Sei sulla pagina 1di 61

LE ZES

Zone Economiche Speciali

Prof. Nicola Fortunato


LA DIFFUSIONE DELLE ZONE FRANCHE

nicola.fortunato@uniba.it
FONTE: ILO DATABASE ON EXPORT PROCESSING ZONE 2007

1
LA DIFFUSIONE DELLE ZONE FRANCHE

nicola.fortunato@uniba.it
FONTE: ILO DATABASE ON EXPORT PROCESSING ZONE 2007

2
LA DIFFUSIONE DELLE ZONE FRANCHE

nicola.fortunato@uniba.it
FONTE: ILO DATABASE ON EXPORT PROCESSING ZONE 2007

3
LA DIFFUSIONE DELLE ZONE FRANCHE

nicola.fortunato@uniba.it
FONTE: ILO DATABASE ON EXPORT PROCESSING ZONE 2007

4
LA DIFFUSIONE DELLE ZONE FRANCHE

nicola.fortunato@uniba.it
FONTE: ILO DATABASE ON EXPORT PROCESSING ZONE 2007

5
IL DECRETO SUD
con la L. n. 123 del
03/08/2017, di conv. del D.L.
del 20/06/2017 n. 91, recante
“Disposizioni urgenti per la

nicola.fortunato@uniba.it
crescita economica nel
Mezzogiorno” (c.d. Decreto
Sud), è stato riconosciuto per
la prima volta l’istituto della
ZES (Zona Economica
Speciale)

6
IL DECRETO SUD
Le ZES dovranno interessare
«aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate. Lo scopo
è di sperimentare nuove forme di governo economico di aree

nicola.fortunato@uniba.it
concentrate, nelle quali le procedure amministrative e le procedure di
accesso alle infrastrutture per le imprese, che operano o che si
insedieranno all’interno delle aree, siano coordinate da un soggetto
gestore in rappresentanza dell’ Amministrazione centrale, della Regione
interessata e della relativa Autorità portuale, al fine di consentire una
progettualità integrata di sviluppo della ZES con l’obiettivo di rilanciare la
competitività dei porti delle regioni meridionali»

Relazione illustrativa DL. n.91/2017

7
IL DECRETO SUD
Le agevolazioni per le ZES
« le ZES saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive, rispetto al
regime ordinario del credito d’imposta al sud. In particolare, oltre

nicola.fortunato@uniba.it
agli investimenti delle PMI, saranno eleggibili per il credito
d’imposta investimenti fino a 50 milioni di euro, di dimensioni
sufficienti ad attrarre player internazionali di grandi dimensioni e di
strategica importanza per il trasporto marittimo e la
movimentazione delle merci nei porti del Mezzogiorno»

INVESTIMENTI DI GRANDI AZIENDE INTERNAZIONALI

Relazione illustrativa DL. n.91/2017

8
L’ELEMENTO TERRITORIALE NELLA ZES

l’area della ZES

nicola.fortunato@uniba.it
situata almeno
aree non
territorialmente
delimitata
entro i geograficamente
un'area portua- adiacenti,
confini le con le purché con un
e chiaramente nesso
caratteristiche
dello identificata
TEN-T economico
Stato funzionale

9
LA FINALITÀ DELLA ZES

garantire condizioni favorevoli


in termini economici, doganali,
fiscali, finanziari e

nicola.fortunato@uniba.it
amministrativi
consentire lo sviluppo delle
imprese già operanti, nonché
attrazione di investimenti da
parte di imprese estere ed
anche italiane

le agevolazioni doganali sono riconosciute solo


con l’istituzione nella ZES di ZONA FRANCA DOGANALE INTERCLUSA,
secondo la normativa doganale dell’Unione

10
LA FINALITÀ DELLA ZES
SECONDO RELAZIONE SVIMEZ 2017
SULL’ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO
ADEGUATEZZA
LOGISTICA

nicola.fortunato@uniba.it
EFFICACIA
DELLE
POLITICHE
INDUSTRIALI E
RECUPERO
COMPETITIVITA’
DEI TERRITORI
ATTRAZIONE
INVESTIMENTI
PRODUTTIVI

11
LA ZES:
STRUMENTO DI POLITICA ECONOMICA
COMPETENZE E
CONNESSIONI

SI
RUOLO STRATEGICO DELLA

nicola.fortunato@uniba.it
LOGISTICA

NO LAVORO E CAPITALI PER


GENERARE PRODUTTIVITÀ

FONTE: RAPPORTO SVIMEZ 2017

12
LA ZES: ESPERIENZA POLACCA

ZES 2005 EFFETTI

nicola.fortunato@uniba.it
FONTE: RAPPORTO SVIMEZ 2017

13
LA ZES NELL’UE
• NELLA PROSPETTIVA DI ARMONIZZAZIONE DELLE
POLITICHE TRIBUTARIE A LIVELLO COMUNITARIO
UE

nicola.fortunato@uniba.it
• È LO STRUMENTO PER COMPENSARE IN PARTE IL
SUD DEI NOTEVOLI SVANTAGGI CONCORRENZIALI
ZES RISPETTO AI PAESI DELL’EST UE

• PENALIZZAZIONE COSTO DEL LAVORO,


SVALUTAZIONE MONETA, REGIMI FISCALI PIÙ
VANTAGGIOSI

FONTE: RAPPORTO SVIMEZ 2017

14
LE ZES NEI PAESI DELL’UE

nicola.fortunato@uniba.it
IL CASO DI IL CASO DELLA IL CASO DELLA
MADEIRA LETTONIA POLONIA
esenzioni ed n. 2 ZES n. 14 ZES per
agevolazioni favorire lo
fiscali, nonché (Rezekne e
sviluppo di alcune
vantaggi doganali Liepaja), in cui le regioni polacche,
per le società imprese operanti in cui è possibile
operanti godono di fare impresa
all’interno numerosi vantaggi grazie al supporto
dell’area negli investimenti

15
LE ZES NEI PAESI EXTRA-UE

RUSSIA
CINA
n. 28 ZES istituite con L.
numerose ZES con diversa

nicola.fortunato@uniba.it
federale n. 116/2005 al fine di
sviluppare le attività nomenclatura e
produttive; possono essere di accomunate da vantaggi e
tipo industriale/produttivo o benefici fiscali; hanno
di tipo tecnologico/scientifico. incentivato lo sviluppo
Per ottenere le agevolazioni economico della Nazione e
previste, gli investitori russi o potenziato gli scambi con
stranieri devono avere la l’estero
residenza nel sito

16
ZES E ZONA FRANCA D’ECCEZIONE
le ZES rappresentano una
evoluzione giuridica e strutturale
della Zona Franca

nicola.fortunato@uniba.it
le Zone Franche
hanno come
le ZES offrono
obiettivo quello di
agevolazioni in
incrementare il
ambito doganale e
commercio
ulteriori benefici
internazionale,
fiscali, finanziari ed
mediante misure di
amministrativi
agevolazione
doganale

17
ZES: VANTAGGI PER IL
TERRITORIO
rafforzamento del tessuto produttivo

creazione di nuovi posti di lavoro

nicola.fortunato@uniba.it
incremento delle esportazioni

aumento della competitività delle imprese


insediate

crescita dell’economia locale mediante attrazione di investimenti


diretti, soprattutto da parte di soggetti stranieri

18
ZES: VANTAGGI PER IL
TERRITORIO

valorizzazione dell’indotto locale

nicola.fortunato@uniba.it
miglioramento delle infrastrutture

aumento della concorrenza e competitività


del territorio

incremento relazioni tra impresa e mondo


accademico

19
LA ZES COME STRUMENTO DI
SVILUPPO

nicola.fortunato@uniba.it
Traffici
Scalo di commerciali e
Porto di destinazione nuova
Transhipment occupazione
finale
Imprese SVILUPPO
ZES insediate
nella ZES
ECONOMICO E
SOCIALE

20
ZES E INFRASTRUTTURA PORTUALE

nicola.fortunato@uniba.it
RETI DI
ZES
VELOCITÀ
TRASPORTO DISTRIBUZIONE
MERCI
PORTO

la normativa prevede che la ZES comprenda almeno


un'area portuale riferita alla rete transeuropea dei
trasporti (TEN-T)

21
ZES – LE ATTIVITÀ

filiera produttiva e distributiva internazionale

nicola.fortunato@uniba.it
frazionamento dei processi produttivi

logistica avanzata, che trova nell’infrastruttura portuale


uno strumento per ottimizzare lo scambio e la
distribuzione delle merci

innovazioni nelle tecnologie dell’informazione (Internet), nonché


dei trasporti (containerizzazione, gigantismo navale)

22
ZES – LE ESPERIENZE STRANIERE

nicola.fortunato@uniba.it
Elettronica Tessile Abbigliamento

Calzature Giocattoli

23
ZES – LE MODALITÀ DI ISTITUZIONE

1. la richiesta di istituzione della ZES deve essere


avanzata dalle regioni meno sviluppate

nicola.fortunato@uniba.it
2. ognuna delle regioni può presentare una
proposta di istituzione di ZES nel proprio
territorio o al massimo due proposte, ove
siano presenti più aree portuali con
caratteristiche TEN -T
3. la proposta deve essere accompagnata da un
Piano di Sviluppo Strategico

24
LA ZES INTERREGIONALE
le regioni che non posseggono aree portuali
TEN-T possono presentare istanza di istituzione
di ZES solo in forma associativa, qualora

nicola.fortunato@uniba.it
contigue, ovvero in associazione con un'area
portuale avente le caratteristiche TEN-T

25
MODALITÀ DI ISTITUZIONE
durata, criteri per l’identificazione, delimitazione dell’area, accesso e
condizioni speciali nella ZES, coordinamento degli obiettivi di sviluppo

D.P.C.M.

nicola.fortunato@uniba.it
- su proposta del Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno
- di concerto con il MEF, il MIT ed il MISE
- sentita la Conferenza unificata

entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore


della legge di conversione del decreto-legge

26
LE NUOVE ZES IN ITALIA
SECONDO RELAZIONE SVIMEZ 2017
SULL’ECONOMIA DEL MEZZOGIORNO

nicola.fortunato@uniba.it
DOVREBBERO ESSERE ISTITUITE PRIORITARIAMENTE

GIOIA TAURO

NAPOLI SALERNO

27
ZES: BENEFICI FINANZIARI E
SEMPLIFICAZIONI

ZES le imprese operanti nella ZES


agevolazioni
ex L. n. 123 del godranno di agevolazioni sulla
03/08/2017 base di norme speciali in

nicola.fortunato@uniba.it
deroga alla legislazione in atto
nel Paese di appartenenza
ZF
agevolazioni
CDU +
agevolazioni
ZES
le agevolazioni doganali nella ZES sono
riconosciute solo con l’istituzione in essa di
ZONA FRANCA DOGANALE INTERCLUSA ,
secondo la normativa doganale dell’Unione

31
LE ZONE FRANCHE - AGEVOLAZIONI
DOGANALI

le Zone Franche

1. sono parti del territorio doganale

nicola.fortunato@uniba.it
2. le merci non comunitarie sono considerate come merci
non situate nel territorio doganale della Comunità
3. sono zone delimitate con punti di entrata e di uscita,
sottoposti a vigilanza doganale
4. la loro istituzione è di competenza dello Stato membro
sul cui territorio

32
LE ZONE FRANCHE NEL CDU
Art. 243 - Determinazione delle zone franche
1. gli Stati membri possono destinare talune parti del territorio
doganale dell'Unione a zona franca. Per ogni zona franca, lo Stato

nicola.fortunato@uniba.it
membro stabilisce l'area interessata e i punti di entrata e di uscita
2. gli Stati membri comunicano alla Commissione informazioni sulle
rispettive zone franche esistenti
3. le zone franche sono intercluse. Il perimetro e i punti di entrata e
di uscita delle zone franche sono sottoposti a vigilanza doganale
4. le persone, le merci e i mezzi di trasporto che entrano in una zona
franca o ne escono possono essere sottoposti a controlli doganali

33
LE ZONE FRANCHE NEL CDU
Art. 246 - Merci unionali nelle zone franche
1. le merci unionali possono essere introdotte, immagazzinate,
spostate, utilizzate, trasformate o consumate in una zona franca. In

nicola.fortunato@uniba.it
questi casi, le merci non sono considerate vincolate al regime di
zona franca
2. su richiesta della persona interessata, le autorità doganali
determinano la posizione doganale di merci unionali delle seguenti
merci:
a) merci unionali introdotte in una zona franca;
b) merci unionali che sono state oggetto di operazioni di
perfezionamento all'interno di una zona franca;
c) merci immesse in libera pratica all'interno di una zona franca

34
LE ZONE FRANCHE NEL CDU
Art. 247 - Merci non unionali nelle zone franche
1. durante la loro permanenza in una zona franca, le merci non unionali possono
essere immesse in libera pratica o essere vincolate al regime di perfezionamento
attivo, di ammissione temporanea o di uso finale, alle condizioni stabilite per tali

nicola.fortunato@uniba.it
regimi. In questi casi, le merci non sono considerate vincolate al regime di zona
franca
2. fatte salve le disposizioni applicabili alla consegna o al deposito di
approvvigionamenti e nella misura in cui il regime considerato lo consenta, il
paragrafo 1 non osta all'utilizzazione o al consumo delle merci che, in caso di
immissione in libera pratica o di ammissione temporanea, non sarebbero soggette
all'applicazione dei dazi all'importazione o a misure stabilite dalle politiche
agricole o commerciali comuni. In caso di tale uso o consumo, non è necessaria una
dichiarazione in dogana per il regime di immissione in libera pratica o di
ammissione temporanea. Tale dichiarazione tuttavia è necessaria quando le
suddette merci sono soggette a un contingente o a un massimale tariffario

35
LE ZONE FRANCHE – IL FUNZIONAMENTO

Principio della Principio della


libertà di transito e extraterritorialità

nicola.fortunato@uniba.it
di accesso doganale
le zone franche sono
nessun limite per la considerate per fictio juris
natura, quantità, origine e al di fuori del territorio
provenienza della merce doganale della UE

36
LA ZONA FRANCA NEL CDU
obbligo per
l’operatore in ZF di obbligo
contabilità
tenere apposito magazzino
registro e contabilità controllo
di magazzino Autorità
Doganale
sulle merci e
la contabilità di
magazzino deve necessaria sui suoi
indicare:
1. la natura e il luogo indicazione spostamenti
della merce elementi
2. il numero dei colli contabilità di
e dei marchi
3. lo status doganale magazzino
della merce
4. il documento di
trasporto in
entrata ed uscita

37
LA ZONA FRANCA - AGEVOLAZIONI
mancanza di controlli doganali

regime di «sospensione» daziaria

nicola.fortunato@uniba.it
possibilità di posticipare il pagamento dei diritti doganali al momento
dell’uscita della merce dalla zona franca

nessun limite di tempo per la permanenza della merce

nessun limite per la natura, quantità, origine e provenienza

non è necessaria una destinazione doganale della merce

non occorre presentare alcun documento cauzionale o assicurativo

38
LA ZONA FRANCA - AGEVOLAZIONI

introduzione in ZF di merce proveniente da


paesi terzi e destinata alla ESPORTAZIONE

nicola.fortunato@uniba.it
le merci non nessuna formalità
sospensione sono soggette a doganale - solo
documento di trasporto
daziaria controlli e annotazione nella
doganali contabilità di magazzino

pagamento dazio espletamento


all’importazione IVA per formalità doganali al
all’uscita delle destinazione momento della libera
merci dalla ZF pratica delle merci

39
LA ZONA FRANCA - AGEVOLAZIONI
ESPOSIZIONE MERCE PER
VENDITA

nicola.fortunato@uniba.it
DEPOSITO MERCE IN ZF
IMPORTATA DA PAESI EXTRA
UE

differimento dell’obbligo di assolvere i tributi


dovuti in occasione dell’importazione della merce
in ZF

traslazione dell’onere tributario sugli acquirenti


della merce

40
LA ZONA FRANCA - AGEVOLAZIONI
INTRODUZIONE MERCE IN ZF

nicola.fortunato@uniba.it
INVENTARIO

rimozione dell’imposta doganale sulla parte del


bene oggetto del calo

evitabilità della debenza dei tributi doganali,


depositando le merci risultate danneggiate una
volta eseguito l’inventario

41
LA ZONA FRANCA – MANIPOLAZIONI USUALI

di merci non comunitarie


MANIPOLAZIONI USUALI collocate in ZF

nicola.fortunato@uniba.it
• senza autorizzazione
- garantiscono la della Autorità
conservazione della Doganale
merce
• nessuna garanzia
- migliorano la
fideiussoria
presentazione o la
qualità della merce • se non cambiano la
- preparano la natura doganale delle
distribuzione o la merci, sono effettuate
rivendita senza pagamento di
dazio o IVA

42
LA ZONA FRANCA – LAVORAZIONI E TRASFORMAZIONI

• le materie prime ed i prodotti


semilavorati importati sono
esentati da dazi all’importazione,
se destinati alla successiva

nicola.fortunato@uniba.it
riesportazione
• acquisizione dell’origine
LAVORAZIONI E comunitaria dei nuovi ed
TRASFORMAZIONI esenzione dazi all’importazione
INDUSTRIALI IN ZF • esenzione accise su consumi
carburante ed energia per le
lavorazioni in ZF
• esclusione dei tributi doganali
sul valore aggiunto prodotto dalle
lavorazioni in ZF

43
ZONA FRANCA - AGEVOLAZIONI

CESSIONE DI BENI IN ZF
ai fini IVA, “le cessioni di beni si considerano effettuate nel territorio

nicola.fortunato@uniba.it
dello Stato se hanno per oggetto beni immobili ovvero beni mobili
nazionali, comunitari o vincolati al regime della temporanea
importazione, esistenti nel territorio dello stesso” (art. 7 bis del DPR n.
633/1972)
il regime doganale attribuito al bene è di fondamentale importanza per
stabilire se una cessione è soggetta ad imposizione IVA
nel caso di cessione in ZF, l’operazione ha ad oggetto beni non vincolati
ad alcun regime

44
ZONA FRANCA – DISCIPLINA IVA

• la cessione di un bene in ZF è
fuori campo IVA per mancanza

nicola.fortunato@uniba.it
del requisito territoriale
• per le cessioni non soggette a
CESSIONE IVA vi è obbligo di fatturazione
DI BENI • la fattura contiene, in luogo
dell'ammontare dell'imposta,
IN ZF l'annotazione "operazione non
soggetta” (art. 21, comma 6-bis,
del D.P.R. n. 633/1972)

45
IL DIVIETO DI AIUTI DI STATO
NELL’UE
l’art. 107 del Trattato sul Funzionamento
dell’Unione Europea pone il divieto per gli Stati
membri di introdurre

nicola.fortunato@uniba.it
Aiuti di stato

“agevolazioni che, favorendo talune imprese o


talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la
concorrenza”

46
GLI AIUTI A FINALITÀ REGIONALE
1. misure destinate a favorire lo
sviluppo economico delle regioni in
cui il tenore di vita sia
AIUTI A FINALITÀ anormalmente basso oppure sia
REGIONALE

nicola.fortunato@uniba.it
presente una grave forma di
sottoccupazione
aiuti di stato che, ai sensi
del disposto dell’art. 107, 2. aiuti destinati ad agevolare lo
paragrafo 3 del TFUE, sviluppo di talune attività o di talune
regioni, sempre che non alterino le
sono dichiarati condizioni degli scambi in misura
compatibili con il mercato contraria al comune interesse
interno

47
GLI AIUTI A FINALITÀ REGIONALE
la “carta degli aiuti regionali” stabilisce i limiti
all’intensità degli aiuti nelle diverse regioni

nicola.fortunato@uniba.it
le agevolazioni sono relative alla riduzione di
1. IRES e IRAP nella misura massima del 50%
2. IMU e TARSU per gli immobili utilizzati
3. contributi sulle retribuzioni nella misura
massima del 50%

48
AIUTI A FINALITÀ REGIONALI
AIUTI AGLI INVESTIMENTI

sono riconosciuti per la creazione di un nuovo stabilimento


o per l’ampliamento di stabilimento esistente

nicola.fortunato@uniba.it
il credito d’imposta (art. 1, co. 98 l. n. 208/2015) è
commisurato alla quota del costo complessivo dei beni
acquisiti entro il 31 dicembre 2020 nel limite massimo, per
ciascun progetto di investimento, di 50 milioni di euro
il credito di imposta compete “nella misura massima del
20% per le piccole imprese, del 15% per le medie imprese e
del 10% per le grandi imprese”

49
RICONOSCIMENTO DELLE AGEVOLAZIONI

il riconoscimento delle tipologie di agevolazione è


soggetto al rispetto delle seguenti condizioni:

nicola.fortunato@uniba.it
a) le imprese beneficiarie devono mantenere la
loro attività nell’area ZES per almeno sette anni
dopo il completamento dell’investimento oggetto
delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici
concessi e goduti
b) le imprese beneficiarie non devono essere in
stato di liquidazione o di scioglimento

50
LA ZONA FRANCA DOGANALE DI TARANTO

IL PROGETTO INCOMPIUTO

nicola.fortunato@uniba.it
il nuovo CDU ha abrogato la disciplina della ZONA FRANCA
DOGANALE, non interclusa di TIPO II di cui all’art. 168 bis
del Regolamento CEE 2913/1993 e art. 799, paragrafo 1, lett.
B) del Regolamento CEE n. 2454/1993

51
LA ZONA FRANCA DOGANALE DI
TARANTO
IL PROGETTO INCOMPIUTO

nicola.fortunato@uniba.it
ESPERIENZE ESPERIENZE
NEGATIVE POSITIVE

52
ZONA FRANCA DOGANALE DI TARANTO

Determina Prot. N. 13175 RU del 16/085/2014 dell’Agenzia delle


Dogane e dei Monopoli – Direzione Interregionale per la Puglia, il
Molise e la Basilicata

nicola.fortunato@uniba.it
ISTITUISCE

ZONA FRANCA DOGANALE, non interclusa di TIPO II


• ex art. 168 bis del Regolamento CEE 2913/1993
• ex art. 799, paragrafo 1, lett. B) del Regolamento CEE n.
2454/1993
ATTRIBUISCE

COMPITI DI GESTIONE alla Autorità di Sistema


Portuale dello Jonio, già Autorità Portuale di Taranto

53
ZONA FRANCA DOGANALE DI TARANTO
DECRETO DELLA AUTORITÀ PORTUALE DI TARANTO N. 08/2016 DEL
14.04.2016
approva e
rende esecutivo

nicola.fortunato@uniba.it
REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA ZONA FRANCA DOGANALE
Disciplina:
1. le modalità di funzionamento della Zona Franca
2. le attività consentite agli utilizzatori
3. i relativi obblighi
4. l’utilizzo delle aree pubbliche
5. prevede ipotesi di insediamento produttivo
6. attività di competenza dell’Autorità Portuale

54
FUNZIONAMENTO ZFD TARANTO

le Società che fanno richiesta di operare all’interno della


ZFD devono ottenere AUTORIZZAZIONE a:

nicola.fortunato@uniba.it
1. svolgere le attività ammesse all’interno della ZFD
2. avere un proprio insediamento presso aree
specificamente individuate dalla APT

55
ZONA FRANCA DOGANALE DI
TARANTO:
LE ATTIVITA’
ZONA FRANCA DOGANALE NON
INTERCLUSA NELL’ AREA PORTUALE E ATTIVITÀ IN ZFD
RETROPORTUALE DI TARANTO

nicola.fortunato@uniba.it
Stoccaggio
Manipolazioni usuali
Perfezionamento attivo
Commercializzazione di merci
terze

56
ZONA FRANCA DOGANALE DI TARANTO:
LE ATTIVITA’

L’ATTIVITÀ DI STOCCAGGIO ATTIVITÀ DI MANIPOLAZIONE


NELLA ZFD USUALE, PERFEZIONAMENTO
ATTIVO
potrà essere effettuata dalle Società notifica al Gestore ZFD e

nicola.fortunato@uniba.it
già autorizzate, senza preventiva all’Agenzia delle Dogane
notifica all’Ufficio delle Dogane competente per territorio
competente ed, in ogni caso, sotto la
supervisione del Gestore della ZFD
(APT)

operazioni di perfezionamento attivo


le Società devono tenere:
1. separata ed ulteriore garanzia
2. separata contabilità informatica dedicata alla gestione di tale specifico
regime

57
OBBLIGHI DELLE SOCIETÀ

le Società:
1. conferiscono mandato al Gestore ZFD, che svolgerà in via

nicola.fortunato@uniba.it
esclusiva le operazioni doganali in nome proprio e per conto
delle Società
2. versano idonea garanzia nei confronti del Gestore, a copertura
dei diritti doganali relativi alla importazione definitiva della
merce

58
IL GESTORE ZFD

presenta alla Autorità Doganale competente


per territorio (AD Taranto) una domanda di
riconoscimento della contabilità di
magazzino, ai sensi degli artt. 803 e 804 DAC

nicola.fortunato@uniba.it
approvazione della contabilità da
parte dell’Ufficio delle Dogane

il Gestore formalizza il mandato


doganale con le singole Società

59
IL GESTORE ZFD

3. richiede alle Società


dichiarazione che attesti 4. verifica che la merce da
che i beni siano o meno introdurre non risulti
soggetti ad eventuali esclusa dal Disciplinare o
restrizioni in importazione soggetta a proibizioni o
e/o esportazione embargo

nicola.fortunato@uniba.it
2. richiede alle Società
di fornire le necessarie 5. verifica che la licenza
licenze di importazione fornita dalle Società sia
ed esportazione, valida e relativa alla
laddove previste spedizione in oggetto

1. richiede alle Società la


documentazione per la
Attività 6. verifica la rispondenza
compilazione della
dichiarazione doganale di
preliminari della voce doganale
indicata dalle Società con
introduzione nella ZFD del la specifica dei prodotti
movimentati, utilizzando
(IM7) e di importazione ed
esportazione GESTORE il sistema AIDA

60
MODALITA’ RAPPRESENTANZA GESTORE
ZFD

nella compilazione della dichiarazione doganale, il GESTORE agisce:


1. RAPPRESENTANZA INDIRETTA: IN NOME PROPRIO E PER

nicola.fortunato@uniba.it
CONTO DELLA SOCIETA’ per le dichiarazioni di introduzione in
ZFD
2. RAPPRESENTANZA DIRETTA: IN NOME E PER CONTO DELLA
SOCIETA’ per le dichiarazioni di importazione ed esportazione

61
FLUSSO DI INTRODUZIONE IN ZFD

il Gestore riceve il Gestore riceve la il Gestore compila e


dalle Società la fattura, documento di presenta la

nicola.fortunato@uniba.it
trasporto, licenze ed
comunicazione di altri documenti per DICHIARAZIONE
richiesta di l’introduzione della SOMMARIA DI
introduzione in ZFD merce in ZFD ENTRATA (E.N.S.)

il Gestore compila
e presenta la
liquida dazi ed IVA
DICHIARAZIONE
DOGANALE

62
63

nicola.fortunato@uniba.it

Potrebbero piacerti anche