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IL BILANCIO D’ESERCIZIO

Il Bilancio di esercizio è un documento avente lo scopo di rappresentare la


situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa al termine del periodo
amministrativo e il risultato economico dell’esercizio (UTILE/PERDITA).
Esso ha due funzione:
- è uno strumento di conoscenza della gestione e dei suoi risultati per i responsabili
aziendali;
- è uno strumento di comunicazione che svolge una funzione informativa nei
confronti di terzi (soci, banche, uff. fiscali, etc)
La legge stabilisce (codice civile) la sua obbligatorietà solo per le società capitali
(SRL, SPA, SAPA)
Esso è formato da 3 parti complementari:
STATO PATRIMONIALE, CONTO ECONOMICO, NOTA INTEGRATIVA.
STATO PATRIMONIALE mette in evidenza la composizione qualitativa e quantitativa
del patrimonio aziendale al termine dell’esercizio; esso ha la forma a sezioni
contrapposte: ATTIVITA’(sinistra) PASSIVITA’ E PATRIMONIO NETTO(a destra).
Inoltre è a stati comparati, cioè ai valori dell’esercizio in corso vanno…..quelli
relativi..
A sinistra, la sezione Attivo è suddivisa in quattro classi di voci principali
evidenziate da lettere maiuscole dell’alfabeto:
A. Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata
indicazione della parte già richiamata;
B. Immobilizzazioni: Materiali..Costo storico-fondo ammortamento= totale
netto; Immateriali..Costo storico-fondo ammortamento= totale nett;
finanziarie tot netto; Tot Immobilizzazioni (a+b)
C. Attivo circolante; rimanenze, crediti, att finanz immobiliare, disponibilità
liquide: tot attivo circolante
D. Ratei e risconti, con separata indicazione del disaggio su prestiti.Tot
attivita’ (a-b-c-d)
A destra, la sezione del Passivo è suddivisa in 5 classi di voci principali
evidenziate da lettere maiuscole dell’alfabeto:
A. Patrimonio netto: capitale sociale, riserva legale, utili portati a nuovo,
utile d’esercizio: tot patrimonio netto
B. Fondi per rischi e oneri
C. Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato TRF
D. Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi
esigibili oltre l’esercizio successivo: scadenti nell’esercizio
E. Ratei e risconti, con separata indicazione dell’aggio su prestiti. Tot
passività (a+b+c+d+e)
Il conto economico evidenzia la formazione del reddito d'esercizio. Esso
fornisce una rappresentazione delle operazioni di gestione, mediante una
sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito che hanno contribuito a
determinare il risultato economico. L’art. 2425 c.c. prescrive lo schema del
conto economico con una forma espositiva di tipo scalare e una
classificazione dei costi per natura.
Si raggruppa in 3 aree:
1) (area della produzione)
- Merci (per azienda commerciale (negozi)
- servizi (trasporto, vigilanza, bollette, etc.) qualcosa di non materiale
- godimenti beni di terzi (locazione, fitti, etc. godere di un bene che non è
mio, ma di terzi)
- ammortamenti (quote, svalutazione di un bene pluriennale)
- variazione rimanente (r/f 31/12 – r/i 01/01 – r/f 31/12
- oneri diversi di gestione (bolli, cancelleria, imposte comunali, etc.)

B.Costi della produzione


Differenza tra valore e costi della produzione (a-b)
2) (Area finanziaria)
C. Proventi e oneri finanziari (interessi passivi)
D.Rettifiche di valore di attività finanziarie
3) (area straordinaria)
E. Saldo gestione straordinaria (se vendo un ramo della mia azienda che
non è un ricavo ordinario ma straordinario.

La nota integrativa fornisce: - un commento esplicativo dei dati presentati


nello stato patrimoniale e nel conto economico, che per loro natura sono
sintetici e quantitativi (funzione esplicativa); - una descrizione e delle
informazioni ulteriori rispetto a quelle fornite dagli schemi di bilancio (funzione
integrativa).

DAL REDDITO DI BILANCIO AL REDDITO FISCALE

Il reddito di bilancio che emerge dalla contabilità avendola come risultato


economico della gestione e reddito fiscale d’impresa, rispondendo a scopi e
principi differenti e, quindi, sono due risultati quantitativamente e
qualitativamente diversi.
Il reddito fiscale infatti si determina apportando all’utile o alla perdita risultante
dal conto economico, le variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti
all’applicazione delle disposizioni tributarie che regolano questa materia.
Ne consegue che la contabilità d’impresa rispetta le norme civilistiche mentre
i valori puramente fiscali vanno considerati solo nella dichiarazione dei redditi
(modello unico).

L’INTERPRETAZIONE DELLA GESTIONE E LE ANALISI DI BILANCIO


(serve a fare una situazione generale, patrimoniale ed economica
dell’azienda)
Le analisi di bilancio sono particolari tecniche che mediante confronti tra
valori patrimoniali ed economici facilitano l’interpretazione dei dati del bilancio
stesso e dei fenomeni aziendali che li hanno generati.
L’interpretazione della gestione aziendale deve riguardare tre fondamentali
situazioni:
1) situazione economica, ossia la capacità dell’azienda a conseguire risultati
positivi idonei a ricompensare adeguatamente tutti i fattori produttori che essa
impiega.
2) situazione finanziaria, ossia la capacità della gestione, di mantenere nel
tempo l’equilibrio finanziario tra entrate e uscite nel breve, medio e lungo
termine.
3) situazione patrimoniale, cioè l’attitudine delle imprese a mantere nel tempo
una struttura patrimoniale ( relazione fonti e impegni) che le consenta di
continuare ad operare in condizioni di equilibrio.
L’analisi di bilancio per indici (RATEOS ANALYSIS) si basa sulla costruzione
di una serie di relazione numeriche fra valori di bilancio e si avvale di indici
che favoriscono soltanto sintomi o indizi a seconda del loro risultato.
Tale analisi si svolge attraverso le seguenti fasi operative;
1) la revisione del bilancio da sottoporre ad analisi
2) la riclassificazione del bilancio in funzione delle analisi
3) la scelta e il calcolo degli indici da impiegare nelle analisi
4) il coordinamento degli indici e la compilazione di una relazione
interpretativa.
ANALISI PER INDICI: riclassificazione finanziaria dello stato patrimoniale
Tale processo di riclassificazione richiede:
- Che i valori dell’attivo sono raggruppati secondo il grado di liquidità;
(max 12 mesi)
- Che le fonti di finanziamento sono aggregate in relazione al loro grado
di esigibilità, ossia una funzione del tempo entro il quale si prevedi di
sostenere il pagamento monetario legato alla loro estinzione
- Che gli impieghi sono disposti secondo un ordine di liquidità
decrescente;
- Che le fonti di finanziamento sono esposte in ordine di estinguibilità
crescente.
Nello stato patrimoniale riclassificato gli impieghi mettono in evidenza il
capitale investito, e il fabbisogno finanziario di un’azienda.

LA RIELABORAZIONE DEL CONTO ECONOMICO


Anche il cono economico civilistico (soggetto al codice civile) ha bisogno di
essere rielaborato, che di norma avviene in uan delle seguenti strutture:
- Conto economico a valore della produzione e valore aggiunto;
- Conto economico a costi e ricavi della produzione.
Il conto economico a valore aggiunto è quello più frequentemente in quanto
determina una serie di risultati intermedi molto importanti.

ANALISI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE


Gli indici di composizione degli impieghi evidenziano il grado di elasticità della
struttura aziendale, cioè la sua attitudine ad adattarsi ai cambiamenti delle
condizioni operative interne e di mercato.
Ed è evidente che tale attitudine è tanto minore quanto più forte è la sua
presenza di attività immobilizzare
Si hanno pertanto i seguenti indici, che esprimono il peso degli impieghi
rispettivamente a lungo e a breve ciclo di recupero, rispetto al capitale
investito.

GLI INDICI DI COMPOSIZIONE DELLE FONTI consentodo di apprezzare:


la dipendenza finanziaria dal capitale di tersi;
le caratteristiche di rigidità e di elasticità dei finanziamenti in funzione della
loro durata.

ANALISI DELLA STRUTTURA ECONOMICA


L’analisi della situazione economica ha per oggetto la redditività aziendale,
cioè la capacità di una impresa di ricompensare una misura consistente il
capitale proprio.
Tale analisi richiede alcune elaborazioni e determinazione che fanno
riferimento:
1) al conto economico a valori percentuali
2) agli indici di redditività, con i quali si indaga la capacità dell’azienda di
generare flussi di redditi adeguati ai capitali
3) agli indici di produttività, volti a studiare l’efficienza dei fattori produttivi

INDICI DI REDDITIVITA’
Sono rapporti volti a mettere in evidenza sulla scorta dei risultati conseguitivi,
la capacità dell’impresa di produrre redditi nel tempo
A. indice di reddito del capitale
B. indice del reddito del cittadino
C. indice di redditività delle vendite

LA GESTIONE STRATEGICA DELL’IMPRESA


La strategia è l’insieme degli obbiettivi fondamentali perseguiti dall’impresa e
deve scelte relative alle risorse da impiegare ed alle azioni da intraprendere a
livello produttivo, commerciale, amministrativo, finanziario e organizzativo per
raggiungerci.
La strategia: definisce gli obbiettivi e indica la strada per raggiungerli.
I pianti sono gli strumenti con cui si formano i termini economici, finanziari e
patrimoniali
BUDGET ANNUALE
Il budget annuale è un importantissimo strumento del controllo di gestione
che svolge fondamentalmente le seguenti funzioni:
funzione di previsione e di programmazione, funzione di coordinamento,
funzione di responsabilizzazione, funzione di valutazione e incentivazione,
funzione di controllo e di intervento.

LA FORMAZIONE DEI BUDGET SETTORIALI


Il punto di partenza nel processo di formazione del budget generale
d’esercizio è l’elaborazione dei budget delle vendite, distinte per tipo di
prodotto e per zone di vendita.
Esso rappresenta il nodo centrale dell’attività di programmazione, poiché tutti
gli altri budget dipendono dalle quantità che si prevede di vendere in un certo
periodo di tempo.
Stabilito l’obbiettivo di vendita per ogni prodotto, si quantificano i ricavi
standard, moltiplicando le quantità per i prezzi standard di vendita Ricavi
standard=Quantità standard x Prezzi standard.
Una volta completato il budget delle vendite è necessario definire i programmi
relativi alle scorte di prodotti finiti che si desidera tenere in magazzino.
A quest’ultimo proposito, l’azienda potrebbe attivare due tipo di politica:
politica di scorte costanti, facendo variare il ritmo della produzione in funzione
degli andamenti delle vendite; oppure una politica di produzione costante in
questo modo le scorte subiscono delle oscillazioni.

I COSTI DELLA CONTABILITA’ INDUSTRIALE


In base alla loro destinazione i costi possono essere distinti in:
1) costi industriale che riguardano il processo tecnico di trasformazione (ex:
materie prime, costi per servizi produttivi, costi del personale tecnico, costi
per lavorazioni esterne, ammortamenti industriale).
2) costi commerciale che riguardano il processo distributivo (costi del
personale di vendita, provvigioni a rappresentanti, trasporti e assicurazioni,
spese per studi e ricerche di mercato, pubblicità, ammortamenti
commerciali).
3) costi amministrativi che riguardano il processo amministrativo ( costi del
personale amministrativo, spese di cancelleria, postali e telefoniche, spese
legali e onorari professioni, ammortamenti amministrativi, oneri finanziari e
tributari)
In base alla relazione con il volumi produttivi i costi si distinguono in:
1) costi fissi: sono quelli che non variano al valore della quantità prodotta;
2) Costi variabili: sono quelli in cui ammontare varia proporzionalmente
all’aumentare del volume di produzione.
Terza ed ultima distinzione è quella tra costi diretti per il quale è possibile
imputarli ad un determinato oggetto e costi indiretti, cioè tutti i costi comuni.
La progressiva specificazione dei costi ci porta ad una serie di configurazioni
tra loro collegate:
1) costo primo
2) costo industriale
3) costo complessivo
4) costo economico – tecnico

COSTI PIENI O FULL COSTING


In base alla configurazione di costo si distinguono due sistemi di svolgimento
della contabilità analitica:
la contabilità a costi pieni (full costing );
la contabilità a costi variabili
Il full costing si propone di determinare il costo globale del prodotto, cioè
comprensivo di tutti i costi sostenuti, sia speciali che comuni.
I procedimenti concretamente attribuiti per il calcolo dei costi dipendono dalla
natura e dalle caratteristiche delle produzioni attuate dall’impresa, ovvero
dall’oggetto al quale si riferisce il calcolo, che nell’imprese industriali può
essere:
- Il processo
- La commessa (trattasi di prodotti diversificati)
- Il lotto
Il calcolo dei costi per commessa è applicato dalle aziende industriali che
attivano una produzione diversificata e discontinua.

LA CONTABILITA’ A COSTI VARIABILI ( DIRECT COSTING)


Tale metodologia prevede di attribuire all’oggetto di calcolo soltanto i costi
variabile, mentre i costi fissi sono attribuiti in modo indistinto all’insieme delle
produzioni attuate il periodo di imposta considerato.
La configurazione di costo a cui si perviene è un particolare tipo di costo
variabile che è costituto dai seguenti componenti:
- Costi variabili di produzione
- Costi variabili di distribuzione
- Costi variabili diversi.
- La differenza fra il prezzo di vendita di una determinata produzione e il
suo costo variabile costituisce il margine lordo di contribizione, che
indica la capacità di osservare costi fissi proprio di quella produzione.
Più propriamente per determinare il margine lordo di contribuzione occorre
sottrarre dall’ammontare dei ricavi di vendita quello del costo variabile del
venduto.

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