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Il bilancio

Economia e Organizzazione Aziendale


Economia Organizzazione e Diritto
dell’Impresa
Libro di testo

• Autori:
• Robert N. Anthony, David F. Hawkins, Diego
M. Macrì, Kenneth A. Merchant,
• Titolo:
• Il bilancio
• Edito da:
• McGraw-Hill
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
Cosa è la contabilità
• Il processo di rilevazione, misurazione, analisi,
interpretazione e comunicazione di
informazioni che consentano agli utilizzatori di
sviluppare giudizi, valutazioni e decisioni
consapevoli riguardanti i loro rapporti diretti o
indiretti con l’impresa
Informazioni di bilancio
• Per il management: • Per i terzi:
– controllo di gestione – azionisti
– decision making – banche
– clienti e fornitori
Bilancio interno
– dipendenti
• Non è richiesta una – erario …
specifica forma, ogni
azienda può utilizzare Bilancio pubblico
gli schemi che ritiene • Forma specifica
più appropriati necessaria per
comparabilità
I principi contabili
• Norme e concetti di base della contabilità
• legge generale
• regola che guida l’azione
• Nel compilare il bilancio pubblico è necessario
tener conto di tali principi
• Non statici, ma evoluti nel tempo
Caratteristiche dei
principi contabili
• produce informazioni utili che
rilevante possono influenzare le decisioni
economiche

• produce informazioni non


oggettivo influenzate dal giudizio di chi le
fornisce  affidabili e verificabili

• può essere implementato senza


fattibile eccessivi costi o complessità
Fonti dei principi contabili
• In Italia:
• Codice civile (artt. 2423-2435 ter)
• Prassi contabile dell’OIC (organismo italiano di
contabilità)
• A livello internazionale:
• IFRS (international financial reporting standard)
ed IAS (international accounting standard) redatti
dall’IASB (international accounting standard
board)
Quale bilancio esterno?
• Norme civilistiche e prassi contabile
disciplinano diverse categorie di bilancio
esterno a seconda:
• della forma giuridica
• del settore di appartenenza
• della modalità di reperimento del capitale
• della dimensione
• della fase di vita
dell’impresa
Quale bilancio esterno?
forma giuridica
• responsabilità illimitata
società di • minori vincoli di
persone bilancio

• responsabilità limitata
società di • maggiori vincoli di
capitali bilancio
Quale bilancio esterno?
settore

Imprese bancarie, assicurazioni e società


finanziarie presentano bilanci redatti secondo
norme e principi diversi da quelli delle imprese
di produzione o commerciali
Quale bilancio esterno?
reperimento del capitale

Alle società quotate in borsa si applica la


normativa fondata sui principi contabili
internazionali anziché quella basata sui principi
nazionali
Quale bilancio esterno?
dimensione

Grandi Medie Piccole Micro


Non superano Non superano Non superano
Superano 2 su 3:
2 su 3: 2 su 3: 2 su 3:
20 M€ attivo
20 M€ attivo 4 M€ attivo 350 k€ attivo
40 M€ ricavi
40 M€ ricavi 8 M€ ricavi 700 k€ ricavi
250 dipendenti
250 dipendenti 50 dipendenti 10 dipendenti

Bilancio in forma
Bilancio in forma
Informazioni abbreviata
Bilancio in forma abbreviata
aggiuntive in nota Informazioni abbreviata Semplificazioni in
integrativa aggiuntive in nota
nota integrativa
integrativa
Quale bilancio esterno?
fase di vita
Impresa • Bilancio ordinario d’esercizio
funzionante • Prospettiva di continuità

Impresa in
• Bilancio speciale di
conclusione di
attività liquidazione

Impresa che sta


per essere • Bilancio speciale di cessione
acquisita
Quale bilancio esterno?
• Ci focalizzeremo sul bilancio:
• ordinario d’esercizio
• delle società di capitali
• di grande dimensione
• con esclusione di banche, assicurazioni e società
finanziarie
L’esercizio
• Anche se il bilancio d’esercizio è redatto
secondo la prospettiva di continuità di
funzionamento, esso va redatto con
riferimento ad uno specifico esercizio, ovvero
ad un periodo limitato di tempo,
generalmente coincidente con l’anno solare
Art. 2423
redazione del bilancio
• Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale,
dal conto economico, dal rendiconto finanziario e dalla nota integrativa.
• Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e
corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico
dell'esercizio.
• Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una
rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari
necessarie allo scopo.
• Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e
informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una
rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta
delle scritture contabili. Le società illustrano nella nota integrativa i criteri con i quali hanno
dato attuazione alla presente disposizione.
• Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile
con la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La
nota integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l'influenza sulla rappresentazione
della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili
derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura
corrispondente al valore recuperato.
• Il bilancio deve essere redatto in unità di euro senza cifre decimali ad eccezione della nota
integrativa che può essere redatta in migliaia di euro
I documenti di bilancio
• Stato patrimoniale
• attività e passività della società al termine dell’esercizio
• Conto economico
• ricavi e costi conseguiti dalla società durante l’esercizio
• Rendiconto finanziario
• variazioni positive e negative di liquidità avvenute durante l’esercizio
• Nota integrativa
• informazioni complementari

• In più: relazione sulla gestione


• informazioni sull’andamento della gestione
Ma cosa è esattamente
il bilancio?
• Una rappresentazione:
• dei rapporti di scambio con soggetti esterni alla
stessa (ivi compresi i proprietari)
• della situazione patrimoniale (capacità di far
fronte agli impegni finanziari utilizzando le risorse
a disposizione)
• della situazione economica (capacità di generare
un risultato positivo)
• della situazione finanziaria (capacità di
raggiungere un equilibrio tra entrate e uscite)
Le quattro fasi
dell’attività aziendale
reperimento di
capitale
finanziamento

dei prodotti e servizi

investimento
e acquisto vendita

utilizzo del capitale


per acquistare
fattori produttivi
trasformazione
dei fattori produttivi
in prodotti e servizi
Gli attori coinvolti
Proprietari
Finanziatori esterni

finanziamento

Clienti

investimento
e acquisto vendita

Fornitori di:
- macchinari
- materiali
trasformazione
- energia …
Dipendenti L’azienda
I documenti di bilancio
Passivo dello stato patrimoniale
Rendiconto finanziario
finanziamento Rendiconto
finanziario
Ricavi del conto
economico
investimento
e acquisto vendita

Attivo dello stato


patrimoniale
Costi del conto
economico
trasformazione
(Contabilità
Rendiconto industriale)
finanziario
Stato patrimoniale
• Attività
• Risorse di valore possedute dall’azienda
• In inglese assets (A)
• Passività e capitale netto
• Obblighi che l’azienda ha nei confronti di terze
parti per aver ricevuto risorse da queste
• Finanziatori esterni  debts (D)
• Proprietari dell’impresa  equity (E)
A=D+E
Conto economico
• Ricavi, ottenuti dalla vendita di beni e dalla
prestazione di servizi
• Costi, sostenuti per conseguire tali ricavi
Risultato = Ricavi – Costi
• Utile se > 0
• Perdita se < 0
Rendiconto finanziario

• Entrate, ovvero incrementi delle liquidità


• ≠ ricavi, perché, per esempio, esistono i crediti
• Uscite, ovvero decrementi delle liquidità
• ≠ costi, perché per esempio, esistono i debiti
SP, CE e RF
• Lo stato patrimoniale è una fotografia al 31/12
• rendiconto di stock o di stato
• Il conto economico ed il rendiconto finanziario
illustrano la situazione dall’1/1 al 31/12
• rendiconti di flusso
• Il rendiconto finanziario si può desumere da
stato patrimoniale al tempo i – 1 , conto
economico da i -1 ad i e stato patrimoniale al
tempo i
Chiarezza, verità e
correttezza
Chiarezza Verità Correttezza

Trasparenza e Oggettiva e Correttezza


comprensibilità soggettiva tecnica

Schemi rigidi per i Norme di legge e Correttezza


documenti principi contabili comportamentale
Obbligo di deroga e
riserva non distribuibile
• Si deve derogare all’applicazione delle disposizioni di legge se
sussistono entrambe le condizioni:
• eccezionalità del caso;
• necessità della deroga al fine della rappresentazione veritiera e corretta.
• È necessario indicare non solo la motivazione della deroga, ma
anche il suo effetto sul bilancio, ossia di quanto minori o maggior
sarebbero stati il patrimonio netto ed il risultato d’esercizio se la
deroga non fosse stata effettuata
• La riserva non distribuibile si costituisce attraverso accantonamenti
di quote di utili
• Una volta costituita, tale riserva non può essere utilizzata per la
distribuzione ai soci se non quando è venuta meno la motivazione
per la quale era stata iscritta in bilancio
Art. 2423 bis
principi di redazione del bilancio
• Nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti principi:
1) la valutazione delle voci deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva
della continuazione dell'attività;
1bis) la rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della
sostanza dell’operazione o del contratto;
2) si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura
dell'esercizio;
3) si deve tenere conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio,
indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento;
4) si deve tenere conto dei rischi e delle perdite di competenza dell'esercizio, anche se
conosciuti dopo la chiusura di questo;
5) gli elementi eterogenei ricompresi nelle singole voci devono essere valutati
separatamente;
6) i criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all'altro.
• Deroghe al principio enunciato nel n. 6) del comma precedente sono
consentite in casi eccezionali. La nota integrativa deve motivare la deroga
e indicarne l'influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale
e finanziaria e del risultato economico.
Prudenza
• Gli utili attesi, ma non ancora realizzati, non devono essere
iscritti in bilancio (la realizzazione dell’utile si riferisce ad
operazioni concluse e non quindi ad operazioni in corso la cui
conclusione favorevole, anche se probabile, sia solo attesa)
• Tutte le perdite, comprese quelle che sono presunte o
probabili, devono essere iscritte in bilancio
• prendendo in considerazione quegli accadimenti che manifesteranno i
loro effetti anche nella gestione futura, purché tali fatti siano già in
essere alla data di chiusura dell’esercizio
• Molte valutazioni in bilancio sono incerte e richiedono
procedimenti di stima: in tali situazioni l’atteggiamento del
redattore del bilancio deve essere ispirato alla prudenza
Continuazione
dell’attività

• I beni di un’impresa in funzionamento non


hanno, nell’economia complessiva
dell’impresa medesima, un valore per sé
stessi, ma lo derivano dall’essere strumentali
alla produzione del reddito aziendale
Competenza
• I ricavi per vendite di beni o prestazioni di servizi
sono di competenza dell’esercizio in cui è avvenuto lo
scambio o è stato prestato il servizio
• I costi devono essere correlati ai ricavi, ossia ai ricavi
di competenza di un esercizio devono essere
contrapposti i costi sostenuti o da sostenere per il
loro conseguimento
• Se dei costi non sono correlabili ai ricavi, essi sono di
competenza dell’esercizio in cui si manifestano
Valutazione separata
• La valutazione separata di elementi eterogenei
mira ad impedire che tramite una valutazione
complessiva le perdite presunte connesse a
determinati elementi patrimoniali (le quali
devono essere iscritte a bilancio) siano
compensate con utili presunti derivanti dalla
valutazione di altri elementi (i quali, invece,
non devono essere iscritti a bilancio)
Continuità di applicazione
• I criteri di valutazione non possono essere modificati da un
esercizio all’altro
• comparabilità nel tempo dei bilanci
• condizione necessaria per la corretta determinazione dei risultati d’esercizio
• Infatti il risultato di un esercizio rappresenta anche la
differenza tra il patrimonio netto iniziale e quello finale: se i
due patrimoni sono valutati con criteri non omogenei, la loro
differenza è un mero risultato aritmetico privo di significato
economico.
• La possibilità di derogare al principio della continuità è
ammessa solo in casi eccezionali (modifica rilevante delle
condizioni dell’ambiente in cui l’impresa opera)
Art. 2423 ter
struttura dello SP e del CE
• Salve le disposizioni di leggi speciali per le società che esercitano particolari
attività, nello stato patrimoniale e nel conto economico devono essere iscritte
separatamente, e nell'ordine indicato, le voci previste negli artt. 2424 e 2425.
• Le voci precedute da numeri arabi possono essere ulteriormente suddivise, senza
eliminazione della voce complessiva e dell'importo corrispondente; esse possono
essere raggruppate soltanto quando il raggruppamento, a causa del loro importo,
è irrilevante ai fini indicati nel secondo comma dell'art. 2423 o quando esso
favorisce la chiarezza del bilancio. In questo secondo caso la nota integrativa deve
contenere distintamente le voci oggetto di raggruppamento.
• Devono essere aggiunte altre voci qualora il loro contenuto non sia compreso in
alcuna di quelle previste dagli artt. 2424 e 2425.
• Le voci precedute da numeri arabi devono essere adattate quando lo esige la
natura dell'attività esercitata.
• Per ogni voce dello stato patrimoniale e del conto economico deve essere indicato
l’importo della voce corrispondente dell’esercizio precedente. Se le voci non sono
comparabili, quelle relative all’esercizio precedente devono essere adattate; la non
comparabilità e l’adattamento o l’impossibilità di questo devono essere segnalati e
commentati nella nota integrativa.
• Sono vietati i compensi di partite.
Divieto di compensazione
• Sono vietate le compensazioni fra voci
dell'attivo e voci del passivo, nonché fra quelle
dei costi e quelle dei ricavi previste dagli stessi
schemi di bilancio.
• Ad esempio, crediti e debiti nei confronti di
uno stesso soggetto devono essere
distintamente indicati nei rispettivi prospetti,
non essendo possibile iscrivere la differenza
risultante dalla compensazione.
Obbligatorietà e rigidità
degli schemi
• Stato patrimoniale (art. 2424)
• struttura a sezioni contrapposte: Attivo vs. Passivo
• Conto economico (art. 2425)
• forma scalare: Ricavi – Costi
• Livelli di articolazione:
• macroclassi, contraddistinte da lettere alfabetiche
maiuscole
• classi, contraddistinte da numeri romani
• singole voci, contraddistinte da numeri arabi e da lettere
alfabetiche minuscole
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
Stato patrimoniale:
schema di sintesi

ATTIVO PASSIVO E NETTO


A) Patrimonio netto
A) Crediti verso soci B) Fondi per rischi ed oneri
B) Immobilizzazioni C) Trattamento fine rapporto
C) Attivo circolante di lavoro subordinato
D) Ratei e risconti attivi D) Debiti
E) Ratei e risconti passivi
Passivo e Netto

finanziamento

investimento
e acquisto vendita

trasformazione
Le fonti del capitale
A. Patrimonio netto  proprietari e
azienda stessa
B. Fondo rischi e oneri  terze parti
C. TFR  dipendenti
D. Debiti  terze parti
E. Ratei e risconti passivi  terze parti

terze parti = banche, finanziatori, fornitori, altre aziende, enti, stato, …


A. Patrimonio netto
I. Capitale sociale
II. Riserva da soprapprezzo delle azioni
III. Riserve di rivalutazione
IV. Riserva legale
V. Riserve statutarie
VI. Altre riserve, distintamente indicate
VII. Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi
VIII. Utili (perdite) portati a nuovo
IX. Utile (perdita) dell’esercizio
X. Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio
Patrimonio netto:
capitale e sovrapprezzo delle azioni
• Il capitale è quello nominale sottoscritto, anche se
non interamente versato: se una quota non è ancora
stata versata, il corrispondente credito viene indicato
nell’attivo
• Se si emettono azioni al di sopra della pari, la
differenza tra il prezzo di emissione ed il valore
nominale va iscritta nella riserva da sovrapprezzo
delle azioni
• è una riserva di capitale, derivando da effettiva apporti dei
soci
Patrimonio netto:
capitale e sovrapprezzo delle azioni
• Esempio:
• capitale sociale 100.000€
• n. azioni emesse 1.000
• valore nominale azioni 100.000/1.000 =
100€/azione
• prezzo di sottoscrizione 120€/azione
• riserva da sovrapprezzo delle azioni 20.000€
Patrimonio netto:
rivalutazione e azioni proprie
• Le riserve di rivalutazione rappresentano la
contropartita di rivalutazioni di attività
patrimoniali in attivo

• La riserva negativa per azioni proprie in


portafoglio viene formata quando la società
effettua investimenti nei titoli azionari da essa
stessa emessi
Patrimonio netto:
rivalutazione e azioni proprie
• Esempi:
• un terreno agricolo posseduto dalla società
diventa edificabile
• nell’attivo il valore del terreno sarà incrementato
• nel passivo si accenderà la riserva pari all’incremento
• una società che ha emesso 1.000 azioni dal valore
di 50€ ciascuna, ne acquista 300
• a detrazione del capitale sociale di 50.000€ avremo una
riserva negativa di 15.000€
Patrimonio netto:
riserva legale e riserva statutaria
• La riserva legale è una riserva di utili obbligatoria ed
indisponibile
• art. 2430: è necessario accantonare ogni anno almeno
1/20 dell’utile netto fino a raggiungere 1/5 del capitale
sociale
• ulteriore garanzia per i terzi rispetto al capitale
• Le riserve statutarie accolgono gli accantonamenti di
utili in conformità ad eventuali regole stabilite dallo
statuto societario
• obiettivo: rafforzamento patrimoniale e autofinanziamento
Patrimonio netto:
utile a nuovo e utile netto
• Gli utili (perdite) portati a nuovo sono utili
relativi agli esercizi precedenti che non sono
stati distribuiti agli azionisti né accantonati a
riserva
• costituiscono, quindi, una parte del capitale
dell’anno successivo
• L’utile (perdita) d’esercizio costituisce il
risultato della gestione della società
rappresentato dall’eccedenza dei ricavi di
competenza sui costi di competenza
Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
• Esempio: un’impresa con capitale sociale di
50.000€ ha una perdita nei primi due anni di
attività, utili a partire dal terzo anno e, a
partire dal quarto prevede dividendi per i soci
pari al 10% dell’utile dell’anno prima
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Utile
-10.000 -5.000 +10.000 +20.000 +30.000 +30.000
(perdita)
Dividendi 1.000 2.000 3.000
Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Capitale
50.000 50.000 50.000 50.000 50.000 50.000
sociale
Riserva
500 1.500 3.000
legale
Utile (perdita)
a nuovo
Utile (perdita)
-10.000 -5.000 10.000 20.000 30.000 30.000
dell’esercizio
Patrimonio
40.000
netto

Dividendi 1.000 2.000 3.000


Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Capitale
50.000 50.000 50.000 50.000 50.000 50.000
sociale
Riserva
500 1.500 3.000
legale
Utile (perdita)
-10.000
a nuovo
Utile (perdita)
-10.000 -5.000 10.000 20.000 30.000 30.000
dell’esercizio
Patrimonio
40.000 35.000
netto

Dividendi 1.000 2.000 3.000


Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Capitale
50.000 50.000 50.000 50.000 50.000 50.000
sociale
Riserva
500 1.500 3.000
legale
Utile (perdita)
-10.000 -15.000
a nuovo
Utile (perdita)
-10.000 -5.000 10.000 20.000 30.000 30.000
dell’esercizio
Patrimonio
40.000 35.000 45.000
netto

Dividendi 1.000 2.000 3.000


Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Capitale
50.000 50.000 50.000 50.000 50.000 50.000
sociale
Riserva
500 1.500 3.000
legale
Utile (perdita)
-10.000 -15.000 -6.500
a nuovo
Utile (perdita)
-10.000 -5.000 10.000 20.000 30.000 30.000
dell’esercizio
Patrimonio
40.000 35.000 45.000 64.000
netto

Dividendi 1.000 2.000 3.000


Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Capitale
50.000 50.000 50.000 50.000 50.000 50.000
sociale
Riserva
500 1.500 3.000
legale
Utile (perdita)
-10.000 -15.000 -6.500 10.500
a nuovo
Utile (perdita)
-10.000 -5.000 10.000 20.000 30.000 30.000
dell’esercizio
Patrimonio
40.000 35.000 45.000 64.000 92.000
netto

Dividendi 1.000 2.000 3.000


Patrimonio netto:
utile netto e sue destinazioni
Anno 1 Anno 2 Anno 3 Anno 4 Anno 5 Anno 6
Capitale
50.000 50.000 50.000 50.000 50.000 50.000
sociale
Riserva
500 1.500 3.000
legale
Utile (perdita)
-10.000 -15.000 -6.500 10.500 36.000
a nuovo
Utile (perdita)
-10.000 -5.000 10.000 20.000 30.000 30.000
dell’esercizio
Patrimonio
40.000 35.000 45.000 64.000 92.000 119.000
netto

Dividendi 1.000 2.000 3.000


B. Fondo per rischi
ed oneri

1. per trattamento di quiescenza ed obblighi


simili
2. per imposte, anche differite
3. strumenti finanziari derivati passivi
4. altri
Fondo per rischi ed oneri
• Accantonamenti per perdite o debiti:
• di natura determinata - cioè correlabile ad eventi
circoscritti e specifici, con l’esclusione, pertanto, di
accantonamenti per rischi generici d’azienda
• di esistenza certa o probabile
• il cui ammontare o la cui data di sopravvenienza
sono, alla chiusura dell’esercizio, indeterminati
Fondo per rischi ed oneri
• Esempi:
• fondi previdenziali integrativi per i dipendenti
• fondi a copertura di accertamenti fiscali in corso
• fondi a copertura di contenziosi con altre aziende
• aprile 2019: Facebook accantona 3 miliardi di
dollari per possibile multa per violazione della
privacy
C. Trattamento di fine rapporto
di lavoro subordinato

• Art 2120 c.c.:


• … sommando per ciascun anno di servizio una
quota pari all’importo della retribuzione dovuta
per l’anno stesso divisa per 13,5
• … proporzionalmente ridotta per le frazioni di
anno, computandosi come mese intero le frazioni
di mese uguali o superiori a 15 giorni
TFR:
un esempio
• Al 31/12/x una società è attiva da esattamente 6 anni e, sin
dall’inizio della sua attività, ha avuto sempre gli stessi 4
dipendenti, ciascuno con una retribuzione mensile di 1.350€
• fondo TFR 31/12/x = 6 * 4 * 12 * 1.350 / 13,5 = 28.800€
• Il 5/2/x+1 uno dei 4 dipendenti lascia il lavoro ed il 10/5/x+1
viene assunto un nuovo dipendente, sempre con lo stesso
inquadramento
• liquidazione anno x+1 = 28.800/4 + 1.350/13,5 = 7.300
• accantonamento anno x+1 = (3*12 + 7)*1.350/13,5 = 4.300
• fondo TFR 31/12/x+1 = 28.800 - 7.300 + 4.300 = 25.800
5 giorni  febbraio non conteggiato; 21 giorni  maggio conteggiato
Il TFR dopo il DL 252/2005

> 50 dipendenti ≤ 50 dipendenti

in fondi in azienda
pensione o
INPS in fondi
pensione
D. Debiti
1. obbligazioni 9. debiti v/imprese
2. obbligazioni convertibili controllate
3. debiti v/soci per 10. debiti v/imprese collegate
finanziamenti 11. debiti v/controllanti
4. debiti v/banche 11bis. debiti v/imprese
5. debiti v/altri finanziatori sottoposte al controllo
6. acconti delle controllanti
7. debiti v/fornitori 12. debiti tributari
8. debiti rappresentati da 13. debiti v/istituti di
titoli di credito previdenza e di sicurezza
sociale
14. altri debiti
Debiti
• Per tutti i debiti (così come per tutti i crediti
dell’attivo) è richiesta la separata indicazione
delle voci esigibili entro l’esercizio successivo,
in modo da evidenziare:
• il capitale che dovrà essere restituito a breve
(entro 12 mesi)
• il capitale che dovrà essere restituito nel medio-
lungo periodo (oltre 12 mesi)
Debiti v/ soci, banche e
altri finanziatori
• Oltre al capitale sociale, che è permanente, i
proprietari dell’azienda possono decidere di
prestare ulteriore denaro all’azienda, con
durata più o meno lunga del debito
• Banche ed altri finanziatori possono prestare
denaro all’azienda in cambio di un interesse
(onere finanziario)
Debiti v/fornitori e
acconti
• Ogni qual volta l’impresa acquista beni e
servizi da altre imprese e non paga
contestualmente all’acquisto, si genera un
debito v/fornitore
• Gli acconti sono anticipi versati dai clienti per
beni che non sono ancora stati consegnati al
cliente stesso
Debiti:
obbligazioni e obbligazioni convertibili
• Le obbligazioni sono valori mobiliari
rappresentativi di quote di un capitale
frazionato in una moltitudine di parti
sottoscritte da più prestatori
• Le obbligazioni convertibili attribuiscono al
loro sottoscrittore la facoltà di rimanere
creditore della società sino alla naturale
scadenza del titolo, ovvero di convertire, entro
determinati tempi ed in base a rapporti di
cambio prefissati, le obbligazioni in azioni
Società controllate
• La società X si dice controllata da Y se Y dispone
(controllo interno):
• della maggioranza dei voti richiesta per le deliberazioni
dell’assemblea ordinaria di X (controllo di diritto)
• o di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante
nell’assemblea ordinaria di X (controllo di fatto)
• computando anche i voti spettanti a società
direttamente controllate da Y (controllo indiretto)
• In alternativa (controllo esterno), se X è sotto
l’influenza dominante di Y in virtù di particolari
vincoli contrattuali esistenti con essa
Società controllate:
influenza dominante
• Si parla di influenza dominante in assemblea
quando il capitale sociale della controllata è
frammentato in una molteplicità di
partecipazioni, per cui anche il possesso di
una partecipazione intrinsecamente
minoritaria può consentire di fatto il controllo
delle società partecipate
• Es: 30% del capitale di X posseduto da Y, il restante
70% suddiviso tra 7.000 diversi azionisti, ciascuno
con lo 0,01%
Società collegate
• Sono società collegate quelle società sulle
quali un'altra società esercita un'influenza
notevole, situazione che deve presumersi
quando l'altra società può esercitare
nell'assemblea ordinaria
• almeno un quinto dei diritti di voto
• o almeno un decimo se la società ha azioni
quotate in mercati regolamentati
Società controllanti e società
sottoposte al controllo delle
controllanti
• Se X è controllata di Y, ovviamente Y sarà
controllante di X

• Inoltre, se Y controlla sia X che Z, allora Z sarà


per X una società sottoposta al controllo della
controllante
Debiti

• due flussi di ricchezza monetaria differiti nel


tempo
di prestito • di natura finanziaria, generano interesse
• es. obbligazioni, v/banche, v/altri finanziatori

• flusso di ricchezza reale (bene o servizio)


di contrapposto a flusso di ricchezza monetaria
• di natura commerciale, non genera interessi
regolamento • es. v/fornitori, acconti
Capitale di rischio vs.
capitale di prestito
dividendi

capitale utile a
proprietari sociale nuovo

utile
azienda (solo se
ricavi > costi)

terzi prestito

interessi
(sempre)
E. Ratei e risconti passivi
• Ratei passivi: costi di competenza
dell’esercizio ma esigibili in esercizi successivi

• Risconti passivi: proventi percepiti entro la


chiusura dell’esercizio ma di competenza di
esercizi successivi
Ratei passivi:
un esempio
• Si considerino le seguenti bollette elettriche per
un’azienda:
Periodo di gen-feb mar-apr mag-giu lug-ago set-ott nov-dic
riferimento anno x anno x anno x anno x anno x anno x
Data di
10/3/x 10/5/x 10/7/x 10/9/x 10/11/x 10/1/x+1
scadenza
Importo 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000

• Anche se il costo di competenza dell’anno x è 6.000€,


l’ultima bolletta sarà pagata nell’anno x+1, per cui in
passivo indicheremo un rateo di 1.000€
Risconti passivi:
un esempio
• L’impresa X dà in fitto un capannone all’impresa Y: il
contratto di locazione è stato stipulato ad aprile ed il
canone annuo è di 24.000€, da pagare in tre rate
anticipate (1/4, 1/8, 1/12)
• Degli 8.000€ ricevuti da X il 1/12, 2.000€ sono relativi
al mese di dicembre dell’anno stesso, mentre gli altri
6.000€ sono relativi ai mesi di gennaio-marzo dell’anno
successivo
• Non trattandosi di un provento di competenza
dell’anno, nel passivo inseriremo un risconto di 6.000€
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
Stato patrimoniale:
schema di sintesi

ATTIVO PASSIVO E NETTO


A) Patrimonio netto
A) Crediti verso soci B) Fondi per rischi ed oneri
B) Immobilizzazioni C) Trattamento fine rapporto
C) Attivo circolante di lavoro subordinato
D) Ratei e risconti attivi D) Debiti
E) Ratei e risconti passivi
Attivo

finanziamento

investimento
e acquisto vendita

trasformazione
Fonti di finanziamento
vs. impieghi di capitale

• Passivo e netto descrivono come e in che


misura l’impresa ha ottenuto finanziamenti da
proprietari, banche, fornitori ed altri soggetti
terzi
• L’attivo mostra come l’azienda ha investito il
capitale ottenuto dalle diverse fonti
Claim vs. asset
• Nel passivo ritroviamo le obbligazioni a
trasferire benefici economici, come risultato di
transazioni o eventi passati (claim, ciò che
l’azienda deve)
• Nell’attivo individuiamo i diritti a ricevere
benefici economici futuri come risultato di
transazioni o eventi passati (asset, ciò che
l’azienda ha)

81
Il principio del
duplice aspetto
• I diritti sulle attività aziendali possono essere
vantati o dai creditori (passivo) o dai
proprietari (patrimonio netto):
A=D+E
• Ogni transazione produce un doppio effetto
sulle registrazioni contabili
• La contabilità, dunque, deve rilevare entrambe
le conseguenze (partita doppia)
A. Crediti v/soci per
versamenti ancora dovuti
• Quando all’atto della sottoscrizione il capitale
sociale non è completamente versato, la
società vanterà un credito nei confronti dei
suoi stessi proprietari
• Come per tutti gli altri crediti, è esplicitamente
richiesta la separata indicazione di quelli
esigibili entro l’esercizio successivo (già
richiamati)
Crediti v/soci:
un esempio
• Una società viene fondata nell’anno x con un capitale
di 50.000€, di cui il 50% immediatamente versato nel
conto corrente aziendale, il 25% da versare nell’anno
x + 1 ed il restante 25% negli anni successivi

Passivo:
Capitale sociale 50.000

Totale passivo 50.000


Crediti v/soci:
un esempio
• Una società viene fondata nell’anno x con un capitale
di 50.000€, di cui il 50% immediatamente versato nel
conto corrente aziendale, il 25% da versare nell’anno
x + 1 ed il restante 25% negli anni successivi

Attivo: Passivo:
Crediti v/soci Capitale sociale 50.000
di cui già richiamati
Conto corrente 25.000
Totale attivo Totale passivo 50.000
Crediti v/soci:
un esempio
• Una società viene fondata nell’anno x con un capitale
di 50.000€, di cui il 50% immediatamente versato nel
conto corrente aziendale, il 25% da versare nell’anno
x + 1 ed il restante 25% negli anni successivi

Attivo: Passivo:
Crediti v/soci 25.000 Capitale sociale 50.000
di cui già richiamati 12.500
Conto corrente 25.000
Totale attivo Totale passivo 50.000
Crediti v/soci:
un esempio
• Una società viene fondata nell’anno x con un capitale
di 50.000€, di cui il 50% immediatamente versato nel
conto corrente aziendale, il 25% da versare nell’anno
x + 1 ed il restante 25% negli anni successivi

Attivo: Passivo:
Crediti v/soci 25.000 Capitale sociale 50.000
di cui già richiamati 12.500
Conto corrente 25.000
Totale attivo 50.000 Totale passivo 50.000
B. Immobilizzazioni
I. Immateriali
II. Materiali
III. Finanziarie

Sono investimenti durevolmente avvinti all’attività


dell’impresa e che cedono la loro utilità per più esercizi
B.I. Immobilizzazioni
immateriali
1. costi di impianto e di ampliamento
2. costi di sviluppo
3. diritti di brevetto industriale e diritti di
utilizzazione delle opere d’ingegno
4. concessioni, licenze, marchi e diritti simili
5. avviamento
6. immobilizzazioni in corso e acconti
7. altre
Immobilizzazioni immateriali:
costi con utilità pluriennale
• Spese notarili, necessarie per avviare l’attività
d’impresa (impianto) o per trasformare la
società da S.r.l. ad S.p.a. (ampliamento)
• Costi legati allo sviluppo di un nuovo
prodotto, che sarà venduto per più esercizi
successivi

• Anche se sostenuti nell’anno x, la loro utilità è


evidentemente pluriennale
Immobilizzazioni immateriali:
attività immateriali
• Brevetti
• Disegni e modelli
• Concessioni
• Licenze (es. software)
• Marchi
• Diritti d’autore
Immobilizzazioni immateriali:
avviamento
• Maggior valore riconosciuto ad un’azienda già
funzionante rispetto a quello che potrebbe essere
attribuito ad un’azienda identica ma nuova, dovuto al
fatto di essere già avviata sul mercato
• rete di clienti e fornitori già avviata
• know-how dei dipendenti
• passata esperienza nel settore
• Iscritto in bilancio solo se è stata effettivamente
pagata una somma a tale titolo
Immobilizzazioni immateriali:
avviamento
• Differenza tra il capitale economico corrisposto per
l’acquisizione e il capitale contabile (ossia il
patrimonio netto)
• Es. l’impresa X, operante nel settore dei prodotti da
forno, acquisisce l’impresa Y che opera nel settore
del latte e derivati:
• il patrimonio netto di Y (ovvero la differenza tra le sue
attività e le sue passività) è pari a 100.000€, ma, dopo
un’attenta valutazione sulla capacità di produrre reddito
grazie ad Y, X paga 130.000€
• in attivo saranno iscritti 30.000€ di avviamento
Immobilizzazioni immateriali:
immobilizzazioni in corso e acconti
• Immobilizzazioni sviluppate internamente all’azienda
(per es. brevetto sviluppato dai dipendenti
dell’azienda) che alla data di chiusura dell’esercizio
non sono ancora completate al 100%

• Acconti versati per l’acquisto di immobilizzazioni


B.II. Immobilizzazioni
materiali

1. terreni e fabbricati
2. impianti e macchinari
3. attrezzature industriali e commerciali
4. altri beni
5. immobilizzazioni in corso e acconti
B.III Immobilizzazioni
finanziarie
1. partecipazioni in:
a. imprese controllate
b. imprese collegate
c. imprese controllanti
d. imprese sottoposte al controllo delle controllanti
e. altre imprese
2. crediti verso:
a. imprese controllate
b. imprese collegate
c. imprese controllanti
d. imprese sottoposte al controllo delle controllanti
e. altri
3. altri titoli
4. strumenti finanziari derivati attivi
Immobilizzazioni
finanziarie
• Le partecipazioni sono investimenti in capitale sociale di altre
aziende
• Negli altri titoli rientrano investimenti in titoli a reddito fisso
(es. titoli di Stato e obbligazioni)
• Gli strumenti finanziari derivati sono titoli il cui prezzo si basa
sul valore di mercato di un altro strumento finanziario
• Tutti questi titoli vanno iscritti nelle immobilizzazioni
finanziarie quando la loro natura è strategica e quindi sono
destinate ad una permanenza durevole nel portafoglio
• Per es. se X ha alcune azioni di Y, acquistate per avere il
controllo nell’assemblea dei soci di Y, la partecipazione rientra
nelle immobilizzazioni
Crediti nelle
immobilizzazioni finanziarie

• I crediti iscritti nelle immobilizzazioni


finanziarie sono quelli di prestito, ovvero
quelli che hanno una natura finanziaria e che,
pertanto, generano un interesse (o provento
finanziario) per l’impresa
Valutazione delle
immobilizzazioni
• Le immobilizzazioni devono essere iscritte al costo di
acquisto (se acquistate da terzi) o al costo di
produzione (se prodotte internamente) al netto delle
rettifiche
• Le sole partecipazioni in controllate e collegate
possono essere iscritte col metodo del patrimonio
netto, ovvero con la frazione di patrimonio netto
dell’ultimo bilancio delle imprese stesse
• Es. X acquista il 60% delle azioni di Y che ha un patrimonio
netto di 100.000€  X scrive a bilancio partecipazioni in
controllate per 60.000€
Rettifiche delle
immobilizzazioni
• Le immobilizzazioni tecniche (immateriali e
materiali) hanno una vita utile definita e
pertanto sono soggette ad ammortamento
• rettifica sistematica
• In più tutte le immobilizzazioni possono essere
soggette a svalutazione, ovvero una riduzione
durevole del valore del bene
• rettifica occasionale
Ammortamento
• L’ammortamento è un figura contabile che «spalma» il valore
di un’immobilizzazione sull’intera vita utile della stessa
• Poiché il bene cede la propria utilità su più esercizi, il costo dello
stesso va suddiviso in tutti questi esercizi
• Ogni anno nello stato patrimoniale il valore del bene dovrà
essere decurtato della quota di ammortamento
• Es. macchinario acquistato il 1/1/x per 10.000€ e con vita utile di 10
anni sarà iscritto il 31/12/x, 31/12/x+1, 31/12/x+2 … al valore di
9.000€, 8.000€, 7.000€
• Al termine della vita utile, anche se il bene resta in azienda e
continua ad essere utilizzato, il suo valore in bilancio sarà
nullo
Ammortamento
• Costi di impianto e di ampliamento: 5 anni
• Costi di sviluppo: si deve stimare la vita utile; se
impossibile stimarla, 5 anni
• Avviamento: si deve stimare la vita utile; se
impossibile stimarla, 10 anni
• Terreni: la vita utile è indefinita, per cui non si
ammortizzano
• Altri beni: esistono tabelle che riportano la vita utile
di ciascuna tipologia di bene
C. Attivo circolante
I. Rimanenze
II. Crediti, con separata indicazione degli
importi esigibili nell’esercizio successivo
III. Attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni
IV. Disponibilità liquide
Impieghi patrimoniali contraddistinti da temporaneità,
cioè destinati a circolare nel breve volgere del tempo
nel contesto aziendale
C.I. Rimanenze

1. materie prime, sussidiarie e di consumo


2. prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3. lavori in corso su ordinazione
4. prodotti finiti e merci
5. acconti
Rimanenze
• Materie prime, devono essere sottoposte al processo produttivo e
trasformate per dare luogo a semilavorati o a prodotti finiti
• Materie sussidiarie, per il completamento del prodotto (es. imballaggi)
• Materie di consumo, utilizzate nel processo produttivo ma non facenti
parte del prodotto finito (es. lubrificanti)
• Prodotti in corso di lavorazione, non ancora giunti allo stadio lavorativo
finale
• Semilavorati, parti finite che possono essere sottoposte ad ulteriori
processi di trasformazione
• Lavori in corso su ordinazione, effettuati sulla base di contratti di appalto o
su commessa
• Prodotti finiti, derivanti dalle trasformazioni dei processi produttivi
• Merci, destinate alla commercializzazione senza subire processi di
trasformazione
• Acconti, anticipi versati per l’acquisto di materiali vari
Valutazione delle
rimanenze
• Il valore delle rimanenze può essere calcolato con tre metodi
alternativi:
• FIFO (first in first out)
• costo medio ponderato
• LIFO (last in first out)
• Tra i tre metodi ogni azienda deve scegliere quello che
fornisce la rappresentazione più veritiera e corretta della
realtà aziendale, in particolare della gestione del magazzino
• Non è possibile quindi modificare il metodo da un esercizio
all’altro, salvo casi eccezionali in cui sia stata modificata anche
la gestione stessa del magazzino
Valutazione delle
rimanenze: un esempio
• Il 1/1 un’impresa ha 1.000 u di MP in magazzino,
valutate al costo di 10€/u
• quindi il valore riportato nello stato patrimoniale sarà
10.000€
• Il 1/3 acquista ulteriori 500 u, al costo di 12€/u
• Il 1/6 utilizza 1.200 u di MP per trasformarle in PF
• Quale sarà il valore del magazzino al 31/12?
• il numero di u è pari a 1.000 + 500 – 1.200 = 300 u
• tuttavia il valore del magazzino varia a seconda del metodo
utilizzato
Valutazione delle
rimanenze: un esempio
• FIFO
• delle 1.200 u di MP utilizzate per produrre i PF, 1.000 derivano dalla rimanenza
iniziale e 200 dall’acquisto di marzo
• le 300 u rimanenti a fine anno, quindi, provengono dall’acquisto di marzo 
300 * 12 = 3.600€
• Costo medio ponderato
• non si fa distinzione tra rimanenza iniziale e acquisto di marzo e si considera
un costo medio ponderato: (1.200 * 10 + 500 * 12) / (1.200 + 500) = 10,59€/u
• le 300 u sono valorizzate a tale costo medio  300 * 10,59 = 3.177€
• LIFO
• delle 1.200 u di MP utilizzate per produrre i PF, 500 derivano dall’acquisto di
marzo e 700 dalla rimanenza finale
• le 300 u rimanenti a fine anno, quindi, provengono dalla rimanenza iniziale 
300 * 10 = 3.000€
C.II. Crediti
1. v/ clienti
2. v/ imprese controllate
3. v/ imprese collegate
4. v/ controllanti
5. v/ imprese sottoposte al controllo delle controllanti
5.bis tributari
5.ter imposte anticipate
5.quater v/ altri
Crediti nell’attivo
circolante

• I crediti iscritti nell’attivo circolante sono quelli


di regolamento, ovvero quelli che hanno una
natura commerciale e che, pertanto, non
generano interessi
C.III. Attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni
1. partecipazioni in imprese controllate
2. partecipazioni in imprese collegate
3. partecipazioni in imprese controllanti
3.bis partecipazioni in imprese sottoposte al controllo
delle controllanti
4. altre partecipazioni
5. strumenti finanziari derivati attivi
6. altri titoli
Attività finanziarie che non
costituiscono immobilizzazioni

• Si tratta di partecipazioni, titoli e strumenti


finanziari acquistati dalla società per lo più per
scopi speculativi o per temporanei
investimenti di eccedenze di liquidità, destinati
quindi ad operazioni di trading sul mercato
C.IV Disponibilità liquide

1. depositi bancari e postali


2. assegni
3. denaro e valori in cassa
La rotazione dell’attivo
circolante

Rimanenze

Disponibilità
Crediti
liquide
D. Ratei e risconti attivi
• Ratei attivi: proventi di competenza
dell’esercizio ma esigibili in esercizi successivi

• Risconti attivi: costi sostenuti entro la


chiusura dell’esercizio ma di competenza di
esercizi successivi
Ratei attivi:
un esempio
• L’impresa X dà in fitto un capannone all’impresa Y: il
contratto di locazione è stato stipulato ad aprile ed il
canone annuo è di 24.000€, da pagare in tre rate
posticipate (31/7, 30/11, 31/3/x+1)
• Degli 8.000€ che X riceverà a marzo dell’anno
successivo, 6.000€ sono relativi al periodo gennaio-
marzo dell’anno successivo, mentre gli altri 2.000€
sono relativi ai mesi di novembre e dicembre
dell’anno in corso
• Nell’attivo inseriremo un rateo di 2.000€
Risconti attivi:
un esempio
• L’impresa X ha stipulato un’assicurazione furto e
incendio: l’assicurazione è stata stipulata a settembre,
il premio annuo ammonta a 6.000€, pagabile in due
rate anticipate (settembre e marzo)
• Dei 3.000€ pagati a settembre, 2.000€ sono relativi al
periodo settembre-dicembre dell’anno, mentre gli altri
1.000€ sono relativi al mese di gennaio dell’anno
successivo
• Non trattandosi di un costo di competenza dell’anno,
nell’attivo inseriremo un risconto di 1.000€
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
Conto economico

finanziamento

investimento
e acquisto vendita

trasformazione
Conto economico:
schema di sintesi
CONTO ECONOMICO
A) Valore della produzione
B) Costi della produzione
Differenza tra valore e costi della produzione (A – B)
C) Proventi e oneri finanziari
D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie
Risultato prima delle imposte (A – B + C + D)
Imposte sul reddito dell’esercizio
Utile (perdite) dell’esercizio (A – B + C + D – imposte)
Le gestioni dell’impresa

Gestione

Operativa Finanziaria

Caratteristica Accessoria
Le gestioni dell’impresa
• Gestione operativa
• Caratteristica
• operazioni continuative nel settore rilevante per lo svolgimento della
gestione
• produzione di beni e servizi, principale ragion d’essere dell’impresa
• Accessoria
• operazioni mobiliari ed immobiliari che non rientrano nelle altre due
gestioni (es. vendita di un bene strumentale)
• Gestione finanziaria
• reperimento fonti di finanziamento e procacciamento di risorse
finanziarie
• investimenti finanziari
Conto economico e
gestioni dell’impresa
Risultato della
gestione Margine
operativo netto
caratteristica
Risultato della A–B
gestione Altri ricavi –
Oneri diversi
Risultato accessoria
complessivo
della gestione Risultato della Proventi e oneri
gestione finanziari +
Rettifiche di C+D
Utile (perdita) finanziaria valore
dell’esercizio
Imposizione Imposte sul
fiscale reddito
A. Valore della
produzione
1. ricavi delle vendite e delle prestazioni
2. variazioni delle rimanenze di prodotti in
corso di lavorazione, semilavorati e finiti
3. variazioni dei lavori in corso su ordinazione
4. incrementi di immobilizzazioni per lavori
interni
5. altri ricavi e proventi, con separata
indicazione dei contributi in conto esercizio
A.1 Ricavi di vendita
• Fatturato
• Deriva dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di
servizi
• Come tutte le poste del conto economico, devono
essere indicati al netto dei resi, degli sconti, abbuoni,
premi e dell’IVA (net sales)
• Se significativa, in nota integrativa può essere
indicata la composizione dei ricavi per le diverse
famiglie di prodotti e/o i diversi mercati in cui i
prodotti sono venduti
A.2 A.3 A.4 Variazione rimanenze
SL, PF e lavori in corso
• Beni per cui il processo di trasformazione è almeno
iniziato

• Rimanenze finali > rimanenze iniziali (variazione


positiva)  componente positiva di reddito

• Rimanenze finali < rimanenze iniziali (variazione


negativa) componente negativa di reddito
Variazione positiva
• Se le rimanenze a fine esercizio sono maggiori di
quelle iniziali vuol dire che nel corso dell’esercizio:
• sono stati prodotti più SL di quanti ne siano stati
ulteriormente trasformati in PF
• sono stati prodotti più PF di quanti ne siano stati venduti
• La variazione viene aggiunta ai ricavi perché per tale
produzione sono stati sostenuti costi (MP e
trasformazione) durante l’esercizio
• tale produzione sarà immediatamente utilizzabile per
l’ulteriore trasformazione (SL) o la vendita (PF) nel
prossimo esercizio
Variazione negativa
• Se le rimanenze a fine esercizio sono minori di quelle
iniziali vuol dire che nel corso dell’esercizio:
• alcuni dei SL trasformati in PF provenivano dalla
produzione dello scorso anno
• alcuni dei PF venduti provenivano dalla produzione dello
scorso anno
• La variazione viene sottratta ai ricavi perché per tale
produzione i costi (MP e trasformazione) sono stati
sostenuti nell’esercizio precedente
• è diminuita la disponibilità di SL e PF per l’inizio del
prossimo esercizio
Variazione rimanenze PF

Rimanenze al 1/1 Quantità vendute A.1 Ricavi di


nell’anno vendita

Quantità prodotte
nell’anno Rimanenze al 31/12
A.2 Variazione
rimanenze PF
Quantità vendute Rimanenze al 1/1
nell’anno
Nel valore della
produzione è riportata
Quantità prodotte complessivamente la
Rimanenze al 31/12 nell’anno produzione dell’anno
perché è per questa che
sono stati sostenuti i costi
Variazione rimanenze PF:
un esempio
• Rimanenze al 1/1: 1.000 u al costo di 10€/u
• rimanenza iniziale = 10.000€
• Produzione nell’anno: 5.000 u al costo di 12€/u
• produzione = 60.000€
• Vendite nell’anno: 4.000 u al prezzo di 40€/u, logica FIFO
• ricavi di vendita = 160.000€
• costo del venduto = 1.000 * 10 + 3.000 * 12 = 46.000€
• Rimanenza al 31/12 = 10.000 + 60.000 – 46.000
• rimanenza finale = 24.000€
• Variazione rimanenze = 24.000 – 10.000 = 14.000€
• Valore della produzione = 160.000 + 14.000 = 174.000€
A.4 Incrementi di
immobilizzazioni
• Es.: l’impresa X sta costruendo internamente due macchinari A e B che
utilizzerà per la propria produzione
• Al 31/12/x l’avanzamento lavori del macchinario A (valore finale 40.000€)
è al 30%, quello del macchinario B (valore finale 50.000€) è al 60%
• Nell’anno successivo lavori procedono del 20% per A e del 40% per B

Attivo 31/12/x Conto x + 1 Attivo 31/12/x + 1


immobilizzazioni incremento immobilizzazioni
materiali in corso = immobilizzazioni = materiali in corso =
30% 40.000 + 60% 50.000 20% 40.000 + 40% 50.000 (30% + 20%) 40.000 =
= 42.000€ = 28.000€ 20.000€
macchinari = (60% + 40%)
50.000 = 50.000€
A.5 Altri ricavi e proventi
• Proventi della gestione accessoria
• fitti attivi di terreni, fabbricati, ecc.
• canoni attivi e royalty da brevetti, marchi, ecc.
• Plusvalenze di natura non finanziaria
• differenza positiva tra il valore di realizzo ed il valore contabile
nell’alienazione di beni materiali ed immateriali
• Ripristini di valore
• rivalutazioni di beni materiali ed immateriali precedentemente
svalutati
• Sopravvenienze e insussistenze attive
• importi dei fondi per rischi ed oneri rivelatisi eccedenti rispetto agli
accantonamenti operati
• Contributi in conto esercizio
• erogati da UE, Stato, Regione, …
Altri ricavi e proventi:
esempi
• Un macchinario, con vita utile di 5 anni, era stato acquistato
per 50.000€; dopo 4 anni viene venduto a 15.000€
• il valore contabile, per effetto dell’ammortamento, era
10.000€
• si realizza, quindi, una plusvalenza di 5.000€
• Attivo: macchinari: - 10.000
• Attivo: cassa: +15.000
• Conto economico: plusvalenza 5.000
• Conto economico: utile 5.000
• Passivo: utile 5.000
Altri ricavi e proventi:
esempi
• Un macchinario, che in un esercizio precedente era
stato svalutato di 10.000€, grazie ad un intervento
straordinario di manutenzione ripristina il proprio
valore  ripristino di valore
• Attivo: macchinari +10.000
• Conto economico: ripristino 10.000  utile 10.000
• Passivo: utile +10.000
• Tale ricavo si definisce non monetario, perché ad
esso non corrisponde alcuna entrata di cassa
Altri ricavi e proventi:
esempi
• L’azienda X aveva accantonato 30.000€ a rischi ed oneri per un
contenzioso con l’azienda Y; al termine del processo viene
stabilito che X paghi ad Y 20.000€
• si realizza una sopravvenienza attiva di 10.000€
• Attivo: cassa - 20.000
• Conto economico: sopravvenienza attiva 10.000
• Conto economico: utile 10.000
• Passivo: utile 10.000
• Passivo: fondo rischi ed oneri - 30.000
• Anche tale ricavo non è monetario
B. Costi della produzione
6. per materie prime, sussidiarie di consumo e merci
7. per servizi
8. per godimento di beni di terzi
9. per il personale
a. salari e stipendi
b. oneri sociali
c. trattamento di fine rapporto
d. trattamento di quiescenza e simili
e. altri costi
B. Costi della produzione
10. ammortamenti e svalutazioni
a. ammortamento delle immobilizzazioni immateriali
b. ammortamento delle immobilizzazioni materiali
c. altre svalutazioni delle immobilizzazioni
d. svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle
disponibilità liquide
11. meno variazione delle rimanenze di materie prime,
sussidiarie di consumo e merci
12. accantonamenti per rischi
13. altri accantonamenti
14. oneri diversi di gestione
Costi per beni, servizi e
godimento beni di terzi
• Il costo di acquisto dei beni (B.6) deve essere rappresentato
al netto di resi, sconti, abbuoni e premi
• se significativo, può essere opportuno classificare
separatamente gli acquisti per tipologia di materiale (materie
prime, sussidiarie, di consumo)
• Nei costi per servizi (B.7) sono compresi: trasporti e logistica,
assicurazioni, utenze, manutenzioni eseguite da terzi,
lavorazioni eseguite da terzi (outsourcing), consulenze, servizi
esterni di vigilanza, pulizia, ecc.
• I costi per godimento beni di terzi (B.8) comprendono i
corrispettivi per l’usufrutto di beni materiali e immateriali:
locazioni e fitti passivi, royalties per l’utilizzo di marchi,
brevetti, ecc.
B.9 Costi per il personale
• Nei costi del personale vanno indicati separatamente:
a. salari e stipendi
b. oneri sociali (contributi previdenziali)
c. trattamento di fine rapporto
d. trattamento di quiescenza e simili
e. altri costi
• Le quote accantonate nell’anno per TFR e quiescenza andranno ad
incrementare, rispettivamente, fondo TFR e fondo rischi ed oneri del
passivo
• Tali quote sono evidentemente costi non monetari: nel conto
economico, infatti, non si riportano le liquidazioni effettuate nell’anno,
ma piuttosto le quote maturate dai dipendenti nell’esercizio e che
saranno corrisposte in esercizi successivi
B.10 Ammortamenti e
svalutazioni
• Si indicano separatamente gli ammortamenti
delle immobilizzazioni immateriali e materiali,
le eventuali svalutazioni riportate da tali beni
e le svalutazioni dei crediti di natura
commerciale
• Tutti questi costi hanno natura non
monetaria: ad essi, infatti, non corrisponde
un’uscita di cassa, ma piuttosto una
diminuzione di valore di beni dell’attivo
B.11 Meno variazione
rimanenze MP
• Beni per cui il processo di trasformazione non è
iniziato

• Rimanenze finali < rimanenze iniziali (meno


variazione positiva)  componente positiva di costo

• Rimanenze finali > rimanenze finali (meno variazione


negativa) componente negativa di costo
Meno variazione positiva
• Se le rimanenze a fine esercizio sono minori di quelle
iniziali vuol dire che nel corso dell’esercizio:
• sono state trasformate più MP di quante ne siano state
acquistate
• La variazione viene aggiunta ai costi perché per essa
sono stati sostenuti costi di trasformazione durante
l’esercizio
• tali materie erano disponibili in magazzino già all’inizio
dell’esercizio
Meno variazione negativa
• Se le rimanenze a fine esercizio sono maggiori di
quelle iniziali vuol dire che nel corso dell’esercizio:
• sono state trasformate meno materie di quante ne siano
state acquistate
• La variazione viene sottratta ai costi perché essa i
costi di trasformazione non sono ancora stati
sostenuti
• tali materie saranno immediatamente disponibili per la
trasformazione all’inizio del prossimo esercizio
Meno variazione
rimanenze MP
Rimanenze al 1/1 Quantità acquistate B.6 Acquisti di
nell’anno materie

Quantità acquistate
nell’anno Rimanenze al 1/1
B.11 Meno
variazione
Quantità rimanenze
Rimanenze al 31/12
trasformate in PF
nell’anno Nei costi della produzione è
riportata complessivamente
Quantità la quantità di MP
Rimanenze al 31/12 trasformate in PF consumata (ovvero
nell’anno trasformata in PF) nell’anno
perché è per questa che
sono stati sostenuti i costi
Meno variazione rimanenze
MP: un esempio
• Rimanenze al 1/1: 1.000 u al costo di 10€/u
• rimanenza iniziale = 10.000€
• Acquisti nell’anno: 5.000 u al costo di 12€/u
• acquisti MP = 60.000€
• Trasformazione in PF nell’anno: 4.000 u, logica FIFO
• consumi MP = 1.000 * 10 + 3.000 * 12 = 46.000€
• Rimanenza al 31/12 = 10.000 + 60.000 – 46.000
• rimanenza finale = 24.000€
• Meno variazione rimanenze = 10.000 – 24.000 = – 14.000€
• Costi della produzione = 60.000 – 14.000 = 46.000€
Accantonamenti
• Nelle voci accantonamenti per rischi (B.12) ed
altri accantonamenti (B.13) vanno inseriti gli
accantonamenti al fondo rischi ed oneri non
compresi nelle altre voci di conto economico
(per es. nella voce B9 gli accantonamenti per
quiescenza o nella voce D accantonamenti di
natura finanziaria)
• Anche questi costi non sono monetari
B.14 Oneri diversi di
gestione
• Minusvalenze di natura non finanziaria
• differenza negativa tra il valore di realizzo ed il valore contabile
nell’alienazione di beni materiali ed immateriali
• Sopravvenienze e insussistenze passive
• rettifiche in aumento di costi causate dall’aggiornamento di stime
compiute in esercizi precedenti
• Imposte indirette, tasse e contributi
• imposta di registro, imposta di bollo, tributi locali, ecc.
• Costi e oneri di natura non finanziaria
• costi per mensa o guardiania gestita internamente
• omaggi ed articoli promozionali
• abbonamenti a giornali riviste e pubblicazioni
• oneri per multe, ammende e penalità
Differenza A - B
• La differenza tra valore e costi della
produzione comprende:
• il risultato della gestione operativa
caratteristica (A.1 … A.4 – B.6 … B.13)
• il risultato della gestione operativa
accessoria (A.5 – B.14)
C. Proventi e oneri
finanziari
15. proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli da
controllate, collegate, controllanti e sottoposte al controllo delle
controllanti
16. altri proventi finanziari
a. da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da
controllate, collegate, controllanti e sottoposte al controllo delle controllanti
b. da titoli iscritti nelle immobilizzazioni, diversi dalle partecipazioni
c. da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
d. proventi diversi, con separata indicazione di quelli da controllate, collegate,
controllanti e sottoposte al controllo delle controllanti
17. interessi e altri oneri finanziari
17 bis. utili e perdite su cambi
C.15 C.16 C.17
Proventi e oneri finanziari
• Vengono rilevati tutti i componenti positivi e
negativi di reddito connessi con l’attività
finanziaria della società
• Esempi:
• l’impresa ha acquistato titoli di stato per 50.000€ al
tasso del 3% annuo  proventi da titoli 1.500€
• l’impresa ha contratto un debito di 20.000€ con una
banca al tasso del 5%  oneri finanziari 1.000€
C.17 bis
Utili e perdite su cambi
• Nella classe C sono riportati anche gli utili e le
perdite su cambi, relativi ad operazioni in
valuta, o realizzati nel corso dell’esercizio o
determinati per effetto delle variazioni dei
cambi rispetto a quelli adottati alle date di
effettuazione dell’operazione
D. Rettifiche di valore di attività
e passività finanziarie
18. rivalutazioni
a. di partecipazioni
b. di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
c. di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono
partecipazioni
d. di strumenti finanziari derivati
19. svalutazioni
a. di partecipazioni
b. di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
c. di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono
partecipazioni
d. di strumenti finanziari derivati
D.19 Svalutazioni
• Le attività dello stato patrimoniale devono
essere valutate in funzione della loro
partecipazione alla determinazione del reddito
d’esercizio e dei presunti redditi futuri
• Le svalutazioni si impongono qualora la
valutazione precedente non sia più in grado di
esprimere una congrua partecipazione del
fattore produttivo alla determinazione dei
risultati reddituali di esercizio e futuri
D.18 Rivalutazioni
• Le rivalutazioni iscrivibili nel conto economico
comprendono i ripristini di valore delle attività
finanziarie - immobilizzate e non - quando
vengano meno i motivi delle svalutazioni
effettuate in esercizi precedenti
• Eventuali rivalutazioni monetarie dei beni
vanno invece iscritte nella riserva di
rivalutazione del passivo dello stato
patrimoniale
Imposte sul reddito
a. imposte correnti, relative all’imponibile
dell’esercizio
b. imposte relative a esercizi precedenti, per es.
avvisi di liquidazione, avvisi di pagamento,
avvisi di accertamento
c. imposte differite e anticipate
Utile (perdita)
dell’esercizio
• È la differenza tra i ricavi e i costi dell’esercizio
• È il collegamento tra conto economico e stato
patrimoniale
• Al 1/1:
• lo stato patrimoniale mostra la posizione iniziale dell’impresa
• Al 31/12:
• il conto economico mostra la ricchezza generata (consumata)
nell’anno
• lo stato patrimoniale mostra la posizione finale dell’impresa,
modificata rispetto a quella iniziale in virtù della ricchezza
generata (consumata)
Attivo = Passivo + Capitale + Utile (o – Perdita)
Ricavi

debitori
clienti ricavi di (aziende, Stato)
vendita proventi
finanziari

prodotti investimenti
o servizi azienda finanziari

fitti attivi
usufrutto
di beni
affittuari
flussi di beni e servizi
flussi di moneta
Costi oneri
costi finanziari
d’acquisto
banche e
fornitori azienda finanziatori
prestiti
materie immobi-
prime lizzazioni costi per
servizi
stipendi ammortamento
public
utenze utility
dipendenti lavoro
imposte
servizi e
fitti infrastrutture
passivi
usufrutto Stato
di beni
locatori
flussi di beni e servizi
flussi di moneta
clienti affittuari debitori

dividendi fitti proventi


ricavi di attivi
vendita finanziari
capitale azienda utile a nuovo
proprietari
immob.
prestiti utile netto
finanziatori ammortamento

acquisti fitti
MP imposte
oneri costi passivi
finanziari fornitori per Stato
beni servizi stipendi
locatori
fornitori dipendenti
servizi
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
Conto vs. rendiconto
• Conto economico
• Ricavi – costi  utile netto

• Rendiconto finanziario
• Entrate – uscite  flusso di cassa

• Non coincidono perché non a tutti i ricavi


corrispondono entrate né a tutti i costi uscite
Competenza vs. cassa
• Conto economico  competenza
• quale è il periodo a cui si riferisce quel costo (ricavo)?
• Rendiconto  cassa
• quando ho pagato (incassato)?
• Esempio: bolletta di novembre-dicembre arriva a
gennaio dell’anno successivo
• nel conto economico il costo di competenza include
novembre-dicembre
• nel rendiconto finanziario non c’è uscita relativa a
novembre-dicembre
Metodo indiretto
• Per costruire il flusso di cassa a partire
dall’utile netto si devono:
• sottrarre tutti i ricavi a cui non corrispondono
entrate
• sommare tutti i costi a cui non corrispondono
uscite
• sommare tutte le entrate a cui non corrispondono
ricavi
• sottrarre tutte le uscite a cui non corrispondono
costi
Flusso di cassa e attività
Attività core dell’impresa
Reperimento di capitale: • acquisto MP
• dai soci • trasformazione
• da terzi • vendita PF

Di
Operativa
finanzia-
mento

D’investi-
mento
Compravendita di:
• immobilizzazioni tecniche
• attività finanziarie
Flusso attività operativa
Utile netto
+ costi non monetari
- ricavi non monetari

• Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni


vanno sommati perché ad essi non corrisponde un
flusso di denaro in uscita
• Le rivalutazioni vanno sottratte perché ad esse non
corrisponde denaro in entrata
Flusso attività operativa

- variazione rimanenze MP, SL e PF

• Tali variazioni sono state aggiunte in conto


economico per principio di competenza, ma ad esse
non corrisponde un flusso monetario
• es quante materie ho consumato durante l’anno per
produrre i prodotti vs. quante materie ho acquistato (e
quindi pagato)
Flusso attività operativa

- variazione crediti commerciali (v. clienti)

• Perché se da un anno all’altro i crediti sono


aumentati vuol dire che una parte dei ricavi che ho
inserito nel conto economico in realtà non li ho
incassati
Flusso attività operativa

+ variazione debiti commerciali (v. fornitori)

• Perché se da un anno all’altro i debiti sono aumentati


vuol dire che una parte dei costi che ho inserito nel
conto economico in realtà non li ho pagati
Flusso attività operativa

- variazione ratei e risconti attivi
+ variazione ratei e risconti passivi

• I primi concettualmente analoghi ai crediti, i secondi


ai debiti
Flusso attività operativa

- liquidazioni a dipendenti ed altre uscite non riportate
in conto economico

• La liquidazione pagata nell’anno x al dipendente è


stata maturata negli anni da x-1 a x-n, quindi non è di
competenza dell’anno x e non viene riportata in
conto economico
• Tuttavia, è nell’anno x che pago per essa
Flusso attività operativa

- proventi finanziari e plusvalenze
+ oneri finanziari e minusvalenze

• Perché non hanno natura operativa e quindi


andranno inseriti nelle altre due parti del rendiconto
A. Flusso attività
operativa
Utile netto
+ costi non monetari
- ricavi non monetari
- variazione rimanenze MP, SL e PF
- variazione crediti commerciali (v. clienti)
+ variazione debiti commerciali (v. fornitori)
- variazione ratei e risconti attivi
+ variazione ratei e risconti passivi
- liquidazioni a dipendenti ed altre uscite non riportate in conto economico
- proventi finanziari e plusvalenze
+ oneri finanziari e minusvalenze
Flusso attività
d’investimento
- Acquisti di immobilizzazioni immateriali, materiali, finanziarie
e di attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazione

• Quando acquistiamo un macchinario, un software o dei titoli dei Stato


spendiamo denaro
• Tuttavia nel conto economico non scriviamo alcun costo legato a
quell’acquisto
• Per es. perché il macchinario non sarà usato solo nell’anno dell’acquisto,
ma anche in altri anni (competenza pluriennale)
Flusso attività
d’investimento

+ Dismissioni di immobilizzazioni immateriali, materiali,
finanziarie e di attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazione
+ Plusvalenze - Minusvalenze

• Allo stesso modo, se rivendiamo gli stessi beni incassiamo denaro


• Ma nel conto economico non scriviamo il valore dell’incasso, bensì solo la
plusvalenza o minusvalenza realizzata
Flusso attività
d’investimento

+ Proventi finanziari

• Erano stati sottratti dalla parte operativa, in quanto nascono


dalle attività d’investimento
• I proventi finanziari sono infatti generati o dalle
immobilizzazioni finanziarie o dalle attività finanziarie non
immobilizzate
B. Flusso attività
d’investimento
- Acquisti di immobilizzazioni immateriali, materiali,
finanziarie e di attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazione
+ Dismissioni di immobilizzazioni immateriali, materiali,
finanziarie e di attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazione
+ Plusvalenze
- Minusvalenze
+ Proventi finanziari
Flusso attività di
finanziamento
+ Nuovi apporti di capitale proprio
- Riduzioni di capitale proprio

• Se i soci conferiscono nuovo capitale si avrà un’entrata che però non viene
in alcun modo registrata nel conto economico
• Non si tratta, infatti di un ricavo di competenza del periodo, perché
quell’incremento di capitale avrà effetti su più anni
• Analogamente, se il capitale proprio viene ridotto, si avrà un’uscita,
anch’essa non registrata come costo in conto economico
• Essendo entrate ed uscite non riportate come ricavi e costi, esse non
contribuiscono a formare l’utile netto, ma definiscono il flusso di cassa
Flusso attività di
finanziamento

+ Nuovi debiti di natura finanziaria
- Rimborsi di debiti finanziari

• Chiedendo un prestito per esempio ad una banca, si avrà un flusso di


denaro che entra in azienda
• Quando il prestito viene restituito, si ha un flusso in uscita
• Anche questi valori non sono indicati nel conto economico e quindi non
vanno a costituire l’utile netto
• Ed essendo noi partiti proprio dall’utile netto, dobbiamo rettificare
rispetto a queste voci
Flusso attività di
finanziamento

- Dividendi
- Oneri finanziari

• Il capitale di cui la società si è approvvigionata - sia che provenga dai soci,


sia che provenga da terzi - va in qualche modo ripagato
• I dividendi sono il corrispettivo che l’azienda riconosce ai soci per il
capitale conferito
• Gli oneri finanziari quello dato a terzi
Contenuti
• La natura e lo scopo della contabilità
• Il passivo dello stato patrimoniale
• L’attivo dello stato patrimoniale
• Il conto economico
• Il rendiconto finanziario
• La nota integrativa
La nota integrativa
• La funzione della nota integrativa consiste nel
fornire l’analisi e l’illustrazione dei dati
sintetici contenuti negli schemi di stato
patrimoniale e conto economico, al fine di
permettere, congiuntamente ad essi, la
rappresentazione chiara veritiera e corretta
della situazione patrimoniale, finanziaria e
reddituale dell’impresa in funzionamento.
La nota integrativa
• Tra le informazioni da riportare vi sono:
• I criteri di valutazione applicati e le eventuali variazioni
degli stessi da un anno all’altro
• Le movimentazioni di immobilizzazioni (acquisti e cessioni,
oltre che ammortamenti, svalutazioni, ecc.)
• Le motivazioni per eventuali svalutazioni
• Tutte le informazioni sulle imprese controllate e collegate
• L’ammontare di crediti e debiti oltre 5 anni
• Le eventuali variazioni nei cambi valutari
• …
La nota integrativa
• …
• La scomposizione del patrimonio netto per possibilità di
utilizzo e distribuibilità
• La ripartizione dei ricavi per area geografica, prodotto o
altro elemento rilevante
• L’importo e la natura di eventuali costi e ricavi di entità o
incidenza eccezionale
• La composizione delle diverse voci qualora significativo
• La variazione da un anno all’altro di tutte le voci di attivo e
passivo
• …
La nota integrativa
• …
• Motivazioni e ammontare di eventuali imposte differite o
anticipate
• Il numero di dipendenti
• I compensi degli amministratori
• I corrispettivi ai revisori legali
• Il numero e il valore nominale delle azioni della società
• Le caratteristiche degli strumenti finanziari emessi
• La natura e l’effetto di eventi avvenuti dopo la chiusura
dell’esercizio
• …
La nota integrativa
• …
• Il nome e la sede legale della società
• La proposta di distribuzione degli utili o copertura delle
perdite
• Le motivazioni per cui sono applicate eventuali deroghe ed
i loro effetti
• Le modifiche nei piani di ammortamento
• Qualsiasi altra informazione ritenuta utile a fornire una
rappresentazione veritiera e corretta della situazione
economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa

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