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ARMONIZZAZIONE

Presupposti per l’armonizzazione contabile


Con il termine armonizzazione si intende un insieme di azioni che mirano a far si che modelli divergenti convergano
verso un unico modello generale.
I presupposti che permettono che ciò avvenga sono:
1) Internazionalizzazione dell’attività economica ciò ha portato alla globalizzazione dei mercati e al bisogno di
comunicazione di informazioni
2) Difformità nell’analisi dei documenti contabili a causa delle diversità nei criteri di contabilizzazione
3) Divergente evidenti hanno fatto emergere l’esigenza di regole contabili internazionali.
Per questo motivo gli OBIETTIVI di emanazione di un principio contabile internazionale sono:
1) Dare un regolamento univoco
2) Ispirare l’evoluzione di tutti i sistemi contabili nazionali

Organismi
IASC/IASB
L’organismo che si occupa dell'emanazione dei principi contabili internazionali era fino al 2001 chiamato IASC
(International Accounting Standards Committee) ora è chiamato IASB (International Accounting Standards Board).
Tale organismo ha obiettivi di breve e di lungo periodo:
1) BREVE PERIODO: capire quali sono i punti di rottura tra US GAAP e IAS/IFRS per andare incontro a un
armonizzazione e eliminare le sovrapposizioni.
2) LUNGO PERIODO: individuazione delle aree contabili suscettibili di miglioramento -> ultimo grande sforzo:
LEASING
UE
Persegue gli obiettivi di armonizzazione contabile tramite regolamenti e direttive: la differenza tra i due è che le
direttive devono essere recepite dai singoli stati e adottate con mezzi idonei (che possono divergere da stato a stato)
mentre i regolamenti sono direttamente applicati.
L’UE tra i tanti obiettivi ha quello di emanare direttive per far si che tutti i sistemi convergano sia per quanto
riguarda internazionalizzazione sia per quanto riguarda i mercati finanziari.
Nel 2005 è stata prevista l’adozione obbligatoria degli IAS/IFRS per la preparazione del bilancio consolidato da parte
delle imprese quotate in Stati membri dell’UE, poi estesa alle imprese non quotate e al bilancio d’esercizio.
Divergenze disciplina nazionale e internazionale
DISCIPLINA NAZIONALE (codice civile e OIC)
Il bilancio d’esercizio viene redatto con 2 finalità
-> conoscitiva interna (principale differenza tra le due legislazioni)
-> informativa esterna (pubblicità informativa)
La normativa riguarda:
- Obbligo di depositare i bilanci delle società di capitali
- Principi generali (postulati) e i criteri per la redazione del bilancio
- Criteri di valutazione per le poste in bilancio
L’OIC non è una riserva di legge ed è un insieme di principi contabili che costituiscono un insieme di regole che
hanno origine nell’iniziativa privata.
Se adotto la disciplina internazionale DEVO ugualmente attenermi al codice civile (es devo depositare il bilancio) es:
se scelgo di adottare la disciplina degli ISFR e non siamo una società quotata il bilancio non è pubblico e di
conseguenza devo depositarlo per renderlo tale.

DISCIPLINA INTERNAZIONALE
per principi contabili internazionali si intendono quelli emanati dallo IASB che prendono il nome di
IAS(International Accounting Standard): se sono documenti ancora in vigore emanati in precedenza dallo IASC che
ora vengono aggiornati dallo IASB
IFRS (International Financial Reporting Standard): con riferimento ai nuovi documenti direttamente emanati dallo
IASB e ai vecchi IAS oggetto di una rielaborazione sostanziale.
Sintesi: Tutto ciò che è stato emanato dallo IASC prende il nome di IAS, tutto ciò che è stato emanato/rielaborato
dallo IASB viene chiamato IFRS.
Tali principi sono un punto di riferimento imprescindibile nel processo di aggiornamento della prassi contabile (sono
il faro che guida il processo di armonizzazione contabile) e per alcuni tipi di imprese sono obbligatori per dare
certezza ai mercati internazionale e finanziari.
In sintesi si può dire che le SOCIETÀ QUOTATE hanno l’obbligo di redigere il bilancio consolidato e il bilancio
d’esercizio secondo la normativa internazionale.
Le IMPRESE DI ASSICURAZIONE hanno l’obbligo di redazione del bilancio consolidato secondo la disciplina
internazionale, se non si redige il bilancio consolidato il bilancio d’esercizio viene redatto seguendo i principi
internazionali solo se l’impresa è quotata.
Le SOCIETÀ NON QUOTATE hanno la facoltà di seguire i principi contabili internazionali sia per il bilancio consolidato
sia per quello d’esercizio.
Le MICRO IMPRESE (società che possono redigere il bilancio in forma abbreviata) devono adottare i principi contabili
nazionali e sono di conseguenza escluse dall’adozione dei principi contabili internazionali.
Modelli di bilancio d’esercizio
BILANCIO CIVILISTICO: documento contabile redatto alla fine di ogni esercizio che consente di ricavare informazioni
circa la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica.
È formato da 4 documenti obbligatori:
- STATO PATRIMONIALE -> equilibrio fra fonti e impieghi (equilibrio patrimoniale)
- CONTO ECONOMICO -> equilibrio economico
- RENDICONTO FINANZIARIO -> equilibrio finanziario
- NOTA INTEGRATIVA
La disciplina civilistica definisce la nomenclatura delle attività ed è pertanto basata su regole precise e sistematiche
BILANCIO IAS/IFRS
È formato da 5 documenti obbligatori:
- PROSPETTO DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA A FINE ESERCIZIO
- PROSPETTO DELL’UTILE D’ESERCIZIO E DELLE ALTRE COMPONENTI DI CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO
(unico documento o 2 documenti: a) conto economico complessivo b) altre componenti di conto
economico)
- PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO: confronto tra situane iniziale e finale del PN con
specifica della variazioni
- RENDICONTO FINANZIARIO
- NOTE
Gli IAS/IFRS non definiscono voce per voce cosa solno le attività ma definiscono icriteri per cui tu puoi definire un
qualcosa un’attività
Secondo la disciplina nazionale il prospetto delle variazioni di PN è fortemente raccomandato all’interno della nota
integrativa -> ci si può aspettare che in futuro i documenti obbligatori per il bilancio nazionale diventino 5 e che il
conto economico italiano aggiunga un pezzetto per mostrare il reddito potenziale.
PRINCIPALI DIFFERENZE
1) DESTINATARI E CRITERIO DI VALUTAZIONE
- Tutte le informative nazionali hanno come obiettivo dare informazioni a tutti gli stakeholder (persone
interessate all’andamento dell’impresa) -> valutazione al costo storico
- Tutte le informative derivanti da principi contabili internazionali devono dare un’informativa utile a chi
conferisce capitale di rischio (soci) e di debito (banche) -> valutazione al fair value (valore vicino a quello
reale)
Unico caso in cui si adotta il fair value nella disciplina nazionale è la valutazione dei derivati -> non avevamo una
disciplina e abbiamo recepito quella internazionale
2) RISULTATO ECONOMICO
- Bilancio civilistico: reddito realizzato -> tiene conto di componenti positivi di reddito che si sono pienamente
realizzati (principio di prudenza) es: utile su cambio che fa parte del reddito di esercizio ma che non è
distribuibile (non è stato effettivamente realizzato) -> riserva utili su cambi non ancora realizzati
- Bilancio IFRS: reddito potenziale -> include tutti gli utili non ancora realizzati es: rivalutazioni fatta al fair
value
Il bilancio il conto economico IAS/IFRS si divide sempre in 2 sezioni (o due documenti separati)
- Prima sezione è molto simile al conto economico civilistico -> porta alla definizione del reddito effettivo
- Seconda sezione (OCI) -> trasforma il reddito effettivamente realizzato nel reddito potenziale
Caso immobilizzazioni: ho un’immobilizzazione che valeva 1000 (completamente ammortizzato) e oggi vale 1200:
nella disciplina nazionale ho un immobile che vale 0 e un reddito effettivo che vale 0, nella disciplina internazionale
ho un immobile che vale 1200, un reddito effettivo che vale 0 e un reddito potenziale che vale 200.
Vendita dell’immobile: disciplina nazionale: realizzo effettivamente 1200 di plusvalenza, disciplina internazionale: il
reddito potenziale si sta effettivamente realizzando -> i 200 diventano reddito effettivo. L’operazione è
sostanzialmente identica ma cambia il tipo di informativa (informo stakeholder che ho acquisito liquidità per 1200 VS
informo prestatori di capitale che ho realizzato il reddito potenziale).
ATTIVITÀ E PASSIVITÀ in disciplina internazionale
La disciplina internazionale non fornisce regole strette , sarebbe impossibile definire il valore reale, e anche perché
se deve ispirare i principi contabili di tutti i paesi sarebbe impensabile dare delle regole precise, occorre dare delle
regole generali per consentire ai paesi di recepirle secondo le proprie caratteristiche.
Attività: risorse controllate dall’azienda risultato di eventi passati dalla quali sono attesi in futuro flussi di benefici
economici.
Risorsa: utilizzate nella gestione operativa
Controllare: posso limitarne a terzi l’utilizzo
Benefici economici futuri attesi: se compro qualcosa e non mi attendo benefici economici futuri non è un’attività
Condizioni per iscriverle in bilancio
1) È PROBABILE che i benefici economici futuri affluiranno all’azienda
2) Hanno un costo o un valore che può essere valutato ATTENDIBILMENTE -> stima di un criterio ragionevole
Passività: obbligazioni attuali dell’azienda derivanti da eventi passati, la cui estinzione comporterà l’uscita
dall’azienda di risorse che incorporano benefici economici. -> verrà sottratto patrimonio all’azienda per estinguere la
passività
Condizioni per iscriverle in bilancio:
1) È PROBABILE che per l’estinzione si manifesterà un flusso in uscita di risorse che incorporano benefici
economici
2) Si può quantificare in modo ATTENDIBILE l’importo al quale avverrà l’estinzione.
COSTI E RICAVI in disciplina internazionale -> significato più ampio rispetto al CC
Il PN cresce se R>C: ricavi concorrono all’aumento di PN e i costi alla diminuzione PN FINALE= (PN INIZIALE + R – C)
PN cresce se apporto capitale e diminuisce se distribuisco risorse.
Ricavi: componente positiva di competenza che genera un flusso che aumenta il PN escluso ciò che deriva da
contribuzioni di capitale -> afflusso o rivalutazione di attività o decrementi di passività
Costi: componente negativa di competenza che genera un flusso che diminuisce il PN escluso ciò che deriva da
distribuzione di risorse -> flussi finanziari in uscita o sostenimento di passività o decrementi di attività

RIFORMA CONTABILE 2015


Introduzioni
1) Nota integrativa come documento obbligatorio del bilancio d’esercizio
2) Principi di redazione del bilancio
-> principio di prevalenza della sostanza sulla forma -> introduzione nuovo criterio del fair value
es LEASING: se avevo un bene in leasing o lo compro sostanzialmente non cambia nulla (ho il bene e lo uso)
nella normativa nazionale prima del 2015 il bene non figurava in bilancio (prevalenza della forma sulla sostanza -> il
bene non è mio) figuravano solo i canoni di leasing e debiti.
nella disciplina internazionale devo iscrivere il bene in attivo e il debito nel suo intero importo e di anno in anno il
debito verrà diminuito per l’importo dei canoni. Ora è stato introdotto il metodo del diritto d’uso
TUTTE LE POSTE PATRIMONIALI POSSONO ESSERE INTERESSATE DA QUESTO PRINCIPIO es: un debito con pagamento
posticipato include degli oneri finanziari impliciti -> secondo la sostanza io devo rilevare il debito per il valore
effettivo del bene e gli oneri finanziari impliciti -> CRITERIO DEL COSTO AMMORTIZZATO

-> principio di rilevanza ->per legittimare un periodo di introduzione di altri principi a ispirazione
internazionali (da forma a sostanza). Es: se applicando i principi internazionali il bilancio non risulta veritiero e
corretto disapplicali. Il principio di rilevanza quasi non esiste perché la prassi e l’OIC portano a delle soluzione
nell’applicazione di tali principi.

3) Nuovi criteri: fair value e costo ammortizzato (attualizzo il debito/credito e capitalizzo di anno in anno gli
oneri finanziari
FONDI PER RISCHI E ONERI
La disciplina nazionale consente di contabilizzare più poste tra i fondi rispetto a quelle consentite dalla disciplina
internazionale, per quanto riguarda il metodo di contabilizzazione con la riforma contabile non ci sono più
differenze. Questo è uno dei pochi casi dove la normativa nazionale risulta più ampia rispetto a quella internazionale
ma, essendo i fondi una posta passiva, ciò è pienamente coerente con il principio di prudenza.
L’iscrizione dei fondi è un’operazione contabile soggettiva.
NORMA CIVILE: secondo l’articolo 2424 i fondi sono poste di stato patrimoniale e sono passività di natura certa o
probabile relativi a eventi di cui sono indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza.
Vengono distinti due tipologie di fondi:
1) Per oneri: passività di natura determinata e esistenza certa, stimata nell’importo o nella data di
sopravvenienza.
2) Per rischi: passività di natura determinata ed esistenza probabile, i cui valori sono stimati (passività
potenziali)
Secondo la disciplina nazionale gli eventi futuri possono essere:
3) Certi -> rilevati fondo oneri
4) Probabili -> rilevati in fondo rischi (se l’onere non può essere stimato -> nota integrativa)
5) Possibili -> rilevati in nota integrativa senza scritture contabili
6) Remoti -> non rilevati
Nel conto economico vengono rilevati gli accantonamenti per rischi e oneri che sono destinati soltanto a coprire
7) Perdite o debiti di natura determinata (UGUALE PER INTERNAZIONALE)
l’accantonamento deve avere un evento di riferimento non possono esserci fondi a copertura di rischi
generici.

8) Di esistenza certa o probabile


distinzione tra fondi per oneri (certa) e fondi per rischi (probabile)

9) Dei quali sono indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza


Di norma è necessario un procedimento di stima dei valori
Se il fondo preso in considerazione è un fondo per oneri, l’accantonamento per onere segue la tipologia di onere; se
si parla di fondi per rischi l’accantonamento per rischi è una voce a parte del conto economico.
Quest’anno si è verificato un fatto che potrebbe dare luogo a un’obbligazione futura che ha la sua competenza
economica adesso perché il fatto che l’ha generata si è verificato ora -> accantonamento è una componente di
reddito negativa di competenza dell’esercizio di cui effettuo l’accantonamento. (es acquisto un prodotto con
garanzia-> apro un fondo garanzia prodotti e lo utilizzo al posto di registrare il costo nell’anno in cui avrò bisogno
della riparazione)
Differenze tra normativa nazionale e internazionale
INTERNAZIONALE: tratta di accantonamenti senza distinguere rischi e oneri (1 GRANDE DIFFERENZA)
L’accantonamento va fatto solo se sussistono 3 condizioni:
1) C’è un obbligazione attuale che risulta da evento passato
2) È probabile l’impiego di risorse per adempiere all’obbligazione -> riduzione beneficio economico
3) Può essere fatta una stima attendibile
Le passività potenziali sono caratterizzate dalla mancanza dell’obbligazione attuale e pertanto secondo la disciplina
internazionale NON SI ACCANTONANO mentre nella disciplina nazionale sono i fondi per rischi (principio di
prudenza)
Modalità di valutazione
NAZIONALE (OIC 31): il fondo è una posta patrimoniale che pertanto alimenta lo SP che è relativo al 31.12
-> devo iscrivere i fondi con le info in possesso al 31.12, nuove info si inseriscono in nota integrativa se rilevanti.
 L’accantonamento deve essere fatto sulla miglior stima dei costi alla data di bilancio
 Si tiene conto degli aumenti di costo già noti, documentati e verificabili -> non posso tener conto di ciò che
succede tra gennaio e marzo (il bilancio deve essere redatto con i dati disponibili al 31. 12, in caso aggiungo
in nota integrativa ciò che è successo)
 Se necessario vanno acquisite particolari conoscenze e esperienza (pareri di esperti)
 Si può tenere conto dell’orizzonte temporale di riferimento se ricorrono queste circostanze:
10) Presenza di un fondo oneri
11) È possibile operare una stima ragionevolmente attendibile dell’esborso e della data di sopravvenienza
12) Il valore attuale dell’obbligazione e la passività stimata al momento dell’esborso sono significativamente
diverse (orizzonte temporale lungo)
Es: acquisto un macchinario che richiede dei costi di smantellamento fra 10 anni. (il costo di smantellamento
sorge al momento dell’acquisto -> devo attualizzare il costo e iscrivere un fondo oneri, procederò poi di
anno in anno con l’accantonamento pari agli oneri finanziari di competenza per ottenere a t=10 il valore del
costo si smantellamento. -> PREVALENZA SOSTENZA SU FORMA (questo esercizio si svolge ugualmente
secondo i principi nazionali o principi internazionali)
NB: la modalità di trattazione dei fondi è uguale nelle due discipline cambiano solo le condizioni per procedere ad
accantonamento.
Differenze nelle modalità di valutazione successive
DISCIPLINA NAZIONALE (OIC 31)
13) i fondi iscritti vanno riesaminati per verificarne la corretta misurazione e rettificati.
14) L’utilizzazione del fondo è effettuata in modo diretto e solo per quelle stesse spese e passività per le quali lo
stesso fondo era stato originariamente costituito.
15) L’importo effettivo quasi mai coincide con quello accantonato:
Se importo effettivo > fondo -> svuoto il fondo e rilevo in conto economico il costo aggiuntivo
Se importo effettivo < fondo -> rimane il fondo se sussiste il motivo, se non sussiste il motivo elimino il
fondo, in ogni caso NON posso utilizzarlo per motivi diversi.
DISCIPLINA INTERNAZIONALE (IAS 37)
ADEGUAMENTO PER FATTORE TEMPO: sia per nazionale che per internazionale occorre attualizzare a creare un
fondo pari al valore attuale dell’onere e di anno in anno capitalizzare gli oneri finanziari.
Oneri finanziari a fondo accantonamento -> costruisco di anno in anno un montante
Ogni anno il valore del fondo deve essere pari al costo che teoricamente dovrei sostenere se dovessi estinguere in
quell’anno l’obbligazione (fondo + oneri maturati di anno in anno)

(vedi slide fondi di quiescenza)


Fondi per imposte
Fondo per imposte: accoglie solo le passività per imposte probabili aventi ammontare o data di sopravvenienza
indeterminati (accertamenti non definitivi, contenziosi in corso…)
Contropartita: E20 Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate
Fondo per imposte differite: accoglie le imposte differite che emergono dalle differenza temporanee tra il reddito
civilistico e quello imponibile fiscalmente -> rientra una quota di competenza di questo esercizio o di esercizi passati
NB: non confondere questo fondo con i debiti tributari che sono la contropartita del conto imposte correnti.
La diversa natura delle imposte sul reddito
NB: A bilancio trovo sempre le imposte di competenza.
Nel bilancio -> IMPOSTE DI COMPETENZA (Reddito ante imposte*aliquota fiscale)
Nella dichiarazione dei redditi -> IMPOSTE CORRENTI (Reddito imponibile*aliquota fiscale)
Reddito imponibile= reddito ante imposte di competenza +/- differenze reddituali imponibili o deducibili
Le differenze tra imposte correnti e imposte di competenza è data da 4 valorizzazioni:
1) Iscrizione a fondo imposte differite 3) Iscrizione attività per imposte anticipate
2) Utilizzo fondo imposte differite 4) Utilizzo attività per imposte anticipate
Se questo anno pago più imposte rispetto a quelle di competenza l’anno prossimo dovrò pagarne meno rispetto a
quelli di competenza.
NB: Il meccanismo di fiscalità differita si genera solo quando le differenze tra la base imponibile e il reddito di
competenza sono temporanee. (1 REQUISITO)
IMPOSTE DIFFERITE -> parte di imposte di competenza che diventerà CORRENTE IN ESERCIZI SUCCESSIVI
-> sorge POSTA PASSIVA -> perfetto differenziale tra poste di competenza e correnti -> fondo per imposte anticipate
IMPOSTE ANTICIPATE -> parte di imposte correnti che diventerà di COMPETENZA IN ESERCIZI SUCCESSIVI
-> sorge POSTA ATTIVA (minori imposte da pagare in futuro perché già pagate) -> attività per imposte anticipate
NB: Affinché sia iscrivibile un’attività per imposta anticipata è necessario che sia ragionevole aspettarsi un reddito
positivo in n+1 sul quale verranno calcolate le imposte e diminuito delle imposte anticipate -> utilizzo attività per
imposte anticipate.
Queste regole valgono sia per i principi contabili nazionali che internazionali.
La fiscalità differita trova origine in quelle che sono differenze temporanee, tali differenze possono essere reddituali
o patrimoniali.
DIFFERENZE TEMPORANEE PATRIMONIALI
Sulla consistenza attiva esiste il valore contabile e il valore fiscalmente riconosciuto, il valore fiscalmente
riconosciuto può essere ammortizzato, dedotto… non è detto che i due valori coincidano.
Se i 2 valori non coincidono quando avviene la prima iscrizione in bilancio si generano meccanismi di fiscalità
differita.
Se i due valori coincidono non si generano meccanismi di fiscalità differita.
Le differenze temporanee patrimoniali sono in virtù di operazioni straordinarie quando si sceglie di non affrancare il
bene, non ho scelto di pagare imposte sostitutive per riconoscere maggiori valori e di conseguenza mi si generano
differenze temporanee patrimoniali.
DIFFERENZE TEMPORANEE REDDITUALI
Derivano da discordanze tra il risultato prima delle imposte e il reddito imponibile e posso essere:
1) Differenze imponibili: generano imposta oggi
2) Differenze deducibili: diminuisce imposta oggi
DIFFERENZE TEMPORANEE IMPONIBILI (esercizio 10.3)
Consentono di ridurre le imposte correnti e provocano un incremento del reddito imponibile negli esercizi futuri.
Imposte correnti < imposte di competenza
Generano passività per imposte differite contabilizzate in fondi per imposte differite se disciplina nazionale e in
debiti se siamo in disciplina internazionali.
Possono derivare da:
1) PLUSVALENZE -> imponibili in esercizi successivi
2) UTILI SU CAMBI -> proventi non imponibili fino al loro realizzo
3) INTERESSI ATTIVI DI MORA NON ANCORA RISCOSSI -> proventi non imponibili fino al loro incasso
IMPOSTE CORRENTI + ACCANTONAMENTO IMPOSTE DIFFERITE = IMPOSTE DI COMPETENZA (N)
IMPOSTE CORRENTI – UTILIZZO FONDO IMPOSTE DIFFERITE = IMPOSTE DI COMPETENZA (N+1)
Presupposti di rilevazione delle passività per imposte differite
INTERNAZIONALE:
Per tutte le differenze temporanee imponibili deve essere rilevata una passività fiscale differita ->debiti
NAZIONALE:
Le passività per imposte differite devono essere contabilizzate nell’esercizio in cui emergono salvo quando esistono
scarse possibilità che insorga un debito verso il fisco -> fondi
NB: Le passività per imposte differite devono sempre essere iscritte
DIFFERENZE TEMPORANEE DEDUCIBILI (esercizio 10.4)
Anticipano il pagamento di parte delle imposte di competenza degli esercizi successivi.
Imposte correnti > imposte di competenza
Generano attività per imposte anticipate
Derivano da componenti negativi di reddito:
1) Deducibili in esercizi successivi in quanto eccedono i limiti fiscali
-> svalutazione crediti commerciali
-> ammortamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali
2) PERDITE SU CAMBI -> Deducibili solo dopo essere stati realizzati
3) INTERESSI PASSIVI DI MORA -> Deducibili per cassa e non ancora pagati
IMPOSTE CORRENTI – IMPOSTE ANTICIPATE = IMPOSTE DI COMPETENZA (N)
IMPOSTE CORRENTI + UTILIZZO ATTIVITÀ PER IMPOSTE ANTICIPATE= IMPOSTE DI COMPETENZA (N+1)
Presupposti di rilevazione delle attività per imposte anticipate
INTERNAZIONALE:
le differenze temporanee deducibili devono essere rilevate come attività fiscale differita se è probabile che sarà
realizzato del reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile
NAZIONALE
NB: le imposte anticipate vengono contabilizzate come attività, se aumento le attività a parità di passivo si gonfia il
PN -> do una rappresentazione della mia ricchezza più ampia -> contro principio di prudenza
Le attività per imposte anticipate devono essere contabilizzate solo quando vi sia la ragionevole certezza del loro
futuro recupero che è comprovata quando:
1) Esistenza di redditi futuri -> business plan approvato dal consiglio di amministrazione
2) Sufficienti differenze temporanee imponibili co cui compensarle
NB: Le attività per imposte anticipate NON possono essere iscritte sempre
Valutazione e rilevazione di imposte differite e anticipate
I principi contabili nazionali e internazionali prevedono lo stesso trattamento legale per quanto concerne la
valutazione e la rilevazione di imposte differite e anticipate.
1) Le aliquote fiscali da utilizzare per il calcolo del valore delle attività e passività fiscali differite sono le aliquote
fiscali prospettiche
Se sto calcolando attività per imposte anticipate che si riferiscono a un recupero di imposte che avrò fra 5
anni è giusto calcolarle con la aliquota che ci sarà fra 5 anni -> deve esserci una legge approvata che entrerà
in vigore e occorre il decreto attuativo nel caso la legge lo preveda
2) Esclusione dell’attualizzazione
- effetti del riesame delle stime alla fine di ogni esercizio
- Esposizione in bilancio
Composizione delle imposte sul reddito dell’esercizio
- Imposte correnti
- Imposte differite
+ imposte anticipate
+ utilizzo fondo per imposte differite
- Utilizzo attività per imposte anticipate
= IMPOSTE DI COMPETENZA

Imposte di competenza
- Imposte relative ad esercizi precedenti
(è una valorizzazione DARE la cui contropartita è il fondo imposte)
=IMPOSTE SUL REDDITO DELL’ESERCIZIO CORRENTI, DIFFERITE E ANTICIPATE -> iscritte in bilancio
-
Riporto a nuovo delle perdite fiscali
Se conseguo una perdita posso dedurla negli anni successivi -> genera un’ATTIVITÀ PER IMPOSTE ANTICIPATE
INTERNAZIONALE
Quando perdite fiscali o crediti di imposta non utilizzati sono riportati a nuovo, deve essere rilevata un’attività fiscale
differita nella misura in cui è probabile che sia disponibile un reddito imponibile futuro a fronte del quale possono
essere utilizzate le perdite fiscali e i crediti di imposta non utilizzati
NAZIONALE
Deve esserci ragionevole certezza che la perdita fiscale possa essere utilizzata negli esercizi successivi che è
comprovata da un business plan approvato dal consiglio di amministrazione (come per le imposte anticipate)
DEBITI
I debiti sono poste passive di SP. Vengono divisi in
DEBITI COMMERCIALI: viene contratto per alimentare flussi di gestione operativa -> compro fattori produttivi
DEBITI FINANZIARI: viene contratto per avere capacità di cassa -> alimento il ciclo finanziario (mutuo)
È importante stabilire la natura dei debiti perché cambiano i criteri con cui vengono contabilizzati i oneri correlati
alle operazioni.
Es: se ho costi di commissione relativi a debiti commerciali (pagare istruttoria), questi non vengono contabilizzati
insieme al debito.
Quando ho dei costi correlati all’accensione di un debito finanziario (commissioni per accensione mutuo) questi sono
inclusi nella valorizzazione del debito finanziario.
Condizioni per l’iscrizione in bilancio
Acquisto di BENI: si è verificato il passaggio sostanziale del titolo di proprietà (trasferimento di rischi e benefici)
Il passaggio di proprietà avviene alla consegna per i beni mobili e alla firma dell’atto notarile per i beni immobili
Acquisto di SERVIZI: la prestazione è stata effettuata
Operazioni di FINANZIAMENTO: quando sorge l’obbligazione dell’impresa al pagamento verso la controparte ->
quando arriva il danaro in banca
Eccezione: sottoscrizione -> quando sottoscrivo (sottoscrivo azioni di terzi)
Criteri di valutazione
NAZIONALE
Rilevazione iniziale: costo storico (i principi internazionali mi concedono di utilizzare un tasso di attualizzazione
faccio in modo che coincida con il costo storico)
Valutazioni successive: criterio del costo ammortizzato tenendo conto del fattore temporale
(il costo ammortizzato può non essere adottato dalle micro imprese e da quelle che redigono il bilancio in forma
abbreviata ->VALORE NOMINALE)
Per criterio del costo ammortizzato si fa riferimento ai principi contabili internazionali
NB: il codice civile non disciplina come internazionale, ma fa riferimento a criteri internazionali
INTERNAZIONALE:
Rilevazione iniziale: fair value
valutazioni successive: criterio del costo ammortizzato: capitalizzo di anno in anno gli interessi al netto di quanto
viene rimborsato.
CRITERIO DEL COSTO AMMORTIZZATO: ha come obiettivo ripartire nel tempo la differenza tra valore iniziale e il
valore a scadenza -> dare giusta competenza al valore. ->rilevazione oneri/proventi finanziari
È la massima espressione del principio della competenza -> pienamente coerente con la normativa nazionale
Il costo ammortizzato: il valore iniziale
INTERNAZIONALE
Nell’applicazione del criterio del costo ammortizzato il valore di rilevazione iniziale è dato da:
1) FAIR VALUE: valore oggi del bene 10.8

2) VALORE ATTUALE: se il fair value non è determinabile si può rilevare il valore attuale dei pagamenti futuri
La normativa nazionale determina il fair value per il costo ammortizzato in questo modo

NAZIONALE: l’OIC non considera la valutazione iniziale al fair value


1) VALORE ATTUALE DEI FLUSSI FINANZIARI FUTURI
2) VALORE NOMINALE DEL DEBITO se non ricorrono i presupposti che rendono rilevante l’attualizzazione (tasso
di interesse nominale simile a tassi reali)

Il costo ammortizzato: valutazioni successive


INTERNAZIONALE: criterio del costo ammortizzato
NAZIONALE: fasi
1) Determinare l’ammontare degli interessi calcolati con il criterio del TIR (Tasso di Interesse Effettivo)
2) Aggiungere l’ammontare degli interessi al valore del debito
3) Sottrarre i pagamenti per interessi e capitale
DEBITI COMMERCIALI -> vedi esercizio 10.7 (con valore di mercato) e 10.8 (con calcolo valore attuale)
DEBITI FINANZIARI -> 3 casi
1) Debito finanziario con interessi impliciti (vedi esercizio 10.9)
Il valore iniziale del debito va determinato attraverso l’attualizzazione sulla base del tasso di interesse di
mercato; la componente finanziaria va rilevata in conto economico al momento della rilevazione iniziale tre i
proventi finanziari
- Trovo valore attuale
- Rilevo la componente finanziaria tra i proventi

2) Debito finanziario in cui ho costi per ottenere il finanziamento e interessi espliciti (vedi esercizio 10.10)
Se l’impresa deve sostenere dei costi per ottenere un finanziamento, in sede di rilevazione iniziale i costi
dell’operazione vanno dedotti dall’ammontare del debito, per poi essere attribuiti ai diversi esercizi in base
al tasso di interesse effettivo.
- Rilevo finanziamento
- Deduco le commissioni e trovo l’importo netto del debito iniziale (non passano per CE -> no oneri finanz)
- Calcolo interessi maturati con il TIR (rilevo oneri finanziari) li sommo al debito iniziale
- Tolgo interessi pagati (nominali)
- A scadenza ottengo l’importo finanziato al lordo delle commissioni
- La differenza tra i due importi degli interessi (nominali ed effettivi) è la distribuzione nel tempo delle
spese di istruttoria. Le spese di istruttoria vengono ripartite nel tempo.

3) Obbligazioni (vedi esercizio 10.11- 12)


- Sottoscritte azioni
- Versamento prezzo di emissione
- Rimborso 1 rata del prestito (quota capitale e interessi nominali)
- Rilevazione interessi passivi effettivi e li monto sull’ammontare residuo del debito
Altre problematiche di contabilizzazione (debiti non valutati al costo ammortizzato nel bilancio in forma abbreviata)
- La rilevazione iniziale è effettuata al valore nominale
- I costi di transazione iniziali sostenuti sono rilevati tra i risconti attivi
- Gli aggi di emissione sono rilevati tra i risconti passivi
- I disaggi di emissione sono rilevati tra i risconti attivi
Manca la correlazione con il fattore tempo, divido per il numero degli anni senza tenere conto del valore del danaro
IMMOBILIZZAZIONI
Introduzione
Nel codice civile troviamo le immobilizzazioni all’interno dello stato patrimoniale suddivise in materiali, immateriali e
finanziarie. Nella disciplina nazionale di fatto si immobilizza un fattore produttivo che cede utilità per più di un
esercizio; in realtà la cessione di utilità non è per forza necessaria oggi, posso comprare un immobilizzazione e
decidere che quell’utilità entrerà fra tot. anni in funzione: posso contabilizzare nell’attivo dello stato patrimoniale
qualcosa che mi cedere utilità in futuro.
Questo presuppone che ai fini dell’iscrivibilità di un bene all’attivo sia da stimarsi la sua vita utile (deve durare più di
un anno per essere iscritto tra le immobilizzazioni). Determinare la vita utile è di fondamentale importanza per il
𝐶𝑂𝑆𝑇𝑂 𝑆𝑇𝑂𝑅𝐼𝐶𝑂 𝑜 𝐹𝐴𝐼𝑅 𝑉𝐴𝐿𝑈𝐸
calcolo dell’ammortamento che è: .
𝑉𝐼𝑇𝐴 𝑈𝑇𝐼𝐿𝐸 𝐷𝐸𝐿 𝐵𝐸𝑁𝐸

L’ammortamento è un metodo di valutazione successiva rispetto alla prima iscrizione che è ammesso sia dalla
disciplina nazionale che internazionale: è l’unico messo dalla disciplina nazionale ma non l’unico ammesso da quella
internazionale.
Il COSTO STORICO è il prezzo che si paga in un determinato momento per acquisire un bene, il prezzo che si paga a
una determinata data per acquisire un bene è anche detto FAIR VALUE: nel momento dell’acquisto c’è totale
coincidenza tra disciplina nazionale e internazionale è dopo che si differenziano.
VALORE CONTABILE ≠ FAIR VALUE ≠ VALORE ECONOMICO
FAIR VALUE – VALORE CONTABILE = RIVALUTAZIONE
VALORE ECONOMICO – FAIR VALUE = AVVIAMENTO= capacità di generare sovra redditi futuri
Perché l’avviamento sia iscrivibile è importante che sia stato pagato (altrimenti da cosa lo calcolo?!)
GRANDI DIFFERENZE TRA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
1) AVVIAMENTO
Secondo la disciplina nazionale l’avviamento è un’IMMOBILIZZAZIONE IMMATERIALE e come le altre attività
immateriale è soggetto ad ammortamento.
La disciplina internazionale non disciplina l’avviamento come imm. Immat. ma ne riserva una trattazione
separata come vero e proprio AVVIAMENTO, che è una ricchezza che dura nel tempo (ogni anno verifico la
tenuta di questo valore -> impairment test) e che non è soggetta ad ammortamento.
Se impairment test risulta negativo l’avviamento viene svalutato e tale valore non può più essere
ripristinato.

2) VITA UTILE
Sia la disciplina nazionale che internazionale accettano l’ammortamento come metodo.
La disciplina nazionale prevede che l’ammortamento sia in funzione della sua VITA UTILE.
La disciplina internazionale prevede che le immobilizzazione immateriali abbiano una VITA INFINITA salvo
che non ci sia un contratto che prevede diversamente: le immobilizzazioni immateriali secondo la disciplina
internazionale non si ammortizzano.

3) VALUTAZIONI SUCCESSIVE
Disciplina nazionale: dai esposizione del VALORE CONTABILE NETTO (costo storico – fondo ammortamento –
fondo svalutazioni)
Disciplina internazionale: valorizza al FAIR VALUE -> trovo i prezzi di mercato alla fine di ogni anno.
CRITERIO DELLA RIDERMINAZIONE: i principi internazionali disciplinano l’uso del fair value per determinare il
valore iscrivibile delle immobilizzazioni ma occorre ricordare quale sia il costo storico perché tutto ciò che
avviane sottosoglia intacca il reddito effettivo (si registra in conto economico). Tutte le valutazioni al fair
value soprasoglia intaccano il reddito potenziale (si registrano in OCI).
La soglia di riferimento è il valore contabile netto (diminuisce ogni anno) per tutto ciò che viene
ammortizzato, ed è l’investimento iniziale per tutto ciò che non può essere ammortizzato (immobilizzazioni
immateriali e terreni)
Può essere che alla fine del 1° anno l’immobile valga di meno e si deve procedere a svalutazione, se alla fine
del 2° anno l’immobile vale di più -> si registra una componente positiva di reddito suddivisa in effettiva->
recupero del valore precedentemente perso e potenziale -> l’aumento di valore rispetto al valore soglia.
Le immobilizzazioni sono costi pluriennali che cedono utilità in più esercizi.
Vale la pena capitalizzare e patrimonializzare per
1) Far si che attraverso il meccanismo dell’ammortamento si possano ripartire gli effetti della cessione
dell’utilità del cesto nei diversi anni di competenza
2) Se sto comprando un fattore produttivo a medio lungo non sto spendendo soldi ma li sto investendo. Questo
è il motivo per qui l’esborso a titolo di investimento richiede che la valorizzazione sia nella mia ricchezza
(aumentano la consistenza del PN)
A fine esercizio vengono sottoposte a un processo di ammortamento, ovvero che se e soltanto se cedono utilità (se
non cedono utilità non si ammortizzano) calcola la quota di ammortamento relativa a quell’esercizio.
La contropartita naturale dell’ammortamento è il fondo ammortamento, che è una posta ideale che tiene memoria
delle quote già ammortizzate e che in sommatoria al valore lordo determina il valore contabile netto (VCN = VL–FDO)
Es: se ho pagato un’immobilizzazione 100.000 e quest’anno l’ho ammortizzato del 10%, per 10.000, vuol dire che ho
investito 100.000 in un fattore produttivo pluriennale e mi aspetto che 10.000 siano stati consumati. In conclusione
mi aspetto che quel cespite abbia ancora valore per 90.000 -> VCN
A fine esercizio si procede alla redazione del bilancio d’esercizio ed è importante confrontare il VCN con il valore di
mercato del bene; possono verificarsi 3 casi:
1) VALORE DI MERCATO = VCN
2) VALORE DI MERCATO > VCN -> iscrivo il VCN
3) VDM < VCN -> iscrivo il VALORE DI MERCATO -> svaluto il bene in aderenza con il principio di prudenza.
In sostanza iscrivo il minore fra i due.
NB: è importante tenere conto delle svalutazioni perché se le cause che hanno portato a questa svalutazione
venissero meno posso ripristinare il valore (≠ rivalutare). Il massimo valore che posso ripristinare descritto dal fondo
svalutazione precedentemente iscritto.
Nel caso di vendita del cespite in un sistema nazionale possono verificarsi 3 casi:
1) VALORE DI MERCATO = VCN -> caso molto raro
2) VALORE DI MERCATO > VCN -> contabilizzo una plusvalenza
3) VALORE DI MERCATO < VCN-> contabilizzo una minusvalenza
Tipi di immobilizzazioni
I principi nazionali e internazionali prevedono che le immobilizzazioni possano essere: MATERIALI , IMMATERIALI e
FINANZIARIE, i due principi divergono per la trattazione delle immobilizzazioni materiali e immateriali.
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
NAZIONALE: sono immobilizzazioni intangibili: es: costi di impianto, avviamento (solo per disciplina nazionale), diritti
di brevetto, immobilizzazioni in corso e acconti
INTERNAZIONALE: le attività immateriali (avviamento escluso), per essere definite tali, richiedono 3 requisiti:
1) IDENTIFICABILITÀ: l’attività deve essere distinguibile o deve derivare da diritti contrattuali o legali (es:
acquisto)
2) CONTROLLO: possibilità di operare scelte strategiche su queste risorse (ottenere benefici e escludere altri da
questi)
3) ESISTENZA DI BENEFICI ECONOMICI FUTURI: devono essere probabili e il costo dell’attività deve essere
stimabile (il costo dell’attività coincide con il fair value al momento della prima iscrivzione)
La disciplina internazionale prevede che le immobilizzazione immateriali abbiano una VITA INFINITA salvo che non ci
sia un contratto che prevede diversamente: le immobilizzazioni immateriali secondo la disciplina internazionale NON
si ammortizzano (principio che si ispira al valore corrente e da rilevanza al reddito potenziale).
La disciplina nazionale determina la vita utile basandosi su leggi e principi contabili (danno una vita utile massima).
MATERIALI
Sono immobilizzazioni tangibili: fabbricati, terreni, macchinari, attrezzature..
Riflessi in CE
1) AMMORTAMENTI: quota del costo pluriennale che entra di competenza in ciascun anno che va indicata nella
voce dei costi della produzione (B.10.a immateriali) (B.10.b materiali)

2) PLUSVALENZE (+) E MIINUSVALENZE (-): nel momento di dismissione/vendita devo valutare il suo VCN (costo
storico – f.do ammortamento) utilità che quel bene deve ancora cedere e confrontarla con il valore di
cessione e confrontarlo con il prezzo di mercato dello stesso. Rilevare di conseguenza una plusvalenza
(componente positiva di reddito) o un minusvalenza (componente negativa di reddito) a seconda dei casi
Presenti rispettivamente nelle voci: altri ricavi e proventi/oneri diversi di gestione

3) SVALUTAZIONI: Presenti alla voce: ammortamenti e svalutazioni (B.10.c) ->VALORE DUREVOLE < VCN

4) RIPRISTINI DI VALORE: (ripristino della svalutazione) Presenti alla voce: Altri ricavi e proventi
Valutazioni delle immobilizzazione materiali e immateriali
NAZIONALE:
- Le immobilizzazioni sia materiali che immateriali sono iscritte al costo di acquisto o di produzione
- Il costo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la residua possibilità di
utilizzo
- L’immobilizzazione che alla data di chiusura dell’es abbia un valore durevole < VCN deve essere iscritta al
valore durevole. (svaluto e eventualmente ripristino dopo)
INTERNAZIONALE
- Accetta il criterio del costo ammortizzato
- Introduce il modello della rideterminazione: verifico periodicamente il fair value e alla data di bilancio
iscrivo il bene al suo fair value e opero la rispettiva svalutazione/rivalutazione
Esiste un valore soglia (sempre valore di prima iscrizione) : tutto ciò che succede sotto tale valore (sia
svalutazione che rivalutazione) vanno in conto economico, tutto ciò che succede sopra va in OCI.
Specificità nella valutazione
1) IMBALLAGGI DA RIUTILIZZARSI
Se di ammontare rilevante vanno capitalizzati e ammortizzati

2) PEZZI DI RICAMBIO
- Acquisti normali: sono di uso ricorrente e vengono contabilizzati come acq. Materie prime
- Rilevante costo unitario uso ricorrente: capitalizzo (carico il prezzo sul costo del bene)
- Rilevante costo unitario e uso molto ricorrente: rimanenze -> ciò che consuma sarà rilevato il CE, il resto
lo trovo capitalizzato.
Determinazione costo di acquisto/produzione
NAZIONALE
Il COSTO DI ACQUISTO è quello che rilevo sulla fattura + eventuali costi accessori. Se ci sono costi che si riferiscono
all’acquisto di quell’immobilizzazione li posso capitalizzare ad una condizione: la loro capitalizzazione non ecceda il
fair value di quel bene.
Il COSTO DI PRODUZIONE: quando mi realizzo il macchinario internamente: può comprendere tutti i costi
direttamente imputabili al prodotto e altri costi per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto.
INTERNAZIONALE
Nel caso di pagamento differito: valuto al costo ammortizzato utilizzando i flussi finanziari futuri al tasso di interesse
di mercato più gli oneri accessori
Trattamento degli oneri finanziari
È possibile che per produrre un’obbligazione io debba sostenere un’immobilizzazione.
Gli oneri finanziari sono un costo correlato all’acquisto? La risposta è diversa nel caso di trattamento internazionale o
civilistico
INTERNAZIONALE (IAS 23): si devono capitalizzare gli oneri finanziari che sono direttamente imputabili
all’acquisizione, alla costruzione o alla produzione di un bene che giustifica una capitalizzazione in quanto parte del
costo del bene stesso. Condizioni:
1) Probabilità di benefici economici futuri
2) Possono essere attendibilmente determinati
NAZIONALE (OIC 16): è possibile capitalizzare gli oneri finanziari purché siano direttamente imputabili alla
produzione. Condizioni:
1) Oneri effettivamente sostenuti, oggettivamente determinabili e entro il valore recuperabile del bene
(criterio prudenza)
2) Riconoscimento di una quota di un indebitamento generico destinata a finanziare le produzione di
quell’immobilizzazione
3) Sono capitalizzabili solo gli interessi maturati su beni che richiedono un periodo di costruzione
significativo (correlazione tra tempo di produzione e scadenza del debito)
Conviene capitalizzare gli oneri finanziari perché li spalmo su un arco temporale maggiore.
Costi successivi all’acquisizione
Manutenzioni
ORDINARIA o che serve a rispristinare la normale vita del bene va contabilizzata in CE -> non si capitalizza
STRAORDINARIA:
NAZIONALE: va capitalizzata se aumenta almeno uno tra:
1) Vita utile
2) Utilità
3) Condizioni di sicurezza
IAS: il costo sia iniziale che successivo va rilevato tra le attività che sono presenti i soliti due requisiti: benefici futuri e
costo attendibilmente determinato
Le rivalutazioni
NAZIONALE: Non sono ripristino di valore. Consentono di aumentare il valore del cespite in virtù di una legge che ti
consente di farlo (solitamente di natura tributaria)
I maggiori ammortamenti che derivano da questa rivalutazione sono deducibili se la manovra è espansiva in altri casi
può essere richiesto di pagare un’imposta sostitutiva per rendere quella differenza fiscalmente riconoscibile ->
affranco il maggior valore del bene IMPOSTE CORRENTI = IMPOSTE DI COMPETENZA
L’aumento di valore di un cespite (dare SP) in contropartita è RISERVA DI RIVALUTAZIONE (avere SP). Le rivalutazioni
non transitano per CE.
INTERNAZIONALE: modello della rideterminazione del valore
- Dopo la rilevazione iniziale, possono essere iscritti in bilancio al fair value alla data di rideterminazione del
valore (da applicare all’intera classe di immobilizzazioni)
- Le rideterminazioni devono essere effettuate con una regolarità per garantire che il valore di fine esercizio
sia molto simile al fair value
- Tutto ciò che accade sotto il valore soglia viene rilevato in CE (sia positivo-> rivalutazioni che negativo->
svalutazioni)
- Tutto ciò che accade sopra il valore soglia va rilevato in OCI e è correlato all’utilizzo di una RISERVA DI
RIVALUTAZIONE: se sto rivalutando creo/incremento la riserva, se sto riducendo il valore, e avevo creato una
riserva, la svuoto-> questa operazione non viene rilevata in CE perché opero comunque sopra soglia.
Nb: le riserve di rivalutazione sono UTILI POTENZIALI.
Ammortamento
l’ammortamento è un metodo sistematico e razionale per ripartire nel tempo il costo pluriennale attraverso la
contabilizzazione di quote -> indipendentemente dal risultato di esercizio (anche se sono in perdita)
L’ammortamento è funzionale
- a dare una rappresentazione veritiera e corretta
- a dare una giusta valutazione delle immobilizzazioni (creare un sistema di ammortamento che mi consenta a
fine anno di rilevare un VCN simile al valore di mercato
- il fondo ammortamento assume un secondo significato: ciò che dovrei pagare per ripristinare il valore
iniziale
IAS: dicono sostanzialmente la stessa cosa ma fatto riferimento a quanta utilità è stata tratta per generare benefici
economici futuri
Valore da ammortizzare
CODICE CIVILE: il costo delle immobilizzazioni (valore iniziale + costi accessori o costi direttamente imputabili) va
sistematicamente ammortizzato
OIC 16:
IAS 16: il valore residuo è il valore stimato che si potrebbe ricevere in quel momento (fair value) dalla dismissione. Il
valore attuale della stima dei costi di smantellamento e una componente del costo da ammortizzare
Periodo
NAZIONALE: Il codice civile indica che il periodo di ammortamento è pari alla residua possibilità di utilizzazione
(cessione di utilità o durata economica) non si fa riferimento alla durata fisica.
DURATA ECONOMICA < DURATA FISICA
INTERNAZIONALE: per le attività immateriali la vita utile è da ritenersi indefinita in assenza di contratto/limite
temporale
Anche l’avviamento non viene ammortizzato.
Determinazione delle quote
Il costo delle immobilizzazioni deve essere sistematicamente ammortizzato in relazione con la loro residua possibilitù
di utilizzazione
1) proporzionalmente all’utilizzo
2) in base al tempo
Valore durevole di fine esercizio
Alla fine di ogni anno si deve confrontare il VCN con il VALORE DUREVOLE di fine esercizio, quest’ultimo è il valore
che mi aspetto di poter recuperare a fine esercizio da quell’immobilizzazione e pertanto contabilmente si tratta di un
VALORE RECUPERABILE se dismettessi o vendessi il bene.
Il VALORE RECUPERABILE è il maggiore tra il FAIR VALUE e il VALORE D’USO
Confronto il VCN con il VALORE RECUPERABILE se
- VCN < VR -> non faccio nulla
- VCN > VR -> procedo a svalutazione
Il problema che mi dorò porre a fine anno è stimare il valore d’uso e trovare il valore corrente (fair value) poi
mettere a confronto con il valore contabile netto il più alto dei due.

Il VALORE D’USO è il valore attuale dei flussi di cassa che l’unità generatrice dei flussi di cassa sarà in grado di
generare.
La CASH GENERATING UNIT (definizione IFRS): è il perimetro più piccolo all’interno dell’azienda a cui posso
ricondurre la generazione di un flusso di cassa. Es uno stabilimento
NB: una CGU non può mai essere più grande di un settore operativo
Il valore d’uso perciò non verrà mai stimato per un singolo bene ma per un insieme di beni (all’interno della CGU
sono presenti molti beni). Poi si dovrà confrontare il fair value di quell’insieme di beni con il valore d’uso di quello
stesso insieme di beni.
Questo viene chiamato IMPAIRMENT TEST, questo test è di fondamentale importanza perché mi consente di capire
le discrepanze tra il fair value e il valore d’uso. Se il valore corrente è molto basso attraverso questo test riesco a
comprendere se il mio valore d’uso è più elevato grazie alla mia capacità di generare flussi. Se questa capacità non è
testata stiamo ricadendo in una delle cause che porta alla svalutazione
IMPAIRMENT TEST È LA VERIFICA DI TENUTA DI DETERMINATE POSTE TRA CUI L’AVVIAMENTO è considerato
superato se il valore d’uso > prezzo
Sia l’OIC che gli IAS trattano di ATTIVITÀ o CGU.
Se il VCN > VALORE RECUPERABILE dovrò precedere a svalutazione, prima di tutto si svaluta l’avviamento poi per
l’eventuale parte residua svaluto gli altri beni.
Una volta svalutato l’avviamento non può più essere ripristinato mentre gli altri beni si.
Motivi di svalutazione delle immobilizzazioni
INTERNAZIONALE: suddivide in fenomeni
- di natura interna
riduzione valore di mercato
aumento tassi di interesse (effetto su attualizzazione)
VCN > capitalizzazione di mercato

- di natura esterna
obsolescenza
prestazioni inferiori alle aspettative
NAZIONALI: sostanzialmente gli stessi indicatori ma non distingue fenomeni di natura interna/esterna
Ripristino del precedente svalutazione
Qualora vengano meno le cause che hanno determinato la precedente svalutazione (es: riduzione valore di mercato,
aumento tassi di interesse, sotto prestazioni…) posso procedere al ripristino di valore.
PER L’AVVIAMENTO NON È CONSENTITO NESSUN RIPRISTINO DI VALORE.
Il limite entro al quale si può procedere al ripristino è il valore che quell’attività avrebbe avuto se quella svalutazione
non avesse mai avuto luogo.
L’importo massimo ripristinabile = precedente svalutazione.
È importante nel caso di svalutazione tenere in memoria extra contabilmente del piano di ammortamento originario
che mi servirà se viene meno la causa della svalutazione.
Modalità:
1) il valore non deve superare il valore contabile netto che si sarebbe ottenuto in assenza di svalutazione

2) il valore massimo ripristinabile è pari alla svalutazione precedentemente registrata

3) nel caso di unità generatrice di flussi di cassa il ripristino va attribuito ai beni diversi dall’avviamento in modo
proporzionale al loro valore contabile.

Implicazione fiscale della svalutazione


La svalutazione è deducibile?
La svalutazione non è fiscalmente deducibile.
Sicuramente è un costo che graverà negativamente sull’utile di esercizio e le imposte di competenza saranno
inferiori.
Il momento in cui una svalutazione diventa deducibile è il momento in cui realizzo quell’attività: per realizzo si
intende dismissione o vendita (attività per imposte anticipate).
LEASING
Contratto per mezzo del quale il locatore trasferisce al locatario, in cambio di un canone di locazione, il diritto
all’utilizzo di un bene per un periodo di tempo stabilito.
Si possono distinguere 2 tipologie di contratto:
- LEASING OPERATIVO: qualsiasi contratto di locazione differente da quello finanziario

- LEASING FINANZIARIO: richiede che ci siano 5 indicatori:


1) Trasferimento della proprietà al termine -> ci deve essere l’opzione di acquisto
2) Il prezzo di acquisto a scadenza deve essere sufficientemente inferiore al fair value (prezzo di mercato)
3) La durata del contratto deve coprire la maggior parte della vita utile del bene
4) All’inizio del contratto il valore attuale dei pagamenti dovuti deve essere almeno uguale al fair value
5) Natura particolare del bene locato
OIC e IFRS prendono in considerazione due diversi metodi alternativi di contabilizzazione del leasing:
- CRITERIO PATRIMONIALE (prevale la forma sulla sostanza)
si osserva rigidamente la forma del contratto, secondo la quale il bene resta di proprietà al locatore fino
all’eventuale riscatto -> il locatario si limita a rilevare i canoni pagati e di competenza

- CRITERIO FINANZIARIO (prevalenza della sostanza sulla forma)


Non da valore a come io stia finanziando quell’immobilizzazione ma al fatto che io la stia effettivamente
utilizzando come se fosse mia
Il locatore contabilizza l’operazione come se avesse ceduto il bene e avesse erogato un finanziamento al
locatario
Il locatario contabilizza l’operazione come se avesse contratto un finanziamento (da iscrivere nel passivo
rilevando in CE gli interessi passivi) e con questo finanziato l’acquisto del bene in leasing (da iscrivere tra le
attività e ammortizzare)
NB: devo stimare un valore di iscrizione e poi comincio ad ammortizzarlo, ogni canone pagato è una
diminuzione del debito rilevato al momento del contratto.
Leasing secondo la normativa nazionale
La normativa nazionale storicamente predilige il criterio patrimoniale anche se lascia la facoltà di utilizzare quello
finanziario. Nel codice civile viene disciplinato che, qualora decidessi di applicare il criterio patrimoniale, è necessario
indicare in nota integrativa quali sarebbero i risvolti contabili se applicassi il criterio finanziario: inserimento piano di
ammortamento del leasing finanziario.
Nel 2019 è entrato in vigore IFRS16 che introduce per tutti i contratti di locazione un nuovo criterio: il criterio
dell’ammortamento del diritto d’uso.

Leasing secondo la normativa internazionale


IFRS 16:
il locatore deve distinguere i contratti di leasing operativo da quelli di leasing finanziario (trattazione contabile
diversa)
1) il leasing finanziario trasferisce sostanzialmente tutti i rischi e i benefici connessi alla proprietà di un’attività
sottostante
2) il leasing operativo sostanzialmente non trasferisce tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà di
un’attività sottostante
3) per il leasing operativo rileva i canoni leasing operativi come proventi con un criterio a quote crescenti o
secondo un altro criterio sistematico (criterio patrimoniale)
4) per il leasing finanziario rileva nel prospetto della situazione patrimoniale- finanziaria le attività detenute e
le espone come credito ad un valore uguale all’investimento netto nel leasing (criterio finanziario)
Per il locatario non vi è distinzione tra leasing operativo e finanziario: deve in ogni caso rilevare l’attività
consistente nel diritto di utilizzo e la passività del leasing (criterio finanziario).
Leasing secondo il criterio finanziario
Determinazione dei valori iniziali
Alla data di decorrenza del leasing il locatario deve rilevare due valori:
1) l’attività consistente nel diritto di utilizzo
2) la passività del leasing
PASSIVITÀ DEL LEASING (Base di calcolo per calcolare la consistenza dell’attività)
- va valutata al valore attuale dei pagamenti dovuti per il leasing (anche il prezzo di opzione) con esclusione
del maxi canone
- i pagamenti dovuti devono essere attualizzati utilizzando il TIR se determinabile, altrimenti il suo tasso di
finanziamento marginale (buona approssimazione)
NB: la passività iniziale sarà man mano estinta per il pagamento delle rate; aumenterà di anno in anno per gli
interessi impliciti e diminuirà per il canone. Alla fine arriverà a 0 togliendo il prezzo di riscatto
La passività del leasing deve essere iscritta nel prospetto della situazione patrimoniale finanziaria tra le passività (o
con separate iscrizione o con indicazione nelle note)
ATTIVITA CONSISTENTE NEL DIRITTO D’USO deve essere valutata al costo che comprende
1) importo della valutazione iniziale della passività del leasing
2) maxicanone
3) costi iniziali diretti
4) stima dei costi che il locatario dovrà sostenere per lo smantellamento e la rimozione dell’attività e per il
ripristino del sito
NB: l attività iniziale non si modifica più -> diventa il costo storico al quale riferire gli ammortamenti.
L’attività consistente nel diritto di utilizzo deve essere iscritta nel prospetto della situazione patrimoniale finanziaria
tra le attività (o con separate iscrizione o con indicazione nelle note)
Valutazione successive
ATTIVITÀ CONSISTENTE NEL DIRITTO DI UTILIZZO
- si applica il modello del costo
-
CREDITI
Criterio del costo ammortizzato: cosa sia necessario fare per dare una giusta valutazione che preveda la prevalenze
della sostanza sulla forma per le poste di credito.

I crediti si trovano all’interno dell’attivo dello stato patrimoniale e si suddividono in


- Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti: crediti per sottoscrizione di capitali già avvenuti qualora la
quota non sia ancora stata versata
- Immobilizzazioni: immobilizzazione finanziarie con separata indicazione per quelli esigibili entro l’esercizio
successimo -> in questa sezione trovo i crediti finanziari (somme prese a credito con finalità di
finanziamento)
- Attivo circolante: tutti i crediti non finanziari
 Verso clienti -> crediti commerciali
 Crediti verso il gruppo
 Crediti tributari
 Imposte anticipate -> conto attività per imposte anticipate
All’interno del conto economico trovo i riflessi che si hanno per valutazioni di crediti successive alla prima iscrizioni.
Condizioni per l’iscrizione in bilancio
OIC 15:
- Vendita di BENI: il processo produttivo è stato completato e si è verificato il passaggio sostanziale del titolo
di proprietà (trasferimento rischi e benefici) mobili -> consegna; immobili -> atto notarile

- Vendita di SERVIZI: il servizio è reso (la prestazione è stata effettuata)

- Operazioni di FINANZIAMENTO: quando sussiste la titolarità a riscuotere il credito, cioè se rappresentano


veramente obbligazioni di terzi verso l’impresa

La cessione
OIC 15: con riferimento alla cessione dei crediti (anche in forma di cambiali):
1) Il credito può essere cancellato solo quando la titolarità dei diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti
dal credito è traferita e con essa sono trasferiti sostanzialmente tutti i rischi inerenti
2) Se la cessione del credito non comporta la sua cancellazione dal bilancio perché la società non a trasferito
sostanzialmente tutti i rischi, il credito che rimane iscritto in bilancio è assoggettato alle regole generali di
valutazione
3) Nel caso di anticipazione di una parte del corrispettivo pattuito da parte del cessionario, in contropartita
dell’anticipazione ricevuta di iscrive un debito di natura finanziaria
4) I crediti (non ceduti ma) traferiti solo per la riscossione vanno mantenuti nell’attivo fino a scadenza (es:
ricevute bancarie)
È possibile distrarre un credito dalla nostra contabilità solo quando trasferisco tutti i rischi legati all’incasso di quel
credito. Se io rimango in solido rispetto all’incasso di quel credito, cioè alla solvibilità di chi mi deve questi soldi, non
posso stralciare il credito.
Meccanismo salvo buon fine prevede che nonostante vi sia un incasso sia necessario tenere iscritto il credito
fintanto che non sia stato completamente estinta anche da parte che chi interviene tra me e il mio debitore (rivedo
quando è possibile eliminare un credito dal mio piano contabile)
Principi generali di valutazione
CODICE CIVIE:
I crediti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale e
del valore di presumibile realizzo.
NB: Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata e le microimprese, in deroga¸ hanno la facoltà di iscrivere
in bilancio i crediti al valore di presumibile realizzo. (valore originario del credito al netto di eventuali svalutazioni)
NB: il criterio del costo ammortizzato deve tenere in considerazione anche il principio di rilevanza: pertanto può non
essere applicato se gli effetti sono irrilevanti; ciò è presumibile se i crediti sono a breve
Condizione per applicare questo criterio:
1) Non ci siano interessi espliciti
2) Scadenza medio-lunga del credito
3) Che ci sia un prezzo a pronti: vale solo per gli OIC, la disciplina nazionale applica il punto successivo
4) Ci sia un tasso di mercato ragionevole per operare l’attualizzazione del credito
Per la definizione di costo ammortizzato il CC rimanda ai principi contabili internazionali.
IFRS 9:
Rilevazione iniziale: al fair value (+ i costi dell’operazione direttamente attribuibili) salvo i crediti commerciali che
non hanno una significativa componente di finanziamento da valutare al prezzo dell’operazione
Rilevazioni successive: con il criterio del costo ammortizzato
il criterio del costo ammortizzato ha la capacità di attribuire per competenza gli effetti economici delle eventuali
differenze tra il valore iniziale e il valore a scadenza del credito.

Il valore di presumibile realizzo


IFRS:
Tenendo conto del fattore temporale, per i crediti a breve, se vi sono differenze di altro tipo tra il valore iniziale e il
valore a scadenza, l’applicazione del criterio del costo ammortizzato si esaurisce nelle eventuali svalutazioni da
operare per tener conto del minore valore di realizzo. -> valutazione al valore di presumibile realizzo
OIC:
Al fine di considerare il valore di presunto realizzo dei crediti essi vanno rappresentati in bilancio al netto del fondo
svalutazione crediti. Un credito deve essere svalutato nell’esercizio in cui si ritiene probabile che il credito abbia
perso valore.
Al fine di stimare il fondo svalutazione crediti si deve valutare se sussistano gli indicatori che facciano ritenere
probabile che un credito abbia perso valore.
Il presenza di un numero limitato di crediti -> la verifica è effettuata per ogni singolo credito
In presenza di numerosi crediti -> la verifica può essere effettuata a livello di portafoglio di crediti
Il fondo svalutazione crediti accantonato alla fine dell’esercizio è utilizzato negli esercizi successivi a copertura di
perdite realizzate sui crediti.
TUIR: le perdite su crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso se il debitore è
assoggettato a procedure concorsuali.
Gli interessi di mora concorrono alla formazione del reddito nell’esercizio in cui sono percepiti.
Valutazione al valore di presumibile realizzo NAZIONALE
Valutazione iniziale: al valore nominale
Costi di transazione sono rilevati tra i risconti attivi e ammortizzati a quote costanti
Valutazione successiva: al valore nominale + interessi maturati – incassi ricevuti – eventuali svalutazione
Gli sconti di cassa sono rilevati al momento dell’incasso come oneri di natura finanziaria
Il costo ammortizzato: il valore iniziale
INTERNAZIONALE
Nella valutazione iniziale dei crediti secondo il criterio del costo ammortizzato il valore di rilevazione iniziale è il fair
value.
1) CASO IN CUI IL BENE HA UN PREZZO PROPRIO (es: 8.6.0)
Il fair value è il prezzo che il cliente avrebbe pagato per i beni o servizi in caso di pagamento in contanti
1) scorporo componente finanziaria (valore fattura – prezzo a pronti)
2) suddivido la componente finanziaria tra gli esercizi -> calcolo proventi impliciti
3) rilevo le scritture
2) IL BENE NON ABBIA UN PREZZO PROPRIO MA ESISTE UN TASSO DI MERCATO PER STIMAR IL VA (es: 8.6.1)
Il fair value si calcola attraverso tecniche di valutazione: il fair value di un credito a lungo termine è il valore attuale
di tutti gli incassi futuri attualizzati utilizzando il tasso di interesse di mercato
1) trovo VA
2) calcolo proventi impliciti e suddivido in quote
3) rilevo scritture

3) CASO DELL’IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO


Questo è un caso particolare perché l’IVA viene calcolata sul valore nominale del credito non su quello attuale e deve
essere interamente versata il 16 del mese successivo. Pertanto la componente finanziaria che matura non può
essere scontata dall’IVA.
All’interno della quota IVA è presente una componente che può essere paragonata a un onere finanziario -> la quota
di IVA che si riferisce alla componente finanziaria diventa una rinuncia iniziale a risorse liquide.
Il procedimento da seguire è:
1) scorporo sia dalla componente ricavo che dalla componente IVA i proventi finanziari, la somme di questi 2 mi
da l’ammontare totale della componente finanziari presente su quel credito
2) suddivido in quote le 2 componenti finanziari -> attribuisco giusta competenza
3) registrazioni contabili:
- allo stacco della fattura: vendita con IVA a debito
- successivamente scorporo dalle vendite la componente finanziaria relativa alle vendite, quella relativa all’IVA non
la posso scorporare dall’IVA a debito perché l’IVA dovrà essere versata all’erario per l’importo totale; la
contabilizzo come un onere finanziario (rinuncio a risorse liquide)
- la contropartita alle scrittore precedenti è lo scorporo per l’importo totale dal credito
- al 31/12 mi preoccupo di aggiornare il valore del credito verso cliente sommando tutti i proventi finanziari
maturati, sia con riferimento alla quota delle vendite sia per la parte relativa all’IVA (proventi -> crediti)
NAZIONALE
L’OIC non considera la valutazione iniziale al fair value -> il valore di rilevazione iniziale di un credito valutato al
costo ammortizzato è determinato
1) dal valore attuale dei flussi finanziari futuri (se tasso di interesse di mercato e quello desumibile dalle
condizioni contrattuali sono significativamente diversi)
2) valore nominale + costi direttamente attribuibili alla transazione

Valutazione successive
valore contabile del credito + interessi effettivi (TIR) maturati – incassi ricevuti – eventuali svalutazione
Il costo ammortizzato: applicazione ai crediti finanziari (esercizio 8.8)
Lo stesso procedimento si applicata anche ai crediti finanziari a media/lunga scadenza con interessi impliciti
OIC 15: la differenza tra il valore a scadenza e il valore di oggi del credito è rilevata tra gli oneri finanziari del conto
economico al momento della prima rilevazione. -> accetto di rinunciare agli interessi finanziari perché mi tolgo
momentaneamente la disponibilità ad averli ma mi aspetto che mi tornino di anno in anno sotto forma di proventi.
1) erogo finanziamento -> diminuisce la banca per l’importo finanziato ma tra i crediti posso iscrivere sono il
valore attuale di quel credito, la differenza tra i 2 importi viene rilevata tra gli oneri finanziari
2) al 31/12 rilevo i proventi maturati
Crediti e debiti in valuta estera
Ogni qualvolta io tenga rapporti commerciali - finanziari con un soggetto che non utilizza la mia stessa valuta vengo
assoggettato al rischi di cambio.
Bisogna distinguere i componenti economici da quelli finanziari.
Sia per la disciplina nazionale che per quella internazionale tutto quello che viene classificato come valore
economico una volta iscritto non verrà più aggiornato con riferimento ai tassi di cambio
Tutto quello che riguarda valori finanziari dovrà essere aggiornato
Valutazione iniziale
VALORI ECONOMICI
CODICE CIVILE
I ricavi e i proventi, i costi e gli oneri relativi a operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente
alla data nella quale la relativa operazione è compiuta -> vengono registrati in conto economico con il cambio
corrente e non vengono più aggiornati
INTERNAZIONALE
Un’operazione in valuta estera deve essere registrata, al momento della rilevazione iniziale nella valuta funzionale,
applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti in vigore alla data dell’operazione, che va intesa
come la data in cui l’operazione si qualifica per la prima volta per la rilevazione.
Per motivi pratici viene spesso utilizzato il cambio medio settimanale o mensile per le operazioni in valuta estera
avvenute nello stesso periodo.
La valuta funzionale è la valuta dell’ambiente economico prevalente in cui l’azienda opera. (di fatto è ciò che chiama
il codice civile come valuta estera)
Valutazioni successive
VALORI FINANZIARI
La disciplina nazionale e quella internazionale disciplinano che le attività e le passività in valuta devono essere iscritte
in SP con dati aggiornati secondo il tasso al 31/12.
La cosa che cambia è che secondo la disciplina nazionale le differenze tra il valore originario e il valore aggiornato al
tasso di chiusura vanno iscritte in un’apposita riserva non distribuibile fino a che non si realizza (reddito effettivo)

CODICE CIVILE
Le attività e le passività monetarie in valuta sono iscritte il SP al cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio;
i conseguenti utili o perdite su cambi -> devono essere imputati al conto economico
l’eventuale utile netto -> è accantonato in apposita riserva NON distribuibile fino al realizzo

INTERNAZIONALI
Tutti gli elementi monetari in valuta vanno valutati al cambio di chiusura; le differenze di cambio vanno rilevate in
conto economico. (reddito potenziale)
Variazioni dei cambi dopo la chiusura dell’esercizio
CODICE CIVILE
La nota integrativa deve indicare eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi
successivamente alla chiusura dell’esercizio. Non posso cambiare i dati del 31/12 (SP è una FOTO)
Le perdite derivanti dalla variazione dei cambi verificatesi successivamente alla chiusura dell’esercizio e prima della
formazione del bilancio non vanno contabilizzate, in quanto di competenza dell’esercizio successivo, ma devono
essere indicate in nota integrativa le fluttuazioni anomale significative nei tassi di cambio.
INTERNAZIONALE
La variazione di cambio dopo la chiusura dell’esercizio non rappresenta un fatto che fornisce evidenze circa una
situazione già esistente alla data di chiusura, ma un fatto indicativo di una situazione sorta dopo la data, che
richiede una specifica informativa nei casi rilevanti
Rilevazione di utili e perdite su cambi al moneto dell’incasso/pagamento (es: 8.9)
Si rilevano gli utili o le perdite nei casi in cui i tassi di cambio sono variati rispetto ai valori vigenti:
- al momento della contabilizzazione (per i crediti e debiti sorti nello stesso esercizio)
- alla fine dell’esercizio precedente (per i crediti e i debiti sorti in precedenti esercizi)
il cambio è PIÙ FAVOREVOLE il cambio è meno FAVOREVOLE
- definitiva realizzazione degli utili già contabilizzati - rilevazione in CE di una perdita su cambi che
- liberazione di una parte corrispondente della indipendentemente compensa gli utili non
riserva realizzati rilevati nel precedente esercizio
- realizzazione di ulteriori utili da iscrivere in conto - va liberata la parte della riserva corrispondente agli
economico utili non realizzati precedentemente contabilizzati.
Riserva per utili su cambi non realizzati
Mobilitare una riserva significa prendere quote di un utile precedentemente realizzato e destinarle a una riserva.
Procedimento esercizio:
1) Registro la vendita estera (il conto vendita estero non verrà più aggiornato perché è un valore economico)
2) Al 31/12 aggiorno il valore della attività e delle passività in valuta estera -> rilevo gli utili su cambi e aumento
valore del credito
3) In n+1 devo destinare la parte degli utili su cambi dell’esercizio precedente(che non sono distribuibili perchè
non effettivamente realizzati) a riserva -> RISERVA UTILI SU CAMBI NON ANCORA REALIZZATI
4) In n+1 incasso il credito ma non modifico il valore della riserva, verrà aggiornato nel momento in cui rilevo
l’utile per il risultato netto tra gli utili e le perdite su cambi.
Funzionamento movimentazione della riserva utili su cambi non ancora realizzati
1) Prendo tutti i cred/deb in valuta che ho iscritto in origine e li confronto con il val. aggiornato a fine esercizio

2) valore complessivo netto di fine esercizio ≤ valore originario


-> la riserva precedentemente accantonata va stornata girando il suo importo a un RISERVA DISP. (FINE)

3) valore complessivo netto di fine esercizio > valore originario -> utile
-> la differenza rappresenta un UTILE SU CAMBIO NON ANCORA REALIZZATO

4) nel caso 3) confronto l’utile su cambio NAR con l’ammontare della riserva per utili su cambi NAR
5) UTILE NETTO SU CAMBI < RISERVA -> diminuisco la riserva girando l’importo a RISERVA DISPONIBILE
6) UTILE NETTO = RISERVA -> non effettuo alcuna rilevazione
7) UTILE NETTO > RISERVA -> aumento la RISERVA UTILI SU CAMBI NAR
NB: la riserva DEVE in ogni caso essere dello stesso valore degli utili su cambi NAR.
Le movimentazioni della RISERVA UTILI SU CAMBI NON ANCORA REALIZZATI avvengono una e una sola volta all’anno
e non avvengono nell’esercizio in cui avvengono gli utili/perdite su cambi, ma si eseguono contabilmente
nell’esercizio successivo, quando si va a destinare l’utile dell’esercizio precedente.
La riserva per utili NAR:
- Si forma per effetto della destinazione dell’utile d’esercizio (se c’è)

- L’importo che va accantonato non coincide con il valore che va esposto il conto economico

- Il primo accantonamento va determinato in ragione pari agli utili netti sulla valutazione delle attività e passività
monetarie in valuta considerando però il segno e l’importo del risultato d’esercizio

- Le rilevazioni successive (adeguamento della riserva) vanno effettuate considerando che:


 Alcune operazioni si saranno già concluse con l’incasso o il pagamento
 Per le operazioni che non si sono ancora concluse va utilizzato un tasso di fine esercizio che sarà
presumibilmente diverso da quello precedente
 Nel corso dell’esercizio saranno sorte altre partite in valuta la cui valutazione può concorrere alla
formazione della riserva.
Copertura dei rischi su cambi OIC
Esistono 2 modalità di copertura del rischi su cambi ognuna ha il suo relativo metodo di rilevazione contabile:
1) Assunzione di un FINANZIAMENTO in moneta estera attivo o passivo
Con questo metodo neutralizzo gli effetti del cambio perché al giorno in cui mi pagheranno io giro la stessa
somma alla banca
a) A fronte di un credito/ debito iscritto in bilancio (con reggente)
Si applicano le normali modalità di valutazione sia al credito o debito sia a quello che deriva dal finanziamento
b) A fronte di un impegno contrattuale (ordine) di acquisto o di vendita (senza reggente)
Lo strumento di copertura è valutato al cambio spot ad ogni data di chiusura di bilancio e la variazione
dell’esercizio è imputata alla RISERVA per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi -> utile/perdita
potenziale. Al termine della copertura il saldo della riserva è imputato in contropartita alla voce di conto
economico interessata dall’andamento coperto.

2) Stipula di un CONTRATTO FORWARD (acquisto o vendita a termine di moneta estera)


Con questo metodo scommetto sul tasso di cambio futuro al momento della riscossione/ pagamento.
a) A fronte di specifici debiti e/o crediti in moneta estera (stipulato contestualmente) (con reggente)
Lo strumento finanziario derivato va iscritto al fair value e le variazioni del fair value vanno imputate al conto
economico. Gli elementi oggetto di copertura sono valutati simmetricamente

b) A fronte di specifici debiti e/o crediti in moneta estera (stipulato successivamente) (con reggente)
La variazione del cambio nel periodo non coperto genera utili o perdite su cambi

c) A fronte di un impegno contrattuale (ordine) di acquisto o di vendita (senza reggente)


Lo strumento finanziario derivato va iscritto al fair value e le variazioni del fair value vanno imputate
direttamente ad una riserva positiva o negativa di patrimonio netto; la riserva è imputata al conto economico,
nella voce impattata dai flussi finanziari attesi, nella misura e nei tempi corrispondenti al verificarsi o al
modificarsi dei flussi di cassa dello strumento coperto o al verificarsi dell’operazione oggetto di copertura

NB: i titoli derivati di copertura devono essere valutati simmetricamente al reggente (SE PRESENTE A BILANCIO): il
mio credito non realizza nessuna perdita su cambi al 31/12 perché ho una valutazione simmetrica col derivato che si
sta apprezzando (invece di registrare una perdita su cambi registrerò la svalutazione del derivato).
Quando contraggo un finanziamento o un forward che si riferiscono alla copertura di flussi futuri (impegno
contrattuale) in bilancio non è presente nessun reggente e pertanto tutte le variazioni che intervengono non
passano mai per CE, ma vanno direttamente a costituire la RISERVA PER LA COPERTURA DEI FLUSSI FINANZIARI
ATTESI.
Solo nel momento il cui emetterò la fattura quell’effetto si registrerà in CE.

Implicazioni fiscali su utili e perdite su cambi


La valutazione secondo il cambio alla data di chiusura dell’esercizio dei crediti e debiti in valuta (anche sotto forma di
obbligazioni, di titoli cui si applica la disciplina delle obbligazioni ai sensi del codice civile o di altre leggi o di titoli
assimilati, non assume rilevanza.
Si tiene conto della valutazione al cambio della data di chiusura dell’esercizio della attività e delle passività per le
quali il rischio di cambio è coperto, qualora, contratti di copertura siano anche essi valutati in modo coerente
secondo il cambio di chiusura dell’esercizio
Io non posso registrare una perdita su cambi NAR, essa diventa quindi deducibile solo nel momento in cui si
realizzerà: la parte di perdita che non era deducibile prima lo diventerà nell’esercizio successivo tramite il conto
ATTIVITÀ PER IMPOSTE ANTICIPATE.
PATRIMONIO NETTO

Fondo di valori dato dalla differenza tra attività e passività. (PN =ATTIVO - PASSIVO)
In quanto differenza, è un valore di natura astratta, unico e inscindibile.
È possibile distinguere le sue parti ideali sulla base:
- Della modalità attraverso le quali il patrimonio si è formato

- Della funzione assegnata a determinate porzioni di patrimonio


CODICE CIVILE:
A) PATRIMONIO NETTO:
I. Capitale
II. Riserva da sovrapprezzo per azioni
III. Riserve di rivalutazione
IV. Riserva legale
V. Riserve statutarie
VI. Altre riserve, distintamente indicate
VII. Riserva per operazioni di copertura di flussi finanziari attesi
VIII. Utili (perdite) portati a nuovo
IX. Utile (perdita) dell’esercizio
X. Riserva negativa per azioni proprie di portafoglio
3 FOCUS:
1) CAPITALE -> Nel momento in cui costituisco una società mi verrà chiesto di operare dei conferimenti (natura
o denaro) a titolo di capitale costitutivo e di funzionamento -> fin dalla costituzione troviamo il capitale
sociale

2) RISERVA SOVRAPPREZZO PER AZIONI -> posta dove inserisco le differenze di valore che potrebbero
intervenire in futuro in caso di conferimenti straordinari o di aumento di capitale sociale.
Il capitale sociale ha come espressione contabile il suo valore nominale, ma economicamente il suo valore
potrebbe essere diverso (quando entra un nuovo socio gli chiedo di pagare il capitale nominale ma anche un
sovrapprezzo per giustificare il fatto che quel valore nominale rappresenta un valore economico maggiore) -
> RISERVA SUVR. PER AZIONI

3) All’interno del PN devo valorizzare anche le RISERVE NEGATIVE PER AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO:
secondo i principi internazionali tutti i titoli partecipativi in se stessi devono essere portate in diminuzione
del PN (se ho capitale si 1000 ma di questo sono riuscito ad acquistarmi 200 di azioni proprie il PN vale 800)

Il capitale
Porzione di PN che ha origine dalla sottoscrizione dei soci cui ammontare viene riportato nell’atto costitutivo.
Ha una funzione di tutela dei terzi -> codice civile
- Se si verifica una perdita di capitale, on possono essere distribuiti gli utili fino a che il capitale non sia stato
reintegrato o ridotto in misura corrispondente

- Le variazioni in aumento o in riduzione del capitale sono sottoposte a specifici obblighi di comunicazione.

Principali ipotesi di variazione del capitale previste dal CC:


1) aumento capitale a titolo oneroso 3) riduzione capitale

2) passaggio di riserve a capitale 4) riduzione di capitale per perdite


Aumento di capitale a titolo oneroso
L’aumento di capitale a titolo oneroso
1) non richiede per forza l’ingresso di nuovi soci -> potrebbe essere richiesto a i soci già esistenti di aumentare la
quota
2) la differenza tra un aumento a titolo oneroso o gratuito è che
l’aumento a titolo oneroso comporta sempre un conferimento di nuove risorse da parte dei soci -> PN cresce
L’aumento di capitale a titolo gratuito è la trasformazione di poste patrimoniali a capitale. (es non distribuisco gli
utili) -> PN rimane costante
CODICE CIVILE:
- In nessun caso il valore dei conferimenti può essere complessivamente inferiore all’ammontare globale del
capitale sociale.

- Non può essere eseguito un aumento di capitale fino a che le azioni precedentemente emesse non siano
interamente liberate

- La società non può sottoscrivere azioni proprie, se non in seguito ed autorizzazione dell’assemblea ad
esercitare il diritto di opzione spettante alla azioni proprie possedute e rispettando i vincoli previsti

- La società non può accordare, né fornire garanzie per l’acquisto o la sottoscrizione della azioni proprie

- I sottoscrittori della azioni di nuova emissione devono, all’atto della sottoscrizione, versare alla società
almeno il 25% del valore nominale delle azioni sottoscritte; se è previsto un sovrapprezzo, questo deve
essere integralmente versato all’atto della sottoscrizione

- Fino a che non viene pubblicata nel registro delle imprese l’attestazione da parte degli amministratori
dell’avvenuta sottoscrizione, l’aumento di capitale non può essere menzionato negli atti della società.

Fare un aumento di capitale oneroso significa aprire ai soci un periodo di sottoscrizione.


1) Se l’aumento a titolo oneroso è scindibile: indipendentemente che io raggiunga una sottoscrizione totale o
meno io avrò un aumento di capitale sociale per gli importi sottoscritti -> gli importi sottoscritti sono rilevati tra
ALTRE RISERVE (ad esempio nella voce riserva per versamenti in conto capitale): fanno effettivamente già parte
del PN dal momento della sottoscrizione.
NB: non posso utilizzare il conto CAPITALE SOCIALE ->diventerà capitale al momento dell’iscrizione al registro delle
imprese. (es: 9.1)
2) Se l’aumento a titolo oneroso è inscindibile: qualora non venga raggiunto il totale delle sottoscrizioni che mi ero
prefissato non avrò nessun aumento di capitale sociale (rimborso quanto già sottoscritto). Se raccolgo
sottoscrizioni quelle sottoscrizioni non sono già parte del patrimonio netto ma sono debiti verso i sottoscrittori
fintanto che non raggiungo il target prefissato. -> gli importi sottoscritti sono rilevati tra gli ALTRI DEBITI come
debito verso i sottoscrittori (es: DEBITI PER AZIONI SOTTOSCRITTE PER AMENTO DI CAPITALE) (es: 9.2)
Le 2 tipologie di aumento oneroso portano a 2 trattamenti contabili sia sostanzialmente che formalmente diversi.
SCINDIBILE: NON SCINDIBILE:
Versamento sovrappr. + 25% del capitale sottoscritto Versamento sovrappr. + 25% del capitale sottoscritto
contropartita: RISERVA VERS. AUMENTO DI CAPITALE contropartita: DEBITI PER AZIONI SOTTOSCRITTE
Fine periodo di sottoscrizione: Fine periodo di sottoscrizione:
Converto in ogni caso la riserva in - Ho raggiunto la somma prefissata
-> come scindibile
CAPITALE SOCIALE e RISERVA SOVR. PER AZIONI
- Non ho raggiunto la somma prefissata
diminuisco debito e chiudo crediti verso soci
chiudo debito e diminuisco banca
Passaggio di riserve a capitale (aumento di capitale a titolo gratuito)
CODICE CIVILE:
- L’assemblea straordinaria può aumentare il capitale imputando a capitale la parte disponibile delle riserve e
degli altri fondi iscritti in bilancio

- Le azioni di nuova emissione devono avere le stesse caratteristiche di quelle in circolazione, e devono essere
assegnate gratuitamente agli azionisti in proporzione di quella da essi già possedute

- L’aumento di capitale può attuarsi anche mediante aumento del valore nominale delle azioni in circolazione
Rilevazione contabile dal momento dell’iscrizione della delibera assembleare nel registro delle imprese.

Riduzione di capitale
CODICE CIVILE:
- Riduzione sia mediante liberazione dei soci da parte dell’obbligo dei versamenti ancora dovuti, sia mediante
rimborso del capitale ai soci, nei limiti imposti dal rispetto dell’ammontare minimo.

- Da effettuarsi con modalità tali che le azioni proprie eventualmente possedute dopo la riduzione dalle
società che fanno ricorso al mercato del capitale non eccedano la quinta parte del capitale

- La deliberazione può essere eseguita soltanto dopo 90 giorni dal giorno dell’iscrizione nel registro delle
imprese, purché entro questo limite nessun creditore sociale anteriore all’iscrizione abbia fatto opposizione

- Il tribunale, quando ritenga infondato il pericolo di pregiudizio per i creditori oppure la società abbia
prestato idonea garanzia, dispone che l’operazione abbia luogo nonostante l’opposizione

Anche acquisto di azioni proprie e successivo annullamento.

Riduzione di capitale per perdite


CODICE CIVILE:
- Quando risulta che il capitale è diminuito di oltre 1/3 in conseguenza di perdite, gli amministratori o il
consiglio di gestione, e nel caso di loro inerzia il collegio sindacale ovvero il consiglio di sorveglianza, devono
senza indugio convocare l’assemblea per gli opportuni provvedimenti. All’assemblea deve essere sottoposta
una relazione sulla situazione patrimoniale della società.
Se entro l’esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di 1/3, l’assemblea ordinaria o il
consiglio di sorveglianza che approva il bilancio di tale esercizio deve ridurre il capitale in proporzione delle
perdite accertate.

- Se, per la perdita di oltre 1/3 del capitale, questo si riduce al disotto del minimo legale (50.000€ per le SpA),
gli amministratori o il consiglio di gestione e, in caso di loro inerzia, il consiglio di sorveglianza devono senza
indugio convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale ed il contemporaneo aumento del
medesimo ad una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione della società

Altre ipotesi di variazione del capitale previste dal CC


1) recesso di soci
2) esclusioni di soci (nelle Srl)
3) riscatto di azioni
4) adeguamento dell’ammontare del capitale al minor valore dei conferimenti in natura
5) decadenza socio moroso
6) mancato rispetto delle norme relativa all’acquisto di azioni proprie
Riserva da sovrapprezzo per azioni
Deriva dall’emissione di nuove azioni a un valore superiore a quello nominale -> RISERVA DI CAPITALE
TUIR: I sovrapprezzi di emissione della azioni o quote… versati dai sottoscrittori di nuove azioni o quote non
concorrono alla formazione del reddito
CODICE CIVILE:
Le somme percepite dalla società per l’emissione di azioni ad un prezzo superiore al loro valore nominale, ivi
comprese quelle derivate dalla conversione di obbligazioni, non possono essere distribuite fino a che la riserva legale
non abbia raggiunto 1/5 del capitale sociale
La riserva da sovrapprezzo accoglie anche le differenze che emergono dalla conversione di obbligazioni convertibili
OIC 28: sulla conversione in azioni di obbligazioni convertibili:
- Al momento dell’esercizio del diritto di opzione si ha l’eliminazione del valore contabile del prestito obblig,
per la parte per la quale è stato esercitato il diritto di opzione e un corrispondente aumento di PN

- Valore nominale delle obb convertite > valore azioni emesse -> eccedenza a RISERVA SOVRAPPREZZO AZIONI

- Valore nominale > valore contabile delle obbligazioni convertite -> differenza a PATRIMONIO NETTO
NB: La contabilizzazione di un prestito obbligazionario convertibile è diversa da quella di uno ordinario perché
all’interno del prestito obbligazionario convertibile di fatto si trova un titolo derivato passivo (diritto di opzione di
convertire un titolo di debito in un titolo di rischio) che deve trovare separata indicazione con tutte le regole di
contabilizzazione dei titoli derivati.
NB: le riserve possono essere di CAPITALI o di UTILI
RISERVE DI CAPITALI: tutte quelle che derivano da raccolte di capitale/rivalutazioni
RISERVE : tutte quelle che vanno a formarsi a seguito di una destinazione di utili precedenti

Riserve di rivalutazione
Accolgono il maggior valore che viene assegnato alle poste patrimoniali in sede di rivalutazione fuori esercizio ->
RISERVE DI CAPITALE
La rivalutazione non è ammessa in via ordinaria, ma solo attraverso:
1) l’emanazione di leggi speciali (rivalutazione monetaria) che normalmente prevedno l’indisponibilità delle
riserve di rivalutazione, se non in seguito a specifici adempimenti legali e tributari
2) il ricorso ai casi eccezionali (rivalutazione economica) -> non deve essere effettuata se incompatibile con una
rappresentazione veritiera e corretta

Riserva legale
CODICE CIVILE: dagli utili netti annuali deve essere dedotta una somma corrispondente al 5% di essi per costituire un
riserva, fino a che questa non abbia raggiunto 1/5 del capitale sociale -> RISERVA DI UTILI
- la riserva deve essere reintegrata se viene diminuita per qualsiasi ragione
- alcune leggi speciali prevedono per alcune categorie di imprese accantonamenti di diverso ammontare.

Riserve statutarie
Vanno accantonate in esecuzione degli obblighi di destinazione dell’utile previsti dallo statuto -> RISERVE DI UTILI
Se lo statuto prevede delle destinazioni specifiche si avranno una o più riserve specifiche, la cui destinazione (salvo
che per la copertura delle perdite) può essere mutata solo attraverso una modifica statutaria.
Il loro dettaglio dovrà essere fornito in nota integrativa.
Modalità di utilizzo contabile delle riserve statutarie (oppure accantonate per volontà dell’assemblea) destinate:
- a coprire perdite
- alla distribuzione di utili ai soci
- al rinnovamento degli impianti
Altre riserve
1) Riserve di utili formate per decisione dell’assemblea
- Riserva facoltativa (o riserva straordinaria)

- Riserve diverse destinate a specifiche funzioni

2) Riserve di capitale relative a versamenti dei soci o di altri soggetti


- Versamenti in conto aumento capitale (scindibile)

- Versamenti in conto futuro aumento di capitale

- Versamenti in coto capitale (apporti non specifici)

- Versamenti a copertura perdite

3) Riserve da obblighi di natura civilistica


- Per utili conseguiti attraverso deroghe

- Per azioni o quote della controllante in portafoglio

- Per utili derivanti dall’applicazione del metodo del patrimonio netto per la valutazione delle partecipazioni

- Per utili su cambi non realizzati

4) Riserve da vincoli di natura fiscale


- Riserve in sospensione d’imposta previste da norme fiscali

5) Riserve da processi di trasformazione societaria


- Riserva di fusione (avanzo di fusione)

- Riserva di scissione (avanzo di scissione)

CODICE CIVILE: se dalla fusione emerge un avanzo, esso è iscritto ad apposita voce del PN, ovvero, quando
sia dovuto a previsione di risultati economici sfavorevoli, in una voce dei FONDI PER RISCHI ED ONERI.

Utili (perdite) portati a nuovo


UTILI PORTATI A NUOVO: sono assibilabili ad una riserva facoltativa
PERDITE PORTATE A NUOVO: rappresentano una componente negativa di PN
La distribuzione di utili è soggetta ai seguenti vincoli civilistici:
1) Deve esserci una delibera dell’assemblea
2) Non possono essere pagati dividenti sulle azioni, se non per utili realmente conseguiti e risultanti dal bilancio
regolarmente approvato
3) Se si verifica una perdita del capitale, non può farsi luogo a ripartizione di utili fino a che il capitale non sia
reintegrato o ridotto in misura corrispondente.
Altri vincoli per la distribuzione di acconti sui dividendi
Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio
CODICE CIVILE: sull’acquisto di azioni proprie:
- Una società che fa ricorso al mercato del capitale di rischio non può acquistare azioni proprie per un valore
nominale che ecceda la quinta parte del capitale sociale, tenendosi conto a tal fine anche delle azioni
possedute da società controllate.

- Una società non può acquistare azioni proprie se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve
disponibili risultati dall’ultimo bilancio regolarmente approvato

- L’acquisto deve essere autorizzato dall’assemblea, la quale ne fissa le modalità, indicando in particolare il
numero massimo di azioni da acquistare, la durata, non superiore ai 18 mesi, per la quale l’autorizzazione è
accordata, il corrispettivo minimo ed il corrispettivo massimo.

- L’acquisto di azioni proprie comporta una riduzione del PN di ugual importo, tramite iscrizione nel passivo
del bilancio di una rispettiva voce, con segno negativo

- Le azioni proprie sono rilevate in bilancio a diretta riduzione del PN

SCRITTURE CONTABILI: (es: 9.6) Operazioni di annullamento delle azioni o operazioni di realizzo delle azioni

1) Acquisto azioni proprie (n)


Diminuzione banca e creo riserva per azioni proprie in portafoglio (alimento la riserva in DARE)

2) Vendita di azioni proprie (prezzo > valore contabile) -> UTILE


Riduzione riserva per azioni proprie del valore contabile (n*valore nominale) (AVERE è una riserva negativa)
Aumento di banca per l’incasso (n*prezzo di vendita) (dare)
Rilevazione utile (differenza tra i due valori) in UTILI PORTATI A NUOVO (AVERE)

3) Vendita di azioni proprie (prezzo < valore contabile) -> PERDITA


Riduzione riserva per azioni proprie del valore contabile (n*valore nominale) (AVERE è una riserva negativa)
Aumento di banca per l’incasso (n*prezzo di vendita) (dare)
Rilevazione perdita (differenza tra i due valori) in UTILI PORTATI A NUOVO (DARE)

4) Annullamento azioni proprie in portafoglio (importo > valore nominale)


Riduzione riserva per azioni proprie del valore contabile (n*valore nominale) (AVERE è una riserva negativa)
Riduzione CAPITALE SOCIALE per il valore nominale (n*valore nominale)
Rilevazione perdita (differenza tra i due valori) in UTILI PORTATI A NUOVO (DARE)

NB: la disciplina contabile sia nazionale che internazionale prevede che tutte le variazioni reddituali (variazione + /-
di reddito) derivanti da negoziazione o realizzazione di titoli rappresentativi del proprio capitale vale a dire azioni
proprie NON PASSINO MAI PER CE ma trovino direttamente una valutazione nel conto UTILI PORTATI A NUOVO, se
non esistesse il conto RISERVE DISPONIBILI

VARIANO CONSISTENZA DEL PN SENZA TOCCARE MINIMAMENTE IL RISULTATO DI ESERCIZIO.

La posizione degli IFRS sull’acquisto di azioni proprie

IAS 32:
- Qualora un’azienda acquisti gli strumenti rappresentativi del capitale proprio, quegli strumenti devono
essere dedotti dal capitale -> si iscrivono all’interno di una riserva negativa

- L’utile o perdita derivante dall’acquisto, vendita, emissione o cancellazione di strumenti rappresentativi di


capitale non deve essere rilevato nel prospetto di conto economico complessivo

- Il corrispettivo pagato o ricevuto deve essere rilevato direttamente a PN

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