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DOMANDE BILANCIO OIC

1. Si illustri, anche attraverso la presentazione di un breve esempio numerico, la problematica


della modifica della vita utile dei beni strumentali e si indichino alcuni esempi di possibili
motivazioni alla base della modifica della vita utile da indicare in nota integrativa
2. Si illustrino le differenti tipologie di rilievi nel giudizio del revisore e si indichino le possibili
conseguenze sul giudizio emesso sul bilancio
3. Quali sono le valutazioni di bilancio che richiedono la formulazione e approvazione di dati
previsionali (si motivi la risposta)
4. Si illustrino le cautele previste dal legislatore in relazione alla capitalizzazione degli oneri
pluriennali evidenziando le novità introdotte dal decreto bilanci n.139/2015
5. Si illustri la disciplina della riserva su cambi con riferimento alla sua costituzione e al regime
di disponibilità e distribuibilità
6. Si illustri il trattamento in bilancio delle perdite prevedibili sulle commesse pluriennali
7. Si illustri il trattamento contabile del maxi-canone di leasing
8. Con riferimento alle rimanenze di magazzino, si definiscano il “valore netto di realizzo” e il
“costo di sostituzione”
9. Si illustri la rappresentazione in bilancio dell’operazione di lease back
10. Per quali ragioni si rileva in bilancio la fiscalità differita? Quando deve essere rilevata a
conto economico e quando a patrimonio netto, ovvero senza produrre effetti in conto
economico?
11. Si illustrino i requisiti per la capitalizzazione dei costi di sviluppo in bilancio e i criteri di
ammortamento
12. Si illustrino le situazioni in cui i crediti devono essere cancellati dal bilancio
13. Si illustri il criterio di valutazione delle rimanenze di magazzino, anche con riferimento alle
modalità di determinazione del valore desumibile dall’andamento del mercato
14. Si illustri il criterio di valutazione degli strumenti finanziari derivati che presentano le
caratteristiche per essere trattati contabilmente di copertura
BILANCIO SECONDO IL CODICE CIVILE
Dal 2005 coesistono due modelli di bilancio:
- Redatto secondo le norme civilistiche (principi contabili nazionali o OIC)
- Redatto secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS)

L’obbligo di redazione spetta alle società di capitali (spa, srl, srls, sapa, scrl)

Ci sono varie tipologie di bilancio:


• Bilancio in forma ordinaria, può essere redatto solo da quelle aziende che nel primo
esercizio o per due esercizi consecutivi hanno superato due dei seguenti limiti.
[totale attivo 4,4 mln, totale vendite 8,8 mln, 50 dipendenti]
In queste cosa le imprese dovranno redigere il rendiconto finanziario, il conto economico,
lo stato patrimoniale, la nota integrativa. Utilizzano il criterio del costo ammortizzato per la
valutazione dei titoli, dei crediti e dei debiti
• Bilancio in forma abbreviata, può essere redatto solo da quelle aziende che nel primo
esercizio o per due esercizi consecutivi NON hanno superato due dei seguenti limiti.
[totale attivo 4,4 mln, totale vendite 8,8 mln, 50 dipendenti]
Sono esonerate dall’obbligo di redazione del rendiconto finanziario e hanno la facoltà di
iscrivere i titoli, i crediti e i debiti al valore nominale
• Bilancio delle microimprese, può essere redatto dalle imprese che nel primo esercizio o
per due esercizi consecutivi NON hanno superato due dei seguenti limiti.
[totale attivo 175k mln, totale vendite 350k, 5 dipendenti]
Sono esonerate dall’obbligo di redazione del rendiconto finanziario e dalla nota integrativa

FINALITA’ DEL BILANCIO


Sono le linee guida (“Clausole Generali”) che devono orientare gli amministratori nella redazione
del bilancio d’esercizio
- Postulato della Chiarezza, implica che i prospetti contabili debbano essere redatti in modo
tale da agevolare la lettura delle informazioni. Il rispetto degli schemi di bilancio è
funzionale a tale postulato in quanto consente di esplicitare per intero la capacità
informativa relativamente alla rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria
e del risultato d’esercizio. È consentito il raggruppamento di voci solo qualora l’importo
delle voci sia irrilevante ai fini della chiarezza o quando addirittura la favorisce
- Postulato della Rappresentazione veritiera e corretta, ovvero deve presentare in maniera
attendibile la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’impresa. La
veridicità obbliga i redattori del bilancio ad operare correttamente le stime e a
rappresentare adeguatamente il risultato di tali stime

PRINCIPI DI REDAZIONE
Rappresentano l’applicazione pratica dei postulati della chiarezza e della rappresentazione
veritiera e corretta
• Continuità, significa effettuare una valutazione prospettica della capacità dell’impresa di
continuare la propria attività per almeno 12 mesi dopo la chiusura. Da questa valuta<ione
possono sorgere vari casi
o Presenza di incertezze significative, ma non tali da pregiudicare la continuità
dell’attività
o Presenza di incertezze tali da far ritenere che non vi siano ragionevoli alternative
alla cessazione dell’attività
o Accertamento di una causa di scioglimento prevista dall’Art. 2484 c.c.
Nella nota integrativa dovranno poi essere fornite le informazioni relative ai fattori di
rischio, alle assunzioni effettuate, alle incertezze identificate, ai piani aziendali futuri, etc
Inoltre, devono essere descritte le eventuali conseguenze dalle decisioni prese, ad
esempio, la revisione della vita utile e del valore residuo delle immobilizzazioni, la stima del
valore recuperabile, etc
• Prevalenza della sostanza sulla forma, significa iscrivere i fatti a prescindere dagli aspetti
formali/giuridici, basandosi solo si quelli sostanziali (es. acquisto di beni: devono essere
iscritti non alla conclusione del contratto, ma nel momento in cui avviene il trasferimento
dei rischi e dei benefici
Tale postulato, non consente però l’applicazione del metodo finanziario per la rilevazione
dei leasing, infatti i canoni dovranno essere iscritti tra i costi per godimento di beni di terzi
• Prudenza, significa iscrivere in bilancio tutte le perdite, anche se solo presunte, inclusi i
rischi prevedibili, e non iscrivere gli utili non ancora realizzati (utili “sperati”). La
conseguenza di tale postulato è l’iscrizione dei vari elementi al costo storico, fatte però
alcune eccezioni:
o Poste monetarie in valuta estera à valutazione al tasso di cambio esistente
o Lavori in corso su ordinazione à valutazione sulla base dei corrispettivi maturati
o Partecipazioni in imprese controllate e collegate à criterio patrimonio netto
o Crediti à valutazione al presumibile valore di realizzo
o Strumenti finanziari derivati à Fair Value
• Competenza, significa iscrivere in bilancio tutti i ricavi e i costi, indipendentemente dalla
loro manifestazione numeraria. I ricavi originati dalle vendite si considerano conseguiti
quando il processo produttivo è stato completato e si è verificato il passaggio sostanziale
(trasferimento dei rischi e dei benefici). Nel caso di prestazioni di servizi devono essere
rilevati quando la prestazione è stata effettuata
• Costanza dei criteri di valutazione, significa non poter modificare i criteri di valutazione da
un esercizio all’altro, se non in casi eccezionali che andranno poi motivati in nota
integrativa
• Comparabilità, per ogni voce di stato patrimoniale e conto economico deve essere indicato
l’importo corrispondente all’esercizio precedente. Se le voci non sono comparabili, le voci
dell’esercizio precedente devono essere adattate. Quindi, affinché ci sia la comparabilità
dei bilanci a date diverse la forma di presentazione deve essere costante, i criteri di
valutazione devono essere costanti e i mutamenti strutturali devono essere descritti in
nota integrativa
• Rilevanza, significa che l’informazione è considerata rilevante quando la sua omissione o
errata indicazione potrebbe influenzare le decisioni prese dai destinatari primari
dell’informazione di bilancio

PRINCIPI CONTABILI NAZIONALI (OIC)


Il ruolo degli OIC è stato riconosciuto dalla legge, la quale prevede che l’OIC:
- emani i principi contabili nazionali
- fornisca supporto all’attività di Parlamento e degli Organi governativi in materia di
normativa contabile
- partecipi al processo di elaborazione dei principi contabili adottati in Europa
L’OIC persegue finalità di interesse pubblico, agisce in modo indipendente e riferisce annualmente
al ministero dell’economia e delle finanze sull’attività svolta.
Nei casi in cui i principi contabili emanati dall’OIC non contengano una disciplina specifica per
alcuni fatti aziendali, si dovranno usare le disposizioni che trattano dei casi simili e solo nei casi di
impossibilità di applicazione di tale principio, bisogna rifarsi ai postulati di bilancio
(rappresentazione veritiera e corretta, competenza, prudenza, etc)

DOCUMENTI DEL BILANCIO


Il bilancio (OIC 12) costituisce un insieme unitario e inscindibile di documenti composto da vari
documenti: stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa.
Nello stato patrimoniale e nel conto economico tutte le voci devono essere iscritte
separatamente, per ogni voce va indicato l’importo della corrispondente voce figurante nel
bilancio dell’esercizio precedente e sono vietati i compensi di partite.
La suddivisione delle voci deve essere valutata con estrema prudenza, in quanto potrebbe rendere
più difficile la comparazione tra i bilanci e deve essere effettuata solo quando è necessaria per la
rappresentazione veritiera e corretta.
Il raggruppamento delle voci è consentito solo in presenza di importi irrilevanti e utilità del
raggruppamento ai fini della chiarezza.
L’obiettivo dell’iscrizione nel bilancio delle voci riferite all’esercizio precedente è quello di
agevolare la comparazione dei bilanci. Attraverso la comparazione è possibile comprendere
l’andamento di alcune voci di bilancio. In caso di contenuto non omogeneo, le voci dell’esercizio
precedente devono essere adattate al fine di consentirne il confronto, e quando non è possibile
adattare le voci, la non comparabilità va segnalata e commentata nella Nota integrativa.

STATO PATRIMONIALE
Rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria della società
L’art. 2424 prescrive uno schema obbligatorio. Presenta uno schema a sezioni contrapposte.
L’attivo viene classificato secondo destinazione, in base al quale gli elementi patrimoniali destinati
ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritte tra le immobilizzazioni. Il passivo invece,
viene classificato per natura delle fonti di finanziamento per distinguere tra fonti proprie e di terzi
CONTO ECONOMICO
Fornisce una rappresentazione delle operazioni di gestione tramite una sintesi dei componenti
positivi e negativi di reddito che hanno contribuito a determinare il risultato economico
dell’esercizio.
Presenta uno schema con una forma espositiva scalare, in modo da fornire risultati intermedi. I
costi vengono classificati per natura
Imposte correnti à imposte sul reddito dovute + sanzioni pecuniarie + interessi maturati
nell’esercizio
Imposte esercizi precedenti à imposte relative agli anni precedenti
Imposte differite e anticipate à variazioni positive: fondo imposte differite + uso imposte
anticipate – variazioni negative: fondo imposte anticipate + uso imposte differite

RENDICONTO FINANZIARIO
Il rendiconto finanziario è un documento molto importante per i lettori del bilancio.
Il codice civile richiede la redazione del rendiconto finanziario alle società di capitali con bilancio in
forma ordinaria, definendone la tipologia e la forma di rappresentazione, ma non è previsto uno
schema dettagliato e rigido

Il flusso di liquidità della gestione reddituale include


n incassi derivanti dalla vendita di prodotti/servizi
n pagamento a fornitori per l’acquisto di materie prime, semilavorati, merci e servizi
n pagamenti a/per conto di lavoratori dipendenti
n pagamenti e rimborsi di imposte sul reddito
INDICATORE CHIAVE DELLA MISURA IN CUI L’IMPRESA HA GENERATO LIQUIDITA’ PER MANTENERE
LA CAPACITA’ OPERATIVA, FARE NUOVI INVESTIMENTI, RIMBORSARE I PRESTITI O PAGARE
DIVIDENDI SENZA RICORRERE A FINANZIAMENTI ESTERNI

Il flusso di liquidità dell’attività di investimento include


n pagamenti per acquisto di immobili, impianti e macchianti, beni immateriali e altri beni
immobilizzati
n incassi per la vendita di immobili, impianti e macchinari, beni immateriali e immobilizzati
n pagamenti/riscossioni per concessione/rimborso di prestiti a terzi
n incasso dividendi e interessi attivi
n pagamenti/incassi per acquisto/vendita di partecipazioni e titoli
RAPPRESENTA IL FLUSSO NETTO DI ENTRATE E USCITE RELATIVE AGLI INVESTIMENTI
Il flusso di liquidità dell’attività di finanziamento include
n incassi derivanti da emissione di azioni
n incassi/pagamenti da ottenimento/rimborso di finanziamenti
n pagamento di dividendi
FLUSSO NETTO DI ENTRATE E USCITE RELATIVE ALL’OTTENIMENTO DI RISORSE FINANZIARIE

NOTA INTEGRATIVA
PROCESSO DI FORMAZIONE DEL BILANCIO
La procedura di formazione del bilancio si compone di varie fasi:
• Redazione e approvazione del progetto di bilancio da parte dell’organo amministrativo
La redazione del progetto è un obbligo collegiale di tutti gli amministratori. Deve essere
convocato mediante avviso contenente indicazione di data, ora e luogo della riunione,
nonché l’ordine del giorno. Per la validità delle deliberazioni deve essere presente la
maggioranza degli amministratori in carica e il voto favorevole della maggioranza assoluta
degli amministratori presenti. Qualora un amministratore non condivida il progetto di
bilancio dovrà far annotare il suo dissenso nel libro delle adunanze e delle deliberazioni.
La delibera deve essere convocata entro 120 giorni dalla data di chiusura, ma tale termine
può essere derogato a 180 giorni
• Comunicazione del progetto di bilancio e della relazione sulla gestione al collegio sindacale
Il progetto di bilancio deve essere comunicato al collegio sindacale e al soggetto incaricato
della revisione legale dei conti, almeno 30 giorni prima dell’assemblea di approvazione del
bilancio.
• Redazione delle relazioni al bilancio da parte del collegio sindacale
• Deposito presso la sede sociale del progetto di bilancio + relazioni dell’organo
amministrativo, dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione
Il progetto deve restare depositato in copia nella sede della società, durante i 15 giorni che
precedono l’assemblea e finché sia approvato unitariamente a relazione degli
amministratori sulla gestione, relazione del collegio sindacale, relazione del revisore, copie
integrali dell’ultimo bilancio delle società controllate, prospetto riepilogativo dei dati
essenziali dell’ultimo bilancio delle società collegate.
Il mancato o tardivo deposito del progetto di bilancio preso la sede determina
l’annullabilità della delibera assembleare
• Esame e delibera di approvazione da parte dell’assemblea ordinaria
L’assemblea potrebbe non deliberare in relazione alle seguenti motivazioni:
o Mancanza del quorum in 1° convocazione, ma ha deliberato in 2°
o Perché nessuno dei soci si è presentato
o Perché non si è raggiunto il quorum costitutivo
• Deposito del bilancio completo delle relazioni + verbale di approvazione + elenco dei soci
preso il registro delle imprese
Entro 30 giorni dall’approvazione, tutti i documenti devono essere depositati presso
l’ufficio del registro delle imprese, a cura degli amministratori
IL RUOLO DELLE PREVISIONI NELLE VALUTAZIONI DI BILANCIO E
IL PRESUPPOSTO DELLA CONTINUITA’
Analizziamo il principio della continuità

CASO 1
Se c’è un’elevata redditività, l’azienda può avere un facile accesso alle risorse finanziarie. In questo
caso non ci sono dubbi sulla prospettiva di continuità aziendale.
Può essere necessaria la redazione di alcuni documenti previsionali al fine di verificare al presenza
o l’assenza di perdite durevoli di valore, per iscrivere delle attività per imposte anticipate, per le
capitalizzazioni e le rivalutazioni

CASO 2
Se l’azienda presenta dei risultati economici negativi, avrà maggiori difficoltà di accesso alle risorse
finanziarie. In questo caso è necessario verificare l’eventuale presenza di incertezze sulla
continuità aziendale.
Anche in questo caso può essere necessaria la redazione di alcuni documenti previsionali al fine di
verificare la prospettiva di continuità aziendale, per ricorrere ad una procedura di risoluzione della
crisi d’impresa o per rispettare la disciplina della riduzione del capitale sociale per perdite
Se si dovessero verificare delle significative incertezze in merito alla capacità di continuazione
dell’azienda, dovrebbero essere fornite le informazioni relative in nota integrativa
• Fattori di rischio (rischi relativi al business, rischio di natura finanziaria, rischio legale,
rischio legato a situazioni contingenti)
• Impatto sui criteri di valutazione dei significativi rischi sulla continuità aziendale
Nel caso in cui non ci siano ragionevoli alternative alla cessazione dell’attività, la
valutazione deve essere fatta nella prospettiva della continuazione dell’attività

RELAZIONE TRA VALUTAZIONI CIVILISTICHE E FISCALI, LA


FISCALITÀ DIFFERITA
Le imposte devono essere contabilizzate nel rispetto del principio di competenza,
indipendentemente dalla data di pagamento.
Il bilancio deve seguire le normative civilistiche, anche se potrebbero non essere compatibili con le
norme fiscali. Può quindi nascere una differenza temporanea rappresenta la differenza tra il valore
di un’attività o una passività determinata tramite criteri di valutazione civilistici e il loro valore
riconosciuti ai fini fiscali, che si andranno ad annullarsi negli esercizi successivi.
La differenza temporanea può essere
- Imponibile, si tratta di differenze che si tradurranno in importi imponibili negli esercizi
futuri generando quindi imposte differite passive
- Deducibile, si tratta di importi deducibili negli esercizi futuri generando imposte anticipate
o Metodo del conto economico – l’ammortamento iscritto in c.e. è superiore
all’ammortamento fiscalmente deducibile, pertanto si origina una differenza
temporanea di 10
o Metodo dello stato patrimoniale – il valore fiscale del macchinario, pari al valore
che sarà fiscalmente deducibile è superiore al valore contabile. Anche in questa
situazione si origina una differenza temporanea di 10

L’obiettivo della fiscalità differita è quello di riconoscere gli effetti fiscali dei fatti amministrativi
nello stesso esercizio in cui sono iscritti i fatti amministrativi stessi, cioè nell’esercizio di
competenza economica secondo le norme civilistiche e i principi contabili

IMPOSTE DIFFERITE IMPOSTE ANTICIPATE


Plusvalenze Spese manutenzioni eccedenti il 5%
Ammortamenti Compensi deliberati ma non corrisposti
Rivalutazioni di attività Quota plusvalenza (uso imposte differite)
Pagamento compensi (uso imposte anticipate)

Le differenze temporanee possono sorgere a seguito di:


Ø Operazioni che hanno effetto sul conto economico
Ø Operazioni che non hanno effetto sul conto economico

La contabilizzazione degli effetti fiscali correnti e differiti deve essere coerente con la
contabilizzazione dell’operazione stessa. Gli effetti devono essere rilevati in conto economico
quando la fiscalità differita riguarda oneri e proventi imputati a conto economico, e in stato
patrimoniale quando la fiscalità differita si riferisce ad attività e passività aventi natura
esclusivamente patrimoniale, ad esempio, la rivalutazione di beni a seguito di specifiche leggi

ISCRIZIONE IN CONTO ECONOMICO

ISCRIZIONE IN STATO PATRIMONIALE

Vi sono poi delle operazioni che non determinano alcun effetto sul conto economico anche se
originano delle differenze temporanee:
• Operazioni straordinarie à fusioni, scissioni e conferimenti
• Rivalutazione di attività iscritte nello stato patrimoniale
• Riserve in sospensione d’imposta
RIVALUTAZIONE ATTIVITA’ ISCRITTE IN S.P.
Riserva di rivalutazione a F.do imposte differite …

Nel caso in cui a seguito di un accertamento fiscale in materia di imposte il fondo imposte
accantonato fosse insufficiente si dovrà imputare la differenza a conto economico:
Diversi a debiti tributari …..

f.do imposte eserc. prec …..


f.do imposte …..

Viceversa, se il fondo risulta eccedente, si avrà:


F.do imposte a Diversi ……

Sopravv. Attive …..


Debiti tributari ……

La fiscalità differita deve essere rilevata in bilancio nell’esercizio in cui emergono le differenze
temporanee, salvo:
• La rilevazione iniziale dell’avviamento
• La rilevazione iniziale di un’attività/passività in un’operazione che non influenza
direttamente né il risultato civilistico né il reddito imponibile, e non è un’operazione
straordinaria (ad esempio le autovetture aziendali non esclusivamente strumentali per
l’esercizio dell’attività)

Le imposte anticipate devono essere rilevate solo quando vi è la ragionevole certezza del loro
futuro recupero. La ragionevole certezza è comprovata nei casi in cui esiste una proiezione dei
risultati fiscali futuri attraverso una pianificazione fiscale per un arco di tempo ragionevole.
Le imposte anticipate possono derivare anche dal riporto a nuovo di perdite fiscali; infatti, queste
possono essere portate in diminuzione del reddito imponibile in base alle previsioni del TUIR, che
fissa il limite massimo all’80% del reddito imponibile (tale limite non si applica nei primi tre periodi
d’imposta a partire dall’anno di costituzione)

PARTECIPAZIONI IN SOCIETA’ CONTROLLATE, COLLEGATE E JOINT VENTURE


Le differenze temporanee possono emergere anche nei casi in cui il valore contabile di una
partecipazione è diverso dal valore riconosciuto ai fini fiscali. Queste differenze possono nascere a
seguito di:
- Esistenza di utili non distribuiti di controllate, collegate e joint venture valutate con il
metodo del patrimonio netto
- Svalutazione del valore contabile al suo ammontare recuperabile non deducibile
fiscalmente

In caso di differenza deducibile, deve essere rilevata un’attività per imposte anticipate nella misura
in cui è ragionevolmente certo che si annullerà nel prevedibile futuro [svalutazione
partecipazione]. In caso di differenza imponibile devono essere rilevate le imposte differite, fatta
eccezione per quelle operazioni che soddisfano 2 condizioni
• La controllante, l’investitore o il partecipante alla joint venture siano in grado di controllare
i tempi dell’annullamento delle differenze temporanee, ad esempio, attraverso la politica
di distribuzione dei dividenti
• È probabile che la differenza temporanea non si annullerà

La società deve determinare, in sede di redazione del bilancio, l’ammontare delle imposte dovute
in base al reddito imponibile e all’aliquota d’imposta in vigore

L’IRES deve essere versato da:


- Spa, sapa, srl, società cooperative, società di mutua assicurazione, società europee e
società cooperative europee
- Enti pubblici e privati residenti in Italia (consorzi, trust, etc)
- Società e enti di ogni tipo non residenti in Italia, per i soli redditi prodotti in Italia
L’aliquota corrispondente è pari al 24%

Imposte correnti a Debiti tributari …


IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

Le immobilizzazioni materiali sono degli investimenti caratterizzati dalla tangibilità e dall’utilizzo


durevole. Si tratta di beni impiegati come strumenti di produzione del reddito della gestione
caratteristica.
Le immobilizzazioni devono essere iscritte in stato patrimoniale, nel momento in cui avviene il
trasferimento dei rischi e dei benefici connessi, al costo di acquisto o produzione, compresi tutti gli
oneri accessori di diretta imputazione, al netto dei fondi ammortamenti e alle eventuali
svalutazioni.
Gli oneri di diretta imputazione rappresentano i costi sostenuti affinché l’immobilizzazione possa
essere utilizzata, ad esempio, spese di trasporto, spese notarili, spese di installazione e collaudo,
dazi doganali, etc. questi devono essere nel limite del valore recuperabile attraverso l’uso del bene
nel processo produttivo o con la vendita del bene stesso.

Diversi a debiti vs fornitori …..

Immob. materiale …..


Iva a credito …..

Qualora l’impresa abbia le capacità adeguate, può costruire internamente le immobilizzazioni


materiali. In questo caso il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al
prodotto, relativi al periodo di fabbricazione fino al momento in cui il bene può essere utilizzato. Il
costo di produzione deve includere anche una quota parte delle spese generali di fabbricazione

Se la costruzione termina alla data di chiusura


Imm.materiale a incrementi di immob per lav int …

Se la costruzione non è stata ultimata nell’esercizio


Imm mat in corso a increm di immob per lav int …

L’art. 2426 c.c. prevede la possibilità di iscrivere gli oneri finanziari relativi al periodo di
fabbricazione ad incremento del costo di produzione. Se decide di contabilizzare, questa scelta è
applicata in modo costante nel tempo. Gli oneri capitalizzati devono essere considerati al netto di
eventuali proventi finanziari percepiti a fronte dell’investimento temporaneo e non deve eccedere
il valore sostenuto nell’esercizio

Oneri finanziari a banca c/c …


I finanziamenti da considerare per la capitalizzazione degli oneri sono:
• I finanziamenti di scopo, specificatamente contratti per la costruzione
dell’immobilizzazione
• I finanziamenti generici, nella misura in cui si renda necessario usarli

Quando l’impresa acquista un insieme di beni a “corpo”, ad esempio le linee di prodotto, per
l’iscrizione in bilancio è necessario determinare il valore dei singoli cespiti, determinati in base ai
prezzi di mercato e tenuto del loro stato, individuando per ognuno la diversa vita utile.

Nel caso in cui l’impresa ottenga a titolo gratuito un’immobilizzazione deve essere iscritta in
bilancio in funzione del valore di mercato desumibile alla data di acquisizione, entro il limite del
valore recuperabile
Immob materiali a altri ricavi e proventi …

AMMORTAMENTO
Rappresenta la ripartizione del costo di una immobilizzazione tra gli esercizi della sua vita utile
stimata. Sono esclusi dal processo di ammortamento i fabbricati non strumentali se il loro valore è
pari o superiore al valore netto contabile e i cespiti, quali terreni (escluse cave e discariche) e
opere d’arte in quanto la loro utilità non si esaurisce. Ecco perché l’OIC 16 prevede lo scorporo del
valore del terreno dal valore del fabbricato. L’ammortamento può essere a quote costanti o a
quote decrescenti (logaritmico o aritmetico)
Il piano di ammortamento deve essere sistematico e funzionale alla residua possibilità di
utilizzazione del cespite. Per poter determinare il piano di ammortamento, bisogna disporre di
alcune informazioni:
- Valore da ammortizzare, differenza tra il costo storico e il valore residuo se determinabile.
Per valore residuo si definisce il valore presumibilmente realizzabile al termine del periodo
di vita utile, e tale valore deve essere periodicamente aggiornato sulla base dei prezzi sul
mercato. In molti casi il valore è talmente esiguo che di esso non si tiene conto
- Vita utile del cespite, periodo di tempo durante il quale l’impresa prevede di poter
utilizzare il cespite. Ad influenzare tale valore ci sono vari fattori, come ad esempio:
o Deterioramento fisico legato al trascorrere del tempo
o Grado di utilizzo
o Esperienza dell’impresa
o Perizie
o Obsolescenza tecnologica
o Piani aziendali per la sostituzione dei cespiti
o Fattori ambientali
- Residua possibilità di utilizzazione, non è legata alla durata fisica del cespite, bensì alla
durata economica e questa deve essere stimata tenendo conto di vari fattori quali, ad
esempio, grado di utilizzo, perizie, piani aziendali, fattori ambientali, politiche di
manutenzione e riparazione, etc.
- Criteri di ripartizione del valore da ammortizzare, ammortamento a quote costanti che
rappresenta il criterio più utilizzato, oppure l’ammortamento a quote decrescenti. Non è
ammesso l’ammortamento per quote crescenti
L’ammortamento ha inizio nel momento in cui l’immobilizzazione è disponibile e pronta all’uso.

Quando l’ammortamento economico è maggiore all’ammortamento fiscale, nasce la fiscalità


differita (sulla differenza dei due importi)

Tutte le immobilizzazioni devono essere ammortizzate, comprese le immobilizzazioni


momentaneamente non utilizzate. Ci sono però 3 situazioni in cui è possibile interrompere
l’ammortamento, ovvero:
• Beni destinati alla vendita, devono essere riclassificate nell’attivo circolante e deve essere
valutata al minore tra il valore netto contabile e il valore di realizzazione desumibile
dall’andamento del mercato
• Cespiti non più utilizzabili, dovrà iscrivere il cespite al minore tra il valore contabile e il
valore recuperabile
• Beni il cui valore risulti essere inferiore rispetto al corrispettivo valore residuo stimato

N.B. : NEGLI ESERCIZI SULLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI, NEL PRIMO ANNO SI DIMEZZA
L’ALIQUOTA DELL’AMMORTAMENTO FISCALE

Le immobilizzazioni possono essere rivalutate in presenza di casi eccezionali o nei casi previsti da
leggi speciali. Non è mai possibile rivalutare le immobilizzazioni su base discrezionale o volontaria.
La rivalutazione trova il suo limite massimo nel valore recuperabile. Per effetto della rivalutazione
si viene a creare una riserva di rivalutazione, perché non determina un ricavo. In caso di utilizzo
della riserva per la copertura di perdite d’esercizio, non potranno essere distribuiti utili finché la
riserva viene reintegrata.
Caso contrario, può succedere che il valore dell’immobilizzazione si sia ridotto e si debba
procedere ad una svalutazione

Sval. immobilizzazione a f.do sval. immobilizzazione …

MANUTENZIONE
Tutti i cespiti necessitano, in genere di manutenzioni periodiche, che sono generalmente
pianificabili, a differenza delle rotture. Manutenzioni e riparazioni costituiscono un’unica classe di
costi secondo l’OIC 16. Le spese di manutenzioni ordinarie saranno da contabilizzare come costi
d’esercizio, mentre le spese di manutenzione straordinarie sono costi da capitalizzare nei limiti del
valore recuperabile
Spese manutenzione ordinarie: spese sostenute per mantenere in efficienza le immobilizzazioni
materiali e la loro vita utile prevista
Spese manutenzione straordinaria: ampliamenti, modifiche e miglioramenti che producono un
aumento significativo e misurabile di capacità, di produttività o di sicurezza dei cespiti,
prolungandone la vita utile
MANUTENZIONE ORDINARIA
Diversi a debiti vs fornitori …..

Spese per servizi …..


Iva a credito …..

MANUTENZIONE STRAORDINARIA
Diversi a debiti vs fornitori …..

Immob. materiali …..


Iva a credito …..

Nel caso in cui l’impresa decida di sostituire un cespite, si dovrà capitalizzare il costo d’acquisto
della nuova unità, mentre il valore netto contabile dell’unità sostituita deve essere stornato,
imputando l’eventuale minusvalenza o plusvalenza

Diversi a Immob. materiali …..

f.do ammortamento …..


minusvalenza …..

F.do ammort. a Diversi ……

Immob. materiali …..


plusvalenza ……

L’azienda potrebbe ricevere dei contributi pubblici. Questi possono essere contabilizzati con il
metodo diretto (riduzione diretta del costo del bene e in questo caso l’ammortamento deve
essere fatto sul valore residuo) o indiretto (ricavo differito)

METODO DIRETTO
Cred. Vs ente a Diversi ……

Immob. materiali …..


Sopravv. attiva ……

METODO INDIRETTO
Cred. Vs ente a Diversi ……

Contr. In conto capitale …..


Sopravv. attiva ……

NOTA INTEGRATIVA
All’interno della nota integrativa devono essere riportate le seguenti informazioni
Ø Criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche, etc.
Ø I movimenti delle immobilizzazioni materiali, specificando per ogni voce: il costo, le
rivalutazioni, gli ammortamenti, le svalutazioni, gli spostamenti ad un’altra voce
Ø La misura e le motivazioni delle rivalutazioni di valore applicate alle immobilizzazioni
materiali facendo riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici,
alla loro durata utile e al loro valore di mercato, segnalando le differenze rispetto agli
esercizi precedenti ed evidenziando la loro influenza sui risultati economici d’esercizio
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

Le immobilizzazioni immateriali sono costi che non esauriscono la loro utilità in un solo esercizio e
si caratterizzano per la mancanza di tangibilità
I beni immateriali entrano a far parte del patrimonio aziendale attraverso l’acquisizione sul
mercato o la costruzione interna di un bene o diritto
Gli oneri pluriennali pur non essendo collegati all’acquisizione di beni o diritti, in presenza di
determinati requisiti sono considerabili immobilizzazioni immateriali
L’avviamento è l’eccedenza del costo sostenuto per l’acquisizione di un’azienda rispetto al valore
corrente dei beni e degli altri elementi patrimoniali acquisiti.

Sebbene il legislatore non abbia ritenuto di dover stabilire regole precise per la capitalizzazione, ha
però posto dei vincoli su alcune tipologie di immobilizzazioni immateriali:
- Consenso del collegio sindacale
- Non è possibile distribuire dividendi se non vi sono riserve disponibili superiori ai costi
capitalizzati
- Non è possibile che costi precedentemente addebitati in CE vengano ripresi e capitalizzati

Vi è l’obbligo di iscrivere in bilancio i beni immateriali soggetti a tutela giuridica e l’eventuale


avviamento. Vi è invece facoltà di iscrivere gli oneri pluriennali in presenza dei requisiti
Divieto assoluto di iscrizione dei beni immateriali ricevuti a titolo gratuito

Le immobilizzazioni devono essere iscritte al costo di acquisto o al costo di produzione. I costi che
sono iscritti in C.E. non possono essere ripresi per la capitalizzazione. L’iscrizione può avere inizio
solo a partire dal momento in cui sono presenti i requisiti per la capitalizzazione.
Gli oneri possono essere capitalizzati solo se presentano una serie di requisiti:
- È dimostrata la loro utilità futura, attraverso la stipulazione di un piano economico che
deve essere approvato dagli organi gestori a supporto della capacità di recupero dei costi
con i futuri risultati dell’impresa
- Esiste una correlazione oggettiva con i relativi benefici futuri
- È stimabile con ragionevole certezza la loro recuperabilità
• Costi di impianto e ampliamento
Costi per la costituzione o la modifica dello statuto sociale, per l’ampliamento della società.
Il presupposto fondamentale per la loro iscrizione sta nella dimostrazione del rapporto
causa-effetto tra i costi in oggetto e la futura utilità.
La capitalizzazione degli oneri pluriennale è una facoltà
• Costi di sviluppo, si distinguono in:
o Costi per la ricerca base
La ricerca base è definita come un’indagine originale e pianificata intrapresa con la
prospettiva di conseguire nuove conoscenze e scoperte che si considera di utilità
generica alla società
o Costi per lo sviluppo
Lo sviluppo è l’applicazione dei risultati della ricerca di base o di altre conoscenze
possedute o acquisite per la produzione di materiali, dispositivi, processi, etc.
Per poter essere iscritti devono essere relativi ad un prodotto/processo chiaramente
definito, devono essere riferiti ad un progetto realizzabile e devono essere recuperabili
tramite i ricavi che nel futuro si svilupperanno dall’applicazione del progetto stesso.
Devono essere capitalizzati sono dal momento in cui il progetto si dimostri realizzabile
(PRINCIPIO DELLA PRUDENZA). L’impresa deve possedere delle risorse adeguate per
terminare l’opera, perché l’incertezza può generare situazioni in cui i costi vengono
addebitati a conto economico
• Diritti di brevetto ed utilizzazione delle opere dell’ingegno
o Brevetti, i costi dei brevetti comprendono i costi dei materiali, i costi indiretti, gli
ammortamenti, le consulenze legali e i costi del deposito del brevetto
o Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno
o Software, se vengono acquistati e si paga una tantum devono essere capitalizzati,
se invece si paga una licenza annuale deve essere iscritto come costo d’esercizio. I
costi di ricerca concorrono ai costi d’esercizio, i costi di sviluppo di un nuovo
software e gli oneri accessori devono essere capitalizzati
Gli upgrade che sono relativi a nuove versioni di software devono essere
capitalizzati, così come quelli per aggiornamenti normativi obbligatori. Invece gli
upgrades di minor rilievo possono essere capitalizzati o meno.
o Know How, ha per oggetto esperienze e conoscenze che possono riguardare il
complesso delle conoscenze richieste per la produzione di un bene
I diritti di brevetto a titolo oneroso sono iscrivibile nello SP nell’esercizio in cui si realizza il
passaggio del titolo di proprietà del brevetto. Il contratto di acquisti può prevedere un
corrispettivo iniziale che andrà capitalizzato e il pagamento di futuri corrispettivi aggiuntivi
che invece andranno tra il conto economico
• Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
o Concessioni, provvedimenti con le quali la PA trasferisce ad altri soggetti i propri
diritti o poteri con relativi oneri e obblighi
o Licenze, autorizzazioni con le quali si consente l’esercizio di attività regolamentate
o Marchio, segno distintivo del prodotto fabbricato dall’impresa commercializzato
dalla medesima à emblema, denominazione o simili
o Diritti simili, quali ad esempio la ditta, l’insegna, il franchising e i diritti su titoli in
godimento
• Avviamento, può essere iscritto nell’attivo in caso di acquisto a titolo oneroso se il
prezzo corrisposto supera il valore corrente dei singoli beni acquisiti.
Ad esempio, in caso di acquisto d’azienda, di conferimento, di fusione o scissione o di altre
operazioni straordinarie
• Immobilizzazioni in corso e acconto
• Altre

I beni acquisiti a titolo gratuito non sono iscrivibili nello stato patrimoniale in quanto non è stato
sostenuto il costo e non è possibile individuare elementi valutativi attendibili.
Nel caso in cui il bene sia stato generato internamente, il costo deve comprendere tutti i costi
diretti e anche altri costi per la quota ragionevolmente imputabile all’immobilizzazione

Il valore delle immobilizzazioni deve essere rettificato dagli ammortamenti. L’ammortamento


costituisce un processo sistematico di ripartizione del costo delle immobilizzazioni in funzione del
periodo in cui l’impresa ne trae beneficio e decorre dal momento in cui l’immobilizzazione è
pronta per l’uso. Il valore delle immobilizzazioni da ammortizzare è dato dalla differenza tra costo
storico e valore residuo. L’OIC 24 specifica che il valore residuo si presume pari a 0.

PERIODO DI AMMORTAMENTO
Costi di impianto e Non superiore a 5 anni
ampliamento
Costi capitalizzati di sviluppo In base alla loro vita utile
Se non determinabile, non superiore a 5 anni
Brevetti Periodo previsto di utilità
Diritti di utilizzazione delle Residua possibilità di utilizzazione
opere dell’ingegno
Concessioni e licenze Durata prevista e/o residua
Marchio Non può eccedere i 20 anni
Immobilizzazioni in corso Non si ammortizzano
Avviamento Sulla base della loro vita utile
Non superiore a 10 anni
Diritto di usufrutto su azioni Sulla base della durata del diritto
Costi per migliorie dei beni di Periodo minore tra utilità futura e quello residuo
terzi
Costo del software Prevedibile periodo di utilizzo
Costi per il trasferimento e il Da 3 a 5 anni
riposizionamento di cespiti

Le immobilizzazioni immateriali possono essere rivalutate in presenza di casi eccezionali o nei casi
previsti dalle leggi speciali. Non è mai possibile effettuare rivalutazioni discrezionali o volontarie.
La rivalutazione deve essere effettuata utilizzando i criteri previsti dalla legge che permette la
rivalutazione. Non deve comportare però l’automatico allungamento della vita utile del bene.
L’OIC24 prevede che la rivalutazione trovi il suo limite massimo nel valore recuperabile
dell’immobilizzazione stessa

In caso di cessione di un bene immateriali, l’OIC richiede che l’eliminazione contabile avvenga al
netto degli ammortamenti accumulati fino alla data adi alienazione comprendendo anche la quota
di ammortamento relativa alla frazione dell’ultimo esercizio in cui è stato utilizzato
LA SVALUTAZIONE PER PERDITE DUREVOLI DI VALORE DELLE
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI
Le immobilizzazioni materiali, immateriali e le partecipazioni possono dover essere oggetto di
svalutazioni per perdite durevoli. Il trattamento contabile per le immobilizzazioni materiali e
immateriali è disciplinato dall’OIC9, invece per le partecipazioni si fa riferimento all’OIC21.
Sval. immobilizzazione a f.do sval. immobilizzazione …

Ripristini di valore
f.do Sval. immobilizzazione a sopravv attiva …

L’OIC9 prevede che casi in cui si è in presenza di indicatori di perdita, occorre effettuare
l’impairment test (test di recuperabilità di valore). Gli indicatori di perdita durevoli possono essere
distinti in:
• Riduzione significativa del valore di mercato di un’attività
• Variazioni significative con effetto negativo nell’ambiente tecnologico, di mercato,
economico o normativo
• Evidente obsolescenza o deterioramento fisico di un’attività
• Valore contabile delle attività superiore al valore equo
• Cambiamenti nel modo di utilizzo di un’attività (attività diventa inutilizzabile, piani di
dismissione o ristrutturazione, piani di dismissione dell’attività prima del previsto,
ridefinizione della vita utile dell’immobilizzazione)

Per effettuare l’impairment test bisogna confrontare il valore recuperabile e il valore contabile,
dove per valore recuperabile intendiamo il maggiore tra:
- Valore equo (Fair Value) al netto dei costi di vendita, valore derivante dalla vendita del
cespite
- Valore derivante utilizzo (valore d’uso), valore che i cespiti possono produrre tramite il loro
uso
Se valore recuperabile > valore contabile à NESSUNA SVALUTAZIONE
Se valore recuperabile < valore contabile à SVALUTAZIONE DELL’ATTIVITA’ PER PERDITE

L’OIC9 identifica due modelli diversi per la determinazione del valore recuperabile:
Ø Modello generale (MODELLO BENCHMARK)
Viene calcolato il valore d’uso, che è costituito dal valore attuale dei flussi di cassa futuri
Ø Modello semplificato
Utilizzabile solo dalle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata, in questo caso
viene calcolata la capacità di ammortamento come somma dei margini economici futuri.
Non utilizzabile per il bilancio consolidato

MODELLO SEMPLIFICATO
Individua il margine economico che la gestione mette a disposizione per la copertura degli
ammortamenti. La capacità di ammortamento è determinata sottraendo al risultato economico
dell’esercizio (non comprensivo di elementi straordinari e imposte) gli ammortamenti delle
immobilizzazioni.
Questo metodo può essere applicato per il complesso aziendale o per un ramo d’azienda, non per
la singola immobilizzazione.
Per il calcolo devono essere considerati i ricavi attesi dall’utilizzo dei beni, i costi fissi e variabili
derivanti dall’attività operativa, gli oneri finanziari derivanti dall’attività di finanziamento.
Per farlo è necessario che gli amministratori redigano un piano industriale, con un orizzonte
temporale di massimo 5 anni, al fine di determinare il margine economico. Questo piano
industriale dovrà poi essere presentato e approvato dal CdA. Dal piano deve emergere la capacità
di generare il margine economico bloccando la capacità produttiva alla data dell’impairment test,
cioè non devono essere presi in considerazione miglioramenti o ottimizzazione del rendimento
dell’attività e di future ristrutturazioni per la quale la società non si è ancora impegnata.
Quando la capacità di ammortamento è inferiore alla sommatoria degli ammortamenti futuri, si
deve procedere alla svalutazione delle immobilizzazioni. Viceversa, l’azienda ha superato
l’impairment test.
In caso di svalutazione, si dovrà seguire una gerarchia di utilizzazione della svalutazione:
1) Avviamento, come priorità, se iscritto a SP
2) In maniera proporzionale agli altri cespiti sulla base del valore contabile (criterio pro rata)

Nel caso in cui le immobilizzazioni hanno una vita utile superiore al tempo preso in esame nel
piano industriale, alla capacità di ammortamento dovrà essere aggiunto il Terminal Value, dato
dalla somma dei benefici futuri previsti generabili dalle immobilizzazioni

METODO GENERALE
Innanzitutto, si deve andare a determinare il tasso di attualizzazione, corrispondente al WACC
𝐸 𝐷
𝑊𝐴𝐶𝐶 = 𝑘! − 𝑘" (1 − 𝑎𝑙𝑖𝑞𝑢𝑜𝑡𝑎 𝑓𝑖𝑠𝑐𝑎𝑙𝑒)
(𝐷 + 𝐸) (𝐷 + 𝐸)

Dove
𝑘! = 𝑅# + 𝛽(𝑅$ − 𝑅#)

E
𝑜𝑛𝑒𝑟𝑖 𝑓𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖
𝑘" = 𝑅𝑂𝐷 =
𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑧𝑖

Quindi il valore d’uso sarà pari a

𝐹𝐹' 𝐹𝐹(
𝑉𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑 & 𝑢𝑠𝑜 = Σ +
(1 + 𝑊𝐴𝐶𝐶)' 𝑊𝐴𝐶𝐶
(1 + 𝑊𝐴𝐶𝐶)'
Corrisponde al Terminal Value à flussi attualizzati all’ultimo anno del periodo del piano (rendita
perpetua)
LE PARTECIPAZIONI
Le partecipazioni sono investimenti nel capitale di altre imprese. La loro valutazione assume
particolare rilievo nel bilancio d’esercizio delle imprese controllanti che devono valutare con
estrema attenzione l’andamento economico-patrimoniale della società partecipata-
Le partecipazioni possono comprendere azioni e quote di partecipazioni in società non azionarie o
in altri enti.

Possono essere iscritte tra le immobilizzazioni finanziarie, o alternativamente, nell’attivo


circolante. Devono essere classificate tra le immobilizzazioni quando queste sono considerate un
investimento durevole. Al contrario, devono essere classificate nell’attivo quando sono destinate
alla negoziazione.

RILEVAZIONE INIZIALE
Le partecipazioni devono essere iscritte al costo di acquisto o costruzione a cui andranno sommati
gli oneri accessori. Gli oneri accessori di diretta imputazione possono essere rappresentati da costi
di intermediazione bancaria e finanziaria, commissioni e spese, imposta di bollo, imposte, costi
corrisposti a professionisti per la predisposizione dei contratti.

TOBIN TAX à tassa sulle transazioni finanziarie che si applica ai trasferimenti di proprietà di azioni
e di altri strumenti finanziari partecipativi, alle operazioni su strumenti finanziari derivati e alle
operazioni ad alta frequenza. Rappresenta un costo, indeducibile.
Crea quindi un disallineamento rea valore civilistico e fiscale

In caso di aumento di capitale sociale a pagamento comporta la sottoscrizione di nuove azioni


emesse dalla società partecipata

Sottoscrizione nuove azioni


Partecipazioni in XX debito verso società XX …

Versamento conferimento
Debito verso società XX a Banca c/c …

Quando invece l’aumento del capitale sociale è a titolo gratuito, non cambia la quota di
partecipazione di ciascun socio. La società partecipante si ritrova ad avere un numero maggiore di
azioni con lo stesso valore nominale, lo stesso numero di azioni ma con un valore nominale
maggiore o una quota di partecipazione di valore nominale superiore rispetto quello antecedente
l’aumento di capitale.

L’aumento di capitale sociale può avvenire anche attraverso la rinuncia da parte di una società
partecipante ad un credito nei confronti della partecipata
Partecipazioni in XX a Cerdito verso società XX …

Prestito obbligazionario convertibile


Se la società partecipante ha sottoscritto un prestito obbligazionario convertibile, potrà decidere
di chiedere il rimborso dell’obbligazione sottoscritta e in tal caso si estinguerebbe il titolo a fronte
di un’entrata monetaria, oppure potrà chiedere la conversione del titolo di una o più azioni e in tal
caso la società acquisisce una partecipazione nella società che ha emesso il titolo o in un’altra
società
Partecipazioni in XX a titoli obbligazionari …
Nessun accredito o addebito in conto economico

RILEVAZIONI SUCCESSIVE
Le partecipazioni sono iscritte al costo di acquisto comprensivo dei costi accessori.
L’immobilizzazione che alla data di chiusura risulti durevolmente di valore inferiore rispetto a
quello determinato, deve essere iscritto a tale minor valore.
Valore recuperabile > valore contabile à no svalutazione
Valore recuperabile < valore contabile à svalutazione
Nel caso di cessione, la definizione del costo avviene attraverso la determinazione del costo
specifico e del costo attraverso i metodi LIFO, FIFO e costo medio ponderato.

L’OIC 21 individua alcuni indicatori alla presenza dei quali occorre verificare la presenza di perdite
durevoli:
- Perdite operative divenute fisiologiche (struttura del ciclo operativo non più remunerativa)
- Eccesso di costi fissi rispetto al volume d’affari
- Obsolescenza tecnologica degli impianti o dei processi produttivi
- Perdurante stato di tensione finanziaria al quale non si può porre rimedio
- Distribuzione dei dividendi che abbia comportato che la quota di patrimonio netto
posseduta sia diventata inferiore al valore di iscrizione della stessa nell’attivo
- Crisi del mercato in cui opera l’impresa con previsioni di assestamento
- Sostanziale ribasso dei prezzi di vendita dei prodotti non bilanciato dall’adeguamento dei
costi di produzione e vendita
- Nuove leggi e regolamentazione che incidono negativamente sulla redditività
- Perdita quote mercato a favore delle concorrenti

La perdita è considerata durevole quando non si prevede che le ragioni che l’hanno causata
possano essere rimosse in un arco temporale breve.
Se gli amministratori ritengono una perdita NON durevole, dovranno dare indicazione in nota
integrativa del tempo atteso di recupero e dei piani che lo consentiranno.
Se invece la perdita è durevole, la svalutazione dovrà essere iscritta nell’anno in cui è stata
accertata
Sval Partecipazioni in XX a F.do sval partecip in XX …

Nel caso in cui la società partecipante debba far fronte ad ulteriori versamenti per ripagare il
deficit, si dovrà prevedere un fondo rischi
Accant x rischi su partecip a F.do tischi su partecip …

METODO DEL COSTO RETTIFICATO à perdite durevoli


Nei casi il cui il patrimonio netto della partecipata risulti negativo, o non idoneo ad esprimere le
perdite durevole di valore, si ha l’obbligo di azzerare il valore della partecipazione e,
contestualmente, creare un fondo rischi.
Se vengono meno le cause che hanno portato alla svalutazione, si avrà l’obbligo di ripristinare fino
al valore originario
ESEMPIO

Vengono acquistate 4.000.000 di azioni al costo di 6€ = 24.000.000

Alla fine dell’anno 1, la perdita di esercizio, pari a 2 mln, viene considerata non durevole e
quindi la partecipazione viene mantenuta al costo
Si assiste a un peggioramento del risultato d’esercizio, perdita di 4.000, e gli amministratori
decidono di svalutare la partecipazione.
Al fine di determinare l’importo della partecipazione, si possono seguire metodologie differenti

HP 1
Si procede alla completa svalutazione dell’avviamento (4 mln) + una parte pari alle perdite
subite (2 + 4 = 6 mln) rapportata alla frazione di possesso, corrispondente all’80% (4,8)
Totale svalutazione = 4 mln + 4,8 mln = 8,8 mln
Valore della partecipazione in bilancio = 24mln – 8,8 mln = 15,2 mln
Di conseguenza, il patrimonio netto contabile alla fine dell’anno 2 pari all’80% sarà = 11,2 mln

HP 2
Innanzitutto, viene allineata la partecipazione al PN contabile della partecipazione = 11,2 mln
Questo valore è ottenuto come differenza tra il costo della partecipazione (24) e la svalutazione
(x) = 11,2
Si provvederà a una svalutazione pari a (24 – 11,2) = 12,8 mln

HP 3
Abbiamo un PN all’inizio dell’anno n1 pari a 20 mln
Un PN alla fine dell’anno n2 pari a 14 mln
PERDITA DI VALORE 6 mln
(esprimendolo in valore percentuale à6/20) 30%

Costo di acquisto = 24 mln


Svalutazione (30%) = 7,2 mln
Quindi il valore della partecipazione in bilancio sarà pari a (24 – 7,2) = 16,8 mln
I BENI IN LEASING
Il leasing è un contratto atipico non disciplinato dal Codice civile che consente all’impresa o al
lavoratore autonomo di ottenere la disponibilità di un bene strumentale per l’esercizio della
propria professione o attività imprenditoriale, in cambio del pagamento di canoni periodici, e la
facoltà di esercitare, alla scadenza del contratto, un’opzione di riscatti del bene stesso per una
cifra pattuita, o in alternativa di restituire il bene alla società di leasing.
Questo tipo di contratto ha per oggetto beni strumentali, mobili e immobili.

Esistono due tipologie di leasing:


n FINANZIARIO – trasferisce tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene.
Il leasing trasferisce la proprietà del bene al locatario al termine del contratto. Il locatario
ha l’opzione di acquisto del bene ad un prezzo inferiore al fair value. La durata del
contratto copre la maggior parte della vita economica del bene.
All’inizio del leasing, il valore attuale dei pagamenti minimi dovuti equivale al fair value del
bene locato. Il locatore avrà anche la possibilità di continuare il leasing per un ulteriore
periodo a un canone inferiore a quello di mercato
n OPERATIVO – assenza dell’opzione finale di riscatto. Ha per oggetto beni standardizzati (da
qui l’assenza del diritto d’opzione) la cui manutenzione è a carico dell’impresa locatrice.
Alla fine del contratto l’impresa locatrice potrà porre in essere altri contratti di leasing con
nuovi clienti. [operazione possibile per la natura standardizzata del bene e la
manutenzione effettuata sugli stessi]

RAPPRESENTAZIONE CONTABILE
• LEASING OPERATIVO
Prevede l’iscrizione dei canoni di leasing in conto economico come costo di godimento dei
beni di terzi
• LEASING FINANZIARIO
L’iscrizione può seguire il:
o Metodo patrimoniale
In conto economico vengono iscritti i canoni passivi di leasing tra i costi per il
godimento dei beni di terzi.
Al termine del contratto, in caso di esercizio del riscatto, il bene verrà iscritto nello
stato patrimoniale, tra le immobilizzazioni materiali, al prezzo corrisposto per il
riscatto

Diversi a debiti verso soc di leasing …..

Spese x canoni di leasing …..


Iva a credito …..

Riscatto
Diversi a deb verso società di leasing …..
immobilizzazioni
iva a credito …..
…..
o Metodo finanziario
Viene iscritto in stato patrimoniale da una parte l’oggetto del contratto tra le
immobilizzazioni materiali, e dall’altra parte del debito verso la società di leasing
(passività).
Poi in conto economico, dovrà essere iscritto l’ammortamento del costo e gli
interessi passivi

Immob. In leasing a Deb verso società di leasing …

Pagamento dei canoni periodici


Diversi a banca c/c …..

Deb verso società di leasing …..


Interessi passivi su leasing …..

Ammort beni in leasing a f.do amm beni in leasing …

FISCALITA’ DIFFERITA
L’attuale disciplina fiscale del leasing può comportare il sorgere di una fiscalità differita.
- Contratto di durata corrispondente al periodo di deducibilità fiscal
La disciplina fiscale non determina alcuna problematica contabile, in quanto il canone
iscritto nel conto economico è pari al costo fiscalmente deducibile
Periodo minimo deducibilità fiscale = durata del contratto di leasing
- Contratto di durata superiore al periodo di deducibilità fiscale
I canoni saranno deducibili in applicazione del principio di competenza. In tale caso non è
possibile operare alcuna variazione in diminuzione. Nessuna iscrizione di fiscalità differita
Periodo minimo di deducibilità < durata del contratto di leasing
- Contratto di durata inferiore al periodo di deducibilità fiscale
L’importo dei canoni passivi iscritti per competenza nel conto economico sarà superiore al
valore deducibile corrispondente
Periodo minimo di deducibilità > durata del contratto di leasing

ESEMPIO
Canoni di leasing in conto economico = 150.000
Diversi a deb verso società leasing 183000

Canoni passivi leasing 150000


Iva a credito 33000

Canoni di leasing per la dichiarazione dei redditi = 125.000


Differenza temporanea = 25.000 (150.000 – 125.000)
Aliquota = 30%
Imposte anticipate = 7.500 (25.000 * 30%)

Att. X imposte anticipate a imposte differite …


All’anno 5 ci sarà lo storno delle attività per imposte anticipate
7.500 * 5 = 30.000

Imposte differite a att. X imposte anticipate …


.

LEASE-BACK
Operazione di vendita e concomitante operazione di leasing finanziario per il riacquisto del bene
originariamente di proprietà à OPERAZIONE DI FINANZIAMENTO
Comprende un’operazione di locazione, e quindi è necessario verificare se ricorrono o meno le
condizioni per la classificazione di quest’ultima come leasing finanziario. Alternativamente si
tratterà di leasing operativo.
In caso di retro-locazione finanziaria è necessario rilevare la vendita (anche se si tratta di un
aspetto formale)
L’eventuale plusvalenza che si origina come differenza tra il prezzo di vendita originaria e il valore
netto contabile dello stesso bene, deve essere rilevata in conto economico in base al principio
della competenza economica. Richiederà quindi la registrazione di un risconto passivo in sede di
chiusura del bilancio, al fine di consentirne la partecipazione al risultato d’esercizio
ESEMPIO
Vendita di un impianto.
Valore contabile 5.000
Prezzo di vendita 6.000
Plusvalenza 1.000 (6.000 – 5.000)

Successivamente l’impresa acquisisce in leasing il medesimo bene per 10 anni


1. Vendita impianto
2. Accertamento canoni di leasing
3. Ripartizione plusvalenza
1000:10 = 100 à di competenza

Plusvalenze alienazione cespiti a Risconti attivi …


.

Invece, se si origina una minusvalenza, il legislatore civilistico non ne ha disciplinato il trattamento


contabile. Gli OIC la configurano come una perdita durevole di valore del bene venduto e andrà
imputata direttamente in conto economico
I CREDITI
I crediti rappresentano il diritto ad esigere ad una certa data di scadenza determinati importi da
clienti e da altri soggetti.
I crediti possono essere analizzati secondo diversi punti di vista:
Ø Origine
o Crediti commerciali – sorti in relazione a ricavi derivanti da operazioni
caratteristiche
o Crediti finanziari – sorti per prestiti e finanziamento concessi
o Altri crediti – sorti per altre ragioni, quali ad esempio: operazioni non
caratteristiche, crediti vs dipendenti, crediti vs l’erario, etc.
Ø Natura del debitore
o Crediti verso clienti
o Crediti verso consociate (controllate, collegate, controllanti e società sottoposte a
controllo comune)
o Crediti verso altri soggetti
Ø Scadenza
o Crediti a breve scadenza
o Crediti a medio o lunga scadenza

I crediti potranno essere iscritti tra le immobilizzazioni finanziarie o nell’attivo circolante in base al
criterio della destinazione, ovvero sulla base del ruolo svolto dalle diverse attività della gestione
ordinaria aziendale. NON IN FUNZIONE DELL’ESIGIBILITA’
VALUTAZIONE CIVILISTICA
Secondo l’art. 2426 i crediti devono essere valutati secondo il criterio del costo ammortizzato,
tenendo conto del fattore temporale e del presumibile valore di realizzo.
Il costo ammortizzato è rappresentato dal calore a cui l’attività è stata valutata al momento della
rilevazione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dell’ammortamento
cumulato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e
quello a scadenza dedotta qualsiasi riduzione a seguito di una riduzione di valore o irrecuperabile.

In assenza di attualizzazione, il credito deve essere rilevato al suo valore nominale al netto dei
premi, sconti, abbuoni e inclusivo degli eventuali costi attribuibili alla transazione che ha generato
il credito

Rilevazione credito e dei costi di transazione


Credito finanziario a Banca c/c …

I costi di transazione sono costi marginali direttamente attribuibili all’acquisizione, all’emissione o


alla dismissione di un’attività o di una passività finanziaria. Includono onorari, commissioni pagati
a soggetti terzi, oneri sui trasferimenti, etc.

Quando invece i crediti vengono rilevati al costo ammortizzato in presenza di attualizzazione,


occorre tenere in considerazione il fattore temporale. I crediti da attualizzare sono quelli che
hanno una scadenza superiore ai 12 mesi. Al fine di verificare se tali crediti devono essere
attualizzati, si devono confrontare il tasso di interesse previsti dalle condizioni contrattuali (tasso
che prende in considerazione tutti i flussi di cassa pagati tra le parti e previsti dal contratto) e il
tasso di interesse di mercato (tasso che sarebbe stato applicato se due parti indipendenti avessero
negoziato un’operazione similare con termini e condizioni comparabili a quella oggetto di esame).
Se questi due sono sostanzialmente diversi, si procede all’attualizzazione

ESEMPIO
Un’impresa vende merci per 100.000. incasso previsto tra 24 mesi.
Tasso mercato 3% - non previsto alcun tasso di interesse contrattuale

100.000
𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑜 = = 94.259,59
(1,03))
Clienti a Ricavi 100000

Ricavi a Clienti 5740,41

Alla fine di ogni anno occorre imputare il provento finanziario


94.259,59 ∗ 3% = 2827,78

Clienti a Proventi finanziari 2827,78


Il valore del credito verso cliente alla fine dell’anno 1 è pari a 97.087,38

L’applicazione del costo ammortizzato comporta effetti anche sul calcolo della svalutazione crediti
che è pari alla differenza tra il valore contabile e il valore dei flussi finanziari futuri stimati,
attualizzato al tasso di interesse effettivo
Riprendendo esercizio precedente

Si ipotizza che alla fine dell’anno 1, si prevede l’incasso del solo 60%
La somma da incassare all’anno 2 è pari a 100.000
Il valore attuale al 31/12/n2 sarà pari a:

100.000 ∗ 60%
= 57.692,31
(1,04)
Il valore contabile prima della svalutazione è pari a 96.153,85

Dovremo quindi svalutare per un importo di 38.461,54 (96153,85 – 57.692,31)

Questo criterio si presume avere effetti irrilevanti sui crediti a breve termine, ovvero con una
scadenza inferiore ai 12 mesi. In questi casi, vengono valutati secondo il presumibile valore di
realizzo. Quest’ultimo è dato dal valore nominale del credito, al netto di eventuali fondi di
svalutazione su crediti. Il fondo svalutazione crediti deve essere stanziato per coprire eventuali
perdite per inesigibilità che possono ragionevolmente essere previste e che sono inerenti ai saldi
dei crediti esposti in bilancio. Per rispettare il principio della competenza, non si deve tener conto
solo delle perdite per situazioni di insensibilità che si sono già manifestate, ma anche delle perdite
non ancora manifestatesi ma temute o latenti.
Lo stanziamento del fondo può avvenire secondo metodi diversi:
• Si possono analizzare i singoli crediti per determinare le perdite presunte per ciascuna
situazione di inesigibilità
• Si può effettuare una stima, in base all’esperienza, di ulteriori perdite che si presume di
dovranno subire sui crediti
• Si può valutare l’andamento degli indici di anzianità dei crediti scaduti rispetto a quelli degli
esercizi precedenti
• Si possono esaminare le condizioni economiche generali, di settore e di rischio paese

Stanziamento fondo svalutazione


Svalutazione crediti a F.do svalutazione crediti …..

Utilizzo fondo (fondo > perdite à fondo capiente)


F.do svalutazione crediti a Crediti ….

Utilizzo fondo (fondo < perdite)


Diversi a Crediti …..
F.do svalutazione crediti
Perdite su crediti …..
…..

Se il fondo è superiore al presumibile valore di realizzo


F.do svalutazione crediti a Sopravv. attiva ….

La valutazione dei crediti dipende dalle caratteristiche del portafoglio crediti. I crediti dovranno
essere raggruppati sulla base di caratteristiche di rischio di credito simili. È possibile suddividere i
crediti in base alla probabilità di incasso
n Crediti per le quali sono già emerse situazioni di inesigibilità
n Crediti scaduti e non incassati
n Crediti non scaduti
Per ogni categoria, sarà necessario determinare una percentuale di svalutazione da applicare ai
saldi contabili delle singole categorie omogenee

I crediti possono essere cancellati dal bilancio di una società quando si sono estinti i diritti
contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito o quando la titolarità di tali diritti contrattuali
è trasferita, e con essa vengono trasferiti tutti i rischi inerenti il credito. Ad esempio:
- Chiusura procedura fallimentare
- Cessione credito
- Prescrizione
- Rinuncia al credito
- Transazione
L’eventuale differenza tra corrispettivo e valore di iscrizione del credito sarà rilevata come una
perdita su crediti (B14 C.E.)
Diversi a Crediti …..
F.do svalutazione crediti ….
Perdite su crediti …..
Banca C/C …..
Ri.BA. S.b.f. à credito mantenuto in bilancio
Questo tipo di operazione non comporta la cessione del credito; quindi, si dovrà mantenere
l’iscrizione del credito in bilancio fino all’incasso, da parte dell’istituto di credito
Banca C/C a Deb. Verso banche ….
[ci saranno ovviamente delle commissioni bancarie passive]

Factoring con rivalsa à credito mantenuto in bilancio


Modalità di cessione di crediti ad una società specializzata che ne curerà l’incasso senza garantirne
il buon esito
Banca C/c a Deb. Verso società di factoring ….
[anche in questo caso ci saranno commissioni e interessi passivi]

Factoring senza rivalsa à cancellazione del credito


Cessione del credito ad una società specializzata a cui vengono trasferiti tutti i rischi
Banca c/C a crediti ….
[anche in questo caso ci saranno commissioni e interessi passivi]

Cartolarizzazione à cancellazione del credito


Tecnica finanziaria progettata per trasformare strumenti finanziari non trasferibili in altri
strumenti finanziari trasferibili
DISCIPLINA FISCALE
La svalutazione dei crediti è deducibile ai fini IRES nei limiti dello 0,5% dei crediti iscritti in bilancio
alla data di chiusura del bilancio. L’eventuale svalutazione dei crediti per un importo superiore
all’ammontare massimo deducibile richiede l’effettuazione di una variazione in aumento in sede di
dichiarazione dei redditi, pari all’ammontare di svalutazione eccedente la quota deducibile. Tale
differenza determina una differenza temporanea deducibile à fiscalità anticipata
ESEMPIO
Crediti iscritti in bilancio 1.000
Valore di presumibile realizzo 895
Fondo svalutazione assente

Dovremo imputare una svalutazione pari a (1.000 – 895) = 105


Svalutazione crediti a f.do sval crediti 105

Di questa quota, è deducibile solo lo 0,5% di 1000 à 1000 * 0,5% = 5


105 – 5 = 100 (svalutazione non deducibile)
L’iscrizione di una svalutazione superiore all’ammontare massimo deducibile fa sorgere una
differenza temporanea deducibile
Imposte anticipate = 100 * 24% = 24
Att x imposte anticipate a imposte differite 24

Quindi, per la determinazione della base imponibile dovremo:

Nell’anno successivo, se l’impresa subisce una perdita pari a 105 avremo:


F.do svalutazione crediti a Crediti 105
In sede di dichiarazione dei redditi, si potrà dedurre la perdita su crediti pari a 100

Con l’utilizzo del fondo svalutazione crediti e la deduzione della perdita viene riassorbita la
differenza temporanea originatasi nell’esercizio precedente, attraverso l’uso delle imposte
anticipate
Imposte differite a attività per imposte anticip 24
.

NOTA INTEGRATIVA
La nota integrativa, con riferimento ai crediti compresi nell’attivo circolante, deve contenere le
seguenti informazioni:
Ø I criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio
Ø Le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del passivo
Ø L’ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a cinque anni, e dei debiti
assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione della natura delle
garanzie e con specifica ripartizione secondo le aree geografiche
ATTIVITA’ PER IMPOSTE ANTICIPATE SI PERDITE FISCALI
L’art 84 del TUIR prevede che le perdite sono riportabili senza limiti di tempo, ma hanno un limite
quantitativo di utilizzo dell’80% dell’imponibile IRES
Le attività per imposte anticipiate sono rilevate soltanto se esiste la ragionevole certezza di
ottenere nei successivi esercizi imponibili sufficienti a consentirne il riassorbimento.
La ragionevole certezza è comprovata quando:
• Esiste una proiezione dei risultati fiscali della società per un ragionevole periodo di tempo
in base al quale si prevede di avere redditi imponibili sufficienti per utilizzare le perdite
fiscali
• Vi sono imposte differite relative a differenze temporanee imponibili, sufficienti per coprire
le perdite fiscali, di cui si prevede l’annullamento in esercizi successivi

Questo è possibile da verificare attraverso il piano industriale che dovrà essere approvato dal CdA

NOTA INTEGRATIVA
Deve essere riportata la descrizione delle differenze temporanee che hanno comportato la
rilevazione di imposte differite e anticipate, andando a specificare l’aliquota applicata e le
eventuali variazioni rispetto all’anno precedente, e l’ammontare delle imposte anticipate
contabilizzato in bilancio attinenti alle perdite dell’esercizio o di esercizi precedenti e le
motivazioni che hanno condotto all’iscrizione
FONDI RISCHI E ONERI
Gli accantonamenti per rischi e oneri sono destinati a coprire perdite o debiti aventi:
- Natura determinata
- Esistenza certa o probabile (>50%)
- Ammontare o data di sopravvenienza indeterminata alla data di chiusura dell’esercizio
Non è invece possibile iscrivere un fondo per:
n Coprire rischi generici, non correlati a perdite o debiti con natura determinata e che quindi
non sono riferibili a situazioni e condizioni che alla data di bilancio hanno originato una
passività
n Rilevare passività potenziali ritenute probabili, ma il cui ammontare non può essere
determinato se non in modo arbitrario/aleatorio
n Rilevare passività ritenute possibili o remote
n Eventi avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio e relativi a situazioni che non erano in essere
alla data di chiusura del bilancio

FONDI PER ONERI:


f.do garanzia prodotti, per resi di prodotti, manutenzione ciclica, buoni sconto, concorsi a premio,
recupero ambientale, contratti onerosi, etc.
o Fondi per recupero ambientale – deve essere iscritto in caso di novità in termini di norme o
regolamenti ambientali, per contenziosi in merito alla violazione di norme, danni creati
all’ambiente

FONDI PER RISCHI:


f.do per cause in corso, eventuali contestazioni da parte di terzi, per garanzie prestate, su crediti
ceduti
o Fondi per garanzie prestate, deve essere indicato in nota integrativa dell’importo
complessivo delle garanzie prestate e delle passività potenziali non risultanti dallo SP, con
indicazione della natura delle garanzie reali prestate
NOTA INTEGRATIVA
Deve essere indicata la situazione d’incertezza che procurerebbe la perdita, l’importo stimato o
l’indicazione che lo stesso non può essere determinato e l’indicazione del parere della direzione e
dei suoi consulenti ove disponibili

Negli esercizi successivi si dovrà riesaminare il fondo

Diversi a …… ….

F.do oneri/rischi ….
Sopravvenienza passiva …..

………….. a Diversi ……

f.do oneri/rischi …..


sopravvenienza attiva ……
DISCIPLINA FISCALE
Gli accantonamenti al fondo oneri/rischi non sono deducibili nell’esercizio se non è prevista la
deducibilità fiscale

FATTI INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO


1. Fatti successivi che devono essere recepiti nei valori di bilancio
o Definizione dopo la chiusura del bilancio di una causa legale in essere alla data di
bilancio per un importo diverso da quello prevedibile
o Deterioramento della situazione finanziaria di un debitore confermata dal
fallimento dello stesso dopo la data di chiusura
o Vendita di prodotti giacenti in magazzino a fine anno a prezzi inferiori rispetto al
costo
o Maggior prezzo di acquisto di un’attività acquisita o di un minor prezzo di vendita di
un’attività ceduta prima della fine dell’anno
o Determinazione dopo la chiusura di un premio da corrispondere ai dipendenti
2. Fatti successivi che non devono essere recepiti nei valori di bilancio, e andranno illustrati in
nota integrativa se rilevanti
o Distruzione di impianti di produzione causata da calamità
o Perdita derivante dalla variazione dei tassi di cambio di valute estere
o Diminuzione nel valore di mercato di alcuni titoli nel periodo successivo rispetto alla
data di chiusura
o Sostituzione di un prestito a breve con uno a lungo termine conclusasi nel periodo
tra data chiusura esercizio e data formazione bilancio
3. Fatti successivi che possono incidere sulla continuità aziendale
o Intenzione di proporre la liquidazione della società o di cessare l’attività operativa
o Peggioramento nel risultato di gestione e nella posizione finanziaria dopo la
chiusura dell’esercizio, piò determinare l’esigenza di valutare se sia appropriato
applicare il presupposto della continuità aziendale
LE RIMANENZE
Nello SP viene indicato il valore complessivo delle rimanenze a fine esercizio, nel CE invece, appare
solo la variazione delle rimanenze finale (rim iniziale – rim finale)
Le rimanenze di magazzino rappresentano i beni destinati alla vendita o che concorrono alla loro
produzione nella normale attività delle società. I beni, per la loro natura intrinseca, possono
svolgere la funzione sia di beni-merci, sia di beni-strumento. La loro destinazione dipende solo
dalla scelta dell’imprenditore che sarà vincolante per gli esercizi futuri.

CATEGORIE DI RIMANENZE
• Materie prime, sussidiarie e di consumo
o Materie prime, costituite dai materiali acquisiti da economie esterne e destinati ad
essere inglobati nei prodotti finiti
o Materie sussidiarie, destinate ad essere usate indirettamente nella produzione
(imballaggi, etichette, etc.)
o Materie di consumo, costituite da materiali usati indirettamente della produzione
(olio per i macchinari)
• Prodotti in corso di lavorazione, sono materiali, parti e assiemi in fase di avanzamento.
Sono quindi parti non ancora finite di produzione interna che si trovano ad una fase di
lavorazione intermedia che non ne consente l’identificabilità secondo gli standard di
processo interni dell’impresa
• Semilavorati, sono parti finite di produzione interna destinate ad essere usate in un
successivo processo produttivo della stessa impresa
• Lavori in corso su ordinazione, si riferisce a un contratto, generalmente di durata
ultrannuale, che per oggetto la realizzazione di un bene o la fornitura di beni/servizi.
Riguardano le imprese che producono su commessa
I ricavi di commessa comprendono:
o Il prezzo stabilito contrattualmente
o I corrispettivi per beni o prestazioni aggiuntive
o Corrispettivi aggiuntivi conseguenti ad eventi i cui effetti siano contrattualmente a
carico del committente
o Incentivi dovuti all’appaltatore per il raggiungimento di determinati obiettivi
o Rettifiche di prezzo stabilite con patti aggiuntivi
o Altri proventi accessori

Le rimanenze devono essere valutate al minore tra il costo di acquisto o di produzione e il valore di
realizzazione. I costi generali e amministrativi e i costi di distribuzione non concorrono mai a
formare il costo di acquisto o di produzione. Si vanno invece a computare i costi accessori di
diretta imputazione, come il trasporto, l’assicurazione, i dazi doganali, etc.
Oltre ai costi direttamente imputabili, il costo di produzione può comprendere la quota di costi
indiretti ragionevolmente imputabili. Si possono considerare anche gli oneri relativi al
finanziamento. Questi possono essere assunti per la sola quota ragionevolmente imputabile al
prodotto, corrispondente al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può
essere utilizzato. AMMESSA SOLO PER I BENI CHE RICHIEDONO UN PERIODO DI PRODUZIONE
SIGNIFICATIVO

Per la determinazione del costo dei beni si utilizza il metodo del costo specifico; tuttavia, per i beni
fungibili è possibile usare il metodo della media ponderata, del LIFO e del FIFO
n Metodo FIFO, si assume che le quantità acquistate o prodotte in epoca più remote siano le
prime ad essere vendute o usate in produzione. Quindi restano in magazzino le quantità
relative agli acquisti o alle produzioni più recenti
QUESTO METODO TENTE A CONTRAPPORRE AI RICAVI PIU’ RECENTI, COSTI PIU’ REMOTI;
POTREBBE QUINDI COMPORTARE UN AUMENTO DI UTILI QUANDO I PREZZI AUMENTANO E
UNA DIMINUZIONE DI UTILI QUANDO I PREZZI DIMINUISCONO

n Metodo LIFO, si assume che le quantità acquistate o prodotte più recentemente siano le
prime ad essere vendute o utilizzate per la produzione. Restano quindi in magazzino le
quantità relative agli acquisti o alle produzioni più remote.
IN UNA SITUAZIONE DI PREZZI CRESCENTI NEL TEMPO, IL MAGAZZINO TENDE A ESSERE
SOTTOSTIMATO CON QUESTO METODO
QUESTO METODO CONTRAPPONE AI RICAVI PIU’ RECENTI, COSTI PIU’ RECENTI; POTREBBE
QUINDI CONFERMARE UNA RIDUZIOEN DI UTILI QUANDO I PREZZI SALGONO, E UN
AUMENTO DI UTILI QUANDO I PREZZI SCENDONO

n Metodo CMP, si assume che il costo di ciascun bene in rimanenza sia pari alla media
ponderata del costo e degli analoghi beni acquistati o prodotti durante l’esercizio. Vanno
quindi rilevate le rimanenze iniziali e i beni acquistati o prodotti. Le vendite saranno
scaricate dal magazzino al CMP preso a riferimento per il calcolo.
Le quantità prodotte o acquistate non sono più contabilizzate per periodo di formazione e
fanno parte di un insieme di beni in cui sono tutti ugualmente disponibili.
Il CMP può essere:
o Per movimento à calcolato subito dopo ogni singolo acquisto e le vendite vengono
scaricate al CMP calcolato dopo l’ultimo acquisto

𝐶𝑇 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑢𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙′𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑎𝑐𝑞 + 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑐𝑞𝑢
𝑄𝑇 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑢𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑜

o Per periodo à alle quantità e ai costi in inventario dell’inizio del periodo si


aggiungono gli acquisti o la produzione di un periodo e di determinano i nuovi CPM.
Può essere calcolata su base annuale o mensile o di altro periodo

QUESTO METODO MEDIA LE FLUTTUAZIONI DEI PREZZI, INFATTI L’OBIETTIVO È LIVELLARE I


MOVIMENTI NEI PREZZI NEI CASI IN CUI ESISTE DIFFERENZA TRA I PREZZI PIU’ RECENTI

È ammesso l’uso di ulteriori tecniche di determinazione del costo delle rimanenze, quali:
n Metodo del costo delle rimanenze
n Metodo dei costi standard
n Metodo del prezzo al dettaglio
n Metodo del valore costante

Non viene posto alcun vincolo sul metodo da adottare per la valutazione delle rimanenze, ma una
volta scelta questo non può essere modificato proprio per garantire l’uniformità nella valutazione
(CONDIZIONE ESSENZIALE PER LA CORRETTA DETERMINAZIONE DEI RISULTATI D’ESERCIZIO)
Nel caso eccezionale di mutamento del criterio di valutazione, si deve determinare l’effetto di
questo cambiamento (à CAMBIAMENTOO DI PRINCIPIO CONTABILE) e devono essere rilevati in
bilancio secondo le disposizioni dell’OIC29

Le rimanenze devono essere valutate al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del


mercato nel caso in cui tale valore sia minore rispetto al costo di acquisto/produzione.
Il valore di realizzazione è pari alla stima del prezzo di vendita al netto dei presunti costi di
completamento e dei costi diretti di vendita

INCOTERMS 2020
Nel 2019 sono state pubblicate le nuove regole dalla Camera di commercio internazionale. Sono
raggruppati in 4 diversi gruppi

GRUPPO E
Comprende tutti i termini commerciali in base ai quali il venditore deve mettere a disposizione
del compratore la merce presso la propria sede o in un altro luogo convenuto (fabbrica,
magazzino). Il venditore non ha alcun obbligo di trasporto e/o sdoganamento
Dal momento in cui la merce è messa a disposizione, il compratore ha a suo carico tutti i rischi di
perdita o di danni alla merce

GRUPPO F
Ricomprende tutti i termini commerciali in base ai quali il venditore deve consegnare la merce al
vettore nominale dal compratore, dovendo sopportare tutti i rischi di perdita o di danni alla
merce
GRUPPO C
Comprende i termini commerciali in base ai quali il venditore sopporta i rischi di perdita o di
danni alla merce fino all’atto di consegna al vettore, ma deve stipulare il contratto di trasporto
e, talvolta, anche di assicurazione.
GRUPPO D
Comprende i termini commerciali in base ai quali il venditore deve sopportare tutte le spese e i
rischi per portare le merci fino al luogo di destinazione convenuto
LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE
Il lavoro in corso su ordinazione o commessa è un contratto di durata normalmente ultrannuale,
per la realizzazione di un bene o per la fornitura di beni/servizi non di serie che insieme formino un
unico progetto, ovvero siano strettamente connessi o interdipendenti per ciò che riguarda la loro
progettazione, tecnologia e funzione, o il loro utilizzo finale
n Commessa con corrispettivo predeterminato, ovvero viene determinato un prezzo fisso per
unità di prodotto
n Commessa a consuntivo più margine, il corrispettivo riconosciuto all’appaltatore è
determinato dai costi sostenuti maggiorati di una percentuale dei costi stessi a titolo di
recupero di spese generali e di altre spese non specificatamente rimborsabili
n Commessa con corrispettivo predeterminato e consuntivi più margine
In base alla scadenza, la commessa può essere ultrannuale quando il periodo di tempo
intercorrente tra la data d’inizio della fornitura e la data di ultimazione e consegna del bene è
superiore a 12 mesi, il che comporta una durata a cavallo tra due esercizi sociali.
Oppure, può essere infrannuale quando la durata è inferiore ai 12 mesi, e quindi i ricavi e costi
concorrono alla determinazione del reddito imponibile interamente nel periodo d’imposta
corrispondente secondo l’art. 93 del TUIR

VALUTAZIONE
- Commessa completata, i ricavi e il margine di commessa sono riconosciuti solo quando il
contratto è completato, ossia alla data in cui avviene il trasferimento dei rischi e dei
benefici connessi al bene realizzato. Implica quindi la valutazione delle rimanenze per
opere eseguite al costo di produzione
- Percentuale di completamento, viene riconosciuto pro quota il risultato commessa negli
esercizi in cui i lavori sono eseguiti.
Per determinare la percentuale di avanzamento dei lavori (SAL) si può fare riferimento a:
o Costo sostenuto
o Ore lavorate
o Unità consegnate
o Misurazioni fisiche
o Corrispettivi unitari e frazionati

Nel caso si aggiornamento delle stime, la variazione del margine di commessa è di competenza
dell’esercizio in cui si verifica l’aggiornamento
DISCIPLINA FISCALE

Contratti infrannuali à si valutano con il criterio della commessa completata. Ricavi e margine
vengono riconosciuti solo quando il contratto è completato

Contratti ultrannuali à la valutazione avviene secondo il criterio del SAL, in base ai corrispettivi
contrattualmente pattuiti
COSTO AMMORTIZZATO
È stato introdotto come criterio di valutazione per titoli immobilizzati, crediti e debiti.
È definito dallo IAS 39.
Vi è la facoltà per le società che redigono il bilancio in forma abbreviata di iscrivere i titoli al costo,
i credi al valore di presumibile realizzo e i debiti al valore nominale

Il costo ammortizzato è il valore a cui l’attività o la passività finanziaria è stata valutata al valore
della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato/diminuito
dell’ammortamento cumulato utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza
tra il valore inziale e quello a scadenza e dedotta qualsiasi riduzione a seguito di una riduzione di
valore o irrecuperabilità

Il tasso d’interesse effettivo (TIE o EIR) è il tasso che attualizza esattamente i pagamenti o gli
incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario o un periodo più breve al
valore contabile netto dell’attività/passività finanziaria

Il costo ammortizzato può non essere applicato ai debiti se gli effetti sono irrilevanti, ovvero se i
debiti sono a breve termine e/o se i costi di transazione, le commissioni pagate e ogni altra
differenza tra valore iniziale e a scadenza sono di scarso rilievo (PRINCIPIO DELLA RILEVANZA)


IL PATRIMONIO NETTO
Rappresenta la ricchezza dell’azienda, ovvero il valore da tutelare e incrementare.
Può essere costituito tramite conferimenti, versamenti e/o finanziamenti

A) PATRIMONIO NETTO
i. Capitale
Valore complessivo attribuito convenzionalmente ai conferimenti dei soci o alla
quota dei conferimenti che viene destinata a capitale. Costituisce il capitale
nominale. Esercita una funzione di garanzia dei creditori sociali e di verificare se sia
stata veramente costituita
Il legislatore impone dei limiti quantitativi minimi all’ammontare del capitale
§ SPA à 50.000
§ SRL à 10.000
§ SRL a capitale ridotto à 1
Per essere iscritto nel passivo, il capitale deve essere deliberato dall’assemblea dei
soci, aver originato l’iscrizione della delibera nel Registro delle Imprese ed essere
stato sottoscritto dai soci

Al momento della sottoscrizione deve essere versato almeno il 25% dei


conferimenti in denaro
Le azioni ordinarie rappresentano parti uguali del capitale sociale. Possono però
essere emesse categorie di azioni che hanno diritti diversi, come ad esempio le
azioni privilegiate, di risparmio e di altro tipo
ii. Riserva da sovrapprezzo delle azioni
Quando la società aumenta il capitale sociale, l’emissione delle nuove azioni può
avvenire al valore nominale o ad un prezzo superiore. In quest’ultimo caso la
differenza rappresenterà il sovrapprezzo emissione azioni
Questa riserva non potrà essere distribuita ai soci finché la riserva legale non
raggiunge 1/5 del capitale sociale. Può essere usata per
§ Coperture delle perdite
§ Aumento gratuito del capitale sociale
§ Aumento della riserva legale
iii. Riserva di rivalutazione
Accoglie le rivalutazioni dei beni materiali e immateriali e delle attività finanziarie
previste dalle leggi speciali in materia, alcune delle quali possono prevedere una
specifica evidenza in bilancio
iv. Riserva legale
Obbligatoria secondo l’art 2430 che impone l’accantonamento si almeno il 20%
degli utili annuali, finché non raggiunge 1/5 del capitale sociale
È una riserva indisponibile e può essere usata, indipendentemente dall’entità
raggiunta, solo per la copertura delle perdite. In questa situazione dovranno essere
usate preventivamente tutte le altre riserve disponibili e indisponibili
Nel caso in cui sia stato emesso un prestito obbligazionario e il capitale sia stato
ridotto in conseguenza delle perdite, si dovrà reintegrare la riserva legale affinché
l’ammontare complessivo di capitale sociale, riserva legale e riserve disponibili non
siano pari alla metà dell’ammontare delle obbligazioni in circolazione
v. Riserve statutarie
Quote ideali di PN la cui formazione è obbligatoria in quanto previsto dallo statuto
della società e non da norma di legge. Lo statuto deve disciplinare in particolare
§ Le condizioni di accensione della riserva
§ I vincoli di utilizzo
§ Modalità di formazione e movimentazione delle riserve
Possono essere a destinazione generica (qualora lo statuto non attribuisca una
specifica destinazione) o specifica
vi. Riserve per azioni proprie in portafoglio
Accoglie la quota ideale di azioni proprie che deve essere vincolata nell’ipotesi in cui
si proceda all’acquisto di azioni proprie. Infatti, per poter procedere all’acquisto di
azioni proprie è necessario vincolare alla riserva un ammontare delle voci
disponibili di PN pari al prezzo pagato per l’acquisto delle azioni.
Il vincolo di destinazione deve essere mantenuto fino a quando le azioni proprie
non siano trasferite a terzi o annullate
La nuova normativa del cc prevede che le azioni proprie siano iscritte in diretta
diminuzione del PN à RISERVA NEGATIVA X AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO
vii. Altre riserve
(riserva straordinaria, riserva da deroghe, riserva da utili su cambi, etc.)
viii. Utili (perdite) portati a nuovo
Gli utili degli esercizi precedenti non distribuiti ai soci per i quali non sia stata
deliberata dall’assemblea una destinazione a specifica riserva
Le perdite non ripianate degli esercizi precedenti
ix. Utile (perdita) dell’esercizio

PERDITA
Il ripianamento delle perdite diventa a tutti gli effetti un obbligo per i soci quando:
• Capitale si è ridotto per oltre 1/3 a seguito di perdite e questa situazione permane
nell’esercizio successivo
• Quando si è ridotto di oltre 1/3 e si riduce sotto al limite legale
Sarà quindi necessario convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale e il
contemporaneo aumento ad una cifra non inferiore al limite, o in alternativa la trasformazione
della società verso una con un limite inferiore
Il legislatore chiede un’analisi della composizione del patrimonio netto con riferimento alla
disponibilità (possibilità di utilizzo della riserva) e alla distribuibilità (possibilità di erogazione ai
soci)

DISCIPLINA FISCALE
La perdita di un periodo d’imposta può essere computata in diminuzione del reddito nei periodi di
imposta successivi in misura non superiore all’80% del reddito imponibile di ciascuno di essi

L’iscrizione della fiscalità differita richiede agli amministratori un’attenta valutazione della
presenza o meno delle condizioni necessarie per l’iscrizione in bilancio. Le perdite fanno emergere
differenze temporanee che si tradurranno in importi deducibili negli esercizi futuri, in
considerazione della possibilità concessa dalla normativa fiscale di riportare a nuovo le perdite
d’esercizio
IL BENEFICIO FUTURO È DI COMPETENZA DELL’ESERCIZIO IN CUI LE PERDITE SI SONO
MANIFESTATE à imposte anticipate su perdite
Le imposte anticipate sono calcolate nel momento in cui il loro futuro recupero è ragionevolmente
certo.

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