassa o nei conti correnti bancari o postali, in un aumento o in una diminuzione di crediti, in un
aumento o una diminuzione di debiti.
Quando la manifestazione finanziaria e la competenza economica coincidono, i due aspetti della
gestione si svolgono parallelamente
E' questo il caso di pagamento di molte spese riferibili a un esercizio come salari, stipendi, telefono,
forza motrice, interessi passivi, ecc.
Le variazioni finanziarie nella cassa o nei debiti, che misurano tali costi, hanno luogo nello stesso
periodo amministrativo in cui i costi maturano e danno la loro utilità.
Analogamente le variazioni finanziarie nella cassa e nei crediti che misurano molti ricavi come
proventi vari, fitti attivi, interessi attivi sono contemporanee al maturare di tali componenti positivi
di reddito.
Le aree di gestione di un'azienda

Per analizzare la formazione del reddito, la gestione complessiva di un'azienda viene suddivisa
idealmente nelle seguenti aree operative:
- gestione operativa o caratteristica;
- gestione accessoria o patrimoniale;
- gestione straordinaria;
- gestione finanziaria;

- gestione fiscale.
La gestione caratteristica è costituita dall'attività tipica dell'azienda; il risultato di tale gestione è il
reddito operativo.
La gestione patrimoniale è qualificata dai costi e dai ricavi collegati all'attività estranea alla gestione
tipica dell'impresa, svolta tuttavia con il carattere della continuità nel corso dell'esercizio (es.
investimento in titoli del debito pubblico).
La gestione finanziaria comprende gli oneri e i proventi relativi all'attività di acquisizione di mezzi
finanziari e all'attività di impiego temporaneo di tali mezzi in attesa di essere investiti nell'attività
tipica e atipica dell'impresa.
La gestione straordinaria comprende oneri e proventi imputabili ad esercizi precedenti e oneri e
proventi eccezionali, sia nella loro natura, che nella frequenza di accadimento (plusvalenze,
minusvalenze, sopravvenienze attive e passive, insussistenze attive e passive).
La gestione fiscale riguarda gli oneri tributari sul reddito, da versare all'Amministrazione finanziaria
per adempiere l'obbligazione fiscale imposta all'impresa.

Le rilevazioni o scritture di un'azienda

La rilevazione consiste nella determinazione, classificazione, elaborazione e rappresentazione di


tutte le informazioni che riguardano l'azienda e il mercato, la cui conoscenza è necessaria per la
gestione e indispensabile per adempiere alle prescrizioni delle norme civili e fiscali.
La rilevazione si effettua in forma scritta, per cui tenere le scritture aziendali significa tenere la
contabilità.
La contabilità di un'azienda, in senso lato, è l'insieme delle sue rilevazioni, dette anche scritture.
Essa poggia sull'emissione di documenti originari che comprovano i fatti di gestione e che
costituiscono le "pezze giustificative" di tutte le scritture successive.
Funzione dei documenti originari

I documenti originari sono i documenti emessi o ricevuti nello svolgimento dell'attività aziendale.
Svolgono diverse funzioni; possono essere:
- documenti di prova che hanno la funzione di dimostrare operazioni compiute con i terzi. Ne sono
esempio i contratti d'acquisto, i contratti di vendita, le fatture ricevute, le cambiali, ecc.
- documenti di autorizzazione che sono i documenti rilasciati da alcuni organi dell'azienda ad altri
organi mediante i quali i primi autorizzano i secondi al compimento di determinate operazioni; ne
sono esempio gli ordini di incasso (riversali), gli ordini di pagamento (mandati), ecc.;
- documenti di rilevanza giuridica e/o fiscale come le fatture e le cambiali;

- documenti di memoria che sono quei documenti che vengono conservati per avere traccia di
operazioni compiute (come gli estratti conto bancari o le matrici degli assegni.

Classificazione delle scritture contabili


I documenti originari, che comprovano le operazioni compiute, stanno alla base delle scritture
aziendali. Queste si articolano in:
a) rilevazioni elementari:sono scritture a forma libera redatte su moduli, schede, registri che
servono di preparazione, di analisi o di completamento alla contabilità generale; non sono tra loro
coordinate; spesso riguardano singoli elementi della gestione e hanno oggetti assai vari: dalla
semplice elencazione delle operazioni compiute (prima nota), alla classificazione per scadenza degli
impegni di riscossione o di pagamento (scadenzari), al raggruppamento di operazioni tra loro
omogenee (libro cassa);
b) contabilità sezionali: sono costituite da insiemi coordinati di scritture, più o meno integrate o
collegate alla contabilità generale, che hanno per oggetto l'analisi di singole classi di operazioni o di
specifici elementi patrimoniali( contabilità con le banche) o di singole funzioni aziendali
(contabilità degli acquisti, contabilità del personale);
c) contabilità generale: è costituita da un insieme di rilevazioni (giornale e mastro) tra loro
collegate e coordinate riguardante l'intero complesso dei valori finanziari ed economici generati
dalle operazioni di gestione; si pone come scopo la determinazione del patrimonio di
funzionamento e del risultato economico d'esercizio; fornisce i dati per compilare il documento che
espone periodicamente i risultati conseguiti (bilancio d'esercizio) e per redigere la dichiarazione
fiscale dei redditi.
d) Contabilità industriale o analitico-gestionale: considera i fatti interni di gestione e assume
particolare importanza nelle aziende industriali dove si propone di controllare i movimenti interni di
materie e prodotti, di rilevare i consumi, di calcolare i costi di lavorazione, di determinare i risultati
economici di singole produzioni o rami aziendali;

e) Statistiche: sono composte da un insieme di rilevazioni (tabelle, grafici, indici) basate sulle
rielaborazioni statistiche dei dati dell'azienda e del mercato.
Il sistema informativo deve consentire all'imprenditore di prevedere e programmare la sua azione,
di rilevare accuratamente tutte le operazioni di gestione e di controllare e interpretare a posteriori i
risultati raggiunti per trarre indicazioni per la sua condotta futura.
A seconda del momento in cui sono redatte, le scritture si distinguono in:
a) scritture antecedenti: redatte prima del compimento delle operazioni aziendali e prima del
verificarsi di certi eventi, comprendono i preventivi e i documenti di preordinazione con i quali si
preparano e si ordinano i lavori da eseguire; tra di esse sono molto importanti i budget con cui si
programma l'attività aziendale nel breve e nel medio termine;
b) scritture concomitanti: sono costituite dai documenti compilati man mano che si attuano le
operazioni aziendali; a titolo di esempio citiamo l'emissione dei documenti di consegna o di
trasporto;
c) scritture susseguenti o consuntive: sono composte a posteriori in base ai documenti originari:
analizzano le operazioni compiute, mettono in evidenza i risultati conseguiti, offrono sintesi a vari
livelli, consentono di ottemperare agli obblighi fiscali e, opportunamente interpretate e rielaborate,
forniscono indici assai utili per interpretare la condotta dell'azienda.
Secondo il criterio di rilevazione distinguiamo:
a) rilevazioni cronologiche: sono quelle che rilevano i fatti di gestione secondo la loro
successione temporale, cioè in ordine di data; sono esempi di scritture cronologiche:
- il registro di magazzino, dove si rilevano giorno per giorno tutti i movimenti di merci in entrata e
in uscita;
- la prima nota,che può essere considerata una brutta copia del Libro giornale, in quanto è uno
strumento di preparazione alla sua compilazione;
- il giornale della contabilità generale, previsto dall'art. 2214 del c.c., dove si annotano in ordine di
data tutti i fatti esterni di gestione;
b) rilevazioni sistematiche: classificano le operazioni per gruppi omogenei in relazione all'oggetto a
cui si riferiscono; all'interno di ciascun gruppo le operazioni sono indicate rispettando l'ordine
cronologico. Un esempio di scrittura sistematica è il mastro della contabilità generale formato
dall'insieme dei conti accesi ai vari elementi del patrimonio di funzionamento e ai vari componenti
del reddito d'esercizio.
A seconda della loro obbligatorietà, le scritture si distinguono in:
a) scritture obbligatorie: devono essere necessariamente tenute perché imposte dalle norme del
codice civile, dalle leggi fiscali, dalle leggi sul lavoro o da altre leggi speciali. Sono, ad esempio,
obbligatori il libro Giornale, i registri Iva e così via;
b) scritture facoltative: vengono tenute pur non essendo obbligatorie per legge. Sono importanti
dal punto di vista pratico e consentono di organizzare e gestire meglio l'azienda. Sono, per esempio,
scritture facoltative lo scadenzario delle somme da riscuotere o da pagare, i libri delle cambiali
attive e passive, ecc.
A seconda dell'utilizzo o meno dello strumento denominato "conto" le scritture si distinguono in:
a) scritture contabili: sono costituite dai conti; un conto è un insieme ordinato di registrazioni
riguardanti un dato oggetto del quale si annotano la quantità iniziale e le variazioni successive. Le
registrazioni riguardanti le entrate e le uscite di denaro costituiscono il conto Denaro in cassa; le
registrazioni riguardanti i movimenti in aumento e in diminuzione dei crediti verso i clienti
costituiscono il conto Crediti v/clienti; le registrazioni riguardanti la liquidazione mensile dei salari,
degli stipendi, dei contributi sociali costituiscono il conto Costi del personale e così via;
b) scritture extracontabili: non sono costituite dai conti; esse seguono forme libere e possono
avere gli scopi più vari. Sono formate da tabelle, indici grafici, ecc.
I conti economici
I conti economici sono accesi ai valori economici; accolgono in Dare le variazioni economiche
negative e in Avere le variazioni economiche positive.

I conti economici si distinguono a loro volta in :

- conti economici di patrimonio netto: sono accesi alle poste ideali del patrimonio netto (Capitale
sociale, Riserve, Utlile o Perdita d'esercizio)
- conti economici di reddito: sono accesi ai costi e ai ricavi e alle loro rettifiche.
Esempi di conti economici:

Le regole di registrazione di detti conti sono le seguenti.


CONTI ECONOMICI DI PATRIMONIO NETTO

CONTI ECONOMICI DI REDDITO

I conti economici di reddito si distinguono in:


- conti accesi alle variazioni d'esercizio: accolgono i costi e i ricavi derivanti da operazioni di
investimento o disinvestimento di fattori produttivi d'esercizio e le loro rettifiche;
- conti accesi ai costi e ricavi pluriennali: accolgono costi e ricavi di competenza di più periodi
amministrativi e le loro rettifiche, in particolare i conti accesi ai costi pluriennali accolgono i costi
derivanti dalle operazioni di investimento in fattori produttivi a medio/lungo ciclo di utilizzo.
- conti accesi ai costi e ricavi sospesi: accolgono costi e ricavi in precedenza già rilevati nei conti
economici d'esercizio ma da essi stornati in quanto di competenza dell'esercizio successivo.
I conti finanziari

I conti finanziari sono accesi ai valori finanziari; accolgono in Dare le variazioni finanziarie attive e
in Avere le variazioni finanziarie passive.
I conti economici sono accesi ai valori economici; accolgono in Dare le variazioni economiche
negative e in Avere le variazioni economiche positive.

Esempi di conti finanziari:


Variazioni finanziarie e variazioni economiche

Il metodo della Partita doppia applicato alla tenuta della contabilità basata sul sistema del
patrimonio e del risultato economico si avvale delle seguenti regole:
a) si rilevano solo i fatti esterni di gestione, cioè quelle operazioni che derivano da scambi con terzi
e che originano una o più variazione finanziaria;
b) ogni operazione è esaminata nell'aspetto finanziario e nell'aspetto economico; se si hanno più
variazioni di segno opposto che si compensano tra loro (permutazioni finanziarie) non vi sono
variazioni economiche da rilevare, le variazioni finanziarie che non si compensano tra loro
misurano le variazioni economiche;
c) le operazioni aziendali vengono rilevate nel momento in cui si manifestano le variazioni
finanziarie, cioè nel momento in cui si hanno entrate o uscite di cassa, aumenti o diminuzioni di
crediti e di debiti; ad esempio l'acquisto di una merce non si registra quando la merce entra in
magazzino, ma quando si riceve la fattura e sorge il debito da pagare al fornitore;
d) ogni operazione viene rilevata in Dare di uno o più conti e in Avere di uno o più conti in modo
che il totale degli addebitamenti sia sempre uguale al totale degli accreditamenti,

e) le registrazioni vengono effettuate in due serie di conti (conti finanziari e conti economici)
coordinati a sistema, che funzionano in modo antitetico.

Le forme dei conti

A seconda della loro forma i conti possono essere:


a) conti a una sezione: le rilevazioni riguardanti l'oggetto del conto vengono scritte in un
prospetto che presenta una sola colonna per le quantità. Quando le quantità rilevate riguardano
movimenti aumentativi o diminutivi il conto è detto a forma scalare; la quantità (fisica o monetaria)
è preceduta dal segno e dopo ogni operazione si determina la consistenza dell'oggetto del conto
detto saldo;
b) conti a due sezioni: il prospetto che raccoglie le scritture riguardanti l'oggetto del conto
presenta due colonne per le quantità.
La forma a due sezioni è la più usata; le due sezioni, a seconda dell'oggetto del conto, possono
essere chiamate Dare e Avere.

Il conto a due sezioni può essere:


- a sezioni divise, dette anche contrapposte: ogni sezione presenta le colonne relative alla data,
alla descrizione delle operazioni, alla quantità;
- a sezioni accostate: si ha una sola colonna per la data e una sola colonna per la descrizione,
mentre sono due le colonne che accolgono,a seconda del loro segno, i movimenti di Dare e Avere;
- a sezioni accostate e saldo: si tratta di una forma più completa della precedente, che presenta
un'ulteriore colonna, affiancata alle due. sezioni, per accogliere dopo ogni movimento anche la
consistenza dell'oggetto del conto.
Il più adoperato in contabilità è il conto a sezioni divise:
Il metodo della partita doppia

Il metodo della partita doppia è un metodo di scritture usato universalmente.


Quando si rilevano in un sistema principale di scritture le operazioni aziendali, si devono indicare i
conti interessati alle variazioni e le sezioni (Dare o Avere) in cui i valori devono essere scritti.
Il metodo della partita doppia stabilisce le seguenti regole di registrazioni, stabilendo che per ogni
operazione:
- si dia luogo contemporaneamente ad almeno due annotazioni;
- da effettuarsi in due o più conti a sezioni divise o accostate;

- in opposte sezioni;
- in modo che il totale dei valori registrati in Dare sia uguale ai valori registrati in Avere.
Quando si applica il metodo della partita doppia i conti assumono la forma a due sezioni, costituite
dalla sezione Dare a sinistra e dalla sezione Avere a destra. In ciascuna delle sezioni di un conto
vengono sempre scritti valori dello stesso segno; se un valore iscritto in una sezione deve essere
rettificato da un altro valore, questo si scrive nella sezione opposta. Quindi i valori di ogni colonna
si sommano tra loro; se un valore va sottratto non lo si scrive con il segno meno, ma con segno più
nell'altra colonna.

Esempio:

In un'azienda il conto Cassa e il conto Crediti v/clienti si presentano in un dato momento come
segue:

Si riscuotono per contanti crediti v/clienti per 5.000 Euro. '’operazione dà luogo:

• a un aumento del denaro in cassa di 5.000 Euro che si registra in Dare;


• a una diminuzione dei crediti verso i clienti per 5.000 Euro che si registra in Avere.
Si hanno quindi due registrazioni effettuate nei due conti, di importo uguale ma di segno contrario;
dopo la rilevazione i due conti si presentano come segue:

In base alla regola fondamentale della Partita doppia ogni operazione deve essere rilevata attuando
una costante uguaglianza tra la somma degli addebitamenti e la somma degli accreditamenti.
Ogni fatto di gestione deve essere esaminato:
- nell'aspetto finanziario, di immediata percezione, concernente le variazioni attive o passive che
intervengono nei valori in cassa, nei crediti e nei debiti e negli altri conti di natura finanziaria;
- nell'aspetto economico, di percezione derivata, concernente le variazioni positive o negative nel
patrimonio netto, nei costi e nei ricavi e nelle loro rettifiche. Le variazioni economiche, essendo
misurate da variazioni finanziarie, derivano da esse.
I conti, tra loro collegati, che costituiscono il sistema del patrimonio e del reddito e accolgono le
variazioni che intervengono nei valori aziendali, si distinguono in conti finanziari e conti
economici.

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