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L’ATTIVITÀ ECONOMICA
Attività economica: è l’insieme delle operazioni il cui obiettivo è la produzione e il consumo di beni
economici, ossia beni e servizi che soddisfano i bisogni delle persone.
Per poter svolgere l’attività economica in modo duraturo e autonomo, l’impresa deve rispettare la condizione
di economicità.
Il principio dell’economicità è il rispetto dell’equilibrio reddituale e monetario nel medio-lungo periodo.
Equilibrio reddituale: devo essere in grado di remunerare con i componenti positivi di reddito tutti i fattori
produttivi. Ricavo>costi.
Equilibrio monetario: entrate>uscite. Esprime la capacità dell’impresa di far fronte agli impegni di
pagamento.
Bisogna porre attenzione a questi due equilibri che portano ad un equilibrio finanziario (operazioni di
raccolta delle risorse finanziarie).
LA CONTABILITÀ GENERALE: è un insieme di regole e strumenti il cui prodotto finale è il bilancio di esercizio.
Misuriamo e diamo un valore a tutte le operazioni che fa la nostra impresa. Alla fine si va a costruire il bilancio.
Questo strumento permette di dirci se c’è economicità.
La contabilità generale utilizza il metodo della partita doppia.
BILANCIO DI ESERCIZIO: È una sintesi periodica dell’economia dell’impresa, ossia la situazione economica,
patrimoniale e finanziaria. È uno strumento informativo che serve a soci e terzi per prendere delle decisioni
consapevoli e razionali.
Il bilancio di esercizio deve essere chiaro, veritiero e corretto.
Per svolgere l’attività economica e per misurare l’economicità ci sono 3 macro processi: gestione,
organizzazione e rilevazione.
Rilevazione vuol dire tenere traccia di tutte le operazioni.
GESTIONE
Insieme di tute le operazioni direttamente finalizzate alla produzione e al consumo di beni e servizi
economici. Queste operazioni vengono fatte in modo continuo e sono tutte interconnesse. L’obiettivo è
produrre il prodotto per soddisfare il bisogno. La gestione è il fenomeno da osservare tramite il bilancio, che
evidenzia il processo di formazione del reddito relativamente a un determinato periodo di riferimento e la
consistenza e composizione del capitale al termine di quel periodo.
RIVELAZIONE
È la raccolta sistematica di dati e informazioni relative alle operazioni di gestione. Gli strumenti che
utilizziamo ci permettono di mettere tutti gli elementi nel bilancio. Il loro fine è la valutazione
dell’economicità.
La rappresentazione avviene attraverso il sistema di contabilità generale e il bilancio che descrive le modalità
di osservazione del fenomeno di gestione.
Oltre ai valori monetari che fanno parte del sistema degli scambi, ci sono i valori finanziari che riguardano
il sistema di finanziamenti (composta da soci o terzi finanziatori).
Capitale proprio o sociale è la somma di denaro messa dai soci che permette all’impresa di partire. Il capitale
proprio aumenta nel – se la società deve dei soldi ai soci.
Valori reddituali sono i costi e i ricavi. Tutti i costi hanno segno +, tutti i ricavi hanno segno -.
Entrate segno + e uscite segno -.
LIBRO GIORNALE: è un altro modo per scrivere le operazioni nei mastrini. Le operazioni vengono rilevate in
ordine cronologico.
Le gestioni parziali: gestione ordinaria, comprende tutte le attività normalmente svolte dall’imprese,
gestione straordinaria, operazioni che hanno natura eccezionale.
Gestione caratteristica è la gestione fondamentale, sono le operazioni fra clienti, fornitori e lavoratori.
Gestione patrimoniale: operazioni legate all’investimento del surplus monetario prodotto.
Gestione finanziaria: è composta dall’insieme delle operazioni legate al reperimento delle risorse finanziarie.
Gestione tributaria: operazioni legate al carico fiscale.
CONTO ECONOMICO
Illustra la consistenza quantitativa e la composizione qualitativa del reddito di esercizio. Va a rilevare il profilo
reddituale delle operazioni di gestione, contrapponendo due valori flusso, costi e ricavi. L’obiettivo è rilevare
la perdita o l’utile.
I costi sono l’impiego e il consumo di fattori produttivi. I ricavi sono la cessione di fattori produttivi.
Se ricavi>costi ho un utile, altrimenti perdita.
Il conto economico è una forma scalare, detta anche a sezioni unite, è formato dalla presenza di un’unica
sezione in cui vengono raccolti i valori. Devo distinguere i costi e i ricavi in relazione all’area di gestione.
Il conto economico deve essere schema rigido, ovvero che non si può cambiare in base alla legge.
Nel mastrino, inserisco gli utili nei costi (+) per bilanciare il saldo.
STATO PATRIMONIALE
Viene rilevato il profilo patrimoniale/finanziario/monetario delle operazioni di gestione. La determinazione
delle condizioni patrimoniali e passive avviene in un preciso momento (valori fondo).
Rileviamo 2 condizioni patrimoniali: Attive (attività e investimenti), Passive (passività, fonti di
finanziamento).
Attivo-Passivo= patrimonio netto (-).
Il codice civile ci dice cosa dobbiamo mettere nello stato patrimoniale, i valori numerari (monetari) e i valori
rappresentativi di processi in corso.
La tavola dello stato patrimoniale è collegata ai periodi presenti con i successivi.
Competenza dell’esercizio, influenza il risultato di esercizio e devo chiedermi se nel periodo amministrativo,
l’utile che ho se l’ho ottenuto in quel determinato periodo amministrativo.
Il patrimonio netto è formato da capitale sociale, le riserve di utile che si formano con la destinazione a
riserva del risultato, risultati di esercizio (utile o perdita), sono il collegamento fra CE e SP.
RENDICONTO FINANZIARIO
Ci permette di studiare il profilo monetario, di solito si prende in considerazione la liquidità e cerchiamo di
capire quali sono le entrate e le uscite di cassa.
Vi sono i valori di flusso: entrate/uscite di liquidità nel periodo amministrativo. I flussi monetari vengono
raggruppati per gestioni parziali.
NOTA INTEGRATIVA
Scriviamo tutti ciò nelle tavole precedenti e dobbiamo scriverlo perché previsto dalla legge.
Ci dice la percentuale di ammortamento utilizzato. Da delle informazioni sull’andamento della gestione.
Dà anche informazioni sulle condizioni di mercato in cui opera l’impresa. Condizioni interne dell’impresa.
Informazioni sul profilo reddituale/patrimoniale/finanziario.
L’UE chiede anche alle grandi aziende con determinate caratteristiche, informazioni sulla sostenibilità,
welfare sociale, percentuale di donne nell’impresa.
ESERCIZIO
Ogni volta che faccio un acquisto pluriennale va fra gli investimenti. I fattori produttivi a fecondità ripetuta
sono investimenti e vanno nello stato patrimoniale (segno +)
Il risultato è il valore netto dell’impianto. Il valore netto lo metto nelle attività dello stato patrimoniale.
Quando i soci mettono della disponibilità di denaro, va nel patrimonio netto (-).
Nel rendiconto finanziario i segni sono opposti.
La disponibilità di cassa la metto nello stato patrimoniale (+).
L’ammortamento lo metto nei costi del conto economico (+).
La perdita del conto economico la inserisco nel - dello stato patrimoniale. È il collegamento fra le 2 tavole.
Nella nota integrativa vado a mettere la percentuale dell’ammortamento.
REDDITO DI ESERCIZIO
L’economicità ci dice che dobbiamo misurare il reddito, ci può essere il reddito globale, ovvero di tutta la vita
dell’impresa, oppure c’è il reddito di esercizio, che è una misura periodica del reddito di ogni anno.
Principio di competenza:
- competenza temporale (periodo amministrativo);
- competenza economica (esercizio), ovvero che i costi e i ricavi vengono correlati rispetto ad un
determinato periodo che corrisponde all’esercizio, in modo indipendente dalla manifestazione
monetaria. Devo controllare a fine anno tutti i costi e ricavi e ciò che non riguarda con l’esercizio
dell’anno, lo devo spostare all’anno successivo. Questo ci permette di misurare il reddito di esercizio.
Durante il periodo amministrativo, costi e ricavi vengono solo rilevati in ordine cronologico.
Questo ci permette di capire perché troviamo i ratei e i risconti, che sono tutte quelle operazioni che ci fanno
rispettare il principio di competenza economica.
Quali sono i valori di competenza economica che vengono attribuiti al nostro periodo amministrativo.
Dal periodo amministrativo ho tutto in ordine cronologico, devo passare dalla competenza temporale a
quella economica.
Devo valorizzare anche i processi che non sono ancora conclusi. Vengono rilevate il 31/12, prima della
formazione del conto economico, sono 2 macro operazioni: operazioni di integrazione e operazioni di rinvio.
Devo essere in grado di capire se ci sono queste operazioni, che valore devo attribuire e se ci sono processi
ancora non conclusi che devo rilevare. Riguardano solo costi e ricavi.
ESERCIZIO: parliamo di un’unità economica relativa, perché costi e ricavi devono essere correlati tra di loro.
Economica, vuol dire che gli effetti reddituali seguono il principio di competenza economica.
Relativa, considero il profilo reddituale in un determinato tempo di esercizio (12 mesi).
Il reddito di esercizio è un valore congetturato ed è una rappresentazione soggettiva (stimo alcuni valori),
ma fedele della situazione economica aziendale.
OPERAZIONI DI INTEGRAZIONE
RATEO PASSIVO E ATTIVO: valori di Stato Patrimoniale corrispondono ricavi (rateo attivo +), costi (rateo
passivo -) di competenza economica dell’esercizio con manifestazione monetaria/finanziaria posticipata
rispetto alla chiusura del periodo amministrativo.
FONDI RISCHI E ONERI: fondi rischi futuri (SP-) e fondi oneri futuri (SP+). Valori di SP che accolgono COSTI di
competenza economica dell’esercizio relativi a rischi/spese future (pagamento posticipato).
Il costo di competenza che transita nel CE+, viene denominato ACCANTONAMENTO (mastrino
accantonamento (+) e fondo accantonamento (-)).
Il fondo (SP-) può formarsi nel tempo ed è uguale alla sommatoria degli accantonamenti rilevati ogni
esercizio.
La funzione dei fondi è quella di non far ricadere quote di costo di competenza di esercizi precedenti in
esercizi futuri.
FATTURE DA EMETTERE E DA RICEVERE: si tratta di valori di Stato Patrimoniale riferiti a scambi commerciali
già effettuati alla chiusura del Periodo Amministrativo per i quali manca momentaneamente la
documentazione contabile di riferimento (la fattura).
- Fattura da emettere (SP+), prodotti e merci consegnati ai clienti per i quali non è stata emessa la
relativa fattura→ VENDITE.
- Fattura da ricevere (SP-), prodotti, merci e servizi ricevuti dai fornitori per i quali non è pervenuta la
relativa fattura→ ACQUISTI.
Applicando il principio della competenza economica, i valori economici di queste operazioni devono essere
rilevati al momento di esecuzione della prestazione e non nel momento in cui si riceve o emette il documento
amministrativo di riferimento.
IMPOSTE: si tratta di imposte dovute all’Erario (finanze da parte dello stato), calcolate sul reddito imponibile
(differenza ricavi e costi); sono costi di competenza dell’esercizio con manifestazione finanziaria futura.
Ricavi – costi= risultato ante imposte (lordo).
Risultato ante imposte (lordo) – imposte sul reddito = utile/perdita dell’esercizio.
OPERAZIONI DI RINVIO
RISCONTI
Si tratta di valori di Stato Patrimoniale a cui corrispondono quote di costo (Risconto attivo) o quote di ricavo
(Risconto passivo) da rinviare ad esercizi futuri.
Manifestazione finanziaria anticipata rispetto alla competenza economica. Sono operazioni già presenti in
Contabilità in base alla competenza temporale: incasso avvenuto o pagamento effettuato.
- Risconti attivi, SP (+). Riguardano quote di costi da rinviare di competenza dei successivi periodi
amministrativi; costituiscono costi anticipati.
- Risconti passivi, SP (-), quote di ricavi da rinviare di competenza dei successivi periodi amministrativi;
costituiscono ricavi anticipati.
AMMORTAMENTO
È il procedimento tecnico contabile di ripartizione del costo di un fattore produttivo pluriennale negli esercizi
in cui il fattore fornisce il suo contributo al reddito.
Si suddivide quindi il costo pluriennale dei beni a fecondità ripetuta tra i periodi amministrativi di utilizzazione
economica (IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI). È necessario individuare il costo di competenza
dell’esercizio rappresentativo della partecipazione delle immobilizzazioni alla formazione del reddito
(pagamento anticipato).
Si effettua tramite il Piano di Ammortamento che deve essere razionale (ripartizione coerente con le
caratteristiche del bene) e sistematico (operato in ogni esercizio).
- QUOTA DI AMMORTAMENTO: CE (+).
- FONDO DI AMMORTAMENTO: SP (-).
RIMANENZE FINALI
Si tratta di un costo sospeso: esso indica la quota di costi sostenuti nell’anno ma rinviati in futuro per acquisti
di beni o materiali che non sono ancora stati venduti o utilizzati all’interno del processo produttivo. Sono
quindi grandezze comuni a due o più esercizi.
- RIMANENZE FINALI: CE (+), rettifica di costo.
- RIMANENZE FINALI: SP (-), attività.
SVALUTAZIONE DEI CREDITI
Si tratta di un costo in sospeso: individuano quote di costi di competenza dell’esercizio legate al probabile
mancato incasso dei crediti.
Eventuali perdite non devono gravare negli esercizi in cui si manifestano finanziariamente ma devono essere
di competenza dell’esercizio in cui si origina il credito.
I crediti devono essere iscritti al presumibile valore di realizzo: è quindi necessario operare una correzione al
termine di ogni periodo amministrativo.
- SVALUTAZIONE CREDITI: CE (+).
- FONDO SVALUTAZIONE CREDITI: SP (-). Somma delle quote di svalutazione rilevate in ogni periodo
amministrativo.
Il VALORE NOMINALE è il valore esposto in fattura, a cui sono iscritti i crediti al momento della rilevazione
iniziale.
Il VALORE NETTO è il valore ottenuto della differenza tra il valore nominale e il Fondo Svalutazione Crediti.
In caso in cui si conferiscono beni in natura/crediti entro 6 mesi dalla sottoscrizione del Capitale Sociale è
necessario effettuare una verifica e revisione della relazione.
Se dalla verifica si conferma il valore del bene apportato, non si rileva nulla.
Se emerge che il valore dei beni/crediti apportati è inferiore di oltre 1/5 del valore dichiarato, obbligo a
ridurre il capitale sociale, oppure il socio può versare la differenza in denaro o recedere la società.
Il sostituto di imposta ha l’obbligo di effettuare una trattenuta sul compenso a titolo di ritenuta alla fonte
all’atto della corresponsione di alcune categorie di reddito al sostituito.
Il datore di lavoro fa questo nei confronti dei dipendenti, le trattenute in busta paga, che versa all’erario le
imposte e non lo fa fare ai dipendenti.
L’imposta va versata entro il 16 del mese successivo al pagamento della fattura o della prestazione.
CONSIDERAZIONI GENERALI
- SP e CE hanno struttura rigida, ordine classificatorio delle voci e nella nota integrativa ci sono
informazioni delle singole voci.
- Eccezioni alla forma vincolata rispetto alla clausola generale sono la facoltà di suddivisone delle voci
precedute da numeri arabi…
STATO PATRIMONIALE
Ha una forma a sezioni contrapposte con struttura vincolata.
Criteri di classificazione
Nell’attivo vanno i valori esposti al netto dei fondi rettificativi.
Destinazione economica→in base alla scelta gestionale, investimenti durevoli nel tempo.
Finanziario→durata investimento (12 mesi come punto di riferimento).
Le immobilizzazioni sono beni destinati ad essere usati durevolmente (partecipazioni strategiche).
Nelle immobilizzazioni immateriali abbiamo: i costi di impianto (spese notarili) e ampiamento, costi sviluppo,
diritti, immobilizzazioni in corso… tutto ciò che ha durata medio-lunga nella mia attività.
Immobilizzazioni materiali: terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali,
altri beni. Lo scrivo nello SP+, e tutti questi beni vanno scritti nel libro cespiti.
Immobilizzazioni finanziarie: partecipazioni (controllate, collegate), crediti verso gruppo e verso altri, titoli e
strumenti finanziari derivati.
L’attivo circolante sono beni destinati ad essere ceduti (partecipazioni speculative). Ci vanno le rimanenze
(beni e commesse), crediti nel breve, attività finanziarie a breve (partecipazioni, titoli, strumenti finanziari
derivati), disponibilità liquide e ratei e risconti attivi.
I crediti commerciali sono quelli che abbiamo nei confronti dei clienti. Derivano dallo scambio e li inserisco
nell’attivo circolante.
I crediti finanziari, sono i crediti che ho nei confronti delle società che controllo. I crediti verso soci si dividono
in versamenti richiamati e versamento non richiamati.
CONTO ECONOMICO
Ha una forma scalare, potenziale informativo maggiore rispetto a quella a sezioni contrapposte: evidenzia i
risultati intermedi della gestione.
Ha una classificazione delle voci per “natura”, coerente con tradizione contabile italiana.
Per natura: individua il legame diretto tra l’operazione rilevata e la sua natura economica. Non servono
ipotesi in fase di attribuzione alle voci conto economico (criterio oggettivo)
Per destinazione: assume rilevanza alla funzione economica nella quale il fattore produttivo è utilizzato.
Servono ipotesi per attribuire/ripartire il valore del fattore produttivo alle funzioni aziendali (criterio
soggettivo).
RENDICONTO FINANZIARIO
Documento che esprime le cause generatrici (fonti e impieghi) della variazione di una definita risorsa
finanziaria o monetaria in un prescelto periodo temporale.
Dal rendiconto finanziario risultano, per l’esercizio a cui è riferito il bilancio e per quello precedente,
l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, ed i flussi
finanziari dell’esercizio derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento, da quella di finanziamento,
iva comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci.
OPERAZIONI DI ACQUISTO E VENDITA. REGOLAMENTO E FINANZIAMENTO DEGLI SCAMBI
OPERAZIONI DI ACQUISTO: ricezione della fattura, registro la fattura (acquisto, iva a credito e debito verso i
fornitori), dopo di che ci sarà la fase del pagamento (debiti verso fornitori, banca/cassa).
- ACQUISTO BENI A FECONDITÀ RIPETUTA: i fattori durevoli a fecondità ripetuta sono quelli che
partecipano a più cicli produttivi senza esaurire la loro utilità economica in un solo esercizio. Parlare
di condizioni durature fa quindi riferimento alla destinazione del bene nell’impresa e non alle sue
caratteristiche intrinseche.
- ACQUISTO DI SERVIZI, le provvigioni: l’agente, persona fisica, è uno dei casi di soggetti a ritenuta a
titolo di acconto (aliquota al 23%, imponibile al 50%, versamento all’erario entro il 16 del mese
successivo).
Riguardano prestazioni o fattori immateriali che esauriscono la loro utilità economica in un singolo
atto di produzione. Possono essere acquisti imponibili IVA o esenti o non soggetti.
- ACQUISTO BENI FECONDITÀ SEMPLICE, operazioni accessorie: il contratto di compravendita può
prevedere il versamento al fornitore di una caparra confirmatoria (è una garanzia per regolare
esecuzione dell’accordo). Non è soggetta a IVA.
In caso di adempimento, la caparra verrà restituita o verrà imputata alla prestazione.
In caso di inadempimento, la caparra ha la funzione di risarcire il danno provocato, quindi se
l’inadempiente è l’acquirente, perde la caparra, se l’inadempiente è il venditore, esso deve versare
in base al Codice Civile, il doppio della caparra ricevuta dall’acquirente.
- RETTIFICHE SU ACQUISTI: sono componenti positivi di reddito che, per determinare cause,
comportano una riduzione di costi di acquisizione dei fattori produttivi registrati.
Rilevazioni contabili: riduzione in parte o in totale del debito verso il fornitore, se il fornitore è già
stato pagato, sorge un credito verso lo stesso. Rettifica del costo contabilizzato al momento
dell’acquisto e rettifica dell’IVA a credito.
OPERAZIONI DI VENDITA: vengono rilevate con mastrini vendita di prodotti finiti, iva a debito e crediti verso
cliente.
La realizzazione dei ricavi presuppone che si verifichino: il processo produttivo dei beni è concluso e che si
sia verificato il passaggio sostanziale del titolo di proprietà, intendendo il trasferimento dei rischi e dei
benefici.
RETTIFICHE SU VENDITE: sono componenti negative di reddito che, per determinate cause, comportano una
riduzione dei ricavi registrati.
Si ha una riduzione in parte o in totale del credito verso il cliente, qualora il cliente abbia già pagato, sorge
un debito verso lo stesso. Rettifica del ricavo contabilizzato al momento della vendita, rettifica dell’IVA a
debito.
LIQUIDAZIONE DELL’IVA: Consiste nel confronto periodico tra IVA a debito e IVA a credito.
Contabilmente significa riassumere in un unico conto “Erario a IVA” i saldi conti “IVA a credito” e “IVA a
debito”.
GLI ANTICIPI A FORNITORI: si tratta di un regolamento parziale e anticipato rispetto al ricevimento della
fattura di acquisto, si paga l’IVA.
GLI ANTICIPI DA CLIENTI: si tratta di un regolamento parziale e anticipato rispetto all’emissione della fattura
di vendita, si paga l’IVA.
LE RICEVUTE BANCARIE (Ri.Ba.): è un documento emesso dall’impresa creditrice, che contiene l’indicazione
dei dati relativi al debitore e gli estremi della fattura (numero, data, importo e scadenza).
Il documento viene inoltrato dalla banca del creditore alla banca del debitore, la quale procede ad avvisare il
debitore della presenza dell’effetto, per procedere al saldo.
Non è un titolo di credito, quindi non costituisce causa di estinzione del credito commerciale.
NON si effettua MAI la chiusura del debito con una Ricevuta Bancaria Passiva.
Modificazione del valore originario: vi sono 3 cause di modificazione del valore originario:
A) AMMORTAMENTO, processo con il quale si effettua la ripartizione del valore di un bene sulla base
della sua durata economica. Rappresenta il costo di esercizio relativo alla partecipazione del bene al
processo produttivo e quindi al risultato di esercizio.
COME SI CALCOLA? Si determina attraverso la predisposizione di un piano di ammortamento che
comprende 4 elementi:
1- Valore originario: dipende dalla modalità di ingresso del bene in azienda.
2- Valore di recupero: è il valore che emerge alla fine della vita economica del bene in fase di
cessione. Si considera quando questo valore è rilevante e ho un’elevata probabilità di realizzo.
3- Durata economica del bene: Corrisponde alla residua possibilità di utilizzo del bene soggetto ad
ammortamento. È influenzata dalla ipotesi di gestione sull’utilizzo del bene nel processo
produttivo. Può essere inferiore alla durata fisico tecnica del bene.
4- Criterio di riparto del valore da ammortizzare del bene nel tempo: modalità attraverso le quali
si distribuisce il valore da ammortizzare lungo la durata economica del bene. Ci sono 2 criteri:
Ci sono i criteri aritmetici che si dividono in quote costanti, crescenti e decrescenti.
Ci sono i criteri economici in cui è necessario individuare parametri espressivi delle modalità di
impiego del bene lungo la sua durata economica. Sono criteri utilizzati in contabilità analitica e
sono criteri soggettivi che richiedono continui adattamenti.
Si scrive in SP+ il valore del bene al momento della disponibilità, in SP- il debito verso la società di leasing, a
CE+ le quote di ammortamento, sempre in CE ci possono essere le svalutazioni o le rivalutazioni.
Per passare dal metodo patrimoniale, a quello finanziario è necessaria una trasformazione che avviene con
una formula matematica che tiene conto del fattore tempo e del tasso di interesse.
CANONE LEASING = QUOTA CAPITALE del DEBITO + ONERI FINANZIARI sul debito v/soc. leasing
Costi sostenuti su beni di tersi non autonomi: se ristrutturo o faccio un restyling ha beni che non mi
appartengono.
Software: nel caso in cui siamo noi a progettare il software, ci sono 2 opzioni:
- se il brevetto va a finire in questa categoria nella contabilizzazione. Se non ho protezione giuridica lo
metto nelle altre immobilizzazioni immateriali.
- Se acquisto il diritto di proprietà, va nelle immobilizzazioni immateriali, mentre se acquisto il diritto
di utilizzo lo inserisco nell’utilizzo di opere ingegno e nelle licenze.
Il valore viene determinato sempre allo stesso modo.
Il valore viene modificato sempre tramite ammortamento, valutazione o svalutazione.
- AVVIAMENTO
Rappresenta la capacità di un’impresa, o di un gruppo di imprese, di produrre redditi in misura superiore a
quelli o medi per il settore di appartenenza. È l’insieme delle risorse intangibili NON IDENTIFICABILI in modo
specifico.
In bilancio viene rilevato solo l’avviamento acquisito a TITOLO ONEROSO, cioè per acquisto di azienda o ramo
d’azienda (operazione straordinaria).
Vi è il divieto di contabilizzazione in bilancio del proprio avviamento.
L’iscrizione dell’avviamento è tra le immobilizzazioni immateriali, con il consenso del COLLEGIO SINDACALE.
L’avviamento deve essere acquistato a titolo oneroso nelle operazioni straordinarie quali la fusione,
conferimento/acquisto di rami d’azienda, acquisto di partecipazioni.
Il valore originario corrisponde con il costo di acquisto sostenuto.
Il valore si modifica con le solite cose.
COSTO DI ACQUISTO + ONERI ACCESSORI: beni in rimanenza che sono stati ACQUISTATI. Ci sono i beni non
fungibili (costo specifico) e i beni fungibili (CMP, FIFO, LIFO).
FULL COST (costi variabili + quote di costi fissi): beni in rimanenza che hanno SUBITO UN PROCESSO
PRODUTTIVO.
VALORE DI REALIZZO: è il valore di mercato e viene utilizzato quando quest’ultimo è MINORE del Costo di
Acquisto o del Costo di produzione. Se il valore di realizzo è MINORE del costo, si utilizza il valore di realizzo,
svalutando il magazzino. Se vengono meno le cause di svalutazione si RIVALUTA sino al MASSIMO del costo.
- Criterio del costo ammortizzato: il costo ammortizzato è il valore a cui l’attività o la passività
finanziaria è stata valutata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale,
aumentato o diminuito dall’ammortamento cumulato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su
qualsiasi differenza tra il valore iniziale e il valore a scadenza.
Applicando questo criterio, si ripartiscono i costi e i ricavi derivanti dallo strumento finanziario attivo
per tutta la durata dell’attività.
Si prendono in considerazione le differenze esistenti fra i tassi di interesse nominali e i tassi di
interesse effettivi (remunerazione effettiva dell’investimento). Inoltre la ripartizione dei costi è per
tutto il periodo di validità del contratto stipulato.
1) Costi di transizione: costi marginali direttamente attribuibili all’evento che ha generato il credito:
costi che, senza l’operazione che ha generato il credito, non sarebbero stati sostenuti
dall’impresa.
2) Ammortamento: processo matematico-finanziario di suddivisione dei costi di transizione lungo la
durata del credito. I costi di transizione sono esposti in aumento al valore del credito.
- Criterio del valore attuale: l’attualizzazione è il processo che consente, tramite l’applicazione di un
tasso di sconto di determinare oggi il valore dei flussi di cassa futuri.
Per applicare questo criterio, il tasso di interesse nominale dell’operazione è significativamente
diverso dal tasso di interesse di mercato.
Effetti dell’applicazione di questo criterio: il credito è esposto in bilancio al valore attuale
scorporando, mediante un calcolo matematico-finanziario gli interessi di mercato impliciti
nell’operazione. Gli interessi di mercato sono ripartiti lungo la vita finanziaria dell’operazione. Il
credito esposto in bilancio è più basso del valore nominale.
LA VALUTAZIONE DEI DEBITI
I debiti sono passività di natura determinata ed esistenza certa, che rappresentano obbligazioni a pagare
ammontare fissi o determinabili di disponibilità liquide, o di beni/servizi aventi un valore equivalente, di solito
ad una data stabilità.
Sono diversi da fondi di rischi e oneri. Sono anche diversi dagli impegni che si devono ancora adempiere.
ASPETTI VALUTATIVI: anche per i debiti valgono in generale i criteri di valutazione visti per i crediti.
Il valore nominale è la quota da pagare, si utilizza il costo ammortizzato, valore attuale, debiti in valuta diversa
dall’euro.
LE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO
A TITOLO DI RISCHIO O A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO
Il capitale proprio lo versano i soci. È eventuale (non obbligatorio) e variabile. È rappresentato dai dividendi
dell’utile. Il rimborso del capitale avviene quando c’è la liquidazione della società o chiusura del rapporto
societario.
Un aumento di capitale sociale GRATUITO avviene nel caso in cui utilizzo la riserva
- MUTUO
Contratto che si fa con la banca, la quale eroga una somma di denaro. Durata medio-lunga. La banca in
cambio vuole il rimborso della quota capitale e gli interessi (remunerazione della banca).
Può essere garantito dall’ipoteca dell’immobile o dalle fidejussioni dei soci, ovvero che a la banca non basta
la mia garanzia, bensì devo garantire il mio patrimonio.
MOMENTO CHAVE: erogazione della somma da parte della banca. Si forma un piano di ammortamento.
RATA DEL MUTUO: il piano prevede la creazione di un piano di ammortamento. È sempre composta da una
quota capitale e una quota di interesse, che devo andare a versare mensilmente.
Ci sono diversi tipi di rimborso:
1) Rimborso totale del capitale a scadenza: la rata è composta solamente dalla quota interessi (Qi).
2) Rimborso a rate costanti: la rata è sempre dello stesso importo, composta da quota capitale e quota
interessi (Qk + Qi).
3) Rimborso a quote capitale costanti: la rata varia, composta da quota capitale costante (Q k) e quota
interessi decrescente (Qi).
Rilevazioni contabili: la prima fase è l’erogazione del mutuo, la seconda fase è il rimborso.
- PRESTITO OBBLIGAZIONARIO
Li possono emettere sia enti pubblici che le imprese, i quali hanno il diritto di un rimborso del capitale e del
pagamento di un interesse (cedola). Non è sempre garantito al 100% il rimborso.
OBBLIGAZIONI ORDINARIE: le emettono le SPA e le SAPA. Vengono emesse e collocate sul mercato e sono
remunerate con interessi.
OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI: Le obbligazioni possono essere convertite in azioni e quindi diventare soci
della società oppure vengono rimborsate.
Modalità di emissione: alla pari, ovvero il valore nominale è uguale al prezzo di emissione (oppure sopra la
pari o sotto al pari).
RISCONTI: sono scritture di rinvio (pagamento anticipato). Manifestazione numeraria nell’esercizio, ma
competenza dell’esercizio successivo. Rinvio un costo→risconto attivo (SP+). Rinvio un ricavo→risconto
passivo (SP-).
RATEI: sono scritture di integrazione (pagamento posticipato). Manifestazione numeraria nell’esercizio
successivo, ma competenza dell’esercizio corrente. Integrazione costo→Rateo passivo (SP-). Integro un
ricavo→rateo attivo (SP+).
- LEASING
Rilevo i canoni. Vedi slide fatti in precedenza.
SOPRAVVENIENZE E INSUSSITENZE
Le sopravvenienze sono generare dal manifestarsi inaspettato di un elemento patrimoniale.
Sopravvenienze attive→CE- ricavo
Sopravvenienze passive→ CE+ costo
PARTE 2
IL COST ACCOUNTING. I SISTEMI DI CONTROLLO DELLA GESTIONE
La contabilità generale non fotografa tutto ciò che accade all’interno dell’azienda. La contabilità opera
secondo una competenza temporale. La contabilità pone attenzione sugli accadimenti interni solo in
determinati momenti ad un numero limitato di fenomeni, noti come valori congetturali.
Il bilancio di esercizio è obbligatorio per legge e deve essere predisposto seguendo delle regole definite nel
codice civile. Il bilancio di esercizio è l’unico strumento che l’azienda usa per comunicare e grazie a questo i
terzi decidono se intraprendere o no un rapporto con l’azienda.
IL COST ACCOUNTING
Il cost accounting si occupa dell’analisi dei costi aziendali.
La gestione dell’impresa si basa su informazioni che hanno origine (interna o esterna all’azienda) e
caratteristiche (monetarie o non monetarie) differenti.
Gli strumenti che mi permettono di generare le analisi interne sono in parte la contabilità generale e dove
questa non arriva, interviene la contabilità analitica.
Le imprese hanno dimestichezza soprattutto con le informazioni monetarie/interne, è però sempre più
necessario fare ricorso anche alle altre informazioni, su cui basare razionali scelte aziendali.
Le informazioni interne sono prodotte in prevalenza della contabilità e dal cost accounting. Le informazioni
prodotte dalla contabilità generale e dal cost accounting servono per far funzionare il sistema di controllo di
gestione.
Il cost accounting utilizza un modello di classificazione dei valori per natura degli stessi. Non consentono di
assumere decisioni aziendali (ad esempio quale è il costo di un prodotto per decidere il suo prezzo di vendita).
Il limite della contabilità generale della classificazione per natura viene superata dalla contabilità analitica
che opera, oltre che per natura, anche per destinazione. Vuol dire individuare un oggetto che mi interessa e
capire quanto fattore produttivo e costo del lavoro finisce all’interno del prodotto.
La classificazione per destinazione dipende dalle esigenze conoscitive dell’azienda.
La contabilità generale ha una dimensione economica e una patrimoniale. Quando registriamo una fattura
d’acquisto, andiamo a rilevare questa con segni opposti in mastrini differenti. La contabilità analitica invece
ha un obiettivo diverso, in prevalenza economica. Mi permette di fotografare la diversa distribuzione dei
fattori produttivi sui diversi oggetti nella loro dimensione economica.
Tanto più aumenta la complessità organizzativa e strategica dell’azienda, tanto più i sistemi di contabilità
generale non sono sufficienti e bisogna passare a sistemi di contabilità analitica.
La contabilità generale ha un utilizzo giuridico legale, la contabilità analitica invece NO. Vuol dire che se voglio
discutere con soggetti terzi perché sono in disaccordo in certe situazioni, la contabilità generale può
sostenere determinate ragioni di fronte ad un avvocato. Da certezza agli scambi tra soggetti economici.
Nella contabilità analitica non c’è una dimensione giuridica, dato che questo serve solo all’interno
dell’azienda per fornire informazioni riguardanti alla gestione ai manager e agli stakeholder. I risultati a cui
giungo utilizzando la contabilità analitica sono soggettivi.
Le modalità che permettono di trasformare le informazioni dalla contabilità generale a quella analitica, sono
soggettive e ogni azienda lo fa a suo modo. La contabilità analitica da però delle informazioni fondamentali
per la gestione dell’azienda.
Si va verso un bilancio con competenza economica e non più temporale. Si fa attraverso operazioni di
assestamento che permettono di guardare all’interno dell’azienda.
Il cost accounting va ad integrare e risolvere i limiti della contabilità generale.
I valori vengono riclassificati secondo destinazione con riferimento alla totalità dell’azienda.
Quello che succede all’interno dell’azienda, possono essere rilevati tramite cost accounting ma non è
obbligatorio per legge e non esistono regole specifiche da seguire.
Il sistema informativo aziendale è un’infrastruttura informatica che permette di informare le persone degli
accadimenti dell’azienda.
MRP, programma informatico che gestisce la produzione delle aziende.
BI (Business Intelligent) sono sistemi informatici che creano un database che prende le informazioni dalla
contabilità generale e analitica e da qui si estraggono le informazioni.
La contabilità analitica ogni quanto deve essere fatta? La contabilità analitica non è sistematica come la
generale. Si attiva su orizzonti temporali che possono essere annuali o pluriannuali, ovvero che per fare il
passaggio dalla generale all’analitica, bisogna partire da un bilancio generale chiuso con le competenze
economiche. L’esercizio di trasferimento viene fatto tipicamente una volta all’anno.
Ogni quanto tempo devo rifare l’esercizio? Tipicamente viene rifatto una volta all’anno, ma nel caso di
aziende che non modificano la loro struttura organizzativa (aziende statiche) e vendono sempre gli stessi
prodotti, l’aggiornamento della contabilità analitica può anche essere fatta su periodi superiori all’anno.
Nel caso delle aziende dinamiche, che cambiano frequentemente la struttura organizzativa e tipo di prodotto
da realizzare, hanno una necessità di aggiornamento della contabilità analitica maggiore, la cambiano dopo
un anno o anche in periodi inferiori (infra-annuali).
La contabilità analitica è un pezzo del meccanismo che se non viene inserito in un contesto più ampio, non
supporta in maniera efficacie la gestione aziendale. Deve essere inserito nel SISTEMA DI CONTROLLO DELLA
GESTIONE.
IL CONTROLLO DI GESTIONE
È il sistema direzionale (a supporto della direzione aziendale) con cui i MANAGER ai vari livelli si accertano
che la gestione si svolga in condizioni di efficienza e di efficacia, in modo da permettere il raggiungimento di
obiettivi prestabiliti, esplicitati in sede di pianificazione strategica.
La pianificazione strategica è un insieme di attività mediante le quali sono definiti la mission aziendale gli
obiettivi di fondo dell’organizzazione.
È caratterizzata da un orizzonte temporale pluriennale.
Gli obiettivi: il controllo di gestione di occupa di monitorare nel breve periodo le variabili di gestione
operative e strategiche. Opera in un arco di tempo annuale.
Il mancato raggiungimento degli obiettivi allora indicano il fallimento della strategia o dell’operatività.
I sistemi direzionali hanno il compito di supportare le persone che definiscono gli obiettivi strategici a
realizzare il proprio compito.
L’azienda per essere efficacie ed efficiente deve avere persone che si comportano in un certo modo,
supportate da informazioni rilevanti che permettono a queste persone di agire in maniera corretta.
Efficacia: attitudine a realizzare i propri obiettivi riguardanti l’output (qualitativi e quantitativi).
Efficienza: attitudine ad ottimizzare il rapporto input/output (evitare sprechi, ridurre i costi, ecc.).
FINALITÀ DEL CONTROLLO DI GESTIONE
I sistemi di controllo direzionale progettati, predisposti e fatti funzionare in modo corretto, sono in grado di
offrire un contributo indispensabile alla gestione aziendale. Si divide in 3 parti:
- Controllo economico: mi permette di capire l’utile o la perdita e da dove deriva. Il controllo di
gestione serve a disaggregare la complessità aziendale e capire quali sono gli elementi generanti
l’utile o la perdita.
È la capacità di spezzare la complessità aziendale in modo tale da capire in che misura i risultati
aziendali complessivi sono attribuibili a diverse determinanti. Risalire alle vere cause dei risultati
aziendali e alle fondamentali leve per influenzarli.
- Controllo esecutivo: il controllo di gestione deve fornire gli stimoli per permettere alle persone di
operare nella maniera più efficacie possibile.
Capacità di valutare in che misura le diverse unità organizzative componenti l’azienda hanno tenuto
comportamenti e raggiunto risultati coerenti con gli obiettivi aziendali.
Misurazione delle performance interne e responsabilizzazione su parametri-obiettivo, bisogna
affermare una cultura meritocratica e rafforzare la motivazione individuale, migliore comunicazione
delle priorità aziendali e degli eventuali cambiamenti, maggior apprendimento individuale derivante
dalla stessa partecipazione ai processi di controllo.
- Supporto al processo decisionale: aiuta l’azienda a prendere delle decisioni. Senza il sistema di
controllo di gestione, oggi è praticamente impossibile gestire l’azienda.
Capacità di prendere decisioni coerenti con gli obiettivi strategici predefiniti e/o rivisitati.
CENTRI DI RESPONSABILITÀ: una unità organizzativa composta da un gruppo di persone che opera
impiegando determinate risorse ed ottenendo definiti risultati sotto la guida di un dirigente che si assume la
responsabilità delle azioni intraprese.
È importante individuare le diverse modalità di disgregazione della gestione globale al fine di scegliere quella
più consona alle esigenze della direzione.
Tutte le modalità di disgregazione consentono di individuare aree di risultato, ossia sub-sistemi di cui
misurare l’efficienza o l’efficacia.
Non tutte le aree di risultato sono però aree di responsabilità o centri di responsabilità, ossia degli insiemi di
operazioni sottoposti alla responsabilità di un preciso soggetto nell’ambito della struttura organizzativa.
Sono aree o centri di responsabilità le funzioni aziendali o le sub-funzioni. Le aree di risultato possono essere
centri di responsabilità solo se nell’ambito della struttura organizzativa sono previste delle figure che
presidiano tali aree.
- CENTRI DI COSTO: sono le aree di responsabilità in cui i responsabili sono in gradi di influenzare in
modo diretto ed in misura significativa solo i costi.
- CENTRI DI RICAVO: sono i centri di responsabilità in cui le azioni dei rispettivi responsabili influenzano
in modo diretto ed in misura significativa sia i ricavi di vendita sia i costi di funzionamento del centro
stesso.
- CENTRI DI PROFITTO: sono unità organizzative dotate di ampia autonomia decisionale nelle quali i
manager con le loro azioni sono in grado di influenzare in modo diretto ed in misura significativa il
ricavo economico (ricavi-costi) di particolari combinazioni produttive.
Le informazioni che ottengo dalle contabilità mi permettono di stabilire il budget, ovvero la previsione di
quello che accadrà all’azienda nei prossimi 12 mesi, in termini di volumi venduti, prezzi di vendite, costi di
produzione, margini economici, generazione di cassa e sostenibilità finanziaria del programma di budget.
Queste informazioni vengono aggregate o disaggregate fino ad arrivare alle unità organizzative elementari e
mi darà anche informazioni in base agli strumenti conoscitivi dell’azienda.
Il controllo tra previsione e realtà avviene tramite il reporting direzionale.
TIPOLOGIE DI CONTROLLO
- Controllo post-azione: la misurazione del livello di raggiungimento degli obiettivi viene effettuata
conclusa l’attività e in funzione dello scostamento vengono decise adeguate azioni correttive.
- Controllo in corsi di marcia: la misurazione del livello di raggiungimento degli obiettivi viene
effettuata durante lo svolgimento delle attività utilizzando un modello previsionale per stimare il
risultato finale. Le azioni correttive vengono quindi prese prima del termine delle attività.
- Controllo pre-azione: a livello di budgeting vengono calcolati i risultati ottenibili con le azioni
pianificate anche in caso di variazione delle condizioni ambientali su cui non si ha controllo.
COSTI AZIENDALI
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DEI COSTI
L’azienda deve cercare di aumentare il più possibile il suo margine economico (ricavi-costi) intervenendo sui
ricavi, costi o su entrambe le dimensioni di analisi.
L’intervento sui ricavi presuppone scelte di natura strategica (nuovi prodotti e/o posizionamento sul
mercato) che spesso non sono immediatamente poste in essere. Risulta più ragionevole intervenire sui costi
aziendali. Questa classe di valore deve essere, quindi, ben censita al fine di poterla governare.
COSTO: controvalore monetario che misura il consumo di risorse per un certo fine (prodotto o servizio).
CONTROLLO DI GESTIONE
- Costi preventivi: stime che mirano a riprodurre il costo che si sosterrà svolgendo una certa
produzione nell’impresa così come è attualmente configurata.
- Costi consuntivi: misurano il valore delle risorse ex-post (dopo lo svolgimento dei processi).
- Costi standard: costi preventivi riferiti a condizioni operative ipotetiche; servono come punto di
riferimento per il confronto rispetto al comportamento effettivo dei costi.
CENTRI DI RESPONSABILITÀ
- Controllabili: costi il cui ammontare può essere ridotto o aumentato dal responsabile del prodotto o
del reparto in quanto egli ha il potere di diminuire o incrementare il consumo di fattori e l’efficienza
del processo.
- Non controllabili: costi che il soggetto responsabile dell’oggetto di costo (prodotto o area
organizzativa) non è in grado di modificare nell’ammontare poiché non ha il potere di decidere se e
come utilizzarli.
LE CONFIGURAZIONI DI COSTO
Una configurazione di costo è costituita da una somma progressiva di costi al fine di ottenere informazioni
economico-finanziarie che possano essere utili per le decisioni.
Esistono diverse configurazioni di costo ognuna delle quali risponde ad esigenze informative diverse.
Le configurazioni di costo possono essere costruite con riferimento a diversi oggetti: es. prodotti, centri di
costo, clienti, servizi.
MARGINE DI CONTRIBUZIONE
DIRECT COSTING: vengono attribuiti all’oggetto finale di calcolo i solo costi variabili diretti ed indiretti.
Tutti i costi fissi, speciali o comuni, di qualunque genere sono considerati costi di periodo ed imputati, per il
loro importo complessivo, all’esercizio.
Il calcolo del costo variabile è funzionale alla determinazione del margine di contribuzione (risultato
intermedio dato da: ricavo – costo variabile).
Viene definito “di contribuzione” poiché indica, per ogni unità di prodotto venduta, quanto del prezzo di
vendita resta a disposizioni dell’azienda per coprire i costi fissi.
Costituisce un elemento fondamentale per misurare la redditività di ogni prodotto, linea di prodotti o servizio
e fornisce suggerimenti indispensabili per:
- Valutare quali prodotti e/o servizi vanno potenziati e quali ridimensionati.
- Valutare quale è il mix di prodotti/servizi ottimale da proporre al mercato.
Quando la domanda di mercato supera la capacità produttiva dell’impresa, il programma di produzione deve
essere definito massimizzando il margine di contribuzione ottenibile dall’impiego della limitata capacità
produttiva.
Se un’azienda ha un margine di contribuzione positivo, riuscirà a coprire almeno i costi fissi aziendali. Se
invece il margine di contribuzione è negativo, si avrà una maggior perdita.
COSTI DELL’INEFFICIENZA
“guasti, manutenzioni fermi macchina, assenza di ordini”.
La mancata saturazione degli impianti produttivi porta ad un costo unitario industriale dei prodotti più
elevato anche quando, da un periodo all’altro, la situazione dei costi in valore assoluto non ha subito
modifiche.
Il costo industriale, se non viene corretta questa distorsione, rischia di portare a valutazione errate in termini
di prezzi di vendita, mix ottimale di produzione, efficienza degli impianti…
Il modello di analisi proposto risolve questo problema attraverso i seguenti step:
- Calcolo del costo industriale unitario “standard” cioè in condizioni di pieno sfruttamento della
capacità produttiva degli impianti.
- Calcolo del costo industriale di competenza della produzione, moltiplicando le quantità realmente
prodotte per il costo unitario industriale standard.
- La differenza con il costo industriale rilevato dalla contabilità analitica è la quota da imputare a “costo
dell’inefficienza”.
RISULTATO LORDO
COSTI DI STRUTTURA: sono quasi sempre fissi ed indiretti in riferimento ai prodotti. Non sono riconducibili
al processo produttivo ma sono comunque essenziali per il funzionamento dell’azienda.
L’imputazione dei costi di struttura ai prodotti avviene in genere secondo modelli di complessità crescente a
seconda delle caratteristiche del business in cui opera l’azienda e della disponibilità informativa:
- Criteri semplici: ad esempio ripartizione di tutti i costi di struttura in funzione del fatturato o delle
quantità prodotte.
- Criteri complessi: ripartizione su base multipla, cioè con criteri differenti a seconda del costo di
struttura che si va a ripartire sui prodotti:
• Ufficio Commerciale: numero di ordini/ quantità media ordine di vendita dei diversi prodotti.
• Ufficio Acquisti: analisi del consumo delle materie prime dei prodotti dalle distinte basi.
• Amministrazione: ciclo attivo: numero di fatture attive emesse.
Passando da un criterio semplice ad uno complesso, aumenta l’oggettività del dato finale ma si intensifica
anche lo sforzo di calcolo.
- Decisioni ricorrenti: basate su informazioni routinarie che vengono prodotte regolarmente dal
sistema di controllo direzionale.
- Decisioni non ricorrenti: richiedono la raccolta e l’elaborazione di informazioni specifiche differenti
a seconda della situazione.
Il calcolo del MARGINE DI CONTRIBUZIONE si basa sulla distinzione Costi Fissi – Costi Variabili (tecnica del
direct costing).
Supporta le decisioni di convenienza: la massimizzazione del MARGINE DI CONTRIBUZIONE corrisponde alla
massimizzazione dell’utile (ovvero della redditività).
Questo strumento mi permette di capire che prodotto utilizzare e capire il miglior mix del fatturato. Quanto
ogni prodotto deve contribuire al fatturato.
L’azienda per massimizzare il risultato economico, deve massimizzare il margine di contribuzione.
- Quando il MC è negativo per qualsiasi livello di Q, l’azienda non sarà mai in grado di coprire i costi.
Sarà in perdita, anzi più l’azienda produce più accresce la perdita.
- Quando il MC è positivo, l’azienda è sicuramente in grado di coprire i costi variabili, ma non è detto
che sia in utile.
Se P > CVu l’azienda sarà in utile a condizione che le quantità prodotte e vendute superino il punto di
pareggio.
Dunque massima differenza P - CVu significa massima differenza ricavi e costi cioè massimizzazione dell’utile.
Attraverso il calcolo del MC possono essere formulati due tipi di giudizi:
- Convenienza assoluta: la condizione che assicura la convenienza a produrre il bene è la presenza di
un MC unitario > 0.
- Convenienza comparata: la scelta deve ricadere sul prodotto con il MC unitario più elevato o
sull’alternativa che massimizza il MC complessivo.
La suddivisione tra costi fissi e variabili è rilevante se riferita ad un arco temporale breve, per cui il margine
di contribuzione rappresenta una metodologia di calcolo dei costi utile per supportare la decisione di breve
periodo che non comportano un cambiamento nella capacità produttiva.
NEL LUNGO PERIODO TUTTI COSTI SONO VARIABILI.
MIX DI PRODUZIONE
Si tratta delle decisioni finalizzate alla gestione della capacità produttiva esistente in azienda.
Normalmente, la capacità produttiva viene espressa in:
- Ore machina, quando è costituita da beni strumentali;
- Ore di manodopera diretta, quando si è in presenza del fattore lavoro.
Dato un certo obiettivo di produzione e vendita, espresso in unità di prodotti, la capacità produttiva è:
- Abbondante: quando si dispone di un numero di ore macchina o di ore manodopera sufficiente per
realizzare l’intera quantità desiderata.
- Scarsa: si deve effettuare una decisione circa il mix di produzione da realizzare.
Scelta del MIX di produzione che massimizza il margine di contribuzione su fattore scarso.
L’analisi del volume di pareggio può essere facilmente estesa al calcolo del volume necessario a conseguire
un determinato reddito obiettivo.
Il reddito obiettivo si riferisce a quello risultante dalla differenza tra i ricavi e i costi (fissi più variabili) di
produzione, ossia al reddito operativo (EBIT).
“sommiamo ai CF delle formule precedenti, il EBIT target”.
Il volume di pareggio può anche essere espresso in termini di ricavi (RTbe) piuttosto che di unità fisiche. È
sufficiente moltiplicare entrambi i membri dell’equazione della quantità di pareggio per il prezzo di vendita.
- Una quota parte dei ricavi di vendita devono essere utilizzati per coprire i costi variabili correlati ai
ricavi stessi.
- Ciò che resta dei ricavi totali dopo la copertura dei corrispondenti costi variabili è il margine di
contribuzione.
- Se il flusso del margine di contribuzione riempie tutti i costi fissi, significa che è stato raggiunto il
volume di pareggio.
- Una volta che ho coperto tutti i costi fissi, il margine di contribuzione unitario contribuisce il profitto.
- La contribuzione è, dunque, dapprima contributo alla copertura dei costi fissi e, successivamente
(oltre il volume di pareggio), contributo alla generazione del reddito.
La leva operativa è sensibile alla struttura dei costi, vale a dire all’incidenza relativa dei costi fissi e dei costi
variabili sui costi aziendali complessivi.
- Se un’impresa è caratterizzata da alti costi fissi (e bassi costi variabili), il margine di contribuzione è
alto e, corrispondentemente, e alto il glo.
Le imprese con un’alta incidenza di costi fissi sul totale
- Le imprese caratterizzate da bassi costi fissi, presentano un basso glo e, quindi a parità di variazione
dei ricavi mostrano variazioni dell’EBIT più contenute.
MARGINE DI SICUREZZA
Esprime di quanto può ridursi il fatturato in termini percentuali, rispetto a quello programmato, per effetto
di una variazione nel volume di vendita, senza che l’azienda vada in perdita.
Nel caso di azienda multi – prodotto va analizzato il nuovo fatturato di pareggio quando si prevede una
variazione del margine di contribuzione del prodotto equivalente.
Quando si prende una scelta, dobbiamo analizzare l’impatto di ogni alternativa sulla redditività aziendale
mediante l’analisi differenziale, tenendo conto di costi e ricavi eliminabili e non eliminabili.
La scelta di esternalizzazione o meno di una fase di produzione sono in genere fortemente influenzate dalle
quantità e dalla possibilità di eliminare o meno i costi fissi.
La quantità di pareggio per cui è uguale la convenienza economica nell’alternativa male or buy.
Costi tot. Rilevanti esterni = Costi tot. Rilevanti interni.
L’analisi make or buy è importata secondo un approccio di breve termine per cui suppone l’invarianza della
capacità produttiva e l’invarianza della struttura organizzativa.
Non dovrebbe prescindere da considerazioni di tipo qualitativo come la qualità dei materiali offerta dal
fornitore, affidabilità del fornitore…
Nell’ipotesi di esternalizzazione di una fase o di tutto il processo produttivo è necessario valutare anche gli
aspetti organizzativi e di gestione degli scambi soprattutto nel caso di fornitori esteri quali ad esempio:
controllo qualità, personale ufficio acquisti, imposte doganali, consulenze ed assistenza e impegno
finanziario.
IL COSTING DI PRODOTTO
Uno degli aspetti fondamentali del cost accounting è da definire dal costo dei prodotti / servizi realizzati
dell’impresa.
L’approccio metodologico al costing di prodotto cambia a seconda della tipologia di attività svolta
dall’impresa.
Semplificando è possibile suddividere le imprese come segue:
- Per commessa: numero limitato di tipologie di prodotti, spesso poco standardizzati. La produzione
parte dopo aver ricevuto l’ordine del cliente.
I costi sono in prevalenza diretti, quindi transitano dalla contabilità generale al prodotto.
- Per processo o per il magazzino: numero elevato di tipologie di produzione, elevata
standardizzazione. La produzione parte spesso prima di aver venduto i prodotti. Si ragiona a costi
standard.
I costi sono in prevalenza indiretti e necessitano di un modello tecnico – contabile di trasferimento
della contabilità generale ai prodotti e/o altri oggetti. È necessario disporre un modello di costing
basato sui centri di costo.
La definizione costo pieno di produzione rende necessario tenere da conto oltre ai costi diretti anche agli
indiretti. Degli indiretti alcuni costi possono essere ripartiti sui prodotti mentre altri no.
Nelle aziende che operano su processo, il calcolo dei costi indiretti da ripartire sul prodotto viene fatto
tramite contabilità per centro di costo.
Criticità: conoscere in modo specifico i consumi, usare consumin effettivi o standard. Scegliere il prezzo
corretto fra storico, attuale o medio, automatizzazione delle informazioni.
Oltre la classificazione “accademica”, è importante, a nostro avviso, inserire anche le seguenti tipologie di
centri per poter “quadrare” il risultato di esercizio della contabilità generale con la contabilità analitica:
- Ricavi: centri dedicati ai ricavi delle diverse aree di business dell’azienda.
- Transitori: dove vengono raccolti per comodità e provvisoriamente i costi che potrebbero essere
imputati direttamente perché specifici.
- In distinta base: cioè centri che accolgono i costi sostenuti per le materie prime, gli imballi e tutto
quanto può essere ricondotto al prodotto in modo specifico.
- Gestione accessoria finanziaria straordinaria ed imposte.
1) ORIENTAMENTO AL FUTURO
Il meccanismo di budget permette di affrontare il futuro in modo anticipato.
L’ambiente esterno è sempre più instabile e le tendenze passate non rappresentano un punto di riferimento
significativo, quindi bisogna cogliere per tempo le situazioni favorevoli e prepararsi a reagire ad eventi
sfavorevoli (adattamento).
Cresce il grado di complessità strutturale delle imprese, quindi bisogna dirigere in modo sistematico ed
organico (integrazione).
Le risorse disponibili sono scarse e costose, bisogna quindi scegliere la destinazione delle risorse ed avere dei
punti di riferimento (efficienza).
RESPONSABILITÀ ECONOMICA
Il budget non è il meccanismo esclusivo attraverso cui si assegnano obiettivi. Non presupporre
necessariamente l’esistenza di una struttura organizzativa articolata per centri di responsabilità.
La struttura organizzativa per centri di responsabilità richiede il meccanismo di budget.
IL SOTTOSISTEMA DI BUDGET OPERATIVI
Sono relativi ad una unità la cui attività rientra nell’ambito della gestione tipica. Definisce i componenti
positivi e negativi di reddito relativi a predefiniti programmi d’azione ed a prescelte politiche gestionali
coerenti.
Definisce particolari risultati economici parziali. Consente la determinazione del risultato operativo.
VERIFICA DELLA FATTIBILITÀ ECONOMICO-REDDITUALE.
È suddivisibile in macro aree (struttura funzionale): commerciale, produttiva, amministrativa, ricerca e
sviluppo.
Impatto finanziario e monetario dei programmi d’azione futura e delle politiche correnti e non correnti→
Verifica della fattibilità finanziaria-monetaria.
A) ANALISI ESTERNE
Determinazione della capacità ricettiva dei singoli mercati nel periodo di budget attraverso informazioni
qualitative e quantitative. Il concetto di mercato identifica un’area economica caratterizzata da specifiche
dinamiche competitive.
Tale area è delimitata dalla differente combinazione di prodotti, aree geografiche, tipologia di consumatori,
funzioni d’uso del prodotto.
L’analisi deve essere svolta in relazione non soltanto agli attuali ma anche ai nuovi prodotti e mercati di
sbocco/clienti.
L’analisi del mercato può avvenire in molti nodi differenti, ci aiuta a farla la tecnologia che ci permette di
elaborare le informazioni e prendere delle decisioni.
B) ANALISI INTERNE
Analisi storica delle vendite: Indicazioni sulla capacità di crescita passata e sulla fase di ciclo di vita del
settore/prodotto. Si fa ricorso a tecniche statistiche.
Individuazione dei punti di forza/debolezza: le opportunità di mercato si colgono se esistono sensori in
grado di trasformare potenzialità in benefici. Le minacce si affrontano se esistono sensori in grado di fornire
risposte tempestive.
CARATTERISTICHE E STRUTTURA
Quantificazione delle azioni necessarie per adeguare la struttura aziendale alle esigenze imposte dai
programmi previsti futuri nell’ambito prevalente della gestione caratteristica.
La destinazione delle risorse è di carattere duraturo.
Definizione dell’impiego finanziario espresso in termini quantitativi e temporali non direttamente derivante
dalla gestione caratteristica.
Permette la verifica della fattibilità tecnica e strutturale dei programmi d’azione.
La politica delle scorte di prodotti finiti si intreccia con la definizione dei volumi di produzione e dei relativi
costi, infatti:
- Le quantità di prodotti finiti caricata a magazzino (ossia le entrate) coincide con il volume di
produzione del medesimo periodo.
- Il valore di carico a magazzino è dato dal costo di produzione calcolato con la configurazione
adottata nel budget del centro di produzione.
- Gli scarichi (uscite) dal magazzino prodotti finiti, sono originate invece dai volumi di vendita. La loro
valorizzazione avviene al costo industriale del venduto, che può essere determinato secondo
numerosi criteri. Il costo industriale del venduto considera soltanto i fattori produttivi di tipo
industriale il cui costo è imputato ai prodotti.
Il costo industriale del venduto esprime, quindi, il costo che l’azienda ha sostenuto per realizzare le
unità di prodotto che sta prelevando dal magazzino per la vendita.
IL BUDGET DEL MAGAZZINO MATERIE PRIME E SUSSIDIARIE
Il budget del magazzino materie prime e sussidiarie si collega a quello della produzione, poiché per produrre
è necessario prelevare le materie prime dal magazzino.
Ne deriva che le uscite sono in quantità pari al consumo della risorsa nel periodo, indipendentemente dal
prodotto che la assorbe. Le entrate sono invece generate dagli acquisti di materie.
Il livello di scorte di materie prime dipende da: lo spazio a disposizione in magazzino, i costi di stoccaggio, la
deperibilità e l’obsolescenza dei materiali, la volontà di tutelarsi dal rischio di ritardi nelle forniture, l’impatto
finanziario degli investimenti in scorte.
Il valore di carico a magazzino materie prime è pari al prezzo unitario di acquisto del fattore.
Il valore di uscita è normalmente calcolato con i criteri LIFO, FIFO, …
IL BUDGET DEGLI APPROVIGIONAMENTI
Il budget degli approvigionamento ha lo scopo di configurare i volumi e le cadenze temporali più convenienti
per effettuare gli approvigionamenti di materie prime, materiali vari, componenti, materiali di consumo,
materie sussidiarie, semilavorati.
Il budget degli approvigionamenti viene elaborato a quantità fisiche ed a quantità monetarie, ed è
predisposto anche per i beni solamente commercializzati.
Nell’elaborazione del budget degli approvigionamento è necessario considerare le scorte di materie prime
esistenti all’inizio del periodo e quelle attese alla fine del periodo.
IL BUDGET DEI SERVIZI CENTRALI
Per servizi centrali si intende l’insieme dei servizi funzionali e di supporto alle singole unità operative che
concorrono indirettamente al processo di produzione economica.
Gli oneri finanziari di solito non si considerano per determinare il costo del venduto.
Come sono composti i budget finanziari e da cosa sono composti POSSIBILE DOMANDA ESAME
Dimensione informatica: quando facciamo riferimento a sistemi di gestione moderni, facciamo riferimento
a sistemi informatici che contengono tutte le informazioni per poter gestire l’azienda in modo efficiente.
Dimensione contabile: il punto debole dei sistemi cost accounting, è la difficoltà dell’azienda di andare ad
allocare i costi indiretti sui prodotti. Se ho compilato la distinta base in modo efficiente grazie alla
dimensione informatica riesco ad allocare i costi indiretti.
Le aziende meno efficienti allocano i costi indiretti sui prodotti grazie ai centri di costo. Molte volte allocano
i costi sui prodotti in maniera teorica che molto spesso è dissociata rispetto alla realtà. Per allocare in
maniera attendibile i costi indiretti, bisogna abbandonare i centri di costi. Le aziende che hanno questo
problema sono le aziende che sul totale dei costi, hanno un peso elevato dei costi indiretti. Queste aziende
hanno necessità di adottare sistemi che calcolano i costi indiretti sulle attività (SISTEMI ABC).
In queste aziende vengono individuate delle attività che permettono di contribuire all’allocazione dei costi
in maniera più precisa. Queste attività sono quelle che permettono di realizzare i prodotti.
È anche importante capire i fattori produttivi che le attività assorbono. Individuare i Resource Driver
attraverso il quale trasferisco i fattori produttivi dal conto economico alle attività.
Una volta individuate le attività, si identificano con maggiore efficacia, le modalità con le quali le attività
svolgono il proprio ruolo nell’azienda per la realizzazione del prodotto e il prodotto deve individuare dei
criteri per trovare le modalità con cui il prodotto acquista le attività operate nell’azienda (l’attività è
misurabile, si associa il valore dell’attività per produrre il bene). Activity Cost Driver.
I prodotti che assorbono maggiori attività, sono quelli che avranno maggiore costo.
Ultimo tema: i sistemi di controllo di gestione non possono essere basati solo su sistemi monetari perché
danno segnali in ritardo. Quindi le aziende cercano di ampliare il proprio sistemi di controllo di gestione
attraverso alcuni indicatori, economici e non, che tipicamente anticipano i fenomeni monetari.
KPI (Key Performance Indicator), la loro analisi ci permette di capire in anticipo la redditività futura
dell’azienda.
Balanced scorecard (cruscotto di guida bilanciato), è uno strumento che permette di integrare i sistemi di
controllo di gestione con l’utilizzo sistematico e intelligente di indicatori su 4 dimensioni: finanziaria,
processi interni, clienti, sviluppo/crescita.
Nelle ultime 3 dimensioni, individuare KPI, ci permette di avere una visione generale e anticipatoria dei
fenomeni che accadranno.
Nei processi interni sono essenziali la puntualità ed evitare la produzione di scarti.